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CITTÀ PARCHEGGIO

di Simona Barba, Consigliera AVS – Radici in Comune

Pescara, 16 settembre 2024. Nella Commissione Controllo e Garanzia dello scorso 13 settembre, presieduta da Paolo Sola e della quale sono vicepresidente, si è discusso del caos prodotto dalla nuova viabilità intorno alla stazione di Pescara e della mancata programmazione dell’eliminazione dei parcheggi, dei lavori in ritardo per i cantieri come corso Umberto e dei grandi disagi tra cittadini e commercianti. Gli ospiti intervenuti, quali Claudio Ferrante di Carrozzine Determinate, e il presidente dell’ACI Pescara, Sartorelli, hanno evidenziato le tante criticità, difficilmente giustificabili anche dalla stessa maggioranza.

È apparsa chiara la mancanza di metodo, di programmazione e pianificazione: la città si sta trovando in una sperimentazione portata avanti da questa amministrazione. E a detta dell’assessore, al caos dovranno porre rimedio i tecnici, oramai deputati a provare ad aggiustare gli effetti di una politica che sperimenta irresponsabilmente.

E questo è solo l’inizio dell’esperimento: se ci proiettiamo al completamento della qualificazione dell’area di risulta, con il gigantesco cantiere che sarà necessario per il palazzo di regione, possiamo ben comprendere che Pescara si sta avviando al blocco del  proprio centro.

Non essendoci visione né gestione del cambiamento, la soluzione semplicistica è mettere tutto in zona stazione, parcheggi devono essere lì, solo in centro e sempre in centro. Anche se pericolosi, anche se inutilizzabili, anche se in contraddizione con l’intera viabilità cittadina.

Le auto devono arrivare tutte in centro, dove incredibilmente c’è e ci sarà la più alta capienza di stalli. Nessun legame o pensiero verso una nuova mobilità legata a nuovi parcheggi esterni di scambio.  Nessuna alternativa, nessuno studio.

La governance della città ha educato le persone a pensare che questo sia l’unico modello di sviluppo urbano esistente, e di conseguenza ben si comprende la pianificazione dell’area di risulta: parcheggi sopra e sotto, e quindi terminal bus, sede Regione, e quindi altri parcheggi di nuovo sopra e sotto, gli uni che attraggono gli altri, a verde quel che rimane.

Tutti devono arrivare in centro in auto, non c’è altro modo a Pescara, e questo sarà il grande buco nero divoratore degli stalli che non saranno mai sufficienti, e il centro sarà sempre più nel futuro sommerso dalle auto e bloccato.

Pescara non è un centro commerciale, ma proprio in questo lo stiamo trasformando perché appunto il Centro Commerciale, nel suo immaginario, corrisponde al nostro modello ideale urbanistico, l’unico che si riesca a concepire: parcheggiare per andare in un posto dove intrattenersi per poco tempo, fare quel che serve e poi scappare velocemente, per buona pace delle vivibilità, della salute e della Città.

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