Risiedevano entrambi nella contrada Santa Barbara di Chieti
Chieti, 8 maggio 2023. Sciucchi era nato a Chieti nel 1908.Si era laureato in Medicina a Roma nel 1933. Mobilitato come ufficiale medico, aveva svolto la sua attività a Roma e Bari, poi in Spagna, in Albania e in Grecia. Tornato a Chieti, prestò servizio nell’ospedale militare. Dopo l’8 settembre, partecipò all’organizzazione della banda Palombaro. Nella contrada Santa Barbara organizzò un gruppo partigiano, al quale aderirono i contadini Anonio Aceto e Ruggero Carlone e il colonnello Roberto D’Agostino.
Antonio Aceto, nato il 30 marzo 1919, lavorava come mezzadro alle dipendenze della famiglia Fusco. In un’intervista il figlio Angelo mi disse che il padre, benché molto giovane, aveva quattro figli, due nati prima e due durante la guerra. Aveva combattuto in Albania, in Grecia e in Africa.
Dopo l’armistizio, entrò nel gruppo capitanato da Sciucchi che, con una radio ricetrasmittente, manteneva i collegamenti con gli anglo-americani. I partigiani aiutavano gli ex prigionieri alleati ad attraversare il fronte, accompagnandoli alle foci dei fiumi Alento e Foro, ove trovavano battelli a vela e a remi procurati dai partigiani della banda di Francavilla.
Una scheda dell’ANFIM (Associazione Nazionale Famiglie Martiri Italiani), firmata da Alessandro Sciucchi, padre di Francesco, documenta come furono uccisi il figlio, Antonio Aceto e il colonnello Roberto D’Agostino. La mattina dell’8 novembre 1943 Francesco Sciucchi, sospettato di nascondere delle armi e di avere collegamenti con gli inglesi, per la delazione di spie rimaste sempre ignote, fu arrestato alla presenza della madre, delle nuore e di una nipotina di tre anni, piangente, tenute sotto la minaccia dei mitragliatori.
I nazisti comunicarono l’arresto del partigiano sparando colpi con pistola segnalatrice. Sentendo gli spari, il colonnello Roberto D’Agostino tentò di fuggire, “ma fu raggiunto in pieno da una raffica di mitraglia, che lo stese morto”.
Caricato Francesco su un’automobile, i nazisti incontrarono durante il percorso Antonio Aceto, “che fu parimenti preso”. Giunti a circa due km di distanza dalla chiesa della Madonna del Buon Consiglio, sotto Bucchianico, i due partigiani furono fucilati senza processo.
Sull’uccisione di Ruggero Carlone abbiamo la testimonianza della signora Anna Carlone, sua parente. Ruggero era mezzadro di Francesco Sciucchi. Mentre stavano per sparargli, per proteggerlo, “corse verso i tedeschi. La moglie, che era incinta, gridò:<Fermati! Dove vai!> I tedeschi hanno ucciso pure lui con la mitragliatrice”.
Nel secondo anniversario della barbara uccisione, le famiglie eressero sul posto un cippo con una croce e la seguente drammatica epigrafe: ”La mattina dell’8 novembre 1943/DOTT. FRANCESCO SCIUCCHI ED ANTONIO ACETO/ venduti alla bestiale ferocia germanica/da esecranda progenie di Caino e di Giuda/ebbero violentemente spezzata la vita/nel rigoglio della loro giovinezza/inzuppando del loro purissimo sangue/senza processo e cristiano conforto/queste zolle/sulle quali si compì il loro martirio”.
Il prossimo 10 maggio, alle ore 10, la Lega Spi e la Sezione Anpi di Chieti onoreranno la memoria dell’eroico sacrificio dei partigiani Francesco Sciucchi e Antonio Aceto, deponendo al cippo una corona di fiori. Alla commemorazione parteciperanno gli studenti della Scuola Secondaria di primo grado di Bucchianico (due giorni prima il sottoscritto dialogherà con loro sulla banda Palombaro), i dirigenti delle due Associazioni e i sindaci di Bucchianico e di Chieti.
Filippo Paziente
storico e socio Anpi
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