L’ESTATE È INIZIATA GIÀ DA UN PO’

Al netto del lungomare sud non ancora terminato nonostante le rassicurazioni del sindaco De Nicolis del fine lavori prima dell’estate, San Salvo Marina come sempre pecca di scarsa o meglio assente manutenzione e programmazione.

A cura del Pd San Salvo

San Salvo, 29 giugno 2024. “Ad oggi, infatti, non è ancora dato sapere quando verrà fatta la manutenzione del verde pubblico. Erba alta e aiuole non curate regnano ovunque. Basta farsi un giro nelle arterie principali come via Magellano, via Caboto, via Andrea Doria e via Vespucci per rendersi conto di quanto indecorosa sia la nostra città. Per non parlare poi delle strade secondarie e dell’Icea”, afferma la consigliera comunale del Pd, Michela Torricella.

“Che San Salvo Marina fosse un quartiere abbandonato dalle amministrazioni di centrodestra in termini di cura del verde e di manutenzione ordinaria durante i mesi invernali era noto a tutti ma almeno una parvenza di attenzione nei tre mesi estivi “Giugno-Settembre” c’era. Ora neanche più quello. Uno schiaffo ai residenti e uno scenario non decoroso per turisti e vacanzieri”, incalza il Capogruppo del Pd in Consiglio comunale, Emanuela Tascone.

“Per non parlare poi delle strisce blu a San Salvo Marina che tra gestione concessa tardivamente e novità delle aree di parcheggio a pagamento ha creato non poca confusione. Una gestione affidata tardivamente – aggiunge la consigliera Torricella – che non solo ha reso difficile il lavoro della cooperativa nell’ottemperare in “poche ore” agli adempimenti che erano chiamati a compiere, ma che ha mandato anche in confusione i cittadini in merito all’inizio delle strisce blu tra un iniziale 24 giugno ad un successivo 27 giugno, ed un ufficiale 28 giugno come comunicato stamane. Insomma, un gran caos dettato solo dall’evidente incapacità amministrativa di pianificazione e programmazione”.

“Altro punto, infine, sul quale invece dissentiamo nella maniera più netta e categorica – aggiunge la consigliera Tascone – è il parcheggio di piazza Arafat, che di fatto è un “terminal” degli autobus, e che da quest’anno invece è stato messo a pagamento. Una vergogna, un altro schiaffo a cittadini e non che parcheggiano lì perché “diretti” a lavoro nelle aziende a noi vicine quali la Sevel o perché “diretti” a lavoro o ancor peggio (per loro) a Roma per prendere l’aereo o per impegni nella capitale (e quindi con il progetto di restare più giorni nel medesimo parcheggio) con un incremento ancor più gravoso per le tasche dei cittadini. Chi non ha l’abbonamento perché non residente dove dovrebbe parcheggiare?”

“Un inizio stagione dunque pessimo, una pianificazione mancante, una programmazione assente. Nullo di nuovo rispetto agli altri anni, ma almeno San Salvo Marina veniva in qualche modo pulita e resa decorosa. Ora neanche più quello! E pensare che non abbiamo neanche avuto, purtroppo per altri aspetti, un inverno e una primavera piovosa”, concludono la Torricella e la Tascone.




NASCE IL PRIMO DOTTORATO NAZIONALE IN PEACE STUDIES

Progetto promosso dalla Rete delle università italiane per la pace al quale aderiscono 34 atenei tra cui l’Università de L’Aquila

L’Aquila, 29 giugno 2024. Su iniziativa della Rete delle università italiane per la pace (RUniPace) è stato istituito il dottorato di ricerca di interesse nazionale in Peace Studies. Le università italiane partner sono 34. Tra queste c’è anche l’Università dell’Aquila, nel curriculum 4 “Educazione alla pace e migrazioni”.

Il Dottorato in Peace Studies costituisce la principale, concreta risposta delle università italiane di fronte al dilagare delle guerre, ai rigurgiti di nazionalismo, alla crisi dello stato di diritto e dei principi democratici, all’aumento delle diseguaglianze e della violenza di genere.

Le Università aderenti si propongono di sviluppare in Italia, in una vivace interazione con progetti tematici già avviati a livello internazionale e in stretta collaborazione con le pertinenti organizzazioni internazionali intergovernative e non governative, una formazione superiore di alto livello a carattere genuinamente interdisciplinare sulle tematiche della pace, dei diritti umani, degli studi su conflitto e pace, del disarmo e della costruzione di società inclusive e sostenibili.

Ispirato ai valori universali e agli obiettivi di sviluppo sostenibile, il Dottorato si concentra sulle tematiche del conflitto e della pace contribuendo significativamente alla costruzione di una società più giusta e pacifica attraverso la ricerca avanzata e l’applicazione pratica delle competenze da acquisire attraverso 10 curricula formativi:

Curriculum 1 – Tecnologia, sostenibilità e pace

Curriculum 2 – Identità, Memorie, Religioni e Pace

Curriculum 3 – Costruzione della pace, diritti umani, diritti dei popoli

Curriculum 4 – Educazione alla pace e migrazioni

Curriculum 5 – Architetture e paesaggi di pace

Curriculum 6 – Spazio, territori, risorse e narrazioni nella prospettiva della pace

Curriculum 7 – Economia della pace

Curriculum 8 – Letterature, arti, filosofie e immaginari di pace

Curriculum 9 – Giustizia riparativa, giustizia di transizione e trasformazione nonviolenta dei conflitti

Curriculum 10 – Dinamiche, processi e attori nelle relazioni internazionali

La/Il candidata/o deve indicare nella domanda il curriculum che intende seguire.

Per informazioni relative esclusivamente al programma di ricerca del Curriculum 4 “Educazione alla pace e migrazioni” inviare una mail a: silvia.nanni@univaq.it

La presentazione, il bando e le modalità di candidatura del corso di Dottorato in Peace Studies sono disponibili su: https://phd.uniroma1.it/web/national-phd-in-peace-studies_nd4085.aspx

Per informazioni di carattere amministrativo scrivere a: phdpeacestudies.saras@uniroma1.it




L’OMICIDIO DI THOMAS A PESCARA

La lunga strada verso il ritorno all’umanità

di Domenico Barillà

Tg24.sky.it, 28 giugno 2024. Affermare che manca l’empatia è il minimo, ma non ci serve. Il fatto è che non ci poniamo mai la domanda precedente, ossia come ci si è arrivati, chi sono i responsabili, quanto le testimonianze dei personaggi pubblici, in quella che è diventata, che afferma un filosofo francese, “la società dello spettacolo”, stanno sdoganando la violenza come modalità per dirimere ogni controversia, una scorciatoia sempre più “naturale”

Almeno stavolta per arrivare a Pescara bisognerà passare da Udine, dove si è compiuto, in contemporanea con l’eccidio del quasi bambino Christopher Thomas, il destino di un imprenditore cinese, colpevole di essere intervenuto per difendere un ragazzo che stava subendo un pestaggio.

Un pugno l’ha fatto sbattere con il cranio sullo spigolo di un marciapiede, mandando prima in coma e poi alla morte il soccorritore.

Ma mentre scrivo non mi abbandonano le immagini di un altro pestaggio, non in qualche periferia degradata ma alla Camera dei deputati, il cui valore simbolico è enormemente più alto degli altri, sia per il luogo, sia per i responsabili, pagati dai cittadini per fare altro e non per sfogare i loro istinti con metodi da angiporto.

Quando un paese decide di accettare questi spettacoli, deve sapere che sta perdendo il diritto di eccepire sul comportamento dei ragazzi.

Fatico a separare i contesti, non perché la mia mente sia impastata, ma perché in realtà non ci sono differenze, i giovani semmai servono come arma di distrazione. “Di malessere se n’è visto in giro, certo, talvolta tanto, ma per fortuna non è stato monopolizzato solo dai ragazzi. Forse dovremmo perdere l’abitudine di parlare di loro per non parlare di noi”. Mi scuso per l’autocitazione, ma sono parole di quindici anni fa, allora il processo era già in fase avanzata, adesso è nel pieno della sua maturazione e promette evoluzioni inquietanti.

In psicologia esiste un fenomeno che prende nome di sincretismo e dovrebbe riguardare soprattutto i bambini, quando tendono a percepire il mondo nella sua globalità e non nei particolari. In questo momento avverto forte un legame tra le aggressioni di cui sopra, almeno nella forma esteriore, anzi soprattutto nella forma esteriore, nella brutalità di esecuzione che rimanda alle caverne. I ragazzi questi film li vedono tutti i giorni, pensare che non lascino tracce nelle loro prassi è solo l’ennesima mancanza di rispetto nei confronti delle giovani generazioni.

Non possiamo portare i giovani cittadini dove noi stessi non siamo in grado di andare, solo una generazione di adulti stupidi può pensare il contrario.

Sempre noi grandi in queste circostanze ci affanniamo a dare un nome alle cose, un esorcismo collettivo, la parola magica del momento è empatia, data per lo più come carente o assente, ma dare i nomi alle cose e agli eventi non serve a molto, se non a fare sembrare colto chi li sceglie -si pensi a tutta la mistica creata intorno al concetto di resilienza, sostituta abusiva della vecchia e meravigliosa forza d’animo- oppure a trasferire da una persona all’altra un concetto, un’informazione.

Ora, posto che il brodo culturale è comune e che il nostro si è avvelenato da tempo, i fenomeni psicologici non si somigliano mai, si possono prendere solo uno alla volta, perché il campo di applicazione delle discipline della mente è il singolo individuo, solo secondariamente “gli” individui. Questo impedimento alla generalizzazione è dovuto al costruttore dei significati presente nel nostro mondo interiore, la “logica privata”, un filtro irreplicabile, uno stampo che modella tutti gli stimoli in entrata elaborandoli secondo criteri specifici di ogni individuo.

C’è una persona e c’è una logica privata. Per questo cadiamo in errore quando ripetiamo cose del tipo “questi giovani mancano di empatia”, per la stessa ragione fatichiamo a capire quello che agli esecutori di certi gesti appare naturale.

Se un testimone riferisce che mentre Christopher Thomas agonizzava gli aguzzini gli intimavano di stare zitto, come se gli stessero infliggendo solo coltellate virtuali, noi troveremo assurdo tutto questo, mentre per gli accoltellatori si tratterà di una conseguenza logica, anzi per ciascuno di essi sarà una rappresentazione diversa.

Basterebbe leggere i verbali delle bravate di gruppo di vario genere, si tratti di abusi piuttosto che di omicidi, per darsi conto dell’impossibilità di fare entrare tutti sotto lo stesso ombrello. Ragionare per blocchi sociali è ottuso, ma anche la prima causa dell’incapacità di trovare risposte.

Affermare che manca l’empatia è il minimo, ma non ci serve, è come dire a un uomo investito sulle strisce che la sua gamba è fratturata. Cose talmente evidenti che possiamo anche levarci il disturbo di ripeterle, tutti le conosciamo, il fatto è che non ci poniamo mai la domanda precedente, ossia come ci si è arrivati, chi sono i responsabili, quanto le testimonianze dei personaggi pubblici, in quella che è diventata, che afferma un filosofo francese, “la società dello spettacolo”, stanno sdoganando la violenza come modalità per dirimere ogni controversia, una scorciatoia sempre più “naturale”.

Se vogliamo dare la colpa alla droga, facciamo pure, bisogna però avere l’onestà di ricordare che la droga appartiene più agli effetti che alle cause.

Se vogliamo fare il processo ai genitori, facciamo pure, ma spero non si azzardino coloro i quali pensano che basti procreare per salvare la società. La famiglia non è mai stata così sola, disperatamente sola, ma in cambio riceve, da pulpiti squalificati, silenzi, risposte banali e involute o reprimende moralistiche.

Un uomo, disperato per la morte della figlia a causa di un incidente stradale, se la prende con Dio. “Questo non doveva farmelo -mi dice- vado a messa da quando sono piccolo e dico il rosario tutti i giorni”.

Floria Tosca, protagonista dell’omonima opera di Giacomo Puccini, dopo avere ricordato al Creatore di avere aiutato i bisognosi con discrezione, pregato con impegno, omaggiato la madonna con fiori e gioielli, gli chiede come mai “nell’ora del dolore” la rimunera così, considerato che il suo amato, Mario Cavaradossi, era finito in mano agli aguzzini della polizia vaticana.

Eccola l’ultima carta per molti cittadini scoraggiati, Dio, ma non è a questo che dovrebbe servire, non è uno spacciatore di premi, non è il suo lavoro, lo diventa quando c’è troppa gente sbagliata nei posti sbagliati.

Domenico Barrilà, analista adleriano e scrittore, è considerato uno dei massimi psicoterapeuti italiani. È autore di una trentina di volumi, tutti ristampati, molti tradotti all’estero. Tra gli ultimi ricordiamo “I legami che ci aiutano a vivere”, “Quello che non vedo di mio figlio”, “I superconnessi”, “Tutti Bulli”, “Noi restiamo insieme. La forza dell’interdipendenza per rinascere”, tutti editi da Feltrinelli, “Volere bene” (Ed. Castelvecchi) .

Nella sua produzione è presente il romanzo di formazione “La casa di Henriette” (Ed. Sonda) e non mancano i lavori per bambini piccoli, come la collana “Crescere senza effetti collaterali” (Ed. Carthusia).

È autore del blog di servizio, per educatori, https://vocedelverbostare.net/

https://tg24.sky.it/cronaca/2024/06/27/omicidio-pescara-christopher-udine-tominaga



UN TUFFO NELLA TRADIZIONE E NEI SAPORI D’ABRUZZO

Tornano la Fiera della Pastorizia a Piano Roseto e la Rassegna Ovini a Campo Imperatore

Teramo, 28 giugno 2024. La tradizione millenaria della pastorizia abruzzese torna protagonista con due appuntamenti imperdibili: la Fiera della Pastorizia di Piano Roseto (TE) e la Rassegna Ovini di Campo Imperatore (AQ). Eventi storici che vedono la Camera di Commercio del Gran Sasso d’Italia in prima linea nella valorizzazione di questo patrimonio culturale e produttivo d’eccellenza con un importante sostegno economico e organizzativo.

La Fiera di Piano Roseto, giunta alla sua 161esima edizione, si terrà sabato 6 e domenica 7 luglio sull’altopiano di Piano Roseto, uno degli scenari montani più suggestivi d’Abruzzo. Un appuntamento storico che richiama ogni anno migliaia di visitatori per immergersi nell’atmosfera autentica della transumanza, ammirare le razze ovine autoctone, degustare i prodotti tipici della gastronomia pastorale e partecipare a convegni e momenti di intrattenimento.

La Rassegna Ovini di Campo Imperatore, in programma il 4 e 5 agosto a Fonte Mancina, celebra la sua 64esima edizione. Migliaia di capi di bestiame sfileranno in questo scenario mozzafiato, dando vita a un vero e proprio spettacolo della natura. Un’occasione unica per incontrare allevatori e produttori, conoscere le tecniche di allevamento e assaporare i sapori genuini dei formaggi, dei salumi e degli altri prodotti derivati dal latte ovino. Nell’ambito della Rassegna si terrà, infatti, anche il Concorso dei formaggi ovini e caprini “Fonte Macina” giunto quest’anno alla 23^ edizione.

“Questi eventi sono un tassello fondamentale per la promozione del nostro territorio e delle sue eccellenze”, afferma la presidente della Camera di Commercio del Gran Sasso d’Italia, Antonella Ballone. “La pastorizia rappresenta una parte vitale della nostra identità e un motore trainante dell’economia montana. Sostenere e valorizzare questa tradizione significa tutelare un patrimonio prezioso e offrire al contempo un’esperienza unica ai visitatori, attratti dalla bellezza incontaminata dei nostri paesaggi e dalla genuinità dei nostri prodotti”.

Un invito a vivere un’esperienza autentica e a riscoprire i valori della tradizione pastorale, tra cultura, sapori e natura.




CHIETI CLASSICA

Parata di stelle internazionali per la settima edizione

Chieti, 28 giugno 2024- Il prossimo appuntamento della rassegna Chieti Classica è per l’8 luglio, ma sono già iniziati gli eventi della rassegna giunta alla settima edizione, sotto la direzione artistica di Giuliano Mazzoccante e organizzata  dal Comune di Chieti e ArtEnsemble, con il patrocinio del Comune, della Provincia di Chieti, della Soprintendenza Archeologica Belle Arti e Paesaggio d’Abruzzo, Teatro Marrucino, i Musei archeologici nazionali La Civitella e Villa Frigerj, il Museo Universitario, Convitto Nazionale G. B. Vico e l’istituto superiore Gonzaga. Stamane la presentazione del programma da parte del vicesindaco e assessore agli Eventi Paolo De Cesare, dal motore dell’evento il Maestro Giuliano Mazzoccante, dagli altri soggetti promotori.

“Siamo orgogliosi di affermare la nostra compartecipazione alla realizzazione di questa autorevole rassegna pronta a crescere e diventare ancora più grande, grazie al lavoro dell’associazione ArtEnsemble del Maestro Mazzoccante che ci affianca in ogni circostanza situazione e luogo ove è possibile promuovere arte e musica – così il vicesindaco e assessore a Cultura ed Eventi Paolo De Cesare – . Una rassegna che è anche occasione per animare e riscoprire i più antichi e prestigiosi palazzi e luoghi della nostra città. Il circolo virtuoso di valorizzazione del nostro patrimonio tangibile e intangibile attraverso Chieti Classica è evidente e di riferimento, un valore aggiunto irrinunciabile, per dare alla città occasioni di vita e animazione di qualità. Un importantissimo palinsesto con musicisti provenienti da ogni parte del mondo che riempiranno il centro storico muovendo l’economia e la vita culturale teatina e del territorio. Un ringraziamento voglio farlo anche al Ministero della Cultura per il patrocinio e sostegno, qui rappresentato dal direttore del Museo Archeologico De La Civitella, Marcello Iannicca, che crea una sinergia preziosissima per la nostra città. La rassegna è sempre più partecipata da quando è nata, nel nome della musica, del territorio e del talento delle generazioni più giovani”.

“Questa settima edizione si presenta molto laboriosa, con un elevato livello qualitativo e con la volontà di mantenere per Chieti l’identità di una città che accoglie gli artisti – così il Maestro Giuliano Mazzoccante – , che apre le porte agli artisti e diventa scenario. Un programma importante e anche fluido, a cui si aggiungono presenze e sorprese in progress, come la presenza dell’Australian Youth Orchestra che approda oggi in Abruzzo, non era prevista nel programma, ma terrà il concerto finale della masterclass al Marrucino. Docenti importantissimi e di levatura internazionale: Dora Schwartzberg, Eva Binder, Zvi Carmeli, Luigi Piovano, Antonio Tinelli, Gaetano di Bacco, Rita D’Arcangelo, Stefania Morselli, Patrizio De Ritis, Alberto Negroni, che oltre a proporre musica e formazione per piano, archi, fiati, alimenteranno concerti, dibattiti e convegni fino a luglio inoltrato. I musicisti allievi vengono da ogni parte del mondo, sono presenti anche in altri ambiti internazionali e sono artisti in carriera. Abbiamo tanti iscritti alle masterclass con partecipanti in lista di attesa il calendario principale è definito, ma ci saranno sorprese, come il concerto di rock and roll del 10 luglio, genere che per noi è un classico, come avvenuto in passato con il tributo a Lucio Battisti. Ringrazio la direzione museale, partner preziosi e con cui siamo in piena sinergia, perché attraverso l’arte non circola solo la cultura, ma anche legami di stima e affetto. Quest’anno come sede il Festival avrà anche il museo Barbella che in tutta la sua bellezza ospiterà delle masterclass, lezioni confermate anche al G.B. Vico, a cui si è aggiunto anche il Gonzaga”

“Porto i saluti del nuovo dirigente Massimo Sericola – dice Marcello Iannicca, direttore del museo La Civitella e di Villa Frigerj – che quando è venuto la prima volta ci ha detto che i Musei devono vivere ed essere aperti, una filosofia che da anni abbiamo fatto nostra. La scelta del museo di Villa Frigerj è gratificante, perché questo evento si ponga come un punto di riferimento della cultura di Chieti. Crediamo molto nelle sinergie, quella con il Comune di Chieti è preziosa e continuerà nel migliore dei modi”.

“Ringraziamo per aver accolto il progetto Monteverdi, partito dall’Aquila e che tocca tutte le province ed ha una cura importante verso i giovani – conclude Maria Cristina Esposito, referente del progetto sul Combattimento di Tancredi e Clorinda di C. Monteverdi proposto dall’11 al 13 luglio con la rielaborazione, il concerto e una tavola rotonda – .

 – per Chieti classica ha scelto una chiave specifica, una formula che ha coinvolto anche studiosi e ricercatori nazionali e internazionali, per questo abbineremo concerti ma anche tavole rotonde e conferenze”.




CHI RICERCA…GIOCA

Al via la dodicesima edizione della manifestazione di sport e solidarietà nata per ricordare il giovane Carlo Graziani. Sabato 29 giugno a Castel di Sangro. In 11 anni raccolti oltre 50.000 € per la ricerca sul cancro.

Castel di Sangro, 28 giugno 2024 – Si rinnova anche quest’anno a Castel di Sangro l’atteso appuntamento con Chi ricerca…gioca! la giornata di solidarietà e divertimento organizzata dall’Associazione di promozione Sociale Spazio Pieno. L’edizione di quest’anno si terrà domani, sabato 29 giugno dalle 14.30, nei giardini della Villa Comunale della cittadina abruzzese. La manifestazione è nata nel 2012 per ricordare Carlo Graziani, giovane ragazzo della zona colpito da osteosarcoma che nonostante la malattia ha continuato ad occuparsi di sport e di animazione sociale con l’associazione La Clessidra.

Nel corso della giornata si alterneranno tornei e gare per bambini e ragazzi, musica e stand di street food. Quest’anno, in occasione della partita di calcio Italia-Svizzera degli Europei, sarà allestito anche un maxischermo dalle ore 18:00.

L’evento si è consolidato negli anni ed ha acquisito importanza a livello locale e nazionale grazie al coinvolgimento di tanti giovani di ogni età su una tematica importante come quella della ricerca sul cancro. “Siamo davvero convinti che soltanto grazie ai bambini, ai giovani, alle famiglie, alle Associazioni, ai commercianti e agli imprenditori di Castel di Sangro è stato possibile continuare la tradizione di questa giornata. È davvero emozionante vedere come tutti si riuniscano, ognuno calato nel proprio ruolo, in una giornata che lascia il segno nei nostri cuori e che aiuta concretamente nella ricerca contro il cancro” – commenta Erminia Scioli, Presidente dell’Associazione Spazio Pieno.

Da 12 anni, il ricavato della giornata viene interamente devoluto all’Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico (IRCCS) di Candiolo, a Torino, a cui l’Associazione ha donato oltre 50.000 euro per sostenere la ricerca contro il cancro. Una struttura unica nel panorama italiano, in cui la ricerca in laboratorio è applicata ai percorsi di cura, un luogo dove pazienti e ricercatori vivono fianco a fianco e che contribuisce a stimolare nuovi studi sperimentali.

Il legame tra l’IRCCS di Candiolo e Chi ricerca…gioca è stato rafforzato dalle parole di apprezzamento della Presidente della Fondazione Piemontese per la Ricerca sul cancro, Donna Allegra Agnelli; tramite il Responsabile eventi e iniziative della Fondazione, Massimiliano Valente, la Presidente ha voluto ringraziare l’Associazione Spazio Pieno per l’attività di sensibilizzazione e per i contributi che destina ogni anno alla ricerca.

“Le parole di gratitudine e di riconoscenza che la Presidente Allegri ha avuto per la nostra Associazione e per l’intera comunità di Castel di Sangro hanno contribuito a consolidare il rapporto di fiducia con i sostenitori abruzzesi.” – conclude la Presidente Scioli – “Vedere da vicino la passione e l’impegno dei ricercatori fa sperare nella fine di una malattia che ancora oggi si ha paura a chiamare con il proprio nome”.




XIV CAMMINO INTERREGIONALE DELLE CONFRATERNITE 2024

La conferenza stampa di presentazione giovedì prossimo 4 luglio alle ore 12 presso l’episcopio

Sulmona, 28 giugno 2024. Giovedì 4 luglio alle ore 12:00 presso il palazzo dell’Episcopio, presso la Sala dei Vescovi, si terrà una conferenza stampa per presentare il XIV Cammino Interregionale delle Confraternite 2024, che si svolgerà a Sulmona il 7 luglio prossimo.

L’evento, organizzato dalla Diocesi di Sulmona-Valva in collaborazione con la Federazione Confraternite d’Italia, vedrà la partecipazione di confratelli e consorelle provenienti da diverse regioni d’Italia.

Durante la conferenza stampa, i relatori illustreranno il programma del Cammino, che prevede l’accoglienza dei pellegrini, la visita all’Abbazia di Santo Spirito al Morrone, la Santa Messa presieduta da S. Em. Rev. Cardinale Dominique Mamberti, Prefetto del Supremo Tribunale della Segnatura Apostolica, e la processione delle Confraternite.

La conferenza stampa sarà anche l’occasione per presentare il convegno “Pietro del Morrone/un sì per sempre a Dio”, che si terrà nel pomeriggio del 7 luglio e che sarà incentrato sulla figura di Celestino V, Papa nato a Sulmona.




GLI OLI ALIMENTARI ESAUSTI

RenOils: in Abruzzo aumenta la raccolta. Ritirati 306.182 kg (+17% rispetto all’anno precedente)  i punti complessivi di raccolta sono 813

Roma, 28 giugno 2024. RenOils, uno dei soggetti attivi in Italia per il recupero degli oli e grassi alimentari esausti, ha reso noto il report 2024 con i dati riferiti al 2023, da cui emerge non solo l’aumento complessivo nazionale di punti ritiro e raccolta (58.5 milioni di kg in in 61.387 punti ritiro), ma anche il prezioso lavoro svolto nei territori.

In Abruzzo la raccolta complessiva è stata di 306.182 kg, +17% rispetto all’anno precedente, presso gli 823 punti di prelievo. A Chieti un significativo aumento (218.414 kg, +24 % rispetto all’anno precedente) e poi anche a Pescara (52.053 kg, +13%).

RenOils fa affidamento su una capillare rete di partner operativi, costituita da 34 aziende coinvolte nella raccolta e da 18 impianti di rigenerazione.

Fra gli obiettivi del Consorzio, anche una maggiore sensibilizzazione delle famiglie: ad oggi, infatti, il quantitativo totale di rifiuto recuperato nelle case rappresenta il 32% del totale, il restante da attività commerciali, mense e altri settori della ristorazione.

“Per questo, abbiamo intensificato le relazioni con i Comuni al fine di facilitare e incrementare la raccolta differenziata” – spiega Ennio Fano, Presidente di RenOils – “la risposta della cittadinanza nei borghi e nei territori più piccoli è sempre molto positiva, perciò, continueremo a mettere in campo ulteriori azioni di sensibilizzazione per massimizzare la raccolta differenziata”.

“Nell’anno 2023 l’attività del Consorzio RenOils è cresciuta e abbiamo aumentato la raccolta complessiva, come sempre vorrei ringraziare tutti gli operatori consorziati per la fattiva collaborazione, fondamentale per la riuscita”, conclude Fano.

L’olio esausto in cucina? Se finisce nel lavandino inquina le acque

Ad oggi ancora molti italiani gettano l’olio esausto nel lavello di casa, ma è un’abitudine sbagliata.

L’olio utilizzato per cucinare e friggere, così come l’olio presente negli alimenti sottolio, non è biodegradabile e va smaltito correttamente. Quando viene buttato nel lavandino finisce negli scarichi fognari delle città alterando la corretta depurazione delle acque, l’efficienza dei depuratori con conseguente aumento dei costi di gestione e di manutenzione degli impianti.

Secondo uno studio condotto da CNR-UTILITALIA e commissionato da RenOils i quantitativi di rifiuti di oli e grassi di origine domestica che vengono dispersi nell’ambiente a seguito di cattiva gestione rappresentano 60.000/70.000 tonnellate all’anno.

Se, invece, gli oli esausti vengono versati sui suoli rendono la terra impermeabile all’assunzione di sostanze nutritive e quindi sterile. Gestire in maniera corretta gli oli e i grassi vegetali e animali esausti rappresenta un’opportunità per l’ambiente e un valore economico.

Benefici ambientali

Al netto dei trasporti, il risparmio di gas serra è pari a circa 2,4 tonnellate per ogni tonnellata di rifiuto raccolto e non disperso nell’ambiente.

RenOils, ha ridotto le emissioni in atmosfera di CO2 di circa 140.000 tonnellate.

Non dimentichiamo che il rifiuto rappresentato da oli e grassi vegetali e animali esausti viene trattato per la produzione di biodiesel, lubrificanti, materie prime per detersivi con una riduzione consistente nell’importazione di materie prime (rilevante in un periodo di crisi globale acuito dal conflitto russo-ucraino) e conseguenti benefici in termini ambientali e industriali.

Consorzio RenOils

Il Consorzio aggrega ad oggi più di 250 tra associazioni di categoria e imprese. La mission di RenOils è quella di aumentare e rendere più efficiente la raccolta degli oli e grassi vegetali ed animali alimentari esausti in Italia e garantirne la corretta gestione per salvaguardare l’ambiente.




PARTE DA MILANO L’ABOLIZIONE DEL ROSATELLUM

PoliticaInsieme.com, 28 giugno 2024. Parte oggi da Milano la raccolta firme per eliminare le parti della legge elettorale, il cosiddetto Rosatellum, che nel loro complesso hanno consegnato la scelta dei rappresentanti del popolo in Parlamento alla cerchia ristretta dei capi Partito.

INSIEME, con voto unanime del Consiglio nazionale, ha aderito al Comitato promotore per contribuire a una buona battaglia in difesa della democrazia rappresentativa.

Alle ore 21, al Teatro Franco Parenti (via Pier Lombardo 14 – Milano) vi sarà anche il nostro Stefano Zamagni al lancio dell’iniziativa, con Giorgio Benvenuto, presidente emerito del Comitato referendario, Elisabetta Trenta, presidente effettivo, e altri esponenti politici accomunati dalla volontà di ribaltare una legge pensata per creare un bipolarismo forzato e tutelare l’oligarchia del teatrino mediatico.

Il Comitato, costituito da cittadini di diverso orientamento politico e formazione culturale, accomunati dal proposito di restituire a ciascun italiano il diritto di scegliere chi debba rappresentarlo, si impegna a raccogliere entro il 30 settembre le firme  per l’abrogazione parziale  della legge elettorale tramite i quesiti referendari depositati  alla Suprema Corte di cassazione il 3 aprile  2024.

I quesiti sono quattro e precisamente:

1) Abolizione del voto congiunto tra candidati uninominali e liste plurinominali;

2) Niente soglie di accesso per liste autonome e per coalizioni

3) No pluricandidature e ogni candidato solo nel suo collegio;

4) Tutte le liste devono raccoglire le firme per proporre candidature.

Al di là dei particolari tecnici, si tratta di una battaglia di libertà per la democrazia disegnata dalla Costituzione. Un Parlamento di “nominati” è una vergogna per la Repubblica: restituiamo il potere di scelta ai cittadini!

INSIEME si impegnerà al massimo per far conoscere le buone ragioni che hanno portato al referendum e nella raccolta firme.

https://www.politicainsieme.com/parte-da-milano-labolizione-del-rosatellum/




L’INTELLIGENZA ARTIFICIALE: gli incontri di Abruzzo Popolare, oggi pomeriggio ore 18:30 all’Eden di Ortona

Attenti e vigili sulle minacce per la sopravvivenza dell’umanità

Ortona, 28 giugno 2024. Oggi pomeriggio presso la sala Eden incontro di cartello per la nostra associazione politico – culturale Abruzzo Popolare. Alle ore 18:30 si parlerà dell’intelligenza artificiale e di quanto pericoloso ritardo si sta accumulando da noi rispetto alle dinamiche di un certo mondo, che noi chiamiamo avanzato.

Ricerche scientifiche nelle scienze informatiche sono in evoluzione da tempo e stanno raggiungendo limiti estremi tali da mettere in moto attività frenetiche di vari tavoli tecnici e scientifici: di filosofia, di etica e di spiritualità.

Il tavolo della sala Eden di questo pomeriggio non può che sottolineare la necessità di un impegno anche da parte del nostro piccolo mondo popolare fermamente radicato nelle tradizioni, nelle consuetudini e nei riferimenti indissolubili sviluppati e maturati nella nostra storia.

Inutile dirlo, scriverlo o pensarlo, oramai la condivisione delle informazioni reali, utili ed essenziali per la nostra vita, per la nostra società  giunge dappertutto, raggiunge perfino i luoghi più sordi, duri ed ostinati della nostra politica, della nostra società,  della nostra spiritualità. Ecco, quelli che viviamo sono tempi nuovi, tempi di trasformazione ovvero tempi di cambiamento radicale: bisogna essere svegli e vigili, tutti.

Stephen Hawking, uno scienziato dei nostri tempi, nel 2014 ha messo in guardia dai pericoli di questa intelligenza artificiale: la considerava una minaccia vera e propria, addirittura, per la sopravvivenza dell’umanità.

All’incontro saranno ospiti: Padre Emiliano Antenucci, il Col. Franco Sivilli, Germano D’Aurelio, l’On. Tommaso Coletti, l’Arch. Nando Marinucci.

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foto WiredItalia




MARSICA BLOODY, L’APERITIVO MARSO

Ieri la gara e la premiazione di Gianluca Mariani

Avezzano, 28 giugno 2024.  L’aperitivo Marso “Marsica Bloody” di Gianluca Mariani vince il contest di Marsicaland.Il cocktail dedicato alla Dea dei serpenti e delle erbe, a base di estratto di pomodoro, con Gin sapido che ricorda il lago del Fucino, una spolverata di erbe aromatiche del bosco di Angizia e una spuma di pancotto con il pane di Conte raffermo a base di pane si è aggiudicato il podio del concorso lanciato da Marsicaland, festival diffuso dell’Agroalimentare. Alla gara per incoronare l’aperitivo Marso, che si è svolta nello spazio Me&Fu Go di Avezzano, hanno partecipato Michele Escalona, dell’Alchimista di cuori di Tagliacozzo con “Il bosco marso“, Diego Di Giannantonio, dell’Old Tom di Tagliacozzo con “Chimera“, Fabio Cardone, de La Birraia e Zest di Celano con “Don Antonio“, Giuseppe Michetti del “Madera” di Avezzano con Marsicano, Joel Culter Sanchez di Bibò di Magliano de’ Marsi con “Marruvium” e Mariani.

A giudicare i drink preparati sul momento la giuria tecnica composta da Massimo Macrì, Matteo Petrella di Blue Blazer e il formatore Alvaro Pagnanelli, insieme alla giuria popolare presieduta da Franco Santini. I barman partecipanti hanno utilizzato prodotti del territorio per esaltare i sapori e i profumi della Marsica: dalla carota Igp allo zafferano della Vallelonga, dalla Genziana ai finocchi, dalla lavanda alle erbe aromatiche.

Marsicaland è un progetto partito da lontano che vuole arrivare lontano”, ha spiegato il vicepresidente della Regione, Emanuele Imprudente, “il piatto Marso prima e il drink ora ne sono l’esempio. Noi dobbiamo essere coraggiosi nell’andare avanti, non sarà facile ma continueremo a crederci perché questo è un territorio che ha necessità di essere promosso. La cultura del cibo e la cultura del bere hanno una capacità di raccontare una terra incredibile, siamo sulla buona strada”. Durante la preparazione dei cocktail, alcuni dei quali accompagnati anche da stuzzichini a base di prodotti tipici locali, i barman hanno raccontato da dove sono partite le loro ricette e come sono arrivati alla composizione del drink. Il sindaco di Avezzano, Gianni Di Pangrazio, si è complimentato con i professionisti in gara, mentre il vicesindaco, Domenico Di Berardino, intervenuto insieme ad altri amministratori, ha ricordato come questo progetto “ci faccia capire quanto sia importante per questa terra creare una propria identità”.

Prima della consegna del podio dell’Aperitivo Marso a Mariani il direttore artistico, Giuliano Montaldi, ha ricordato che “sulla scia di quanto è già avvenuto con il contest della ricetta tipica marsicana anche con il concorso di idee l’Aperitivo marso abbiamo voluto sostenere un processo culturalmente creativo a favore dell’identità territoriale e della crescita del senso di appartenenza ai luoghi”.




LA GIUNTA MARSILIO DECIDE DI AUMENTARE

Dopo la stangata sul trasporto ferroviario, anche le tariffe del trasporto pubblico su gomma

Pescara, 28 giugno 2024. Che fine ha fatto la risoluzione approvata a novembre anche dal centro destra e che prevedeva l’estensione del biglietto unico su base regionale?

Con un trafiletto fatto passare quasi in incognito ed a margine del comunicato stampa della Regione con il quale sono stati formalizzati i provvedimenti adottati dalla Giunta Marsilio nella seduta del 26 giugno, abbiamo appreso (a dir vero da pochissimi organi di stampa) che “Su proposta dell’Assessore Regionale Umberto D’Annuntiis, è stato approvato l’adeguamento al tasso di inflazione delle tariffe del trasporto pubblico locale su gomma con specifico riferimento ai servizi urbani, suburbani e interurbani e alla tariffa “Unico” applicata nell’area metropolitana Chieti-Pescara”.

DOPO GLI AUMENTI DEL 35% SUL TRASPORTO FERROVIARIO ORA TOCCA AL TRASPORTO SU GOMMA – Provando più semplicemente ad interpretare questo scarno comunicato e per il quale soltanto a distanza di 24 ore lo stesso Assessore D’Annuntiis ha chiarito quale sia effettivamente il campo di applicazione del provvedimento, quale sia la decorrenza temporale degli incrementi tariffari e soprattutto quale sia l’entità degli aumenti in termini percentuali, è stato svelato quanto ai più era apparso alquanto scontato, ovvero che ci sarà un’ulteriore stangata sui cittadini abruzzesi che fruiscono di un servizio pubblico.

Un provvedimento che colpisce quell’utenza del trasporto pubblico che notoriamente è composta da cittadini a basso reddito, pensionati, studenti e che si va a sommare ai 10 anni di costanti rincari per il trasporto ferroviario che la stessa Giunta Marsilio ha concordato con Trenitalia, prevedendo nel Contratto di Servizio un aumento del costo dei biglietti che sarà del 15% nel 2025 e poi di un ulteriore 5% a cadenza biennale fino al termine del contratto di servizio, cioè il 2033. Il che significa per i pendolari abruzzesi  che sceglieranno di viaggiare in treno, un incremento complessivo del 35% rispetto alla spesa attuale del biglietto o dell’abbonamento che si acquista.

Aumenti che sanno davvero di beffa se pensiamo ai continui appelli rivolti alla cittadinanza affinché si privilegi e si utilizzi maggiormente il mezzo pubblico che costituisce ancora oggi la migliore opzione per ridurre l’inquinamento atmosferico. Per non parlare della scarsa attenzione che sia la politica regionale che le stesse imprese di trasporto riservano alla diffusa evasione tariffaria generata da chi viaggia sprovvisto di biglietto.

QUANDO LE STANGATE CAMBIANO COLORE…

È un provvedimento che davvero ci indigna, soprattutto se rammentiamo le reazioni altrettanto indignate di coloro che oggi governano la Regione e che dai banchi dell’opposizione gridavano allo scandalo quando ad aumentare le tariffe erano “gli altri”. Memorabili alcune affermazioni dell’epoca che ci permettiamo di riportare integralmente ….. “Purtroppo non siamo riusciti a evitare questa ennesima stangata a carico degli abruzzesi e in particolare delle fasce più deboli della popolazione – tuonavano esponenti del centro destra e che oggi governano la Regione – Sono state messe le mani nelle tasche dei cittadini” Eppure anche quelli dell’epoca erano aumenti legati all’adeguamento al tasso d’inflazione…

LE QUATTRO PROPOSTE DELLA CGIL E DELLA FILT

Volendo tuttavia mettere da parte le strumentalizzazioni politiche, la Cgil e la Filt provano a formulare le seguenti proposte costruttive in grado di ovviare ai deleteri aumenti tariffari decisi dal Governo Regionale:

1.            Si azzerino gli aumenti tariffari previsti nel settore del trasporto pubblico (gomma e ferro) utilizzando le “scandalose prebende” distribuite dal Governo Regionale, senza prevedere nemmeno l’attivazione di un bando pubblico, attraverso l’emendamento Omnibus di fine anno ad oltre duemila beneficiari per un totale di 18 milioni di euro;

2.            Si intervenga urgentemente sul Governo nazionale e sul Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti Matteo Salvini affinché sia lo Stato che fino a prova contraria finanzia ancora il trasporto pubblico locale (visto che l’autonomia differenziata non è ancora diventata operativa), ad adeguare urgentemente al tasso d’inflazione il previsto Fondo Nazionale dei trasporti con il quale si distribuiscono le risorse per il trasporto locale alle regioni a statuto ordinario. Il fondo eroga per il 2024 poco più di 5 miliardi di euro (e ne occorrerebbero almeno 6 per finanziare adeguatamente il settore) e di queste risorse appena il 2,69%, corrispondenti a poco più di 138 milioni di euro, finiscono all’Abruzzo. Risorse insufficiente per una Regione dove persistono aree interne e spopolamento.

3.            Si estendano su base regionale i benefici del biglietto unico, così come il Consiglio Regionale si è impegnato a fare con le diverse risoluzioni approvate a fine della precedente legislatura, ponendo fine ad una assurda discriminazione tra territori e cittadini abruzzesi che va avanti dal 2004 e che determina svantaggi per i cittadini delle aree interne che pagano le imposte al pari degli altri abruzzesi.

4.            Si introducano al pari di altre realtà regionali, agevolazioni tariffarie e finanche la gratuità del trasporto pubblico per i cittadini a basso reddito e in generale per tutti gli studenti che frequentano istituti scolastici abruzzesi.

Carmine Ranieri – Segr. Gen.le Cgil Abruzzo Molise

Franco Rolandi – Segr.Reg.le Cgil Abruzzo Molise – Resp. Infrastrutture trasporti

Aurelio Di Eugenio – Segr Gen.le Filt Cgil Abruzzo Molise




CAMPO SCUOLA PEGASO

Un’Esperienza Unica per i Giovani del nostro territorio

Fara San Martino, 28 giugno 2024. Dopo un successo durato oltre un decennio, la Pubblica Assistenza PEGASO organizzazione di volontariato ripropone il suo attesissimo Campo Scuola Anch’io Sono la Protezione Civile, giunto ormai alla sua nona edizione. Questo evento, che si terrà dal 5 al 9 agosto 2024 a Fara San Martino, offre un’opportunità unica per ragazzi e ragazze dai 14 ai 16 anni di immergersi nel mondo del volontariato e della protezione civile.

L’Iniziativa Nazionale

Il Campo Scuola “Anch’io Sono la Protezione Civile” fa parte di una campagna nazionale promossa dal Dipartimento della Protezione Civile in stretta collaborazione con la Regione e numerosi enti di volontariato nazionali e locali. Lanciato nel 2007, l’obiettivo di questa iniziativa è sensibilizzare i giovani sulle tematiche sociali e ambientali, insegnando loro a tutelare il territorio e la collettività. In tutta Italia, questa campagna coinvolge migliaia di giovani, promuovendo valori di cittadinanza attiva e consapevolezza delle emergenze.

Un’Esperienza Formativa Completa

Durante il campo, i partecipanti avranno la possibilità di apprendere e mettere in pratica le principali attività svolte quotidianamente dai volontari della Protezione Civile e del soccorso sanitario. Il programma formativo include argomenti obbligatori come il Servizio Nazionale della Protezione Civile, i Piani di Emergenza e il rischio di incendi boschivi. Oltre a queste lezioni, i ragazzi potranno incontrare rappresentanti delle forze dell’ordine, funzionari regionali e nazionali, e altre figure istituzionali.

Tra le attività previste ci saranno corsi di primo soccorso, disostruzione delle vie aeree, montaggio di tende da campo in situazioni di emergenza e orientamento cartografico. I ragazzi saranno accompagnati da volontari esperti che garantiranno una formazione avanzata e un supporto continuo durante tutta la settimana.

Vita da Campo

I partecipanti condurranno “la vita da campo” 24 ore su 24, affiancati da volontari esperti che assicureranno il corretto svolgimento di tutte le attività. Dovranno portare con sé il minimo indispensabile, come ricambi intimi per tutta la durata del campo, almeno un pantalone lungo, scarpe da trekking, coperte e cuscini. L’associazione fornirà tende campali e brandine per il pernottamento, e i pasti saranno preparati secondo un regime alimentare adeguato alle attività previste.

L’Importanza dei Volontari

I volontari sono il cuore pulsante della Pubblica Assistenza PEGASO e del Campo Scuola. Essi dedicano il loro tempo e le loro energie per garantire che ogni aspetto dell’evento si svolga senza intoppi. Ogni singola attrezzatura, mezzo e alimento è frutto del loro duro impegno. Durante il campo, i volontari supervisionano tutte le attività, assicurando che i ragazzi siano sempre accompagnati e supportati. Le giornate saranno arricchite da giochi di squadra e attività pratiche che favoriranno l’affiatamento tra i partecipanti, molti dei quali non si conoscono.

Perché Partecipare

Partecipare al Campo Scuola PEGASO rappresenta un’opportunità irripetibile per i giovani di imparare, crescere e diventare cittadini attivi e consapevoli. Le attività, che includono formazione su antincendio, rischi del territorio, soccorso e altro, permettono ai ragazzi di incontrare e collaborare con vari enti e strutture operative del sistema nazionale di protezione civile.

L’esperienza lontano dalla famiglia è fondamentale per sviluppare autonomia, responsabilità e spirito di squadra. Gli organizzatori garantiscono la supervisione h24, con volontari che assistono i ragazzi in tutte le attività del campo, favorendo l’integrazione e l’affiatamento attraverso giochi di squadra e attività pratiche.

Modalità di Iscrizione

Le iscrizioni devono essere inviate esclusivamente tramite il modulo Google disponibile al seguente link: https://forms.gle/SeSBDcBfG6da1JS27

Qualsiasi altra modalità di iscrizione non verrà presa in considerazione. Le iscrizioni verranno valutate in ordine di arrivo e accettate fino al raggiungimento dei posti disponibili, che saranno limitati per sesso dei partecipanti. Superata la data di scadenza del 12 luglio 2024, verranno accettate ulteriori iscrizioni solo se i posti saranno ancora disponibili.

Sostenere l’Associazione

Il campo scuola è gratuito per i partecipanti, ma il Dipartimento della Protezione Civile partecipa solo in parte alle spese. La nostra associazione desidera mantenere il campo accessibile a tutti, senza alcun costo per le famiglie. Eventuali donazioni saranno sicuramente ben accette per supportare le spese che l’associazione dovrà sostenere per la buona riuscita del campo. Le aziende interessate a contribuire con la fornitura di prodotti sono invitate a contattarci.

Un altro modo per sostenere il nostro lavoro è attraverso la destinazione del 5×1000 nella vostra dichiarazione dei redditi. Donare il 5×1000 alla Pubblica Assistenza PEGASO non comporta alcun costo aggiuntivo per voi, ma rappresenta un enorme aiuto per noi. Questi fondi ci permettono di acquistare attrezzature, migliorare le nostre strutture e continuare a offrire esperienze formative come il Campo Scuola PEGASO. Per destinare il 5×1000 alla nostra associazione, basta inserire il nostro codice fiscale 90005250692 nell’apposito spazio della vostra dichiarazione dei redditi.

Conclusione

Non esitate a contattarci al numero associativo 3337299845 o tramite mail info@pegaso.online per ulteriori informazioni. La Pubblica Assistenza PEGASO è pronta a rispondere a tutte le vostre domande e a rendere questa esperienza indimenticabile per i vostri figli. Scegliete la sicurezza, scegliete la formazione, scegliete il futuro: scegliete il Campo Scuola PEGASO




TERAMO A TAVOLA

Una Cucina Italiana. Progetto promosso da Italia Nostra Patrocinio del Comune di Teramo

Teramo, 28 giugno 2024. Grande partecipazione all’inaugurazione della mostra sulla gastronomia teramana. Le sale dell’Archivio di Stato di Teramo hanno visto un buon afflusso di gente per l’evento di apertura della mostra di Teramo a Tavola. Una Cucina Italiana, il progetto promosso da Italia Nostra Sez. “Valerio Croce” Teramo, con il patrocinio del Comune di Teramo.

L’esposizione di utensili da cucina, ceramiche, contenitori, oltre a ricette e documenti risalenti a secoli fa, racconta al visitatore la storia della gastronomia della Provincia di Teramo e di come essa sia parte integrante della più ampia Cucina Italiana. Ricordiamo come l’esposizione sia frutto di quasi due anni di studi storici, ricerche archivistiche e di una raccolta di dati e di ricette culinarie creata con l’aiuto prezioso della cittadinanza.

Un’esperienza multisensoriale che coinvolge manoscritti originali (alcuni inediti!), arti decorative, testimonianze audiovisive del secolo scorso, effetti sonori che ricordano l’atmosfera di un banchetto e odori che catturano l’attenzione del visitatore anche tramite l’olfatto. Oltre 130 visitatori hanno assistito al momento dei saluti iniziali, con gli interventi della Presidente di Italia Nostra Sez. Teramo, Paola Di Felice, dell’Assessore del Comune di Teramo Antonio Filipponi, della Direttrice dell’Archivio di Stato di Teramo Valentina Carola e dei due curatori della mostra, il teramano Fernando Filipponi, chargé de recherche presso il Museo del Louvre di Parigi, e il Professor Massimo Montanari dell’Alma Mater Studiorum Università di Bologna.

La mostra è a ingresso libero, presso la sede di Sant’Agostino dell’Archivio di Stato di Teramo, visitabile durante il periodo estivo tra il 24 giugno 2024 e il 24 agosto 2024, seguendo gli orari di apertura dell’Archivio. Sarà accompagnata da un calendario ricco di eventi collaterali, organizzati da associazioni ed Enti del territorio con lo scopo di raccontare la gastronomia teramana da punti di vista differenti. Ogni attività legata alla mostra verrà comunicata sulle pagine Facebook e Instagram.

ORARI

Teramo a Tavola. Una Cucina Italiana. – Esposizione a ingresso libero

24/06/2024 – 24/08/2024

Lun. Mer. Ven. 8:30 – 15:00

Mar. Gio. 8:30 – 17:00

Sab. Dom. Chiuso




LA CHIESA E IL CULTO DI S. ROCCO A ROCCARASO

di Franco Cercone

[Pubblicazione di Franco Cercone, La chiesa e il culto di San Rocco a Roccaraso, “Accademia degli Agghiacciati”, Sulmona 1985]

Poche ed incerte sono le notizie sulla vita di San Rocco.

Nato da nobile famiglia a Montpellier, città della Francia meridionale, verso la fine del secolo XIII, donò, come San Francesco d’Assisi, tutti i suoi beni ai poveri e come un umile pellegrino si recò a Roma.

Giunto ad Acquapendente, in provincia di Viterbo, proprio mentre infuriava una grande epidemia, San Rocco dedicò tutta la sua assistenza agli appestati e circondato da fama
di taumaturgo, esercitò il suo apostolato a Roma, Rimini, Novara e Piacenza, soccorrendo ovunque la popolazione colpita dalla peste. Arrestato come spia ad Angera, sulla riva orientale del lago Maggiore, egli morì dopo cinque anni di prigionia verso la metà del ‘300.

Fin dai principi del secolo XV San Rocco era invocato, al pari di San Sebastiano, come protettore contro la peste ed il suo culto si diffuse rapidamente in Italia acquistando
una straordinaria popolarità.

San Rocco è raffigurato nell’arte statuaria ed in pittura come un giovane pellegrino che mostra una gamba scoperta e cosparsa di piaghe, quelle appunto provocate al Santo dalla peste. Gli è sempre accanto un cagnolino che ha un pane in bocca. Secondo una leggenda, infatti, si tratta del cane che il nobile Gottardo inviava ogni giorno al Santo, quando giaceva malato in una località solitaria presso Piacenza.

Come si diceva in precedenza, San Rocco e San Sebastiano sono invocati entrambi contro il pericolo della peste. L’Arte ha recepito questo aspetto della religiosità popolare ed in molti capolavori pittorici, come anche negli ex voto, i due Santi sono raffigurati nell’esercizio del loro “patronato”.

Ricordiamo in proposito soltanto la pala San Rocco e San Sebastiano, del Tiepolo, conservata nella chiesa di Noventa Vicentina, e la pala omonima di G. Francesco Caroto, che si ammira a Venezia nella chiesa di San Giorgio Maggiore.

È probabile allora che i due culti, quello di S. Sebastiano e di S. Rocco, non siano coesistiti a Roccaraso per pura casualità, ma affondino invece le loro radici in questa
tipica esigenza protettiva, da tanto tempo avvertita dalla popolazione locale.

Tra l’altro, di S. Sebastiano, come sottolinea il Sabatini, si conservava a Roccaraso «una magnifica scultura in legno policromo, datata al 1560 ed attribuibile alla scuola del celebre Silvestre di Giacomo da Sulmona, detto l’Ariscola»[1]

Al riaffacciarsi improvviso di ogni epidemia, San Rocco costituiva per le popolazioni inermi l’unica speranza di salvezza ed anche in occasione della terribile peste che colpì
l’Italia nella seconda metà del XVII secolo, il Santo di Montpellier non negò il suo aiuto alle genti devote.

I primi focolai cominciarono a manifestarsi in Sardegna, tra il dicembre del 1655 ed il gennaio del 1656. Il contagio, scrive il Del Vecchio, raggiunse presto Napoli da dove
poté, con molta facilità, entrare nella parte settentrionale del Regno, cioè negli Abruzzi:

«L’esodo di gran parte della aristocrazia napoletana verso i castelli feudali e della più
agiata borghesia, in grado di mettersi in salvo con la fuga in territori non sospetti, esodo cominciato nel maggio del 1656 e continuato nei mesi successivi, concorse a propagare più rapidamente il male nelle province napoletane»[2].

Sembra che le prime località ad essere colpite dalla peste siano state, in Abruzzo, Castel Frentano e Chieti, dove i primi casi si registrarono il 4 agosto del 1656[3]. Non mancano particolari agghiaccianti sul modo con cui si tentò di difendersi dal morbo ormai dilagante. Dai Parlamenti Teatini si apprende infatti che le persone condannate a morte e rinchiuse a Chieti presso le locali carceri in attesa dell’esecuzione della sentenza, furono impiegate per trasportare e seppellire i cadaveri delle persone morte a causa della peste, con la conseguenza che moltissimi detenuti restarono contagiati e perirono[4].

Per timore del contagio i monaci sprangarono i conventi, impedendo a tutti di rifugiarvisi. A molti non restò che cercare riparo in campagna. A Villavallelonga si provvide, come in tante altre parti d’Italia, a costruire fosse nelle chiese per la sepoltura dei cadaveri. La prima persona colpita dal morbo in questa località della Marsica, quale segno di un «delirio di autodistruzione», si gettò ancora viva nella fossa comune, seguita nell’esempio da altre[5].

Molte notizie sono contenute al riguardo nei Libri dei Morti dell’epoca e da essi, sottolinea il De Rosa, «possiamo estrarre cifre importanti per conoscere l’andamento di una popolazione e le sue flessioni in occasione di malattie e carestie»[6].

L’esistenza di questi libri, negli archivi parrocchiali, rappresenta per lo studioso un colpo di fortuna, poiché essi, come nel caso di Roccaraso, sono andati dispersi in seguito alle distruzioni operate dalla seconda guerra mondiale, facendo svanire così la possibilità di ricostruire delle pagine importanti di storia patria.

A Castel di Sangro la peste, arrivata probabilmente subito da Napoli, «fece tanta strage che, dopo di essa, si trovò la popolazione ridotta a poco più di 800 anime, mentre prima passava le 2.000»[7].

Anche Pescocostanzo registrò un gran numero di morti, sicché la peste, scrive il Sabatini, “causò il 50% della diminuzione della popolazione”[8], percentuale questa che, data la vicinanza tra i due centri, può essere estesa a nostro avviso anche a Roccaraso.

Nella Relazione ad limina Apostolorum, inviata nel 1654 dal vescovo di Valva e Sulmona, Francesco Carducci, alla Santa Sede (due anni prima della peste, dunque), si apprende che a Roccaraso vi erano in quell’anno 900 anime:

«Rocca Rasuli. Archipresbiteratus et Parochia S. Hipoliti annuatim tumulos frumenti 100; Societas S. Sacramenti tumulos 10 frumenti et habet oves 500; Hospitale et S. Leonardus ducata 4; clerus 11, animae 900»[9].

Se è valida la nostra ipotesi, se cioè si ammette che come a Pescocostanzo anche a Roccaraso il morbo decimò il 50% della popolazione, ne deriva che a Roccaraso dovettero perire 450 persone circa ed anche se questa non fu la cifra esatta dei periti, essa assunse comunque dimensioni spaventose.

Scene terribili rimasero, forse, per lungo tempo impresse nella mente dei cittadini scampati al flagello e possiamo immaginare anche, come nelle chiese di S. Ippolito[10], di S. Maria Assunta, di S. Nicola e S. Bernardino, la popolazione di Roccaraso si raccogliesse devota, supplicando S. Sebastiano e S. Rocco affinché fosse risparmiata dalla terribile epidemia.

E fu proprio per intercessione di S. Rocco, come si credette, che la peste cessò di spargere i suoi letali effetti e quali mirabili ex voto per lo scampato pericolo sorsero, quasi ovunque, subito dopo il 1656, chiese e cappelle dedicate al Santo di Montpellier.

A Roccaraso la chiesa di San Rocco fu ultimata probabilmente entro il quinquennio successivo alla fine della peste. Per la sua edificazione fu scelta un’area situata ad occidente della Terra Vecchia, fuori la cinta muraria cinquecentesca. I verbali delle «Visite Pastorali» effettuate dai vescovi nella Diocesi di Valva e Sulmona nel sec.XVIII, ci dicono che le chiese dedicate a San Rocco sorgono, e non solo a Roccaraso, quasi tutte “extra muros, cioè fuori le mura, offrendo così precisi riferimenti sulla nuova struttura urbanistica che un po’ ovunque si registra nei paesi dell’area compresa tra il
Sangro e la conca peligna.

La chiesa di San Rocco subì notevoli danni in occasione del terribile terremoto del 3 novembre 1706. La data del restauro, 1743, è ricordata dalla seguente iscrizione, tuttora esistente, posta sopra il portale dell’edificio sacro:

D O M

RASINIDUM POPULUS RENOVANS TIBI
TEMPLA DICATA

ROCHE TIBI RENOVAT PRISTINA VOTA PATRUM
ANNO SALUTIS MDCCXLIII

Dal verbale della visita pastorale compiuta a Roccaraso il 28 agosto 1756 dal vescovo Filippo Paini si apprende infatti che la chiesa di San Rocco era stata ricostruita di recente quasi dalle fondamenta ma non ancora completata. Tra l’altro, a causa della negligenza dei progettisti, era rimasta scoperta o forse in parte crollata la volta a botte dell’edificio, per cui il vescovo ordina che fossero consultati dei periti architetti per gli opportuni lavori da svolgere, in modo che esso non andasse maggiormente in rovina:

«Pro Ecclesia S. Rochi Confess. et Patroni minus principalis Loci… Haec Ecclesia noviter pene a fundamentis excitata sed nondum opere completa est, satis ampla et manet sub coelo et coelis ex opere fornicato sui nam minantibus ob artificum imperitiam, et ne in pejus ruat consulantur periti artifices, ad finem de remedio opportuno provideri. Habet unicam campanulam bene sonantem et approbavimus. Sepoltura pro viris expurgetur et per admodum Rev. Antistitem cui necessariam subivimus facultatem.»[11].

La chiesa di San Rocco, leggiamo sempre nel documento citato, aveva tre benefici ecclesiastici (habet in se erecta tria beneficia ecclesiastica) istituiti sotto i titoli di S. Francesco di Paola, di S. Pasquale Baylon ed infine di S. Rocco, con riserva di giuspatronato (cum reservatione jurispatronatus) e con l’onere delle messe. Tale riserva consisteva nel diritto di presentazione di un ecclesiastico da parte di laici,
il quale veniva così ammesso a godere dei frutti derivanti dal beneficio.

D’altro canto la chiesa di San Rocco, come risulta dal verbale della Visita Pastorale, aveva un unico altare istituito lo stesso con riserva di giuspatronato da parte dei maggiorenti (majorum) dell’Università di Roccaraso.

Il vescovo ordina inoltre che sia ripulita la fossa adibita a sepoltura degli uomini e scavata sotto la chiesa. Un’altra fossa comune era stata approntata nei pressi dell‘Ombrellone, zona che ancora oggi viene chiamata ‘u culére.

Nel verbale della Visita Pastorale compiuta il 28 agosto 1756 dal vescovo di Valva e Sulmona, Filippo Paini, si parla ovviamente di tutte le chiese esistenti a Roccaraso. Da
esso, redatto in una grafia non sempre chiara, stralciamo tuttavia solo la parte relativa alla chiesa di San Rocco, che è quella che in tale sede interessa e di cui si dà una libera traduzione (il testo è riportato in nota): «Questa chiesa, con il suo unico altare e presbiterio, con diritto di patronato[12]dei maggiorenti dell’Università di Roccaraso, sia mantenuto con propri introiti annui non solo uniti ed incorporati alle rendite
della venerabile cappella di Sant’Ippolito, ma anche con altri introiti provenienti dai beni amministrati dal Priore, da eleggersi ogni singolo anno dalla magnifica Università di Roccaraso. La chiesa ha eretti in sé tre benefici ecclesiastici, con onere delle messe, come risulta dalle Bolle; il primo sotto l’invocazione e titolo di San Francesco di Paola, con riserva di diritto di patronato un tempo affidato al reverendo sacerdote Don Giocondo Angelone, ed è posseduto dal reverendo Don Nicola Silvestri, l’altro sotto l’invocazione e titolo di San Pasquale Baylon, eretto da Stefano De Libero, con riserva di diritto di patronato, e di ciò si trova provvisto il reverendo Don Giuseppe De Libero; il terzo beneficio infine, sotto il titolo dello stesso lodato San Rocco, eretto con riserva di diritto di patronato da Domenico D’Alò, è posseduto dal reverendo Don Giovanni D’Alò[13]. L’altare di San Rocco manca di privilegi ed indulgenze, ha tuttavia l’onere delle messe e di altri obblighi ed impegni descritti nella tabella del reverendo collegio sacerdotale. La festa viene celebrata ogni anno con solennità il 16 agosto. Abbiamo trovato questo altare decentemente ornato, abbastanza provvisto di suppellettile sacra ed abbiamo approvato. Si provveda però entro sei mesi ad una nuova pianeta, con stuoia e manipolo, fatta di stoffa color nero, sotto la pena di interdetto della pianeta precedentemente esistente»[14].

La festa si svolgeva dunque solennemente (somptuose) il 16 agosto e la devozione per San Rocco aveva modo di esprimersi a Roccaraso anche con manifestazioni di rilevante
interesse folklorico. IlDe Nino ci dice infatti che le bambine nate entro l’anno, vestite di gala, venivano dai loro genitori portate in giro per il paese, sopra dei cavalli ornati di
nastri, fiori e campanelli, nel pomeriggio della festa di San Rocco, allietata da altri giuochi popolari. Alla bambina i parenti donavano per l’occasione «confetture o rosolio, pizze o vino»[15].

Queste sono, dunque, le vicende più importanti legate alla chiesa di San Rocco.

Per una circostanza veramente fortunata, essa è sfuggita alla furia distruttrice dell’ultimo conflitto mondiale, che ha cancellato ogni traccia dell’antico abitato. Questa chiesa rappresenta dunque l’unica testimonianza di un luminoso passato che Roccaraso deve conservare e trasmettere alle generazioni future, soprattutto ora che la benemerita Sezione degli Alpini di Roccaraso, con senso di alto civismo ed attaccamento alle memorie patrie, ha provveduto tra mille difficoltà a restaurare l’antico tempio dedicato al Santo di Montpellier.

Mi sia concesso, per concludere, di dedicare queste brevi note storiche alla memoria di Emma Bucci, di Roccaraso, che fu per me una seconda mamma come Roccaraso
è la mia seconda patria.

Roccaraso, Dicembre del 1985


[1] F. Sabatini, La Regione degli Altopiani Maggiori d’Abruzzo. Roccaraso – Pescocostanzo, p. 175; Roccaraso, a cura dell’AAST, 1960.

[2] L. Del Vecchio, La peste del 1656-1657 in Abruzzo. Quadro storico-geografico-statistico, in «Bullettino della Deputazione Abruzzese di Storia Patria» annate 1976-78, p. 88; L’Aquila 1978.

[3] L. Del Vecchio, ivi, p. 86 sgg.

[4] Archivio di Stato, Chieti, Sezione Diplomatica, vol. IX, e. 90.

[5] Cfr. L. Palozzi, Storia di Villavallelonga, p. 156 sgg. Roma, Ediz. dell’Urbe, 1982. Vedasi anche la recensione del volume ad opera di A. Di Nola: Del fare storia in provincia, in «Rivista Abruzzese», n. 4, 1982, p. 177.

[6] G. De Rosa, Rituali della morte e cronaca nei libri parrocchiali del Mezzogiorno tra XVIII e XIX secolo, in «Studium», n. 6, 1981, p. 648.

[7] V. Balzano, La vita di un Comune del Reame: Castel di Sangro, p. 268, Pescara 1942.

[8] F. Sabatini, ivi, p. 166. L’Antinori afferma nella Corografia (voi. XXXVI, p. 812) che i morti a Pescocostanzo furono 1.300.

[9] A. Chiaverini, La Diocesi di Valva e Sulmona, vol. VII, p. 139; Sulmona 1979. Nella Relazione ad limina, inviata alla Santa Sede nel 1630 circa dal vescovo di Valva e Sulmona, Francesco Cavalieri, è specificato invece che «Rocca del Raso» ha 200 fuochi et animae 959», 59 in più dunque rispetto al 1654, anno questo in cui si registra una contrazione demografica rispetto al 1630.

[10] La Chiesa di S. Ippolito rimase incendiata «la mezza notte precedente al 21 gennaio del 1773», per cause difficili da accertare. Ecco cosa scriveva nel 1884 il canonico De Silvestri: «L’incendio consumò tutto e precipuamente le cose più pregevoli: rimasero in piedi, sebbene danneggiate, le sole mura. Si ignora in che tempo fosse edificata questa chiesa, certo assai vetusta, come si argomenta dalla forma: di fronte all’oriente, con tre navi di due archi da due colonne in mezzo: avea tre altari, il primo in fondo alla nave di mezzo e dedicata al martire titolare, adorno di marmi e di graziosi rabeschi: in cima e in mezzo la statua del santo con portamento alla eroica, alta un cinque piedi, di legno ma di buono scalpello: a’ lati due statue più piccole ma pregevoli anch’esse, del Patriarca S. Giuseppe e di S. Filippo Neri. In capo alla nave laterale da parte del vangelo e in linea retta dell’altare maggiore eravi un altare di travertino con quadro contenente le figure di S. Pietro, di S. Paolo e di S. Giorgio: l’altare dell’altra nave, sacro all’Addolorata, era tutto di marmo con rabeschi. Il cielo di tutta la Chiesa soffitto, liscio e semplice nelle navi laterali, egregiamente intagliato in quella di mezzo con cornici la più parte indorate a zecchino, con quarantaquattro piccoli ottavi, che dipinti ad olio facevano buona corona ad un ottimo quadro grande in mezzo: rappresentavano i primi la vita di Nostro Signore e di Nostra Signora e l’ultimo l’Assunta. Soffitto altresì il ciclo della sacristia con cinque quadri: in quattro erano gli Evangelisti e in quello di mezzo molti angeli con gli stromenti in mano della Passione. Nella
stessa sacristia di fronte dava all’occhio un altro buon quadro in legno, di forma semicircolare con cornice grande e indorata a zecchino, diviso in otto compartimenti: sette in giro rappresentanti la cattura e tutto il martirio del Protettore, nell’ultimo il corpo imbalsamato e assistito dal sacerdote Giustino. Eranvi altre pitture, intagli diversi, coro ed organo, armadio e arredi sacri: non mancava
nulla alla bellezza e maestà del tempio: visitato spesso da viaggiatori, che lo trovavano rispondente alla fama, anzi maggiore». Cfr. E. De Silvestri, Considerazioni storico-morali sopra S. Ippolito Milite, p. 37; Prato, 1884.

[11] Archivio Diocesano, Sulmona; Visite pastorali di Mons. Filippo Paini, (fogli n. 11 e n. 12), 28 agosto 1756.

[12] È utile ricordare che il diritto di patronato (o giuspatronato) consisteva nel diritto di presentazione di un ecclesiastico da parte di una persona fisica o morale, estranea alla gerarchia ecclesiastica, e nella somma dei privilegi, con alcuni oneri, che per concessione della Chiesa competevano ai fedeli fondatori di una cappella o di un beneficio.

[13] La famiglia D’Alò era originaria di Vasto. Devo la notizia al Prof. A. Chiaverini che in tale sede ringrazio vivamente.

[14] «Haec Ecclesia cum unico suo altari de presbiterio jurispatronatus majorum Universitatis manutenetur ex propriis annuis introitibus nedum unitis et incorporatis bonis venerabilis cappellae S. Hippoliti, verum etiam ex aliis introitibus provenientibus a benis administratis a Priore, singulis annis eligendis a magnifica Universitate. Habet in se erecta tria beneficia ecclesiastica cum onere missarum prout ex Bullis, primum sub invocatione et titulo S. Francisci de Paula cum reservatione jurispatronatus quondam Rev. Presbytero D. lucundo Angiolone et possidetur a Rev. D. Nicolae Silvestri, alterum sub invocatione et titulo S. Paschalis Baylon erectum a Stephano de Libero cum reservatione Jurispatronatus et de eo reperitur provisus Rev. D. Joseph de Libero, tertium vero sub titulo ipsius laudati S. Rochi erecti cum reservatione jurispatronatus a Dominico d’Alò et possidetur a Rev. Ioanne d’Alò. Caret privilegiis et indulgentiis, habet tamen onera missarum, aliorumque onerum, ac Legatorum piorum in Tabella Rev. Cleri descriptorum. Festum celebratur quotannis somptuose die 16. Augusti. Reperimus idem decenter ornatum et de quacumque sacra supellectili satis provisum et approbavimus. Verum provideatur de nova Casula cum stola et manìpulo ex sclorenico (?) nigri coloris, in termine sex mensium a data presentium (?) decurrent sub poena interdicti  Casulae antea existentis eo ipso incurrent». Archivio Diocesano, Sulmona; Visite Pastorali di Mons. Filippo Paini, 28 agosto 1756, foglio n. 12.

[15] Cfr, A. De Nino, Usi Abruzzesi, voi.1, pp. 196-97, Firenze 1879. Il brano del De Nino, dal titolo Nozze anticipate, si trova anche in F. Cercone, Scritti vari sulla Terra di Roccaraso, p .13, Sulmona 1976. Da indagini fatte non risulta che nella ricorrenza della festa si confezionassero, come avveniva in altre località abruzzesi, il cosiddetto «pan di San Rocco». La distribuzione votiva del pane avveniva tuttavia a Roccaraso il 6 dicembre, festa di San Nicola di Bari. Circa le confetture (confetti) lo storico Vincenzo Giuliani, nato a Roccaraso nel 1737, ci dice che ai suoi tempi i Roccolani «s’appigliavano a far confetti, che soglion passarsi come confetti di Sulmona». Cfr. V. Giuliani, Ragguaglio Istorico della Terra di Roccaraso, manoscritto, presso la Biblioteca Diocesana, Sulmona.




BIODIGESTORE A CITTÀ SANT’ANGELO

Cronaca di una morte annunciata. La giunta Perazzetti si assuma le proprie responsabilità

Città Sant’Angelo, 27 giugno 2024. Come rivelato quest’oggi anche dagli organi di informazione, il biodigestore previsto a Città Sant’Angelo non sarà realizzato a causa dell’acclarata scarsa convenienza dell’operazione. La notizia non può che rallegrarci, specie per gli angolani che risiedono a Piano di Sacco, la località che avrebbe dovuto ospitare l’impianto, ma al contempo non possiamo astenerci dal ripercorrere la vicenda per rimarcare tutti gli errori commessi dal centrodestra.

Noi abbiamo osteggiato sin dall’inizio il progetto con ogni mezzo, ritenendolo insostenibile sia a livello ambientale – per la localizzazione scellerata, non condivisa, semmai imposta da Pescara col benestare del sindaco Perazzetti – che economico. L’intero iter è stato a dir poco discutibile: la scelta di puntare su un mutuo Bei invece che sui fondi Pnrr come altri comuni, le decisioni adottate dal primo cittadino e dagli altri esponenti della Giunta all’oscuro della cittadinanza, la decisione di svendere al Comune di Pescara le quote di partecipazione in Ambiente svilendo il ruolo di Città Sant’Angelo.

Aspetti che abbiamo più volte denunciato nei consigli comunali, sui giornali, nelle assemblee pubbliche, senza però venire mai ascoltati. Anzi il sindaco Perazzetti ha sempre ribadito la bontà del progetto, corroborata, a suo dire, anche dal parere favorevole dei maggiori esperti del settore.

Arrivati a questo punto occorre mettere le cose in chiaro, perché è vero che fortunatamente ci troviamo di fronte ad un pericolo scampato, ma è altrettanto vero che nel frattempo sono state intraprese azioni finalizzate alla realizzazione del biodigestore che ricadono sulla collettività. Come, ad esempio, la spesa sostenuta per l’acquisto del terreno destinato ad ospitare l’impianto, che determinerà senza dubbio un danno economico importante per le casse di Ambiente, di cui il Comune angolano è socio.

Sicuramente tale responsabilità non potrà essere completamente scaricata sulle spalle della Vicepresidente di Ambiente, la Dott.ssa Sagazio, la quale, nominata dal sindaco, votò nell’assemblea la sostenibilità economica del progetto. Né sulle società che si sono giustamente tirate indietro a causa di un investimento chiaramente fallimentare.

Pretendiamo dunque che l’amministrazione comunale si assuma ora le proprie responsabilità. Il sindaco Perazzetti, che nel corso dell’assemblea di Ambiente spronava i sindaci degli altri comuni soci a votare favorevolmente all’iniziativa. La vicesindaca Travaglini, che nel corso della seduta del Comitato per il Controllo Analogo avrebbe potuto avanzare riserve sul progetto. L’assessore alle partecipate Rapagnetta, sempre pronto ad addossare colpe alle amministrazioni precedenti. A tutti loro sarebbe bastato un minimo di buon senso per arrivare alla nostra stessa conclusione, ovvero l’insostenibilità dell’opera. Avremmo così evitato quella che con ogni evidenza è una “cronaca di una morte annunciata”.

Invece, il centrodestra ha continuato con cieca ostinazione ad imboccare la strada della realizzazione del Biodigestore a Piano di Sacco, senza quel minimo di programmazione regionale che una tale tipologia di impianto necessita.

Ora da un lato ci troviamo a gioire per un epilogo che senza dubbio ha premiato il buon lavoro svolto in sinergia con i cittadini, le associazioni e veri esperti del settore non politicamente,  dall’altro a dover fare i conti con una situazione complicata che chiama in causa il nostro comune anche da un punto di vista legale.




UN RACCOGLITORE PER OCCHIALI USATI

La dottoressa Flavia Pirola, Direttore Sanitario Aziendale, e il dottor Fernando Di Vito, Direttore Sanitario del Presidio Ospedaliero, hanno confermato la disponibilità a ospitare il contenitore e hanno presenziato alla sua sistemazione, al fine di renderlo quanto più possibile accessibile ai visitatori del nosocomio

Chieti, 27 giugno 2024. Giovedì 27 giugno, nella hall dell’Ospedale Clinicizzato SS. Annunziata di Chieti, è stato collocato un nuovo contenitore per la Raccolta degli occhiali usati, service storico del Lions Club Chieti I Marrucini.

La dottoressa Flavia Pirola, Direttore Sanitario Aziendale, e il dottor Fernando Di Vito, Direttore Sanitario del Presidio Ospedaliero, hanno confermato la disponibilità a ospitare il contenitore e hanno presenziato alla sua sistemazione, al fine di renderlo quanto più possibile accessibile ai visitatori del nosocomio.

Il Lions Club Chieti I Marrucini aderisce da circa venti anni a questo service, nel rispetto del nuovo orientamento al riciclo e alla lotta allo spreco: si tratta di una raccolta di occhiali non in utilizzo che, una volta catalogati e risistemati, vengono distribuiti nei paesi in via di sviluppo o in situazioni di necessità.

Con un gesto semplice, come rovistare nei cassetti e recuperare un occhiale inutilizzato e portarlo dove è collocato un contenitore dei Lions – sia esso il policlinico di Chieti o uno dei centri ottici partner dell’iniziativa – è possibile migliorare la vita di qualcuno che non è nella condizione di acquistare un paio di occhiali. Inizialmente i destinatari del service erano paesi in via di sviluppo o in gravi necessità per guerre o cataclismi, ma sempre più frequentemente sta emergendo la necessità di aiutare persone fragili presenti nel nostro paese.

«Ringrazio di cuore il dottor Di Vito e la dottoressa Pirola per avere offerto uno spazio al nostro raccoglitore» ha detto la dottoressa Orietta Pelliccioni, Presidente del Lions Club Chieti I Marrucini. «Con grande onore e piacere il Lions Club Chieti I Marrucini si è a sua volta reso disponibile per future collaborazioni con la Asl, con attività volte al benessere dei bambini della neuropsichiatria infantile, stabilendo così un sodalizio tra Lions e istituzioni ed enti della nostra città».




ITALIA–CROAZIA: AL VIA IL NUOVO PROGETTO BLUESLINKS

Il Flag Costa dei Trabocchi tra i partner dell’iniziativa a sostegno dell’innovazione e del miglioramento delle competenze professionali nei settori della blue economy

Ortona, 27 giugno 2024. C’è anche il Flag Costa dei Trabocchi tra gli 8 partner del nuovo progetto “Blueslinks”, acronimo di Blue Economy New Skills, finanziato dal programma Interreg Italia-Croazia. L’iniziativa, partita ufficialmente nei giorni scorsi con il primo meeting a Cesenatico, avrà una durata di 30 mesi per concludersi a settembre del 2026. Obiettivo del progetto è quello di promuovere processi di innovazione e specializzazione smart nei settori della blue economy con azioni volte a individuare i bisogni emergenti, migliorare l’innovazione e il rapporto con la ricerca nelle aziende target – quali l’acquacoltura, la pesca artigianale, il pescaturismo e la nautica – e favorire l’incontro tra domanda e offerta tra PMI e persone in cerca di lavoro nella blue economy.

Il progetto Blueslinks intende, quindi, affrontare alcune delle problematiche riscontrate dalle imprese nei settori tradizionali della blue economy come la necessità di innovazione, il sostegno allo sviluppo di nuove competenze e professionalità, una maggiore collaborazione tra università, ricerca e imprese, obiettivi da raggiungere attraverso una complessa serie di azioni.

Le fasi iniziali prevedono la costituzione di un “Innovation Hub Network” nei settori della blue economy e delle opere marittime, attività di indagine e analisi dei bisogni e scambio di buone pratiche ed esperienze innovative delle piccole e medie imprese anche attraverso la creazione di focus group. Tali attività sono propedeutiche all’individuazione di un piano d’azione che porterà alla realizzazione di attività informative e di supporto alle imprese per favorire percorsi innovativi di sviluppo. Per facilitare l’incontro tra domanda e offerta di lavoro, verranno realizzati anche eventi come l’attivazione di un punto informativo, l’organizzazione di hackathon e di career day.

Nel corso del progetto sono previste anche azioni di sensibilizzazione e coinvolgimento rivolte alle scuole e alle giovani generazioni, attraverso sessioni informative e visite di studio.

Il partenariato è composto da 8 partner italiani e croati: per la parte italiana, Delta 2000 Agenzia di Sviluppo Locale (capofila), Polo Tecnologico Alto Adriatico Andrea Galvani, Confcooperative Veneto, Flag Costa dei Trabocchi e Università del Salento e, per la parte croata, l’Università di Dubrovnik, l’Agenzia per lo Sviluppo della Contea di Zara Zadra Nova e l’Associazione Argonauta. Il budget totale del progetto è di 1.702.334 euro, di cui 1.361.867 euro finanziati dal FESR attraverso il Programma di Cooperazione Transfrontaliera Interreg Italia-Croazia.

«Siamo estremamente soddisfatti di essere tra i protagonisti di questo nuovo progetto che, dopo gli ottimi risultati della precedente esperienza con il progetto “Sushi Drop”, vede il nostro Flag confrontarsi ancora una volta con un qualificato partenariato italo-croato», commenta il presidente del Flag Costa dei Trabocchi, Franco Ricci. «I diversi settori della blue economy, a cominciare proprio dalla pesca e dall’acquacultura, passando per l’ittiturismo e la nautica in generale, nel nostro territorio, hanno grandi potenzialità che vanno però sviluppate nel modo giusto. C’è bisogno di formazione per sviluppare competenze e professionalità, così come è necessario creare una rete virtuosa tra tutti gli attori, pubblici e privati, per poi incentivare l’incontro tra la domanda e l’offerta. Solo in questo modo possiamo perseguire da un lato l’obiettivo di innalzare i livelli di innovazione e competitività delle nostre piccole e medie imprese, dall’altro quello di accrescere l’occupazione, soprattutto per i nostri giovani». 




PKU DAY ABRUZZO 2024

28 giugno: giornata internazionale della fenilchetonuria

Pescara,  27  giugno 2024: In occasione della Giornata Internazionale della Fenilchetonuria, che si celebra ogni anno in tutto il mondo il 28 giugno, si svolgerà a Pescara, presso la Provincia in Piazza Italia n. 30,  il PKU DAY ABRUZZO 2024, un evento dedicato alle famiglie e ai pazienti affetti da questa malattia metabolica congenita rara che necessita di costanti controlli e terapie salva-vita e che colpisce in Italia oltre 4.000 tra bambini e adulti.

Dal 2013, anno della sua istituzione, la Giornata internazionale della PKU si propone di sensibilizzare l’opinione pubblica e offrire occasioni di incontro e di supporto alle famiglie dei pazienti. La data del 28 giugno coincide con il compleanno di due scienziati che hanno cambiato la storia di questi pazienti: Robert Guthrie (1916-1995), che pose le basi per lo screening neonatale di questa malattia, e Horst Bickel (1918-2000), che per primo contribuì alla messa a punto della terapia dietetica.

L’evento si svolgerà venerdì 28 giugno dalle 16 alle 19 nell’aula Tinozzi della provincia di Pescara, ed è organizzato da Marco Rubino, referente famiglie PKU gruppo tecnico regionale malattie rare, e da Oreste Andalò, referente di Aismme (Associazione Italiana Sostegno Malattie Metaboliche Ereditarie, componente del Gruppo Tecnico Regionale Malattie Rare), con il supporto del Forum Associazioni Malattie Rare Abruzzo e di Aismme.

Sono stati invitati:  la responsabile del dipartimento farmaceutico regionale Dott.ssa Stefania Melena, i farmacisti, i medici e la dietista del Centro Clinico  di Pescara.

«L’obiettivo – spiegano gli organizzatori – è di accendere i riflettori sulla Fenilchetonuria (PKU). Sarà un’occasione unica di incontro e condivisione, un momento prezioso per condividere esperienze, idee e soluzioni, rafforzando la comunità e il sostegno reciproco. Non solo. Avremo occasione di discutere insieme della situazione della PKU in Abruzzo, affrontando sia le proposte che le problematiche che si incontrano quotidianamente. A conclusione verrà offerta una degustazione di dolci e prodotti aproteici, pensati appositamente per le esigenze alimentari dei bambini affetti da PKU».

La ricerca ha messo a disposizione nuovi trattamenti e sarà possibile nel tempo garantire alle famiglie una vita migliore. Tuttavia, le difficoltà quotidiane e le grandi restrizioni comportano una fatica quotidiana con cui i genitori e i giovani pazienti devono fare i conti ogni giorno. Basti pensare all’impossibilità/pericolosità di fare “sgarri” al duro regime alimentare, l’assenza di ristoratori che preparino alimenti aproteici e le forti limitazioni della vita sociale che ne conseguono. I bambini non possono mai condividere il pasto con i coetanei e la loro dieta si basa su prodotti aproteici che sostituiscono gli alimenti. Per poter gustare un piccolo gelato con gli amici, possono dover rinunciare alle proteine dell’intera giornata! Anche nelle Iperfenillalaninemie, condizioni simili ma più lievi, i bambini e gli adulti necessitano di costanti controlli e spesso di restrizioni dietetiche.

La partecipazione è  aperta alle Famiglie e ai pazienti PKU, necessaria l’iscrizione all’indirizzo: info@forum-malattierareabruzzo.it .

La PKU

La fenilchetonuria colpisce in Italia oltre 4.000 tra bambini e adulti, circa 50.000 persone nel mondo ed è fra le malattie rare la più diffusa nel nostro Paese. È  dovuta a mutazioni genetiche che rendono inefficace l’attività dell’enzima necessario a metabolizzare la fenilalanina, aminoacido essenziale, presente nella maggior parte delle proteine alimentari. I pazienti affetti devono eseguire regolari controlli dei livelli ematici di fenilalanina e seguire una una dietoterapia estremamente severa che ne limiti l’assunzione.

Questa patologia è sottoposta a screening neonatale obbligatorio dal 1992, grazie al quale può essere diagnosticata precocemente e trattata tempestivamente. Se non viene affrontata precocemente e efficacemente, può generare serie conseguenze nei pazienti, quali gravissime disabilità intellettive irreversibili, unitamente a disturbi psichici e neurologici.




ARTEPARCO megx è l’artista della settima edizione

Progetto che porta l’arte contemporanea nel Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise. Sabato 27 luglio 2024 Parco Nazionale d’Abruzzo Lazio e Molise

Pescasseroli, 27 giugno 2024. Arteparco, iniziativa che dal 2018 valorizza un territorio unico come il Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise con interventi di arte contemporanea, inaugura nel mese di luglio la sua settima edizione e presenta l’opera Rinascita di megx (1984), artista visiva il cui lavoro vede sempre protagonista il contesto del bosco in una costante riflessione intorno al rapporto tra uomo e natura.

La scultrice, colpita dalla maestosità delle foreste vetuste, fonde alla corteccia di un albero una figura umana che emerge dall’elemento naturale, evocando una visione di rinnovamento: rami-umani che si innalzano verso il cielo rappresentando una primavera simbolica che porta a germogliare ogni cosa. Con questa settima edizione, ARTEPARCO amplia la vocazione del progetto a diventare un vero e proprio museo a cielo aperto che porta il pubblico alla scoperta di opere nascoste nel parco.

Arrivando da Pescasseroli e attraversando i sentieri C1 e C2 è possibile trovare le installazioni di artisti dalla diversa cifra stilistica che, nel corso degli anni, si sono confrontati con questa incontaminata ambientazione: Marcantonio, Matteo Fato, Alessandro Pavone, Sissi, Valerio Berruti e Accademia di Aracne. Il progetto, ideato dall’imprenditore e comunicatore abruzzese Paride Vitale, nasce dalla virtuosa collaborazione tra il Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, il Comune di Pescasseroli e il marchio di profumi PARCO1923.

ARTEPARCO è inoltre realizzato grazie al prezioso supporto di partner attenti alla salvaguardia dell’ambiente come BMW Italia, Sky Arte, GORE-TEX, Woolrich Outdoor Foundation e, da quest’anno per la prima volta, INWIT. Per l’impegno rivolto alla valorizzazione del territorio dimostrato negli anni, l’iniziativa gode del Patrocinio del Ministero dell’ambiente della sicurezza energetica.

IL PARCO NAZIONALE D’ABRUZZO, LAZIO E MOLISE

Il Parco Nazionale D’Abruzzo, Lazio e Molise, costituito su iniziativa privata nel 1922 e istituito per decreto regio nel 1923, è il più antico d’Italia e uno dei più antichi d’Europa, uno dei migliori esempi mondiali di conservazione di flora e fauna. Montagne e valli selvagge, foreste, praterie, fiumi, torrenti, laghi e un clima relativamente temperato durante tutto l’anno fanno del PNALM un ambiente ideale per numerose specie vegetali e animali; tra queste ultime ce ne sono alcune, rare e misteriose, come l’orso bruno marsicano e il camoscio appenninico, che talvolta, seppur da lontano e solamente per pochi preziosi secondi, è possibile osservare. In ogni caso, visitare il Parco e sentire il fascino della presenza di questi animali, o scoprire i segni del loro recente passaggio, anche senza incontrarli direttamente, è sempre un’esperienza meravigliosa che fa provare emozioni inconsuete. Nel 2017 le Foreste Vetuste che lo popolano sono diventate Patrimonio dell’Unesco.




CRISI DELL’EDITORIA

Stati generali dell’informazione alla presenza del Presidente nazionale dell’Ordine dei Giornalisti Carlo Bartoli e del Segretario Aggiunto Vicario della Federazione Nazionale della Stampa Domenico Affinito

Pescara, 27 giugno 2024. Sabato mattina, alle ore 10:00, nella sala Gabriele D’Annunzio dell’Aurum, a Pescara, prenderanno il via gli Stati generali dell’Informazione, che vedranno la partecipazione anche del Presidente nazionale dell’Ordine dei Giornalisti Carlo Bartoli e del Segretario Aggiunto Vicario della Federazione Nazionale della Stampa Domenico Affinito.

Obiettivo dell’iniziativa, promossa da Anci Abruzzo, Ordine dei Giornalisti d’Abruzzo e Sindacato dei Giornalisti abruzzesi, è quello di arrivare a un documento condiviso che rappresenti la base per lavorare insieme al Consiglio regionale, come prime azioni, alla definizione di una nuova legge regionale sull’editoria, degli strumenti e delle misure di sostegno all’esercizio delle funzioni associate in materia di comunicazione istituzionale, oltre agli interventi di supporto al sistema dell’informazione nelle aree interne e nei piccoli comuni della nostra regione.

Da tempo, infatti, il settore sta vivendo una situazione di forte crisi, che rischia di minare il diritto-dovere dei cittadini ad essere informati e, dunque, la tenuta democratica del nostro Paese. Questo è ancor più vero in Abruzzo, dove negli ultimi anni si è assistito a un grave depauperamento del sistema informativo, con la chiusura di redazioni e giornali, anche improvvise da un giorno all’altro, a cui si è accompagnato e si accompagna un precariato sempre più dilagante.

Una situazione che richiede risposte concrete e immediate, nella consapevolezza che la tenuta del sistema informativo è essenziale per la difesa dei principi democratici del Paese. Per questo all’incontro di sabato, oltre alle istituzioni e al mondo dell’informazione, è stata invitata a partecipare l’intera società civile, dal mondo dell’economia a quello del volontariato.

Ad aprire la giornata, dopo i saluti istituzionali, saranno le relazioni del Presidente di Anci Abruzzo Gianguido D’Alberto, del Presidente dell’Ordine dei Giornalisti Stefano Pallotta e del Segretario SGA Ezio Cerasi, ai quali seguiranno gli interventi programmati e l’apertura del dibattito.




APPELLO DI CIA ABRUZZO

Emergenza fauna selvatica in Abruzzo

Pescara, 27 giugno 2024. La Cia Agricoltori Italiani Abruzzo, attraverso il suo Presidente Nicola Sichetti, lancia un allarme sull’aggravarsi dell’emergenza fauna selvatica nella regione, che sta causando danni significativi agli agricoltori e rappresenta un crescente pericolo per la sicurezza stradale.

In particolare, i cinghiali stanno devastando i campi di grano, provocando perdite economiche rilevanti per gli agricoltori locali. Questi danni compromettono non solo la produzione agricola, ma anche l’intera economia rurale e la sicurezza alimentare della nostra regione. Gli agricoltori sono in una situazione di grande difficoltà e chiedono un intervento immediato e risolutivo.

La situazione è resa ancora più critica dal rischio di incidenti stradali causati dalla presenza incontrollata dei cinghiali sulle strade, un problema che sta aumentando esponenzialmente. La sicurezza dei cittadini è a rischio e necessita di una risposta urgente da parte delle istituzioni.

Per questo, la Confederazione sollecita la Regione Abruzzo a prendere misure immediate per affrontare e risolvere questa emergenza. È essenziale implementare strategie efficaci di contenimento e controllo della popolazione di fauna selvatica, con particolare attenzione ai cinghiali, e garantire un giusto risarcimento agli agricoltori colpiti.

Ricordiamo inoltre che la Cia Agricoltori Italiani nazionale aveva proposto una riforma alcuni anni fa per gestire in modo più efficace la problematica della fauna selvatica. Questa riforma prevedeva un piano di gestione sostenibile che coinvolgesse tutte le parti interessate, dagli agricoltori agli enti locali, per creare un equilibrio tra le attività umane e la fauna selvatica. Riteniamo che sia il momento opportuno per riprendere e aggiornare questa proposta, adattandola alle esigenze attuali.




MA DAI …!!!

Ognuno va per conto suo qua … come si fa ad andare avanti cosi !

“Clamoroso autogol dei votanti meridionali che aumenta il divario con il nord Italia. A questo punto chissà se riusciranno nella rimonta.” #AutonomiaDifferenziata #Italia#EURO2024

La Vignetta di RU




FINCHÉ LA BARCA VA …

di Domenico Galbiati

PoliticaInsieme.com, 27 giugno 2024. La reazione scomposta di Giorgia Meloni all’esito dei ballottaggi e, contestualmente, all’accordo tra popolari, socialisti e liberali che, di fatto, almeno fin qui, la esclude dalla maggioranza politica destinata a governare l’Europa nel prossimo quinquennio, mostra i limiti di una leadership che è tanto tronfia quando ha il vento in poppa, quanto nervosa non appena il mare si increspa.

Al dunque i nodi vengono al pettine e le ambiguità non pagano. Difficile tenere il piede in due scarpe. Da una parte recitare con dovizia la parte dell’ euro-atlantista convertita dagli antichi furori, dall’ altra coltivare l’ alleanza, sul piano nazionale e non solo, con il peggior sovranismo. Il quale – e qui siamo al colmo della contraddizione – per quante acrobazie dialettiche adotti la Presidente del Consiglio, copre e giustifica la deriva secessionista che, non a caso, è affidata alle premure del Ministro Calderoli, che rappresenta l’effettiva continuità – e, riconosciamolo, la coerenza originaria, sprezzante nei confronti della Nazione “Italia” – del “celodurismo” leghista della prima ora.

Peraltro, Giorgia Meloni conosce soltanto lo scontro. Concepisce il governo solo nella forma del comando e la logica del “premierato” è, anzitutto, la proiezione di un abito mentale che privilegia, rispetto ad un principio di partecipazione democratica effettiva e diffusa, un criterio di autorità.

Alla destra non basta “governare”. È alla ricerca dell’ egemonia e solo nel perimetro di un pieno controllo del quadro generale, a cominciare dalla comunicazione, si sente rassicurata. Del resto, deve cautelarsi sia nei confronti dei “gaffeurs” e dei dilettanti che abbondano tra le sue fila, anche a rilevanti livelli di responsabilità politica ed istituzionale, sia sul fronte della militanza estrema e di chiara impronta fascista, cui pare ispirarsi la “nouvelle vague” allevata nei suoi vivai.

“Nostalgici” erano i vecchi esponenti del MSI che cercavano di mantenere in vita, per quanto storicamente improponibili, le parole d’ ordine, le illusioni, gli ideali traditi che avevano alimentato la passione dei loro vent’anni.

Ma i giovani esaltati che sono inquadrati – a quanto sembrano documentare recenti inchieste giornalistiche – nelle formazioni giovanili, piu’ o meno ufficiali, di Fratelli d’ Italia, dato che evidentemente non vivono di ricordi ed hanno non un crepuscolo, ma davanti a sé una vita intera, cosa preparano per l’Italia di domani?

Intanto, l’astensionismo dilaga e la proposta che la destra avanza per contenerne l’impatto preoccupante, è, a prima vista, sorprendente, ma, in effetti, a volerci riflettere un attimo, del tutto in linea con la sua cultura. Anziché, preoccuparsi di riportare gli italiani ai seggi, meglio chiuderli, almeno provarci, per quel tanto che forse si può fin d’ora osare, cominciando dal taglio dei ballottaggi. È presto, ad ogni modo, per ritenere che siamo giunti ad un cambio d’umore nel sentimento generale del Paese.

La Meloni ha incontestabilmente vinto le elezioni europee, pur lasciando per strada centinaia di migliaia di elettori che l’avevano impalmata nel settembre ‘22, ma ha perso quell’aura di invulnerabilità che rappresenta il collante di cui non può fare a meno il “culto della personalità”. Il soggetto che viene investito di tale ruolo – e la stessa stucchevole retorica meloniana dell’ under-dog è funzionale a questo disegno – o è intangibile o non è. Non sopporta scalfitture alla propria immagine perché sa che facilmente, una volta rotto l’ incantesimi, possono trasformarsi in ferite e poi crepe profonde. Non è detto cha la Schlein abbia vinto, tanto meno che possa farlo in vista della prossima scadenza politica, ma intanto gli italiani hanno capito che Giorgia Meloni può perdere ed il governo del Paese è seriamente contendibile.




DIALOGO FRA IMPRESE, ISTITUZIONI E SINDACATI

Un report sulle competenze e professionalità più richieste dalle aziende in Abruzzo

Pescara, 27 giugno 2024. Cambiamento del concetto sociologico di lavoro, competenze e competitività, formazione sul posto di lavoro, investimenti sul capitale umano, nuove generazioni e mercati globali. Questi i focus attorno ai quali si è animato il dibattito basato sui dati emersi martedì 25 giugno nella sede di Confindustria Abruzzo Medio Adriatico, Via Raiale 110 bis – Pescara, dove è stato presentato il report completo con tutti i risultati dell’indagine promossa da Confindustria Abruzzo Piccola Industria e Adecco sulle competenze e professionalità richieste dalle aziende in Abruzzo.

L’evento ha preso la forma di un convegno dal titolo: “Futuro & Lavoro, Politiche attive e nuove competenze per l’occupazione” e ha costituito un dialogo aperto tra persone, aziende, sindacati e istituzioni per disegnare insieme il futuro del mondo del lavoro e dell’occupazione.

Giammaria de Paulis – Vicepresidente Piccola Industria Confindustria Abruzzo, promotore della ricerca, ha sottolineato: “Gli indicatori di una occupabilità stabile sono tutti positivi per la nostra Regione. L’obiettivo del confronto che abbiamo voluto oggi con istituzioni, imprese e sindacati è quello di analizzare sulla base di dati oggettivi le criticità del mondo del lavoro, del mismatch tra domanda e offerta, per individuare insieme dei percorsi condivisi sui quali investire sinergicamente.

Abbiamo coinvolto 251 aziende di tutti i settori e tutte le dimensioni: qualcosa in Abruzzo si muove positivamente, in linea con i tempi e le caratteristiche di un mercato del lavoro ormai globale; infatti, il primo profilo che emerge come il più ricercato, addetti al commerciale e alle vendite, è il medesimo indicato dal social network mondiale LinkedIn come quello in ascesa nel 2025.

Infine, in un’ottica di piena sinergia e concretezza abbiamo raccolto, insieme a tutti gli stakeholder presenti, l’invito della Regione a istituire un osservatorio del mondo del lavoro, in cui le parole “efficienza” ed “efficacia” siano le chiavi di lettura per analisi e reportistiche concrete, legate al territorio, alle aziende e ai lavoratori, per formare e sostenere professioni e competenze mirate, soprattutto in un mondo in cui la vera chiave di lettura non è il cambiamento, ma la velocità con cui questo avviene”.

Angelina Coletta – Head of Operations Abruzzo Molise Adecco Italia ha presentato dettagliatamente i risultati dell’analisi, sottolineando che: “La previsione sulla variazione di organico delle imprese intervistate si attesta su una media del più 3,65% nei prossimi mesi, con un picco per le PMI sotto i 50 dipendenti di un aumento del 10,06% e, con i riferimenti ai settori produttivi, un +7,76% per il settore servizi. Le competenze più richieste e che risultano più complesse da trovare nei profili da assumere sono risultate l’orientamento al risultato in termini di determinazione e impegno e il problem solving. Significa che le aziende hanno bisogno di competenze per competere in termini di orientamento al risultato più che competenze tecniche.”

Giuseppe Ranalli – Presidente Piccola Industria Confindustria Abruzzo ha aggiunto: “La fuga di cervelli ci colpisce duramente, dobbiamo recuperare i giovani che scelgono di andare all’estero. Un depauperamento per le imprese abruzzesi e la loro competitività sul mercato. Dobbiamo sviluppare l’attrattività dei nostri luoghi di lavoro, con azioni di welfare. Non si può fare sviluppo senza le persone: i collaboratori sono al centro dell’impresa.”

Sono intervenuti al convegno anche Umberto Sgambati – Vicepresidente Confindustria Abruzzo Medio Adriatico, Tiziana Magnacca – Assessore Regione Abruzzo con delega al Lavoro, Luca Di Giammatteo – Direttore di Filiale Adecco Italia, Dario Nizza – Development Director Adecco Italia S.p.A., Renata Durante – Direttore Dipartimento Lavoro Regione Abruzzo, Michele Lombardo – Segretario Generale UIL Abruzzo, Carmine Ranieri – Segretario Generale CGIL Abruzzo Molise, Fabio Benintendi – Rappresentante CISL Abruzzo Molise.

Ha moderato i lavori Andrea Mori – Giornalista.




MUSICA E MOVIMENTO

Seconda edizione con la direzione artistica di Lara Molino

San Salvo, 27 giugno 2024. Venerdì, 28 giugno alle ore 18:30, a San Salvo marina si terrà la seconda edizione del Festival “Musica e Movimento” con la direzione artistica della cantautrice e musicoterapista, Lara Molino. 

La manifestazione, voluta fortemente dall’assessorato alle Politiche Sociali del Comune di San Salvo, si svolgerà in un luogo bellissimo, immerso nel verde, in Via Maristella, all’interno della pista ciclabile. Tanti bambini dai 9 mesi ai 6 anni, insieme ai loro genitori, si esibiranno con danze e canti, suoneranno i loro piccoli  strumenti.

Ad accompagnarli con chitarre, percussioni, tastiere e violino, gli allievi dell’Associazione Culturale Nonsolomusica di San Salvo, (preparati dal Maestro Eugenio Timpani e dalla stessa Molino), che eseguiranno anche brani di musica classica, pop, rock. 

Special guest del Festival, il Maestro Santino Stinziani, chitarrista elettrico, che sta facendo sempre più strada non solo a livello regionale, ma nazionale. 

I piccoli protagonisti, le loro mamme e papà, hanno potuto seguire i Corsi “Musica In Movimento” e “Musica Babies”, offerti dal Comune alla cittadinanza durante i mesi precedenti. Attraverso la Musica e la Musicoterapia i bambini socializzano, imparano ad ascoltare se stessi e gli altri, a percepire le proprie emozioni, a sviluppare delle capacità artistiche, ad essere più sensibili alla bellezza, a manifestare la loro gioia attraverso il canto, il movimento , i loro strumenti musicali. 




RICONOSCIUTI I DIRITTI DEI CACCIATORI

Accolta con soddisfazione la Decisione del TAR Abruzzo

Teramo, 27 giugno 2024. Le associazioni venatorie Arci Caccia Teramo, ANLC Teramo, Enalcaccia Teramo e Italcaccia Abruzzo esprimono la loro soddisfazione per la decisione del TAR dell’Abruzzo che ha rilevato possibili illegittimità nel provvedimento della Regione Abruzzo. Tale provvedimento, modificando i criteri di rappresentanza negli ATC, ha tentato di azzerare il pluralismo e di negare il diritto di una buona parte dei cacciatori ad essere rappresentati.

“Confidiamo ora che la Suprema Corte” sottolineano le associazioni venatorie firmatarie del documento congiunto, “ristabilisca lo stato di diritto, riconoscendo le legittime aspirazioni dei cacciatori abruzzesi. Non possiamo, però, esimerci dal sottoporci alcune domande cruciali:

1.            A chi ha giovato questa discutibile iniziativa legislativa?

Riteniamo che la risposta sia: “a nessuno, meno che mai ai cacciatori”.

2.            Non sarebbe opportuno, nell’attesa della pronuncia sulla legittimità della legge regionale n.11 del 2023, procedere al commissariamento di organismi che potrebbero essere dichiarati illegittimi?

La nostra risposta è: “prima possibile, anche a tutela degli attuali componenti dei CGS”.

3.            Le prossime nomine dei componenti dei Comitati di Gestione, che ormai sono alle porte, saranno fatte con questa norma su cui deve esprimersi la Corte costituzionale, oppure la Regione prenderà una strada diversa?

Per noi, la risposta appare ovvia. In attesa di un pronunciamento chiaro da parte della Regione Abruzzo,” conclude la nota,” restiamo vigili e determinati nel difendere i diritti dei cacciatori e nel garantire una rappresentanza equa e pluralista all’interno degli ATC”.




TORNA FRA[M]MENTI BOOK FESTIVAL

Tra grandi ospiti del panorama letterario e appuntamenti diffusi lungo tutta la stagione estiva

Roseto degli Abruzzi, 27 giugno 2024 – Torna, con la sua terza edizione, il “Fra[m]menti Book Festival” e lo fa confermando il percorso di crescita avviato già nello scorso anno dall’Assessorato alla Cultura dell’Amministrazione Comunale di Roseto degli Abruzzi.

La manifestazione dedicata ai libri, alla cultura, al confronto “fra menti” e alle tematiche di stretta attualità, dopo aver raddoppiato lo scorso anno il numero di appuntamenti, in questa nuova edizione, curata direttamente dall’Amministrazione Comunale, fa un ulteriore salto di qualità diventando un evento “diffuso” che si svolgerà nel corso di sette diverse serate sparse all’interno del calendario estivo, dal prossimo 2 luglio al mese di settembre.

Anche questa volta è di altissima qualità il parterre degli ospiti che si confronteranno sul palco allestito nella centralissima piazza sul lungomare Celommi, recentemente realizzata dall’Amministrazione Comunale.

“Fra[m]menti Book Festival” è stato presentato questa mattina nel corso di una conferenza stampa che si è svolta in Sala Consiliare alla presenza del Sindaco Mario Nugnes, dell’Assessore alla Cultura Francesco Luciani, dell’Assessore al Turismo Annalisa D’Elpidio, della Presidente del Consiglio Comunale Gabriella Recchiuti e di Stefano De Luca di Roseto Art.Lab., laboratorio di arte contemporanea che collaborerà, con le sue “incursioni”, alla manifestazione.

“A soli tre anni dalla sua nascita il Fra[m]menti Book Festival è diventato un evento di grande rilievo con una ben precisa connotazione – ha affermato il Sindaco Mario Nugnes – In questa edizione abbiamo deciso di cambiare il luogo per rendere il festival sempre più coinvolgente, inclusivo e aperto a tutta la comunità: la nuova piazza sul lungomare centrale rappresenta un ottimo contenitore pronto ad ospitare contenuti di altissimo livello come quelli proposti da “Fra[m]enti”. Ancora una volta siamo qui a rimarcare il grande impegno dei nostri giovani, come i ragazzi e le ragazze che hanno sposato l’idea di Roseto Art.Lab. che si occupano di cultura e del nostro patrimonio materiale e immateriale rimanendo indipendenti e portando avanti progetti e innovazioni per la nostra comunità”.

“Fra[m]menti nasce dall’idea di donare a Roseto e alla sua stagione estiva un festival culturale dedicato principalmente ai libri e che ci permetta, allo stesso tempo, di avviare un confronto costruttivo “fra le menti” rispetto a temi di stretta attualità – ha aggiunto l’Assessore Francesco Luciani – Per questa edizione abbiamo pensato ad un calendario spalmato lungo tutta la stagione e, soprattutto, abbiamo coinvolto ospiti di caratura nazionale e internazionale. Tra questi mi piace citare Paolo Di Paolo, tra i finalisti del Premio Strega, Flavia Carlini, Carlotta Vagnoli e Franco Arminio. Il Festival vuole essere uno stimolo a riflettere su tematiche come la violenza di genere, l’uguaglianza sociale, i diritti e la lotta alla discriminazione perché siamo consapevoli che il confronto è cultura. Anche per questo la nostra Amministrazione ha investito il triplo del budget, rispetto al passato, sugli eventi legati ai libri, concentrandosi su diversi fronti ma dando il giusto risalto anche alle rassegne simbolo della nostra storia come il Premio di Saggistica, che continua a crescere e ad arricchirsi di anno in anno. Come per le altre novità lanciate dalla nostra Amministrazione nel campo della cultura, siamo certi che anche “Fra[m]menti” continuerà a crescere e diventare una manifestazione longeva, anche grazie alle associazioni del territorio che vorranno affiancarci nella sua coprogettazione”.

Il primo appuntamento con il “Fra[m]menti Book Festival” è fissato per martedì 2 luglio, alle ore 21.30, nella piazza sul Lungomare. Ospiti della serata saranno Laura Pariani, autrice del libro “Selvaggia e aspra e forte” e Beatrice Salvioni, autrice del libro “La Malnata”.

IL CALENDARIO COMPLETO DEGLI APPUNTAMENTI

2 luglio, ore 21.30 – Laura Pariani e Beatrice Salvioni

23 luglio, ore 21.30 – Franco Arminio

6 agosto, ore 21 .30 – Tiziana Scalabrin e Alfredo Giacobbe

20 agosto, ore 21.30 – Carlotta Vagnoli

21 agosto, ore 21.30 – Flavia Carlini e Carlotta Vagnoli

Evento con data da definire – Paolo Di Paolo

Evento con data da definire – Le Eterobasiche




DIVENTARE ANZIANI, TORNARE BAMBINI

Lo scambio di una caramella genera due sorrisi e quattro occhi felici. Lo Sci Club Alfedena e la Residenza protetta San Pietro uniti per il bene dei loro appartenenti

Alfedena, 27 giugno 2024. Diventare anziani comporta il tornare ad essere bambini. Si ha, quasi, la licenza di riappropriarsi dell’ingenuità, della spontaneità e, del sorriso affrancato da circostanze di facciata. I bambini, dal canto loro, sono la semente nuova. Tutto tendono a sperimentare, a toccare, a portare alla bocca.

In queste due fasi della vita si prediligono le briglie sciolte, si rifuggono le regole della compostezza a tutti i costi. Dire che sono le più belle potrebbe essere opinabile, dire che sono sovrapponibili è verosimile.

Queste realtà identitarie sono ben note all’ASD Sci Club di Alfedena e all’organizzazione Abruzzo Anziani, che da pochi mesi gestisce la residenza protetta San Pietro in Alfedena. Siamo davanti a due satelliti che ruotano, per ragioni differenti, ma non così distanti, intorno al pianeta vita. Entrambi scommettono sull’importanza della coesistenza fra generazioni differenti, mediante condivisione del tempo e delle esperienze.

Nella somma di questi teneri addendi, Arturo Como, Presidente dell’ASD Sci Club di Alfedena, insieme a tutti i suoi collaboratori, ha da sempre intravisto una bella possibilità di risultato. Per tal ragione, da decenni, spesso insieme al gruppo alpini, hanno cucinato per gli anziani della residenza San Pietro, hanno portato i giovani alunni ed atleti a far visita agli stessi, insomma, hanno creato momenti di semplice e pura condivisone in occasione del Natale, della Pasqua e del Ferragosto. Spesso, negli anni, il 17 gennaio, ricorrenza religiosa che celebra Sant’ Antonio Abate, festa sentita e partecipata da tutti gli alfedenesi e non solo, il pulmino dello Sci Club, ha fatto in modo che gli anziani raggiungessero i diversi fuochi allestiti per la ricorrenza nel paese. In più modi, quindi, e sempre con tanta volontà si è deciso di investire in azioni totalmente gratuite, per il bene della collettività, generando occasioni di incontro fra piccoli e grandi abitanti del territorio.

Il subentro della nuova organizzazione, nella condotta della residenza protetta per anziani, all’interno della comunità Aufedinate è molto recente. Di contropartita, Abruzzo Anziani, diretta da Dino di Stefano, da sedici anni addentro al settore e impegnato nella crescita e nella diffusione dello stesso, ha all’attivo, ad oggi, la gestione di quattordici strutture similari in tutto l’Abruzzo. In quel di Alfedena ad affiancarlo, vi è Fausto Bontempi.

Le responsabili, dell’assolata e luminosa sede di Alfedena, sono due, Roberta Pellizzari che, si fa portavoce per entrambe e Francesca Contucci, il tutto lascia evincere una interessante propensione al femminile. Un passato da OSS quello della Pellizzari, figura femminile dalla lunga esperienza nell’ambito dell’assistenza, dalle maniere dolci e affabili, tipiche di chi vuole far bene in un contesto così delicato e incantato al contempo.

 La struttura protetta San Pietro, al momento conta ventisei ospiti fra uomini e donne, con vari gradi di autosufficienza, un universo variegato, immerso nel verde e poco distante dalla piazza del paese dei selciaioli.

Quello in cui Arturo Como ha creduto e portato avanti per anni, è piaciuto molto alla nuova responsabile. Da cui, il proposito di continuare e di integrare. Una prima festa, improntata all’abbraccio dell’estate e a un brindisi al nuovo inizio, si è tenuta, all’interno della residenza, sabato scorso. Il cibo, la bellezza dei luoghi, la convivialità e la sensibilità dei coinvolti, ad ogni titolo, sono stati il suggello più bello e più promettente.

Seduti uno di fronte all’altro, all’interno dell’ufficio di direzione, l’impegnato ed iperattivo Presidente dello Sci Club di Alfedena Arturo Como e la nuova e propensa Responsabile della Residenza Protetta San Pietro, Roberta Pellizzari parlano di piccole progettualità da sperimentare nel divenire. Ipotizzano la lettura di fiabe fra bambini ed anziani, pensano a merende condivise, alla possibilità di piccoli incontri dalle tematiche differenti, alla visione di un film o di un cartone animato nella sala comune, insomma è tutto sul tavolo e tutti hanno la volontà di fare per la crescita sana dei più piccoli, che si rivelerà più verace e più schietta se, affiancata dall’esperienza e dal vissuto dei nonni, e delle nonne di un’intera comunità.

 Simpatico precisare che, seppur, la maggior parte dei presenti nella struttura sono del circondario, vi è un’inquilina di Poggibonsi e una centenaria.

Di fianco a tanta valenza sociale, comunitaria e di crescita territoriale, è correlata, il che non guasta, la realizzazione di un tessuto economico gradevole e in incremento. Nella struttura lavorano dieci OSS, due addette cucina, un’addetta alle pulizie e due infermiere. Si sta reperendo, in questi giorni, la figura di un nuovo fisioterapista. La sensibilità della gestione predilige personale del posto e, si sta adoperando in tal senso.

-Il passato e il futuro non possono essere semplici conoscenti, devono stringersi la mano, darsi un bacio, ascoltarsi, e aiutarsi nelle rispettive difficoltà- dichiara Arturo Como, sempre più impegnato a portare all’interno del suo Sci Club, esempi belli e concreti per i suoi giovani atleti. Nei prossimi mesi si annunciano eventi dal profilo solidale alto e dalla levata valenza sociale e sportiva. -La pratica sportiva è una delle componenti più importanti nella crescita e nella formazione dei nostri ragazzi-, continua il Como. -Per tal ragione all’allenamento fisico, insieme a tutti i miei collaboratori, affianchiamo l’allenamento alla vita, al rispetto per essa e all’esercizio nel divenire uomini e donne, sempre, più attenti alla chiamata del prossimo-.

Significativamente, Roberta Pellizzari, sottolinea il clima di familiarità che si respira in Alfedena, fra i dipendenti e con tutti gli apparati pubblici, religiosi e privati con cui si è trovata ad interagire. Precisa che, – ogni anziano rappresenta determinazione, impegno, dedizione e lotta. Non si dimentichino le privazioni, che un ospite delle nostre residenze, può aver patito, il tutto non va disperso, va condiviso e messo a servizio del futuro. Amo toccare con mano la gioia di un anziano che passa del tempo con un bambino! È un investire alternativo nella crescita e nella formazione delle future generazioni-conclude, emozionata.

Ispiranti, necessarie e promettenti le figure del Como e della Pellizzari. Fortunata la comunità Alfedena perché ospita una efficiente e distintiva residenza per anziani e perché è sede di uno Sci Club attivo, originale e capace.

Mentre la responsabile e il presidente lavorano, con attenzione e impegno, al bene dei simpatici “iscritti” dei loro “club” teniamo a mente che, quando una caramella passa dalla tasca di un anziano alla mano di un bambino i sorrisi sono due e gli occhi felici sono quattro.




IL CAMMINO DI MARGHERITA CRESCE CON IL TERRITORIO

Un nuovo paese si viene ad aggiungere alla lista dei 22 del primo blocco, e una nuova iniziativa viene introdotta

Ortona, 27 giugno 2024. Un nuovo paese si aggiunge ai 22 che compongono il primo blocco del “Cammino di Margherita”, un trekking escursionistico e turistico che si propone di diventare il cammino più lungo del mondo. Si tratta di Civitaquana, paese di 1100 abitanti adagiato nella valle del fiume Nora, che ha scorto nel cammino un importante veicolo di promozione territoriale. Grazie, infatti, all’iniziativa di un’associazione del posto, che ha approfittato del passaggio di Francesco Bernabeo nella vicina Catignano, il paese medaglia d’argento al merito civile, dopo la firma del protocollo d’intesa, potrà essere annoverato come 23esima tappa del cammino di Margherita. Ciò significa che il paese e il suo bellissimo centro storico potranno essere messi a disposizione dei camminatori, che potranno anche qui fruire di attività turistiche esperienziali messe a disposizione e/o create apposta.

E proprio a questo aspetto si collega la seconda iniziativa introdotta dal cammino di Margherita: la creazione di una costola, un team specializzato che si occuperà proprio della mappatura e della valorizzazione del patrimonio artistico, archeologico e demo-etno-antropologico incontrato finora lungo il percorso. L’associazione “La storia in cammino APS -ETS”, infatti, ideatrice del cammino di Margherita, crede fortemente nella valorizzazione delle bellezze storico-artistiche incontrate lungo il territorio e nel turismo come veicolo di sviluppo regionale, e tramite questo team intende proprio porre l’accento su questo aspetto. Saranno create delle piccole banche – dati contenenti le bellezze dei paesi incontrati, e se si riscontreranno emergenze verranno segnalate alle Soprintendenze, altrimenti questa mappatura confluirà nella creazione di esperienze volte alla valorizzazione e alla fruibilità da parte dei camminatori, in maniera tale da costituire un vero e proprio volano di visibilità e sviluppo per il territorio. Ad ogni paese verrà offerta la possibilità di collaborare mediante esperti locali alla compilazione di questi elenchi, che serviranno anche a far emergere, con precisione e contezza, il numero e la dislocazione dei beni culturali presenti.

Un’iniziativa ambiziosa ma sentita, che contribuirà ad aumentare notevolmente l’impatto del cammino su tutto il territorio.