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NUOVI DATI NEL QUADRO DELL’EVOLUZIONE ambientale del Pleistocene

Il Mammut del castello. Settant’anni dalla sua scoperta

L’Aquila, 5 ottobre 2024.  Una giornata speciale al Castello cinquecentesco , un bastione est sold out, un successo di pubblico per il  convegno organizzato dal Museo Nazionale d’Abruzzo. Protagonista  assoluto della preistoria italiana Il Mammut,  il cui studio e restauro  hanno arricchito enormemente la conoscenza del Patrimonio paleontologico dei grandi mammiferi nel Quaternario sul suolo italiano.

Gli interventi, con i nuovi dati nel quadro dell’evoluzione ambientale del Pleistocene, saranno pubblicati nei prossimi mesi in un volume che li raccoglierà tutti. Un contributo importante, questo editoriale, che potrà aggiornare lo scenario culturale sulle conoscenze attuali e lanciare nuove sfide per studi e divulgazione future.

La ricorrenza dell’anniversario della scoperta costituisce per il Museo Nazionale d’Abruzzo una opportunità per analizzare diversi aspetti scientifici connessi al ritrovamento e all’attuale allestimento dello scheletro fossile del Mammut, frutto di studi e ricerca, che risultano avere un forte risvolto sociale capace di influenzare la società. Un obiettivo non meno importante che il Museo si pone è proprio quello di operare una azione fondamentale di divulgazione, per sensibilizzare i non addetti ai lavori a quelle che sono le tematiche di ricerca più attuali, di cui si è occupato il Convegno organizzato dal Museo Nazionale d’Abruzzo in collaborazione con l’Università degli Studi della Sapienza, con la curatela della paleontologa Maria Adelaide Rossi e del geologo Silvano Agostini.

Il convegno segue una serie di azioni messe già  in campo nel 2024 per il 70° del ritrovamento del Mammut proprio nell’ottica di promuovere un ruolo attivo nella comunità. Dall’inclusività con la realizzazione di modelli tattili del Mammut in corso di realizzazione, alla diffusione con l’annullo filatelico, alla formazione del personale che ha accompagnato i sempre numerosi visitatori, alla collaborazione con alti professionisti per generare una maggiore consapevolezza del patrimonio culturale, al progetto “ Terre sonanti-il Mammut” di cui il Museo è partner per il gemello in cartapesta del fossile, oltre ad una accurata comunicazione  come forma di sensibilizzazione e conoscenza  nel territorio.

Il convegno, organizzato per la prima volta a L’Aquila, sulla geologia e paleontologia del territorio aquilano nel Quaternario, si è aperto con un doveroso ricordo, a cura di Raffaele Sardella e Michele Macrì dell’Università della Sapienza di Roma, sulla paleontologa Angiola Maria Maccagno che per prima studiò il fossile alla data del ritrovamento.

Tutti gli altri interventi: Evoluzione geologica del bacino aquilano di Domenico Cosentino, Università degli Studi Roma Tre;  Paleobotanica e paleoclima di Donatella Magri, Sapienza Università di Roma; Quando a Scoppito vivevano gli elefanti di Maria Rita Palombo, CNR-IGAG ; Diagnostica e restauro. Dalle ossa preziose informazioni di Silvano Agostini e Maria Adelaide Rossi, già funzionari MiC ; Paleopatologia: primi dati di Leonardo Della Salda, Università degli Studi di Teramo;  L’esemplare in vita: 3D e bodymass di Marco Romano, Sapienza Università di Roma; Testimoni del passato in terra d’Abruzzo … un futuro a rischio di Francesco Petretti, Università degli Studi di Perugia saranno pubblicati nei prossimi mesi in un volume che li raccoglierà tutti.  Un contributo importante, questo, che potrà aggiornare lo scenario culturale sulle conoscenze attuali e lanciare nuove sfide per studi e divulgazione future

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