A POCHI GIORNI DAL 25 NOVEMBRE

Giornata per l’eliminazione della violenza contro le donne. Il Comune di Montesilvano ha presentato lo spettacolo teatrale in due atti Natura morta in un fosso: uno specchio della violenza ma soprattutto un grido per il cambiamento

Montesilvano, 23 novembre 2024. Di scena martedì 3 dicembre alle ore 21.00 nella splendida cornice del Pala Dean Martin di Montesilvano, la cittadinanza è invitata a partecipare alla rappresentazione teatrale il cui testo, scritto da Fausto Paravidino, sarà magistralmente interpretato e diretto da Giampiero Mancini e dal suo cast di attori appartenenti alla scuola di recitazione Smo Lab, che va ben oltre la semplice risoluzione di un caso di omicidio. L’opera, con la sua cruda realtà e la sua profondità psicologica, si erge come un potente strumento per riflettere sulla violenza di genere, un tema purtroppo ancora troppo attuale.

“Il delitto di Elisa Orlando, giovane vittima di un femminicidio, diventa il fulcro di una trama che scava a fondo nelle dinamiche relazionali, nelle fragilità umane e nelle ombre di una società spesso indifferente” – afferma il regista e attore Giampiero Mancini. “Attraverso i monologhi interiori dei personaggi, assistiamo alla disumanizzazione della vittima, alla colpevolizzazione e al giustificazionismo che troppo spesso accompagnano questi crimini”.

Oltre al sindaco Ottavio De Martinis, presenti alla conferenza anche la presidente della Commissione Pari Opportunità Paola Sardella, l’assessore alle pari opportunità Alice Amicone, l’assessore alla cultura e agli eventi Corinna Sandias, la consigliera Damiana Rossi, la psicologa Donatella Cardone e il consigliere Adriano Tocco. 

Il sindaco Ottavio De Martinis: “Natura morta in un fosso” non è solo un giallo, ma un dramma che ci costringe a confrontarci con le nostre paure, i nostri pregiudizi e le nostre responsabilità. La rappresentazione, con il suo linguaggio diretto e impietoso, ci mostra l’impatto devastante della violenza sulle donne, non solo sulla vittima, ma anche sulle persone che le stanno accanto. Uno spettacolo che rappresenta purtroppo uno di quei casi che non solo si sentono sempre più spesso al Tg, ma anche nelle vie della nostra città, tanto che i recenti episodi di violenza ci pongono davanti agli occhi quanto ancora ci sia da fare per combattere questa piaga. Una giornata, quella del 25 novembre, importante per ricordare il dramma sociale da combattere, ma è evidente che un solo giorno non è sufficiente”.

“In occasione della Giornata contro la violenza sulle donne, portare alla luce un’opera come questa rappresenta un’occasione preziosa per sensibilizzare l’opinione pubblica e promuovere il cambiamento. “Natura morta in un fosso” ci ricorda che la violenza di genere non è un fatto isolato, ma un problema sociale che ci riguarda tutti – afferma Paola Sardella. Grazie all’impegno nostro come commissione e dell’Azienda Speciale in sinergia con l’amministrazione comunale, riusciamo a garantire sul territorio una presenza costante e importante attraverso i servizi elargiti da diverse realtà presenti sul territorio, come Spazio Famiglia e i centri antiviolenza.

A concludere all’unanimità, le rappresentanti del Consiglio comunale: “Natura morta in un fosso è un grido di dolore, ma anche un invito all’azione. Non possiamo permettere che la violenza sulle donne continui ad essere una piaga della nostra società. Ognuno di noi può fare la sua parte per costruire un futuro più sicuro e giusto per tutte le donne. Un impegno che deve essere portato avanti quotidianamente e che deve partire già dall’educazione impartita a scuola e a casa ai più piccoli che saranno i padri, i mariti e compagni del domani”.

Lo spettacolo, ad ingresso gratuito, è vietato ai minori di 14 anni.




CRESCO AWARD

Ripa Teatina vince il premio sulla sostenibilità col progetto talea

Ripa Teatina, 23 novembre 2024. È Ripa Teatina l’unico Comune abruzzese a conseguire il premio sulla sostenibilità dei Cresco Award. La cerimonia si è svolta nella giornata di venerdì 22 novembre a Torino, durante la 41esima assemblea Anci. A ritirare il titolo sono stati il Sindaco Roberto Luciani, il Vicesindaco Marco Ricciuti, il Consigliere comunale Stefano De Francesco ed il Responsabile del settore dei Lavori Pubblici, Arch. Mario Rispoli (foto allegata). Ripa è stata premiata per il progetto in via di realizzazione del Centro per le Famiglie “Talea”, che si trova nell’ex campo sportivo (foto rendering allegata).

La scelta dell’amministrazione è stata quella di realizzare una struttura, finanziata con i fondi del PNRR per 1,7 milioni di euro, in grado di ospitare famiglie, bambini, laboratori e cultura in uno stabile moderno, efficiente e sostenibile. L’edificio “sarà uno spazio di aggregazione sociale e culturale per le famiglie. Uno spazio, insomma, dove le famiglie di Ripa Teatina e dei centri limitrofi potranno ritrovarsi per attività culturali e non solo. Il tutto all’interno di un ampio progetto di riqualificazione urbanistica che sta interessando il Comune”, ha precisato il Sindaco Roberto Luciani. Dove sorge attualmente il cantiere c’era un campo sportivo in disuso, ed oggi prende forma una struttura che vuole riqualificare uno spazio pubblico per restituirlo alla città, contribuendo a fare di Ripa un borgo ospitale, inclusivo, sempre più scelto dalle famiglie con bambini. Il nuovo volume, che punta a migliorare l’inclusione sociale, ospiterà: un’area di accoglienza dotata di uno sportello informativo, una sala ludico-ricreativa con spazi per la socializzazione, attività di laboratorio ed extrascolastiche. Il progetto è dello studio Lap Architettura.

Il CRESCO AWARD Città Sostenibili, promosso da Fondazione Sodalitas con il patrocinio e la collaborazione di ANCI e la partnership di aziende avanzate sul fronte della Sostenibilità, si propone di valorizzare la spinta innovativa dei Comuni italiani e di premiare le iniziative più efficaci nel promuovere in modo diffuso lo sviluppo sostenibile dei territori. “Talea” è stato l’unico progetto abruzzese ad essere premiato.

La cerimonia si è svolta nella cornice della 41esima assemblea Anci, l’appuntamento dedicato ai Comuni italiani che ogni anno raduna migliaia di amministratori provenienti da ogni regione. “Oltre 16mila presenze tra sindaci, amministratori e ospiti, più di 360 stand, 450 tra giornalisti e fotografi accreditati. 22 main partner ad animare l’Assemblea portando temi e progetti di impatto per i Comuni. 18 ore di diretta streaming e Facebook e 550 post, stories e tweet con l’hashtag #Anci2024”, scrive Anci. A coordinare, il nuovo Presidente Gaetano Manfredi, Sindaco di Napoli. Ha aperto l’importante evento il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella e lo ha chiuso in videocollegamento il Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni.




UN CALENDARIO PER DIRE STOP ALLA VIOLENZA SULLE DONNE

Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne

Pennapiedimonte, 23 novembre 2024. Domani, domenica 24 novembre, dalle 11:.30 alle 13, presso la suggestiva scalinata del prestigioso Hotel Relais Scaffe, incastonato come una perla nel magnifico scenario naturalistico e paesaggistico del Balzolo del borgo di Pennapiedimonte (realizzato in pietra dagli scalpellini della Maiella), per ricordare le donne vittime di violenza non solo il 25 novembre, “Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne“, verrà realizzato uno shooting fotografico, a cura di Alessandra Maio, contro la violenza sulle donne con dodici modelle che vestiranno abiti della boutique di moda L’Horo di Ely, una per ogni mese dell’anno, per realizzare un calendario 2025, il cui ricavato andrà devoluto all’associazione contro la violenza Il Guscio di Roseto degli Abruzzi.

L’evento sarà arricchito dall’ intervento dell’Avv. Antonella Fracassi di Teramo che approfondirà le tematiche giuridiche sulla violenza di genere. L’idea è di due imprenditrici in rosa di successo Cinzia Santoferrara, gestore dell’Hotel Relais Scaffe di Pennapiedimonte e titolare di una cantina di vini e di Elisabetta Scataglini, titolare di L’Horo di Ely a Francavilla al Mare, che hanno spiegato: “abbiamo deciso di realizzare questo calendario per aiutare associazioni di settore che si occupano contro la violenza di genere, e fare qualcosa di concreto contro la violenza sulle donne”.




LA DIOCESI IN ASCOLTO DEI GIOVANI

Ti Ascolto:  oggi apre nei locali del Caritas Point di Teramo uno spazio di orientamento e supporto a giovani e adolescenti

Teramo, 23 novembre 2024. Sono in preoccupante incremento i casi di sofferenza, dolore e violenza tra i minori. Il disagio individuale si è fatto ormai allarme sociale e desta ancora più inquietudine la frequente difficoltà nel cogliere i segnali di disturbo, che spesso covano invisibili prima di manifestarsi in maniera drammatica.

Per questo la Diocesi di Teramo-Atri ha deciso di aprire nei locali del Caritas Point in piazza Orsini n. 4, a Teramo, uno sportello di ascolto che metterà a disposizione dei ragazzi e delle ragazze in cerca di supporto psicologico un’equipe di professionisti in grado di aiutarli, e che lavorerà in rete con tutte le realtà del territorio competenti.

Lo sportello sarà aperto il martedì e il giovedì dalle 15.30 alle 20.00 previo appuntamento da fissare attraverso il numero verde 800031936 o tramite e-mail all’indirizzo spaziogiovaniteramo@gmail.com. Il servizio è coordinato dall’Ufficio diocesano per la Tutela dei minori e delle persone vulnerabili, in collaborazione con la Caritas diocesana e con gli Uffici diocesani di Pastorale Giovanile, di Pastorale Universitaria e di Pastorale Scolastica.

“Ti ascolto” è uno spazio che nasce dal progetto “Costruiamo insieme il futuro”, finanziato anche dalla Regione Abruzzo e dai fondi 8xmille della Chiesa Cattolica, con lo scopo di promuovere l’accompagnamento, il benessere psicologico e l’impulso alla partecipazione nelle nuove generazioni.

L’inaugurazione dello sportello avverrà al termine di un’altra iniziativa dedicata ai giovani: la XXXIX Giornata Mondiale della Gioventù diocesana in programma sabato 23 novembre a Teramo, sul tema “Quanti sperano nel Signore camminano senza stancarsi” (Is 40, 31) scelto da Papa Francesco. I giovani della diocesi, convocati a questo importante momento di Chiesa, si incontreranno alle 15.30 sul piazzale del Santuario della Madonna delle Grazie. Da lì muoveranno in pellegrinaggio verso la Cattedrale, dove riceveranno dalle mani del Vescovo Lorenzo Leuzzi il Vangelo di Luca. A seguire (ore 17.30) il taglio del nastro allo sportello d’ascolto.




VIRGO FIDELIS

La celebrazione della patrona dell’arma dei carabinieri

Gioia dei Marsi, 23 novembre 2024. Gioia dei Marsi ieri, per la prima volta, ha ospitato la celebrazione della Virgo Fidelis, patrona dell’Arma dei Carabinieri, con una messa officiata dal vicario vescovile don Giovanni Venti.

“Ospitare un evento così importante è stato per la comunità gioiese un vero onore – ha dichiarato il primo cittadino di Gioia dei Marsi, Gianluca Alfonsi – Un momento davvero toccante e di profonda riflessione, un modo per poter esprimere alto il senso di gratitudine della nostra comunità ai Carabinieri, sani portatori di preclari valori, per il grande lavoro portato avanti in modo instancabile per garantire sicurezza e legalità, e di conseguenza libertà, al nostro territorio”.

Alla celebrazione ha partecipato anche l’assessore regionale Mario Quaglieri, “sempre presente – ha aggiunto Alfonsi – e sempre vicino alla nostra gente”.

Il sindaco ha poi ringraziato tutti i Carabinieri di ogni ordine e grado intervenuti e in particolare il maggiore Luigi Strianese, comandante della Compagnia di Avezzano, “che ci ha onorato ancora una volta della sua presenza” e il comandante della locale stazione, il luogotenente carica speciale, Loreto Ferrari, “che con i suoi militari rappresenta un baluardo certo di legalità”.




PMI DAY DI CONFINDUSTRIA ABRUZZO MEDIO ADRIATICO

Le piccole e medie imprese associate aprono le porte agli studenti per la XV giornata nazionale

Pescara, 23 novembre 2024. Si è celebrata ieri, 22 novembre, la XV Giornata Nazionale delle Piccole e Medie Imprese – PMI DAY, un’iniziativa promossa dal Comitato Piccola Industria di Confindustria Abruzzo Medio Adriatico che, anche quest’anno, ha coinvolto studenti, imprenditori e istituzioni per valorizzare il ruolo cruciale delle PMI nel tessuto economico e sociale del territorio. 

Protagonisti 130 studenti provenienti da 6 scuole superiori, ospitati da 6 aziende eccellenti nelle province di Chieti, Pescara e Teramo. Attraverso visite guidate, testimonianze e attività pratiche, gli studenti hanno avuto l’opportunità di scoprire da vicino il talento, la dedizione e l’innovazione che caratterizzano il lavoro delle imprese del territorio. 

Il ruolo delle PMI nell’economia abruzzese 

Le PMI rappresentano il cuore pulsante dell’economia abruzzese, costituendo circa il 99% delle imprese regionali e generando oltre il 65% del valore aggiunto locale. Particolarmente attive nei settori manifatturiero, agroalimentare, turismo e servizi, esse impiegano più del 70% della forza lavoro regionale, dimostrando un ruolo insostituibile nella creazione di posti di lavoro e nella crescita economica del territorio. 

Il PMI DAY è un’occasione per evidenziare l’importanza di queste aziende nel promuovere non solo sviluppo economico, ma anche innovazione, sostenibilità e benessere sociale, soprattutto in un contesto di trasformazione digitale e sfide globali. 

I numeri del PMI DAY

Le Aziende partecipanti sono state Aumatech S.r.l. (San Salvo), con Marco Monaco e Luigi Tereo, che ha ospitato l’ITIS “E. Mattei” di Vasto; Citra Vini S.C.A. (Ortona), rappresentata da Sandro Spella e Giuseppe Colantonio, che ha ospitato l’IPSSEOA “F. De Cecco” di Pescara; Menozzi 1836 S.r.l. (Atri), con Angelo Menozzi, che ha ospitato l’IIS “Adone Zoli” di Atri; Pomilio Blumm S.r.l. (Pescara), sotto la guida di Massimo Pomilio, che ha ospitato l’IIS “Alessandrini” di Montesilvano; Faraone S.p.A. (Tortoreto), rappresentata da Piero Faraone, che ha ospitato l’IIS “Crocetti Cerulli” di Giulianova; Dyloan Bond Factory S.r.l. (Chieti Scalo), con Federica Di Giandomenico e Simone Angeloni che ha ospitato il Liceo Scientifico “F. Masci” di Chieti. 

Testimonial della Piccola Industria sono stati anche gli imprenditori associati Antonio Monteferrante di Monteferrante s.r.l., Giuseppe Ranalli di Ranalli S.r.l., Stefano Perazzelli di Team Consulting Payroll & Legal s.r.l., Roberto Di Domenico di SPIEDI’ s.r.l., Luca Di Giammatteo di Adecco SPA e Alessandro Addari di Top Solutions che, incontrando gli studenti, hanno sottolineato l’importanza di costruire ponti tra scuola e impresa, per favorire l’ingresso dei giovani nel mondo del lavoro.

Il tema di quest’anno è stato infatti “COSTRUIRE”, un verbo tramite il quale il sistema nazionale Confindustria ha invitato i giovani a riflettere sulle molteplici dimensioni e obiettivi dell’azione di costruire:  consapevolezza delle proprie aspirazioni e opportunità;  competenze per affrontare il futuro del lavoro;  innovazione sfruttando tecnologie digitali e intelligenza artificiale;  dialogo e relazioni per promuovere inclusione e rispetto reciproco;  ponti tra scuola e impresa, per favorire l’ingresso dei giovani nel mondo del lavoro. 

Gli studenti si sono recati nelle aziende assegnate: dopo l’introduzione al ruolo delle PMI nell’economia locale, si è svolta la presentazione dell’azienda ospitante e delle sue attività, terminando poi con una visita guidata agli impianti produttivi. 

Il PMI day non si esaurisce però in una giornata perché gli studenti da lunedì lavoreranno su un esercizio di problem solving affidato loro dall’Associazione, ovvero creare post e contenuti social (anche in inglese) per raccontare il valore delle aziende madrine. Gli elaborati saranno valutati in un evento collegiale a gennaio 2025, dove verranno decretati i vincitori. 

Il Presidente del Comitato PI dell’Associazione Massimo Pomilio ha sottolineato: “Costruire il futuro significa investire nelle nuove generazioni, creando opportunità di dialogo tra scuola e impresa. Il PMI DAY è la dimostrazione che le PMI possono essere una straordinaria palestra per il talento e la creatività dei giovani. Con questa iniziativa, le PMI abruzzesi confermano il loro impegno nel promuovere cultura d’impresa, orientamento e formazione, consolidando il loro ruolo di pilastri dell’economia locale e motore di sviluppo per le generazioni future”. 




CHI PIANTA UN ALBERO, PIANTA UNA SPERANZA

La Festa dell’albero organizzata dalla Pro Loco

Casalbordino, 23 novembre 2024. Entusiasmo dei più piccoli e grande partecipazione alla “Festa dell’Albero” a Casalbordino in Piazza Giovanni Paolo I. Organizzata dalla Pro Loco in collaborazione con l’asilo nido comunale “Il Piccolo Principe” l’evento ha visto il momento principale della piantumazione di un albero dedicato ai nati nel 2022 e nel 2023.

Il freddo pungente non ha frenato la partecipazione alla festa che ha raccolto plausi e consensi. “Chi pianta un albero pianta una speranza” la frase scelta come simbolo e sintesi di questa “Festa dell’Albero” che riprende la tradizione avviata prima della pandemia.

Sono intervenuti il presidente della Pro Loco di Casalbordino Andrea D’Aurizio, dom Denis che ha benedetto la pianta e i partecipanti, il sindaco Filippo Marinucci, la vicesindaca Carla Zinni (anche in veste di mamma) e la presidente del consiglio comunale Alessandra D’Aurizio.




CIAK! CAMBIAMO SCENA

Laboratorio cinematografico per la giornata internazionale contro la violenza sulle donne

A Sante Marie, 23 novembre 2024. La Commissione delle Pari Opportunità del Comune di Sante Marie e Oro Studios presentano “Ciak! Cambiamo Scena”, un evento dedicato ai bambini della scuola primaria del paese in occasione della Giornata Internazionale contro la Violenza sulle Donne. L’evento si terrà lunedì 25 novembre alle 15 nella sala don Beniamino Vitale a Sante Marie. Sarà un’occasione per sensibilizzare le nuove generazioni su un tema importante come il rispetto e la gentilezza, attraverso il linguaggio del cinema.

Un progetto educativo e creativo Il progetto, ideato da Oro Studios e diretto dalla regista Marianna Adamo, si svilupperà in tre momenti: proiezione e analisi di scene cinematografiche: Dopo una breve introduzione sull’importanza della Giornata, i bambini visioneranno scene iconiche tratte da un film di animazione, dove comportamenti aggressivi e prevaricatori verranno messi in contrasto con gesti di rispetto e gentilezza; laboratorio interattivo: attori e sceneggiatori in azione: i bambini diventeranno protagonisti, riscrivendo e reinterpretando le scene con nuove dinamiche basate su rispetto e cortesia e discussione finale e confronto attraverso alcune scene, che rappresentano gentilezza e attenzione, verranno stimolate riflessioni sull’importanza di comportarsi con rispetto e sull’impatto che gesti positivi possono avere sulle persone.

Con “Ciak! Cambiamo Scena”, si coinvolgeranno i bambini in modo giocoso e educativo, aiutandoli a comprendere l’importanza di comportamenti positivi nella vita quotidiana e trasmettendo un messaggio che possa accompagnarli nel loro percorso di crescita. L’evento rappresenta un’opportunità per imparare, divertendosi, come piccoli gesti di gentilezza e rispetto possano cambiare la storia, proprio come accade in un film o in una scena teatrale.




UN INCONTRO SULLE SCIENZE GEOLOGICHE

Alla d’Annunzio studenti finlandesi e italiani delle Superiori protagonisti

Chieti, 23 novembre 2024. Studenti delle classi quinte del Liceo finlandese “Lammin Lukio” del Liceo Scientifico “Galileo Galilei” di Lanciano hanno partecipato, nella giornata del 20 novembre, presso il Campus Universitario di Chieti, ad un incontro con i docenti e ricercatori dei Corsi di Studio in Scienze Geologiche e Scienze e Tecnologie Geologiche nell’ambito del “Progetto ERASMUS 2024: Il Mondo della Scienza con le STEM (Scienza, Tecnologia, Ingegneria e Matematica)”. Ad aprire l’incontro, coordinato dalla professoressa Rita De Nardis, ed incentrato sul tema “From Solar System Planets to Earth’s core: a hands-on experience with Earth and Planetary Sciences”, il saluto del Presidente del Corso di Studi in Scienze e Tecnologie Geologiche della d’Annunzio, professor Tommaso Piacentini, cui hanno fatto seguito le relazioni della professoressa Monica Pondrelli e dei dottori Simone Bello e Daniele Cirillo.

Gli studenti hanno visitato i Laboratori di Geologia Applicata e Geotecnica, di Geochimica Ambientale, di Esplorazione Geologica del Sottosuolo, di Mineralogia e Petrografia e di Sismologia e Geofisica dell’Ateneo, accompagnati dai laureandi e dai ricercatori, che hanno mostrato loro le strumentazioni e i metodi di analisi utilizzati in Geologia ed hanno poi coinvolto gli studenti dei due Licei in alcune esercitazioni pratiche. E’ stata una giornata molto interessante, come ha dimostrato il grande interesse manifestato dagli studenti finlandesi e italiani, accompagnati nell’occasione da alcuni loro docenti.

“Ci ha fatto molto piacere – ha commentato il professor Tommaso Piacentini – accogliere una delegazione del Liceo “Galilei” di Lanciano e della “Lammin Lukio High School di Lammi (Finlandia)” nei nostri Corsi di Studio di Scienze Geologiche. Gli studenti finlandesi e abruzzesi hanno potuto conoscere e approfondire le molteplici tematiche di cui si occupano le Scienze Geologiche, vedendo da vicino le attività che svolgono i Geologi sul terreno e nei laboratori, con metodi innovativi, numerici e virtuali”.

“L’accreditamento Erasmus del nostro Liceo – ha sottolineato la professoressa Monica De Rosa, Dirigente Scolastica del Liceo Galilei di Lanciano – ha permesso di potenziare il nostro percorso di internazionalizzazione con il Progetto dedicato alle STEM e di collaborare con la “Lammin Lukio” e l’Università “Gabriele d’Annunzio”, in particolare con i Corsi di Studio in Geologia, permettendo ai nostri studenti di avvicinarsi al mondo della formazione e della ricerca universitarie”.

“La collaborazione tra Scuola e Università è fondamentale per poter concretizzare un approccio virtuoso al mondo della Scienza – hanno concluso concordemente il professor Piacentini e la professoressa De Rosa – Auspichiamo quindi che questa collaborazione possa consolidarsi e svilupparsi ancora di più con ulteriori incontri e altre iniziative”.




MEMORIE DI CEMENTO

Un viaggio fotografico nell’ex cementificio di Pescara. Campus di Pescara – Aula rossa – 26 novembre 2024 – ore 17

Pescara, 23 novembre 2024. Il Dipartimento di Architettura dell’Università degli Studi “Gabriele d’Annunzio” di Chieti-Pescara ospiterà il prossimo 26 novembre, alle ore 17:00, presso l’Aula Rossa del Polo di Pescara, “Memorie di Cemento”, un progetto fotografico che documenta la storia e l’eredità dell’ex cementificio di via Raiale a Pescara, attraverso l’obiettivo del fotografo Luciano D’Angelo. Dopo i saluti istituzionali del professor Paolo Fusero, Direttore del Dipartimento di Architettura della “d’Annunzio” e del Sindaco di Pescara, Carlo Masci, sono previsti gli interventi di Susanna Ferrini, Paolo Fusero, Alessandro Sonsini, Pierluigi Sacco, Claudio Valente e Luciano D’Angelo.

Il libro fotografico rappresenta una preziosa testimonianza visiva di uno dei simboli più significativi dello sviluppo industriale di Pescara del secondo dopoguerra. Costruito negli anni ‘50 sulle sponde del fiume, il cementificio ha rappresentato non solo un pilastro fondamentale per l’occupazione locale, ma è stato anche testimone e protagonista dello sviluppo economico e della crescita urbana della città adriatica. Attraverso gli scatti di Luciano D’Angelo, il libro cattura l’essenza di questo luogo della memoria: dai possenti silos industriali agli impianti tecnologici, dalle ambientazioni post-industriali ai ritratti degli ex operai ripresi nei luoghi del loro lavoro.

Le immagini restituiscono l’atmosfera intrisa di storia industriale, gli scorci visuali tra i giganteschi impianti e gli skyline delle montagne, i silenzi surreali di un luogo circondato dai rumori. Le storie dei protagonisti, di chi per anni ha lavorato e vissuto quei luoghi, sono raccontate da scatti che rimettono al centro la narrazione, i luoghi vissuti e le persone, in un emozionante viaggio a ritroso nel tempo, dove le memorie del cemento vibrano di una vita nuova.

“Il cementificio ha sempre rappresentato lo sguardo della mia città che mi proteggeva nell’andare, e mi accoglieva nel tornare – racconta Luciano D’Angelo – In questo scenario quasi surreale, ho scoperto una bellezza inaspettata, quasi un’esposizione di opere d’arte contemporanea tra le rovine. La luce, protagonista silenziosa di questo racconto, penetra attraverso le finestre rotte e i soffitti crollati, accarezzando con delicatezza le superfici ruvide e arrugginite, rivelando ombre che sembrano custodire i ricordi di un tempo lontano.”

“Quasi nessuno di noi ha idea di che sensazioni si provino entrando a piedi nel micromondo della struttura abbandonata – dice Paolo Fusero, Direttore del Dipartimento di Architettura della d’Annunzio – L’atmosfera intrisa di storia industriale, gli scorci visuali tra i giganteschi impianti e gli skyline delle montagne, i silenzi surreali di un luogo circondato dai rumori, le atmosfere cangianti al mutare della luce del sole. L’immaginazione ci fa riportare su quel palcoscenico i suoi protagonisti: le maestranze che mettevano in scena ogni giorno la rappresentazione della vita di un’Italia, orgogliosa ed entusiasta.”




TRAVESÍA ITALIANA

Città Sant’Angelo, Tornareccio – 9-10 novembre 2024. Un viaggio alla scoperta delle radici, tra Abruzzo e Argentina

Città Sant’Angelo, 23 novembre 2024. Si è concluso il viaggio in Abruzzo di Donato De Santis e Jimena Grandinetti per la serie “Travesía Italiana”, durante il quale hanno esplorato le loro radici italiane. Grazie al progetto ITALEA e al supporto delle comunità locali, hanno visitato luoghi iconici come Città Sant’Angelo e Tornareccio, scoprendo antichi mestieri, sapori autentici e tradizioni culturali.

L’esperienza ha celebrato il legame con le origini italiane nell’ambito dell’Anno delle Radici Italiane 2024, promuovendo il turismo delle radici per gli italo-discendenti di tutto il mondo.




VERSO IL 25 NOVEMBRE

Video di giovani ballerine per sensibilizzare all’educazione e al cambiamento culturale

Sulmona, 23 novembre 2024. L’associazione Anteas L’Aquila Sulmona e il Coordinamento Donne Slp Cisl (sindacato lavoratori poste) hanno deciso di organizzare una iniziativa speciale in vista della Giornata Mondiale contro la violenza sulle donne in programma il prossimo 25 novembre.

Le due organizzazioni, con Clarice Lattanzi come presidente, e Maria Donati come coordinatrice, hanno infatti realizzato un video con bimbe e giovani ragazze, che fanno parte della scuola di danza Progetto Ritmica de L’Aquila, che ballano e inscenano una coreografia speciale, esprimendosi sulle note del brano Nessuna conseguenza di Fiorella Mannoia, mostrando cuori rossi e frasi di donne vittime di violenza.

La volontà dell’iniziativa voluta da Anteas L’ Aquila Sulmona e Coordinamento Donne Slp Cisl, è stata attraverso il video fatto, quella di coinvolgere giovani donne per sensibilizzare, educare, e prevenire. Il vero cambiamento culturale…è in mano ai giovani!




IL FU MATTIA PASCAL DI LUIGI PIRANDELLO

Grande apertura per la stagione di prosa del teatro dei marsi domenica 1° dicembre con Geppy Gleijeses e la regia di Marco Tullio Giordana

Avezzano, 23 novembre 2024. A far accendere le luci sul palco del Teatro dei Marsi di Avezzano, domenica 1° dicembre alle ore 18.00, sarà lo spettacolo Il fu Mattia Pascal di Luigi Pirandello con Geppy Gleijeses e la regia di Marco Tullio Giordana, cui spetta il compito di inaugurare la Stagione di Prosa 2024/25 promossa dal Comune di Avezzano con la Direzione artistica di Patrizio Maria D’Artista.

La prima di stagione è dunque affidata ad un intramontabile classico scritto dal Premio Nobel per la Letteratura Luigi Pirandello, e ora proposto in forma di libero adattamento di Marco Tullio Giordana e Geppy Gleijeses.  La produzione di Gitiesse Artisti Riuniti diretta da Geppy Gleijeses, Teatro della Toscana – Teatro Nazionale, United Artists ci propone la celebre “farsa trascendentale” retta sull’assurdo; Mattia Pascal, un bibliotecario che si sente prigioniero di una vita appesantita da ruoli sociali e convenzioni, creduto e poi fintosi morto, quando “risuscita” si rende conto che non può essere riammesso nella società, nella famiglia, perché per la società, per la famiglia egli è morto davvero. Quale prova più scintillante del sentimento del contrario?

Disonestà e purezza, vita e morte nel grande caleidoscopio della certezza sociale, che bolla come sicuro quello che non esiste e come inesistente quello che vive. Mantenendo una drammaturgia di stampo umoristico ritroviamo nell’opera elementi riflessivi e irrazionali che interrogano il pubblico abbattendo l’impersonalità della quarta parete. Attraverso questa trasformazione e il gioco sull’identità individuale, quella di Mattia Pascal e del suo alter ego Adriano Meis, Pirandello esplora temi come l’identità, la libertà e il destino, offrendo una riflessione profonda sulla natura umana e sulla ricerca di sé stessi.

Sul palco del Teatro dei Marsi salirà dunque Geppy Gleijeses, allievo prediletto di Eduardo De Filippo e definito dalla critica  “il miglior attore napoletano della sua generazione”, affiancato da Marilù Prati, fin da giovanissima parte della compagnia di De Filippo nonché interprete del ruolo della protagonista al fianco del Maestro in “Na Santarella” nella versione registrata per la Rai. Con loro anche Nicola Di Pinto, Totò Onnis, Roberta Lucca, Giada Lorusso, Ciro Capano, Teo Guardini, Francesco Cordella, Davide Montalbano e Francesca Iasi. Un cast di assoluto rilievo guidato da un altrettanto eccezionale regista quale è Marco Tullio Giordana, vincitore nella sua carriera di premi come quattro David di Donatello, quattro Nastri d’Argento, il Premio Un Certain Regard del Festiva di Cannes e il Premio Ubu al miglior spettacolo di teatro.

«Il fu Mattia Pascal, pubblicato nel 1904, è il romanzo che diede a Pirandello fama mondiale e che, in continuità con Wilde, Dostojevski, Stevenson e contemporaneamente a Conrad, Freud, Kafka, farà dilagare nella letteratura del Novecento il tema del Doppio, del Doppelgänger, in modo così invadente da spazientire Nabokov che lo considerava “di una noia mortale”» afferma Marco Tullio Giordana nelle sue note di regia, in cui prosegue «In realtà nel romanzo seminale di Pirandello le vicissitudini di Mattia Pascal e del suo specchio Adriano Meis sono il contrario della noia: tanti sono i colpi di scena, e lo spazio/tempo dove si consumano in continue sovrapposizioni, da suggerire nella riduzione per la scena una chiave non realistica e indurre la macchina teatrale a mescolarsi col linguaggio parallelo del cinema, sviluppatosi anch’esso agli inizi del “secolo breve”».

Si ricorda che a partire dal 20 novembre i singoli biglietti sono in vendita presso il Centro Culturale Polifunzionale Ex Montessori in Via Genserico Fontana, il lunedì, il mercoledì e il venerdì dalle ore 16:30 alle ore 19:00, e online su I-Ticket.  Il giorno dello spettacolo sarà possibile acquistare i biglietti online e presso il Teatro dalle ore 16:00 fino all’orario di inizio dell’evento. Si ricorda al gentile pubblico, inoltre, che è ancora possibile sottoscrivere gli abbonamenti alla stagione di prosa 2024/25 presso il Centro Culturale Polifunzionale Ex Montessori in Via Genserico Fontana, il lunedì, il mercoledì e il venerdì dalle ore 16:30 alle ore 19:00.




SULLA SCIA DEL DAIMON

Seconda edizione: due giorni dedicati ai libri

L’Aquila, 23 novembre 2024. Arriva la due giorni conclusiva della rassegna editoriale Sulla scia del daimon, l’evento diffuso organizzato da Daimon Edizioni in collaborazione con il collettivo di Poesiafemminilesingolare e la Compagnia dei Poeti dell’Aquila.

La manifestazione, giunta alla sua seconda edizione, era partita da Fossa, presso il Centro Polivalente, domenica 29 settembre e prosegue con la seconda giornata sabato 23 novembre alla Libreria Mondadori alla Galleria Meridiana all’Aquila e la terza domenica 24 novembre a Palazzetto dei Nobili dell’Aquila.

Reduci dal FLA 2024 a Pescara, l’editrice aquilana Alessandra Prospero e il suo nutrito gruppo di artisti anche quest’anno si aprono al dialogo con la città dell’Aquila spaziando tra vari generi e con autori locali e di altre regioni.

Il programma:

Sabato 23 novembre presso la Libreria Mondadori Meridiana

Ore 16 Presentazione dell’Agenda fantasy 2025 e dell’Agenda 2025 dedicata ad Andrea Camilleri. Presenzieranno anche i poeti Carmela de Felice, Federico Del Monaco, Luciano Giovannini, Roberta Placida e Anna Anna Maria Rita Tinari

Ore 17 Presentazione del libro “Il sapore delle saliere” di Mario Di Berardino che sarà accompagnato dalle professoresse Maria Gabriella Martignetti e Mafalda Di Berardino

Ore 18 Presentazione del libro “Chiedi a Caiazzo” di Stefano Cordoni che dialogherà con lo scrittore Federico Del Monaco

Ore 19 Presentazione del libro “Supermarket Self Service Poetry” di Valter Marcone e reading poetico

Domenica 24 novembre a Palazzetto dei Nobili

Ore 10:30 Presentazione della giornata e dialogo sulla Poesia tra l’editrice, la dott.ssa Alessandra Prospero, e la prof.ssa Anna Maria Rita Tinari

Ore 11:30 Presentazione del libro “Colorando un’emozione” della prof.ssa Lina Ricci. L’autrice dialoga con la prof.ssa Violeta Cojocaru

Ore 12:30 Presentazione della silloge “La croce di carta” del prof. Luciano Giovannini. L’autore dialoga con l’editrice Alessandra Prospero

Ore 16 Presentazione del libro “Fotogrammi” del prof. Giuseppe Murro. L’autore dialoga con lo scrittore Federico Del Monaco

Ore 17 Presentazione della silloge “Figlia del fiume” di Carmela de Felice. Intervengono il giornalista Fulgo Graziosi e l’editrice Alessandra Prospero. Letture a cura di Tiziana Gioia

Ore 18 Presentazione della linea fantasy della casa editrice a cura di Federico Del Monaco

Ore 19 Presentazione della silloge “Stasimi astrali” di Marica Tirone, poetessa e flautista. L’autrice dialoga con l’editrice Alessandra Prospero

Partecipa con le sue opere la pittrice Patrizia Malva Giannone

Ingresso libero.




TESTIMONIANZE DI FEDE E CARITÀ

Claudia Koll torna in Abruzzo; 22-24 Novembre 2024

Pescara, 22 novembre 2024. Fine settimana tutto da vivere con la Chiesa di Pescara; testimonianza oggi pomeriggio presso la parrocchia della Madonna del Fuoco a Pescara e domani, sabato pomeriggio presso la parrocchia di San Nicola Vescovo a Villanova di Cepagatti. Domenica mattina insieme per la Santa Messa a Santa Lucia di Cepagatti.




VISIONARIA Adriatic Innovation Forum

Opportunità startup: innovazione, sostenibilità e tecnologia

Pescara, 22 novembre 2024. La quarta edizione di VISIONARIA – Adriatic Innovation Forum continua sempre ad essere proietta verso  scenari socio-tecnologici interessanti per gli interlocutori o referenti delle aziende non solamente consolidate ma come pure per le startup.

La Camera di Commercio Chieti Pescara, nei giorni dal 20 al 22 novembre c.a., presso il padiglione D. Becci del Porto Turistico Marina di Pescara, attua un programma ricco ed intenso per la 4^ ed. di Visionaria Adriatic Innovation Forum poiché, si pone come un punto d’incontro tra innovazione, sostenibilità e tecnologia, con l’obiettivo di esplorare le sfide e le opportunità del futuro. I temi dell’evento per l’appunto sono quelli emergenti e dell’ultima evoluzione tecnologica che in buona sostanza stanno rivoluzionando l’ambito imprenditoriale come ad esempio, l’intelligenza artificiale, la cybersecurity e la transizione energetica ed ambientale.

L’edizione Visionaria 2024 esalta un altro aspetto preminente in quanto è prevista la conclusione dello SMAU Milano 2024 (29 e 30 ottobre) a Pescara, dedicando una tappa speciale come l’occasione per connettere corporate e startup abruzzesi, per la valorizzazione del capitale delle idee innovative presenti sul territorio

La giornata del 20 novembre u.s.  è stata svolta all’insegna dell’approfondimento e del dibattito dei temi trainanti, come la transizione energetica e l’intelligenza artificiale, al fine di poter cogliere lo sviluppo, le sfide e le opportunità delle imprese abruzzesi. Lo studio e l’analisi della transizione energetica e ambientale risultano di particolare interesse per la verifica dello stato attuativo delle imprese abruzzesi nel percorso verso un futuro più sostenibile e responsabile.

L’intelligenza artificiale poi, risulta essere l’altro aspetto rilevante al fine di affrontare il cambiamento del panorama del sistema camerale, delle PMI e della Pubblica Amministrazione poiché, le tecnologie stanno migliorando l’efficienza, l’innovazione e la competitività nelle imprese e nelle istituzioni pubbliche. Infine, con la cybersicurezza si argomenterà per prevenire gli attacchi informatici per la protezione dei dati aziendali.

Il Punto Impresa Digitale – Camera di Commercio Chieti Pescara, nella giornata del 20 novembre u.s., ha previsto come argomentazione del programma Visionaria 2024, la trattazione di alcuni aspetti come il tema dell’I.A – Intelligenza Artificiale nell’ambito degli strumenti del digital Marketing con Chap GPT, ponendo in evidenza da una parte le grandi potenzialità per la semplificazione e il potenziamento dell’attività umana ma, dall’altra pure le criticità con un richiamo al genere umano al fine di non lasciare ogni attività all’identità tecnologica perché l’intelligenza cd. classica dovrà risultare sempre attiva al fine di vigilare sull’attendibilità

dei dati forniti dall’I.A.

VISIONARIA – Adriatic Innovation Forum 2024 nel pomeriggio del 20 novembre u.s. ha conferito inoltre, un primo e secondo premio per l’idea di startup abruzzese maggiormente innovativa e sostenibile. Circa trenta startup sono state presentate e tra cui vanno menzionate: Neftdrone – specializzata in rilievi topografici e revamping attraverso droni per raccolta dati e analisi di precisione, Addyx Tecnologia – con l’utilizzo di materiali eco-sostenibili al fine di innovare il settore del manufacturing, rivoluzionando le modalità di produzione e riducendo l’impatto ambientale, Plastic Free Certification – con un percorso di certificazione per aiutare le aziende a sviluppare soluzioni sostenibili, riducendo l’uso di materiali plastici, Kulto – con soluzioni per la ricerca scientifica nel settore della canapa e cannabis attraverso Vertical Pharma, sistema di coltivazione innovativa per le aziende, Kiri – portale ESG dedicato al monitoraggio delle emissioni di CO2, si facilita la raccolta dati ambientale spesso complessa e costosa, per supportare la sostenibilità, Karma Metrix – prototipo innovativo dell’Università dell’Aquila, sviluppa soluzioni per ridurre l’impatto ambientale delle reti elettriche, Eworking – soluzioni per il miglioramento dell’apprendimento negli adulti dai 25 anni in su, Orbita – trasformata da idea di business a piattaforma di e-commerce, consente il recupero e il riutilizzo di componenti elettroniche, riducendo l’estrazione di nuovi materiali. Tante altre startup presenti all’iniziativa da denominare come Agri-Ball di Scontrone per l’innovazione del turismo sostenibile tramite l’offerta de servizio di bolle contenenti spazi rigenerativi, come angoli per rilassamento e altro, Marco Ferrante con la creazione dell’app Vigneto sicuro per l’intercettazione degli eventi atmosferici o delle malattie tipiche delle viti come la peronospora e altro, Heart Beat Test quale kit per l’autoanalisi delle criticità cardiovascolari, Pieffe auto per l’innovazione delle auto rally, PanMar per la realizzazione di abiti femminili realizzati con tessuti ecologici, la start up Myconic per l’utilizzo dei materiali altamente vegetali nei processi produttivi di beni e infine l’impresa Exo Lab Italia.

La Giuria VISIONARIA 2024 ha attribuito il 1^ premio pari a settemila euro alla Exo Lab Italia per la migliore startup e il 2^ premio di tremila euro al progetto Heart Beat Test, propriamente per l’alta performance delle materie innovative in tema ambientale e tecnologico nel primo caso e per la sicurezza e prevenzione della salute nel secondo caso.

Nelle conclusioni del primo giorno delle attività di VISIONARIA – Adriatic Innovation Forum 2024 non si poteva che non ragionare e riflettere sulle interessanti e svariati proposte di startup orientate all’incontro tra energia sostenibile e tecnologia.

Laura Florani




GLI ELEMENTI PER UNA FILIERA SOSTENIBILE

Primo incontro del laboratorio Esg Abruzzo. Sostenibilità ambientale e sociale per lo sviluppo delle imprese al centro dell’impegno di Intesa Sanpaolo, Università dell’Aquila e CCIAA Chieti-Pescara per accelerare la crescita delle PMI regionali. A disposizione degli imprenditori anche la consulenza di partner d’eccellenza come Circularity, la prima piattaforma di simbiosi industriale dedicata all’economia circolare in Italia

L’Aquila,  22 novembre 2024.  Il ruolo e le opportunità del fare rete e creare sistemi di aziende che abbiano la sostenibilità come driver di sviluppo per il business aziendale e l’economia del territorio. Questo il focus dell’incontro sul tema “Gli elementi per una filiera sostenibile” tenutosi stamane a L’Aquila presso il Centro Congressi Zordan, quale primo appuntamento organizzato dal Laboratorio ESG Abruzzo. Una realtà attivata lo scorso giugno da Intesa Sanpaolo con la partnership dell’Università degli Studi dell’Aquila e della Camera di Commercio di Chieti-Pescara che si pone l’obiettivo di accelerare la crescita sostenibile delle PMI abruzzesi, mettendo a disposizione progetti di accompagnamento legati all’innovazione e alla transizione sostenibile, digitale e circolare.

Dopo l’apertura dei lavori da parte di Edoardo Alesse, Rettore dell’Università degli Studi dell’Aquila, e Roberto Gabrielli, Direttore Regionale Lazio e Abruzzo Intesa Sanpaolo, il tema di giornata è stato illustrato e approfondito agli imprenditori presenti da Stefania Celeste e Alberto Pizzocchero, Corporate Partnership & Business Developers di Circularity, la prima piattaforma di simbiosi industriale dedicata all’economia circolare in Italia che può supportare le imprese ad integrare i principi di sostenibilità e di economia circolare all’interno del proprio business.

A seguire Alfredo D’Angelo, CFO della TR Industrial di Atessa (Chieti) ha appunto portato in sala l’esperienza di successo del proprio gruppo in tema di integrazione della sostenibilità in azienda.

Edoardo Alesse, Rettore dell’Università dell’Aquila: “È con grande piacere che ospitiamo all’Aquila, presso il centro Zordan, il primo incontro del laboratorio ESG Abruzzo nato dalla condivisione di motivazioni ed intenti tra il nostro Ateneo, Intesa Sanpaolo e la CCIAA Chieti-Pescara. Innanzitutto, consentitemi di ringraziare Roberto Gabrielli e Gennaro Strever, che hanno avviato e condividono con me questa gratificante esperienza, e tutti coloro che vi collaborano, in special modo Circularity. Sarà un evento bello ed utile, dedicato a temi alti come la sostenibilità, ambientale, sociale ed economica che ormai è centrale in ogni attività di impresa. Certo del successo di questa giornata, auspico che essa rappresenti solo l’inizio di una serie di eventi attraverso i quali ci metteremo, ognuno per le sue competenze, a disposizione del tessuto produttivo territoriale”.

Roberto Gabrielli, Direttore Regionale Lazio e Abruzzo Intesa Sanpaolo: “Siamo orgogliosi che anche le imprese dell’Abruzzo possano contare sul supporto del nostro Laboratorio ESG, fortemente voluto dal Gruppo e dai soci fondatori locali per accompagnare le PMI verso gli obiettivi di sostenibilità indispensabili allo sviluppo e alla competitività, anche grazie al coinvolgimento di partner d’eccellenza come Circularity. Nei primi nove mesi di quest’anno abbiamo erogato alle imprese abruzzesi circa 200 milioni di euro di nuovi finanziamenti e con il programma Il tuo futuro è la nostra impresa mettiamo loro a disposizione 2 miliardi di euro per Transizione 5.0 ed energia, sviluppo internazionale e digitale”.




VERTENZA LFOUNDRY, TAVOLO IN REGIONE

Fina: Nessuna novità dall’incontro, ribadiamo le nostre richieste

L’Aquila,  22 novembre 2024. Si è svolto questa mattina l’incontro convocato dalla Regione sulla vertenza dell’azienda di semiconduttori Lfoundry di Avezzano, alla presenza dei vertici aziendali e dei sindacati. Presente all’incontro anche il Senatore del Partito Democratico Michele Fina impegnato nel seguire ogni sviluppo della vicenda.

Queste le sue dichiarazioni: “Prendiamo atto che dal tavolo riunito presso l’Assessorato alle attività produttive della Regione non emerge alcuna novità. L’azienda ha ribadito la sua posizione e confermato i licenziamenti, nonostante una generica volontà di proseguire con il dialogo. Ovviamente è un risultato insufficiente che lascia lavoratrici e lavoratori in balia degli eventi.

Non possiamo consentirlo e ribadiamo ogni nostra richiesta già più volte espressa nei giorni scorsi: blocco dei licenziamenti, immediata convocazione da parte del Governo del Presidente del Cda Nabeel Gareeb, apertura urgente del tavolo di crisi. A questo dovrebbe aggiungersi una più netta linea di politiche industriali da parte del Governo in favore del settore strategico dei semiconduttori nonché a favore di misure agevolative per le imprese energivore in grado di abbattere i gravi costi energetici.

Proprio in questi giorni è in discussione al Senato il DL Ambiente che tratta questa tematica anche attraverso alcuni emendamenti a mia firma per misure di sostegno e agevolazione. Faccio appello a tutti i colleghi parlamentari di centrodestra di unirsi alla nostra voce per ottenere immediati e risolutivi interventi. Anche rispetto alle richieste che l’azienda ha ribadito per la liquidazione di un finanziamento ministeriale di cui è beneficiaria ma tutt’ora sospeso e che la Sottosegretaria Bergamotto si era impegnata a sbloccare già nei mesi scorsi. Dobbiamo essere vicini ai lavoratori e crederci tutti, in modo unitario, a partire da chi oggi governa il Paese”




IL CAMPIONATO MONDIALE DI SCACCHI

Il Maestro Andrea Bocelli a Montesilvano  

Montesilvano,  22 novembre 2024. Continua a Montesilvano il Campionato Mondiale Giovanile di Scacchi, un evento straordinario che vede protagonisti oltre 700 giovani talenti tra i 6 e i 12 anni, provenienti da 82 nazioni. Tra i Paesi partecipanti, figurano Russia, Turchia, Ucraina e Israele, a testimonianza del potere unificante dello sport, in linea con il motto della Federazione Scacchistica Mondiale (FIDE) Gens Una Sumus: Siamo un’unica famiglia.

Patrocinato e sostenuto dal Comune di Montesilvano, dal Ministero per lo Sport e i Giovani, da Sport e Salute, dalla Federazione Scacchistica Italiana e dalla Regione Abruzzo, l’evento si conferma un’occasione unica per celebrare i valori della competizione, dell’inclusione e della pace.

Domani, in un momento simbolico di grande valore, il Maestro Andrea Bocelli, celebre cantante di fama mondiale e grande appassionato di scacchi, sarà presente per dare il via alle partite, con il tradizionale gong di apertura. La presenza di Bocelli, ambasciatore dell’eccellenza italiana nel mondo, rappresenta un onore per la manifestazione e un messaggio di speranza e unità.

“Avere il Maestro Andrea Bocelli con noi è un onore immenso – ha dichiarato il sindaco Ottavio De Martinis – La sua presenza, oltre a conferire prestigio al nostro evento, è un simbolo di unità e speranza. Insieme, celebriamo la bellezza della musica e la profondità degli scacchi, due passioni che uniscono le persone.”

Accanto a Bocelli, sarà presente anche Stefano Pantano, ex campione di scherma e membro del gruppo Illumina di Sport e Salute, a sottolineare l’importanza dello sport come strumento educativo e di crescita personale.

Il Campionato Mondiale Giovanile di Scacchi ha generato a livello globale un successo straordinario grazie alla diretta streaming e alle 352 scacchiere online, che hanno già superato i 4 milioni di visualizzazioni. L’evento è particolarmente seguito in Paesi dove gli scacchi sono tra gli sport nazionali, come India, Cina, Kazakistan e Uzbekistan, confermandosi un vero spettacolo internazionale.

L’impatto dell’evento non si limita allo sport: il Campionato rappresenta anche un’importante occasione per il territorio, con un afflusso turistico stimato in 35.000 presenze tra Montesilvano e Pescara. “Una ricaduta economica significativa che valorizza la regione Abruzzo come meta di eventi sportivi di livello mondiale” – ha affermato Adriano Tocco, consigliere delegato al Pala Dean Martin di Montesilvano.

Nel corso del torneo hanno già fatto visita diversi rappresentanti politici e istituzionali, tra cui gli ambasciatori di Irlanda, Mongolia e Kazakistan, a dimostrazione dell’attenzione internazionale che questa manifestazione ha saputo attirare.

Il Campionato, ormai giunto al giro di boa, continua a regalare emozioni con le giovani promesse degli scacchi che si sfidano sulle scacchiere, unendo tradizione, talento e passione in un clima di amicizia e rispetto reciproco.




NASCE SQUADRA DI NUOTO PARALIMPICO

All’interno della società Lanciano Nuoto

Lanciano, 22 novembre 2024. L’iniziativa è stata presentata questa mattina al Lanciano Sport Center (ex Le Gemelle) a Lanciano. Sono intervenuti il sindaco di Lanciano, Filippo Paolini; Cinzia Amoroso, assessore alle Politiche sociali e Giovanili del Comune di Lanciano; il vicesindaco e assessore allo Sport, Danilo Ranieri; Ilenia Colanero, campionessa paralimpica di nuoto pinnato e apnea; Pierpaolo Addesi, cittì della Nazionale di ciclismo paralimpico; Luca Fasoli, responsabile settore acqua del Lanciano Nuoto e Cinzia Romanelli, allenatrice di nuoto paralimpico.

La squadra, che già conta diversi iscritti, sarà capitanata da Ilenia Colanero, che da tempo accarezzava l’idea di dar vita ad un progetto che “potesse dare ai ragazzi con disabilità delle opportunità concrete. Perché – ha detto – non devono mai smettere di avere obiettivi, sogni, passioni, anche quando tutto sembra essere finito, perché tutto è possibile. Si dovrebbe cominciare dalla scuola con atteggiamenti inclusivi, senza pietismi e retorica e pure i genitori dovrebbero avere meno timori e più fiducia nelle opportunità che i loro figli possono avere. Al di là dei successi agonistici e dei premi vorrei trasmettere un messaggio di positività, di fiducia a quei giovani che vivono una condizione difficile, che li fa sentire emarginati e diversi. Sono contenta, quindi, di fare parte di questo progetto e ringrazio Franco D’Intino, presidente del Lanciano Nuoto e del Lanciano Sport Center, di questa occasione”. 

Cinzia Romanelli, allenatrice di nuoto paralimpico ha spiegato: “Spesso sono proprio i ragazzi ad insegnarci che dalle diversità dobbiamo cercare i punti di forza e che i loro limiti sono come dei trampolini di lancio, volti anche a raggiungere obiettivi importanti. In acqua cambiano tutti i riferimenti, sensoriali, spaziali, di equilibrio e orientamento. Quindi come allenatrice cerco di trovare una strategia didattica adatta alle capacità, alle potenzialità e al bisogno di ogni atleta disabile. Questo lavoro viene fatto gradualmente trovando la chiave giusta per motivare i ragazzi, per farli credere in loro stessi, per indurli a superare le fatiche e i propri limiti. Come allenatrice tengo conto anche della centralità del nucleo familiare, riconosciuto come motore che dà la forza al bambino /ragazzo. Lavoriamo insieme alle associazioni del territorio, con terapisti e con insegnanti di sostegno proprio per affermare il concetto di corresponsabilità educativa, di ascolto attivo e di empatia. Con questa nuova iniziativa siamo pronti a introdurre tutta la nostra professionalità in un settore che richiede abnegazione e impegno”.

Luca Fasoli, responsabile settore acqua del Lanciano Nuoto: “Siamo orgogliosi di poter dare, da oggi, un’opportunità in più ai ragazzi con disabilità che volessero cimentarsi nelle discipline natatorie. Infatti, oltre all’attività didattica e riabilitativa, che già svolgiamo da anni qui in struttura, per la prima volta, per quello che riguarda la città di Lanciano, abbiamo la possibilità di includere all’attività agonistica e quindi alle competizioni di nuoto, tramite la Federazione Italiana nuoto paralimpico (Finp), anche i ragazzi con disabilità.”

“È un’apertura importante – ha commentato Pierpaolo Addesi, commissario tecnico della Nazionale di ciclismo paralimpico – Si tratta di una realtà sportiva nuova che dà linfa al movimento paralimpico. Dà la possibilità ai ragazzi di svolgere attività, non solo ludica e motoria ma anche agonistica. Molto importante è la parte tecnica perché richiede conoscenza e preparazione. Ci vorrà tempo, ma sono sicuro che i risultati arriveranno”.

Si è detto soddisfatto il sindaco Paolini che ha evidenziato come il “Lanciano Sport Center con le sue attività sta dando impulso al settore sportivo. Abbiamo scommesso su questa struttura e abbiamo avuto ragione”. Il vicesindaco, Danilo Ranieri, ha rimarcato che “l’amministrazione comunale sta puntando molto sullo sport e sul sociale, ambiti nei quali sta lavorando alacremente, per dare sempre maggiori servizi e opportunità. Benvenga, dunque – ha evidenziato – questa nuova iniziativa, che darà lustro al territorio”. L’assessore Cinzia Amoroso: “Sono davvero felice della nascita di questa nuova realtà, ne sono fiera e orgogliosa. Nel nostro territorio ci sono persone che abbracciano queste idee come Franco D’Intino, che sono un faro della nebbia. Unire il sociale allo sport è il massimo per parlare di inclusione”.




TROFEO NAZIONALE CITTÀ DI PESCARA

Sabato e domenica la seconda edizione al pattinodromo dei Gesuiti 600 atleti di 62 società sportive

Pescara, 22 novembre 2024. Il Centro Sportivo Pattinaggio di Pescara è pronto a ospitare, sabato 23 e domenica 24 novembre, la seconda edizione del Trofeo Nazionale Città di Pescara. L’evento, che si svolgerà al pattinodromo degli ex Gesuiti, vedrà la partecipazione di 600 atleti provenienti da tutta Italia, rappresentanti di 62 società sportive.

La competizione, aperta a tutte le categorie, si preannuncia come una grande festa dello sport, un’occasione di confronto e spettacolo per atleti, appassionati e famiglie. Fitto il programma delle gare che metteranno in evidenza la tecnica, la velocità e la passione per il pattinaggio dei partecipanti, confermando il valore aggregativo e sportivo di questa disciplina.

L’evento, presentato oggi alla stampa, è un importante appuntamento per la città che conferma ancora una volta il suo impegno nella promozione dello sport a livello nazionale. Il Trofeo Nazionale rappresenta non solo una vetrina per i talenti del pattinaggio, ma anche un momento di grande visibilità per Pescara, che accoglierà centinaia di visitatori tra atleti, tecnici e appassionati.

“Ci siamo lasciati il 22 settembre con i World Skate Games e adesso presentiamo la seconda edizione del Trofeo Nazionale Città di Pescara dedicata al pattinaggio – commenta l’Assessore allo Sport, Patrizia Martelli – L’evento si svolgerà nel nostro pattinodromo che è uno dei più importanti d’Italia. L’indotto di oltre 2.000 persone sottolinea il prestigio dell’evento. Puntiamo molto su queste iniziative perché crediamo che il turismo sia un volano per l’economia della nostra Città. Un plauso va alla società organizzatrice dell’evento per aver costruito questo straordinario appuntamento per il pattinaggio. Faccio un ‘in bocca al lupo’ a tutti gli atleti e invito la città a partecipare e a riempire gli spalti del pattinodromo”.

“Un evento che abbiamo organizzato anche per promuovere l’attività sportiva tra i giovani – commenta Angelo Lombardo, presidente ASD Centro Sportivo Pattinaggio Pescara – Tutti gli atleti avranno la possibilità di esprimersi sulle distanze corte e su quelle lunghe. A disposizione ci saranno quattro gare per competere. Per i più grandi, mi riferisco alla categoria Juniores, sarà l’occasione per verificare lo stato di forma in vista delle gare del 2025. Ringrazio il Sindaco Carlo Masci, l’Assessore Patrizia Martelli per il supporto del Comune e invito tutti a raggiungerci al pattinodromo per godersi una due giorni di sport”.




L’ISA AD ATRI, L’AQUILA E GIULIANOVA

Con Mazzocchetti e Del Principo, talenti abruzzesi under 35

L’Aquila, 22 novembre 2024 – Al via questa sera, venerdì 22 novembre, la stagione dei concerti dell’Istituzione Sinfonica Abruzzese nel Teatro Comunale di Atri con due musicisti abruzzesi under 35 a testimoniare l’impegno dell’ISA per la promozione e la crescita dei talenti della regione. Sarà Alessandro Mazzocchetti a dirigere i professori dell’Orchestra dell’Istituzione mentre solista ospite sarà il pianista atriano Federico Del Principio.

Sabato 23 novembre il concerto sarà replicato all’Aquila per la Cinquantesima Stagione dei Concerti ISA nel capoluogo (ore 18 Ridotto del Teatro Comunale) mentre domenica 24 alle 17:30 il concerto verrà eseguito a Giulianova nella Chiesa di Sant’Antonio per il primo dei concerti dell’ISA della Stagione 2024-2025 nel centro teramano.

Il concerto è dedicato alle opere di Mozart e Saint-Saëns: del primo verrà eseguito il Concerto n. 23 in la maggiore per pianoforte e orchestra K. 488, mentre del francese verrà proposta la Sinfonia in la maggiore.

“Due autori legati – come spiega il direttore Mazzocchetti – dalla caratteristica di essere stati enfant prodige. Nella prima parte, dedicata a Mozart, presentiamo un concerto della maturità del compositore che celebra la gioia e la serenità, offrendo come un vero gioiello un Adagio in cui Mozart dà prova della sua abilità prodigiosa di ottenere la massima intensità espressiva con i mezzi più semplici. Nella seconda parte del programma, eseguiremo la prima vera e propria opera sinfonica del francese, composta a soli quindici anni e oggi di rarissima esecuzione. Pagine che, a dispetto della giovane età del loro autore, possiedono già, più o meno visibili, tutte le caratteristiche della scrittura del compositore maturo”.

I protagonisti Sul podio Alessandro Mazzocchetti, classe 1995, flautista, compositore e direttore artistico del Città Sant’Angelo Music Festival, molto apprezzato dal pubblico dell’Orchestra dell’Istituzione Sinfonica Abruzzese, con la quale si esibisce regolarmente dal 2019. Ha diretto importanti compagini orchestrali in Italia e ha collaborato con musicisti di fama internazionale come Luigi Piovano, Anna Tifu, Ildebrando D’Arcangelo, Avery Amereau, Chiara Isotton e Roberto Scandiuzzi.

Tra i prossimi impegni, si segnalano i debutti con I Capuleti e i Montecchi di Bellini a maggio 2025 e, ad agosto, al prestigioso Rossini Opera Festival 2025, dove dirigerà Il Viaggio a Reims di Rossini.

Federico Del Principio Pianista versatile con interessi che spaziano tra il solismo, la musica da camera e la composizione, si è esibito a maggio 2024 per “I Concerti al Quirinale” trasmesso in diretta da Rai Radio3 ed è ospite di altri enti musicali italiani di primo piano. È pianista del Trio Fenice con il quale ha lavorato insieme a musicisti internazionali ed è in formazione presso l’Accademia Stauffer di Cremona e al Mozarteum di Salisburgo. Vivace anche l’attività di compositore. Fra i suoi debutti si ricorda quello del febbraio 2023 all’Aquila quando proprio l’Orchestra dell’Istituzione Sinfonica Abruzzese ha eseguito la sua Azione Sacra “Rodolfo d’Acquaviva Beato”.




UN FUTURO CHE DÀ I SUOI FRUTTI

Festa dell’albero a Montorio al Vomano

Montorio al Vomano, 22 novembre 2024. A Montorio, nel giardino del circolo per anziani, 170 bambini, con le manine sporche di terra e gli occhi pieni di entusiasmo, hanno celebrato la Festa dell’albero insieme ai loro “nonni”, dando vita a un sogno: un frutteto didattico, un luogo dove la natura incontra la tradizione e dove le radici affondano profonde.

È stata una giornata speciale che ha visto protagonisti i più piccoli, semi del domani, apprendere dagli anziani, custodi del passato. Insieme, hanno piantato i primi sei alberi da frutto antichi: la mela gelata, la mela rosa, la mela cotogna, la mela renetta, la mela annurca




TERMINATO IL LUNGO VIAGGIO DEL MAMMUT

Tappe a Tione, Acciano, Villa Sant’Angelo e Sant’Eusanio Forconese.  I Sindaci, “Straordinaria esperienza che ha unito i paesi e accesso la partecipazione”

L’Aquila,  22 novembre 2024.  “Il cammino del mammut è stato espressione di una profonda energia vitale che si è messa in movimento, energia non solo prodotta da tutti coloro che hanno preso parte al progetto ma anche che vive e abita le persone e i luoghi e non attende altro che di attivarsi.

Il senso di questo viaggio si è svelato ancor più nel suo farsi, ha creato sinergie e legami tra la città e i Comuni, tra associazioni, persone, Enti, studenti e artisti volendo  affermare il desiderio di andare oltre le proprie ferite individuali e collettive, la necessità di essere visionari ma anche solidali, di superare gli sterili campanilismi e riconoscere le differenze come peculiarità da valorizzare reciprocamente”.

Nelle parole della direttrice artistica Silvia Di Gregorio, il bilancio delle lungo viaggio iniziato a metà settembre dal castello cinquecentesco e lungo il centro storico dell’Aquila, e poi in ben 13 comuni dell’aquilano, del Mammut di cartapesta a grandezza naturale realizzato nell’ambito del progetto Terre sonanti, che ha avuto l’obiettivo di favorire la conoscenza del fossile originale del Mammuthus meridionalis vestinus, conservato nel Munda dell’Aquila, risalente a 1.300.000 anni fa, tornato alla luce nel 1954, tra i meglio conservati di sempre, all’interno di una cava di argilla di Scoppito, capofila del progetto.

Ultime quattro tappe sono state quelle di Tione degli Abruzzi, di Acciano, di Villa Sant’Angelo e di Sant’Eusanio Forconese, che hanno registrato una grande partecipazione e collaborazione delle forze vive del territorio, e con l’accoglienza rispettivamente dei sindaci Stefania Mariani, Fabio Camilli, Domenico Nardis e Deborah Visconti.

Ha commentato il sindaco Mariani, “abbiamo aderito con grande piacere ed entusiasmo al progetto perché si cala perfettamente nel percorso che stiamo portando avanti da quattro anni, quello di creare sinergia e condividere obiettivi e progetti in primis nella nostra comunità abbattendo gli inutili campanilismi e poi con le comunità vicine fino a giungere alla città capoluogo L’Aquila che per noi rappresenta il fulcro dell’attività economica, sociale e culturale.  Un progetto così inclusivo, così coinvolgente è esattamente in linea con il messaggio che deve arrivare forte e chiaro, il territorio e la comunità deve essere unita e collaborativa per non veder inesorabilmente morire i nostri paesi.  Grazie a tutti  per la partecipazione così numerosa che dimostra che stiamo percorrendo la strada giusta”.

Ha commentato a sua volta Camilli, “la presenza del Mammut è stato un modo per valorizzare ancor di più la nostra storica fiera della capra, e  il nostro meraviglioso castello di Beffi. Ho molto apprezzato la presenza di tante bambine e bambini, grazie ai laboratori artistici. Un’esperienza, un progetto di area larga che andrà sicuramente replicato, perché è una formula vincente”.

Sulla stessa lunghezza d’onda Visconti, presidente dell’Unione dei comuni Montagna aquilana, “abbiamo respirato un’energia strepitosa, grazie alla partecipazione di tutta la cittadinanza, dai piccini agli adulti. Ed è stata l’occasione di rievocare la memoria del nostro territorio, ma anche per accendere la nostra immaginazione. Grazie all’arte, alla bellezza, al protagonismo degli abitanti, abbiamo unito i nostri paesi, e abbiamo fatto una cosa grande”.

Ha detto infine Nardis, che è anche coordinatore dell’Area omogenea 8 del cratere sismico 2009,  “questa è stata una bellissima esperienza perché ha visto coinvolti 13 comuni e anche io ho lavorato insieme altri dodici colleghi per la riuscita del progetto. E non si è trattato solo del mammut che ha girato di paese in paese, a mettersi in mostra, ma il modo in cui questo bellissimo progetto ha saputo rendere protagoniste le associazioni, l’artigianato, la musica, l’arte, e i talenti espressione di ciascun territorio. Sono queste le iniziative che fanno anche rivivere i centri storici, come il nostro, dove la ricostruzione non è ancora conclusa, ed è stato bello vedere la nostra piazza piena di gente, con il mammut davanti alla chiesa dove è partito il cantiere del restauro”.

A seguire in sintesi la cronaca e i protagonisti delle ultime quattro tappe.

A Tione degli Abruzzi, la giornata è iniziata nella frazione di Goriano Valli, con una passeggiata sul  territorio a cura della Cooperativa di Comunità Cuore delle Valli  e del Parco Naturale Regionale Sirente Velino, in particolare nelle principali stazioni del MuDi Museo Diffuso Sirente Velino,  e lungo il “cammino delle cerque antiche” fino alla torre medievale mentre presso l’ “Atelier della Creatività” Barbara Saturni ha condotto un  laboratorio per bambine/i  e famiglie.

A Tione degli Abruzzi, nel pomeriggio  c’è stata la restituzione del laboratorio “Un mammut da sogno”, a cura dell’associazione Il Bosco del Fauno, quindi le letture di brani scelti di Massimo Lelj e Giovanni Titta Rosa, grandi scrittori del ‘900, rispettivamente di Tione degli Abruzzi e della frazione di Santa Maria del Ponte, per la voce e l’interpretazione di Alessia De Iure e Stefania Ziglio, e a cura dell’Associazione di Promozione Sociale “Massimo Lelj”.

A seguire  “Goriano, un paese tra due mondi“, letto dall’ autrice Raffaella Capannolo e a cura  dell’associazione Santa Maria del Ponte. È stato possibile visitare la mostra permanente biografica e bibliografica “Terre contrarie, i ritorni letterari di Massimo Lelj e Giovanni Titta Rosa”, allestita presso la casa natale di Massimo Lelj, infine proiezione di “ Panis dies” a cura dell’ associazione Massimo Lelj. Dall’altra parte della vallata, ad Acciano, nella frazione di Succiano, verso sera  in piazza san Giovanni la  Pro-Loco di Succiano ha organizzato una festa di accoglienza per il passaggio del mammut ospitato per la notte  presso il capannone della Veba in attesa della tappa successiva.

Domenica mattina  scortato dagli alpini e dalla banda musicale di Succiano il mammut ha percorso un breve tratto sulla provinciale per poi raggiungere la  tradizionale “Fiera della capra”, fino al castello  medioevale di Beffi   dove si sono tenuti i laboratori di canto tradizionale con Diego Sebastiani e il laboratorio artistico per bambini “Fantamammut”  a cura dell’ associazione Libera Pupazzeria.

Anche qui come a Tione musiche e canti di Elena D ‘ Ascenzo e Davide Zanini.

Penultima tappa a Villa Sant’ Angelo iniziata  presso la sala ottagonale con “Lo spirito del bosco”, lettura e laboratorio d’arte sui rudimenti dell’acquerello per  grandi e i piccoli , con Sandra Antonelli, Rodolfo Maccalini e i suoi cervi  mentre  in piazza Grande hanno accolto  il viaggio del mammut  i “Canti tradizionali aquilani” con il Coro Novo di Villa Sant’Angelo condotto da Rosella Pezzuti e i ritmi e le percussioni di Armando Rotilio con i  ragazzi del Centro di Accoglienza Demetra di Stiffe,  restituzione del laboratorio tenuto nei giorni scorsi  “Sguardi sul legame tra musica , immagine e  persona”.

All’ accompagnamento musicale con la fisarmonica Luisana Sebastiani mentre  Antonella Mammarella ha letto un racconto da lei scritto e dedicato al viaggio del mammut. Il buffet è stato  a cura di Leda e Santino.

Infine a Sant’ Eusanio Forconese grande festa finale con l’ accompagnamento musicale  a cura della banda ” “Armonie sirentine” e con  “Sentieri di memoria”,  restituzione degli incontri con Mario Aniballi, Domenica Ciccone, Domenica Ciuca, Gianni Cucci, Maria Gentile e Romeo Giannetti, a seguire una lettura poetica  a cura di Veronica Visentin e “Il tempo del sogno”, restituzione laboratorio ritmico e vocale condotto da Domenico Capanna presso la scuola secondaria di primo grado IC San Demetrio – Rocca di Mezzo. In tutte le tappe narrazione teatrale di Alberto Santucci e la mostra delle opere realizzate dalla classe 3A del Liceo Artistico F.Muzi – L’ Aquila

Il progetto è stato sostenuto con fondi Restart – Sviluppo delle potenzialità culturali ai sensi della  Delibera CIPE 10 agosto 2016, n. 49”  filone C annualità 2024 di cui è capofila il Comune di Scoppito, sito di  ritrovamento del Mammut, con partner i Comuni di Acciano, Barisciano, Campotosto, Fagnano Alto, Fontecchio, Fossa, Ocre, Poggio Picenze, San Demetrio Ne’ Vestini, Sant’Eusanio Forconese, Tione Degli Abruzzi, Villa Sant’Angelo.

Ha goduto del patrocinio dell’Ufficio speciale per la ricostruzione dei Comuni del cratere sismico 2009 (Usrc), e ha visto la collaborazione di Univaq, MAXXI L’Aquila, Teatro Stabile D’Abruzzo, Museo Nazionale D’Abruzzo, Accademia di Belle Arti dell’Aquila, dell’Ente Parco Sirente Velino , della “Comunità 24 Luglio”, del centro socio-educativo Punto Luce L’Aquila, del Liceo Artistico Fulvio Muzi (IIS Bafile), degli Istituti Comprensivi scolastici di San Demetrio e Rocca di Mezzo, di Navelli e di Scoppito (plessi di Barisciano, Poggio Picenze, Fontecchio, San Demetrio, Fossa, Scoppito ed Ocre), delle associazioni Libera Pupazzeria Ets, La Kap – casa di arte e natura, di Appstart società cooperativa Onlus, dell’impresa scenotecnica L’Aquila Scena di Cavalletto d’Ocre. È stato compreso nel “Festival di teatro Aria” ed è parte delle attività culturali di Ateneo.




VASI D’AUTORE O PRESEPI VEGETALI

È iniziato il corso per diventare esperti e aprire un’attività creativa redditizia

Vasto, 22 novembre 2024. Nell’àmbito dei corsi della “Università delle Tre Età” di Vasto presieduta da Elio Baccalà, sono iniziate da qualche giorno le lezioni per realizzare “Vasi d’Autore” tenute dalla dottoressa Rossana Matrella, detta “la Signora verdissima” per il suo grande amore ambientale. Tali lezioni hanno per scenario le stupende scogliere di Vasto Paradiso (tra contrada Vignola e Punta Penna).  I primi allievi si dicono già entusiasti di tale originale novità che consiste nel preparare, in varie dimensioni ed espressività, i cosiddetti “cocci rotti” ovvero vasi di terracotta da riempire di fantasia con micro-piante grasse a sbalzi scenografici in modo tale da far sembrare tale creazione una sorta di incantevole “presepe vegetale” (come illustra la foto).

Tali “Vasi d’Autore” sono molto richiesti per adornare case, uffici, negozi, giardini e ogni altro ambiente dove non sia necessaria una assidua manutenzione del verde. Queste straordinarie decorazioni sono adatte per ogni tipo di esigenza. Inoltre, possono essere offerte d’estate ai villeggianti come “Souvenir di Vasto” oppure “Souvenir Costa dei Trabocchi” o altra dizione promozionale pure intitolata a mirate attività turistico-commerciali. Una particolare attenzione viene data ai “Vasi d’Autore” personalizzati in occasioni celebrative multiple come matrimoni, compleanni, altri eventi speciali, anniversari, feste di laurea o premiazioni, e così via. Essendo un bene durevole, può avere un maggior valore rappresentativo ed emblematico.

L’esordio dei “Vasi d’Autore” (anche nella versione di “Presepi vegetali”) è incoraggiante e potrebbe diventare una attività redditizia non soltanto nella forma della distribuzione indipendente ma anche nel contesto di rivenditori floreali e di vivai. Infatti, l’originalità del prodotto può portare molto probabilmente ad una vera e propria “moda” e quindi ad una richiesta più intensiva cui dover rispondere bene e molto adeguatamente. Un motivo in più per convincere giovani disoccupati, casalinghe e persino pensionati a dedicarsi ad una simile produzione creativa e alquanto remunerativa.




UNA SINGOLARE CURA CONTRO LA SORDITÀ

[Articolo di Cercone Franco sul culto di S. Ippolito, pubblicato in “Rivista Abruzzese”, Anno LXIII – N 4, Lanciano 2010]

Fra i particolari culti idroterapici pervenuti a noi ab antiquo e mediati dal Cristianesimo fin dai bassi tempi del medioevo, va ricordato un singolare rituale costituito come ricorda il De Nino nel primo volume dei suoi scritti Inediti e rari curati dal Mosca, dalle abluzioni votive che si svolgevano (ed in parte ancora si svolgono) a Corfinio il 13 agosto alla sorgente di “Santo Puto”, cioè Sant’Ippolito, il quale – scrive il De Nino – “ridava l’udito ai sordi che volevano sentire, giacché purtroppo, ce n’è di quelli che non vogliono sentire” .

Secondo la mitologia classica Ippolito è fatto a pezzi perché collegato, sottolinea A. Seppilli in Mito e magia (Torino 1980) alle varie fasi della luna che “ogni giorno perde un poco di sé stessa per poi risorgere e rinascere”.

Tuttavia, di questo culto lunare si è perso in agro corfiniese ogni ricordo e si è tramandato invece solo il potere terapeutico attribuito all’acqua della sorgente (sita non lungi dal centro abitato), ritenuta per le sue caratteristiche intrinseche capace di guarire la sordità, un tempo assai diffusa nel mondo rurale e presso le comunità di minatori.

Va ricordato, sottolinea V. Dini nel saggio “Il potere delle antiche Madri” (Torino 1980) che i patronati attribuiti ad alcuni Santi e riconosciuti dalla Chiesa, come appunto quello di Sant’Ippolito, costituiscono spesso il risultato di una vera “inventio” della cultura subalterna per la risoluzione di crisi individuali, come appunto la sordità: “Nelle regioni dell’Europa contadina – scrive il Dini – sono state attribuite ad alcuni Santi delle virtù speciali derivate dai loro stessi nomi. Così in Francia il vescovo di Blois … ha riferito che durante una visita pastorale un contadino affetto da sordità gli ha chiesto una preghiera efficace da rivolgere a San Sordino”, un santo di cui egli supponeva la reale esistenza!

Tuttavia, fra sordo e San Sordino sussiste una affinità fonetica che non si rinviene invece fra il nome Ippolito e l’aggettivo surdus. Inoltre, secondo l’agiografia valvense (cfr. Officia in Dioecesi Valvensi et Sulmonensi recitanda, Napoli 1884) che si ricollega al Peristephanon di Prudenzio, Ippolito era un “romanus miles” che il 13 agosto subisce il martirio sotto Valeriano extra Tiburtinam Portam, legato a cavalli che ne straziano il corpo. Ciò lascia intuire secondo i Bollandisti che la Passio si sia diffusa lungo la Tiburtina-Valeria fino a Corfinium, entrando a far parte, come per esempio a Roccaraso di cui S. Ippolito è Protettore, del gruppo dei Santi che sono “puniti” dai fedeli in caso di mancato esaudimento delle loro preci. Nei primi decenni del secolo scorso, infatti, la statua di Sant’Ippolito, come abbiamo appreso da fonti orali anni addietro registrate, veniva condotta in processione capovolta se durante l’inverno non era scesa sufficiente neve per la pratica dello sci.

Nella sua monografia storica su “Pentima” (1856) il De Stephanis ignora completamente questo interessante capitolo di religiosità popolare peligna, ancora vivo alla metà degli Anni Settanta del secolo scorso per nostra diretta testimonianza, ed altrettanto dicasi del De Mattheis (Memorie istoriche de’ Peligni, XVII secolo).

Tace inoltre sull’argomento G. Pansa e soprattutto il De Nino, il quale al di fuori della scarna nota riferita in precedenza, ignora del tutto l’argomento nel quinto volume dei suoi Usi e costumi abruzzesi, dedicato proprio alle Malattie e rimedi!

 Va ricordato che ancora oggi vi sono dei fedeli i quali si recano in pellegrinaggio il 13 agosto (dies natalis) alla sorgente di Sant’Ippolito, dove attingono l’acqua con un ditale e la versano nell’orecchio affetto da sordità. La sacralità di questa sorgente è confermata da molti bronzetti venuti alla luce a seguito di scavi, che attestano la presenza in loco di un altare dedicato ad Ercole, diventato forse volutamente ‘sordo’ a tutte le suppliche dei fedeli.

Egli non era riuscito infatti a far comprendere ai suoi fedeli che la sordità è un bene supremo e da salvaguardare, perché solo “chi non sente” (specie i cosiddetti “discorsi” dei nostri politici) mantiene la sua psiche integra e campa più di cent’anni.

A’ bon entendeur, salut !

 Franco Cercone                                      




TORINO OSPITA ANCI OFF

La Costa dei Trabocchi protagonista con i suoi nove comuni

Torino di Sangro, 21 novembre 2024. Dal 22 al 24 novembre, Torino si trasformerà nel palcoscenico di ANCI Off, un’iniziativa espositiva e culturale parallela alla 41ª Assemblea Annuale dell’ANCI. L’evento coinvolgerà cittadini, giornalisti e operatori attraverso la promozione turistica e culturale dei comuni italiani.

Tra i protagonisti di questa edizione, spicca la Costa dei Trabocchi, con la partecipazione di nove comuni: Francavilla al Mare, Ortona, San Vito Chietino, Rocca San Giovanni, Fossacesia, Torino di Sangro, Casalbordino, Vasto e San Salvo. Gli stand verranno allestiti nel “Villaggio dei Comuni”, situato nel cuore di Torino, tra via Roma, piazza San Carlo e piazza Castello, per far conoscere le bellezze naturali, storiche, culturali e gastronomiche di questa affascinante area dell’Abruzzo.

L’iniziativa rappresenta una grande opportunità per promuovere il territorio, non solo attraverso le sue attrazioni turistiche, ma anche grazie ai prodotti tipici locali, come il famoso olio d’oliva, il pesce fresco, i vini pregiati ed altri prodotti della tradizione locale. Particolare attenzione sarà riservata alla pista ciclo-pedonale della Via Verde, che nel 2022 ha visto la grande partenza del Giro d’Italia da Fossacesia, un evento che ha messo in luce il potenziale del territorio per il turismo sostenibile e cicloturistico.

La partecipazione della Costa dei Trabocchi a ANCI Off segna solo l’inizio di una serie di iniziative di promozione turistica che coinvolgeranno anche eventi futuri, come la BIT di Milano e altre fiere. La presenza e l’organizzazione dell’evento a Torino sono curate per conto dei comuni della Costa dei Trabocchi dalla DMC Costa dei Trabocchi.

Un aspetto fondamentale di questa nuova stagione di promozione turistica è la collaborazione tra i comuni della Costa dei Trabocchi, la Regione, la Provincia, i FLAG, le DMC, le associazioni e la Camera di Commercio Chieti-Pescara. Questo lavoro di rete sarà essenziale per rafforzare il marchio turistico della Costa dei Trabocchi e lanciare il prodotto sul mercato internazionale.

Inoltre, durante ANCI Off, verrà assegnato il prestigioso Premio Cavallo, organizzato dall’Associazione Abruzzesi e Molisani in Piemonte,  giunto alla diciannovesima edizione. Il premio riconosce l’eccellenza nella promozione sociale, economica, turistica e culturale. Quest’anno sarà assegnato ad Andrea Aimola, originario di Fossacesia, per le sue eccezionali interazioni riportate attraverso la ceramica artigianale realizzata dai maestri ceramisti di Castelli.

La città di Torino, insieme agli amministratori locali, si prepara ad accogliere la Costa dei Trabocchi con entusiasmo, come parte di una nuova stagione di promozione mirata e collaborativa, volta a far conoscere le meraviglie di questo straordinario territorio.

“Siamo entusiasti di portare la Costa dei Trabocchi a Torino – hanno detto i sindaci e gli amministratori dei nove Comuni – per questa importante iniziativa, che rappresenta un passo fondamentale per la promozione del nostro territorio“.

Le Amministrazioni Comunali che partecipano a questa esposizione sono unite nella volontà di far conoscere le bellezze naturali, culturali e gastronomiche della nostra costa. “Siamo convinti- ha spiegato il sindaco Enrico Di Giuseppantonio, coordinatore  dell’evento torinese-che, attraverso un lavoro di rete e una promozione mirata, riusciremo a far crescere il nostro brand turistico e a portare sempre più visitatori nella nostra meravigliosa regione.”




MONTESILVANO VIRA VERSO I GIOVANI

Crea un vero e proprio sistema integrato fatto di progetti e politiche ad hoc

Montesilvano,  21 novembre 2024. Una conferenza stampa, quella che si è svolta stamattina nella sala consiliare del comune di Montesilvano, alla presenza dell’assessore alle Politiche giovanili Alessandro Pompei, del consigliere Luca Ametta e della presidente dell’Azienda Speciale Sandra Santavenere, della referente del comune per le Politiche sociali Francesca Lupo e della presidente dell’ Associazione Formula Debora Donatone, per illustrare il percorso che l’amministrazione intende proseguire, sulla base delle strategie vincenti già sperimentate e condivise con altre città, per ampliare la propria operatività nell’ambito delle politiche locali rivolte ai giovani.

Partendo dai servizi offerti dall’Azienda Speciale alle politiche giovanili sostenute direttamente dall’ufficio comunale gestito dalla Lupo, in sinergia con l’associazione Formula, tutto è partito tre anni fa, dalla scelta condivisa di mettere al centro le esigenze e le richieste dei giovani, con una visione proiettata al futuro.

In questi anni, i giovani di Montesilvano sono stati protagonisti di progetti e iniziative a carattere locale, nazionale e internazionale, tali da ampliare le opportunità in termini di occupabilità, inclusione e crescita, adottando una visione di lungo periodo, con l’intento di porre ogni intervento in un quadro unitario chiamato “Sistema Giovani Integrato”.

Tra gli obiettivi che si pone il Comune, c’è il chiaro intento di offrire ai giovani percorsi che consentano un confronto diretto con realtà socioculturali europee ed extraeuropee e la capacità di capitalizzare l’esperienza acquisita nella gestione dei progetti rivolta ai suoi giovani, raccogliendo il bisogno manifesto di essere coinvolti attivamente nella vita sociale.

“Un percorso culturale e sociale che la città di Montesilvano ha avviato tre anni fa quando è entrata a far parte della Rete Città del dialogo, programma città interculturale del Consiglio d’Europa” ha affermato la presidente Sandra Santavenere.

“Una grande opportunità che ha dato la possibilità di confrontarsi con realtà molto più grandi e anche internazionali su temi come inclusione, sostegno ai giovani e cittadinanza attiva. Grazie all’adesione al progetto della Rete, l’amministrazione è stata in grado di introdurre strategie condivise con altre città e con risultati inaspettati, addirittura la città di Montesilvano è stata presa ad esempio e modello di altre realtà territoriali di gran lunga maggiori per dimensioni e densità di popolazione”.

La strategia adottata e che l’amministrazione intende portare avanti, consiste nel cogliere tutte le iniziative a carattere locale, nazionale e internazionale, portando avanti progetti collegati da un filo conduttore, sostenuti da un metodo.  La fine di un progetto diventa lo spunto per iniziarne un altro migliore, ad esso collegato. L’osservazione parte dal bisogno dei giovani del territorio, attraverso un approccio bottom-up, passando per la decostruzione degli stereotipi e dei pregiudizi, per mettere a sistema i vari progetti, in una visione di lungo periodo.

“Nessun progetto è dunque fine a sé stesso ma nel sistema integrato, diventa propedeutico e integrativo del successivo” – dichiara Francesca Lupo. 

Dal progetto nazionale “Diversamente giovani contro le discriminazioni” a cui hanno aderito anche Milano, Torino Pontedera e Reggio Emilia, si è passati al progetto internazionale “Divercities” che con Montesilvano, ha visto le città di Modena e Pontedera unirsi a Spagna, Portogallo e Grecia. Grazie poi al progetto nazionale “Bridge” sono nate attività di scambio  e visit study tra i minori stranieri non accompagnati dal progetto Sai di Montesilvano e i giovani di Ravenna, a cui poi ha fatto seguito il progetto internazionale “Ponti d’arte per l’accoglienza”, uno scambio tra i ragazzi del Sai di Montesilvano e 13 ragazzi palestinesi dell’associazione Home-Awe.

Nell’ottica di creare un sistema integrato per i giovani sul territorio e in accordo con la Mission dell’assessorato alle politiche giovanili gestito da Alessandro Pompei, il Comune di Montesilvano ha concluso il 31 ottobre, il processo di accreditamento come ente di servizio civile con il coordinamento del CESC Project. Il servizio civile coinvolgerà 30 giovani sia in progetti su Montesilvano presso i servizi gestiti dall’Azienda, sia all’estero: Colombia, Spagna e Belgio, mentre nel mese di maggio verrà esteso anche alla città tedesca di Lansthein, con cui la città di Montesilvano è gemellata da tempo.

“Il Servizio Civile Universale è inteso come strumento attraverso cui l’Amministrazione intende offrire ai propri giovani, opportunità di servizio che siano originali ed innovative nei contenuti, nelle modalità e nelle metodologie di realizzazione, nonché nelle varietà delle sedi di attuazione in Italia e all’estero. Tra amministrazione, Azienda e Associazione Formula – afferma l’assessore Pompei – l’obiettivo è capitalizzare l’esperienza acquisita nella gestione dei progetti rivolti ai suoi giovani: un processo di crescita personale e professionale”.

Dopo Divercities e Geo, tra i progetti portati avanti con l’associazione Formula guidata dalla presidente Debora Donatone, si annovera “Young@Workup” che prevede l’attivazione di due corsi. “Il primo riguarda un corso di operatore dei servizi congressuali e fieristici, rivolto a 10 ragazze alle quali verrà rilasciato un certificato riconosciuto dalla Regione – ci illustra Debora Donatone – Il secondo è un progetto che verrà portato avanti con 20 ragazzi dell’Istituto Alessandrini di Montesilvano nell’ambito delle PCTO, i quali realizzeranno percorsi tematici per imparare ad agire responsabilmente sul territorio e da cui usciranno azioni che poi saranno esplicitate nel prossima edizione del Pulpa Festival. Tra le altre cose, non poteva mancare un progetto destinato all’inclusione di 10 ragazzi con disabilità lieve che intraprenderanno un percorso di tirocinio scolastico con mentoring, per aiutarli ad inserirsi successivamente, nel mondo del lavoro”.

 Un piccolo spoiler rivelatoci proprio dall’assessore alle Politiche giovanili del Comune di Montesilvano Alessandro Pompei,  riguarda la bella notizia che nel mese di gennaio, l’amministrazione partirà con il progetto “Youth Work Montesilvano”, per la valorizzazione delle attività socio educative, e che mira a coinvolgere un gruppo di giovani sul tema dell’operatore giovanile – “youth worker” , utile a creare giovani protagonisti ed animatori dello spazio multifunzionale che il  sindaco De Martinis e gli amministratori auspicano di poter regalare presto ai giovani della città, dal nome “Freezone Montesilvano” e che rappresenterà l’avverarsi di un sogno ormai inseguito da tempo: quello cioè di dotare la città di un centro di aggregazione, dedicato esclusivamente ai giovani.




DA SANREMO A INFINITAMENTE

Nuovo singolo di Giuseppe Maria Bità

Roma, 21 novembre 2024. Infinitamente uscito il 16 Novembre in tutti gli store digitali è il nuovo singolo del cantautore abruzzese Giuseppe Maria Bità, vincitore del Premio Sanremo Christian Music 2023 al Sanremo Festival della Canzone Cristiana con la canzone Sono solo un uomo. Infinitamente è un pezzo molto orecchiabile, che denuncia il malessere di questa società ormai allo sbando, senza più regole, riferimenti, certezze, modelli di vita da imitare e dove regna soltanto tanta confusione mentale.

“Il mondo procede a passi lenti verso l’autodistruzione” secondo Bità. “Non ci sono più regole, cancellati tutti i valori morali di un tempo. Ognuno è ormai libero di fare tutto quello che vuole… perché tanto non c’è niente di male. Infinitamente prova senza giri di parole a dire le cose in faccia ed a mostrarci che mentre noi continuiamo solo a farci del male, c’è un Padre che soffre per noi e ci chiama per nome. Si per nome, perché lui ci ha voluto sin dal principio…e ci ama infinitamente”.

La canzone stupisce già al primo ascolto perché coniuga e fonde abilmente insieme il significato sacro del testo con la musica che quotidianamente tutti siamo abituati ad ascoltare nelle radio e nei mainstream, rendendo il tutto molto fruibile e mai pesante anche per chi liberamente ha scelto di non abbracciare la fede religiosa. È insomma una canzone per tutti e che non esclude nessuno.




SUL CULTO DI SAN BIAGIO IN ABRUZZO

[Introduzione di Franco Cercone, Sul culto di San Biagio in Abruzzo, pubblicata nel volume-inchiesta “San Biagio in Abruzzo tra storia, arte e tradizioni”, del Ministero Beni Culturali. Soprintendenza per il Patrimonio Storico Etnoantropologico per l’Abruzzo; Carabba Editore, Lanciano 2007.]

Gli studiosi abruzzesi – e fra essi soprattutto quelli che si interessano di religiosità popolare – non saranno mai abbastanza riconoscenti alla Soprintendenza Regionale per il Patrimonio storico-artistico ed etno-antropologico, per aver promosso un’inchiesta capillare sul tema “San Biagio in Abruzzo. Storia, Arte, Tradizioni”, svolta da un team di ricercatori operanti in seno alla stessa Soprintendenza Regionale ed i cui nomi sono riportati nel “Sommario” accanto agli argomenti trattati.

Nella Presentazione dell’opera, a cura di A. Imponente e R. Di Paola, appaiono già evidenziate le finalità della ricerca, assai complessa, che assume particolare importanza per l’Abruzzo.

San Biagio si presenta infatti come depositario di patronati ambigui e talvolta contraddittori, di cui il Santo vescovo armeno si arricchisce allorché il suo culto si espande lungo la via per l’occidente, ma non senza incontrare “resistenze”. Ancora oggi, per esempio, la figura di Biagio è ignorata dalla Chiesa ortodossa greca, che festeggia il 3 febbraio “San Simeone” cui è estraneo qualsiasi rituale preposto alla protezione della gola.

I patronati esercitati da San Biagio sono innanzitutto molteplici ed appaiono talvolta stratificati e sovrapposti – come avevano già rilevato alcuni Bollandisti e soprattutto H. Delehaje ne “L’ancienne hagiographie bizantine” – a quello primigenio della “protezione della gola da generiche affezioni”, per aver Biagio sottratto a morte certa per soffocamento un bambino al quale – narra la nota leggenda – una lisca di pesce rimasta conficcata nella gola impediva di respirare.

A questa primigenia leggenda di fondazione si aggiunge verso la metà del XIV secolo e soprattutto in Italia un ulteriore e più significativo patronato esercitato non nei confronti dei pastori, ma a favore delle comunità addette alla lavorazione della lana nelle antiche balchedas o “gualchiere”, per via appunto dello scardasso – l’attrezzo usato per “pettinare” la lana – mediante il quale il Santo avrebbe subito il martirio, anche se altre fonti lo vogliono morto per decapitazione.

Per quanto concerne la diffusione del culto in Abruzzo, l’area appunto che in tale sede interessa, sono significative le Bolle Corografiche del XII e XIII secolo pubblicate da Nunzio F. Faraglia nel famoso Codice Diplomatico Sulmonese (Lanciano 1888). In quella emanata da Clemente III nel 1188 non v’è quasi nessun paese posto fra l’area del Sangro e le Valli dell’Aterno e Tritana che non annoveri una chiesa dedicata a San Nicola di Bari, mentre solo due appaiono sub titulo Sancti Blasii, e precisamente a Bussi ed a Furca (Forca Palena), da cui forse il culto si espande in seguito nella sottostante Valle dell’Aventino. In un documento del XIII secolo pubblicato dal Celidonio nel IV volume de “La Diocesi di Valva e Sulmona” vengono confermate al Monastero di Santa Maria de Letto (Palena) tutte le chiese della Valle dell’Aventino fino a Turricella. Tuttavia, nessuna di esse, eccetto quella esistente in Furca, risulta sub titulo sancti Blasii, particolarità questa che per quanto concerne Palena si protrae fino al 1356, anno della memorabile visita pastorale del vescovo Francesco de Silanis nella Diocesi di Valva. Sicché in territorio valvense la più antica chiesetta rurale dedicata a San Biagio sembra essere una grancia del monastero di San Pietro de Lacu, fondato come è noto da San Domenico di Cocullo.

Di un’altra chiesetta dedicata a San Biagio e sita presso Porta San Salvatore, si ha notizia a Sulmona da alcuni documenti risalenti ai primi decenni del XIII secolo segnalati da F. Sardi de Letto e di cui parleremo in seguito. Essa aveva forse fin dall’inizio curam animarum e perderà il titolo di “parrocchia” a seguito della sua distruzione avvenuta in occasione del terremoto del 1706.

I pastori abruzzesi avevano dunque in San Nicola di Bari il loro nume titolare ed in questo fenomeno vistoso, caratterizzato dall’erezione di numerose chiese in suo onore, si coglie – sottolinea F. Sabatini – “l’eco di quell’importantissimo fatto storico che fu il trafugamento e la traslazione a Bari delle reliquie di San Nicola di Mira, avvenuta nel 1087 ad opera di un manipolo di marinai baresi”.

Labili sono anche i riferimenti cultuali nei confronti di San Biagio nel Contado teatino, che diventa dal 1273 Abruzzo Citra dopo la storica divisione del territorio da parte di Carlo d’Angiò in due Giustizierati, Citra et Ultra flumen Piscarie.

Dal “Regesto delle pergamene della Curia Arcivescovile di Chieti” di A. Balducci(vol. I, 1006-1400), contenente l’Inventario dei beni della Mensa arcivescovile teatina, risulta che nel 1323 oltre a quella notissima di Lanciano solo altre due chiese sono registrate sub titulo Sancti Blasii.

Questo particolare, aggiunto alla medesima situazione esistente nella diocesi di Valva e nel Teramano, induce a ritenere che nella nostra regione il culto di San Biagio, almeno ai primi decenni del XIV secolo, non fosse né diffuso e né collegato al fenomeno della pastorizia transumante.

La devozione per il vescovo di Sebaste subirà invece un notevole impulso ad opera dei ceti mercantili che iniziano ad organizzarsi nelle varie Arti, soprattutto in quella della lana, ovunque in rapida ascesa nei primi decenni del Trecento. Come scrive R. Colapietra, per limitarci ad un solo ed illuminante esempio, la nuova città di Aquila viene murata all’inizio del Trecento; ma  in occasione della traslazione del corpo di San Pietro Celestino, avvenuta come riferisce Buccio nella sua Cronaca nel 1327, la popolazione partecipò  commossa al grandioso evento ed in particolare “tucte le Arti annarovi, ciascuna con gran gente”, a dimostrazione del ruolo che tali corporazioni artigianali svolgevano in seno alla Civitas e fra esse soprattutto quella della lana, che assume come protettore San Biagio fin dalla sua istituzione.

L’Antinori (Annali, XI, 112), sottolinea al riguardo che nel 1315 “si compilarono in Capitoli gli Statuti della Città dell’Aquila” ed in un articolo in particolare si stabilisce che nei giorni di domenica e nella ricorrenza del Natale, della Pasqua ed altre determinate festività, fra cui San Biagio, quasi nume tutelare della Città, “niuno faccia lavori, né mercimoni di qualunque genere, purché non sia giorno di mercato….

Grandi furono i privilegi accordati dai re Ladislao e Renato all’Arte della Lana di Aquila, città dalla cui Piazza Grande – sottolinea C. Felice nella sua fondamentale opera “Ascesa e declino di un distretto manifatturiero” – si dipartiva una via detta significativamente “degli scardassieri”.

L’Arte, come ritiene A. Clementi nei suoi “Statuta Civitatis Aquile”, era stata già costituita nel 1331 e se ne ha conferma da un documento riportato dall’Antinori (Annali, XI, 307). In data 24 settembre di tale anno un allevatore di Pacentro vende infatti ad un cittadino aquilano 2.800 “velleri”, da cui si otteneva la “lana cordesca” delle “pecore carfagnine” da lavorare nella stessa Aquila, il che lascia supporre l’assenza nello stesso periodo di ogni corporazione di settore nell’area della Maiella ed in particolare in quella peligna.    

Degno di nota è quanto riferisce ancora l’Antinori nei suoi Annali (XV, 39) e cioè che  i Consoli dell’Arte della lana duravano in carica quattro mesi ed agli atti e documenti da autenticare essi apponevano “il sigillo dell’Arte, nel quale era scolpito l’Agnus Dei..” e non – come era forse da aspettarsi – la figura di San Biagio, anche se l’Agnello di Dio costituiva una immagine che richiamava meglio sotto l’aspetto semantico l’origine di una Corporazione che fondava la propria ricchezza sul  valore della  pecus, da cui  il termine latino pecunia.

I mercanti della Patria di Ovidio, sottolinea G. Pansa nel noto saggio “Le relazioni commerciali di Sulmona con altre città d’Italia durante il secolo XIV”, si regolavano invece in materia di commercio “secondo gli usi e le consuetudini dei luoghi e questo lascia supporre che in Sulmona non esistessero, come in altri luoghi, corporazioni mercantili coi propri Statuti e propri Consoli”.

Gran commercio  e produzione di zafferano, di seta, di panni, specie quelli  sottoposti  “a tintura”: ciò attestano i numerosi documenti oggi conservati nell’ Archivio di Stato di Sulmona e non una corporazione attiva nell’ambito dell’Arte della Lana, la cui istituzione – ci dice il Faraglia nel prezioso Documento CCXCVII del suo Codice Diplomatico Sulmonese – viene raccomandata in data 24 maggio 1489, e dunque in tardo periodo, da un decreto della regina Giovanna d’Aragona:  “…volimo et ordinamo che debeate introducere lo exercitio de dicta Arte”, trasmesso al Capitano ed all’Universitas di Sulmona.

Tuttavia, questa attività, legata pur sempre all’industria armentizia, non sembra aver determinato dal XVI secolo in poi un incremento del culto di San Biagio, che resta comunque uno dei santi appartenenti al pantheon devozionale sulmonese e patrono dell’Accademia degli Agghiacciati, che si riunisce ogni anno il 3 febbraio. Nella Città di Ovidio, ricorda inoltre E. Mattiocco, è esistita solo una chiesa di modeste dimensioni sub titulo Sancti Blasii; era sita nei pressi del Palazzo dell’Annunziata (non, dunque, presso Porta San Salvatore, come scrive il Sardi de Letto) ed è documentata fin dai “primi decenni del Duecento”.

Nell’estendere lo sguardo alla straordinaria figura del Santo vescovo di Sebaste, occorre soffermare la nostra attenzione su alcuni aspetti già messi in luce da H. Delehaye ne L’ancienne hagiographie bizantine. Nella sua fase di passaggio – specie lungo la via Egnatia – dall’area balcanica a quella dell’Europa occidentale, i racconti agiografici su San Biagio ed altri santi “rivelano ben poche testimonianze autentiche e credibili, dal momento che la maggior parte di essi fu scritta molto tardi, quando dei martiri rimaneva soltanto il ricordo del nome”, mentre il loro culto, adattato ad esigenze locali, rivelava una religiosità spesso “ambigua” ed attinta addirittura, come l’episodio della lisca di pesce nel racconto agiografico di San Biagio, dal corpus dei “miracoli” operati da Esculapio.

Lo ha dimostrato di recente anche una illustre medievalista, A. Acconcia Longo, in “Vite, passioni, miracoli dei Santi”, un corposo saggio contenuto nella fondamentale opera dal titolo La cultura bizantina. È il caso per esempio – non abbastanza noto – del paralitico al quale i santi Cosma e Damiano prescrivono come cura di “violentare una donna muta, che si metterà ad urlare, facendo scappare di corsa il paralitico”. In tal modo i due Anargiri, al cui culto in area balcanica e soprattutto nel loro Cosmidion a Costantinopoli sono estranei sia il “sedano” che le disfunzioni sessuali, hanno conseguito ut mos erat una doppia guarigione.

Mancano inoltre in area bizantina riferimenti al patronato galattogeno di Sant’Eufemia mentre per quanto concerne San Biagio, aspetto questo decisamente rilevante, non risulta nelle aree montuose -in cui si esercitava in particolar modo la pastorizia e l’attività di trasformazione della lana – alcun riferimento protettivo nei confronti degli addetti alla scardassatura. E non solo nei territori balcanici e caucasici ma anche in altre aree, come si evince da quelle particolari ed importanti testimonianze devozionali che sono appunto i santini

Nell’Europa occidentale sia i santini stampati fin dalla prima metà del ‘500 dai fratelli fiamminghi Wierix che quelli tedeschi prodotti nella Germania meridionale, giungevano – come scrive V. Pranzini nella sua  Storia breve del Santino – fino alla Russia, grazie “a stuoli di venditori ambulanti provenienti da villaggi di povere valli alpine”, i quali avevano anche l’importante compito di  riferire al loro ritorno eventuali “varianti” su culti già conosciuti, oppure particolari e poco noti patronati esercitati in loco dai vari santi, al fine di aggiornare la produzione dei santini sotto l’aspetto protettivo e devozionale ed agevolarne la vendita.

Per quanto concerne San Biagio risultano predominanti nei Paesi dell’Europa orientale le immagini in cui il Santo vescovo è ritratto accanto a fanciulli con due candele incrociate sulla gola, mentre è assente ogni riferimento al martirio subìto secondo il racconto agiografico mediante lo scardasso.

L’assenza in area mitteleuropea di ogni riferimento iconografico allo scardasso è senz’altro illuminante e contrasta con quanto avviene di norma nel culto di molti Santi, raffigurati con lo strumento del loro martirio (per esempio S. Apollonia con le tenaglie con cui le furono strappati tutti i denti, S. Caterina con la ruota ecc.) oppure con gli organi del corpo che subirono il martirio, come per esempio Santa Lucia e Sant’ Agata, le cui immagini presentano rispettivamente, oltre alla “palma”, gli occhi e i seni  evidenziati di solito nei dipinti e negli stessi santini in un piccolo vassoio sorretto dalle stesse Martiri.

Ascritto in area bizantina alla categoria dei Santi anargiri ed in quella mitteleuropea fra i 14 Santi Ausiliatori (Vierzehn Nothelfer), San Biagio si arricchisce tuttavia con il trascorrere del tempo di particolari patronati che nel mondo protestante e soprattutto nella liturgia della chiesa evangelica appaiono non di rado sorprendenti e contraddittori. Nel X secolo, scrive per es. A. Di Nola, San Biagio risulta nel Manoscritto 111 di San Gallo “protettore dei porci” (dunque di animali indispensabili alla famiglia rurale ma pur sempre “voraci”) insieme a San Giovanni Battista e San Martino, godendo presso le popolazioni rurali che vivevano ai margini dei boschi e nutrivano i suini con le ghiande di una particolare devozione sostituita più tardi da quella per S. Antonio Abate e diffusa dagli Antoniani.

Ad un ambito mitteleuropeo e non armeno, come dimostrano anche i primi santini, sembra doversi ascrivere pertanto l’episodio agiografico del lupo, che su intercessione di San Biagio riconsegna ad una povera donna un maialino catturato dal famelico animale, “re della steppa e dei boschi”. L’episodio da un lato conferma l’importanza dell’allevamento dei maiali nel mondo rurale europeo, già evidenziata in particolar modo dal Duby e soprattutto da A. Di Nola ne “Gli aspetti magico-religiosi di una cultura subalterna italiana”, e dall’altro offre la possibilità di ascrivere San Biagio alla schiera dei Santi (soprattutto benedettini, come S. Domenico di Cocullo, S. Amico, S. Franco di Assergi, S. Guglielmo ecc.) definiti “domatori dei lupi e delle fiere”.

 Quest’ultimo aspetto, presente nei racconti agiografici sorti e diffusi in particolar modo in aree cattoliche mitteleuropee, sembra confermare un antico patrocinio di San Biagio sugli animali, specie quelli “da cortile” assai importanti per la vita dei ceti rurali, esercitato come si è detto prima della diffusione in Europa dell’ordine degli Antoniani.

Queste remote connessioni cultuali fra S. Antonio Abate e San Biagio, il quale aveva un proprio altare (il più antico forse in Abruzzo) nell’Abbazia di San Clemente a Casauria, residuano in alcune inchieste ed in particolare in quelle condotte nell’area del medio corso del Pescara, dove non a caso    San Biagio era ritenuto – ancora nei primi decenni del ‘900 – protettore degli animali domestici e da cortile.

Il valore apotropaico dei vari pani (sui quali ha indagato G. Di Matteo) mangiati a devozione di San Biagio e confezionati nelle varie forme e denominazioni locali, dalle panicelle di Taranta Peligna (citati da E. Stinziani), alle ortali della Marsica (descritte da G. Palma) fino alle diverse tipologie delle ciambelle o del ciambellone di Bussi sul Tirino, si proietta così – come nel caso dei pani di S. Antonio Abate e di altri Santi – anche nei confronti degli animali, soprattutto equini e bovini, che svolgevano un ruolo importante nell’ambito dell’economia contadina.

D’altro canto la destinazione dei pani di San Biagio agli animali ed in special modo alle mucche affinché producessero più latte, è assai documentata nei Sinodi Diocesani del XVII secolo ed in particolare due studiosi, C. Corrain e P. Zampini, hanno accertato in una importante ricerca dal titolo Documenti etnografici e folkloristici nei Sinodi Diocesani italiani anche l’uso di pani “in forma della placenta della Madonna”, che venivano confezionati e mangiati devotamente nella ricorrenza della Immacolata Concezione.  

Secondo una Passio del VI secolo Biagio, medico e vescovo di origine armena, subisce come sembra il martirio nel 316 con un grosso pettine di ferro, lo scardasso appunto, che diventa come si è detto una vera e propria leggenda di fondazione per i cardatori che operano nei Paesi cattolici nell’industria e nella trasformazione della lana. Essi appaiono liberamente riuniti in associazioni artigiane le quali – sottolinea C. Felice – “solo nei centri più grandi assurgevano al rango di corporazioni nel senso medievale del termine”.

Dai più antichi documenti etnografici ed agiografici risulta tuttavia che la figura di San Biagio si carica di patronati e “segnali” diversi nel corso della sua diffusione nei Paesi dell’Europa occidentale e che nell’ambito di ciascuna area geografica il culto si presenta fortemente storicizzato e frantumato in un mosaico devozionale, la cui lettura non sempre risulta agevole allorché si tenta una sua decodificazione ed interpretazione.

R. Beitl, che si è interessato del culto in area tedesca, conferma che già nel VI secolo il nostro Santo veniva invocato in area mitteleuropea contro il mal di gola, ma non si dilunga sull’origine di tale leggendario patronato, scaturito forse in ambienti curiali ed ecclesiastici che si sono ispirati al noto racconto agiografico, in base al quale è la madre che prega vivamente San Biagio affinché estragga dalla gola di un bimbo una spina di pesce che minacciava di soffocarlo.

Ciò che appare interessante nel fenomeno della diversificazione e localizzazione degli aspetti agiografici è quanto sottolinea il Wörterbuch der deutschen Volkskunde in merito al culto di San Biagio in Austria e nella Germania Meridionale, dove già nel XII secolo, come rileva anche H. Delehaye, emergono “motivi leggendari” del tutto estranei alla tradizione della Chiesa bizantina.

Nei Laender cattolici tedeschi, Biagio è considerato infatti protettore degli animali domestici (Haustiere) e tale patronato, esclusivo, si sarebbe protratto fino al XII secolo allorché si comincia a registrare in tutta l’Europa occidentale la diffusione dell’ordine degli Antoniani.

Tuttavia R. Beitl riferisce che gli animali da cortile, rituale questo estraneo agli Antoniani ed ancora diffuso in alcuni villaggi della Germania centro-meridionale nella prima metà del Novecento, venivano nella ricorrenza di San Biagio simbolicamente “strozzati” e guariti con la cera benedetta il 3 febbraio, la qualcosa è apparsa a F. Boehm “un rite de passage” applicato anche agli animali da cortile. Questa ipotesi viene ribadita anche da H. Delehaje ne Les légendes hagiographiques, allorché il grande Bollandista sottolinea la forte “localizzazione” degli Acta relativi sia al Santo vescovo armeno che ad altri determinati Santi.

In Tirolo San Biagio è per esempio il patrono degli agenti atmosferici e soprattutto del vento, perché al verbo blasen (soffiare) si riconnette la derivazione del nome Blasius e perciò il Santo, specie nell’Europa settentrionale, è assurto a patrono dei mulini a vento, dei mugnai nonché dei suonatori di strumenti a fiato (Blaeser).

Non meno interessante, nell’ambito del fenomeno della “localizzazione”, appare la derivazione del nome Biagio dall’aggettivo blasius, il quale – ricorda E. Giancristofaro – significa in latino “balbuziente” e pertanto San Biagio era per evidenti motivi anche il protettore degli avvocati.

La fine dei venti impetuosi è indice un po’ ovunque in Europa della fine dell’inverno, la quale – come si crede – è da ricollegarsi proprio al dies natalis di Biagio, cioè al 3 febbraio:

                                     “Der heilige Blasius (lett.: Il Santo Biagio)

                                     macht den Winter lus” (caccia l’inverno).

Questa credenza, collegata alla prima settimana di febbraio, è confermata d’altro canto in diverse aree italiane da un detto assai comune ed espresso con valore paremiologico nei vari dialetti:

                                     Alla Candelora

                                    dall’inverno siamo fuori.

Agli aspetti devozionali, comunque noti, fanno riscontro tuttavia alcune simbologie che s’impongono alla nostra attenzione per la loro peculiarità e lasciano insorgere il dubbio che esse costituiscano residui di miti antichissimi confluiti nel culto di San Biagio e caduti in disuso con il trascorrere del tempo. È quanto suppone a giusto titolo I. Di Nardo a proposito dell’unzione della gola mediante una penna di gallina o di colomba, rituale che le inchieste definiscono ormai “desueto” e quasi in via d’estinzione, perché oggi la sacra unzione viene effettuata per lo più con le dita da parte del sacerdote officiante.

Le “penne” hanno sempre costituito – come ricorda opportunamente P. Furia nel suo “Dizionario iconografico dei Santi” – il “simbolo d’elevazione dalla terra al cielo”. Sicché l’attributo iconografico ed “individuante” di molti santi, da Santa Colomba di Sens, la quale invece della palma ha per simbolo del suo martirio una penna di pavone, fino ai santi vescovi ravennati “colombini”, eletti da S. Apollinare in poi su indicazione di una miracolosa colomba, è stato per qualche tempo una penna di colomba. Per tacer poi del fatto che in molti quadri ed affreschi relativi al mistero della Trinità è presente una “colomba, che simboleggia la luce del Padre” oppure “lo Spirito Santo”.  

La ricerca promossa dalla Soprintendenza ed affidata ad un gruppo di studiosi, decisamente encomiabili per i risultati conseguiti, va considerata dunque un fondamentale lavoro di rilevamento sia degli aspetti cultuali, che residuano in un’epoca di desacralizzazione dell’uomo e dell’ambiente, che di sintesi fra le varie localizzazioni cultuali.

Attraverso un’indagine storico-documentaria ed una ricerca “sul campo” gli Autori dell’inchiesta sono riusciti a ficcar lo viso a fondo nella complessa devozione di San Biagio che si presenta ancora viva in Abruzzo non solo nei centri posti lungo le direttrici o i segmenti tratturali, ma anche nell’immediato entroterra della fascia adriatica. Il racconto su San Biagio registrato dal De Nino ad Ortona ed apparso nel IV volume degli Usi e costumi abruzzesi (1883) costituisce per esempio un episodio illuminante dello “sdoppiamento della figura del Santo”, il quale trasferisce tutti i suoi poteri taumaturgici su ogni persona umile, purché devota, dato che – ricorda il De Nino – “il divoto di San Biagio può fare da medico”.

Il “responsorio” di Ortona risulta inoltre di particolare interesse perché ascrivibile alla cosiddetta tipologia “a scalare”, in cui dal magico numero nove (tre volte tre) contenuto nel primo verso:

                                                 Sante Biasce, de nove fratelle,

si perviene all’ultimo in cui resta solo San Biagio, per intercessione del quale l’operatore produce l’eliminazione di grumi, nodi e comunque di qualsiasi sostanza che possa ostruire la gola ed impedire di respirare.

Il “responsorio”, che agisce in via preventiva ed in funzione apotropaica, è accompagnato da uno strofinamento votivo della gola mediante il pollice e l’indice, ma un tempo il rituale si svolgeva forse con una piuma di gallina o di colombo. Sono frequenti infatti i casi, come accertato per esempio a Vittorito (Aq.), in cui alla tradizionale unzione mediante la “piuma di gallina” (in mancanza di quella di colomba) si è sovrapposta su iniziativa del clero locale l’unzione della gola con le dita oppure con la candela intinta nell’olio benedetto, nel tentativo forse di ovviare ad un cerimoniale che si svolgeva nei secoli passati in un modo decisamente diverso e di cui non si riusciva a comprendere le complesse funzioni. Pregna com’è di sincretismi magico-religiosi e di riferimenti alle virtù curative dell’olio, l’unzione della gola mediante una piuma non sembra infatti scaturire da motivi igienici, preposti ad evitare durante il cerimoniale dell’unzione che tracce d’olio restino sulle dita del sacerdote celebrante. Ma v’è di più.

Il patronato di San Biagio contro il mal di gola viene ricondotto come si è detto ad un miracolo compiuto dal Santo nei confronti di un bambino che correva il pericolo di morire soffocato a causa di una lisca di pesce. Secondo H. Delehaje tale leggenda, che sarebbe stata diffusa in occidente soprattutto dai monaci basiliani, non trova riscontri se non in fonti agiografiche tarde che rivelano anche un aspetto “inedito”, cioè la ricerca affannosa di presunte reliquie del Santo, la quale ha dato luogo in seguito alla formazione di leggende diffuse a bella posta dai vari ordini religiosi e pregne anche di blasone popolare.

La più nota è certamente quella di Maratea, dove le reliquie di San Biagio – secondo uno schema agiografico tipico e ben messo in luce da G. Profeta – pervengono nel 732 a seguito del naufragio della nave che doveva trasportarle al porto di Ostia ed infine, attraverso il Tevere, a Roma. Come in casi analoghi, il naufragio viene interpretato un segno della volontà di San Biagio, il quale preferisce che le sue reliquie restino a Maratea e non siano trasportate a Roma.

Non meno interessante è la diffusione del culto di San Biagio a Penne (Pescara), città vestina di cui il Vescovo di Sebaste è Protettore insieme a San Massimo.

Qui il racconto agiografico è ben evidenziato da M. C. Semproni, ma la rappresentazione delle rivalità fra Domenicani e Minori conventuali trova in fra’ Serafino Razzi un osservatore eccezionale allorché il dotto Domenicano soggiorna a Penne nella primavera del 1586.

Il Razzi testimonia l’esistenza in loco di una confraternita, chiamata Compagnia di San Biagio, e soprattutto l’uso di confezionare da parte dei fedeli nella ricorrenza del 3 febbraio  una grande  “quantità di bucciatelli o vero Taralli o pane”, un pane che pur “conservato molti anni mai si corrompe, o muffa.” ;  la qual cosa – conclude il Razzi – “si dee a miracolo ascrivere”.

Sul generale potere apotropaico del pane, confezionato in onore di San Biagio e di altri determinati santi in occasione delle rispettive festività, il Razzi ci offre una delle prime testimonianze in area abruzzese della confezione di pani votivi, ma con qualche particolarità degna di rilievo. Questo “pane” infatti veniva mangiato devotamente, scrive il Razzi, da coloro che avevano “male alla gola o testa” e quest’ultimo patronato contro il mal di testa, esercitato in Abruzzo anche da santi “non decollati”, come per esempio S. Urbano a Bucchianico e S. Colomba ad Isola del Gran Sasso, si deve al fatto – sottolinea B. Carderi, il quale ha curato i Viaggi in Abruzzo del Razzi – che San Biagio “subì il martirio della decapitazione all’epoca di Licinio (307- 323)” e non – come affermano numerosi racconti agiografici – mediante lo scardasso, attrezzo che costituisce come è noto un costante riferimento iconografico del Santo nella religiosità popolare abruzzese.

A Penne, sottolinea ancora il Razzi, si conserva “la sacra Testa” del santo vescovo di Sebaste, che era stata sottratta a Ragusa – “la Repubblica di San Biagio”- da due monaci di Penne appartenenti “uno all’Ordine di San Domenico e l’altro ai Minori”.

Su tale episodio leggendario fra’ Serafino Razzi stila addirittura, mentre soggiornava nel 1586 a Penne, una “Relazione sincera della venuta nella Chiesa di San Domenico di Penna della venerabile Testa di San Blasio Martire”, la quale decisamente non reclama commenti…

La “guerra” fra i vari ordini religiosi e fra diversi santuari per il possesso di presunte reliquie autentiche (e con il conseguente richiamo di folle di pellegrini sempre generosi in fatto di offerte…) è un argomento troppo noto e sul quale non conviene soffermarsi, anche perché in passato questo fenomeno ha dato luogo a vicende grottesche su cui solo in rare occasioni la Curia Romana è stata costretta ad intervenire per dissipare dubbi e restaurare certezze.

Ricorderemo in proposito solo un episodio. Scrive G. Profeta che papa Pio VI, al secolo Giannangelo Braschi, dopo la sua elezione al Soglio di Pietro avvenuta nel 1775, restò impressionato dal grande numero di denti di Sant’Apollonia, venerati nelle chiese e nei vari santuari italiani ed europei per il loro supposto patronato antiodontalgico. Pertanto, egli ordinò che tutti questi denti fossero portati a Roma e dopo aver constatato che avevano raggiunto l’incredibile peso di 3 kg., ordinò che fossero messi in un “bauletto” e gettati nel Tevere!

A parte le incertezze sulle presunte reliquie, disseminate un po’ ovunque nelle nostre chiese e mai elevatesi – a differenza di quella di Ragusa – a livello di “santuario”, vi sono forti dubbi sulla vita di San Biagio, già evidenziati del resto dai Bollandisti, malgrado notevoli contributi scaturiti – specie per l’area abruzzese – da una mostra organizzata nel febbraio di quest’anno a Castiglione a Casauria da A. Varrasso sul tema San Biagio nella storia.

Una “storia” che a ben osservare sembra fortemente influenzata dai fantasiosi racconti di Jacopo da Varagine e dalle immagini contenute in un codice miniato del XIV secolo conservato nella Biblioteca Apostolica Vaticana, le quali tuttavia costituiscono solo alcuni tasselli del variegato mosaico cultuale che emerge dalle interessanti inchieste sul campo condotte in Abruzzo.

Fra le suddette immagini più che la tela seicentesca dell’Adorazione dei pastori, serbata nella chiesa di San Marco a Castel del Monte (Aq.), è il quadro ad olio settecentesco conservato a Scoppito (Aq.) nella chiesa di San Bartolomeo e dal titolo San Biagio e Sant’Antonio Abate, sul quale si vuol fortemente richiamare l’attenzione.

Non sono poche, infatti, le immagini che mostrano i due Santi venerati nella stessa chiesa e quasi soggetti ad identico culto soprattutto per la protezione assicurata agli animali, esposti durante le fiere che avevano luogo un po’ ovunque nei nostri paesi nella ricorrenza del 3 febbraio e nel corso delle quali – particolare questo assai significativo ed evidenziato nell’inchiesta di R. Carretta – venivano acquistati i maialini da allevare durante l’anno.

In tale giorno, tuttavia, v’era un aspetto particolare che contraddistingueva la festa di San Biagio da quella di Sant’Antonio Abate, assai temuti dai ceti rurali insieme a San Sebastiano in caso di violazione di norme rituali codificate, donde il detto assai comune in Abruzzo: Guàrdete da lu Varvùte (S. Antonio), da lu Furzùte (S. Sebastiano) e da lu Garzarùte (S. Biagio), protettore del “gargarozzo”, cioè della gola.

Dalla attenta ricerca di F. Balassone, condotta nei centri dell’Aquilano, si evince che la ricorrenza di San Biagio, in ricordo forse del miracolo della lisca di pesce sottratta alla gola di un fanciullo, era anche la festa  dei bambini cui si donavano vari dolciumi, fichi secchi ed arance, quest’ultime con valore primiziale come nella festività di S. Antonio Abate a Collelongo: una festa di Epifania posticipata dunque che veniva a coincidere con la rifondazione dell’anno agrario nei primi giorni di febbraio, quando appunto secondo il calendario del mondo rurale “dall’inverno siamo fore”.

Inoltre – e questa appare la particolarità più interessante – la Balassone ha rilevato a Vittorito l’esistenza di un tradizionale e pantagruelico banchetto familiare ancora in uso, secondo una anziana contadina del luogo, negli Anni Cinquanta del ‘900 e nel corso del quale i partecipanti recitavano una breve strofa votiva dal valore liberatorio, come se si trattasse – secondo il pensiero di M. Elide – di un rito di “rifondazione del tempo” per il Nuovo Anno agricolo, con riscatto delle  tensioni accumulate durante l’inverno:

                                               Sante Biasce scé rengraziate,

                                               ce facemme ‘na magnate

                                               de pane bianche e macccarune

                                               queste è la magnate de je cafiune.

Di rilevante interesse risulta nella strofa l’accenno al “pane bianco” ed ai “maccheroni”. Il primo è stato infatti e da sempre il simbolo della distinzione fra l’alimentazione dei poveri e dei ricchi, l’estremo desiderio di chi, in procinto di morire, voleva assaggiare – forse per la prima volta nella sua vita – il pane bianco dei “signori”, somministrato quale lugubre viatico prima del grande viaggio.

A tal riguardo vanno ricordate due espressioni che sopravvivono nei vari dialetti nella cultura popolare abruzzese per indicare chi è moribondo: l’hanne misse a pane bianche, oppure a pane de grane. Entrambe sono pregne di esistenziale drammaticità, documentata per le popolazioni del regno di Napoli nella famosa Statistica Murattiana del 1811. I redattori delle varie Province abruzzesi sottolineano nelle loro inchieste promosse da G. Murat anche la “preziosità” e la rarità dei maccheroni, i quali facevano la comparsa sul desco dei ceti rurali solo nei momenti più importanti del ciclo dell’uomo e dell’anno. Tant’è che ancora oggi a Cansano (Aq.) i maccheroni vengono chiamati la pasta delle nozze, a conferma della loro rarità documentata in periodo post-unitario anche dalla famosa Inchiesta Jacini.  

San Biagio appare dunque nella strofa rilevata a Vittorito come un santo dell’abbondanza. Questo aspetto non costituisce una novità, ma rappresenta invece la continuità di una tradizione, poco studiata in realtà, che si è mantenuta sempre viva nel mondo rurale, afflitto dal problema della fame e perennemente a contatto con “il tesoro della povertà”. Egli, per esempio, viene invocato in un antico documento da alcuni mandriani affinché le loro gole – come ci informa Vittorio Lanternari in Medio evo e campagna – non fossero mai esenti dal “passaggio del cibo”.

Una particolare gola è costituita anche dalla bocca del forno dove si cuoce il pane e dall’interessante indagine condotta da F. Giuliani, M. Grilli e A. Valerii  risulta pertanto che in molti centri del Teramano i forni vengono benedetti dal sacerdote officiante nelle prime ore del mattino del 3 febbraio e tale “benedizione” si estende  non solo a tutti i prodotti “sfornati” nella giornata, soprattutto ai taralli, ma anche ai negozi di generi alimentari dove essi vengono condotti per la vendita. Ma vi sono altre importanti “gole”, come appunto le “porte” delle città, che meritano una pur breve menzione.

Se infatti le immagini di S. Antonio da Padova (non quelle di S. Antonio Abate!) proteggevano dal fuoco i centri urbani ed erano affrescate in funzione protettiva nelle lunette o nelle edicole votive, le candele di san Biagio venivano poste alle porte delle cinte murarie affinché l’afflusso delle derrate alimentari, indispensabili per il nutrimento dei devoti abitanti, non venisse mai a cessare.

Nell’ambito della struttura urbanistica medievale le chiese dedicate a San Biagio – fenomeno questo tipicamente italiano – venivano edificate dunque per tradizione nei pressi delle porte cittadine. Queste assumevano pertanto lo stesso nome del Santo vescovo e venivano considerate le gole di ogni comunità, come le piazze e le strade ne erano rispettivamente il cuore e le arterie, nell’ambito di una concezione che equiparava la funzione degli organi del corpo umano a quella delle strade e delle piazze in seno al tessuto urbano.

Questa funzione apotropaica svolta dalle “candele di San Biagio” si arricchisce così di inquietanti e contraddittorie simbologie che hanno modo di manifestarsi soprattutto nella nostra epoca.

Al rito della protezione della gola, cui nel giorno di San Biagio si sottopongono devote comunità che, pur fra tanti problemi, non avvertono il dramma della fame, si contrappone infatti una umanità dolente fatta di extra-comunitari e comunque di poveri che vivono ai margini della nostra società e che non di rado notiamo accasciati davanti al sagrato delle chiese, mentre invano tendono verso di noi le loro mani in cerca se non di un aiuto materiale almeno di pietà cristiana.

Per questi derelitti, che indossano il perenne vestito della povertà, madre della fame, la benedizione della gola deve apparire un rituale decisamente incomprensibile, se non superfluo e grottesco.

Sicché non a caso nella preghiera contenuta in un santino, recentemente stampato a Cappadocia (Aq.), si invoca il patrocinio di San Biagio non solo “per tutti i mali di gola, ma specialmente per dominare il vizio della gola” ed effettuare così una ingenua e fittizia ridistribuzione del cibo fra ricchi e poveri. Ma de hoc satis. Quelle che abbiamo riferite sono infatti solo alcune fra le numerose considerazioni che suscita il Saggio-inchiesta promosso dalla Sovrintendenza Regionale per il Patrimonio etno-antropologico dell’Abruzzo. Per gli altri aspetti, assai interessanti, che fanno di Biagio un Santo latore di un messaggio decisamente attuale ed inquietante per la nostra società, si fa rimando alla lettura del volume, il quale costituisce – giova sottolinearlo – una indagine condotta con rigore scientifico ed un saggio etnografico pregno di stimoli, che non mancherà di affascinare il lettore.

Franco Cercone