ASPETTI STORICO-ETNOGRAFICI DELLE ARTI PER VIA

[Contributo di Franco Cercone, Aspetti storico-etnografici delle “arti per via”, pubblicato in AA.VV. “ARTI E MESTIERI PER VIA”, Fast Edit, Ascoli Piceno 2007.]

(ndr: Qui viene proposto il contributo nella versione integrale e completa rispetto alla pubblicazione del 2007)

Alla fine di settembre, scrive F. Longano nel suo Viaggio per lo Contado del Molise (1788), i paesi molisani “restano spopolati d’uomini, i quali al pari dei pastori calano anch’essi nella Puglia coll’esercitare diverse arti, come di ferrai, di falegnami, agrimensori, scarpai, scoppettieri, fabbricatori, tavernai, fornai, scalpellini, pesatori di lana ecc.”.

Anche per l’allievo del Genovesi non si esaurisce con quelli citati il novero delle arti e dei mestieri, decisamente più numerosi, che sono alla base delle esigenze dei gruppi umani, spesso così variegate e particolari da superare la più accesa fantasia, come appunto i velestrièri (balestrieri) esperti nel bonificare i prati dalle talpe e di cui parleremo in seguito. È un argomento decisamente affascinante quello dei mestieri o delle Arti per via, sul quale è intervenuto di recente anche S. Russo con un lucido saggio dal titolo Montagne e pianura nel Mezzogiorno adriatico (secc. XVII-XIX) ed in cui le ‘Arti per via’ sono viste anche come scambio di attività e servizi particolari fra le popolazioni montanare dell’Appennino e quelle dell’entroterra costiero adriatico.

Questo interscambio di specializzazioni ha modo di manifestarsi fra Abruzzo e Capitanata nell’ambito dell’attività allevatoria. Secondo il Russo la transumanza, a fronte dei circa 30.000 pastori “al servizio nel Tavoliere dei locati abruzzesi, molisani, della Basilicata e del Principato Ulteriore” costituiva un fenomeno di ristretta dimensione rispetto per es. a quello della discesa in Puglia delle numerose ‘compagnie’ di mietitori, che erano state precedute da quelle dei seminatori.

Sicché N. M. Cimaglia poteva affermare nel suo Saggio Della natura e sorte della coltura delle biade (Napoli 1790) che “in Capitanata un popolo ara e semina, un popolo diverso miete, e un altro trebbia”. Questa cultura della mobilità, legata all’esercizio di diverse arti, trova dunque proprio nei tratturi un proscenio ideale che permette una loro nitida identificazione.

 Queste arterie erbose non erano percorse solo dai pastori, che a loro volta si trasformano nelle varie locazioni in ulteriori specialisti come i caciai, bassettieri, fiscellari, tosatori (quest’ultimi diventati così rari da venir reclutati oggi dagli allevatori abruzzesi e molisani in Nuova Zelanda ed Australia), ma da tanti “artieri”, esperti nei più diversi campi e capaci di soddisfare in una collettività i bisogni che diventano sempre mutevoli con l’inesorabile trascorrere del tempo.

Fin dal periodo romano le persone che svolgevano lo stesso mestiere appaiono organizzate in speciali corporazioni dette Collegia e tali erano in periodo medievale le Arti, associazioni riunite di norma in una Confraternita, regolate da “Statuti” e composte da artigiani che svolgevano spesso la medesima attività in una via che da loro prendeva appunto il nome.

La toponomastica delle città antiche ha tramandato spesso i nomi di tali attività, come per es. a L’Aquila, dove esiste tuttora la Via degli Scardasseri, le maestranze appunto che erano addette alla cardatura della lana con lo scardasso, attrezzo con cui secondo una leggenda agiografica fu martirizzato San Biagio e diventato in seguito attributo iconografico del Santo.

In passato tali “congreghe professionali” avevano per lo più la loro “sede sociale” presso le chiese più rappresentative della città. A Sulmona per es. la confraternita dei calzolai aveva la propria sedenella Chiesa della SS. Annunziata ed era riunita nella “Congrega del Corpo di Cristo”.

Tali congreghe o “pie associazioni laicali” svolgevano secondo una diffusa costumanza in Italia   una preminente quanto importante attività sociale e dato che si è fatto cenno all’attività calzaturiera va ricordato che a Venezia la Confraternita dei calzolai aveva la propria sede a Campo San Tomà e proprio in un sacro edificio in cui, secondo la tradizione, San Marco aveva guarito un calzolaio islamico, convertitosi in seguito al cristianesimo.

Vi sono attività per le quali parlare di mero artigianato può sembrare tuttavia alquanto riduttivo.

Quando si parla infatti di orafi, ebanisti o di altri mestieri che si apprendono comunque in una bottega posta per via, ci riferiamo ad attività decisamente rilevanti dalle quali scaturiscono spesso dei veri e propri capolavori. Pertanto solo un “tono psicologico”, come sostiene B. Croce, può erigersi a metro di giudizio fra arte ed artigianato. Così per soffermare la nostra attenzione a tre particolari aree quali il Piceno, l’Abruzzo ed il Molise, vi sono delle località come per es. Agnone, Sulmona, Pescocostanzo, Scanno, Guardiagrele e la stessa Ascoli Piceno le quali hanno toccato nel settore dell’oreficeria livelli di massima espressione artistica. Non meno preziosi risultano nel campo dell’ebanisteria alcuni reperti venuti alla luce in una villa romano-bizantina sita presso il Casino Vezzani, in tenimento di Ortona a Mare, e risalenti al VII- VI secolo. Essi sono conservati oggi nel magnifico museo bizantino realizzato nel Castello di Crecchio (Ch.) e ci testimoniano l’eccezionale valore artistico raggiunto dai Collegi lignarii, la cui attività  viene ereditata e proseguita in periodo medievale dalle Congreghe degli ebanisti che realizzeranno, specie nell’Italia centrale, pulpiti, cori, organi ed altri arredi lignei civili e chiesastici considerati oggi (si pensi per es. alle opere di Ferdinando Mosca di Pescocostanzo) dei veri e propri capolavori.

Altri settori in cui l’artigianato di bottega (per mutuare una felice espressione del Croce) assurge a livelli artistici sono quelli del ferro battuto e della ceramica. Capolavori in ferro battuto si rinvengono come è noto a Pescocostanzo, dove un artigiano locale – così narra una leggenda del luogo – aveva scoperto nel XVIII secolo una particolare erba che riusciva addirittura a piegare il ferro! Pertanto, sull’architrave della sua modesta bottega fece scolpire il motto Etenim non potuerunt mihi, che tuttora si può ammirare sulla facciata del piccolo edificio, posto sulla sinistra della scalinata che porta alla magnifica Collegiata.

Grande rilevanza assume in Abruzzo l’attività della ceramica, di cui Paolo Toschi individua in un lucido saggio (Pagine abruzzesi, L’Aquila 1970) due anime, perché “dalla semplice fornace del vasaio rurale si passa a forme più perfezionate di artigianato vero e proprio”, con singoli vasi o “servizi” composti da più pezzi, prodotti nelle botteghe di Faenza e Castelli, località quest’ultima dove operano forti personalità appartenenti alle famiglie dei Grue, dei Fuina, dei Gentili e dei Cappelletti cui si devono veri e propri capolavori nell’arte figulina.

La ceramica d’uso, o come scrive il Tosti “la ceramica rustica” è una attività che predomina in tutto il regno di Napoli e soprattutto nei centri marittimi della Campania. Soffermando lo sguardo nell’area abruzzese-molisana, quella che in tale sede maggiormente interessa, va rilevato come fossero ancora importanti negli Anni Sessanta del secolo scorso alcuni centri di produzione di ceramica d’uso, come per es. Palena, Anversa degli Abruzzi, Torre dei Passeri ed altre località molisane fra cui Campobasso e Guardia Regia, dove persistono oggi aziende familiari di pentolari nelle cui botteghe si producono tegami rustici di creta, modellati in torni ancora azionati con i piedi.

Il segreto della sopravvivenza di queste aziende familiari risiede proprio nella produzione delle cosiddette terraglie, ampiamente utilizzate oggi come recipienti da cucina. L’arte sta riprendendo vigore sia per la diffusa convinzione che i tegami di coccio siano più igienici rispetto a quelli metallici, sia perché la gastronomia tradizionale ne prescrive obbligatoriamente l’uso per i brodetti di pesce e per la cottura dei legumi.

Queste due anime della ceramica, quella rustica e quella artistica, sono state ben evidenziate dal Toschi, il quale sottolinea nel saggio in precedenza citato come in Abruzzo, Molise e Campania (in quest’ultima Regione la produzione delle “terraglie da cucina” è assai rilevante a Camerota) si passi oggi “dalla semplice fornace del vasaio rurale, di antica tradizione, a forme più perfezionate di artigianato vero e proprio, industrialmente attrezzato”.

Caratteristica appare nei vasai rurali la produzione di particolari oggetti votivi, come i campanelli (per la ricorrenza per es. di Sant’Egidio,1° settembre) ed i fischietti, oggetto di approfonditi studi da parte di Vito Giovannelli, il quale ha evidenziato come quest’ultimi fossero prodotti anche a Castelli ed anzi alcuni tipi in particolare, come quelli “bitonali”, risultano simili ai fischietti rinvenuti in alcune tombe della necropoli di Campovalano.

 Fino a tempi recenti esistevano in Abruzzo centri specializzati nella produzione di tali oggetti, come per es. Anversa degli Abruzzi e Nocella, frazione di Campli. Così Luigi Braccili, nel saggio Arti e mestieri in Abruzzo (1988), scrive che gli abitanti di Nocella venivano chiamati addirittura i figli della creta. L’aspetto cromatico permette spesso, come avverte P. Toschi, di individuare il luogo di produzione delle ceramiche. Così quelle di Palena si distinguevano per brillantezza di smalti e vivacità di colori. Inoltre, la decorazione era sempre a fiori o gruppi di fiori stilizzati, “dipinti con rozzo pennello e talora a goccia con un pezzetto di spugna sostenuto da una cannuccia”. Le forme più in uso sono i boccali trilobati, versione moderna degli antichi oinokòe, fiaschette, borracce piatte o “a ciambella”.

Siamo di fronte ad una diversa destinazione d’uso di tali prodotti, rispetto alle ceramiche di Castelli, nelle quali sottolinea il Toschi i colori predominanti sono il giallo, il turchino e il verde, mentre il rosso appare nel corso dell’Ottocento.

Rispetto all’umile ceramica di Palena o Guardia Regia, quella di Castelli sembra aver privilegiato la produzione di “servizi” non destinati per il costo elevato ai ceti indigenti. Ne fanno fede i reperti recentemente esposti ed appartenenti al Museo Ermitage di San Pietroburgo, dove Piatti, Albarelli, vasi – soprattutto quelli da farmacia – fungono da cornice a rappresentazioni floreali di grande respiro. Ciò spiega il motivo per cui sia svanito dall’orizzonte dei vasai castellani l’interesse per una particolare arte come quella delle statuine destinate ad animare la scenografia ed il paesaggio dei presepi. In questo particolare settore dell’arte figulina emerge la figura di un singolare artista di Pacentro, Giuseppe Avolio, cui si deve la produzione di figure femminili colte nelle caratteristiche fogge di vestire delle diverse località peligne. Si tratta di documenti etnografici di primaria importanza, delle vere e proprio “foto a colori” ante litteram e disperse purtroppo fra le varie collezioni appartenenti a privati e ad antiquari, sicché non sono pochi gli studiosi che si augurano di poter ammirare un giorno queste statuine in una mostra da organizzarsi eventualmente nella Cattedrale di Chieti, dove è conservato appunto il presepe Valignani risalente alla seconda metà del ‘500. Nelle statuine, riproducenti fedelmente le fogge di vestire femminili di diverse località peligne, G. Avolio mette in risalto ove possibile anche gli ornamenti muliebri d’oro o di corallo, come per es. “orecchini a navicella, odorini e fialette per profumo, anelli di fidanzamento (detti testoni) … e i finissimi lavori di filigrana”, tipologie ben evidenziate e studiate da E. Mattiocco e A. Gandolfi in Ori d’Abruzzo.

I paesi molisani di origine “schiavona” sono quelli in cui ancora oggi si conserva la tradizione della tessitura a mano fatta su telai di legno. I prodotti (coperte, stuoie, tappeti rustici ecc.) si contraddistinguono per la vivacità dei colori e la peculiarità dei disegni che animano ad onor del vero anche le coperte realizzate a Taranta Peligna e Sulmona.

Una particolare attività artigianale, che quando è bel tempo viene esercitata sugli scalini d’ingresso alle abitazioni e pertanto può essere ascritta fra le arti per via, è quella del merletto a tombolo, mai svanita in Italia e diffusa ovunque da Burano alla Sicilia. Studi e ricerche hanno messo a fuoco particolari aspetti di quest’arte antica e per quanto concerne l’area abruzzese-molisana gli esperti parlano di “pizzi e merletti a tombolo di Isernia, di Scanno, di Pescocostanzo, di merletti aquilani” ecc. nei quali sono messi in evidenza caratteristiche con toni spesso da blasone popolare.

A Napoli in particolare i merlettai formavano nel corso della seconda metà del ‘500 una categoria prestigiosa di artigiani, organizzati in Arte e titolari di una Cappella a Santa Marta.

Una efficace descrizione dei vari tipi di merletti (detti pezzille), fra cui quelli cosiddetti “a dieci fuselli”, si rinviene nel poemetto “Micco Passero ‘nnamurato”, di G. Cesare Cortese (Napoli 1638) e qualche studioso, come per es. A. Cirillo-Mastrocinque, propende nel saggio Usi e costumi a Napoli nel ‘600 per il fenomeno di monogenesi e dunque di diffusione di tale arte anche a Napoli:

 “Il merletto – sottolinea la storica napoletana – arriva a Napoli in tutte le sue espressioni e per vie diverse, ma i fuselli passano per quelle d’Abruzzo, dove nel XVI secolo una colonia di merlettai veneti avrebbe iniziato all’arte gli abitanti di Pescocostanzo, creando un primato regionale che dura ancora oggi”.

Più che un fenomeno di monogenesi e diffusione, l’arte del merletto sembra risalire per altri studiosi al fenomeno contrario di poligenesi ed evoluzione, che riguarda anche altri importanti aspetti della cultura materiale. Si pensi per es.- dato che abbiamo avuto modo di farne cenno in precedenza – alle conche di rame, che possiedono ciascuna una particolarità stilistica (conca laziale, abruzzese ecc.) e la cui funzionalità scompare con la costruzione in tutti i paesi delle reti idriche, le quali in Italia si possono considerare ultimate intorno agli Anni Sessanta del secolo scorso.

 È un argomento questo decisamente importante e collaterale all’artigianato dei nostri giorni: molti oggetti d’uso sono ancora prodotti oggi come un tempo nelle botteghe ed esposti en plein air, ma la loro antica destinazione d’uso è stata per così dire stravolta, dando luogo a quel complesso fenomeno socioeconomico che G. Profeta e V. Lanternari chiamano di “transfunzionalità” degli oggetti d’uso e del quale occorre necessariamente far un breve cenno.

 La transfunzionalità degli oggetti d’uso

 Come si è detto in precedenza le arti e i mestieri si estrinsecano nell’espletamento di servizi, si pensi all’arrotino, allo spazzacamino ecc., oppure nella produzione di una vasta gamma di oggetti d’uso. Molti di essi, dalle conche di rame ai ferri da stiro a carbone, per tacer dei piatti grandi di ceramica rustica, sono oggi assai richiesti ma per usi diversi da quelli tradizionali. Esposti anche per via in botteghe che vendono oggetti simili ma ormai prodotti in serie, essi hanno perso la loro originaria destinazione d’uso ed a causa di un fenomeno chiamato come si è detto di “transfunzionalità” vengono utilizzati oggi per lo più a scopo di arredamento.

 Così le antiche ceramiche rustiche pendono oggi alle pareti al posto di quadri, mentre cornici di vario materiale racchiudono merletti a tombolo non più destinati al ruolo di centrotavola.

Le conche di rame sono diventate portaombrelli o vasi per fiori, i vecchi ferri da stiro a carbone oppure i bracieri di rame si sono trasformati in soprammobili o fioriere, fino agli scaldaletto che maliziosamente chiamati un tempo “Zi préute”, sono adibiti a contenitori di noci e castagne.

Questo mutamento della destinazione d’uso, fenomeno interessante ma poco studiato, caratterizza anche il settore del ferro battuto, che soprattutto  in Abruzzo e Molise vanta rinomati centri come Chiarino (Teramo), Penne, Agnone, Pescocostanzo ecc. ed ha trovato  un nuovo  quanto insperato incremento produttivo nello sviluppo edilizio dei centri turistici montani, nei quali gli appartamenti  vengono arredati con suppellettile per lo più in ferro (sono sempre presenti ovviamente gli alari nel camino)  ed arredi vagamente ispirati a modelli rustici, nel tentativo di personalizzare l’ambiente e sottrarlo alla monotonia ed allo squallore degli oggetti prodotti in serie. Si affacciano a nuova vita anche i canestri, oggi ovunque prodotti ed adibiti talvolta a portariviste, ma anche a funzioni naturali come porta-frutta e verdure.

L’arte dei canestrai era ed è tuttora assai diffusa nel mondo rurale, specie dove è agevole approvvigionarsi di vimini o di canne. Le località che vantano una antica tradizione nel settore sono numerose in Abruzzo ed in Molise è famosa Riccia (Campobasso), dove sussistono maestranze esperte nel rivestire di corde vegetali gli enormi recipienti fittili destinati alla conservazione del vino.

Il Braccili ricorda nel saggio in precedenza citato i “canestrari’ di San Vincenzo Valle Roveto e sottolinea che “con i canestri le donne abruzzesi effettuano ancora oggi l’antico rito dei donativi, cioè l’offerta votiva delle primizie dei campi fatta in modo professionale nelle ricorrenze religiose,

soprattutto nei mesi di maggio e giugno.

 Nel regno di Napoli: antichi “mestieri per via”

Nei suoi “Documenti per la storia, le arti e le industrie delle Province Napoletane” (Napoli 1883-1891) G. Filangieri ci ha lasciato una fondamentale opera sugli antichi mestieri per via ancora presenti non solo a Napoli ma anche nelle Province dell’ex regno. Mestieri strani, talvolta paradossali e comunque preposti a soddisfare esigenze della collettività, arti che sfuggono – come scrive E. Variali in un lucido saggio dal titolo Mestieri e mestieranti. Gli ambulanti di Napoli (Napoli 2003) – ad ogni tentativo diretto ad elencarli o classificarli. Tuttavia per la loro straordinaria particolarità vogliamo far cenno ad alcune di tali arti per via iniziando proprio con i barbieri ambulanti, eredi di quei tonsores romani che non esercitavano l’arte nella tonstrina (oggi diremmo nel “Salone”) ma lungo i vicoli urbani, come dice appunto Marziale, richiamando clienti da pelare con il classico grido: tonsor!.., ripetuto più volte. Nei centri più importanti delle varie ‘Province Napoletane’ il barbiere ambulante era accompagnato spesso dalla moglie, quando costei esercitava l’arte della capéra, cioè della parrucchiera, dei cui servizi approfittavano non solo le “popolane” ma anche le donne del ceto borghese fino agli inizi del ‘900.

Particolare era a Napoli il mestiere del chiagnazzàro, ancora in auge nella prima metà del ‘900, un personaggio che dietro una modesta somma di denaro si recava nei cimiteri a “piangere sulle tombe dei cari estinti”. In Abruzzo e Molise questo compito era affidato fino alla metà del secolo scorso a gruppi di donne, “lamentatici pubbliche ed eredi dell’antica arte delle prefiche, le quali avevano anche il compito di “raccontare” coram cadavere i fatti più salienti della persona morta.

La narrazione degli episodi della vita del defunto avveniva in forma scomposta, lamentevole e con lo strappo apparente dei capelli, non disgiunta dall’atto fittizio di graffiarsi il viso. È l’antico modo di urlare la morte, quasi per esorcizzarla, dentro la dimora dell’estinto e cancellato solo in tempi recenti da un sommesso pianto sciolto nelle fredde camere mortuarie dei nostri ospedali, dove non si può per sopravvenute convenzioni sociali “lamentare la morte”.

Mestieri strani, dicevamo, che sorgono tuttavia in funzione dei bisogni dell’uomo e pertanto appaiono sempre mutevoli sul proscenio della storia, adattandosi alle continue esigenze dei tempi che ne determinano la nascita ma anche la fine. È il caso per es. del portatore d’acqua, felicemente colto da F. Palizzi su un mulo carico di botti e da A. Carracci mentre trasporta sulle spalle due tinozze di legno (Acquarolo d’acqua). Il mestiere dell’acquarolo è ancora presente nei primi anni del ‘900 a Napoli, come dimostra una Cartolina di B. Cascella, ed è particolarmente prezioso lungo l’Appennino, dove fin dal medioevo la costruzione di castelli o castra è condizionata dalla presenza nelle vicinanze di sorgenti d’acqua. A Pratola Peligna l’unico “liquido” a disposizione del ceto rurale, prima della costruzione della rete idrica, era il vino e con esso si lavavano i bambini appena nati, donde la credenza sovrastrutturale che il bagno con il vino fortificasse i neonati.

Altro tipico “artiere” era l’ombrellaio di Secinaro, che a tale specializzazione sommava altre due attività, quelle di accomodare gli “ingegni” (cioè le chitarre per maccheroni, chiamate soprattutto nel Chietino carrature) e risanare tegami e piatti di coccio lesionati, mediante una particolare cucitura fatta con ferro filato dolce. Fra le particolari arti per via vanno ricordate quella degli ‘mpagliasegge, mestiere esercitato anche da donne, come si evince da uno splendido disegno di Filippo Palizzi, e quella dei costruttori dei famosi “ddu bbotte”, cioè gli organetti gioviali e villerecci: grandi protagonisti un tempo delle feste sull’aia, in questi ultimi tempi sono oggetto di grande attenzione anche da parte degli studiosi di strumenti musicali. Costruiti un tempo ad Atri, Casoli ma anche in altre località molisane, la loro produzione è oggi notevolmente aumentata e si registrano in occasione di manifestazioni estive anche gare che vedono la partecipazione soprattutto di giovani, affascinati dal suono di questo particolare strumento.

Laltro suono è stato il titolo di una trasmissione radiofonica sulle musiche etniche, assai in voga qualche lustro fa, la cui sigla musicale era costituita da un brano suonato appunto da una zampogna. Lo strumento evoca automaticamente alla nostra memoria il periodo natalizio e le novene davanti alle edicole votive, ben raffigurate dal Pinelli. Lo strumento, come sappiamo, è molto antico e ne parla addirittura Esiodo (IX- VIII sec. a. C.) ne “Le Opere e i Giorni”. In Abruzzo si rinviene raffigurato lungo il fregio della facciata della Chiesa della SS. Annunziata (quella del XIV sec.), in una statua lignea del Museo Nazionale a L’Aquila ed in un quadro cinquecentesco conservato nella Chiesa di San Franco, ad Assergi.

Scapoli, in Prov. di Isernia, viene riconosciuta come centro importante di fabbricazione a livello artigianale della zampogna e sulla storia di questo straordinario strumento, insegnato oggi nei Conservatori musicali, vi sono fondamentali lavori fra cui vanno segnalati: M. D’Alessandro-V. Giovannelli e A. Piovano, La zampogna in Abruzzo (Pescara 2003) e V. Giovannelli, La zampogna zoppa negli Abruzzi (Pescara 2004). Le citate opere, cui vanno aggiunti i due volumi di M. Gioielli dal titolo “La zampogna. Gli aerofoni a sacco in Italia” (Isernia 2005), stanno rilanciando decisamente l’importanza del “bucolico” strumento, utilizzato da Brahms in alcune sue notissime composizioni.

Strani mestieri

Se soffermiamo la nostra attenzione sulla voce Mestieri, contenuta nell’Indice della fondamentale opera di G. Profeta, “Bibliografia della cultura tradizionale del popolo abruzzese” (L’Aquila, 2005), si resta sorpresi dalla mole incredibile delle attività esercitate talvolta con grande inventiva per soddisfare i bisogni dei singoli o della collettività, sempre mutevoli in rapporto ai tempi.

Se alcuni mestieri, come per es. quello dell’arrotino, del calzolaio, dell’ombrellaio ecc., rientrano nel concetto di Arti e mestieri per via, ve ne sono altri, più specialistici, che sono stati sempre esercitati nel chiuso di umili botteghe, come quelle dei sarti, dei barbieri, delle tessitrici, degli orafi, falegnami e via dicendo, con la partecipazione di alcuni elementi della famiglia e con discenti attivi in bottega per “imparare l’arte”.

E’ la piazza tuttavia che offriva nei giorni di mercato una rassegna straordinaria delle arti e dei mestieri più vari e che costituiva – come scrive G. Brandozzi – “uno straordinario palcoscenico anche per l’ingegnosa sopravvivenza del proletariato urbano”, fatta fino a qualche secolo fa di venditori di pozioni medicamentose, di indovini che facevano estrarre a pappagalli addomesticati ‘la pianeta’ o la cosiddetta ‘sorte’, cantastorie ecc. i quali riuscivano spesso a carpire al mondo rurale buona parte del guadagno ricavato dalla vendita dei prodotti dei campi.

Quali fossero nel regno di Napoli e nello Stato della Chiesa queste “perfide arti per via, che facevano impallidire persino i venditori di almanacchi come il Barbanera di Foligno, sono quelle indicate in quegli straordinari documenti etnografici che sono appunto i Sinodi Diocesani.

Ve n’è uno in particolare, celebrato nel 1715 dal vescovo di Valva e Sulmona, Bonaventura Martinelli,nella Cattedrale di Sulmona e pubblicato due anni dopo a Roma sul quale va spesa qualche parola. Fra le prime Arti ad essere condannate dal vescovo troviamo quelle esercitate da “malefiche fattucchiere”che vanno in giro vendendo polveri ritenute capaci di effetti straordinari, come l’impotentia  generandi, o di causare “damnum notabile”’ a persone, animali (fattura semplice oppure ‘a morte’) ed alle stesse messi sui campi. Vengono poi le persone che esercitano l’arte di predire il futuro, quelle che speculano sulla “vana lucri thesaurorum prurigine”, vendendo bastoni ritenuti capaci di scovare tesori nascosti e coloro che esercitavano (con probabile allusione ai Sandomenicari o Sanpaolari) l’attività di immunizzare con particolari rituali le persone dal morso ofidico, particolarmente temuto nel mondo rurale.

Insomma, nessun aspetto del vasto e complesso mondo magico-religioso sfugge alla attenta analisi e condanna del vescovo B. Martinelli. Ma nel mondo rurale i bisogni insorgenti e l’esigenza di soddisfarli erano così numerosi e straordinari che il Filangieri non esita a definirli “impossibili dal ben enumerarli”. Si pensi per es.- come già accennato – ai cosiddetti velestrièri (balestrieri) di Villalago (L’Aquila) e di Montenero Valcocchiara (Isernia), esperti nel bonificare i terreni pascolativi dalle dannose talpe mediante particolari trappole costituite da “balestre di canna secca” che scoccavano sottilissime ma mortali frecce di canna. V’erano poi i costruttori di arche, composte da doghe di faggio ed assemblate senza l’uso di chiodi, in modo da essere composte e scomposte agevolmente e facili da essere trasportate sulle vetture, termine con cui si indicavano non le attuali automobili ma animali da trasporto come asini e muli. Gli arcari lavoravano per via ma essenzialmente ai margini dei boschidi faggio e della loro attività ci parla fra’ Serafino Razzi nei suoi Viaggi in Abruzzo, allorché nel 1575 sosta a Farindola (Pescara), le cui maestranze erano specializzate nella costruzione di tali ingegnose madie, utili per la conservazione del grano, del pane e dello stesso corredo femminile.

Le arche, come si apprende da Francesco Longano nel suo Viaggio per lo Contado del Molise venivano costruite anche a Guardia Regia (Campobasso) ed una loro descrizione dettagliata non disgiunta dalle molteplici finalità d’uso si deve ad A. Clementi nel Saggio dal titolo L’organizzazione demica del Gran Sasso nel Medioevo (L’Aquila 1991). Queste particolari “madie”, che poggiano su “quattro piedi”, costituiscono uno dei tanti esempi di inefficienza amministrativa regionale con cui vogliamo concludere queste nostre note sulle Arti e mestieri per via.

 Vi sono infatti alcuni manufatti artigianali destinati a non tramontare mai ed a sfuggire all’oblio cui il tempo tenta di condannarli. È questo proprio il caso delle arche, i cui pochi esemplari superstiti sono gelosamente custoditi dai loro proprietari ed adibiti ancora oggi alla conservazione del pane o del tovagliato di casa.

Questi “reperti” – per mutuare un felice pensiero del De Saussure – sono paroles che meritano di essere reinserite nella nostra langue, la quale deve prevederne la medesima ed antica destinazione d’uso. Ma nessun progetto è stato presentato a tal riguardo da paesi montani abruzzesi o molisani agli Organi Comunitari Europei, i quali costantemente stanziano fondi diretti al recupero di tali attività produttive. La povertà di idee non ha diritto a versare lacrime ed a lamentare l’inesistenza del lavoro. Pertanto, non tutte le Arti per via vanno viste come attività del passato, da dimenticare o considerare irripetibili: infatti alcune di esse possono essere reinserite con profitto nella nostra società grazie al ‘carattere di perennità’ insito in alcuni elementi naturali, come appunto il legno, il ferro e la ceramica, mediante i quali l’uomo ha segnato mirabili tracce del suo passaggio nel difficile sentiero della storia.              

Franco Cercone




SERVIZIO DEI PARCHEGGI A PAGAMENTO

Nuova gestione a Roseto degli Abruzzi

Roseto degli Abruzzi, 31 maggio 2024. Nuovo gestore per il servizio dei parcheggi a pagamento di Roseto degli Abruzzi. A partire dal prossimo 1° giugno, infatti, sarà la Sis Mobility Solutions ad occuparsi del servizio di fornitura a noleggio, installazione e manutenzione ordinaria dei sistemi di esazione delle tariffe per le strisce blu cittadine.

Sis Mobility Solutions, che subentra alla Aj Mobilità secondo quanto stabilito dal principio della rotazione, è un’azienda leader nel settore della sosta stradale a pagamento, con più di 120mila stalli di sosta gestiti in 180 città italiane, 400 dipendenti, un volume di utenti pari a oltre sei milioni all’anno.

I lavori di sostituzione dei 44 parcometri presenti su tutto il territorio, necessari dopo il cambio di gestione, saranno avviati da parte dell’azienda nei primi giorni della prossima settimana e, per questo motivo, il servizio sarà sospeso dal 1° giugno fino alla completa attivazione delle colonnine, che sarà opportunamente annunciata dall’Amministrazione Comunale e che dovrebbe avvenire intorno al 9 giugno.

Confermati tutti i servizi a disposizione degli automobilisti, compresi gli abbonamenti e la possibilità di pagare attraverso le apposite applicazioni.

LE TARIFFE. Confermati i periodi di corresponsione della tariffa che nella zona del Lungomare si dovrà pagare dal 1° giugno al 15 settembre, mentre nel resto della città le strisce blu sono in vigore per tutto l’anno.

Le tariffe applicate su tutto il territorio sono le seguenti:

– Tariffa di un’ora: € 1,00 – con possibilità di frazionamento dell’ora, con un minimo di 30 minuti;

– Tariffa giornaliera: € 5,00;

– Tariffa settimanale: € 10,00;

– Tariffa mensile residenti e commercianti, loro dipendenti, dipendenti comunali, e appartenenti a ordini professionali: € 15,00;

– Tariffa mensile non residenti: € 40,00;

– Tariffa bimestrale residenti e commercianti, loro dipendenti, dipendenti comunali, e appartenenti a ordini professionali: € 25,00;

– Tariffa abbonamento bimestrale non residenti: € 70,00;

– Tariffa abbonamento trimestrale residenti e commercianti loro dipendenti, dipendenti comunali, e appartenenti a ordini professionali: € 30,00

– Tariffa abbonamento trimestrale non residenti: € 85,00;

– Tariffa abbonamento annuale residenti e non residenti: € 120,00;

– Tariffa mensile per le strutture alberghiere e commercianti (fino a un massimo di 3): € 50,00.

– Tariffa bimestrale per le strutture alberghiere e commercianti (fino a un massimo di 3): € 90,00;

– Tariffa trimestrale per le strutture alberghiere e commercianti (fino a un massimo di 3): € 130,00.

LE ESENZIONI. Non è dovuto il pagamento della sosta per le domeniche e per gli altri giorni festivi compresi nel periodo tra il 16.09 e il 31.05 dell’anno successivo.

Sono esclusi da tutti gli obblighi e limitazioni della sosta a pagamento le auto elettriche; i veicoli al servizio dei soggetti diversamente abili; i veicoli delle forze di polizia e i mezzi di soccorso e di emergenza; i veicoli comunali e di imprese o ditte in servizio per conto del Comune; i veicoli appartenenti ad enti pubblici o imprese di servizio pubblico.

LE NOVITÀ. Con disposizione di Giunta Comunale, inoltre, è stata istituita la sosta gratuita di quindici minuti di per tutte le aree soggette a sosta a pagamento, che si potrà utilizzare una sola volta al giorno per targa – cosiddetta “sosta gentile”, con l’obiettivo di agevolare le commissioni veloci.

Inoltre, per allineare il costo della tariffa giornaliera alla disciplina oraria della sosta, è stato stabilito che la tariffa giornaliera oraria, che attualmente ricomprende il tempo intercorrente dalle 9:00 e alle 20:00, sia estesa, a pari costo, nella stagione estiva, dalle 9:00 alle 24:00.

Entrambe le disposizioni entreranno in vigore a partire dal 1° gennaio 2025.




IL VESTITO BUONO

Pescara, 31 maggio 2024. Mentre piazza Sacro Cuore acquisisce ogni giorno di più la sua nuova forma, in un deposito di Montesilvano si accumulano le pietre di Luserna che prima la lastricavano. I materiali possono essere recuperati, se di valore, e la nostra pietra pregiata è pronta per una nuova commercializzazione e nuova vita.

La pratica di recupero è lecita, ma la domanda è: quanto è stato opportuno?

Materiale di pregio è stato cambiato con nuove betonelle, utilizzando i fondi del PNRR, azione 5, del Ministero dell’interno, per la coesione sociale, e per l’occasione si è modificata l’intera piazza.

I fondi del PNRR che sono stati usati sono fondi che normalmente sono per le periferie, ma qui sono stati impiegati di fatto per ricambiare ancora una volta la pavimentazione della nostra cara Piazza. Era opportuno?

La pavimentazione della piazza in pietra Luserna era stata realizzata circa 15 anni fa. In alcuni punti era ammalorata, ma si potevano fare benissimo degli interventi mirati di risanamento. Gli alberi di leccio erano in vita, si potevano curare e far sì che avessero nutrimento e acqua e le famose cure colturali per farli riprendere adeguatamente nelle grandi aiuole di circa 700 mq.

Ma si è deciso di utilizzare quei fondi per le periferie e rifarci il vestito nuovo, quando quello che avevamo era buono e di pregio, come dimostra la rimessa in vendita del materiale. Un po’ come dire che abbiamo nostro figlio con le carie, e il denaro che avremmo speso per la cura, assolutamente necessaria, l’abbiamo invece utilizzata per tinteggiare la casa. Era opportuno?

Si dice che è stato fatto per la mitigazione all’isola di calore, ma come già raccontato, la cementificazione delle grandi aiuole, l’eliminazione quindi della continuità del sistema suolo-alberi-arbusti, di fatto ha peggiorato la situazione, essendo l’indice di cementificazione maggiore.

Ci dicono che questo cemento e anche le betonelle sanno fare pure il caffè, ma niente compensa il sistema suolo-albero-evapotraspirazione che abbiamo perso. Dicono “tanto paga il PNRR”, ma non dicono che in fondo ci fanno solo lo sconto, visto che il 70% è a nostro carico.

Amministrare significa essere responsabili di quello che si ha, per il bene della collettività. E così cari cittadine e cittadini, per chi vuole, ora abbiamo addirittura l’occasione di comprarci un pezzettino del nostro salotto buono, la pietra Luserna che avevamo già pagato a suo tempo, ma volete mettere che soddisfazione ora poterla portare a casa!




MEDAGLIA E TROFEI

Creazioni per la Bcc Half Marathon Costa dei Trabocchi

Lanciano, 31 maggio 2024. La Bcc Abruzzi e Molise, l’Associazione Podisti Frentani e il Liceo artistico “Palizzi” di Lanciano – seppur con peculiarità e ruoli differenti – sono riusciti in un significativo progetto di collaborazione che vede protagonisti lo sport, l’arte e il territorio. Nell’aula magna dell’Istituto, tra l’emozione di studenti e professori, è stata presentata la medaglia realizzata per la seconda edizione della Bcc Half Marathon della Costa dei Trabocchi, competizione che si svolge in autunno (la prossima è fissata al 27 ottobre 2024, con partenza dal porto turistico di Ortona e arrivo al lido di Fossacesia Marina) lungo la Via Verde, un appuntamento diventato per molti già irrinunciabile, anche per lo scenario naturalistico che offre.

 Successo ricordato dalla presidente dell’associazione, Paola Zulli che ha tenuto a ribadire il ruolo fondamentale della Bcc, che ha subito abbracciato il progetto condividendone gli obiettivi. “La gara, certificata Bronze dalla Federazione italiana di Atletica leggera – ha spiegato Zulli – ha avuto dalla prima edizione una grande risonanza per la partecipazione di più di 800 atleti giunti da ogni parte di Italia, per godere della vista di scorci unici lungo il litorale, per 21 chilometri”.

“La nostra banca ha una forte connotazione sociale, non solo economica – ha evidenziato Fabrizio Di Marco, direttore generale dell’istituto di credito, che ha sede centrale ad Atessa – e quindi gli investimenti vengono fatti sui territori perché siamo convinti che il benessere di tutti è il benessere della comunità, così come crediamo nell’importanza di promuovere il territorio. La mezza maratona è l’occasione per far conoscere ai tanti arrivati da fuori regione le bellezze del nostro litorale e pensiamo anche a quanto sia importante valorizzare lo studio e il lavoro dei giovani: per questo abbiamo avviato la collaborazione con il Liceo Palizzi, confidando nel risultato della creatività degli studenti. Una fiducia che, a giudicare dai risultati, è stata ben riposta”. La Bcc Abruzzi e Molise conta varie filiali nelle due regioni, tra cui una a Lanciano, in via Luigi De Crecchio.

Anche la consigliera provinciale Marianna Apilongo, dopo aver portato il saluto del presidente della Provincia di Chieti, Francesco Menna, ha avuto parole di apprezzamento per l’iniziativa, rimarcando il ruolo dei ragazzi, dello sport e della bellezza.

Visibilmente soddisfatta la dirigente scolastica, Angela Evangelista: “Mi piace lasciare spazio ai nostri allievi, io cerco di dare un impulso, di favorire il loro lavoro. E non posso che essere contenta dei risultati, delle opere realizzate dai ragazzi del primo anno e della medaglia, che ha richiesto un impegno maggiore, ideata da alunne della quarta. Dall’anno prossimo la progettazione diventerà digitale e ci saranno nuovi corsi di orientamento”.   Soddisfatto per il gran lavoro svolto anche il vice preside e runner dei Podisti Frentani, Gianfranco Di Campli.

 La medaglia, che sarà consegnata a tutti i partecipanti alla competizione sportiva, è stata al centro dell’incontro, illustrata ufficialmente, anche con un video, in tutti i suoi aspetti, da quello creativo, alla realizzazione finale. Un “viaggio” emozionante e costruttivo per Maria Chiara Tenisci e Andreacleonice Legnini, alunne della quarta A che hanno pensato e disegnato la medaglia e l’hanno così presentata. “L’Abruzzo è una terra di meraviglie. Le dentellature rappresentano le nostre montagne, la Maiella e il Gran Sasso, nate secondo una leggenda dai corpi di Ermes e Maya. Attraverso la tecnica della granulazione, tecnica decorativa che consiste nella saldatura di piccole sfere, o granuli, su una lastra, abbiamo rappresentato la neve, mentre le spirali realizzate tra le

montagne rappresentano il nostro mare. Gli elementi che caratterizzano la medaglia creano un contrasto tra i pieni (il paesaggio verde) e i vuoti (il mare che avvolge l’ecosistema). Nella parte destra è raffigurato un trabocco, simbolo iconico dell’Abruzzo e dei suoi pescatori, “macchine che parevano vivere di vita propria”, come le definì Gabriele D’Annunzio”.

Il progetto è stato seguito dai docenti Dora Costantini e Innocenzo Di Toro che hanno tenuto a rimarcare “il percorso di ricerca e di approfondimento, di analisi e di confronto che ha preceduto la fase legata all’ideazione”. Un vero e proprio percorso di studio che ha permesso un accurato lavoro di ricerca prima di dare spazio alla creatività e alla fantasia. La medaglia è stata realizzata in zama (famiglia di leghe a base di zinco in elevata percentuale, unito ad alluminio, magnesio e rame) dall’azienda campana Crea.

Da sottolineare l’originalità e pure la ricerca dei materiali utilizzati per i trofei, in terracotta, che saranno consegnati alle prime tre e ai primi tre assoluti che taglieranno il traguardo. Essi sono frutto del lavoro di un gruppo di studenti delle prime A e B (Jessica Tupilus, Sofia Masciangelo, Chiara Orrico, Alisia Cichella, Sofia Ghibelli, Heloisa Di Nizio, Tiziana Stella, Lucilla Nobile,  Grazioso Francesca e Riccardo Battistella), guidati dalla professoressa Ylenia Paladino, che hanno mostrato con orgoglio le proprie creazioni.




RASSEGNA PRIMAVERA DEI LIBRI

Si chiude con le poesie Stefano Servilio

Bugnara, 31 maggio 2024. Termina sabato 1° giugno la seconda edizione della rassegna primavera dei libri a Bugnara con la presentazione del nuovo libro di Stefano Servilio “L’INndividuo INcomprensente”.

Il libro di Stefano Servilio “L’INndividuo INcomprensente” (Bertoni Editore) chiude la seconda edizione della rassegna “Primavera dei Libri” curata dal Centro Studi “Nino Ruscitti” di Bugnara.

L’evento, in programma sabato 1° giugno alle ore 17 presso la Biblioteca del Centro Studi collocata in Borgo S. Vittorino, vedrà la partecipazione di Antonietta Pace, assessore alla cultura del Comune di Bugnara, Matteo Servilio, presidente del Centro Studi “Nino Ruscitti”, Massimo Tardìo, presidente della Fondazione Pascal D’Angelo, e l’autore, Stefano Servilio.

Continua inoltre la collaborazione tra il Centro Studi e la libreria Ubik di Sulmona, presente all’incontro, e che avrà a disposizione nel suo punto vendita in Corso Ovidio i volumi protagonisti della rassegna “Primavera dei Libri”.

Inserito nella collana “Poesia Mundi”, curata con Simona Volpe, il volume vede la prefazione di Massimo Tardìo, presidente della Fondazione Pascal D’Angelo di Introdacqua.

“Questa ultima raccolta di poesie di Servilio – scrive Tardìo nella prefazione al volume – non deve essere considerata una semplice esercitazione giovanile di una anima persa anzi è la matura opera poetica di un abruzzese che, amorevolmente abbarbicato alle aspre montagne degli Appennini che evoca spesso nelle sue poesie, riesce ad esprimere adeguatamente le sue sensazioni ed è in grado di lasciare il segno anche volendo essere incompresente”.

Stefano Servilio nasce a Tocco Da Casauria il 24 agosto 1980. In passato, ha scritto su “Il gazzettino della valle del Sagittario” e “Abruzzo Oggi”. Ha pubblicato il suo primo romanzo breve “Tana libera tutti” nel 2019 con la casa editrice La Gru edizioni. Nel 2023 è uscito il suo nuovo romanzo “Ipnagogia”, edito dalla PAV Edizioni. Scrive poesie, racconti brevi, monologhi e romanzi. Alcune sue opere sono state pubblicate sulle riviste letterarie “L’altrove”, “L’ottavo” e sulla rivista letteraria “Ellin Selae”. Collabora con la compagnia teatrale “Classe Mista” di Sulmona.




ADRIATIC FILM FESTIVAL

Festival di cinema indipendente VII edizione 2024 dal 5 al 9 Giugno, Palazzo Sirena Francavilla al mare (CH)

Francavilla al Mare, 30 maggio 2024.  AFF è un Festival Internazionale del Cinema Indipendente arrivato alla sua settima edizione. Cinque giorni di proiezioni gratuite con sessioni pomeridiane, film serali con ospiti registi, attori e sceneggiatori e incontri con il pubblico durante i quali verranno presentati cortometraggi, documentari e film provenienti da tutto il mondo. Un’esperienza totale rivolta al pubblico della settima arte, che si pone l’ambizioso obiettivo di portare il cinema indipendente nella società.

Le parole del Direttore Artistico Guido Casale: ‘Il cinema indipendente è oggi strumento fondamentale nella rappresentazione del pluralismo narrativo, riduce le distanze con mondi e temi a noi sconosciuti, invita alla riflessione e al confronto multiculturale, promuovendo valori esistenziali.

L’Adriatic film festival presenta quest’anno una variegata offerta filmica, facendosi portavoce di questa forza rivoluzionaria, capace, attraverso il suo linguaggio audiovisivo, di stimolare la comprensione di processi culturali e dinamiche sociali complesse, attraverso il racconto della più intima dimensione umana.

Più di 1500 i lavori iscritti, 41 in selezione e 18 paesi in concorso di cui 11 anteprime nazionali, due anteprime mondiali, a selezionare i vincitori una giuria tecnica composta da: Michele D’Attanasio (direttore della fotografia, Premio David di Donatello); Cristiano Di Felice (regista, produttore e Direttore dell’accademia di cinema IFA di Pescara) Beatrice Baldacci (regista), Federico Mauro (creative director), Luca Verdone (regista), Valentina Bellè (premio Nastro d’Argento) e Presidente di giuria Mark Foligno, produttore inglese premio Oscar per il film Il discorso del Re.

Oltre la conferma del premio del pubblico ‘Audience Award’ che decreterà il corto più apprezzato nel corso dei cinque giorni, quattro film opera prima presentati in concorso: ‘Flaminia’ di Michela Giraud, ‘Non credo in niente’ di Alessandro Marzullo, ‘Girasoli’ di Catrinel Marlon e ‘Animali Randagi’ di Maria Tilli. Chiude il programma, fuori concorso, il secondo film del regista Vito Palmieri ‘La seconda vita’.

L’evento si svolgerà a Francavilla al Mare (CH) dal 5 al 9 Giugno 2024 presso l’Auditorium sul mare di Palazzo Sirena. L’accesso a tutte le proiezioni è gratuito. Nella serata di domenica 9 Giugno verranno consegnati gli Adriatic Awards, per un Cash Prize totale di 4.500€, che saranno assegnati alle seguenti categorie: Corti Italia, Corti Internazionali, Documentari, Animazione, Corti Scuola e premio miglior Poster.

Confermati gli appuntamenti dedicati ai nostri partner internazionali con l’Edinburgh Short Film Festival e lo Shortcutz Amsterdam Festival presenti con una selezione dei loro migliori lavori, il festival si arricchisce di ulteriori spazi visivi attraverso le nuove collaborazioni internazionali: Busho (Budapest Short film Festival), il Balkans beyond the borders (festival dei balcani) e il festival galiziano Ficbueu, che vanta ben 16 edizioni di cinema indipendente spagnolo.

Fiore all’occhiello del programma fuori concorso è la nuova partnership con il canale MUBI, piattaforma online con milioni di utenti, dedicata al cinema d’essai, che per l’occasione presenterà in anteprima una sua produzione documentaristica dal titolo ‘Free Chol Soo Lee’ Mercoledì 5 Giugno, mattatrice della prima serata sarà la regista ed attrice Michela Giraud col suo esordio alla regia ‘Flaminia’, che affronta i temi della disabilità e della diversità.

Giovedì 6 giugno il regista Alessandro Marzullo e l’attrice Demetra Bellina presenteranno l’esplosivo ed irriverente film Non credo in niente, primo lungometraggio del regista, presentato in selezione al Pesaro Film festival. Il giorno seguente, Venerdì 7, dopo aver accolto l’emozionante opera prima abruzzese ‘Saudade’ di Pietro Falcone, avremo l’onore di ospitare l’attrice internazionale Monica Guerritore, che introdurrà il film in selezione ‘Girasoli’ e riceverà il premio alla carriera: Adriatic Career Award.

Sabato 8 alle ore 21 l’ultimo film in competizione ‘Animali Randagi’ con la partecipazione della regista Maria Tilli e dell’attore protagonista Ivan Franek, una storia di provincia che si trasforma in un road movie generazionale. A seguire l’evento speciale Super doc’s night con la proiezione dei migliori documentari in selezione.

La serata di domenica 9 Giugno, come da tradizione, sarà riservata alla premiazione delle opere in concorso con la partecipazione di una delle attrici italiane più apprezzate: Valentina Bellè, recentemente premiata ai Nastri d’Argento e nuovo membro della giuria del festival.

In parallelo rispetto alle proiezioni, ogni giorno il foyer dell’auditorium sarà protagonista di talk di profilo istituzionale, a partire dall’evento organizzato in collaborazione con CNA, il racconto di C’era una volta in America da parte dello sceneggiatore Franco Ferrini e il talk riguardante la creazione della nuova Abruzzo Film Commission.

Organizzato dall’Associazione ADRIATIC MOVIE di Guido Casale, Direttore Artistico e i coorganizzatori Luana Fusco, Daniele Forcucci, Vanessa Patanè, Laura Perrotti, la manifestazione ha come obiettivo quello di diffondere la cultura cinematografica valorizzando il territorio abruzzese attraverso eventi culturali di respiro nazionale e internazionale.

Moderatori dell’evento il critico cinematografico Francesco Di Brigida, firma de Il blog del Fatto quotidiano e la conduttrice Elena Di Bacco.




ALDO CAZZULLO A PESCARA

Proclamazione del Premio Parete 2024

Pescara, 30 maggio 2024. Sarà il giornalista Aldo Cazzullo ad annunciare l’assegnatario del Premio Parete 2024. L’appuntamento è in programma venerdì 31 maggio, con inizio alle ore 10:00, nella Caserma “Vice brigadiere Ermando Parete” della Guardia di Finanza di Pescara.

La Caserma, che sorge sul lungomare sud della città adriatica, è pronta ad aprire le porte a istituzioni, ospiti e giovani studenti del Liceo scientifico Galileo Galilei per ricordare l’impegno civile e la storia del finanziere abruzzese Ermando Parete (1923-2016), deportato durante la Seconda guerra mondiale nel campo di sterminio nazista di Dachau(Germania) e diventato, nel tempo, autentico testimone della Memoria verso le nuove generazioni. 

Dopo le precedenti edizioni, che hanno visto alternarsi grandi firme del giornalismo italiano come Ferruccio de Bortoli, Paolo Mieli, Giovanni Minoli, Bianca Berlinguer, Monica Maggioni e Lucia Annunziata, quest’anno è stato chiamato Aldo Cazzullo, ospite d’onore che avrà anche il compito di svelare il nome del vincitore del Premio Parete. Personalità scelta dal Comitato scientifico del riconoscimento tra una rosa di profili di assoluto prestigio a livello nazionale, capaci di incarnare i valori dell’eccellenza, dell’intraprendenza e dell’ottimistica laboriosità.  

L’incontro pescarese, oltre al contributo di Aldo Cazzullo, si arricchirà degli interventi del Generale di brigata Germano Caramignoli (Comandante regionale Abruzzo della Guardia di Finanza), del Colonnello Antonio Caputo (Comandante provinciale Pescara della Guardia di Finanza), di Flavio Ferdani (Prefetto di Pescara), Donato Parete (figlio di Ermando Parete e co-fondatore del Premio Parete), Ottavio De Martinis (Presidente della Provincia di Pescara) e Antonio Di Marco (Consigliere della Regione Abruzzo, già Sindaco del Comune di Abbateggio).

Dal 2003 Aldo Cazzullo è editorialista e inviato per il Corriere della sera. Testimone di grandi appuntamenti elettorali e sportivi, nonché profondo conoscitore dei costumi e della recente Storia d’Italia. Negli anni ha scritto numerosi saggi e romanzi, il più recente “Quando eravamo i padroni del mondo. Roma: l’impero infinito” edito da HarperCollins. Conduce in tv “Una giornata particolare”, programma nel quale Cazzullo accompagna i telespettatori in un appassionante viaggio in una giornata cruciale di un personaggio storico, un giorno che ha segnato o cambiato per sempre la Storia. 

L’evento di Proclamazione del Premio Parete anticipa, come di consueto, la cerimonia ufficiale di consegna del Premio Parete, che si tiene all’interno dell’Aula magna dell’Università Bocconi di Milano nella stagione autunnale e ha visto già succedersi i premiati Giovanni Gorno Tempini, Guido Barilla, Alberto Bombassei, Giorgio Armani, Giovanni Tamburi, Vittorio Colao…




PESCARA FUTURA: presentata la lista civica

Masci ai candidati: “Avrete un risultato incredibile”

Pescara, 30 maggio 2024. Grande entusiasmo, ieri mattina, nel comitato elettorale di Carlo Masci per la presentazione della lista civica “Pescara Futura” che ha visto la partecipazione, insieme al candidato sindaco Masci, di Michele Lepore, uno dei fondatori, e Berardino Fiorilli.

“Quella di Pescara futura è una lista eccezionale, completa, e sono certo che avrà un risultato incredibile, un grande risultato come è accaduto ogni volta che Pescara futura – nata nel 1998 – si è misurata alle elezioni comunali, provinciali e regionali”, ha detto Masci rispondendo ai giornalisti. “Come è sempre stato, questa lista è espressione della società civile, vogliosa di partecipare al cambiamento della città, e ha al suo interno professionisti, imprenditori, impiegati, gente che vive il territorio. Da sempre rappresenta una Pescara viva, effervescente che vuole migliorare. Pescara futura è quel civismo che ha resistito di più nel tempo, e sono legato particolarmente a questa realtà perché mi ricorda tutta la mia vita politica, anche ora che sono in Forza Italia. È l’espressione vera di chi vuole vivere la politica in maniera più vicina alle persone e questa lista ci proietta al futuro, come dice il suo nome, con la visione di Pescara che cresce. Arriveremo all’obiettivo, ha concluso Masci, perché siamo coesi e compatti, come coalizione, e perché a Pescara abbiamo lavorato davvero tanto”. Il capolista è Luigi Albore Mascia, ex sindaco di Pescara e attuale assessore ai Lavori pubblici. “Questa non è una lista civica ma la lista civica, ha detto Albore Mascia: una formazione nata con uno spirito civico ma poi diventata parte integrante dei governi cittadini. Dobbiamo puntare a un obiettivo ambizioso, ha aggiunto rivolgendosi agli altri candidati, e cioè a un risultato a doppia cifra. Con una lista straordinaria come la nostra, la partita sarà chiusa al primo turno, dando a Carlo Masci forza e continuità di idee”.

“Sarete protagonisti e potrete dire ‘Io c’ero, per questa vittoria importante”, ha commentato Masci a questo proposito prima di sottolineare il ruolo centrale di Lepore, “un riferimento forte della lista”.

“Pescara futura c’è da ben 26 anni, ha ricordato Michele Lepore, e in questo periodo è stato l’unico movimento politico ad essere rappresentato continuamente, senza interruzione, in Consiglio comunale. Abbiamo fondato insieme Pescara Futura, con Carlo Masci, con la scommessa di dimostrare a tutti che si può avere una visione etica della politica e non essere estromessi dal sistema. Pensavamo a Pescara come alla città per le future generazioni, per i nostri figli e questa idea è valida ancora oggi e continua ad emozionarmi. Con i risultati in Provincia e in Regione, non si può più dire che è una lista civica ma un movimento radicato. Alle ultime comunali Pescara Futura, con tutti candidati nuovi, ha riportato il 6% dei consensi e ha preso due seggi. Ora non abbiamo solo il sindaco fondatore ma un ex sindaco tra i candidati, Albore Mascia, questo ci onora. E contiamo di avere un bel risultato”.

Questo l’elenco dei 32 candidati in “Pescara Futura”:

Albore Mascia Luigi detto Arbore; Scurti Adamo; Balan Mariana; Buccella Federica; Calvani Michele Ilio Gino detto Calvani; Centorame Laura; Ciccotti Giammaria Claudia detta Claudia Ciccotti; De Santis Lanfranco detto De Sanctis; Di Alberti Luigi; Di Biase Giampiero detto Giampiero; Di Giovanni Andrea; Di Marco Michele; D’Incecco Della Torre Vincenzo; Faricelli Romina; Ferri Franchini Smeraldo detto Smeraldo; Fidanza Daniela; Fragasso Fabrizio; Lazic Aleksandra detta Labarile; Mammarella Giuliano; Marini Marino; Marinucci Livio; Martone Fernanda; Massacese Simona; Micozzi Giovanni detto Gianni Micozzi; Natale Patrizia; Nuvolari Francesco Maria detto Francesco Nuvolari; Oprica Ionel detto Ionel; Pasetti Luciano; Ponziani Riccardo; Rainaldi Sisto; Scudieri Mariacarla; Toro Lorenzo.




UN’ESTATE SENZA IL TEATRO D’ANNUNZIO

Carlo Costantini: situazione inaccettabile

Pescara, 30 maggio 2024. “Pescara si appresta a vivere per la prima volta un’estate senza il Teatro D’Annunzio. La struttura, infatti, è chiusa a causa di un pasticcio, neppure comunicato ai cittadini, relativo alla lunghissima procedura di verifica della staticità e della vulnerabilità sismica. Mentre i dubbi e gli interrogativi sulla vicenda sono tanti, non si può non sottolineare come questa situazione sia davvero inaccettabile, per una città in cui la bella stagione, gli eventi e gli spettacoli dovrebbero essere il volano dello sviluppo commerciale e turistico”. Lo ha detto il candidato sindaco di Pescara per la coalizione di centrosinistra, Carlo Costantini, a proposito della chiusura del Teatro D’Annunzio.

Il punto della situazione è stato fatto stamani nel corso di una conferenza stampa davanti al teatro. Presenti, oltre a Costantini, Michela Di Stefano e Piero Giampietro, candidati consiglieri per il Pd.

“Resta da chiarire – ha sottolineato Costantini – per quale ragione non vi sia traccia, nei contratti resi pubblici, delle precise prescrizioni rilasciate dai tecnici negli ultimi anni sulla capienza massima del teatro. Sorge quindi il dubbio legittimo che la struttura sia stata riempita fino al massimo della capienza, nonostante questo fosse espressamente vietato”.

“Ai dubbi più volte espressi in questi anni sulla trasparenza nella gestione di alcune partite dell’Ente Manifestazioni Pescaresi, gestore del teatro – ha proseguito il candidato sindaco – si aggiungono due questioni imbarazzanti: il 30 aprile è scaduta la convenzione fra il Comune e l’Ente Manifestazioni Pescaresi e quest’ultimo non è ancora riuscito ad approvare il bilancio 2023 perché il 24 maggio l’assemblea dei soci non è riuscita a riunirsi. Risultano, inoltre, tensioni finanziarie che si sono ripercosse sulla regolarità e sulla puntualità del pagamento degli stipendi del personale, nonostante l’enorme ed inedita quantità di risorse gestite dall’Ente”.

“All’indomani del voto, quando sarò sindaco e saremo chiamati ad amministrare la città – ha aggiunto Costantini – fra i primi atti di cui ci occuperemo, lavoreremo subito per riorganizzare il settore, per scegliere manager di altissima qualità al fine di rilanciare l’Ente Manifestazioni Pescaresi e per ridare a Pescara il Teatro D’Annunzio”.

“Quello della cultura – ha detto ancora – è un tema prioritario nel nostro programma. Lavoreremo affinché dalla cultura si passi alla politica della cultura. Il concetto di programmazione sarà centrale. Ci impegneremo sia dal punto di vista materiale sia da quello immateriale. Dal punto di vista materiale, riapriremo le strutture oggi chiuse, non solo il D’Annunzio, ma anche il Teatro Michetti, avremo certezza delle risorse, valorizzeremo la qualità dell’offerta culturale. Dal punto di vista immateriale, creeremo un luogo virtuale quotidianamente aggiornato per rendere disponibile in tutto il mondo il programma delle iniziative in città. La promozione di Pescara, infatti, non si fa in città, ma si fa in Abruzzo, in Italia e in Europa. Noi – ha concluso Carlo Costantini – vogliamo che Pescara venga scelta anche e soprattutto per la qualità dei luoghi della cultura e per tutto ciò che la città può offrire dal punto di vista culturale”.




TORNANO I PESCATORI DI FRODO sulle coste teatine

Nuovo blitz della Guardia Costiera di Ortona

Ortona, 30 maggio 2024. Tre pescatori subacquei, privi di qualsiasi tipo di autorizzazione, sono stati multati la notte scorsa dalla Capitaneria di porto di Ortona per pesca di ricci di mare in zone vietate e con attrezzature non consentite.

 L’attività è stata appositamente pianificata dopo che, a partire dalla scorsa settimana, diversi cittadini avevano segnalato presenze sospette, durante la notte, sul litorale compreso tra Punta Ferruccio e Lido Ricco. Facendo raccolta di informazioni, ed a seguito di vari appostamenti in borghese, i militari della Guardia costiera sono riusciti ad individuare dapprima due individui a terra – risultati essere poi i pali della “banda” -, e successivamente un sub, con tanto di luce notturna, in acqua, in attività di pesca. Dopo una paziente attesa, i marinai della Capitaneria sono usciti allo scoperto proprio mentre i tre sospettati erano intenti a caricare su un autoveicolo, parcheggiato a ridosso della spiaggia del Lido Riccio, il bottino della serata: due ceste con oltre 1500 ricci di mare. I tre soggetti, una volta identificati, sono risultati essere volti noti, recidivi in tali violazioni, e provenienti da regioni del sud Italia. Le sanzioni, in questo caso, vista anche la recidiva dei soggetti, ma anche l’ingente quantitativo di ricci prelevato, sono state ben due, per un importo complessivo di oltre 17.000 euro. I ricci, poiché ancora vivi, sono stati subito rigettati in mare mentre l’attrezzatura da sub, anch’essa sequestrata, sarà con buona probabilità avviata a confisca definitiva.

Purtroppo, l’arrivo della bella stagione ha riproposto quella che sta diventando una presenza fissa per le coste abruzzesi: scorribande di pescatori abusivi che depredano i fondali marini da specie ittiche particolarmente richieste dal mercato, come i ricci ed i polpi, e la cui presenza è sempre più messa a repentaglio dalla spregiudicatezza con cui, ormai da anni, vengono prelevate senza alcun discrimine.

Il blitz della notte scorsa, infatti, segue di qualche settimana quello messo a segno pochi chilometri più a sud dai militari dell’Ufficio circondariale marittimo di Vasto, che aveva portato al sequestro di circa 60 kg di ricci di mare appena pescati sul litorale di Casalbordino.

Le attività illecite rilevate ieri destano particolare preoccupazione oltre che per la tutela delle specie ittiche e dell’ambiente marino, anche per la sicurezza fisica degli avventori: la zona dove sono stati colti in flagrante i subacquei, infatti, è una zona totalmente interdetta a qualsiasi attività poiché interessata a nord, dalla presenza del cantiere per il ripascimento del lido Riccio, ed a sud dalla presenza di fenomeni franosi; a tale ultimo riguardo, oltre all’ordinanza di interdizione del Comune di Ortona per rischio frana, proprio ieri è stata emanata dalla Capitaneria di porto di Ortona l’ordinanza n. 62/2024, reperibile sul link  http://www.guardiacostiera.gov.it/ortona/Pages/ordinanze.aspx , per assicurare anche in mare un’adeguata fascia di interdizione a tutela di bagnanti, pescatori e diportisti.




IL PREMIO MARIO MOLINO

Nel ricordo dei cento anni della nascita dell’ingegnere vastese

Vasto, 30 maggio 2024. Alla presenza di tanti giovani, imprenditori e tante Autorità, donato un nuovo macchinario all’IIS Mattei.

Una cerimonia densa di emozioni quella che sabato mattina, 25 maggio, ha celebrato i 100 anni della nascita del Prof. Ing. Mario Molino nell’aula magna dell’IIS ‘E. Mattei’ di Vasto. Un evento incentrato sul ricordo di quell’uomo visionario di cui tuttora restano tracce evidenti in tutto il vastese e culminato con la donazione di una nuova apparecchiatura, realizzata dalla TCM Group di San Salvo, da parte della famiglia Molino all’istituto scolastico vastese. Realizzato insieme ai Lions Club Vasto Adriatica Vittoria Colonna e Vasto Host con la collaborazione dell’Ing. Claudio Pepe, il momento celebrativo ha visto la partecipazione di una settantina di ragazzi del corso di elettrotecnica del Mattei, la branca di cui l’Ing. Molino era stato docente, giovani che hanno potuto assistere, nel corso di una mattinata pregna di significati e di una palpabile commozione sia per il ricordo di Mario, ma anche del Prof. Elio Bitritto che per tanti anni ha promosso attivamente il Premio, allo scoprimento del macchinario che servirà loro a sperimentare la programmazione PLC.

Molto apprezzata la relazione del giovane ingegnere Francesco Valente, product manager di e-Geos, che ha catapultato i presenti, studenti in primis, nel rapporto tra l’uomo e la tecnologia avanzata del XXI secolo a cominciare dall’intelligenza artificiale generativa e dell’influenza che avrà nella vita quotidiana e nel mondo del lavoro.

Alla presenza della vedova signora Angelina Poli e del primogenito Marco Molino, nonché di S. E. Mons. Mauro Lalli, nunzio apostolico di S. S. Papa Francesco, introdotti dal cerimoniere Luca Russo, si sono susseguiti vari interventi, a partire da quello del senatore Etelwardo Sigismondi che ha parlato dell’Ing. Mario affermando che ‘rappresenta sempre per la nostra città un grande punto di riferimento. Chi come noi si è occupato di Amministrazione più volte si è trovato ad avere a che fare con i segni tangibili della sua azione.’ ‘Non è un caso che oggi sono qui presenti anche delle aziende – ha aggiunto Sigismondi – perché lo sviluppo industriale di Vasto e del vastese si deve anche a una persona illuminata come l’Ing. Mario Molino che ha saputo convincere anche la politica delle potenzialità di questo territorio convincendo molte aziende a venire a stabilirsi in queste zone creando posti di lavoro.’

Ha citato Rita Levi-Montalcini il consigliere regionale Francesco Prospero per iniziare il suo breve indirizzo di saluto: ‘la scelta di un giovane dipende dalla sua inclinazione e dalla fortuna di incontrare un bravo maestro. Io credo che l’Ing. Molino sia stato questo. Un bravo maestro che comunque ha fatto la fortuna di tutte le persone che lo hanno incontrato.’

La vice-Sindaca della Città del Vasto Licia Fioravante, parlando a nome dell’Amministrazione comunale di cui erano presenti anche gli assessori alla Cultura Nicola Della Gatta, al Welfare Anna Bosco  e alla  Pianificazione Urbanistica Alessandro D’Elisa, ha detto che ‘quando si parla ai giovani si ha sempre una grande responsabilità perché loro sono il nostro futuro e spero che ogni qualvolta si trovino a sentire le parole che vengono dette, che vengono loro tramandate possano percepire quelli che sono i valori fondamentali che saranno loro da guida nella loro vita come l’attaccamento alle proprie origini, alla famiglia, alla passione per la propria professione.’

Emozione profonda è stata manifestata dal dirigente scolastico dell’IIS Mattei Gaetano Fuiano, ‘unaemozione che si è trasformata in gesti di concretezza reale perché la famiglia Molino ha voluto questo premio che da tanti anni si celebra all’interno della nostra scuola e che da qualche anno si è trasformato in un gesto veramente tanto concreto, perché Mario Molino continua a vivere ancora tra queste mura attraverso la presenza di strumentazioni tecnologiche che ogni anno la sua famiglia dona a questa scuola  per arricchire e rendere più funzionali i laboratori con particolare riferimento al settore elettrotecnico.’

È stato il segretario della Fondazione dei Lions Clubs per la solidarietà Piero Uva, in rappresentanza anche del Lions Club Vasto Host, a ricordare la dimensione anche lionistica di Mario Molino, ben conosciuto a livello internazionale, prima di omaggiare la signora Angela della lettera giunta dalla sede centrale internazionale, Oak Brook (USA), con cui omaggiava l’ingegnere dopo la sua scomparsa.

In rappresentanza del Distretto Lions 108 A Italy, ha preso la parola il presidente della Zona A della VII Circoscrizione Luigi Spadaccini che ha ricordato il rapporto tra i Lions e i giovani e come il lionismo possa rappresentare una opportunità anche per i giovani che vogliono aiutare il prossimo.

Anche Remo Salvatorelli, fondatore del Gruppo Vastarredo,ha parlato ‘di grande emozione perché Mario era un grande amico’, prima di ricordarne i sacrifici e il suo amore per Vasto. ‘Ha realizzato tutti i miei stabilimenti di Punta Penna – ha detto io tutti i giorni alle tre andavo a casa sua a prendere il caffè, era l’amico degli amici. Dopo quasi 40 anni lo ricordo come un fratello.’

‘Le competenze si formanosulla scorta degli insegnamenti di persone come Mario Molino – ha detto l’ing. Edmondo Laudazi – persone che, finito il percorso universitario e conseguita la laurea, dovevano andare a lavorare ed erano costretti ad uscire dalla città dove non trovavano opportunità lavorative. Però portavano dentro quel sentimento di attaccamento alla propria terra che ne condizionava l’intera esistenza.’

 ‘Mi piace guardarvi come probabilmente vi guardava mio padre, con degli occhi di speranza e di fiducia nelle vostre capacità – ha esordito Massimo Molino nella duplice veste di Presidente del Lions Club Vasto Adriatica Vittoria Colonna e secondogenito di Mario e Angelina – Lui credeva molto nei giovani. Oggi qui ci sono le aziende perché papà è stato uno dei precursori di quella che oggi viene definita alternanza scuola-lavoro.’ ‘Papà – ha aggiunto – ha voluto dare risalto a quella che era la formazione dei ragazzi, a quella che è la collaborazione tra il mondo dell’industria che lui conosceva perfettamente e il mondo della scuola e il mondo della gioventù che non doveva scappare via dalla città.’

Quindi ha delineato l’evoluzione del Premio Mario Molino da quando partì come aiuto alla squadra di pallamano dell’IIS ‘E. Mattei’ per poi divenire un impegno sotto forma di borse di studio, quindi stage formativi per dare un’opportunità ai ragazzi, e, infine, dalla pandemia in opportunità di ammodernare il laboratorio di elettrotecnica, prima di un doveroso quanto commosso ricordo del prof. Elio Bitritto collega di Mario.

È toccato al Prof. Denis Colonna, docente dell’istituto tecnico –dipartimento di Elettrotecnica­–, spiegare il funzionamento e l’importanza formativa della apparecchiatura donata realizzata dalla TCM group di cui l’AD Beniamino Tambelli ha delineato brevemente il profilo aziendale, evidenziando in 36 anni l’età media dei suoi dipendenti.

Tra i presenti anche rappresentanti di importanti attività imprenditoriali del vastese a cominciare dall’Ing. Stefano De Carolis, direttore di stabilimento del Centro Siderurgico Industriale, unità produttiva di Vasto, in rappresentanza dell’Ing. Antonio Perrone AD-CEO Gruppo Arvedi; Benito De Innocentis, direttore di stabilimento della Temprasud (trattamento termico dei metalli), di Fresagrandinaria in rappresentanza dell’AD-CEO Michelangelo Del Vecchio; Angelo De Cinque, amministratore della De Cinque Group di San Salvo (Immobiliare/Real Estate · Materiale edile · Noleggio); l’amministratore Alessandro Grassi e il presidente onorario Remo Salvatorelli del Gruppo Vastarredo Industrie (arredi didattici innovativi); Franco Paolini, amministratore unico di Ecoterm (Commercio all’ingrosso di apparecchi e accessori per impianti idraulici, di riscaldamento e di condizionamento); Marco Marino, amministratore unico della Magazzini Frigoriferi Abruzzesi (conservazione integrata e logistica del freddo e del fresco). Attività imprenditoriali che hanno mostrato molta attenzione per la natura del Premio e il rapporto con la scuola che si spera possa far maturare frutti.




DUEMILA STUDENTI A PESCARA

Grande entusiasmo per la Cerimonia d’Apertura della finale di Atletica Leggera

Pescara, 30 maggio 2024. C’è ancora negli occhi di tutti la magia delle fasi salienti della Cerimonia d’apertura delle Finali Nazionale delle Competizioni Sportive Scolastiche di Atletica Leggera su pista e Atletica Leggera su pista Paralimpica, per la scuola secondaria di I e II grado. Uno spettacolo unico che la splendida cornice del teatro del Mare a Pescara, ieri, ha reso ancora più fascinoso.

La manifestazione ha avuto il suo abbrivio con il corteo aperto della Banda Musicale Città di Cerratina che ha aperto la sfilata delle bandiere della Fidal, CIP, Competizioni Scolastiche, Italia, prima del Gonfalone comune di Pescara e dalle Bandiere della pace portate dai volontari del Volta, Marconi e Manthonè. La banda dell’associazione musicale i colori del pentagramma fa capo alla Banda Musicale Città di Cerratina Pescara nata ai primi del Novecento. Attualmente ha un organico diversi elementi, in gran parte formatisi nei Conservatori e Licei musicali di Pescara e Teramo.

È partita, allora, la parata delle 21 delegazioni con bandiera regionale più cartelloni, scortate dallo staff di Educazione Fisica Abruzzo e brandite dagli alunni delle regioni.  Così in ordine: Basilicata, Provincia autonoma di Bolzano, Calabria, Campania, Emilia-Romagna, Friuli-Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Lombardia, Marche, Molise, Piemonte, Puglia, Sardegna, Sicilia, Toscana, Provincia autonoma di Trento, Umbria, Valle d’Aosta, Veneto, Abruzzo. Con l’arrivo davanti alla Nave di Cascella, i conduttori, Ada Di Ianni e Paolo De Carolis hanno dato annuncio d’ inizio dello svolgimento della sfilata, dopo un saluto generico al numeroso pubblico presente.

Intanto, davanti allo stabilimento “Lido beach”, i bambini delle quinte elementari si sono compattati per serrare il corteo mettendosi dopo la regione Abruzzo. Il corteo, debitamente filmato dalle telecamere presenti e con le immagini riflesse sul ledwall di Palco ok, Palco mobile, si è fatto ammirare lungo il lungomare accompagnato dalla musica della banda. Un’onda di suoni ed emozioni che ha travolto tutti.  A questo punto è entrato in scena il coro I.C. Pescara 8, della dirigente Michela Terrigni. Il coro “InCanto“ è un  coro scolastico pluripremiato; fa parte dell’IC8 di Pescara ed è formato da alunni di quinta di scuola primaria e da alunni di prima, seconda e terza media. Essendo parte di un Istituto ad indirizzo musicale, spesso i ragazzi partecipano a manifestazioni pubbliche, anche in altre regioni italiane che li ha messi nella comoda posizione di calcare i palcoscenici più importanti d’Italia.

Tanto per citare qualche esperienza va ricordata quella del 2018 col Premio Nazionale Paolo Borsellino e con l’Orchestra di ragazzi disabili Magicamusica che gli è valso il secondo posto  nel programma televisivo Tu sì che vales. C’è stato, allora, spazio per una nutrita rappresentativa delle classi V delle scuole primarie della provincia di Pescara, partecipanti al percorso didattico ludico-motorio per le classi IV e V delle scuole primarie (progetto “Giochi della gioventù”) IC10, IC5, IC3, IC SILONE Montesilvano, IC2, IC Spoltore. Le classi V si sono fermate sotto il palco per eseguire una breve coreografia, testimonianza della nuova visione dello sport nella scuola, che vede la scuola primaria come punto di partenza necessario al processo motorio. A seguire esibizione di saluto delle classi v elementari dei seguenti istituti comprensivi: IC10, IC5, IC3, IC Silone Montesilvano.

È stato dato, allora, il saluto alle autorità presenti:

  Massimiliano Nardocci, Direttore ufficio scolastico regionale;

• Carlo Masci, Sindaco di Pescara;

• Carlo Cantales Consigliere Nazionale Fidal;

• Lorenzo Sospiri Presidente del Consiglio Regionale Abruzzo;

• Mario Quaglieri Assessore allo sport Regionale;

• Stefania Ardini Vice Questore di Stato;

• Patrizia Martelli Assessore allo sport Comune di  Pescara;

• Giulia Salvatori Funzionaria Ufficio Politiche Sportive del MIM;

• Roberta Bonaccorso Funzionaria Ufficio Politiche Sportive del MIM;

• Enzo Imbastaro Presidente CONI;

. Prof Francesco Bizzarri dell’Università dell’Aquila;

• Renato Di Rocco Vicepresidente Mondiale Ciclistica;

 • Domenico Scognamiglio      Dirigente sport e salute;

• Adamo Scurti, consigliere comunale di Pescara della 4^ Commissione: sport e servizi, Presidente Commissione Consiliare Pescara Futura.

Sul palco, subito dopo, si è presentato il gruppo Modern della scuola di danza asd energy di Roseto degli Abruzzi, con la direzione artistica di Mafalda Suppa con una coreografia davvero efficace e coinvolgente.

Dopo i lunghi applausi sono stati chiamati, per i saluti di rito: Massimiliano Nardocci, Carlo Masci, Mario Quaglieri e Carlo Cantales, accompagnati dal coordinatore regionale di educazione motoria, fisica e sportiva d’ABRUZZO, prof Antonio Passacantando. Nella circostanza è stata data lettura alla lettera inviata dall’On. Paola Frassinetti, Sottosegretaria di Stato per l’Istruzione e il merito: “I miei saluti e ringraziamenti al Direttore Generale dell’Ufficio Scolastico regionale d’Abruzzo, Massimiliano Nardocci, al Coordinatore di Educazione Fisica e Sportiva, Antonello Passacantando e a tutti i dirigenti e docenti coinvolti per l’organizzazione di questa importante iniziativa.  Anche se non posso essere presente di persona alla cerimonia di apertura della “Finale Nazionale delle Competizioni Sportive Scolastiche di Atletica Leggera”, desidero fare un augurio speciale a tutti gli studenti che prenderanno parte alle gare che si svolgeranno in questi giorni a Pescara”.

Il palco poi ha dato spazio all’ I.C. Buonarroti Ripa Teatina e Torrevecchia Teatina diretti dalla prof.ssa Serna Capista Titolo Coreografia: “Wildest Dreams” Di Taylor Swift.

E, con la giusta enfasi, finalmente, è stato annunciato l’arrivo della fiaccola dal mare. Gli alunni designati si sono recati sulla spiaggia per creare un corridoio di bandiere in mezzo al quale passerà la fiaccola. In attesa dell’evento clou, viene proposto uno spettacolo di stringente attualità. “Sappiamo che nel 2023 le vittime di femminicidio sono state 120. La coreografia che la rappresentativa danza sportiva i.c. Corropoli – Colonnella – Controguerra ha presentato, sulle note di Bagdad-liturgia, presenta il messaggio di donne che, da vittime, diventano artefici del proprio destino; anime preziose che, dalle ceneri di vite spezzate e consumate da uomini deboli e incapaci di amare, rinascono forti e piene di vita attraverso il coraggio di chiedere aiuto. La docente che ha curato la coreografia è  Selene Di Pietro.

Maria Parente e Alice Ciancarelli del 3 I indirizzo linguistico dell’istituto di istruzione superiore Ovidio (Sulmona) hanno eseguito una coreografia sulle note di danza Kuduro. Il pezzo rappresenta iconicamente la felicità, la spensieratezza l’arte della danza come modo per divertirsi e stare bene con sé stessi. Insegnante che si è occupata della coreografia è Sonia Indiciani.

Ed ecco, dopo la trepidante attesa, la fiaccola dal mare. Arriva la canoa con le luci del tramonto che rendono l’immagine più toccante. La torcia è portata da due tedofori: Umberto Di Bonaventura che arriva dal mare, si tratta del Presidente del comitato regionale canottaggio, nonché presidente del circolo canottieri “La Pescara” che in questo anno festeggia cento anni di attività. Un sodalizio che ha visto tra i soci, Gabriele d’Annunzio, il Vate che, per l’occasione, coniò uno dei suoi motti più riusciti: Arranca!”.

Con lui Donato Chiavatti per l’ultimo sprint, ex atleta di livello nazionale nel mezzofondo con una carriera sportiva invidiabile. Negli anni ha ricoperto diversi incarichi federali in Abruzzo e, nel periodo dal 2001 al 2012, è stato componente lo staff tecnico del settore maratona della nazionale italiana. Persona autorevole, ex docente di educazione fisica nella scuola e attualmente titolare della cattedra di atletica leggera nella facoltà di scienze motorie Università d’Annunzio Chieti-Pescara. Il tedoforo, passando per il corridoio di bandiere, si è diretto sul palco piccolo, dove è stato posizionato il tripode. Qui vengono invitati i rappresentanti degli atleti e dei giudici per il giuramento solenne (2 alunni e 2 giudici), insieme al Direttore scolastico regionale Massimiliano Nardocci e al Coordinatore regionale Antonello Passacantando. 

Contemporaneamente l’IC 8 Pescara ha preso posizione sul palco per cantare l’inno nazionale. Letto il giuramento, c’è stato in raccoglimento, all’alza bandiera effettuato da Renzo Suppo.

E, mentre il tedoforo ha acceso il tripode, il direttore scolastico regionale ha annunciato l’apertura ufficiale delle Competizioni Sportive Scolastiche. A quel punto è scoppiata la festa con circa 2000 studenti, sulle note dei più celebri balli di gruppo, si sono lanciati in un caleidoscopico e sincronico movimento coreutico che ha convolto anche il passante più refrattario.  




PREMIO AMBASCIATORE PUCCINIANO NEL MONDO

Ai maestri Jacopo Sipari di Pescasseroli e Abigeila Voshtina. Debutto con successo per il soprano napoletano Anna Pirozzi in Madama Butterfly e per il giovane mezzosoprano nel ruolo di Suzuki Valentina Pernozzoli

Pescara, 30 maggio 2024. Le sorprese di Butterfly per Jacopo Sipari di Pescasseroli: Anna Pirozzi ed Eva Golemi sul palcoscenico dell’Opera di Tirana per le celebrazioni dei 120 anni del capolavoro di Giacomo Puccini, con le scene dello storico Festival di Torre del Lago e la regia di Manu Lalli. Menzioni per lo Sharpless di Armando Likaj e gli archi dell’orchestra. La delegazione dell’ Associazione degli Amici del festival Puccini presente in Albania ha nominato il direttore abruzzese Ambasciatore Pucciniano nel Mondo, unitamente alla Sovrintendente Voshtina

Doppio cast a Tirana sul palcoscenico del Teatrit Kombëtar të Operas, Baletit dhe Ansamblit Popullor guidato dalla violinista Abigeila Voshtina, per i 120 anni della Madama Butterfly di Giacomo Puccini, evento di una stagione interamente dedicata al centenario del compositore. Un debutto speciale, quello di Anna Pirozzi, che ha inteso lanciare la sfida ad un ruolo che ha nella minuziosità del pittoresco, nella leggerezza e nei preziosismi musicali, unitamente a temi carichi di simbolismi tragici, morte e maledizione, le caratteristiche del primo atto, con una scrittura orchestrale in continua ascesa,  che eleva l’intensità emotiva dell’opera a livelli mai raggiunti, punteggiata dall’incedere delle arie verso un picco emotivo: il tipico inizio esitante, le frasi frammentate che precedono il crescendo verso una fiamma inestinguibile,  in uno stato pathico che sa di amore e morte, la voce che ha da intraprendere una lunga ascesa, per librarsi e porre l’anima a nudo.

Butterfly ha da trasformarsi da bambina a donna dinanzi agli occhi del pubblico, dimostrando di avere la capacità di autodeterminazione, quando rifiuta la proposta di matrimonio del principe Yamadori, fino a scegliere l’estremo sacrifizio per salvare il proprio onore, assicurando un futuro senza ombre al proprio figlio. La linea d’ombra, attraverso una felice intuizione registica di Manu Lalli, è stata costruita sull’attesa, la veglia, la musica dell’intermezzo. Ci si arriva attraverso l’idea base della Lalli che accosta Butterfly, la casa, l’amore, alla natura, svelando un giardino lussureggiante, con piante, alberi e fiori naturali, finanche le lucciole, popolato dalle amiche geishe di Butterfly e da lei stessa, non lontane dalle fanciulle-fiore tra il Wagner del Parsifal e da quel Proust della versione ultima della Recherche, ove le fanciulle-fiore non compaiono, ma tutta la grande scena Charlus-Jupien che “apre” Sodoma e Gomorra fa riferimento al mistero della fecondazione dei fiori.

Il ritorno della realtà e il ritorno dell’io, lascia dietro sé debolezze e sogni, come un sole che al crepuscolo definisce meglio i contorni, disegni vasti, ironici e dolenti, scolpente mediante una scrittura colma di strazio e di gelo, in orchestra, l’intera bellezza e potenza delle due forze che. in un contrappunto costante guidano le vicende degli esseri: il dolore e l’oblio, che lasceranno campo alla morte, essendo venuto meno proprio il desiderio, che è parte e forma della potenza stessa della Natura, dell’energia eternamente rinnovantesi della rinascita. Le fanciulle-fiore sono bendate di nero, sono ormai cieche e non possono che “venir-meno”  a causa dell’abbandono, dell’assenza, della cura, dello sposo. “Troppa luce è di fuor, e troppa primavera” intima Butterfly a Suzuki.

Il finale pensato per il teatro all’aperto di Torre del Lago, con il coro disposto come nella tragedia greca, che giudica e denuncia, non solo violenza e sopraffazione contro le donne, contro diverse etnie, ma anche ogni focolaio di guerra, schiavitù e occupazione, guardando Pinkerton che vede come noi tutti lo Jigai, sotto una luce bianca, senza ombre, un gesto che tra le note riecheggia sin dall’inizio dell’opera, eliminando, così, ogni velo, ogni paravento, che fin lì aveva fatto procedere la regia per negazione, sottrazione, allusione, anticipo, rimando. L’orchestra del teatro di Tirana, in particolare riguardo la sezione degli archi, con fiati belli nei loro suoni a solo, ma senza preziosismi di amalgama in assieme, fa il doppio alla “casetta che obbedisce a bacchetta”, quando sul podio sale Jacopo Sipari di Pescasseroli, il quale è riuscito ad entrare in empatia con due Butterfly ben diverse per voce, interpretazione scenica, gestualità: Anna Pirozzi ed Eva Golemi.

Soltanto chi ha fatto propria l’opera in ogni sua singola nota e indicazione può riuscire in un’impresa, che non è certo quella di adattarsi al volere e al sentire della due protagoniste, ma di portare entrambe a fondersi al proprio  snodo interpretativo e comunicativo. Il soggetto di fuga a quattro voci che apre l’opera è risultato meccanismo ben oleato alla prima, giusta sintesi dell’intera opera, mentre nella replica ha preso un po’ la mano al direttore, quasi a schizzare quel fumetto che era nelle intenzioni del compositore nei due atti originali, poi rivisti, quella casa a soffietto funzionale, pratica, che Butterfly crede di controllare, ma dalla quale sarà poi sopraffatta completamente.

Anna Pirozzi, voce imponente, ampia e umbratile, nel I atto possiamo rimproverarle un solo neo, canta e ne fa sfoggio, spiegando al vento il suo splendido strumento, soverchiando l’orchestra e ipnotizzando anche il direttore al quale piace far “uscire” il suono della sua formazione, notazione, questa, che diviene poi un punto più che positivo e in ascesa nel secondo atto, passando per l’aria principe “Un bel dì vedremo!” con l’esplosione su di un morir, che esplode di desiderio e amore, fino al finale, quel “Tu piccolo Iddio”, sette tu, sette spade, come una Madonna, ultimo bagliore in un cielo di morte. Eva Golemi è la perfetta Butterfly di “Vogliatemi bene di un bene piccolino”, giocata nella leggerezza dei movimenti codificati della geisha che implora amore da Pinkerton, stando praticamente dietro il vetro della verità, poiché lei che ha sempre “venduto” amore, ora ne è vittima.

La gioca per intero al contrario della Pirozzi con filati sugli acuti, assecondati in pianissimo dall’orchestra. Tra i due Pinkerton che sono stati posti a fianco delle due Butterfly, ovvero Klodjan Kaçani per il primo cast, che al debutto ha dimostrato qualche indecisione, alla sua sortita, e Zi Zhao Guo per il secondo, che è entrato bene, ma solo scenicamente, nel personaggio scanzonato e irridente dei costumi orientali, entrambi pur dotati di squillo e luminosità, non sono stati affatto convincenti per volume. Su entrambi i cast ha dominato in assoluto il baritono Armando Likaj il quale ha prestato le sue lodevoli risorse allo Sharpless della prima, uno stilista vocale dalla pronuncia scultorea, impotente portatore di pietas sin dalla sua apparizione, calandosi in un personaggio di estrema raffinatezza, mentre cambi di registro e non certo fluida emissione abbiamo riscontrato nell’altro console, Solen Alla.

Due rare voci le Suzuki Ivana Hoxha e Valentina Pernozzoli, quest’ultima un talento campano, alla corte della Donata D’annunzio Lombardi, sono riuscite  ad amalgamarsi con le voci e l’interpretazione delle due protagoniste. A completare il cast i due Goro, venuti fuori dal coro, quali  Roel Liupa e per il secondo cast Andi Istrefi, ancora voci verdi, mentre due i nomi anche per lo zio Bonzo, Genc Vozga e Bledar Domi, bene in ruolo e ancora,  il principe Yamadori Erlind Zeraliu, mentre Kate Pinkerton è stata Simona Kerafili, Erion Sheri, quale commissario imperiale, Ogert Islami l’ufficiale di registro e i due Dolore, Drin Pulashi, Etual Uruçi,  quindi, la cugina, Elda Koçibelli, la Madre, Majlinda Laska, la Zia, Sofika Kola e Yakusidé, Metin Jupe. Standing ovation per tutti soprattutto dai celebrati critici in sala un Michele Dall’Ongaro, già premio Puccini, letteralmente incantato e Sabino Lenoci, direttore de’ L’Opera, intervenuto assieme al regista Davide Garattini. Nella replica celebrativa dei centoventi anni del successo pieno della Madama Butterfly il Maestro Jacopo Sipari di Pescasseroli è stato insignito, unitamente alla sovrintendente Abigeila Voshtina del titolo di Ambasciatore di Puccini nel Mondo dal direttivo dell’ Associazione del festival Pucciniano.

“Sono molto onorato di aver ricevuto – ha rivelato commosso il Maestro Sipari – questo prestigioso riconoscimento, insieme ad Abigeila Voshtina, perché sono nato nel teatro all’aperto di Torre del Lago, proprio con questa opera e stasera l’ho diretta con grandi voci e ad agosto torno al festival Puccini per i centoventi anni del volo di questa partitura. Ho da ringraziare il vicepresidente Paolo Spadaccini e il direttore generale Franco Moretti che da sempre mi sostengono e supportano in ogni mia proposta”.




TORNA OPEN! Gli architetti aprono i loro studi al pubblico

Dal 31 maggio al 7 giugno prossimi, a Pescara, Manoppello e Popoli. Inaugurazione itinerante il 31 maggio con un bus che parte dalla Madonnina del Porto 

Pescara, 30 maggio 2024. Angelo D’Alonzo, presidente dell’ordine degli Architetti di Pescara: “Così ribadiamo la nostra volontà di lavorare con il territorio come ordine professionale, rimettendo al centro la figura dell’architetto”. Torna Open! Gli architetti aprono i loro studi al pubblico, appuntamento nazionale che sul territorio della provincia di Pescara vede coinvolto il locale ordine degli Architetti. Tre le località scelte quest’anno per le stanze gialle, punto di riferimento per la scoperta di progetti, idee, iniziative all’insegna dell’integrazione con il territorio di riferimento.

I luoghi scelti sono tre, identitari del territorio: l’area della Madonnina dove è ospitata la categoria Under 35, nella Riserva Naturale Sorgenti del Pescara, poi, spazio alla categoria Rigenerazione e Riuso, mentre a Manoppello in piazza Marcinelle, la stanza gialla ospita la categoria Progetti per la collettività.

Per l’inaugurazione di Open! di quest’anno l’appuntamento è venerdì 31 maggio alle 11 nell’area della Madonnina, con gli interventi di Angelo D’Alonzo, presidente dell’ordine degli Architetti pianificatori paesaggisti e conservatori della provincia di Pescara, Luciana Mastrolonardo, consigliera delegata al Forum Cultura dell’ordine degli Architetti di Pescara, Carlo Masci, sindaco di Pescara e Maria Rita Carota, assessore alla cultura del comune di Pescara.

Il bus parte poi verso Popoli e, a seguire, Manoppello, toccando appunto le località interessate all’iniziativa e incontrando i rappresentanti delle amministrazioni e i progettisti interessanti alle singole sezioni.

“L’obiettivo è aprire gli studi degli architetti, condividerne i lavori con la collettività, all’insegna del valore aggiunto della figura dell’architetto – commenta Angelo D’Alonzo, presidente dell’ordine degli Architetti di Pescara -. In questo modo ribadiamo la nostra volontà di lavorare con il territorio come ordine professionale”.

A Popoli intervengono: Stefania Chiarito, vicepresidente Oappc Pescara, Dante Pallotta, consigliere delegato al Forum Cultura Oappc di Pescara, il sindaco del comune di Popoli Terme, Moriondo Santoro e la direttrice della Riserva Naturale Sorgenti del Pescara, Pierlisa Di Felice. A Manoppello ci sono: Antonio Pastucci, consigliere delegato al Forum Cultura Oappc di Pescara, il sindaco del comune di Manoppello, Giorgio De Luca e il vicesindaco Giulia De Lellis. Ideatrice di Open! con i tre appuntamenti nell’area pescarese è Silvia Kliti del Forum Cultura Oappc di Pescara.

A margine dell’iniziativa, singoli studi di architetti della provincia interessata aprono i loro studi con eventi singoli. Gli architetti e gli studi che aderiscono, per singole sezioni, sono: Under 35, Leporati, Cicoria, Zeda Plus, Pallotta, Mara D´Aurelio, Sara Di Renzo; Collettività, Mks architetti, D’Orazio, Intiso, Mont Girbes, Marco Volpe; Rigenerazione riuso, Silvia Mazzotta, SAUD, Chiola, D’Orazio, DUAS, Vaccarini.

Come condiviso a livello nazionale Open! è occasione per confermare il valore sociale dell’architettura e per far comprendere l’importanza del lavoro di professionisti che con il loro operato incidono profondamente nella vita di cittadini e comunità.




IL PINK PANEL NELLA CANTINA ROSA D’ABRUZZO

Cantine Aperte: Tenuta Oderisio. L’azienda vitivinicola  a conduzione familiare è guidata da 3 giovani sorelle. Durante Cantine Aperte il Pink Panel ospite per un incontro di divulgazione enogastronomica. Riflessioni sul Cerasuolo d’Abruzzo e il vino rosa

Monteodorisio, 30 maggio 2024. Il Pink Panel, gruppo abruzzese di donne wine lovers e foodies, è stato invitato a condurre un momento di confronto enogastronomico sui vini rosa  nella cantina Tenuta Oderisio, in occasione di Cantine Aperte, l’evento nazionale del Movimento Turismo del Vino, che si è svolto lo scorso weekend. La particolarità dell’azienda vitivinicola ubicata a Monteodorisio, è che può contare con una nuova generazione a rappresentanza femminile: le sorelle Simona (enologa), Sara e Alessandra seguono le orme del padre Mario Di Candilo, agronomo e contitolare della cantina.

Tenuta Oderisio, consapevole dell’importanza di Cantine Aperte,  ha voluto affidare al Pink Panel il confronto con i wine lovers; il tema dei vini rosa oltre a essere un trend in termini di consumi a livello mondiale, è utile per delineare la particolarità del Cerasuolo d’Abruzzo – Denominazione autoctona ottenuta esclusivamente da vitigno Montepulciano d’Abruzzo, che si presenta con il caratteristico colore ciliegia (o “cerasa” in dialetto) – rispetto agli altri vini rosa in cui le sfumature variano, così come i vitigni adoperati.

Per l’occasione, in abbinamento alle due tipologie di vini proposti, Cerasuolo d’Abruzzo Doc e Rosa Sara, sono state abbinate pietanze a base di pesce, tra cui cozze ripiene, seppie e piselli, gnocchetti allo scoglio e frittura.

Il corso storico di Tenuta Oderisio si identifica metaforicamente con il concetto di radici ben profonde e nuovi germogli. L’azienda nasce nel 2004, ma la storia dei propri vigneti si perde nella notte dei tempi, quando i predecessori del ramo paterno innestavano in campo le viti di Montepulciano.

A raccogliere il testimone è stato Mario Di Candilo, agronomo laureato presso l’Università di Pisa, che insieme alle figlie Simona (enologa), Sara (dottoressa in Giurisprudenza) e Alessandra (studentessa in Economia, mercati e istituzioni) scrivono nuove pagine di una storia agricola familiare destinata a perdurare. Al capostipite è stato dedicato il vino di punta: “Don Panfilo” Montepulciano d’Abruzzo.

Le 3 sorelle hanno creato una linea di vini molto giovanile, che cattura l’attenzione con etichette la cui sagoma riprende un volto femminile e vi è rappresentato un dipinto di donna. I vini, a base prevalentemente autoctona, sono una sorta di trasposizione del carattere di ciascuna sorella.

“Sara” Rosato Terre di Chieti Igt 2021 è un blend di Syrah e Montepulciano dal piglio ammaliante. Appassionato e sincero come la secondogenita.  Bouquet fruttato con inserti floreali e un accenno di speziatura. Versatile nell’abbinamento gastronomico.

 “Simona” Rosso Terre di Chieti Igt 2019 è il vino della primogenita. Rosso purosangue, blend di Montepulciano e Syrah, deciso e dalla beva agile. Fa solo acciaio e per le caratteristiche organolettiche si presta al consumo estivo se servito intorno ai 16°C. Rispecchia la tempra di chi nasce e cresce all’ombra della vite, con le storie del nonno come colonna sonora.

 “Alessandra” Passerina Terre di Chieti Igt 2021 sbarazzino e sferzante, un viatico verso la piacevolezza. Sentori netti e persistenti, sorso a tendenza minerale. Incarna il carattere della più piccola delle tre sorelle.

A questa esperienza di divulgazione ed enoturismo dedicata ai wine lovers di Cantine Aperte hanno preso parte Jenny Viant Gómez, comunicatrice e fondatrice del Pink Panel, Sandra Pantalone, Enca Polidoro, Norma Claudia Torrieri, Anna Solini, Valentina Marchigiano e Iolanda Civitarese.

IL PINK PANEL

È l’unico gruppo tutto al femminile che include sia esperte di vino che wine lovers. È stato fondato nel 2019 ed è coordinato dalla degustatrice e giornalista freelance e comunicatrice  Jenny Viant Gómez.

Da sottolineare che il Pink Panel® non è un’associazione, bensì un wine club. Si degusta alla cieca, non si assegnano punteggi ai vini, si valorizzano gli abbinamenti gastronomici e  si  assaggiano vini provenienti spontaneamente da tutti i territori, quindi non solo vini abruzzesi.

Ricordiamo che il Pink Panel® si collega alle teorie scientifiche sulle capacità sensoriali delle donne, più sviluppate rispetto agli uomini. «Nella regione del cervello atta a ricevere i segnali olfattivi le donne hanno +43% di cellule  e + 50% di neuroni rispetto agli uomini»,  studio dell’ente Monell Chemical Senses Center di Philadelphia.

Benché tante altre ricerche tendano a sottolineare che le differenze tra i sessi siano marginali o inesistenti, Il Pink Panel® itinerante 100%  femminile si configura come un’esperienza da mettere in campo, senza scopi scientifici o statistici, ma con la consapevolezza che degustare “in rosa” abbia un “sapore” diverso.




FESTIVAL SVILUPPO SOSTENIBILE

Presentati i progetti “I cammini degli altipiani” e telerilevamento incendi boschivi

L’Aquila, 30 maggio 2024. Una rete di sentieri e percorsi dell’estensione di circa 400 km ribattezzata Cammini degli altipiani, pensata come strumento di valorizzazione dei patrimoni locali e promozione di forme sostenibili di turismo e crescita economica delle aree interne; il progetto Territorial caregiving (TeCa), innovativo sistema di telerilevamento degli incendi boschivi basato sulle opportunità offerte dalle nuove tecnologie, dalle videocamere al GIS (Geographic information system), tecnologia progettata per visualizzare e manipolare le informazioni topografiche.

Sono stati i due punti focali dell’incontro che si è svolto martedì 28 maggio nel centro congressi “Luigi Zordan” dell’Università dell’Aquila. L’evento, , frutto della collaborazione tra il centro di documentazione Territori aperti UnivAQ e l’Ufficio speciale per la ricostruzione dei comuni del cratere (USRC), rientrava nel cartellone di appuntamenti del Festival dello sviluppo sostenibile, manifestazione organizzata da Asvis, Alleanza italiana per lo sviluppo sostenibile, rete di oltre 300 soggetti impegnati per l’attuazione dell’Agenda 2030 delle Nazioni unite e dei suoi 17 Obiettivi di sviluppo sostenibile (SDGs).

“Il Festival” spiega il prof. Lelio Iapadre, prorettore delegato alla Sostenibilità dell’Università dell’Aquila “è supportato anche da molte università tramite la RUS, la rete delle università per lo sviluppo sostenibile, di cui è parte anche UnivAQ. Ogni anno organizziamo incontri pubblici per discutere con la cittadinanza questioni di rilievo non solo ambientale ma anche economico e sociale, legate alla sostenibilità dello sviluppo. Con l’Usrc abbiamo collaborato per realizzare percorsi di sviluppo sostenibile nelle aree interne”.

Presente, in rappresentanza dell’Usrc, il responsabile Raffello Fico: “L’ufficio sta compiendo, negli ultimi anni, una trasformazione legata all’estensione, in altri ambiti di intervento, del sistema di governance che ha consentito l’avvio e il prosieguo della ricostruzione fisica dei 56 comuni del cratere del terremoto 2009. Questi comuni sono raggruppati in otto aree omogenee e dialogano costantemente. Questo sistema determina la possibilità di confrontarsi efficacemente anche per altre missioni, come, appunto, lo sviluppo sostenibile e la realizzazione di progetti come quello dei cammini, affidato al nostro ufficio, per volere dei Sindaci, con il PNRR. E’ un sistema di governance che a nostro avviso può funzionare bene anche per altre attività e che potrebbe rivelarsi utile per la rigenerazione di questi territori e l’attuazione di politiche finalizzate a contrastarne lo spopolamento”.

La rete dei cammini degli altipiani è stata illustrata da Agostino Riitano, manager culturale, autore e docente esperto di progetti e politiche di sviluppo locale a base culturale, già project manager supervisor di Matera 2019 Capitale Europea della Cultura e consulente dell’Usrc: “I cammini degli altipiani” spiega Riitano “ sono una rete di 400 km che coinvolge 42 comuni delle aree interne, sposando gli obiettivi dell’Agenda Onu 2030. E’ un’infrastruttura che vuole, nel rispetto degli ecosistemi locali, creare delle connessioni, non solo fisiche ma finalizzate anche a raccontare la storia di questo territorio, legata ai suoi giacimenti di patrimonio culturale materiale e immateriale”.

A spiegare invece il sistema di telerilevamento degli incendi boschivi, un progetto frutto della collaborazione dell’Università dell’Aquila e della Protezione civile regionale, è stato Antonello Ciccozzi, professore di Antropologia culturale al dipartimento di Scienze umane (DSU) UnivAQ: “Nelle circostanze attuali, abbiamo a disposizione tecnologie, come videocamere, GIS e altri sistemi, che consentono di monitorare gli incendi già dal loro nascere, ovvero dai primi focolai. Questo porta alla possibilità di intervenire tempestivamente e spegnerli prima che ancora divampino. Il telerilevamento consentirebbe di gestire quella che è diventata un’emergenza globale, rispetto alla quale, però, c’è ancora scarsa consapevolezza culturale. Quest’ultima ha a che fare con la comprensione della circolarità perversa esistente tra riscaldamento climatico e incendi boschivi. Il riscaldamento aumenta gli incendi, che a loro volta fanno innalzare il riscaldamento. Bisogna costruire consapevolezza culturale e poi sfruttare le infrastrutture tecnologiche per far fronte a questa emergenza, bloccando questa spirale. Solo così potremo dare concretezza allo slogan dell’Abruzzo regione verde d’Europa. Una prima sperimentazione di questo progetto prevede la sistemazione di un impianto di telerilevamento nella pineta di Roio, che consentirebbe un telemonitoraggio di tutta la valle aquilana”.




UNA FOCA DI 23 MILIONI DI ANNI FA

Al Museo dei fossili e delle ambre sabato 1° giugno, presentazione del calco del cranio fossile della Noriphoca Gaudinii

San Valentino in Abruzzo Citeriore, 30 maggio 2024. Un nuovo straordinario reperto si aggiunge alla collezione del Museo dei Fossili e delle Ambre di San Valentino in Abruzzo Citeriore (Pe).

Sabato 1° giugno, alle 17, presso il cortile Convento di San Nicola di San Valentino, sarà presentato il calco originale del cranio fossile della Noriphoca gaudinii, rinvenuto nella seconda metà dell’Ottocento, a pochi chilometri dal paese di Roccamorice (Pe), in una miniera a cielo aperto di calcare bituminoso.

Il reperto, che da oggi sarà conservato all’interno del Museo dei Fossili e delle Ambre di San Valentino, risale al tardo Oligocene-Miocene inferiore (circa 23 milioni di anni fa). Secondo studi recenti, il ritrovamento rappresenta una delle foche più antiche finora note a livello mondiale.

Il cranio di foca, di dimensioni piuttosto grandi (l’animale raggiungeva circa tre metri) è stato descritto la prima volta nel 1870 da Guglielmo Guiscardi, come Phoca gaudinii e da allora è conservato presso il Museo paleontologico dell’Università Federico II di Napoli.

La presenza di questo mammifero pinnipede è dovuta al fatto che 23 milioni di anni fa, la Maiella, era in gran parte coperta da acque saline e tropicali, densamente popolate da pesci e dai loro predatori.

Intervengono:

– Antonio D’Angelo, sindaco di San Valentino

– Alessandro D’Ascanio, sindaco di Roccamorice

– Chiara Delpino, soprintendente ABAP Chieti- Pescara

– Maria Isabella Pierigé, soprintendenza ABAP Chieti-Pescara

– Lucio Zazzara, presidente Parco Nazionale della Majella

– Beniamino Gigante, Associazione Amici del Museo dei Fossili e delle Ambre

– Maria Adelaide Rossi, paleontologa




APPUNTAMENTO IN GIARDINO 2024

Tra natura, biodiversità e paesaggio. 1-2 giugno. Visite guidate al Parco Paesaggistico Lauretum.

Loreto Aprutino, 30 maggio 2024. Il Parco paesaggistico Lauretum e il CEA di interesse regionale Giardino dei Ligustri organizzano visite guidate nei giardini in occasione dell’1 e 2 giugno 2024 alla scoperta di natura, biodiversità e paesaggio culturale loretese.

La giornata si svolge nell’ambito dell’evento nazionale “Appuntamento in Giardino” promosso e organizzato da APGI (Associazione Parchi e Giardini d’Italia), con il patrocinio del Ministero della Cultura e di ANCI-Associazione Nazionale Comuni Italiani. https://www.apgi.it/appuntamento-in-giardino/

La manifestazione, pensata come un’autentica festa del giardino, nasce in accordo con l’iniziativa Rendez-vous aux jardins, che si svolgerà in contemporanea in oltre 20 Paesi europei. L’evento, che ha l’obiettivo di invitare il grande pubblico a scoprire la sorprendente ricchezza storica, artistica, botanica e paesaggistica dei giardini italiani, sarà l’occasione per far conoscere al pubblico, giardini normalmente chiusi e per arricchire le possibilità di fruizione dei giardini regolarmente aperti.

Il parco paesaggistico Lauretum ingloba al suo interno aree naturalistiche e agresti di grande interesse con vedute panoramiche sul borgo di Loreto Aprutino.  È un’oasi verde in continuo fermento che ha l’obiettivo di ridare bellezza a un paesaggio storico per lunghi anni lasciato in abbandono.

Grazie ai continui interventi di riqualificazione, anche nel 2024 sono diverse le nuove aree visitabile e immerse nella natura. I visitatori saranno accompagnati nella passeggiata da Alberto Colazilli, curatore di giardini ed esperto in restauro di giardini storici, che illustrerà il vasto patrimonio botanico presente oltre che le opere di recupero e tanti risultati raggiunti nel 2024.

“Gli interventi di restauro e rinaturalizzazione degli spazi verdi effettuati nel 2024 hanno notevolmente incrementato la biodiversità  nel parco paesaggistico loretese.” spiega Colazilli. “Siamo più che soddisfatti per i successi raggiunti: aree prima abbandonate ora sono aperte al pubblico con opere di riforestazione, nuovi giardini e realizzazione di percorsi e punti panoramici.  Accompagneremo i visitatori nelle aree più importanti per scoprire da vicino  le attività di gestione e valorizzazione del patrimonio verde.  Infine, molto importante è l’opera di riqualificazione e ampliamento delle aree umide e sorgenti presenti nel parco paesaggistico.“

I turni di visita si svolgeranno ogni ora nelle due giornate del 1 e 2 giugno. Mattina: ore 10:00, 11:00, 12:00. Pomeriggio: ore 15:00 – 16:00 – 17:00 – 18:00 – 19:00. La prenotazione è obbligatoria. Per info e prenotazioni: tel. 3291521643 oppure scrivere una mail a parcolauretum@gmail.com.




LA BOLLA TOUR

I Subsonica a Teramo giovedì 8 agosto 2024 alle ore 21:00

Teramo, 29 maggio 2024. I Subsonica saliranno sul palco di Piazza Martiri della Libertà con il loro LA BOLLA TOUR giovedì 8 agosto 2024 alle ore 21. L’evento, che si terrà nell’ambito dell’edizione 2024 della manifestazione Teramo Natura Indomita, è organizzato da ACS Circuito Spettacolo Abruzzo Molise con il patrocinio e il sostegno del Comune di Teramo, la Camera di Commercio Gran Sasso d’Italia, il BIM, la TE.AM. e la Fondazione Tercas.

Il celebre gruppo torinese si esibirà in Piazza Martiri della Libertà per presentare dal vivo le canzoni dell’ultimo album “Realtà aumentata” e tutti i grandi successi della loro ventennale carriera. I Subsonica sono un gruppo rock elettronico italiano nato a Torino nel 1996 dall’unione di alcuni esponenti della scena musicale alternativa: Samuel (cantante), Max Casacci (produttore e chitarrista), Boosta (tastierista), Ninja (batterista), e Vicio (bassista), che ha sostituito Pierfunk dal 1999.

La band, influenzata da ritmi underground e linguaggi sonori sperimentali, ha rivoluzionato la scena e creato un sound riconoscibile, coniugando suoni elettronici, incisività melodica italiana e grande carica sul palco. I Subsonica sono, infatti, unanimemente apprezzati per la potenza del loro live. Numerosi i premi e riconoscimenti collezionati, fra i quali: Premio Amnesty Italia, MTV Europe Music Award, Premio Italiano della Musica, Italian Music Award, Premio Grinzane Cavour, TRL Award, ed una partecipazione al Festival di Sanremo.

Durante l’80esima edizione della Mostra del Cinema di Venezia, i Subsonica vengono insigniti del Premio Speciale Soundtrack Stars Award per la musica di “Adagio”, film di Stefano Sollima. Il 20 ottobre 2023 esce “Pugno di Sabbia”, il nuovo singolo che – assieme al brano “Mattino di Luce” – anticipa il decimo album in studio della band “Realtà Aumentata”, fuori il 12 gennaio 2024.

I biglietti saranno disponibili a partire da martedì 28 maggio alle ore 14, esclusivamente attraverso i canali di vendita autorizzati di ACS Circuito Spettacolo Abruzzo Molise: o Online su biglietteria.acsabruzzomolise.org al link che segue https://biglietteria.acsabruzzomolise.org/scheda-evento.aspx?ID=4798 ; o Telefonicamente al numero 3292750919; o Telefonicamente al numero 0861246773; o Biglietteria ACS presso Via Melchiorre Delfico 32, Teramo (TE) dal lunedì al venerdì dalle 10.00 alle 13.00 e dalle 15.00 alle 18.00. La prenotazione dei biglietti per persone con disabilità deve essere effettuata esclusivamente tramite l’invio di mail all’indirizzo biglietteria@acsabruzzomolise.org.




SCUOLE IN CONCERTO

Gran finale di stagione per I concerti del foyer, appuntamenti che da quattro anni la Camerata Musicale di Sulmona dedica a giovani musicisti nell’ambito della Stagione Musicale dell’Associazione

Sulmona, 29 maggio 2024. Appuntamento giovedì 30 maggio ore 17:30 al fascinoso Teatro M. Caniglia per un pomeriggio speciale con Scuole in Concerto. Un’orchestra formata da 110 ragazzi, studenti di scuole medie: 37 violini, 26 sassofoni, 6 pianoforti, 30 chitarre e varie percussioni. Sarà un palcoscenico “affollato” di giovani talenti musicali selezionati negli Istituti Comprensivi a indirizzo musicale presenti nel territorio della valle Peligna: un evento fortemente voluto dal direttore artistico della Camerata Musicale Gaetano Di Bacco e che vede coinvolti gli Istituti I.C. “Radice – Ovidio”. I.C. N.1 “Mazzini – Capograssi” e I. C. Serafini – Lola Di Stefano.

Il programma musicale propone brani di sicuro “appeal” per un pubblico variegato per gusti ed età: da John Lennon (Imagine) a Lady Gaga (Hold my handicap), a Coldplay (viva la Vida) a P.McCartney (Hey Jude) fino a gli Abba con Mamma Mia. Carola Santana (Oye Como Va) e Gonna Fly Now dalla colonna sonora del film “Rocky” per concludere con  Mambo N.5 di Pérez Prado.

Sarà luna serata speciale, frizzante e carica di energia grazie ai giovani partecipanti e anche ai docenti musicali degli Istituti che hanno collaborato con entusiasmo e passione: Antonio Gentile, Patrizia Fasano, Michele Ciamponi, Francesco Negri, Angelo Turchi, Andrea La Pietra, Raffaele Collazzo, Massimo Pacella, Andrea Silvestri.

Il direttore artistico Gaetano Di Bacco nell’intento di avvicinare sempre più i giovani alla musica, grazie alla collaborazione avviata con gli Istituti scolastici di Sulmona ed ai loro docenti musicali, porta a termine anche quest’anno un obiettivo che diventa sempre più ambizioso e si apre a nuove prospettive, vista la grande adesione dei ragazzi sia in palcoscenico che in platea insieme alle famiglie. Ha superato di gran lunga le previsioni il numero di prenotazioni già registrato.

Preziosa è indispensabile si è rivelata l’adesione e il lavoro svolto con entusiasmo dai docenti di educazione musicale e dei vari strumenti, pianoforte, violino, sassofono e percussioni. Un ringraziamento particolare va all’Assessorato alla Cultura del Comune di Sulmona per la sensibilità e l’attenzione dimostrata per l’iniziativa e per i giovani artisti.

La Camerata Musicale Di Sulmona con i suoi 71 anni di attività guarda lontano e punta sulle nuove generazioni.




NOTA FULGENS: CONCERTO DI GRANDE LIVELLO

Curato e organizzato nella chiesa di Sant’Antonio. L’assessore Marco Di Carlo ha portato i saluti dell’ Amministrazione Comunale.

Giulianova, 29 maggio 2024. È stato l’assessore comunale Marco Di Carlo, nella serata di domenica scorsa, a portare i saluti dell’ Amministrazione Comunale, al termine del concerto organizzato dall’associazione “Nota Fulgens” nell’ambito della stagione concertistica “Note di Primavera”.

Introdotti da Maria Rita Piersanti, hanno eseguito musiche di Mendelssohn. Shostalkovich e Piazzolla, Lucia Medori al violino, Donato Reggi al violoncello e Corrado Di Pietrangelo al pianoforte. Di Carlo ha lodato il trio “Nota Fulgens”, salutato il folto pubblico e ringraziato la presidente dell’ associazione Susy Paola Rizzo per la costante e preziosa collaborazione.




I PRINCESA

In concerto con il loro secondo album

Teramo, 29 maggio 2024. Con il patrocinio del Comune di Teramo e in collaborazione con le associazioni culturali LibereMenti e Polyedra, i Princesa, gruppo teramano che da alcuni anni si è fatto conoscere e apprezzare per il proprio personale omaggio a Fabrizio De André, il 1° giugno presenteranno in concerto al Parco della scienza di Teramo il loro secondo album, dal titolo “Chi ci pensa è perduto”.

Il disco, che verrà distribuito in omaggio con l’acquisto del biglietto ai partecipanti allo spettacolo, include dieci canzoni, di cui una sola tratta dal repertorio di Faber, l’immortale Bocca di rosa, presentata qui con una veste musicale inedita. Le altre sono composizioni sono originali degli stessi Princesa, salvo una propria interpretazione di un brano scritto da Serafino Pulcini.

Pur restando fedeli nello spirito alla tradizione musicale della canzone d’autore e alle tematiche della poetica di De André (la vita, la morte, il tempo, la solitudine, l’emarginazione), con questo album i Princesa intraprendono un percorso musicale ancora più personale, che da ora in poi si affiancherà a quello strettamente dedicato alla preservazione e all’approfondimento del testamento artistico del grande poeta genovese.

Lo spettacolo, che avrà inizio alle ore 21.15, sarà presentato dallo scrittore Enzo Delle Monache e verrà introdotto da un breve monologo affidato all’attore Daniele Di Furia. Come in tutti gli altri spettacoli dei Princesa, l’ingresso allo spettacolo è gratuito per i giovani fino ai 19 anni e i portatori di disabilità.




RIPARTE LA BICIPATTINATA ADRIATICA

La manifestazione, quest’anno alla tredicesima edizione, è nata nel 2011 per sensibilizzare cittadini e istituzioni sulla necessità di una mobilità più sostenibile e per il completamento del tratto Marchigiano-Abruzzese della Ciclovia Adriatica. Previste partenze da nord (San Benedetto del Tronto) e da sud (Francavilla al Mare), con tappe in tutti i Comuni attraversati e arrivo a Roseto degli Abruzzi.

Roseto degli Abruzzi, 29 maggio 2024. Riparte la Bicipattinata Adriatica, manifestazione nata quattordici anni fa da un gruppo di appassionati della mobilità ciclistica per portare all’attenzione delle istituzioni le tematiche relative alla mobilità ciclistica.

Negli anni, anche grazie alle centinaia di partecipanti e al costante lavoro portato avanti, in ambito nazionale e locale, dalle associazioni aderenti, tra le quali la FIAB – Federazione Italiana Ambiente e Bicicletta – e il WWF, molto è stato fatto per il completamento dell’infrastruttura ciclabile costiera abruzzese ed è di questi giorni la notizia dell’appalto del ponte ciclopedonale sul fiume Tronto, che unirà finalmente i percorsi ciclabili di Marche e Abruzzo.

Resta, però – dichiara il presidente FIAB Teramo Gianni Di Francesco – ancora molto da fare, in quanto la ciclovia Adriatica, nel tratto Abruzzese, presenta ancora diverse interruzioni e criticità, e non risulta percorribile da tutti gli utenti in bici o sui pattini, in quanto spesso ha un fondo inadatto o dimensioni inadeguate. Manca, inoltre, a livello regionale, una chiara strategia sulla mobilità ciclistica.

Un appuntamento importante, quindi, quello del 2 giugno, per tenere alta l’attenzione sul tema, tant’è che quest’anno, oltre alle associazioni che, tradizionalmente, collaborano all’organizzazione, anche l’UNITEL – Unione Nazionale Tecnici Enti Locali è tra i promotori.

Come tecnici dei Comuni e delle Province abbiamo a cuore la mobilità ciclistica – dichiara Raffaele Di Marcello, presidente regionale Abruzzo dell’UNITEL – straordinario strumento di pianificazione dello spazio pubblico. La bicipattinata è l’occasione per porre all’attenzione di colleghi e amministratori degli Enti Locali la necessità di ripensare le nostre città nel segno dell’accessibilità universale, dando spazio alle persone prima ancora che alle infrastrutture”.

Infrastrutture, quindi, e servizi, per ciclisti e utilizzatori di mezzi per la micromobilità, come i pattinatori, che anche quest’anno arriveranno numerosi da tutta Italia, grazie alla collaborazione di Pescara Pattini che ha inserito l’evento, insieme ad un’altro gemello che si terrà sulla Costa dei Trabocchi il primo giugno, nel circuito del PPUG – Pattiniamo l’Italia, inserendola nel calendario ufficiale del raccordo di utilizzatori di piste pattinabili distribuito in tutta Italia sia in versione cartacea che digitale.

Ma la mobilità ciclistica è anche rispetto dell’ambiente, come ricorda Dante Caserta, del WWF Italia “tredici edizioni di una manifestazione come la Biciclettata Adriatica, organizzata da soli volontari, è un grande risultato. E il successo che ha raccolto in tutti questi anni è la prova che c’è una richiesta, da parte di tanti, di rafforzare la mobilità sostenibile, non solo per finalità turistiche, ma anche per contrastare l’inquinamento atmosferico e le emissioni di gas climalteranti. Andando a lavoro o a scuola con la bicicletta possiamo contribuire concretamente a combattere il cambiamento climatico. Oltre a fare un po’ di sana attività sportiva all’aria aperta!”.

L’appuntamento è, quindi, per il 2 giugno prossimo, in sella alla bici o con i pattini ai piedi; ognuno potrà percorrere tutto il tragitto o un tratto più breve, per poi incontrarsi tutti a Roseto, dove ci sarà animazione e ristoro. Il ritorno potrà avvenire a bordo dei tanti treni regionali, molti dei quali attrezzati per il trasporto gratuito delle biciclette.




UNA LETTERA DAL FUTURO

Condividiamo con una certa emozione: la porta di ingresso sud del Parco lineare Castellamare

Pescara, 29 maggio 2024. Nuova Pescara – 15 settembre 2030: La Nuova Pescara celebra in questa giornata una decisione, presa ormai 7 anni fa, che ha trasformato radicalmente la vita dei cittadini e l’ambiente urbano della nuova città abruzzese, nata dall’unione di Pescara e Montesilvano nel 2027, in occasione del centenario della nascita del Comune di Pescara.

L’asse stradale noto anni fa come “strada parco”, oggi Parco lineare Castellamare, lungo 6 km e largo 10 metri, originariamente progettato per ospitare una filovia, è ora un vero paradiso per i cittadini della nuova città. La decisione di abbandonare il progetto della filovia e di potenziare l’uso pedonale e ciclabile ha portato a una serie di innovazioni che hanno valorizzato e riqualificato l’area in modi che nessuno avrebbe potuto immaginare sette anni fa.

Lungo i 6 km della parco lineare sono state realizzate sette magnifiche cupole geodetiche di vetro, ciascuna unica nel suo genere. Queste strutture innovative non solo hanno aggiunto un tocco estetico all’area, ma ora offrono spazi multifunzionali per attività ricreative, culturali ed educative. Ogni chilometro è caratterizzato da una cupola a tema diverso, una serra botanica, un planetario, un centro d’arte, una biblioteca multimediale, uno spazio per la musica, un museo della scienza e un’area dedicata alla storia locale. Questi luoghi sono diventati punti di ritrovo e di scoperta per cittadini di tutte le età.

Il piccolo corso d’acqua realizzato lateralmente per tutta la lunghezza dell’ex asse stradale, ha aggiunto un elemento di tranquillità e bellezza naturale. Questo ruscello, interrotto a tratti da stagni e fiancheggiato da piante acquatiche e piccoli ponti pedonali, contribuisce a migliorare la qualità dell’aria e a fornire un habitat per la ricca fauna locale, oltre ad offrire un piacevole sottofondo sonoro per chi passeggia o si rilassa nelle vicinanze.

La scelta di mantenere quest’area come spazio di mobilità attiva ha avuto impatti positivi sulla salute e sul benessere dell’intera cittadinanza. Gli spazi verdi, le aree pedonali e la presenza dell’acqua hanno favorito uno stile di vita più attivo e salutare, riducendo lo stress e migliorando il senso di comunità.

Questo progetto ha trovato perfetta sintonia con l’Agenda 2030 delle Nazioni Unite, un insieme di 17 obiettivi di sviluppo sostenibile definiti nel 2015 per promuovere la prosperità e proteggere il pianeta. La strada parco contribuisce direttamente a diversi di questi obiettivi, tra cui il benessere e la salute (Obiettivo 3), la qualità dell’istruzione (Obiettivo 4), le città e comunità sostenibili (Obiettivo 11), l’azione per il clima (Obiettivo 13), e la vita sulla terra (Obiettivo 15).

Un ulteriore valore aggiunto del progetto è stato l’impianto di 1.000 alberi lungo l’intero percorso. Questi alberi non solo hanno migliorato l’estetica del parco lineare, ma ora forniscono importanti servizi eco-sistemici: gli alberi assorbono CO2, contribuendo a mitigare i cambiamenti climatici, migliorano la qualità dell’aria filtrando inquinanti, forniscono ombra e raffreddamento naturale, riducono il rumore urbano e supportano la biodiversità offrendo habitat per molte specie animali. Inoltre, il verde urbano ha dimostrato di avere effetti positivi sulla salute mentale, riducendo lo stress e promuovendo il benessere psicologico.

La decisione presa nel 2024 di non realizzare la filovia si è rivelata vincente. Le scelte lungimiranti dele Amministrazioni comunali dell’epoca hanno dimostrato che è stato possibile coniugare sviluppo e sostenibilità, creando uno spazio che oggi rappresenta un modello per altre città in cerca di soluzioni innovative e rispettose dell’ambiente. Il parco Castellamare non è solo un percorso tra due ex città, ma un viaggio attraverso bellezza, cultura e benessere, che continuerà a essere apprezzato e amato per le generazioni future.

In conclusione, il trionfo della mobilità attiva sulla greenway segna un capitolo importante nella storia urbana di questa città, ricordando a tutti noi l’importanza di investire in progetti che migliorano la qualità della vita e preservano l’ambiente.

Questo progetto dimostra che un futuro sostenibile è possibile, e ciò che è diventata l’ex strada parco oggi è destinata a rimanere un simbolo di innovazione, comunità e benessere per gli anni a venire.

Radici inComune




GRANDE SUCCESSO DELLA ROLLING

Conquistato il titolo italiano di società su 104 società italiane partecipanti

Martinsicuro, 29 maggio 2024. Si sono appena conclusi i Campionati italiani su strada delle categorie allievi juniores e Seniores e Maratona a San Benedetto del Tronto, grandi successi degli atleti della categoria assoluta, elenco gli atleti sul podio:

Asja Varani

Cirilli Lorenzo

Jury Soriani

Alessio Clementoni

Giulia Presti

Per la categoria Juniores

Sofia Clementoni

Andrea Di Paola

Biondi Matilde

Risultati di tutti

🥇Varani Asia 1 giro sprint

🥇Varani Asia 100 mt sprint in corsia

🥇Cirilli Lorenzo/Soriani Yuri team sprint

🥈Soriani Yuri 1 giro sprint

🥈Clementoni Sofia 42km

🥉Varani Asia / Clementoni Sofia team sprint

🥉Di Paola Andrea giro sprint

🥉Cirilli Lorenzo 100 mt sprint in corsia

🥉Biondi Matilde 42km

🥉Presti Giulia 42 km

🥉Clementoni Alessio 42k

4° Paluzzi Edda 10000 punti

4° Clementoni Alessio 10000 punti

4° Campitelli Giorgia 1 giro sprint

4° Di Paola Andrea 15000 eliminazione

5° Clementoni Sofia 10000 punti

5° Clementoni Sofia 15000 eliminazione

5° Frattone Riccardo 21km

Gli atleti ogni giorno portano avanti un enorme carico di allenamenti che vanno dalle 2 alle tre ore.

Gli atleti si stanno preparando anche per i prossimi raduni in vista delle convocazioni pe ri campionati Europei che si svolgeranno a luglio ad Ostenda e i Mondiali che si svolgeranno a settembre a Pescara e Sulmona

Il tecnico Guido Cicconi: La società sta preparando il XXIII Domenico Bosica Roller race Trofeo Internazionale che quest’anno porterà molte nuove iniziative di spettacolo durante la manifestazione

A giugno saremo presti al Trofeo per i giovani atleti a Fanano che vedrà la partecipazione di nuove e importanti leve che saranno il futuro della nostra associazione.

Tina Bosica Vicepresidente: Atleti davvero ammirevoli che con il proprio allenatore Guido Cicconi (anche tecnico federale), fanno sacrifici assurdi tutti i giorni per allenarsi anche in altre località alla ricerca di impianti idonei. Ore ed ore di allenamento giornaliero. Grande plauso anche a Domenico Bosica Junior  e Matteo Voltattorni per il grande lavoro sull’attività giovanile, fulcro e cuore della nostra associazione. Siamo orgogliosi della società un team di atleti che ci vanno vivere emozioni indimenticabili, atleti che insegnano ogni giorno a noi che semplici gesti il valore del nostro sport.

“A nome di tutta l’amministrazione comunale – le parole del sindaco Massimo Vagnoni – faccio i complimenti alla Rolling Pattinatori Bosica per la recente vittoria del titolo italiano. Una società sportiva tra le più longeve della nostra città e che negli anni ha portato Martinsicuro sui grandi palcoscenici internazionali del pattinaggio. Siamo molto orgogliosi di questa bellissima e consolidata realtà sportiva”.

“Come delegato allo sport non posso che essere felice di questo nuovo importante traguardo conseguito dalla Rolling – commenta, invece, Alessandro Casmirri – Ci stiamo preparando al  XXIII Domenico Bosica Roller race Trofeo Internazionale che quest’anno prevede tante interessanti novità. Un grazie ai dirigenti della società, agli istruttori e ai ragazzi per l’impegno quotidiano”.




ARRIVA IL DIORAMA FESTIVAL

Musica, arte, spettacolo e sostenibilità l’8 giugno a Villa Frigerj. Amministrazione e organizzatori: “La rassegna unisce identità dei luoghi e contemporaneità. Lieti di portarla in città”

Chieti, 29 maggio 2024. Sarà a Chieti la prima uscita dell’edizione 2024 del Festival Diorama, un percorso itinerante alla (ri)scoperta dei luoghi più suggestivi d’Abruzzo che unisce musica, arte, territorio e che approderà in città l’8 giugno prossimo, nell’area antistante Villa Frigerj. L’evento, a cura della Diorama APS in collaborazione con il Comune di Chieti e la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio Chieti – Pescara, gode del patrocinio del Ministero alla Cultura e della Regione Abruzzo. Programma, tematiche e ospiti dell’evento sono stati illustrati stamane da Paolo Cicalini, direttore artistico della Diorama Aps che organizza l’evento, dal sindaco Diego Ferrara, il vicesindaco Paolo De Cesare, gli assessori Chiara Zappalorto e Stefano Rispoli, del consigliere comunale Paride Paci, nonché della funzionaria della Soprintendenza Emanuela Criber, il direttore de La Civitella Michele Iannicca e Gioia Di Girolamo, direttrice della sezione arti visive del Festival, Nicola Della Corina responsabile di Formula ambiente, parte delle iniziative.

“Sono certo che questo evento porterà una carica positiva di energia e novità alla nostra città – sottolinea il sindaco Diego Ferrara – . Lieto che si svolga davanti a uno dei musei archeologici della città e del territorio e che coniughi, grazie al lavorio fatto insieme tanti temi che riguardano la comunità. Grazie agli organizzatori per averci scelti, a tutti enti e realtà che hanno fatto da motore con noi e per noi, affinché si realizzasse e agli assessori ad Ambiente, Lavori Pubblici, Cultura, nonché al consigliere Paride Paci che hanno fatto largo a una proposta che porterà tantissima attenzione e iniziative a Chieti per l’8 giugno”.

“Chieti sarà la prima tappa di promozione territoriale del Festival – illustra Paolo Cicalini, direttore artistico del Diorama – . Il Festival è attivo dal 2021 ed è nato per accendere l’attenzione su luoghi suggestivi e identitari, attraverso elementi contemporanei. Il luogo scelto è l’elemento centrale del Festival, è per noi un fattore di orgoglio partire da Chieti, una tappa che abbiamo fortemente voluto e che si realizza grazie a una riuscita collaborazione con il Comune e con il sostegno di altri soggetti attivi sul territorio, dalla Soprintendenza e la Direzione Museale, nonché Formula Ambiente con cui abbiamo studiato la parte iniziale del Festival e gli altri soggetti che sono diventati motore dell’evento. Uno degli obiettivi di Diorama è essere in grado di fungere da collettore fra enti e associazioni locali, lavorare insieme per valorizzare la città. In programma ci sono tante cose, sensibilizzazione ambientale, c’è la musica di ricerca con il cantautore Perlaluna e una selezione di artisti teatini che lo accompagneranno. Per le arti visive, ci saranno contenuti speciali con l’artista teatino Alex D’Aquila e poi iniziative dedicate alla sostenibilità e alla tutela dell’ambiente”.

“LUMEN è l’arte visiva di Diorama – aggiunge Gioia Di Girolamo – In ogni tappa del festival un installazione digitale, grazie alla partnership con Mydw agency ospitiamo un artista che quest’anno sarà il teatino, Alex D’Aquila, il quale svilupperà un progetto basato sulla ricerca e legato alla letteratura, costruito con frasi scelte ad hoc e sviluppate per il territorio, per valorizzare il luogo e mettere in campo un’opera che sposi e valorizzi la città”.

“Si tratta di un Festival ad alto contenuto innovativo – così il vicesindaco e assessore alla Cultura Paolo De Cesare – . Questa è la ragione per cui abbiamo aperto le porte, perché Chieti si riempia di un pubblico giovane e pronto a fare della cultura una scoperta, qual è quello che segue Diorama. Grazie a tutti gli attori di questa iniziativa che siamo certi avrà riscontro anche sull’economia del territorio”.

“Un Festival per promuovere bellezza e sostenibilità – sottolinea l’assessora all’Ambiente e transizione ecologica Chiara Zappalorto – . Voglio ringraziare il consigliere Paride Paci che ha fatto da motore, Abbiamo voluto Diorama perché è vettore di qualità, con il patrocinio del Ministero della Cultura e abbiamo voluto andare oltre, coinvolgendo Formula Ambiente sul tema della sostenibilità e i veri protagonisti del futuro che sono i bambini. Con loro abbiamo costruito un percorso di sensibilizzazione incentrato sull’utilizzo prezioso dell’acqua: i bambini apriranno il Festival su questo tema e consegneranno alla città dei pensieri che diventeranno un’installazione, un muro con tante simboliche goccioline di acqua, dentro cui saranno scritti i consigli dei bambini per non sprecarla. Grazie a Paola Cavallo che con Formula ci ha aiutato a coinvolgere le scuole, che hanno lavorato con noi per la riuscita di questa parte inedita di Festival”.

“La nostra mission è anche quella della sostenibilità ambientale – aggiunge Nicola Della Corina di Formula Ambiente – e ringrazio l’Amministrazione che ci ha fatto partecipare per sostenere l’importante lavoro di costruzione della sostenibilità con i bambini che sono i cittadini del futuro. Questo perché la comunicazione ambientale passa soprattutto attraverso il loro coinvolgimento”.

“Il Festival è un’occasione di qualità per Chieti – conclude Paride Paci – . L’esordio di Diorama in città arriva da una sinergia importante. Siamo felici sia diventata realtà perché è un prodotto importantissimo che vogliamo sia volano di economia e novità per la città e il territorio”.




TRE LE MEDAGLIE PER GLI ATLETI DELL’ATENEO

Il rettore ha ricevuto una delegazione del Cusunite al rientro dai campionati nazionali

Teramo, 29 maggio 2024. Il Rettore dell’Università di Teramo Dino Mastrocola e il delegato allo sport dell’Ateneo Luigi Mastrangelo hanno ricevuto questa mattina una delegazione del CusUnite al rientro dai Campionati Nazionali Universitari, disputati in Molise.

Una spedizione di successo − coordinata dal presidente del Cus Denis Mignini e dal suo staff − che ha fatto registrare un risultato importante, se si considera che si tratta della seconda partecipazione assoluta ai CNU.

Negli sport individuali, infatti, la squadra teramana ha conquistato tre medaglie: Luigi Case, studente di Scienze della Comunicazione, ha bissato il successo ottenuto lo scorso anno confermandosi campione italiano universitario nel salto in lungo; Gioia Brandimarte, studentessa di Giurisprudenza, ha conquistato l’oro nel Karate (senior femminile kumite – 50 kg); Stefano Ulisse, studente di Scienze Politiche, è salito sul podio nel golf aggiudicandosi la medaglia di bronzo.

Risultato di successo anche per la prima qualificazione alla fase nazionale in uno sport di squadra: la pallavolo femminile, guidata dal coach Aldo Coccioli, ha battuto le campionesse d’Italia di Milano.

«La nostra Università – ha dichiarato il Rettore – ha lo sport nel suo DNA anche per l’impegno culturale e formativo in questo settore. Non possiamo che essere orgogliosi dei risultati raggiunti dal CUS e dai nostri studenti».

«Il successo ai Campionati Nazionali Universitari – ha aggiunto Luigi Mastrangelo – sebbene ottenuto in discipline individuali è il risultato di un lavoro di squadra che il Cus è riuscito a portare avanti con determinazione». «Siamo molto felici − ha dichiarato il presidente Mignini − soprattutto per i nostri studenti, che hanno partecipato ai CNU con impegno e correttezza. Un ringraziamento va ai dirigenti e ai tecnici, per l’impegno profuso durante l’intero an




LA POESIA VIAGGIA TRA ABRUZZO E PUGLIA

Cesira Donatelli, la poesia è sostenibilità e invocazione alla vita

Castel di Sangro, 29 maggio 2024.  Sabato scorso, i lavori al convegno, Innovazione Ambiente Alimentazione, organizzati dall’ Istituto Tecnico e Professionale Agrario A. Serpieri, la poetessa Cesira Donatelli li ha aperti affermando che la poesia è sostenibilità. Un inizio che ha sorpreso e coinvolto i presenti, sin dalle prime battute, creando punti di connubio, con gli interventi degli altri relatori presenti al tavolo. Il dirigente dell’Istituto Francesco di Girolamo ci ha tenuto ad evidenziare, dal canto suo, le caratteristiche del ponte che congiunge, attraverso l’Agrivoltaico, l’agricoltura tradizionale e le energie rinnovabili.

“Sosteniamo la nostra terra” il sottotitolo dell’evento svoltosi presso Il Convento della Maddalena di Castel di Sangro il 25 maggio scorso e si configura nelle Giornate Agrotecniche 4.0. Presenti alunni, docenti e produttori locali, tutto finalizzato a far interagire scuola e ambiente circostante per mezzo delle attività agricole, di lavorazione e di produzione di prodotti finali locali. Nel corso dei lavori l’Ing. Mario Rainaldi, Direttore del Museo Civico  Aufedinate  ha comunicato, altresì, nuove forme di collaborazioni con il dipartimento di Agraria della Federico II di Napoli finalizzate alla realizzazione di un orto botanico nei pressi del Convento della Maddalena.

Si è chiamati a provvedere alla costruzione del nostro benessere, dobbiamo custodire la vita che ci è stata affidata, mediante gesti di bellezza, di prevenzione, di cura degli ambienti che viviamo. Le tecniche migliorative in ambito agricolo aiutano a rinnovare ad ogni alba il patto che sin dalla nascita stipuliamo con madre natura.

Apparteniamo ad un ecosistema dove l’uomo, la terra, le piante e gli animali sono già poesia, il compito dei versi è quello di occuparsi della sostenibilità dello spirito, dell’amore, delle relazioni, delle scelte e degli accadimenti. Insomma, una poesia concreta e tangibile che si mescola con una poesia eterea. Queste le parole di Cesira Donatelli, intermezzate dalla lettura di alcuni suoi versi dedicati al Fiume Sangro, che hanno riscontrato la totale approvazione del Prof. Luigi Scognamiglio docente di gestione e qualità delle certificazioni presso l’Università Federico II di Napoli, del Prof. Fabio Terribile docente in Pedologia presso l’Università Federico II di Napoli.

I sistemi agrivoltaici innovativi, raccontati tra potenzialità e limiti, cogliendo la necessaria sinergia tra sole ed agricoltura sono stati coronati dagli interventi dell’agrotecnico Arcangelo Petta, Presidente Collegio Agro tecnici Molise e dall’Ing. Marcello Conocchia. Entrambi apportando non solo di aspetti tecnici, ma di concreta operatività ed applicabilità quotidiana.

I versi della poetessa abruzzese, il pomeriggio di sabato scorso, sono volati, anche, alla volta della Puglia, ad attenderla un riconoscimento per la sua lirica – Vita, smarrendo-. Nella elegante sala Rosa del Vento presso la Fondazione Monti Uniti di Foggia, la giuria presieduta dal Prof. Francesco Lenoci, docente, fra le altre cose, presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, ha inteso attribuirle una menzione speciale per il suo tagliente componimento poetico. Evento culturale promosso e organizzato dalla famiglia Pirro.

La motivazione riportata sull’antologia dedicata, unitamente alla poesia premiata, alla XX° Edizione del Premio di Poesia Nazionale Il Sentiero dell’Anima recita: “il componimento è un’invocazione alla vita, contro le asperità perché stiamo smarrendo il senso dell’esistenza, perché stiamo smarrendo il senso vero e profondo del nostro vivere, andando dietro le cose futili, quelle svuotate di senso che non danno il giusto valore alle azioni quotidiane. La poesia è quasi un pàrodo greco, un grido di dolore contro la vita stessa che ci sta sfuggendo di mano: presi dal ritmo frenetico, non ci accorgiamo che la vita scorre nonostante tutto e smarriamo il senso più intimo della nostra vita, nonché noi stessi.

Il sintetico ed efficace #poesiaovunque coniato dalla scrittrice Cesira Donatelli, autrice dell’opera poetica Nettare di Luce edito Masciulli Edizioni, nei due differenti eventi di sabato scorso, ha trovato nuove e più ampie conferme e forme di applicazione. L’autrice sta lavorando all’uscita di un romanzo di letteratura erotica, che contempla passaggi di poesia. Sarà dato alle stampe dalla Masciulli Edizioni. Guardiamo al venire e componiamoci ad esso attraverso la poesia.




APPLAUSI A SCENA APERTA

Domenica scorsa, per l’Eredità, spettacolo diretto da I Merli Bianchi, patrocinato dal Comune di Giulianova e promosso dalla AIPD di Teramo.

Giulianova, 29 maggio 2024. “Il teatro è tutta una meraviglia”, dice nel video di backstage una delle attrici dello spettacolo messo in scena domenica pomeriggio, a palazzo Kursaal, dal gruppo teatrale  “Up”. E meravigliosi, non a caso,  sono stati i protagonisti della rappresentazione “L’Eredità “, diretta da “I Merli Bianchi” e promossa dalla sezione di Teramo Associazione Italiana Persone Down.

Lo spettacolo ha riscosso domenica un grande successo, applauditissimo da un pubblico non solo numeroso, ma anche molto divertito. Quella di Giulianova era peraltro solo una delle tappe di un tour provinciale che sta impegnando da giorni la compagnia.

In apertura della serata, è intervenuto Emidio Agostinelli,  presidente provinciale dell’ AIPD, attiva dal 1979 in Italia, dal 1995 a Teramo.

Ha portato il saluto dell’ Amministrazione Comunale, che ha patrocinato l’iniziativa,  il Vicesindaco e assessore alle Politiche Sociali Lidia Albani. Margherita Di Marco, che con Alessandra Zancocchia ha curato e diretto lo spettacolo, ha bene illustrato gli utili e piacevoli risvolti dell’attività teatrale, capace come poche altre di insegnare autonomia, percezione dell’altro e stima di sé.

Il finale ha a ragione tributato una pioggia di applausi a tutti i ragazzi in scena, ovvero a Alessandra Caprar, Alessandro Salpietro, Alessio Di Luciano, Antonella Galzio, Elena Pompetti, Giancarlo Di Lodovico, Leonardo Cetrullo, Lia Di Dionisio, Lorenzo De Antoniis, Lucia D’Andrea, Nicolò Sammassimo, Niccolò Di Giacopo, Noemi Boffi, Rita D’Angelo, Stefano De Giorgis ( attore e aiuto regista).




CONTEST MARSICALAND

Per le istituzioni passaggio fondamentale per rafforzare il senso d’identità

Avezzano, 29 maggio 2024. Il contest di cucina lanciato dal festival dell’agroalimentare Marsicaland per trovare il piatto che meglio rappresentasse la “marsicanità” ha rappresentato un’occasione unica per celebrare la ricchezza culinaria e culturale di questa terra.

Cinque chef selezionati tra i numerosi che avevano presentato una ricetta si sono sottoposti con i loro piatti al giudizio dei giurati i quali, dopo un attento esame di vari fattori, hanno decretato il vincitore.

“Il festival diffuso dell’agroalimentare”, ha commentato il sindaco di Avezzano, Gianni Di Pangrazio, “sta puntando decisamente a rafforzare il senso di appartenenza e l’identità del territorio. Un sentimento che abbiamo visto esprimersi durante le passate settimane, nelle persone in festa per il Giro d’Italia e che significa sentirsi orgogliosi della propria città e del proprio territorio e che contribuisce a renderlo riconoscibile e attrattivo. Anche questa iniziativa importante va nella direzione giusta: un motivo in più per ringraziare gli chef che si sono messi in gioco, pensando ed elaborando il piatto identificativo della Marsica”.

Sandro Baliva del ristorante Madonna delle Vigne (Celano) ha vinto il primo premio con il piatto “Marsigrani”, un mix di cereali e legumi locali che omaggia le radici storiche e culturali della Marsica. Altri premi sono stati assegnati a Federico Orlandi del ristorante Orlandi tartufi (Avezzano) per la sua “Patata Marsa”, Paolo Verna del Postaccio – Bacaro Marsicano (Avezzano) per la “Carezzaccia”, Maurizio Di Marco Testa del ristorante La Parigina (Tagliacozzo) per il piatto “Memoria”, e Yuri Cursi per la sua proposta “Scarpetta”.

Il vice presidente del consiglio regionale d’Abruzzo con delega all’Agricoltura, Emanuele Imprudente, ha evidenziato che “Il progetto Marsicaland è innanzitutto un progetto culturale, dove il cibo e la qualità dei prodotti sono il trait d’union di una storia di una cultura e di un’identità che si vuole rappresentare. Dentro questo ragionamento prende corpo la costruzione di quella che è la caratterizzazione di un piatto che rappresenti tutto il territorio che ne esprima la cultura che ne esprima le tradizioni che ne esprima la valorizzazione territoriale e ambientare, di una terra  che è unica al mondo. Si sta costruendo un’identità fatta di cultura fatta di storia fatta di tradizioni e di tante innovazioni, caratterizzata dalla qualità assoluta dei prodotti che sono frutto di un territorio unico e che possono rappresentare un volano economico che va oltre l’agricoltura e le aziende, e che ne determini anche la valorizzazione turistica e culturale. Questo è stato il senso del concorso e i piatti finalisti, ognuno a modo proprio, hanno determinato queste emozioni uniche”.

Soddisfatto anche il direttore artistico dell’iniziativa, Giuliano Montaldi, che insieme al direttore scientifico, Ernesto Di Renzo, sta già lavorando ai prossimi appuntamenti del festival.

“Dopo un lungo e complesso lavoro organizzativo si è giunto al primo vero appuntamento del progetto Maricaland”, ha concluso Montaldi, “il contest ci ha permesso di avere la conferma che il territorio Fucense ha una grande e intensiva  produzione agricola e che i suoi prodotti – patate, barbabietole, frumento, carote, radicchio, finocchi e aglio – possono essere “usati” insieme a un’infinità di erbe selvatiche, per creare una tipicità culinaria a oggi completamente assente. Queste due semplici intuizioni, che hanno dato avvio al contest, ci hanno permesso di avviare un processo di identificazione territoriale lungo e complesso che avrà bisogno di supporto economico per veicolarlo con un mirato marketing promozionale. Ma siamo fiduciosi perché attraverso la bravura, la creatività e l’impegno dei nostri chef sicuramente riusciremo con i piatti ad abbattere quei campanilismi che frammentano il territorio e che si manifestano in maniera disorganizzata a chi decide di visitare questa terra”.