SENTINELLE DI CIVILTÀ E DI FELICITÀ

Sono 233 le nuove in città

Montesilvano, 11 novembre 2024.  Investire in un percorso culturale con i giovani e giovanissimi della città di Montesilvano, questa è la scelta della farmacia di Montesilvano del Dott. Russo Domenico, che per il terzo anno consecutivo ha deciso di contribuire con una importante donazione alla realizzazione del Progetto Sentinelle di Claudio Ferrante patrocinato dall’Associazione Carrozzine Determinate, quest’anno non solo per la seconda secondaria di primo grado ma anche per la Scuola Primaria, verranno consegnati oggi i relativi attestati di partecipazione ben 97 per le classi della primaria e 126 quelli ricevuti dagli studenti delle classi di terza media.

“ Crediamo fermamente in questo percorso educativo perché possa contribuire allo sviluppo di una coscienza sociale sana, basata sui principi dell’inclusione e dell’accessibilità universale e siamo orgogliosi di collaborare con Claudio Ferrante, Mariangela Cilli  e  la Dirigente della Troiano Delfico Vincenza Medina in questo impegno per il futuro dei giovani della nostra città, quest’anno con il doppio progetto sia per le medie che per la primaria” così il dott. Francesco Russo sempre presente all’evento.

Sei classi terze della secondaria di I grado e sei classi quinte della classe primaria hanno avuto modo di partecipare, in momenti differenti, presso la sede parrocchiale, gentilmente messa a disposizione dalla parrocchia di Sant’Antonio da Don Pierluigi ad una significativa lezione di Claudio Ferrante su felicità, solidarietà, empatia, civiltà e disabilità cercando di smontare pregiudizi e idee non inclusive.

Hanno parlato anche durante una lezione interattiva e partecipata di diritti umani, convenzione ONU e barriere architettoniche con l’avv. Mariangela Cilli.

Seduti in carrozzina, grazie alla fornitura della Artes Ortopedia di Montesilvano che da anni sostiene e crede nel Progetto Sentinelle, i ragazzi delle due scuole hanno poi svolto la passeggiata empatica, per provare direttamente paure, insicurezze e umiliazioni causate dalle barriere architettoniche nella vita quotidiana di una persona con disabilità.

“penso che quello che abbiamo fatto sia stato un progetto utilissimo e mi ha fatto capire perfettamente cosa provano ad andare in giro le persone con disabilità a causa delle barriere architettoniche, mi è piaciuta tantissimo anche la lezione in aula credo che non la scorderò mai per tutta la mia vita” così si è espressa Elisa della 3 A della Scuola Media.

“io mi sono sentita arrabbiata e delusa… Anzi ero infuriata nera… perché è ingiusto ad esempio che delle persone comuni occupano il parcheggio riservato alle persone con disabilità! Mi sono sentita molto triste perché ci sono persone che si lamentano di quello che hanno mentre c’è gente che non può neanche scacciare una mosca! “Così scrive energicamente Alice della 5 B primaria.

Insomma, conclude Sofia della 5 F primaria “se vogliamo che tutti possano fare tutto distruggiamo con quelle barriere architettoniche!”

Un sentito ringraziamento agli Agenti del corpo di Polizia Municipale del COMUNE DI MONTESILVANO che hanno accompagnato tutti i ragazzi, per consentire di svolgere in sicurezza la passeggiata e empatica.




IL PANE DA LEGGERE

Tavola rotonda al FIET il pane come filo conduttore per un turismo esperienziale e sostenibile. Il pane può diventare un potente strumento di valorizzazione territoriale e culturale, promuovendo un turismo che non è solo esperienziale ma anche autentico e sostenibile

Venezia, 10 novembre 2024. Questa mattina, nella suggestiva Sala del Cuoio d’Oro all’interno del FIET (Italian Food and Tourism Exhibition) di Venezia, si è svolta la Tavola Rotonda promossa dal “Festival Il Pane da Leggere”, con il tema “Il Front And dell’Accoglienza, per un Turismo Esperienziale”. L’incontro ha offerto un ricco dibattito sulle potenzialità del turismo esperienziale come strumento per destagionalizzare il turismo in Puglia, proponendo una visione innovativa che segue le “strade del pane”.

L’onorevole Stefano Maria Benvenuti Gostoli, nel suo intervento di apertura, ha ribadito il forte legame con il FIET e ha espresso la volontà di portare le Marche a partecipare nella prossima edizione. Ha sottolineato inoltre l’impegno del governo nel sostenere iniziative che promuovono e valorizzano il patrimonio culturale e gastronomico, come il FIET e il Festival “Il Pane da Leggere”.

Il giornalista di Rai Due Sergio De Nicola ha lanciato una proposta suggestiva: la creazione di un itinerario turistico esperienziale che ruoti attorno al pane, consentendo ai visitatori di scoprire le bellezze storiche, culturali e naturali del territorio.

“Attraverso il pane si può entrare in contatto con le meraviglie del nostro Paese,” ha affermato, “come l’Abbazia di Pulsano, i parchi archeologici di Canosa e Trinitapoli, il Parco dell’Alta Murgia e il suo Geoparco”.

L’antropologa Angela Cicirelli ha esplorato il ruolo del pane come elemento chiave per leggere le culture e le storie umane legate al territorio. Ha fatto riferimento al ritrovamento di resti di pane risalenti a 33.000 anni fa nella Grotta Paglicci del Gargano, evidenziando come il pane rappresenti un collegamento storico e culturale unico e prezioso.

Giuseppe Scarlato, Presidente dell’Associazione di Promozione Real Academy, ha espresso la sua soddisfazione per il successo dell’iniziativa a Venezia. Ha ribadito l’obiettivo centrale del Festival: contribuire alla destagionalizzazione del turismo pugliese attraverso la valorizzazione del patrimonio culturale e gastronomico, con il pane come simbolo e veicolo di narrazione del territorio.

L’artigiano del pane Giuseppe Di Gesù, titolare del Panificio F.lli Digesù fondato nel 1842, ha raccontato con passione l’arte della panificazione. Di Gesù ha sottolineato come l’artigianalità e il rispetto delle tradizioni siano i valori fondanti di un pane autentico, trasmessi di generazione in generazione. “La panificazione è un’arte che richiede competenza, pazienza e dedizione,” ha affermato, “e continua a rappresentare l’anima del pane artigianale italiano”.

L’incontro ha dimostrato ancora una volta come il cibo possa diventare un potente strumento di valorizzazione territoriale e culturale, promuovendo un turismo che non è solo esperienziale ma anche autentico e sostenibile.

Nel pomeriggio il Festival è proseguito con una nuova dimostrazione di utilizzo del pane e riduzione degli spechi in cucina a cura dello chef Nicola Russo.




RACCOLTI 1.250 EURO PER ANANKE

In 150 alla camminata energetica solidale per dire no alla violenza sulle donne

Pescara, 10 novembre 2024. Sono state 150 le persone che questa mattina si sono date appuntamento in Piazza Salotto, a Pescara, per partecipare alla Camminata Energetica Solidale organizzata in occasione della rassegna “365 giorni no alla violenza sulle donne”: un modo per affermare con forza, insieme, il “no” alla violenza sulle donne.

Guidato da Simona Bucciarelli, trainer e ideatrice di Camminata Energetica, il nutrito gruppo è partito da Piazza Salotto e si è snodato per le vie cittadine inondando il lungomare di energia, sorrisi, colori e solidarietà. Tra i partecipanti anche l’assessore alle Politiche sociali Adelchi Sulpizio, promotore della rassegna che il Comune ripropone da anni, per sensibilizzare la città coinvolgendo scuole e associazioni. E in piazza è arrivato anche il sindaco Carlo Masci, a sostenere il messaggio della non violenza.

L’iniziativa si è posta come obiettivo una raccolta fondi da destinare all’allestimento dello Spazio Sfera nel Centro Antiviolenza Ananke. Il risultato è stato sorprendente, dicono gli organizzatori: il ricavato, pari a 1.250 euro, sarà interamente devoluto al Centro, con la speranza che il futuro di parità, rispetto e giustizia sia sempre più vicino.

Daniela Gagliardone, presidente del Centro Ananke, commenta di aver “accolto subito la proposta di Camminata energetica come iniziativa di sensibilizzazione per lanciare un messaggio forte e chiaro: contrastare qualsiasi forma di maltrattamento (fisico, verbale e psicologico, stalking, sessuale ed economico) nella convinzione che sostenere le vittime è un dovere e una responsabilità di tutta la comunità”.

“Abbiamo voluto offrire un concreto supporto a donne vittime di violenza con una raccolta di fondi destinata al Centro antiviolenza Ananke”, dichiara Simona Bucciarelli. “Il 31,5% delle donne tra i 16-70enni (6 milioni 788 mila) ha subìto nel corso della propria vita una qualche forma di violenza fisica o sessuale (dato ISTAT). È un numero allarmante che ci spinge tutti e tutte a dire basta. Lo abbiamo fatto attraverso lo sport inteso come metafora della vita. Camminare significa innanzitutto trovare la forza di compiere un primo passo, dare avvio ad un percorso a volte non facile. Significa superare con coraggio e sacrificio una situazione di immobilismo che troppo spesso si rivela dannosa e tossica per molte donne. E oggi abbiamo voluto simbolicamente prendere per mano tutte quelle donne che rimangono nell’ombra e in silenzio per dire loro che non sono sole. Insieme, con le istituzioni, con i Centri Antiviolenza, si può spezzare questa catena”.

Sulpizio sottolinea che “come ogni anno sono moltissime le iniziative, da qui a marzo, che compongono la rassegna e voglio ringraziare di cuore tutte e tutti coloro che con costanza si impegnano per tenere alta l’attenzione sul tema. La violenza contro le donne riguarda l’intera società, e si combatte costruendo una cultura dell’uguaglianza e del rispetto. Farlo attraverso le reti e le realtà del territorio, coinvolgendo quante più persone possibile anche attraverso lo sport, è un’opportunità preziosa per accendere scintille di riflessioni collettive”.




SICUREZZA E SALUTE IN AGRICOLTURA

Crescono infortuni e malattie professionali

Chieti, 10 Novembre 2024. Si è tenuta ieri ad Atessa, presso l’Hotel Ristorante La Masseria, una giornata di approfondimento organizzata da ANP e CIA Chieti-Pescara sul tema della sicurezza per i pensionati in agricoltura, con una particolare attenzione alla prevenzione degli infortuni e alla salute sui luoghi di lavoro. L’evento ha visto una partecipazione di esperti del settore, rappresentanti istituzionali e operatori agricoli.

Dai dati INAIL condivisi durante l’incontro, è emerso che nei primi sei mesi del 2024 in Abruzzo si sono verificati 8.669 infortuni sul lavoro in agricoltura, con una riduzione del 4,2% rispetto allo stesso periodo del 2023. Tuttavia, i numeri restano significativi: nello specifico nella provincia di Chieti si denunciano 2.659 infortuni, 1.922 in provincia dell’Aquila, nella provincia di Pescara 1.674 e in provincia di Teramo 2.414 infortuni.

L’evento ha voluto sottolineare l’importanza di queste statistiche per promuovere una maggiore consapevolezza sulla sicurezza nei luoghi di lavoro agricoli e spingere verso politiche di prevenzione più efficaci.

Nel corso della mattinata, si sono susseguiti interventi di professionisti ed esperti della sicurezza sul lavoro.

Danilo Bolognese, esperto di sicurezza nei luoghi di lavoro, ha discusso degli obblighi normativi in agricoltura, con un focus particolare sui lavoratori pensionati, spiegando come garantire un ambiente sicuro anche per chi è esposto a rischi anche in età avanzata.

Alcide Massaro di SPSAL ASL Chieti ha illustrato il ruolo dell’ASL nel monitoraggio della sicurezza agricola, includendo le attività di controllo e i dati sugli infortuni, evidenziando la necessità di un sistema di monitoraggio più puntuale.

Lorenzo Fantini, esperto di sicurezza, ha fornito un’analisi dell’impatto economico degli infortuni agricoli sulla spesa pubblica, sottolineando come la prevenzione possa tradursi anche in un risparmio per il sistema sanitario e previdenziale.

L’incontro, moderato da Alfonso Ottaviano, direttore CIA Chieti-Pescara, si è concluso con l’intervento di Nicola Antonio Sichetti, Presidente CIA Abruzzo, che ha ribadito l’impegno dell’associazione a sostenere i lavoratori agricoli e a promuovere ulteriori iniziative per garantire sicurezza e salute sul lavoro.

La giornata è proseguita con la tradizionale festa intrattenuta dal comico Stellina e l’orchestra Rapsodia.




TRUMP, IGNORANZA, PAURA E VOGLIA DI UOMO FORTE

Così il populismo spinge la democrazia verso la dittatura il rischio di cadere in una degenerazione della democrazia, non una “copia” di dittature o totalitarismi del secolo scorso ma qualcosa che ad essi si avvicina molto

di don Rocco D’Ambrosio

Globalist.it, 10 novembre 2024. Donald Trump, dal prossimo gennaio, presiederà gli Stati Uniti d’America, la più longeva democrazia moderna del mondo, che, con pregi e difetti, non ha mai vissuto pericoli destabilizzanti che la potessero portare a forme di tirannia o dittatura, nemmeno nei bruttissimi momenti della guerra civile (1861-1865) e dell’attentato delle Torri Gemelle (2001). Ora, forse, è alto il rischio di cadere in una degenerazione della democrazia, non una “copia” di dittature o totalitarismi del secolo scorso (socialcomunismo sovietico, nazismo, fascismo, franchismo e affini nel mondo) ma qualcosa che ad essi si avvicina molto. Questi nuovi sistemi vengono definiti dittature morbide, stati cesaristici, mostri miti (R. Simone). Si tratta di strutture politiche apparentemente democratiche, ma di fatto regni dittatoriali, che tradiscono i principi democratici fondamentali. L’inizio della degenerazione è segnato dall’emergere e affermarsi di politici populisti.

Donald Trump è un populista e, stando ad affermazioni e atti già visti nel suo primo mandato, potrebbe, insieme al suo staff e sostenitori politici e finanziari, traghettare gli USA in una dittatura morbida. A mio modesto parere è questo il primo problema che ha il Partito Democratico: il dovere sacrosanto di studiare, vigilare e operare perché ciò non avvenga. Questo non è solo un problema statunitense: Trump è in buona compagnia. Sono populisti, con diversi atteggiamenti, strategie e finalità, leader quali Erdogan, Salvini, Meloni, Le Pen, Grillo, Renzi, Chavez, Orban, Putin e via discorrendo. Non sono assolutamente uguali tra loro – per tratti umani, etici, storici e politici – ma hanno diverse cose in comune (The Guardian on line, The new populism).

Il populismo è una malattia democratica che ha due poli importanti: il popolo e il leader. Riguardo al popolo va detto che, in genere, si tratta di un popolo non ben definito, accomunato da bisogni o stato di crisi, in disagio culturale ed economico, che si sente orfano di reali rappresentanti dei suoi interessi, quasi in perenne stato di resistenza e assediato da alcuni nemici sociali storici (ebrei, immigrati, stranieri, neri e così via). A questo tipo di popolo il politico populista si presenta e chiede consenso, mostrando la pretesa di essere l’unico idoneo a rappresentare gli interessi fondamentali delle persone e a risolvere i loro problemi. Il populista è poco rispettoso di regole e procedure democratiche, in contatto costante con il suo popolo, specie sui social e qui, per Trump, va ricordato il sostegno del discutibile Elon Musk. I populisti normalmente sono anche caratterizzati da Ego grandi quanto metà degli USA e in egual misura da volgarità, mancanza di rispetto per persone e istituzioni e stupidità di ogni genere (in materia, riguardo a Trump, concordo con l’analisi di Gianni Cipriani, qui su Globalist.

Ma perché molti li votano e, avvolte, addirittura adorano i populisti? Perché i votanti (mancano ancora i dati affluenza) hanno preferito Trump (72.700 ml) a Kamala Harris (68.050 ml)? Perché il consenso per Trump è cresciuto in alcuni gruppi storici, come middle class, latinos ecc? A mio modesto avviso per un mix di ignoranza, paure economiche e sociali e ricerca del “salvatore della patria”. Esprimo qualche considerazione sintetica e limitata.

Ignoranza. I populisti vincono in Paesi che hanno scarsa formazione politica e, soprattutto, hanno seri problemi di tipo culturale, scolastico e universitario. Paesi dove: è alto l’analfabetismo (primo o di ritorno); esiste una crisi di larghi settori della scuola e dell’università; dominano saperi ridotti, monotematici e poco interdisciplinari, effimeri, estremamente dipendenti dalla superficialità di diverse fonti on line. Non manca solo la formazione civica, sociale e politica, manca la formazione tout court. Non è un caso che colto in inglese si dica educated. Questa è, dunque, la situazione in ampi strati di popolazione. Le cause del fenomeno sono tante. Ne sottolineo una. Il disimpegno di intellettuali e docenti, di sinistra come di destra nel formare non solo i propri studenti, ma anche gruppi e associazioni, specie in quartieri popolari e poveri culturalmente. È facile lamentarsi e giudicare negativamente chi segue i populisti del momento: ma, al di là delle responsabilità individuali, quante sono quelle del mondo politico, accademico, intellettuale, mediatico, ecclesiale? In particolare, il dato educativo è strettamente intrecciato con quello della comunicazione odierna (in materia la lettura di Infocrazia di B-C. Han è illuminante).

Paure. Meno si conosce e più si ha paura. Più ci si chiude in forme di individualismo, egoismo, razzismo e omofobia e più crescono le paure, spesso infondate. I populisti lo sanno bene, manipolano i dati per accrescere le paure e così si presentano come risolutori dei problemi. Ma più che a risolvere i problemi sono interessati a carpire il voto e ad essere eletti, a consolidare le posizioni di potere e, spesso, a favorire, anche in maniera corrotta e illegale, parenti e amici che li hanno sostenuti. Le paure e i problemi vanno risolti insieme, con una classe politica di alto profilo umano, etico e professionale e con la partecipazione dei cittadini nelle diverse forme.

I “salvatori della patria”. Il deficit di formazione politica, cristiana o laica che sia, fa emergere il profondo bisogno di credere in un personaggio che si proponga come onnisciente, potente, capace di proteggere e di prendersi cura del singolo. Si chiama politica gnostica. Mancando oggi forma di discernimento, si seguono uomini politici aventi come comune denominatore l’atteggiamento combattivo, assertivo, narcisistico, rassicurante, decisionista e onnipotente, come se si trattasse di semidei. L’ignoranza sembra essere il terreno su cui cresce questa passione idolatra. Non a caso Milani scrisse sul muro della sua aula: “l’operaio conosce 100 parole, il padrone 1000, per questo è lui il padrone”. È la conoscenza, prima di tutto, che ha reso qualcuno padrone e l’operaio spesso subisce proprio perché sa di meno. È l’ignoranza dei cittadini uno degli elementi che fortifica i nuovi leader demagogici. Pochi anni prima Bonhoeffer, a proposito, avrebbe detto che “la potenza dell’uno richiede la stupidità degli altri”.

Un’ultima nota. “Molte persone mi hanno detto che Dio mi ha salvato la vita (nell’attentato del 13 luglio in Pennsylvania ndr) per una ragione. E la ragione era salvare il nostro Paese e rifare grande l’America”, ha detto Trump durante il discorso della vittoria, in Florida. (Reuters, 6.11.24). Saranno queste frasi, sarà la promessa di combattere contro leggi permissive sull’aborto, sarà altro (promesse di sostegno economico?) ma Trump piace a diversi cattolici statunitensi (cardinali, vescovi, preti e fedeli laici). Niente di nuovo sotto il sole (Qoelet 1,9). Esistevano anche durante il fascismo, furono definiti clerico-fascisti e, come scriveva Sturzo, “per l’80% sono più clericali che cattolici”.

Guardando le immagini della vittoria di Trump e ripensando alla storia di questo grande Paese la memoria è andata a una pagina di Alexis de Tocqueville, che quasi due secoli fa, scriveva nel suo De la démocratie en Amérique: “Se cerco di immaginarmi il nuovo aspetto che il dispotismo potrà avere nel [nostro] mondo, vedo una folla innumerevole di uomini eguali, intenti solo a procurarsi piaceri piccoli e volgari, con i quali soddisfare i loro desideri. Ognuno di essi, tenendosi da parte, è quasi estraneo al destino di tutti gli altri: i suoi figli e i suoi amici formano per lui tutta la specie umana; quanto al rimanente dei suoi concittadini, egli è vicino ad essi, ma non li vede; li tocca ma non li sente affatto; vive in se stesso e per se stesso e, se gli resta ancora una famiglia, si può dire che non ha più patria. Al di sopra di essi si eleva un potere immenso e tutelare, che solo si incarica di assicurare i loro beni e di vegliare sulla loro sorte”.




L’IPOCRISIA È UNA BRUTTA BESTIA

L’ipocrisia, ossia burlarsi degli altri ed ergersi a censori senza dire la verità su sé stessi. È un male umano tipico e spesso inevitabile: ci sono ipocriti in tutti gli ambienti rigidi e chiusi, carenti dal punto di vista formativo

di don Rocco D’Ambrosio

Globalist.it, 10 novembre 2024. Il Vangelo odierno: In quel tempo, Gesù [nel tempio] diceva alla folla nel suo insegnamento: «Guardatevi dagli scribi, che amano passeggiare in lunghe vesti, ricevere saluti nelle piazze, avere i primi seggi nelle sinagoghe e i primi posti nei banchetti. Divorano le case delle vedove e pregano a lungo per farsi vedere. Essi riceveranno una condanna più severa».

Seduto di fronte al tesoro, osservava come la folla vi gettava monete. Tanti ricchi ne gettavano molte. Ma, venuta una vedova povera, vi gettò due monetine, che fanno un soldo.

Allora, chiamati a sé i suoi discepoli, disse loro: «In verità io vi dico: questa vedova, così povera, ha gettato nel tesoro più di tutti gli altri. Tutti infatti hanno gettato parte del loro superfluo. Lei invece, nella sua miseria, vi ha gettato tutto quello che aveva, tutto quanto aveva per vivere». (Mc 12, 38-44 – XXXII TO/B).

L’ipocrisia è una brutta bestia. È un male umano tipico e spesso inevitabile: ci sono ipocriti in tutti gli ambienti rigidi e chiusi, carenti dal punto di vista formativo. Ci sono tra i cristiani, come tra ebrei e musulmani, tra gli atei e no, nelle gerarchie religiose come in quelle laiche. Ci sono in tutte le istituzioni.

Bernanos, in maniera sferzante, li addita così: “Quando vi vedo manipolare una verità con le vostre dita agili, le vostre dita di prestigiatori, le vostre dita sacrileghe, so quel che voi profanate – capite? Me l’avete insegnato voi stessi al catechismo, imbecilli! (…). Non smetterò mai di ripetere a questi ipocriti, i quali hanno in bocca soltanto la parola “prestigio”, che la verità non ha bisogno di prestigio; sono piuttosto loro che provano questo bisogno, che hanno questa smania, questo prurito; ma essi non hanno il diritto di soddisfarlo a spese della verità.

È burlarsi amaramente della povera gente parlare da incorruttibili censori ad avverarsi sospettati di tutti i mali di cui soffre la società moderna, e rispondere a coloro che t’interrogano sui tuoi errori: Sciagurato! Se dicessimo la verità su noi stessi rischieremmo di non poterla dire più agli altri, noi mentiamo dunque nell’interesse della verità stessa. Cosicché più siamo severi con gli altri; più è necessario mostrare indulgenza verso le nostre proprie persone. Buffoni!”.

Di persone con le dita agili e la menzogna in bocca ce ne sono tante nei nostri ambienti. Di gente che condannano gli altri, senza dire mai la verità su stessi, le istituzioni sono abbastanza affollate. Tuttavia, nel brano Gesù non si dilunga nel condannarli; li descrive solamente e si limita a stigmatizzare gli scribi ipocriti e a mettere in guardia i suoi discepoli con un Guardatevi! da loro. Ma all’ammonimento, segue, apparentemente slegato, l’indicare la vedova come esempio di generosità sincera e profonda.

La vedova è mille miglia lontana dall’ipocrisia. È una povera del Signore. Non ha bisogno di apparire, non frequenta piazze, tv e sociali. È sola con sé stessa e il suo buon Dio. Davanti a Lui sa che non può fingere, non vuole fingere. Vuole solo fare solo essere fedele alla sua fede ebraica e dare il contributo al tesoro del tempio. Forse Gesù l’ha indicata per dire anche come evitare ogni ipocrisia, a ogni latitudine: piena responsabilità riguardo a ciò che si deve a Dio, a sé stessi e agli altri. Gli ipocriti, in genere, sono chiassosi, irresponsabili e spocchiosi. La vedova, come tutti gli autentici giusti, è discreta, coscienziosa e umile.

La vedova, direbbe Bernanos, è colei che ha fatto “una volta per sempre, il giuramento di non mentire mai, nemmeno e soprattutto all’avversario, di non mai mentire, di non mentire con nessun pretesto e meno ancora, possibilmente, con il pretesto di servire prestigi che sono d’altronde compromessi soltanto con la menzogna”.




RIVIERA DEL GIGANTE

Azione: “Scelta vincente, primo passo di un lungo cammino”

Roma, 10 novembre 2024. “La nascita del marchio turistico Riviera del Gigante, che riunisce i sette Comuni della costa teramana, è certamente un primo passo positivo verso una gestione più integrata e capace di competere a livello nazionale e internazionale con le altre località turistiche.

Ora che abbiamo creato un marchio unico, è essenziale implementare una strategia definita che non solo includa materiali promozionali come cartelli, un sito web dedicato, pagine sui social media e fiere nazionali e internazionali, ma che veda anche un sostegno sostanziale da parte del Ministero del Turismo, che dovrebbe incentivare azioni di questo tipo, della regione Abruzzo e della Provincia di Teramo.” Queste le parole di Giulio Sottanelli, deputato di Azione e unico Parlamentare della Provincia di Teramo.

L’obiettivo – spiega Enio Pavone, Capogruppo di Azione in Consiglio regionale – ora dovrà essere quello di offrire un’esperienza completa al turista che spazi dal mare alla montagna, passando per il valore enogastronomico delle nostre colline teramane e valorizzando l’enorme patrimonio culturale e religioso della nostra Provincia. La valorizzazione del marchio Riviera del Gigante deve trasformarsi in un valore aggiunto capace di attirare flussi turistici e di aumentare la visibilità di tutta la Regione.”

“Questo è solo il primo passo di un lungo cammino – concludono – la regione e le amministrazioni locali devono ora lavorare insieme per garantire che il nostro magnifico litorale e l’entroterra diventino una destinazione imperdibile per i turisti di tutto il mondo”.




IN LIBRERIA TESTO SU GIUBILEO di Francesco Guarino e don Marcello Stanzione

Don Marcello Stanzione ed il professore Francesco Guarino sono gli autori del libro Il Giubileo. Storia, tradizioni indulgenze e significato di un rito millenario edito dall’editrice Segno

di Elia Lucchini

Dentrosalerno.it, 10 novembre 2024. Il termine “Giubileo” ha un significato profondo e antico, che trova le sue radici nell’ebraico Yobel (יובל), un termine che originariamente indicava il corno di montone. Questo corno veniva suonato per annunciare l’inizio di un anno speciale, noto come “anno giubilare”, un evento che, nell’antica tradizione ebraica, segnava un periodo di rinnovamento e restaurazione. Attraverso le epoche, il concetto di Giubileo ha assunto nuovi significati, entrando nella liturgia cristiana con una valenza spirituale e morale, pur conservando l’eco della sua origine ebraica.

Il concetto di “Giubileo” appare per la prima volta nella Bibbia, in particolare nel Levitico, uno dei libri della Torah, dove viene descritto come un evento straordinario che avveniva ogni 50 anni. Il Levitico 25:8-13 istruisce gli Israeliti a osservare un anno giubilare al termine di sette cicli di sette anni (49 anni in totale). L’anno successivo, il 50º anno, veniva consacrato come “Giubileo”, durante il quale il popolo doveva praticare la giustizia sociale e restaurare l’equità tra le persone. Il corno di montone, chiamato “Yobel”, giocava un ruolo simbolico e liturgico centrale in questa celebrazione. Il suono del corno segnava l’inizio dell’anno giubilare, un evento di grande portata sociale, economica e religiosa. Questo periodo era caratterizzato dal riposo della terra agricola (sabbatismo), la liberazione degli schiavi e il ritorno delle proprietà ai loro proprietari originali, un modo per riequilibrare le disuguaglianze accumulate durante i decenni. L’uso del termine “Yobel” per indicare il corno di montone è significativo poiché rappresenta sia l’idea di proclamazione che quella di ritorno. Il suono del corno non solo proclamava l’inizio dell’anno giubilare, ma richiamava anche il popolo ebraico alla restaurazione dei diritti, alla libertà e al rispetto della legge di Dio. In un certo senso, il “Giubileo” biblico era un richiamo al rispetto dei principi di equità e giustizia sociale sanciti dalla legge divina, un richiamo al popolo di Israele affinché si ricordasse delle proprie origini e della propria alleanza con Dio.

Il Giubileo cristiano rappresenta, dunque, una trasformazione spirituale del Giubileo biblico, mantenendo i temi della liberazione e della restaurazione, ma applicandoli principalmente alla dimensione dell’anima. Mentre nel Giubileo ebraico la terra tornava ai suoi proprietari e gli schiavi venivano liberati, nel Giubileo cristiano è l’anima che viene liberata dal peccato e il fedele che viene restaurato alla sua relazione originale con Dio. Il pellegrinaggio a Roma e la partecipazione ai riti giubilari offrono ai fedeli un’opportunità unica per riconciliarsi con Dio e con la Chiesa, rinnovando la propria fede e ricevendo il dono della misericordia divina. Il Giubileo cristiano diventa quindi un tempo di grazia, in cui i fedeli sono chiamati a riflettere sulla propria vita, a pentirsi dei propri peccati e a impegnarsi in opere di carità e giustizia. In definitiva, la trasformazione del concetto biblico di Giubileo in una celebrazione liturgica e spirituale rappresenta un adattamento creativo e teologicamente significativo, che continua a influenzare la vita della Chiesa e dei suoi fedeli. Mentre il Giubileo biblico mirava a ristabilire l’equità sociale ed economica, il Giubileo cristiano si concentra sul rinnovamento della vita spirituale e sulla riconciliazione con Dio, offrendo un’opportunità straordinaria di perdono e redenzione.

Differenze tra il Giubileo ordinario (ogni 25 anni) e quelli straordinari (indetti per eventi speciali).

Il Giubileo è una delle celebrazioni più solenni e significative della Chiesa cattolica, durante la quale si offre ai fedeli la possibilità di ottenere un’indulgenza plenaria, vivere un tempo di rinnovamento spirituale e riflettere sulla misericordia divina. Esistono due tipologie principali di Giubileo: il Giubileo ordinario, che si celebra ogni 25 anni, e i Giubilei straordinari, indetti dal Papa in occasioni speciali o di particolare rilevanza per la Chiesa e la società. Sebbene entrambi i tipi di Giubileo condividano l’obiettivo centrale di promuovere la conversione spirituale, il perdono e la riconciliazione con Dio, vi sono differenze sostanziali nel modo in cui sono concepiti, proclamati e celebrati. Queste differenze riguardano la loro periodicità, le motivazioni, il contesto storico e spirituale e la durata della celebrazione.

Il Giubileo ordinario: celebrazione ciclica e stabilita

Il Giubileo ordinario è una celebrazione che la Chiesa cattolica ha stabilito con una cadenza fissa, ogni 25 anni. Questa periodicità è stata determinata nel XV secolo e ha subito diverse modifiche nel corso della storia, ma la cadenza attuale riflette l’intenzione di offrire a ogni generazione di fedeli la possibilità di partecipare almeno una volta nella vita a un Giubileo. La scelta di 25 anni risponde al desiderio di mantenere un ciclo regolare e prevedibile, offrendo così a ogni nuova generazione l’opportunità di vivere un momento di profonda conversione e riconciliazione spirituale.

Storia e sviluppo del Giubileo ordinario

La tradizione del Giubileo ordinario inizia nel 1300, quando Papa Bonifacio VIII indisse il primo Anno Santo. Inizialmente, l’intervallo tra un Giubileo e l’altro doveva essere di 100 anni, ma già con Papa Clemente VI nel 1350 fu ridotto a 50 anni, e successivamente con Paolo II nel 1470 a 25 anni. Questa decisione rifletteva il desiderio di rendere l’evento accessibile a un numero maggiore di fedeli, considerata anche l’importanza della durata della vita media dell’epoca. Il Giubileo ordinario è quindi una celebrazione pianificata e prevista con largo anticipo. Viene annunciato solennemente dal Papa e inizia con l’apertura della Porta Santa nelle quattro principali basiliche di Roma (San Pietro, San Giovanni in Laterano, San Paolo fuori le Mura e Santa Maria Maggiore). Questa porta, che viene murata tra un Giubileo e l’altro, viene aperta solo in occasione dell’Anno Santo, e attraversarla simboleggia l’entrata in un tempo di grazia e di perdono speciale. Il Giubileo ordinario dura generalmente un anno intero e offre ai pellegrini la possibilità di ottenere l’indulgenza plenaria partecipando a pellegrinaggi, confessandosi, ricevendo l’Eucaristia e compiendo opere di carità.

Il significato spirituale del Giubileo ordinario

L’obiettivo del Giubileo ordinario è quello di offrire ai fedeli un tempo di riflessione e penitenza. Attraverso i pellegrinaggi a Roma, l’attraversamento della Porta Santa e la partecipazione ai sacramenti, i fedeli sono chiamati a rinnovare la loro fede e a sperimentare la misericordia di Dio. Il Giubileo ordinario sottolinea il concetto di continuità nella fede, rappresentando un momento di unità per l’intera Chiesa, un’occasione per riconciliarsi con Dio e con gli altri, e per ristabilire un senso di appartenenza alla comunità cristiana globale.

Il Giubileo straordinario: indetto in momenti particolari

Al contrario del Giubileo ordinario, il Giubileo straordinario non segue una cadenza regolare, ma viene proclamato dal Papa in risposta a circostanze particolari o per commemorare eventi rilevanti per la vita della Chiesa o della società. La decisione di indire un Giubileo straordinario è legata a motivi specifici, come la necessità di richiamare l’attenzione dei fedeli su temi centrali della fede, o come risposta a crisi globali o eventi che richiedono un particolare tempo di riflessione e conversione.

Storia dei Giubilei straordinari

Il primo Giubileo straordinario venne indetto da Papa Innocenzo X nel 1650 per celebrare il 1600° anniversario del Concilio di Nicea, un evento cruciale nella storia della Chiesa, in quanto il concilio aveva stabilito le basi della fede cristiana e affrontato importanti questioni dottrinali come la divinità di Cristo. Da allora, i Giubilei straordinari sono stati proclamati in diverse occasioni, con motivazioni che riflettono le priorità spirituali e pastorali del momento. Ad esempio, nel 1933, Papa Pio XI indisse un Giubileo straordinario per commemorare i 1900 anni dalla morte di Gesù Cristo. Questo evento fu visto come un’opportunità per riflettere sul sacrificio di Cristo e sul messaggio della redenzione. Più recentemente, nel 1983, Papa Giovanni Paolo II indisse un Giubileo straordinario per commemorare i 1950 anni dalla redenzione, con un’enfasi particolare sulla necessità di perdono e riconciliazione in un mondo segnato da guerre e divisioni.

Il Giubileo straordinario della Misericordia

Uno degli esempi più significativi di Giubileo straordinario è stato il Giubileo della Misericordia, indetto da Papa Francesco nel 2015. Questo Anno Santo straordinario non fu proclamato per commemorare un evento storico specifico, ma per rispondere a una necessità spirituale e pastorale percepita dal Papa: l’urgenza di sottolineare il tema della misericordia nella vita della Chiesa e del mondo. In un’epoca segnata da conflitti, ingiustizie sociali e un senso crescente di alienazione, Papa Francesco volle richiamare l’attenzione dei fedeli sulla misericordia come fondamento del Vangelo, invitando la Chiesa e i cristiani a vivere questa virtù in modo concreto.

Il Giubileo straordinario della Misericordia durò un anno, dal 2015 al 2016, e vide un’ampia partecipazione globale. Oltre all’apertura della Porta Santa nelle basiliche di Roma, il Papa autorizzò l’apertura di Porte Sante anche in altre diocesi del mondo, rendendo l’evento più accessibile ai fedeli in tutto il mondo. Questo fu un gesto simbolico che rifletteva l’intenzione di Francesco di rendere la misericordia di Dio vicina e tangibile per tutti, indipendentemente dalla loro posizione geografica.

L’indulgenza, dono senza prezzo della misericordia divina, è uno dei “segni” peculiari degli Anni giubilari. Lunedì 13 maggio 2024 la Penitenzieria Apostolica ha reso note le Norme sulla concessione dell’Indulgenza durante il Giubileo 2025 (riportate nell’appendice alla fine di questa seconda parte). Questa, scrivono citando quanto affermato da Papa Francesco nella Bolla d’Indizione del Giubileo, Spes non confundit, è «una grazia giubilare» che «permette di scoprire quanto sia illimitata la misericordia di Dio». Anche in occasione del prossimo Giubileo, per volontà del Santo Padre, la Penitenzieria «intende spronare gli animi dei fedeli a desiderare e alimentare il pio desiderio di ottenere l’indulgenza» e per questo ha stabilito alcune prescrizioni e linee guida per i pellegrini. Potranno ricevere l’indulgenza, con la remissione e il perdono dei peccati, tutti i fedeli «veramente pentiti», «mossi da spirito di carità», «che, nel corso del Giubileo, purificati attraverso il sacramento della penitenza e ristorati dalla Santa Comunione – si legge nelle Norme – pregheranno secondo le intenzioni del Sommo Pontefice». Seguendo le disposizioni della Penitenzieria, a firma del Penitenziere maggiore, S.Em. il cardinale Angelo De Donatis, l’indulgenza potrà essere applicata «in forma di suffragio alle anime del Purgatorio».

I fedeli, “pellegrini di speranza”, potranno ottenere l’indulgenza intraprendendo un pellegrinaggio verso qualsiasi luogo sacro giubilare, verso almeno una delle quattro Basiliche Papali Maggiori di Roma, in Terra Santa o in altre circoscrizioni ecclesiastiche, e prendendo parte a un momento di preghiera, celebrazione o riconciliazione. Poi, ancora, «visitando devotamente qualsiasi luogo giubilare» e vivendo momenti di adorazione eucaristica o meditazione, concludendo con il Padre Nostro, la Professione di Fede e Invocazioni a Maria. In più, in occasione del Giubileo, si potrà conseguire l’indulgenza, alle stesse condizioni, mettendosi in cammino anche verso altri luoghi sacri nella città di Roma, come altre Basiliche e Santuari storici, le chiese dei cammini giubilari dedicati all’Iter Europaeum e le chiese dedicate alle Donne Patrone d’Europa e Dottori della Chiesa.

Lo stesso potrà avvenire anche visitando altri luoghi nel mondo, come, tra gli altri «le due Basiliche Papali minori di Assisi, di San Francesco e di Santa Maria degli Angeli, le Basiliche Pontificie della Madonna di Loreto, della Madonna di Pompei, di Sant’Antonio di Padova». In caso di gravi impedimenti, i fedeli «veramente pentiti che non potranno partecipare alle celebrazioni, ai pellegrinaggi o alle visite», potranno conseguire l’indulgenza giubilare alle stesse condizioni se «reciteranno nella propria casa o là dove l’impedimento li trattiene, il Padre Nostro, la Professione di Fede in qualsiasi forma legittima e altre preghiere conformi alle finalità dell’Anno Santo, offrendo le loro sofferenze o i disagi della propria vita».

Un’altra modalità per conseguire l’indulgenza saranno, certamente, le «opere di misericordia e di penitenza, con le quali si testimonia la conversione intrapresa». I fedeli «seguendo l’esempio e il mandato di Cristo», sono stimolati «a compiere più frequentemente opere di carità o misericordia, principalmente al servizio di quei fratelli che sono gravati da diverse necessità». Allo stesso modo se si recheranno a rendere visita «ai fratelli che si trovino in necessità o difficoltà (infermi, carcerati, anziani in solitudine, diversamente abili… ), quasi compiendo un pellegrinaggio verso Cristo presente in loro». Lo «spirito penitenziale», si legge ancora nelle Norme, «è come l’anima del Giubileo» e dunque l’indulgenza potrà essere ottenuta anche «astenendosi, in spirito di penitenza, almeno durante un giorno da futili distrazioni (reali ma anche virtuali) e da consumi superflui, nonché devolvendo una proporzionata somma di denaro ai poveri, o sostenendo opere di carattere religioso o sociale, in specie a favore della difesa e protezione della vita». E, anche, dedicando parte del proprio tempo libero ad attività di volontariato.

In libreria testo su Giubileo di Francesco Guarino- Don Marcello Stanzione – Dentro Salerno




I BISOGNI IGNORATI DELLE PERSONE

Quando la legge scalza l’umanità

di Pasquale Pellegrini

PoliticaInsieme.com, 10 novembre 2024. È molto faticosa la riflessione sull’importanza dell’altro in questo momento storico. Una società ispirata da individualismo e autoreferenzialità tende ad espungerla, nonostante l’altro sia il focus ontologico che abbraccia il senso della vita, la natura stessa della comunità e il fine dell’azione politica.

In una visione corporativa della realtà sociale, il diritto della persona diventa valore assoluto e il bene pubblico, quello della comunità, per intenderci, è tale nella misura in cui corrisponde al bene personale. In quest’ottica, la risposta ad un bisogno umano non è quella che lo esaudisce al meglio, ma, più semplicemente, quella che prevede la norma. Ragion per cui valori come sacrificio, abnegazione, solidarietà, gratuità tendono a perdere di senso e di significato e chi tende a perseguirli rischia persino di essere demonizzato. Certo, è un discorso piuttosto cinico, ma quanto lontano dalla realtà?

Capita così che in una scuola dell’infanzia di Gallipoli, frequentata da bimbi dai tre ai cinque anni, non si trovi un operatore in grado di pulire un bimbo non ancora autosufficiente nei bisogni fisiologici. Si chiamano in causa i genitori i quali, magari lasciando un lavoro precario e mal pagato, sono costretti ad un soccorso immediato. La giustificazione della scuola è che non lo prevede la norma. Solo i bimbi disabili, infatti, hanno diritto ad essere accuditi. Non sarebbe stato buon senso, delicatezza, attenzione, aiutare quel bambino non autosufficiente, sia pur non disabile? Domanda inutile. Il senso di umanità ne avrebbe guadagnato.

Qualcosa del genere accade pure nel rapporto di cura, ossia in quella particolare relazione tra malato e personale sanitario. Al di là delle chiacchiere sull’umanizzazione dei luoghi di cura, si coglie sempre meno la capacità di porsi di fronte alla fragilità del malato con quella sensibilità che trasforma un atto tecnico in un gesto d’amore. Anche in questo caso la norma è salvaguardata, ma non l’umanità.

I diritti senza la consapevolezza dei doveri, ossia del valore del fine da perseguire, rischiano di alterare profondamente il servizio all’uomo e i valori della convivenza sociale. Il rispetto sic et simpliciter della norma, insomma, non garantisce una società solidale, perché la persona non ha portato il profumo della sua sapienza umana là dove erano richiesti. La qualità del proprio lavoro, anche se mal pagato, è un atto di dignità e di valore che trasforma nel profondo la società, rendendola migliore. Ogni persona dovrebbe rendersene conto, in particolare i sindacati e la politica.




Q WINE EXPO 2024

Città Sant’Angelo vola in Cina

Città Sant’Angelo, 9 novembre 2024. Ci sarà anche Città Sant’Angelo alla quinta edizione del Q Wine Expo, in programma dal 15 al 17 novembre in Cina. L’amministrazione, rappresentata dal Sindaco Matteo Perazzetti, è stata invitata dalla città di Qingtian, sede della rassegna che rappresenta la prima fiera del vino italiano in Cina. A fare da collante per la circostanza è la presenza, tra le etichette italiane, del marchio Rosarubra, cantina che proprio di recente ha aperto il suo nuovo showroom a Città Sant’Angelo e che da anni coltiva rapporti commerciali con il mondo cinese.

Quello tra la cittadina angolana e la Cina è un rapporto che ha già visto alcuni scambi in occasione di Cittàslow, evento organizzato dall’amministrazione di Città Sant’Angelo a giugno e che ha fatto nascere un legame con un’altra città cinese, quella di Gaochun, per il quale le rispettive rappresentanze si sono ripromesse di incontrarsi in un futuro non troppo lontano, per lo sviluppo dei rapporti.

E proprio in tal senso la delegazione angolana vola in Cina, la prossima settimana, con il chiaro intento di promuovere il suo territorio, anche attraverso la proposizione di prodotti tipici come può essere il vino, al fine di avviare un percorso di scambio culturale che ha poi l’ambizione di diventare anche commerciale e turistico.

“La presenza di Città Sant’Angelo al Q Wine Expo rappresenta l’occasione per un primo incontro con l’amministrazione di Qingtian – che ringrazio per l’invito – volto a gettare le basi per una collaborazione tra le due città e i rispettivi popoli al fine di sviluppare rapporti turistici e commerciali – spiega prima della partenza il Sindaco Perazzetti – Rapporti che con la Cina sono già stati avviati con la città di Gaochun, in occasione di Cittaslow e che intendiamo consolidare attraverso un nuovo incontro utile a valutare anche l’ipotesi di un gemellaggio”.




L’INAUGURAZIONE DELLA SEZIONE ABRUZZO DELL’ANCP

L’inizio di un’occasione unica per la nostra regione

San Giovanni Teatino, 9 novembre 2024. L’inaugurazione della sezione dell’Associazione Nazionale dei Consulenti Patrimoniali in Abruzzo, che si è tenuta l’8 novembre 2024 a San Giovanni Teatino, ha segnato l’inizio di un’occasione. Il networking è il futuro e l’ANCP si propone di favorire questa rete tra soggetti altamente specializzati, per poter accrescere il valore reciproco del lavoro di tutti gli associati e riuscire a fornire  consulenze patrimoniali di valore.

L’evento si è aperto con i saluti: dell’onorevole D’Alfonso che ha ringraziato l’ANCP perché riposiziona al centro il tema della ricchezza, di come si produce, di come si possa evolvere e  di come viene trasformata; del dr. Massimo Donato, coordinatore Nazionale di ANCP;  del Presidente della sezione Abruzzo di ANCP dr. Raffaele Settimio e del vicepresidente dr.ssa Valenzia Di Meo.

Gli oltre cento partecipanti, tra ditte e professionisti, sebbene l’on. Guerino Testa non sia potuto intervenire perché trattenuto per motivi istituzionali a L’Aquila, sono stati catturati dalla presentazione di Wealth & Private project art- Un ecosistema di servizi da parte del Ceo di Weppart srl, dr. Cascia Alessandro, dall’illustrazione della DORA, impatti sul business da parte del dr. Gallenga Paolo Antonio, CTO Infra & CyberSecurity di Bearit Srl.

Di notevole interesse è stata l’introduzione del dr. Vedana Fabrizio alle “Ultime novità in materia di imposte sulla successione”. All’evento ha partecipato anche l’assessore del comune di Pescara, Patrizia Martelli, il segretario nazionale di ANCP Angelo Marelli, il responsabile della sezione di Bologna Vito Ferito e il responsabile della sezione Sicilia Bruno Linguenti.

È un’opportunità unica per le famiglie, per i professionisti e per le aziende abruzzesi: è l’inizio di un cambiamento epocale per l’economia italiana, di cui l’Abruzzo grazie ad ANCP, potrà essere uno dei pilastri. Io ne voglio far parte- dice Valenzia Di Meo.




LA PRIMA PRESIDENTE DONNA  DELL’AIA LANCIANO

Sarà Stefania Menicucci la nuova guida dei fischietti Lancianesi per il quadriennio olimpico 2024-2028, eletta Presidente  durante l’Assemblea del 8/11/2024

Lanciano, 9 novembre 2024.È stata evidente la scelta di tutti gli associati della Sezione di Lanciano, di voler affidare la presidenza ad una giovane donna con tanta passione e amore per l’arbitraggio. Tra i suoi obiettivi principali la crescita dei giovani fischietti, il progresso e il miglioramento di tutte le figure appartenenti all’ambito sezionale.

Stefania Menicucci, 35 anni, nata a Lanciano, è diventata arbitro nel 2007 presso la Sezione di Lecce, per poi fare ritorno nella sua città natale nel 2014, è Stata protagonista della prima terna rosa nel campionato regionale di Eccellenza, ed anche la prima e unica (ad oggi)  ragazza abruzzese a dirigere gare nazionali del Campionato di Serie D, esperienza che si è conclusa alla fine della scorsa stagione. Attiva da sempre nella vita sezionale , ha ricoperto diversi incarichi all’interno del Consiglio Direttivo , tra cui  componente OTS, Segretario e Responsabile del Corso Arbitri fino a giugno 2024, nonché in ultimo Vicepresidente affiancando il Presidente Vicario AB Bruno Bellisario.

La Commissione Elettorale, durante l’Assemblea è stata così formata: Presidente OA  Carmine Di Santo, Vicepresidente Oa Nicola Ferrante, Segretario AE Leonardo Martelli  e dagli scrutatori AE Giuseppe Liberatoscioli e AE Oscar Pinto. Il tutto sotto la supervisione del Componente CRA Abruzzo , Alfredo Leonetti. La neoeletta, particolarmente emozionata ha ringraziato i suoi predecessori ed i suoi associati dichiarandosi entusiasta di cominciare questo nuovo percorso. A lei il più grande in bocca al lupo!




L’ANATRA ALL’ARANCIA diretto da Claudio Greg Gregori

Emilio Solfrizzi e Carlotta Natoli aprono la stagione di prosa del teatro al Caniglia, sabato 16 novembre

Sulmona, 9 novembre 2024. Si apre il sipario sulla Stagione di Prosa 2024/2025 promossa da Meta APS in partenariato con il Comune di Sulmona: sabato 16 novembre alle ore 21 Emilio Solfrizzi e Carlotta Natoli ci delizieranno con lo spettacolo L’Anatra all’arancia con la regia di Claudio “Greg” Gregori.
La prima di stagione si preannuncia essere un’esplosione di energia, tra battute dinamiche, divertenti e frizzanti, in cui la maestria degli interpreti e della regia la fanno da padrone; la produzione targata Compagnia Moliere e Fondazione Atlantide Teatro Stabile di Verona, forte dell’enorme successo ottenuto sui palcoscenici di tutta Italia, approda nel teatro sulmonese con il suo umorismo raffinato e mai volgare e riflessioni sui sentimenti profonde tutt’altro che scontate.

L’Anatra all’arancia, dell’autore scozzese W. D. Home e riadattato dal drammaturgo francese M. G. Sauvajon, è un classico feuilleton dove i personaggi si muovono algidi ed eleganti su una scacchiera irta di trabocchetti. Ogni mossa dei protagonisti ne rivela le emozioni, le mette a nudo a poco a poco e il cinismo lascia il passo ai timori, all’acredine, alla rivalità, alla gelosia, all’amore. Narra di una coppia sposata da diversi anni che vive una crisi a causa dalla personalità del marito, inaffidabile, incline al tradimento, alle bugie, all’infantilismo; esasperata la moglie si innamora di un altro, l’opposto del marito, di animo nobile, gentile e attendibile. Una partita a scacchi, tra gag, battute dal ritmo serrato, rapidità e immediatezza.

Sul palco del Caniglia guidati da Gregori, oltre ai protagonisti Emilio Solfrizzi e Carlotta Natoli, vedremo gli ottimi Ruben Rigillo, Beatrice Schiaffino e Antonella Piccolo. Un cast eccezionale che nell’intensa tournée teatrale iniziata nel 2023 ha fatto incetta di entusiastiche recensioni nonché di grande apprezzamento da parte del pubblico.

«È bellissimo far ridere con un testo così: perfetto, divertentissimo, mai banale, e soprattutto mai volgare» ha dichiarato Emilio Solfrizzi in merito allo spettacolo, mentre Carlotta Natoli, in una riflessione più generale ha aggiunto «Ogni pubblico è a sé, ogni serata si compone di un terzo elemento che crea la magia della presenza. Ogni pubblico si condiziona e risuona differentemente… L’aspetto più alto del teatro è proprio questo “irripetibile” che ogni serata porta con sé».

Si ricorda che i singoli biglietti sono in vendita presso il Centro di Informazioni Turistiche – IAT Sulmona e sulla piattaforma online e nei punti vendita abilitati Ciaotickets. Il giorno dello spettacolo sarà possibile acquistare i biglietti anche presso il Botteghino del Teatro a partire da due ore prima dell’orario di inizio dell’evento.




GLI APPUNTAMENTI DI IANIERI EDIZIONI

Al Fla domenica 10 novembre

Pescara, 9 novembre 2024. Interverranno Daniela D’Alimonte, Antonella Del Ciotto, Franco Di Tizio, Simone Gambacorta, Andrea Gialloreto, Fabrizio Masciangioli e Daniela Quieti in occasione della presentazione di Scrittori e giornalisti in Abruzzo e nel mondo (Ianieri) a cura di Dante Marianacci che dialogherà con Antimo Amore alle ore 11 presso la Sala Favetta del Museo delle Genti d’Abruzzo, dove alle successivamente alle ore 12 ci sarà la presentazione di Eduardo nel mondo (Ianieri) dello stesso Marianacci nuovamente in dialogo con il giornalista Rai: si tratta di quattro conversazioni sul grande commediografo napoletano ed una bibliografia delle rappresentazioni all’estero.

Alle ore 12 presso la Sala Video del Museo delle Genti ci sarà la presentazione del primo volume della serie ottanio di “Comete – Scie d’Abruzzo” (Ianieri) del Direttore di collana Peppe Millanta in collaborazione con la Scuola Macondo di Pescara: Torquato Tasso e l’Abruzzo di Salvatore Di Fusco, in dialogo con Marco Presutti. La collana, di grande successo, che punta gli occhi su realtà e fonti poco conosciute regalando angoli di un Abruzzo quasi mai visto nella storia, ha come partner I Parchi Letterari, Il Parco Nazionale della Maiella, Borghi Autentici e I Borghi più Belli d’Italia.

Alle ore 19 presso la Sala Favetta ci sarà la prima presentazione di Alba e Non Alba di Luigi di Iacovo, padre di Giovanni Di Iacovo, già Assessore alla Cultura per il Comune di Pescara: dopo essere stato pubblicato nel 1964 da Feltrinelli, oggi il libro torna a nuova vita con Ianieri edizioni ed a 100 anni dalla nascita dell’amato papà Luigi, è proprio Giovanni che lo ricorda con amore in dialogo con il Professor Ugo Perolino, Direttore del Dipartimento di Lingue e Letterature Straniere dell’Università d’Annunzio di Pescara.

Sempre alle ore 19 nella Sala Video, Luciano Di Tizio in dialogo con la giornalista Alessandra Renzetti presenta La giustizia del Duce, il Fascismo al potere tra violenze, sottovalutazioni e connivenza (Ianieri): una visione a tutto campo nella quale il delitto (dopo 100 anni) e il processo Matteotti conservano un ruolo centrale, ma col discorso allargato ad altri vergognosi processi farsa e anche a vicende diverse nelle quali magistrati con la schiena dritta hanno difeso la Giustizia a dispetto delle pressioni del regime.




EDUARDO DE FILIPPO NEL MONDO

A quarant’anni dalla scomparsa e poeti narratori e viaggiatori – giornalisti in Abruzzo. Due libri curati da Dante Marianacci al Fla

Pescara, 9 novembre 2024. Domenica 10 novembre, dalle ore 11 alle ore 13, nella Sala Favetta del Museo delle Genti d’Abruzzo, dopo i saluti istituzionali del sindaco di Pescara, Avv. Carlo Masci, e del vicepresidente dell’Ordine dei giornalisti d’Abruzzo, Simone Gambacorta, verranno presentati due libri curati da Dante Marianacci, che dialogherà con il giornalista Rai Antimo Amore, entrambi appena editi dall’editore Ranieri.

Il primo, Eduardo nel mondo, quattro conversazioni sul grande commediografo napoletano, unitamente (con una bibliografia delle rappresentazioni all’estero), che coinvolgono la scrittrice Isabella De Filippo Quarantotti, vedova di Eduardo, tra l’altro originaria di Chieti, il critico teatrale Ghigo De Chiara, l’impresario Carlo Molfese e l’attrice Angela Pagano.

Le conversazioni vennero registrate nel 1992 a Dublino, dove allora Dante Marianacci prestava servizio come addetto culturale all’Istituto Italiano di Cultura, in occasione di una grande mostra fotografica e documentaria, con manifesti, lettere e immagini dedicati alla fortuna di Eduardo, in cui si dimostrava “l’universalità del teatro di Eduardo De Filippo, compresa e acclamata dalle platee del mondo intero”, organizzata nell’ambito della XXXIII edizione del Dublin Theater Festival. All’evento pescarese parteciperanno Mario De Bonis, amico personale di Eduardo e autore di un bel volume a lui dedicato, in cui ripercorre le tappe del loro rapporto, e la nota cantante napoletana Assunta Arnese, accompagnata alla chitarra da Biagio Di Carlo. 

Il secondo volume che verrà presentato, Scrittori e giornalisti in Abruzzo e nel mondo. Da Estella Canziani a Vito Moretti, raccoglie gli atti del terzo convegno organizzato dalla Casa della poesia in Abruzzo – Gabriele d’Annunzio e dall’Ordine dei giornalisti d’Abruzzo sul tema Poeti, narratori e viaggiatori-giornalisti in Abruzzo (il quarto si terrà il prossimo 22 novembre), che “esplora – come ha scritto Stefano Pallotta nella Prefazione – le intersezioni tra giornalismo, storia e letteratura, mostrando come queste pratiche si influenzino reciprocamente e come abbiano contribuito alla comprensione e alla narrazione del mondo.”

Dei quattordici relatori che hanno preso parte al convegno interverranno Daniela D’Alimonte, Antonella del Ciotto, Franco Di Tizio, Simone Gambacorta, Andrea Gialloreto, Fabrizio Masciangioli e Daniela Quieti.

Dante Marianacci, già dirigente per la cultura del Ministero degli Affari esteri e della Cooperazione Internazionale, ha pubblicato libri di poesie, romanzi, saggi e varie antologie europee, tra le quali L’Europa sulla scena, in collaborazione con Joseph Farrell, che raccoglie in due volumi e in ventitré lingue testi teatrali di giovani autori di 25 paesi europei.

È stato vicepresidente dei Premi Internazionali Flaiano di letteratura, teatro, cinema, radio e televisione (fondati da Edoardo Tiboni, di cui Eduardo De Filippo fu il primo presidente), presidente del Centro Nazionale di Studi dannunziani e della Fondazione Aria. Attualmente è presidente della Casa della poesia in Abruzzo – Gabriele d’Annunzio.




PROGETTO PARCO NORD

Via libera del Consiglio comunale. Masci: “Un sogno che si realizza. Lo si aspettava da 40 anni”

Pescara, 9 novembre 2024. “Via libera del consiglio comunale di Pescara al progetto del Parco Nord, che è stato votato oggi dai consiglieri di maggioranza e opposizione presenti in aula, ad eccezione del consigliere del Movimento Cinque stelle. L’area interessata è di 43mila metri quadri che diventerà un’area verde curata – commenta il sindaco Carlo Masci, parlando di un’attesa durata oltre quarant’anni, per ottenere questo risultato – La soddisfazione è massima perché siamo riusciti a portare a casa l’obiettivo che ci eravamo prefissati – ha proseguito il sindaco sottolineando – la scelta giusta che è stata fatta dal Consiglio” visto che ha “votato a favore anche l’opposizione, ad eccezione di un consigliere. È una giornata storica per Pescara. Questo sarà uno spazio vivibile e fruibile per tutta la città, dai bambini agli anziani” conclude il sindaco.

L’importanza del sì arrivato oggi viene ribadito dal presidente della commissione Lavori pubblici Massimo Pastore e dal consigliere comunale Marcello Antonelli, promotori di diversi emendamenti che hanno permesso la sintesi con l’opposizione anche per quanto riguarda ulteriori indirizzi sul progetto contenuti in una mozione allegata alla delibera. Sono Pastore e Antonelli ad indicare come cambierà l’area, oggi quasi completamente abbandonata (attualmente oggetto di espropri). “Oltre al verde, il progetto di fattibilità economica prevede una zona destinata all’arrampicata per i bambini, una zona fitness e per lo yoga, con gli attrezzi, un punto ristoro, uno skate park, un giardino sensoriale, un laghetto e una grande area d’acqua”.

“Un tempo questi erano terreni edificabili poi, su iniziativa dell’allora consigliere comunale Maurizio Acerbo, con la ‘variante delle invarianti’, l’area fu destinata a verde (F1)”, ricorda Masci. “Fu il primo e fondamentale passo per cambiare il destino di quei quattro ettari: oggi si chiude il cerchio grazie a noi tutti, nel 2025 si svolgeranno i lavori e oggi non possiamo che essere soddisfatti della concretizzazione di un sogno che si aggiunge ad altri grandi risultati ottenuti da questa Giunta. Ne cito solo alcuni: l’abbattimento del Ferro di cavallo, la riqualificazione di corso Umberto e piazza Sacro Cuore e l’avvio della trasformazione dell’area di risulta”.




TERME DI CARAMANICO, INCUBO SENZA FINE

Dopo la sesta asta andata deserta fallisce anche l’aggiudicazione per lo sfruttamento delle acque termali

Caramanico Terme, 9 novembre 2024. Come se non bastassero le sei aste per l’acquisto dei due lotti oggetto del fallimento andate deserte, un ennesimo colpo ferale si abbatte sulle Terme di Caramanico. È infatti ufficialmente fallita anche l’aggiudicazione per lo sfruttamento della sorgente Santa Croce – Pisciarello. Con la determinazione n. 206, pubblicata nella giornata di ieri, 7 novembre 2024, Areacom recepisce la comunicazione con cui la ditta Dre srl ha fatto sapere di non voler procedere alla stipula del contratto per lo sfruttamento delle acque termali.

Ricorderete che la Dre Srl si era aggiudicata lo sfruttamento della sorgente Santa Croce – Pisciarello con provvedimento direttoriale n. 12 del 29 gennaio 2024. Più volte sono intervenuto pubblicamente sulla questione, sia per sottolineare il lungo lasso di tempo trascorso per effettuare il controllo dei requisiti dell’aggiudicataria, ben sette mesi – le verifiche sono infatti terminate lo scorso 29 agosto, data in cui l’affidamento è stato ufficialmente formalizzato – sia per porre l’accento su alcune ambiguità e inesattezze, difficilmente sanabili, che caratterizzavano l’offerta aggiudicata a Dre srl, come i riferimenti alla sorgente La Salute non più oggetto di gara, l’assenza di un piano industriale e di uno studio di fattibilità delle opere per l’auto-approvvigionamento dell’energia da fonti alternative, nonché la mancanza della polizza fideiussoria e dei requisiti della professionalità rispetto a quanto previsto dalla L.R. 15/2002.

Ebbene, sulla base della determinazione pubblicata ieri da Areacom, apprendiamo che la prima aggiudicataria si sarebbe tirata indietro con questa motivazione: « […] l’impossibilità di procedere alla conclusione del contratto» dovuta « […] alle incertezze riguardanti il destino dei complessi immobiliari termali attualmente all’asta, il cui sfruttamento era ed è un elemento essenziale di realizzazione della proposta economica presentata in gara per la concessione delle acque termali».

Scopriremo a breve tutte le ragioni del recesso, nonché le azioni che intenderà adottare Areacom a seguito di questa decisione, ma questa determina offre lo spunto per alcune riflessioni che voglio rendere pubbliche. La prima è che si è perso praticamente un anno per aggiudicare l’acqua separatamente dal compendio immobiliare. Ho sempre sostenuto che separare i due lotti oggetto del fallimento rispetto allo sfruttamento dell’acqua fosse un problema, e ora ad affermarlo è la stessa Dre srl nella determinazione n. 206 del 7 novembre 2024.

La seconda è che, tralasciando tutti gli approfondimenti del caso, leggo con sorpresa quanto dichiarato dalla Dre srl e riportato nella determinazione di Areacom, e cioè il passaggio sull’incertezza della vendita dei due lotti fallimentari.

Mi pongo quindi il seguente interrogativo: forse la società aggiudicataria pensava di cedere in subappalto lo sfruttamento delle acque termali?

Un’intenzione, tuttavia, mai formalizzata nei documenti di gara, malgrado le prescrizioni del Codice degli Appalti.

Quel che è certo è che questa procedura ha ancora tanto da dire. Leggo nella determinazione che ora si procederà allo scorrimento della graduatoria, verificando se la seconda in graduatoria, la Virgo Holding spa, che ha ottenuto meno della metà del punteggio tecnico rispetto alla Dre srl, abbia o meno tutti i requisiti. Nella speranza che il Presidente Marsilio voglia abbracciare la proposta che avanziamo ormai da tempo immemore, ovvero contrarre un mutuo per far sì che la Regione Abruzzo acquisti i lotti delle Terme, o anche solo quello dello stabilimento termale, riaccorpando così beni e acqua, siamo in attesa di capire come si svilupperà questa procedura, speriamo in tempi celeri.

Antonio Blasioli

Vicepresidente del Consiglio Regionale




FËDOR DOSTOEVSKIJ I TORMENTATI

Al Salotto Culturale CRP

Teramo, 9 novembre 2024. Mercoledì 13 Novembre 2024 alle ore 18,15  nella  Sede dell’Annunziata Via N. Palma 31 a Teramo,  (patrocinio  MIC, Città di Teramo,   Fondazione Tercas, Provincia Teramo), il Salotto culturale Prospettiva Persona 2024 sessione autunnale organizza l’incontro col Professor Vincenzo Di Marco sul tema: “Fëdor Dostoevskij, I tormentati”. Alcuni  brani verranno letti da Biancamaria Di Domenico.

I tormentati

Nel libro quarto, parte seconda, del capolavoro di Dostoevskij, I fratelli Karamazov, intitolato “I tormentati”, dopo la presentazione degli antefatti con la storia della famiglia e i contrasti tra padre e figli, siamo portati con mano allo studio delle personalità principali della storia: Dmitrij, Ivan, Alëša, Katerina Ivànovna, Grùšen’ka, il capitano Snegirev.

Le loro delusioni e tradimenti, l’avidità e la frustrazione, il risentimento e l’ansia di autodistruzione sono i veri soggetti della narrazione, che continueranno a perseguitare i “tormentati” per tutta la vicenda fino all’esito finale. In questo universo intricato, malefico e definitivo, il genio di Dostoevskij utilizza il doppio registro della disillusione e della speranza, della violenza e della rigenerazione, dell’abiezione e della scommessa, invitandoci a riflettere sulla responsabilità verso l’altro uomo come il Dio biblico fece per primo con Caino(VDM).




IL CITTADINO GOVERNANTE

Una storia di impegno civile

Giulianova, 9 novembre 2024. Ieri sera Il Cittadino Governante ha organizzato un gioioso incontro per festeggiare il ventesimo anniversario della nascita dell’Associazione di cultura politica che ha mosso i primi passi nella primavera del 2004. Da venti anni Il Cittadino, con le sue varie attività, è al servizio dei cittadini, dei beni comuni, con i valori della Sinistra e dell’Ambientalismo per la buona politica e il buongoverno.

Hanno partecipato in tantissimi: oltre ai numerosi soci e simpatizzanti del Cittadino Governante hanno voluto dare la loro adesione il PD e Il M5S. Con la sua presenza ha onorato l’evento il Prof. Luciano D’Amico il quale ha sottolineato l’importanza, specialmente in questa fase storica, dell’impegno civile nella vita pubblica.

Sono state ricordate sinteticamente le varie attività dell’associazione promosse dai tanti cittadini che – mossi dall’amore per Giulianova, dagli ideali e dalla passione civile – hanno introdotto un grande e disinteressato impegno, tuttora vivo e proiettato nel futuro:

• Polis – i saperi per la politica, periodici appuntamenti con personalità di livello nazionale (Paolo Berdini, Eddy Salzano, Piero Bevilacqua, Marco Lodoli, Maurizio Pallante, Francesco Girardi etc.) per approfondimenti di temi importanti per le scelte politico-amministrative;

• GiuliaViva, quindicinale di informazione sulla vita pubblica giuliese;

• Piazza, Bella Piazza, manifestazione dedicata alle band di giovani musicisti;

• Trasmissione dei consigli comunali in diretta e in differita;

• Programma di governo per Giulianova fondato su una nuova idea di città: sostenibile e giusta;

• Lista civile “Il Cittadino Governante per cambiare” che è arrivata ad eleggere tre consiglieri;

• Le tante battaglie democratiche per la Difesa di piazza Dalla Chiesa, dell’Ospedale, del Kursaal, del parco sul “cannocchiale verde” sul lungomare Spalato, del CIRSU, del Pioppeto, del Cine-teatro Ariston, del cinema Moderno, della Farmacia comunale, per la realizzazione della Caserma dei carabinieri all’Annunziata, per la tutela dei parchi e del verde pubblico etc.

È stato presentato il nuovo logo dell’associazione ideato dal creativo Eugenio Mucciconi. Sul piano politico, per il futuro, è stato confermato l’impegno all’interno della coalizione di centrosinistra insieme al PD e al M5S aperta a tutte le altre forze progressiste e di sinistra esistenti in città.




AL BIVIO: POPOLARI O POPULISTI?

di Domenico Galbiati

Politicainsieme.com, 9 novembre 2024. La tesi è questa: si può battere il populismo solo risvegliando la coscienza autenticamente popolare del nostro e degli altri paesi in cui la democrazia ansima. Non basta, insomma, condannare il populismo e chi lo cavalca. E chi, per altro verso, lo asseconda con il proprio voto, cioè lo accetta e lo assume come griglia interpretativa che, in fin dei conti, gli offre almeno una qualche apparente comprensione di ciò che avviene in un mondo che gli appare disordinato, indecifrabile e, dunque, minaccioso.

Coltivare un sentimento di denigrazione o almeno di distacco ideale, politico e morale nei confronti della sua cifra demagogica fa sentire dalla parte giusta. E forse attenua il bruciore della sconfitta che il populismo infligge alle forze progressista. Ma non aiuta a capire perché attecchisca così facilmente al di qua ed al di là dell’Atlantico. Ci deve pur essere una ragione di fondo comune, che spieghi, almeno secondo una qualche ragionevolezza, un fenomeno che prospera su terreni di coltura pur così differenti.

Un’ipotesi attendibile che merita di essere considerata concerne la possibilità che il populismo altro non sia se non un surrogato sghembo di quella dimensione popolare della vita civile che abbiamo smarrito, abbandonandola impunemente ad un inesorabile declino. Se mancano solidarietà, coesione sociale, sentimento di appartenenza ad una storia comune, vengono meno fiducia, speranza, condivisione di valori di fondo, riferimento ad un interesse generale della collettività sovraordinato agli interessi particolari di ciascuno. Vengono, cioè , compromessi in radice i presupposti necessari a fondare una prospettiva di vita democratica, che nessuna architettura istituzionale, per quanto sofisticata, può garantire se prima non vive nel cuore e nella coscienza delle persone, ciascuna nella sua insopprimibile singolarità, eppure dentro un orizzonte che ricomprende tutti.

La democrazia non è mai data gratuitamente, né si può dire che esista in natura. È una conquista culturale, dunque un valore sempre definito storicamente e, quindi, perennemente in divenire, e questo non necessariamente è comunque nel segno di un avanzamento. Forse dopo un lungo, pluridecennale esercizio di vita democratica ci eravamo illusi che le cose stessero così, senonché oggi dobbiamo ricrederci e comprendere che la democrazia è un bene deperibile, che richiede una cura assidua e competente.

Al contrario, ci siamo incamminati lungo la strada di una progressiva atomizzazione della società, dove – almeno per quanto riguarda il nostro Paese – quelle stesse forze che avrebbero dovuto, per loro naturale vocazione, custodire ed attualizzare i valori popolari hanno virato, in nome dei diritti civili, verso una cultura così marcatamente individualista. Ritraendosi, di fatto, da una politica di difesa e promozione dei diritti sociali: lavoro, casa, salute, scuola, educazione e cultura, tutela degli anziani e di chi non ce la fa da solo, vivibilità dell’ambiente. Insomma, tralasciando tutto ciò che, giorno per giorno, vivono e soffrono le famiglie degli italiani. Tutto ciò che fa famiglia.

Nel necessario bilanciamento di diritti e doveri, non è affatto detto che i diritti civili – che nessuno può e deve sottovalutare – implichino per forza di cose una deriva individualista, come da noi sta avvenendo, in ossequio ad un pregiudizio ideologico di stampo radicale.

Ora, come sempre di fronte a sviluppi che, a prima vista, appaiono indecifrabili, si deve entrare nella loro guardia, studiarli dal di dentro. In altri termini, nessuna supponenza, ma, piuttosto, ci vuole quel po’ di umiltà che consenta di riconoscere come questi processi, per quanto possano essere o apparire insensati, abbiano una loro logica intrinseca, e più stringente di quanto siamo pronti ad ammettere. Da qui nasce quella loro forza che oggi sembra essere dirompente. È necessario risalire alla sorgente, alla motivazione originaria per comprenderne il decorso.

La democrazia – e con essa le forze progressiste che dicono di averla a cuore – il discorso pubblico in cui prende forma, attraverso il confronto tra le differenti culture politiche in campo e le relative antropologie di riferimento, non reggono il passo delle trasformazioni che letteralmente ci attraversano, come una spada che ci trafigge da una parte all’altra.

Viviamo in un mondo contorto e non c’è da esserne stupiti, se appena consideriamo di vivere la stagione delle transizioni abbandoniamo postazioni storicamente consolidate e siamo in mezzo al guado, verso una sponda che ancora non riusciamo a vedere chiaramente.

Senonché, noi siamo fatti per dare alle cose un senso compiuto, in carenza del quale entriamo in una sorta di stato eretistico, inquieti, timorosi, talvolta perfino angosciati. Tutto ciò vale, allo stesso modo, per ciascuno di noi e per quella persona collettiva rappresentata dalla comunità.

Se non c’è chi sappia indicare un approdo credibile, verso cui camminare accompagnandoci gli uni agli altri, coltivando un’attesa comune, siamo disponibili e pronti ad abboccare all’amo di un qualunque tribuno.

Quando la dialettica democratica si spegne o latita, non restano che due opzioni: o il capro espiatorio o l’uomo forte. E che sia così lo dimostrano quei numerosi casi della storia che hanno visto, in un rovesciamento repentino degli umori, l’uomo forte costretto a vestire i panni del capro espiatorio.




BLACK FRIDAY

Il Comune prepara le iniziative per il settore. L’assessore: “Un’occasione per creare economia attraverso sconti e occasioni per chi acquista e chi vende”

Chieti, 9 novembre 2024. L’Amministrazione comunale invita le attività commerciali della città ad aderire alla giornata del Black Friday, promuovendo il commercio locale attraverso sconti e offerte dedicate che saranno i commercianti stessi a definire. Al via una campagna informativa sul sito dell’Ente e un contest per la vetrina più bella.

“L’Assessorato al Commercio del Comune di Chieti annuncia una nuova e importante iniziativa dedicata al Black Friday per il prossimo 24 novembre 2023 – Spiega l’assessore al Commercio Manuel Pantalone – L’obiettivo è incentivare e valorizzare il commercio di vicinato, creando un’opportunità di promozione e visibilità per tutte le attività commerciali che decideranno di aderire alla giornata di sconti, e, per alcune, al weekend intero.

Per questo invitiamo tutte le attività commerciali interessate a prendere parte a questa iniziativa Sarà sufficiente inviare una comunicazione alla PEC del nostro Ente, all’indirizzo protocollo@pec.comune.chieti.it alla cortese attenzione dell’assessorato al commercio, per segnalare la propria adesione al Black Friday.

L’invito è rivolto a tutte le attività del tessuto commerciale cittadino: ci auguriamo una grande adesione, in modo da offrire un’esperienza unica ai cittadini e dare un importante sostegno al nostro commercio locale. Per garantire la massima visibilità e un’informazione chiara ai consumatori, l’Amministrazione comunale realizzerà un elenco dettagliato delle attività aderenti, specificando le vie e le attività coinvolte. Questo elenco sarà pubblicato sul sito ufficiale del Comune di Chieti, permettendo a tutti i cittadini di conoscere in anticipo le opportunità di shopping disponibili.

Questa iniziativa nasce per creare una bidirezionalità informativa tra domanda e offerta, sostenendo le attività locali e offrendo ai consumatori un quadro chiaro e completo delle attività che partecipano al Black Friday – sottolinea Pantalone – Inoltre, per aggiungere un tocco di originalità e coinvolgimento, il Comune di Chieti lancerà un contest subito dopo il Black Friday. Le attività che vorranno partecipare potranno inviare una foto della propria vetrina addobbata per il Black Friday, contribuendo così a rendere più vivace e attrattivo il centro cittadino durante questo periodo.

Vogliamo premiare la creatività e l’impegno dei commercianti che contribuiscono a rendere Chieti una città viva e accogliente”.




XVI° PREMIO NASSIRYIA

Si svolge questa mattina, a partire dalle ore 10, nella cornice del The Space Cinema del centro Porto Allegro

Pescara, 9 novembre 2024. Giunto alla sedicesima edizione, il Premio nasce per volere dell’amministrazione comunale di Montesilvano nel 2008, in ricordo dell’attentato in Iraq che il 12 novembre 2003 provocò 28 morti, di cui 19 italiani e il ferimento di oltre 50 persone.

Il premio vede conferire, ogni anno, importanti riconoscimenti a personaggi illustri e a rappresentanti delle forze dell’ordine locali che si sono particolarmente distinti nel corso della loro carriera o in occasioni determinanti, per il mantenimento e il conseguimento della pace e della sicurezza in scenari nazionali o internazionali.

Nel corso della cerimonia, sono state consegnate le tre Aquile, il principale riconoscimento del Premio. Per l’edizione 2024, la Commissione ha assegnato la prima Aquila a don Aniello Manganiello, parroco di Scampia, portavoce della legalità, da sempre schierato contro la lotta alla criminalità, in un’area particolarmente compromessa dal punto di vista della sicurezza. Don Aniello è stato già ospite della città adriatica in occasione del Premio Nazionale Paolo Borsellino, perché ha tenuto a battesimo l’inaugurazione del Piccolo Paolo, l’installazione posizionata presso la stazione ferroviaria di Montesilvano e dedicata al giudice ucciso dalla mafia.

La seconda Aquila è stata conferita al maresciallo dei carabinieri Antonio Altavilla, sopravvissuto all’attentato dopo essere rimasto gravemente ferito. Nel 2005, è stata conferita al maresciallo la Croce al Merito dalla Presidenza della Repubblica come “chiarissimo esempio di eletta abnegazione e incondizionata dedizione al dovere”. Arruolatosi nell’Arma nel 1984 in qualità di appuntato scelto, tra il 1992 e il 2003, ha effettuato diverse missioni estere in Libia, Albania, Bosnia Herzegovina, Kosovo e Iraq, dove al momento dell’attentato di Nassiryia, stava partecipando all’operazione di pace “antica Babilonia”. Altavilla è stato insignito anche dell’onorificenza di Cavaliere al Merito della Repubblica e del grado di Maresciallo nel ruolo d’onore dal Ministero della Difesa.

La terza Aquila è stata, invece, conferita a Daniela Lombardi giornalista e inviata di guerra che ha realizzato articoli e reportage di guerra per le principali testate italiane e per riviste di settore. Nell’ambito della sua attività, Lombardi ha lavorato sul campo, sia come giornalista embedded al seguito delle forze armate italiane (Kosovo, Afghanistan, Israele e Palestina, Ucraina e Romania). Nel corso della sua attività, la giornalista ha documentato alcuni dei momenti chiave della storia recente, specializzandosi nella questione afghana e dando poi particolare rilievo all’area mediorientale. Tra i documenti inviati alle testate, quelli sulla vita dei cristiani in Iraq, nel periodo di maggiore espansione dell’Isis e sulla lotta delle donne curde contro i miliziani Daesh.

Nella cerimonia molto partecipata, alla presenza del sindaco Ottavio De Martinis e di numerosi rappresentanti delle Istituzioni civili e militari, sono state poi consegnate targhe e pergamene a uomini e donne delle forze dell’ordine e di soccorso del territorio, che nel corso dell’ultimo anno hanno condotto operazioni particolari mostrando coraggio, impegno, professionalità e grande senso del dovere.

“E’ sempre importante ricordare chi ha perso la vita in quel tragico attentato – ha dichiarato il sindaco De Martinis – affinché certe situazioni non si ripetano mai più. Conferire i premi più importanti, le Aquile a don Aniello Manganiello, al maresciallo dei Carabinieri Antonio Altavilla e alla giornalista e reporter di guerra Daniela Lombardi significa riconoscere l’impegno di persone che, in contesti difficili e spesso pericolosi, hanno scelto di schierarsi dalla parte della giustizia e della pace. Ma il Premio Nassiriya non è solo un momento di commemorazione e di riconoscimento. È anche un’occasione per ringraziare tutti coloro che, ogni giorno, lavorano per garantire la nostra sicurezza: le forze dell’ordine, i volontari, i soccorritori. Il loro impegno è fondamentale per la nostra comunità.”




365 GIORNI NO ALLA VIOLENZA SULLE DONNE

Al via la rassegna; fino a marzo 35 eventi. Il 25 al Massimo arrivano Bocci, Casale e Di Michele

Pescara, 9 novembre 2024. Con un flash mob degli studenti del Mibe, si è aperta questa mattina davanti al Comune, in largo Chiola, la rassegna “#365 giorni no alla violenza sulle donne”, nata su iniziativa dell’assessore Adelchi Sulpizio per sensibilizzare la città, e non solo, in vista della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, in programma il 25 novembre. Sono 35 gli appuntamenti in programma, fino a marzo, che vedranno il coinvolgimento di tutte le scuole superiori di Pescara e di 27 associazioni, ha fatto notare in conferenza stampa Sulpizio, affiancato dal dirigente Marco Molisani, da Piera Antonioli, responsabile del Servizio gestione politiche sociali, da Daniela Puglisi, dell’Ufficio scolastico, oltre che dai dirigenti scolastici e dai rappresentanti delle associazioni, a partire da Ananke e Centro ascolto maltrattanti.

 L’evento clou è in programma la sera del 25, al cinema teatro Massimo, alle ore 21, con una serata dedicata al tema, condotta da Paola De Simone e con la partecipazione di Luca Pompei. Gli ospiti saranno tre volti noti e cioè Marco Bocci, Rossana Casale e Grazia Di Michele, che alterneranno performance e interviste. L’ingresso sarà gratuito (con prenotazione obbligatoria on line, da domani, su eventbrite).

“Di violenza sulle donne bisogna parlarne tutti i giorni”, ha detto Sulpizio. “Non si può limitare tutto al 25 novembre. “Noi lo facciamo da anni, coinvolgendo i giovani, e di anno in anno la rassegna cresce e cresce bene, basti pensare che siamo partiti da dieci appuntamenti. Il nostro obiettivo, come dico sempre, è uscire dal Comune per parlare con la città e il 25 novembre, ad esempio, saremo all’Aurum con circa 700 studenti, per una lezione di rispetto. Il Comune interviene anche sugli uomini, per il recupero di quelli maltrattanti, attraverso il Cam, e sta realizzando due case di sgancio in altrettante strutture confiscate alla criminalità, per le donne che sono state vittime di violenza”, ha proseguito Sulpizio illustrando il calendario delle iniziative e ringraziando tutti coloro che parteciperanno. “Il ventaglio di possibilità per assistere e avviare una riflessione profonda è enorme. Ci saranno concerti, convegni, spettacoli teatrali, musica, danza, incontri nelle scuole, laboratori per gli studenti e per i bambini, cineforum, un torneo di calcio e uno di basket”.

Ecco alcuni degli eventi in cartellone, a partire da domani:

•⁠  ⁠Il 9 novembre, alle ore 10:30, in Piazza Salotto, ci sarà la seconda edizione di “Impariamo a difenderci”, lezioni di difesa personale a cura di Fidapa BPW Italy Pescara Portanuova e Croce Rossa Italiana Comitato di Pescara;

•⁠  ⁠Il 10 novembre, alle ore 10:00, in Piazza Salotto, la “Camminata energetica solidale”, a cura di Simona Bucciarelli. Il contributo per la partecipazione sarà interamente devoluto al Centro Antiviolenza Ananke;

•⁠  ⁠Il 21 novembre, alle ore 10:00, all’Auditorium Flaiano, si terrà l’incontro “Ragazzi online e violenza di genere: quali implicazioni penali?”. Il Presidente del Tribunale dei Minorenni dell’Aquila, Cecilia Angrisano, incontrerà i ragazzi del Liceo Scientifico Galilei di Pescara. 

•⁠  ⁠Il 21 novembre, alle ore 20:30, all’Auditorium Flaiano, “Quello che le donne non dicono”, rappresentazione teatrale a cura di Officina Culturale La Torre dio Babele. Ospite della serata Eva Grimaldi;

•⁠  ⁠Il 28 novembre, alle ore 9:30, Massimo Ippoliti, psicologo specializzato in dipendenze tecnologiche, incontrerà i ragazzi  del Liceo Da Vinci. Titolo dell’evento Sex roulette, challenge e porn… gli angoli bui della “smartness”;

•⁠  ⁠Il 29 novembre, alle ore 10:30, nell’Aula Di Biase del Tribunale di Pescara si terrà il convegno “Contrasto alla violenza di genere Codice rosso: dalle novità legislative europee e dall’impegno del Parlamento fino all’impulso agli interventi sul territorio e ai percorsi di rieducazione, a cura dell’Ordine degli avvocati e del Cpo dell’Ordine degli Avvocati;

•⁠  ⁠il 6 dicembre, alle ore 9:00, il Sostituto procuratore presso il Tribunale dei Minorenni di L’Aquila, dott.ssa Angela D’Egidio, incontrerà i ragazzi del Liceo Classico. Titolo dell’incontro “Devianza e malessere del minorenne in ambito scolastico: il ruolo della procura minorile”;

•⁠  ⁠il 12 dicembre nella sala Tosti dell’Aurum convegno a cura di Ananke: “La violenza di genere in ambito familiare e la bigenitorialità: una questione controversa?”;

Questi sono solo alcuni dei 35 eventi, alcuni rivolti a bambini e ragazzi, altri ai disabili, agli anziani, agli uomini maltrattanti, agli operatori in prima linea (assistenti sociali, avvocati, medici).




EPISODI DI VIOLENZA QUOTIDIANI

Terminal Bus L. Natali – L’Aquila teatro di risse, furti ed aggressioni

L’Aquila, 9 novembre 2024. A seguito delle aggressioni subite dagli appartenenti alla Polizia Locale del Comune di L’Aquila, presso il Terminal Bus L. Natali, la FP CGIL della Provincia dell’Aquila ha trasmesso, in data 17 ottobre u.s., un’istanza al Prefetto ed al Questore dell’Aquila, Autorità di Pubblica Sicurezza, al Sindaco del capoluogo abruzzese ed al relativo Comandante della Polizia Municipale dr.ssa Patrizia Celani, in cui è stato evidenziato l’impiego improprio  del personale della Polizia Municipale presso il nominato Terminal considerata la recrudescenza degli episodi di violenza che avvengono quasi giornalmente  presso la detta località, teatro di risse, furti ed aggressioni.

Nella nota è stato evidenziato che tali eventi non possono essere ricompresi nella normale attività di controllo del  degrado urbano, come disciplinato dal  Regolamento di Polizia Urbana dell’Ente Comunale, ma in vere e proprie turbative al viver civile, in relazione alle quali l’ufficio della Polizia Municipale, istituito dall’amministrazione comunale presso il Terminal bus,  risulta essere un presidio per il  mantenimento dell’ordine pubblico e della sicurezza.

In tale contesto è opportuno sottolineare che gli agenti comunali,  in alcuni  episodi, ne hanno subito le conseguenze,  come il morso sferrato  ad un agente e lo spray urticante spruzzato contro altri operatori.

A tal proposito, la Legge Quadro n.  65/86, ancora vigente,  stabilisce che il personale della Polizia Municipale esercita anche  funzioni ausiliare di pubblica sicurezza,  e a tal fine collabora con le Forze di Polizia dello Stato, come meglio specificato dagli artt. 3 e 5 della detta norma.

Presso il Terminal Bus “L. Natali” le funzioni di pubblica sicurezza sono di fatto svolte dalla Polizia Municipale, che viene impiegata, non in ausilio delle Forze di Polizia dello Stato, come previsto dalla richiamata norma,  ma quale protagonista del mantenimento della sicurezza e dell’ ordine pubblico.

In virtù di quanto esposto, la  FP CGIL della Provincia dell’Aquila ha richiesto che il personale della Polizia Municipale sia impiegato presso il detto presidio insieme a personale delle Forze di Polizia, rimodulando l’impiego degli agenti comunali in conformità a quanto previsto dalla su indicata Legge e, a tal proposito,  attende un concreto  riscontro da parte dei su indicati destinatari.

Anthony Pasqualone, Segretario Generale FP CGIL                                                                              Provincia dell’Aquila




MAMMUT  A TIONE DEGLI ABRUZZI E AD ACCIANO

Terre Sonanti. Nel segno di Massimo Lelj e Titta Rosa. la fiera della capra e il castello di beffi

L’Aquila, 9 novembre 2024. Sabato a Tione degli Abruzzi la lettura di passi scelti dai capolavori di Giovanni Titta Rosa, come L’Avellano, e di Massimo Lelj come le Stagioni al Sirente, domenica ad Acciano per partecipare alla tradizionale Fiera della capra, all’ombra del castello  medioevale di Beffi.

Sono solo alcune delle proposte delle due nuove tappe nel weekend del Mammut di cartapesta a grandezza naturale realizzato nell’ambito del progetto Terre sonanti, oramai da metà settembre in cammino nei comuni dell’Aquilano, con l’obiettivo di esaltare le energie e i talenti dei territori, e favorire la conoscenza del fossile originale del Mammuthus meridionalis vestinus, conservato nel Munda dell’Aquila, risalente a 1.300.000 anni fa, tornato alla luce nel 1954, tra i meglio conservati di sempre, all’interno di una cava di argilla di Scoppito, capofila del progetto.

Nella precedente tappa a Fontecchio, nella bellissima piazza del Popolo, ha suscitato emozioni l’arrivo delle “pantasime del bosco”, figure mitiche interpretate con un laboratorio dall’artista Massimo Piunti, lo stesso che assieme a oltre 70 persone ha già dato forma allo stesso Mammut e che a Fontecchio ha il suo laboratorio nella sede della “Libera pupazzeria”, fatte ballare al ritmo del saltarello come le tradizionali pupe pirotecniche, in esplosioni e ritmi di colori, a conclusione di un pomeriggio scandito dal  laboratorio di  intrecci di fili e  memoria di Salima Cure , dal canto alchemico di Dera sol e dal reading di Valeria Pica.

Commenta il sindaco Sabrina Ciancone: “Prima e durante il cammino, laboratori con le scuole e attività delle associazioni locali hanno arricchito il viaggio del mammut. Un segno di un passato molto remoto è diventato motivo di unione e di rinascita di un territorio alle prese con una nuova vita fisica e sociale. Uno dei significati che l’iniziativa ha avuto è che  il patrimonio culturale è qualcosa di vivente che ci riguarda, coinvolge tutti da vicino. Il mammut, questo essere ancestrale, ci ricorda che il pianeta ha una storia antichissima e che è attraversato da forze naturali che è importante percepire per sviluppare una maggior coscienza ecologica”.

Venendo dunque alle prossime tappe: a Tione degli Abruzzi, la giornata inizia nella frazione di Goriano Valli, con appuntamento alle ore 10.00 al Circolo Vallese Asd, in piazza del Monumento ai Caduti. Sarà possibile partecipare ad una  passeggiata sul  territorio a cura della Cooperativa di Comunità Cuore delle Valli  e del Parco Naturale Regionale Sirente Velino, in particolare nelle principali stazioni del MuDi Museo Diffuso Sirente Velino,  e lungo il “cammino delle cerque antiche” fino alla torre medievale. Sempre alle ore 10 presso “Atelier della Creatività “  laboratorio per bambine/i  e famiglie “ Un mammut da sogno, parole leggere che danzano sulle bolle di sapone” a cura dell’associazione Il Bosco del Fauno.

Poi nel pomeriggio, alle ore ore 15.15 in piazza Don Natale Mariani di Tione degli Abruzzi arriverà il Mammut,  con un ricchissimo programma. Si comincia con la restituzione del laboratorio “Un mammut da sogno”, a cura dell’associazione Il Bosco del Fauno, a seguire le letture di brani scelti di Massimo Lelj e Giovanni Titta Rosa, grandi scrittori del ‘900, rispettivamente di Tione degli Abruzzi e della frazione di Santa Maria del Ponte, per la voce e l’interpretazione di Amedeo Di Nicola , e a cura dell’Associazione di Promozione Sociale “Massimo Lelj”.

A seguire  “Goriano, un paese tra due mondi”, con testi e letture a cura di Raffaella Capannolo e dell’ Associazione Santa Maria del Ponte. Sarà possibile visitare la mostra permanente biografica e bibliografica “Terre contrarie, i ritorni letterari di Massimo Lelj e Giovanni Titta Rosa”, allestita presso la casa natale di Massimo Lelj, infine proiezione di “ Panis dies” a cura dell’ associazione Massimo Lelj

Interverranno il sindaco Stefania Mariani e la direttrice artistica di Terre Sonanti Silvia Di Gregorio. Rinfresco e buffet a cura del Bar del Parco.

Dall’altra parte della vallata, ad Acciano, il primo appuntamento sarà la sera di sabato 9 novembre  ore 19, nella frazione di Succiano,  in piazza san Giovanni con  “Aspettando l’arrivo del Mammut”, festa di accoglienza a cura della Pro-Loco di Succiano.

Poi domenica  10 novembre nella frazione di  Beffi, alle ore 10, camminata con il Mammut nell’ambito della tradizionale “Fiera della capra”, fino al castello  medioevale. Alle ore 11 laboratori di canto tradizionale con Diego Sebastiani, e il laboratorio artistico per bambini “Fantamammut”  a cura dell’ associazione Libera Pupazzeria. Alle ore 12  cori e musiche di  Diego Sebastiani, come restituzione del workshop.

Interverranno il sindaco Fabio Camilli e la direttrice artistica  Di Gregorio

Oltre a tutte le associazioni e realtà territoriali citate, preziosa è la  collaborazione del Gruppo Alpini “M.O.V.M. Silvio Di Giacomo” e delle associazioni culturali AterNostrum e Achillopoli.

In entrambe le tappe, canti e musiche di Elena D’ Ascenzo e Davide Zanini, la narrazione teatrale di Alberto Santucci. Come sempre sarà allestita la mostra delle opere realizzate dalla classe 3A del Liceo Artistico F.Muzi – L’ Aquila.

Queste le successive e ultime due tappe: sabato 16 novembre Villa S.Angelo, domenica 17 novembre Sant’Eusanio Forconese.

INFO PROGETTO “TERRE SONANTI – IL MAMMUT”

Il progetto è sostenuto con fondi Restart – Sviluppo delle potenzialità culturali ai sensi della  Delibera CIPE 10 agosto 2016, n. 49”  filone C annualità 2024 di cui è capofila il Comune di Scoppito, sito di  ritrovamento del Mammut,  e sono partner i Comuni di Acciano, Barisciano, Campotosto, Fagnano Alto, Fontecchio, Fossa, Ocre, Poggio Picenze, San Demetrio Ne’ Vestini, Sant’Eusanio Forconese, Tione Degli Abruzzi, Villa Sant’Angelo.

Il progetto vede la collaborazione di Univaq, MAXXI L’Aquila , Teatro Stabile D’Abruzzo, Museo Nazionale D’Abruzzo, Accademia di Belle Arti dell’Aquila, dell’Ente Parco Sirente Velino , della “Comunità 24 Luglio”, del centro socio-educativo Punto Luce L’Aquila, del Liceo Artistico Fulvio Muzi (IIS Bafile), degli Istituti Comprensivi scolastici di San Demetrio e Rocca di Mezzo, di Navelli e di Scoppito (plessi di Barisciano, Poggio Picenze, Fontecchio, San Demetrio, Fossa, Scoppito ed Ocre), delle associazioni Libera Pupazzeria Ets, La Kap – casa di arte e natura, di Appstart società cooperativa Onlus, dell’impresa scenotecnica L’Aquila Scena di Cavalletto d’Ocre, dell’impresa Catering 24 Luglio. È compreso nel “Festival di teatro Aria” ed è parte delle attività culturali di Ateneo. Gode del patrocinio dell’Ufficio speciale per la ricostruzione dei Comuni del cratere sismico 2009 (Usrc).




LAVORI ULTIMATI SULLA PROVINCIALE

Alfonsi: “L’intervento ha permesso una riqualificazione delle zone interessate”. Le risorse, per un importo complessivo di 315 mila euro, sono state assegnate dal Fondo complementare al Piano nazionale di ripresa e resilienza. Il vicepresidente: “Verranno appaltati ulteriori lavori per 500 mila euro”

L’Aquila, 9 novembre 2024. Sono terminati i lavori di messa in sicurezza sulla strada provinciale 21 “Magoranese”, nei territori di Ortucchio e Gioia dei Marsi, in provincia dell’Aquila. A darne notizia è il vicepresidente della Provincia dell’Aquila, Gianluca Alfonsi, che detiene la delega in materia di Viabilità nella Marsica.

“L’amministrazione provinciale, guidata dal presidente Angelo Caruso, ha già investito numerosi fondi per la messa in sicurezza di questa importante arteria di collegamento – sottolinea Alfonsi – Tanto è stato fatto, ma il nostro impegno prosegue: entro dicembre, infatti, verranno appaltati ulteriori lavori per 500 mila euro per il completamento del tratto fino a Ortucchio e prevediamo nel prossimo bilancio ulteriori risorse per l’illuminazione del tratto Gioia dei Marsi-Lecce nei Marsi”.

In particolare, i lavori hanno riguardato il rifacimento del piano viabile tra gli abitati di Gioia dei Marsi e la frazione gioiese di Casali D’Aschi, la realizzazione di un percorso pedonale in località “laghetto di Ortucchio”, il rifacimento e la manutenzione degli impianti di pubblica illuminazione, l’apposizione di guard-rail e la segnaletica orizzontale in alcuni tratti della strada.

L’intervento, appaltato dalla Provincia dell’Aquila all’impresa Feling 2000 Srl di Avezzano (L’Aquila), è il primo dei tre compresi nel programma ministeriale Snai (Strategia nazionale per le Aree interne) per il quale l’Ente provinciale ha ottenuto un finanziamento per gli anni 2021-2026. Le risorse, per un importo complessivo di 315 mila euro, sono state assegnate dal Fondo complementare al Piano nazionale di ripresa e resilienza per la manutenzione straordinaria delle strade delle Aree interne.

Il vicepresidente della Provincia, infine, nel ringraziare il dirigente del settore Viabilità della Provincia, l’ingegnere Nicolino D’Amico, il Responsabile del progetto, l’ingegnere Mario Martellone, e il direttore dei lavori, l’ingegnere Gregorio Di Muzio, aggiunge che “la messa in sicurezza dell’arteria stradale ha permesso una riqualificazione delle zone interessate e gli ulteriori interventi sono in corso di attuazione e vedranno la cantierizzazione nel corso del prossimo biennio”.




SOLE OSCURO

Il novantenne de Benis al Fla per Drakon edizioni

Pescara, 9 novembre 2024. Remo Deconte, ottantenne che decide di non cedere al suo imminente declino, incontra la giovane Martina al parco di Villa Borghese. La ragazza ama e dipinge gli acquerelli. È bellissima, ma la poliomielite avuta da bambina le ha menomato una gamba.

Un quadro complesso ma di grande impatto emotivo quello offerto dal romanzo “Sole oscuro” di Bruno de Benis, fiero e vivace signore di novant’anni che ha iniziato a scrivere fin da ragazzino ed oggi si presenta al Fla di Pescara con il suo lavoro per la Drakon edizioni di Villa Raspa di Spoltore (Pe). L’appuntamento è per domenica 10 novembre alle ore 18.00 presso Sala Unione – Nuovo Spazio Fla a piazza Unione. Dialoga con de Benis, la giornalista Alessandra Renzetti.

Deconte ha un tormento che lo perseguita da anni: da ragazzo rifiutò la compagnia di Elena, una ragazzina graziosa ma disabile, claudicante. Seppe poi che la bellissima Elena, ormai donna, sola e senza amore, aveva posto fine alle sue sofferenze con l’estremo gesto del suicidio.

Martina, per il vecchio Deconte, diventa la gioia delle sue giornate, la sua rinascita spirituale, la possibilità di rimediare in qualche modo alla sua infamia di giovane immaturo, la sua catarsi. Quella straordinaria e dolce intesa che si stabilisce tra “nonno e nipote” ridarà a Martina la dignità che la disabilità le aveva sottratto e riuscirà a realizzare anche il progetto per lei più grande e profondo.

Bruno de Benis viveva a Roma e, incuriosito dai nomi delle vie, cercava notizie su quei personaggi scritti sui muri.

Non aveva nemmeno il vocabolario, e le parole le rubava ascoltando i discorsi dei grandi quando parlavano di guerra o di politica. Crescendo riuscì sempre meglio a incasellare parole e saperi, finché una gentile professoressa gli rivelò del suo talento nella scrittura che sarebbe stato bene coltivare.

E così fu. Finalmente nel ‘71, a Melbourne, vide la luce “Il Complotto”, il suo primo romanzo. Ne seguirono tanti altri, compreso questo che hai tra le mani. Evento gratuito fino ad esaurimento posti.




UNA VICENDA INCREDIBILE

Ecco la storia della bretella A14 – porto di Ortona

Ortona, 9 novembre 2024. La procedura per la realizzazione della bretella A14 – Porto avviata nel 2007, quando alla guida della provincia di Chieti c’era l’ortonese Tommaso Coletti, con relativo appalto, era stata, espletata correttamente e i lavori erano stati aggiudicati ad una associazione temporanea di imprese con un finanziamento a disposizione della Provincia di 10 milioni di euro.

L’appalto è stato aggiudicato con un ribasso d’asta del 37,726% e i lavori erano stati avviati immediatamente e, quando nel 2009 è subentrata la nuova amministrazione, risultavano eseguiti circa l’80%  dei lavori e il ribasso d’asta era ancora tutto disponibile sul quadro economico. Gli stessi lavori, secondo il contratto, sarebbero dovuti terminare entro il 28 novembre 2010.

Il 17 novembre 2011 la nuova amministrazione provinciale aveva approvato una perizia suppletiva e di variante che in pratica aveva assorbito quasi tutto il ribasso d’asta di oltre due milioni di euro. Dopo l’approvazione della suddetta perizia i lavori si sarebbero dovuti completare; entro il 31 dicembre del 2012.  

Purtroppo, a causa di conflitti tra l’impresa e l’amministrazione, i lavori si sono bloccati.

Passiamo a nostri giorni: dopo varie peripezie e contenziosi amministrativi, nel corso del 2023, il contratto iniziale è stato risolto bonariamente dando la possibilità alla Regione, alla Zes ed alla stessa Provincia di progettare, finanziare ed appaltare i lavori di completamento dell’opera; lavori consegnati il 2 agosto 2023 alla ditta vincitrice dell’appalto indetto dalla ZES, individuata come soggetto attuatore dei lavori da parte della Regione.

Parte dei lavori di completamento è stata lasciata alla gestione della Provincia, mentre la parte più consistente è stata affidata alla ZES.

La gestione dell’appalto complessivo è stata affidata alla ZES, insieme ad un altro finanziamento di oltre due milioni di euro disposti dalla Regione Abruzzo.

Allo stato attuale: a distanza di oltre un anno dalla consegna dei lavori di completamento, dopo diciassette anni dall’appalto principale, il cantiere è fermo e non si conoscono i termini temporali per il completamento dell’opera.

Con l’istituzione della ZES unica per il mezzogiorno, che ha unificato i territori delle regioni Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sicilia e Sardegna e con la istituzione di un nuovo soggetto amministrativo della nuova ZES, la situazione si è ulteriormente complicata e i tempi, probabilmente, si allungheranno ancora di più.

Infatti, sembra che la Presidenza del Consiglio dei ministri – struttura di missione ZES – sia intenzionata a trasferire la realizzazione degli interventi che erano in capo alla ZES Abruzzo nuovamente alla Regione, con lungaggini amministrative facilmente immaginabili e di conseguenza con ritardi ulteriori per la realizzazione dell’opera.

Un’infrastruttura ideata per rendere funzionale il collegamento tra la A14 e il porto di Ortona, il porto più importante d’Abruzzo, dopo 17 anni dall’apertura del cantiere, non ancora viene realizzata!

Sembra mai possibile che gli ortonesi le sue forze politiche ortonesi non fanno sentire la loro voce di fronte ad una vicenda del genere?

La Redazione




COMMEMORAZIONE DEGLI EROICI PARTIGIANI DI SANTA BARBARA

di Filippo Paziente

Chieti, 9 novembre 2024. L’8 novembre, ricorrendo l’81° anniversario del loro sacrificio, abbiamo commemorato gli eroici partigiani Francesco Sciucchi e Antonio Aceto, presso il cippo che li ricorda, eretto l’8 novembre 1945 da Alessandro Sciucchi, padre di Francesco. Erano presenti alcuni congiunti, i sindaci di Bucchianico e Palombaro, dirigenti e soci dell’ANPI e dello SPI. Abbiamo scoperto una pietra della Maiella, donata dall’amministrazione di Palombaro, su cui sono impresse le foto dei due Martiri. 

Erano componenti di un nucleo della banda Palombaro operante nella contrada Santa Barbara. Sciucchi, di anni 35, era tenente medico,  aveva partecipato alla campagna d’Albania e prestato servizio nell’ospedale militare di Chieti. Aveva tre fratelli, due sposati e uno celibe.  Con una radio ricetrasmittente, manteneva i collegamenti con gli inglesi, di cui aveva studiato la lingua.  Aceto, di anni 24, aveva quattro figli in tenera età: lavorava come mezzadro nella proprietà del suocero di Carlo Cavorso, fratello di Nicola, uno dei nove partigiani fucilati a Colle Pineta di Pescara l’11 febbraio 1944. Aveva Aveva combattuto in Grecia, in Albania e in Africa. Tornato in patria, si unì al nucleo di Sciucchi, aiutando gli ex prigionieri inglesi ad attraversare il fronte.

In seguito alla delazione di alcune spie prezzolate, furono entrambi arrestati  dai tedeschi, trasportati a un paio di Km sotto Bucchianico e fucilati.

L’8 novembre 1943 furono uccisi dai tedeschi altri due partigiani del nucleo di Santa Barbara: Roberto Agostini e Ruggero Carlone, in modo diverso. Carlone era un giovane contadino di 21 anni. Secondo la testimonianza della signora Anna Carlone, sua lontana parente, “cadde falciato dalla mitragliatrice tedesca  nel disperato tentativo di proteggere Sciucchi mentre stavano per sparargli”. Trasportato agonizzante all’Ospedale Civile, morì il giorno dopo. Agostini era un colonnello di artiglieria; aveva partecipato alla campagna di Grecia accanto al capitano di artiglieria Trieste Del Grosso. Per la sua esperienza, fu nominato componente del comando militare del Comitato Provinciale di Liberazione.  Quando i nazisti spararono un colpo di pistola per segnalare ai camerati la cattura di Sciucchi, il colonnello,  che si era rifugiato in una masseria per sottrarsi ai pericoli dei bombardamenti, udito lo sparo, temendo di essere arrestato,  cercò di scappare, ma fu raggiunto in pieno da una raffica di mitraglia, che lo stese morto sul posto.

Una riflessione sui tre militari partigiani. Nei territori occupati dai fascisti, al pari degli altri militari italiani, anche loro avevano compiuto rastrellamenti  feroci contro i coraggiosi partigiani che combattevano  per liberare la loro patria dagli invasori. Dopo l’8 settembre, tutti i soldati furono posti di fronte al dilemma: che fare? Alcuni, i fascisti “duri e puri”, scelsero di restare fedeli a Mussolini e di entrare nella RSI; altri, come Sciucchi, Aceto e Agostini,  scelsero di combattere per la libertà della propria patria: dopo aver combattuto a fianco dei nazisti contro partigiani dei territori occupati, divennero partigiani italiani combattenti contro i nazifascisti.




PREMIO GIORNALISTICO GIANNI FOSSATI 2024

Giovanni Angelucci vince il premio dell’accademia italiana della cucina. Il giovane teatino, già volto noto del piccolo schermo per i suoi programmi tv di cucina e viaggio intorno al mondo su Gambero Rosso TV, ha ricevuto ieri a Milano il riconoscimento per l’impegno nel suo lavoro

Pescara, 8 novembre 2024. È andato a Giovanni Angelucci il premio istituito in memoria del giornalista Gianni Fossati, morto a causa del Covid nel marzo del 2020.

Il giovane teatino, già volto noto del piccolo schermo per i suoi programmi tv di cucina e viaggio intorno al mondo su Gambero Rosso TV, ha ricevuto il riconoscimento, giunto al quarto anno, per l’impegno nel suo lavoro con il quale valorizza quotidianamente la cucina italiana.

Il premio Gianni Fossati – assegnato dall’antica Accademia Italiana della Cucina, fondata nel 1953 – è stato consegnato a Milano durante la cerimonia del 7 novembre. Alla penna del gastronomo teatino è stato riconosciuto il valore di essere una delle voci che più si sono distinte “per il loro impegno alla riscoperta e alla valorizzazione delle abitudini e tradizioni gastronomiche italiane”, come ha sottolineato il Presidente dell’Accademia Paolo Petroni.

Giovanni Angelucci, approdato ormai da qualche anno sulla scena televisiva, continua a raccontare con passione e dedizione le molteplici storie attorno a cuochi, produttori, ingredienti, tradizioni gastronomiche e continua imperterrito a compiere il giro del mondo in cerca di nuovi sapori e odori da divulgare.

“Onorato e orgoglioso di contribuire quotidianamente alla valorizzazione della cucina italiana con il mio lavoro. Grazie! – ha dichiarato Angelucci – Un auspicio per me e i miei colleghi: abbiamo la fortuna di svolgere uno dei lavori più belli e romantici del mondo, proviamo a mantenere lo stesso entusiasmo delle prime interviste fatte, dei primi articoli scritti e delle prime cene importanti condivise. Perché sarà quando non ci stupiremo più di cotanta meraviglia che sarà allora giunto il momento di farci delle domande. Per il momento, però, io ho più fame di ieri e sono pronto per ricominciare a viaggiare insieme a voi domani.  Buon appetito e viva la cucina italiana!”.

Insieme a lui sono state premiate la direttrice de ilGusto Eleonora Cozzella e la giornalista e scrittrice Camilla Baresani.