Il segretario regionale Snals auspica la speranza che l’istruzione veda risolti alcuni annosi problemi
Pescara, 29 dicembre 2022. I problemi sono gli stessi. Immutati da decenni. Restano lì, in questa terra di nessuno dove la scuola cerca di avanzare per l’assalto finale. Per dare al Paese una formazione al passo con i tempi bisogna dare soluzioni concrete a criticità mai sopite e risolte. È l’auspicio di Carlo Frascari, segretario regionale Snals, per il nuovo anno alle porte. “Questi giorni delle festività 2022, segnati dai venti di guerra che soffiano alle porte dell’Europa”, comincia il massimo dirigente sindacale, “ci inducono a sperare che si possa trovare una giusta pace per il popolo ucraino e per tutti gli altri popoli che soffrono le conseguenze dei conflitti nelle varie parti del globo.
È così anche il mondo della scuola, in una diversa dimensione d’urgenza, auspica che siano affrontati e risolti i tanti nodi problematici che caratterizzano, ormai da tempo, il nostro sistema d’istruzione. Ne vogliamo ricordare alcuni”, chiarisce Frascari, “che anche in questo periodo sono oggetto di attenzione da parte di molti commentatori, spesso non consapevoli della complessa realtà del sistema.
“Negli ultimi dieci-quindici anni gli istituti scolastici sono stati investiti di compiti e funzioni sempre più complessi, che richiedono adeguate competenze professionali: Basta citare il recente PNRR in grado di offrire la possibilità di accedere ad importanti progetti volti all’innovazione. Ma, di contro, in questi anni, sono rimasti invariati, se non addirittura ridotti, gli organici del personale amministrativo e ausiliario, né ci si è preoccupati di assegnare risorse per una adeguata formazione utile affrontare le nuove esigenze. Ancora fermo, oltretutto, il concorso per l’assunzione dei Direttori dei Servizi.
Le complessità della società contemporanea si sono riversate, com’è ovvio, sull’intero sistema di istruzione”, aggiunge il segretario regionale Snals, “ma, l’impianto generale del reclutamento e della formazione iniziale ed in itinere dei docenti, dei dirigenti scolastici e dei DSGA è fermo a venti anni fa. Le figure di supporto alle molte difficoltà degli alunni sono rimesse all’organizzazione dei singoli istituti, quando invece ci sarebbe bisogno di psicologi, medici, assistenti sociali a disposizione delle scuole.
Sembra quindi che la nostra scuola abbia fermato le lancette dell’orologio e viva un suo mondo diverso da quello reale, che richiede organizzazioni sempre più efficaci per affrontare le mutate esigenze. Le nostre classi, al di là dei proclami elettorali, sono ancora troppo numerose per gestire, soprattutto in certe realtà territoriali, le richieste dell’utenza. E non si può nemmeno dare la colpa ai telefonini che sembrano diventati i colpevoli delle tante criticità. Possiamo anche farli lasciare a casa, ma”, spiega Frascari, “questo non cambierebbe di molto la situazione, anzi a volte possono essere utili se usati in modo conveniente.
I nostri docenti, che sono il vero cardine della qualità della scuola, sono rimasti ancora una volta delusi dagli ultimi aumenti di stipendio, ben lontani dalle fantomatiche tre cifre di cui si parla ormai da dieci anni ma solo per fare cassa elettorale. Si assiste, da tempo, ad uno scollamento del rapporto di fiducia scuola-famiglia, essenziale per sperare in buoni risultati formativi. Di questo problema bisogna che si faccia carico l’intera società e non pretendere che la scuola, da sola, tenda la mano ai genitori che spesso la rifiutano e passano alle vie legali, anche per contestazioni irrilevanti.
Queste, ed altre sfide, attendono il nuovo governo. La prospettiva di un esecutivo di legislatura” conclude Frascari, “non lascia spazio ad equivoci; è arrivata l’ora del cambiamento di prospettiva, che il mondo della scuola vorrebbe dal nuovo anno, per vedere finalmente il nostro sistema all’altezza dell’Europa e dei tempi che viviamo. Buon Anno”
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