di don Marcello Stanzione
DentroSalerno.it, 30 Settembre 2023. Nelle nostre società, una volta a regime di cristianità, assistiamo ad un generale tracollo della moralità sia pubblica che personale. Una delle cause del degrado dell’occidente è certamente l’influsso negativo sulle masse dell’ateismo, del materialismo e del relativismo morale. Un brano della Bibbia proclama la forza di Dio. “Signore, hai mostrato al tuo servo la forza del tuo braccio ed ho capito che nessuna forza può essere paragonata alla tua forza”.
Nulla in effetti resiste a Dio. Lucifero aveva creduto potergli resistere. Facendo appello alle forze prodigiose della sua natura, egli aveva detto: “Io salirò”. Ma Dio fece un segno ed il ribelle rotolò nell’abisso. Vi furono lungo i secoli degli uomini che hanno voluto misurarsi con Dio, che hanno deriso la sua potenza e sfidato la sua forza. Dio ha disteso la mano, e non li si è neanche più visti. Nei giorni di pioggia accade talvolta che la folgore colpisca un gigante della foresta. Il gigante cade con fracasso nella valle, ed il rumore della sua caduta si ripercuote in un lungo gemito, poi è per sempre il silenzio e l’oblio. Leggiamo la storia, essa ci racconta queste cadute famose di uomini che minacciavano il cielo e Dio: teste superbe che la forza divina ha colpite, querce insolenti che la tempesta ha rovesciate. Per qualche tempo, talvolta, Dio lascia gli uomini agitarsi e ordire i loro sacrileghi complotti. Ma ben presto giunge la sua ora, ed è l’ora della sua giustizia. Vi fu la sua ora nei primi tempi.
Gli uomini lavoravano alla Torre di Babele. Ora Dio si mostrò e discese per vedere la città e la torre, e seminò in mezzo ad essi la confusione. Vi sarà ancora la sua ora: Dio non resiste sempre ai superbi? Tantissimi uomini e donne del nostro ventunesimo secolo pretendono di finirla con Dio e con la chiesa Cattolica. Quello che essi vogliono, purtroppo, è non solamente di agire senza Dio, ma agire contro Dio ed i suoi comandamenti. Dio mostrerà loro che non s’insorge impunemente contro di lui. Dio ha dei modi di colpire che sono terribili! Per punirci non è necessario che ci maledica, basta che si ritrai da noi. Qual è oggi la vera causa del declino dell’Occidente? Del declino culturale ed economico dell’Italia?
È stato l’introduzione dell’euro come moneta unica europea? Niente affatto! Ora per molto tempo il nome di Dio e l’idea della sua giustizia hanno trattenuto il flusso dell’empietà e della corruzione sociale, come lo sbarramento trattiene le acque di un fiume in piena. Ma il nome di Dio è oggi andato in oblio quasi ovunque, l’idea della giustizia divina non domina più gli spiriti, è per questo che il flusso della corruzione sale di giorno in giorno, sempre, minacciando di portar via tutto.
È vero che se Dio stesso non costruisce, quello che s’innalza non tiene affatto; che se egli non custodisce la città, è invano che si veglia intorno ad essa. Quando Dio non è con gli uomini, non vi è presso di essi che debolezza e impotenza, e tra di essi che egoismo, diffidenza, insubordinazione. Dio disprezzato si vendica lasciandoli a sé stessi.
“Essi sapranno che sono il Signore”, dice Dio per bocca del profeta. Possiamo comprenderlo, non spezzarci sotto i terribili colpi della forza divina ma vinti dall’amore e illuminati dalla fede! Chi è forte come Dio? Alla vista dei complotti dell’empietà, ricordiamoci il grido di san Michele. Nella lotta accanita che si scatena, il vinto non sarà né Dio né la Chiesa, sarà Satana ed il mondo amico di Satana. Gli empi possono applaudirsi e cantare vittoria solo momentaneamente.
Noi sappiamo che Dio rimane il più forte, così noi abbiamo fiducia. In una predica di Cirillo di Gerusalemme si legge: “Quando Gesù volle venire dagli uomini sulla terra, Dio Padre scelse una forza potente, Michele, e affidò Cristo alle sue cure”. Un vescovo del nostro tempo ha dichiarato: “Riflettiamo: “Chi è San Michele Arcangelo?
La Bibbia ci dice che è uno dei sette Arcangeli presso il Trono di Dio. Ma San Michele ha anche una caratteristica unica. La seconda lettura del Libro dell’Apocalisse (12, 7-12a) ci presenta lui come Principe e Capo degli Angeli. Insieme con loro combatte contro “il grande Drago, il Serpente antico, colui che chiamiamo il Diavolo e Satana”. Il suo nome “Michele” significa “Chi come Dio”. Questo nome è quasi un grido di lotta contro i nemici di Dio. Un grido contro le potenze del male.
Infatti, San Michele Arcangelo viene spesso rappresentato come un militare e guerriero, rivestito di una robusta armatura, con la corazza d’oro, la spada fulminante e in un alone di luce”. (Mons. Edoardo NOWAK, Dall’Omelia pronunciata il 28 settembre 2003 nella Basilica di San Michele Arcangelo al Gargano (FG)).Michele non è un Angelo leggiadro, ma un Angelo dotato di grande forza. E Dio manda questa forza ad ogni uomo affinché non sia vinto dalla forza di questo mondo. È un messaggio consolante. Accanto a noi c’ò un angelo che combatte per noi. Egli interviene per noi, quando gli uomini combattono contro di noi, ma anche quando noi siamo in lotta con noi stessi. Paola Giovetti in un suo bel libro sull’Arcangelo ha scritto: “L’Arcangelo Michele che domina senza violenza e senza sforzo deve essere un punto di riferimento per ciascuno di noi: l’Arcangelo ha in mano la spada, ma con il distacco di chi ha la forza vera, di colui cioè al quale è sufficiente mostrarla. E regge anche la bilancia, simbolo della giustizia e dell’equilibrio che devono regolare ogni azione.
L’impulso di Michele è quello della trasmutazione delle forze del male sulla nostra coscienza: trasmutazione in senso alchemico, come consapevolezza collettiva di una forza che non si esprime in forma violenta. L’arcangelo invita a creare fari di luce, a trasformarci in guerrieri come lui, ad accendere energia vitale, a lottare per cause buone, a proteggere noi stessi e l’ambiente”. (Paola GIOVETTI, Le Vie dell’Arcangelo, Edizioni Mediterranee, Roma 2005, p. 169). Una autrice americana ha scritto: “L’Arcangelo Michele, viene spesso scelto come patrono e protettore delle diocesi che sperimentano la persecuzione, la tortura, la sofferenza e la morte per mano di coloro che usano la violenza così come le sparizioni e le calunnie contro quelli che cercano di onorare Dio e seguire la resistenza non violenta al male da parte di Gesù. Oscar Romero, il vescovo martire di San Salvador, invocò l’Arcangelo Michele come difensore della sua diocesi e del popolo nella sua lotta per la vita. Egli proclamò che San Michele Arcangelo combatteva al loro fianco. La sua presenza era, ed è tuttora, invocata in difesa di tutti i santuari, i templi, le chiese e le cattedrali del Paese e di tutta la gente che si raduna per lodare Dio, in mezzo alla violenza e alla morte.
È Michele, diceva Romero, che si trova alle entrate delle chiese e davanti ai loro altari come guardiano e protettore dei servi di Dio”. (Megan Mc KENNA. Angeli. Se non ci fossero bisognerebbe inventarli, Edizioni Paoline, Cinisello Balsamo (MI) 1997, p. 30) Padre Grun con il suo solito acume nota: “Da sempre il significato del culto di San Michele è consistito nel fatto che, grazie ad esso, le persone riprendevano contatto con la propria forza. Quando io addito San Michele a queste persone ferite, queste prendono le distanze dalle offese ricevute. Esse guardano alla forza che Dio ha messo al loro fianco. Se riescono ad immaginarsi che l’arcangelo Michele combatte con loro, non si arrenderanno malgrado tutte le frustrazioni che hanno già sperimentate, ma affronteranno la lotta che sino a quel momento hanno cercato di eludere. Nell’arcangelo Michele si sentono sicure e protette in modo particolare. San Michele rimanda alle forze che sonnecchiano nella nostra anima e che sono ridestate in noi dalla fiducia nell’angelo”
(Anselm GRÜN, Ciascuno cerca il suo angelo, Queriniana, Brescia 2002, p. 127).
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