scritto da Redazione Abruzzo Popolare | 31 Gennaio 2024
150 mila euro ad abitazione solo per i lavori di urbanizzazione
A cura dell’Associazione Nuova Rotta
Civitella del Tronto, 31 gennaio 2024. Era il 13 febbraio 2017, fra poco saranno passati sette anni ormai, da quando, in località Ponzano di Civitella del Tronto, si innescò un movimento franoso di circa 60 ettari, che coinvolse strade e infrastrutture, determinando l’inagibilità delle abitazioni.
Dopo la definizione della procedura per la delocalizzazione della comunità ponzanese nella frazione di Sant’Eurosia, nel 2020 è stato approvato il relativo Piano attuativo a cui è seguito da parte del Comune un progetto per l’urbanizzazione complessiva dell’area, i cui lavori, che interessano circa 4 ettari di terreno, sono stati “consegnati” ad inizio settembre 2023 con tanto di cerimonia pubblica.
A distanza di quasi 7 anni dall’inizio delle procedure pensiamo e reputiamo sia giusto iniziare a riflettere sui costi che questa operazione ha comportato fino ad ora.
Nonostante la ricostruzione vera e propria ancora non sia partita malgrado l’annuncio iniziale del Sindaco Di Pietro in cui dichiarò che Ponzano sarebbe stata ricostruita in 3 anni e tralasciando il costo dell’acquisizione del terreno in località Sant’Eurosia, per i soli lavori di urbanizzazione dell’area sono stati stanziati 4,2 milioni di euro, ovvero circa 150.000 euro ad abitazione.
A nostro avviso questa cifra, già elevata, è destinata ad aumentare considerando le ulteriori necessità emerse per le mura di contenimento e i sempre più costosi impianti per le opere fognarie, in quanto gran parte delle abitazioni saranno ubicate su aree aventi un dislivello di quasi 4 metri dalla rete fognaria principale.
È importante sottolineare che stiamo parlando di risorse pubbliche, pagate dalla collettività. La spesa per abitazione, già tanto elevata per le sole opere infrastrutturali, sarà ovviamente destinata a salire quando si partirà con la ricostruzione delle case che deve ancora da iniziare. Alla fine del processo di delocalizzazione sarà interessante consuntivare quello che sarà il costo totale per singola unità abitativa.
E allora ci viene spontaneo fare alcune riflessioni. Perché non si è valutato di delocalizzare in una zona con le infrastrutture già esistenti? È stato fatto uno studio costi / benefici per capire l’impatto economico della scelta che l’Amministrazione Di Pietro ha portato avanti? Se si fosse delocalizzato a Civitella, ad esempio, invece che a Sant’Eurosia, le opere di urbanizzazione non sarebbero state necessarie e forse anche l’acquisto del terreno poteva essere evitato. Nuove villette ben strutturate con spazi verdi e alberi avrebbero rappresentato un bel biglietto da visita per il borgo, portando anche nuova vita al capoluogo comunale. Questa opzione avrebbe comportato un notevole risparmio di risorse e la possibilità di ridare nuova vita al centro storico, attualmente quasi disabitato, contribuendo, quindi, anche alla rinascita delle attività commerciali.
“Siamo consci che i cittadini di Ponzano riunitisi in Comitato hanno spinto nei confronti dell’Amministrazione comunale per perseguire la soluzione Sant’Eurosia, ma pensiamo e crediamo che la Politica, quella con la P maiuscola, debba assumersi, anche effettuando scelte difficili e poco convenienti dal punto di vista elettorale, la Responsabilità di individuare la migliore soluzione per il bene collettivo, sia sociale che economico.” – conclude Marco Di Berardino Presidente dell’Associazione Nuova Rotta.
COSTELLAZIONI FAMILIARI
scritto da Redazione Abruzzo Popolare | 31 Gennaio 2024
Enneagramma e Psicogenealogia. Un libro di Don Marcello Stanzione e Maria Luisa Mirabella
Ilnuovoarengario.it, 31 gennaio 2024. Esce in questi giorni nelle librerie il libro “Costellazioni Familiari – Enneagramma e Psicogenealogia” di Don Marcello Stanzione e Maria Luisa Mirabella, edito da Sugarco di Milano. Frutto di una meticolosa ricerca e di una profonda passione, questo libro mira a delineare il potente legame tra l’individuo e il proprio Albero Genealogico, avvalendosi delle lenti interpretative della Psicogenealogia e delle Costellazioni Familiari.
Nella prima parte – introduzione alla Psicogenealogia e alle Costellazioni Familiari – sarete guidati dalla dott.ssa Maria Luisa Mirabella. Questa sezione, aperta a tutti i credi e retroterra culturali, ha l’obiettivo di fornire una panoramica completa di queste discipline.
Nella seconda parte del testo vengono presentati collegamenti biblici con l’Albero Genealogico proposti da don Marcello Stanzione che approfondisce la risonanza tra Enneagramma, Psicogenealogia e contesto cristiano-cattolico, illustrando come determinati fondamenti trovino eco nei passi della Sacra Bibbia. Questa sezione, pur mantenendo una rigorosa impostazione accademica, offre una visione spirituale delle materie trattate. Un capitolo a parte è dedicato ad alcune preghiere di guarigione e liberazione dell’Albero Genealogico formulate dalla tradizione cristiana. Il libro è arricchito dalla postfazione di Alba Sali, una delle più importanti esperte italiane di Costellazioni Familiari. Ogni lettore, indipendentemente dalle proprie convinzioni filosofiche e religiose, potrà trovare in queste pagine spunti di riflessione e approfondimento per un illuminante e affascinante viaggio alla scoperta delle proprie radici e delle cause di tante sue situazioni esistenziali attuali che risalgono al proprio Albero Genealogico.
Un libro divulgativo chiaro e semplice in cui le informazioni si seguono precise e i contenuti, in un crescendo di conoscenza, riescono a far emergere i punti di contatto tra la Psicogenealogia , le costellazioni familiari e l’enneagramma. Il valore di quanto sono riusciti a scrivere insieme i due autori sta nell’essere riusciti a liberare le discipline di cui parlano da sciocco scetticismo illustrando i loro punti di forza scientifici e spirituali. Al riguardo è davvero speciale come Don Marcello Stanzione abbia messo in collegamento la Bibbia con l’eredità psicologiche dei nostri antenati.
Le diverse preghiere sull’albero genealogico in coda al libro sono un contributo importante oltre la divulgazione; le preghiere sono strumenti per cominciare a sperimentare come la guarigione del passato, a mezzo di amore, di benedizioni e preghiere, aiuti a liberare le vite del presente da molti mali spirituali che sono il frutto cattivo delle colpe dei nostri antenati.
COMUNE VIRTUOSO NEL VERDE URBANO
scritto da Redazione Abruzzo Popolare | 31 Gennaio 2024
Completata la mappatura degli alberi in via Marina e in via Colombo
Roseto degli Abruzzi, 30 gennaio 2024. Si è ultimato nelle scorse ore il controllo che rientra nel progetto di mappatura del verde di Roseto degli Abruzzi e che ha riguardato, nello specifico, i pini marittimi presenti in via Marina e via Colombo. È stato realizzato un lavoro imponente, sollecitato anche da RFI, che si è concentrato soprattutto sulle piante che hanno mostrato delle criticità verso le quali sono stati svolti degli approfondimenti strumentali.
“Nel controllo delle alberature su via Marina e via Colombo, abbiamo sottoposto diverse piante al “Pulling Test”, prova di trazione controllata dell’albero, ossia un metodo di valutazione della stabilità degli alberi che testa la resistenza meccanica e la stabilità a livello radicale, che è una parte della pianta di per sé difficile da indagare – afferma il dottore Agronomo Stefano Castorani, incaricato dal Comune allo svolgimento della mappatura – Tale verifica simula la forza del vento sulla chioma dell’albero e permette di valutare la risposta della pianta a tali sollecitazioni, fornendo dati sulla sua propensione al cedimento. Cerchiamo di tutelare al massimo il nostro splendido patrimonio arboreo senza però tralasciare il rischio che comunque comporta la presenza di alberi in un contesto urbano e la sicurezza del cittadino”.
“Roseto è una città verde, ricca di parchi, giardini, alberi e piante che contribuiscono a rendere il nostro territorio più bello, salubre e sostenibile – dichiara il Sindaco Mario Nugnes – Per questo motivo, abbiamo deciso di avviare un progetto di mappatura del verde urbano, che ci permetterà di conoscere meglio la quantità, la qualità e la distribuzione delle aree verdi presenti sul nostro suolo comunale. Questo ci aiuterà a pianificare interventi mirati di manutenzione, potatura, sostituzione e piantumazione di nuovi alberi, in modo da preservare e incrementare il nostro patrimonio arboreo. Inoltre, per la prima volta nella storia del nostro comune, stiamo realizzando il Piano del Verde, uno strumento normativo che regola la gestione del verde pubblico e privato, stabilendo criteri, obiettivi e azioni per garantire il rispetto e la valorizzazione della natura. Queste iniziative testimoniano la nostra visione di una città moderna, attenta al benessere delle persone e alla salvaguardia del territorio. Siamo convinti che le piante siano una risorsa preziosa per Roseto degli Abruzzi e per tutto il nostro territorio e che, allo stesso tempo, si deve intervenire dove necessario per garantire la sicurezza dei nostri cittadini”.
PREMIO NAZIONALE DI NARRATIVA NEO EDIZIONI 2024
scritto da Redazione Abruzzo Popolare | 31 Gennaio 2024
Anno Zero per il premio, partecipazione entro il 30 maggio
Chieti, 30 gennaio 2024. La Neo Edizioni presenta il “Premio Nazionale di Narrativa Neo Edizioni 2024”, un’opportunità concreta per gli autori emergenti. Nell’anno della sua prima edizione, il concorso si apre a romanzi e raccolte di racconti inediti, offrendo uno spazio prezioso per dar voce ai nuovi talenti della narrativa italiana.
Il vincitore avrà l’opportunità di vedere la propria opera pubblicata dalla Neo Edizioni, casa editrice abruzzese arrivata al suo quindicesimo anno di attività. Oltre alla pubblicazione del proprio manoscritto, il vincitore sarà premiato con 1000 euro, intesi come anticipo sui diritti derivanti dalla futura vendita dell’opera.
Il concorso è aperto a tutti gli autori con opere inedite redatte in lingua italiana. La scadenza per partecipare è fissata al 30 maggio 2024. L’invito è rivolto a chiunque abbia una storia da raccontare, un mondo da condividere o emozioni da esplorare attraverso la scrittura.
Neo Edizioni garantisce un processo di valutazione aperto e professionale, con l’obiettivo di offrire a tutti i partecipanti un’equa possibilità di emergere.
È possibile inviare il proprio manoscritto inedito e partecipare al “Premio Nazionale di Narrativa Neo Edizioni 2024”; per maggiori dettagli e informazioni, la pagina ufficiale del concorso per consultare il bando è: www.neoedizioni.it/neo/premio_letterario/.
Inoltre, è possibile seguire le pagine social alla voce @neoedizioni.
PROGETTO ERASMUS + DIALOGO E AZIONE
scritto da Redazione Abruzzo Popolare | 31 Gennaio 2024
Coinvolti tutti gli Ambiti Distrettuali Sociali della Provincia di Teramo
Teramo, 30 gennaio 2024. Si è tenuta oggi, martedì 30 gennaio 2024 nello spazio L’ARCA (Laboratorio per le Arti Contemporanee) di Teramo, la riunione di lancio del progetto DeA (Dialogo e Azione), Azione Chiave 1 del programma Erasmus+.
Il progetto, di titolarità della Cooperativa Formatalenti, è stato cofinanziato dalla Commissione Europea in partenariato con i cinque Ambiti Distrettuali Sociali della Provincia di Teramo: ADS 20 “Teramo”, ADS 21 “Val Vibrata”, ADS 22 “Tordino-Vomano”, ADS 23 “Fino-Cerrano” e ADS 24 “Gran Sasso-Laga”.
Presenti alla riunione di lancio l’Assessore del Comune di Teramo Alessandra Ferri, Il Sindaco di Alba Adriatica Antonietta Casciotti, la Dottoressa Simona Antonini, il Responsabile dei servizi sociali della Comunità Montana “Gran Sasso” e dell’Unione dei Comuni “Le terre del sole” Piergiorgio Possenti, l’Assessore del Comune di Silvi Beta Costantini e la Dottoressa Elisabetta Rapacchiale. Hanno moderato la riunione la Project Manager del progetto, Sara Di Giuseppe, e la Project Assistant, Giulia Scarafoni.
Ci sono grandi aspettative per il progetto, che nasce con una forte componente europea, che coinvolgerà circa 100 giovani della Provincia, tra volontari di Servizio Civile Universale e studenti delle Scuole Secondarie di secondo grado, e circa 10 decisori politici dei Comuni di ciascun ADS provinciale. L’obiettivo è la creazione di un ponte forte e stabile che colleghi i giovani cittadini al mondo politico, per comprendere, immedesimarsi e imparare gli uni dagli altri. Parola chiave: bidirezionalità.
Il progetto si pone obiettivi concreti e raggiungibili, soprattutto grazie alla grande disponibilità degli Ambiti Distrettuali Sociali partner che hanno, da subito, accolto con forte entusiasmo l’idea progettuale della Cooperativa Formatalenti.
La partecipazione di tutti gli Ambiti è stata fortemente voluta dalla Cooperativa, in un’ottica di cooperazione congiunta tra le aree e soprattutto di inclusione delle Aree Interne presenti nel territorio e dei loro giovani, spesso penalizzati dalla mancanza di servizi e opportunità per emergere e far sentire la propria voce.
Fiore all’occhiello del progetto è la creazione di una Consulta Informativa Giovanile, che sarà regolarmente eletta dai giovani della Provincia di Teramo; uno strumento oggi essenziale per dare voce a tutte e tutti ed essere portavoce di innovazione e incubatore di nuove idee nel territorio teramano.
RISOTTO AL VINO ROSSO O CAVOUR
scritto da Redazione Abruzzo Popolare | 31 Gennaio 2024
Chieti, 30 gennaio 2024. È un piatto vegetariano con un condimento diverso dai soliti. Era il risotto preferito di Camillo Benso conte di Cavour, un buongustaio di cibi di qualità. Il riso contiene vitamine A e B, proteine, calcio, potassio, carboidrati, aiuta a regolare la flora batterica ed a garantire benessere, all’intestino.
INGREDIENTI PER DUE PERSONE
Riso Carnaroli 160 g – (rilascia una giusta quantità di amido durante la cottura, così da consentire un risotto cremoso)
Vino Rosso corposo secco 80 g
Olio extra vergine di oliva 2 cucchiai 15 g
Brodo vegetale ½ l
Burro 15 g
Parmigiano grattugiato 20 g
Sottiletta 1
Battuto mezza cipolla
Pepe q.b.
Sale q.b.
Prezzemolo q.b.
PREPARAZIONE
Il risotto al vino rosso, si prepara in una casseruola antiaderente. Con due cucchiai di olio extra vergine di oliva, far soffriggere la mezza cipolla, unire il riso carnaroli, tostarlo per un paio di minuti, mescolando con una paletta di legno, fino a che non sarà lucido. Quindi, aggiungere 50 grammi di vino, lasciandolo ben sfumare, altrimenti il piatto è amaro. Continuare la cottura, circa 22 minuti, aggiungendo man mano brodo caldo. Cinque minuti prima della fine cottura, al posto del brodo, aggiungere i 30 grammi di vino restanti, in modo che anche il colore sarà più intenso. A fine cottura, a fuoco spento, mantecare per circa due minuti con il burro, la sottiletta, il parmigiano. Una rapida mescolata per amalgamare bene gli ingredienti e servire, aggiungendo il prezzemolo e il pepe. Per preparare questo risotto di origine piemontese e, per accompagnare il piatto, è consigliato il vino Barolo. È un vino rosso, energico, raffinato e nominato, Patrimonio dell’Unesco. Però fa bella figura anche un rosso locale.
Luciano Pellegrini
INCLUSIONE E DISABILITÀ
scritto da Redazione Abruzzo Popolare | 31 Gennaio 2024
Le parole chiave del progetto STAR
San Benedetto del Tronto, 30 gennaio 2024. È iniziato a fine 2023 e continua nel 2024 il progetto STAR condotto dalle associazioni Michelepertutti e La Casa di Asterione con le scuole di Ascoli, Grottammare, Pagliare e San Benedetto del Tronto.
Promuovere a scuola l’empowerment dei minori con disabilità e sensibilizzare i loro pari: sono questi gli obiettivi del Progetto S.T.A.R. (Sosteniamo Tutte le Abilità dei Ragazzi) creato dalle associazioni Michelepertutti in qualità di capofila e La Casa di Asterione come partner con il contributo del Dipartimento per le politiche della Famiglia.
Il progetto STAR si pone da un lato l’obiettivo di favorire il senso di sicurezza emotiva e la scoperta dei talenti di ciascun ragazzo, partendo dalle fragilità, per superarle ed evidenziare i punti di forza, che ci sono sempre, al di là delle disabilità.
Dall’altro Star si propone di educare le giovani generazioni a convivere e rispettare tutte le differenze che la vita e la natura ci propongono, tenendo presente che siamo tutti/tutte individui unici e pertanto diversi/e.
Le scuole coinvolte sono gli Isc Leopardi di Grottammare, l’Isc Centro di San Benedetto del Tronto, Isc di Pagliare, Isc Borgo Solestà, Isc Centro Ascoli, Isc Luciani San Filippo.
Il progetto ha avuto luce anche grazie all’appoggio da parte degli Ambiti Territoriali 21,22, e 23 del Piceno e dei Comuni di Ascoli Piceno, Pagliare, Monsampolo, San Benedetto del Tronto e Grottammare.
Secondo i dati del Ministero dell’Istruzione, in Italia gli studenti con disabilità frequentanti la scuola primaria e secondaria di primo grado rappresentano circa il 4,5% del totale iscritti.
Stiamo parlando di circa 180.000 ragazzi a livello Italia, riconosciuti con una disabilità, che stanno vivendo l’età che va dai 5 ai 14 anni, età caratterizzata dalla formazione ancor più definita della personalità del bambino che va trasformandosi in ragazzo. Coloro che sperimentano una qualche forma di diversità (disabilità psico-fisica, culturale, socioeconomica, ecc.), sentono oramai che questa peculiarità è divenuta evidente agli altri e rischiano di vivere una certa esclusione sociale. I ragazzi, in questa fase della crescita, fanno spesso fatica ad avere un atteggiamento inclusivo nei confronti del diverso, se non guidati da una proposta educativa adeguata.
Nel ridurre queste distanze la scuola ha un ruolo decisivo: l’efficacia del sistema scolastico si misura anche nella capacità di integrare e valorizzare le differenze, senza cristallizzarle.
Partendo da queste premesse, le azioni progettuali infatti prevedono discussioni sul linguaggio e sul potere che hanno le parole di abbattere muri, la creazione di uno spazio di apprendimento virtuale, attività espressivo-artistiche e sul teatro come discipline in grado di unire le persone, attività sportive e di formazione e motivazione al volontariato sin da ragazzi. Non mancano azioni dedicate al corpo docente, come la formazione in mediazione artistica ed una formazione più tecnica e specifica sulla differenziazione didattica condotta da Cedisma, ente dell’Università Cattolica.
Il progetto, avviato a fine 2023, impegnerà le scuole fino a giugno e poi continuerà durante l’estate con attività all’aperto.
I risultati ottenuti saranno misurati e quantificati grazie ad un ente di valutazione esterno, che rilascerà una relazione finale che verrà condivisa con tutti gli stakeholders.
LA PRIORITÀ DELLE PRIORITÀ
scritto da Redazione Abruzzo Popolare | 31 Gennaio 2024
di Domenico Galbiati
Politicainsieme.com, 30 gennaio 2024. Chi voglia fare seriamente politica, deve, anzitutto, saper leggere sapientemente il “momento”. Deve poter cogliere, in altri termini, quale sia, in quel determinato frangente, la “priorità delle priorità”, il tema che da solo connota quella certa fase temporale ed attorno al quale gli altri argomenti ruotano su traiettorie che, lo si sappia o meno, non sfuggono alla forza gravitazionale della questione che tiene saldamente il centro della scena.
Nel nostro Paese – ovviamente coinvolto nelle mille tensioni del drammatico scenario internazionale – l’attenzione, in questa fase, è focalizzata, in primo luogo, sulla consultazione europea del prossimo mese di giugno. Sia per il rilievo in sé – prima d’ora, mai percepito altrettanto chiaramente – del rinnovo del Parlamento di Strasburgo, sia per i riflessi che il responso delle urne potrebbe avere sugli equilibri interni alla stessa maggioranza di governo.
Non bisogna lasciarsi trarre in inganno e scambiare le turbolenze che investono l’immediata contingenza del discorso pubblico con i movimenti, forse meno appariscenti, ma più sostanziali, che si muovono nelle regioni più profonde dell’accadere politico. Detto altrimenti, il “momento” italiano è oggi contrassegnato – senza sminuire le altre mille tematiche che si inerpicano in una reciprocità di condizionamenti intrecciati che danno l’idea della effettiva complessità in cui ci muoviamo – dalla proposta di riforma costituzionale, avanzata dalla due destre di Meloni e Salvini, secondo un combinato disposto tra “premierato” ed “autonomia differenziata”, destinato letteralmente a stravolgere l’impianto della Costituzione Repubblicana, che, ai loro occhi, ha la grave colpa di essere nata dalla lotta di liberazione dal fascismo.
A giudicare dall’atonia con cui si guarda a questa prospettiva, non solo da parte delle presunte opposizioni, ma dal mondo della cultura democratica e civile, dal mondo accademico, da parte del mondo sociale, sindacale ed imprenditoriale, associativo, professionale, in sostanza da quella pluralità di espressioni della società civile che si è ben diversamente mobilitata in altre occasioni, questa volta rischiano di farcela. Quasi ci sia una tacita e rassegnata accondiscendenza.
Certo, si tratta di un cammino di non breve momento ed il probabile referendum non è così immediatamente alle porte, ma la battaglia è talmente dirimente che bisogna esserne consapevoli e convinti fin d’ ora e cominciare da subito a predisporre le opportune contromisure. Siamo posti di fronte ad una questione a cui nessuno può sfuggire, magari eclissandosi nel pretesto che, in fin dei conti, si tratta di una tematica di carattere tecnico- istituzionale di cui è bene che si occupino gli addetti ai lavori. E’ vero esattamente il contrario.
Siamo su un crinale che non consente traccheggiamenti o mediazione di sorta: si sta da una parte o dall’ altra.
La “legge fondamentale dello Stato” – qualunque sia la sua impostazione di fondo – rappresenta in ogni caso, l’architrave che regge la “convivenza civile” di un popolo – la costruzione della “polis” – e, in ultima istanza, ha, dunque, anche un irrecusabile valore “antropologico”, anche se, nel linguaggio politico corrente, esploriamo meno questo versante.
Vuol dire che la Costituzione concerne la cognizione che un “popolo” – e per esso i singoli cittadini che vi si riconoscono – ha di sé stesso, la sua consapevolezza di sé, l’ “auto-comprensione” che ne orienta i comportamenti, il modo di intendervi, dunque, in primo luogo, il primato della persona piuttosto che dello Stato, il ruolo della famiglia e delle spontanee aggregazioni sociali, la stessa concezione dell’ “io” che matura e si compie, in quella pluralità di relazioni che danno forma ai diritti civili e, non meno, alla vasta costellazione dei diritti sociali. Insomma, la Costituzione dice chi siamo e chi intendiamo essere e la cosa investe, ben più di quanto distrattamente non riteniamo, la concreta esperienza, l’ esistenza, il “vissuto” di ognuno, di ciascun cittadino nella sua irripetibile singolarità e non solo la dimensione del “collettivo”. Non è fuori luogo dire che la Costituzione si vive.
Ne consegue – a maggior ragione, guardando al mondo cattolico, cioè a coloro che si riconoscono in una cultura “personalista” – che salta d’ incanto, ad esempio, ogni più o leziosa distinzione tra impegno politico e prepolitico, tra formazione delle coscienze e militanza attiva, anche nelle sue forme di partito. E, infine, la questione interroga anche quelle espressioni di mondo liberale, democristiano o socialista che pure sono, qua e là, sparse nell’attuale maggioranza di governo, per lo più accolte, fin dalle sue origini, in Forza Italia, la quale, a sua volta, appartenendo al PPE, dovrebbe dar conto di una conciliazione, francamente difficile, tra riferimento alla casa-madre dei cristiano-sociali e l’ adesione, a meno che ne prenda le distanze, ad una inaccettabile riforma costituzionale. Sapendo, peraltro, che i temi istituzionali, ciò che, in linea generale, concerne la forma dello Stato, stanno su un piano sovraordinato e non riducibile alla logica delle contingenti maggioranze parlamentari.
scritto da Redazione Abruzzo Popolare | 31 Gennaio 2024
Alla sede della lega in piazza cesare battisti
Trento, 30 gennaio 2024. Fugatti persevera nei suoi piani criminali di sterminio contro gli Animali Liberi. Otto Orsi ogni anno saranno ammazzati, tra loro quattro Cuccioli, contro ogni normativa nazionale e UE.
E il governo lo lascia fare. Il che non meraviglia, visto che nel governo e nei partiti che lo sostengono ci sono i maggiori produttori e commercianti di armi e munizioni.
Agli Orsi uccisi “legalmente”, si aggiungono quelli “trovati morti”, cioè eliminati sottobanco…
Contro questa indegna situazione, nella tarda serata di lunedì 29 gennaio, un “orso” ha compiuto una performance di protesta, scaricando un quantitativo di concime sintetico (e puzzolente) davanti alla sede della lega di Trento. Inoltre, è stato affisso uno striscione che parla da solo: “LEGA, FUGATTI NON DATE UN PRETESTO AI ‘MATTI’… GIÙ LE MANI DAGLI ORSI!”
Un atto simbolico, meriterebbero di peggio, perché non cali il silenzio sulla strage di Animali Liberi in Trentino.
www.centopercentoanimalisti.org
RICERCA E ATTIVITÀ FORMATIVE NELLA RISERVA DI LUPPA
scritto da Redazione Abruzzo Popolare | 31 Gennaio 2024
Protocollo d’intesa tra il Comune di Sante Marie e la Federazione Speleologica Abruzzese
Sante Marie, 30 gennaio 2024. Un protocollo d’intesa tra il Comune di Sante Marie e la Federazione Speleologica Abruzzese per ricerca e attività formative nella riserva naturale Grotte di Luppa. Il patto è stato sottoscritto domenica mattina dopo un sopralluogo all’interno dell’area protetta.
La convenzione firmata è un primo passo per promuovere insieme alle associazioni speleologiche regionali lo sviluppo, la ricerca e le attività formative nella riserva con il fine di realizzare una linea comune che valorizzi il patrimonio speleologico permettendo al contempo anche la salvaguardia dei fenomeni carsici presenti nel territorio del Comune di Sante Marie.
“Giornata importante per la nostra comunità”, ha precisato il sindaco Lorenzo Berardinetti, “abbiamo aggiunto un tassello sullo sviluppo turistico del territorio. Con questa convenzione possiamo iniziare a pensare i percorsi della riserva come un’unica estensione in grado di collegare gli aspetti della superficie con quelli del mondo sotterraneo, permettendo agli escursionisti di osservare le peculiarità speleologiche tipiche del nostro territorio. Partiremo a breve con lo studio di fattibilità per l’apertura di possibili percorsi speleologici nella riserva naturale Grotte di Luppa”.
Anche il presidente della Federazione Speleologica Abruzzese, Gabriele La Rovere, ha ribadito l’importanza di questo risultato per tutta la comunità speleologica regionale.
“La firma di questo protocollo”, ha commentato La Rovere, “sia un punto di partenza per lo studio, la salvaguardia e la valorizzazione del patrimonio ipogeo della riserva secondo i moderni principi della sostenibilità”.
Il presidente del gruppo speleologico aquilano Mauro Panzanaro si è detto soddisfatto di questo importante risultato ottenuto.
“Ringrazio il sindaco Berardinetti per la visita nel territorio della riserva”, ha concluso Panzanaro, “che ci ha permesso di valutare la bellezza del paesaggio carsico di superficie ricco di testimoni di erosione, falesie e doline che integrata con le potenzialità speleologiche dell’Inghiottitoio di Luppa possono contribuire alla realizzazione di percorsi visita suggestivi e di moderna concezione per la diffusione delle conoscenze naturalistiche”.
Lorenzo Berardinetti
SESTO POTERE
scritto da Redazione Abruzzo Popolare | 31 Gennaio 2024
In scena sabato 3 febbraio alle ore 21:00 con Francesco Montanari e Cristiano Caccamo. Il nuovo allestimento che porta la firma del teatro Maria Caniglia alla produzione
Sulmona, 30 gennaio 2024. Dopo il grande successo di pubblico per Prendetevi la luna che il 20 gennaio ha visto salire sul palco del Caniglia il Dott. Paolo Crepet all’interno della rassegna Oltre la stagione, sabato 3 febbraio alle ore 21:00 andrà in scena Sesto potere di Davide Sacco, che ne firma anche la regia, con Francesco Montanari e Cristiano Caccamo; lo spettacolo è una coproduzione LVF – Teatro Manini di Narni, Ente Teatro Cronaca – VesuvioTeatro e Teatro Maria Caniglia.
Meta Aps in partenariato con il Comune di Sulmona propone quale quinto appuntamento della stagione di prosa 2023/2024 la sua coproduzione; la pièce, attualmente impegnata in una tournée che contribuisce a promuovere il nome del Teatro Maria Caniglia in tutto il territorio nazionale, prende avvio in una democrazia violata dall’odio, dal denaro e dalla vendetta, e ciò che sembra affermarsi al di là di ogni altra cosa è il potere delle fake news. In una storia che pare trattare esclusivamente di politica, Francesco Montanari, Cristiano Caccamo, Nina Torresi e Matteo Cecchi guidati dal regista Davide Sacco, trasporteranno il pubblico in un dramma che coinvolge la società, un gruppo, degli individui, e che si chiude in modo estremo: vivere essendo oggetto di fake news o scegliere di morire con la reputazione immacolata?
«Siamo lieti di proseguire il progetto che vede il Teatro Maria Caniglia come Teatro di produzione attraverso un allestimento che porta la firma, oltre alla nostra, di due importanti realtà come quelle di LVF – Teatro Manini di Narni ed Ente Teatro Cronaca – VesuvioTeatro» dichiara Patrizio Maria D’Artista, presidente di Meta Aps e Direttore Artistico della stagione di prosa in corso, che prosegue «Il percorso iniziato con “Il Grande Inquisitore” e proseguito con “Divagazioni e Delizie”, vede oggi con “Sesto potere” un ulteriore sviluppo grazie ad una collaborazione che crea legami con altre realtà di lustro nel panorama teatrale italiano, e che porta il Caniglia a confermarsi nel ruolo di un teatro in grado di produrre dei contenuti culturali di qualità capaci di raccogliere consensi nei maggiori teatri italiani».
Si ricorda che i singoli biglietti sono in vendita presso il Centro di Informazioni Turistiche – IAT Sulmona e sulla piattaforma online oooh.events. Il giorno dello spettacolo sarà possibile acquistare i biglietti sia online che presso il Botteghino del Teatro.
Per informazioni contattare il numero 329 9339837, collegarsi alle pagine social Facebook, Instagram, X del Teatro Maria Caniglia o al sito www.teatromariacaniglia.com, oppure scrivere una mail all’indirizzo info@teatromariacaniglia.com
ALCUNE DATE DELLA TOURNÉE 2023/24:
Narni (Terni)
10/11 dicembre 2023, Teatro Manini
Altopascio (Lucca)
12 dicembre 2023, Cinema Teatro Puccini
Empoli
13 dicembre 2023, Cinema Teatro Excelsior
Santa Croce sull’Arno (Pisa)
14 dicembre 2023, Teatro Comunale Verdi
Rapolano Terme (Siena)
15 dicembre 2023, Teatro del Popolo
Polistena (Reggio Calabria)
22 dicembre 2023, Auditorium Comune di Polistena
Montegiorgio (Fermo)
8 gennaio 2024, Teatro Domenico Alaleona
Roma
10/21 gennaio 2024, Teatro Ambra Jovinelli
Napoli
25/28 gennaio 2024, Teatro Nuovo
Campi Bisenzio (Firenze)
31 gennaio 2024, Teatrodante Carlo Monni
San Casciano di Val Pesa (Firenze)
1° febbraio 2024, Teatro comunale Niccolini
Sulmona (L’Aquila)
3 febbraio 2024, Teatro Comunale “Maria Caniglia”
Lecce
13 febbraio 2024, Teatro Paisiello
Mola di Bari
14 febbraio 2024, Teatro van Wasterhout
ANCORA E SEMPRE ELEZIONI!
scritto da Redazione Abruzzo Popolare | 31 Gennaio 2024
Lamentarsi si… ma poi prepararsi bene al voto in modo serio, convinto e soprattutto intelligente
Torrevecchia Teatina, 30 gennaio 2024. Gennaio oramai andato: il 2024 è partito e le attività dei politici sono riprese più dinamiche che mai con un popolo un po’ sconnesso. Mancano pochi giorni alla scadenza della presentazione delle candidature per le Elezioni Regionali, che si terranno il 10 marzo prossimo, ed è tutto un fermento per i professionisti della politica; a sfogliare le pagine web dei vari social, almeno così appare.
Presso la Corte di Appello de L’Aquila il 9 ed il 10 febbraio saranno consegnate le liste dei candidati consiglieri e governatori. Proprio allora avremo modo di verificare quale scelta sarà possibile all’elettore, al cittadino che, stufo davvero di questa attuale politica capricciosa, bugiarda e piangiona ma smaniosa ed ambiziosa, avrà il compito di scegliere gli uomini di propria fiducia al governo regionale, sempre che questo sia possibile cercarli nei lunghissimi elenchi che saranno pubblicati.
Tanti simboli, i soliti uomini più o meno simpatici, poi nomi a scorrere per la maggior parte sconosciuti, ed infine immagini e colori d’ogni tipo a generare distrazioni e confusione. In questo marasma ecco le scelte per il cittadino comune per definire il quadro dei 31 rappresentanti al governo regionale. Un governo che ci costa circa 30 milioni di euro per l’intero quinquennio. Ecco la democrazia rappresentativa con i suoi costi; quella che dovrà realizzare le scelte utili per la comunità, almeno questo sembrerebbe dalle disposizioni di Leggi.
Questo esercizio del voto il cittadino dovrà ripeterlo almeno altre due volte, quest’anno.
Manca qualche mese ancora per le elezioni amministrative comunali e per quelle Europee; il 9 e 10 giugno sono i giorni per l’Election Day, però c’è tanto altro tempo ancora per definire questi due quadri. Comunque, è utile ricordare che se per i Comuni le spese per i rappresentanti sono di tipo modesto quelle per le europee sono proprio da capogiro.
I costi per la democrazia rappresentativa sono sempre più alti quanto più vai in alto, e per quanto si va in alto le spettanze sembrano non bastare mai: stranamente, ma non proprio, questo rappresentante vuole sempre di più. Non ci sono più limiti quando il potere genera potere e denaro e potere ancora. Tutto in un vortice che adesso sta letteralmente mandando in rovina tutti e tutto: siamo entrati in un momento storico di convergenze molto negative per la democrazia. Basterebbe alzare le antenne per comprendere quali gravi rischi si corrono in questi momenti.
Ecco, dunque, ancora la democrazia rappresentativa che vuole offrirci garanzie. A registrare le ultime urne semivuote sembrerebbe davvero un’offerta che non trova più gradimento.
Il sistema scricchiola e ci regala segni di forte cedimento; un regalo per ogni tipo d’amministrazione: un regalo continuo in tasse, imposte, tributi, concessioni, negazioni, negligenze, lungaggini stancanti, sperperi vari e brutture d’ogni genere; tralasciando ovviamente tutti gli aspetti giudiziari i più oscuri, c’è poco da rallegrarsi per le varie porcherie che si registrano da tempo ed i limiti raggiunti.
Una democrazia dal volto deforme che non lascia tempo e spazio per dimostrare questa forte crisi.
Utili potrebbero sembrare adesso le parole di un noto pensatore del passato; parole ancora vive e che sembrerebbero davvero interessanti se meditate e messe in relazione, per quello che si può e almeno in questo periodo elettorale, con le parole Potere e Denaro. Due parole magiche per la democrazia, estremamente labili, ma di una potenza ancora inspiegabile. Lo strano binomio del compiacimento estremo.
Se nel vil Denaro ogni ragione può perdersi nelle più lerce quanto mai assurde perversioni, nel Potere la ragione può infiammare ancora qualche fragile e recondito pensiero umano ed ecco le straordinarie quanto mai vive parole del Montesquieu. Scriveva: “chiunque abbia potere è portato ad abusarne; […] arriva sin dove non trova limiti. Chi lo direbbe perfino la virtù ha bisogno di limiti. Perché non si possa abusare del potere occorre che nella disposizione delle cose il potere arresti il potere”.
Se le mani sapienti, che dispongono le cose giuste di potere, rimangono sempre difficili da trovare, resta comunque aperta la speranza di poterle trovare sempre nel futuro. Ancora puntuali e presenti le occasioni e le possibilità di ricerca, prepariamoci, dunque, al voto in modo serio, convinto ed intelligente, evitando scelte banali, scelte inutili, scelte scaltre, scelte sclerotiche, scelte d’impulso, scelte croniche ovvero nessuna scelta.
nm
LE ACROBAZIE DI APAP e musiche senza confini
scritto da Redazione Abruzzo Popolare | 31 Gennaio 2024
Domani all’auditorium con i solisti aquilani
L’Aquila, 29 gennaio 2024. “Mi sono subito convinto che rappresenti il violinista del ventunesimo secolo”,“Più che un acrobata del violino, è un violinista per natura, diabolicamente abile ma soprattutto abitato dalla musica”, queste le parole usate, rispettivamente, del grande violinista Yehudi Menhuin e del regista Bruno Monsaingeon – il più noto dei documentaristi nell’ambito della musica colta – per descrivere Gilles Apap.
Un musicista fuori dagli schemi, che attraversa i più diversi repertori con impressionante naturalezza e pare, nessuna volontà di osservare la distinzione dei diversi generi. Ne è una dimostrazione, spiega Carla Di Lena nelle note di sala, il programma, disinvoltamente trasversale, che sarà proposto domani, martedì 30 gennaio, alle18, nell’auditorium del Parco all’Aquila, nel settimo appuntamento della rassegna Musica per la città allestita dai Solisti Aquilani.
Dopo il concerto di Bologna all’auditorium Manzoni, l’orchestra torna a casa per offrire al pubblico aquilano e abruzzese l’incanto di un diamante della musica come Apap. Nato in Algeria, di formazione francese e di studi statunitensi, è quasi inevitabile che Gilles Apap utilizzi la sua straordinaria abilità virtuosistica e interpretativa per vagare con gioia nei repertori di ogni luogo e di ogni tempo, sia quando si esibisce in recital, sia quando viene affiancato da una delle compagini orchestrali italiane più longeve e apprezzate nel panorama internazionale con I Solisti Aquilani.
L’orchestra si farà trascinare in un programma caleidoscopico, dove il divertimento (Kreisler che imita Pugnani) si alterna a uno dei monumenti della letteratura violinistica (il Concerto di Mendelssohn), dove le musiche popolari bulgare e irlandesi, nelle quali il violino dirige le danze, si infilano tra una Berceuse di Fauré e un Concerto di Rota, dove le struggenti canzoni country di Bill Monroe giocano con i ricordi centroeuropei di Enescu e con il sound parigino di Privat. In un giro del mondo che altro non può che esaltare la felicità della musica.
I Solisti Aquilani si avvalgono della direzione artistica di Maurizio Cocciolito
Martedì 30 gennaio, L’Aquila, auditorium del Parco, ore 18
I Solisti Aquilani
Gilles Apap violino
Brani di Fritz Kreisler, Felix Mendelssohn, Nino Rota, Gabriel Fauré, Jo Privat, George Enescu ,Bill Monroe e Johnny Grimble
BARI E FOSSACESIA NEL SEGNO DI SAN NICOLA
scritto da Redazione Abruzzo Popolare | 31 Gennaio 2024
Si rafforza l’amicizia tra le due città
Fossacesia, 29 gennaio 2024. Si rafforza sempre di più il legame di amicizia tra la città di Bari e la città di Fossacesia, legata al capoluogo pugliese dall’antichissima devozione a San Nicola, vescovo di Myra. Nei prossimi 7 e 8 maggio, in occasione dei solenni festeggiamenti del santo, che si svolgeranno a Bari, il sindaco del capoluogo pugliese, Antonio De Caro, ha invitato il primo cittadino di Fossacesia, Enrico Di Giuseppantonio, alle manifestazioni religiose che si terranno a Bari.
“Dalla sottoscrizione del protocollo d’intesa tra le nostre città, nel 2018, è nata una forte collaborazione grazie al culto nicolaiano, e il sindaco De Caro, che tra l’altro è anche presidente dell’Associazione Nazionale Comuni Italiani, della quale faccio parte come vicepresidente del Consiglio Nazionale, ne ha sempre tenuto conto – sottolinea Di Giuseppantonio – L’accordo sottoscritto nel 2018 tra le nostre città, d’altro canto, è finalizzato, in particolare, a promuovere iniziative di scambio turistico-culturale, a promuovere un percorso turistico-religioso e ad organizzare scambi tra le istituzioni scolastiche e le realtà associative dei due territori, che seppur diversi tra loro, ci accomuna nella fratellanza, nella solidarietà, nell’amicizia e nell’antica devozione a San Nicola. Abbiamo gettato le basi perché questi valori possano essere trasmessi e diventare patrimonio comune delle comunità che amministriamo e le manifestazioni del 7 e 8 maggio prossimi ne sono un esempio concreto. Accompagnerò i pellegrini della nostra Parrocchia a Bari, dove si recano ogni anno per devozione a San Nicola”.
UN MOMENTO DI CONOSCENZA
scritto da Redazione Abruzzo Popolare | 31 Gennaio 2024
Il Presidente del Consiglio regionale Sospiri su Visita odierna del nuovo Questore di Chieti
Pescara, 29 gennaio 2024. Visita istituzionale questa mattina del nuovo Questore di Chieti, il dottor Aurelio Montaruli, al Presidente del Consiglio della Regione Abruzzo Lorenzo Sospiri. Un momento di conoscenza teso anche ad approfondire i temi inerenti al territorio, alle necessità di controllo e di vigilanza e alle possibili criticità.
“Onorato di aver ricevuto stamane il dottor Montaruli – ha sottolineato il Presidente Sospiri – per un brevissimo scambio e confronto sul nostro Abruzzo che, nonostante tutto, mantiene e conserva una buona qualità della vita e soprattutto una ottima vivibilità, ma che proprio per questa ragione, ha bisogno di costante attenzione e presenza delle nostre Forze dell’Ordine a tutela di quella che è una risorsa sociale di grande valore. La Presidenza del Consiglio regionale e l’intero Consiglio ovviamente hanno rinnovato la propria massima disponibilità e collaborazione istituzionale nei confronti del nuovo Questore”.
SAVE THE DATE
scritto da Redazione Abruzzo Popolare | 31 Gennaio 2024
Stati generali della disabilità intellettiva e disturbi del neurosviluppo in Abruzzo
Pescara, 29 gennaio 2024. Si terrà a Pescara, giovedì 8 febbraio 2024, dalle ore 9:00 alle ore 17:30, presso l’Hotel Mood (Via Tito de Caesaris, 8 – Marina di Città Sant’Angelo PE) la prossima tappa degli “Stati Generali sulle Disabilità Intellettive e Disturbi del Neurosviluppo“, promossi da Anffas Abruzzo in collaborazione con Anffas Nazionale, dando seguito all’importante percorso di confronto con le istituzioni a livello regionale, per ciò che concerne le disabilità intellettive e del neurosviluppo.
L’evento, dal titolo ““Co-programmare la Qualità di Vita della Persona con Disabilità” Dal progetto di vita alla riconversione inclusiva dei servizi”, ha come obiettivo quello di fare il punto sui punti di forza e di criticità presenti nell’attuale sistema dei servizi e sull’esigibilità dei diritti nella Regione Abruzzo, con espresso riferimento alla condizione delle persone con disabilità intellettive e disturbi del neurosviluppo e dei loro familiari.
L’iniziativa sarà, quindi, l’occasione per ribadire quali sono i diritti delle persone con disabilità intellettive e del neurosviluppo ed il loro livello di esigibilità, dando voce, a partire dagli autorappresentanti e dalle famiglie, ad esperti, associazioni di settore con cui Anffas si relaziona, alle organizzazioni sindacali, alle reti di appartenenza, etc.
Inoltre, attraverso l’organizzazione degli Stati Generali, verrà sottolineato il nuovo ruolo e protagonismo che assume il Terzo Settore nelle relazioni con le istituzioni anche al fine di fare il punto su come vengono, in concreto, declinati i nuovi istituti della co-programmazione e co-progettazione e, più in generale, dell’amministrazione condivisa.
Il programma è disponibile qui:
OSMOCI È UNA TESI UNIVERSITARIA
scritto da Redazione Abruzzo Popolare | 31 Gennaio 2024
Pescara, 29 gennaio 2024. Anche se nato da una intuizione di qualche anno fa, l’Osservatorio sulla Mobilità Ciclistica (OSMOCI) ha preso in effetti corpo all’interno del Corso di Formazione post-universitario dell’Università degli Studi di Verona, e in particolare di perfezionamento e aggiornamento in: “Esperto promotore della mobilità ciclistica – EPMC“.
Giunto alla sua decima edizione con la consegna di 300 diplomi (ma è stata già annunciata la undicesima), il corso mira a formare una nuova figura professionale di raccordo tra pianificatori, progettisti, portatori di interesse, operatori economici e turistici, politici ed amministratori, al fine di promuovere la mobilità ciclistica.
Grazie ad un lavoro di ricerca e di elaborazione durato sei mesi, sabato 3 febbraio avrò il piacere di presentare OSMOCI nella sede del Corso di Laurea in Scienze Motorie dell’Università degli Studi di Verona.
Per coloro che non potranno essere presenti, è possibile scaricare o consultare la tesi alla pagina che segue: https://www.osmoci.it/la-tesi/
OSMOCI prende corpo all’interno del Corso di Formazione post-universitario dell’Università degli Studi di Verona, e in particolare di perfezionamento e aggiornamento in: “Esperto promotore della mobilità ciclistica – EPMC“. Ideatore, curatore e referente del progetto è Giancarlo Odoardi.
Tutte le informazioni sono reperibili sul sito: www.osmoci.it e sulla relativa pagina FB
Segui OSMOCI sul canale Telegram: https://t.me/OSMOCI
scritto da Redazione Abruzzo Popolare | 31 Gennaio 2024
Presente anche Luciano D’Amico
Chieti, 29 gennaio 2024. “Oggi ho ascoltato con attenzione le rimostranze degli agricoltori che si sono riuniti in corteo a Chieti Scalo. Una protesta itinerante, di cittadini in difficoltà, in cui si lancia una richiesta di aiuto che non può essere ignorata. Non sono andato a fare promesse irrealizzabili, non è il mio modo di pensare la politica, ma ho voluto confrontarmi e ascoltare con attenzione le loro richieste.
La Regione deve garantire una sostenibilità dei servizi e, contestualmente, l’efficienza di tutto il sistema. Quello degli impianti irrigui, per esempio, è un tema tutt’altro che semplice e quindi non può essere trattato con superficialità, o peggio ancora con incapacità, come sembra essere accaduto negli ultimi anni. Il nostro obiettivo, una volta al governo della Regione, sarà quello di rendere sostenibili economicamente, ed efficienti tecnicamente, i sistemi di irrigazione con un adeguamento del sistema infrastrutturale. Il comparto agricolo rappresenta il cuore pulsante della nostra regione e merita supporto e attenzione, poiché è uno di quei settori in cui si producono eccellenze non delocalizzabili che continueranno per sempre a garantire valore alla nostra terra” così Luciano D’Amico, candidato alla presidenza di Regione Abruzzo di Patto per l’Abruzzo, dopo aver preso parte questa mattina alla cosiddetta protesta dei trattori
I LAVORI PUBBLICI 2024-2026 DELLA PROVINCIA
scritto da Redazione Abruzzo Popolare | 31 Gennaio 2024
Pubblicato lo schema del programma triennale
Chieti, 29 gennaio 2024. La Provincia di Chieti ha pubblicato lo schema del programma triennale dei lavori pubblici per gli anni 2024 – 2026, adottato con decreto presidenziale n.7 del 19 gennaio 2024. La pubblicazione dello schema adottato rappresenta un passo significativo nella pianificazione e realizzazione di opere pubbliche importanti, puntualmente elencate nel documento disponibile per la consultazione nel sito istituzionale www.provincia.chieti.it, per le quali sono in programma investimenti per quasi 120 milioni di euro nel prossimo triennio.
Gli interventi inclusi nel programma dei lavori pubblici riguardano la viabilità, l’edilizia scolastica e la Via Verde della Costa dei Trabocchi, con impegno di risorse pari a 119.495.759 euro. In tema di viabilità, è prevista la costruzione di due nuovi ponti, Guastacconcia di Paglieta lungo la SP 97 e il ponte lungo la SP 133 tra Pennadomo e Villa Santa Maria, entrambi in programma per l’anno 2024, nonché il miglioramento delle condizioni di sicurezza di numerose strade provinciali. Un altro pilastro fondamentale dello schema è la messa in sicurezza degli edifici scolastici dal punto di vista sismico, per garantire un ambiente di apprendimento sicuro e all’avanguardia per gli studenti degli istituti scolastici superiori di proprietà della Provincia; oltre alla tutela e valorizzazione del patrimonio immobiliare esistente, sono in programma anche progetti per la realizzazione di nuove strutture come la costruzione di un nuovo convitto a servizio dell’istituto alberghiero “Marchitelli” di Villa Santa Maria e l’ampliamento del liceo scientifico di Francavilla al Mare “Volta”, per potenziare l’offerta formativa degli istituti e fornire strutture moderne e funzionali agli studenti. Sono previsti nello schema anche gli interventi di completamento della Via Verde della Costa dei Trabocchi attraverso la rigenerazione delle ex stazioni ferroviarie che si trovano lungo la pista ciclopedonale nei comuni di San Vito Chietino, Fossacesia, Torino di Sangro e Vasto. Oltre al programma dei lavori pubblici, con lo stesso decreto è stato adottato anche quello relativo a beni e servizi, per il quale saranno investiti oltre 24 milioni di euro nel prossimo triennio: tra gli interventi del 2024, sono stati programmati i finanziamenti per la redazione dei progetti necessari alla nuova strada di collegamento Lanciano-Val di Sangro e al potenziamento della viabilità tra i caselli A14 Vasto Nord-Vasto Sud mediante la sistemazione e l’adeguamento funzionale delle strade di Fondo Valle e di Bonifica, Sinello-Cena-Treste.
“Questo schema che porteremo all’attenzione del Consiglio provinciale per la discussione e l’approvazione dopo gli adempimenti di legge, rappresenta fedelmente l’impegno che la nostra Amministrazione intende mettere in campo nel prossimo triennio per la realizzazione di opere che sappiano rispondere al meglio alle richieste e alle esigenze della comunità. Siamo molto soddisfatti del lavoro svolto per la programmazione degli interventi su viabilità, edilizia scolastica e Via Verde della Costa dei Trabocchi che pianificano oltre 144 milioni di euro nel prossimo triennio, aggiungendo ai 120 milioni dei lavori i 24 milioni dello schema relativo a beni e servizi”, commenta il presidente della Provincia Francesco Menna.
ACLI ELEGGE NUOVO CONSIGLIO
scritto da Redazione Abruzzo Popolare | 31 Gennaio 2024
L’8 febbraio il presidente. Presenza del presidente nazionale, Emiliano Manfredonia, e l’arcivescovo di Chieti-Vasto, Mons. Forte
Chieti, 29 gennaio 2024. È stato celebrato presso la Sala Conferenze del «S Hotel» di Sambuceto di San Giovanni Teatino il XXVIII congresso provinciale delle ACLI di Chieti: i quasi cinquanta delegati, provenienti dai circoli territoriali di tutta la provincia, si sono confrontati sul tema «Le ACLI della provincia di Chieti per un rinnovato impegno di ecologia sociale», che avevano come base di riflessione l’esortazione apostolica di papa Francesco «Laudate Deum».
Sono intervenuti il presidente nazionale delle ACLI, Emiliano Manfredonia, quello regionale, Giuseppe Placidi, e l’arcivescovo di Chieti-Vasto, mons. Bruno Forte, autore di uno dei più apprezzati commenti all’esortazione apostolica del pontefice.
A tirare le somme di quattro anni di lavoro è stato il presidente provinciale, Giulio Totaro, che ha ricordato le difficoltà in cui le strutture associative di base si sono dibattute negli anni dell’emergenza Covid, che ha trasformato profondamente il modo di vivere l’associazionismo e il volontariato; purtuttavia, le Acli di Chieti hanno dimostrato di avere la capacità di mantenere aggregati gli iscritti, che sono leggermente aumentati di numero nel corso del quadriennio.
«Le ACLI – ha detto il presidente nazionale Manfredonia – hanno storicamente avuto un radicamento molto forte nella società italiana ed ha vissuto, dal 1944, anno di fondazione, molti dei momenti difficili del Paese, offrendo sempre un sostegno e una prospettiva, facendo da stimolo alla politica per ricucire il tessuto sociale. L’Aclista è un cittadino che è attrezzato a cogliere le emergenze e a rispondere con intelligenza alle situazioni contingenti, perché fondamentalmente è un uomo assetato di giustizia».
«Nessuno si salva da solo – ha confermato nel suo intervento mons. Forte – e occorre prendere decisioni politiche che abbiano ricadute nel campo ecologico e sociale: in questo tempo c’è necessità di multilateralismo perché è responsabilità dell’intero corpo sociale la cura della casa comune. In questa prospettiva è fondamentale il dialogo con tutti i componenti della vita sociale, economica e politica: il compito delle Acli è stimolare, porre domande, mettere in primo piano l’ecologia umana più che l’ecologia sociale, sensibilizzando il mondo del lavoro alle scelte fondamentali».
Come da statuto, i delegati hanno eletto 10 dei 15 consiglieri provinciali per il quadriennio 2024-2028, a cui si sono aggiunti i cinque eletti dal Comitato dei presidenti di circolo: i primi hanno eletto: Antonello Antonelli, Mimmo D’Alessio, Leda D’Alessio, Esmeralda D’Auria, Francesco D’Angelo, Paolo Cacciagrano, Miranda Di Matteo, Annalisa Sdrubolini, Paolo Rullo, Pietro Scarinci; i secondi hanno invece eletto: Giulio Totaro, Maurizio Adezio, Pietro Figurilli, Alfonso Frattura, Luciano Di Nardo. Inoltre, le delegate hanno eletto come nuova responsabile provinciale delle Acli Donne: Gabriella Orlando, che partecipa di diritto alle riunioni del Consiglio e della Presidenza provinciale.
Toccherà al più giovane degli eletti, Francesco D’Angelo, presidente del circolo ACLI di Orsogna, convocare il primo consiglio provinciale, che si riunirà l’8 febbraio prossimo con all’ordine del giorno l’elezione del nuovo presidente provinciale e della nuova presidenza.
Maurizio Adezio
A TRENT’ANNI DALLO SCIOGLIMENTO
scritto da Redazione Abruzzo Popolare | 31 Gennaio 2024
La singolarità della DC
di Domenico Galbiati
Politicainsieme.com, 29 gennaio 2024. Ricorre oggi – 29 gennaio – il trentesimo anniversario dello scioglimento della Democrazia Cristiana, il partito che ha assicurato al popolo italiano quell’ esperienza pluridecennale di vera libertà, di vita democratica, di autentico esercizio, per ognuno, di personale responsabilità civile, che, mai, aveva conosciuto prima.
La DC è stata una “singolarità” della storia, nel senso in cui questo termine ricorre anche nel linguaggio scientifico.
Cioè, un evento unico ed irripetibile. Frutto della contestualità di condizioni storiche talmente particolari da non essere replicabili, tutte assieme, in altro contesto spazio-temporale. La sua nascita, lo sviluppo della sua parabola politica, la sua aderenza al “momento” che le è stato dato vivere ha fatto dell’ Italia del secondo dopoguerra uno straordinario “laboratorio politico” e solo uno studio ponderato, una riflessione pacata e matura non potranno fare a meno di rilevarlo, quando le passioni ancora vive cederanno il passo ad un esame oggettivo di quella fase storica.
Per quanto sia intervenuta entro la cornice di “tangentopoli”, la ragione vera che ha condotto alla conclusione del ciclo vitale della Democrazia Cristiana, è data dal fatto che la DC ha condotto in porto il suo compito storico. Le coordinate fondamentali che tuttora reggono sia l’ ordinamento democratico del nostro Paese, sia il quadro della sua collocazione internazionale – cioè i capisaldi che presiedono alla convivenza civile del popolo italiano – risalgono ai primi atti della sua iniziativa politico-istituzionale.
Al concorso, tuttora irrevocabile, che la cultura liberal-democratica e popolare del movimento politico dei cattolici ha offerto alla redazione della Carta Costituzionale ed alla sua ispirazione “personalista” e solidale. Alla scelta “euro-atlantica” che la Democrazia Cristiana ha saputo imporre in un contesto di radicale, durissima contrapposizione da parte di coloro che, in questi riferimenti, hanno poi dovuto ammettere di trovare rifugio e la protezione necessaria a liberarsi dai viluppi e dai lacci soffocanti dell’ ideologia in cui erano irretiti.
La Democrazia Cristiana ha guidato la ricostruzione materiale dell’ Italia, ma soprattutto ha condotto il popolo italiano alla riconquista morale ed alla piena, rinnovata consapevolezza di quei sentimenti di umanità, di reciprocità solidale, di profondo rispetto della persona, della famiglia, del lavoro, della pace e della vita che appartengono alla sua consolidata, millenaria esperienza storica.
Un Paese umiliato dalla dittatura fascista, piegato dal conflitto mondiale e dalla susseguente guerra civile, moralmente schiacciato sotto il peso delle leggi razziali e della corresponsabilità con il crimine nazista, ha ritrovato la sua anima, anzitutto nella lotta di resistenza che ha cementato i valori tradotti nelle norme costituzionali che tuttora siamo chiamati a preservare e poi in quel nuovo sentimento di speranza e di fiducia che ha innervato la sua straordinaria ripresa economica e produttiva.
Anni in cui il valore autentico della ”nazione”, del tutto diversamente da quanto succede oggi, è stato testimoniato e messo alla prova della tessitura nel Mediterraneo, in Europa, nella complessiva dimensione internazionale, di una rete di relazioni che hanno reso onore al nostro Paese, anziché isolarlo ed intristirlo nella palude del sovranismo demagogico e populista.
La Democrazia Cristiana ha impedito che, nell’immediato dopoguerra, in un Paese collocato su frontiere impervie, proiettato nel Mediterraneo ed esposto al confine della “cortina di ferro”, caratterizzato dalla presenza del più forte partito comunista dell’ intero Occidente, ambienti e ceti sociali, comprese talune frange integriste del mondo cattolico, mosse da un intento conservatore, scivolassero verso l’ opzione reazionaria di un “blocco d’ ordine”, che avrebbe letteralmente spaccato in due il Paese e messo a rischio la tenuta dell’ ordinamento democratico.
Non solo ha impedito tale possibile deriva, ma, addirittura, coinvolgendole in una strategia orientata all’ interesse generale dell’ Italia, ispirata ad una comune vocazione popolare, ha impegnato tali forze in una competizione con la sinistra, che ha mostrato come la postura “moderata” dei cattolici abbia saputo interpretare un’autentica istanza di reale progresso.
Lo sanno anche i comunisti, che – diversamente da quanto avvenuto, ad esempio, in Francia ed in Spagna – nel nostro Paese sono andati incontro ad una maturazione democratica, che non era nei presupposti dell’ideologia marxista e non hanno conosciuto altrove, dove è mancato il confronto serrato, che, qui da noi, per forza di cose, hanno dovuto sostenere con la cultura politica del cattolicesimo liberal-democratico e popolare. Va rovesciato nel suo contrario il comodo cliché della cosiddetta “conventio ad excludendum”.
Dalla “coalizione centrista” che ha fatto seguito al 18 aprile ‘48 – quando la Dc poteva essere tentata di indulgere e crogiolarsi, si potrebbe dire, nell’ autosufficienza della “vocazione maggioritaria” di quel tempo – al “centro-sinistra”, alla politica di “solidarietà nazionale”, l’intera vicenda della Democrazia Cristiana si è ispirata, piuttosto, ad una autentica “conventio ad includendum”, alla costante e progressiva ricerca di un allargamento delle basi democratiche dello Stato. Ne fa fede la stessa istituzione delle Regioni, attuata nel momento in cui, sull’ onda della contestazione studentesca e dell’ autunno caldo, vecchi equilibri andavano archiviati per costruirne di nuovi e la Democrazia Cristiana, anziché arroccarsi in una difesa ossessiva ed autoreferenziale del potere, ha accettato la sfida di un confronto aperto e leale con un PCI, che sapeva benissimo sarebbe prevalso in Regioni vitali del Paese.
La DC non è stata, si potrebbe dire, il “Mose” della politica italiana, cioè una “diga anticomunista” in senso statico, meramente meccanico. Ha contenuto il comunismo costringendolo ad un esercizio di pedagogia democratica e – questo va riconosciuto – di reciproca fecondazione sociale. Solo Occhetto che, evidentemente, di questa alta funzione storica della Democrazia Cristiana, non ha capito nulla, a metà degli anni ‘90, è caduto nell’abbaglio di ritenere che, scomparsa la DC, il Paese sarebbe naturalmente, inevitabilmente caduto, come una pera matura, nelle mani della “gioiosa macchina da guerra”.
Come si sa, le cose sono andate diversamente e siamo all’oggi, a riconsegnare, ad ottant’anni anni data, il Paese agli epigoni della cultura autoritaria del ventennio. Ora è tempo, conclusa – conclusa davvero ed una volta per tutte – la preziosa e ricchissima vicenda della Democrazia Cristiana, che la cultura politica del cattolicesimo democratico e popolare, senza nostalgie, senza rimpianti, senza recriminazioni, senza ripensamenti, secondo nuove forme, adatte al tempo che oggi ci è dato, riprenda il suo cammino.
SICUREZZA DOMESTICA
scritto da Redazione Abruzzo Popolare | 31 Gennaio 2024
Corso gratuito del Gruppo Chieti della Protezione Civile Valtrigno
Chieti, 29 gennaio 2024. La Protezione Civile Valtrigno di Chieti, in collaborazione con l’Associazione Nazionale dei Vigili del Fuoco, sezione di Chieti, organizza un corso gratuito, con posti limitati, sulla prevenzione dei rischi domestici, aperto a tutta la cittadinanza.
L’incontro formativo e informativo, che vede anche la collaborazione dell’Associazione Erga Omnes, si svolgerà sabato 17 febbraio alle ore 15:30, presso l’ex centro sociale San Martino, in via Monte Grappa n. 176 a Chieti Scalo e sarà condotto da personale esperto e qualificato.
“Un’opportunità unica per imparare pratiche essenziali a garantire la sicurezza in casa che comincia sempre dall’accurata conoscenza – dichiara Marco Rosati, responsabile della Valtrigno di Chieti e aggiunge – miriamo a offrire, anche attraverso questa iniziativa, con impegno e passione, supporto alla cittadinanza, con professionalità, rafforzando i valori del volontariato e della rete associativa”.
Per ulteriori dettagli e iscrizioni, contattate il numero 0871-450291 (segreteria Erga Omnes) oppure inviate un’e-mail a valtrignochieti@hotmail.it
FINAL 4 DI COPPA ITALIA
scritto da Redazione Abruzzo Popolare | 31 Gennaio 2024
Amicacci al quarto posto, trionfa Cantù
Giulianova, 29 gennaio 2024. Il week-end di Final 4 di Coppa Italia non sorride alla Deco Metalferro Amicacci Abruzzo, che sul parquet del Palasport “Alberto Mura” di Porto Torres non va oltre il quarto posto. La compagine giuliese ha lottato ad armi pari nella semifinale di sabato contro la Briantea84 Cantù, sfiorando il colpaccio, mentre nella finale per il terzo posto ha ceduto alla Dinamo Lab Sassari, pagando le fatiche del giorno precedente. Il trofeo è finito nelle mani di Cantù, che ha superato il Santo Stefano Kos Group 73-67 al termine di una finale per il titolo avvincente e combattuta, succedendo proprio ai marchigiani nell’albo d’oro della manifestazione.
Ottima partenza della squadra di coach Di Giusto, che si porta al comando nelle prime fasi del primo quarto con le giocate sottocanestro di Cavagnini e Benvenuto, toccando il +5 con l’australiano Brown. Cantù però tiene testa e va al primo intervallo corto in scia grazie ai canestri degli azzurri Carossino e De Maggi (16-17). Il secondo quarto e altrettanto avvincente: la Briantea opera il sorpasso con Carossino e Serio ma l’Amicacci non demorde affidandosi alla classe del veterano Cavagnini e alle intuizioni del giovanissimo Boganelli. Si prosegue sul filo dell’equilibrio, con le squadre che danno spettacolo sul parquet. Il finale di tempo però si chiude con l’inerzia a favore dei brianzoli, che vanno all’intervallo sul +4 con le giocate in contropiede del duo Serio-Carossino (38-34).
Nella ripresa Cantù continua a guidare le operazioni trascinata dall’inarrestabile Pippo Carossino. La Deco Metalferro soffre la difesa avversaria ma prova a restare in scia grazie in particolare all’apporto di Boganelli e Brown. Ancora una volta però la Briantea chiude alla grande il periodo, con i canestri di Santorelli e il solito Carossino (55-46). L’ultimo quarto si apre con l’appoggio dell’ex De Maggi ma l’Amicacci non si arrende mai e si riporta progressivamente in partita guidata da un Jaylen Brown in grande spolvero. Torna in scena anche Cavagnini che realizza dalla media il -1 ma risponde subito l’altro ex di giornata, l’argentino Berdun, che piazza due tiri dei suoi a ridare slancio alla Briantea. Nel finale l’Amicacci con orgoglio riapre ancora i giochi riportandosi a -3 con Benvenuto, prima che il rimbalzo offensivo di Steve Serio spegni le ultime speranze degli abruzzesi (66-63).
La domenica in terra sarda si apre con la finale di consolazione per il podio tra Deco Metalferro e Dinamo Lab Sassari, battuta 41-52 dal Santo Stefano Kos Group nell’altra semifinale. La squadra abruzzese parte con le polveri bagnate nel primo quarto e dopo un avvio equilibrato vede Sassari scappare via trascinata da un Saliou Diene dominante nel pitturato (4-16). L’Amicacci prova a rientrare affidandosi a Jaylen Brown ma nel finale di tempo la Dinamo Lab torna ad allungare con i canestri di Lindblom ed Esteche (19-33).
La squadra di Di Giusto rientra dall’intervallo con un altro piglio e riapre la partita sempre guidata da Brown, fino a toccare il -3 con una tripla di Barbibay e Cavagnini dalla lunetta. Sassari però chiude il terzo quarto in fiducia andando a segno sull’asse McIntyre-Ghione (34-41). Nella frazione conclusiva i tentativi dell’Amicacci s’infrangono sui canestri di Diene, con il senegalese che torna ad essere un’efficace arma tattica per coach Foden. Gli abruzzesi tirano i remi in barca e la Dinamo Lab nel finale sigilla il terzo posto con i canestri di capitan Spanu (41-55).
Tabellino
Deco Metalferro Amicacci Abruzzo: Brown 22 (8reb), Nagle 2, Benvenuto 2, Marchionni, Blasiotti, Topo, Cavagnini 3 (8reb, 3rec), Stupenengo, Mandjam, Boganelli 2, Greco Brakus 2, Barbibay 8. All. Di Giusto.
scritto da Redazione Abruzzo Popolare | 31 Gennaio 2024
Contro i Lupi e torna con un punto in saccoccia
Ortona, 29 gennaio 2024. La Sieco Service Impavida Ortona illude i tanti tifosi collegati in streaming portandosi avanti due set a zero contro una Kemas Lamipel Santa Croce che ha sofferto il gioco degli adriatici per almeno un set e mezzo senza riuscire a trovare il bandolo della matassa. La svolta arriva a metà del secondo parziale quando, con gli impavidi avanti 12-17 un turno al servizio di Allik suona come una sveglia per i Lupi e come una ninna nanna per i ragazzi di Coach Lanci. I padroni di casa trascinati da un Lawrence in grande spolvero cominciano a giocare sempre più di frequente al centro, riuscendo a confondere il muro ortonese che va in grande difficoltà. I toscani prendono fiducia nei propri mezzi, recuperano tutto lo svantaggio fino quasi a rischiare di vincere il secondo set. È solo grazie ad un colpo di reni della Sieco che grazie a Cantagalli e Lapkov strappano il primo punto in palio.
Tuttavia, l’abbrivio dei Lupi non si spegne e Ortona comincia a soffrire in ricezione. Di conseguenza gli attaccanti bianco-azzurri si fanno sterili grazie anche ad una capacità di copertura degli avversari degna di nota. Tanti gli errori al servizio da parte di entrambe le formazioni. La Sieco non riesce a contenere gli attacchi di Santa Croce che riesce alla fine a completare la rimonta vincendo al tie-break. Un punto per Ortona, dunque, che vede allontanarsi i cugini di Pineto ma va a tre punti da Aversa che deve però recuperare una gara in trasferta proprio contro la Kemas Lamipel Santa Croce il prossimo 31 gennaio alle 19:00.
Molti errori al servizio per i padroni di casa nelle prime fasi di gioco del primo set. Ortona prende subito il break e poi le due squadre se la giocano punto a punto con i Lupi bravi a tornare avanti quando la prima rotazione è chiusa. Lapkov punge al servizio e gli attaccanti di casa tirano fuori e la Sieco a metà parziale trova un buon vantaggio da provare a gestire. Ortona continua far male dai nove metri, che invece sono la croce dei padroni di casa. La Sieco scava un notevole solco tra sé e gli avversari e rimane in controllo della situazione fino alla vittoria della prima frazione di gioco.
Anche il secondo set parte con la Sieco che mette in difficoltà dai nove metri la ricezione dei padroni di casa. Santa Croce fa fatica ad ingranare e Ortona tenta subito una semi fuga portandosi sul 2-6. Il time-out di coach Bulleri da una scossa ai suoi che riducono lo svantaggio rosicchiando qualche punto alla Sieco. Dimitrov comincia ad aumentare il gioco al centro e Ortona mantiene un piccolo vantaggio quando si entra nella seconda parte del set. Qualche ingenuità individuale per i padroni di casa aiutano la Sieco a mantenere un vantaggio di sicurezza. Arriva però il più classico dei colpi di coda dei Lupi. Ortona cala in difesa e la Kemas ne approfitta per colmare clamorosamente un vantaggio che sembrava incolmabile. In questo frangente Ortona soffre molto il servizio di Allik ma è brava Santa Croce a difendere le bordate in arrivo dagli attaccanti adriatici. Sullo sprint finale i Lupi ribaltano la situazione e si portano avanti 22-23. Ortona reagisce e ci vuole un Cantagalli freddo dai nove metri ad impensierire la ricezione di Santa Croce che non riesce a ricostruire e Ortona ne approfitta per mettere una toppa e vincere il set.
Più equilibrato il terzo set con i padroni di casa che hanno trovato un buon ritmo o comunque un grimaldello efficace per entrare tra le maglie ortonesi. La prima parte del set viaggia su ritmi di equilibrio perfetto. È Santa Croce questa volta a trovare il primo break grazie ad una fase difesa-ricostruzione che comincia a risultare più efficace. Ortona va in difficoltà e non riesce a chiudere bene a muro. Santa Croce sembra aver trovato un ritmo inarrestabile. La Sieco cala di tono e la Kemas Lamipel fa quel che vuole in contro-attacco. Nulla da fare per Ortona che non riesce più a muro. La Kemas riapre la gara vincendo il terzo set.
Meglio i padroni di casa che trovano subito il vantaggio all’inizio del quarto set. Ortona fa ancora difficoltà in fase di difesa-ricostruzione non riuscendo più a “sottomettere” i padroni di casa come nei primi due set. Le due squadre tornano ad essere fallose al servizio. Nessuna delle due, però, riesce ad approfittare degli errori degli avversari. Allungo dei padroni di casa con la Sieco che non trova un modo per fermare Lawrence e Cargioli. Ortona lima punti e si affaccia allo sprint finale con un distacco minimo. La rimonta però non durerà molto. Santa Croce approfitta degli errori di Ortona e porta la gara al tie-break.
Il Tie-Break è a tutti gli effetti una propaggine del quarto set. Gli Impavidi non riescono a trovare concretezza a muro e sbagliano troppo dai nove metri. Al contrario i padroni di casa sono attenti su ogni pallone e il più delle volte la rigiocata si concretizza.
PRIMO SET
Padroni di casa in campo con Coscione palleggiatore e Lawrence opposto. Cargioli e Mati centrali, Allik e Colli in banda. Loreti libero. La Sieco, che deve rinunciare al suo capitano Marshall schiera Dimitrov regista e Cantagalli opposto. Al centro ci sono Fabi e Patriarca mentre schiacciatori Bertoli (oggi capitano) e Lapkov. Libero Benedicenti.
Dopo il minuto di silenzio per la scomparsa di Gigi Riva, si comincia con il primo servizio è tra le mani di Allik. La Kemas ricostruisce e il muro di Ortona finisce fuori 1-0. Questa volta Allik forza e la palla va in rete. Per la Sieco va in servizio Dimitrov. Sbaglia il servizio anche Mati 2-2. Mura Cantagalli 2-3. Lapkov 2-4 dopo che Bertoli aveva battuto forte. Ancora un errore dai nove metri per la Kemas 3-5. Fuori l’attacco di Patriarca 6-6. Murato Lapkov da Coscione 7-6. Lawrence non sfrutta il contrattacco e la sua parallela è fuori 7-7. Allik ingannato dal servizio di Dimitrov 9-10. Ancora un errore in ricezione per Allik e ancora Dimitrov trova l’ace 9-11. Fuori la pipe di Allik 10-13. È sulla linea la parallela di Lawrence 12-15. Cantagalli passa al terzo tentativo 12-16. Mati murato da Patriarca 13-18. Patriarca murato 15-19. Fuori l’attacco di Cantagalli 16-19. Muro di Fabi su Mati 16-21. Cade a terra il pallonetto di Lawrence 17-21. Out il servizio di Parodi 17-22. Lawrence ferma Cantagalli con un gran muro 18-22. Del Vecchio passa in Pipe 18-23 e poi esce per far posto a Lapkov in prima linea. Cantagalli tira troppo forte, il muro respinge fuori. Set point Ortona 19-24. Colli trova il cambio palla 20-24. Lo stesso Colli forza il servizio ma sbaglia malamente 25-20.
SECONDO SET
Tocca alla Sieco servire il primo pallone di questo set e dai nove metri c’è Dimitrov che subito mette in difficoltà Santa Croce. Ortona ricostruisce e finalizza con Bertoli 0-1. Lo stesso Dimitrov poi serve lungo 1-1. Pallonetto di Fabi 1-2. Muro di Cantagalli su Lawrence 1-3. Lawrence tenta la parallela ma il suo attacco colpisce l’asta 2-5. Invasione per Lapkov 3-6. Il muro di Cantagalli va fuori 4-6. Mani fuori per Colli 5-7. Lawrence dalla seconda linea 6-8. Dentro il primo tempo di Mati 7-10. Furbo Fabi a buttare la palla sulle mani del muro di Santa Croce. La palla finisce fuori 7-12. Invasione chiamata a Cargioli 10-14. Ortona ricostruisce ancora e Cantagalli capitalizza 10-15. Colli in Pipe disorienta il muro di Ortona 11-15. Del Vecchio non riesce a superare il nastro su una palla complicata la palla non passa ed è 12-15. Parodi schiaccia sull’asticella 12-17. Rischia il colpo Cantagalli ma la palla, difficile, finisce fuori 15-18. In difficoltà Ortona sul servizio di Allik 16-18. Lapkov rientra per Del Vecchio e fa il 19-18. Benedicenti non trattiene l’attacco di Parodi 21-21. Lapkov in pipe 21-22. Mani-fuori di Parodi 22-22. Prodi 22-23. Cantagalli tocca la palla a muro ed è set point 24-23. Lapkov 24-24. Cantagalli mette in difficoltà la ricezione dei padroni di casa con un servizio potente 24-25. Azione confusa, batti e ribatti ma alla fine Cargioli mura fuori di pochissimo un attacco di Lapkov e Ortona riesce a vincere il set. 24-26.
TERZO SET
Ortona ricostruisce e Cantagalli trova le dita del muro 0-1. Bertoli 1-2. È forte la diagonale di Parodi ma la palla è fuori 2-3. Fuori il servizio di Fabi 3-3. Ace per Lawrence 4-3. Mani-fuori cercato da Lapkov 4-4. Passa ancora Lawrence 6-4. Lapkov pesta la riga 9-8. Murato Fabi 10-8. Bel colpo piazzato di Bertoli 10-9. Fuori il servizio di Bertoli 11-9. Parodi finalizza un’azione che sembrava impossibile da capitalizzare e porta i suoi sul 13-9. Lapkov forza sul muro dei Lupi e la palla rimbalza fuori 14-11. Passa Cargioli in primo tempo 17-12. Cantagalli dalla seconda linea trova il punto del 19-13. Mani-fuori per Lawrence 22-15. Cargioli 23-16. Lawrence trova il set point 24-17. Patriarca tira fuori un tap-in 25-17.
QUARTO SET
Batte Lapkov ma il punto è di Lawrence 1-0. Ancora Lawrence sulle mani di Cantagalli 2-0. Colli sbaglia il servizio 2-1. Cantagalli sbaglia il servizio 5-3. Fuori anche il servizio di Lapkov 6-4. Diagonale di Colli 8-5. Fuori il servizio di Mati 10-8. Fuori la diagonale di Cantagalli 12-8. Murato Cantagalli 13-8. Lapkov per il mani fuori del 13-9. Fuori ancora il servizio di Cantagalli 14-9. Fuori la parallela di Lawrence 16-13. Dimitrov mette in difficoltà la ricezione di Santa Croce ma i padroni di casa sono ancora avanti 16-14. Allik sbaglia il servizio 17-15. Rocambolesco punto messo a segno da Fabi 18-16. Lapkov gioca bene sul muro 20-18. Arriva un muro di Ortona con Bertoli 21-20. Fuori il muro di Cantagalli e la gara va al tie break 25-22.
QUINTO SET
Ortona si stringe in gruppo prima di affrontare l’ultimo set. Il primo punto è di Cantagalli 0-1. Allik trova il mani-fuori 1-1. Fuori il muro di Parodi su Bertoli 1-2. Va a buon fine il contrattacco dei lupi 3-2. Ancora Cargioli al centro 5-2. Ace di Lawrence 5-2. Lapkov mani e fuori 6-5. Fuori il servizio di Lapkov 7-5. Fuori il servizio di Patriarca 8-6 e cambio campo. Murato Cantagalli 9-6. Bertoli fa carambolare la palla sul muro 10-8. Muro di Cantagalli 10-9. Va fuori il muro di Ortona 12-9. Cantagalli prova a tenere a galla la Sieco 13-10. Fuori il servizio di Lawrence 14-11. Poco dopo lo stesso Lawrence passa sul muro impavido e chiude la rimonta.
Kemas Lamipel Santa Croce – Sieco Service Impavida Ortona 3-2 (20-25 / 24-26 / 25-17 / 25-22 / 15-11)
scritto da Redazione Abruzzo Popolare | 31 Gennaio 2024
Pescara, 28 gennaio 2024. In occasione della seduta del Consiglio Comunale di lunedì 29 gennaio 2024 sarò ascoltato nell’ambito dello spazio del “Question time del cittadino” sul tema dell’applicazione dei Criteri Ambientali Minimi (CAM) previsti dal Codice degli appalti, ovvero la norma che impone alle Pubbliche amministrazioni di acquistare prodotti e servizi ecosostenibili (i cd “Appalti verdi”, o Green public procurement – GPP).
Il cd Codice degli appalti (DL n. 36 del 31/3/2023) è la norma che regolamenta la materia dei contratti pubblici e a cui gli EELL devono rigorosamente attenersi. Per quelli relativi alla gestione del verde pubblico è necessario adottare quanto previsto dai citati CAM, che dettagliano la formulazione e gestione degli incarichi.
Il comma 2 dell’art. 17 del DL 36/23 recita: “Le stazioni appaltanti e gli enti concedenti contribuiscono al conseguimento degli obiettivi ambientali previsti dal Piano d’azione per la sostenibilità ambientale dei consumi nel settore della pubblica amministrazione attraverso l’inserimento, nella documentazione progettuale e di gara, almeno delle specifiche tecniche e delle clausole contrattuali contenute nei criteri ambientali minimi (…).
I CAM sono stati adottati con DECRETO n. 63 del 10/3/2020 ed i contenuti operativi sono esplicitati nell’allegato 1 (Piano d’azione per la sostenibilità ambientale dei consumi nel settore della Pubblica Amministrazione) laddove si definiscono gli ambiti di riferimento applicativo.
Nel question time si chiede in particolare “se nella predisposizione degli appalti pubblici ad oggi espletati nella materia richiamata i CAM siano stati inseriti nella documentazione progettuale e di gara come esplicitati alla voce: E. Criteri ambientali minimi per l’affidamento del servizio di gestione e manutenzione del verde pubblico del richiamato allegato 1, come dettagliato ai seguenti punti: 6. Piano della comunicazione; 8. Reimpiego di materiali organici residuali; 9. Valorizzazione e gestione del materiale residuale, e, se l’Ente appaltante abbia provveduto ad effettuare, come previsto, le idonee e obbligatorie verifiche.
Giancarlo Odoardi – Direttore Ri-media.net
COLDIRETTI CON IL VESCOVO LEUZZI
scritto da Redazione Abruzzo Popolare | 31 Gennaio 2024
Oltre settanta trattori e centinaia di agricoltori festeggiano la giornata del ringraziamento
Teramo, 28 gennaio 2024. Oltre settanta trattori questa mattina hanno sfilato a festa in occasione della Giornata del Ringraziamento provinciale di Coldiretti Teramo che questa mattina è stata celebrata nel centro storico di Atri con la presenza del Vescovo della diocesi S.E. Lorenzo Leuzzi, del viceprefetto di Teramo nonché commissario prefettizio Alberto Di Gaetano, il presidente della provincia di Teramo Camillo D’Angelo, la direttrice del dipartimento agricoltura della Regione Abruzzo e numerose autorità politiche, civili e religiose, forze dell’ordine e mondo associativo. Insieme al presidente di Coldiretti Teramo Emanuela Ripani, al direttore Roberto Rampazzo, al segretario di zona Alberto italiani e al consiglio direttivo, centinaia di agricoltori hanno festeggiato un suggestivo e antico rito che, inaugurato dalla Confederazione nazionale Coltivatori diretti nel 1951, nacque per ribadire l’ispirazione dell’organizzazione professionale alla dottrina sociale cristiana e per ringraziare il Signore del raccolto concesso. “La Giornata del Ringraziamento – spiega la presidente di Coldiretti Teramo Emanuela Ripani – è nata per ribadire il legame con la dottrina sociale cristiana, è una tradizione molto sentita dai nostri soci, è un segno di speranza e di fiducia anche in un momento molto difficile e complesso come quello attuale”.
Ad aprire la manifestazione l’arrivo dei mezzi agricoli presso parcheggio Campi da Tennis a cui è seguito il corteo nel centro storico atriano e alle 11.00 il raduno dei mezzi a Piazza Duomo e corso Elio Adriano. A seguire, intorno alle 11.30, la Santa Messa con il Vescovo Monsignor Lorenzo Leuzzi in una cattedrale “vestita” di giallo e affollata da centinaia di agricoltori che hanno offerto, secondo il tradizionale canovaccio della manifestazione, ortaggi e confetture, olio e vino, pane e pasta e altri prodotti provenienti direttamente dalle campagne teramane. Il Vescovo si è soffermato sulle problematiche del mondo agricolo, ricordando che “i temi del raccolto a volte sono lunghi e richiedono il rispetto della natura” e, a conclusione, la preghiera del coltivatore letta dall’imprenditrice agricola Francesca Petrei Castelli, del pastificio Verrigni. Poi, tutti in piazza per la benedizione dei trattori parcheggiati, gli animali arrivati dalle campagne (c’erano caprette, asinelli e pecore) e l’esibizione del coro Di Iorio di Atri. “Una giornata di speranza – commenta il direttore Roberto Rampazzo – a cui i nostri soci hanno partecipato con entusiasmo e responsabilità per ricordare il grande valore dell’agricoltura e l’attaccamento ad una organizzazione che lavora da anni per la costruzione di un futuro nonostante le tante difficoltà”.
Alessandra Fiore
SORELLE ROM
scritto da Redazione Abruzzo Popolare | 31 Gennaio 2024
Il libro nelle mani del presidente Mattarella e del ministro Valditara
Roma, 28 gennaio 2024. Lo scorso 26 gennaio Giulia Di Rocco romnì italiana abruzzese è stata invitata dal Presidente della Repubblica Italiana Sergio Mattarella come rappresentante Donna rom per la Commemorazione del Giorno della Memoria. In quell’occasione la Di Rocco nello stringere la mano al Presidente ha donato il suo libro “Romanì – Pina Sorelle – Rom” libro che parla delle donne rom italiane della loro battaglia contro la discriminazione e la parità di genere.
La presenza della Di Rocco proprio in codesti istituzionali e non solo è molto importante per il Femminismo ed emancipazione delle donne rom in Italia. il libro è stato donato anche al Ministro della Cultura e del Merito Giuseppe Valditara che ha molto gradito il libro ringraziandola per le informazioni sulle condizioni delle donne rom italiane illustrato dalla Di Rocco.
Il Libro ”Romanì – Pina Sorelle – Rom” è il primo libro in assoluto che parla delle donne rom direttamente dalle donne rom italiane, è quasi un libro inchiesta che illustra la situazione delle donne rom in Italia. Scritto da Giulia Di Rocco con Alessandra Montesanto giornalista e scrittrice dell’associazione dei diritti umani di Milano pubblicato dalla Multimage proprio la casa editrice dei diritti umani di Milano con il patrocinio della Fondazione FIDAPA.
Giulia Di Rocco romnì Italiana abruzzese è membro del Forum RSC istituito dall’UNAR Ufficio Anti Discriminazione Razziale presso il Ministero delle pari Opportunità, membro dell’IRU International Roma Union che rappresenta i rom presso il Consiglio D’Europa e all’ONU.
LE STELLE DELLA VELA: I PREMIATI
scritto da Redazione Abruzzo Popolare | 31 Gennaio 2024
Sfilano i campioni del mare della IX Zona FIV Abruzzo e Molise
Pescara, 28 gennaio 2024. Sorrisi, emozione, soddisfazione. Gli atleti del mare dopo un anno di allenamenti e regate raccolgono il frutto di tanti sacrifici nella classica manifestazione annuale “Le Stelle della Vela”, una sorta di gran galà che la IX Zona FIV Abruzzo e Molise organizza ogni anno per premiare i velisti grandi e piccoli che si sono distinti durante i campionati appena conclusi. Sono stati più di 50 coloro che hanno raccolto applausi e trofei ieri all’Aurum a Pescara, un numero sempre maggiore di giovani e meno giovani accomunati dalla passione per il mare che si sono messi in luce nelle classi Optimist, Ilca, Hobie Cat, Dragoon, Nacra 15, Snipe, Windsurfer, Minialtura e Altura.
A premiare sono state le massime autorità della Federazione Italiana Vela e locali: il presidente nazionale FIV Francesco Ettorre, il presidente della IX Zona FIV Domenico Guidotti, il presidente del Coni Abruzzo Enzo Imbastaro, la vicepresidente IX Zona FIV Alessandra Berghella, il presidente del Consiglio regionale Lorenzo Sospiri, il sindaco Carlo Masci, l’assessore Patrizia Martella.
Questo l’elenco dei premiati.
Campionato Italiano Zone: 2^ classificato l’equipaggio di Giancarlo Casuscelli (Team manager CV La Scuffia), Serguei Chevtsov (timoniere CV La Scuffia), Riccardo Di Genova, Vittoria Rozzi, Sofia Carnevale, Stefano Troiano (LNI sez. Ortona);
Vittorio Blardi (CV Termoli) 2^ categoria leggeri Regata Nazionale Spring Cup Windsurfer Anzio e 3^ cat.leggeri Classe Windsurfer Porto Pino, Sardegna;
Enrica Morelli e Stefano Troiano (Svagamente) 1^ assoluti Campionati nazionali giovanili in doppio classe NACRA 15;
Vincenzo Sebastiani e Marta Fiorenza 1^ assoluti Campionati giovanili in doppio classe NACRA 15 under 17;
Rocco Del Proposto (Surfing Sport Pe)1^ Campionato Italiano Windsurfer juniores U19, Luca Del Gatto (Surf. Sport Pe) 1^ Campionato Italiano Windsurfer U15,
Francesca Pozzo (Surf. Sport Pe) 1^ Camp. Italiano Windsurfer juniores U19 femminile;
Luigi Masturzo (CNP2018) 1^ Camp. Europeo Orc Malta, 1^ Camp. Eur. Minimaxi Sorrento e 3^ Camp. Ita. Orc Marina di Massa Carrara.
Campionato zonale HOBIECAT 16: 1^ Carlo Metadow (timoniere) e Stefano Barbagallo (prodiere) Svagamente, 2^ Marcello Cozzolino (timoniere) e Mattia Ciattoni (prodiere) Svagamente, 3^ Massimo Di Nicolantonio (timoniere), 3^ Batman Di Tillio (prodiere) Svagamente;
Campionato zonale Dragoon:1^ Federico D’Alesio (timoniere) e Giulia Di Tillio (prodiere) Svagamente, 2^ Edoardo Filiani (timoniere) e Eleonora D’Onofrio (prodiere) Circolo Svagamente, 3^ Carlo D’Amico (timoniere) e Valerio Muleri (prodiere) Svagamente;
Campionato zonale NACRA 15 1^ Vincenzo Sebastiani (timoniere) e Marta Fiorenza (prodiere) Circolo Svagamente, 2^ Enrica Morelli (timoniere) e Stefano Troiano (prodiere) Circolo Svagamente, 3^ Ludovica Puntillo (timoniere ) e Sara Stella ( prodiere) Circolo Svagamente; Campionato zonale SNIPE 1^ Classificato Marco D’Ambrosio (timoniere) CV La Scuffia e Andrea Leuci (prodiere) LNI Giulianova, 2^ Federico Cerimele (timoniere) CV La Scuffia e Eleonora Spina (prodiere) Surfing Sport Pescara, 3^ Rodolfo Fiorini (timoniere) CV La Scuffia e Federica Monaco (prodiere) CV La Scuffia;
Campionato Zonale MINIALTURA 1^ Nannarella (CV Ventoforte), 2^ Jonathan (CV La Scuffia). 3^ Movida Junior (CV La Scuffia);
I premi alle società sono stati assegnati alla LNI sez. di Giulianova, alla LNI sez. di Pescara e al CV Roseto “Azzurra”.
SULMONA NEGLI SCRITTI DEI VIAGGIATORI TEDESCHI DEL XVIII E XIX SECOLO
scritto da Redazione Abruzzo Popolare | 31 Gennaio 2024
In occasione del “Terzo Convegno sui Viaggiatori Europei negli Abruzzi e Molise”, svoltosi a Teramo nel settembre del 1974[1] , il Prof. Lehmann-Brockhaus, direttore della Biblioteca Hertiana di Roma, svolse una importante relazione dal titolo: “Gli stranieri negli Abruzzi e nel Molise durante il 700-800” [2], grazie alla quale mi è stato possibile ricostruire nelle linee essenziali un particolare capitolo di storia patria, la descrizione cioè della Città di Ovidio e della Conca Peligna contenuta nei resoconti di colti viaggiatori tedeschi del XVIII e XIX secolo. Sulla scia delle indicazioni bibliografiche del Lehmann-Brockhaus non è stato difficile richiedere alla Städtische Bibliothek di Monaco le fotocopie dei testi da tradurre e che ora vengono sottoposti in versione italiana all’attenzione dei lettori [n.d.r.: i testi tradotti dall’A. sono presenti nel volume da cui è tratta l’Introduzione].
Dagli Atti del Convegno teramano emerge subito un dato di fatto sorprendente e cioè che i viaggiatori tedeschi che hanno soggiornato a Sulmona nell’Ottocento sovrastano di molto per numero quelli provenienti da altri Paesi europei e tale circostanza, da ritenersi non casuale, reclama pertanto qualche riflessione.
Va rilevato innanzitutto che fin dal Medioevo il poeta Ovidio e di riflesso la sua terra natia hanno esercitato in Germania, e non solo in ambienti letterari [3], un costante fascino che è diventato irresistibile allorché, dopo il declino degli Svevi, fu difficile per le popolazioni del Reno cancellare i
ricordi che legavano Sulmona a questa sfortunata dinastia.
Già verso il 1210 Albrecht von Halberstadt aveva tradotto le Metamorfosi, mentre Heinrich von Morungen, vissuto nella prima metà del XIII secolo, si era ispirato agli Amores per la composizione di alcune liriche amorose.
Ma la testimonianza più significativa della popolarità di cui godeva il Poeta peligno presso corti, università e persino Klöster di ogni comunità religiosa, è data da quel prezioso documento di vita medievale che è appunto la raccolta dei Carmina Burana, composti per lo più come sottolinea il Müller in una recente edizione di tali canti, da Vaganten, Goliarden, Kleriker che avevano individuato proprio in Ovidio il loro “grosses Vorbild”, cioè il loro “grande modello”[4].
L’introduzione dell’arte della stampa accelera ovviamente la conoscenza delle opere ovidiane e proprio a Colonia, città di antica tradizione romana, fa la sua apparizione nell’ultimo decennio del XVI secolo la prima veduta di Sulmona. Si tratta come è noto di una incisione curata da G. Braun e F. Hogenberg in cui è ben evidenziata la didascalia Sulmo Ovidii Patria[5], mutuata forse dal famoso emistichio “Sulmo mihi Patria est”, le cui lettere iniziali (S.M.P.E.) fanno bella mostra di sé sullo stemma cittadino.
Nel XVII secolo vanno particolarmente annoverati fra i viaggiatori quei giovani nobili o borghesi i quali secondo una usanza che si diffonde rapidamente in tutta l’Europa e che in Germania fu chiamata Kavalierstour, incominciarono ad effettuare dei viaggi premio a coronamento degli studi fatti, soprattutto nel settore umanistico. È riuscito a qualcuno di essi di raggiungere la Patria di Ovidio?
È difficile rispondere ad una tale domanda. Va ricordato, comunque, che un viaggiatore ante litteram può essere considerato quel magister Gualterius de Alemania, che scolpisce nel 1412 il sepolcro Caldora nell’Abazia Morronese.
Allo stato attuale della documentazione in nostro possesso, si può dire che solo nei primi decenni del sec. XVIII si registra a Sulmona la presenza di un colto Wanderer, cioè quell’Adam Ebert cui si deve una notizia, non priva di qualche interesse, sulla ubicazione della statua di Ovidio che si ammira oggi nel cortile del Palazzo dell’Annunziata.
Ebbene, il percorso compiuto dall’Ebert assume grande importanza proprio perché viene a spezzare lo schema rigido del Kavalierstour, il quale non ammetteva, una volta pervenuti a Roma ed a Napoli, di effettuare delle deviazioni dall’itinerario tirrenico verso l’interno della Penisola. Ciò era determinato dalle incognite e dai pericoli incombenti su una area geografica che veniva a coincidere, all’incirca, con le attuali estensioni territoriali dell’Abruzzo e del Molise.
Si può affermare pertanto che fino al completamento della linea ferroviaria Roma-Sulmona, inaugurata nel luglio 1888, sono stati pochi i viaggiatori che, partiti dalla Germania, sono riusciti superando non lievi difficoltà a specchiarsi nelle acque, un tempo limpide, del Gizio e del Vella e tali difficoltà vengono individuate dagli studiosi, sulla base dei resoconti degli stessi viaggiatori stranieri, nella mancanza di una adeguata rete viaria nel regno di Napoli e nel pericolo costituito, soprattutto lungo la dorsale appenninica, dal brigantaggio. Così “l’Abruzzo – sottolinea il Russi – benché sia una regione del regno borbonico e confinante con il Lazio, resta tagliato fuori non solo dagli itinerari turistici di chi attraversa in lungo la Penisola, ma anche dai programmi di chi, soggiornando nella capitale napoletana o nella città del papa, è solito muoversi per conoscere altri luoghi” [6] .
Di conseguenza la posta internazionale sfiora l’Abruzzo e “soltanto alla fine dell’epoca asburgica, nell’anno 1734, nasce il progetto di creare una via postale che avrebbe dovuto legare il regno di Napoli con l’Austria per via d’acqua da Pescara a Fiume. Ma la successiva perdita del Regno di Napoli non permise la realizzazione di questo progetto” [7]. Esso fu ripreso com’è noto (limitatamente al tratto Castel di Sangro-Sulmona) nell’ultimo ventennio del ‘700 da Andrea Pigonati ma la “real strada di fabbrica” sarà portata a termine solo nel secolo successivo, assumendo nel tratto Roccapia-Pettorano il nome di via Napoleonica che tuttora conserva [8].
Nell’ambito del citato Convegno sui Viaggiatori Europei sono state tuttavia acutamente messe in luce, da parte di alcuni relatori, le cause effettive della mancata realizzazione, nel settore nord-orientale del regno di Napoli, di una efficiente rete stradale, dovute ad un preciso disegno politico-militare dell’amministrazione borbonica. Il Russi, per es., pone in grande evidenza (ivi, p. 71) come in una Memoria sulla frontiera nord-orientale del regno di Napoli, redatta dal giovane Pisacane che prestava servizio militare nella fortezza di Civitella del Tronto, sia ancora ravvisabile la funzione strategica del territorio abruzzese in cui “centomila uomini in armi fanno testa a duecentomila invasori”, mentre il Clemente ha sottolineato come “L’isolamento degli Abruzzi non è questione risolubile nella indicazione del dato naturale e viario: è invece una circostanza che proietta tali premesse in una linea politica che fa dei nostri territori, per lunghissimi periodi, quasi una terra bruciata, una zona di cuscinetto strategico” [9].
Circa il problema del brigantaggio, il Colapietra ha puntualizzato come, almeno all’indomani dell’Unità d’Italia, l’Abruzzo costituisse “la regione in cui le due componenti principali del brigantaggio, la politica legittimistica borbonica e la sociale contadina autonoma, si intersecano più strettamente”[10] , mentre per il secolo precedente, come ritengo, la circostanza che gli agguati fossero più frequenti sugli altopiani o lungo i tratturi, in aree dunque vitali per l’industria ovina, sembrerebbe escludere ogni aspetto di sovversione politica in tale fenomeno, da cui vanno sottratte quelle azioni di mero banditismo che si intensificano con veri e propri “attacchi alla diligenza” sulla Napoleonica subito dopo il suo completamento [11].
Non pochi sono i paesi abruzzesi ritenuti, nei resoconti dei viaggiatori stranieri, “sede ideale per i briganti”, sicché ora è Roccapia, ora Villalago o Castel di Sangro – ma l’elenco non si esaurisce certamente qui – a fregiarsi di tale triste ed indesiderata nomea che, ingigantita fuori misura in Europa, finisce in ultimo per coinvolgere tutto l’Abruzzo, considerato in Germania, ancora nel 1911, «terra di briganti» [12].
E quando alcune voci, come il Frommel ed il Kaden, si levarono per ricondurre il fenomeno ad aspetti più obiettivi e realistici, la nostra Regione ben poco guadagnerà da un quadro non più dipinto a tinte fosche. Per il Kaden, ad esempio, come vedremo in seguito, l’Abruzzese “odia il ladro e stima il brigante”, mentre per il Frommel le popolazioni delle nostre montagne conservano una fisionomia “da masnadieri”. Va osservato ai fini di una migliore comprensione della genesi di tali pregiudizi, che anche negli scritti dei viaggiatori tedeschi della seconda metà dell’800 affiora una Weltanschauung che è ancora tipicamente romantica. Nella concezione del “wandern” (letteralmente: peregrinare), donde i titoli di molti libri di viaggio (Wandertage, giorni di peregrinazione; Wanderjahre, anni di peregrinazione) predomina il desiderio di evadere dal proprio ambiente, di errare senza meta stabilita
per cancellare ogni sensazione di noia, tuffandosi soprattutto nel luccicante paesaggio meridionale visto come proiezione di un particolare stato d’animo e di tale paesaggio fanno parte il brigante ed il pastore, che regnano incontrastati sui monti aspri e solitari dell’Appennino e ne diventano ben presto i simboli. Rare volte tuttavia è dato leggere in queste pagine elegiache dedicate all’Abruzzo una parola di condanna sulle misere condizioni in cui versavano le popolazioni dei nostri paesi. Nessuna reazione provocano nel Lear, sempre attento però all’ospitalità “dovuta” nei suoi confronti da parte dei ricchi signori della Marsica o dell’area peligna, le parole della vecchia mendicante di Villalago, che confida al viaggiatore inglese: “Siamo qui senza denaro, senza pane, senza panni, senza speranza, senza niente”. Per il Lear, infatti, l’Abruzzo rappresenta comunque “il quadro di una serena attività pastorale” e proprio mentre il Kaden annotava sul suo taccuino le impressioni suscitategli dal superbo paesaggio che da Pettorano si schiude verso la Conca Peligna ed il Gran Sasso, ben diversi “appunti” prendeva in questa località Filippo Destephanis, per la sua Memoria da inviare a sua maestà, il re di
Napoli, ed in cui si sostiene la necessità – siamo nel 1859 – di trasformare in campi coltivati la parte del tratturo che si snodava ai piedi del paese, dato che, denuncia il Destephanis, “esuberando le braccia, sono obbligati gli infelici Pettoranesi andar raminghi l’inverno, o nell’Agro Romano, o a Terra di Lavoro, o alle Puglie, imitando gli armenti, pervero anche in Calabria, dove guadambiando il vitto gli uomini, riportano poche monete alla famiglia, che per lo più a stenti ha tirato l’invernata…”[13].
Tornando ora ai viaggiatori tedeschi, occorre ricordare che meritano una particolare menzione quegli studiosi i cui interessi restano legati, come per es. il Mommsen, all’archeologia ed all’epigrafia, oppure ad altri campi artistici, come appunto Heinrich Schulz ed Heinrich Dressel. Dello Schulz apparve postuma l’opera dal titolo: Denkmäler der Kunst des Mittelalters in Unteritalien (Monumenti artistici del Medioevo nell’Italia Meridionale), Dresda 1860, voll. 3, il secondo dei quali è dedicato ai monumenti dell’Abruzzo e del Molise.
Il Dressel invece, che era nato a Roma nel 1845, collaborò al Corpus inscriptionum latinarum del Mommsen e secondo il Lehmann-Brockhaus, particolare degno di nota, “riconobbe per primo che negli oggetti dell’oreficeria il punzone SUL era una abbreviazione del nome della Città di Sulmona”[14].
Nel 1840 vide la luce a Monaco di Baviera l’opera di Ernst Förster: Handbuch für Reisende in Italien (“Manuale per viaggiatori in Italia”) In essa le località italiane, importanti sotto il profilo storico e artistico, appaiono in ordine alfabetico ma nessuna menzione si fa di Sulmona e di altri centri abruzzesi, anche se il Lehmann-Brockhaus rileva che in tale Manuale “gli Abruzzi e il Molise sono descritti nel capitolo Da Ancona a Napoli, nel quale si parla di Teramo, L’Aquila, Atri, Sulmona, Isernia, Venafro” [15]. Sicuramente le descrizioni in questione sono contenute in un’altra ristampa del volume, che ha avuto ben otto edizioni. Il Manuale del Förster si distingue decisamente, per la mole delle notizie fornite, dalle pur famose Guide dell’editore Karl Baedecker, morto a Coblenza nel 1859, e relative a molti Paesi europei. L’opera del Baedecker fu portata avanti dal figlio Federico che nel 1861 curò probabilmente il primo volume dedicato all’Italia centrale e di cui si hanno anche versioni in inglese ed in francese.
Queste Guide divennero ben presto ovunque note grazie alla loro praticità. Esse furono inoltre continuamente ampliate con ulteriori edizioni apparse nell’ultimo ventennio dell’800 e la velocità di tali aggiornamenti fu resa possibile soprattutto dallo sviluppo della rete ferroviaria, che diventava nella nostra Penisola sempre più fitta e permetteva quindi di raggiungere in breve tempo Regioni fino ad allora poco conosciute, come appunto la nostra.
Soprattutto in conseguenza dell’inaugurazione della linea ferroviaria Roma-Sulmona, avvenuta il 28 luglio 1888 [16], l’Abruzzo faceva dunque il suo ingresso ufficiale nel cuore dell’Europa centrale. E ciò si verificava, a mio avviso, in un particolare momento delle scelte politiche operate dal giovane regno d’Italia, che proprio nel 1887 aveva rinnovato la Triplice Alleanza con Austria e Germania.
Sicché gli studiosi di lingua tedesca si trovano in questi anni in una particolare condizione psicologica che li spinge a privilegiare, come meta del loro wandern, piuttosto “l’amica Italia” che altri Paesi e questo stato d’animo emerge chiaramente, come si vedrà in seguito, negli scritti di alcuni autori che non solo tessono elogi alla Dreibund (Triplice Alleanza) ma si compiacciono anche, come fa per es. il Kaden, del diffuso spirito antifrancese che serpeggia a Sulmona ed in altre città d’Abruzzo.
Dopo questo breve ma necessario prologo entrano in scena gli Autori che per aver visitato e descritto Sulmona sono quelli che più direttamente interessano. I loro scritti appaiono nella presente raccolta in ordine cronologico e sono preceduti da brevi notizie biografiche desunte dal fondamentale lavoro del Lehmann-Brockhaus, più volte citato.
Tra i primi viaggiatori del Settecento che visitano Sulmona e l’Abruzzo va annoverato il giureconsulto Adam Ebert, nato a Francoforte sull’Oder nel 1653 ed ivi morto nel 1735. Sotto lo pseudonimo di Aulus Apronius egli pubblicò a Villa Franca, nel 1723, il resoconto di un suo viaggio in vari Paesi d’Europa di cui non mi è stato possibile avere dalla Biblioteca di Monaco la fotocopia del frontespizio; e ciò al fine di accertare l’esattezza del titolo, che si presenta alquanto diverso in un noto Saggio del D’Ancona e nella relazione del Lehmann-Brockhaus [17]. L’Ebert dedica una sola pagina a Sulmona ma essa, come si vedrà, non risulta priva di qualche interesse.
Altrettanto spazio occupa la Città d’Ovidio nell’opera di Carl Frommel (1789-1863) dal titolo Pittoreskes Italien (“Italia pittoresca”), pubblicata a Lipsia nel 1840. L’Autore, che era direttore di una importante galleria d’arte di Karlsruhe, fa delle acute osservazioni sul fenomeno del brigantaggio in Abruzzo ma si dimostra talvolta impreciso nella descrizione dei luoghi visitati (per es. pone Sulmona “sulle rive del Sora”!).
Del grande storico Ferdinando Gregorovius (1821-1891) ho ritenuto opportuno riportare alcune belle pagine, relative a Corfinio e Sulmona, che sono contenute nel 2° dei 5 volumi dell’opera Wanderjahre in Italien, pubblicata a Lipsia nel 1876 e che nella traduzione italiana ora appare con il titolo di “Anni di peregrinazione in Italia” ora con quello di “Passeggiate per l’Italia”, come appunto nell’edizione curata da M. Corsi e pubblicata a Roma nel 1907. Le pagine in questione come si è detto, sono tratte dal 2° volume e precisamente dal VII capitolo dal titolo Eine Pfingstwoche in den Abruzzen (“Una settimana di Pentecoste in Abruzzo”), recentemente riproposto all’attenzione degli studiosi in forma anastatica dall’Ed. Polla di Avezzano.
Al Gregorovius fa seguito la personalità forse più interessante tra gli Autori tedeschi che visitano Sulmona nel corso dell’Ottocento, cioè Woldemar Kaden, colto viaggiatore nato a Dresda nel 1838 e morto a Monaco di Baviera nel 1909. Le pagine che dedica a Pettorano e Sulmona sono contenute
nel suo volume dal titolo Wandertage in Italien (“Passeggiate in Italia”), pubblicato a Stoccarda nel 1874 per i tipi degli Editori Meyer & Zeller’s.
Grande conoscitore di opere latine, soprattutto di Virgilio, Ovidio, Orazio (e di conseguenza del buon vino peligno) [18], il Kaden ci offre una affascinante descrizione notturna della Città d’Ovidio, non priva di alcuni documenti di rilevante interesse etnografico (il volume manca però di disegni ed illustrazioni). Insieme a C. Stieler ed E. Paulus, che lo avevano accompagnato nelle sue peregrinazioni nel Mezzogiorno d’Italia, il Kaden pubblicò, probabilmente nel 1875, un altro volume di cui conosciamo una versione in italiano ed un’altra in inglese. La prima, con il titolo: Italia. Viaggio pittoresco dall’Alpi all’Etna, vide la luce nel 1876 per i tipi della Casa Editrice Treves, Milano, ed è arricchita da ben 73 tavole fuori testo, firmate e datate quasi tutte 1874, anno dunque che si riferisce al primo viaggio in Italia. La seconda invece ha per titolo: Italy from the Alpes to mount Etna e fu pubblicata a Londra nel 1887 dagli Editori Chapman & Hall.
Il “Viaggio pittoresco” di Stieler, Paulus e Kaden riscosse un buon successo. come è confermato dalle numerose edizioni del volume, che è corredato, come si è detto, di magnifiche incisioni. In quella del 1876, apprendiamo dal Marino, vanno notati “sei disegni del Kaden: ragazzo abruzzese, ragazza abruzzese, rovine d’Amiterno (S. Vittorino), la Valle del Sangro, una via negli Abruzzi, Gran Sasso d’Italia” [19].
Nell’edizione del volume che ho potuto consultare, la terza, pubblicata nel 1885 a Milano sempre dalla Casa Editrice Treves (e da essa sono tratte le pagine che si riferiscono a Sulmona), la bellissima incisione dal titolo Ragazza abruzzese, datata 1874, è firmata invece chiaramente: Keller, un artista dunque che deve aver partecipato insieme al Kaden, Paulus e Stieler all’avventuroso viaggio nel meridione della Penisola [20], mentre l’altra dal titolo Ragazzo abruzzese è opera del Kaden.
Al Kaden segue Eberhard Gothein, professore di economia politica a Bonn ed Heidelberg, strenuo difensore della Kulturgeschichte, cioè della necessità di considerare la storia come “storia della civiltà” e della cultura dei popoli. Per i tipi dell’editore Kölbner di Breslau egli pubblicò nel 1866 l’opera: Die Kulturentwicklung Sud-Italiens in Einzeldarstellungen (“Lo sviluppo della civiltà del Sud Italia in monografie”), che ebbe successivamente, pur nella diversità degli argomenti trattati, ulteriori edizioni. In quella del 1886 troviamo un capitolo dal titolo: Die Heimath Ovid’s (“La Patria di Ovidio”), in cui lo storico tedesco, profondo conoscitore dell’Italia, ci dà una vivace descrizione di miti e leggende fiorite dal medio evo in poi intorno alla figura del Poeta degli Amores e pertanto il Gothein va considerato come un precursore di tale genere d’indagini, che saranno, come è noto, completate da lavori analoghi del Ciampoli, De Nino e Pansa [21].
Noi non sappiamo come il Gothein [22] sia “approdato” a Sulmona, poiché la linea ferroviaria collegante Roma con la Città d’Ovidio sarà inaugurata nel 1888, cioè alcuni anni dopo il suo viaggio in Abruzzo. L’utilizzazione della carrozza ha permesso tuttavia allo studioso tedesco di poter trattenere più a lungo lo sguardo sul paesaggio peligno, dove, sottolinea egli, “ogni coltivazione dei campi si trasforma in giardinaggio”.
Quasi una descrizione “a volo d’uccello” è invece quella che fa dallo scompartimento del treno G. Vom Rath, professore di economia all’Università di Bonn. Il viaggio da Rimini a Pescara e da qui per l’Aquila e Rieti via Sulmona risale alla primavera del 1881. L’A. prima parla brevemente di Popoli e poi ci dà con efficaci pennellate cromatiche una bella visione di quel grandioso “anfiteatro naturale” che è appunto la Conca Peligna.
L’opera del Vom Rath, in due volumi, ha per titolo: Durch Italien und Griechenland nach dem Heiligen Land. Reisebriefe (“Attraverso l’Italia e la Grecia verso la Terra Santa. Lettere di viaggio”, Heidelberg 1882; seconda edizione: 1888).
L’ultimo brano tradotto, Vier Wochen in den Abruzzen: Sulmona (“Quattro settimane in Abruzzo: Sulmona”), apparve il 15 settembre 1895 sul quotidiano di Colonia “Kölnische Volkszeitung und Handelsblatt” senza la firma degli Autori che, come si evince agevolmente dal testo, erano comunque due sacerdoti impegnati nella trascrizione di bolle corografiche ed altri antichi documenti giacenti presso gli archivi di alcune cattedrali abruzzesi. Ed è proprio tale lavoro che i due studiosi compiono a Sulmona presso l’archivio di San Panfilo, “gentilmente” messo a loro disposizione dal vescovo di quel tempo, Tobia Patroni.
Si tratta comunque dei professori M. Klinkenborg e L. Schiapparelli entrambi di nazionalità tedesca, di cui il Pansa parla nella “Rassegna Abruzzese” nel recensire una nota opera del Kehr. Sottolinea infatti lo storico sulmonese: “Pochi dotti stranieri visitarono l’Abruzzo e i suoi monumenti per ricavarne profitto e pochissimi si occuparono dei suoi preziosi archivi e fecero tesoro delle carte che vi si conservavano. Gli archivi abruzzesi, sui quali versa la memoria che prendo in esame, sono stati esplorati dai dott. M. Klinkenborg e L. Schiapparelli delegati per l’Italia. Più fortunate furono le ricerche condotte a Sulmona, specialmente nell’archivio della Cattedrale, in cui vennero trascritte dagli originali dieci bolle comprese nel periodo da Innocenzo II (1138) a Celestino III (1196)” [23].
Si chiude così il sipario su questa rassegna dedicata a colte personalità tedesche che nei secoli XVIII e XIX hanno soggiornato a Sulmona e descritto la Città di Ovidio. Premesso che una tale ricerca è auspicabile anche per i viaggiatori francesi ed inglesi (quest’ultimi non rappresentati, certamente, solo dal Lear o dal Kraven), occorre spendere qualche parola sulla versione italiana dei testi in lingua tedesca. Rendere in italiano efficacemente alcuni periodi, specie quelli scaturiti dalla fantasia del Kaden, non è stata impresa facile e talvolta la sterile traduzione letterale è stata sacrificata in onore della freschezza ed immediatezza delle immagini.
In molti punti, inoltre, i testi si prestavano a ripetuti commenti, ma questi sono stati omessi e ridotti all’essenziale per non interrompere ed appesantire la lettura con una serie di note.
Mi piace sottolineare, nel concludere questa presentazione, che in epoche in cui non esistevano macchine fotografiche, i viaggiatori europei hanno saputo lo stesso ritrarre con i loro resoconti momenti di vita che appartengono alla storia della nostra Sulmona, la quale ha acquisito da tempo e non solo recentemente (come sembrano indicare le scritte di alcuni segnali turistici) il diritto a fregiarsi del titolo di Città d’Europa.
[1] Gli Atti del Convegno sono stati pubblicati a Teramo nel 1975 a cura del “Centro Ricerche Storiche Abruzzo Teramano” In seguito saranno citati con la sigla ACVE.
[2] In ACVE. cit., pp. 15-48. Poco utili sono risultate ai fini della presente ricerca le opere di A. D’Ancona, Saggio di una bibliografa ragionata dei viaggi e delle descrizioni d’Italia e dei costumi italiani in lingue straniere (Città di Castello 1889) e di L. Tresoldi, Viaggiatori tedeschi in Italia. 1452-1870, (Roma 1975), che presentano lacune soprattutto nella parte relativa ai viaggiatori dell’Ottocento.
[3]Anche il Lehmann-Brockhaus sottolinea (ivi, p. 27) che “i tedeschi erano i visitatori più frequenti degli Abruzzi”. Fra i viaggiatori inglesi vanno particolarmente ricordati il Lear ed il Craven, cui si devono importanti testimonianze su Sulmona e l’area peligna raccolte durante le loro escursioni nell’Abruzzo della prima metà dell’800. Di E. Lear cfr.: Illustrated Excursions in Italy, London 1846; la parte relativa all’Abruzzo, Viaggio illustralo nei Tre Abruzzi è stata pubblicata a Sulmona per i tipi della Labor e nella traduzione di B. Di Benedetto-Avallone. Di K. Craven cfr.: Excursions in theAbruzzi and northern Provinces of Naples, London 1837; i due volumi del Craven sono stati tradotti da I. Di Iorio e pubblicati nel 1979 e 1982 a Sulmona per i tipi della Libreria Editrice Di Cioccio con il titolo: “Viaggio attraverso gli Abruzzi e le province settentrionali del Regno napoletano”. Va ricordato che del primo volume esiste un’altra edizione a cura di D. Lepore e R. Cincione, “Escursioni negli Abruzzi” (Sulmona, Tip. Labor, 1981) e che alcuni brani tratti dai due volumi del Craven erano già apparsi in versione italiana ne “Il Giomale Enciclopedico Napoletano”, an. I, vol. IV, Napoli 1840. Fra i viaggiatori francesi va menzionato soprattutto A. Valery, autore di un’opera dal titolo: Voyages Historiques et littéraires en Italie pendans les années 1826, 1827 et 1828. Ou l’Indicateur Italien, voll. 3, Bruxelles 1835.
[4]Cfr. Carmina Burana, a cura di R. Clemencic e U. Müller, p. 194 sgg., Monaco di Baviera, Heimeran Ed., 1979. Già nel 1482 aveva visto la luce ad Augsburg con commento di J Hartlieb l’opera Ars Amatoria. Das Buch Ovídij von der liebe zu erwerben, mentre a cura di G. Bersmann apparve nel 1582 a Lipsia la prima edizione completa delle opere ovidiane (seconda edizione, cum notis variorum, Francoforte 1601), seguita da quella di N. Heinsius (Leyden, 1629, voll. 3), che riscosse buon successo editoriale. Singole opere di Ovidio o commenti alle stesse si registrano con frequenza a partire dal XVII secolo in poi.
[5] Cfr. E. Mattiocco, Vedute prospettiche della Città di Sulmona dal XVI secolo all’Unità d’Italia, p. 13, Sulmona 1980.
[6] L. Russi, Viaggiatori europei nell’Abruzzo dell’Ottocento, in ACVE, cit., p. 70.
[7]O. Lehmann-Brockhaus, in ACVE, cit., p. 15. Di itinerari postali, detti camini, si hanno notizia per l’Abruzzo dopo il 1777 Cfr. al riguardo A. Di Vittorio, Gli Austriaci e il Regno di Napoli. 1707-1734. Ideologia e politica di sviluppo, p. 385 sgg., Napoli 1783.
[8]Cfr A. Pigonati, La parte di strada degli Abruzzi da Castel di Sangro a Sulmona, Napoli 1783. I lavori per la realizzazione della strada da Roccapia a Pettorano erano iniziati nel 1789. Cfr. C. Ulisse De Salis Marschlins, Viaggio attraverso l’Abruzzo (1789), rist. anast. dell’edizione italiana, Trani 1906, a cura dello «Studio Bibliografico A. Polla», Avezzano, senza data. L’A. sottolinea che «le due province dell’Abruzzo fanno parte delle regioni più inesplorate del Regno di Napoli; e viene ciò attribuito tanto al pericolo dei briganti, quanto alla mancanza di una via maestra, diretta, attraverso le due province».
[9]V. Clemente, L’Istituto Archeologico Germanico di Roma ed i corrispondenti abruzzesi (1829-1838), spunti sulla scoperta romantica degli Abruzzi, in ACVE, p. 195. Di diverso avviso è il Di Vittorio (op. cit., p. 376), per il quale «le carenze del sistema stradale del Regno dipendevano da difficoltà finanziarie».
[10]R. Colapietra, Abruzzo. Un profilo storico, p. 157, Lanciano 1977; cfr. anche di R. Colapietra l’introduzione al volume di G. Morelli, Il brigante Giulio Pezzola del Borghetto e il suo Memoriale (1598-1673), Roma 1982. L’opera del Morelli risulta indispensabile per la ricca bibliografia sull’argomento “brigantaggio” nel secolo diciassettesimo.
[11]L’ipotesi sembra suffragata dai resoconti degli stessi viaggiatori stranieri in cui si sottolineano l’audacia dei briganti e la loro pericolosità nei confronti degli inermi viandanti soprattutto sul Piano delle Cinque Miglia ed a Forca Caruso. Cfr. C. Ulisse De Salis-Marschlins, op. cit. p. 84 e F. Gregorovius, Wandersjahre in Italien, vol. II, cap. VII, p.417, Lipsia 1876 (per l’edizione italiana vedi oltre).
[12]Cfr A. Steinitzer, Aus dem unbekannten Italien, p. 193, München, Piper & Co. Verlag, 1911. Il capitolo XIII del volume, dal titolo Drei Wochen in den Abruzzen (“Tre settimane in Abruzzo”), da me tradotto, è stato pubblicato a Sulmona nel 1977 per i tipi de «La Moderna».
[13]Cfr. F. Cercone, Pastorizia ed Agricoltura a Pettorano sul Gizio in un drammatico documento di Filippo Destephanis, in “Rivista Abruzzese”, n. 1, 1985, p. 41 sgg., Lanciano 1985. Sul rapporto di parentela tra Filippo e Pietro Destephanis cfr. V. Orsini in “Quaderni della Biblioteca Diocesana di Sulmona”, p. 5, Sulmona 1985.
[14]Cfr. O. Lehmann-Brockhaus, in ACVE, cit., p. 30. Come è noto, la prima importante opera sull’oreficeria abruzzese, dal titolo: Die mittelalterliche Goldschmiedekunst in den Abruzzen, si deve a Leopold Gmelin e vide la luce a puntate nel 1890 in una rivista edita a Monaco di Baviera. Di essa si ha una traduzione italiana: L’oreficeria medioevale negli Abruzzi, traduzione di G. Crugnola, pubblicata nei fascicoli 4, 6, 7 ed 8 della “Rivista Abruzzese di Scienze, Lettere ed Arti”, Teramo 1891 e per estratto: Teramo, Tip. del Corriere Abruzzese, 1891, pp. 80. Va ricordato che nella traduzione di L.F. de Magistris era apparsa a puntate sullo stesso periodico (l897: fasc. VI, pp. 270-75; fasc. IX, pp. 417-25) una “Memoria” di K. Hassert dal titolo: Gli Abruzzi («Die Abruzzen»). L’Autore, docente di geografia all’Università di Lipsia, visitò l’Abruzzo nel 1895 e fra i tipici prodotti regionali menziona particolarmente “le confetture di Sulmona”.
[15]Cfr. O. Lehmann-Brockhaus, in ACVE, cit., p. 28.
[16]Fra tre anni [1988] ricorrerà dunque il centenario dell’inaugurazione di tale linea ferroviaria ed è auspicabile che in una eventuale pubblicazione diretta a ricordare l’importante evento trovi posto anche una raccolta di giudizi ed impressioni dei primi viaggiatori stranieri che la utilizzarono per raggiungere Sulmona.
[17]Nel Lehmann-Brockhaus (ivi, p. 31), il titolo del volume è riportato nel modo seguente: Adam E. Ebert, “Auli AproniiReisebeschreibung von Villa Franca… durch Teutschland, Holland und Braband… ferner nach Turin, gantz Italien, Rom, Neapolis”; nel D’Ancona invece (op. cit. p. 53) esso appare più completo, ma tale circostanza non ne implica necessariamente l’esattezza: Aulus Apronius Reisebeschreibung von Villafranca, durch Deutschland, Holland, England, Frankreích, Spanien and Italien, Francfurt zur Oder, 1723, 1728; (quest’ultima data si riferisce probabilmente alla seconda edizione del libro di viaggio). È da ritenersi tuttavia che il titolo esatto dell’opera sia quello riportato da Lucia Tresoldi, op. cit., pp. 35-36, la quale ritiene erroneamente che il viaggio dell’Ebert risalga agli anni 1679-80. Cfr. anche O. Lehmann-Brockhaus, in ACVE, cit., p. 30.
[18]Nel frontespizio delle sue Passeggiate il Kaden riporta i seguenti versi tratti da una non ben individuata Ode di Orazio e che pertanto ho tradotto alla lettera: «Portate amici, vino ed unguenti, ed un grazioso bocciolo di rosa che troppo rapidamente sfiorisce, giacché, gioventù, fortuna ed il nero tessuto delle Tre Parche ce lo permettono ancora».
[19]Cfr A. Marino, Bibliografia dei viaggi e delle descrizioni d’Abruzzo in Lingue straniere, in ACVE, cit. pp. 297-98.
[20]Nella terza edizione del Viaggio pittoresco (1885), vi sono anche incisioni di Edmund Kaneldt, datate: Rom, 1875. È probabile allora che anche quest’ultimo facesse parte del “gruppo” di tali instancabili viaggiatori.
[21]Cfr.: D. Ciampoli, La leggenda d’Ovidio in Sulmona, in “Archivio per lo studio delle tradizioni popolari”, diretto da G. Pitrè, vol. IV,1885 (l’articolo era stato tuttavia pubblicato in precedenza ne “La vita italiana. Rivista contemporanea”, n. 19, Torino 1880; A. De Nino, Ovidio nella tradizione popolare di Sulmona, Casalbordino 1886 (nuova ristampa a cura di B. Mosca, L’Aquila, Japadre Ed. 1972); G. Pansa, Ovidio nel Medioevo e nella tradizione popolare, Sulmona 1924. Un ampio saggio sulle leggende popolari fiorite nell’area peligna intorno ad Ovidio si deve ad Ettore Paratore ed è apparso con il titolo: Le tradizioni popolari abruzzesi su Ovidio alla luce delle nuove esperienze, nel volume degli “Atti del VII congresso Nazionale delle Tradizioni Popolari (Chieti 4-8 sett. 1957)”, Firenze 1959. Nel trattare gli studiosi che si sono occupati dell’argomento, il Paratore ricorda anche il Gothein.
[22]Una edizione italiana del citato volume dello storico tedesco, è apparsa nel 1915 a cura del Persico con il titolo, alquanto discutibile, di: Il Rinascimento nell’Italia Meridionale.
[23]Cfr. G. Pansa, P. Kehr. Papsturkunden in Apulien. Papsturkunden in den Abruzzen und am Monte Gargano (Aus den Nachrichten der K. Gesellschaft der Wissenschaften zu Göttingen. Philosophisch-historische Klasse, Heft 3), in “Rassegna Abruzzese di Storia ed Arte”, n. 5-6, p. 303 sgg., Casalbordino 1898. Vedasi anche A. Matino, in ACVE, cit., p. 301.
TINGELTANGEL VARIETÀ
scritto da Redazione Abruzzo Popolare | 31 Gennaio 2024
Prove aperte con Franco Mannella e la Compagnia dell’Aratro
Pianella, 28 gennaio 2024. Domenica 4 febbraio alle 18, l’Arotron di Pianella, presso l’ex asilo Sabucchi in Vico delle Dee 10, apre le sue porte per permettere agli spettatori di assistere alle prove di uno spettacolo in via di allestimento, dal titolo provvisorio: Tingeltangel Varietà: si tratta di uno spettacolo che combina testi originali a testi tratti da Tingeltangel, raccolta di testi teatrali degli anni ’20-’30 del’900 del geniale Karl Valentin, commediografo e attore che ha ispirato il teatro dell’assurdo.
In occasione di questo appuntamento gli spettatori potranno così scoprire una fase del lavoro degli attori e del regista che solitamente resta segreta, la fase creativa per eccellenza, dove avvengono improvvisazioni, proposte, ma anche errori. La comicità paradossale dei testi estremamente attuali combinata al carattere sperimentale della fase delle prove garantisce risate e sorprese.
Inoltre, la prova aperta al pubblico risulta essere anche un’occasione unica per scoprire il ‘dietro le quinte’ del lavoro del regista e padre dell’Arotron, Franco Mannella, noto attore e doppiatore che proprio ora è sul grande schermo come voce del candidato all’oscar Paul Giamatti in The Holdovers.
L’ingresso è libero a donazione volontaria, ma la prenotazione è obbligatoria perché i posti sono limitati. Per Informazioni e prenotazioni contattare il 345.5411135.