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TUMORE POLMONE non a piccole cellule metastatico

Presentato studio che combina vaccino anticancro con chemio o immunoterapia

Federico Cappuzzo: “Ci auguriamo che i risultati del lavoro offrano una prospettiva di cura per quei pazienti con tumore polmonare avanzato che non rispondono più alle terapie di prima linea”

Una delle principali sfide da superare nel campo dei tumori al polmone in stadio avanzato è la resistenza all’immunoterapia: molti pazienti, dopo un periodo iniziale di beneficio, tendono ad avere nuovamente una progressione ed evoluzione della malattia. A proposito di questo è stato presentato al congresso annuale dell’American Society of Clinical Oncology (ASCO), in corso a Chicago, uno studio di fase 2, ideato e promosso da Federico Cappuzzo, Direttore dell’Oncologia Medica 2 dell’IRCCS Istituto Regina Elena. La sperimentazione ha preso il via un anno fa, e sta arruolando oltre cento pazienti con tumore del polmone metastatico non a piccole cellule (NSCLC), che non rispondono più alle cure di prima linea con chemio e immunoterapia. L’obiettivo è valutare l’efficacia di un innovativo vaccino sperimentale anticancro, basato su neoepitopi, combinato con chemioterapia o immunoterapia. Si tratta di uno studio che coinvolge 20 centri italiani e 10 centri francesi e spagnoli.

Il nuovo vaccino anticancro agisce su 5 antigeni tumorali molto frequenti nel tumore al polmone. Il suo utilizzo in studi precedenti ha mostrato un rapporto positivo di rischio-beneficio, rispetto allo standard di cura, nei pazienti con NSCLC avanzato, resistenza alla chemioterapia seguita da immunoterapia e senza alternative terapeutiche. Ora si aggiunge un tassello in più, grazie alla sperimentazione in cui il vaccino si affianca a chemio o alla stessa immunoterapia.

L’immunoterapia ha rivoluzionato le prospettive di cura, ponendole in uno scenario articolato e sempre più personalizzato per ogni paziente. Fino a dieci anni fa una diagnosi di tumore al polmone invasivo, avanzato o metastatico, corrispondeva quasi sempre ad una prognosi infausta. Oggi, grazie all’immunoterapia con nivolumab, molecola che in Italia ha ricevuto la rimborsabilità, la prognosi e la qualità di vita di molti malati è migliorata. 

“Sui pazienti resistenti all’immunoterapia – evidenzia Federico Cappuzzo – si stanno concentrando maggiormente gli sforzi dei clinici e dei ricercatori, per identificare nuovi farmaci o nuove combinazioni terapeutiche. Ci auguriamo che il nostro studio multicentrico internazionale possa avanzare e raggiungere questi obiettivi!”

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