ONORIFICENZA  a Bruno  Montefalcone

Il poeta e scrittore Bruno Montefalcone ottiene il Riconoscimento Comunale dal Sindaco Filippo Paolini e dall’Assessore Graziella Di Campli

Lanciano, 6 dicembre 2022. Il poeta e scrittore lancianese Bruno Montefalcone ha ottenuto una Onorificenza da parte dell’Amministrazione Comunale, il giorno 05 dicembre 2022, nella Sala Consiliare del Comune di Lanciano.   Il Sindaco Avv. Filippo Paolini e l’Assessore Prof.ssa Graziella Di Campli hanno premiato l’Autore frentano con una targa riconoscimento riportante la seguente motivazione:

“AL POETA E SCRITTORE BRUNO MONTEFALCONE che con passione e dedizione quale poeta e scrittore ha raggiunto importanti traguardi e può essere indicato quale splendido esempio per tutti i giovani del nostro territorio al quale ha dato lustro con il Suo impegno. L’Amministrazione Comunale tutta, a nome anche della Comunità Lancianese, plaude”.

Il sindaco, dopo aver espresso parole d’encomio nei riguardi di Bruno Montefalcone, e dopo aver letto il motivo di tale Riconoscimento civico, ha premiato l’artista lancianese, il tutto conciliato da un applauso corale.  Successivamente la Prof.ssa Graziella Di Campli ha riportato le parole di Montefalcone sull’importanza di questo premio che, tra tutti quelli ricevuti durante quest’anno e in passato, è stato quello più emozionante e bello poiché consegnatogli nella sua Città natia.

L’Autore, molto emozionato e al contempo gratificato per l’immenso onore ricevuto, ha sentitamente ringraziato le Autorità e i presenti in sala. Il suddetto tributo giunge a conclusione di un anno di numerosi e rilevanti premi e riconoscimenti ottenuti a livello nazionale in competizioni caratterizzate da un elevato numero di partecipanti in gara, quali: XXXVIII Premio Firenze; Premio Letterario Nazionale di Poesia per la Shoah 2022; Premio Internazionale di Poesia Léopold Sédar Senghor 2022 a Roma; Premio Internazionale Città di Viterbo 2022; Premio Letterario Nazionale Città di Ascoli Piceno 2022; e a metà ottobre scorso l’Autore frentano è stato premiato al Teatro Cordova di Pescara con la sua poesia inedita dal titolo “La sua casa di cartone” al Premio Letterario Nazionale Costa Edizioni 2022.     

Il poeta e scrittore Bruno Montefalcone è nato a Lanciano nel 1982. Si è laureato in Economia a 23 anni. Dopo vari corsi di scrittura, ha esordito nel mondo della letteratura a 24 anni con la sua prima pubblicazione dal titolo “Ombre e luci”.

Ha ottenuto numerosi e prestigiosi Premi e Riconoscimenti Letterari: Finalista/Premiato al XXXVIII Premio Firenze 2021 con la poesia “Il cammino della luce”. L’Autore è stato premiato a dicembre 2021 dal Presidente On. Marco Cellai allo storico Salone dei Cinquecento di Palazzo Vecchio a Firenze; 1° Premio Speciale Poesia: Oscar Europeo d’Arte e Letteratura – I Grandi maestri contemporanei 2012 con la poesia “Continuare a vivere”, premiata dal Prof. Franco Pedrinzani, Presidente Onorario – Associazione San Domenichino – e dal Prof. Manrico Testi, Critico Letterario; 1° Premio al Concorso Nazionale d’Arte e Letteratura 2012 – Colori del Lago di Bolsena con la poesia “Il cuore di carta”; 2° premio alla IV Rassegna D’Arte e Letteratura di Viareggio; premiato alla XV Edizione del Premio Città di Empoli con la poesia “Sui binari della povertà”; premiato alla XX Edizione del Concorso Internazionale di Poesia e Narrativa Massimiliano Kolbe con la poesia “16670” a Savigliano, in Piemonte; 1° Premio Speciale Poesia alla XXVII Ed. del Premio Omaggio al Carnevale di Viareggio 2013; Premio Speciale alla XIV Ed. del Concorso Internazionale di Poesia e Narrativa “Nicola Mirto” 2013, in Sicilia, con la poesia “Saluto, padre, il tuo cuore”; 3° posto al Concorso d’Arte e Letteratura “Omaggio a Giacomo Puccini” con il libro Sotto gli occhi del cielo, a Torre del Lago Puccini nel 2013; premiato alla XVI Ed. del “Domenico Rea” nella Sezione C – Poesia Religiosa –, in Toscana nel 2014; Menzione d’Onore al Concorso Nazionale di Poesia per la Shoah 2021/’22, a Soriano Calabro con la poesia “Tutti meritano la vita”; Menzione di Merito al Premio Internazionale Léopold Sédar Senghor 2021/’22, a Roma con la poesia “I volti dell’esistenza umana”; Menzione d’Onore al Premio Internazionale Città di Viterbo – Tuscia Libris 2022 con la poesia “Vivere anche quando il cuore lacrima”; Premio Speciale Targa Città di Chieti al Premio Letterario Nazionale Città di Ascoli Piceno 2022 con la poesia “Un percorso”. All’Autore è stato assegnato il Premio ad Ascoli Piceno dalla poetessa e scrittrice Rosanna di Iorio, Presidente del Premio Letterario Nazionale Città di Chieti; Riconoscimento di Merito al Premio Letterario Nazionale Costa Edizioni 2022, con la poesia inedita dal titolo “La sua casa di cartone”, evento svoltosi al Teatro Cordova di Pescara.

Ha pubblicato i Libri di Poesia: Ombre e luci, Il Filo (2007); Tu sei Amore, Il Filo (2008); L’anima che ama, Gruppo Albatros (2010); Sotto gli occhi del cielo, Gruppo Albatros (2013). Inoltre, alcune sue poesie sono state inserite in prestigiose e note Antologie Nazionali ed Internazionali quali: Pensieri D’Autore – XV e XVI Edizione (2012 e 2013); Le parole per dirlo, mamma (2012); Il Cantavita (2012); Solo le farfalle sono libere (2022); Premio Internazionale Città di Viterbo 2022 (2022); Premio Letterario Nazionale Costa Edizioni – Seconda Edizione (2022).

Le sue Opere sono state esposte alle Fiere Nazionali del libro di Roma e di Pisa e a quelle Internazionali di Torino, America e Francoforte. L’autore infine ha partecipato a varie trasmissioni radiofoniche (“La luna e i falò” e intervista su Radio Galileo) e televisive (“Se scrivendo” e “10 Libri” su SKY; “In punta di lingua” su TRSP).

Tra i progetti futuri la prossima pubblicazione della sua quinta opera poetica.




MONTEPAGANO SI TRASFORMA in un borgo incantato

Nel segno dell’inclusività

Roseto degli Abruzzi, 6 dicembre 2022. Le strade e le piazze della frazione di Montepagano si trasformano in un mondo pieno di magia grazie all’evento “Il Borgo Incantato” che si svolgerà dall’8 all’11 dicembre prossimi. La presentazione della manifestazione, caratterizzata anche da una spiccata sensibilità riguardo al Sociale, si è svolta questa mattina nella sala consiliare del Municipio di Roseto degli Abruzzi alla presenza del Sindaco Mario Nugnes, dell’Assessore al Turismo Lorena Mastrilli, della Presidente dell’Associazione organizzatrice “Sociale e Civismo” Eleonora Parnanzini, del Segretario Stefano Passamonti, del responsabile della sicurezza Massimiliano Di Furia. Presente in sala anche Tina Pastore, rappresentante dell’Associazione “Make a Wish” che, assieme a Rurabilandia e “Dalla mia parte” ha collaborato alla realizzazione dell’evento.

Sono ben 18 le aree allestite nel cuore storico del borgo di Montepagano e caratterizzate ognuna da attività differenti e “magiche”. Il programma della manifestazione, con il taglio ufficiale del nastro che si terrà giovedì 8 dicembre alle 8.30 alla presenza degli Amministratori Comunali, prevede: la Scuola di Magia, il Magic Tour e altre attività aperte a tutti e attività extra come “Il mantello dell’invisibilità”, la “Scacchiera Gigante”, la “Scenografia delle Scope Volanti”, i Laboratori creativi, la Via dello Shopping e tanto altro. Previsto, inoltre, un servizio di bus navetta con partenza dal Palazzetto dello Sport di Roseto.

“Il “Borgo Incantato” rappresenta una opportunità importante e coinvolgente per tutto il nostro territorio – afferma il Sindaco Mario Nugnes – Quello che ha portato alla realizzazione di questo progetto è stato un percorso lungo ma, come amo dire, le cose importanti meritano di essere attese. Buona parte della “magia” che caratterizza il cartellone degli eventi natalizi di Roseto nasce proprio da questa iniziativa che è riuscita a regalare al territorio un sogno che, grazie all’impegno di tanti, si è concretizzato nella realtà. Le iniziative previste nel “Borgo Incantato” rappresentano un tema che appassiona tutti, grandi e piccini e che aiuta anche noi “grandi” a riscoprire il bambino che è in noi. Ringrazio tutti coloro che hanno lavorato per la realizzazione del progetto, a partire da Eleonora Parnanzini, dai volontari, passando per tutte le associazioni coinvolte e dai giovani rosetani che si sono subito messi all’opera per dare il necessario supporto”.

“Il progetto del “Borgo Incantato” nasce dal sogno di una mamma diventato realtà – aggiunge l’Assessore Lorena Mastrilli – Si tratta di un evento di grandissima portata perché trasformare un intero borgo, allestendo importanti scenografie e coinvolgendo attori, non è un’impresa facile per gli organizzatori che hanno avuto il coraggio di investire somme importanti. Mi piace sottolineare, inoltre, l’impatto che il “Borgo Incantato” avrà anche sul comparto turistico e alberghiero di Roseto con le tante prenotazioni già arrivate da parte di famiglie che arriveranno per partecipare alla manifestazione. Un esempio virtuoso della capacità di destagionalizzazione che il nostro territorio può offrire. Infine, voglio porre l’accento sulla sensibilità dimostrata nei confronti dei bambini speciali che avranno la possibilità di accedere a tutte le attività grazie all’assistenza giornaliera garantita dall’inizio alla fine della manifestazione”.

Il valore dell’inclusione è stato sottolineato anche dalla Presidente di “Sociale e Civismo”. “Uno degli elementi fondanti del progetto è l’inclusione – continua Eleonora Parnanzini – Essere inclusi significa soprattutto sentirsi accolti: appartenere a qualcosa, a un gruppo di persone, a una società e godere a pieno di tutte le opportunità che questa appartenenza comporta. Proprio per questo i confini del nostro evento sono aperti a tutti insegnando a grandi e piccini che cambiare le prospettive è possibile”.

“Ringrazio Eleonora e l’Amministrazione per avermi coinvolto – aggiunge Stefano Passamonti che, nel suo intervento, si è focalizzato sui programmi speciali che animeranno le mattine e i pomeriggi nel borgo – La mattina sarà caratterizzata dalla “Scuola di Magia” dove i bambini di età compresa tra i 6 e i 12 anni verranno catapultati direttamente nel mondo magico, attraverso un percorso che porterà, alla fine, alla cerimonia di consegna del diploma di Mago specializzato nella Magia dell’inclusione. Il pomeriggio sarà dedicato, invece, al “Magic Tour” che prevede la visita al negozio di bacchette magiche, la visita alla casa del custode gigante, la visita alla scuola di magia e all’ufficio del preside, gli spettacoli interattivi di Pozioni magiche e Falconeria, la Camera dei Segreti e tante altre sorprese”.

L’Ingegner Di Furia ha sottolineato che “si tratta di un evento senza precedenti per il Borgo di Montepagano, sia dal punto di vista tecnico, per quel che riguarda la sicurezza, che per le dimensioni. Voglio ringraziare l’Amministrazione Comunale per averci messo nelle condizioni ideali per sbrigare tutte le pratiche necessarie, gli organizzatori e, non da ultimi, i tanti volontari che si metteranno a disposizione per tutte e quattro le giornate”.




AQUILA ALTERA e le cantrici di Euterpe

Celebrazioni del 500esimo anniversario della nascita di Margherita d’Austria con il concerto La devota Margherita

L’Aquila, 5 dicembre 2022. L’associazione musicale Aquila Altera presenterà all’Aquila il 10 dicembre 2022 alle ore 18.30, presso la Sala Conferenze del Convento Santa Chiara, il concerto La devota Margherita Natale alla corte della Duchessa, dedicato a Margherita d’Austria nel 500esimo anniversario della nascita. Donna dalla grande fede e devozione, Madama Margherita ebbe come padri spirituali S. Ignazio di Loyola e il francescano Mariano Racciaccari, vescovo dell’Aquila dal 1579 al 1592. Il concerto a lei dedicato, quindi, prevede l’esecuzione di musiche sacre natalizie risalenti al XVI secolo, presentate dalla prof.ssa Valentina Panzanaro, ed eseguite dalle confraternite e dalle cappelle musicali del tempo. I brani in programma appartengono a codici e a musicisti del Cinquecento e ai luoghi in cui soggiornò la Duchessa.

Il concerto sarà preceduto dalla straordinaria proiezione del video, realizzato per l’occasione, del Mausoleo di Margherita d’Austria nella Chiesa di San Sisto a Piacenza, dove la stessa duchessa aveva chiesto di essere sepolta, illustrato dal parroco don Paolo Mascilongo. L’evento sarà introdotto dalla prof.ssa Silvia Mantini ed il concerto vedrà la partecipazione dell’ensemble AQUILA ALTERA con Gabriele Pro, viella, violino Matteo Nardella, flauti dritti, flauto e tamburo, ceccola, Antonio Pro, liuto e chitarra a 5 ordini Cristina Ternovec, viola da gamba Veronica Lauricella, organo positivo e de LE CANTRICI DI EUTERPE dirette da Maria Antonietta Cignitti.

L’ingresso è libero

www.aquilaaltera.it




L’INGANNO riflettere insieme sull’importante tema della legalità

Giovedì 8 dicembre alle 18:00 alla Sala Eden di Ortona, in corso Giuseppe Garibaldi 1, la sezione Anpi Dario Serafini di Ortona e il presidio Attilio Romanò di Libera-Chieti, in collaborazione con il Teatro delle briciole diretto da Giuliano Tenisci

Ortona, 5 dicembre 2022. Al centro della serata “L’Inganno”, monologo tratto da una storia vera di e con Alessandro Gallo di Caracò teatro. Gallo continua la sua strada verso la narrazione dell’educazione criminale. In scena un uomo e la sua biografia fatta di continui inganni e di menzogne alla quale, attraverso il teatro, ne restituirà una dignità mancata.

Partendo dal suo vissuto disegna, con ironia, rabbia e dolore, i volti di una Napoli madre-coraggio che si scontra, quotidianamente, contro il peso claustrofobico di un familismo che trasforma la bellezza dei vincoli solidali tra famiglie in comportamenti omertosi, in silenzi e sguardi dalle sfumature mafiose. Il legame di sangue diventa un vincolo, una cerniera arrugginita che ne ostacola l‘ingresso di un qualcosa o di un qualcuno, uomo o divino che sia, che ne voglia riscrivere un cambiamento.

Una biografia che si annoda tra due dimensioni nelle quali il protagonista è costretto a muoversi con parsimonia: la dimensione narrativa che si affida all’esercizio democratico della denuncia contro le mafie e una dimensione onirica di contatto e di scontro con un piccolo branco di corpi che ne vorranno impedire la narrazione stessa. “Lo spettacolo di Gallo è una narrazione civile che, proponendo un punto di vista interno alle pedagogie mafiose e camorriste, apre riflessioni significative sul nostro presente”, sottolinea Tito Viola di Libera-Chieti.

“Una narrazione intensa e diretta che sollecita una presa di coscienza, per il pubblico cittadino, sui temi della legalità”, aggiunge Antonio Tucci dell’Anpi, “dimostrando che il teatro può essere non solo intrattenimento, ma anche condivisione di esperienze per aprirsi al confronto, all’informazione e alla partecipazione alla vita collettiva e civile”.

“Pensare che il fenomeno della criminalità organizzata e mafiosa sia qualcosa che non ci riguarda direttamente è sbagliato”, conclude Antonio Pellegrini, presidente Anpi Ortona, “le parole portate in scena da Gallo ci spingono a riflettere su una realtà che non è certamente circoscritta a determinati territori, ma che è in continua ricerca di luoghi e spazi dove mettere radici molto ingannevoli”.

A conclusione del monologo si terrà un confronto aperto sull’importante tema della legalità e Anpi e Libera invitano tutti alla partecipazione.




UNA SERATA CULTURALE sull’Itinerario europeo Le vie di Carlo V

Nel V° Centenario della nascita di Margherita d’Austria

di Goffredo Palmerini

L’Aquila, 5 dicembre 2022. Venerdì pomeriggio, 2 dicembre, nella Sala Rivera del cinquecentesco Palazzo Fibbioni, sede provvisoria degli uffici del Sindaco dell’Aquila in attesa della riapertura di municipale Palazzo Margherita d’Austria, si è svolto un interessante incontro ospitato dalla Municipalità. L’evento, programmato nell’ambito delle iniziative del V Centenario della nascita di Margherita d’Austria (Oudenaarde, 1522 – Ortona, 1586), figlia naturale dell’imperatore Carlo V, Governatrice dell’Aquila – città dove Madama Margarita risiedette alcuni anni -, ha visto la partecipazione di una prestigiosa delegazione dalla città di San Severo, in provincia di Foggia. Assente per un lutto familiare la Presidente del Comitato per le celebrazioni Cinquecentenario della nascita di Margherita d’Austria, Avv. Fabrizia Aquilio, la delegazione è stata accolta dalla giornalista e scrittrice Monica Pelliccione, che per i tipi della Daimon Edizioni ha pubblicato il saggio “Alla corte di Margherita”, e dal direttore della sede provinciale dell’Aquila della Banca d’Italia, dr. Giuseppe Ortolani.

Per Aquila, come allora si chiamava la città, fu straordinariamente significativa la presenza della Governatrice “Madama Margarita”. Ella, infatti, riunì attorno a sé, nello splendido Palazzo dalle Cento finestre (in effetti ne sono 138), progettato dal geografo e matematico Gerolamo Pico Fonticulano accanto la trecentesca Torre civica, un ampio ventaglio di artisti, scrittori e intellettuali. Tra essi anche lo speleologo e ingegnere militare Francesco De Marchi, il primo a scalare il Gran Sasso, nell’agosto del 1573, raggiungendo la vetta del Corno Grande (2912 metri) alla veneranda età di 69 anni. Madama Margarita fece rivivere anni di splendore alla città, che viveva uno dei periodi più bui della sua storia, dopo la rivolta del 1528 repressa nel sangue dagli Spagnoli e le dure punizioni che ne seguirono. La città era stata infatti mutilata dai dominatori spagnoli dell’intero demanio del Comitatus Aquilanus – i castelli che avevano fondato la città a metà del Duecento – e costretta alla costruzione a sue spese dell’imponente Forte progettato dall’architetto militare valenciano Luis Pedro Escribas su incarico del viceré di Napoli, Pedro da Toledo.

L’opera aveva dissanguato le casse della città e l’aveva indebitata fino al collo. Diversi viaggi a Ratisbona fece a quel tempo il sindaco della città, Mariangelo Accursio, per perorare presso l’imperatore Carlo V d’Asburgo (Gand, 1500 – Cuacos de Yuste, 1558) almeno la restituzione del demanio, senza purtroppo un esito favorevole, dal che l’inizio di un lungo declino economico e soprattutto politico della città. L’arrivo ad Aquila di Madama Margarita, nel 1572, ne ravvivò invece la vita culturale, artistica e intellettuale, con il vasto stuolo di pensatori che frequentavano la sua corte, ma anche con il forte impulso impresso all’economia cittadina, reso più determinante anche con gli innovativi sistemi di allevamento del bestiame e di selezioni delle colture, applicati nella grande masseria “La Cascina” che la governatrice stessa aveva fatto impiantare appena fuori la cinta muraria della città, nei pressi della Porta di Pile.

Tornando all’evento, come si accennava, è giunta a L’Aquila una delegazione di alto profilo, composta dal Grande Ufficiale dell’OMRI prof. Rosa Nicoletta Tomasone, Vicepresidente della Rete di Cooperazione europea e coordinatrice dell’Itinerario italiano “LE VIE DELL’IMPERATORE CARLO V”, Presidente del Centro culturale internazionale L. Einaudi di San Severo, sodalizio socio della Rete, rappresentato dal Segretario fondatore prof. Domenico Vasciarelli e dal Vicepresidente dr. Francesco Totaro, ricercatore e storico, componente del Comitato storico-scientifico della Rete europea. L’incontro, oltre gli approfondimenti storici su Margherita d’Austria, ha messo in rilievo anzitutto l’opportunità di inserire L’Aquila nella Rete di Città dell’Itinerario “Le Vie di Carlo V”, al quale aderiscono Istituzioni, Enti pubblici, Associazioni culturali, Fondazioni, appartenenti a 20 Stati di tre continenti – Europa, Nord Africa, America latina –, che hanno la storia in comune, o legami con fatti e personaggi del tempo di Carlo V, l’imperatore sul cui regno non tramontava mai il sole.

Davvero rilevanti gli spunti venuti dall’incontro, coordinato dalla giornalista Monica Pelliccione, che ha visto il dotto intervento della prof. Rosa Nicoletta Tomasone, personalità insigne nell’ambito del progetto internazionale dedicato all’imperatore Carlo V, quindi le interessanti annotazioni del dr. Giuseppe Ortolani, sul piano culturale ed economico in riferimento alla vita e le opere di Margherita d’Austria, e le chiose di Monica Pelliccione, con i richiami al suo magnifico volume “Alla Corte di Margherita”.

Nel corso dell’incontro la sorpresa di poter ammirare due figure in sontuosi costumi d’epoca, Carlo V e sua figlia Margherita d’Austria. Ma soprattutto la rivelazione di due preziosi ed eccezionali reperti storici, scoperti dallo studioso e ricercatore Francesco Totaro negli archivi della Spagna. Il primo, davvero rilevante per L’Aquila, è una lettera di un cittadino a nome di tutti gli Aquilani all’imperatore Carlo V, nella quale con grande dignità e fierezza lo implora per la restituzione del demanio alla città, mentre in quello stesso periodo, si afferma nella supplica, era arrivato a corte il sindaco della città per perorare la medesima causa. Quel cittadino rappresenta all’imperatore l’importanza del demanio, altrimenti la città sarebbe snaturata, come un “corpo privato delle membra”. Il secondo documento è un’altra lettera, questa volta dell’imperatore Carlo V, che scrive al vescovo dell’Aquila (si presume possa essere il prelato e diplomatico spagnolo Alvaro de la Quadra), per ringraziarlo della sensibilità avuta nell’andare a rendere visita a Margherita in una città imprecisata (forse Parma), a causa delle precarie condizioni di salute della stessa. È stato lo stesso Totaro che ha letto i due documenti con autentico talento teatrale, destando il vivo apprezzamento del pubblico presente all’incontro. Infine, la Presidente Tomasone ha consegnato una Targa di merito a Monica Pelliccione per l’opera di promozione della figura storica di Margherita d’Austria, attraverso il suo bel libro pubblicato dall’editrice Daimon. Infine, credo sia utile ed opportuno, anziché fare il sunto del denso contributo reso dalla Grand’Ufficiale prof. Tomasone, proporlo nel testo integrale, capace davvero di illuminare a pieno sia la dimensione storica di Carlo V e di Margherita d’Austria, come le straordinarie opportunità che aprirebbe alla città l’ingresso dell’Aquila nella rete europea – e mondiale – degli Itinerari di Carlo V.

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Presentazione dell’Itinerario Culturale Europeo

“LE VIE DELL’IMPERATORE CARLO V”

riconosciuto nel 2015 dal Consiglio d’Europa

Per Itinerario Culturale Europeo s’intende “un patrimonio culturale, educativo e un progetto turistico di cooperazione per lo sviluppo e la promozione di un circuito o una serie di itinerari sulla base di un itinerario storico, un concetto culturale, una figura o un fenomeno con un’importanza transnazionale, per la comprensione e il rispetto dei valori comuni europei” (Risoluzione CM/Res (2010) 53, che stabilisce un Accordo Parziale Esteso di Itinerari Culturali, adottato dal Comitato dei Ministri in data 8 dicembre 2010, nella sessione 1101ª dei Delegati dei Ministri). Nell’anno in corso il Ministero della Cultura ha organizzato tavoli tecnici di coordinamento e divulgazione degli Itinerari Italiani o europei che passano per l’Italia ed ha pubblicato una brochure, nella quale, a pagina 23, sono definiti il ruolo del Centro Einaudi e le sue attività quale capofila in Italia dell’Itinerario Carlo V. La storia ci ha consentito di suddividere le rotte italiane in: terrestri, marittime, di dominio (come quella dell’Italia dalla Campania alla Sicilia), essendo il regno di Napoli dominio di Carlo V, di conquista, di rapporti diplomatici… e di intrecci famigliari.

Si riportano qui alcuni obiettivi:

1.            Consolidare una vasta Rete di Cooperazione per lo sviluppo di un’offerta culturale e turistica basata sull’eredità europea del sedicesimo secolo e sulla persona dell’Imperatore Carlo V.

2.            Sviluppare un programma di ricerca sulla storia, sull’arte e la cultura all’epoca dell’imperatore Carlo V al fine di facilitare lo sviluppo di attività culturali, ricreazionali, sociali, educative e turistiche comuni.

3.            Promuovere la conservazione e la diffusione del Patrimonio Culturale Europeo del Rinascimento, incoraggiando azioni comuni per la gestione, il ripristino e lo sviluppo sociale dello stesso.

4.            Portare alla luce l’eredità politica di Carlo V attraverso studi, convegni, manifestazioni culturali che tengono vivo il ricordo di questo sovrano pan-europeo del XVI secolo.

5.            Promuovere scambi culturali e educativi con una particolare attenzione rivolta ai contatti tra giovani di regioni e Paesi diversi. Creare programmi di scambio e attività culturali per gruppi di studenti.

6.            Lavorare concretamente alla creazione di prodotti turistici sostenibili finalizzati al miglioramento della qualità della vita della popolazione, miranti alla creazione di posti di lavoro, ad un turismo non esclusivamente stagionale, al miglioramento dello stato di conservazione del patrimonio culturale, affidandogli degli usi specifici in armonia con le sue caratteristiche

La realizzazione di eventi culturali favorisce:

–              La crescita culturale ed economica, crea maggiore attrattività turistica ne destagionalizza i flussi nei territori interessati, favorendo un turismo sostenibile.

–              In linea con quanto previsto nei programmi 2021-27 e dall’Agenda 2030, oltre alla consapevolezza dei valori su cui è incentrata la cultura europea, si mira a promuovere coesione ed inclusione e a promuovere il patrimonio culturale europeo nonché l’euromunicipalismo per un’Europa unificata.

Nei Paesi dell’Itinerario non necessariamente deve esserci stata la presenza fisica dell’Imperatore, ma è importante che ci sia stata la sua politica, la sua influenza nei vari settori della vita pubblica. L’Italia è ricca di testimonianze del grande Imperatore, le nostre città conservano magistrature, castelli, documenti lapidei, toponomastica, torri costiere, opere letterarie, privilegi, lettere, e in molte di esse va considerata, come valore aggiunto, la presenza delle donne, privilegiate da Carlo V, che hanno intrecciato la loro vita e quella delle loro famiglie con le nostre città.

Gli studi continuano incessanti: è del 24 novembre 2022 la notizia che è stata decifrata un’epistola scritta dall’Imperatore nel 1547; era indirizzata al suo ambasciatore a Parigi. Dopo 5 secoli, è stata decriptata da quattro ricercatrici. Per interpretare la missiva, che si trovava nelle collezioni della Biblioteca Stanislas di Nancy, sono stati necessari sei mesi di lavoro e il contributo del laboratorio Lorrain di ricerca in informatica (Loria) associato a quello di una storica dell’università di Piccardia. Il decriptaggio, a 5 secoli di distanza, di quelli che sembravano simboli non “intelligibili”, getta ora una nuova luce sulle relazioni tra il Regno di Francia, all’epoca guidato da Francesco I, e il Sacro Romano Impero Germanico. Credo sia l’unico Imperatore ancora tanto attenzionato. Anche il Sole 24 Ore fa spesso riferimento alla politica economica ai tempi di Carlo V, alla globalizzazione e alla sua influenza nell’Europa di oggi.

Quell’Europa comune che stiamo costruendo, bisogna fondarla sulla nostra comune storia e in questo processo la figura di Carlo V si eleva come un riferimento imprescindibile, perché colui che percorse tutte le strade dell’Europa occidentale, mettendo continuamente a rischio la sua vita per l’Europa cristiana, è già un patrimonio di tutti gli europei. Alcune sue aspirazioni permangono irrisolte e ancora oggi nelle acque del Mediterraneo non si sciolgono i nodi di quella politica che vedeva nell’islamizzazione e nei rapporti con la Turchia e con i Paesi del nord Africa, un crogiolo di eventi che alimentavano conflitti e continue battaglie, il cui ultimo atto risolutivo sembrava dovesse essere la battaglia di Lepanto del 1571.

Per capire quanto e come la politica imperiale fosse volta alla promozione della Pace per tutta la cristianità, bisogna leggere il Testamento lasciato al figlio Filippo II; in esso Carlo V amava dire: “Mi sembra che la prima cosa che debbo ricercare, l’aiuto migliore che Dio potrebbe accordarmi, sia la Pace”. Da tempo ormai si riconosce che l’imperatore Carlo V diede forma a una identità europea senza precedenti. Pertanto la sua eredità ci consente di capire meglio l’Europa di oggi ed è un importante punto di riferimento politico, culturale e storico per molti Paesi dell’Europa centrale ed anche dell’Europa meridionale (Spagna, Italia, ma anche Malta e Nord Africa).

Le tradizionali rotte di mare e di terra, usate personalmente dall’Imperatore, hanno avuto un ruolo fondamentale nella configurazione del grande paesaggio culturale degli inizi dell’era moderna. Sicché l’interesse dell’Itinerario non è limitato alla storia e all’arte, ma comprende l’ambiente, il paesaggio, l’architettura, la vita quotidiana, gli studi medici, matematici, musicali, scientifici, filosofici e quant’altro. Gli Itinerari trasmettono valori democratici e diritti umani e contribuiscono allo sviluppo dei territori, creano lavoro e favoriscono il dialogo fra le diversità culturali. Mobilità, globalizzazione e comunicazione accrescono i processi osmotici tra i popoli, determinando una contaminazione culturale che nei secoli abbiamo ampiamente vissuto e che continuiamo a vivere in Italia. L’influenza di questo processo avutosi ai tempi della dominazione spagnola è oggetto di studio oggi ancor più approfondito e circostanziato, stimolati dall’apporto dell’Itinerario Culturale “Le Vie di Carlo V”.

Ed è così che l’Itinerario, promosso come stiamo facendo, nelle varie sedi istituzionali, nelle scuole e fra la gente, diventa motore di sviluppo e propulsore di diplomazia culturale. E questa diplomazia è stata spesso affidata alle DONNE che nella società cortigiana hanno avuto un ruolo molto importante. La corte è stata teatro di potere e di intrighi, ma anche luogo di amori segreti, di segrete sofferenze e molto spesso, per alcune donne, luogo di diplomazia. Penso alle cognate Isabella D’Este marchesa di Mantova e Lucrezia Borgia duchessa di Ferrara. E come non pensare a Margarita d’Austria. Con loro si evidenzia la cultura delle donne del Rinascimento, una novità tutta umanistico-rinascimentale che prevedeva anche la possibilità di dover esercitare il governo. Queste brevi riflessioni sulla situazione della donna nel Rinascimento è l’ordito testuale che funge da introduzione alla presentazione di alcune figure femminili del tempo, legate al grande imperatore Carlo V e con loro si comprenderà la vita, la società, la filosofia, la scienza, la poesia, l’arte, la cultura  e le riconosceremo come soggetto di desiderio, di potere e di sapere in un’ontologia dell’umano e del sociale in cui si legge l’inquieto divenire dell’essere nella contingenza del vivere. Le donne diventano punti di riferimento fondamentali e ineludibili per la comprensione critica della condizione umana, sociale e politica del tempo.

Le donne di Carlo V sono un connubio di sottomissione e amore. Sono state amate dall’Imperatore come moglie o sorelle, zia o figlia, sono state stimate e onorate come donne di cultura o amazzoni e per questo privilegiate e onorate. Ma non dimentichiamo che le decisioni imperiali, le scelte, i destini venivano calati su queste donne come cappa di piombo ed esse diventavano merce di scambio: i matrimoni erano frutto di accordi diplomatici, sancivano i rapporti tra stati, non si parlava d’amore né si ascoltava il volere delle donne. La tristezza, l’infelicità, gli intrighi, i tradimenti, i delitti spegnevano ogni sorriso. La donna subiva ed accettava la scelta impostale anche in giovanissima età e nello stesso tempo ancora molto giovane assumeva incarichi di governo durante l’assenza del marito, come Isabella d’Aviz moglie di Carlo V, o veniva mandata a governare regioni lontane e turbolente come le Fiandre e pensiamo alla zia Margherita d’Austria, autorevole e diplomatica, in grado di firmare, unitamente a Maria Luisa di Savoia, la Pace delle Due Dame nel 1529 a Cambrai.

Alle donne legate al grande imperatore dobbiamo altresì riconoscere il ruolo che ebbero nella geopolitica di Carlo V. Fu un fine e moderno stratega, proprio in virtù delle scelte dei matrimoni, delle cariche politiche che le donne ricoprirono, della loro collocazione nei punti nevralgici e conflittuali del grande impero. A L’Aquila siamo nella casa della figlia Margarita, andata sposa ad Alessandro dei Medici prima e ad Ottavio Farnese poi, anch’essa governatrice delle Fiandre, anch’essa in grado di adattarsi alle situazioni più difficili e a rimanere donna, sposa e madre.

Questo delle DONNE è uno dei tanti argomenti che possono portare la Città dell’Aquila a far parte dell’ITINERARIO e che potrebbero rendere il Capoluogo d’Abruzzo volano di sviluppo dell’intera Regione. Solo ad esempio se pensiamo all’artigianato, nelle tante sue forme: dalle lanerie all’arte orafa, alle ceramiche, all’enogastronomia, al settore dolciario; alla letteratura, ai musei, ai castelli, torri e borghi che possono esprimere l’identità di un popolo e creare attrattività e non solo. Tutto questo patrimonio palese e nascosto, unitamente ai TRATTURI – antiche vie d’erba della TRANSUMANZA, dichiarata dall’Unesco Patrimonio immateriale dell’Umanità – precursori degli Itinerari, può essere conosciuto e diffuso in tutti i Paesi della Rete intercontinentale e possono essere argomento di Progetti per attrarre finanziamenti e per promuovere un turismo culturale di elevata sostenibilità. Ora tocca alla Municipalità aquilana fare i passi in questo senso, il percorso è già tracciato.

Prof. Rosa Nicoletta Tomasone

Grand’Ufficiale dell’Ordine al Merito della Repubblica italiana

Vicepresidente europea della Rete di cooperazione “Le Vie di Carlo V”




MARSICA MEDIEVALE. Torri e castelli una guida illustrata

L’uscita del libro del liceo artistico ‘V. Bellisario’” a cura di Veneranda Rubeo

Avezano, 5 dicembre 2022. Il lavoro racchiuso in queste pagine deriva dal progetto interdisciplinare Marsica medievale: di torri e di castelli (progetto PON), sviluppato da un gruppo di studenti del Liceo Artistico “Vincenzo Bellisario” (Avezzano, AQ) all’interno dei moduli didattici Medieval Tour e Research and Exploration Tour nel corso dell’anno scolastico 2018-2019. Essi hanno prodotto testi, disegni, immagini fotografiche e narrazioni di episodi storici e di leggende legati a luoghi e figure del medioevo marsicano, individuando la forte impronta che i lunghi secoli del Medioevo hanno lasciato su questo territorio d’Abruzzo, con l’obiettivo di evidenziare e contribuire a valorizzare le emergenze urbanistiche e architettoniche che di quel periodo storico e dei suoi processi costituiscono la testimonianza più tangibile e appariscente. Questa guida intende offrire ai lettori un percorso di fruizione culturale e “turistica” della Marsica medievale attraverso un prodotto agile, ma attendibile nei propri contenuti, significativo in termini di rappresentatività dell’epoca considerata e delle sue diverse istanze, e anche attraente nella sua veste grafica per la qualità e il valore artistico del materiale presentato




GONE. Per le feste di Natale il nostro regalo ai visitatori!

Sabato 10 dicembre, ore 17:30. Entrata gratuita fino a capienza

L’Aquila, 5 dicembre 2022. Sassofono, fisarmonica e chitarra. È il trio Gianluca Lusi, Luigi Masciari e Simone Zanchini in concerto Sabato 10 dicembre ore 17.30 nella Sala Francescana del MuNDA – Museo Nazionale d’Abruzzo, che proporrà al pubblico brani del nuovo album “Gone”.

In questa formazione Lusi, sassofonista, clarinettista, compositore e arrangiatore, si avvale della collaborazione di Simone Zanchini, fisarmonicista fra i più interessanti nel panorama internazionale, e del chitarrista Luigi Masciari, apprezzato arrangiatore e compositore.

Una produzione che sperimenta contaminazione fra mondi sonori diversi e , fra un  equilibrio d’insieme e corposi assoli,  si muove coniugando comunicazione e condivisione.

Condividere, appunto. Non è un caso, quindi, se il brano Beregynia’s Waltz, prima traccia dell’album,  omaggi  lo spirito femminile della mitologia slava, che rappresenta la madre terra, simbolo della famiglia, protettrice della casa e dei figli.

È il regalo che il MuNDA fa ai suoi visitatori con ingresso gratuito fino a capienza.

GLI  ARTISTI

Gianluca Lusi, sassofonista, clarinettista, compositore e arrangiatore. Consegue i diplomi in sassofono e in discipline musicali jazz con il massimo dei voti in Conservatorio, frequenta il corso di perfezionamento di musica jazz, improvvisazione e musica d’insieme alla Berklee Summer School. Molto intensa la sua attività di concertista, ha avuto modo di suonare nei grandi circuiti italiani ed esteri con artisti di fama internazionale italiani e stranieri. Ha pubblicato diversi album, tra cui Gotha 17 (Splasc(h) Records), Rune (Blue Serge), Loose (Tosky Records), What’s New (Caligola Records), Never Fault Behind The Scenes (Tosky Records).

Simone Zanchini, la sua ricerca si muove tra i confini della musica contemporanea, acustica ed elettronica, sperimentazione sonora, contaminazioni extracolte senza dimenticare la tradizione. Ha suonato nei maggiori festival e rassegne in Italia e nei più importanti festival internazionali. Dal 1996 ha pubblicato circa una ventina di dischi, dal 1999 collabora stabilmente con i Solisti dell’Orchestra del Teatro alla Scala di Milano, Vincitore nel 2016 del premio “Orpheus Award 2016” come miglior album dell’anno. Nel 2018 pubblica “Cinema Paradiso” progetto sulle musiche di Nino Rota.

Luigi Masciari, ha collaborato dal vivo e in studio con alcuni tra i nomi più prestigiosi della scena jazzistica nazionale ed internazionale. Diversi i dischi all’attivo, ha registrato, fra gli altri, con Aaron Parks, Jason, Danilo Rea, Paolo Damiani, Alfredo Paixão, Francesco Bearzatti. È Vincitore del prestigioso premio statunitense “Betty Carter’s Jazz Ahead for performers and composers”, Washington D.C, 2007, attribuitogli da musicisti leggendari come Curtis Fuller e Dr. Billy Taylor. Suoi gli arrangiamenti e la direzione musicale del concerto racconto Viva De André di Luigi Viva. È titolare della cattedra di Chitarra Jazz presso il Conservatorio Luigi Cherubini di Firenze

I BRANI

1. Beregynia’s Waltz (G.Lusi)

 2. Give Me Another Chance (G.Lusi)

 3. Brothers (G.Lusi)

 4. Little Brown Sugar (G.Lusi)

 5. Red Sand (L.Masciari)

 6. Gone (G.Lusi)

 7. Song For S (G.Lusi)

 8. Tiny Crazy Blues (G.Lusi)

 9. Smile please (bonus track) (S.Zanchini)




PER LA SALVAGUARDIA di Villa Agresti

Per la difesa della riviera nord

Pescara, 5 dicembre 2022. Abbiamo accolto con favore e interesse l’Ordine del Giorno approvato recentemente all’unanimità dal Consiglio Comunale perché sia sventata la demolizione di una significativa architettura della nostra città: Villa Agresti per la quale l’infaticabile Patrizia Agresti aveva cercato, contando sempre sul sostegno di Italia Nostra, i modi per assicurarne la tutela.

Siamo grati alla Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio delle Province di Pescara e di Chieti per la solerzia con cui ha avviato il procedimento per la dichiarazione di interesse culturale, ai sensi dell’art. 10 del Dl. 42/2004, del prezioso immobile.

Ci auguriamo una positiva conclusione del procedimento con l’emanazione definitiva del provvedimento di tutela a conclusione di una battaglia ormai più che decennale che Italia Nostra ha condotto con tanti cittadini e associazioni culturali della città, ma anche l’avvio di una azione di tutela dei caratteri paesaggistici della nostra riviera.

Gli strumenti urbanistici sopravvenuti, infatti, hanno consentito un’edificazione massiccia; molti grandi palazzi hanno sostituito la precedente tipologia estensiva ed alterato il rapporto con il litorale, come oggi vediamo. Adesso, ancora una volta, gli intensivi interventi minacciano quel che resta di quell’impianto; tuttavia, ancora permangono cospicue tracce di quella stagione in molti villini tra le due guerre ed in alcuni di quelli della ricostruzione, tutti dotati di considerevole qualità architettonica, di un misurato rapporto con il lotto, spesso ricercando l’arretramento dalla strada e la costruzione di pregiati giardini.

La Sezione di Italia Nostra negli ultimi anni ha dovuto accrescere il proprio impegno per contrastare interventi edilizi sempre più vistosi, che determinano la progressiva cancellazione dell’architettura del Novecento in città; un periodo storico, questo, che ne definisce la precipua identità urbana. Il rilancio delle attività edilizie viene attuato soprattutto in sostituzione della città storica e qui, addirittura, incentivato; esso invece deve essere indirizzato alla riqualificazione urbana di zone degradate.

Quindi salviamo Villa Agresti ma non fermiamoci: troviamo gli strumenti perché la sostituzione edilizia in atto non distrugga le testimonianze storico architettoniche ancora presenti cancellando definitivamente il paesaggio urbano della riviera.

Invitiamo pertanto l’Amministrazione Comunale ad assumere con convinzione iniziative perché tale obiettivo sia raggiunto, attivando i rapporti con gli enti istituzionali competenti e con le parti interessate. Riteniamo necessario istituire un tavolo di lavoro tra Comune e Soprintendenza, cui possano partecipare anche specialisti e associazioni, per valutare i provvedimenti più utili che i due Enti possono introdurre per la tutela del fronte a mare della città.

Italia Nostra non farà mancare il proprio contributo a questa azione meritoria e si impegna a promuovere iniziative di sensibilizzazione e di coinvolgimento dei cittadini.

Massimo Palladini

Presidente della Sezione di Italia Nostra Pescara




UN FIORE DI MONTAGNA a Palermo

È il Calicanto di Annalisa Amorosi, gioiello realizzato per il Premio Letterario Giornalistico Nadia Toffa

L’artista Annalisa Amorosi al Premio Nadia Toffa

Lama dei peligni, 5 dicembre 2022. Durante la cerimonia conclusiva all’Auditorum San Mattia ai Crociferi, l’artista di Lama Dei Peligni è intervenuta per presentare la sua opera, consegnata dagli organizzatori a Margherita Rebuffoni, madre della celebre Iena scomparsa prematuramente. Alla serata, condotta da un altro inviato delle Iene, Ismaele La Vardera, hanno partecipato vari amici e colleghi di Nadia Toffa.

Il Premio è dedicato a libri, poesie e inchieste con particolare attenzione al mondo delle donne. Sono state premiate Angela Iantosca, giornalista per varie testate, tra cui La vita in diretta, e la scrittrice italo-siriana Asmae Dachan.

Nel 2018 Nadia Toffa ha pubblicato il libro “Fiorire d’inverno”, con cui ha raccontato una vita passata “a correre veloce, mentre gli altri dormono ancora”. Era una metafora per rappresentare la capacità di fiorire come i calicanti, che non sentono il freddo e sbocciano anche con la neve.

“Abbiamo commissionato un gioiello” ha spiegato Antonietta Greco, presidente dell’associazione culturale Archetipa e promotrice dell’evento, “che rappresentasse ciò che era Nadia, appunto un fiore che sboccia anche con la neve, una donna che non si è mai arresa. E Annalisa Amorosi ha realizzato questo gioiello con tutto l’amore del mondo.”

“È stata un’emozione speciale” ha dichiarato a margine della cerimonia l’orafa abruzzese “anche perché non vivendo a Palermo, la scelta di affidare a me questo gioiello mi ha reso ancora più felice ed entusiasta. È stato un grande onore condividere questa esperienza con grandi personalità del giornalismo e dell’editoria”.

Annalisa Amorosi è titolare del laboratorio “Arte Orafa” di Lama dei Peligni e si è distinta soprattutto in Abruzzo per una serie di gioielli legati al territorio. Ha esposto anche fuori regione in contesti rilevanti come l’Expo 2015 a Milano e il Premio Nazionale “Alda Merini” a Imola. L’arte è di famiglia, infatti suo marito è Franco Coccopalmeri, orafo e artista di Roccaraso, distintosi per mostre di prestigio in Italia e all’estero.

“Ma l’aspetto più toccante” ha aggiunto Annalisa Amorosi “è stato ascoltare il ricordo di Nadia Toffa da parte di coloro che hanno avuto la fortuna di conoscerla”.

Il Premio Letterario Giornalistico Nadia Toffa 2022 ha il patrocinio della Regione Sicilia, del Comune di Palermo, della Città Metropolitana di Palermo, dell’Università degli Studi di Palermo e dell’Ordine dei Giornalisti di Sicilia. Durante l’evento è stato presentato anche il progetto “Non fate i bravi”, nome ripreso dalla frase ironica ripetuta spesso da Nadia Toffa, che ha come obiettivo il completamento della sala d’aspetto e della ludoteca del reparto di Oncoematologia Pediatrica dell’Ospedale Civico di Palermo.




NONNO ANGELO il singolo dedicato ai nonni di Pamela Lancia

Con la partecipazione dell’attore andrea roncato

Chieti, 5 dicembre 2022. Una canzone dedicata a tutti i nonni d’Italia per ringraziarli del contributo che ogni giorno danno alla società e alle famiglie italiane. È il tema della canzone “Nonno Angelo”, della cantautrice abruzzese Pamela (attualmente al timone del programma “Pamela viaggia in Latin” su Rai Isoradio), in uscita martedì 6 dicembre su tutte le piattaforme digitali (distribuzione Altafonte Italia).

Il brano, che vede la partecipazione dell’attore Andrea Roncato, sarà presentato in occasione del convegno “Un’esperienza di futuro” della Federazione Nazionale Pensionati CISL Lazio, in programma martedì 6 dicembre, dalle ore 10, a Roma, all’Auditorium di via Rieti 13. Il brano è stato scritto dalla stessa Pamela con Diego Righini.

“Questo brano nasce dall’amore verso tutti i nostri nonni, e per ricordare il periodo di solitudine che hanno vissuto durante la pandemia”, spiega la cantautrice Pamela, “Il testo racconta di Nonno Angelo, che è poi il nome di mio nonno, che scrive una lettera alla nipote, raccontando il suo stato d’animo rispetto alla situazione che sta vivendo. È un lascito che questa persona offre al mondo come ricordo di tutti i suoi amici. Un’intera generazione che ha contribuito a fondare l’Italia con amore e il lavoro delle mani”. Il brano è impreziosito dal featuring dell’attore Andrea Roncato, che recita e dà la voce a nonno Angelo.

Pamela D’Amico, cantautrice italo-brasiliana, conduttrice e percussionista, ha origini a metà tra Chieti in Abruzzo e il nord-est del Brasile, nella colorata Salvador de Bahia. Seguendo la sua innata passione per la musica, ha vissuto in altre città del mondo: Brasile, Germania e Russia. Canta in 8 lingue. Nel cinema italiano, in collaborazione con il compositore Paolo Vivaldi, scrive e canta in portoghese il brano “A vida vai rolar” inserito nel film “Brutti e Cattivi” del regista Cosimo Gomes. Con Claudio Santamaria e uscito in tutte le sale italiane nel 2017, prodotto dalla Casanova di Luca Barbareschi e Rai Cinema. Poi scrive i testi in italiano delle colonne sonore del film “Non essere cattivo” di Claudio Caligari e “La freccia del Sud” di Ricky Tognazzi, facendole diventare canzoni. Da agosto 2020 è autrice e conduttrice insieme a Max De Tomassi, del programma “Radio2 Brasil” dalla sede storica di Via Asiago 10, con il ruolo di ponte tra i due Paesi, l’Italia e il Brasile. Tra i suoi maggiori successo il singolo “Vivo nel mondo”, brano realizzato per ASVIS (Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile), con cui ha ottenuto il premio “Sorriso Diverso Menzione Speciale”, consegnato dal maestro Vince Tempera al Festival internazionale del film corto Tulipani di seta nera, e che viene realizzato in collaborazione con Rai Cinema e Rai per il Sociale. Da novembre 2022 è autrice e conduttrice su Rai Isoradio della trasmissione “Pamela viaggia in Latin”.

Marialuisa Roscino




PREMIO SOCIALIS 2022 alla dottoressa Virginia Spadaccini

Assegnato il prestigioso ad una laureata della d’Annunzio

Chieti, 5 dicembre 2022. Il 2 dicembre si è svolta a Roma, presso l’auditorium dell’Ara Pacis, la cerimonia di consegna del “Premio Socialis 2022” (XX edizione) per le migliori tesi di laurea sulla responsabilità sociale e lo sviluppo sostenibile. La qualificata giuria del Premio ha attribuito la “Menzione speciale” alla dottoressa Virginia Spadaccini, che si è laureata in Beni archeologici e storico-artistici presso il Dipartimento di Lettere, Arti e Scienze Sociali dell’Università degli Studi “Gabriele d’Annunzio” di Chieti-Pescara, diretto dal professor Carmine Catenacci.

La dottoressa Spadaccini è stata premiata per la sua tesi di laurea dal titolo “Museologia di moda. I musei della moda e del costume in Italia”, di cui è stata relatrice la professoressa Ilaria Miarelli Mariani, docente di Museologia e Critica artistica e del restauro della “d’Annunzio”.

 La tesi traccia un’originale storia dei musei della moda in Italia e affronta temi quali la responsabilità sociale dell’impresa moda, le politiche inclusive, il ruolo dei Corporate Museums, il rapporto tra il mondo della moda e l’economia della cultura. Attualmente Virginia Spadaccini prosegue il suo lavoro di ricerca, focalizzato sulla “Fashion Museology” applicata a un contesto territoriale particolare quale l’Abruzzo, come borsista del corso di dottorato in “Cultural Heritage Studies. Texts, Writings, Images”, attivo presso la Scuola Superiore dell’Università “Gabriele d’Annunzio” diretta dal professor Angelo Cichelli.

<Il successo di Virginia Spadaccini nel “Premio Socialis”, uno dei più prestigiosi riconoscimenti per le migliori tesi di laurea sulla Corporate Social Responsability e lo sviluppo sostenibile realizzate da studenti delle Università di tutta Italia, – commenta il professor Carmine Catenacci, Direttore del Dipartimenti di Lettere, Arti e Scienze Sociali della “d’Annunzio” – è un’ottima dimostrazione della qualità dei corsi di studio del nostro Dipartimento e delle rilevanti opportunità che si aprono ai laureati in discipline umanistiche, anche nel campo in piena espansione dell’impresa culturale>.

Maurizio Adezio




CONCLUSE LE GIORNATE DEDICATE al Wellness per tutti

Progetto L’Altro e noi” dell’associazione Articolo 3 Odv

Torricella Peligna, 5 dicembre 2022. Si è conclusa l’iniziativa “Wellness per tutti” promossa nell’ambito del progetto “L’altro e noi – Tra memoria, presente e futuro” di cui è capofila l’Associazione “Articolo 3” Odv di Pescara. Il check up medico gratuito è stato eseguito su over 65 di Gessopalena e Torricella Peligna (Chieti) in due giornate organizzate in collaborazione con le Avis comunali. I controlli sugli anziani sono stati effettuati attraverso la misurazione della pressione arteriosa, della saturazione, una verifica sul regime nutrizionale e un questionario sul benessere psicologico post Covid. I minori sono stati sottoposti a controlli nutrizionali e posturali e a un questionario sugli effetti della pandemia.

 “Dopo Casoli, anche a Gessopalena e Torricella Peligna abbiamo riscontrato un’adesione alta e un forte gradimento da parte della popolazione – sottolinea Antonella Allegrino, presidente dell’associazione Articolo 3 – Gli over 65 hanno modo di verificare il proprio stato di salute e ricevere consigli su una corretta alimentazione e su abitudini quotidiane da modificare. I minori, oltre che consigli per un rapporto salutare con il cibo, hanno ricevuto anche una valutazione posturale. I risultati dei test psicologici sugli effetti del Covid verranno elaborati e messi a confronto per comprendere quale sia stata la diversa reazione alla pandemia degli appartenenti alle due fasce di età”. 

“Siamo pienamente soddisfatti di aver aderito al progetto – afferma Mario Zulli, sindaco di Gessopalena – È un’iniziativa lodevole perché, oltre a mettere a confronto generazioni diverse attraverso l’incontro di giovani e meno giovani (e ne è testimonianza l’attività fatta anche a scuola), ha consentito agli utenti di fruire in maniera gratuita di un servizio importantissimo qual è stato quello del check up. In un paese delle aree interne come il nostro, con le mille difficoltà che investono purtroppo anche la sanità, non possiamo che apprezzare quanto realizzato a questo progetto”.

Il progetto “L’altro e noi” è stato ideato ed è coordinato dall’Associazione “Articolo 3” Odv di Pescara (capofila) che ha come partner le Avis di Casoli, Gessopalena e Torricella Peligna e come collaboratori i tre Comuni e gli istituti scolastici “De Petra” e “Algeri Marino” di Casoli. Il territorio interessato dalle azioni è nella provincia di Chieti.

Il progetto è finanziato dal Ministero delle Lavoro e delle Politiche sociali e dalla Regione Abruzzo; attuazione artt. 72 e 73 del Codice del Terzo settore – Sostegno allo svolgimento di attività di interesse generale da parte di Organizzazioni di Volontariato, Associazioni di Promozione Sociale e Fondazioni del Terzo settore. Accordo di programma tra Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali e la Regione Abruzzo. D.M. n. 9/2021 Risorse Accordo di programma Anno 2021. Determina di approvazione dell’Avviso Pubblico DPG022/54 DEL 28.04.2022. Determina di approvazione esiti DPG022/123 del 15/09/2022.




IL COLLASSO DEL SSN: è solo questione di tempo

Diverse sono le ragioni del collasso del SSN, sia sistemiche che interne al modello adottato.

di Massimo Molteni

5 dicembre 2022

Una società con un benessere diffuso e con un livello di istruzione di base elevato ha attese e richieste di salute via via crescenti: legittimamente.

Un microcosmo sociale disgregato riduce le risorse di auto-aiuto.  Una crescente insicurezza legata allo sbriciolarsi dei rapporti interpersonali incidentalmente accompagnatasi alla globalizzazione spinge a vivere ogni disagio fisico o psicologico come stato di salute inadeguato cui cercare di avere immediato ristoro.

La domanda di servizi sanitari diventa tumultuosa, non mediata, con elevate aspettative di rapida risposta.

Un modello economico fondato sul consumo è fatalmente e facilmente traslato anche nel campo della salute con conseguente implicito bisogno di avere risposte in termini di “oggetti di cura” (farmaci – dispositivi-  prestazioni – integratori- terapie) da avere subito a disposizione così come avviene per tutti i beni di consumo desiderati.

L’esplosione dei social media ha reso disponibile una infinita quantità di informazioni non filtrate né filtrabili dal cittadino, che finisce per dare naturalmente maggiore credibilità alle voci provenienti da fonti ritenute a lui simili rispetto a quelle dei professionisti (di solito, di loro abbastanza “pedanti”)  e a cercare di dare immediata attuazione  alla possibile soluzione dei propri problemi di salute attraverso l’acquisto (diretto o per il tramite del SSN) del “prodotto” (test, farmaco, presidio, prestazione) ritenuto in grado di risolvere il problema in tempi rapidi (eccellenza/efficienza sono il binomio magico), aumentando la pressione sugli operatori del settore, con inevitabile ulteriore aumento della domanda, spesso disordinata e confusa.

Una popolazione sempre più anziana è maggiormente bisogno di servizi sociosanitari sempre più complessi e che tendono a crescere nel tempo: maggiore è la capacità del sistema di far fronte alle malattie, anche a quelle croniche/degenerative, più elevato e lungo nel tempo il bisogno di cure.

Simultaneamente una società con una popolazione che vede prevalere il numero degli anziani rispetto ai giovani va incontro ad una naturale contrazione del PIL: produzione di ricchezza stagnante a fronte di una necessità continua di aumento della spesa sociale che – per forza di cose – deve prima di tutto farsi carico della spesa pensionistica, riducendo i margini di manovra per far fronte al continuo aumento della domanda nel campo dei servizi sanitari e sociosanitari.

E l’invecchiamento non colpisce solo la popolazione ma anche chi lavora nel campo sociosanitario: una età media avanzata rende più faticosi, e a volte anche meno efficienti, i processi assistenziali, tende a rallentare i processi di cambiamento, specie se incidentalmente ci si trova ad operare in un contesto con rapide innovazioni tecnologiche che richiederebbero molta flessibilità che nel naturale processo di invecchiamento tende invece a ridursi.

Lo straordinario sviluppo tecnologico e scientifico ha reso disponibili conoscenze e successivamente soluzioni innovative assolutamente impensabili nei decenni precedenti: questo enorme miglioramento delle qualità tecnologica di cura è stata resa possibile dallo straordinario sviluppo industriale conseguenza di un dinamico mercato della salute.

Conoscenze, tecnologie, risorse, mercato, hanno reso disponibili molti prodotti per la cura delle malattie: anche se non tutti sempre così straordinari come spesso narrato.

Mantenere questa spinta innovativa continua è possibile solo all’interno di dinamiche di consumo molto sostenute, altrimenti il circolo “investimenti – prodotti – aumento della catena del valore – investimenti” si interromperebbe. Naturale conseguenza: continua pressione al consumo dei prodotti e conseguentemente spinta continua alla innovazione anche per sostenere la domanda, dinamiche dei prezzi dei beni prodotti in continua tensione al rialzo, specie nelle società opulente, specie se la domanda  è garantita per tutti dallo Stato: il “mercato” con il suo dinamismo ancorato alla legge della domanda e dell’offerta, da solo non è sempre in grado di autoregolarsi, men che meno nei prodotti essenziali, peggio ancora se la domanda non è comprimibile.

In un simile scenario esterno, la spinta al continuo aumento della spesa per la salute e per i sistemi sanitari è assolutamente inevitabile: più domanda, più costi, in una spirale continua.

Incomprimibili i costi dei beni, per le dinamiche proprie della produzione industriale tipica del mercato capitalistico, non resta che comprimere le spese del personale: ed è quello che è avvenuto negli ultimi trent’anni, sia con un progressivo rallentamento delle dinamiche salariali, sia con la progressiva  contrazione del numero degli addetti in termini sia relativi (in relazione alla domanda) ma anche assoluti, in alcuni settori:  con l’aggravante della temeraria riduzione anche delle persone in formazione.

Altra azione intrapresa è stata l’apertura del sistema sanitario alle strutture private for profit: molto diverse da quelle appartenenti alla secolare tradizione degli ordini religiosi, con una connotazione molto aziendale, indubitabilmente efficiente e spesso capaci anche di grande innovazione.

Questa apertura aveva anche l’obiettivo (forse un po’ irrealistico e forse non in perfetta buona fede) di rendere più efficiente il sistema pubblico attraverso la competizione e la concorrenza con il sistema privato. E’ noto a tutti che l’organizzazione statale non è mai produttivisticamente efficiente come quelle privata, in ogni settore: il capitale privato è mosso dalla assoluta necessità di aumentare la catena del valore economico, pena il proprio concreto fallimento.

Senza un sistema “valoriale” molto forte e socialmente molto condiviso, ingenuo immaginare che il sistema pubblico possa “efficientarsi” attraverso una competizione economica, che non può avvenire perché mancante della leva economica del mercato; se si lascia fare solo al “mercato”, inevitabilmente vengono tagliati fuori i settori che oggettivamente non possono far aumentare la “catena del valore economico”: in campo socio-sanitario e assistenziale questi ambiti sono molti.

L’immissione di aziende private nel SSN ha, nel breve periodo, aumentato l’’offerta complessiva di prestazioni – anche di qualità –  del sistema, con costi sicuramente inferiori a quelli che si sarebbero sopportati nel pubblico e con una velocità di adattamento molto più rapida.

La dinamica consumistica insita nel mercato privato ha però ben presto portato non solo più efficienza e più offerta con costi unitari minori,  ma  anche una serie di fattori distorsivi: spinta nell’offerta di consumo di beni e prestazioni sanitarie, non sempre necessarie, selezione delle tipologie di risposta al bisogno in relazione al rapporto costi/ricavi e non in relazione solo al bisogno o al contenimento della spesa pubblica (in una dinamica di mercato, la impossibilità ad agire sul fronte dei prezzi perché amministrati e imposti dallo Stato, obbliga a selezionare l’offerta, per equilibrare il rapporto costi/ricavi), con maggiore ricaduta sulle aziende pubbliche dei processi con un profilo sfavorevole sul piano dell’impegno assistenziale: la spesa è andata conseguentemente sempre più in tensione, senza peraltro rispondere a tutti i bisogni emergenti e a volte anche indotti.

Ulteriore passaggio è stata la introduzione di tetti di budget sulla produzione, a valere ovviamente per il privato.  Risultato: contrazione dell’offerta complessiva e aumento consequenziale delle liste d’attesa, perché nel frattempo la domanda, per le dinamiche prima esposte, ha continuato a crescere.

E la risposta, ingenua, è stata quella di immaginare di inseguire la domanda aumentando l’offerta di prestazioni: spirale infinita e del tutto ingovernabile.

Per tenere sotto controllo la spesa sanitaria e socio-sanitaria, è stata messa in atto una contrazione dei  posti-letto ospedalieri e una rapida riduzione  della durata dei ricoveri stessi, così che il numero minore dei posti-letto non compromettesse troppo la capacità di risposta al bisogno: il settore privato for profit, più flessibile, ne ha tratto ulteriore giovamento, in termini economici; il settore pubblico, già in affanno con la riduzione forzata degli organici e dovendo comunque far fronte alle  situazioni più croniche e fragili, meno facilmente gestibili, si è ulteriormente appesantito, scaricando sul comparto territoriale e domiciliare una domanda di assistenza non più gestita completamente negli ospedali. E la riduzione dei posti-letto in alcune specialità ha portato a livelli di carenza assoluta e preoccupante, come la pandemia ha poi messo drammaticamente in mostra.

L’idea un po’ semplicistica era che il territorio, il “mitico territorio”, avrebbe dovuto filtrare meglio la domanda, governandola, e avrebbe dovuto saper gestire le dimissioni sempre più rapide dagli ospedali: frantumazione dei legami famigliari, ridotta capacità solidale, popolazione più anziana e sempre più sola, assai improbabile che in queste condizioni anche il territorio più virtuoso potesse reggere l’urto

E il nostro territorio, dopo decenni di abbandono, non era attrezzato per l’ordinario men che meno per far fronte a questo urto riorganizzativo.

Probabilmente, ha guidato questo convincimento anche qualche pensiero malizioso di tipo economico: la spesa ospedaliera è quantificabile e quindi “gestibile”. Il territorio è concetto un po’ più aleatorio: tolti i medici delle cure primarie e i farmaci (su cui peraltro da anni si lavora per contrarre i costi e non potendo far leva sui prezzi – dettati dalle industrie – si è cercato di lavorare sui consumi, imbrigliandone la prescrizione), il resto è “narrazione”: sviluppare una appena passabile continuità assistenziale domiciliare, in assenza di contesti famigliari  con legami di solidarietà in grado di gestire i diversi bisogni di una persona ammalata, ha costi assolutamente proibitivi e insostenibili per qualsiasi sistema economico: ci vorrebbe un welfare generativo e circolare che possa e sappia valorizzare il lavoro assistenziale dei contesti su cui innestare l’intervento assistenziale specialistico (infermiere – terapista – medico etc.).

Neanche a parlarne: da una parte l’ideologia del welfare state, idolo speculare al “libero mercato”, dall’altro l’industria della salute, rendono impossibile anche solo pensare e teorizzare un modello economico differente.

Adesso si è aperta la stagione delle “case della salute” e delle Cot: difficile che possano funzionare.

Continua similmente a imperversare un dirigismo sanitario velleitario e inconcludente (percorsi di cura “obbligati”, PDTA, tentativo di legare l’onere assicurativo sulla adesione ai vincoli dati) che può solo distruggere ulteriormente l’unico capitale vero su cui i sistemi sociosanitari si possono reggere: competenza/passione e relazione di cura, ossia i valori fondanti dei servizi alla persona su cui innestare l’organizzazione dei servizi.

Il collasso del SSN è già in essere: non sono le liste d’attesa, ma le disequità sempre più evidenti e i bisogni dei più fragili sempre più inevasi.

Continua a mancare, ed è questa la colpa grave della politica, una coraggiosa visione del “bene comune” declinata nell’ambito dei servizi sociosanitari che sappia orientare le dinamiche sociali all’interno dell’alveo della sostenibilità e della equità, favorendo la attiva partecipazione di tutti i corpi intermedi.

Necessaria una rivoluzione copernicana, ineluttabile e dolorosa: per ricostruire su nuove basi il sistema sanitario nazionale e regionale.

L’idea che basti l’autonomia differenziata per le regioni più ricche e virtuose è solo illusione (forse efficace in qualche contesto nel brevissimo periodo, ma destinata a fallire come tutte le altre azioni messe in atto da almeno vent’anni)

Purtroppo la cosiddetta “sinistra” pur partendo da buoni propositi di principio, è totalmente e irrimediabilmente incapace di affrancarsi dalla sua ideologia perversa che poggia sulla autoaffermazione dei diritti, garantiti un tempo dall’ideale comunista e poi dallo stato strumento  del popolo, e adesso da una élite borghese  e radical-snob che si è auto assunta il compito di definire cosa è diritto e cosa no, facendolo ratificare dal popolo dei social, sapientemente manipolato: lo “schwa” è il manifesto di tale follia.

E ugualmente il Mercato, pur essendo stato capace di dare risposte di assoluta eccellenza ai bisogni di salute, vede tutto solamente in funzione delle “trimestrali” e delle quotazioni di borsa: e, ad eccezione di qualche sbuffo filantropico e compassionevole, sacrifica tutto con distaccato cinismo al sacro equilibrio dei conti economici.

Ecco perché serve un partito come INSIEME: umile, perché consapevole della fallibilità umana, disposto al dialogo con tutti e a lavorare insieme per trovare vie radicalmente nuove per la società del terzo millennio; mite, perché consapevole dei propri limiti e del bisogno continuo di misericordia; roccioso e tenace, perché i “poveri” (e nelle varie forme sono la stragrande maggioranza del genere umano) sono la “missione” che ci è stata affidata e che ci sentiamo cucita addosso.




TORNA IL PREMIO Pietro Taricone. Terza edizione

Dopo due anni di assenza forzata

Trasacco, 5 dicembre 2022. La manifestazione, nata nel 2018, ha visto tra i suoi protagonisti  Davide Cerullo, attivo da sempre nel sostegno dei ragazzi emarginati, Gianfranco Franciosi primo infiltrato civile tra i narcos, Luciana Esposito, giornalista posta sotto scorta perché minacciata dai clan.

Il premio è stato assegnato ad Alberto Luzzi, fondatore di JAY NEPAL e ad Eugenia Carfora, preside coraggio nelle scuole di Caivano.

In questa edizione 2022, a ricevere quello che diventa un premio sempre più ambito, rappresentato da una scultura in acciaio realizzata dal maestro artigiano Luca Luciani,  sono tre i candidati che giungeranno a Trasacco nel pomeriggio del 7 dicembre a partire dalle ore 17 presso l’Auditorium dedicato allo stesso Pietro Taricone.

Infatti, alla cerimonia sarà presente Lorenzo Barone, giovanissimo ciclista, che ha realizzato imprese straordinarie, percorrendo da solo con la sua bicicletta decine di migliaia di chilometri dall’Europa al Marocco, fino ad arrivare alla traversata della Siberia e di tutto il continente Africano, che racconterà con il supporto di foto e video inediti, le condizioni estreme ed incredibilmente rischiose che ha affrontato nei suoi viaggi.

La seconda candidata ed ospite dell’evento è Elena Pagliarini, infermiera, resa celebre dalla fotografia scattata l’8 marzo 2020 a Cremona, che la ritrae appoggiata sulla scrivania alla fine di un turno massacrante e che dopo due giorni dopo ha scoperto di essere positiva al COVID. Elena è divenuta simbolo della sofferenza e dell’abnegazione di tutti gli infermieri che in quei mesi terribilmente difficili, si sono spinti oltre i loro limiti per aiutare i pazienti malati, nella fase iniziale della pandemia, in cui non esistevano vaccini ed il virus, ancora in fase di studio, ha causato migliaia di morti in tutto il mondo.

Il terzo protagonista di questa edizione è Bruno Cerasi, artista poliedrico che dopo aver perso parzialmente la vista a seguito di un ictus, ha dedicato la sua vita allo studio delle connessioni interpersonali, realizzando opere di elevatissimo spessore artistico e di profondo valore culturale, esposte in prestigiose gallerie nazionali ed internazionali. 

Foto Il Centro




CHRISTMAS SAILING TOGETHER, vince l’amore per la vela e la solidarietà

Circoli velici di Pescara uniti nello sport per festeggiare il Natale e per donare

Pescara, 5 dicembre 2022. Ben 40 le imbarcazioni d’Altura partecipanti a Pescara alla “Christmas Sailing Togetgher”, la prima edizione dell’iniziativa velica natalizia che vede uniti i due circoli organizzatori CNP2018 e CV La Scuffia con il sostegno dell’assessorato comunale allo Sport. Una veleggiata impegnativa con vento debole sui 5/7 nodi e onda lunga che hanno costretto i naviganti ad usare il meglio delle proprie risorse tattiche di manovra.

Premiati i vincitori delle 3 categorie: nella A vince l’equipaggio di “Celeste 2” degli armatori D’Annunzio e Mori seguiti da “Morgan IV” dell’armatore Fabio Cosentino e da “Movida” di Ivo Petrelli; nella categoria B la spunta “Barbalandra” di Paola Galeota e Ferdinando Ciccozzi che ha preceduto “Blazer” di Luigi Noviello e “Jonathan” di Giancarlo Casuscelli; nella categoria C vince “Brezza” di Pio Cubiotti seguito da “Margot” di Colantonio e da “Masce’” di Roberto Di Nisio. L’imbarcazione “Anassa” della Lega Navale di Ortona, con un equipaggio totalmente femminile a bordo guidato dalla skipper Cristiana Di Luzio, è stata premiata per aver realizzato il miglior addobbo natalizio. Brindisi di buone feste e grande collaborazione tra i due circoli e tra i due presidenti Alessandro Pavone del CNP2018 e Marco Bovani del CV La Scuffia sostenuti dall’assessore allo Sport Patrizia Martelli che ha fortemente creduto nell’iniziativa congiunta, la prima di una serie di eventi velici organizzati in sinergia in programma per il 2023.

Ma quest’anno la nota in più è stata la solidarietà; infatti, il Circolo Nautico Pescara ha voluto aiutare la ricerca con una donazione all’AIRC, l’associazione italiana per la ricerca contro il cancro, e il CV La Scuffia ha coinvolto tutti gli equipaggi della veleggiata natalizia nell’acquisto dei panettoni ADMO per sostenere l’associazione donatori di midollo osseo. Dall’equipaggio di”Anassa” inoltre parte un progetto di avvicinamento delle donne allo sport della vela e anche di solidarietà femminile a partire dalla vicinanza alle donne iraniane (a poppa l’imbarcazione veste uno striscione con i volti di Masha Amini e Hadit Najafi uccise per aver mal indossato il velo) per proseguire l’anno prossimo con il coinvolgimento dell’Ospedale di Ortona e di una serie di associazioni legate alla prevenzione dei tumori al seno e all’utero.




COME AIUTARE Papa Francesco?

Tutti possono collaborare con il Papa con le loro preghiere, parole e azioni

di Claudio De Castro

“E anch’io ti dico: tu sei Pietro, e su questa pietra edificherò la mia chiesa, e le porte degli inferi non prevarranno su di essa”.

Matteo 16, 18

Il Papa… immaginate per un secondo di essere al suo posto. Ha 85 anni e centinaia di responsabilità sulle sue spalle. È il capo visibile della Chiesa. La sua missione non è semplice. Non importa se è stanco o malato, bisogna motivare milioni di credenti a seguire le orme di Cristo nella santità, nella vita di preghiera, nella fede.

Essere Papa non è affatto facile. Sapevate che in Vaticano la sagrestia della Cappella Sistina ha un nome molto toccante?

Viene chiamata sala le lacrime, perché è molto facile che il nuovo Papa scoppi in pianto per l’emozione e il peso della responsabilità del ruolo che, da quel momento in poi, ricade sulle sue spalle.

Una grande responsabilità

Il nostro Papa vive sicuramente preoccupato per tutto ciò che accade nel mondo. Cerca di trovare ponti di dialogo di fronte al pericolo di una guerra nucleare. Lo colpiscono la mancanza di fede dei credenti, i gravi peccati nella Chiesa, le sofferenze, la pandemia e molto altro…

Ha bisogno di confidare nei suoi consulenti e nelle notizie che gli giungono per prendere decisioni.

Ricordiamo tutti quanto è accaduto in Cile nel 2018, quando è stato male informato o gli sono state nascoste informazioni sensibili in un caso di copertura di abusi sessuali.

Alla fine, ha riconosciuto di aver commesso “gravi errori di valutazione” e ha chiesto perdono ai Cileni.

Nonostante tutto, il Santo Padre sa cose che noi non immaginiamo. Quello stesso anno ha messo in guardia contro l’ingerenza del demonio nella Chiesa, e ha esortato i fedeli a pregare San Michele Arcangelo e la Santa Madre di Dio perché ponesse la Chiesa sotto il suo manto protettore, difendendola “dagli attacchi del maligno, il grande accusatore” e rendendola al contempo “sempre più consapevole delle colpe, degli errori e degli abusi commessi nel presente e nel passato”.

Forza tra le difficoltà

Bisogna riconoscere che il Papa dimostra grande forza nella sua debolezza fisica. Sapete quanti viaggi ha realizzato? Saluta più persone possibile, per ringraziare, consolare, orientare, pregare Dio per quelle persone. Sorride sempre con naturalezza, è spontaneo, anche se il ginocchio gli dà fastidio.

Lo avete notato? Qualsiasi cosa faccia, ci saranno sempre persone che lo criticheranno o che snatureranno le sue parole.

A volte dimentichiamo queste parole della Bibbia rivolte da Gesù a San Pietro e che riguardano anche i Papi successivi:

“Io ti darò le chiavi del regno dei cieli; tutto ciò che legherai in terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai in terra sarà sciolto nei cieli” .

(Matteo 16, 19)

Uniti al Papa

Ci sono difficoltà nella Chiesa? È innegabile. Alcuni chiedono a Papa Francesco di rimediare a tutto ciò che succede. E noi?

Come credenti, possiamo e dobbiamo collaborare con il Papa, aiutarlo con le nostre preghiere, parole e azioni.

Noi, ad Aleteia, come milioni di cattolici in tutto il mondo, siamo con papa Francesco. È il Vicario di Cristo.

Dobbiamo pregare per lui anziché puntargli il dito contro. Ci conviene, perché le sue decisioni in qualche modo riguardano tutti noi.

Invece di criticare, oggi pregate con fervore Dio per papa Francesco, perché lo Spirito Santo lo illumini e possa guidare con saggezza la Chiesa.

Mentre alcuni cattolici attaccano il Papa, uno youtuber protestante, Cameron Bertuzzi, si è appena convertito al cattolicesimo.

Dopo molte riflessioni e un periodo di studio approfondito del cristianesimo, è arrivato alla conclusione per cui “il papato è vero”.

Di recente, ho letto che nel mondo c’è più di un miliardo di cattolici. Immaginate tutti loro a pregare ogni giorno per il nostro buon Papa Francesco, l’unità della Chiesa, i sacerdoti, la Chiesa, la conversione dei peccatori e le anime benedette del Purgatorio. Il mondo e la nostra Chiesa sarebbero completamente diversi.

Volete pregare oggi per il nostro buon Papa Francesco? Ha bisogno di noi, del nostro affetto, di preghiere e voci di incoraggiamento.

Caro lettore… grazie per la tua fedeltà alla Chiesa!

Dio ti benedica!

Pubblicato il 04/12/22 su https://it.aleteia.org/2022/12/04/come-aiutare-papa-francesco/




APERTURA NATALE 2022

Il commento del sindaco

Atessa, 4 dicembre 2022. “Dopo vent’anni rivedere accese, in Atessa, le vetrine dei negozi del centro storico, che avevano dismesso la propria attività, è uno spettacolo e un piacere per tanti cittadini, oltre che per l’Amministrazione comunale. L’iniziativa ha avuto successo.

Abbiamo riacceso i negozi per ospitare oltre 50 espositori di “ temporary shop” e non abbiamo messo le luminarie.

Il 2022 non è il 2020: oggi c’è una nuova emergenza dovuta al caroenergia, legato alla guerra. Ogni Comune si regola, naturalmente, come meglio crede per la propria popolazione.

La nostra scelta tiene conto delle nostre priorità in un momento che ci impone il risparmio energetico e la necessità di sostenere le attività economiche.

Ringrazio Kommerciate, i commercianti tutti, le associazioni e i cittadini che hanno condiviso questa scelta e si sono adoperati e si stanno adorando per una stagione natalizia allegra, sostenibile e partecipata.”

 

 




BRAVA SIECO,  3-1 al Tuscania

La vittoria consolida il secondo posto in classifica

Ortona, 4 dicembre 2022. Una gara bella ed entusiasmante quella disputata dalle due squadre oggi in campo. Ortona e Tuscania si affrontavano per un duello che metteva in palio il secondo posto del girone. La Sieco aveva bisogno dei tre punti per mantenere a distanze le altre pretendenti mentre i laziali volevano acciuffare gli ortonesi sul gradino d’argento. Qualunque fosse stato il risultato finale, la gara è stata davvero piacevole e ricca di colpi di scena. Un primo set extra large terminato ai vantaggi con il punteggio di 35-37 a favore di Tuscania ma che entrambe le formazioni avrebbero potuto chiudere ben prima. Strepitose le prestazioni di Bertoli per Ortona e Corradi per Tuscania. Il loro duello si è concluso alla pari: venticinque punti per entrambi.

Ferrato, saranno sette punti per lui alla fine, gestisce bene gli attacchi spaziando in ogni dove e trovando sempre pronte le bocche da fuoco. Poco importava se si fosse trattato di attacchi al centro, pipe, o il classico attacco di banda, l’attacco avrebbe messo a dura prova la difesa ospite. Marshall è onnipresente e con la sua esperienza funge da faro e da porto sicuro per i suoi compagni. L’italo-cubano a quarantatré anni salta, colpisce e difende da ogni posizione alternando la forza bruta ad eleganti colpi d’esperienza. Non si limita al compitino neanche Benedicenti che salva almeno un paio di palle estremamente complicate permettendo tra l’altro anche una ricostruzione efficace e di tutt’altro livello rispetto alle precedenti gare. Bulfon è un diesel più la gara va avanti più entra in partita. Sebbene non abbia a referto un vero e proprio ace nel terzo set prende a martellare dai nove metri facendo saltare del tutto le opzioni d’attacco dei laziali.

Grande prestazione anche per la coppia di centrali Iorno/Arienti: è proprio da questo reparto che arrivano quindici punti per gli impavidi. E se Iorno si ferma a cinque, Arienti ne fa 10, compresi quattro muri. L’unica pecca che la Sieco non è riuscita a debellare questa sera sono gli errori al servizio. Diciotto sono tanti. Tuttavia, anche gli avversari sono scivolati su questo fondamentale (diciassette errori dai nove metri per Tuscania) ma è un lato ruvido che gli Impavidi devono continuare a limare nelle sessioni di allenamento.

La prossima partita sarà un turno infrasettimanale. Mercoledì alle ore 18.00 Ortona affronterà la trasferta a Sabaudia, che arriva da una netta sconfitta in quel di Catania. Tre a zero per i siculi che continuano la loro fuga solitaria in testa alla classifica. Sabaudia rimane quindi invischiata nella parte bassa della classifica. Guai però ad abbassare la guardia e guai a pensare che si possa continuare a giocare bene con il minimo sforzo.

Coach Nunzio Lanci: «È stata una partita giocata bene. Soprattutto nel primo set le due squadre hanno giocato una pallavolo ad altissimi livelli e sempre in perfetto equilibrio. Bravi noi a non farci demoralizzare dopo aver perso un set così lungo ed incerto ma siamo rimasti attaccati al match perché volevamo portare a casa a tutti i costi i tre punti. Bravissimi ragazzi perché sono riusciti a rimanere calmi e a fare le cose giuste così da mettere sotto pressione l’avversario. Sicuramente questa vittoria ci permette di rimanere al secondo posto e diventa importantissimo cercare di vincere a Sabaudia mercoledì e poi anche contro Bari»

La gara in pillole

Ortona parte sulle ali dell’entusiasmo e grazie anche a qualche errore al servizio di troppo da parte di Tuscania, scappa avanti. Poi arriva la solita dormita che permette ai laziali di rifarsi sotto e addirittura conquistare un punto break quando siamo alla metà della prima frazione di gioco. La lotta prosegue serrata e a fine set si va ai vantaggi. Entrambe le squadre hanno la loro occasione per chiudere, ma alla fine la chiudono gli ospiti con l’insolito punteggio di 35-37.

Nel Secondo set, tranne che per una piccola défaillance iniziale è la SIECO a condurre i giochi nella prima parte del parziale. Il gioco di Tuscania si fa falloso e nello stesso tempo gli ortonesi aumentano l’efficienza del servizio e della ricezione. Tanto basta per staccare gli avversari ed avviarsi verso un finale che si prospetta tranquillo e di gestione.

Tuscania entra più agguerrita nel terzo set e prendono subito un rassicurante vantaggio. La Sieco sbaglia troppo al servizio ma nonostante questo riesce ad acciuffare i laziali sul sette pari. L’atteggiamento di Ortona è quello giusto. Tuscania non riesce a contrastare gli adriatici tanto che coach Passaro mischia le carte in campo ma ormai Ortona è avanti di otto punti. Ortona gioca bene e il vantaggio non può che aumentare.

Un quarto set che parte più equilibrato ma la Sieco riesce a dare qualcosa in più degli avversari. Bulfon trova una maggiore continuità ed un servizio più efficace. La squadra di coach Lanci si ritrova quindi avanti riuscendo a giocare con maggiore tranquillità. Ferrato ha l’imbarazzo della scelta, qualunque terminale offensivo chiami in causa, questi risponderà bene. Ortona è troppo confidente e si rilassa permettendo agli avversari una incredibile rimonta a fine set. La Sieco, però mantiene il sangue freddo e grazie ad un Bertoli inarrestabile e ad un pungente Ferrato dai nove metri riesce a chiudere set e partita.

PRIMO SET. La Sieco scende in campo con il palleggiatore Ferrato e l’opposto Bulfon. Schiacciatori Capitan Marshall e Bertoli mentre al centro Arienti e Iorno. Libero Benedicenti. Gli ospiti rispondono con Leoni Palleggiatore e Onwuelo opposto. Festi e aprile i centrali con Corradi e Menchetti schiacciatori. Libero Sorgente.

Il primo punto è della Sieco che approfitta di un’invasione ospite. Fuori l’attacco di Onwuelo 4-2. Ancora out l’attacco di Tuscania 5-2. Stavolta è Bulfon ad attaccare fuori 6-4. Festi sbaglia il suo turno al servizio 8-5. Marshall va di potenza dalla seconda linea 9-5. Fischiata invasione a Ferrato 9-6. Bulfon sfonda il muro e la palla schizza fuori 13-8. Ottimo break ospite che con il muro registrato raggiunge Ortona sul 12 pari. Out il servizio di Bulfon 14-15. Muro di Arienti 16-15. Bulfon prova la fucilata in parallelo e conquista il punto del 18-17. Bertoli trova uno stop a muro 18-19 e time out per Nunzio Lanci. Marshall chiude la porta a Onwuelo 21-20. Ace di Bertoli 22-20. Bertoli trova la classica palletta in pipe 23-21. Onwuelo regala la prima palla set ad Ortona sbagliando il servizio 24-23. Annullata la palla set si va ai vantaggi 24-24. Ace di Corrado 24-25. Errore di Festi che mira al muro, ma il muro non c’è. La palla si spegne fuori 26-25. Arienti al centro 27-26. Marshall con la pipe del 28-27. Tocco da biliardo di Bertoli 29-28. Invasione di Marshall 30-30. La Pipe di Festi va a segno 31-32. Bulfon annulla 32-32. Stavolta fa tutto Marshall per il 33-33. Invasione Ortona 33-34. Bulfon non ci arriva e il suo muro termina fuori 35-36. Alla fine, Bulfon viene murato e il set si chiude con il punteggio di 35-37

SECONDO SET. Male la ricostruzione Ortonese e Tuscania ne approfitta per il primo punto 0-1. Invasione fischiata agli ospiti 3-1. Muro di Arienti 4-2. Il muro di Ortona non tiene, 5-4. Bertoli trasforma in oro una pallaccia arrivata da Ferrato. Come se non bastasse va al servizio e fa ACE 10-7. Muro di Arienti 11-7. Onwuelo riesce ad avere la meglio sul muro ortonese 14-10. Buon momento degli ospiti, Bulfon sbaglia una ricezione e Tuscania contrattacca 13-15. Invasione fischiata a Leoni 13-17. Mani e fuori ad opera di Bertoli 14-18. Arienti attacca al centro 14-20. Quando gli avversari si fanno pericolosi, sul 17-20 Coach Lanci chiama tempo. Iorno serve troppo lungo 19-22. L’arbitro fischia una spinta a Festi 24-19. Bulfon tira forte e Ferrato può contrattare chiudendo il set.

TERZO SET. Primo punto per gli avversari raggiunti subito dopo dall’attacco di Arienti al centro 1-1. La pipe di Bertoli è vittima del muro di Tuscania 1-3. Bulfon prova a far ripartire la Sieco 3-6. Bertolo trova un pertugio tra le mani del muro 6-7. Fondamentale recupero di Benedicenti che favorisce l’arrivo del 7-7. Un ace di Bertoli che confonde la ricezione 10-8. Fuori il servizio di Sacripanti 11-9. Muro di Arienti 13-9. Marshall fermato dal muro 13-11. Stavolta il cubano mira alla mano esterna del muro 14-11. Ace sporco di Bulfon 15-11. Batte ancora forte Bulfon e la ricezione è necessariamente lunga. La palla arriva nella zona di competenza di Arienti che fa 16-11. Fuori l’attacco di Festi 17-11. Muro solitario di Ferrato 18-11. Alla fine, Bulfon sbaglia il servizio ma è anche merito suo se Tuscania non è riuscita a giocare 20-12. Invasione di Stamegna 21-12. Tocca il muro sulla botta di Onwuelo 22-13. Ancora ace di Ferrato 24-14. Brutta palla di Licitra che regala il primo punto ad Ortona.

QUARTO SET. Il primo punto è di Ortona. Il Libero Sorgente tenta il recupero facendo strike con i cartelloni pubblicitari e la telecamera del videocheck. Per fortuna non si fa male 1-0. Marshall forza una palla arrivata sporca ma il tentativo è fallimentare 2-3. Muro di Arienti 4-3. Potente la schiacciata di Bertoli, il muro non tiene e la palla va fuori 5-4. Ferrato la gioca di prima 6-5. Fuori l’attacco di Onwuelo 7-5. Sacripanti schiaccia sull’asticella 8-5. La diagonale di Bulfon è ottima 9-6. Muro di Ferrato 13-9. Fuori il servizio di Festi 16-12. Fuori anche la Pipe di Tuscania 17-12. Mani e fuori di Bertoli 19-13. L’ace di Cipolloni vale il 17-20 per Tuscania che approfitta di un attimo di relax dei padroni di casa. Fuori il servizio di Onwuelo 18-22. Corrado ha buon gioco e con la sua Pipe elude il muro 22-20. Bertoli allenta la pressione 23-21. Ancora Bertoli regala alla Sieco il Match-point 24-22. Lo stesso Bertoli intercetta una palla di ritorno dopo il bolide di Ferrato al servizio e la gara si tinge di bianco azzurro.

SIECO SERVICE IMPAVIDA ORTONA – Maury’s Com Cavi Tuscania 3-1 (35-37 /25-19 /25-14 /25-22)

Sieco Service Impavida Ortona: Vindice (L) n.e, Ceccoli, Bertoli 25, Benedicenti (L) 54% pos – 39% perf, Iorno 5, Marshall 13, Di Tullio n.e., Bulfon 15, Arienti 10, Ferrato 7, Pollicino n.e., Palmigiani n.e., E.Lanci n.e. Allenatore: Nunzio Lanci. Vice: Luca Di Pietro.

Maury’s Com Cavi Tuscania: Stamegna 1, Leoni 2, Festi 3, Ruffo, Cipolloni, Sorgente (L) 73% pos – 47% perf, Sacripanti 8, Corrado 25, Aprile 3, Onwuelo 24, Licitra, Borzacconi n.e.

Durata Set: 45’, 29’, 26’, 30’

Durata Complessiva: 2h 10’

Muri Punto: Ortona 11 / Tuscania 8

Aces: Ortona 4 / Tuscania 4

Battute Errate: Ortona 18 / Tuscania 17

% Attacco: Ortona 54% / Tuscania 41%

% Difesa:  Ortona Pos 50% – perf 34% / Tuscania 64% pos  – perf 46%

Arbitri: Gasparro Mariano e Pasciari Luigi




PRIMO STOP IN CAMPIONATO per la Tombesi

I gialloverdi cadono 4-3 a Casagiove, al termine di una partita in equilibrio fino all’ultimo. Massimo Morena: «Prestazione altalenante, ma potevamo comunque raccogliere almeno il pari. Ci può stare nel corso della stagione un momento di difficoltà, la squadra è viva».            

Ortona, 4 dicembre 2022. Dopo sei vittorie e due pareggi arriva la prima sconfitta in campionato per la Tombesi, sconfitta 4-3 sul campo del Casagiove. Avanti 1-0 con un gran gol di tacco di Iervolino, i gialloverdi hanno incassato il pari prima dell’intervallo, iniziando poi molto bene la seconda frazione. Sono però arrivati i gol dei padroni di casa, bravi nelle ripartenze e nel punire gli errori avversari; la Tombesi ha provato a rientrare in partita, prima sul 3-2 e poi sul 4-3 (doppietta di Masi), ma ha dovuto fare i conti con un portiere, Fuschino, davvero in serata di grazia. Con questa sconfitta, la Tombesi scende al terzo posto in classifica, a +2 sulle quarte.

«Provo grande rammarico per aver perso punti oggi, era una gara che potevamo portare a casa con un po’ più di attenzione – questo il commento di mister Massimo Morena –. Siamo partiti molto bene, andando in vantaggio e controllando bene il campo fino, direi, al minuto 12 del primo tempo. Poi, un po’ per merito degli avversari, un po’ per demerito nostro, in una partita che è stata molto fisica e “maschia”, siamo andati in difficoltà sul finire della frazione e abbiamo subito il pari. Nell’intervallo abbiamo risistemato le cose e infatti nel secondo tempo è tornata la Tombesi che voglio e che conosco, che gioca bene e vuole avere il pallino del gioco sempre in mano. Su un nostro svarione è arrivato il gol del 2-1 loro e a quel punto tutto è diventato più difficile, non tanto per demeriti nostri quanto per il Casagiove, che ha trovato ancora più coraggio e forza. In più, faccio i complimenti al loro portiere, che davvero ha parato di tutto. Abbiamo commesso altre due disattenzioni individuali che ci sono costate il terzo e il quarto gol, in mezzo un gran gol di Masi, ma non è stato sufficiente per agguantare almeno il pari, nonostante il portiere di movimento, il gol del 4-3 e l’assedio finale. Peccato, credo che almeno il pareggio sarebbe stato il risultato più giusto. Dobbiamo rimanere tranquilli, ci può stare nel corso della stagione un momento di difficoltà: la squadra è viva, speriamo di recuperare presto gli ultimi infortunati e puntiamo a riscattarci subito nella sfida molto importante di sabato prossimo contro il Venafro».

Giuseppe Mrozek




FORSE TORNANO I PARTITI

4 dicembre 2022

Ed ecco finalmente i congressi: Il PD, la Lega, il Terzo Polo con l’Assemblea costituente, forse anche Fratelli d’Italia. Da quando tangentopoli aveva decapitato i partiti le proposte della politica erano tutte personalizzate, e non hanno fatto una bella fine. Berlusconi non ha mai voluto un partito organizzato con idee, poteri e istituzioni interne, e con lui finirà anche Forza Italia. I segnali ci sono già.

Grillo aveva cavalcato tutto la protesta contro la “casta” e il disprezzo verso partiti e istituzioni , ben spalleggiato da una editoria compiacente, ed oggi ciò che resta, dopo una impressionante tosatura elettorale, si regge con Conte sulla difesa a oltranza del reddito di cittadinanza e tenta sortite addirittura a sinistra, mutuando da ambientalisti e pacifisti. Anche il suo “capo politico” nominato sul campo, Di Maio, è finito. Aveva l’occasione di organizzare un partito ma ha preferito adagiarsi sui ruoli istituzionali che sono sempre pro-tempore.

Salvini ha trasformato la Lega, quelle dei sindaci e degli amministratori locali, dei presidenti alla Maroni Zaia e Fedriga, in un partito “Salvini Presidente”. Figuriamoci. E adesso la sua base si sta svegliando. Forse si sta svegliando anche il Pd e ce lo dirà il congresso se ciò avverrà seriamente o se si ricadrà nell’errore di ridursi alle primarie. Lo hanno capito anche quelli del Terzo Polo, se è vero che Renzi e Calenda celebreranno un’assemblea costituente del loro partito.

Con i capipopolo, insomma, non si è andati molto lontano e probabilmente gli elettori cominciano a capirlo.

Nel corso dell’anno del governo Draghi ci sarebbe stato il tempo per tutti per dare impulso a strutture che sono o si ritengono partiti. Ma nessuno lo ha colto. C’è ancora chi si immagina che basti la presenza su twitter o su tik tok per essere forza politica ignorando che sono le idee che muovono la storia e non la storia che muove le idee.

Certo i tempi sono cambiati e cambiano in continuazione. Non è più il tempo delle tessere di cartoncino, dei manifesti elettorali sui muri, delle tribune politiche in bianco e nero, delle assemblee dove i votanti erano più dei presenti.  I nuovi strumenti di comunicazione hanno creato nuove condizioni, termini e modi di fare politica. Ma certo è ancora il tempo del rispetto delle procedure democratiche dentro i partiti, nel confronto tra maggioranza e minoranze, delle discussioni aperte dentro gli organi rappresentativi, delle proposte, delle idee, dei confronti con gli iscritti e gli elettori in campo aperto, del controllo puntuale dell’operato degli eletti.

Un tempo si discuteva nei consigli comunali e ancor prima dentro i partiti e tra i partiti degli argomenti all’ordine del giorno. Oggi non funzionano più nemmeno i consigli comunali, ridotti a ratificare, auspicare e decidere solo su poche questioni rilevanti. Lo stesso valeva anche per deputati, senatori, consiglieri regionali che dovevano rendere conto, essere presenti, ascoltare e rispondere. Oggi abbiamo parlamentari che frequentano il loro collegio solo due mesi prima delle elezioni.

Se tornano i partiti torna vitalità nella vita democratica, e sarebbe già tanto nel tempo dove problemi epocali e non previsti mettono a dura prova le basi della convivenza civile: dalla guerra alle porte, alle epidemie, alla crisi delle materie prime energetiche, alle carestie che tornano nei paesi lontani ma che da noi aumentano le povertà.

Se tornano i partiti, sperando nel meglio che li può distinguere, anche le disuguaglianze, i mezzi limitati dello Stato, le invasioni quotidiane di informazioni, troveranno almeno un luogo per ricominciare a “conoscere e deliberare” come raccomandava Luigi Einaudi.

Guido Puccio




RILANCIARE l’agricoltura biologica

Anabio-Cia Abruzzo. Alessandro Impicciatore eletto nuovo Presidente

Pescara, 4 Dicembre 2022. Con circa l’11 per cento della superficie agricola utilizzata destinata ad agricoltura biologica e 1960 aziende che adottano metodi di produzione bio, l’Abruzzo si colloca fra le regioni con il più elevato e variegato potenziale, dati i diversi orientamenti produttivi delle aziende convertite. Per il bio, come per le produzioni agricole di qualità, diventa sempre più necessario adeguare azioni e programmi per essere competitivi sul mercato. È questo quello che è emerso durante l’Assemblea elettiva di Anabio-Cia Abruzzo, l’Associazione di agricoltura biologica della Cia-Agricoltori italiani, che si è svolta ieri mattina, presso Torre Vinaria – Cantina Frentana a Rocca San Giovanni. La giornata è stata l’occasione per fare il punto della situazione in cui oggi versa il settore biologico.

Dopo i saluti di apertura di Roberto Battaglia, Presidente Cia L’Aquila-Teramo e Presidente uscente Anabio-Cia Abruzzo, spazio agli interventi dei tecnici sull’agricoltura biologica. Antonio Zinni, Responsabile ufficio agricoltura ecocompatibile Regione Abruzzo, ha sottolineato che il mercato del bio non è più una piccola nicchia e rappresenta l’unico segmento dell’agroalimentare italiano con tendenza alla crescita, “Siamo una delle nazioni con il più alto tasso di superficie biologica e dobbiamo cercare di spingere le aziende a convertire i prodotti in bio”.

Parola poi a Giuseppe Di Silvio, responsabile CAA-Cia Abruzzo, che ha presentato un report con i dati più rilevanti sul settore. “In una situazione nazionale che vede crescere il consumo di prodotti biologici e il relativo fatturato, di cifre superiori al 15%, Anabio Abruzzo vuole porsi come riferimento per i quasi 2mila produttori biologici della regione. Il tutto all’interno di una tendenza di aumento del numero delle aziende bio e del suolo dedicato al biologico. Gli ultimi dati ufficiali registrano oltre 43mila ettari coltivati a biologico e 6500 ettari in conversione”.

“La proposta di riforma della Pac”, ha detto il Responsabile PAC Cia Nazionale, Domenico Mastrogiovanni, “tende ad accrescere la rilevanza degli aspetti ambientali nel sostegno al settore primario, rafforzando di fatto anche il ruolo dell’agricoltura biologica. L’obiettivo è quello di trasformare la potenzialità bio di questa regione che porti valore di mercato”.

Hanno concluso il simposio gli interventi di Stefano Palumbo, Responsabile Indagine Rica Abruzzo e Gianpaolo Antonio, ricercatore del Crea.

“Abbiamo voluto organizzare questo momento di confronto date le esigenze e gli input europei che fanno sì che in futuro il modo di coltivare biologico interesserà tantissime aziende”, così il Presidente Cia Abruzzo, Nicola Sichetti, nel suo intervento di chiusura, “Bisogna favorire l’aggregazione a livello territoriale, la divulgazione delle tecniche di campo e dei processi produttivi propri degli alimenti biologici”.

È stato eletto Presidente regionale di Anabio Alessandro Impicciatore.




FESTEGGIATI nel parco della libertà

I nuovi nati con la donazione degli alberi

Fossacesia, 4 dicembre 2022.  Ludovica Bucciante, Angela Bussoli, Marta Caporale, Irene Caravaggio, Roberta Caravaggio, Vittoria Casturà, Lucrezia D’Amario, Luna Di Nardo, Noemi Di Stefano, Laura Elogbamen, Gabriella Neve La Rocca, Lorenza Marchetti, Greta Marrone, Lucrezia Marrone, Carolina Nicolò, Isabelle Rotondo, Alisia Spoltore, Osamuyi Matthew Avenbuan, Tommaso Caravaggio, Davide Casciato, Leonardo Cibelli, Simone Colanero, Paolo Hermes D’Alessandro, Tommaso Di Piero, Mattia Di Pretoso, Giole Melizzi, Giovanni Moretto, Federico Nardone, Bryan Omosigho, Samuel Paione, Diego Primomo,  Lorenzo Scaglione, Emanuele Tamburrini, Francesco Toscano, Manuel Vittorioso, Pier Carmine Vizzarri.

Questi i nomi delle 17 bambine e dei 19 bambini nati tra novembre 2021 e lo stesso mese del 2022 a Fossacesia, ai quali l’Amministrazione Comunale, come da tradizione, ha donato un albero di rovella e un attestato per ogni nuovo nato per salutare il loro arrivo nella comunità fossacesiana. La cerimonia si è svolta nel Parco della Libertà e a causa delle condizioni atmosferiche, non ha visto la presenza di tutti i 36 nuovi nati e dei loro genitori. Nell’occasione, come avvenuto negli anni passati, nel parco è stato piantato un albero.

La consegna delle piantine è stata presenziata dal Sindaco, Enrico Di Giuseppantonio, dagli assessori Maura Sgrignuoli e Giovanni Finoro, dal consigliere comunale delegato alle Politiche per lo Sviluppo sostenibile dell’Ambiente, Umberto Petrosemolo, e da Mariella Arrizza, capogruppo del gruppo  consiliare Alternativa Civica per Fossacesia.

“Le Amministrazioni da me guidate sono state sempre impegnate su un percorso che testimonia quanto ci stiano a cuore la tutela ambientale e le pratiche virtuose e sostenibili: è un dovere che abbiamo anche nei confronti delle nuove generazioni e al contempo vuole essere un messaggio rivolto alle famiglie affinché possano creare insieme ai loro figli un legame diretto con la natura che le circonda”.




ELHAM HAMEDI, UNA VOCE DI LIBERTÀ IN IRAN, nell’arte e nella poesia

Annotazioni sulla poetica e sulla pittura dell’artista di Shiraz, ambasciatrice di pace nel mondo

di Goffredo Palmerini

L’Aquila, 4 dicembre 2022. Le notizie di quanto sta accadendo in Iran accompagnano la lettura della silloge “Un colpo alla testa, era uno zaqboor” di Elham Hamedi, un volume di 40 liriche, pubblicato in questo mese di novembre da Terra d’ulivi Edizioni. Le poesie, in lingua inglese, sono state tradotte in italiano da Fernanda Ferraresso e nel testo pubblicate in entrambe le lingue. Queste modeste annotazioni non hanno la pretesa d’essere una riflessione critica sulla poetica di Elham Hamedi, che sfuggirebbe dalle mie competenze. L’autrice ha una rara sensibilità e una feconda espressione lirica, che ti prende l’anima. Profonda è l’emozione mentre mi immergo in queste liriche.

Questa è una guerra/ tra il sangue nero della mia penna/ e il bianco sospetto di questa carta/ Questa è una guerra/ attraverso le mie lacrime rosse/ che erutta/ dai muri feriti/ attraverso il mio rossetto/ che è rotolato/ nel suolo la voce silenziosa di una donna/ nel rossetto rosso./ Questa è una guerra/ attraverso la pelle spaccata di una donna/ chi si alza impotente./ La sua faccia schiaffeggiata abbandonata a terra/ è un’ombra frammentata che se ne va. (Ombra in frammenti)

Non esiste mezzo più portentoso dei versi, per aprirci le porte dell’anima, perché la Poesia è distillato della voce dell’anima per antonomasia. Rompe barriere, la Poesia, frantuma confini, si libra eterea conquistando orizzonti inusitati, confida le aspirazioni più autentiche, le gioie più profonde, le ansie, i dolori, le passioni e i desideri più reconditi, ma che hanno valore universale. Ci affranca dai rumori del mondo, ci restituisce la dimensione umana, nella sua nudità e nella sua purezza. Se non esistesse la Poesia, ci mancherebbe quella voce dell’anima che muove le corde della sensibilità umana, rivelandoci l’essenza stessa del tratto di strada che ad ognuno spetta nella storia dell’umanità.  La poetica di Elham Hamedi arriva diritta al cuore, è un urlo lancinante di dolore, di inquietudine, di sofferenza interiore. E’ un grido di libertà alto e potente. In questo volumetto ancora fresco di stampa Elham Hamedi ci sono versi intensi e sanguinanti, c’è tutto il dolore dell’anima, c’è l’intima rivolta contro la violenza, contro la brutalità e la sopraffazione.

Mi ribellerò/ romperò/ tutte le leggi della convivenza con la natura inanimata/ mi ribellerò/ con le stesse imperfette braccia e gambe/ con le stesse implicazioni invertite dell’essere non essere/ nausea di essere/ e masticando costantemente la non esistenza/ mi ribellerò/ catturerò l’anima umana/ da questa palude permanente. (Nausea di essere)

E’ una rivolta morale di una donna che sfocia in una poetica senza eufemismi, netta, trasparente, icastica. Vi traspare un dolore che accomuna tutta quella parte di umanità che ripudia l’oppressione e la cecità umana, oscurata dai pregiudizi e dalla mostruosità del pensiero.

È vietato il sole sulla nostra pelle/ e le ombre delle galassie passano facilmente dalla mia bocca scura./ Senza sorpresa o shock può congelare il nostro corpo./ Senza che la cella segreta turbi la mia mente/ la lama del vento mi ha trasformato in due metà del purgatorio. Dante, ma dove stai a testa in giù nella Via Lattea?/ Come l’inferno succhia l’ombra e il suo silenzio?/ I melograni insanguinati scoppiano nel Giardino dell’Eden/ e le scintille di fuoco/ tra le ceneri delle parole/ giustificano la follia delle mie mani impotenti/ per crocifiggere l’intera mia anima./ Dove sei Dante? Hidden Paradise ha molto dolore./ Il paradiso è gravido di mille feti ignoranti./ L’inferno dietro il punto interrogativo/ ha inghiottito tutte le fiamme./ Dove sei Dante?/ Beatrice per un rossetto nero/ è stata lapidata. (Paradiso nascosto)

Raffinata e colta, la sua espressione poetica s’interroga sulle questioni fondamentali, sul senso dell’esistenza umana e sulla sofferenza. Entra nelle profondità del suo essere, ma non s’estrania dall’ambiente in cui vive. Queste le emozioni immediate ad una lettura ancora non ben distillata dei versi di Elham Hamedi. E però il suo grido è già entrato nel profondo.

Angeli di terre lontane!

Dio ha fatto i tuoi capelli d’oro?

I miei capelli sono stati giustiziati oggi

Si riversava sulle spalle nude di un albero

Angeli di terre lontane!

I miei capelli non possono essere la corona del mio corpo?

I capelli sulla mia testa non appartenevano a questo corpo ferito fin dall’inizio della creazione?

Angeli con i capelli biondi!

I miei capelli avrebbero potuto essere di un colore diverso

Angeli dai capelli d’oro delle terre libere!

I miei capelli sono diventati scuri durante una dittatura!

Angeli di terre lontane!

Lascia i tuoi capelli al vento oggi in memoria dei miei capelli morti

Nella mia terra i venti sono stanchi

I miei capelli sono stati giustiziati oggi

E gli uccelli non possono cantare sulle spalle degli alberi accanto al cadavere dei miei capelli

Una ciocca di capelli nella mia terra è un anello della morte sul collo di una donna.

(Questi non sono capelli. 19 settembre 2022)

Le sue liriche trovano una perfetta sinestesia con la sua pittura intensa, con le istallazioni. Elham Hamedi è una grande artista, con una cifra del tutto originale. Le sue tele raccontano frammenti umani in un insieme di cose e oggetti inanimati. Denso e pastoso il tratto, decisi i colori ma senza vivezze eccessive, quasi sconfinanti nel campo informale. Elham Hamedi è nata nel 1967 a Shiraz, in Iran. È un’artista multimediale, pittrice e poetessa, curatrice internazionale E’ membro permanente dell’Iranian Visual Arts Scientific Association. Laureata in Ricerca in Arti alla Yazd University, si è poi laureata in Radiologia presso l’Università di Shiraz. È designer della rivista letteraria e artistica “Aghrabeh”. Alcuni dei suoi dipinti e installazioni sono stati ispirati da frammenti di organi umani e dalle loro interazioni con oggetti inanimati. Nei suoi dipinti cerca di stabilire una connessione tra pittura e argomenti medici legati al corpo. Questa relazione intertestuale è associata a temi psicoanalitici. Infatti la psicoanalisi è considerata come il collegamento tra le due aree della formazione di Hamedi, cioè Arte e Medicina. L’artista ha tenuto diverse mostre personali e collettive, in Iran e all’estero. La sua collezione di dipinti è stata recensita nel 2018 da quattro critici iraniani su “Sokhan”, rivista di Cultura e Arte. I suoi lavori sono stati recensiti anche da Rocco Zani, critico italiano, su “WordNews” 2021. Attualmente Hamedi sta collaborando al progetto di Maurizio Esposito sulla rivista Dialogo. Alcune sue poesie sono state pubblicate in italiano su “Transiti Poetici” di Giuseppe Vetromile. Le sue poesie sono state presentate da Fernanda Ferraresso e Paolo Polvani e pubblicate in prestigiose riviste e siti web italiani. Tra queste la rivista letteraria internazionale Forma Fluens, la rivista letteraria Frequenze Poetiche, le riviste Art Magazine e Dialogue Magazine, l’Agenda Poetica 2022, Il no. 52 della collana “I Quaderni del Circolo Letterario Anastasiano” è interamente dedicato a Elham Hamedi.

Fernanda Ferraresso così scrive, tra l’altro, in una nota critica sull’arte poetica e pittorica di Elham Hamedi: “[…]Visualizzare e dare forma a ciò che sfugge, che è aereo, volatile e volubile, ma pervade e intride la materia, è ciò che le opere di Elham Hamedi, sia quelle pittoriche, che quelle letterarie in poesia, cercano di fare, come inchiodando un attimo preciso, che lo sguardo profondo ha colto, senza confondersi con il tempo  in cui si vorrebbe trovare il senso per sintetizzarlo in un solo significato. Tutto resta sospeso. Nel movimento del frammento, afferrato nell’istantanea si coglie l’attimo, l’attimo prima che evolva. […] Hamedi spiega le sue opere, che vanno sotto il titolo di Fragment – Frammenti e afferma che ciò che si vede non è una frattura esposta soltanto, quanto piuttosto ciò che ne consegue, in un recupero dei pezzi, di un corpo scomposto, collocando le parti di cui si forma quasi in un mosaico, in un diverso assemblaggio da cui ciò che si palesa è un dire fermo, inciso in ogni sua parte: “Sono memoria e resto ferma anche se tagliata, sbranata e trascendo il corpo per farmi memoria di tutti”. In una composizione solo sua, si fa strumento in cui il singolo si mostra come un coeso abito abitato, anche se corpo in quel caos di parti, testa orecchio piede, sembra voler ingrandire e gridare una affermazione forte. E’ un grande orecchio, un ascolto profondo e labirintico, la vita è l’attimo in cui la percezione interpreta la frantumazione ricomponendola attraverso repertori sonori, tendinee tessiture, intime correnti oscure, scrivendo le sue perle in quell’oceano di caos e caso da cui tutti e tutto discendiamo e in cui camminiamo, attraverso  immagini che non è dato vedere agli altri e sono intime, segrete, sono le perle dentro la conchiglia di chi le ospita in sentieri marini, abissi, dove camminiamo con piedi azzurri quasi con passi danzanti, in punta di piedi. […]

Stare alla frontiera dell’immagine quanto del sentire – annota infine Fernanda Ferraresso – sembra essere per Hamedi il luogo in cui più profondamente guardare, nel territorio di un sé consapevole di ogni mancanza, di ogni distanza, di quelle voci che non smetteranno mai di farsi sentire e abitare la carne, configurando sillabari di incredulità e attenzione acuta, forte proprio di quel sapersi riscrivere, ritessendo in continuo quell’uomo-donna-tutto e niente, contemporaneamente. Incombente vita e morte sono la residenza, in una distanza in cui spazio è quel nuotare affogare e riaffiorare, rifiorire, ferire, lacerati da una forza che è sempre la passione con cui la vita ci prende e noi le rispondiamo, ciascuno dalla propria terra, in cui il sisma dell’esistere non è mai rassegnazione.”

“La poesia riesce sempre a trovare spiragli e vie inaspettate – scrive il poeta e critico letterario Giuseppe Vetromile -, per cantare al mondo intero il senso dell’esistenza così come viene percepito dall’autore, in termini di materialità e corporeità ma anche e forse soprattutto in termini spirituali e psichici. Il panorama e il tempo che fluisce ineluttabile, sono elementi che suggeriscono riflessioni, che incitano domande alle quali il poeta tenta di dare le proprie risposte o motivazioni d’essere. La visione del mondo, fisica o anche psicologica, sociale, religiosa, spirituale, viene elaborata dal poeta, il quale poi costruisce, o meglio ricostruisce, questa visione dotandola di luci, suoni, prospettive, speranze, dolori e anche speranze, in un quadro complesso, articolato e delicato, unico nel suo genere perché è unica e originale la visione filtrata dall’autore. In questa prospettiva si colloca il mondo poetico dell’iraniana Elham Hamedi, artista a tutto tondo, la quale ci offre una visione particolarmente elaborata della sua realtà, che oltre ad aderire pienamente alla situazione storica contingente, assume sicuramente una validità considerevole anche in ambito antropologico e psicologico generale.

La sua poesia, infatti, si frammenta e si ricostruisce continuamente, e come i tasselli di un puzzle gigantesco, raggiunge la compattazione del quadro solo al termine, quando l’azione propositiva dei suoi versi afferma e conferma l’idea generatrice, il suo progetto poetante. E così, Elham Hamedi costruisce il suo mondo poetico riempendolo di figure simboliche apparentemente inanimate, come strade, grattacieli, manichini, vetrine, terre e pietre, ma anche utilizza parti del corpo che, staccate, indipendenti, acquistano vita propria, soffrono, si dolgono, cercano orizzonti di libertà e di affrancamento dalle costrizioni di una quotidianità derelitta e opprimente. […] Una poesia dunque dai contenuti fortemente simbolici e metaforici – conclude Vetromile –, che si snoda attraverso visioni e storie frammentate, colme però di una umanità dolorante e desiderosa di aperture, di sbocchi liberatori, come di un ruscello che impetuosamente cerca di raggiungere il mare. La poesia è un modo di dire le cose del mondo e della storia, un modo onesto e sincero, che offra spunti di riflessione e che raggiunga direttamente il cuore e l’anima dell’altro, coinvolgendolo e suggerendogli realtà altre, diverse dalle proprie, e per questo la poesia è “ponte” tra culture diverse, tra visioni del mondo diverse. E la poesia di Elham Hamedi è anche tutto questo!”

Prendo qualche lacerto da una bella recensione di Paolo Polvani sulla poetica di Elham Hamedi. “Il corpo è il paradigma attorno al quale s’incardina il discorso poetico di Elham Hamedi – scrive tra l’altro Polvani –. Un corpo a volte evocato nella sua interezza, più spesso sezionato, frammentato, ridotto a dettaglio. Una volontà indagatrice riscontrabile anche nell’ opera pittorica, di sapore espressionista, dove il colore è assimilabile a un grido e i frammenti del corpo si offrono illuminati da una luce viva. Radicarsi nella realtà, spostarsi nello spazio, liberare le energie creative, rapportarsi al presente e confrontarsi con quello che c’è, tutto questo è in strettissima relazione con il corpo, avviene in funzione e grazie al corpo. […] So che la lingua iraniana possiede raffinatezze dolcissime e infinite sfumature di suoni, e che sicuramente nei passaggi dalla lingua originale all’inglese e infine all’italiano va persa purtroppo la musica dentro la quale la poesia è stata generata.  Contiamo però che Elham nella sua gentilezza ci faccia dono di una lettura e che questa lettura possa circolare tra chi avrà il piacere di passeggiare dentro i suoi versi. Resta comunque una poesia intensa, ricca di improvvisi bagliori e coloratissima – tutta la mia presenza blu -, con rimandi all’opera pittorica, altrettanta interessante e avvincente. Una poesia che parla dell’incompiutezza e della difficoltà di accettare il presente, e tuttavia felicemente, pervicacemente aggrappata alla necessità della creazione: – ma la parola è qui,/ ubriaca e spericolata/ nella sicurezza delle mie labbra -.

Elham Hamedi è stata selezionata per la partecipazione alla Biennale d’Arte Contemporanea della Murgia, svoltosi a Palazzo Lanfranchi, una delle sedi dei Musei Nazionali di Matera E’ stata tra i 167 artisti provenienti da Italia, Svizzera, Turchia, Germania, Giappone, Russia, Estonia, Ucraina, Francia, Grecia, Cina, Bulgaria, Spagna, India, Iran, Lituania, Canada, Stati Uniti, Argentina, Australia. Più artisti insieme, in una fusione virtuosa di antico e moderno e un comune denominatore: onorare le vittime di tutte le stragi e farsi costruttori di pace. Un connubio di linguaggi diversi e complessi, specchio della globalizzazione attuale sempre più presente anche nelle nuove tendenze artistiche. Hamedi ha partecipato inoltre alla Mostra “Green Image Joseph Beuys 100” presso la Pinacoteca Civica di Palazzo Moncada a Caltanissetta. Nel 2022 Elham Hamedi ha partecipato alla IXX Esposizione Internazionale d’Arte – AamA, co-ospitata da otto musei: Musée de Portimao (Portogallo), L’Entrepôt Galerie d’art (Principato di Monaco), Contemporary Art Museum and Art Center Bitola (Macedonia del Nord), ‏Kyungpook National University Art Museum,  Bukgu – Daegu (Corea del Sud), El Castillo Museo de Monteagudo de las Vicarias (Spagna), Cang Art Museum, Hangzhou (Cina), Villa Biancardi, Zorlesco (Italia).

In campo letterario Elham Hamedi è stata una delle poetesse selezionate per partecipare a Procida al First International Iside IX Edition – Literary Arts 2021, ed è una delle vincitrici del Premio International 2022 “Women For Culture and For Peace”. E’ inoltre membro esecutivo della Writers Capital International Foundation. È Ambasciatrice dell’IFCH, Ambasciatrice di Pace e membro del Consiglio di Amministrazione del Poetry and Literature World Vision. Hamedi è tra gli autori della casa editrice Les Flâneurs Edizioni, collana “Icons”, nella serie Poetry diretta dal poeta Alessandro Cannavale e presente in diverse antologie di poeti (in Italia, Albania, Belgio). Nel 2022 le sono stati conferiti il Premio internazionale “Le Nove Muse”, a Venezia, e a Montecatini Terme il Premio internazionale “Il Canto di Dafne”, prestigiosi concorsi letterari di cui è presidente Marina Pratici, poetessa insigne e saggista, e presidente internazionale è Hafez Haidar, candidato al Premio Nobel per la Pace e per la Letteratura.




LA   LG UMBYRACING SBANCA BISCEGLIE. Violato 1-3 il parquet della Sportilia

Sesta vittoria consecutiva e terzo posto in solitudine

Teramo, 4 dicembre 2022. Come previsto alla vigilia, la LG UmbyRacing Teramo stupisce e vince anche a Bisceglie con la Sportilia 1-3 e conquista la sesta vittoria consecutiva che permette alla squadra biancorossa di issarsi in solitudine al terzo posto della classifica. Una gara dai due volti e vietata ai malati di cuore.

Questo perché la squadra di Marcela Corzo ha regalato il primo set alle avversarie, non giocando come su standard abituali. La reazione c’è stata, una reazione di forza di carattere di squadra, che ha permesso alla Futura di ottenere l’intera posta in palio, anche con qualche sofferenza di troppo. Il primo parziale vede le padrone di casa sempre comandare portandosi avanti 6-5, 13-7, 19-15, 22-19 fino al 25-20 in 24 minuti.

Nel secondo set è sempre la Sportilia a gestire la gara, ma la Futura c’è dimostrando voglia di stupire ancora. Il primo vantaggio biancorosso arriva sul 9-10, ma si resta in equilibrio fino al 18-18, con le pugliesi avanti addirittura 21-19. Sull’orlo del precipizio, le biancorosse tirano fuori l’orgoglio nascosto nel primo set. Impattano 22-22 e poi piazzano un tre a zero che permette di andare sull’1-1, 22-25 in 28 minuti.

Nella terza frazione scappa ancora Bisceglie, ma è un fuoco di paglia perché Teramo è avanti 11-12. Mantiene ed allunga il vantaggio la squadra di Corzo fino al 15-22, 17-24 per chiudere 19-25 in 26 minuti. Ultima frazione al cardiopalmo, con le biancorosse avanti 4-10, 9-14, 11-17. Bisceglie non molla e si arriva sul 18-22. Poi la Futura decide di mettere fine all’incontro: va sul 20-23, 20-24, 21-24, chiudendo 21-25. L’importante era vincere, ottenere i tre punti e la sesta vittoria consecutiva. La Futura alza la voce, le ragazze biancorosse lanciano un messaggio al campionato e a chi le aveva date ormai fuori dai giochi.

SPORTILIA BISCEGLIE     1

Luzzi, Nazzarini, Bellapianta 18, De Nicolò 18, Losciale A. 2, Piarulli, Massaro, Roselli, Lo Passo 1, Losciale P. 8, Di Reta 7, Gentile, Mastropasqua. All. Nuzzi.

LG UMBYRACING TERAMO 3

Peroni, Ragnoli 2, Cipriani 9, Di Diego 3, Mattucci, La Brecciosa, Di Paolo 14, D’Egidio, Mazzagatti 6, Di Carlo 15, Di Sabatino, Ventura, Lestini 23. All. Corzo.

Arbitri: Filomeno (Massafra), Monteleone (Carosino).

Parziali: 25-20, 22-25, 19-25, 21-25.

Patrizio Visentin




GIOVANI E IMPRESE DI CAMPAGNA AMICA arrivano in Sicilia

 L’Abruzzo a Palermo per il villaggio contadino della coldiretti

Anche i giovani agricoltori abruzzesi under 30 per tre giorni a Palermo al Villaggio della Coldiretti per ricordare la centralità e i primati dell’agricoltura italiana messi a rischio da guerra e rincari energetici, incontrare aziende agricole provenienti da tutta Italia, conoscere e far conoscere la biodiversità dell’agricoltura made in Italy a cittadini consumatori, grandi e piccini, e confrontarsi per “progettare” un futuro basato sulla distintività e la qualità del made in italy agroalimentare. Una delegazione di giovani under 30 è infatti arrivata in Sicilia nel Villaggio che ha assediato il centro di Palermo, dove sono accorsi migliaia di agricoltori dal resto della penisola.

Dall’Abruzzo sono arrivati una decina di giovani imprenditori che, insieme alle aziende agricole selezionate e coinvolte nella vendita diretta del mercato di Campagna Amica, hanno assediato il centro cittadino – da Piazza del Teatro Politeama a Piazza Castelnuovo – per i tre giorni di manifestazione che, iniziati il 2 dicembre, termineranno domani 4 dicembre. Tanti i temi trattati finora nei momenti istituzionali in cui si è discusso – sulla base di esclusivi studi e ricerche elaborate per l’occasione dalla Coldiretti – di crisi energetica, cambiamento climatico, alimentazione e rischi connessi all’affermarsi di modelli di consumo omologanti, a partire dall’arrivo sulle tavole del cibo sintetico a minacciare la salute dei cittadini e la sopravvivenza stessa del Made in Italy agroalimentare, ma anche di sostenibilità, ambiente e salute.

Coldiretti Abruzzo ricorda che il Villaggio Coldiretti è l’unico posto al mondo dove tutti possono vivere per una volta l’esperienza da gourmet con il miglior cibo italiano al 100% a soli 8 euro per tutti i menu preparati dai cuochi contadini che hanno conservato i sapori antichi del passato ma anche acquistare direttamente dagli agricoltori le eccellenze agroalimentari e i prodotti dalle aziende di agricoltura sociale impegnate nel reinserimento socio lavorativo di soggetti disagiati, disabili o problematici, nell’educazione ambientale e nei servizi alle comunità locali. Al Villaggio si possono scoprire le opportunità e i pacchetti vacanze offerti dagli agriturismi di Campagna Amica, promossi da Terranostra, e conoscere la pet therapy e toccare con mano il ruolo degli animali nella cura del disagio.

Al Villaggio di Palermo è stato inoltre realizzato  il primo giardino terapeutico-sensoriale, gli orti con i tutor e lo spazio Generazione agricoltori dedicato alle idee dei giovani imprenditori agricoli che fanno innovazione nel Paese.




MONTAGNAPERTA 2022

Fare della marginalità un’opportunità

Capracotta, 3 dicembre 2022. Fare della marginalità un’opportunità: è il titolo scelto dagli organizzatori per la tre giorni di “MontagnAperta”, l’evento culturale e scientifico dedicato ai territori minori e alle terre alte dell’Italia, dalle Alpi all’Appennino. E ancora una volta sarà Capracotta, “tetto” dell’Alto Molise, ad ospitare la tre giorni, 9-10 ed 11 dicembre, dedicata alle «comunità che accolgono». Un progetto pensato dalla Fondazione Montagne Italia, dall’Uncem, dal Gal Alto Molise e dall’associazione Borghi autentici d’Italia, partner istituzionali il Comune di Capracotta e la Regione Molise, con il patrocinio dell’Università degli studi del Molise, di Slow Food Abruzzo e Molise, della Pro Loco di Capracotta e dall’associazione RiFai.

«Ci confronteremo con alcuni tra i massimi esperti della materia proprio per provare ad individuare un percorso condiviso per contrastare lo spopolamento dei nostri paesi – spiega il sindaco di Capracotta, Candido Paglione – E noi siamo determinati a fare ogni sforzo per sconfiggere la paura di restare e per alimentare, invece, la voglia di tornare ad abitare i nostri luoghi. La montagna, infatti, è un luogo vivo dove si produce e si fa impresa che non ha bisogno di interventi caritatevoli, ma del pieno riconoscimento della accessibilità a tutti i diritti fondamentali, così come avviene nelle altre aree del Paese. Non a caso, si resta se c’è la dignità per poter restare. Parleremo di come invertire la tendenza e far crescere la cultura del voler bene al proprio paese. Vi aspettiamo nella sala della cultura, al secondo piano del palazzo municipale di Capracotta».

La conferenza stampa di presentazione della manifestazione MontagnAperta 2022 si terrà presso l’area stampa dell’Assessorato Turismo e Cultura della Regione Molise, lunedì 5 dicembre alle ore 10.30. Saranno presenti l’assessore Cotugno, il sindaco Paglione e Gianluca Di Lonardo, project manager dell’iniziativa.




BTO DI FIRENZE, Italy Ambassador Awards

Dall’abruzzo Jenny Gómez semifinalista Micro Influencer Wine&Food

Firenze, 3 dicembre 2022.  Durante il prestigioso BTO – Buy Travel online, evento annuale di riferimento sul  turismo digitale, innovazione e formazione, dedicato nel 2022 al Metaturismo –  ha avuto luogo la cerimonia dell”Italy Ambassador Awards”. Il primo premio italiano per i migliori influencer e blogger che promuovono l’Italia. Jenny Viant Gómez,  giornalista pubblicista freelance, residente in Abruzzo e di origine cubana,  da tempo attiva sul piano della comunicazione digitale, è stata scelta nella ristretta rosa di semifinalisti micro-influencer della categoria Wine&Food. Una fascia che include i comunicatori digitali che privilegiano il rapporto di fidelizzazione con una platea che va da 1-10K.

Il premio è un riconoscimento per valorizzare la capacità di chi, con tanto impegno, desidera far conoscere meglio le tante qualità dell’Italia sia agli stranieri che agli italiani. Viant Gómez, il cui profilo pubblico Instagram di 1500K è jenny_viant_gomez,  ha partecipato al contest con un Instagram Reel sulla sostenibilità e valorizzazione della filiera enogastronomica.

Sono state cinque le categorie esaminate:  Travel, Food&Wine, Fashion, Beauty&Spa e Luxury Lifestyle. Ogni categoria suddivisa in 5 fasce di follower: Micro, Junior, Expert, Advanced Blogger e Top Influencer.

Spiega Viant Gómez: «La comunicazione digitale richiede conoscenza delle nuove tecnologie, responsabilità e costanza. Mi sono sempre focalizzata sulla qualità dei contenuti; inoltre, essendo giornalista ho dei vincoli deontologici tassativi. Non ho mai avuto l’ossessione dei numeri. Non è trascurabile avere 1500 persone reali che mi seguono. I finti follower, diffusa prassi, sono un’arma a doppio taglio. Prossimo step lo “sbarco” su Tik Tok, è una piattaforma capace di regalare molte soddisfazioni, in questo momento. Poi inizierà  a diventare satura come Instagram.  Ad ogni modo, la cosa importante è che le persone capiscano che non si può prescindere dalla comunicazione digitale».

Italy Ambassador Awards è un’iniziativa in collaborazione con Toscana Promozione Turistica e il patrocinio di ENIT.

Madrina dell’evento Maria Grazia Cucinotta. Fondatrice del premio Svetlana Trushnikova.   Presidente della giuria Giorgio Palmucci, vicepresidente Francesco Tapinassi. In giuria Matteo Lunelli, Sofia Peronaci, Alberto Lupini, Mania Ronconi, Massimo Basile, Andrea Quadrio Curzio, Claudio De Donatis, Anton Giulio Grande, Franesco Garofalo, Elza Pereira, Irina Shkrolnaya, Patrizia Bortolin, Ludovica Casellati, Davide Manzon




L’OMAGGIO ALLA LITUANIA dei Solisti Aquilani

Con la direzione di Raimonda Skabeikaité. Ospite d’onore l’ambasciatrice in Italia Kreiviené

L’Aquila, 3 dicembre 2022. È un omaggio alla Lituania, Paese d’origine di Raimonda Skabeikaitė che dirigerà I Solisti Aquilani, il programma del concerto di lunedì 5 dicembre, alle 18, nell’auditorium del Parco all’Aquila. L’apertura è affidata a un brano dell’italiano Bruno Bettinelli.

Si tratta del sesto appuntamento della rassegna Musica per la città che l’orchestra d’archi, con la direzione artistica di Maurizio Cocciolito, presenta nel capoluogo regionale.

Ospite d’onore l’ambasciatrice della Lituania in Italia, Dalia Kreiviené, che sarà accompagnata dall’addetto culturale, Laura Gabrielaitytė-Kazulėnienė. L’ambasciatrice sarà accolta dal console onorario per l’Abruzzo, Maurizio Cocciolito, e dalle autorità civili e militari.

La direttrice, compositrice ed educatrice musicale Raimonda Skabeikaitė è nata nel 1991 a Mažeikiai, in Lituania e dal 2013 vive a Graz, in Austria. Ha iniziato la sua educazione musicale all’età di 8 anni. Durante i suoi studi in Lituania, ha partecipato a diversi concorsi come compositrice. Nel maggio 2022 ha vinto il concorso internazionale di direzione d’orchestra “Nino Rota”. Dall’estate 2020 si dedica sempre più all’associazione e al collettivo artistico SevenCircles, che esplora la diversità artistica e culturale dei suoi componenti.

Bolero. Pavane lacrimae di Vidmantas Bartulis (1954-2020) è un esteso dittico con violoncello solista – afferma Alessandro Mastropietro nelle note di sala – nel quale un diffuso clima dolente e assorto si combina in modo timbricamente fascinoso con evidenti reminescenze delle Quattro stagioni vivaldiane. In Plexus (2007) di Arvydas Malcys (1956) emergono, in alcuni pannelli, tratti vicini alla seconda generazione dei minimalisti (ancor più netti in Milky Way, 2004), in cui l’iterazione si combina con una pianificazione della fraseologia e della densità armonica-melodica. Faustas Latėnas (1956-2020) è stato anche un operatore e un personaggio della politica culturale lituana, nonché autore di molta musica di scena per il teatro; il suo In loving memory, qui nella versione per orchestra d’archi (originale per quartetto, 1986), dedicato agli amici emigrati dalla Lituania, sottopone materiali stilisticamente molto denotati – perfino ‘triviali’ – a un travestimento che va dalla deformazione sarcastica al commosso epicedio.

Il programma

I Solisti Aquilani

Raimonda Skabeikaitė direttore

Bruno Bettinelli                                Due invenzioni per orchestra d’archi

Vidmantas Bartulis                                         Bolero. Pavane lacrimae

Arvydas Malcys                                Milky way

                                                                               Plexus

Faustas Latėnas                                String quartet n. 2 “In loving memory”

                                                                               (trascrizione per orchestra d’archi)




PESCARABRUZZO INAUGURA il CLAP Museum

8 dicembre 2022 a partire dalle ore 15:00 Via Nicola Fabrizi, n. 194

Pescara, 3 dicembre 2022. Il Sottosegretario per la Cultura, Vittorio Sgarbi, e “il Michelangelo del Fumetto”, Tanino Liberatore, aprono la giornata di cerimonia con le autorità e con il pubblico

Giovedì 8 dicembre la Fondazione Pescarabruzzo inaugura ufficialmente il CLAP Museum (Comics · Lab · Art · Pescara), il nuovo polo espositivo dedicato al fumetto, in via Nicola Fabrizi, n. 194.

La struttura di originale architettura moderna, disposta su quattro livelli, è stata acquistata e riqualificata dalla Fondazione con un investimento complessivo di circa 3 milioni di euro, destinandola a polo espositivo e laboratoriale per il fumetto, considerato parte integrante della cultura popolare, soprattutto giovanile, e fenomeno artistico sempre più diffuso a livello internazionale.

Negli anni, anche con un’attenta partecipazione a numerose aste, la Pescarabruzzo ha acquisito una cospicua quantità di opere di Andrea Pazienza, considerato dalla critica l’Omero della Nona Arte e che a lungo si è formato e ha operato nel capoluogo adriatico. Si aggiunge una importante donazione di ben 128 opere dell’artista prematuramente scomparso, a favore della Fondazione, fatta dal Maestro Sandro Visca, professore di Andrea al Liceo Misticoni.

Una delle più significative collezioni fra quelle dedicate a Pazienza (324 opere in totale), arricchite nell’occasione da nove capolavori del periodo di Convergenze provvisoriamente prestate dalla signora Rita, vedova del fondatore della galleria Peppino D’Emilio, viene esposta dall’8 dicembre in modo permanente nelle attrezzate sale espositive del Livello 1 e del Livello 2 del CLAP Museum. Mentre i Livelli 0 e -1 ospitano la prima mostra temporanea del nuovo spazio museale: Tanino Liberatore. Di corpi e frammenti, un percorso di oltre 100 opere, di cui 70 inedite e mai esposte in Italia, con sezioni speciali dedicate all’eros, al leggendario personaggio Ranxerox, alla reinterpretazione che Liberatore fa dei supereroi e al rapporto dell’artista con musica, storia e poesia.

«Siamo lieti, come Fondazione Pescarabruzzo, di potere inaugurare questo nuovo spazio dedicato alla Nona Arte con una collezione così importante di opere del mitico Andrea Pazienza e con una originale temporanea di Tanino Liberatore. Quest’ultimo è insignito, tra gli altri riconoscimenti, del

“Romics d’Oro” 2005, il più alto tributo conferito ai maestri del fumetto, dell’illustrazione e del cinema internazionale, nonché del “Premio Internazionale Corradino d’Ascanio” 2022. Entrambi gli artisti sono stati contaminati, anche per esperienze umane realmente vissute, dal fertile laboratorio sperimentale e culturale pescarese degli anni ’70. Le mostre a loro dedicate vogliono essere l’emblema stesso del luogo che li ospita: uno spazio simbolo insieme della modernità e dell’archeologia industriale, trasgressivo e alternativo, cantiere aperto ai fermenti più vivi e alla libera e potente espressione della Nona Arte», dichiara Nicola Mattoscio, Presidente della Fondazione.

La giornata di inaugurazione del CLAP Museum avrà due momenti distinti.

Inizierà con una cerimonia riservata alle istituzioni, alla presenza degli esponenti dei più prestigiosi enti culturali di prossimità, a partire dalle ore 15:00. La cerimonia vedrà protagonista il Sottosegretario di Stato per la Cultura, Vittorio Sgarbi, accolto dal Presidente della Pescarabruzzo, Nicola Mattoscio, dal Presidente del Consiglio Regionale d’Abruzzo, Lorenzo Sospiri, da S.E. il Prefetto, Giancarlo Di Vincenzo, dal Presidente della Camera di Commercio di Chieti-Pescara, Gennaro Strever, dal Vicario Generale dell’Arcidiocesi, Don Francesco Santuccione, e dai Sindaci della Nuova Pescara: Carlo Masci, Sindaco di Pescara, Chiara Trulli, Sindaco di Spoltore, Ottavio De Martinis, Sindaco di Montesilvano e Presidente della Provincia. L’evento inizierà all’esterno del polo museale con il taglio del nastro e proseguirà all’interno con un breve tour attraverso le esposizioni permanenti e temporanee. Chiuderanno la cerimonia i saluti istituzionali con le conclusioni del Sottosegretario, Vittorio Sgarbi.

Alle ore 16:30 il CLAP Museum aprirà le porte al pubblico alla presenza di Tanino Liberatore, definito da Frank Zappa “il Michelangelo del fumetto”, protagonista della mostra Di corpi e frammenti. L’artista incontrerà e guiderà il pubblico in visita all’esposizione personale insieme alla curatrice della temporanea, Paola Damiano.

A seguire, alle 17:30, l’appuntamento è con i fumettisti, animatori e autori Simone Angelini e Marco Taddei che dialogheranno con Luca Raffaelli, giornalista, autore e storico del fumetto, e con Claudio Curcio, Presidente di COMICON – International Pop Culture Festival (organizzatore e partner della Fondazione per la mostra temporanea).

Concluderà la cerimonia inaugurale il genio di Tanino Liberatore che si esibirà in una spettacolare performance di disegno dal vivo per il pubblico. Infine, per l’occasione, una speciale statua di Ranxerox realizzata con moderne tecniche 3D sarà esposta da subito, entrando a far parte della collezione permanente, grazie alla donazione dell’artista e di COMICON al CLAP Museum.




MANOVRA NON ESPANSIVA e iniqua

Uil Abruzzo apre la mobilitazione regionale e annuncia una manifestazione che si terrà il 16 dicembre davanti alla prefettura di Pescara

Pescara, 3 dicembre 2022. La Uil Abruzzo, secondo quanto stabilito da Uil e Cgil nazionali sulla manovra finanziaria del governo,  apre la mobilitazione regionale.

“Per noi è una manovra non espansiva e iniqua che crea conflitti nel mondo del lavoro, mettendo l’uno contro l’altro”,  si legge nella nota della Uil Abruzzo, che commenta così il testo:  “Sul mercato del lavoro diciamo no ai voucher, no alla precarietà. Per dare certezze nel futuro delle nuove generazioni, diciamo sì ai contratti di qualità, sì alla contrattazione collettiva nazionale di lavoro. Sul fisco chiediamo che l’abbattimento del cuneo fiscale sia almeno di cinque punti, chiediamo un fisco equo che non colpisca sempre i soliti noti, lavoratrici e lavoratori dipendenti  e  pensionati. Diciamo no a una flat tax che premia alcuni e lascia tutto il peso fiscale sugli altri. Sulle pensioni, basta con interventi tampone – ieri 102 oggi 103 – perché di questo passo arriveremo  comunque alla quota prevista dalla legge Fornero. Noi siamo per una riforma strutturale del sistema previdenziale che tenga presente soprattutto la necessità di costruire una pensione di garanzia per le giovani generazioni e che con 41 anni di contributi mandi in pensione le lavoratrici e i lavoratori senza se e senza ma”.

“Chiediamo – si  aggiunge nella nota – più soldi per la sanità pubblica. Le risorse postate nella finanziaria non consentono di fare nulla. Non si può attuare la riforma del sistema pubblico sanitario, non si possono fare assunzioni di personale soprattutto medico e paramedico e si rischia di non mantenere aperti gli ospedali. Sulla scuola chiediamo un sistema di istruzione pubblico uguale per tutti che non debba subire tagli di risorse, fatti in base a logiche ragionieristiche”.

La Uil Abruzzo chiude il documento annunciando gli appuntamenti previsti per le prossime settimane: “Per queste e per molte altre ragioni, che spiegheremo nella conferenza stampa di mercoledì 7 dicembre nella nostra sede di Pescara, la Uil Abruzzo apre una stagione di mobilitazione regionale e territoriale e indice una manifestazione per il giorno 16 dicembre davanti alla prefettura di Pescara”.