Diecimila passi alla scoperta delle stazioni del museo diffuso tra storia, natura e valori della civiltà contadina
L’Aquila, 7 novembre 2024. “Il museo che non è noioso”, ”vorrei avere la casa più piccola”, “nel mondo ci sarà la pace”. Sono solo alcuni dei messaggi lasciati dalle bambine e bambini delle classi terze e quarte dell’Istituto comprensivo Dante Alighieri dell’Aquila, che hanno vissuto una giornata tra storia, natura e trekking facendo visita al Mudi, il Museo diffuso del Parco Sirente Velino, nel piccolo borgo aquilano di Goriano Valli, frazione del comune di Tione degli Abruzzi, che il 21 settembre ha aperto i battenti delle 16 stazioni, tra cantine, pagliai, stalle, generosamente messe a disposizione dagli abitanti, per mettere in mostra luoghi, oggetti, foto, testi testimoni di una civiltà contadina che ancora tanto ha da insegnare, con tappe dedicate ciascuna ad un concetto, ad una visione del futuro, a personaggi storici, da Celestino V a Braccio da Montone, passando per Fra Berardinello da Fontavignone, Antonuccio Camponeschi e Jacopo da Caldora, e con una tappa molto particolare in una casa medievale di appena 8 metri quadrati, dove vissero in dignitosa povertà una coppia di gorianesi.
Ad accogliere i pullman turistici con a bordo 80 bambine e bambini, i volontari e soci del Mudi e della Cooperativa di comunità Cuore delle Valli, in particolare i narratori e ideatori delle diverse stazioni del museo, come Maria Lucia Carani, Luca Di Vincenzo, Maria Grazia Guidone, Carla Tiberi, Saskia Steigleder, e con il coinvolgimento delle giovani e nascenti guide locali affiancate dalle quelle esperte e titolate di Orsa
“È stato per noi – commenta Maria Grazia Guidone – un orgoglio e un immenso piacere avere trascorso questa giornata con chi è nell’età in cui si inizia a conoscere la realtà circostante e a prenderne consapevolezza. Ci auguriamo che questa esperienza diretta sul campo, attraverso divertenti momenti di didattica museale attiva e partecipativa, sia servita non solo a scoprire una civiltà che si sta perdendo, ma anche a leggere il paesaggio che si trasforma, si sedimenta, si stratifica nel tempo e, dunque, a intessere legami tra passato, presente e futuro. Un’avventura, insomma, di cittadinanza attiva che parta dalle nostre radici per sognare e progettare un mondo nuovo e sostenibile”.
Sulla stessa lunghezza d’onda Fausto Di Giulio, che ha creato il MuDi assieme alla sua famiglia, originaria di Goriano Valli, come progetto filantropico di Rex Roundatbales, società che si occupa di innovazione e ricerca condivisa multisettoriale per l’imprenditoria di cui è responsabile per Europa e Asia.
“I ragazzi nostri ospiti, tengo a sottolineare, hanno fatto 10.000 passi durante la visita, che dovrebbe essere una salutare abitudine di attività fisica da fare ogni giorno come medicina preventiva per corpo e mente. L’elemento didattico è uno delle idee centrali da cui è partita la progettazione del Mudi – ha spiegato – e le stazioni vogliono essere anche aule sui generis in cui andare a scuola di meraviglia, scandite per consentire anche ai giovanissimi alunni di intraprendere un viaggio tra arte e natura. Rigorosamente con i telefoni cellulari spenti, per toccare, osservare, annusare ad esempio gli antichi oggetti della quotidianità domestica e gli strumenti di lavoro, che hanno consentito una vita dignitosa in queste montagne, quando l’elettricità ancora non c’era, come pure non c’era l’acqua in casa, la televisione e altre comodità”.
Al termine della visita guidata, tutti insieme al circolo Vallese Asd, per lasciare un messaggio ai futuri visitatori Mudi, in un grande pannello preparato dai bambini di Goriano Valli, che hanno condotto il laboratorio. L’elaborato rimarrà esposto al museo. La sindaca Stefania Mariani è intervenuta per i saluti e per invitare tutti a tornare.
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