Al Via One Health Award
Teramo, 12 ottobre 2024. A impreziosire il primo giorno dell’evento sulla Salute Unica, gli interventi di Heinrich Feldmann, di John Nkengasong, del Cardinale Matteo Maria Zuppi, di Emanuele Parsi e del Presidente della Regione Abruzzo Marco Marsilio.
Ha preso il via questa mattina all’Università di Teramo la terza edizione di One Health Award 2024, “Frontiera Africa”. Ad aprire i lavori un convegno scientifico che ha visto la Lectio magistralis dello statunitense Heinrich Feldmann e gli interventi, tra gli altri, di Francesco Berlingieri della Commissione Europea, Sylvain Brisse e Giovanna Barba-Spaeth dell’Istituto Pasteur di Parigi. A pochi passi di distanza, nell’aula magna, circa 400 studenti delle scuole superiori di Teramo hanno viaggiato idealmente in lungo e in largo per l’Africa attraverso il lungo e appassionato racconto del giornalista e scrittore Giampaolo Musumeci.
La sessione pomeridiana si è aperta con l’inaugurazione ufficiale del DG dell’IZS, Nicola D’Alterio, che ha sottolineato l’importanza della interdisciplinarità per la tutela della Salute Unica: “Il concetto ‘One Health, One Earth’ ci invita a guardare oltre i confini tradizionali delle discipline, perché è ormai chiaro che la salute globale non può essere garantita se non affrontiamo le minacce comuni con un approccio collaborativo. Che si tratti di malattie zoonotiche, di cambiamenti climatici, di resistenza antimicrobica o di inquinamento ambientale, le sfide sono profonde e interconnesse”.
“One Health Award riunisce esperti di diverse discipline, per sottolineare che solo lavorando insieme possiamo creare soluzioni sostenibili e prevenire future crisi globali. Ogni intervento, ogni discussione che ascolteremo ha l’obiettivo di avanzare su questa strada di cooperazione e di reciproco apprendimento” – ha continuato il Direttore Generale dell’Istituto – “Quest’anno il nostro evento è dedicato in particolar modo al continente africano perché, nonostante le secolari esplorazioni del cosiddetto ‘Continente nero’, l’Africa rimane una frontiera o, per usare le parole di Plinio il Vecchio: dall’Africa c’è sempre qualcosa di nuovo”.
L’evento condotto dalla giornalista Rai Giorgia Cardinaletti è proseguito con i saluti istituzionali, tra cui quelli del Sottosegretario alla Salute Marcello Gemmato di ritorno dal G7 di Ancona, del Presidente della Regione Abruzzo Marco Marsilio e del Ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida che in una nota ha evidenziato quanto “Questo evento si pone in ideale continuità con il recente G7 Agricoltura e Pesca di Siracusa, dove l’Africa è stata protagonista insieme all’Italia. È indiscutibile che esista una forte interconnessione tra salute dell’uomo e salute del suolo, delle piante, degli animali e, più in generale, degli ecosistemi. Allo stesso modo è altrettanto evidente come le prospettive di sviluppo per l’Italia e per l’Europa siano strettamente collegate al futuro delle Nazioni africane”.
Particolarmente profonda la testimonianza del Cardinale Matteo Maria Zuppi: “L’Africa è il banco di prova dell’Europa. EurAfrica è una realtà storica e geografica, parlare di EurAfrica significa parlare di casa comune e le indicazioni di Papa Francesco in tal senso sono chiarissime”. – ha sottolineato il Presidente della CEI – “Se l’Europa vuole guardare al futuro non può non mantenere un legame con tutta l’Africa. Il Piano Mattei è un’ottima intuizione e nasce da questa consapevolezza. L’emigrazione è un problema antico, un problema enorme anche per la demografia: pensate che soltanto la Nigeria sarà grande quanto l’Europa. Bisogna comprendere che l’accoglienza non deve essere sempre difensiva, ma anche propulsiva: ad esempio accogliendo la manodopera e qualificarla, garantendo la legalità”.
“La lezione del Covid-19 e le strategie future per affrontare le pandemie in Africa” è stato il tema della prolusione affidata al virologo John Nkengasong, guida dell’USA Global AIDS, mentre nell’Oha Talk con il prof. Vittorio Emanuele Parsi si è parlato delle opportunità e delle necessità della Frontiera Africa.
L’intervento del saggista americano David Quammen, è stato incentrato sul tema della biodiversità: “L’obiettivo del movimento One Health è considerare tutte queste forme di biodiversità – animali selvatici, uomini, piante autoctone, bestiame, virus – e studiarle: questo è il lavoro di One Health, capire come convivono e fornire consigli su cosa succede quando l’uomo interagisce con la biodiversità, quando disturbiamo la biodiversità, e quando vediamo le conseguenze delle nostre azioni” – ha dichiarato Quammen – “L’aspetto positivo di questa sfida è capire, e aiutare gli altri a capire, il vero significato dell’espressione ‘Un mondo, una salute. Una salute, un pianeta’. Ci sono molte Afriche, ma sono tutte interconnesse da quella stessa verità. Quindi facciamola diventare: Un’Africa, un Mondo, una Salute”.
A chiudere la prima giornata di OHA 2024 lo spettacolo “La Nostra Africa” di Giampaolo Musumeci con i musicisti Luca Velotti e Gino Cardamone a raccontare con parole, immagini e note i lati più nascosti di un continente spesso raccontato solo con stereotipi.
L’appuntamento con One Health Award riprende domani, sabato 12 ottobre, sempre all’Unite, a partire dalle ore 10. Aggiornamenti sono disponibili sui canali Facebook, Instagram, Twitter/X, Linkedin e sul sito onehealthaward.it.
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