L’ASD SCI DI ALFEDENA ALLA FESTA FISI

Regione Abruzzo, Senato della Repubblica e FISI con mano sul cuore per Inno di Mameli

L’Aquila, 21 ottobre 2024. Alle 17:00 circa, l’Inno di Mameli si è appropriato del petto e del cuore di tutti i presenti e, la ben nota, festa degli sport invernali, concepita e concretizzata dalla FISI CAB, ha avuto inizio.

La sala conferenze del Canadian Hotel di L’Aquila, affollata da giovani atleti ed atlete, da genitori, da tecnici, da figure politiche di tutto rilievo e da tante medaglie, riconoscimenti e attestati è stata animata fino al tardo pomeriggio di sabato 19 ottobre scorso, ed ha avuto il privilegio di toccare con mano la bellezza e l’importanza connaturata allo sci alpino e allo sci nordico.

Apprezzata e applaudita da tutti la presenza di Flavio Roda, Presidente della Federazione Sport Invernali. Roda ha consegnato ai presenti, durante l’intervista condotta dal giornalista Enrico Giancarli parole di apprezzamento per il Comitato Abruzzese, riconoscendolo sano, proteso all’impegno e al risultato, pertanto vanto per l’intera Federazione.

Presenti il comitato regionale abruzzese, campano e varie associazioni sportive. Tantissimi gli atleti premiati per i successi conseguiti. Per l’ASD Sci Club di Alfedena, presieduto da Arturo Como, preparato e allenato da Elena Como, la medaglia del Comitato Regionale color oro, per la stagione invernale 2023/2024, è andata ad Alessia Basile per la cat.  aspirante F sci di fondo e quella color argento, a Di Vito Gabriele Carlo per la cat. Baby M. Presentata, altresì, la squadra di comitato. Ne fanno parte, con grande merito e orgoglio Alessia Basile come atleta e Elena Como, in qualità di tecnico. Due donne di Alfedena che, avvolte dal colore rosso fuoco delle felpe di comitato, si distinguono e fanno ben parlare di loro e della loro terra. Arturo Como, in qualità di Consigliere Regionale FISI e di Presidente della Commissione Fondo Abruzzo, ha avuto il piacere di vedere da vicino gli occhi emozionati e i sorrisi dei ragazzi del fondo abruzzese che ha premiato.

Ogni evento si distingue per un momento in particolare, nella giornata di sabato tale momento è coinciso con il frangente in cui, sono stati premiati due ragazzi dello Special Olympics Italia Team di L’Aquila. A questi atleti l’in bocca al lupo per la loro convocazione ai Giochi Mondiali Invernali Special Olympics 2025.

Di una delicatezza e di una forza senza simili le parole che il Presidente Flavio Roda ha scelto di destinare, in maniera piuttosto riservata, ad alcuni tecnici di società sportive per elogiarli sul compiuto e per incoraggiarli sul da compiere, la vicinanza di un presidente è sempre cosa buona e giusta ad ogni livello e grado.

Nella sua L’Aquila, in veste di Senatore della Repubblica, oltre che di affezionato figlio, Guido Quintino Liris. Il senatore ha sottolineato l’importanza della vicinanza allo sport, mediante scelte politiche calzanti, ha ringraziato l’assessore regionale Mario Quaglieri per la continuità e la qualità di operato con cui lo ha sostituito in ambito regionale.

Utile ricordare che l’assessore regionale Mario Quaglieri, al suo secondo mandato nella giunta regionale, ha all’attivo numerose deleghe, fra cui quella allo sport e all’impiantistica sportiva. Quando, l’accorto, moderatore Paolo Sinibaldi, ha passato il microfono a Mario Quaglieri, si è subito parlato in termini di concretezza di aiuti e sostegni da dare al comitato, precisamente per il Trofeo Coni Cat. Under 14.  Non sorprende tutto ciò, l’assessore sì è sempre distinto per atteggiamenti di solerzia, attenzione e dinamismo nel suo agire politico.

Ad accogliere questa ondata di sci e di sciatori la forte e bella L’Aquila, ad ospitare la sede del Comitato Regionale sempre la più unica che rara L’Aquila. In rappresentanza del Comune di L’Aquila a fare le veci del Sindaco Pierluigi Biondi, Luigi Faccia. Faccia, al di là dall’essere consigliere comunale di L’Aquila, con delega allo sviluppo del Gran Sasso è il Vicepresidente collegio i maestri di Sci Abruzzo. Il consigliere comunale, oltre a portare i saluti del Sindaco Biondi, ha annunciato la calendarizzazione della Festa dello Sport che si terrà a L’Aquila a novembre.

Dato che noto proverbio recita “che gli ultimi saranno i primi”, si può asserire senza timore di smentita che, il primo a prendere la parola, a fare gli onori di casa e a dare il benvenuto a tutti è stato il Presidente del Comitato Abruzzese, Angelo Ciminelli. Ciminelli è stimato e ammirato presidente del CAB da ben tre mandati. Quanto magistralmente andato in scena sabato sin qui riportato è stato, ancora, una volta possibile grazie alla sua dedizione, al suo amore per lo sci e al suo voler bene al comitato abruzzese e a tutti i suoi componenti, in maniera sincera e disinteressata. Meriti e onori che, come, già succitato, gli sono stati pubblicamente tributati dal presidente Roda e da ognuno degli intervenuti. Angelo Ciminelli è noto alla comunità sportiva, ed è altrettanto conosciuto nell’ambito politico perché Sindaco di Ovindoli. Ha gratificato tutti la notizia diffusa dal presidente di Comitato Regionale, nella quale enunciava l’assegnazione di un contributo regionale di € 400.000,00 per Trofeo CONI cat. Under 14.

Lo sport non deve mai discostarsi dalla scuola, dalla cultura e dalla vita pratica. A questa festa dello sport, difatti, si affianca da ben undici anni, Il Premio Aristotele -Scuola e Sport-. A vincere questo premio, intitolato ad Erminio Aristotele, insegnate di educazione fisica, appassionato di montagna e faro per i giovani che si sono e, si accostano allo sport, due atleti di origine campana. Presente in sala, per l’assegnazione il figlio Ebron Aristotele. La formula per assicurarsi il premio, concretizzabile, anche, in € 500,00 risiede nel conseguimento di buoni risultati sportivi e nel raggiungimento di una buona media scolastica.

La sintesi di questa giornata che è stata aperta con le parole “Fratelli D’Italia, l’Italia s’è desta”, la si trova nella pronuncia incisa sulla targa, apposta alla base della Majeletta, dedicata al professore Aristotele che recita: “Amò la montagna, la visse con i giovani per la passione dello sci, ad essi insegnò la disciplina, scuola di sport e di vita”.

Perché nello sport e nella montagna si è Fratelli.




IL POTERE È UN NARCOTICO che ci rende schiavi

… a meno di non usarlo per servire il prossimo

di  don Rocco D’Ambrosio

Globalist.it, 20 ottobre 2024.  Ne conosco tanti di “narcotizzati” di potere: nelle istituzioni, nella politica, nella Chiesa cattolica, nella PA e nelle NGO, nelle associazioni e nei piccoli gruppi. Ovunque.

Il Vangelo odierno: In quel tempo, si avvicinarono a Gesù Giacomo e Giovanni, i figli di Zebedèo, dicendogli: «Maestro, vogliamo che tu faccia per noi quello che ti chiederemo». Egli disse loro: «Che cosa volete che io faccia per voi?». Gli risposero: «Concedici di sedere, nella tua gloria, uno alla tua destra e uno alla tua sinistra».

Gesù disse loro: «Voi non sapete quello che chiedete. Potete bere il calice che io bevo, o essere battezzati nel battesimo in cui io sono battezzato?». Gli risposero: «Lo possiamo». E Gesù disse loro: «Il calice che io bevo, anche voi lo berrete, e nel battesimo in cui io sono battezzato anche voi sarete battezzati. Ma sedere alla mia destra o alla mia sinistra non sta a me concederlo; è per coloro per i quali è stato preparato».

Gli altri dieci, avendo sentito, cominciarono a indignarsi con Giacomo e Giovanni. Allora Gesù li chiamò a sé e disse loro: «Voi sapete che coloro i quali sono considerati i governanti delle nazioni dominano su di esse e i loro capi le opprimono. Tra voi però non è così; ma chi vuole diventare grande tra voi sarà vostro servitore, e chi vuole essere il primo tra voi sarà schiavo di tutti. Anche il Figlio dell’uomo, infatti, non è venuto per farsi servire, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti» (Mc 10, 35-45 – XXIX TO B).

“Ammazza che coraggio!”, direbbero alcuni romani a Giacomo e Giovanni. I figli di Zebedeo osano chiedere posti in prima fila, nella gloria del Cielo, alla destra e alla sinistra di Gesù. Ma non scandalizziamoci più di tanto: forse l’avremmo fatto anche noi! Giacomo e Giovanni chiedono a Gesù più potere, addirittura nell’aldilà. Vi sembra poco?

Per la questione “potere” gli altri si indignano con i due. E parliamo degli apostoli! Figuriamoci per i comuni mortali. Il brano fa pensare a una sorta di desiderio diffuso che emerge un po’ in tutti, nessuno escluso. Perché è così: tutti abbiamo quote di potere (famiglia, relazioni, società, lavoro, politica, comunità di fede religiosa ecc.) e ne vorremmo di più. E “daje!”. Si direbbe sempre a Roma!

Del potere negativo, dell’aspirazione malsana ad esso, della voglia di conservarlo a ogni costo, si è scritto e si scrive tanto. A me piace sempre ricordare lo psicologo Kets De Vries che ha scritto che “il potere è un grande narcotico: dà vita, nutre, ci rende schiavi”. Ne conosco tanti di “narcotizzati” di potere: nelle istituzioni, nella politica, nella Chiesa cattolica, nella PA e nelle NGO, nelle associazioni e nei piccoli gruppi. Ovunque. E chiunque si potrebbe ammalare, fino a livelli alti di narcotizzazione: saggezza vuole che la verifica e il discernimento inizi da sé stesso, per non trascurare le travi che abbiamo nei nostri occhi.

Nella risposta di Gesù è contenuto qualche fondamentale consiglio per non farsi narcotizzare dal potere. Gesù non nega a Giacomo e Giovanni il potere richiestogli. Tuttavia, gli pone una strada difficile: bere il calice che lui sta per bere, ossia la passione e morte. Inoltre, gli ricorda che il sommo potere appartiene al Padre, né a Lui, Suo Figlio, né tantomeno ai capi di questo mondo. Ed è il Padre che poi decide chi di là deve avere più potere e chi meno.

Gesù marca la differenza tra il modo di vivere il potere nel mondo e quello nella Chiesa. Il Vangelo di Marco dice “tra voi però non è così”, quello di Luca: “voi però non fate così” (Lc 22, 26). Lasciamo agli esegeti chiarirci i problemi di versione differente. Credo che a noi faccia bene riflettere sul fatto che da una parte Gesù dica che il potere vissuto da chi crede in Lui non è simile alle altre forme; dall’altra ricorda che non possiamo assolutamente fare come gli altri, quelli che non credono, nell’esercitare il potere.

Sono anni in cui assistiamo a uno scadere delle prassi di potere, che forse non ha eguali nella storia del nostro Paese (e altrove). Parole sacrosante come “popolo, poveri, migranti, democrazia, giustizia, accoglienza, solidarietà” e così via vengono usate solamente per spadroneggiare e ingannare. Chi ci salverà da questa deriva?

È importante riprendere a formarci alla politica, riprendere a partecipare, imparare a valutare chi ci governa, operare un continuo discernimento, quando votiamo e quando partecipiamo. Altrimenti altro che primi posti in Cielo, precipiteremo all’inferno in tantissimi.

A proposito c’è una pagina così arguta e pungente, da rileggere spesso, specie per chi ha potere. «Giulio II : “Cos’è quest’intoppo? La porta non si apre? La serratura, suppongo, è stata o cambiata o certo guastata”».

Inizia così un libretto sagace e ricco di humour: Erasmo da Rotterdam, circa 484 anni fa, dopo la morte di papa Giulio II, immagina il dialogo del papa con san Pietro; trama: il Custode del Cielo rifiuta l’ingresso al papa; motivo: non ne è degno. San Pietro ricorda che sono le opere buone e giuste il lasciapassare, Giulio II pensa di «meritare riconoscenza» per come ha guidato la Chiesa, san Pietro gli ricorda che non si è mai voluto «privare del denaro, spogliarsi del comando, togliere la possibilità di prestiti, negare i piaceri» e quindi niente Paradiso, Giulio è escluso dal Cielo (così il titolo del libretto: Iulius exclusus e coelis, testo latino a fronte, Palomar). Pericoloso il potere, per tutti, ecclesiastici e no. Dio ci ripaga in Cielo (e, spesso, anche in terra) per tutti i peccati alla Giulio II: «Non mi meraviglio in verità – sono le ultime parole di san Pietro – se arrivano quassù in numero così esiguo, dal momento che ai posti di comando della Chiesa siedono simili sciagurati; peraltro…» ecc. ecc.




INSIEME CONTIAMO DI PIÙ

Per costruire una Alternativa Popolare e Democratica. Il documento finale

Roma 20 ottobre 2024.  Pubblichiamo il documento presentato ieri al termine dei lavori tenutisi a Roma per costruire una “Alternativa popolare e democratica”. Il documento sarà ora sottoposto all’attenzione di tutti i partecipanti, e alle loro organizzazioni, oltre che a quanti altri sono animati dagli stessi comuni intendimenti emersi nel corso di un dibattito ricco e costruttivo.

A partire da oggi, inoltre, avviamo la pubblicazione delle relazioni e degli interventi ascoltati nel corso dell’incontro.

Oggi, nel Convegno Per una Alternativa Democratica e Popolare, abbiamo ascoltato, nel rispetto di tutti, gli aneliti di libertà e democrazia, di attenzione alle esigenze fondamentali delle persone, che ognuno di noi porta dalle proprie realtà territoriali.

Pensiamo che il nostro Paese sia in un momento difficile sia sul piano internazionale con due terribili guerre che sul piano interno dove incombono seri problemi economici, sociali e istituzionali ed abbiamo bisogno di una rinnovata visione del nostro futuro e di prospettive che suscitino speranze, impegno, responsabilità ed in modo particolare nei giovani.

Dobbiamo pertanto insistere in questo itinerario. Dobbiamo conoscerci, lavorare insieme in concretezza, esplorare le possibilità di un agire politico comune, perché insieme contiamo di più.

Ci proponiamo quindi di sviluppare, nel solco della Costituzione e della Dottrina Sociale della Chiesa e nello spirito della Settimana Sociale di Trieste, la costruzione di luoghi di consultazione, tra di noi e con chi si vorrà aggiungere, oltre che su esigenze di carattere generale, sulle politiche dei territori a noi vicini. In questa prospettiva dovremmo prestare attenzione alle possibilità di azione comune nelle occasioni di elezioni locali.

L’attenzione al tema dei diritti sociali e degli equilibri ambientali, la difesa della dignità della persona, la salvaguardia della coesione nazionale, la tutela della democrazia rappresentativa e dell’equilibrio dei poteri contro i tentativi di forzature maggioritarie, l’apertura alla collaborazione internazionale sono nostro comune patrimonio.

Vi sarà una reciproca consultazione, con una leadership plurale, che non stabilisca obblighi di sorta per le nostre organizzazioni, se non un vincolo di leale amicizia, di comune riflessione e, se possibile, di proposta congiunta, in ordine ai temi più impegnativi e sensibili del nostro “discorso pubblico”.

Tutto si svolgerà attraverso un calendario di incontri regionali, macroregionali e nazionali.

Ci impegniamo poi a verificare, in un ragionevole lasso di tempo, se l’impresa, come ci auguriamo, avrà avuto successo.

Roma 19 Ottobre 2024

Insieme contiamo di più per costruire una “Alternativa popolare e democratica”. Il documento finale – Politica Insieme




365 GIORNI…DONNA

Prevenzione e formazione, un corso di autodifesa contro la violenza sulle donne

Martinsicuro, 20 ottobre 2024. Un’altra importante iniziativa quella che prenderà il via il 27 ottobre, organizzata dalla Commissione Pari Opportunità di Martinsicuro, in collaborazione con l’Asd Dojo Karate Dance. Quattro appuntamenti (27 ottobre, 3 novembre, 17 novembre e 1° dicembre) con un corso di autodifesa personale interamente gratuito rivolto a tutte le donne e ragazze dai 12 anni in su, che si svolgerà presso la Palestra Polifunzionale comunale di via Patini a Villa Rosa di Martinsicuro.

“Un’iniziativa fortemente voluta da tutte le componenti della nostra Cpo – le parole della consigliera comunale Isabel Marchegiani, nonché presidente della Commissione Pari Opportunità di Martinsicuro – Abbiamo sin da subito creduto in questo progetto e anche per tale motivo abbiamo volutamente scelto la domenica come giorno di svolgimento del corso, per consentire la partecipazione altresì alle adolescenti impegnate a scuola durante la settimana, giovani donne che si trovano a dover affrontare lo sviluppo e la crescita e a muovere i primi passi in autonomia verso il mondo esterno. Un modo per prevenire e dire no alla violenza sulle donne prendendo coscienza di sè”.

Sarà possibile iscriversi gratuitamente fino al 23 ottobre chiamando il numero 347 614 0836 (Laura) o scrivendo via mail a: avv.isamarchegiani@gmail.com.




LE FOGGE DI VESTIRE TRADIZIONALI NELLE REALTÀ MUSEALI ABRUZZESI

[Pubblicazione dell’intervento di Franco Cercone, Le fogge di vestire tradizionali nelle realtà museali abruzzesi, in AA. VV., Atti del Convegno “Il Museo tra Passato e Futuro”, Ed. Amuset, Bomba (Chieti) 2000.]

[Dobbiamo recuperare del tempo e non approfittare della pazienza dei gentili ascoltatori. Vedrò pertanto di sintetizzare gli aspetti salienti di un affascinante capitolo etnografico come appunto le “fogge di vestire”, per consentire di capitalizzare i concetti essenziali dell’argomento.]

Il tema centrale di questo convegno che l’amico Peppino Caniglia ha scelto in occasione del decennale del Museo Etnografico di Bomba, è “Il Museo tra passato e futuro”.

È necessario parlare a mio avviso anche delle funzioni che questi musei etnografici dovranno avere e svolgere in futuro sotto diversi aspetti storici e antropologico-culturali.

Dal mare magnum dei grandi temi folklorici ho estrapolato quello relativo alle fogge di vestire tradizionali, perché proprio a Sulmona – e questa forse è una notizia che interesserà i colleghi e gli amici studiosi – è stato istituito quello che va ritenuto come il più importante museo del costume popolare del Regno di Napoli, di cui l’Abruzzo faceva parte.

Si tratta di una realtà museale di eccezionale importanza e bellezza che ancora pochi studiosi conoscono.

Voglio dare innanzi tutto a tal riguardo qualche cenno statistico: nel museo sono esposte 375 tra litografie, acqueforti e guazzi tratti da opere che andremo a citare e che ci offrono un panorama completo del settore, arricchito dalla ricostruzione di costumi popolari sistemati su manichini. Prima di individuare le funzioni da attribuire a questi musei di cultura popolare occorre sottolineare come essi si vadano un po’ disperdendo in diverse località dell’Abruzzo, mentre per quanto concerne quest’area geografica sarebbe stato opportuno crearne uno solo con il titolo di “Museo Tradizionale della Valle del Sangro”.

Abbiamo infatti musei a Villetta Barrea, ad Ateleta, qui a Bomba ed in altre località, con una dispersione di reperti e fonti storiche non sempre facilmente fruibili, se non altro perché essi sono per lo più chiusi per molti giorni della settimana e visitabili normalmente in estate, grazie al volontariato di pochi appassionati studiosi.

Per completare il discorso della collega [Anna Rita Severini] su Collelongo, voglio aggiungere e rendere noto che nel Museo di questa cittadina della Marsica i reperti etnografici sono conservati in grosse bacheche di vetro che ornano il centro storico di Collelongo. Questo è un modo intelligente di conservare i reperti che sono messi a disposizione dei visitatori al di fuori del concetto di Museo come

luogo chiuso.

Si tratta dunque di un museo esposto per la strada e sotto gli occhi di tutti i cittadini. È un esempio certamente imitabile e che può essere esportato anche in altre località, come Bomba, per richiamare l’attenzione sull’importanza della cultura materiale relativa ad un passato non molto distante da noi.

È arrivato tuttavia il momento di introdurre il discorso sulle fogge di vestire, anche perché ho promesso che il mio intervento sarebbe durato solo quindici minuti e già ne sono trascorsi otto.

Tutta l’operazione relativa alle fogge tradizionali di vestire parte da una brillante idea di Ferdinando IV di Borbone, re di Napoli che a torto una leggera e superficiale storiografia ha dipinto come uomo poco intelligente e poco sensibile nei confronti dei problemi culturali del suo tempo. In realtà in tale occasione il sovrano ci offre un’idea di grande saggezza e lungimiranza. Egli si trova infatti ad affrontare un grande problema economico, quello cioè di contrastare l’invasione delle ceramiche inglesi che stavano determinando la chiusura di tutte le piccole fabbriche esistenti nel Regno di Napoli. Questa sua idea viene condivisa da un altro illustre personaggio, il Cavaliere Venuti, che era il direttore della Real Fabbrica di porcellana di Capodimonte. Si decide pertanto di inviare dei pittori nelle varie province del Regno al fine di ritrarre le fogge di vestire più significative, soprattutto sotto il profilo cromatico. Tali disegni e guazzi erano destinati a rinnovare le decorazioni delle porcellane e dei vari servizi da caffe, da the, che venivano prodotti appunto nella Fabbrica di Capodimonte. Per la scelta degli artisti cui affidare tale incarico, Ferdinando IV bandisce un vero e proprio concorso. Nel 1772 infatti viene convocata alla Reggia una “luciana”, cioè una giovane donna del quartiere di

Santa Lucia a Napoli, vestita con il proprio abito tradizionale festivo, che costituiva la modella da ritrarre.

Si fa il concorso; alla fine una commissione di cui fa parte anche il sovrano attribuisce la vittoria a due giovani pittori della scuola partenopea, cioè Saverio della Gatta e Alessandro D’Anna. Questi due artisti, per motivi che in tale sede possono essere omessi, vengono sostituiti alla fine dai pittori Antonio Berotti e Stefano Santucci i quali si mettono in viaggio con le regali “determinazioni” in tasca, per le diverse province del regno. I due si recano prima in Terra di Lavoro, ma nel 1789, proprio l’anno della Rivoluzione Francese, la loro presenza è attestata in Abruzzo e precisamente nel Teramano. V’è al riguardo un dispaccio del Preside di Teramo (il Preside era una specie di Prefetto e

rappresentante dell’autorità centrale) in cui si legge: “Stiamo mettendo a disposizione dei pittori Santucci e Berotti l’alloggiamento e i vetturali”, cioè le persone che dovevano accompagnare i pittori nelle varie località aprutine per ritrarre le fogge di vestire.

Sennonché quattro anni fa (dopo che io e Vincenzo Accardo abbiamo pubblicato il volume Costumi popolari d’Abruzzo), è venuto alla luce un documento di un certo interesse dal quale si apprende che i due pittori regi avevano convocato a Castel di Sangro diverse coppie con la preghiera di presentarsi in abito tradizionale festivo. Questo ci fa capire che Santucci e Berotti non hanno visitato tutti i centri abruzzesi di cui ci hanno lasciato numerosi guazzi e disegni colorati. Purtroppo tutta la produzione dei due artisti non è pervenuta fino a noi e ciò è da addebitare ad un evento successivo e decisamente drammatico. Abbiamo rinvenuto infatti di recente un documento del Cavalier Venuti, direttore come si è detto della Real Fabbrica di porcellana di Capodimonte, dal quale si apprende con toni drammatici che il giorno prima dell’invasione francese di Napoli ed alla vigilia della proclamazione della Repubblica Partenopea del 1799, egli si recò al Museo di Capodimonte per ritirare guazzi e disegni con tutte le indicazioni cromatiche rese note dai due artisti che avevano girovagato per l’Abruzzo, al fine di sottrarre tutto questo prezioso materiale ai francesi. Il Cavaliere Venuti si era mostrato veramente profetico a tal riguardo, poiché di fatto i francesi sottrassero al Museo di Capodimonte tutti i lavori dei due artisti insieme a tanti altri capolavori. Comunque che fine abbiano fatto tutti ì disegni sottratti ai francesi dal Cavaliere Venuti, resta ancora oggi un mistero. Per fortuna alcuni guazzi e disegni, che ci hanno poi permesso di ricostruire gli aspetti essenziali di queste eccezionali fogge di vestire, si sono conservati in quanto Ferdinando IV amava di tanto in tanto spedirli a Firenze, alla corte di suo cognato Leopoldo di Lorena, granduca di Toscana. A tal proposito va ricordato che dieci anni fa è stata allestita a Firenze una mostra dal titolo “Napoli-Firenze e Ritorno”, che ha permesso di far conoscere molti di quei capolavori dipinti dai pittori Santucci e Berotti, scampati alle vicende seguite all’invasione francese del Regno di Napoli nel 1799.

Un’altra fonte importante per lo studio delle fogge di vestire tradizionali è costituita dagli ex-voto pittorici che adornano i più noti santuari italiani. Per quanto riguarda l’Abruzzo è certamente importante il Santuario della madonna di Casalbordino, descritto com’e noto dal d’Annunzio ne Il Trionfo della Morte. Questi ex-voto si devono ad ignoti artigiani che hanno ritratto le donne e gli uomini, beneficiari di grazia ricevuta, nei loro abiti tradizionali e dunque come si presentavano ai loro occhi, effettuando così delle vere e proprie fotografie a colori “ante litteram”. Anche gli ex-voto costituiscono documenti di eccezionale interesse per lo studio delle fogge di vestire e si può notare come i costumi tradizionali femminili siano rimasti più costanti nel tempo per forme e colori, a differenza del costume maschile che si presenta più soggetto ad omologazione.

È questo un aspetto decisamente interessante e che è da ricollegarsi per lo più all’attività transumante degli uomini. Era specialmente alla Fiera di Foggia che venivano venduti, nel mese di maggio e prima del ritorno delle greggia in Abruzzo, abiti maschili confezionati che annullavano praticamente i segni distintivi dei luoghi di origine. Lo stesso si verificava per gli artigiani che scendevano in Puglia per svolgere una miriade di mestieri. Si pensi per esempio agli abitanti di Villalago che compivano lo stesso percorso dei pastori ed erano richiesti per bonificare dalle talpe i campi coltivati.

Dopo aver rivolto questo breve sguardo al passato, occorre chiedersi quali suggerimenti ed idee possano offrirci oggi questi importanti documenti etnografici che sono appunto le fogge di vestire. Certamente esse potrebbero fornire dei proficui modelli all’industria dei tessuti per proporre accostamenti cromatici innovativi, vantaggiosi per il settore della moda. Va rilevato tuttavia che il costume popolare, opportunamente adattato ai nostri tempi, può costituire – come avviene altrove – un segno di appartenenza ad una determinata regione e di identità culturale. Voglio segnalare a tal riguardo che quando lavoravo in Germania, rimasi sorpreso nel vedere in una circostanza festiva due signori in abito tradizionale bavarese, che risultarono essere poi un giudice ed un medico, i quali non tradivano alcun imbarazzo (come invece avverrebbe nelle nostre zone) per aver indossato il caratteristico abito locale.

Ovviamente merita un cenno, in questa breve trattazione, il valore da attribuire oggi agli oggetti d’uso tradizionale che si possono ammirare nei nostri musei etnografici. Certamente nessuna donna stirerebbe oggi il proprio abbigliamento con un ferro a carbone; tuttavia queste sopravvivenze vengono considerate nel quadro di una “transfunzionalità” che colloca tali oggetti della cultura materiale nell’ambito di una funzione diversa, specialmente decorativa. Così, nell’esempio fatto, gli antichi ferri da stiro vengono utilizzati come portafiori, e si potrebbero fare tanti altri esempi al riguardo.

Per tornare ora in media re ho scelto le riproduzioni di alcune fogge tradizionali di vestire che mi sembrano opportune da far conoscere al gentile pubblico che mi ascolta. La prima diapositiva che proiettiamo mostra il costume di Pietraferrazzana[1] , un centro non lungi da Bomba. Segue poi quella dal titolo “Uomo del Paese del Vasto”, nella quale l’abito maschile sembra appartenere piuttosto ad un ceto egemone e non a quello popolare. D’altro canto non va dimenticato che nel corso della vita quotidiana le donne vestivano abiti ordinari, come quelli che appaiono nelle note tele del Patini.

Mostriamo ora il costume di Fraine, paese in provincia di Chieti. Di tale località possediamo due documenti che mostrano differenze talvolta sostanziali sia sotto il profilo della forma dell’abito che dal punto di vista cromatico. Ci sembra questa l’occasione per sottolineare che talvolta in una stessa località sussistono abiti femminili diversi e ciò è dovuto alla circostanza che la donna, una volta andata in sposa e trasferitasi nel paese del marito, continuava ad indossare il vestito tradizionale del proprio paese d’origine, diverso rispetto a quello della comunità in cui era andata a vivere.

L’altra diapositiva che mostriamo si riferisce al costume femminile di Villa Badessa[2] , presso Rosciano (Pe), dove nella meta del ‘700 si stabilì una colonia di Albanesi e Schiavoni a seguito di un provvedimento di Carlo III di Borbone. Villa Badessa non costituisce l’unico esempio al riguardo, in quanto emigrazioni dall’altra sponda dell’Adriatico sono state frequenti nel corso degli ultimi secoli e specialmente il costume femminile conserva elementi appartenenti ad una cultura che possiamo definire balcanica. Per concludere questo breve intervento voglio sottolineare anche il differente cromatismo che appare negli abiti femminili dei paesi di pianura rispetto a quelli di montagna. Un capo del vestiario, cioè la tovaglia, appare di colore bianco in pianura per riflettere i raggi del sole, mentre è di colore nero nei centri montani, per catturare i raggi del sole.

In alcuni casi – come per esempio a Scanno – l’intero vestito, e non solo la tovaglia, risulta per tale motivo completamente di colore nero.

Certamente mi sono soffermato in modo discorsivo a descrivere solo gli aspetti essenziali delle fogge di vestire tradizionali, le quali comunque vanno considerate e studiate come una pagina importante di storia delle nostre piccole comunità agro-pastorali.

Franco Cercone


[1] Riproduzione da F. Cercone , Il Costume popolare abruzzese tra ‘700 e 800, Solfanelli Chieti 1985

[2] Riproduzione da F. Cercone , Il Costume popolare abruzzese tra ‘700 e 800, Solfanelli Chieti 1985




A SOSTEGNO DELLE IMPRESE AQUILANE E TERAMANE

Stanziati 1,7 mln di euro nel 2024 dalla CCIAA Gran Sasso

L’Aquila, 20 ottobre 2024. Sale a 1,7 milioni di euro il budget stanziato dalla Camera di Commercio Gran Sasso d’Italia nell’anno 2024 per il sostegno al sistema produttivo locale. Nell’ultima seduta di Giunta, che si è tenuta ieri online, l’ente camerale ha messo a disposizione ulteriori risorse, oltre 250 mila euro, per finanziare i bandi pubblici dell’Ente, che prevedono contributi a fondo perduto per le aziende con sede nelle province di L’Aquila e Teramo.

“Si tratta di aiuti economici importanti per il sistema produttivo locale, che danno una boccata di ossigeno alle nostre imprese” dichiara la presidente Antonella Ballone. “Quest’anno abbiamo ricevuto 796 richieste di contributo da parte delle imprese locali a valere sugli 8 bandi promossi dall’Ente – continua – per sostenere l’export, la digitalizzazione, il lavoro, il turismo, l’accesso al credito, le nuove imprese giovanili e femminili, l’accessibilità e la valorizzazione territoriale. Questo incremento di risorse, deliberato ieri dalla Giunta camerale, ci consentirà di ampliare ulteriormente la platea dei beneficiari dei nostri bandi” conclude Ballone.

Nel dettaglio, sale a 150 mila euro il contributo a fondo perduto per abbattere i tassi d’interesse sui finanziamenti dagli istituti di credito; raggiunge 190 mila euro lo stanziamento in conto capitale e a fondo perduto per le imprese giovanili e femminili; in aumento, fino a 290mila euro, anche il concorso alle spese di tour operator e agenzie di viaggi per incrementare i flussi turistici presso le strutture ricettive locali. Infine, sono previsti ulteriori 80 mila euro per finanziare i progetti di valorizzazione del territorio e altri 15 mila euro a sostegno del protocollo d’intesa con la Regione Abruzzo e la Camera di Chieti-Pescara per la promozione del marchio Abruzzo nelle principali fiere internazionali.




RADICI E TERRITORIO

L’Accademia Italiana della Cucina celebra la tradizione nella Cena Ecumenica

Luco dei Marsi, 20 ottobre 2024. Terra, origini, tradizione, profumi di preparazioni genuine e di antica matrice. Sono stati questi gli elementi che hanno fatto da filo conduttore alla “Cena Ecumenica” che, nella serata di giovedì, 17 ottobre, ha riunito, in un’unica ideale conviviale, migliaia di Accademici ed Accademiche in tutto il mondo, rappresentanti delle Delegazioni dell’Accademia Italiana della Cucina, istituzione culturale della Repubblica Italiana fondata da Orio Vergani.

L’appuntamento, accanto alla marzolina Cena della Cultura e alla Cena degli Auguri, di dicembre, costituisce la tradizionale Triade di conviviali aventi ognuna specifiche caratteristiche culturali, ciascuna delle quali caratterizzata dalla stagione nella quale è incastonata.

Il tema dell’anno, uguale per tutte le Delegazioni, al centro della Cena Ecumenica, è stato “I fagioli, i ceci e gli altri legumi”, prodotti protagonisti del menu della serata ma anche capitolo prezioso del lavoro dei Centri Studi Territoriali, impegnati nella costante opera di recupero, preservazione e valorizzazione dei cibi e delle preparazioni della tradizione culinaria. A Luco dei Marsi, ai piedi della Selva dei Frati, nel ristorante Angizia, la Conviviale ha riunito la Delegazione di Avezzano e della Marsica, guidata dal Delegato Franco Santellocco Gargano, attorno a una sapiente tessitura di sapori, cultura, arte.

A tratteggiate l’evento, accanto al Delegato, l’appassionato simposiarca, Alceste Anzini, e il relatore, il dottor Stefano Maggi, che ha richiamato, accanto alle proprietà e alle caratteristiche dei diversi legumi, la loro centralità nelle dispense abruzzesi e nell’alimentazione della popolazione, nel tempo, ricordando le peculiari coltivazioni nelle diverse aree della Marsica. Una celebrazione, quella della Cena Ecumenica, che ben ha saputo onorare coltivazioni, e ricette a esse collegate, solo apparentemente povere ma nella loro semplicità ricche di sostanza, materiale e ideale, emblema di quella cucina delle radici che nella sua essenzialità e nel valore che ha rivestito nella storia è già tesoro della più ampia memoria collettiva.

A impreziosire ulteriormente la serata, punteggiata dalle straordinarie interpretazioni del soprano Ilenia Lucci, accompagnata dalle belle note della violinista Giuliana La Rosa, le apprezzate riflessioni degli Accademici presenti e degli Ospiti speciali, tra i quali Fabrizio Venturini, Delegato del Sovrano Ordine di Malta per l’Abruzzo e il Molise, l’assessore al Comune di Avezzano, Pieluigi Di Stefano, che ha espresso grande apprezzamento per la meritoria opera della Delegazione territoriale dell’Accademia, e il direttore del Consorzio di Bonifica Ovest, Abramo Bonaldi.

Unanime il plauso alla Brigata di cucina, che ha proposto preparazioni tradizionali, di grande carattere e forti radici nella storia locale ma declinate in chiave moderna, incardinate sul connubio di legumi, erbe, carni e salumi a chilometro zero, pani speciali, paste artigianali, tra cui gli gnocchetti e ceci, le vellutate, le piccole aperture golose di benvenuto, biglietto da visita di una tavola che ha appagato il palato e gli occhi, insieme ai celebrati vini della Cantina del Fucino, eccellente protagonista del panorama marsicano e non solo.




RIUNIONE PARTITO DEMOCRATICO

Ieri assemblea provinciale  ad Avezzano

Avezzano, 20 ottobre 2024. Si è svolta ieri ad Avezzano presso la sede di XX settembre l’Assemblea provinciale del Partito Democratico che ha dato avvio alla stagione dei congressi. Nei prossimi mesi saranno rinnovati tutti gli organismi di circolo e provinciali e sarà un grande momento di apertura e rilancio dell’azione politica. I lavori iniziati alle 17:30 sono andati avanti per oltre tre ore con diversi delegati presenti e numerosi interventi in presenza e da remoto.

Dopo l’introduzione ai lavori della Presidente Emanuela di Giovambattista e la relazione iniziale del segretario provinciale Francesco Piacente molti interventi si sono concentrati sulla necessità di svolgere un congresso di mobilitazione che rilanci l’opposizione contro le politiche del governo nazionale e regionale che stanno svuotando la sanità pubblica e frenando lo sviluppo. Un governo che nega all’Abruzzo i 600 milioni per la ferrovia Roma- Pescara, che taglia 117 milioni per la sicurezza delle autostrade, che abbandona la vertenza dei tribunali minori, che consente lo scempio dell’abbattimento dei cervi a pagamento, che distrugge la sanità pubblica, che non affronta con convinzione le vertenze lfoundry e Marelli.

Per un’azione efficace di contrasto alla destra e per la costruzione di un’alternativa credibile sul territorio e nel Paese servono congressi che aprano a nuove idee, che rafforzino i rapporti con i blocchi sociali di riferimento e che accolgano nuove energie e rinnovata militanza. “Ci lasciamo alle spalle anni difficili in cui le forze di destra hanno saputo costruire un forte consenso con la spinta di un clima nazionale molto favorevole. Siamo però in una nuova fase e in condizione di aprire una nuova stagione” queste le parole del Sindaco di Opi Antonio Di Santo. A tal proposito un richiamo ad una migliore organizzazione territoriale e ad un cambio di passo è stato espresso da parte del sindaco emerito dell’Aquila Massimo Cialente e dall’ex deputata Stefania Pezzopane.

Diversi interventi, poi, si sono concentrati sulla recente vicenda del rinnovo ANCI. “L’ ANCI purtroppo è stata vittima di un atto di arroganza della destra. Il responsabile nazionale Enti locali di Fratelli d’Italia è incompatibile con il ruolo di presidente di tutti i sindaci. Abbiamo proposto accordi alternativi alla destra ma hanno voluto perseguire una strada di divisione” queste le dichiarazioni del Senatore Michele Fina ma anche di diversi altri presenti.

“Per tornare a vincere contro Fratelli d’Italia serve anzitutto l’unità del Partito e delle forze progressiste, lavoriamo per questo”: queste, infine, le parole del segretario di Celano Ermanno Natalini e del capogruppo in Consiglio Comunale Stefano Albano.

Presenti all’Assemblea tra gli altri anche il Consigliere regionale Pierpaolo Pietrucci, la Consigliera provinciale Antonella La Gatta, il Presidente della Commissione di vigilanza dell’Aquila Stefano Palumbo, il capogruppo di Sulmona Mimmo Di Benedetto, la Segretaria cittadina di Avezzano Anna Paolini, sindaci,  rappresentanti delle amministrazioni locali e segretari e segretarie di circolo collegati.




ANCI: SCONFITTA PER IL CENTROSINISTRA ABRUZZESE

Serve una Costituente per la rinascita del campo democratico in Abruzzo

Pescara, 20 ottobre 2024. L’elezione degli organismi di ANCI Abruzzo, avvenuta ieri, rappresenta l’ennesima grave sconfitta del Pd e del centrosinistra, dopo la Regione, Pescara, Montesilvano, Giulianova, eccetera eccetera. Una sconfitta netta e storica, considerando che il centrosinistra ha sempre avuto la direzione dell’associazione, a partire dalle figure esemplari dei compianti Antonio Centi e Luciano Lapenna.

Non basta evocare il ridimensionamento della presenza del centrosinistra nelle amministrazioni locali in questi anni, che pure è il cuore del problema ma rappresenta un tema ulteriore di preoccupazione e riflessione.

Gli errori di gestione politica sono evidenti:

Non aver difeso adeguatamente la candidatura del presidente uscente Gianguido D’Alberto, che meritava la conferma.

Non aver introdotto per tempo una candidatura alternativa o proposto una soluzione di compromesso in tempo utile.

Non aver coltivato in questi mesi un rapporto con i sindaci e gli amministratori, anche di orientamento civico, sulla base di un rilancio del progetto politico per lo sviluppo della regione e la difesa delle autonomie locali.

Ci auguriamo che non passi in cavalleria anche questa ennesima grave sconfitta  e questa volta non siano sottaciute le responsabilità e non si vadano a cercare capri espiatori .

Continueremo a operare per il necessario rinnovamento di idee e gruppi dirigenti di cui tutto il campo democratico ha bisogno, per un cambiamento reale . Serve una vera e propria costituente per la rinascita del centrosinistra abruzzese, coinvolgendo pienamente gli amministratori locali che non vanno chiamati in causa solo al momento delle elezioni.

A Gianguido D’Alberto e Francesco Menna, che rappresentano due riferimenti importanti della nuova classe dirigente regionale, va il nostro sincero ringraziamento per il lavoro serio che svolgono e per la generosità politica che dimostrano quotidianamente.

Coordinamento Associazione 25 Aprile Abruzzo progressista




LA RISORSA IDROPOTABILE DEL GRAN SASSO

Commissario, Italferr, Ruzzo Reti e Sian impegnati per la sicurezza

L’Aquila, 20 ottobre 2024. Il sopralluogo congiunto effettuato nella giornata di ieri nella galleria del Traforo, dal Commissario Straordinario per la sicurezza del sistema idrico del Gran Sasso, Pierluigi Caputi, alla presenza dei dirigenti tecnici della Italferr, dell’Ente gestore Ruzzo Reti Spa di Teramo e dei responsabili del Sian il Servizio Igiene della Asl di Teramo, ha fugato ogni possibile dubbio escludendo qualsiasi collegamento tra il problema dell’acqua e le attività di Italferr.

“L’aumento del valore della torbidità dell’acqua, è avvenuto prima dell’avvio di qualsiasi attività operativa da parte di Italferr e dei soggetti da quest’ultima incaricati” dice il Commissario, “tanto è vero che la richiesta di Ruzzo di fermare i mezzi (due macchine e un camion con rimorchio) è arrivata al  momento dell’ingresso dei suddetti mezzi dal fornice del lato aquilano, quindi in una posizione in cui è impossibile influenzare l’altro versante e in un momento in cui l’acqua era già a scarico preventivo. Su tale constatazione sono stati concordati gli interventi e tutti hanno apprezzato la tempestività e l’efficienza gestionale della Ruzzo reti. Infatti, l’acqua torbida non è mai stata immessa nella rete idrica, come poi affermato dall’Ente gestore con una nota ufficiale.

L’episodio dell’intorbidamento dell’acqua, comunicato da Ruzzo, nella tubatura al di sotto della carreggiata stradale, ha determinato la sospensione del cantiere” continua il Commissario, “e rappresenta una ulteriore dimostrazione tangibile della grande vulnerabilità dell’intero sistema che oggi consente all’acqua del Gran Sasso di arrivare ai rubinetti dei cittadini e conferma la assoluta necessità dei lavori di messa in sicurezza della risorsa idropotabile.

Durante il sopralluogo” conclude il Commissario”, si è appreso dell’oscillazione della torbidità dell’acqua da valori molto al di sotto della soglia di legge a picchi che determinano la messa a scarico delle acque, avvenuta in una situazione di assoluta assenza da giorni, di mezzi e persone nella galleria; pertanto, si è convenuto che sia un problema che Ruzzo Reti deve affrontare per comprenderne cause e rimedi. La leale collaborazione che si è manifestata fin dall’insediamento del Commissario straordinario è in questi frangenti un presupposto per affrontare le problematiche e di questo ringrazio il SIAN (ASL) e la Ruzzo Reti per professionalità e passione dimostrati.”




ECCOLI I PRIMI TRE PUNTI

La Rg Stampa Futura Teramo batte  3-0 L’Eagles Padova

Teramo, 20 ottobre 2024. Arriva la prima vittoria della nuova stagione per la RG Stampa Futura Teramo. Le biancorosse, dopo un’ora e mezza di gioco fatto di ottima pallavolo, hanno superato l’Eagles Padova con il punteggio di 3-0 riscattando il passo falso con Conegliano. Prova di squadra e giusta mentalità messa sul parquet soprattutto quando le cose non stavano girando per il verso giusto, vedi primo set (sotto 6-14). Alla fine, però, ha vinto la squadra teramana capace di mostrare il proprio valore. Questo il tabellino del match:

RG STAMPA FUTURA TERAMO 3: Mileno 1, Coccoli 4, Danaila 8, Sbano, D’Urso, Costantini 8, Ruiggiero, Capone, Sartore 11, Mazzagatti 8, Zarattini, Renzi, Patasce 15. All. Collavini.

EAGLES VERGATI PADOVA 0: Green 1, Dotta 10, Profumo, Sturbaro 3, Tiso 5, Morbiato, Campagnaro 14, Aldegheri 2, Salmaso 3, Fabbo, Bulegato, Facco. All. Civiero.

PARZIALI: 25-22; 25-15, 28-26.




BIONDI DIFENDE I TAGLI AGLI ENTI LOCALI invece di contrastarli

Agli ordini di Meloni plaude i tagli e commissaria la voce autonoma degli enti locali abruzzesi.

Spoltore 20 ottobre 2024.  Il Neopresidente di Fratelli dell’Anci Abruzzo Pierluigi Biondi, invece di difendere i Comuni colpiti dai tagli previsti dalla Legge di Bilancio (1,5 mld nel prossimo triennio che si aggiungono al miliardo dell’ultima finanziaria), dichiara che tutto sommato gli enti locali saranno meno colpiti che in passato.

Quindi perché dovrebbero lamentarsi?

Come se un sindacalista che, a fronte di un taglio degli stipendi, affermi che tutto sommato poteva andare peggio. Eppure, siamo di fronte ad una manovra di tagli che colpiscono i servizi sociali, la sanità, il trasporto pubblico locale e in assenza di spiegazioni e del doveroso confronto l’estrema destra  commissaria il dissenso usando toni sprezzanti e offensivi per difendere l’indifendibile.

Questo è il rapporto che l’estrema destra al potere ha con le rappresentanze autonome dei diversi interessi del Paese. Per la prima volta nella storia di Anci Abruzzo la destra ha voluto imporre come presidente, spaccando l’associazione con il 40% dei Sindaci che è stata costretta a non votarlo, l’attuale responsabile nazionale enti locali di Fratelli d’Italia e Sindaco dell’Aquila Biondi.

Un grave inedito non solo rispetto alla storia di ANCI Abruzzo, che ha visto compiere sempre scelte unitarie, ma anche rispetto alle altre regioni d’Italia dove si è trovata, com’è giusto che sia, un’intesa unitaria. In Abruzzo invece, la Regione in cui Giorgia Meloni si è fatta eleggere deputata, l’associazione dei Comuni è costretta ad essere una voce plaudente, servile e non libera di rappresentare esclusivamente gli interessi degli enti locali”.

Michele Fina, senatore del Pd




GIOCALIBRO laboratorio creativo

Sogna un’avventura e con le mani un libro costruirai una storia illustrerai tanti amici troverai

Spoltore 20 ottobre 2024.  La biblioteca Comunale “Piero Angela”, in Via Dietro Le Mura, 10, Spoltore, (PE), apre le porte alla 4ª edizione di GIOCALIBRO, attività di promozione del libro, della lettura e di contrasto alla povertà educativa. Che cosa è GIOCALIBRO? Fin dalla più tenera età incontriamo i libri al nido, a scuola, all’università, a casa, in biblioteca, etc., ma ci siamo mai domandati come si realizzano i libri ? Come si scrivono le storie? Come si scelgono le immagini che illustrano le storie? Come si fa a farli diventare rappresentazione teatrale? Con GIOCALIBRO si impara tutto questo da autori e protagonisti.

I partecipanti che frequentano GIOCALIBRO, di età tra 8 e 14 anni imparano come inventare una storia, come costruire libri Leporelli, come illustrarli e come trasporre la storia, con il linguaggio del corpo, in una drammatizzazione. Appuntamento a lunedì 21-10-24 ore 17:00/19:00, Biblioteca “Piero Angela”, Via Dietro Le Mura, 10, Spoltore. Indossare indumenti comodi e dotarsi di calzini antiscivolo e borracce con l’acqua. Riduzioni per i soci della Proloco Terra dei cinque Borghi e soci Intercral. Progetto a cura dell’Associazione Deposito Dei Segni ETS in collaborazione con il Comune di Spoltore e Proloco Spoltore Terra dei 5 Borghi.




ITINERA 2030

Innovazione urbana sostenibile. Pescara: Parco Lineare di Castellamare – Settembre/Ottobre 2030

Pescara, 20 ottobre 2024.  Giunge al capolinea la saga di ITINERA, la fantastica avventura di “Percorsi di innovazione urbana sostenibile” previsti e realizzati, nell’immaginario collettivo del 2030, nel Parco lineare di Castellamare di Pescara (ex strada parco), nell’ambito delle iniziative di chiusura dei 15 anni dell’Agenda 2030 dell’ONU, con i suoi 17 SDGs e 169 target.

Già all’inizio di settembre del 2030, la sindaca Alessia Naldi ne aveva dato l’annuncio, con l’elenco delle attività programmate nelle sette cupole geodetiche realizzate dal 2026 lungo la vecchia strada parco, diventata nel frattempo arteria verde pulsante della città e luogo di incontro per tutta la cittadinanza.

L’iniziativa, nata dal dialogo continuo con la comunità, si è sviluppata in sette settimane di eventi che hanno abbracciato diverse sfere della vita quotidiana,  tenute insieme dal tema della sostenibilità urbana. Ecco gli argomenti affrontati:

Prima settimana – Nuova Pescara Melody: 2-8 settembre 2030

Seconda settimana – Scienza e Innovazione: 9-15 settembre 2030

Terza settimana – Mobilità Sostenibile: 16-22 settembre 2030

Quarta settimana – Ambiente e sostenibilità: 23-29 settembre 2030

Quinta settimana – Futuro Digitale: 30 settembre – 6 ottobre 2030

Sesta settimana – Storia delle radici: 7-13 ottobre 2030

Settima settimana – Clima e Energia: ridurre l’impronta: 14-20 ottobre 2030

Li avete persi!? Nessun problema, li potete rivivere tutti qui: ITINERA. E in ogni caso, per la partecipazione non vi preoccupate: il 2030 è di là da venire, anche se va costruito insieme, perché “il futuro non viene mai da solo” (cit. Franco Summa).

Giancarlo Odoardi – Project manager ITINERA




LEGGE ABRUZZESE GOVERNO DEL TERRITORIO

Un convegno per illustrarne i contenuti

Controguerra, 19 ottobre 2024. Entro il 2025 i Comuni dovranno perimetrare il territorio urbanizzato; entro il 2028 andranno approvati i nuovi Piani Urbanistici Comunali. Nel frattempo, stop a varianti urbanistiche e limitazioni a permessi di costruire.

Si è tenuto venerdì 18 ottobre, a Controguerra, il primo di una serie di incontri promossi dell’Ordine degli Architetti PPC della provincia di Teramo per illustrare, ad amministratori, tecnici e cittadini, i contenuti della legge regionale sul governo del territorio, approvata il dicembre scorso.

Alla presenza del sindaco Franco Carletta e della presidente dell’Unione dei Comuni Val Vibrata, Cristina Di Pietro, si sono alternati i relatori arch. Giustino Vallese – vicepresidente dell’Ordine; prof. ing. Donato Di Ludovico, presidente dell’INU Abruzzo; prof. arch. Fabio Andreassi, ANCE Abruzzo e arch. Raffaele Di Marcello, presidente UNITEL.

Davanti ad una numerosa platea sono stati illustrati i contenuti della legge, evidenziandone opportunità e criticità, e sono state evidenziate le procedure applicabili nel cosiddetto “periodo transitorio” che prevede, fino all’approvazione dei nuovi Piani Urbanistici Comunali (entro il 21 dicembre 2028) il blocco delle varianti urbanistiche e, dopo la perimetrazione del centro urbanizzato (a partire dal 22 dicembre 2025) la limitazione del rilascio dei permessi di costruire.

Una norma necessaria, è stato affermato, che necessita ancora di qualche correttivo per risolvere criticità e problematiche applicative che sono già emerse e che emergeranno nelle successive fasi di applicazione.

Manca però ancora – è stato sottolineato dal presidente regionale UNITEL, arch. Di Marcello – la piena consapevolezza di sindaci ed amministratori comunali anche in vista delle scadenze previste dalla normativa (2025 e 2028) che, data la complessità delle procedure previste, appaiono imminenti e necessitano di mettere in atto, da subito, tutte le azioni propedeutiche e indispensabili per giungere alla definizione e approvazione dei nuovi strumenti di governo del territorio.




IN RISPOSTA AL SINDACO MASCI

Esistono azioni di tipo formale e azioni di tipo sostanziale

Pescara, 19 ottobre 2024. “L’inaugurazione di un intervento concluso è un fatto formale.

La partecipazione di un assessore o un sindaco alle commissioni consigliari è invece un fatto sostanziale inerente alla natura dell’incarico. Numerose sono le deleghe che il Sindaco si è tenuto, ma le molteplici convocazioni che ha avuto nelle Commissioni sono andate deserte.

Ultimamente un Comitato di cittadini e cittadine ha anche più volte richiesto di incontrarlo per quanto sta accadendo alla viabilità sud di Pescara; eppure, ancora non è avvenuto l’incontro.

E così dallo stesso Sindaco sono tanti i NO portati dalle azioni sostanziali, sia verso le Consigliere e i Consiglieri, sia verso la Cittadinanza. Per Piazza Sacro Cuore e altri interventi continuerò ad aspettare il Sindaco in Commissione per l’opportuno confronto.

Simona Barba

Consigliera Comunale Avs-Radici in Comune




NON SONO QUELLO CHE SONO

Edoardo Leo incontra gli studenti della “d’Annunzio” Campus di Pescara, aula 27/B – 23 ottobre 2024, ore 11:00

Chieti, 19 ottobre 2024. Il 23 ottobre prossimo, alle ore11,00, nell’AULA 27B del Campus di Pescara dell’Università degli Studi “Gabriele d’Annunzio”, Edoardo Leo parlerà con gli studenti dell’Ateneo e con il pubblico presente del suo ultimo film, “Non sono quello che sono”, da lui scritto, diretto e interpretato, ispirato all’Otello di William Shakespeare.

Durante il talk saranno proiettati e discussi alcuni brani del film, che uscirà nelle sale a partire del 14 novembre. L’evento, organizzato e curato dalla professoressa Anita Trivelli, docente di Cinema presso il Dipartimento di Lingue, Letterature e Culture Moderne dell’Università degli Studi “Gabriele ’Annunzio” di Chieti-Pescara, è parte di un tour interuniversitario tenuto da Edoardo Leo, che ha ricevuto il patrocinio del Consiglio Scientifico della Conferenza Nazionale degli Organismi di Parità delle Università Italiane.

All’iniziativa, rivolta a studenti, docenti e cittadinanza, parteciperanno, oltre alla professoressa Trivelli, la professoressa Paola Partenza, docente di Letteratura inglese presso il Dipartimento di Lingue, Letterature e Culture Moderne, la professoressa Alessandra Babore, docente di Psicologia dinamica presso il Dipartimento di Psicologia, ed il critico cinematografico Francesco Di Brigida.

“La cultura del rispetto e la sensibilizzazione sulla violenza di genere – spiega la professoressa Anita Trivelli – tornano alla ribalta nelle aule dell’Università G. d’Annunzio, in occasione di questa nuova iniziativa cinematografica che si inserisce nella masterclass diffusa nei principali Atenei d’Italia e che precederà l’uscita del film nelle sale di tutta Italia.

Edoardo Leo – aggiunge la professoressa Trivelli – dialogherà con gli studenti in un confronto sui temi che emergono dal film; un progetto rivolto ai giovani ai quali trasmettere, attraverso l’analisi e la rilettura cinematografica di un classico in chiave moderna, un nuovo approccio ad un bagaglio valoriale fondato sul rispetto per la persona.

Violenza di genere, gelosia, maschilismo, anaffettività, razzismo sono tra i principali temi di questa indagine sull’odio. Si esplorerà anche l’operazione da un punto di vista del linguaggio, – conclude la professoressa Anita Trivelli – le motivazioni sulla scelta di tradurre il testo nei dialetti romano e napoletano e la relazione tra testo letterario e indagine sociologica”.

Maurizio Adezio




NOI DOBBIAMO CONTINUARE

Inaugurato Il Piccolo Paolo alla stazione ferroviaria di Montesilvano

Montesilvano, 19 ottobre 2024.Noi dobbiamo continuare” è il titolo dell’incontro che, questa mattina, nello scenario del Museo del Treno di Montesilvano, ha dato il via all’inaugurazione dell’opera “il piccolo Paolo” del professore nonché referente nazionale del premio Paolo Borsellino, Graziano Fabrizi. Un’opera di sensibilizzazione inserita all’interno delle diverse attività di formazione e sensibilizzazione che il Premio Nazionale Paolo Borsellino porta avanti ormai da più di 32 anni con linguaggi diversi. Il linguaggio utilizzato oggi, alla presenza di cento bambini delle scuole Troiano Delfico e Direzione Didattica, plesso via Vitello d’oro è stato quello dell’arte.

L’opera, posizionata sul muro della stazione ferroviaria di Montesilvano, ritrae un giovanissimo Paolo Borsellino nel giorno della sua Prima Comunione, all’età di sette anni. Già collocata alla vigilia del 19 luglio in ricordo della strage di via D’Amelio, in cui perse la vita il giudice Borsellino e la sua scorta nel 1992, lo ricordiamo, è stata deturpata subito dopo. Oggi, per la seconda volta è stata rivendicata da Fabrizi, impegnato nella promozione e cultura dei valori di legalità verso le giovani generazioni. L’opera serve a ricordare in silenzio la strage di Via d’Amelio, per rivendicarne l’innocenza e il bisogno continuo della formazione verso i principi e valori dei giusti, quindi della legalità.

Presenti all’inaugurazione, il sindaco di Montesilvano Ottavio De Martinis, l’assessore alle Politiche Giovanili Alessandro Pompei, Renzo Gallerati dell’Acaf Museo del Treno, Giovanni Ciardello di RFI, Roberto Lunardo Comandante della Compagnia dei Carabinieri, Carlo Ferri segretario provinciale SIAP di Pescara e don Aniello Manganiello, parroco di Scampia.

“Con l’inaugurazione del piccolo Paolo, ha affermato Graziano Fabrizi –  l’intento è portare i ragazzi e chiunque capiti nei pressi dell’opera, a conoscenza di uno spazio riqualificato che è quello della stazione ferroviaria che ospita un bambino come loro e diventa così un presidio di legalità attraverso l’uso di un linguaggio semplice. Un bambino come tanti che poi crescendo è diventato simbolo di legalità pagando con la propria vita la fedeltà ai propri valori e principi. Ogni persona che si stringe attorno a questo cenacolo di idee, porta con grande fierezza il proprio contributo. Ringrazio i Carabinieri che si occuperanno di tutelare il bene pubblico; il sindaco Ottavio De Martinis per la vicinanza e il sostegno e il Comune di Montesilvano che mette a disposizione della cittadinanza un’opera continua di educazione civica. Le scuole perché educano i cittadini dell’oggi e del domani. Le Ferrovie dello Stato  che hanno messo a disposizione le infrastrutture: grazie a tutti, il premio diventa così un ponte educativo con un forte richiamo al luogo.

Il sindaco Ottavio De Martinis: “Ringrazio Graziano Fabrizi perché ci fornisce ancora una volta un grande spunto di riflessione e ringrazio tutti gli ospiti e tutti coloro che sono intervenuti oggi, perché con la loro calorosa presenza hanno reso speciale questa giornata dedicata a Paolo Borsellino. Grazie a don Aniello Manganiello, parroco di Scampìa e agli istituti scolastici presenti perché l’obiettivo è stato proprio quello di commemorare, donando un presidio di legalità per una coscienza attiva, nel crocevia degli arrivi e delle partenze, con la speranza che qualcuno prenda per mano quel bambino e continui a camminare con lui verso un percorso di valori e di idee verso una nuova cultura antimafia. La storia di Paolo Borsellino ci insegna che la legalità non è un concetto astratto, ma un impegno quotidiano che riguarda ognuno di noi”.

Con l’installazione odierna, il professore di Montesilvano da l’appuntamento ai prossimi impegni di Ottobre a L’Aquila, Pescara, Teramo e Chieti per la XXXII edizione del Premio Borsellino.

La messa in opera dell’istallazione è stata a cura della Novagrafica sas di Montesilvano, sempre vicina alle performance dell’artista.




APRE LA MOSTRA APRUTIUM

Terra di bellezza e di colori,  40 gli artisti che esporranno le loro opere

Tagliacozzo, 19 ottobre 2024. “Aprutium: terra di bellezza e di colori” è il tema della mostra che sarà inaugurata oggi pomeriggio, sabato 19 ottobre, alle 18:30, nel chiostro del convento di San Francesco in Tagliacozzo. La collettiva d’arte contemporanea organizzata da Leonardo Paglialonga, in qualità di presidente dell’associazione artistico-culturale “Nemesis” di Francavilla al Mare, vedrà la partecipazione di oltre 40 artisti provenienti dall’Abruzzo e da altre regioni d’Italia. Verrà attribuito un duplice omaggio in particolare ai Maestri Vincenzo Corsi, del quale si esporranno, nella sala Beato Tommaso da Celano, alcune sue opere sul tema: “Tagliacozzo: genius loci”, e a Mimmo Sarchiapone, già Cavaliere della Repubblica Italiana, sul tema: “C’era una volta Pescara” di cui si esporranno diverse sue incisioni nella sala Capitolare.

Un omaggio sarà attribuito al ricordo di Laura Salvatori, la giovane francescana secolare recentemente scomparsa, marsicana, a cui sono state intitolate due opere che la ritraggono, una delle quali in tecnica mista che sarà in esposizione nella sala museo. Sarà ricordato anche Enzo De Iuliis, detto “Cipolla”, di Chieti, un vero personaggio tra i suoi concittadini e persona di grandi qualità umane, per anni amico fraterno anche dei frati francescani di Tagliacozzo.

Un percorso tra diverse facce dell’Abruzzo unite però da un unico concetto artistico. “L’idea è quella di creare un gemellaggio artistico tra Tagliacozzo e Pescara”, spiega Leonardo Paglialonga, “e, in un senso più ampio, valorizzare la nostra regione, l’Abruzzo, terra di tante bellezze tra mare e monti e di molte tipicità e peculiarità che la rendono unica nel suo genere ma che non sempre hanno il giusto risalto, tra cui un patrimonio artistico eccellente ed un fermento culturale molto interessante che merita di essere evidenziato, approfondito e pubblicizzato nella giusta maniera”.

La mostra gode del patrocinio del Comune di Tagliacozzo e delle associazioni “Arte in Bottega” di Roma, “Bellantarte” di Teramo, Licita Scientia di Chieti e Ascom Abruzzo. Durante la conferenza inaugurale porteranno i saluti istituzionali Vincenzo Giovagnorio, sindaco di Tagliacozzo, Chiara Nanni, assessore alla Cultura del Comune di Tagliacozzo, Padre Attilio Terenzio OFMConv guardiano del Convento di San Francesco in Tagliacozzo, Padre Carmine Terenzio OFMConv del convento di San Francesco in Tagliacozzo.  A seguire gli interventi di Paglialonga, organizzatore e curatore della mostra, di Gabriella Di Giandomenico, critico d’arte, sul tema: “Zahrtmann e compagni danesi: la loro esperienza a Civita d’Antino”. Concluderà la relazione dello scrittore e attore Antonio Di Loreto sul tema: “Il valore dell’arte al tempo del Cenacolo michettiano di Francavilla al Mare” con le letture di Mario Massarotti.

Verrà proiettato anche un filmato sull’Abruzzo a cura di Icaro droni. Da ultimo si avrà la performance di Danza Antica a cura dell’Ensemble Licita Scientia con le coreografie di Maria Cristina Esposito. Esporranno le loro opere: Silvana Altigondo, Ludovica Amicucci, Rosalba Barillà, Gino Berardi, Caterina Caldora, Vincenzo Corsi, Iris D’Annunzio, Elio Di Blasio, Massimo Di Febo, Antonella Di Giandomenico, Sergio Di Mattia, Franco Di Nicola, Giuseppe Di Prinzio, Mirella Di Raffaele, Gigino Falconi, Rosa Lia Ferreri, Graziella Gagliardi, Marco Gentile, Patrizia Giannone, Sayoko Ishiyama, Nadia Lolletti, Carlo Marcantonio, Miriam Melle, Lucio Monaco, Moiradea, Patrizia Navarra, Bruno Paglialonga, Andrea Pazienza, Massimina Pesce, Nestore Presutti, Patrizia Prospitti, Mimmo Sarchiapone, Miriam Scarpone, Adele Schiazza, Monica Sichetti, Leo Strozzieri, Mario Tata, Marialuisa Torlontano, Carla Trivellone, Gianfranco Zazzeroni, Eraldo Zecchini. 

La mostra proseguirà fino al 17 novembre.                                       

L’ingresso è libero.




INCLUDI_AMO_CI

Percorsi innovativi per una scuola inclusiva – rivolto a insegnanti della provincia di L’Aquila delle scuole di ogni ordine e grado

L’Aquila, 19 ottobre 2024. L’Istituto d’Istruzione Superiore Amedeo D’Aosta – L’Aquila ha ospitato, da lunedì 14 a giovedì 17 ottobre scorsi il percorso formativo “Includi_amo_ci”, dedicato al tema dell’inclusione per insegnanti delle scuole di ogni ordine e grado della provincia di L’Aquila. Dopo l’azione attuata per le scuole della provincia di Teramo, anche nel capoluogo abruzzese è stato possibile richiamare l’interesse dei docenti e di molte figure chiave del mondo scolastico sui delicati aspetti della didattica inclusiva con focus anche sull’aspetto normativo e approfondimenti mirati sul nuovo PEI secondo le modifiche al D.L. 153/23.

In dodici ore di formazione complessive, i discenti, gratuitamente e con riconoscimento dei crediti formativi, hanno avuto l’occasione di ascoltare e di confrontarsi con studiosi ed esperti della didattica inclusiva e della progettazione universale per l’apprendimento (UDL Universal Design for Learning), si sono alternati in cattedra la Prof.ssa Evelina Chiocca – Presidente Federazione nazionale Osservatorio 182, la Prof.ssa Silvia Nanni – Professoressa associata in Pedagogia generale e sociale Università degli Studi dell’Aquila, il Prof. Fabio Filosofi Ricercatore – post-doc in Pedagogia Speciale  Università degli Studi di Trento e il Prof. Vincenzo Antonio Gallo – Docente specializzato per le attività di sostegno didattico e formatore; estremamente attuale l’intervento del Dott. Casto Di Bonaventura “Patti educativi di comunità con il mondo del volontariato nel terzo settore; a completare il quadro in ambito inclusione scolastica anche l’atteso intervento della Dott.ssa Maria Pia Legge sul tema “La medicina scolastica per l’inclusione” e successivamente, in chiusura, quello della Dott.ssa Maria Pia Pierfelice “Accogliere l’epilessia a scuola. Comprendere la malattia e sfatarne i miti”, l’epilessia molto spesso è in comorbilità con l’autismo.

Il percorso è stato arricchito anche da un intervento formativo ad hoc a cura del Prof. Fabio Filosofi, presso l’Istituto Comprensivo Statale Cesira Fiori – San Demetrio Rocca di Mezzo

Questa prima azione progettuale, dell’ampio Progetto INCLUDIAMO, si conclude con tanti spunti di riflessione e grande soddisfazione da parte dei tantissimi docenti e dirigenti scolastici intervenuti. Sembrerebbe naturale rendere ora replicabile questo percorso magari con risorse del Fondo Sociale Europeo+ dell’Abruzzo; potrebbe essere strutturato negli anni e agevolare e migliorare l’inclusione delle persone autistiche nelle scuole e nella società.

Insieme alle Istituzioni Capofila e Partner di questo sfidante Progetto, rispettivamente Ambito Distretto Sociale 5 Montagne aquilane (Capofila) e Ambito Distretto Sociale 1 Comune di L’Aquila, ci accingiamo a lavorare ora sulle altre attività progettate e finanziate dalla Regione Abruzzo:

Ambito Distretto Sociale 5 Montagne aquilane

attività culturali, ricreative e sportive – risorse disponibili 10.000€

sostegno attività scolastica ed extrascolastica – risorse disponibili 65.351€

avvio al lavoro con Autismo Abruzzo APS – risorse disponibili 13.350€

attività complementare rivolta alla famiglia (formazione) – risorse disponibili 5.000€

Ambito Distretto Sociale 1 Comune di L’Aquila

attività culturali, ricreative e sportive – risorse disponibili 30.000€

voucher/bonus acquisto prestazioni qualificate di supporto per inclusione sociale  – risorse disponibili 29.990€

AUT lavoro con Coop Sociale Lavoriamo Insieme – risorse disponibili 35.000€

formazione delle  famiglie con Autismo Abruzzo APS – risorse disponibili 16.428€




POLEMICHE DEL CENTROSINISTRA SUI CANTIERI

Dichiarazione del sindaco Masci in replica alla consigliera Simona Barba

Pescara, 19 ottobre 2024. “Pescara sta cambiando volto, è un dato di fatto, anche se la sinistra che si oppone a tutto non riesce a mandare giù questo concetto. È chiaro che, per natura, non esistono cantieri-lampo, per cui i disagi sono spesso inevitabili per i cittadini, e accade anche che possano sorgere contenziosi con le ditte che poi rallentano tutto o magari che un intervento possa risultare più complesso del previsto.

Ma il sindaco è totalmente estraneo ai processi amministrativi, la consigliera comunale Simona Barba lo sa perfettamente, o dovrebbe saperlo; quindi, non dovrebbe confondere i cittadini lanciando le solite accuse. D’altra parte il cantiere di piazza Sacro Cuore e corso Umberto è emblematico da questo punto di vista, contrariamente a quello che dice la consigliera, così come è emblematico della visione di città che noi abbiamo, una visione che ci distingue nettamente da questa sinistra del NO, visto che mai nessuno aveva realizzato né tanto meno proposto, prima di noi, un intervento di riqualificazione come quello che abbiamo realizzato e che domani vedrà la sua conclusione ufficiale con il taglio del nastro e una festa aperta alla città.

Sul corso e in piazza c’è il verde, al posto dei lecci morti, e il progetto concluso abbraccia in pieno il concetto di sostenibilità. Invito tutti ad esserci, domani, anche la consigliera Barba, che scrive di volere un confronto, ma in realtà appare pronta solo a criticare e ad offendere, senza alcuna capacità di ascolto e, quindi, di apprendimento. Da quello che scrive Barba, pare che la confusione sia solo la sua, tra l’altro. Da mesi ascoltiamo i suoi “NO” a prescindere, fino al NOG7 di questi giorni, un No che rispetto ma che non mi lascia affatto stupito. Una litania, la sua, che ormai appare quasi scontata. Ripete ossessivamente le stesse cose dalla campagna elettorale, senza vedere che, intanto, Pescara cambia, si migliora e cresce con i progetti che noi abbiamo pensato, progettato e realizzato”.

Il sindaco Carlo Masci




CITTADINI PER IL G7

di Giancarlo Odoardi – Ri-media.net

Pescara, 19 ottobre 2024.  Mi aspettano circa 7 km in bici stamattina, per andare a sistemare certe faccende. Ma per prima cosa devo buttare le bottiglie e i barattoli di vetro. Trovo i bidoni carrellati stracolmi. Ma  la gente non guarda la televisione? Non so se più o meno di me, che ne faccio un uso morigerato, ma la pubblicità del COREVE, il consorzio di filiera di recupero del vetro, non mi è  sfuggita: sulla melodia di Morandi del “Fatti mandare dalla mamma“, il fatto che il “sacchetto non ci va” è un tormentone. Eppure, il messaggio non passa!

E dalle parti del mio ufficio c’è il rincaro della dose: le bottiglie di vetro, che sicuramente vengono del bar che è lì di fianco e che agevolmente potrebbe consentire il recupero del prezioso materiale, finisce nel cestino stradale, insieme al sacco nero dell’indifferenziato. Possibile?

Mi allontano dal centro città, verso la periferia, costeggiando il fiume. All’angolo di via Orazio che immette sulla golena sud,  una volta c’erano dei cassonetti dei rifiuti, adesso non più. Ma se l’elemento fisico del conferimento/raccolta è stato rimosso, per diverse persone ne è rimasta la memoria, per cui il luogo a quello resta dedicato, a prescindere.

Mentre mi avvicino alla meta e percorro la pista ciclabile lungo fiume sud, penso ai lavori che fervono in alcune zone della città per l’imminente G7, aree che saranno tirate a lucido, messe in sicurezza e interdette al traffico, forse anche al passaggio ciclabile nonché pedonale: la chioma degli alberi rifatta, tombini … tombati e cassonetti serrati. La sicurezza prima di tutto.

Però lungo il mio percorso, lontano da quello previsto per le autorità, trovo le cose strampalate di sempre, che non risentono dei grandi eventi ma che attraggono sempre l’attenzione e muovono il disappunto di tanti, compreso il mio.

Mentre rifletto sul degrado, sull’abbandono, sulla scarsa informazione, sull’inciviltà, intercetto lungo la strada, fuori dai riflettori, dalle telecamere, dalle macchine fotografiche, un curioso segnale di speranza. Alcuni cittadini, due donne e due uomini, muniti di guanti, sacchetti e pinze, sono intenti a raccogliere plastiche varie, bottiglie, flaconi, buste, bicchieri, insomma quella roba lì. Si muovono con le spalle rivolte alla città, quasi fuori dalla scena, dietro il palco dove si svolge lo spettacolo. Procedono a testa bassa, intenti a ispezionare il terreno.

Al mio saluto mi sorridino, con una smorfia di chi non si cruccia della propria solitudine, consapevole della giustezza del proprio gesto.

Quattro cittadini, quattro amici, come quelli della canzone di Gino Paolo, al bar. Non vorranno mica cambiare il mondo?




L’ORCHESTRA GIOIELLO D’ABRUZZO

Il Colibrì Ensemble riempie ancora una volta il Flaiano e supera i 300 abbonati. Un traguardo inedito e storico per un’orchestra a Pescara

Pescara, 19 ottobre 2024.  Lo scorso sabato 12 ottobre, il Colibrì Ensemble – Orchestra da camera di Pescara, ha fatto registrare l’ennesimo sold out nella serata inaugurale all’Auditorium Flaiano, con ben 490 spettatori in sala. La notizia non è tanto il “tutto esaurito”, che ha dato il via alla 12esima stagione concertistica, quanto piuttosto il fatto che i pescaresi sembrano ormai aver “eletto” la loro orchestra cittadina, un traguardo oggettivamente inedito per la realtà di Pescara.

Numeri importanti, quelli del Colibrì, in questo inizio di stagione: oltre 300 abbonati e una programmazione intensa di 14 concerti che partiti ad ottobre 2024 andranno avanti fino ad aprile 2025: risultati preziosi e assolutamente insoliti nell’intera area metropolitana.

«È importante sottolineare come “l’inedito” stia nel fatto che sia stata un’orchestra a creare tutto questo – spiega il fondatore e direttore artistico Andrea Gallo -. Certamente abbiamo tanti esempi di stagioni e festival storici e prestigiosi in questa città, che negli anni hanno provato a costruire un pubblico di affezionati, ma è un dato oggettivo che il Colibrì sia l’unica orchestra ad essere riuscita in questo intento».

«Questo perché – spiega Gina Barlafante presidente e mecenate dell’orchestra – c’è una differenza sostanziale tra enti che ospitano ed enti che producono. Entrambi sono di fondamentale importanza per il tessuto culturale, ma operano in maniera completamente diversa».

A Pescara infatti, prima del Colibrì, non si ricorda l’esistenza di un’orchestra di musicisti professionisti attiva stabilmente con una propria stagione concertistica e in grado di creare intorno a sé una simile partecipazione. La storia ci racconta di complessi orchestrali che in passato hanno provato a portare il nome della città, ma che non hanno avuto lunga vita o hanno prodotto un’attività limitata a concerti saltuari, senza poter contare su un pubblico di abbonati e affezionati ampio e costante.

«Aver chiuso la passata stagione con il Flaiano pieno di persone e ripartire ora con questo ulteriore sold out è stata una grande soddisfazione – dichiara la Barlafante – nonché un bell’auspicio per la stagione che ci aspetta».

Il maestro Gallo rilegge testualmente una frase da una delle prime brochure dell’orchestra: «L’Associazione si pone l’ambizioso obiettivo di dar luogo a una nuova realtà musicale che sia costantemente presente nella vita dei cittadini tale da creare in loro un vero e proprio senso di appartenenza, così come comunemente avviene per una squadra di calcio. Questo il mantra che ripetevamo e questo in fondo è ciò che è accaduto».

L’orchestra, che prende nome dall’antica favola del Colibrì, fin dall’inizio ha cercato contatto con il suo pubblico cominciando nei primi anni con banchetti in piazza Salotto, flash mob, fino ad arrivare pian piano al risultato di oggi. Un progetto che si è dimostrato in continua evoluzione nel corso degli anni, ampliando l’offerta culturale, introducendo ogni volta novità nei cartelloni e arrivando quest’anno a includere anche l’opera e il balletto. Un percorso sicuramente coraggioso e visionario.

«Essere visionari è importante, ma sappiamo bene come senza impegno e dedizione non si vada da nessuna parte – conclude Gallo -. Non smetterò mai di ripetere che la nostra forza è nella passione e nell’entusiasmo che mettiamo in ciò che facciamo, nella professionalità e qualità che ricerchiamo ogni giorno, nel prenderci cura di ogni dettaglio, da quello organizzativo a quello musicale e artistico. Questa mentalità è presente in ufficio, come sul palcoscenico e siamo ben attenti a rimediare qualora venga meno».

PROSSIMI APPUNTAMENTI

I prossimi appuntamenti della prima parte della stagione sono: “Nell’iride del novecento” (26 ottobre). “Il tango fino a Piazzolla” (9 novembre), Brandebur… gap (23 novembre), Destinazione Mozart (7 dicembre) e l’appuntamento speciale prima di Natale con il balletto “Lo Schiaccianoci” (14 dicembre).




GRUPPO VOLONTARI DI PROTEZIONE CIVILE TEMPERA

Quindicennale fondazione

L’Aquila, 19 ottobre 2024.  Il Gruppo Volontari di Protezione Civile di Tempera, domenica 20 ottobre, festeggerà i 15 anni dalla fondazione nella propria sede, presso i Map di Tempera (L’Aquila), aprendo alla collettività la struttura ed esponendo i propri mezzi e attrezzature.

La presidente dell’Associazione, Marchetti Sabrina, invitando i cittadini a partecipare, annuncia che all’evento saranno presenti autorità cittadine e regionali. “Il 6 aprile 2009, la nostra città fu colpita da un catastrofico terremoto – ricorda la presidente – Il primo ottobre 2009, un gruppo di persone, prendendo esempio dalle associazioni intervenute, decisero di fondare un proprio gruppo di protezione civile. Il Gruppo Volontari di Protezione Civile di Tempera, iscritta da subito alla Colonna Mobile Nazionale Prociv-Arci.  Sin da subito, l’associazione si è distinta in situazioni di emergenza e non, come in esercitazioni nazionali e regionali, dando anche supporto ad altre associazioni, intervenendo nei casi di alluvioni, terremoti, incendi”.

Grazie alle convenzioni con la Regione Abruzzo, l’Associazione svolge servizio costante per la prevenzione dagli incendi boschivi, con attività di spegnimento, bonifica e avvistamento, con mezzi propri e in comodato d’uso dalla regione Abruzzo, mantenendo reperibile h24 una squadra per ogni tipo di necessità.

“Inoltre – conclude Marchetti – grazie alla convenzione con il Comune dell’Aquila, come Associazione riusciamo a portare avanti una manutenzione costante all’area di accoglienza di Tempera, mantenendola sempre pulita e operativa in caso di necessità. Su attivazione del Comune, invece, svolgiamo attività di controllo fluviale in caso di maltempo ed eventualmente, interventi, oltre ad attività di accoglienza in caso di calamità”.




RIPRENDIAMOCI LA STORIA

Appuntamento a Francavilla al Mare con Fonderie Ars

Francavilla al Mare, 19 ottobre 2024. Domenica 20 ottobre alle ore 17 a Francavilla al Mare presso la Sala delle Tele del Mumi, ci sarà l’evento conclusivo del laboratorio di Reportage Narrativo dal titolo “Riprendiamoci la storia” a cura dell’Associazione Fonderie Ars: “un viaggio indietro nel tempo, ma proiettato nel futuro” dove la scrittrice Raffaella Simoncini illustrerà quanto fatto nei mesi scorsi insieme allo scrittore Peppe Millanta ed ogni corsista illustrerà il suo lavoro finale a partire dalla ricerca delle fonti con letture della stessa Simoncini e di Annalica Bates Casasanta.

“Quante volte ci siamo chiesti come fossero un tempo i luoghi che abitiamo? E quante volte ci siamo resi conto di avere dei buchi nella memoria del nostro paese?”: a queste domande ha risposto il corso di Reportage Narrativo di Fonderie Ars con Scuola Macondo di Pescara, Neo edizioni e Alphaville – nonsolocinema, il cui scopo è stato far tornare alla luce storie di Francavilla al Mare altrimenti destinate all’oblio grazia ad un ebook di memorie collettive in cui la narrazione da orale diviene scritta ed infine digitale, aperta, alla portata di tutte le generazioni.

Il laboratorio di Reportage Narrativo è stata l’occasione per la comunità di Francavilla al Mare di riappropriarsi della propria identità. Si è trattato di un passaggio sentito: la città di Francavilla è stata completamente rasa al suolo dai tedeschi durante la Seconda Guerra Mondiale; la ricostruzione e un incremento demografico importante hanno portato la comunità a disperdersi in mille rivoli, dimenticando gran parte del proprio passato.

Il laboratorio è stato strutturato in tre fasi.

Nella prima, si sono messe “in circolo” le storie, cercando di trovare quelle fondative della comunità, quelle maggiormente identitarie, quelle capaci di restituire il carattere degli abitanti.

Nella seconda, le storie sono state approfondite dai partecipanti, ognuno dei quali è stato chiamato ad esserne “custode”: attraverso lo studio bibliografico, la ricerca delle fonti orali e la ricerca sul campo. A supporto del lavoro, sono stati invitati numerosi esperti di storie locali, che hanno ampliato il quadro e permesso ai partecipanti di confrontarsi.

La terza fase invece si è concentrata sulla scrittura dei testi, sull’editing, attraverso correzioni e incontri collettivi e individuali fino alla realizzazione di un ebook, che vuole essere un modo per salvare quelle storie dall’oblio, regalandole con voce nuova alla collettività.

Durante la terza fase degli incontri ci si è concentrati inizialmente su brevi esercitazioni e pillole di editing per tutti, in modo da far apprendere anche ai neofiti quelle che sono le basi delle fasi di revisione e rilettura. In questo modo, piuttosto che impartire regole dall’alto, si è dato modo ai partecipanti di mettersi alla prova su testi già editati e non editati, in modo da rendersi conto praticamente, con un confronto diretto in classe, di quali sarebbero stati i metodi da applicare anche ai loro lavori.

Importante è stato il confronto tra punti di forza e debolezza degli elaborati: i racconti hanno stili diversi ma l’obiettivo comune è uno ossia far tornare alla luce storie di Francavilla altrimenti destinate ad essere perdute per sempre.

Al termine delle revisioni, i racconti scritti e consegnati dai partecipanti sono stati 24, tutti raccolti in un unico ebook di memorie collettive che, grazie all’utilizzo di una versione immateriale e digitale della raccolta, ne permetterà la più ampia diffusione in particolare tra le generazioni più giovani.

Il progetto fa parte di “Libridine”, promosso dal Centro Per il Libro e la Lettura (CEPELL), istituto del Ministero della Cultura; le associazioni partecipanti al fianco del Comune di Francavilla al Mare sono l’Aps Macondo, Fonderie Ars, l’Associazione Alphaville – nonsolocinema, la Neo edizioni, Sophia Aps e l’Associazione Identità Musicali che a loro volta coinvolgeranno location strategiche, culturali, turistiche del territorio, oltre alla Mondadori di Francavilla e all’Azienda di Trasporti Abruzzese TUA.




I CENTO PASSI 2024

Festival danza direzione artistica Loredana Errico e Amalia Salzano dal 20 ottobre al 16 dicembre 2024

L’Aquila, 19 ottobre 2024. Il festival danza I Cento Passi, con la direzione artistica di Loredana Errico e Amalia Salzano, si svolgerà dal 20 ottobre al 16 dicembre in Abruzzo, nel Teatro dei 99 e nel Centro Storico di L’Aquila, nel Teatro Dei Marsi di Avezzano, nel Teatro Comunale Maria Caniglia di Sulmona, nel Teatro Marrucino di Chieti e nell’Auditorium Enrico Fermi di Celano. In questa edizione saranno coinvolte prestigiose compagnie di danza ed étoile di livello internazionale: La Compagnia Movimento Danza, diretta da Gabriella Stazio, la Compagnia EgriBiancoDanza, diretta da Susanna Egri e Raphael Bianco, la Compagnia Mvula Sungani Physical Dance, diretta da Mvula Sungani, con la presenza di Enzo Gragnaniello e la sua band, la Compagnia Nuovo Balletto Classico diretta da Rezart Stafa, fondata da Marinel Stefanescu e Liliana Cosi, la Compagnia Zappalà Danza/ Scenario Pubblico, diretta da Roberto Zappalà, la Compagnia Excursus, diretta da Ricky Bonavita, la Compagnia Sergio Bernal Dance Company, prodotta da Daniele Cipriani Entertainement e la Compagnia Abruzzo Danza e Spettacolo, diretta da Loredana Errico.

Il Festival “I Cento Passi riflette sulla necessità di fare chiarezza sulla funzione che hanno i Festival e sul ruolo che questi rivestono nella società di oggi, mutata notevolmente dagli eventi che stanno colpendo tutto il mondo. Un Festival crea i presupposti affinché artisti e pubblico condividano esperienze collettive, e gli spettacoli proposti devono contribuire a costruire una realtà condivisa. L’obiettivo è quello di ampliare i confini, contribuire alla formazione di un pubblico consapevole delle proprie scelte e del proprio gusto artistico, accrescere l’attrattività del turismo culturale, veicolare tematiche sociali, realizzare residenze per e con disabili, valorizzare e sostenere la creatività giovanile a favore del ricambio generazionale, aumentare il numero di spettacoli ospitati, prodotti e coprodotti oltre ad iniziative di formazione e creazione originale, favorendo la contaminazione fra i linguaggi artistici attraverso l’uso della musica dal vivo e delle nuove tecnologie. In questa edizione 2024, il Festival “I Cento Passi” accresce la sua presenza nel territorio, presentando molteplici attività che, contribuiscono ad implementare connessioni tra emozioni, linguaggi e pensieri: 32 appuntamenti con molte produzioni originali, spettacoli, laboratori, installazioni, attività artistiche rivolte al mondo delle disabilità, spettacoli per le scuole incentrati sulla divulgazione e sensibilizzazione alle tematiche ambientali, e incontri con gli artisti.

L’apertura del festival danza I Cento Passi 2024 è affidata, domenica 20 ottobre alle 17,30, al L’Aquila, Teatro dei 99, alla Compagnia Movimento Danza di Napoli diretta da Gabriella Stazio con lo spettacolo Città Perduta, coreografia Gabriella Stazio, danza, Sonia Di Gennaro. Nel 1993 Gabriella Stazio presenta per la prima volta a Napoli e in Italia una performance di danza nel Museo Archeologico Nazionale. Un evento site-specific. Un progetto avanguardista, mai realizzato prima che il Museo Archeologico Nazionale di Napoli accolse con lungimiranza e spirito di ricerca. Oggi di iniziative così se ne vedono tante, ma allora l’evento creò grande clamore e interesse. Città perduta è una coreografia ispirata all’eruzione del Vesuvio che distrusse Pompei nel 79 d.C. che, come l’eruzione del Vesuvio, è parte integrante della nostra memoria collettiva. Una città perduta che desideriamo ritrovare non solo nella nostra memoria ma anche nella realtà quotidiana. Il programma degli eventi principali del Festival prosegue, domenica 10 novembre alle 17,30, a L’Aquila, Teatro dei 99 con Domande senza Risposta a cura della Compagna EgriBiancoDanza di Torino, una sintesi in assolo dalla recente creazione EartHeart – il cuore della terra di Raphael Bianco in un dialogo fra corpo e spazio: domande senza risposta sul mistero della terra e della vita. Si prosegue a novembre con due importantissimi eventi presso il Teatro dei Marsi di Avezzano: sabato 16 novembre, ore 21,00, Neapolis Mantra con la Compagnia Mvula Sungani Physical Dance diretta da Mvula Sungani con la partecipazione dell’étoile Emanuela Bianchini accompagnata da Enzo Gragnaniello e la sua band e l’attrice Federica Totaro. Uno spettacolo globale di interazione e compenetrazione tra danza, musica live e parola, ispirato alla cultura partenopea contemporanea. La creazione, ispirata dall’omonimo album inciso nel 1998 dal cantautore napoletano, e omaggio ai 20 anni dalla pubblicazione della canzone Donna, interpretata dall’indimenticata Mia Martini, indaga la ricerca dell’essenziale, dove il corpo e la voce diventano ponte tra il reale e l’irreale e vogliono far entrare chi assiste in una dimensione onirica, tantrica: un viaggio nelle origini più vere e viscerali di Napoli, città che nelle sue più profonde contraddizioni ama i suoi figli, e come una madre li protegge e li custodisce gelosamente. Sempre al Teatro Dei Marsi di Avezzano, sabato 23 novembre alle 21,00, Don Chisciotte con la Compagnia Nuovo Balletto Classico diretta da Rezart Stafa. Lo spettacolo del Nuovo Balletto Classico, ispirato all’omonimo romanzo di Cervantes, è certamente uno tra i più amati del pubblico per vivacità e scorrevolezza. La coreografia è di Marinel Stefanescu per quanto riguarda le prime scene di entrambi gli atti, e di Marius Petipa; quindi, classica russa per l’atto bianco e il Grand Pas dove il soggetto tratto dal romanzo di Cervantes non è che un semplice filo conduttore delle vicende tra accattivante allegria e grande tecnica.In Palcoscenico una ventina di ballerini della Compagnia NBC e aggiunti per questo spettacolo con un cast numeroso.

Da segnalare anche Body Teaches l’8 dicembre al Teatro dei 99 di L’Aquila, lavoro di Roberto Zappalà che il 1° dicembre sarà psentato a New York. Un progetto di Roberto Zappalà che mira a sensibilizzare il pubblico nei confronti della danza contemporanea. Questa disciplina si presta particolarmente alla fruizione giovanile e di una platea eterogenea, sia per le tematiche sociali e attuali trattate nelle performance, sia per un uso del corpo basato su un “codice espressivo” dinamico, atletico e riflessivo. Chiuderà il Festival, Sergio Bernal, artista di fama internazionale, che sarà presente il 16 dicembre al Teatro Marrucino di Chieti. Ser, della Sergio Bernal Dance Company, è uno spettacolo ispirato al fascino della cultura iberica e allo spirito gitano. Tra vertiginosi assoli e raffinati pas de deux e pas de trois, Sergio Bernal realizza uno spettacolo molto introspettivo, espressione della propria personalissima visione della danza e della tradizione iberica. Le coreografie di Sergio Bernal, Ricardo Cue, Jose Manuel Benitez, José Manuel Álvarez esplorano il mondo della danza nelle sue diverse sfaccettature ed elaborano uno stile unico, che riunisce flamenco, balletto classico e danza contemporanea, su una playlist altrettanto varia e vibrante che passa dal repertorio romantico francese al pop contemporaneo

 Il Festival “I Cento Passi” si arricchisce di anno in anno di collaborazioni e partenariati che ne rendono unico e prezioso il percorso moltiplicandone le opportunità:Università degli Studi dell’Aquila, Conservatorio di Musica “Alfredo Casella” (AQ); Bernstein School of Musical Theater di Bologna; Festival Internazinale di Mezza Estate – Tagliacozzo (AQ); Centro di produzione Adri Music (PE); Orchestra Italiana del Cinema – Roma; a.c. Blu Note (Celano – AQ); a.c. MuTeArt (Francavilla al Mare CH); Ass. I Solisti Aquilani (AQ); Ass. Abruzzo Danza e Spettacolo (AQ); Ass. Le Vie dello Zafferano (S. Pio delle Camere – AQ); Ass. Abruzzo Move (AQ); Ass. Abruzzo Autismo ONLUS; Ass. A.P.T.D.H. ONLUS; Associazione Pankinsobn L’Aquila; CNA L’Aquila; Comunità Montana “Montagna di L’Aquila”; GAL Gran Sasso Velino; Teatro Stabile d’Abruzzo (AQ); Compagnia Zappalà Danza – Scenario Pubblico Centro di Produzione della Danza (CT); Daniele Cipriani Entertainement (Roma); Movimento Danza (NA); EgriBiancoDanza –TO; Compagnia e-motion – gruppo phoenix; compagnia Megakles (CT); Ass. INSCENA (AQ); Compagnia Excursus; Campania Danza (SA); Ass. A.L.A. – Promozione delle Arti (SA); Comune di Avezzano, Comune di Sulmona, Comune di Chieti e moltissimi comuni del comprensorio aquilano (Carapelle Calvisio, Santo Stefano di Sessanio, Castel del Monte, San Pio delle Camere, Villa Santa Lucia, Prata d’Ansidonia, Villa Sant’Angelo, Capitignano, Montereale, Pizzoli ed altri)




TERRE SONANTI: DOMENICA MAMMUT FA TAPPA A SANT’EUSANIO FORCONESE

Con la violoncellista Flavia Massimo. A Ocre e Fossa focus impronte dinosauro e necropoli vestina

L’Aquila, 19 ottobre 2024. Prosegue il cammino del mammut di cartapesta a grandezza naturale realizzato nell’ambito del progetto Terre sonanti, nei comuni dell’Aquilano, e prossima tappa, la settima, sarà Sant’Eusanio Forconese, domani domenica 20 ottobre. Rinviata invece la tappa di Villa Sant’Angelo, causa condizioni metereologiche avverse. Un viaggio partito dal castello cinquecentesco dell’Aquila, sede del Museo nazionale d’Abruzzo, che tra le finalità ha quello di amplificare e promuovere il fossile originale del Mammuthus meridionalis vestinus, ivi conservato, risalente a 1.300.000 anni fa, tornato alla luce nel 1954, tra i meglio conservati di sempre, all’interno di una cava di argilla di Scoppito, capofila del progetto.

Protagonista della giornata di domenica a partire dalle ore 11, con il concerto “Like 140 humans”, sarà Flavia Massimo, violoncellista e sound designer, che dalla sua L’Aquila si sta affermando a livello internazionale in virtù della capacità di creare atmosfere sonore ancestrali e sognanti, tra la musica classica e le avanguardie dell’elettronica. In programma, inoltre, la restituzione degli incontri  “Sentieri di memoria”, a cura di Silvia Di Gregorio, direttrice artistica di Terre Sonanti, e Antonella Di Giovanni, con Mario Aniballi, Domenica Ciccone, Domenica Ciuca, Gianni Cucci, Maria Gentile e Romeo Giannetti. Ed ancora “ll tempo del sogno”, restituzione del laboratorio ritmico e vocale condotto da Domenico Capanna presso la scuola secondaria di primo grado IC San Demetrio – Rocca di Mezzo. Sarà possibile apprezzare come in ogni tappa la mostra delle opere realizzate dalla classe 3A del Liceo Artistico F. Muzi – L’ Aquila. A fare gli onori di casa sarà il sindaco Deborah Visconti. Buffet e rinfresco a cura del ristorante “ Casa Bologna”.

Grande successo hanno riscontrato le precedenti tappe, a San Martino d’Ocre e a Fossa, dove l’arrivo del mammut è stata l’occasione per focalizzare l’attenzione, su un altro importante reperto presente  sul territorio, le impronte di un dinosauro predatore, la più grande larga ben 135 centimetri, risalente a un periodo tra 125 e  113 milioni di anni fa, rinvenuta nel 2006 a quota 1.900 metri sul monte Cagno, poco distante dal comune diffuso di Ocre, e della celebre necropoli di Fossa, suggestiva testimonianza dell’antico popolo dei Vestini.

A San Martino d’Ocre protagonisti in primis le bambine e i bambini della scuola primaria, con l’intervento teatrale “Ma ma ma mamuuuut!” , esito di un laboratorio curato da Antonella Lattanzi in cui “abbiamo innanzitutto parlato con i bambini del mammut, come era fatto, come viveva, cosa mangiava, quale era il suo territorio, e poi abbiamo ideato una filastrocca, partendo dal chiederci quale mai potesse essere il suo verso”.

E ancora grandi apprezzamenti per le opere realizzate grazie al laboratorio di cucito e pittura “Ritagli di sto…ria”, curato dall’associazione SanPanfiliAmo e dal gruppo Stelle Sospese, e per “Ricordi di un viaggio”, curato dalle associazioni “Il Castellano”, “La Solagna” e “Poli SMart 1987”, che ha raccontato il territorio di Ocre, la sua montagna, i conventi di Sant’ Angelo e Santo Spirito e il celebre castello che domina la conca aquilana.

Ha commentato il sindaco Gianmatteo Riocci: “è il risultato che ci attendevamo per questo evento: favorire ancora una volta l’attivazione del protagonismo delle nostre tante associazioni, cogliendo l’occasione offerta dall’arrivo del Mammut. Come è nello spirito dell’utilizzo dei fondo Restart, ovvero quello della ricostruzione sociale e culturale dei comuni del cratere”.

A Fossa il mammut ha fatto la sua apparizione in piazza Gemona, e ad accoglierlo è stata l’installazione artistica realizzata nel corso dei laboratori partecipati condotti dal Museo dei Bambini (Mubaq), dal titolo “Accogliamo il Mammut con creatività”, a cura dell’affermata artista Lea Contestabile, direttrice del Mubaq. La storica dell’arte Roberta Ianni ha raccontato il ritrovamento della necropoli e la stratificazione di civiltà che testimonia, nonché di Fossa, “terra delle beatitudini”, con i suoi i santi, conventi e la meravigliosa chiesa di Santa Maria ad Cryptas.

Ha commentato il sindaco Fabrizio Boccabella, “con la necropoli vestina abbiamo una importante testimonianza del patrimonio archeologico abruzzese e nazionale e abbiamo grandi progetti per la sua ulteriore valorizzazione e per proseguire gli scavi. Terre sonati va apprezzato anche perchè sta creando connessioni tra i comuni del territorio, e questo è importante a maggior ragione in vista di L’Aquila capitale della cultura 2026.

Il progetto “Terre sonanti – il Mammut” è finanziato dai fondi Restart, con capofila il Comune di Scoppito, e vede la collaborazione dell’Università dell’Aquila, del MAXXI L’Aquila, del Teatro stabile d’Abruzzo (Tsa), del Museo nazionale d’Abruzzo (Munda), dell’Accademia di belle arti dell’Aquila (Abaq), con il patrocinio dell’Ufficio speciale della ricostruzione dei comuni del cratere sismico 2009 (Usrc), nonchè con l’adesione di molte altre associazioni e altri 12 comuni dell’Aquilano. L’iniziativa è inserita anche nel cartellone delle attività culturali dell’Università dell’Aquila, e nello specifico del Festival di teatro “Aria”, supportata e sostenuta dall’Incubatore di creatività dell’Ateneo.

La realizzazione del Mammut ha coinvolto oltre 70 persone coordinate dall’artista Massimo Piunti che ha dato forma all’ opera , affiancato dall’artista Marco Rodomonti, nella fase finale di decorazione: un gigante mobile sagomato con il riciclo di un’enorme quantità di carta di giornale, intorno alla struttura portante progettata e montata dallo scenotecnico ed ex capo macchinista del Teatro stabile d’Abruzzo, Ferdinando Tacconi, coadiuvato da Fausto Antonetti.

Queste le successive tappe: sabato 26 ottobre San Demetrio ne’ Vestini, domenica 27 ottobre Fagnano. Infine, domenica 3 novembre Fontecchio, sabato 9 novembre Tione degli Abruzzi e domenica 10 novembre Acciano.




EMERGENZA NELLA SANITÀ PUBBLICA

Di Silverio (Anaao) a L’Aquila: “Occorrono misure coraggiose che non vediamo”

Teramo, 18 ottobre 2024re 2024. L’intervento del segretario nazionale del sindacato al convegno organizzato in collaborazione con la Fondazione Pietro Paci. “L’emergenza noi la viviamo realmente nei luoghi di lavoro, nella quotidianità, ed è un’emergenza che ha assunto i caratteri dell’urgenza. In queste condizioni, occorrono misure coraggiose ed estreme che al momento non vediamo. Mai come in questo momento, quindi, la nostra categoria deve essere compatta e deve credere che proprio attraverso noi possiamo cambiare le cose”. È il messaggio lanciato da Pierino Di Silverio, segretario nazionale dell’Anaao Assomed, al convegno sul tema “Emergenza in sanità pubblica. Riprendiamoci la cura”, in corso di svolgimento a L’Aquila, oggi e domani, al centro congressi “Luigi Zordan” dell’università. Il segretario nazionale del principale sindacato della dirigenza medica e sanitaria ha poi aggiunto che il Governo nazionale “dovrebbe agire immediatamente su tre fronti: retribuzioni, sicurezza nei luoghi di lavoro, presa in carico del paziente attraverso l’integrazione ospedale-territorio”.

“La carenza di specialisti e la crisi di vocazioni nel settore della medicina di emergenza-urgenza – ha sottolineato invece Alessandro Grimaldi, segretario dell’Anaao Assomed Abruzzo e coordinatore dei segretari regionali dell’Anaao – sono la dimostrazione che questo settore nevralgico della sanità pubblica ha bisogno di interventi consistenti nel più breve tempo possibile. Non si può ancora temporeggiare né pensare che questo stato di cose, di cui pagano le conseguenze i cittadini, possa ancora perdurare”.

Il programma della due giorni, organizzata dall’Anaao in collaborazione con la Fondazione Pietro Paci, prevede numerosi interventi di esperti nazionali della materia, dirigenti e operatori specializzati sui temi riguardanti i punti di criticità e i cambiamenti necessari emersi in seguito alla diffusione della pandemia da Covid-19. In particolare, i temi principali sul tavolo attengono alla riorganizzazione e al miglioramento della funzionalità del sistema ospedaliero ed extraospedaliero di emergenza-urgenza e, sul piano scientifico e tecnico, alle recenti innovazioni introdotte in questo comparto della sanità.




UNA CITTÀ FUORI CONTROLLO!

Pescara, 18 ottobre 2024. In attesa di capire come vivremo alla settimana del G7, in una città controllata e ristretta nei nostri movimenti, sappiamo al contrario di vivere in una città senza controllo: la rincorsa dei finanziamenti e fondi, dal PNRR a fondi ministeriali, ci presenta una città per la quale non riusciamo a vedere il suo futuro e i suoi obiettivi.

La riqualificazione di Corso Umberto in ritardo su tutti i cronoprogrammi per gli inconvenienti dovuti ai sottoservizi, che hanno addirittura minato l’obiettivo di piantagione, visto che il verde è stato sottoposto a invasioni delle aiuole da parte di pozzetti e cavidotti.

La riqualificazione di via Andrea Doria, i cui ritardi sono imputati alle autorizzazioni e rapporti con il Demanio Marittimo, lavori che aumenteranno la sezione stradale di 70cm e che daranno una area pedonale che sarà interdetta ai cittadini per questioni di Demanio.

La riqualificazione di Viale Primo Vere, bloccata per non avere seguito le prescrizioni della Soprintendenza, che ha visto gli alberi coevi di D’Annunzio sacrificati. Il palazzetto in via Di Girolamo, che sconta nei ritardi l ‘aver voluto collocare l’intervento in una area non prettamente idonea per caratteristiche geologiche, ritardi che potrebbero inficiare i finanziamenti ottenuti dal PNRR e far ricadere i costi sulle casse comunali.

Il Cantiere di riqualificazione del Matta, abbandonato da anni, anche questo con i finanziamenti in bilico. Il cantiere di Piazza Alessandrini, di viale Regina Elena, e altri, con blocchi dei lavori dovuti a contenziosi con le imprese. Il grande intervento sull’area di risulta, senza coordinamento alcuno, né nella sua progressione, né nel suo dettaglio esecutivo nella sua totalità, che sta portando il centro città nel caos, con il futuro inserimento anche della sede della Regione, senza particolari studi sul suo impatto in termini di traffico e vivibilità. Sappiamo solo i costi: più di 50 mil per una nuova sede quando non c’è una vera gestione patrimoniale degli altri immobili della Regione.

Una Riserva Dannunziana abbandonata, senza gestione, deturpata anche dall’intervento di un esbosco non controllato che ha minato la sua rinascita. Piani di abbattimento degli alberi che non corrispondono a piani di nuove piantagioni e manutenzione del verde: perderemo a esempio i pini se non si trovano urgentemente i fondi per curarli in modo efficiente dalla cocciniglia.

E tanti altri sono i contenziosi, i cantieri in ritardo, le nuove viabilità non attentamente studiate, come nel nuovo nodo via Pantini e lo svincolo circonvallazione sud.

E tutto questo mentre i privati senza controllo avanzano nei loro progetti, come l’investimento sull’ex cementificio, la muraglia sul lungomare sud che sarà creata tra la costruzione di nuove palazzine e l’hotel De Cecco, l’intervento sulle aree ex Di Bartolomeo, le ultime case di Borgo Marino Nord che saranno presto demolite per un nuovo edificio anonimo, il nostro tessuto edilizio storico minore a due e tre piani che viene trasformato in palazzine da innumerevoli piani.

E in questo scenario non si trova nessuna pianificazione per le periferie, nessuna visione per una vera mobilità pubblica, con il filobus che ormai è diventato una creatura mitologica, le cui narrazioni sono intergenerazionali, con gli avvistamenti diventati materia di scommessa.

Nessuna visione per il futuro di una città che si appresta a fondersi con altri due comuni. Tanti i temi ma nessun dialogo, con il Sindaco che si nega alla partecipazione, sia verso i cittadini e le cittadine, sia verso le consigliere e i consiglieri, disertando costantemente le Commissioni Consigliari, negando così valore alla rappresentanza degli eletti dalla città.

Con chi si confronta il Sindaco a noi non è dato saperlo.

E come nelle migliori società dello spettacolo, ci si loda per la promozione cittadina, come il video sul G7, il cui incipit è un “sol dell’avvenire” che si fonde nei simboli della sostenibilità e della vivibilità degli SDGs.

E la confusione è tanta.

Simona Barba – Consigliera comunale Pescara




RAGIONARE PER COSTRUIRE UNA NUOVA POLITICA

di Giancarlo Infante

PoliticaInsieme.com, 18 ottobre 2024. Cosa significa parlare di una “nuova” politica? Il tema cioè che affrontiamo a Roma domani, sabato 19 ottobre, insieme a numerosi rappresentanti di altri gruppi e associazioni che vogliono ragionale sulla possibilità di dare vita ad una “Alleanza popolare e democratica” che faccia della libertà e della solidarietà la doppia faccia di una sola medaglia di quel processo di trasformazione che deve interessare il Paese sotto il profilo istituzionale, sociale ed economico.

In primo luogo, significa superare la logica del bipolarismo in cui siamo finiti negli ultimi trent’anni e più. Cominciando dai territori dove i contenuti programmatici fondamentali per rigenerare il Paese diventano la cifra concreta e coerente con cui riannodare i rapporti tra istituzioni, politica e popolo.

Negli oltre tre decenni vissuti dal nostro sistema politico abbiamo registrato tanti fenomeni di distorsione del quadro democratico. Che riguardano gli equilibri istituzionali, lo snaturamento dei partiti, un profondo distacco del paese legale da quello reale. Come ci ricorda il continuo ripresentarsi dell’astensionismo, in crescita in qualunque tipo di consultazione elettorale.

La nostra democrazia appare sempre più gracile e malata. In coincidenza con l’affievolirsi di quelle voci che hanno nella loro tradizione una forte carica solidale. Come quella popolare, ma non solo, perché una politica quasi esclusivamente basata su un sistema di “nominati”, di partiti sempre più guidati da ristretti circoli, e della logica della scelta per schieramento, ha di fatto tolto di scena anche le grandi culture del mondo liberale, repubblicano e socialista.

Non si tratta, pertanto, di pensare ad un mero posizionamento intermedio tra destra e sinistra. Bensì, di costruire dal basso una vera e propria alternativa basata, come indicava il Manifesto Zamagni,  su di un pensiero forte in grado di dare voce ad un progetto di autonomia che non significhi solitudine, ma, al contrario,  una sfida sul piano di contenuti programmatici che, in questa fase vissuta dal Paese, richiamano, insieme e in forma coerente e compiuta, gli aspetti istituzionale, vedi il Premierato; l’organizzazione dello Stato e della sua propaggini regionali e locali, vedi l’Autonomia differenziata; i nuovi paradigmi economici e sociali da mettere in forte competizione con l’idea di un liberismo individualista, e la collegata finanziarizzazione dell’economia, rivelatisi negli ultimi decenni i più pericolosi fenomeni di destabilizzazione economica e sociale.

Ciò è a maggior ragione valido in un contesto internazionale che diventa sempre più complesso e che fa inopinatamente ritornare a diventare la Pace il bene più bene prezioso da coltivare, anche in una realtà come quella europea chiamata a rafforzarsi per superare le lacerazioni interne, provocate dalle spinte nazionalistiche che, a ben guardare, sono le vere cause di quei problemi denunciati dai populisti, e tornare, così, ad una politica internazionale fatta di dialogo e di collaborazione.

Anche per questo l’Italia ha la necessità di interrogarsi e operare sulle proprie condizioni di divisione e di smarrimento. Cui si è pensato di rispondere con le varie forme di populismo succedutesi nel corso dell’ultimo decennio e che, oggi, ci fa trovare con il Governo più di destra, più divisivo e accentuatore delle disparità sociali e regionali, che il nostro Paese abbia mai conosciuto.

Per reagire a tutto ciò c’è bisogno di una cultura politica “nuova” adeguata alla complessità del Paese e agli inediti equilibri in via di definizione nel mondo.

Sappiamo che la società italiana è percorsa da un grande fermento. Quello ignorato dai grandi partiti e dal sistema dell’informazione. E questo spiega quella fase di ascolto in cui sembrano tornare a coinvolgersi il mondo popolare e dell’impegno sociale in gran parte fatto, sì, di cattolici, ma anche da espressioni di altre culture politiche, come noi intenzionate a dare un senso costruttivo e di autentica trasformazione dell’impegno pubblico, e che, come noi, credono nel consolidamento delle istituzioni libere, democratiche e basate su di un reciproco rispetto dei loro distinti ruoli e competenze.

Siamo tutti consapevoli che abbiamo bisogno di consolidare le conquiste dell’Italia repubblicana raggiunte a caro prezzo, basate sulla coesione sociale, sulla partecipazione, sulla ricchezza delle vocazioni e specifiche articolazioni locali e, quindi, curando ed esaltando una politica fatta di vicinanza con le realtà territoriali.

Il ragionare assieme, su di una base paritaria, senza la pre costituzione di uno schema imposto arbitrariamente dall’alto, serve anche per individuare, assieme, le forme concrete in cui, a partire  dalla collaborazione nei territori, e pure, eventualmente, in un impegno elettorale da definire nei modi e nei tempi che, soprattutto, il contesto locale richiede, si possa cominciare ad indicare che la costruzione di una politica “nuova” è possibile.