di Simona Barba, consigliera comunale AVS-Radici in Comune
Pescara, 1° novembre 2024. Sulla questione degli affidi diretti e delle consulenze affrontata dalla dr.ssa Monaco, molto si è dibattuto in questi mesi nelle commissioni consiliari, perché è apparso chiaramente l’utilizzo dell’urgenza per gli affidi diretti, e che il principio di rotazione non viene sempre rispettato, in quanto non viene esaminato a livello dell’intero Ente Comunale, ma solo parzialmente a livello dei singoli settori.
Oltre al principio di rotazione andrebbe sempre adottata una politica di trasparenza cristallina verso la cittadinanza, che non sempre avviene. Mi riferisco per esempio al caso dell’arch. Lepore, portato da me in Consiglio Comunale il 27 agosto.
La separazione tra politica e parte tecnica è un pilastro dell’organizzazione amministrativa: alla politica appartiene il compito dell’indirizzo di governo che deve essere ben separato poi dalla realizzazione.
Ebbene l’Arch. Lepore, sebbene coordinatore politico della lista del Sindaco, e quindi in stretta collaborazione politica con lui, riveste anche la figura di consulente tecnico da anni su ambiti molto importanti per la progettazione della Città, rendendo così labile e molto vago il confine che dovrebbe invece essere netto tra l’indirizzo politico e la sua progettazione e realizzazione.
È opportuno che questo continui?
Inoltre, in risposta all’increscioso caso dei commenti veementi che il consulente ha rivolto ai manifestanti del sit-in del 6 agosto, https://www.facebook.com/share/p/aq9iZDqmw5WA7dHM/ contro il progetto del palazzo della regione e sistemazione area risulta, il Sindaco ha dichiarato, nel consiglio comunale del 27 agosto, che sebbene il comportamento del consulente fosse da stigmatizzare, comunque al momento dei fatti non aveva incarichi, facendo intendere, in modo pilatesco, che era ormai fuori dal suo campo.
Eppure, dopo appena 3 giorni, il 30 agosto, veniva accordato all’ architetto un nuovo incarico di consulenza, sebbene avesse pochi giorni prima apertamente violato il codice di comportamento dei dipendenti comunali.
Questa storia è un esempio di come spesso la macchina pubblica venga condotta sul filo del tecnicismo, al limite del consentito, al limite della trasparenza e del rispetto delle norme.
È opportuno continuare in questo modo?
È la domanda che, da consigliera comunale in rappresentanza delle cittadine e dei cittadini, io rivolgo a tutte le consigliere e i consiglieri di maggioranza, ricordando loro che l’etica nel governare deve essere la più ampia, e non dovrebbe accontentarsi di cavilli utilizzabili dalla normativa.
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