L’Aquila, 5 aprile 2024.A 15 anni dal disastroso e tragico terremoto che nella notte tra il 5 e 6 aprile colpi L’Aquila e l’Abruzzo occorre prima di tutto fare il punto sulla ricostruzione delle abitazioni danneggiate e distrutte.
Dal rapporto sul sito dell’USRC leggiamo:
Ricostruzione privata
– nei 56 comuni del Cratere è pari al 64%
– nei 121 comuni fuori Cratere è del 56%
Ricostruzione pubblica
– nei 70 comuni tra dentro e fuori cratere siamo al 37%
– nei 98 comuni interessati per la ricostruzione delle scuole siamo al 54%
Fredde percentuali che possono essere meglio comprese riportando il numero complessivo delle abitazioni nel cratere rese inagibili 23.240 di cui solo 11645 sono state oggetto di interventi di ricostruzione.
Fuori dal cratere su 3610 immobili inagibili solo 2072 hanno terminato i lavori.
Tutt’ora sono in attività ben 944 cantieri.
Un dato impressionante dopo 15 anni ci sono 2.323 pratiche in attesa di ammissione solo nel cratere.
Una complessità che solo il settore delle costruzioni può capire basti ricordare che i primi 5 anni sono passati per costruire una normativa che successivamente ha dovuto subire forti interventi di semplificazione.
Il tema del giorno è l’ultimo decreto governativo che dopo il dicembre scorso torna sul superbonus 110% per togliere la cessione del credito e lo sconto in fattura e poi a seguito delle proteste salvare la misura per le ricostruzioni post sisma ma stabilendo un finanziamento di 400 milioni di cui 330 per il sisma 2016/2017 e 70 per il terremoto 2009.
La reazione di tutti gli operatori del settore è a dir poco allibita e come dargli torto. Basti pensare che il superbonus è stato introdotto il 19 maggio 2020 come misura anticiclica per far ripartire l’economia devastata dalla pandemia da covid 19, ma solo il 23 aprile con la risoluzione n. 28/E si è chiarito la cumulabilità tra il contributo della ricostruzione e il superbonus. A questo punto tantissimi hanno cestinato tutto per fare nuovamente i progetti di ricostruzione prevedendo non solo l’antisismica ma anche i criteri del risparmio energetico e dell’antiacustica. Tanti di questi hanno gli iter in corso.
Nel frattempo, l’Europa a seguito dell’emergenza climatica e non avendo più a buon costo il gas russo, ha emesso la nuova normativa sulle case green, pertanto le abitazioni senza la classe energetica E, dopo il 2030 non saranno più vendibili e il percorso prevede la classe energetica D entro il 2033 ed entro il 2050 case a emissioni zero.
Aver azzerato in un primo momento il 110% alle ricostruzioni post sisma l’iniziativa governativa è risultata alquanto improvvida e poi si è messa la toppa del limite al finanziamento di 400 milioni affrettandosi a dichiarare che sono più che sufficienti, infine come se non bastasse, il Commissario Straordinario Castelli, ha dichiarato che stanno lavorando per sostituire il superbonus con l’aumento del contributo parametrico.
Un’altra toppa peggio della prima!
La politica non può agire come se realizzare un progetto con delle caratteristiche ben precise si possa sostituire dalla sera alla mattina e pensare che l’iter di approvazione sia altrettanto veloce per cui ci si diverte a modificare continuamente la normativa come se non generi nessun sconquasso tra coloro che pregano per riavere una casa, coloro che impazziscono dietro le norme per adeguare progetti, coloro che titolari di un’impresa devono cambiare la pianificazione delle attività e con esse ne conseguono i rischi dei posti di lavoro. Dentro questa complessità poi rivendichiamo la qualificazione delle imprese perché stanchi di assistere a 3 morti al giorno.
Concludo, ma avuto la brillante idea di fissare con 400 milioni di euro il finanziamento per garantire il superbonus alle ricostruzioni post sisma, perché invece di negare l’emergenza climatica, interrompere gli interventi che assecondavano la normativa sulla casa green dell’Europa, non sarebbe meglio fare una seria programmazione annuale lasciando la cessione del credito e lo sconto in fattura unica modalità che al momento garantisce gli interventi anche a coloro non hanno liquidità e una deducibilità sufficiente a coprire gli interventi necessari. Insomma, questo Governo è in grado di fare interventi utili per le popolazioni e per l’edilizia e soprattutto che siano accessibili per tutti e non solo per i ricchi?
Silvio Amicucci Ioannone
Segretario Generale Fillea CGIL Abruzzo Molise
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