ABRUZZO AIRPORT SI ACCENDE con gli eventi di Natale

Dal 13 al 27 dicembre, degustazioni, concerti e libri nel terminal

San Giovanni Teatino, 11 dicembre 2023. Anche quest’anno Abruzzo Airport ha allestito un calendario di Natale per trascorrere le festività all’interno della galleria. Molti degli appuntamenti sono strutturati in collaborazione con il ristorante Concorde, al primo piano della galleria, e celebrano le eccellenze gastronomiche della regione.

Si comincia mercoledì 13 dicembre alle 18 con il Gran Galà dell’olio, un momento per degustare gli Evo della regione. All’oro giallo d’Abruzzo si affiancheranno anche le bollicine regionali.

Si prosegue mercoledì 20 dicembre alle 18 con Ab Cheese. Protagonisti saranno i formaggi abruzzesi, abbinati alle birre artigianali della regione.

Giovedì 21 dicembre alle 10, al piano terra della galleria, si esibiranno in un concerto di Natale i bambini del comprensivo 3 di Pescara. A seguire, alle 11:30, si terrà la presentazione del libro “Fino a Te” di Paola Tolone, la testimonianza dell’autrice, affetta da Sla, (sclerosi laterale amiotrofica), del periodo più impegnativo della sua vita e di come lo ha e lo sta affrontando tra forza psicologica, valori familiari e fede.

Mercoledì 27 dicembre, alle 18, torna per il secondo anno Calici in Airport, l’evento organizzato in collaborazione con Ais Abruzzo, l’associazione italiana sommelier. Sempre al primo piano, i sommelier dell’associazione proporranno in degustazione i vini della regione per un viaggio attraverso la proposta vinicola abruzzese. L’appuntamento sarà arricchito dal concerto del travolgente The Precious Gospel Singers, diretto dal maestro Giulia Martella che si esibirà nelle più belle canzoni di Natale, in un repertorio classico gospel e spirituals.

“Abbiamo voluto anche quest’anno organizzare una serie di appuntamenti per vivere sotto un aspetto diverso la galleria dell’aeroporto – ha commentato il vicepresidente della Saga, Alessandro D’Alonzo -Gran parte degli eventi vogliono essere una vetrina delle eccellenze gastronomiche della regione per mostrare le tante sfaccettature che il nostro Abruzzo ha da offrire ai turisti che volano su Abruzzo Airport e scelgono la regione per trascorrere le loro vacanze in tutte le stagioni. Abbiamo ancora una volta coinvolto i bambini del territorio che anche negli scorsi Natali hanno scaldato la galleria con le loro bellissime voci. E poi abbiamo voluto dare spazio alla presentazione del libro di Paola Tolone, che ha messo nero su bianco tutta la forza nell’affrontare la sua grande sfida”.




LEGAMI CHE TRASFORMANO: L’AFFIDO FAMILIARE

Convegno evento di promozione e informazione su una pratica di accoglienza e prevenzione del disagio

Chieti, 11 dicembre 2023. Si parlerà di affido familiare nel convegno che si svolgerà domani, martedì 12 dicembre dalle ore 9.00 alle ore 18.00 nella Sala della Chiesa di San Martino Vescovo a Chieti Scalo, in Via Pasquale Borrelli, 2. L’evento, dal titolo “Legami che trasformano: l’affido familiare” ha come finalità principale, la sensibilizzazione della comunità locale sull’importanza dell’affido familiare come risorsa fondamentale per il benessere dei bambini e dei ragazzi.  La giornata di sensibilizzazione si apre con i saluti istituzionali del sindaco Diego Ferrara, a seguire Pierluigi Balietti, presidente di Chieti Solidale, Angela Falcone, dirigente del Comune di Chieti, l’avvocata Matilde Giammarco, Garante comunale dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza e il presidente dell’ordine degli assistenti sociali della Regione Abruzzo, Amalia Di Santo. Fra i relatori, rinomati esperti in diversi settori tra i quali quello psicologico, sociale e legale, tra cui l’avvocata Marialuisa Tomeo, l’assistente sociale Francesca D’Atri, la psicologa-psicoterapeuta Viviana Armenise, l’educatrice, Anna Maria Bruno, l’educatore Gabriele Malandra, la psicologa-psicoterapeuta Patrizia Zuccarini, il giudice onorario Chiara Gallo. L’evento prevede anche la partecipazione di importanti docenti dell’Ateneo “G. D’Annunzio” di Chieti-Pescara, quali Michele Cascavilla, Mara Maretti, Thea Rossi e la dottoranda di ricerca, Clara Salvatori. Sarà presente anche l’Associazione “Affidati” di Chieti, con il presidente, Franco Silvestri e la professoressa Maria Antonietta Ferretti.

“Il convegno nasce per esplorare le dinamiche, le sfide e le opportunità che circondano questo importante istituto giuridico – così il sindaco Diego Ferrara – che da tempo promuoviamo come Comune sia per il benessere dei ragazzi, sia per quello delle famiglie che si aprono a questa scelta, che promuove la cultura dell’accoglienza e necessita del supporto della pubblica amministrazione che se ne fa motore. L’evento vuole anche favorire la collaborazione e la sinergia tra istituzioni, servizi sociali e la comunità locale nel suo insieme per ampliare il numero di famiglie o persone singole disponibili all’accoglienza”.

“Il convegno prevede sessioni informative guidate da esperti nel campo del sociale, della psicologia e del diritto di famiglia – spiega l’assistente sociale comunale Francesca D’Atri, motore organizzativo dell’evento con il settore dedicato – . Saranno affrontati argomenti cruciali come le motivazioni e le sfide dell’affido, l’importanza del sostegno alle famiglie affidatarie e le modalità per favorire il successo di questi percorsi di tutela dei nuclei familiari. A moderare la giornata sarà presente la psicologa-psicoterapeuta Maria Gabriella Marulli. Sarà un convegno aperto alla condivisione, infatti i relatori non solo metteranno a disposizione della cittadinanza la propria esperienza, ma risponderanno anche alle istanze e agli approfondimenti che saranno suscitati dalle domande del pubblico. Invitiamo le istituzioni scolastiche, le associazioni del territorio, le aziende pubbliche e private e tutti i cittadini interessati a partecipare attivamente a questo importante incontro. La partecipazione di tutti è essenziale per costruire una rete solida di supporto alle famiglie e ai bambini e ragazzi coinvolti nell’affido. È importante essere parte di questa iniziativa che mira a creare un ambiente favorevole per la crescita e il benessere dei nostri giovani cittadini”.




MOSTRA DI ARTE DIGITALE ALL’AURUM

Mostra di arte digitale all’Aurum di Pescara 16 dicembre, ore 17.30

Pescara, 11 dicembre 2023. Sabato 16 dicembre alle ore 17.30 verrà inaugurata la mostra d’arte degli artisti pescaresi Luciano Di Gregorio e Andrea Malandra ospitata presso la struttura Aurum, nella Sala Alambicchi, in Largo Gardone Riviera a Pescara.

La rassegna, articolata in dodici opere complessive, celebra l’evoluzione tecnica dei due maestri che hanno sperimentato, nel corso degli ultimi anni, la pratica della digital art, che negli ultimi anni è diventata una nuova espressione dell’arte contemporanea, e che costituisce il fil rouge che unisce tutte le opere esposte dai due artisti nell’ambito della mostra pescarese.

Di Gregorio, dopo una iniziale formazione accademica si è avvicinato al variegato mondo surrealista attraverso visioni oniriche che hanno influenzano molte sue opere.

La mostra presenta opere di “arte digitale”. Si tratta di sovrapposizioni fotografiche, in cui vengono raffigurati principalmente volti di donne immerse nei loro pensieri e alla ricerca di una loro dimensione. Essi appaiono inebriati da un’atmosfera surrealista che rende queste muse dell’autore delle eroine atemporali, attraversate da un velo alchemico acuito dalla bicromia bianco-nero attraverso cui egli dona alle sue immagini una forte carica espressiva.

Malandra, affermato regista, produttore, filmmaker e artista che nel corso della ventennale carriera ha già riscosso grande successo nelle sue produzioni cinematografiche ci presenta, invece, sei vedute della città di New York rivisitate in chiave astratta dallo stesso artista attraverso strumenti digitali. Le sue opere offrono uno spaccato soggettivo della grande icona urbana americana, mettendo in risalto luci e ombre, offrendo allo spettatore spunti di riflessione sull’estetica urbana della Grande Mela.




IL CARRETTIERE DI VICO BONELLI di Maria Polidoro

Presentazione del libro 13 dicembre alle ore 17:30, ristorante la Piccola Canadese

Ortona, 11 dicembre 2023. Sarà presentato il 13 dicembre a Ortona presso il ristorante la Piccola Canadese “Il carrettiere di Vico Bonelli” di Marina Polidoro, novità editoriale delle Edizioni Menabò di ritorno dalla fiera Più Libri Più Liberi a Roma.

L’autrice,  alla sua prima opera letteraria, ha tratto ispirazione per la vicenda narrata nel libro dai racconti tramandati in famiglia sulla città di Ortona e dei suoi abitanti, per soffermarsi, in particolare, su un carrettiere ortonese del Settecento, Tommaso Basti. Nel romanzo il personaggio vive ad Ortona in un momento di grande conflittualità sociale. L’autorità farnesiana è particolarmente screditata e i gruppi detentori del potere politico cittadino sono in contrasto tra loro, si sfidano a mezzo di suppliche ai sovrani, ricorsi, regalie in denaro, denunce e diffamazioni. Il popolo si trova in seria difficoltà, vessato da gabelle e costretto a subire torti ed umiliazioni da più parti.

Tommaso Basti è un giovane uomo, dotato di un fisico robusto, un carattere tenace con una scarsa propensione alla sottomissione, un ortonese consapevole di sé, attento soprattutto alle necessità della sua famiglia e a migliorare la sua condizione economica. Tali caratteristiche, proprie della popolazione ortonese del passato e del presente, rendono questo personaggio estremamente attuale.




POLIZIA LOCALE DI SILVI IN STATO DI AGITAZIONE

Silvi, 11 dicembre 2023.  A conclusione delle trattative per la contrattazione decentrata 2023-25, il CSA RAL, coordinamento provinciale di Teramo, su mandato degli operatori e della RSU della Polizia Locale, ha proclamato lo Stato di Agitazione del personale di vigilanza della città di Silvi.

I lavoratori evidenziano le gravi discriminazioni che l’amministrazione, con l’azione del segretario generale nominato presidente della delegazione trattante, ha messo in atto a discapito degli addetti di Polizia Locale, sostanziatesi in concrete disparità di trattamento rispetto agli altri dipendenti nonché nella cancellazione di diritti acquisiti da anni.

L’azione sindacale segue ad una serie di incontri dal clima teso, dove l’organizzazione dei lavoratori ha dovuto constatare una sostanziale chiusura alle proposte avanzate che ha portato alla mancata sottoscrizione dell’accordo decentrato.

Inoltre, nei mesi scorsi, il sindaco ha emanato atti di demansionamento a danno del personale della Polizia Locale, chiaramente non conformi alle leggi e che persino il competente Dipartimento Regionale ha inteso censurare definendoli “non in linea con la normativa regionale”, richiamando inoltre l’amministrazione ad “adeguare il proprio regolamento, valutando soluzioni organizzative compatibili con il quadro normativo di riferimento.”

In ultimo, nonostante il CSA avesse da tempo sollevato il problema, nulla è stato fatto riguardo alla omissione contributiva che si protrae da oltre 5 anni e che ha visto gli appartenenti alla Polizia Locale interamente privati dei versamenti previdenziali previsti dal codice della strada. “Siamo basiti – sottolinea il CSA – dalla condotta dell’amministrazione e nello specifico del sindaco Andrea Scordella che, oltre ad essere un collega della Polizia di Stato, siede nel Comitato Tecnico Consultivo della Polizia Locale, nominato dall’Anci per la Regione Abruzzo. È inaccettabile la sua condotta che disconosce nel concreto i diritti e le specifiche professionalità di donne e uomini che svolgono quotidianamente funzioni a lui ben note e di cui dovrebbe per primo farsi garante nonché paladino.

Atti di demansionamento e omissioni contributive rendono la misura oramai colma. Auspichiamo che l’amministrazione voglia operare un immediato passo indietro già in sede di conciliazione con la mediazione prefettizia”. La palla, adesso, passa all’amministrazione che davanti al Prefetto di Teramo dovrà rendere conto delle sue azioni e dare le risposte attese. In caso contrario non si escludono iniziative più eclatanti di carattere sindacale. CSA RAL Coordinamento Provinciale Teramo




FARE SQUADRA PER VINCERE LE SFIDE ENERGETICHE

Al via il primo corso interaziendale di Confindustria Teramo al servizio delle aziende del comparto automotive

Teramo, 11 dicembre 2023.  Sviluppare e adottare un efficace SGE (Sistema di gestione dell’energia) rappresenta, all’interno di un’azienda, una procedura complessa che deve essere guidata da figure qualificate.  Formare professionisti in grado di farlo o adeguare le competenze del personale già destinato a tali compiti è l’obiettivo del corso per Energy Manager avviato questa mattina nella sede di Confindustria Teramo, a Sant’Atto.

Si tratta della prima esperienza di corso interaziendale organizzata all’interno dell’associazione di categoria teramana, promossa dalla Sezione Automotive di Confindustria Teramo per sostenere le aziende del comparto impegnate in molteplici sfide (prime fra tutte la transizione verso l’elettrico) e realizzata con il sostegno di due società di formazione associate, Eventitalia e Profili Aziendali, che per l’occasione hanno unito le forze per offrire un unico servizio.

Obiettivo del corso – che vedrà impegnati cinque Manager di aziende rappresentative del settore sul territorio, per sette giornate formative da otto ore ciascuna – è quello di offrire le competenze necessarie a perseguire, con un approccio sistematico, il miglioramento continuo della prestazione energetica di un’azienda. La docenza è affidata all’Ing. Marco Giantomassi.

Il percorso consentirà, in particolare, di approfondire i requisiti di base applicabili all’utilizzo e al consumo dell’energia, includendo l’attività di misurazione, di documentazione e di reportistica, di progettazione e d’acquisto di attrezzature, i processi e il personale che contribuiscono alla definizione della prestazione energetica.

All’incontro di apertura i Corsisti sono stati accolti da Marco Matteucci e Nicola Catenaro (rispettivamente Presidente e Consigliere della Sezione Automotive di Confindustria Teramo), Alessandro Di Annunzio (Profili Aziendali) e Matteo Marchetti (Eventitalia).

Confindustria Teramo




NULLA È CAMBIATO PER LA STAZIONE DI MARTINSICURO

È in vigore dal 10 dicembre il nuovo orario invernale dei treni. La Regione Abruzzo continua a mortificare la stazione ferroviaria di Martinsicuro

Martinsicuro, 11 dicembre 2023. Lo scorso giugno avevamo segnalato, pochi giorni dopo l’entrata in vigore dell’orario estivo, le poche fermate dei treni nella stazione truentina. Solo a seguito delle nostre denunce la Regione Abruzzo si era mossa per provare a migliorare la situazione aggiungendo la fermata di qualche treno TUA, visto che all’inizio della stagione estiva non erano stati previsti nemmeno i convogli di competenza regionale.

Ora, con l’entrata in vigore dell’orario invernale, ci risiamo: sono solo 7 i treni che sostano in direzione Nord San Benedetto e solo 5 quelli in direzione Sud verso Pescara.

Continua e permane, quindi, la totale mancanza di attenzione della Regione Abruzzo verso la stazione ferroviaria di Martinsicuro. In sostanza nel passaggio dall’orario estivo a quello invernale, nonostante le accese battaglie, nulla è cambiato nella programmazione delle fermate dei treni che vi transitano, anzi per certi versi la situazione è peggiorata visto che il numero è anche diminuito.

La Regione Abruzzo continua a non capire che, se un treno ferma ad esempio a Tortoreto, lo stesso devo farlo anche a Martinsicuro, altrimenti salta completamente il principio della mobilità fra i comuni.

Con questi risibili numeri, la nuova stazione truentina, non svolge, quindi, la propria mission. Non fungendo da collegamento tra le città della costa, non riduce il traffico e quindi non migliora la sicurezza stradale; non svolge alcun servizio utile ai pendolari, agli studenti e ai lavoratori; non aiuta la Città di Martinsicuro a migliorare la propria attrattività turistica.

Italia Viva, inoltre, aveva chiesto l’implementazione di una linea sperimentale che da Teramo, giungesse a Giulianova per poi proseguire verso nord e quindi transitare per Martinsicuro ed arrivare fino a San Benedetto. Nulla è stato programmato e fatto anche su questo aspetto.

“Questa situazione non è accettabile: una fermata a norma, accessibile ai disabili, costata alcuni milioni di euro, è stata completamente abbandonata dalla Regione Abruzzo che ha deciso in sostanza di non valorizzarla non facendola vivere.” – dichiara Dante Cicchi portavoce Italia Viva Martinsicuro.

“La Regione continua a mortificare la stazione ferroviaria di Martinsicuro. Nonostante gli annunci del Sindaco Vagnoni e del Sottosegretario D’Annuntiis, il dato di fatto è che lo scalo truentino continua ad essere marginale e non centrale nelle politiche di mobilità ferroviaria della Regione Abruzzo.” – conclude Luciano Monticelli Presidente provinciale di Italia Viva Teramo.




FRANCO MARINI E LA VESTINA D’ABRUZZO

Al Senato la presentazione del libro. Domani la presentazione del volume di Teodoro e Gallerati, con Michele Fina e Annamaria Furlan

Pescara, 11 dicembre 2023. Il libro “Franco Marini e la Vestina d’Abruzzo” arriva a Palazzo Madama, dove l’ex deputato abruzzese e storico leader della Cisl è stato presidente dal 2006 al 2008 e senatore fino al 2013.

Il volume dedicato al politico e sindacalista nativo di San Pio delle Camere, edito da Solfanelli e scritto da Maurizio Teodoro e Renzo Gallerati, sarà presentato domani, martedì 12 dicembre, nella sala Caduti di Nassirya del Senato della Repubblica.

Un evento promosso e organizzato dal senatore abruzzese Michele Fina, per ricordare la figura istituzionale di Marini e il profilo dell’uomo oltre la sua vita pubblica, anche attraverso il suo legame con quella terra vestina che lo ha eletto più volte parlamentare.

Per Franco – ricorda Michele Fina – la dimensione nazionale e quella locale si intrecciavano indissolubilmente. Sapeva essere duro, tenace, ruvido, eppure allo stesso tempo aveva una innata predisposizione all’ascolto, una vocazione ostinata al dialogo, all’attenzione verso le ragioni diverse dalle sue, anche le più distanti. Un uomo determinato, fiero e forte, a volte aspro, come spesso nei tratti della nostra terra, eppure animato da una grande cultura della mediazione. Era poi un politico popolare e non un populista. Popolare sia nell’accezione valoriale sia nel senso di appartenenza ad una cultura politica e ai suoi principi”.

A Franco Marini – dicono Teodoro e Gallerati, il primo assessore comunale a Pescara nei primi anni Ottanta e consigliere regionale negli anni Duemila, il secondo sindaco di Montesilvano dal 1990 al 2004 e poi vice presidente della Provincia di Pescara fino al 2009 – dobbiamo non solo il ricordo per il suo vissuto di leader sindacale, segretario del rinato Partito Popolare erede moderno di quello fondato nel 1919 da Luigi Sturzo, non solo di Ministro del Lavoro, di europarlamentare, di Presidente del Senato della Repubblica, già deputato eletto nel collegio 11 “Montesilvano-Penne” e due volte candidato al Quirinale. Gli dobbiamo soprattutto l’esempio della sua capacità di analisi, grande trattativista e attenzione per i territori e le loro più operose generazioni. L’Italia e il nostro Abruzzo hanno perso un amico ed un grande protagonista della vita istituzionale, politica e sociale”.

Insieme ai due autori e a Fina, interverrà la senatrice Annamaria Furlan, segretaria generale della Cisl dal 2014 al 2021. Sarà possibile seguire l’evento anche online, in diretta streaming dalle ore 19 su webtv.senato.it e sul canale YouTube del Senato.




PANTALONE SI CANDIDA ALLE REGIONALI

L’obiettivo è portare il nostro modello civico e pragmatico in Abruzzo

Chieti, 11 dicembre 2023. Si è svolta questa mattina, alla presenza del Vice Sindaco e leader del gruppo Paolo De Cesare, dell’assessore Tiziana Della Penna e dei consiglieri delle liste Chi Ama Chieti e Chieti C’è, la presentazione della candidatura alle elezioni regionali del 2024 dell’assessore Manuel Pantalone, a sostegno del candidato presidente Luciano D’Amico e in rappresentanza del Polo Civico teatino, all’interno dell’importante lista degli amministratori locali di cui a breve si conosceranno i dettagli e che già si contraddistingue per significatività e competenze.

“Si tratta di una scelta a sostegno del nostro territorio – afferma Pantalone – certificata dai grandi risultati che abbiamo portato in questi anni alla guida della nostra Città. Su sport, commercio e politiche giovanili siamo riusciti a raggiungere obiettivi ambiziosi per la collettività. Tra questi ricordiamo la concretizzazione del centro tecnico federale della pallamano con oltre 500000 euro investite dalla federazione nazionale di disciplina sul nostro Pala Santa Filomena, 1500000 euro di fondi Pnrr sullo sport, oltre 700000 euro di fondi governativi con cui a breve avvieremo i lavori sul campo di Sant’Anna, oltre 600000 euro con cui realizzeremo la cittadella dello sport all’area aperta, 250000 euro con cui abbiamo restituito alla città lo storico campo della villa, i 150000 euro di risorse regionali con cui abbiamo riqualificato il campo di San Martino chiuso da moltissimi anni, l’ efficientamento energetico del Pala Colle dell’Ara con 350000 euro nell’ambito del Pnrr, un pieno efficientamento gestionale con ulteriori 400000 euro di risparmio annuo per l’Ente in seguito agli affidamenti di Stadio Angelini e Palatricalle.

Sul commercio, sin dal post pandemia, ci siamo attivati assicurando sgravi tari per le attività, ed in questi anni abbiamo attivato un fitto calendario di eventi a sostegno della città e del comparto, alcuni dei quali tematici, che si prefiggevano proprio l’obiettivo di dare sostegno e slancio alla categoria. Siamo riusciti a  incrementare il turismo, e la nascita di tante attività ricettive ne è la riprova. Abbiamo puntato su una crescita consapevole del nostro territorio.

In ambito di politiche giovanili tanti sono i progetti avviati in questi anni: il job corner, con oltre 100 giovani che ci si sono rivolti, ha dato la possibilità a 50 di loro di trovare occupazione;

Teate On Air, con 60 mila euro complessivi di investimento, un progetto fatto dai giovani per i giovani della nostra città per una crescita sana delle nuove generazioni, altro aspetto su cui puntiamo con forza.

Per il nostro Abruzzo e per la nostra straordinaria provincia chietina – prosegue Pantalone – abbiamo in mente un programma preciso, che si fonda sulla valorizzazione dello straordinario patrimonio di bellezze culturali, religiose, marittime, sciistiche ed enogastronomiche di cui il nostro territorio gode attraverso una messa a sistema di tutti gli attori coinvolti. Un’implementazione dell’attrattività ricettiva della nostra Regione che non può assolutamente prescindere da un rilancio deciso del nostro aeroporto”.

“La candidatura di Manuel alla Regione rappresenta al meglio la prosecuzione e l’estensione del grande lavoro che abbiamo compiuto in questi anni per la nostra Città e per il nostro territorio – afferma il Vice Sindaco De Cesare – oltre ai tanti risultati citati da Manuel mi preme ribadire il grande lavoro sinergico che, con i nostri rispettivi assessorati, abbiamo portato avanti in questi anni che hanno dato vita a un tangibile incremento turistico certificato dagli introiti della tassa di soggiorno che in pochi anni sono triplicati e da un trend positivo generalizzato per il nostro tessuto economico. Voglio altresì ricordare gli importanti finanziamenti che ci siamo assicurati per quel che concerne la cultura oltre alla sinergia, esplicitata per il tramite della nostra deputazione teatrale, con il polo museale nella gestione degli eventi all’interno dell’arena della Civitella su cui abbiamo organizzato eventi di caratura internazionale che hanno saputo portare benefici importanti alla nostra Città e alla nostra economia. Questa candidatura è costruttiva perché è di proposta e non di critica come spesso accade in politica. Il nostro polo mantiene la propria veste civica perché sia alle elezioni provinciali, con la candidatura di Silvia Di Pasquale, che alle regionali, con la candidatura di Manuel Pantalone, rimane convintamente nei perimetri del civismo in una coalizione che proprio dalla società civile ha individuato il proprio candidato presidente”.

“In questi anni abbiamo avviato il percorso di risanamento dei conti del nostro Ente – afferma l’assessore Tiziana Della Penna – con grandi capacità e con scelte virtuose. Nell’ipotesi di bilancio stabilmente riequilibrato che il nostro consiglio comunale ha da poco approvato c’è una concreta e fattiva riduzione della spesa che, grazie al nostro lavoro, non ha inciso sui servizi che invece abbiamo potenziato grazie a scelte e a sinergie di grande visione e lungimiranza amministrativa”.

Per la consigliera provinciale e capogruppo di “Chi Ama Chieti” in consiglio comunale Silvia Di Pasquale “si tratta di una candidatura forte e credibile che non rappresenta solo il polo civico ma piuttosto un’occasione straordinaria per la nostra Chieti di avere finalmente una espressione vera e non solo formale in seno al Consiglio Regionale. Manuel è il profilo migliore e lo certificano i grandi risultati che, insieme a tutto il nostro gruppo, ha saputo raggiungere in questi anni per la nostra Città. Votare Manuel significa votare Chieti e il nostro territorio che finalmente potrà vedere le proprie istanze accolte e non ignorate”.

“Chieti e la sua provincia meritano questa occasione – così Il capogruppo in consiglio comunale di “Chieti C’è” Enzo Ginefra – perché con Manuel in Consiglio Regionale entrerà il nostro polo e la nostra squadra che tanto bene ha dimostrato di saper fare in questi anni. La nostra Città e il nostro territorio hanno avuto per troppi anni una decentralità strutturata nei perimetri regionali e con l’elezione di Manuel finalmente tale fenomeno si esaurirà perché Chieti riacquisterà la sua centralità. Tante e troppe sono le sfide che la nostra Città ha perso a causa di una rappresentanza all’Emiciclo che fino ad oggi è stata solo formale e mai sostanziale”.

Per il consigliere comunale di “Chi Ama Chieti” Valerio Giannini “con Manuel il Consiglio Regionale avrà al proprio interno un vero e proprio stacanovista che lavora per gli interessi della collettività dando tutto se stesso dalle prime ore del mattino fino a tarda sera, ed io posso esserne testimone. In questi anni, pur tra le mille difficoltà ereditate, abbiamo sempre buttato il cuore oltre l’ostacolo ascoltando le istanze del territorio e provando a soddisfarle, del resto i tanti risultati ottenuti ne sono la riprova”.

Per le consigliere comunali di “Chi Ama Chieti” Gabriella Ianiro e Nunzia Castelli “con la candidatura di Manuel in Regione estendiamo la nostra azione a sostegno del territorio nell’Ente sovraordinato per antonomasia, e questa sarà una grande opportunità per la nostra Città e per la nostra provincia. In questi anni, attraverso il proficuo lavoro nelle commissioni e in consiglio comunale, abbiamo sempre dato un’impostazione incentrata sugli obiettivi e sui risultati da raggiungere e mai sulla polemica sterile. Questa è la nostra forza, quella di un gruppo di persone concrete ed espressione della società civile”.




SUPERMERCATI: LA METÀ NON HA POSTEGGI PER BICI

Piattaforma di valutazione dei servizi dedicati alle biciclette e a chi le guida

Pescara, 11 dicembre 2023. A seguito della ricognizione di cui abbiamo dato conto in una precedente nota, riportiamo un approfondimento su alcuni aspetti di dettaglio che meglio aiutano a capire il panorama delle dotazioni strumentali disponibili per chi si sposta in bicicletta. Le 180 postazioni bici rilevate, fra tutti i 47 punti vendita monitorati, non sono ovviamente distribuite omogeneamente. Infatti, solo in 23 sedi vi sono stalli disponibili, mentre nessuno nei 24 rimanenti. In particolare, nelle sedi con la presenza di stalli sono state rilevate le seguenti tipologie:

7 a pinza, per un totale di 66 posti;

1 a pinza e a spirale, per un totale di 9 posti;

8 a rastrello, per un totale di 37 posti;

2 a spirale e rastrello, per un totale di 8 posti;

5 modello Verona, per un totale di 50 posti.

I migliori stalli sono quelli modello Verona, per la possibilità di agganciare anche il telaio e non solo una ruota, solitamente quela anteriore. In generale il livello di fornitura si è rilevato basso, sia nella quantità che nella qualità.

Nella home page del sito www.osmoci.it è presente la dashboard del flusso in valore assoluto ed in tempo reale dei questonari compilati e una timeline dell’andamento nel tempo.

OSMOCI prende corpo all’interno del Corso di Formazione post-universitario dell’Università degli Studi di Verona, e in particolare di perfezionamento e aggiornamento in: “Esperto promotore della mobilità ciclistica – EPMC“. Ideatore, curatore e referente del progetto è Giancarlo Odoardi.

Tutte le informazioni sono reperibili sul sito: www.osmoci.it e sulla relativa pagina FB

Segui OSMOCI sul canale Telegram: https://t.me/OSMOCI

Giancarlo Odoardi – Ri-media.net – Direttore Editoriale – Web Content Editor




IL NATALE SIAMO NOI

Presepe vivente dei bambini Il 15 dicembre

Francavilla al Mare, 11 dicembre 2023.  Nell’ambito del progetto Il Natale siamo noi, si terrà la seconda edizione del presepe vivente di Francavilla al Mare, animato da docenti e alunni dell’Istituto Comprensivo Masci, bambini di 4 e 5 anni e quelli della primaria e secondaria di primo grado.

 L’ideatrice, coordinatrice e referente del progetto è la docente Vanessa Chiola che si è occupata non solo della parte burocratica, dei permessi alla dirigente scolastica e al Comune, ma anche di quella artistica.

Il presepe si animerà in tutta la via della Civitella in zona San Franco (Francavilla Alta), fino a concludersi in piazza della Rinascita con la Natività e uno spettacolare coro di angeli.

 I visitatori – come da tradizione – saranno accompagnati in un percorso suggestivo artistico, dove gli alunni saranno protagonisti in un viaggio con  ambientazione tipica dei tempi della nascita del bambino Gesù. Il presepe avrà inizio alle ore 17:00, del 15 dicembre 2023 per la durata di un paio d’ore. Le strade saranno interdette fin dal primo pomeriggio per consentire l’allestimento della rappresentazione del Presepe Vivente.

A tal proposito ha spiegato la referente del progetto, Vanessa Chiola: L’obiettivo principale del progetto è sensibilizzare gli alunni, a partire dai più piccoli, all’inclusione, all’accoglienza e alla collaborazione con un notevole gioco di squadra. L’istituto comprensivo Masci vi aspetta per condividere questo spettacolare momento.




L’AMICACCI BATTE IN CASA TREVISO e saluta un magico 2023

di Stefano D’Andreagiovanni

Giulianova, 11 dicembre 2023. Secondo successo consecutivo in campionato della Deco Metalferro Amicacci Abruzzo, che davanti al proprio pubblico supera agevolmente la Crich PDM Treviso nell’ultimo impegno del 2023, un’annata indimenticabile per la squadra giuliese con la conquista del primo scudetto nella sua storia.

L’Amicacci parte con un secco 8-0 grazie ai canestri dalla distanza di Barbibay e alle giocate nel pitturato di Benvenuto e Cavagnini. Gli attacchi degli ospiti si infrangono contro l’ottima difesa degli abruzzesi, che piazzano così l’allungo sospinti da uno Stupenengo ancora una volta protagonista in fase realizzativa e dalla regia di Marchionni. Il primo quarto si chiude con l’australiano Brown che dalla lunetta segna il +13 per la squadra di casa (19-6).

Anche il secondo quarto si apre bene per l’Amicacci, che va subito a segno con il portoghese Mandjam. I canestri del britannico Nagle portano la squadra di coach Di Giusto sul +17, ma nei minuti successivi gli abruzzesi fanno più fatica a livello offensivo. Treviso ne approfitta per rosicchiare il margine di svantaggio nel finale del primo tempo, guidata in attacco dallo sloveno Slapnicar (27-14).

La squadra trevigiana prova a lanciare la rimonta in apertura di ripresa, con due grandi giocate di Favretto che valgono il -8. L’Amicacci però riprende in mano il match sempre grazie alla difesa e torna a macinare gioco, andando in fuga grazie ai canestri di Barbibay e Benvenuto, mattatori del terzo quarto (40-22).

L’ultimo quarto è nel segno degli esterni giuliesi, con Barbibay e Marchionni a cercarsi e a segnare a ripetizione. Il vantaggio Amicacci cresce ulteriormente sugellando una prestazione convincente da parte della squadra di casa (58-33).

La prossima giornata del Girone B di Serie A vedrà la Deco Metalferro osservare un turno di riposo, poi il campionato si ferma per il raduno della Nazionale azzurra e per le festività natalizie. La compagine guidata da Carlo Di Giusto tornerà a giocare il 13 gennaio sul parquet della Comes Boys Taranto per la quarta giornata di ritorno del Girone B della massima serie.

Tabellino

Deco Metalferro Amicacci Abruzzo: Brown 1, Nagle 4, Benvenuto 10, Marchionni 13 (5ast), Blasiotti, Topo, Cavagnini 3 (10reb), Stupenengo 8, Mandjam 2, Boganelli, Greco Brakus 3, Barbibay 14 (8ast). All. Di Giusto.

Crich PDM Treviso: Al Omairi, Tosatto 5, Casagrande 6, Slapnicar 8, Favretto 12, Bernardis 2, Banjac, Giro, Da Rin, Bojanec. All. Cricco.

Serie A – Risultati 2^ giornata di ritorno

Girone A

GSD Porto Torres – Kos Group Santo Stefano 55-83

Santa Lucia Roma – Farmacia Pellicanò Reggio Calabria 45-67

Montello Bergamo – UnipolSai Briantea84 Cantù 40-66

Classifica (W/L):

Cantù 7/0 | Santo Stefano 6/1 | Reggio Calabria 4/3 | Bergamo 3/4 | Porto Torres 1/6 | Roma 0/7 |

Girone B

Deco Metalferro Amicacci – Crich PDM Treviso 58-33

Comes Boys Taranto – Banco di Sardegna Sassari 32-59

Riposa: Menarini Volpi Rosse Firenze

Classifica (W/L):

Sassari 5/0 | Amicacci 5/1 | Firenze 2/3 | Treviso 2/4 | Taranto 0/6 |

Foto: Daniele Capone




IL TIKITAKA SUONA LA NONA: Verona battuto 6-2

Succede di tutto al PalaRigopiano ma il finale è sempre lo stesso: il Tikitaka Futsal Francavilla batte l’Audace Verona

Pescara, 11 dicembre 2023.  Un avvio dai ritmi sostenuti, con la squadra veneta che sceglie di non aspettare all’interno della propria metà di campo le giocatrici di Cely Gayardo, ma di provare a fare la partita. Sull’errore di Debora Vanin, le veronesi recuperano il pallone e concludono a rete con Zandonà: è provvidenziale l’intervento di Gioia Marcelli che devia il pallone in corner. L’estrema abruzzese è ancora fenomenale su De Angelis, che sulla ribattuta ricicla il pallone per Pomposelli che deve solo spingere la sfera nel sacco. È vantaggio delle ospiti.

Tikitaka in affanno che viene salvato nuovamente da Marcelli, ancora su De Angelis. Il team abruzzese si fa rivedere in attacco grazie all’azione personale di Leticia Martìn Cortes ma la conclusione della spagnola viene ribattuta dalla difesa. Sugli sviluppi di un calcio d’angolo, Aida Xhaxho lascia partire un mancino debordante verso la porta avversaria ma è miracoloso l’intervento di Vittorelli che tocca quel tanto che basta il pallone, che dopo aver baciato il palo interno scivola docile nelle braccia dell’estrema veronese.

Dopo l’inizio contratto e lo svantaggio, la pressione delle francavillesi si fa sempre più asfissiante e le occasioni fioccano quando siamo quasi alla metà della prima frazione. Su calcio franco dal limiite dell’area, Xhaxho serve Bertè che scaraventa la sfera nel sacco per il pareggio giallorosso. Un ottimo modo per festeggiare le sue prime due presenze in Nazionale.

La compagine guidata da Gayardo sembra essersi scrollata definitivamente  di dosso una fase iniziale difficile e torna a giocare come sa, schiacciando inesorabilmente le ospiti. Si era vista poco fino a questo momento, ma si iscrive al match anche Debora Vanin con un’azione personale delle sue: rientra con il destro e lascia partire una rasoiata imparabile. Tikitaka in vantaggio. L’Audace Verona è tramortito e pochi istanti dopo lascia libera di colpire Xhaxho, che, con l’aiuto della traversa, segna il suo quinto goal in stagione, il terzo consecutivo. 3-1 per le giallorosse.

Su un rapido capovolgimento di fronte Zandonà, la migliore delle sue, centra il legno con il pallone che rimbalza sulla linea di porta. La panchina ospite predispone per il finale di tempo il portiere in movimento, solo per pochi secondi. A propria volta è Miss Cely Gayardo a giocarsi la carta power play, che sortisce subito effetto con la conclusione di Bertè, che si deposita sull’esterno della rete. La mossa della panchina abruzzese finisce per congelare il possesso fra i piedi delle giallorosse, obbligando le avversarie a correre a vuoto. Su questo canovaccio tattico si conclude il primo tempo, con il risultato di 3-1 a favore delle padrone di casa.

L’inizio della seconda frazione è contraddistinto, come per la prima, da ritmi molto sostenuti. Questa volta però, a dominare il gioco è la squadra giallorossa. Si fa rivedere l’Audace Verona con il sinistro a incrociare di De Cao, neutralizzato prontamente da Marcelli. Risponde Bettioli, imbeccata da un assist di tacco immaginifico di Vanin, ma la sua conclusione viene parata da Vittorelli. Verso la metà del secondo tempo, entrambe le squadre sembrano accusare i primi segnali di stanchezza, a giudicare da diversi errori tecnici in ripartenza e da soluzioni poco convenienti in fase di costruzione.

Proprio su una di queste scelte poco lucide, Marcelli porta il pallone fino a metà campo che le viene sottratto da un’avversaria: l’estrema abruzzese è costretta ad atterrare la giocatrice veneta involata verso la porta sguarnita. Cartellino rosso per Gioia Marcelli. Tikitaka in inferiorità numerica. Per sostituirla, in panchina c’è solo la giovanissima Silvia Luzzi, del roster del’under 19, all’esordio fra le grandi, complice il riposo della titolare Duda.

In questa situazione, su una ripartenza dell’Audace Verona a nove minuti dal termine, va a segno Elena De Cao. Il Verona accorcia le distanze. Le francavillesi però hanno smaltito i minuti di inferiorità numerica. Di fatti, un instante dopo, Leticia Martìn Cortes è glaciale su una palla vagante in area. Le ragazze di miss Cely Gayardo riconquistano il doppio vantaggio, in un momento decisivo, attenuando la baldanza veneta.

A cinque minuti dal termine, la panchina veneta opta per il power play. Le abruzzesi decidono di consolidare il possesso e quando possibile tentare qualche sortita offensiva. Su una transizione positiva delle giallorosse, Alessia Guidotti si trova libera davanti a Jessica Naiara, il portiere in movimento, e non può sbagliare. A un minuto dal termine è 5-2 per le locali. Le ospiti sbandano nel finale e ne approfitta Cortès per la sua doppietta personale. Con questo risultato termina l’incontro. Tikitaka batte Audace Verona 6-2 al PalaRigopiano.

Con questa siamo a nove vittorie e un pareggio su dieci in campionato. Superato lo scoglio veronese, l’attesa è finita, è arrivato il momento della verità: a conclusione del girone d’andata, il prossimo match è contro le campionesse d’Italia e prime in classifica del Bitonto.




SIECO A BOCCA ASCIUTTA nella gara interna contro il forte Cuneo

Sieco Service Ortona – Puliservice Acqua San Bernardo Cuneo 1-3 (25-21 / 19-25 / 23-25 / 15-25)

Ortona, 11 dicembre 2023. La Sieco illude di poter raggranellare almeno qualche punto dopo due set giocati alla pari se non addirittura meglio degli ospiti. Ortona vince il primo parziale ma rallenta nel secondo. Bertoli è al top e trascina i suoi fino al 15-10 nel terzo set ma i ragazzi di Coach Lanci non riescono a gestire il vantaggio subendo il ritorno di Cuneo che proprio nell’ultimissima parte del set, la ribalta e vince con il minimo scarto. Il contraccolpo si fa sentire e Ortona nel quarto set cala inesorabilmente. Di contro Cuneo capisce che deve approfittarne e approntano una fase di difesa/contrattacco micidiale. La Sieco non riesce più a mettere palla a terra e quindi non può che arrendersi agli avversari.

«Siamo partiti bene, anche se Cuneo ha sprecato molto in attacco nel primo set». Dice Leonardo Ferrato. «Poi gli avversari hanno cominciato a giocare bene e anche se possiamo recriminare qualcosa nel terzo set devo ammettere che Cuneo ha giocato meglio. Dobbiamo fare di necessità virtù e ho dovuto giocare fuori ruolo. Non è andata malissimo anche se oggi poteva andare un po’ meglio. Siamo agli sgoccioli di questo girone di andata e nelle ultime due giornate dobbiamo cercare senza dubbio di fare punti»

Prossimi avversari degli impavidi quelli della Conad Reggio Emilia. La sfida è in programma domenica 17 dicembre ma alle ore 19.00

Un primo set equilibrato, con la Sieco che da subito dimostra di poter tenere testa agli avversari conquistando spesso e volentieri punti break. Brava la Sieco in fase di difesa e ricostruzione che riesce a capitalizzare.

Meglio gli ospiti all’avvio del secondo set ma due ingenuità di Jensen (che pesta la linea in attacco) e un Ace di Fabi, riportano la gara in equilibrio. Lo strappo per gli ospiti arriva nella fase centrale del parziale.

Buona partenza per la SIECO nel terzo set che si trova a gestire un generoso vantaggio di tre punti. Ortona però non riesce a gestire e gli ospiti, punto dopo punto trovano il pareggio sull’8-8. Il contraccolpo si fa sentire e la Sieco riprende la marcia grazie soprattutto a un super-Bertoli. Stavolta è il turno di Cuneo per reagire lo fa alla grande. Gli ospiti azzerano uno svantaggio di cinque punti e addirittura passano in vantaggio sul finale.

Subito in vantaggio Cuneo nel quarto set, grazie ad una fase difesa-ricostruzione molto efficace. La Sieco rientrata in campo è palesemente vittima del contraccolpo psicologico di essersi lasciata scivolare dalle mani il set precedente. Niente da fare per Ortona, il muro non funziona più mentre dall’altra parte del campo gli avversari non si lasciano scappare nulla. Ortona non può che arrendersi agli avversari e deporre le armi.

PRIMO SET

Coach Nunzio Lanci dovrà ancora rinunciare a Cantagalli e Patriarca così in campo scendono Dimitrov palleggiatore e Ferrato opposto. Fabi e Tognoni al centro con Capitan Marshall e Bertoli schiacciatori di posto quattro. Libero Benedicenti.

Gli ospiti rispondono con Sottile al palleggio, Jensen opposto, Codarin e Volpato centro, Botto e Andreopoulos schiacciatori Staforini Libero.

Marshall è pronto al servizio per la Sieco il suo servizio impensierisce Gottardo e per Fabi è facile il Tap-In 1-0. Bertoli, mani e fuori 2-1. Ferrato in diagonale 3-2. Fabi colpisce al centro 10-7.

Bene Jenson in diagonale 11-10. Gottardo pareggia i conti 12-12. Bravo Bertoli a gestire un pallone difficile 13-12. Jensen serve sulla rete 15-14. Invasione per Cuneo 17-15. Ferrato trova il tocco del muro 19-17. Ottimo diagonale stretto di Botto 19-18. Benedicenti difende e fa punto 21-18. Ace di Bertoli, che finta la botta ma serve corto 22-18. Lungo il servizio di Codarin 23-19. Jensen carambola sulla mano esterna di Marshall 24-21. Fuori anche il servizio di Gottardo e la Sieco vince il primo set

SECONDO SET

Errore di Marshall che non riesce ad aggiustare una palla complicata 5-6. Muro di Dimitrov 10-11 poi Marshall alza a Bertoli ed è pareggio 11-11. Ace di Fabi 12-11. Fuori il servizio di Dimitrov 13-15. Buona l’intesa tra Dimitrov e Tognoni che stampa il 15-16. Fabi fermato a muro 15-18. La Pipe di Bertoli riconquista il servizio 17-20. Set point per gli ospiti, il 19-24 arriva con un preciso pallonetto. Lunga la ricezione di Benedicenti ed è facile il Tap-in per Cuneo

TERZO SET

Marshall al servizio ma il primo punto è degli ospiti 0-1. Bertoli con una pipe centra il pareggio 1-1. Tognoni passa tra muro e rete 4-2, poi Ferrato fa il 5-2. Fuori il servizio di Botto 6-3. Invasione per la Sieco 8-8. Ottimo il diagonale di Bertoli 11-8. Gran muro a uno di Bertoli 12-8. Attacco in pipe di Marshall 14-10. Fuori il servizio di Botto 16-12. L’attacco di Ferrato sfiora le dita del muro 17-14. Marshall 18-15. Invasione aerea fischiata a Fabi 19-19. Marshall dalla seconda linea 21-20. Gottardo ferma Ferrato, Cuneo in vantaggio. Jensen per il 22-23. Non tiene il muro di Marshall 22-24. Di Giulio sbaglia il servizio 23-25.

QUARTO SET

Il primo punto di questo quarto set è di Bertoli 1-0. Rocambolesco punto degli ospiti 1-2. Bertoli ammette il tocco 1-3. Tognoni di prepotenza al centro 2-3. Fuori il muro di Tognoni 3-8. Fabi piazza un buon muro 6-12. Marshall 7-12. Botto riesce a passare il muro ortonese 9-17. Ace per Dimitrov 11-18. Jensen schiaccia praticamente senza muro 13-23. Gottardo mette a terra l’ultimo punto della partita 15-25.

Sieco Service Ortona – Puliservice Acqua San Bernardo Cuneo 1-3 (25-21 / 19-25 / 23-25 / 15-25)

Durata Set: I: 23’ II: 24’ III: 30’ IV: 22’

Durata Incontro: 1h 39’

Arbitri: Autuori Enrico (Salerno) e Vecchione Rosario (Salerno)

Sieco Service Ortona: Fabi 6, Broccatelli (L) n.e., Bertoli 21, Benedicenti (L) 60% – 27% perfetta, Del Vecchio n.e., Marshall 13, Patriarca n.e., Falcone n.e., Tognoni 4, Donatelli n.e., Ferrato 10, Di Giulio, Dimitrov 4, Lanci E. n.e.

Coach: Lanci N. Vice: Di Pietro L.

Aces: 3  – Errori Al Servizio: 14  – Muri punto: 5

Puliservice Acqua S.Bernardo Cuneo:  Sottile 2, Jensen 19, Volpato 13, Codarin 8, Andreopoulos n.e., Botto 12, Staforini (L) 70% – 48% perfetta, Gottardo 16, Bristot n.e, Cioffi. n.e. Colangelo n.e., Giacomini, Coppa n.e., Giordano (L). Coach: Battocchio M. Vice: Gallesio L.

Aces:  2 – Errori Al Servizio:  13 – Muri punto: 5




MATTINATA IN ONORE DELL’AERONAUTICA MILITARE

Lapide piazza Dalmazia Giulianova

Giulianova, 11 dicembre 2023. Mattinata in onore dell’ aeronautica militare iniziata con lo svelamento di una lapide in corrispondenza del monumento ai caduti in piazza Dalmazia. Alle 11:30 la Messa nella chiesa di San Gabriele, nella domenica che festeggia la Madonna di Loreto.

Si è conclusa con la celebrazione della Messa la mattinata che ha visto lo svelamento e la benedizione di una lapide commemorativa, posta in corrispondenza del monumento ai caduti, in piazza Dalmazia. La cerimonia, patrocinata dal Comune di Giulianova con il contributo di Gabriele Barcaroli, presidente della sezione di Teramo-Giulianova dell’associazione Arma Aeronautica, ha voluto rendere omaggio a 5 aviatori morti durante l’ultimo conflitto mondiale.

I nomi, individuati dalle ricerche di Walter De Berardinis, sono quelli di Domenico Canzari, Mario Di Pietro, Alberto Manocchia, Pierino Sponcichetti ed Ercole Buccella.

Erano presenti il Sindaco Jwan Costantini, il Vicesindaco Lidia Albani, il Capitano dei Carabinieri Antonio Trombetta, il Vicario del Prefetto di Teramo Alberto Di Gaetano, il Presidente dell’ Associazione Gabriele Barcaroli, il giornalista Walter De Berardinis. Ha benedetto la lapide don Vito D’Aloiso. Nella chiesa di San Gabriele è stata esposta una piccola statua della Madonna di Loreto, patrona dell’Aeronautica




IL CULTO DI SAN PANCRAZIO A CARAPELLE

Estratto Pubblicato in Bullettino Deputazione Abruzzese di Storia Patria “HOMINES DE CARAPELLAS – STORIA E ARCHEOLOGIA DELLA BARONIA DI CARAPELLE” L’AQUILA 1988 Pgg. 125-136

di Franco Cercone

La costruzione della chiesa di S. Pancrazio[1] risale verosimilmente ai primi decenni del XVIII secolo, mentre alla prima metà del ‘300 è da attribuirsi, forse, la chiesetta dedicata allo stesso giovane martire, sita accanto all’edificio settecentesco.

La chiesa ha un unico altare, quello appunto di San Pancrazio; ancora nel secolo scorso ve ne erano altri due dedicati rispettivamente a S. Giuseppe ed a Maria Vergine, ma privi di benefìci o lasciti laicali
dovevano trovarsi in uno stato d’abbandono, tale da essere colpiti da interdetto.

Dalla visita pastorale che il vescovo di Valva e Sulmona, Mario Mirone, compie a Carapelle in data 29 luglio 1842, si apprende infatti a proposito di San Pancrazio: “Hec Ecclesia distat ab oppido Carapelle ad milliarium circiter, pertinet ad ipsam communitatem et habet tria altaria nempe. Altare majus sub titulo S. Pancratii, secundum S.Joseph et tertium beate Marie Virginis Costantinopolitani. Aprobabimus primum et reliquimus alios duo sub interdicto”[2].

Carapelle, si sa, era parte integrante della Diocesi di Valva, cui ancora oggi appartiene. Le più antiche bolle corografiche, come quelle di Innocenzo II (1138)[3], Lucio III (1183)[4] e Clemente III (1188)[5],
menzionano una sola chiesa sub titulo S. Pancratii, sottoposta alla giurisdizione valvense. Essa sorgeva a Raiano e precisamente sul colle di San Pancrazio[6].

La Bolla corografica di Clemente III ci dice in particolare che nel 1188 vi erano a Carapelle “Ecclesiam sancti Cipriani, sancti Victorini, sancti Leonardi, sancti Petri, sancti Pauli, sancti Nicholai, et sancti Christofori, sancti Johannis et sancte Marie, sancti Laurentii, sancte Marie, sancti Cataldi, sancte Marie et sancte Marie”[7].

Come è noto, la funzione principale di molte bolle era quella di ribadire l’appartenenza di tali chiese alla giurisdizione ecclesiastica dei vescovi e di difenderle in tal modo dai costanti tentativi degli ordini
monastici, soprattutto Benedettini, diretti ad usurparne il possesso ed a renderle nullius dioecesis. Questo ci spiega come dell’antica chiesa dedicata a San Pancrazio in Carapelle, nessuna menzione vien fatta nelle bolle corografiche in precedenza ricordate. Essa infatti, insieme a 1.600 moggia di territorio, apparteneva al monastero di S. Pietro in Tritas, non lungi da Capestrano, posto alle dirette dipendenze di San Vincenzo al Volturno.

Della plagia Sancti Pancratis (anche: plaia Sancti Pancratis), toponimo che presuppone necessariamente l’esistenza in loco di una chiesa sotto tale titolo, si parla infatti nel Chronicon Vulturnense (anni 779 e 782) a proposito di quidam homines Carapellenses che avevano
occupato, “ingeniose”, alcune terre e boschi appartenenti a S. Pietro in Trite[8].

Si tratta dunque di una chiesa sottoposta alla giurisdizione dell’abate di San Vincenzo al Volturno e per tal motivo non compare nelle bolle corografiche valvensi.

Secondo alcune fonti agiografiche, San Pancrazio subì il martirio il 12 maggio del 304 durante una feroce persecuzione di Diocleziano. Sembra che egli avesse appena compiuto i 14 anni[9], anche se al riguardo è stato osservato che “la passio” di S. Pancrazio, leggendaria, come appare anche dagli errori grossolani di cronologia che vi si trovano, fu probabilmente scritta nel VI-VII secolo da qualcuno degli addetti alla basilica del martire[10].

Sul luogo dove fu decapitato, cioè sull’Aurelia antica, dovette sorgere ben presto una chiesa dedicata al giovane martire, che non più capace di accogliere le masse devote che ivi si recavano in pellegrinaggio, fu sostituita nel 505 da una grande basilica voluta da papa Simmaco[11].

Da San Giovanni Bosco, autore di una nota monografia storica sul martire, apprendiamo che “per dare un pubblico segno della sua grande pietà e devozione verso S. Pancrazio, quel pontefice vi fece fare un arco sopra l’altare, con ornati che pesavano oltre quindici libbre d’argento… La
cosa che poi mirabilmente servì a diffondere il culto verso le reliquie del nostro Santo, fu la maniera sensibile con cui gli spergiuri erano puniti”[12].

Nei suoi Miraculorum libri, San Gregorio di Tours afferma al riguardo che alla tomba di San Pancrazio accorrevano i romani che dovevano prosciogliersi con giuramento da qualche accusa. Il giovane
martire era considerato infatti come uno dei più terribili punitori degli spergiuri e ciò forse per la tenacia e lealtà con cui aveva difeso la sua fede cristiana, in quanto presso la sua tomba “accorrevano i neofiti per giurare fedeltà a Cristo e alla Chiesa”[13].

Allo stato attuale della documentazione in nostro possesso, certamente carente, non sappiamo come mai il culto per S. Pancrazio sia restato circoscritto, nell’ambito della Diocesi di Valva, solo a Raiano e

Carapelle[14].

Anzi, per quanto concerne Raiano, la visita pastorale del Vescovo De Silanis, in precedenza ricordata, ci conferma che nel 1356 non esisteva più qui alcuna chiesa dedicata a S. Pancrazio e con essa deve
essere svanito anche il culto per il martire, il cui nome non figura nel Kalendarium perpetuum ad usum Dioecesis [15].

Una indagine svolta nell’ambito delle diocesi limitrofe a quella peligna e diretta ad individuare altri centri devozionali, ha dato scarsi risultati.

Nella Marsica, per es., troviamo solo due chiese intitolate al martire: la prima nella frazione avezzanese di Castelnuovo (Parrocchia di S. Giacomo e S. Pancrazio)[16], e la seconda a San Sebastiano, frazione di Bisegna, dove è intenso invece il culto per Santa Gemma, natia del luogo ma patrona di Goriano Sicoli, il cui dies natalis viene a coincidere con quello di S. Pancrazio, cioè il 12 maggio.

Carapelle dunque va considerata come epicentro del culto di S. Pancrazio in un’area geografica certamente ampia, ma priva di testimonianze rilevanti sotto il profilo della religiosità popolare.

Nella visita pastorale del 1356, in precedenza citata, risulta rilevante il numero dei chierici e diaconi aventi per nome Pancrazio e ciò è da considerarsi come testimonianza dell’accesa devozione della comunità di Carapelle per il Santo. Poiché un documento pubblicato dal Marinangeli ci parla, verso la fine del’400, del vescovo e della Diocesi di Aufinum (Ofena), sita nella Provincia Valeria, la quale “dipendendo dal Patriarcato romano, era completamente soggetta a Roma” [17], si può ragionevolmente supporre che il culto di San Pancrazio sia penetrato a Carapelle, in circostanze difficili da accertare, grazie ai contatti che Aufinum aveva con le sedi episcopali di Aveia, Pitinum ed Amiternum.
Il particolare culto per alcuni santi, come S. Cipriano e S. Vittorino, professato in Valva solo nell’area settentrionale della Diocesi[18], rappresenta forse una circostanza non casuale ed una spia che ci rivela come l’area tritana fosse più esposta alle influenze provenienti dall’alta valle dell’Aterno e dalla Sabina, una direttrice geografica, del resto, che fin dall’antichità aveva coinciso con un importante itinerario transumante. Quale elemento, forse probante, troviamo infatti a Carapelle una chiesa dedicata a San Cipriano, mentre altre chiese dedicate a S. Vittorino, martirizzato ad Amiternum, si riscontrano in Ofena e Carapelle[19] nonché nella stessa Trite[20].

La festa di San Pancrazio non si svolge oggi con quella particolare solennità di un tempo: il tutto si riduce alla celebrazione della messa nel tardo pomeriggio dell’11 maggio, vigilia quindi del dies natalis del Santo[21].

I pochi fedeli rimasti – oggi Carapelle supera appena i cento abitanti – compiono una piccola sosta all’edicola votiva, anch’essa dedicata a S. Pancrazio, sita lungo la strada campestre che mena al Santuario[22].

In essa, grazie allo zelo del Parroco, Don Ettore Nardecchia, è stato di nuovo sistemato un quadro con l’effigie del giovane martire, vero e proprio ex voto commissionato nel secolo scorso dai primi carapellesi emigrati in America. L’edicola segna dunque, come in altri episodi di religiosità popolare, l’inizio della sacralità di un territorio, posto sotto la protezione di S. Pancrazio, che si estende su tutto il colle dove sorge il Santuario. Diversa da quella dei nostri giorni doveva essere tuttavia la scenografia offerta, ancora negli anni successivi al secondo conflitto mondiale, dai numerosi pellegrini provenienti per la ricorrenza della festa dai centri limitrofi, soprattutto Capestrano, Castel del Monte,
Calascio, Castelvecchio Calvisio, S. Pio delle Camere ed altri. In base alle notizie forniteci dai nostri informatori, oggi possiamo ricostruire sufficientemente una pagina sconosciuta di religiosità popolare, di cui nessuna eco si coglie nelle opere del Pansa, del Finamore e soprattutto negli Usi e Costumi abruzzesi del De Nino. Sorprendente è poi la circostanza che la folklorista inglese Estella Canziani abbia illustrato molte tradizioni relative a Castelvecchio Calvisio, dove era approdata
dopo “un viaggio avventuroso”, ma nessun cenno fa di Carapelle che pur dista pochi chilometri da quel paese[23].

Fra le “compagnie” che si recavano in pellegrinaggio a S. Pancrazio, quella di Castel del Monte era la più numerosa; essa arrivava la vigilia del giorno di festa e pervenuta al Santuario, procedeva in ginocchio dal portale fino all’altare. La “compagnia” trascorreva la notte dell’11 maggio
sdraiata sul pavimento della chiesa, dove, secondo una pratica largamente diffusa, dovevano svolgersi probabilmente riti di incubatio preposti, mediante la “legge del contatto”, a prevenire o curare malattie
ossee o artriti deformanti[24].

Tali modelli comportamentali sono fondati, come è noto, sul convincimento che il pavimento di un santuario, centro dello spazio sacro, possieda le stesse virtù miracolose delle pietre e delle rocce in
conseguenza di ierofanie o presenza di santi. Il 12 maggio era per i Carapellesi giorno di festa e tutti si astenevano dal lavoro sui campi e nelle botteghe artigiane per non incorrere in sanzioni (“le disgrazie”,
secondo quanto ha affermato l’informatrice) comminate dal Santo. Sul sagrato del Santuario la “Deputazione”, cioè il gruppo degli organizzatori della festa, provvedeva ad offrire ai devoti accalcati attorno al sagrato biscotti, uova e soprattutto le cosiddette ferratelle di S. Pancrazio, confezionate secondo una ricetta tradizionale con uova fresche, farina, zucchero e bucce di limone.

I biscotti, ciambelle, panette, ferratelle ecc. preparati nei giorni in cui si festeggiano determinati santi, assumono il valore ed il potere dei cibi sacrali, con funzione prevalentemente magico-apotropaica, poiché essendo destinati ad essere consumati per lo più in un breve spazio di tempo, quello appunto
“festivo”, ingenerano nei fedeli forze vitali capaci di allontanare qualsiasi male dalla persona, che vive pertanto in uno stato di grazia immunizzante[25].

Dentro il Santuario si svolgevano frattanto riti di comparatico.

Le persone instauravano tale rapporto di “parentela fittizia” facendo tintinnare la campanella posta dietro l’altare e da tale momento esse si chiamavano cumpare e cummare, a seconda che il rapporto stesso venisse a stabilirsi fra soli uomini o sole donne[26].

L’aspetto più importante, sotto il profilo della religiosità popolare, è costituito tuttavia dalle unzioni rituali effettuate dentro il Santuario mediante il cosiddetto olio di S. Pancrazio.

Dietro l’altare, l’attenzione del visitatore è attratta da una pietra rettangolare, misurante all’incirca cm.40 x 60, che presenta nella superficie una cavità resa scura dalla presenza di olio, quello appunto “di
S. Pancrazio”, ritenuto dai fedeli miracoloso per la cura dei reumatismi e delle malattie ossee.

Il rito consiste, da sempre, nell’intingere un po’ di ovatta nella cavità della pietra e di strofinarla sulle parti del corpo malate, soprattutto sulle articolazioni delle ginocchia e delle braccia.

Batuffoli imbevuti dell’olio di S. Pancrazio vengono riportati a casa e donati a persone anziane e malate oppure spediti in America ai Carapellesi ivi residenti, che anche tramite il parroco del luogo, ne fanno continua richiesta. Gli scettici, definiti “miscredenti”, affermano invece che l’olio taumaturgico altro non è se non quello fuoriuscito dai lumini votivi, deposti per atavica consuetudine sopra tale pietra; sicché questa ne è rimasta col trascorrere del tempo così impregnata da trasudare
costantemente il liquido oleoso ai primi caldi primaverili.

Per i fedeli, al contrario, l’olio affiora miracolosamente sul concio calcareo ed anche se di tanto in tanto una mano devota contribuisce, con piccole aggiunte, a mantenerne umida la cavità, esso è considerato un vero e proprio carisma, largito dal santo martire a favore della comunità carapellese. Va subito chiarito al riguardo che l’olio d’oliva, destinato ad uso sacrale-terapeutico, è presente con le stesse caratteristiche nel culto di S. Falco a Palena e della Madonna del Castello, venerata in una chiesetta rurale sita in tenimento di Caramanico, in onore della quale si confezionano caratteristiche boccette che, riempite d’olio, vengono inviate ai fedeli che ne fanno richiesta.

Maggiori affinità con il culto di S. Pancrazio affiorano tuttavia al Santuario della Madonna dell’Incoronata, presso Sulmona, meta, nella terza domenica d’aprile, di devoti provenienti soprattutto da Villalago[27]. Come nell’omonimo santuario di Foggia[28], si svolgono qui unzioni rituali sugli arti mediante il cosiddetto olio dell’Incoronata, quello cioè che alimenta la grande lampada votiva posta a destra dell’altare.

Per guarire dunque dalle malattie artritiche ed ossee, in Abruzzo non ci si affida solo a pratiche idro e litoterapiche basate su “un metodo clinico arcaico”, sottolinea il Di Noia nell’articolo citato, “che comporta l’intervento della fede come predisposizione alla suggestionabilità nella
rete delle influenze psicosomatiche, in appoggio ad una probabile efficacia reale dell’automassaggio su roccia minerale”, ma anche a quelle oleoterapiche, che trovano del resto e non solo nel mondo popolare una vasta gamma di utilizzazioni in merito alle più svariate manifestazioni patologiche.

Il valore simbolico dell’olio d’oliva, adoperato dalla chiesa nell’amministrazione di alcuni sacramenti, cerimonie liturgiche e consacrazioni[29], se da un lato ha rafforzato la credenza nel potere
miracoloso e curativo di questa sostanza oleosa, dall’altro non è sufficiente di per sè a spiegare il suo largo impiego terapeutico, da ricollegarsi, a nostro avviso, anche alla sua capacità di procurare se non
la guarigione almeno un sollievo nei confronti di alcune malattie, come appunto i dolori reumatici, non ancora sconfitte dalla medicina dei nostri giorni. Quest’ultima, d’altro canto, in un passato certamente non remoto, faceva largo uso di olio d’oliva a fini terapeutici. Nel Trattato di Materia
Medica
il Signor Cullen, inglese, sottolinea come il massaggio sull’epidermide, effettuato con sostanze oleose, provoca “una maggior flessibilità alle materie secche…ma questa non si può avere convenevolmente che ungendosi d’olio le dite (sic) o le mani di chi deve fregare, e così si ha uno de’ più gran vantaggi che poss’avere l’uso degli oli. Gli effetti di una leggerissima frizione continuata a lungo, par che siano considerevolissimi, eccitando una oscillazione costante ne’ vasi della parte che
sono al di sotto, e potendo propagare questi medesimi effetti fino alle parti le più lontane le oscillazioni eccitate ne’ nervi della pelle”[30].

Secondo una diffusa credenza popolare i reumatismi sarebbero causati infatti dalle ossa che si seccano, donde il rimedio suggerito dallo stesso Cullen, che pure era un medico, di massaggiare l’epidermide “con sostanze oleose”, per dare “flessibilità alle materie secche”.

Per la cura dei reumatismi, pare dunque che ci sia una certa concordanza fra quanto proponeva la scienza medica del XVIII secolo (vedi per es. il Cullen) e la terapia ancora in uso soprattutto presso il
mondo contadino. “I dolori reumatici – scrive il De Nino nel V volume degli Usi e costumi abruzzesi, che ci offre una vasta gamma di utilizzazione dell’olio a scopi terapeutici – si guariscono con le frizioni di un unguento, composto d’incenso maschio fatto bollire nell’olio d’oliva”[31]. Non si deve credere, nota efficacemente al riguardo il demologo peligno, “che sempre i rimedii empirici sono una disgrazia.
Sempre, no: il più delle volte, anzi, giovano potentemente; perché, in realtà, si fondano sopra le esperienze di secoli e secoli. E poi, come farebbe la povera gente sparsa nella campagna, e come farebbero le popolazioni dei piccoli paesi, dove è raro che si veda il medico, o si vede quando il malato sarebbe finito, se non si fosse ricorso alla medicina tradizionale? C’è anche il caso che i rimedi sono innocui. E allora la malattia fa il suo corso; e, se il malato deve guarire, guarirà: senza dire della influenza benefica che quei rimedii avranno esercitato sulla immaginazione dell’infermo”[32].

Se manca il medico o risulta inefficace sia la terapia empirica che quella scientifica, al paziente non resta altro che il santuario, lo spazio sacro cioè capace di scatenare reazioni emotive tali da condurre, spesso, alla guarigione. Un santuario tuttavia, come quello di S. Pancrazio a Carapelle, non è altro, in fondo, se non l’ambulatorio di un medico particolare: il santo o l’anacoreta “specializzati” in alcune malattie.  Con questa differenza però, che la visita del medico della mutua dura in genere il tempo necessario per scrivere una ricetta o riempire gli spazi vuoti di un modulo, mentre quella del santo taumaturgo si protrae per tutto il tempo voluto dal devoto paziente, che invoca, pregando ed eseguendo antichi rituali, grazie e guarigioni. E tra le grazie richieste vi è spesso quella di tener lontani i medici dalla propria casa, come si può leggere anche su alcuni piattini di ceramica, venduti un po’ ovunque nei giorni di mercato e destinati ad essere appesi, con funzione apotropaica, alle pareti domestiche. Vien fatto così di pensare alla nota invocazione rivolta a Sant’Ambrogio da parte di una ragazza, tormentata dai medici che invano tentavano di guarirle il braccio: “Sancte Ambrosi, libera me nec medici magis me offendant, nec dolorem faciant michi”[33].

San Pancrazio appartiene dunque a quella schiera di santi che come S. Venanzio, a Raiano, sono preposti alla tutela delle malattie ossee ed artritiche da cui restano affette soprattutto le genti della montagna e delle umide pianure abruzzesi. E’ difficile dire, allo stato attuale di una documentazione lacunosa, in quali circostanze storiche il giovane martire abbia assunto un patronato che possiamo genericamente definire antireumatico e del tutto nuovo rispetto a quello primitivo, che faceva del Santo il protettore di coloro che giuravano il vero e persecutore degli spergiuri[34].

Il fenomeno si verifica frequentemente nel campo della religiosità popolare, dove spesso accanto ad una costante, nel caso il culto per S. Pancrazio, vi è sempre una variante, la “natura” cioè della protezione avvertita da un gruppo sociale. Le funzioni svolte da culti e riti magico-religiosi non sfuggono alle leggi storicistiche e nel loro mutare attraverso il tempo cogliamo la proiezione di bisogni diversi delle nostre devote popolazioni.

Così a Castelvecchio Subequo, un tempo le donne si recavano presso la fonte di S. Agata affinché crescesse nei loro seni il latte con cui nutrire i piccoli; oggi invece vi accorrono per scongiurare mediante abluzioni che il cancro stia lontano dai loro petti.

Il patronato originario di S. Domenico di Cocullo era in origine antifebbrile ed antitempestario; in seguito il santo assume anche quello contro il morso dei rettili velenosi e dei cani affetti da rabbia.

E tanti altri esempi potrebbero essere addotti al riguardo, esempi che tuttavia mal si concilierebbero con le tesi di G. Cafiero, autore di uno studio apparso nel marzo del 1970 sul periodico Atlante e dal titolo, significativo, Gli ultimi pellegrini.

Non ci saranno mai infatti, a nostro avviso, degli “ultimi pellegrini”. Finché il sole brillerà “sulle sciagure umane”, vi saranno sempre uomini esposti a rischi e tensioni psichiche, la cui eliminazione non può avvenire nell’ambito di una parrocchia, priva di quella drammatizzazione rituale che fa del fedele un attore principale, ma nel santuario, luogo di incontro e di diretto contatto tra l’uomo e la divinità. È qui che si scatenano emozioni e reazioni psico-somatiche ancora sconosciute e che portano al miracolo.

Insomma, per parafrasare un noto pensiero di Cesare Pavese, “un santuario ci vuole”.


[1] Il nome deriva dal greco e significa: che domina tutto. Il pancrazio era infatti un esercizio di lotta nel quale potevasi ricorrere ad ogni mezzo per abbattere l’avversario

[2] Biblioteca Diocesana Sulmona, Visite Pastorali di Mons. Mirone, ms, in s.v. Carapelle, 29 luglio 1842.

[3] Cfr. N. F. faraglia, Codice Diplomatico Sulmonese, Doc. XXIII, Lanciano1888

[4] G. celidonio, La Diocesi di Valva e Sulmona, vol. III, Casalbordino 1911, p. 33.

[5] N F. faraglia, op. cit., Doc. XLI.

[6] Della chiesa di S. Pancrazio, a Raiano, non si parla più comunque in una visita pastorale del 1356. Probabilmente essa era ruralis e già diruta in tale anno. Cfr. G. celidonio, Una visita pastorale nella Diocesi Valvense fatta nel 1356, in “Rassegna Abruzzese di Storia ed Arte”, n. 8, Casalbordino 1899, p.176. Sul toponimo Colle di S. Pancrazio, presso Paiano, cfr. P. destephanis, [Raiano], ne “Il Regno delle Due Sicilie descritto ed illustrato”, vol. XVI, Napoli 1853. p.189 sgg.; D.V. Fucinese, Raiano. Notizie storiche e vita tradizionale. L’Aquila 1971, p.23.

[7] Cfr. N.F. faraglia, ivi, op. cit., Doc. XLI.

[8] Cfr. il Chronicon Vulturnense del Monaco Giovanni, a cura di v. federici, vol. I, Roma 1929 p.194 sgg.; G. CELIDONIO, La Diocesi ecc., op. cit. vol. III. p.140 sgg. Il toponimo plagia, o plaia, assai diffuso in Abruzzo ed altrove, indica pendio, piaggia, discesa collinare; cfr. in merito E. giammarco, Dizionario Abruzzese-Molisano, vol. III, s.v. Plagia, Roma 1976, p.1568.

[9] O. pietrobono, San Pancrazio a via Aurelia Antica, Roma 1975 p.3 sgg.; E. fusciardi, Catacombe, Basilica e Convento di S. Pancrazio, Roma 1929 p. 5 sgg.

[10] Cfr. Biblioteca Sanctorum, s.v. Pancrazio, Roma 1968.

[11] O. pietrobono, Op. Cit., p.10 sgg.

[12] san giovanni Bosco, Vita di S. Pancrazio, Roma, Editrice A.V.E., 1939 p. 5 sgg. Il martire, è utile ricordarlo, è uno dei Patroni della Gioventù Italiana di Azione Cattolica.

[13] O. pietrobono, ivi, p.5. 

[14] I possedimenti soggetti in Trite a S. Pietro ad Oratorium e quindi a San Vincenzo al Volturno, costituivano una specie di insula benedettina nell’area settentrionale della Diocesi di Valva, la cui circoscrizione territoriale, prima dello smembramento operato da Sisto V, era più ampia dell’attuale.

[15] Cfr. Officia in Dioecesi Valvensi et Sulmonensi recitanda, Napoli 1884.

[16] In precedenza, tuttavia, vi erano due chiese sotto i rispettivi titoli. Da una relazione del 1728, conservata nell’archivio Diocesano Marsi, Avezzano (C/27/ 622), si apprende che “In questa piccola villa di Castelnuovo, che costa solamente di 10 fuochi, luogo miserevole e deserto, vi sono due chiese, ciòè la Parrocchiale sub invocatione S.cti Jacobi Apostoli ed una altra diruta, lontano da detta villa due tiri di mano, dedicata al glorioso Santo Pancrazio”. Devo la notizia al Prof. Angelo Melchiorre che in tale sede ringrazio vivamente.

[17] g. marinangeli, Noterelle di Storia ecclesiastica nella Provincia Valeria, in “Bullettino della Deputazione Abruzzese di Storia Patria”, L’Aquila 1973, p.400

[18] Si vedano al riguardo le Bolle corografiche pubblicate dal Faraglia

[19] Cfr. la Bolla di Clemente III, già citata, del 5 aprile 1188.

[20] Cfr. N.F. faraglia, op.cit., p.44.

[21] Presso la numerosa comunità di Carapelle, residente a Toronto, San Pancrazio si festeggia il 12 maggio. Nella metropoli canadese manca però una chiesa eretta in onore del martire protettore.

[22] Un’altra edicola votiva sorge in tenimento di Capestrano. Gli abitanti di questa località, narra una leggenda, avevano tentato invano di sottrarre la statua di S. Pancrazio ai carapellesi, diventata all’improvviso incredibilmente pesante. La tradizione vuole, secondo schemi codificati relativi alla fondazione dei santuari ed alle impronte miracolose dei santi, che presso l’edicola di Capestrano S. Pancrazio abbia lasciato l’orma del piede. Dalle testimonianze delle nostre informatrici (citiamo per tutte la S.ra Pia D’Andrea, casalinga, residente a Carapelle) non è risultata alcuna notizia in merito a probabili strofinamenti rituali degli arti sull’impronta del piede di S. Pancrazio, al fine di guarire da forme artritiche deformanti. Su tale argomento cfr. g.pansa, Miti, leggende e superstizioni dell’Abruzzo, vol. I, Sulmona 1924, p.133 sgg.; A. Di nola, Quando una pietra poteva guarire, in “Corriere delle Scienze”, 25/5/1982; V. Dini, II potere delle antiche Madri, p.60, Torino 1980; E. gianciustofaro, Storie del silenzio. Cronache di vita popolare abruzzese, in “Rivista Abruzzese”, n.3, 1984, p.352 sgg.; A. Melchiorre, Tradizioni popolari della Morsica, Roma 1984, pp.65-70.

[23] Cfr. E. CANZIANI, Through the Apennines and the Lands of the Abruzzi. Landscape and peasant life, Cambridge, W. Heffer & Sons, 1928.

[24] Non sappiamo se i riti di incubatio a S. Pancrazio tendessero anche al conseguimento della fertilità nelle coppie sterili, come avveniva per es. a Pratola Peligna nel santuario della Madonna della Libera. Cfr. al riguardo G. pansa, op.
cit., voi. I, p.113; M. C. harrison. A survival of incubation in “Folk-Lore”, London 1906. 

[25] Per tale problematica cfr. soprattutto A. Di nola, Gli aspetti manico-religiosi di una cultura subalterna italiana, Torino 1976, p.201 sgg.

[26] Questa forma di comparatico non è annoverata fra quelle descritte da A. DE nino in Usi Abruzzesi, vol. I, Firenze 1879, p.l7, p.42 e p.48 sgg. Tutte davano origine, comunque, ad un complesso di diritti-doveri che erano diversi tuttavia dalla potestà spettante al cosiddetto Sangiovanni, cioè il padrino scelto per il battesimo e la cresima. Sia a Carapelle che altrove, lu San Giuànne non era quasi mai parente del battezzando. La struttura del rapporto di comparatico, assai sentito in Abruzzo, sembra rivelare così complessi fattori di natura economica che vietano ai parenti la possibilità di fungere da persone su cui si possa fare affidamento nei momenti di bisogno, dato che è proprio tra parenti che insorgono contrasti in occasione soprattutto di suddivisione ereditaria. Proverbi assai noti in Abruzzo come per es. lu parente è come lu stevale, cchiù è stritte e cchiù fa male. oppure frate e parente, come serpente sono molto illuminanti al riguardo e contribuiscono a comprendere l’humus socioeconomico in cui l’istituto del comparatico affonda le sue radici.

[27] Cfr. A. d’antonio, Villalago, Storie, leggende, usi, costumi, Pescara 1976, p.187.

[28] Cfr. M. torcia, Saggio Itinerario Nazionale pel Paese de’ Peligni fatto nel 1792. Napoli 1793, pp.141-42.

[29] Si pensi per es. all’olio di S. Biagio ed a quanto afferma S. Giacomo il Minore nella sua lettera sull’ unzione degli infermi (v. 4): “C’è qualcuno tra voi che sia ammalato? Faccia chiamare i presbiteri della chiesa che preghino su di lui, ungendolo con l’olio nel nome del Signore”.

[30] Cfr. Trattato di materia medica del Signor Cullen. tomo III. pp. l27-28. Napoli 1791.

[31] A. de nino, Usi e costumi abruzzesi, vol. V, Malattie e rimedi. Firenze 1891, p.27.

[32] A. de nino, Usi e costumi abruzzesi, vol. V, cit., pp. VII-VIII.

[33] Cfr. A. Imelde Galletti, Infirmitas e terapia sacra m una città medievale, in “La Medicina popolare in Italia”, Quaderno n.8 de La ricerca folklorica, Brescia 1983, p.l7.

[34] Probabilmente, in passato dovevano essere collegate al culto di S. Pancrazio alcune credenze relative al ciclo coltivatorio, che persistono oggi nella Germania e nel Tirolo. Qui S. Mamerto, S. Pancrazio, S. Servazio, e S. Bonifacio, venerati dall’11 al 14 maggio, sono chiamali i Santi del ghiaccio (Eisheiligen), in quanto in tali giorni la temperatura è talvolta così bassa da minacciare il raccolto sui campi o gelare le gemme degli alberi da frutta e delle viti (cfr. Wòrterbuch der deutscben Volkskunde, s.v. Pankratius, Stuttgart, A. Kròner Verlag, 1974). Un elemento probante è costituito dalla circostanza, già riferita, che il 12 maggio si festeggia a Goriano Sicoli Santa Gemma ed un proverbio raccolto in tale località sottolinea che se a Santa Gemma chiove, ogne coppe ne fa nove, con evidente riferimento alla seminagione del grano ed alla tensione
provocata dalle incertezze, insite nel ciclo produttivo. Il pellegrinaggio assume pertanto in questo particolare momento dell’anno anche il valore di un ex voto, al fine di ottenere buoni raccolti sui campi. Cfr. al riguardo A. Di nola, Gli aspetti
magico-religiosi di una cultura subalterna italiana,
Torino 1976, p.19.




RICORDIAMO PIETRINO DI NATALE Servo di Dio

A cinquantasette anni dalla nascita e cinque dall’avvio del processo di beatificazione

Teramo, 10 dicembre 2023. Il 10 dicembre 1966 nasceva a Teramo Pietrino Di Natale.

Cinquantadue anni dopo, sempre il 10 dicembre, nel 2018, con una solenne concelebrazione nella cattedrale  di Santa Maria Assunta, nel cuore dell’antica Teramo, è stato dato il via al processo diocesano di beatificazione del giovane di Ornano Piccolo di Colledara, scomparso tragicamente il 20 agosto del 1984 in concetto di santità.

Con l’avvio del processo di beatificazione Pietrino Di Natale è stato proclamato Servo di Dio e mostrato come un modello per tutti, un esempio di santità quotidiana vissuta nella semplicità delle piccole cose di ogni giorno.

Ma chi era Pietrino Di Natale?

Studente presso il liceo scientifico di Teramo, vive la sua breve ma intensa esistenza ad Ornano Piccolo, frazione di Colledara, ai piedi del Gran Sasso, con mamma Adelina e zia Derna. Orfano del padre, di cui porta il nome, perito in un incidente di lavoro poco prima della sua nascita, ad undici anni entra in contatto con la spiritualità del Movimento di Focolari.

L’incontro, fondamentale nella vita del ragazzo, avviene attraverso due giovani parroci, don Gianfranco De Luca, attualmente vescovo di Termoli-Larino, e don Giovanni D’Annunzio, oggi responsabile del Movimento Diocesano teramano. Ne ricava in dono una certezza illuminante, quella dell’amore di Dio, che lo porta a cercare intensamente Gesù nella vita di tutti i giorni. Di lui scriveva don Giovanni D’Annunzio, suo padre spirituale: «Il cuore di Pietrino era solo per Dio. Una tappa fondamentale è stata la sua partecipazione al congresso dei ragazzi dei Focolari, nel 1978. (…) Al ritorno ho notato che era slanciato nel vivere in profondità ogni attimo. Era iniziata la corsa verso la santità».

Pietrino vive come un ragazzo della sua età, con la passione del calcio e la condivisione della quotidianità con la famiglia, gli amici di Ornano e del movimento dei Focolari, girando in vespa per tutta la provincia di Teramo, alternando gli impegni di studio (frequenta il liceo scientifico Albert Einstein di Teramo) con quelli di svago. Il tutto, però, con una luce particolare, che lo porta ad essere notato negli ambienti che frequenta e lo rende diverso, in senso positivo.

Una diversità che diventa ancora più evidente dopo la sua morte, avvenuta a Silvi marina il 20 agosto del 1984. Quella data, il 20 di agosto, diventa, anno dopo anno, non più un appuntamento riservato a chi lo aveva conosciuto ed amato, ma un affollato raduno di persone, uomini e donne, giovani e adulti, attratti dalla fama di santità che pervade il suo nome.

Una folla sempre più numerosa, nell’anniversario della sua morte, si raduna nel piccolo cimitero di Colledara per ricordare e perpetuare, come un testimone che deve passare di mano in mano, il suo esempio di piccola pietra angolare, di cristiano pienamente realizzato, di santo della porta accanto che, con una vita vissuta alla luce dell’Amore di Dio, ha reso eroiche le gesta di ogni giorno.

Da quel 10 dicembre del 2018 sono già passati cinque anni, ed il processo di beatificazione si è ora spostato a Roma, presso la Congregazione delle Cause dei Santi, dove si stanno esaminando le numerose testimonianze raccolte durante la fase diocesana.

Nel frattempo, il nome di Pietrino ispira sempre più giovani e adulti come esempio di vita. Il 10 dicembre, a San Nicolò a Tordino, tre realtà che sono nate nel suo nome: le famiglie, i giovani ed i religiosi e sacerdoti amici di Pietrino, lo hanno ricordato con un momento di preghiera e condivisione nella certezza che il suo esempio di santità, prima ancora del riconoscimento ufficiale della Chiesa, possa essere di aiuto per molti.

Famiglie amiche di Pietrino di Natale.




IL RESPIRO DELLA NATURA

Alla cantina Ju boss de L’Aquila. La mostra del fotografo naturalista Luca Di Vincenzo

L’Aquila, 10 dicembre 2023. Il respiro della natura, ovvero l’orso e il lupo, la volpe e la poiana, il cervo, il gheppio e l’assiolo, il camoscio, il daino, il grifone e l’allocco. Fotografati con discrezione nel loro habitat naturale, nei boschi, nelle radure e nei cieli dei parchi d’Abruzzo.

Scatti del fotografo naturalista di Goriano Valli, in provincia dell’Aquila, Luca Di Vincenzo, stampati su tela per rendere al meglio l’effetto sfocato in primo piano che in molti casi denota la tecnica di avvicinamento e la distanza che separa l’obiettivo dai soggetti ritratti. E che da lunedì 11 dicembre fino all’11 gennaio saranno in mostra alla cantina Ju boss dell’Aquila.

“Più che di scatti perfetti sono alla ricerca di emozioni ed esperienze tra la natura dei parchi d’Abruzzo dove vivo questa mia passione intima personale – spiega Di Vincenzo -. In questi anni ho vissuto a Goriano Valli nell’ Abruzzo interno: qui la natura selvaggia ti entra dentro per sempre. Con la Fotografia Naturalistica voglio sensibilizzare il pubblico ad un sempre maggiore rispetto della fauna e della flora del nostro territorio. Esporre nella cantina del Boss rappresenta il forte legame con la mia città di origine , un riavvicinamento a Lei e una crescita del mio percorso professionale”.

I dettagli incantano con emozionanti immagini scattate dopo lunghe sessioni di avvistamento, restando fermi per ore e giorni in montagna, all’interno di capanni o escogitando tecniche silenziose di avvicinamento fino a diventare elemento stesso della natura in cui lupi, cervi e orsi si lasciano avvicinare e guardare. Ad essere utilizzata una macchina fotografica Bridge compatta, leggera e ottimale per seguire i movimenti degli animaIi, ma che richiede anche una tecnica più ponderata e riflessiva.  Poi il passaggio a una reflex Nikon D750 con obiettivo 150 600.

Si legge nella recensione della mostra arrivata alla terza edizione: “Il cervo diventa una piccola ossessione che  porta Luca a voler conoscere meglio il paesaggio e diventa anche il momento di svolta per sviluppare una sensibilità prima sconosciuta, che ogni volta lo stupisce, facendogli comprendere la delicatezza dell’ecosistema in cui viviamo. Osservare la fauna selvatica aiuta a vedere il bello che ci circonda, a dargli valore, apprezzarlo e rispettarlo per comprendere la biodiversità che a volte non siamo in grado di riconoscere.

Le fotografie rivelano le sensazioni che si provano quando si va nel bosco da soli: meraviglia, incanto, timore, sorpresa, curiosità, gioia. Se ci si avvicina nel modo corretto ci si sente a casa. Bisogna imparare a muoversi con delicatezza, a osservare con discrezione e rimanere in silenzio, a fermarsi e guardare qualche particolare.  Poi magari ci si siede per guardare un panorama, con calma, e si prova una pace interiore generata da tante emozioni diverse, ma che fanno tutte bene all’anima. Non si torna mai a casa senza un dono: può essere un incontro speciale, magari un fiore, un sasso, un particolare o un posto nuovo che commuove. Poi a volte ci si ritrova a camminare troppo, ci si spinge oltre il confine conosciuto, sempre per la forte curiosità di scoprire che cosa c’è dietro quell’angolo, quell’albero, quella roccia”.

E ancora ,”negli anni si impara che esistono dei limiti oltre i quali non si può andare. Per la fotografia naturalistica si devono conoscere i sentieri da fare per arrivare nei posti adatti, si devono conoscere le aree, gli orari, quando e quanto ci si può avvicinare, perché poi basta un minimo rumore per far scappare gli animali. Si devono rispettare i ritmi della natura soprattutto perché in questo territorio gli animali non sono abituati all’uomo, soprattutto i cervi sono veramente selvaggi e bisogna imparare a conviverci per riuscire ad avvicinarsi per fare delle buone fotografie”.




LA PITTURA DI EMEID in mostra allo Zambra

Ortona, 10 dicembre 2023. Mercoledì 13 Dicembre alle ore 18.30 Unaltroteatro di Arturo Scognamiglio e Lorenza Sorino inaugura la mostra dell’artista Emeid ossia Andrea Ranieri classe ’85 artista autodidatta nato ad Augsburg (Germania) presso il Foyer dell’Auditorium del Cinema Zambra di Ortona.

Ranieri si trasferisce nel ’96 in Italia, proprio ad Ortona dove sin da piccolo mostra una passione per il disegno che negli anni lo conduce a specializzarsi nella creazione di ritratti e ad essere conosciuto a livello internazionale.

I suoi primi graffiti risalgono agli anni 2000, periodo in cui si avvicina al mondo della breakdance e dove per sei anni è uno dei componenti del gruppo dal titolo eloquente “Rapidi sul Marmo”, nome indicativo della sua passione per i graffiti.

Nel 2005 si dedica alla realizzazione di t-shirt dipinte a mano e sempre nello stesso anno apprende l’arte del legno nella falegnameria del padre, dove si dedica alla realizzazione di svariate tipologie di supporti in legno per i propri lavori.

Le sue opere trattano messaggi a sfondo satirico-ironico paradossi quotidiani, sistemi arrugginiti da menti pigre e annoiate e dunque vuole portare lo spettatore a soffermarsi e a riflettere anche sulle proprie debolezze.

Numerose sono le opere realizzate sui muri in diverse città d’Italia. Nel 2016 vince il premio “Ritratti Contemporanei” presso il Museo Cascella di Pescara con l’opera dal titolo “Porta Pazienza” in cui sviluppa la tematica dell’uomo in rapporto alla società in cui è immerso.

Espone le sue opere in svariate mostre collettive e personali e in molte location private. Partecipa in modalità “live painting” a diversi eventi artistici.

Nel 2015 apre il suo studio nella zona Terravecchia di Ortona (CH) e nel luglio 2016 è promotore dell’evento pittorico“Ormed’Arte”, che si svolge ogni anno nel mese di luglio nel centro storico di Ortona e che vede la partecipazione di numerosi artisti chiamati a dipingere.

Dal 23 aprile al 21 maggio 2022 è stato presente nella Galleria Hearta Teramo con la sua personale dal titolo “ScelteVuote”. Lavora costantemente alla ricerca di nuove idee che sperimenta quotidianamente nei suoi lavori.

L’ingresso alla mostra è gratuito, per l’inaugurazione Unaltroteatro offrirà un calice di benvenuto.




LE EX STAZIONI VANNO ALLA PROVINCIA. Via Verde Costa dei Trabocchi

Il senatore emerito Tommaso Coletti propone un consorzio pubblico per la gestione e per la manutenzione delle strutture.

Ortona, 10 dicembre 2023. Le ex stazioni ferroviarie di San Vito, Fossacesia, Torino di Sangro e Vasto, saranno acquistate dalla Provincia di Chieti per essere utilizzate per realizzare servizi turistici e ricreativi complementari alla pista ciclopedonale. Questo è il contenuto del protocollo d’intesa sottoscritto giovedì 7 dicembre tra il Presidente della Provincia di Chieti, Francesco Menna e l’Assessore Regionale Nicola Campitelli in rappresentanza della Regione Abruzzo.

Alla cerimonia hanno presenziato i Presidenti emeriti della Provincia, Tommaso Coletti e Mario Pupillo ed alcuni Sindaci dei comuni della costa teatina.

L’evento ha avuto anche uno strascico polemico in quanto alcuni Sindaci avrebbero voluto che le strutture fossero trasferite ai comuni.

A latere della firma del protocollo d’intesa, l’Assessore regionale Campitelli ha annunciato la prossima approvazione da parte della Regione del Piano di Rigenerazione della Costa Teatina, già avviato dalla Provincia nel 2007, una specie di Piano Regolatore delle aree circostanti la Via Verde, in maniera da evitare realizzazione di strutture turistiche o ricreative a macchia di leopardo secondo gli strumenti urbanistici dei vari comuni.

Per quanto riguarda la gestione della Via Verde e delle strutture delle stazioni, nonché la manutenzione delle stesse, il Senatore emerito, Tommaso Coletti, propone la realizzazione di un Consorzio tra la Provincia di Chieti e i nove comuni della costa Teatina, da Francavilla fino a San Salvo, aperto agli altri comuni interessati quando, prossimamente, secondo l’assessore Campitelli, saranno realizzati i tratti trasversali da Ortona ad Orsogna e da San Vito a Castelfrentano, sui tracciati ferroviari, ormai dismessi, della Sangritana.  

Un soggetto pubblico il cui bilancio dovrebbe essere alimentato da un contributo annuale che ogni Ente partecipante al consorzio dovrebbe versare in maniera proporzionale al numero degli abitanti. Tutto questo allo scopo di immettere sul mercato turistico delle strutture omogene amministrate da un solo Ente secondo gli indirizzi della regione di prossima emanazione.  Naturalmente, ha precisato Coletti, gli amministratori del consorzio, dovendo essere degli amministratori comunali, dovrebbero svolgere le loro funzioni a titolo gratuito.




HABITAT OLTRE IL WELFARE

Presentazione e attivazione del progetto HOW, con la consegna dei dispositivi digitali

Calascio, 10 dicembre 2023. Martedì 12 dicembre 2023 alle ore 11 presso la Chiesa di San Leonardo presentazione e attivazione del progetto HOW, con la consegna dei dispositivi digitali.

Interverranno: Paolo Baldi – sindaco del Comune di Calascio; Massimiliano Monetti – presidente di Confcooperative Abruzzo; Luca Di Lorenzo – responsabile nazionale Terzo Settore Assimoco.

HOW- Habitat  Oltre  il  Welfare, progetto di BorghiIN – rete di imprese del sistema di Confcooperative Abruzzo – è  un  modello  integrato costruito  sulle  specificità  delle  aree  interne  con l’obiettivo di prendersi cura del benessere delle fasce più fragili della comunità, in primis la  popolazione anziana.

Con il contributo di ideeRete, il progetto vuole avviare la prototipazione del modello di welfare integrato, che offre  alle persone  fragili  un  supporto quotidiano con una rosa di servizi, che vanno dalla visita quotidiana, alla consegna di farmaci, alla spesa a domicilio fino ai servizi domestici.

Durante l’evento di martedì 12 dicembre sarà presentato il servizio di smartwatch, collegato  a   una centrale  di controllo, per  monitorare costantemente  i parametri vitali dei soggetti coinvolti, in  modo  da  consentire  al  servizio assistenziale-sanitario di intervenire tempestivamente in caso di anomalie.




PASTICCIO AL COMUNE DI ORTONA

Il concorso da istruttore amministrativo contabile

Ortona, 10 dicembre 2023.  “C’è un castigo dal quale il Comune di Ortona non riesce a sfuggire, quello della superficialità. Per voler essere fiduciosi. Ma quello che è accaduto, nei giorni scorsi con il bando di interpello Asmel per la copertura di sette posizioni da istruttore amministrativo contabile ha, francamente, dell’incredibile”: lo afferma il capogruppo del centrodestra Angelo Di Nardo, dopo aver ricevuto, a riguardo segnalazioni documentate. Ai candidati, oltre cento, è stata somministrata una prova scritta con trenta quesiti a risposta multipla.

E fin qui niente di strano. Peccato che in due casi le terzine proposte non contenessero la risposta esatta. In un caso l’ipotesi di soluzione era scritta persino in una maniera non esattamente comprensibile. Diventa quindi singolare che, al candidato che si è attestato al primo posto in graduatoria, sia stato assegnato un 29 di punteggio provvisorio e finale, quando nell’eventualità le risposte esatte potrebbero essere eventualmente soltanto 28.

“Un fatto gravissimo, che – afferma ancora Di Nardo – a nostro modo di vedere getta un’ombra pesante sull’intero svolgimento della prova. Il passo successivo è quello che ci spinge a chiedere quale sia la ragione per cui il Piano integrativo attività organizzative (Piao) ha previsto nel fabbisogno del personale per il periodo 2023-2025 tre istruttori amministrativi contabili, di cui due ai servizi culturali-bibliotecari e uno ai servizi demografici. Che bisogno c’è in quei settori di questi specifici profili?”

Probabile che per tutto questo esista una spiegazione: “Ma nell’attesa dei chiarimenti – conclude Di Nardo – ci sia consentito pensare che, ancora una volta, ci troviamo di fronte a una delle fantastiche insensatezze del Comune di Ortona”.




ACCESO IL GRANDE ALBERO DI NATALE

Tantissime persone alla cerimonia per l’inizio delle festività

Roseto degli Abruzzi, 10 dicembre 2023.  Roseto degli Abruzzi dà il via ufficiale ai festeggiamenti del periodo natalizio e lo fa in grande stile. Tantissime persone, ieri sera, hanno partecipato alla serie di appuntamenti organizzati dall’Amministrazione Nugnes che hanno animato il centro della città e che sono culminati con l’accensione del grande albero luminoso realizzato in piazza della Libertà, proprio di fronte alla stazione. In un clima magico che ha entusiasmato grandi e piccini.

La manifestazione “Accendiamo il Natale” ha preso il via in piazza della Repubblica dove, cittadini e Amministratori Comunali guidati dal Vicesindaco Angelo Marcone, sono partiti, accompagnati dalle note della MoBetter Band, alla volta di piazza della Libertà.

Qui, di fronte a centinaia di persone, si è svolta la cerimonia di accensione che ha visto la partecipazione del Vicesindaco Angelo Marcone, della Presidente del Consiglio Comunale Gabriella Recchiuti, dell’Assessore Annalisa D’Elpidio, dell’Assessore Francesco Luciani, dell’Assessore Gianni Mazzocchetti e dei Consiglieri Comunali Enio Pavone, Toriella Iezzi, Christian Aceto, Simona Di Felice, Vincenzo Addazii. Tutti assieme, dopo un breve discorso, hanno premuto il pulsante che ha acceso il grande albero luminoso, realizzato anche grazie al contributo di alcuni sponsor.

L’accensione ha dato il via libera anche alle tante altre attività fisse che animeranno il centro della città in questi giorni: la pista di pattinaggio sul ghiaccio in piazza della Repubblica, il Christmas Village e il Luna Park in piazza della Libertà.

A vigilare sull’evento di ieri le Forze dell’Ordine e i volontari delle Guardie Ambientali, delle Guide del Borsacchio, dei Carabinieri in Pensione e della Protezione Civile.

“Abbiamo inaugurato l’albero di Natale più imponente della costa teramana – ha detto il Vicesindaco Marcone – Un simbolo che abbiamo voluto donare alla città e a tutte le famiglie per rendere ancora più magico questo periodo. Ringrazio l’Assessore D’Elpidio e tutti gli amministratori che hanno lavorato per creare un cartellone degli eventi ricco e che andrà ad interessare tutto il territorio. Grazie allo spirito di collaborazione il Natale 2023 sarà ancora più vivo e bello per i cittadini di Roseto degli Abruzzi. Tengo a ringraziare infine, anche a nome del Sindaco Mario Nugnes, gli imprenditori e le attività commerciali che hanno contribuito alla realizzazione dell’albero e all’installazione delle luminarie, un risultato raggiunto grazie al dialogo e alla sinergia che l’Amministrazione Nugnes è riuscita a creare con le attività produttive del territorio rosetano”.

“È una gioia vedere una Roseto animata, movimentata e gioiosa – ha aggiunto l’Assessore D’Elpidio – Vedere una città così viva per noi è motivo di orgoglio e soddisfazione. Con l’accensione del grande albero abbiamo dato il via al cartellone degli eventi natalizi che, siamo certi, andrà a soddisfare tutte le aspettative dei cittadini e porterà a Roseto anche quelli dei Comuni limitrofi. Inoltre, grazie ai tanti eventi organizzati, puntiamo a favorire anche il commercio cittadino che gioverà di certo delle tante presenze previste. Voglio ringraziare, infine, gli sponsor e le associazioni di volontariato che, anche in questa occasione, non hanno fatto mancare il loro prezioso supporto”.




MASSIMINA ERASMI COORDINATRICE IV

Presso il Centro Commerciale Universo di Silvi la prima assemblea del Coordinamento Italia Viva del Cerrano

Silvi, 10 dicembre 2023. Hanno preso parte ai lavori congressuali i coordinatori locali di Italia Viva Pineto Cleto Pallini, Italia Viva Atri Maurizio Faini e Italia Viva Silvi Ernesto Mariani; il Presidente Provinciale Luciano Monticelli ed il candidato alla carica di consigliere provinciale Ernesto Piccari, Sindaco di Montefino.

La nutrita e partecipata assemblea, moderata da Silvio Massimi, ha eletto all’unanimità Massimina Erasmi alla carica di Coordinatrice di Italia Viva del Cerrano.

“Il Cerrano, visto come un’unica area aggregata, ha delle enormi potenzialità.” – dichiara Monticelli – “La politica deve avere la capacità di metterle a sistema, di ragionare in ottica di area vasta che oggi rappresenta l’unico modo per portare avanti le necessità del territorio. Molto apprezzato dai tanti iscritti del Cerrano è stato il progetto dell’interramento ferroviario che riguarda i Comuni di Silvi, Pineto e Roseto.” – conclude il Presidente provinciale di Italia Viva.

“Sono orgogliosa che gli iscritti di Italia Viva dell’area del Cerrano abbiano riposto in me la loro fiducia” – dichiara la neo-coordinatrice Erami. – “Il mio impegno e la mia determinazione saranno massimi.”

“Idee e voglia di fare non ci mancano.” – continua la Erasmi – “Metteremo in campo una progettualità politica ambiziosa per il Cerrano. Turismo, cultura, arte, lavoro, valorizzazione del Parco Marino sono alcuni dei temi che affronteremo e per i quali avanzeremo delle nostre proposte nelle prossime settimane. Creeremo un dossier dove descriveremo la nostra Vision per questo territorio. In parallelo il mio compito sarà anche quello di estendere ulteriormente quest’aggregazione alla Val Fino, per dare vita a quello che sarà il Coordinamento di Area vasta del Cerrano – Fino. Il nostro intento è quello di creare le giuste e positive sinergie per un territorio che conta 8 Comunità e 50.000 abitanti.” – conclude la neo Coordinatrice.




LA TOMBESI NON SI FERMA

Vittoria anche contro la Cioli

Ortona, 10 dicembre 2023. Partita di grande agonismo e di alto livello fisico, tattico e tecnico, vinta con merito dai gialloverdi per 4-2. Massimo Morena: «Contro un avversario fortissimo, forse quello che mi ha fatto la migliore impressione fino ad oggi, abbiamo risposto con una grandissima prestazione». 

Sesta vittoria consecutiva per la Tombesi, in un palazzetto finalmente gremito e al cospetto di un avversario, la Cioli Ariccia, che ha confermato a Caldari tutto il suo valore e i motivi che l’avevano portata, prima di questo match, a soli tre punti dalla vetta. Dopo aver costruito alcune occasioni da rete, ma anche dopo alcuni interventi decisivi di Mambella, la Tombesi è andata sul doppio vantaggio già nel primo tempo, grazie alle reti di Scarinci e Moragas. Il gol dell’1-2 degli ospiti prima dell’intervallo ha solo confermato l’equilibrio in campo, che sarebbe rimasto anche nella seconda frazione. Al 3-1 di Masi hanno risposto nuovamente i laziali, ma nell’assalto finale degli ospiti la Tombesi è stata ancora una volta brava a punire il portiere di movimento avversario trovando, ancora con Masi, la rete del definitivo 4-2. Con questi tre punti la Tombesi si conferma in testa al girone C di A2 a quota 19 punti, a pari punti con lo Sporting Hornets e a +3 su Italpol, Academy e Eur.

«Abbiamo fatto una prestazione maiuscola, meglio anche di quella contro il Pescara – questo il commento di mister Massimo Morena –. È stata una gara maschia contro una grande squadra, che ci ha messo in difficoltà e mi ha fatto davvero una grande impressione: la Cioli è stata finora la migliore che abbiamo incontrato, almeno dal punto di vista tattico e anche a livello fisico, davvero una signora squadra che farà il suo campionato. Noi li abbiamo affrontati giocando una gara di altissimo livello, pur con qualche sbavatura, penso ad esempio alla nostra ingenuità sul loro primo gol. Come ci accade spesso, abbiamo fallito tante occasioni da gol, sia nel primo che nel secondo tempo, ma d’altra parte siamo stati bravissimi in fase difensiva, senza subire cali fisici e di concentrazione, specie nel secondo tempo. Sul 3-1 per noi mi aspettavo che loro mettessero subito il portiere di movimento, in parità numerica abbiamo avuto altre occasioni per segnare e poi, contro il portiere di movimento, ci siamo difesi bene e, con la nostra aggressività, siamo anche riusciti a segnare il quarto gol. È stata una partita bellissima, giocata ad altissimi livelli, complimenti ad entrambe le squadre. È la nostra sesta vittoria consecutiva, in quanti a inizio anno si sarebbero aspettati di vederci in testa a dicembre? Non lo so, ma il merito va, oltre che ai ragazzi, anche al mio staff, e ci tengo a dirlo: il prof Paolo Aiello e il nostro fisioterapista Mattia Galasso svolgono ogni giorno un lavoro eccellente e mi consegnano sempre giocatori nelle migliori condizioni possibili. Sono due professionisti esemplari, che curano ogni dettaglio e non c’entrano nulla con la categoria. A loro va il mio ringraziamento».




CELEBRAZIONE DELLA MADONNA DI LORETO

Patrona della Marina Militare e dell’ Aeronautica. Alle 10 lo svelamento di una lapide, alle 11:30 la Messa nella chiesa di San Gabriele

Giulianova, 10 dicembre 2023. Con il Patrocinio della Città di Giulianova ed il contributo del Presidente della sezione Teramo-Giulianova dell’Associazione Arma Aeronautica, Gabriele Barcaroli, stamattina alle ore 10 in piazza Dalmazia, in corrispondenza del monumento ai caduti della Marina Militare e dell’Aeronautica, verrà svelata una lapide dedicata a 5 aviatori morti durante l’ultimo conflitto mondiale, individuati grazie alle ricerche storiche di Walter De Berardinis. Domenico Canzari, Mario Di Pietro, Alberto Manocchia, Pierino Sponcichetti e Ercole Buccella: questi i nomi dei caduti, che si affiancheranno ai due esistenti, quelli di Francesco Bargagna e Ernesto Marinucci.

La cerimonia si svolge in occasione del Centenario della nascita dell’Aeronautica Militare Italiana e della solenne celebrazione che si tiene ogni 10 dicembre in onore della patrona, la Beata Vergine di Loreto.

Il programma prevede alle 10 lo svelamento della lapide ed i saluti istituzionali da parte del Sindaco Jwan Costantini e del Vicesindaco Lidia Albani. Interverrà a seguire il Presidente Gabriele Barcaroli.

Alle 11:30, una Messa sarà celebrata nella Chiesa di San Gabriele durante la quale resterà esposto un busto della Madonna di Loreto di proprietà della stessa associazione.




SALOTTO CULTURALE di Prospettiva Persona

Spazio alla conoscenza di Chiara Lubich

Vasto, 10 dicembre 2023. Il prossimo 13 Dicembre  2023 alle 18:15  il Salotto culturale di Prospettiva persona (Patrocinio MIC e Fondazione Tercas)  Teramo – via Nicola Palma, 33 darà spazio alla conoscenza di Chiara Lubich (Trento 20 gennaio 1920 – Rocca di Papa 14 marzo 2008),  fondatrice del Movimento dei Focolari e figura carismatica tra le più note del Novecento. Pagine Scelte introdotte da Maria Chiara Ferro.

Approfondimento

Un itinerario di brani scelti composti di suo pugno in epoche diverse permetterà di scoprire il ruolo che l’atto del comunicare ha rivestito per la Lubich, rendendola capace di coinvolgere nella propria intensa e autentica vita evangelica persone di ogni età, estrazione sociale e riferimento religioso, e di apprezzare come anche per lei si possa dire, insieme a R. Garrigou Lagrange, che “per farci conoscere la sua esperienza è opportuno che i grandi mistici siano anche grandi poeti”.




AREA SIC E PROGETTO EROSIONE VIGNOLA

Equilibrio ambientale a rischio a Vignola: fondamentale valutare le possibili alternative per tutelare il Sito di Interesse Comunitario (SIC)

Vasto, 10 dicembre 2023. Il Comitato Litorale Vivo e l’associazione Gre Abruzzo vogliono rendere noto che l’area di Vignola interessata dal progetto contro l’erosione, approvato dall’Ammirazione comunale di Vasto, appartiene per almeno la metà della sua estensione all’area SIC ( Sito di Importanza Comunitaria) e ZSC ( Zona Speciale di Conservazione) di Punta Aderci-Punta della Penna, inserita nella rete europea Natura 2000, sottolineandone l’alto valore ambientale. Sono presenti 7 habitat e 3 specie sotto tutela.

In merito a questo sito, la Delibera regionale n. 494, emanata il 15 settembre 2017, approvava misure di conservazione dove si evidenziava la necessità di realizzare obiettivi e misure mirate agli habitat, con particolare attenzione alla “Ricostruzione della duna costiera”.

Purtroppo, la realtà è ben diversa in quanto l’aerea di Vignola non è stata mai oggetto degli invocati lavori dunali.

Si sottolinea quindi il rischio concreto di compromettere habitat naturali e specie rare e la stessa tipicità del sito con un progetto che appare estremamente impattante ed anche sovradimensionato rispetto alle criticità cui dovrebbe far fronte. Esistendo delle alternative progettuali di più basso impatto ambientale rispetto alle barriere frangiflutti previste, che possono di gran lunga meglio integrarsi con l’ambiente circostante, è mandatorio che esse andrebbero considerate dall’ Amministrazione comunale come opzione principale almeno nel tratto di costa compreso nel sito SIC/ZSC.

Si invita caldamente l’Amministrazione comunale  a considerare attentamente di adottare le soluzioni progettuali che rispettino le linee guida nazionali e preservino l’ecosistema unico di Vignola, patrimonio e bene comune della cittadinanza tutta.




CHI PENSA E PARLA TROPPO DI SÉ stesso non annuncia il Signore ma spesso parla a vanvera

L’inizio del Vangelo di Marco è quasi uno scandalo per quanto è scarno, asciutto, essenziale. Di per sé è un grande monito al nostro parlare e parlare, e spesso a vanvera

di Don Rocco D’Ambrosio

Globalist.it, 9 dicembre 2023. Il Vangelo odierno: Inizio del vangelo di Gesù, Cristo, Figlio di Dio. Come sta scritto nel profeta Isaìa: «Ecco, dinanzi a te io mando il mio messaggero: egli preparerà la tua via. Voce di uno che grida nel deserto: Preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri», vi fu Giovanni, che battezzava nel deserto e proclamava un battesimo di conversione per il perdono dei peccati.

Accorrevano a lui tutta la regione della Giudea e tutti gli abitanti di Gerusalemme. E si facevano battezzare da lui nel fiume Giordano, confessando i loro peccati.

Giovanni era vestito di peli di cammello, con una cintura di pelle attorno ai fianchi, e mangiava cavallette e miele selvatico. E proclamava: «Viene dopo di me colui che è più forte di me: io non sono degno di chinarmi per slegare i lacci dei suoi sandali. Io vi ho battezzato con acqua, ma egli vi battezzerà in Spirito Santo». (Mc 1, 1-8 – II Avvento B).

Sono tempi di “infodemia”, cioè di una velocità elevata nella diffusione di falsità, specie sui social. E prendiamo sempre più coscienza di come non abbiamo molti mezzi per difenderci da malsane diffusioni di notizie, se non il buon senso, lo studio, la ricerca e il confronto con amici esperti. In questo mondo, che ha tante parole e tanti mezzi per diffonderle, l’inizio del Vangelo di Marco è quasi uno scandalo per quanto è scarno, asciutto, essenziale. Di per sé è un grande monito al nostro parlare e parlare, e spesso a vanvera.

Nel testo evangelico troviamo poche parole per riprendere una tradizione ebraica millenaria: il profeta è inviato per preparare a eventi salvifici, per raddrizzare sentieri, per riportare la gente a Dio. Non parla di sé; non fa pubblicità al proprio orto; non è autoreferenziale; non ha paura di umiliarsi, anzi desidera abbassarsi perché sia chiaro che: “Viene dopo di me colui che è più forte di me: io non sono degno di chinarmi per slegare i lacci dei suoi sandali”. Sembra quasi che senza umiltà (del profeta) non c’è autentica profezia: chi pensa troppo a sé stesso e parla troppo di sé stesso alla fine non annuncia il Signore, il “dito” del suo cuore e della sua mente non indica l’Altro ma se stesso, sempre e comunque se stesso; fino a diventare stucchevole e insopportabile, quanto deleterio.

L’autentico profeta prepara la visita di un Altro. La visita per eccellenza: quella del Signore Gesù. Il rischio di essere retorici o moralistici, in materia, è molto alto. Preparare la visita del Signore è un’opera difficile. Qualche volta ci illudiamo che bastano due preghiere e due piccoli sacrifici (o “fioretti”, come si diceva una volta) per essere pronti. È giusto così? Non penso proprio.

Attendere è un lavoro in profondità. È una sorta di liberazione da sé stesso: bisogna spostare il cuore e la mente, gli occhi e le braccia verso un altro, più grande e più importante di me, nonostante le distrazioni piccole e grandi che abbiamo. Sono queste distrazioni a spostare lo sguardo interiore dall’attesa del Signore all’attesa di cose, progetti, situazioni, incontri. Ad iniziare da ciò che è negativo – ciò che chiamiamo tentazioni – che ci allontana dal Buon Dio in maniera determinante. Ma anche ciò che è positivo ci può prendere così tanto da dimenticare il Signore, da metterlo in secondo piano. Pensiamo spesso e tanto alla famiglia, alle nostre relazioni, al lavoro, all’impegno sociale o politico e così via. Chiediamoci: come si sarebbe comportato il Battista tra queste distrazioni negative e positive, lui che avevo lo sguardo fisso su “Colui che viene dopo di me ed è più forte di me”?

Forse è un po’ lunga – e me ne scuso – ma la lettera a Riviere (1907) di Paul Claudel potrebbe aiutarci a riflettere sul fatto che attendere e ricercare il Signore è una cosa seria. E come tutte le cose serie ha anche le sue prove, insieme alle sue gioie. Il linguaggio di Claudel non è molto moderno, ma la sostanza è quella, è sempre quella. Eccola: “Siate mio fratello, siate con me. Venite a Dio che vi chiama. Lo so, è un momento di angoscia terribile, ma occorre farlo. Vi sono tante cose che vi paiono infinitamente dolci o terribilmente desiderabili, a cui dovete rinunciare. E d’altra parte nella religione cattolica vi sono tante cose dure da credere, tante cose umilianti a praticarle, un abbassamento così impietoso delle nostre piccole idee e delle nostre piccole persone! Ma non temete, occorre farlo. Non credete a coloro che vi diranno che la giovinezza è fatta per divertirsi: la giovinezza non è fatta per il piacere, è fatta per l’eroismo. «Prendete coraggio, io ho vinto il mondo». Non credete di essere diminuito, sarete al contrario meravigliosamente aumentato. A mano a mano che avanzerete, le cose vi appariranno più facili, gli ostacoli che erano formidabili vi faranno ora sorridere. Tutti quei grandi nomi, tutti quei poeti, quegli scrittori, quei filosofi la cui ombra ha coperto la nostra giovinezza, ne vedrete a un tratto l’esile persona grottesca ‑ e non affatto la povertà, ma il puro nulla del pensiero anticristiano. C’è un passaggio della vostra lettera che mi fa sorridere. È quello dove dite che temete di trovare nella religione la fine della ricerca e della lotta. Ah, caro amico, il giorno in cui avrete ricevuto Dio in voi, avrete un ospite che non vi lascerà quiete: «Io non sono venuto a portare la pace, ma la spada». Sarà il grande fermento che farà scoppiare tutti i vasi, sarà la lotta, la lotta contro le passioni, la lotta contro le tenebre dello spirito, non quella in cui si è vinti, ma quella in cui si è vincitori”.

Chi pensa e parla troppo di se stesso non annuncia il Signore ma spesso parla a vanvera (globalist.it)




A QUESTO SERVE IL CORPO

Lunedì in sala consiliare la presentazione del nuovo libro della giornalista Roberta Scorranese

Roseto degli Abruzzi, 9 dicembre 2023 Lunedì 11 dicembre alle ore 18.30 presso la Sala Consiliare del Municipio di Roseto degli Abruzzi, la Commissione Pari Opportunità di Roseto, con il patrocinio dell’Amministrazione Comunale, organizza un incontro con la scrittrice Roberta Scorranese che presenterà il libro “A questo serve il corpo”. L’evento, che rientra nel cartellone degli eventi natalizi del Comune, sarà un’occasione unica per scoprire il nuovo lavoro della scrittrice e giornalista abruzzese.

“A questo serve il corpo” è un viaggio nell’arte attraverso i corpi delle donne, che racconta la storia e la cultura del corpo femminile attraverso le opere dei grandi artisti di tutti i tempi. Il libro offre uno sguardo nuovo sulle opere d’arte, capaci di indicare la strada per connetterci con una fisicità fatta di accettazione, rinunce, dolore, felicità. Un’opera che unisce saggio e romanzo, ricostruzione storica e finzione, biografia e narrazione. Le donne dipinte, le donne reali, le donne come visioni in questo libro ci dicono che felice è il corpo capace di cambiare, di non rimanere immobile, di essere guardato senza perdere il proprio mistero, di amarsi prima di essere amato, di farsi luce dentro una tela o voce dentro un racconto.

Roberta Scorranese, abruzzese di nascita, vive a Milano. Giornalista, lavora al Corriere della Sera, dove è vice caposervizio delle pagine Eventi Culturali. È direttrice scientifica del Master Arte presso Rcs Academy Business School. Per Bompiani ha scritto il memoir Portami dove sei nata (2019) e il saggio A questo serve il corpo (2023).

“Gli eventi di sensibilizzazione, organizzati da Amministrazione Comunale e da Cpo rappresentano un contributo importante alla lotta contro la violenza di genere, un fenomeno ancora troppo diffuso e a volte silenziato nella nostra società – affermano la Presidente del Consiglio Comunale Gabriella Recchiuti e la Consigliera con delega alle Pari Opportunità Toriella Iezzi – Con questi appuntamenti puntiamo a raggiungere quante più persone possibili e contribuire a creare una cultura del rispetto e dell’uguaglianza tra i generi”.

“Continua l’opera di sensibilizzazione portata avanti dalla Commissione Pari Opportunità di Roseto degli Abruzzi nei confronti di temi legati alla donna, alla vita quotidiana, ai diritti e alla lotta alla violenza di genere – aggiunge la Presidente della Cpo Silvia Mattioli – In questa occasione lo facciamo attraverso la presentazione di un libro di un’importante autrice, Roberta Scorranese, che ci permette di dare uno sguardo diverso al mondo delle donne. Entrare in questo mondo complesso che può avere moltissime sfaccettature e questo si può fare attraverso l’arte, la bellezza e l’amore. Attraverso sguardi diversi cerchiamo di parlare del mondo delle donne, di valorizzarlo e di far risaltare un’immagine di donna che sia libera, indipendente, autonoma e che possa vivere pienamente e con autodeterminazione la propria femminilità”.