INCENTIVI ALLE IMPRESE

Accessibilità: fino a 100mila euro a quelle locali dalla Camera di Commercio Gran Sasso d’Italia

L’Aquila, 12 febbraio 2024. Contributi a fondo perduto fino a 100mila euro alle micro, piccole e medie imprese (PMI) delle province di Teramo e dell’Aquila per il superamento delle barriere architettoniche e per l’acquisto di tecnologie assistive per la disabilità. Lo prevede il nuovo bando della Camera di  Commercio Gran Sasso d’Italia, attivo dal 30 gennaio fino al prossimo 31 maggio.

“Si tratta di un importante segno di civiltà, oltre che di un’opportunità per le imprese teramane e aquilane che vogliono rendere i propri locali ancora più accessibili e inclusivi. I contributi a fondo perduto offerti dal bando concorrono, infatti, sia a sostenere i costi necessari per realizzare le opere di adeguamento dei locali che all’acquisto di software e tecnologie per la disabilità, per venire incontro alle esigenze dei nostri concittadini che presentano difficoltà motorie, visive e uditive” spiega la presidente Antonella Ballone.

I contributi, pari a 100mila euro, saranno assegnati nella misura del 50% delle spese ammissibili, sostenute a partire dal 15 dicembre 2023, con un limite massimo di 1.500 euro per ciascuna impresa.

Le spese ammissibili sono:

  • spese di progettazione tecnica, direzione lavori e collaudo delle opere per superare e/o rimuovere le barriere architettoniche, ivi inclusi gli eventuali oneri e imposte da corrispondere al Comune in cui vengono realizzate le opere;

  • spese per le opere edili necessarie per superare e/o rimuovere le barriere architettoniche, ivi inclusi i costi dei materiali utilizzati (ad esempio: sostituzione di gradini con rampe);

  • spese per l’installazione/sostituzione di impianti per superare e/o rimuovere le barriere architettoniche (ad esempio: realizzazione di un elevatore esterno al locale dell’impresa aperta al pubblico);

  • spese relative all’acquisto di tecnologie assistive digitali per la disabilità, quali: software di lettura dello schermo; schermi Braille e dispositivi di puntamento oculare; software di sintesi vocale; ausili per la mobilità; tastiere e mouse ergonomici.

Per partecipare al bando, le PMI devono avere sede legale e/o unità operativa nelle province dell’Aquila e di Teramo ed essere in regola con le normative vigenti in materia di sicurezza sul lavoro.

La domanda di contributo deve essere presentata esclusivamente in via telematica alla PEC cciaa@cameragransasso.legalmail.it a partire dalle ore 10.00 del 30 gennaio 2024 e sino alle ore 24.00 del 31 maggio 2024.

Per ulteriori informazioni è possibile consultare il bando pubblicato sul sito web https://www.cameragransasso.camcom.it/it/la-camera/promozione-economica/bandi/




LA CITTÀ CHE INCANTA

Pasqualino e Alessiuccia allo Zambra. Appuntamento con il reading musicale – tributo a Pino Daniele

Ortona, 12 febbraio 2024. La città che incanta – Pasqualino e Alessiuccia, spettacolo con parole e musica per Pino Daniele, produzione Casa del Contemporaneo in collaborazione con Teatro Ricciardi approda al Cinema Auditorium Zambra di Ortona il 18 febbraio alle ore 18.30 accolto dalla produzione Unaltroteatro di Arturo Scognamiglio e Lorenza Sorino; con Tony Laudadio (voce e sax), anche Ferdinando Ghidelli (chitarra), Corrado Laudadio (basso), Almerigo Pota (tromba).

Anche testo e regia del reading sono di Tony Laudadio, noto tra i tanti lavori e collaborazioni, per aver partecipato anche a produzioni cinematografiche quali Habemus papam con Nanni Moretti, o nel ruolo di Gravinio in Mozzarella stories di Edoardo De Angelis e per la televisione il ruolo di San Pietro nel film per la RAI Maria di Nazareth o nel primo di Paolo Sorrentino L’uomo in più, in Fortapasc, con Pasquale Scimeca in Vita di Giosuè l’ebreo, e con Fabrizio Bentivoglio in Lascia perdere, Johnny; inoltre Vincenzo Malinconico avvocato d’insuccesso, Natale in casa Cupiello (film per la tv regia di De Angelis), Sabato Domenica e Lunedì (film per la tv regia di De Angelis), Ipersonnia (con Stefano Accorsi).

Tony Laudadio oggi è un inconfondibile volto teatrale e cinematografico, ma fin da giovanissimo si è diviso tra la musica e il teatro. In Pasqualino e Alessiuccia, di cui è autore, regista e interprete, torna alla musica, fondendola e, accompagnato in scena da chitarra, basso e tromba e suonando lui stesso il sax, ci presenta quello che lui stesso definisce “un racconto, un tentativo di miracolo, un canto a voce nuda: a fronna ‘e limone”, una storia di amore e musica, la cui architettura è costituita dalla musica di Pino Daniele.

“Il discorso vale per Napoli e la napoletanità ma forse è più vasto. Dunque: c’è una ricchezza enorme che vive attorno a noi tutti, un tesoro visibile, nient’affatto nascosto, che ci arricchisce persino oltre la nostra stessa volontà e di cui spesso non ci rendiamo neanche conto. È un patrimonio di bellezza composto di architettura, letteratura, paesaggi, poesia e, soprattutto direi, musica. E in particolare la musica dei nostri amori, quella che ci ha riempito l’anima. Ad esempio quella di Pino Daniele” – spiega Tony Laudadio.

“Tutta questa bellezza – continua – penetra attraverso la nostra pelle, l’assorbiamo giorno dopo giorno, e solo a volte ci accorgiamo di quanto ci abbia aiutato a crescere e diventare quell’insieme di emozione e pensiero che ognuno di noi è in età adulta. Averne consapevolezza è una scoperta sensazionale ma non sempre accade. Se non ti accorgi di quanto è meraviglioso l’incanto nel quale sei immerso, ti perdi gran parte del piacere. Ma c’è sempre tempo. E se non te ne accorgi da solo, ci sono gli altri che possono mostrartelo”.

A proposito dei personaggi spiega Laudadio: “Pasqualino, ad esempio, vive immerso in tale bellezza ma la vive solo con i sensi che gli sono rimasti e ne celebra la straordinarietà con la voce. Alessiuccia invece, che non può cantarla perché non ha la voce di Pasqualino per farlo, la guarda con più distacco e rabbia. Entrambi hanno un limite, entrambi non sono ancora consapevoli, eppure quell’incanto è lì davanti a loro, attorno a loro. Sono ragazzi, nella loro purezza cruda si stanno scoprendo. Si stanno imparando. Ma non puoi costringere qualcuno a vedere se non può, meno ancora se non vuole. Noi invece sì, noi sì che li vediamo, li seguiamo, e questo è il nostro incanto. Eccoli infine: due mondi che si abbracciano, due orbite che si intrecciano e che, nella danza celeste, esplorano l’universo, la galassia città”.




IL PIANO DEL VERDE

Nuovo in invio al Comune

Pescara, 12 febbraio 2024. Si comunica che la sezione L. Gorgoni di Italia Nostra Pescara ha provveduto ad inviare (di nuovo!!!) al Comune il proprio contributo di idee per un Piano del Verde cittadino.

Il primo invio di quel documento, risalente al giugno del 2020 (allegati 2, 2a e 2b), fu frutto della elaborazione di esperti di Italia Nostra, e seguì ben due convegni importanti sulla materia a cui parteciparono entrambi i Sindaci, il precedente e l’attuale; anche dei due convegni abbiamo rispedito i manifesti (allegati 3 e 4).

Con evidente scortesia istituzionale quel contributo non ha avuto alcuna risposta per tre anni e mezzo. Apprendiamo ora, negli ultimi sgoccioli della consiliatura, che si starebbe avviando la redazione di un Piano del Verde.

Perché esso non sia soltanto uno degli annunci senza seguito, riproponiamo il nostro documento, questa volta in forma pubblica affinché la città sappia che ci sono volontari studiosi che seguono i problemi e non vogliono lasciare i pubblici poteri nella solitudine dei propri convincimenti. Convincimenti che invece vanno confrontati nel dibattito cittadino, come prevedono i regolamenti vigenti. Questa volta il silenzio e/o le eventuali mancate risposte comunali non priveranno la opinione pubblica di questa consapevolezza.




MASCHERINA D’ARGENTO

Strepitoso successo per la 56ª edizione

Sulmona, 12 febbraio 2024. Strepitoso successo- È il piccolo Brando D’Errico di 3 anni di Civitavecchia con il costume carnevalesco “Divisa di gala Polizia di Stato” il vincitore della prestigiosa e storica Mascherina D’Argento effettuatasi ieri, 11 Febbraio 2024, nel prestigioso Teatro Maria Caniglia di Sulmona.

La kermesse carnascialesca, che quest’anno festeggia i 56 anni, è stata patrocinata dalla Fondazione Carispaq, dalla Città di Pescara e dal Comune di Sulmona. A condurla, come negli ultimi 25 anni, il bravissimo e già inviato Rai, Luca Di Nicola.

Testimonial dell’evento ancora una volta il conduttore di Raiuno Beppe Convertini,  special guest Goergiana Gaman. La giuria, presieduta dal Presidente della Fondazione Carispaq Dott. Domenico Taglieri, era composta da Beppe Convertini, l’imprenditore Pasquale Di Toro, la stilista Cinzia Di Gesualdo, la Dott.ssa Antonella La Gatta, la Dott.ssa Fioralba Castellano, il Prof. Massimo Pasqualone e dalla Dott.ssa Francesca Maddalena Terracciano.

Tra una performance e l’altra dei bimbi in maschera, si sono esibiti il Mago Foster, la cantante Georgiana Gaman e le piccole ballerine della Cittadella delle Arti. Oltre al primo posto, occupato del dolcissimo Brando assegnatario della bellissima Mascherina d’Argento 2024, la classifica finale ha visto piazzarsi al settimo posto, Gloria Di Fonte di 6 anni “La Vichinga”, al 6° posto Elisa Rosato di 6 anni, “L’arcobaleno della pace”, mentre al 5°posto Maria Elena Morelli di 6 anni “La Primavera di Vivaldi”.

In quarta posizione ad ex aequo due Pescaresi, Riccardo Malvestuto di 6 anni “Braccio di ferro” e Penelope Orlando di 9 anni “Penelope di Ulisse”. Al 3° posto, ad ex aequo, due fratelli Sulmonesi, Francesco e Daniele Mucciaccio di 6 e 3 anni “Ketchup e Maionese”, al 2° posto Beatrice Gabriele, 4 anni di Sulmona “Piccola leonessa”. Tutti i bimbi partecipanti hanno ricevuto un omaggio speciale, mentre alle prime sette mascherine , oltre al premio di rito, ne è stato consegnato un ulteriore. All’evento hanno partecipato ben 39 bimbi, provenienti da tutta Italia,  di età compresa tra i 3 e  i 10 anni con iscrizione completamente gratuita. La manifestazione sarà trasmessa domani 13 Febbraio alle 21:15 dall’emittente televisiva abruzzese Onda Tv ed in contemporanea su You Tube, Facebook e canali social.

Per il quarto anno consecutivo, infine, il consueto spazio dedicato alla solidarietà, è stato appannaggio della Onlus A.I.S.O.S. (Associazione Italiana Studio Osteosarcoma). Il conduttore di Rai Uno Beppe Convertini in un suo intervento, ha esternato tanto amore verso questa manifestazione, definendola uno degli eventi carnascialeschi più belli e longevi d’Italia. Come da ben 25 anni, l’organizzazione e produzione è della Venus Entertainment in collaborazione con l’Associazione Culturale Internazionale e con la magistrale direzione artistica di Ivan Antonio Giampietro.

Ufficio stampa M.A.Star News 24 a cura dell’attore, regista e inviato Rai ( Leggerissima Estate ) Mirko Mascioli (www.mastarnews24.com).




CYBEARLY – FORECASTING 2025

Aperte le call per relatori, scuole e sponsor. Ecco le prime novità dell’edizione 2024 dell’evento dedicato alla cyber security

Pescara, 12 febbraio 2024. Si svolgerà il 3 e il 4 ottobre 2024, al Museo delle Genti d’Abruzzo di Pescara, la seconda edizione di Cybearly, l’evento di informazione, sensibilizzazione e divulgazione promosso da Cybear e BearIT, con il patrocinio del Comune di Pescara, di Clusit – Associazione Italiana per la Sicurezza Informatica e di Assintel (Associazione Nazionale delle Imprese ICT). Anche quest’anno, infatti, la manifestazione si svolgerà a ottobre nell’ambito dell’European Cyber Security Month, una campagna di sensibilizzazione dell’ENISA, Agenzia dell’Unione europea per la cybersicurezza, che si svolge nel decimo mese dell’anno con l’obiettivo di promuovere la consapevolezza della sicurezza informatica tra i cittadini europei.

Nonostante manchino ancora diversi mesi all’evento, i promotori sono già a lavoro con l’obiettivo di replicare il successo della sua prima edizione, quando le due giornate di attività, animate da 27 relatori e trasmesse in 16 ore di diretta streaming, sono state seguite da oltre 350 partecipanti dal vivo per ogni sessione e più di un migliaio live da remoto, coinvolgendo professionisti del settore, società, istituzioni, giornalisti e mondo scolastico.

Ed è proprio sul versante delle scuole, che arriva la prima novità del “Cybearly – Forecasting 2025”. La Cyber Security Challenge riservata agli studenti quest’anno verrà ampliata sia dal punto di vista numerico, con sei scuole al posto di quattro, sia dal punto di vista geografico, estendendo la partecipazione a tutto il territorio nazionale. Per consentire ai giovani di ogni regione di sfidarsi introducendo le proprie abilità digitali, Cybear e BearIT hanno lanciato una call rivolta agli istituti superiori che avranno l’occasione di partecipare gratuitamente alla competizione, ideata per educare e orientare i ragazzi alle professioni del futuro, ma vista anche come piattaforma concreta di incontro con professionisti e aziende del settore. La partecipazione è aperta a gruppi di massimo 7 studenti frequentanti il quarto o quinto anno nelle scuole secondarie di secondo grado, in corsi di studio ad indirizzo tecnico o informatico.

Ma quest’anno le autocandidature per diventare protagonisti dell’evento non si limiteranno ai più giovani. Una call, infatti, è riservata anche agli aspiranti relatori che potranno proporsi agli organizzatori con speech che siano originali, formativi e verticali su una tematica del settore cyber security, frutto di ricerca ed esperienza e, soprattutto non promozionali o di natura commerciale. Tutte le candidature saranno ampiamente valutate, dal momento che non consentiranno la partecipazione automatica all’evento.

Una terza call, infine, è quella riservata agli sponsor che avranno a disposizione diverse soluzioni per poter progettare al meglio la propria presenza nel corso della due giorni di manifestazione. Anche in questo caso, le candidature saranno valutate dalla squadra organizzativa.

Tra le novità già in serbo per questa seconda edizione di Cybearly, inoltre, ci sarà una maggiore internazionalizzazione degli speech, con l’individuazione di personaggi che operano oltre i confini nazionali, così come una più consistente presenza di figure professionali femminili che operano nel mondo della cyber security, già ben rappresentate nella prima edizione da Sofia Scozzari (Women for Security) e Tamara Zancan (Business Development & Marketing, Microsoft).

Per maggiori informazioni e per presentare la propria candidatura a una delle tre call (scuole, speaker o sponsor) è possibile visitare il sito Cybearly.com dove c’è ancora l’opportunità di scaricare gratuitamente una copia digitale del Magazine Cybearly dell’edizione precedente a quella che verrà diffusa in concomitanza con l’evento di ottobre prossimo, contenente interviste a professionisti del settore, articoli e anticipazioni sulle nuove tendenze.




L’AMBIENTE CHE CI NUTRE

Grande successo per la conferenza organizzata dall’International Police Association a favore dei ragazzi per parlare di ambiente e nutrizione

Bellante, 12 febbraio 2024. La sala gremita del Palazzo Saliceti nella mattinata del 09 febbraio 2024 per accogliere i numerosi ragazzi delle classi 2^ media dell’Istituto Comprensivo Cardelli di Mosciano /Bellante ,                                                                                                                                           

L’iniziativa, fortemente voluta dall’International Police Association Comitato Locale di Giulianova, con il patrocinio dei Comuni di Bellante e Mosciano Sant’Angelo si inserisce nelle attività di promozione formativa e professionale, trovando nel caso specifico la sua giusta collocazione come tema di approfondimento nell’ambito dei progetti di detto I.C.

L’introduzione dei lavori è stata svolta dal Vicepresidente Nazionale Vicario Alfredo Iasuozzi, che ha portato i saluti del Presidente Nazionale I.P.A. e di tutto l’Esecutivo Centrale.

Prende la parola il Sindaco del Comune di Bellante l’Avv. Giovanni Melchiorre che ringrazia l’IPA nell’aver scelto la sede del Palazzo Saliceti di Ripattoni per svolgere un tema così importante, così pure la Vice Dirigente dell’Istituto Comprensivo Cardelli Prof.ssa Maria Di Cesare che unitamente al Corpo Docente ha preparato i ragazzi ad una serie di specifiche domande da volgere ai relatori. 

A moderare sapientemente l’incontro, con autorevole e prestigiosa presenza, il Dott. Ettore Picardi Procuratore della Repubblica di Teramo, che ha messo prontamente in evidenza la necessità e l’importanza dell’argomento.

Ha fatto quindi seguito l’intervento di un altro relatore di eccezione il Col. Luca Brugnola Comandante dei Carabinieri Forestali di Teramo chiamato in particolare a riferire sulla “sicurezza dai campi alla tavola: i controlli a tutela della salute pubblica”.

Altro importante aspetto è stato presentato dalla esperta relatrice Dott.ssa Marianna Iasuozzi Consulente Nutrizionale che ha messo in evidenza il tema  “dell’Alimentazione Sana la dieta che salva il Pianeta”. A concludere gli interventi è stato il T.V. (CP) Alessio Fiorentino Comandante della Guardia Costiera di Giulianova con la relazione sul  “Mare. Una risorsa da difendere”, dedicando poi spazio al “question time” con numerose domande da parte dei ragazzi, particolarmente interessati agli argomenti trattati dai relatori.

La conferenza si è presentata come tema di grande portata, che richiede pertanto la organizzazione di augurabili nuovi incontri sullo stesso modello, avvenimento che ha incassato il plauso e il giudizio pienamente testimoniato dal pubblico presente, dai tanti colleghi e associati I.P.A. intervenuti, come ha voluto ricordare e ringraziare, anche con un pizzico di orgoglio alla fine di questa intensa e utile mattinata di lavori, il Vicepresidente Vicario I.P.A. Italia Alfredo Iasuozzi. 




LA NATO RISPONDE DURAMENTE A TRUMP

Politicainsieme.com, 12 febbraio 2024. Un forte scalpore ha provocato l’affermazione di Donald Trump che, rimproverando molti paesi Nato di non portare al 2% del bilancio le spese militari, è giunto ad auspicare un’invasione del Vecchio continente da parte della Russia cui egli presidente non risponderebbe muovendosi in aiuto degli alleati. Una dichiarazione bollata subito come “spaventosa e sconvolgente” da parte della Casa Bianca la quale ha aggiunto:  “incoraggia l’invasione dei nostri più stretti alleati da parte di regimi assassini”.

Il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, ha risposto con forza all’ex Presidente Usa: “qualsiasi suggerimento che gli alleati non si difenderanno a vicenda mina tutta la nostra sicurezza, compresa quella degli Stati Uniti, e mette i soldati americani ed europei maggiormente a rischio”.

Poi, ovviamente in maniera anonima, si sono aggiunti i commenti di altri esponenti dell’Alleanza atlantica in particolare quelli che sottolineano come dichiarazioni del genere minano così gravemente l’alleanza che cesserebbe di esistere nella sua forma attuale.

Ad oggi, stando ai dati ufficiali della Nato gli Stati Uniti destinano il  3.49% del Pil agli armamenti, il Regno Unito il 2.07%, ma Germania, Francia, Italia ed altri sono sotto il 2%.




A COSA SERVIRÀ MAI IL LIMITE 30?

Pescara, 12 febbraio 2024. La strada nelle foto verrà quanto prima dismessa. Si tratta di Via Nazionale Adriatica Sud e collega Pescara con Francavilla, all’interno della Riserva Dannunziana, collegandosi a nord con Via della Bonifica.

Non appena aperto l’ultimo tratto del Pendolo, in parte coincidente con Via Pantini, sempre all’interno dell’area protetta, sarà interdetta al traffico veicolare e credo riconvertita ad uso, suppongo, sentieristico tipo “greenway”.

Oggi però svolge ancora la sua robusta funzione di collegamento stradale tra due città e da tanti anni viene percorsa da autoveicoli, moto, bus, camion, ed anche biciclette. Ma anche da pedoni e … disabili. Non vi sono marciapiedi e appena si notano sbiadite linee che delimitano le corsie di marcia. Nella zona più prossima al confine con la Provincia di Chieti, si affianca alle rampe di accesso e uscita della circonvallazione: anche questa a breve verrà rimossa.

Ciò su cui l’immagine mi fa riflettere, di un disabile motorio accompagnato da una donna e che colgo per l’ennesima volta, è che lungo questo asse stradale, che collega Pescara a Francavilla, il passaggio dell’utenza vulnerabile è praticamente interdetto. Chi si avventura lungo una via come questa in cui l’incolumità fisica è a rischio altissimo e il tema della sicurezza risulta essere mai seriamente affrontata da nessuna amministrazione?

Una curiosa testimonianza in tal senso viene dal fatto che di frequente vengono chiusi i cancelli dell’area protetta per preservare la vita dei cittadini dal rischio di caduta alberi quando invece la pericolosità maggiore la si riscontra lunga questa trafficatissima strada dove avvengono in continuazione incidenti, anche mortali! Perché questa stridente condizione di disparità di valutazione sfugge all’analisi di chi governa e dispone l’uso dei luoghi pubblici?

Qui il limite di velocità è di 50 km/h. Curiosamente quando verrà aperta la nuova via, il Pendolo, tutti scopriranno la presenza del limite ribassato di 30. A leggere una recente direttiva del MIT, che spiega gli ambiti di applicazione del limite 30, si scopre che dove non ci sono marciapiedi, la situazione attuale di Via Nazionale Adriatica sud, il limite restrittivo può essere adottato, mentre la presenza di spazi riservati ai pedoni non lo rende superfluo. Eppure, sul Pendolo, con i marciapiedi, i cartelli ci sono già.

Certo è che su un lungo tratto di Via Nazionale Adriatica sud la carrozzina del disabile e l’accompagnatrice sfileranno sempre a 5 km/h, con il rischio che siano loro, per la bassa velocità, come ricorda la Direttiva richiamata, a creare condizioni di pericolo per tutti gli altri utenti. Si, quelli motorizzati.

Giancarlo Odoardi – Esperto promotore mobilità ciclistica (EPMC)




LE TRADIZIONI POPOLARI NELLA VALLE DELL’ORTE

[Pubblicato in La Valle dell’Orte. Ambiente, cultura e società, “Quaderni di Abruzzo. Collana di Studi Abruzzesi” diretta da E. Paratore e Marcello Di Giovanni. N° 14 Chieti, Vecchio Faggio Edizioni, 1992; pp.389-394.]

di Franco Cercone

Se diamo uno sguardo agli Usi e costumi abruzzesi di Antonio De Nino[1] ed in genere a tutta la produzione demologica del folklorista peligno, notiamo subito che dei centri della Valle dell’Orte si parla in poche occasioni e la maggior parte delle citazioni, come anche nel Finamore, riguardano Caramanico, annoverata fra i centri abruzzesi in cui ancora radicate appaiono le credenze relative al potere curativo ed apotropaico in genere dei cosiddetti carboni di San Lorenzo[2].

Le motivazioni di questo mancato interesse più che nella particolare posizione geografica della valle dell’Orte e nella sua viabilità, certamente non agevole nel secolo scorso, risiedono probabilmente nella circostanza che i nostri maggiori folkloristi, di fronte al grande patrimonio etnografico regionale da registrare, sono stati indotti necessariamente ad operare delle scelte, influenzate talvolta dagli insistenti appelli che provenivano in tal senso dal Pitrè.

L’assenza di particolareggiate descrizioni lascia supporre inoltre che si tratti di notizie raccolte di riflesso e prive di quella freschezza che caratterizzano invece le indagini condotte direttamente sul campo.

Una eccezione è costituita forse dalla singolare costumanza in vigore un tempo a Roccacaramanico, paese più noto con il nome di “Rocchetta”, che è diventato nell’immediato dopoguerra il simbolo di quello spopolamento che ha afflitto l’Abruzzo montano.

La costumanza in questione è descritta dal De Nino nel secondo volume dei suoi Usi e costumi. Si tratta di una sacra rappresentazione del Venerdì Santo che possiamo così sintetizzare: dodici farisei, indossanti tuniche di color verde, danno il cambio con cadenza di un’ora ad altri dodici farisei, indossanti tuniche rosse, che fanno la guardia al sepolcro di Cristo, allestito nella chiesa parrocchiale. L’avvicendamento dei ‘verdi’ e dei ‘rossi’ avviene fino al momento della Resurrezione, con la scena dell’impiccagione di Giuda ad un grosso ramo di quercia sistemato vicino l’altare. Al “Gloria in excelsis” i ‘rossi’ cadevano per terra morti e secondo un copione codificato dovevano lasciare il posto ai ‘verdi’ che facevano irruzione in chiesa. Ciò non sempre accadeva e come abbiamo appreso dal Sig. De Iulio Remo, originario di Roccacaramanico e residente da circa 40 anni a Sulmona, fra i due gruppi volavano talvolta pugni e calci. Sicché, non di rado, qualcuno dei ‘rossi’ o dei ‘verdi’, restava talmente pesto a terra da ingenerare il fondato timore che non potesse più rialzarsi per le percosse ricevute non si sa bene da quale dei due gruppi contendenti.

Il mosaico demologico della Valle dell’Orte ci è pervenuto in tal modo frammentario e la mancanza di spinte culturali, anche a livello del cosiddetto fenomeno “nativistico”, ha contribuito a rendere labile ogni ricordo del patrimonio etnografico locale.

Le difficoltà oggettive che si riscontrano nel reperire i tasselli necessari alla ricostruzione di un particolare mosaico, quello del ciclo dell’anno e della vita, non costituiscono tuttavia un impedimento per lo studioso che voglia scrivere una pagina di storia delle comunità della valle dell’Orte, attraverso una seria indagine di carattere folklorico.

Nel corso delle indagini effettuate sul campo è emerso infatti un tema culturale le cui radici sprofondano in epoche lontane. Si tratta di una prassi cultuale legata alla sacralità delle acque e che richiama devoti provenienti dall’Abruzzo e dalle regioni limitrofe.

Per comprenderne meglio l’importanza e la continuità, occorre partire dal fondamentale contributo dato alla storia di Caramanico, e quindi della valle dell’Orte, da una recente indagine linguistica di Marcello de Giovanni, che ha relegato una volta per sempre al mondo delle amene curiosità, la pretesa e purtroppo diffusa derivazione del toponimo Caramanico dal fantomatico monaco Caro [3]. Si tratta invece di un antroponimo franco, Caremannus, che si presenta come ha ben evidenziato il de Giovanni con il suffisso -icus, dunque Caremannicus o anche Caramannicus, e che assume un valore prettamente prediale.

L’antroponimo Caramannus conferma verso l’anno 800 in tutto il territorio teatino e quindi anche nella valle dell’Orte, la presenza di gruppi ex genere Francorum, qui stanziati probabilmente al seguito di missi regi durante l’azione diretta a ricacciare oltre il Sangro e quindi verso sud i Longobardi del principato di Benevento [4]. Il predominio politico-militare franco, se modifica la struttura politica e sociale preesistente, con la sottomissione dei Longobardi ridotti talvolta a servi della gleba ed alle dipendenze anche di monasteri benedettini [5], non produce tuttavia vistosi mutamenti su quel tipo di civiltà definita dal Giammarco “longobardo abruzzese” [6]. E ciò perché, come ha sottolineato il Dumézil, Longobardi e Franchi sono depositari della medesima Weltanschauung germanica per quanto concerne la concezione animistica della natura ed in particolare della sacralità delle acque [7]. Ma la dominazione longobarda ha inciso più a fondo di quella franca ed i toponimi longobardi, nota il Colapietra, sono infatti abbastanza diffusi per motivi militari ed amministrativi [8].

Sicché dopo la conversione al Cristianesimo, il precedente Pantheon acquatico longobardo viene a proiettarsi tutto nella figura di San Michele Arcangelo, o Sant’Angelo, al quale, secondo una tradizione consolidatasi in Italia nei secoli V e VI ad opera soprattutto di ordini religiosi bizantini, “era stato assegnato da Dio l’intervento miracoloso sulle acque, che mediante la sua protezione venivano purificate e difese dal male” [9]. La toponomastica abruzzese e meridionale in genere si arricchisce così di grotte, colli, monti e chiese rupestri, come appunto quella di Caramanico, dedicati al Santo guerriero e testimoniano la presenza fattiva presso di noi di tali popolazioni di stirpe germanica.

Si può dunque ritenere che le acque salutari della valle dell’Orte abbiano fatto sempre parte dell’economia quotidiana di tutti i gruppi sociali che si sono succeduti storicamente in quest’area della Maiella, anche se ai Longobardi, qui attestati in modo capillare soprattutto dal cartario casauriense e dalla toponomastica relativa a Sant’Angelo, va probabilmente riconosciuto il merito di aver codificato la protezione nei confronti delle acque sorgive e proprio in tm settore vitale in cui la religione cristiana non era stata in grado di sostituire le divinità protettrici pagane.

Forse è il frate domenicano Serafino Razzi, noto predicatore del XVI secolo, che ci dà la prima testimonianza del potere curativo delle acque di Caramanico, durante il suo soggiorno nella cittadina nella primavera del 1576. Egli apprende infatti da un frate del convento di San Tommaso che le persone affette da rogna, all’epoca una vera e propria piaga sociale, si recavano alla sorgente La zolfanaia per bere l’acqua che sgorga dalle Grotte di Santa Croce e guarire così da tale terribile malattia [10]. Non v’è nel Razzi alcun cenno della sorgente oggi assai nota con la designazione di Pisciarello, segno evidente che le proprietà di tale acqua non erano ancora note al suo pur dotto informatore, che viveva nel convento di Caramanico. Ma ciò non può meravigliare. Una sorgente infatti “entra nella dimensione sacrale in quanto manifesta una forza guaritrice e costituisce un punto di riferimento, dotata di sicurezza, indispensabile alla psicoeconomia del gruppo” [11], altrimenti, diremmo con Rudolf Otto, essa rientra nel novero delle acque profane.

Il numero delle fonti e delle sorgenti nella valle dell’Orte era certamente superiore a quello odierno e una spia si coglie al riguardo non solo dalla testimonianza del Razzi, allorché sottolinea: “vedemmo nel viaggio, e passammo molti rivi d’acque, et uno fra gli altri detto la Zolfanaia”, ma anche da una sacra leggenda, riferitaci dal nostro informatore, che sa di blasone popolare, perché da sempre, tra paesi limitrofi come appunto Sant’Eufemia e Caramanico, sono esistiti attriti e divergenze.

Secondo gli abitanti di Sant’Eufemia, San Giovanni Battista soleva ripetere che Caramanico galleggiava sulle acque, posta com’è fra l’Orte e l’Orfento, e per tal motivo avrebbe fatto “una brutta fine”. La Madonna però, che aveva attraversato con la Casa Santa di Nazareth tutto l’Adriatico, da Tersatto a Loreto, e che perciò di acque se ne intendeva, ribadiva che Ella non l’avrebbe mai permesso e non a caso, ha sottolineato il mio informatore, la disastrosa frana che ha sconvolto di recente la strada congiungente i due paesi, si è fermata proprio nei pressi dell’antica chiesa dedicata alla Madonna di Loreto e sita alle porte di Caramanico [12].

L’aspetto terapeutico di alcune sorgenti di Caramanico e della valle dell’Orte viene integrato da un singolare potere galattogeno attribuito alla fonte di Sant’Eufemia, che sorge a circa 300 metri dall’omonimo centro, un tempo tutto occupato nella pastorizia transumante, come ricorda appunto il Razzi [13]. Il culto stesso di S. Eufemia sarebbe stato trapiantato in paese, di cui è protettore S. Bartolomeo, dai pastori calabresi che, d’estate, conducevano le loro greggia ai pascoli della Maiella[14]. Non sappiamo come Santa Eufemia, che aveva subito nel 303 il martirio del rogo in Calcedonia (la

Scena è ricordata in una nota pala del Mantegna conservata nel Museo Nazionale di Napoli) sia diventata, a detta del mio informatore, Santa Eufemia della Calabria, e soprattutto non sappiamo come la Santa abbia acquisito l’importante protettorato galattogeno. Il dato più interessante è costituito comunque dalla continuità del culto fino ai nostri giorni, perché ancora oggi le donne d’Abruzzo si recano a questa fonte per attingere l’acqua che fa aumentare il latte al seno materno ed eliminare addirittura la sterilità. Il mio informatore riferisce anche che le abluzioni, necessariamente segrete, di tale acqua al seno, ha il potere, come l’acqua di S. Scolastica e di S. Agata, di scongiurare quel terribile male che è appunto il tumore.

Il latte del seno materno costituisce ancora oggi un bene insostituibile, sicché possiamo immaginare come esso dovesse essere prezioso in passato, quando era difficile reperire nei ceti umili una nutrice e non esistevano i surrogati offerti dalla medicina moderna. La condizione della donna era qui come altrove disperata: poiché i mariti passavano la maggior parte dell’anno in Puglia, a lei spettava il compito di accudire i figli, lavorare i campi e di recarsi a legnare sui monti, dai quali tornavano nelle condizioni che sono state fissate mirabilmente dal Patini nel notissimo quadro dal titolo “Bestie da soma”.

La fonte di Sant’Eufemia, sulla quale troneggiava sempre in passato una piccola statua, risultante, a causa dei frequenti furti votivi, di fattezze antiche continuamente diverse, rientra pertanto nel quadro delle cosiddette fonti lattaie, ma offre nello stesso tempo una variante di notevole interesse demologico. Ancora oggi, infatti, i pastori, e non solo quelli locali, ricorrono all’acqua di tale sorgente che viene somministrata devotamente alle mucche, al fine di far loro aumentare il latte. Si tratta di una pratica votiva che non è dato riscontrare nel culto di Sant’Agata o Santa Scolastica, anch’esse note per il loro protettorato galattogeno. Questa pratica votiva è certamente antichissima e si è tramandata di generazione in generazione presso i gruppi sociali che si sono succeduti storicamente lungo le aspre balze dell’Orte. Pratica antica ed anche diffusa, perché essa è ricordata persino in una preghiera dell’Avesta-Yasna che fissa l’equiparazione dell’acqua salutare al latte: Alle acque – esordisce il sacerdote orante – offriamo intanto questo sacrificio, all’acqua della rugiada, dei torrenti, della pioggia, delle sorgenti. Veniamo a rendervi onore o acque che penetrate ogni cosa, o liquido che ti spandi in tutto il corpo dell’uomo, noi ti invochiamo o latte [15].

Sicché mentre le fonti minerali e le terme di varia natura mantengono la loro forza con il suffragio di affermazioni scientifiche e spesso asettiche, le fonti dotate tradizionalmente di poteri curativi assolvono a funzioni che sono psico-liberatorie e coinvolgono nel loro potere galattogeno e rassicurante ogni aspetto dell’economia del gruppo. La sorgente acquista in tal modo anche un valore sacrale, che manca alla moderna industria delle acque minerali.

Le acque della valle dall’Orte ci offrono così una importante pagina che può essere ancora oggi letta contemporaneamente in modo sincronico e diacronico. In una fase della odierna civiltà che segni il passaggio dalla antica sacralità delle acque alla dissacrazione delle acque, come dimostrano appunto i dissesti idrogeologici dei nostri tempi, le acque dell’Orte offrono il destro per stilare una pagina di storia che finora non era stata ancora scritta e ci ricordano un capitolo di quell’importante poema epico che è appunto la storia delle genti d’Abruzzo.


[1] Si tratta come è noto di sei volumi pubblicati in un arco di tempo compreso tra il 1879 ed il 1897 a Firenze per i tipi dell’editore G. Barbera. Ad essi vanno aggiunti altri due volumi, comprendenti scritti inediti e rari del De Nino, pubblicati

a cura di B. Mosca con il titolo di Tradizioni popolari abruzzesi (L’Aquila 1972). Di un certo interesse risulta sotto il profilo storico-artistico il saggio del De Nino dal titolo Escursione artistica nel bacino dell’Orte, “Rivista Abruzzese di Scienze, Lettere ed Arti”, fasc. IX e X, Teramo 1896. Altrettanto scarne appaiono le notizie di carattere archeologico e relative ai centri dell’Orte. Cfr. A. DE NINO, Indice delle scoperte archeologiche comunicate alla R. Accademia dei Lincei, edite nelle ‘Notizie degli Scavi’, Sulmona 1906, sec. edizione.

[2] Cfr. A. DE NINO, Usi Abruzzesi, vol. I, p. 58, Firenze 1879; G. PANSA, Miti, leggende e superstizioni dell’Abruzzo, vol.I, p. 204 sgg., Sulmona 1924. Dal Finamore si apprende una interessante notizia a proposito dei carboni del ceppo di Natale, che venivano conservati e riaccesi quando nascevano i bachi da seta, al fine di “farli crescere forti ed immuni da malattie”; cfr. G. FINAMORE, Credenze, usi e costumi abruzzesi, in “Archivio delle tradizioni popolari”, a cura di P. Pitrè, vol. IX, p. 155, Palermo 1890.

[3] M. DE GIOVANNI, Tracce franche nella Valle dell’Orte: il toponimo Caramanico, in Abruzzo. Rivista dell’Istituto di Studi Abruzzesi, genn. 1985-dicembe 1990 p.419 sgg., Chieti 1990. Il volume raccoglie una serie di scritti offerti ad Ettore Paratore ottuagenario.

[4] Cfr. M. DE GIOVANNI, ivi, p. 430.

[5] Cfr. al riguardo G. CELIDONIO, La Diocesi di Valva e Sulmona, vol. III, p. 143, Casalbordino 1911; AA.VV., Homines de Carapellas. Storia e archeologia della Baronia di Carapelle, Bullettino della Deputazione Abruzzese di Storia Patria, L’Aquila 1988; Chronicon Vulturnense del monaco Giovanni, a cura di V. FEDERICI, vol. I, p. 194 sgg., Roma 1925.

[6] E. GIAMMARCO, Storia della cultura e della letteratura abruzzese, Roma 1969.

[7] G. DUMEZIL, Les dieux des Germains, p. 70 sgg., Parigi, Hachette, 1959.

[8] R. COLAPIETRA, Abruzzo. Un profilo storico, p. 42, Lanciano 1977.

[9] V. DINI, Il potere delle antiche madri. Fecondità e culti delle acque nella cultura subalterna toscana, p. 133, Torino 1980.

[10] S. RAZZI, Viaggi in Abruzzo a cura di B. Carderi, p. 116, L’Aquila 1968.

[11] V. DINI, op. cit., p. 11.

[12] Secondo l’Alberico tale chiesa, per voto della famiglia Salerni, sarebbe stata edificata nel 1611. Essa è tuttavia più antica ed è citata dal Razzi che la visitò nel 1576. Cfr. R. ALBERICO, Caramanico Terme. Guida storico-turistica, p. 32, Pescara 1962; S. RAZZI, op. cit., p. 117. La Madonna della tradizione riferita è tuttavia l’Assunta, venerata nella chiesa di S. Maria Maggiore.

[13] S. RAZZI, op. cit., p. 119.

[14] Sulla presenza, poco nota, dei pastori transumanti calabresi in Abruzzo, cfr. W KADEN, Wandertage in Italien, p. 349 sgg., Stoccarda 1874.

[15] V. DINI, op. cit., p. 13.




GIORNATA NAZIONALE DEL R.U.P.

Intervista al presidente avv. Daniele Ricciardi

Roma, 12 febbraio 2024. Si è tenuta l’11 febbraio 2024 la prima edizione della Giornata Nazionale del Responsabile Unico del Progetto promossa da ASSORUP. Nel 1994, con la legge n. 109 veniva riformato il settore degli appalti di lavori introducendo il ruolo del Responsabile Unico del Procedimento, poi trasformato in Progetto con il Codice dei contratti pubblici del 2023.

Perché ASSORUP ha deciso di introdurre questa ricorrenza?

Negli ultimi trent’anni il RUP ha portato il peso di tutti gli appalti nel nostro paese. Soltanto nel 2023 si sono spesi 409 miliardi di euro in contratti di forniture, servizi e lavori. All’interno delle Stazioni Appaltanti operano i RUP il cui impegno molto spesso non è adeguatamente riconosciuto. Abbiamo quindi ritenuto di introdurre una festa in cui i responsabili unici possano essi per primi maturare una consapevolezza del ruolo strategico che hanno per lo Stato. In ogni scuola, in ogni comune, in ogni ente pubblico, nei ministeri, nelle società che gestiscono servizi, ovunque nel settore pubblico è presente un RUP che merita la doverosa attenzione. L’11 febbraio è da oggi il giorno dedicato al RUP, sia per la nostra Associazione sia per le amministrazioni in cui operano, sia per la politica che deve impegnarsi nel suo riconoscimento. Da oggi anche i RUP hanno la loro festa, in cui identificarsi.

Come si è svolta questa prima edizione della Giornata Nazionale?

Come ogni prima volta c’è sempre una grande emozione e la necessità di superare qualche difficoltà. Ricorrendo di domenica, peraltro nella settimana di carnevale, molti sono stati costretti a rinunciare alla presenza in persona. La manifestazione è stata un successo se pensiamo che lo scorso anno ASSORUP, in questo periodo, registrava qualche decina di associato, mentre oggi si avvia verso 650 iscritti, presenti in circa 100 province italiane. I diversi gruppi regionali, coordinati dagli ambasciatori e dai promotori locali, hanno organizzato pranzi, aperitivi e momenti ludici per poi collegarsi per un saluto comune.

La giornata ha visto la presenza anche di ospiti speciali?

Durante il collegamento abbiamo avuto il piacere di ospitare il Presidente ZOOPLUS, l’associazione degli esperti in appalti pubblici della Bulgaria. Yordan Haladjov nel suo intervento, molto apprezzato, ha presentato l’esperienza bulgara e auspicato la costruzione di una rete internazionale, alla quale ASSORUP sta lavorando dalllo scorso anno con contatti in altri Paesi della UE. In tutti i paesi membri deve esserci la consapevolezza che il RUP, ruolo formalmente esistente solo in Italia, o in generale chi opera negli approvvigionamenti o nella realizzazione di servizi e infrastrutture merita tutela anche a livello europeo. E’ un tema che toccherà anche l’ormai prossima campagna elettorale. Il RUP ha diritti e doveri che devono essere universalmente riconosciuti.

A tal proposito, il momento più significativo è stata l’adozione del Manifesto del RUP. Di cosa si tratta?

È stato un momento solenne di grande condivisione. I rappresentanti collegati dall’Umbria, dalla Sicilia, dal Piemonte, dalla Calabria, dalla Toscana, dalla Lombardia, dal Friuli-Venezia Giulia, dalla Liguria e dal Lazio hanno recitato i contenuti del Manifesto, redatto su proposta del prof. ing. Giovanni Rizzari. I diritti ed i doveri del RUP diventeranno un punto saldo per tutti coloro che decideranno di partecipare ad ASSORUP. Non intendiamo, per ora, introdurre un rito di giuramento anche se riteniamo che la cancellazione di tale momento solenne non abbia fatto bene alla pubblica amministrazione. I sedici diritti e doveri rappresentano per ASSORUP il modo in cui intendiamo approcciare alla gestione dei contratti, un settore strategico che ha raggiunto un peso pari quasi al 20% del prodotto interno lordo. La prossima Giornata Nazionale partirà da questo documento che tutti i presenti sparsi per la Nazione hanno firmato.

Quali sono i prossimi appuntamenti di ASSORUP?

È sufficiente collegarsi al nostro sito per prendere atto che l’attività di ASSORUP è incessante grazie agli stimoli che stanno arrivando dagli Ambasciatori, che sicuramente hanno trovato nuovi importanti innesti grazie alla Giornata del RUP. Anche l’Ufficio Studi consente di organizzare eventi online e sta concretamente supportando le Stazioni Appaltanti italiane, visti i quesiti che quotidianamente riceviamo su temi delicati come gli incentivi e le responsabilità del RUP. Durante il 2024 consolideremo il nostro ruolo di riferimento per le Istituzioni con cui siamo in costante dialogo (ANAC, MIT, SNA per citare le principali) e con il territorio (sono già programmate conferenze in Abruzzo, Sicilia, Lazio, Toscana, Umbria). Per noi è fondamentale metterci all’ascolto dei RUP, indipendentemente che siano associati. Continueremo ad offrire formazione gratuita e specialistica attraverso il nostro TRAINING VIRTUALE al quale diverse Stazioni Appaltanti stanno aderendo per formare il personale coinvolto in appalti. La giornata dell’11 febbraio 2024 rimarrà nella storia di ASSORUP e non solo.




AL PALASCAPRIANO PASSA FASANO 0-3

Teramo, 12 febbraio 2024. L’Adriatica Press Futura Teramo viene fermata in casa dal Fasano. Le pugliesi si sono imposte per 3-0 nel Palascapriano, giocando una buona pallavolo. Nel primo set il match è stato combattuto, visto che le ospiti  hanno ottenuto il primo parziale ai vantaggi imponendosi 25-27 in 30 minuti. Nella seconda frazione è stato sempre Fasano avanti nel punteggio, seconda frazione chiusa 19-25 in 28 minuti. Il terzo parziale ha visto la squadra ospite controllare la partita , mettendo al sicuro il risultato con il 12-25 finale in 21 minuti. Ora le biancorosse avranno due trasferte consecutive. La prima sabato prossimo a Santa Teresa di Riva (Messina), la seconda il derby di Altino. Oggi  Joselyn D’Egidio compie gli anni: auguri al nostro centrale.

ADRIATICA PRESS FUTURA TERAMO   0: Vendramini 1, Ragnoli 6, Poli 8, Di Diego 1, La Brecciosa, Costantini 10, Patriarca, D’Egidio, Mazzagatti 3, Fanelli 1, Capulli, Ventura, Lestini 14. All. Collavini.

PANTALEO IL PODIO FASANO 3: Antonaci 1, Di Diego V., Fatticcioni, Negro 5, Marsengo 10, Barbolini 4, Albano, Martilotti 14, Soleti 6.

PARZIALI: 27-27; 19-25; 12-25.

ARBITRI: Moira Mercuri di Fermo e Mirco Totò di Grottazzolina.




VERGOGNOSO

Israele, con il suo ambasciatore, si lamenta definendo vergognoso il palco di San Remo

Torrevecchia Teatina, 11 febbraio 2024. “Ritengo vergognoso che il palco del Festival di Sanremo sia stato sfruttato per diffondere odio e provocazioni in modo superficiale e irresponsabile”. Così in un post su X l’ambasciatore di Israele a Roma, Alon Bar …

Tanta vergogna davvero nel mondo, magari anche per il palco citato che non può sottrarsi sicuramente all’ipocrisia, ma vergogna per tutti partendo dall’alto, ovviamente. Chi ha più responsabilità cominci.

Vergogna, dunque, per questo mondo ipocrita dove tutti diffondono odio e provocazioni usando ogni sorta di strumento, ma la profonda vergogna, inutile discuterci sopra, parte proprio dal mondo perverso dei poteri, dei denari, delle armi, delle guerre, del sangue e della morte.

Da quel mondo di cui anche l’ambasciatore d’Israele in Italia si fa portavoce dovrebbero giungere i migliori esempi di vergogna, ma nulla di tutto ciò: solo prosopopea e tanta superiorità inutile, ovviamente.

Iniziamo dall’alto se si vuole dare un esempio; un bell’atto di vergogna è in attesa da molto tempo dagli autori degli scempi, dei macelli e delle porcherie più squallide nel mondo, ma nulla, anzi da loro, se non arrivano sfruttamenti, bombe, morte e distruzione, ecco pervenire dettati, ordini, minacce ed offese d’ogni forma, anche per il lontano mondo dell’effimero, del superfluo e delle canzonette.

Un potere che non ammette nemmeno l’esistenza di un lontano pensiero se non allineato.

Fin quando non si è direttamente interessati, però, tutti indifferenti; ma i tempi sembrano offrire un indirizzo chiaro d’impegno comune e diffuso per la sana convivenza, per la libertà, per la Verità. Rispondere non è un obbligo ma un consiglio per difendere almeno qualcosa di quello che è rimasto.
nm

ADN Kronos, 11 febbraio 2024. Sanremo, ambasciatore Israele contro Festival: “Vergognoso”
“Ritengo vergognoso che il palco del Festival di Sanremo sia stato sfruttato per diffondere odio e provocazioni in modo superficiale e irresponsabile”. Così in un post su X l’ambasciatore di Israele a Roma, Alon Bar … https://www.adnkronos.com/internazionale/esteri/sanremo-ambasciatore-israele-contro-festival-vergognoso_7fdaGOhrRykpVLdb5ng7g3#Echobox=1707649893




SUPER SIECO!

Tre punti d’oro contro Prata di Pordenone

Ortona, 11 febbraio 2024. Ma che Sieco! Ortona batte la quinta forza del campionato e mette in tasca tre punti molto importanti per il rush-finale di questo Campionato Nazionale di Serie A2. Una prestazione agli antipodi rispetto a quella di domenica scorsa contro Ravenna dove tutto il collettivo è riuscito ad esprimersi ad alti livelli.

Dalle prime battute dell’incontro sembrava di assistere al solito copione con la Sieco che macina gioco e gli avversari che invece fanno punti. Poi nel finale, il colpo di scena. Prata ha ben quattro punti set ma Lapkov e Patriarca li annullano praticamente in solitaria. Ortona piazza un parziale di cinque a zero e si prende il primo set ai vantaggi. La rimonta galvanizza gli abruzzesi e taglia di netto le gambe agli avversari che perdono lucidità e lasciano ai padroni di casa anche il secondo set. A posteriori si rivela giusta la scelta di coach Boninfante che al rientro per il terzo set, stravolge la rosa in campo.

Le forze fresche, però, compiono egregiamente il loro lavoro. Il servizio si fa più ficcante e la Sieco accusa il colpo. Insidioso anche il muro di Prata che stoppa più volte Lapkov infilandone anche tre di quelli che si possono classificare come “Monster Block”. L’opposto di Ortona, però non si abbatte, anzi abbatte. Archiviato il terzo set, nel quale Ortona non è pervenuta, il quarto set è tornato ad essere quella girandola di emozioni del primo parziale. Al pronti via, è Prata a far male e a scavare un discreto solco tra sé i padroni di casa.  Ancora una volta sono Patriarca e Lapkov a suonare la carica e la squadra risponde in coro. Prata torna a sentire la tensione, aumentano gli errori individuali e Ortona ringrazia e si aggiudica tre punti che fanno bene alla classifica, ma soprattutto al morale.

IN BREVE

Parte meglio Prata nel primo set, che fa valere una difesa ed un muro di alto livello. Sul 4-8 Coach Lanci chiama subito tempo per cercare di riordinare le idee. Prata però continua la marcia gestendo bene il vantaggio. Ortona comincia a carburare e tiene il passo degli avversari.  Scatto della Sieco sul finale di set che torna a farsi vedere negli specchietti retrovisori del Prata 19-21. Entusiasmante rimonta impavida  che sul finale di set trova un buon servizio di Lapkov che combinato ad uno scatenato Patriarca a muro vale una clamorosa vittoria di primo set.

Continua la lotta anche nel secondo set. La Sieco trova un punto break e infiamma il palazzetto. La Sieco continua a giocare bene. Lapkov is on fire e regala un generoso vantaggio ai suoi. Ortona ha cinque punti da gestire sul 15-10. La Tinet sente la pressione e due attacchi finiscono fuori. Gli impavidi aumentano il vantaggio sul 21-14. La Sieco può gestire un ampio vantaggio per conquistare il secondo set ed il primo punto in palio.

Equilibrato avvio di terzo set con Coach Boninfante che prova una girandola di cambi per ribaltare la situazione. Ortona però continua a battere meglio. È il turno di Prata ad alzare la voce dai nove metri, Baldazzi pianta due ace nel campo di Ortona e porta avanti i suoi 7-8. Prata tiene duro e resta e dapprima resta attaccata agli Impavidi e poi trova il guizzo che vale lo 0-5 scavando un discreto solco. La Sieco è disconnessa e ora Prata è padrona del gioco. Gli ospiti viaggiano spediti verso la vittoria di un parziale che riaprirebbe i giochi. Prata continua spedita la sua marcia, Ortona si siede a guardare la Tinet conquistare il terzo parziale.

Quarto Set che si avvia sulla falsariga del precedente. Prata serve forte e Ortona va in difficoltà. Il muro degli ospiti sporca ogni attacco e facilita la ricostruzione. La Sieco però non molla e riduce lo svantaggio fino al 9-10. Il parziale è equilibratissimo quando si arriva sul 15-15. Il parziale diventa un’altalena e alla fine, è la Sieco a mantenere i nervi saldi per conquistare dapprima un importantissimo punto break e poi l’allungo finale.

PRIMO SET

Per la terza gara consecutiva Coach Nunzio Lanci dovrà fare a meno dell’esperto Leonel Marshall e così, la Sieco si schiera con Dimitrov palleggiatore e Lapkov opposto. Centrali sono Fabi e Patriarca con schiacciatori Capitan Bertoli e Del Vecchio. Libero Benedicenti.

Ospiti che rispondono con Alberini al palleggio, Lucconi in diagonale, Petras e Terpin in banda, Katalan e Scopelliti al centro, De Angelis nel ruolo di libero.

Il primo servizio è per gli ospiti con Petras. Prata ricostruisce e fa il primo punto 0-1. Katalan ferma Lapkov 0-2. Lapkov conquista il servizio 1-2. Prima un muro di Fabi, poi Lapkov portano la Sieco al pareggio 4-4. Fuori l’attacco di Del Vecchio 4-6. Lucconi trova un buon muro 4-8. Sulla rete il servizio di Fabi 5-9. Patriarca a muro 6-10. Lucconi tira forte 8-13. Mani-Fuori a favore di Lapkov 12-15. Del Vecchio 14-17. Muro di Bertoli 16-19. Tap-In vincente di Terpin 16-21. Primo tempo di Fabi 17-21. Lapkov rosicchia un punto 18-21. Ace di Bertoli 19-21. Scopelliti stoppa Lapkov 20-24. Pallonetto di Patriarca 21-24. Ace di Lapkov 22-24. Ancora Lapkov mette in difficoltà la ricezione di Prata e Patriarca fa Tap-In 23-24. Muro di Patriarca 24-24. Muro di Del Vecchio 25-24. Lapkov ci prova ma il servizio va fuori 25-25. Fuori anche il servizio di Baldazzi 26-25.

SECONDO SET

Bertoli in pipe 2-1. Potente il servizio di Lapkov, ma la palla è fuori di poco 4-4. Fuori l’attacco di Terpin 6-4. Bertoli cerca e trova le mani esterne del muro 7-5. Dimitrov serve bene ed è semplice per Lapkov il tap-in 9-6. Primo tempo finalizzato da Fabi 10-7. Lapkov ne tira una delle sue e il muro fa schizzare fuori la palla 12-7. Del Vecchio gira il colpo e va in parallela per il 14-8. Patriarca attacca fuori, 15-12. Parallela micidiale di Lapkov 16-13. Bertoli a Segno 17-13. Terpin attacca lungo 18-13. Fuori anche l’attacco di Baldazzi 19-13. Bertoli segna il 20-14 e costringe gli ospiti a chiamare tempo. Invasione di Petras 21-14. Ace di Dimitrov 22-14. Out il servizio di Scopelliti 23-15. Out anche il servizio di Alberini 24-17. Fabi manda ancora in confusione la ricezione degli ospiti e stavolta ci pensa Del Vecchio al Tap-In vincente 25-17.

TERZO SET

È il turno della Tinet di servire. Lo fa con Truocchio. Bertoli però subisce muro 0-1. Muro di Fabi 2-1. Potente la parallela di Lapkov 3-2. Scopelliti tira forte, Ortona non riesce a ricevere 3-3. Katalan ammette un evidente tocco a muro e risparmia lavoro al video-check 7-5. Baldazzi doppio ace 7-8. Spettacolare azione di gioco con Prata che prova e riprova a fermare gli attacchi di Ortona. La Sieco però è attenta in copertura e al terzo tentativo va a segno con Bertoli 9-8. Patriarca sbaglia il servizio 10-9. Sfortunato tocco di Del Vecchio con la palla che gli rimbalza in testa da un muro 10-10. Ace di Petras 10-11. Katalan sbaglia invece il suo turno 12-12. Terpin 12-14. Ancora un servizio vincente di Prata 12-17. Del Vecchio riesce a strappare Alberini dalla linea dei nove metri 13-17. Muro di Scopelliti 13-19. È Alberini a conquistare il set grazie al muro 16-25.

QUARTO SET

Al servizio c’è Dimitrov per la Sieco. La palla è fuori 0-1. Lapkov murato 0-2. Ancora un muro di Alberini 0-3. Fuori il servizio di Bertoli 1-4. Lapkov aggiusta una palla difficilissima 3-5. Patriarca ferma Terpin a muro 5-7. Bertoli buca il muro 6-8. Invasione aerea fischiata a Prata 8-10. Lapkov a muro 9-10. Fuori l’attacco di Terpin 11-11. Quattro tocchi per Prata 12-11. Fuori il servizio di Katalan 13-12. Del Vecchio trova un buon piano di rimbalzo con il muro e la palla va fuori 14-13. La Sieco ricostruisce e finalizza con Bertoli 15-13. Il muro respinge la palla spinta di Bertoli 15-15.  Scopelliti ferma Lapkov a muro e lo irride con una mano all’orecchio. L’arbitro lascia correre 15-16. Bertoli con la diagonale del 16-16. Baldazzi out dai nove metri 19-18. Sulla linea la diagonale di Terpin 20-20. Bomba di Patriarca 21-20. Ancora Patriarca 23-22.  Furi la Pipe di Terpin 24-22. Muro di Lapkov e tre punti alla Sieco.

Coach Nunzio Lanci: «Tanto merito a Lapkov che nel primo set ha trovato una serie importante al servizio. Poi siamo cresciuti molto nel secondo set. Sapevamo che il servizio era un’arma importante della Tinet e nel terzo set questo fondamentale si è fatto vedere. Siamo stati bravi a contenerli nell’ultimo set che è valso la vittoria. Sono tre punti importantissimi ma il cammino è lungo. Di certo oggi abbiamo dimostrato quanto valiamo se giochiamo come sappiamo. Spero che questa prestazione serva a dare a tutti la carica e l’entusiasmo di proseguire il campionato su questi binari»

SIECO SERVICE IMPAVIDA ORTONA – TINET PRATA DI PORDENONE 3-1 (27-25 / 25-17 / 16-25 / 25-22)

Durata Set:  33’ / 29’ / 26’ / 32’

Durata Totale: 2h

Arbitri: Cruccolini Beatrice (Perugia) e Salvati Serena (Roma)

Sieco Service Ortona: Fabi 9, Broccatelli (L) % –% perfetta n.e., Bertoli 12, Benedicenti (L) 80% – 55% perfetta, Del Vecchio 9, Marshall, Patriarca 10, Cantagalli, Falcone n.e., Tognoni n.e., Donatelli n.e., Lapkov 19, Dimitrov 2, Lanci E. n.e. Coach: Lanci N. Vice: Di Pietro L.

Aces: 3  – Errori Al Servizio: 16 – Muri Punto: 10 – Ricezione Positiva:  58% – Attacco:   46%

TINET Prata di Pordenone: Baldazzi 7, Katalan 12, Alberini 4, Aiello (L) n.e., Lucconi 6, Scopelliti 7, De Angelis (L)  83% – 50% perfetta, Pegoraro n.e., Bellanova 1, Terpin 24, Petras 6, Iannacone, Truocchio 2. Coach: Boninfante D. Vice: Papi S.

Aces: 6  – Errori Al Servizio: 19 – Muri Punto:  15 – Ricezione Positiva: 56% – Attacco:  46%




QUELLE NUOVE ENERGIE CHE SERVONO AL SUD

di Michele Rutigliano

Politicainiseme.com, 11 febbraio 2024. Da un po’ di anni a questa parte, ogni volta che la Svimez pubblica il Rapporto annuale sul Mezzogiorno, veniamo puntualmente assaliti dallo sconforto.

Com’è possibile che i giovani, soprattutto laureati e diplomati, vogliono andarsene dal Sud per andare a lavorare al Nord, in Europa, o addirittura in America o in Australia?

Perché, nonostante i miliardi della spesa pubblica, dei fondi comunitari e ora del Pnrr, le città meridionali continuano a spopolarsi e a invecchiare?

E perché i giovani che restano non vogliono metter su famiglia e le coppie non vogliono fare figli?

 Potremmo continuare, così, per ore e ore. Con questa frustrante giaculatoria dei perché e dei percome, senza arrivare ad uno straccio di conclusione. Che non siano poi le solite, farcite di  allarmismi, di grida di dolore o di fosche previsioni per il futuro. Mettiamo da parte, per favore, le continue recriminazioni sull’impotenza o sull’insipienza della politica.

La verità è che non possiamo dare la croce addosso sempre e solo alla politica. Con la politica si può cambiare molto. Ma non possiamo chiederle di risolvere tutto. Nella Storia ci sono tanti altri fattori, diversi dalla politica, che hanno trasformato mentalità, simboli e costumi. Ed è per questo, se vogliamo essere intellettualmente onesti, che non possiamo passare sotto silenzio le responsabilità degli imprenditori, dei sindacati e di tutti quegli attori che a vario titolo rappresentano la cosiddetta società civile.

In poche  parole, se il treno si è fermato e non riparte più, non è che possiamo incolpare gli sventurati passeggeri. I quali, a conti fatti, sono gli unici  a pagare per i ritardi e gli errori delle alte sfere. Per fortuna, anche al Sud la realtà è in costante mutamento. Sta evaporando,  e finalmente, quella mentalità che pretende tutto e subito dallo Stato. Senza nessuna assunzione di responsabilità da parte di chi, in quanto attore, contribuisce alla vita del foro pubblico. Per fortuna, dicevo, sta emergendo anche al Sud un senso civico e  una coscienza critica che guarda in tutte le direzioni. Lo sforzo comune, allora, deve essere indirizzato a contrastare il declino del Mezzogiorno.  Un declino che coinvolge non solo i piccoli comuni ma gran parte delle zone rurali e delle sue aree interne.

Ed ecco allora  prospettarsi  soluzioni diverse. Penso ai benefici che possono arrecare al Mezzogiorno il Terzo settore, l’economia sociale di mercato,  l’economia solidale. E in genere tutto quel sistema economico che gira intorno all’ impresa e all’economia fondata sul cooperativismo e non solo sulla competizione e sul profitto. Attenzione, però! Non sto parlando di un’economia terzomondista o sudamericana. No. Sono due cose diverse. Sto parlando di quel modello economico e produttivo che ha avuto successo in Emilia-Romagna, in Toscana, Lombardia, Veneto, Liguria. In quelle stesse  Regioni  dove il reddito, l’occupazione e il benessere e quindi, più in generale la qualità della vita, vanno al galoppo. Mentre in molti territori meridionali, (non in tutti per fortuna), si procede ancora….  con la camminata veloce.

Vogliamo fare qualche esempio di territorio del Sud dove il Terzo settore potrebbe dare una spinta forte al rilancio dell’economia? Prendiamo la Basilicata. Una Regione che, insieme alla Calabria, oscilla quasi sempre tra il penultimo o, addirittura, l’ultimo posto nelle classifiche nazionali.  Diciamo subito che il terzo settore è presente in Basilicata nei settori dell’assistenza, dell’educazione, della cultura, dell’ambiente, della salute e della solidarietà.  Secondo  gli ultimi dati ufficiali dell’Istat, quelli del 2019,  il terzo settore occupa nella Regione circa 14 mila persone, pari al 4,4 % dell’occupazione totale, con una quota superiore alla media del Mezzogiorno( 3,9 %) e inferiore a quella nazionale (5,1 %). Contribuisce, inoltre, al 3,6 % del valore aggiunto regionale, con una quota in linea con la media del Mezzogiorno e inferiore a quella nazionale (4,4 %).

Anche le cooperative sociali svolgono un ruolo importante. Operano prevalentemente nei servizi sociosanitari, educativi e culturali.  E si caratterizzano per una forte integrazione con il sistema pubblico, da cui dipendono in larga misura per il finanziamento e l’affidamento dei servizi.  Mentre le organizzazioni di volontariato e le associazioni di promozione sociale sono molto attive nei settori dello sport, del tempo libero, della cultura e dell’ambiente.

Ci sono prospettive di sviluppo di questo settore in Basilicata?

Certamente. Tra le diverse opportunità ci sono i fondi e le misure previste dal Pnrr che destina 50 milioni di euro per il 2023 a interventi sociali per contrastare la povertà educativa in tutto il Mezzogiorno. Sempre il Pnrr prevede azioni per rafforzare la digitalizzazione, l’innovazione, la sostenibilità e l’inclusione sociale, ambiti nei quali il terzo settore può svolgere un ruolo di protagonista.  Per realizzare quest’obiettivo, però, è necessario che sia sostenuto da politiche pubbliche efficaci e da una maggiore disponibilità di risorse finanziarie. E non dimentichiamo infine quali sono le principali sfide che il Mezzogiorno, e in particolare la Basilicata, dovrà affrontare nel prossimo futuro, per raggiungere uno livello di sviluppo che possa avvicinarsi sempre più a quello delle regioni del Nord.

E allora, la prima sfida per la Basilicata sarà la diversificazione della sua economia. Per creare nuove opportunità di lavoro e stimolare la crescita economica. In secondo luogo, la Regione dovrà attrarre più investimenti industriali per creare posti di lavoro e stimolare l’economia locale. Infine, la nota più dolente di tutte: la mancanza di infrastrutture, in particolare nel settore dei trasporti. Una mancanza che limita la sua capacità  di attrarre investimenti e sviluppare il suo commercio.

Per quanto riguarda, infine, la questione sociale, la Basilicata dovrà concentrare i suoi sforzi nel contrasto all’emigrazione. Dovrà trovare modi e mezzi per trattenere i suoi giovani e porre un argine all’invecchiamento della popolazione, a fronte di un pauroso calo delle nascite. È del tutto evidente allora che, con questi scenari all’orizzonte, il Sud e la Basilicata, avranno sempre più bisogno di nuove energie. Così come la Regione, che tra pochi mesi andrà alle urne, avrà bisogno di una nuova classe dirigente. Per affrontare insieme un altro ciclo della sua storia, possibilmente più dinamico e dignitoso di quello, un po’ deludente, del suo recente passato.




NOI E I DIVERSI: toccare per amare, per prendere cura e per comunicare

Un’autentica pedagogia ci aiuterebbe a collegare continuamente gesti, parole e pensieri, emozioni. Troveremmo così come sanare molte lacerazioni interiori. Diventeremmo così un po’ più sereni e autentici.

Gloobalist, 11 Febbraio 2024. Il Vangelo odierno: In quel tempo, venne da Gesù un lebbroso, che lo supplicava in ginocchio e gli diceva: «Se vuoi, puoi purificarmi!». Ne ebbe compassione, tese la mano, lo toccò e gli disse: «Lo voglio, sii purificato!». E subito la lebbra scomparve da lui ed egli fu purificato.

E, ammonendolo severamente, lo cacciò via subito e gli disse: «Guarda di non dire niente a nessuno; va’, invece, a mostrarti al sacerdote e offri per la tua purificazione quello che Mosè ha prescritto, come testimonianza per loro».

Ma quello si allontanò e si mise a proclamare e a divulgare il fatto, tanto che Gesù non poteva più entrare pubblicamente in una città, ma rimaneva fuori, in luoghi deserti; e venivano a lui da ogni parte (Mc 1,40-45 – VI TO/B).

“Tese la mano, lo toccò“. Non c’è niente di scontato in questo gesto di Gesù. Tradizioni, prescrizioni, pregiudizi bloccavano – e bloccano – anche i più pii nell’andare incontro a un lebbroso. Ma non vale solo per i lebbrosi. Vale per tutti quelli che sono diversi, lontani, stranieri, nel disagio fisico o spirituale. Toccare per essere vicino. Toccare per comunicare. Toccare per aver cura. Toccare per amare. E in questi tempi di individualismo e chiusura crescenti dobbiamo interrogarci molto sul loro significato.

Papa Francesco, nella “Fratelli tutti” dice che per realizzare la fraternità abbiamo bisogno «di gesti fisici, di espressioni del volto, di silenzi, di linguaggio corporeo, e persino di profumo, tremito delle mani, rossore, sudore, perché tutto ciò parla e fa parte della comunicazione umana» (n. 43). Ed esprime una critica severa ai «rapporti digitali, che dispensano dalla fatica di coltivare un’amicizia, una reciprocità stabile e anche un consenso che matura con il tempo, hanno un’apparenza di socievolezza» (n. 43). Una fraternità di carne e di mente, sani!

Di epoca in epoca, di cultura in cultura, di religione in religione farsi prossimo, vicino, sensibilmente vicino è sempre una fatica. Dovremmo fermarci un po’ a meditare quanto in Gesù la salvezza non è mai solo legata a parole o riferimenti interiori, è anche fisica. Ciò aiuta a non spiritualizzare il messaggio evangelico e, al tempo stesso, ci riporta a considerare quanto Dio opera nella nostra vita, che è sempre realtà corporea, razionale ed emotiva; nessuna dimensione senza l’altra.

Il lebbroso guarito, nel suo corpo-mente-emozioni, non sta nella pelle e disubbidisce. Gesù indica solo un passaggio rituale: presentarsi dal sacerdote e offrire una testimonianza pubblica, comunitaria dell’evento vissuto. “Ma quello si allontanò e si mise a proclamare e a divulgare il fatto”. Potrebbe d’essere diversamente? Chi ha fatto un’esperienza così piena di incontro può tenerlo per sé? Ciò non vale solo per l’incontro con il Cristo, ma vale per ogni esperienza qualificante o salvifica o piena o coinvolgente, o come dir si voglia.

Il lebbroso fu “toccato” per essere inviato. Le parole vanno accompagnate sempre da i gesti e più profonde sono più hanno bisogno di… tatto! Si dovrebbe pensare continuamente a una educazione dei gesti, a ogni età, in ogni circostanza. Dobbiamo imparare ricollegare parole e gesti, come dice la Arendt, per ritornare a essere autentici, non solo in politica ma in ogni ambiente di vita.

Torniamo a contemplare questa mano di Gesù che si tende per toccare. Pensiamo non solo alla sua spontaneità, ma anche alla fatica dei suoi discepoli nel capirlo e magari imitarlo. Un’autentica pedagogia ci aiuterebbe a collegare continuamente gesti, parole e pensieri, emozioni. Troveremmo così come sanare molte lacerazioni interiori. Diventeremmo così un po’ più sereni e autentici.




LIBERACI DAL MALIGNO

Un libro del demonologo Marcello Stanzione

di Cosimo Cicalese

DentroSalerno.it, 11 Febbraio 2024. L’editrice veneta Ancilla, per la quaresima del 2024 in preparazione alla Santa Pasqua, ha appena stampato il libro di don Marcello Stanzione Liberaci dal maligno. Don Stanzione non è un esorcista ma un angelologo e un demonologo di fama internazionale.

A lato degli Angeli fedeli e buoni appaiono, nella Rivelazione biblica, gli Angeli decaduti. Il Compendio del Catechismo della Chiesa Cattolica al numero 74 afferma che Satana e gli altri demoni, di cui parlano la sacra Scrittura e la Tradizione della Chiesa, da angeli creati buoni da Dio si sono trasformati in malvagi, perché con libera e irrevocabile scelta, hanno rifiutato Dio e il suo Regno. Come i primi, essi ci sono soprattutto noti dai loro interventi nel nostro mondo umano; i dati, benché non eclatanti, sono comunque sufficienti per illuminare la loro fisionomia e, di conseguenza, la loro azione nefasta sul genere umano. Le diverse religioni, da quelle più antiche a quelle più recenti, hanno, quasi tutte, affermato l’esistenza di esseri cattivi, ma è nella Rivelazione cristiana ch’essi si mostrano sotto il loro vero aspetto.

Fin dal Paradiso terrestre (Gn.3) il demonio sotto le sembianze di serpente s’infila seduttore, bugiardo ed omicida (Ap.12, 9; Gv.8, 44); forse per lo scrupolo di custodire il loro rigido monoteismo, gli autori ebrei dell’Antico Testamento non lo pongono che raramente in scena; la sua azione comunque si precisa, a poco a poco, sempre odiosa, ma incapace di superare i limiti tracciati da Dio (Gb.1, 2).

Bisogna aspettare il Nuovo Testamento perché il suo volto si sveli completamente nella lotta che si scatena. Cristo, Figlio di Dio, viene a gettare fuori il Principe delle tenebre (Gv.12, 31), distruggere l’impero che Belzebù ha stabilito nel mondo e sull’umanità con i suoi accoliti del male (Lc.11, 14-22). Il libro contiene in appendice due interviste inedite a don Marcello Stanzione e alla fine il testo è completato da una raccolta di preghiere di liberazione della migliore tradizione cattolica.




BASTA CON L’ALLARGAMENTO DEI PARCHI IN ABRUZZO

Francesco Verì, Presidente dell’associazione Italcaccia di Pescara: “così la gestione della fauna diventa difficile”

Pescara, 11 febbraio 2024. No all’allargamento dei confini dei parchi in Abruzzo. È quello che chiede l’Italcaccia al massimo esecutivo regionale per evitare un pericoloso restringimento del territorio idoneo all’esercizio venatorio che è di pregiudizio al controllo di specie come cinghiali e lupi che, oggi, vivono stabilmente dentro paesi e città di ogni latitudine e dimensioni.

“Storicamente la caccia, come attività ricreativa per il tempo libero”, dice Francesco Verì, Presidente dell’associazione Italcaccia di Pescara, “è stata a lungo un fenomeno marginale e riservato alle classi abbienti e privilegiate. È solo con il miglioramento delle condizioni economiche generali che l’attività venatoria è diventata un fenomeno anche popolare. Il bisogno di “ritorno alla natura” dell’uomo contemporaneo, in un primo tempo, viene realizzato nel modo più diretto, cioè riscoprendo la sua natura di predatore.

“Successivamente, a mano a mano che il fenomeno dell’urbanizzazione è avanzato”, prosegue Verì, “il rapporto con la natura è diventato sempre più indiretto e idealizzato e la caccia ha cominciato a perdere fascino e attrattiva, fino a essere identificata spesso come un’attività violenta e in contrasto con la conservazione dell’ambiente.

In Italia e, soprattutto in Abruzzo, si è registrato una forte diminuzione dei cacciatori e, per questo, le associazioni venatorie stanno diventando sempre più attente ai problemi ambientali, soprattutto nelle aree agricole.

I cacciatori abruzzesi”, incalza Verì, “si trovano costretti a dover esercitare l’attività venatoria a ridosso di centri abitati, centri commerciali, strade poiché sono state create zone di rispetto e vincolo venatorio come ZRV, ZRC e aree cinofile regionali con una grande estensione che vanno a ridurre sempre più il territorio messo a disposizione per l’esercizio venatorio.

“Altro tasto dolente sono i confini dei parchi”, spiega Verì, “dove ormai l’Abruzzo è considerato il polmone verde dell’Europa. La gestione della fauna all’interno dei parchi non è adeguatamente controllata e, spesso, diventano rifugio e luogo di riproduzione per cinghiali, caprioli, cervi e lupi.

Ormai, come noto, il contenimento delle specie cinghiale e lupo in Abruzzo è un problema diffuso in quanto la loro presenza è talmente massiccia anche nei centri urbani.

L’associazione Italcaccia chiede a gran voce alla Regione Abruzzo e a tutte le forze politiche, una maggiore sensibilizzazione al problema attuale, che vede da una parte un restringimento del territorio idoneo all’esercizio venatorio e, dall’altra, una adeguata perimetrazione dei Parchi riducendo i confini e tabellando in modo adeguato tutto il perimetro, al fine di consentire al cacciatore di praticare l’attività venatoria, arrecando un grande vantaggio alla comunità, come il contenimento soprattutto delle specie cinghiale.

“Occorre far comprendere all’opinione pubblica”, conclude Verì, “che la caccia è e sarà sempre di più un’attività volta ad un uso sostenibile delle risorse faunistiche, basata su dati scientifici e a mantenere i migliori equilibri possibili anche in relazione alla salvaguardia delle attività agricole e silvo-pastorali oggi minacciate anche dalla sovrabbondanza delle specie ungulati. Allo stesso tempo la formazione ecologica del cacciatore dovrà diventare sempre più importante”.




LA MANUTENZIONE DEL VERDE

Question time ancora in attesa di risposte

Pescara, 11 febbraio 2024. Al question time del 28 dicembre scorso, in cui si chiedeva a Codesta Amministrazione comunale di conoscere l’entità e la destinazione d’uso della biomassa vegetale, comunque asportata, proveniente dalle varie attività di gestione del verde pubblico, è stato risposto che la “manutenzione del verde viene eseguita attraverso l’ausilio di numerosi operatori acquisiti in economia diretta, con Società partecipate o attraverso specifici affidamenti (giardinieri interni, soc. Ambiente e Multiservice, operatori economici terzi) che hanno tempi e modalità di esecuzione definiti e distinti”. A ciò si aggiungeva che “I dati richiesti richiederebbero un aggravio di elaborazioni e tempi abnormi per la pubblica amministrazione” (cfr Answer del Palazzo).

A tale nota ho fatto riscontro segnalando l’obbligo di ogni Ente locale ad attenersi, in sede di appalto pubblico, a quanto previsto in modo indifferibile dal vigente Codice degli Appalti verdi (GPP) che rimanda, per le modalità operative, all’adozione ed applicazione dei Criteri Ambientali Minimi (CAM).

Detto argomento è stato oggetto di un secondo question time a cui si è riscontrato, in occasione del Consiglio Comunale del 29 gennaio scorso, con un rinvio in quanto il quesito è stato ritenuto complesso e quindi meritevole di una valutazione più elaborata e attenta.

Il motivo dei question time sta nella preoccupazione che fino ad oggi quanto imposto da Codice appalti (GPP) e dai CAM sia stato e continui ad essere disatteso.

Nel frattempo, si nota che l’attività oggetto delle richieste di chiarimento, riscontrata in diverse zone della città, sia condotta nelle modalità usuali, in quanto non sufficientemente evidenti e palesi fatti che dovrebbero indurre ad una diversa valutazione.

In particolare, si fa riferimento agli interventi in corso sia all’interno della Riserva Dannunziana, con tronchi in attesa di essere rimossi dall’attuale zona di accatastamento, oltre che stradali, di potature se non di vera rimozione di alberature ovvero di masse vegetali di rilievo che sembra siano stoccati in piattaforme di smaltimento presenti nei Comuni di Picciano e Roseto, per una destinazione finale non nota.

Che però, proprio in base alle norme richiamate, Codice appalti GPP e CAM, dovrebbe invece essere assolutamente conosciuta dall’Ente appaltante, quindi dal Comune, che addirittura ne deve chiedere riscontro ai soggetti incaricati, adottando le idonee procedure di verifica.

Per le norme poste in evidenza, si può far riferimento al question time in sospeso ai cui si attende di ricevere riscontro.

Giancarlo Odoardi – Direttore Ri-media.net




PERCORSI TURISTICI

25 mila euro riqualificazione turista

Casalincontrada, 11 febbraio 2024. Finanziato un importante progetto di riqualificazione turista presentato dall’Amministrazione comunale di Casalincontrada a giugno 2023.

La comunicazione ufficiale arrivata da parte del G.A.L. Maiella Verde, l’8 febbraio 2024, informa della concessione di circa 25 mila euro messi a disposizione dal Programma di Sviluppo Rurale della Regione Abruzzo 2014/2022. L’intervento prevede l’allestimento di un itinerario che riconnette varie aree del territorio comunale con attrezzature fitness e cartellonistica di riferimento.

Il progetto prevede il ripristino di un antico tracciato di strada comunale in zona “Malandra Vecchia”, l’antica fontana ubicata all’inizio della strada Via San Marco, il parco pubblico dell’ex mattatoio, la pista ciclabile di Via Giardino, la piazza pubblica in contrada Sant’Ilio antistante la Chiesa della Madonna di Fatima.

Il percorso consentirà di riscoprire il patrimonio culturale-storico-ambientale del paese, ripensando la relazione tra “paese” e “natura”, spazi pieni e vuoti e grazie alle associazioni del territorio diventerà un “corridoio verde” attrattivo per turisti e visitatori.




L’AMICACCI ESPUGNA REGGIO CALABRIA

Ipoteca la semifinale

Giulianova, 11 febbraio 2024. Ottimo inizio di Play-off Scudetto della Deco Metalferro Amicacci Abruzzo, che batte nettamente su Reggio Calabria nella gara di andata dei quarti di finale. Sul parquet del PalaCalafiore la squadra abruzzese prevale con il punteggio di 51-69, garantendosi un margine rassicurante da difendere tra due settimane (24 febbraio) a Giulianova.

Il primo quarto vede il predominio dell’Amicacci, che si portano avanti trovando due ottimi canestri sugli scarichi di Boganelli e Cavagnini, per poi allungare realizzando in contropiede con Brown e Cavagnini (2-14).

I reggini fanno fatica a scardinare la difesa ospite anche nelle fasi iniziali del secondo periodo, con la squadra allenata da coach Di Giusto che scappa via agevolmente grazie alle giocate offensive di Barbibay, Stupenengo e Brown. La Farmacia Pellicanò ferma la serie negativa di errori al tiro con una tripla del polacco Pietrzyk ma gli ospiti danno un ulteriore strappo con le solite prodezze di Shay Barbibay, conservando il ventello di vantaggio all’intervallo (11-34).

Il terzo quarto è all’insegna dell’equilibrio con l’Amicacci che concede qualcosa a livello difensivo ma continua a trovare la via del canestro affidandosi all’immenso talento del duo Barbibay-Brown (25-50).

Meno brillante l’ultimo periodo di gioco con Reggio Calabria che si sblocca a livello realizzativo e riesce a ridurre parzialmente il distacco, trascinata in attacco da Sripirom ed Ivanov. L’Amicacci non si scompone e trova canestri da un Jaylen Brown immarcabile, mantenendo comunque un vantaggio importante in visita del match di ritorno al PalaCastrum (69-51).

Tabellino

Farmacia Pellicanò BiC Reggio Calabria: Pietrzyk 9, Liki 1, Beltrame, Ivanov 16, Mutalib, Fikov 2, Da Costa 2, D’Anna 4, De Horta 2, Billi 4, Sripirom 11. All. Cugliandro.

Deco Metalferro Amicacci Abruzzo: Brown 24 (5ast, 9reb), Nagle, Benvenuto, Marchionni, Blasiotti, Topo, Cavagnini 8 (7reb), Stupenengo 8 (8ast), Mandjam, Boganelli 4, Greco Brakus 2, Barbibay 22 (5ast, 6reb). All. Di Giusto.

Serie A – Quarti di Finale Play-off Scudetto

Gara di andata (10/02)

Crich PDM Treviso – UnipolSai Briantea84 Cantù 37-77

Special Bergamo Sport Montello – Banco di Sardegna Sassari 48-60

Farmacia Pellicanò Reggio Calabria – Deco Metalferro Amicacci 51-69

Menarini Volpi Rosse Firenze – Santo Stefano Kos Group 46-69

Gara di ritorno (24/02)

UnipolSai Briantea84 Cantù – Crich PDM Treviso (ore 20)

Banco di Sardegna Sassari – Special Bergamo Sport Montello (ore 13.30)

Deco Metalferro Amicacci – Farmacia Pellicanò Reggio Calabria (ore 14.30)

Santo Stefano Kos Group – Menarini Volpi Rosse Firenze (ore 15.30)

Stefano D’Andreagiovanni – Area Comunicazione Amicacci Abruzzo / Foto: Reggio Calabria BiC




DISTRUTTA LA SPIAGGIA DELLA RISERVA BORSACCHIO

Torna il criminale che ha distrutto tutti cartelli informativi e le delimitazioni del Progetto Area del Fratino e Delle dune. Danni per migliaia di euro e reso inospitale l’area a pochi giorni dall’avvio della stagione riproduttiva

Roseto degli Abruzzi, 10 febbraio 2024. Oggi i volontari delle Guide del Borsacchio nel consueto monitoraggio hanno trovato per l’ennesima volta un disastro. Sono stati distrutti i 2 km del progetto area del Fratino e delle Dune, predisposto con delibera 56 del 2\3\20 per salvare le specie protette sul tratto costiero, mitigare effetti dell’erosione e portare segnali informativi ai fruitori della Riserva Borsacchio.

Un progetto che non ha avuto oneri per il comune, pagato, realizzato e mantenuto da anni grazie alle donazioni dei cittadini e con fondi dell’associazione.

Grazie a questo progetto le prime aree di intervento hanno visto un ottimo risultato nel mitigare l’erosione lasciando a frequentatori la porzione più ampia di arenile. Grazie a questo progetto la spiaggia della Riserva è fra le prime in Abruzzo per la Riproduzione del Fratino e sempre grazie a questo impegno ed al monitoraggio costante il nido di tartaruga è stato censito ed individuato il primo giorno di deposizione, per la prima volta in Abruzzo.

Fra la notte di venerdì e la mattina di sabato purtroppo è tornato il criminale che devasta sistematicamente cartelli e delimitazioni. Distrutti decine di pali e cartelli informativi, divelte e rubate centinaia di metri di corda. Un danno di diverse migliaia di euro. Il tutto a ridosso della riapertura della stagione della riproduzione delle specie che parte fra gli ultimi giorni di febbraio ed i primi di marzo.

Ormai riconosciamo le impronte delle scarpe lasciate dal criminale ed abbiamo denunciato decine di volte.

Un vile, un codardo, un criminale che agisce contro la natura e contro il bene comune.

Abbiamo inviato denuncia alle autorità per l’ennesima volta e cercheremo di ripristinare.

Domenica 11 Febbraio alle 15.00 partiremo a sistemare quel che possiamo e invitiamo tutti ad aiutarci venendo in via Makarska alla Rotonda Nord dove sono presenti i Villaggi e Camping. Da lì, entreremo in riserva con carriole , pale e quel che rimedieremo per cercare di . Cercheremo di arrangiarci con quel che abbiamo ma è impensabile ora di acquistare migliaia di euro di pali, cartelli e corde. Stimiamo in 4 anni con oltre 32 atti vandalici denunciati danni per 12.000 euro. Un atto vile che colpisce e mette ancora più in pericolo la natura della Riserva che mai come ora è in pericolo dopo il recente taglio\cancellazione dell’area.

Ogni volta è difficile trovare la forza di ripartire. Ogni volta non sappiamo nemmeno come affrontare tutto. CI sentiamo soli, impotenti. Lanciamo un grido di aiuto agli enti, alle forze dell’ordine , ai cittadini. Fermiamo il criminale o perderemo anche il tratto costiero della Riserva Borsacchio.

Marco Borgatti

Presidente Guide Del Borsacchio -Guardia Ambientale – Direttivo WWF Teramo – Presidente FIAB Roseto




LA POESIA DI VINCENZO FILIPPONE THAULERO

Salotto culturale

Teramo, 10 febbraio 2024. Non è perduto il segno è il quarto volume dell’Opera omnia di Vincenzo Filippone-Thaulero, con il quale inizia la pubblicazione degli scritti inediti. La prima parte è costituita in gran parte da sonetti che Filippone-Thaulero aveva rivisto e sistemato in forma definitiva prima della sua prematura scomparsa. Nella seconda parte, vengono pubblicate le poesie giovanili, i testi teatrali e le prove narrative del nostro Autore. Questi scritti possono essere collocati in un arco temporale che va dal 1945 agli inizi degli anni Sessanta del secolo scorso.

«Personalità intensamente religiosa, innamorato di Dio, avendo di Lui una sicurezza sconcertante, cercava nel concreto, nel reale della società, fra gli uomini e nella creatività incessante di strutture, pensieri, conflitti anche sociali, i segni di questa presenza divina». Gabriele De Rosa

«Per superare la difficoltà in cui Scheler restò impigliato, Vincenzo Filippone-Thaulero fa appello a un «Darsi semplice e reale», su cui la comunità dovrebbe fondarsi, non già saltando a pie’ pari le strutture concettuali e politiche del convivere ma subordinandole interamente al principio». Vittorio Mathieu

«Lo animava un ragionato distacco che, per paradossale che possa sembrare, era la misura del suo impegno, del suo modo di concepire la vita dello studioso e del docente. Fulvio Tessitore La poesia esprime quella verità di vita che la filosofia arriva a conoscere solamente in parte: la poesia di Filippone-Thaulero è così l’inveramento del suo impegno e della sua ricerca speculativa, nel senso in cui Heidegger ritiene che l’essere «si svela nel linguaggio autentico della Poesia». Mario D’Addio




UCCISA LA PICCOLA HIND

Se siamo ancora uomini questi fatti non possono lasciare indifferenti

Torrevecchia Teatina, 10 febbraio 2024. L’uccisione di questa bambina ci lascia ancora senza parole. Uccisa da uomini adulti armati fino ai denti per il gusto di uccidere e per i soliti giochi di denaro e potere perverso in quelle terre infernali.

Chiaramente siamo di fronte a esseri senza capacità di ragione; esseri bestiali rimasti al giurassico con bastoni, randelli e clave in mano per risolvere ogni cosa. Strumenti che oggi si trasformano in armi infernali e che non lasciano scampo nemmeno alla più piccola, innocente, indifesa e minuscola bambina.

Non sono solo crimini questi, sono cose che vanno oltre, ma molto oltre.

Uno squallido macello in quelle terre per il gusto ed il gioco di un potere perverso e diabolico senza fine.

Possiamo rimanere senza parole ma diffondere almeno il disgusto per queste cose aiuta comunque l’attuale ragione umana a prenderne coscienza; aiuta a rimuovere quella sorta di profonda indolenza che impone inezia e frivolezze d’ogni genere, origine d’ogni nostro male.  

nm

Gaza, 10 febbraio 2024. Uccisa la piccola Hind. Dall’auto fra i cadaveri «Il carro armato è accanto a me. Si sta muovendo. Verrai a prendermi? Ho tanta paura». Hanno fatto il giro del mondo le ultime parole di Hind Rajab, 6 anni, nell’audio della telefonata registrata dagli operatori della Mezzaluna Rossa e diffusa dalla BBBC

https://www.avvenire.it/mondo/pagine/gaza-morta-la-piccola-hind-implorava-venite-a-prendermi




FRENTAUTO EXPERIENCE 2024

Il programma della convention su mobilità e automotive. Venerdì 16 febbraio allo stabilimento Stellantis di Atessa

Atessa, 10 febbraio 2024 – Tour guidato all’interno dello stabilimento Stellantis e tavola rotonda sulle tematiche della mobilità: saranno questi i punti salienti del ricco programma dell’evento “Frentauto Experience 2024” che si terrà nel noto stabilimento dell’automotive di Atessa, venerdì 16 febbraio.

L’iniziativa, organizzata da Frentauto Spa, leader nel settore automobilistico, è aperta a tutte le realtà aziendali del territorio e ha come obiettivo quello di esplorare le tecnologie del domani e l’evoluzione del comparto delle auto, sottolineando l’importanza di sinergie tra i diversi attori del settore e della condivisione di idee e progetti. 

Nella mattinata, dalle 10.00 alle 13.00, ci sarà la visita guidata allo stabilimento Stellantis di Atessa per toccare con mano il processo di produzione del Fiat Ducato. A seguire, dalle 13.00 alle 14.30, colazione di lavoro. Mentre nel pomeriggio, dalle 14.30 alle 18.00, si discuterà con esperti del settore e ospiti di mobilità, di futuro dell’automotive e di nuove tecnologie. Ad aprire la tavola rotonda, moderata da Giampiero Luviè, head of business development della BtheOne Automotive, sarà l’intervento del presidente della Regione Abruzzo Marco Marsilio. Poi venti professionisti tratteranno interessanti temi legati alla mobilità. Nello specifico si parlerà di industria dell’automotive e futuro dell’elettrico in Abruzzo con Daniele D’Amario, assessore alle Attività produttive della Regione Abruzzo, Gennaro Strever, presidente della Camera di Commercio Chieti Pescara, e Nicola Campitelli, assessore regionale all’Urbanistica.

A seguire il presidente regionale Aniac, Tommaso Rutolo, insieme all’ europarlamentare on. Aldo Patriciello e a Emilio Nasuti del Gruppo Neuromed, illustrerà il  rapporto tra dealer, territorio e aziende, mentre Ermando Bozza dello Studio Bozza e associati parlerà di consulenza finanziaria automotive per le aziende.

Si discuterà di implicazioni legali e normative legate all’evoluzione della mobilità sostenibile con l’avv. Mauro Razzotti (Patrocinante in Cassazione) in rappresentanza dell’Ordine degli Avvocati di Vasto e Lanciano, di start up nell’automotive con Piergiorgio Molino di Inno- Valley Labs e di Metaverso con l’intervento di Harald Santer, managing director sales Wurth.

Nella seconda parte della convention la parola passerà ai vertici Frentauto che relazioneranno sui seguenti argomenti: l’ottimizzazione della gestione delle flotte aziendali e ruolo del mobility manager a cura del sales manager Frentauto Ettore Monaco, con la partecipazione di Giuseppe Di Marco di Legambiente Abruzzo, che approfondirà il tema dell’ecosostenibilità; il noleggio a lungo temine by Horizon Automotive e  le nuove frontiere del noleggio a lungo termine per le aziende con Matteo Baggio,  digital marketing ed e-commerce manager Horizon Automotive, Matteo Sarnataro, head of marketplace Horizon Automotive, e Andrea Pumilia, product manager Horizon Automotive; la rete service sul territorio nazionale con Elona Durici, head of product development & operation Horizon Automotive; la service experience e tutte le novità dei servizi di officina dedicati esclusivamente alle aziende con il service manager & B2B manager Frentauto, Enrico Bevilacqua. La chiusura dell’evento sarà affidata  all’ing. Paolo Accastello, plant general manager Stellantis Atessa, e all’amministratore delegato di Frentauto, Alberto Rolli. La convention, ribadiscono gli organizzatori: “È l’arena in cui si crea il cambiamento, è un’enorme opportunità per immergersi in un mondo di innovazione e diventare protagonisti di questa rivoluzione”




LA RESPONSABILITÀ DELLA POLITICA: RINASCIMENTO O DECADENZA?

di Domenico Galbiati

Politicainsieme.com, 10 febbraio 2024. Viviamo un nuovo “rinascimento” oppure una stagione di decadenza? È difficile dirlo per noi che questo tempo enigmatico, in cui si associano segni contrastanti, lo viviamo e lo vediamo sgranarsi nella cronaca degli eventi quotidiani e, ovviamente, ancora non possiamo distillarne alcun senso compiuto come avverrà solo a suo tempo, in sede storica.

Da un lato, disponiamo di tecnologie che, in fondo, hanno un tratto in comune, come se una mano misteriosa le orientasse a quel fine: rendono più fitti e più intensi, più diretti, ravvicinati ed immediati, più partecipati, più coinvolgenti ed a largo raggio – potenzialmente sconfinati, quasi annullassimo lo spazio, ma anche il tempo, cavalcando a ritroso secoli di storia e di pensiero – i rapporti ed i raffronti tra uomini e culture, soprattutto le relazioni interpersonali.

Come fossimo invitati ad “intensificare” la nostra umanità, come volessimo metterla alla prova, quasi ci sia bisogno di arricchire la coscienza che abbiamo del nostro essere “umani”, per poter reggere la provocazione delle trasformazioni che intravediamo all’orizzonte e di cui pure già sperimentiamo i primi passi. Dall’altro, abbiamo smarrito quella fiducia, illuministica eppure ingenua, nella ragione e nel progresso, che alludeva ad una qualche concezione teleologica della storia, intesa come orientata ad un fine, quindi dotata di un senso, destinato via via a svelarsi e, dunque, rassicurante.

Oggi, al contrario, ci sentiamo smarriti, come fossimo sospesi in un limbo, dentro una vicenda umana incamminata verso approdi impredicibili, spalancata su una contraddizione tanto più problematica, quanto più si amplia la forbice tra potenzialità che fin qui non avevamo mai conosciuto ed incapacità a definire un orizzonte di valori e di traguardi entro cui dirigerle. In un certo senso, si potrebbe dire – ammesso che l’ analogia regga – vale, anche sul piano macroscopico dell’ accadere storico, quel “principio di indeterminazione” che vale nella fisica delle particelle. In altri termini, è la modalità con cui misuriamo il fenomeno osservato a definirne l’ effettiva natura.

Trasferita sul piano sociale, una tale considerazione vorrebbe dire che è in nostro potere – dipende da noi, dallo sguardo con cui accostiamo la realtà, dalla responsabilità che ne assumiamo – decidere, oggi, tra rinascimento e decadenza. Camminiamo su un crinale sottile, verso cui convergono due versanti ed il nostro sguardo, ciò che decide tra l’uno e l’altro, tra regressione e sviluppo, è, in definitiva, la politica. Politica – arte assai più che scienza – che, intesa come capacità di “moderare” la particolarità degli interessi in conflitto per comporli e commisurarli all’interesse generale della comunità, oggi segna il passo. E, in fondo, non c’è da sorprendersi che sia così.

Il “bene comune”, concepito come quell’ opportunità positiva concessa a ciascuno senza detrimento per l’altro, non è facile da costruire, in un mondo competitivo, scosso da troppe tensioni, alla ricerca di nuovi equilibri, intanto che si disfano quelli che, ormai irrimediabilmente, appartengono ad un altro mondo. Senonché, rigenerare la politica, ridarle forma, misura e capacità di sintesi non è questione di poco conto, ma piuttosto un’ opera collettiva di passione civile e di largo coinvolgimento democratico.

Altro che l’”uomo solo al comando”. Le prossime elezioni amministrative, accanto al voto proporzionale delle europee, sono un’occasione preziosa in questa direzione.




LA SVELTINA DI FINE LEGISLATURA MARSILIO

Trasformare la Costa dei Trabocchi nella “casta” dei Trabocchi

Chieti, 10 febbraio 2024. Paolucci su Consiglio regionale: “Con la sveltina di fine legislatura Marsilio ha trasformato la Costa dei Trabocchi nella casta dei Trabocchi. Una volta al governo della Regione sarà uno dei primi provvedimenti che cancelleremo” .

Abbiamo detto un forte no alla privatizzazione della Costa dei Trabocchi contenuta nell’emendamento approvato oggi in aula con 18 voti della maggioranza e con i nostri voti contrari, perché è una scelta assurda e dannosa, sia per l’ambiente e sia per la comunità e il commercio della zona.

Una sveltina calata dall’alto a un mese dal voto e rinviata all’ultimo Consiglio utile della legislatura, senza aver sentito prima né la Provincia di Chieti, che ha cambiato le sorti della zona con la via Verde, né i sindaci che sono presìdi sul territorio, né le associazioni di categoria che avrebbero potuto fermare la speculazione che l’emendamento comporterà, peraltro anche in controtendenza, perché non è possibile nessuna verifica sull’effettiva apertura degli esercizi commerciali, in quanto le leggi europee e nazionali sulla libera concorrenza non lo permettono più.

Da Costa a casta dei trabocchi, questo il passo fatto oggi da Marsilio e il centrodestra e le conseguenze, come al solito, le pagheranno gli abruzzesi”, duro il commento del capogruppo Pd Silvio Paolucci sull’approvazione del provvedimento.

“Tanto urgente era questo emendamento per deturpare la Costa dei trabocchi che si è dovuto riconvocare il Consiglio regionale, nonostante l’ultima seduta fosse quella di fine gennaio – incalza Paolucci – Non contenti di quello che hanno fatto alla riserva del Borsacchio, hanno promosso un’altra azione vergognosa, che di fatto rende aggirabili non soltanto le leggi urbanistiche e sull’ambiente, ma anche quelle sul commercio. Un’azione tanto necessaria a questo Governo regionale, da rimanere sordo anche alle osservazioni del presidente della Provincia, Menna, a quelle delle associazioni del commercio e agli appelli delle tante associazioni che da sempre si occupano della tutela ambientale di quella zona e che ne hanno promosso lo sviluppo sostenibile insieme alle istituzioni.

Concorrenza sleale agli operatori del commercio, non rispetto delle leggi urbanistiche, deturpazione dell’ambiente: questa è la scelta fatta dalla maggioranza di centrodestra con l’emendamento di oggi, approvato nonostante pure gli accertamenti attivati dalla procura di Lanciano sulla norma. Per noi resta una scelta sbagliata, che con Luciano D’Amico presidente cancelleremo subito dando voce alla mobilitazione del territorio e promuovendo un nuovo senso civico che nei cinque anni di Marsilio non abbiamo visto all’opera”.

“Intervento in aula a difesa del nostro territorio, della nostra Costa dei Trabocchi contro una Giunta arrogante che vuole”privatizzare un bene che è e sempre sarà degli abruzzesi” Silvio Paolucci

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ANELLO PER PISCHIOLI ED ARA DEI PRETI

Chieti, 10 febbraio 2024. Dal parcheggio delle vetture nella località BALZOLO DI PENNAPIEDIMONTE CH (689 m), nel Parco Nazionale della Maiella, ho preso la strada in cemento che porta al serbatoio dell’acquedotto. Dopo circa 600 metri, ad una curva sulla sinistra, ho abbandonato la strada in cemento ed ho iniziato a camminare su una sterrata, a destra. Con questa sterrata (che in un tratto diventa ripida e si procede su una placca di roccia), in circa 30 minuti, sono arrivato a (850 m), ad una segnaletica per il rifugio Pischioli. Mi ha incuriosito e fatto riflettere il tempo proposto … 20 minuti, (circa 300 metri di dislivello), per arrivare al rifugio Pischioli, (1135 m).

Per raggiungerlo a piedi, è più credibile che un medio escursionista, impiega circa 45 minuti. Non essendo questo sentiero compreso nel catasto dei sentieri, (ma era un sentiero pastorale), non ci sono indicazioni con bandierine, ma solo tanti OMINI DI PIETRA, realizzati da qualche prudente escursionista. Il sentiero è godibile, passa nella zona lu ceràscë e il toponimo, descrive la parola ceraso “ciliegio”.

Infatti, questa zona era piena di questi alberi da frutto. C’è una abitazione, ora rudere, con molte incisioni, sicuramente non rupestri, ma sarebbe interessante conoscere la spiegazione dei simboli. L’area è ancora terrazzata, significa che anticamente era coltivata e adibitala. Alla fine di questo sentiero pastorale, si esce dalla fitta faggeta su un terrazzo panoramico, con una piccola collinetta di sassi. Penso che è la testimonianza, della faticosa vita agricola dei residenti, che bonificavano il terreno per le coltivazioni.

Si incrocia il sentiero del parco G1, in località LA CROCE (1055 m). C’è un’altra indicazione … fai da te… su pietra, per raggiungere la grotta Fratanallo.  Ancora mezz’ora di saliscendi e si arriva al rifugio Pischioli, (1135 m), una costruzione tipica di pietra a secco, all’interno di uno sgrottamento ed in ottima posizione panoramica. La località è nota come “li pischjùlë”, un diminutivo di “pischie”, (sono le rocce alte e appuntite).

Il panorama spazia verso alcune vette della Maiella, il lago di Casoli CH e il mare. Si continua il sentiero per arrivare all’Ara dei Preti, (1206 m), così chiamata perché i monaci benedettini, che alloggiavano nel X secolo all’abbazia di Santa Maria, lungo il corso del torrente Avella, ci coltivavano il grano, che poi portavano alla grotta Fratanallo, (una piccola dipendenza del monastero, utilizzata sia come zona eremitica e sia per il ricovero delle greggi per il pascolo).

Ora, la voglia era di proseguire per la GROTTA CAVALIERA, ma devo tornare indietro, per chiudere l’anello ed arrivare alla località BALZOLO (689 m). In discesa procedo lungo il sentiero del Parco G1. NON È STATA UNA BUONA IDEA, perché il sentiero, superata la località LA CROCE, diventa ripido, molto scivoloso per il brecciolino e per alcuni piccoli salti, dove devi fare attenzione a non cadere.

Inoltre, la discesa è assolata e su placca. Tuttavia, sul sentiero, ci sono dei terrazzi dove prendere fiato e molto panoramici, sulla valle del torrente Avella, la parete Nord della rocciosa Cima Murelle (2596 m), le gobbe di Seva romana. Bisogna fare attenzione nell’affacciarsi, specialmente dal terrazzo dopo il serbatoio dell’acqua, perché c’è un salto di circa 50 metri, che arriva sulla carrareccia sottostante.

È un anello interessante per il silenzio, il panorama, i sentieri pastorali, la storia, la leggenda.

Tempo di percorrenza A/R: 4 ore senza soste

Difficoltà: E/EE IN DISCESA

Distanza: A/R 8 km

Dislivello: S/D 550 m

Luciano Pellegrini




CUCINA INCLUSIVA DI CARNEVALE

Un’esperienza unica condotta dai volontari di Erga Omnes per giovani con disturbi del neurosviluppo

Chieti, 10 febbraio 2024. Venerdì 9 febbraio, presso la sede operativa di Erga Omnes, in Via Monte Grappa a Chieti Scalo (ex centro sociale San Martino), si è svolto il Laboratorio di Cucina, una delle attività del Progetto Una Chiave, rivolto a giovani adulti con Disturbi del Neurosviluppo. I volontari e i ragazzi hanno preparato insieme le Chiacchiere di Carnevale.

Nei Disturbi del Neurosviluppo sono inclusi la disabilità intellettiva, i disturbi della comunicazione, il disturbo dello spettro autistico, disturbo da deficit di attenzione e iperattività, il disturbo specifico dell’apprendimento e i disturbi del movimento. Uno degli obiettivi del progetto è quello di creare uno spazio dove i ragazzi si possono relazionare, condividendo obiettivi comuni e incrementare le loro potenzialità e le loro risorse con l’aiuto dei volontari.

É indispensabile far fronte alle difficoltà che i ragazzi possono incontrare e alla solitudine che possono vivere ogni giorno, per tale motivo, Erga Omnes ha pensato di fornire loro un ambiente dove accrescere i loro interessi, le loro passioni e instaurare nuovi legami, favorendo soprattutto una maggiore inclusione sociale. Pertanto, con tale progetto si intende promuovere il benessere e la qualità di vita dei ragazzi con Disturbi del Neurosviluppo e dei loro genitori grazie al sostegno, l’impegno e la passione dei volontari di Erga Omnes, associazione attiva nel territorio dal 2011, in ambito psicologico, sociale e culturale, a supporto delle istituzioni per il bene della cittadinanza, con un occhio di riguardo ai più fragili.




PONTE SULLA SP 133 NEL COMUNE DI PENNADOMO

Viabilità: via alla progettazione

Chieti, 10 febbraio 2024. La Provincia di Chieti ha sottoscritto il contratto per i servizi tecnici di ingegneria e architettura destinati alla progettazione del ponte che sarà costruito sulla SP 133 “Torricella Peligna-Villa Santa Maria” al km 6+066 nel territorio del comune di Pennadomo.

La firma del contratto per i servizi tecnici è un passaggio fondamentale per la costruzione del ponte che andrà a ristabilire definitivamente la piena transitabilità della SP 133, interrotta da oltre 50 anni nei pressi dell’abitato del comune di Pennadomo a causa di un importante movimento franoso. Il ponte consentirà di bypassare la frana in atto nell’area, ristabilendo così il collegamento della SP 133 da e per la SS 652 fondovalle Sangro in direzione comune di Villa Santa Maria.

Il contratto prevede la realizzazione del progetto di fattibilità tecnica ed economica, la progettazione definitiva ed esecutiva, nonché il coordinamento della sicurezza sia in fase di progettazione che durante l’esecuzione dei lavori che riguarderanno il ponte. Ad aggiudicarsi la progettazione del ponte attraverso la procedura aperta basata sul criterio di qualità-prezzo è stata la Sud Ovest Engineering Srl di Cagliari, con un’offerta di 148.366 euro, a cui vanno aggiunti gli oneri previdenziali e l’IVA per un importo complessivo di 188.000 euro.

La costruzione del ponte lungo la SP 133 è prevista nel programma “D.M. n. 225/2021 Ponti Annualità 2021-2023 – Distretto 4” della Provincia di Chieti, con fondi complessivamente pari a 3.950.000 euro: l’intervento ha l’obiettivo di ristabilire e garantire definitivamente la piena transitabilità della strada per i cittadini delle aree interne interessate.

La Provincia di Chieti, rappresentata dal segretario generale Antonella Marra e dal dirigente del settore Viabilità Paola Campitelli ha sottoscritto mercoledì il contratto con i rappresentanti della Sud Ovest Engineering di Cagliari, Tiziana Callus e Andrea Lostia. Soddisfazione è stata espressa dai presenti, tra cui il consigliere provinciale Arturo Scopino e il sindaco di Pennadomo Nicola Frattura, per il passo ulteriore verso la realizzazione di un’infrastruttura cruciale per il territorio del medio Sangro-Aventino, inserita nella programmazione del piano ponti 2021-2029 della Provincia di Chieti.




COSTRUIRE LUOGHI MIGLIORI

Chieti, 10 febbraio 2024. Lunedì 12 febbraio 2024 alle ore 15:30 presso la sala consiliare della Provincia di Chieti, in Corso Marrucino 97, insieme al Commissario straordinario del Governo per la riparazione e la ricostruzione sisma 2016, Sen. Avv. Guido Castelli, incontro per parlare e confrontarci sull’opportunità di costruire luoghi migliori.

Carla Di Biase