G7, UN’OCCASIONE PER PROMUOVERE LO SVILUPPO DI TUTTI I POPOLI

Riflessione di monsignor Tommaso Valentinetti, arcivescovo di Pescara-Penne, in occasione della Riunione Ministeriale Sviluppo

Pescara, 21 ottobre 2024. La circostanza del G7 che si riunirà a Pescara dal 22 al 24 per la Riunione Ministeriale Sviluppo mi invita a riflettere ad alta voce e a richiamare l’attenzione su alcune questioni che, con lo sguardo della Chiesa attenta agli ultimi, ritengo siano nevralgiche. In un anno di fortissime contrapposizioni e conflitti che coinvolgono tutto il Mondo, è fondamentale cogliere ogni spazio di dialogo per costruire la pace e il futuro. E questo G7 è, senza dubbio, un’occasione utile per riaffermare l’opportunità di una governance internazionale democratica, purché sia legata a un quadro multilaterale: è anacronistico e limitato pensare che i paesi più ricchi e potenti si arroghino ancora il diritto di decidere in nome e per conto di tutti i popoli della Terra.

Tra i vari temi in discussione, è necessario confermare l’impegno di tutti i cosiddetti paesi ricchi – un impegno assunto da decenni in sede di Nazioni Unite – nel mettere a disposizione lo 0,70% del PIL in Aiuto Pubblico allo Sviluppo. È l’oggetto della campagna 070, promossa dalla società civile italiana per riportare all’attenzione di tutti la dimensione di corresponsabilità, per promuovere lo sviluppo e la dignità di tutti i popoli del Pianeta.

Nei mesi che precedono l’apertura del Giubileo della speranza, i paesi del G7 sono, inoltre, chiamati a dare una risposta ad una nuova crisi del debito: dopo gli impegni assunti in occasione del Grande Giubileo del 2000, l’assenza di un meccanismo efficace di prevenzione e gestione delle crisi debitorie internazionali ha portato ad una nuova fase difficile, aggravata, tra l’altro, dal periodo di pandemia. È indispensabile, allora, identificare gli spazi per una nuova stagione di cancellazione del debito.

+ Tommaso Valentinetti, Arcivescovo




NEL LAVORO DONNE LIBERE DALLA VIOLENZA

Al via in provincia di Chieti la campagna di sensibilizzazione

Chieti, 21 ottobre 2024. Prende avvio anche in Provincia di Chieti la campagna di sensibilizzazione “Nel lavoro donne libere dalla violenza“, a tutela delle vittime di discriminazione e di violenza sui luoghi di lavoro, campagna già avviata con successo a Teramo. A promuoverla la Consigliera di parità della Provincia di Chieti Monica Brandiferri e il Consigliere della Provincia di Chieti delegato alla pari opportunità Carlo Moro.

“Viviamo in un’epoca in cui il diritto a un ambiente di lavoro sicuro e rispettoso dovrebbe essere garantito a tutti. Purtroppo, la violenza di genere e le molestie sul posto di lavoro sono ancora realtà diffuse. Mobbing, stalking, molestie sessuali e verbali sono solo alcune delle forme di maltrattamento che possono rendere l’esperienza lavorativa un incubo. Promuoviamo la presente campagna in quanto riteniamo di fondamentale importanza educare e sensibilizzare alla condanna e all’eliminazione di ogni forma di discriminazione nei luoghi di lavoro, ma anche insistere nell’invitare le persone vittime di tali condotte deprecabili a denunciare alle Autorità competenti. Solo in questo modo a stretto giro di posta si affermerà una nuova mentalità basata sulla cultura della tolleranza, dell’inclusione e della piena parità di genere. Non  bisogna aver paura di parlare in quanto il silenzio può avere conseguenze gravi. Denunciare una situazione di violenza o discriminazione è il primo passo verso un cambiamento e per questo in caso di bisogno invitiamo a rivolgersi alla Consigliera di Parità”, sottolineano nella nota Brandiferri e Moro.

La Provincia di Chieti, in collaborazione con l’ufficio della Consigliera di parità, offre un servizio completamente gratuito a tutti coloro che si trovano a vivere situazioni di disagio sul posto di lavoro: è possibile contattare l’ufficio ai numeri di telefono 0871408216-227 o tramite mail m.brandiferri@provincia.chieti.it.




ACQUA SOSTENIBILE proteggiamo la risorsa pubblica più preziosa

Venerdì 25 ottobre la tavola rotonda a Pescara

Pescara, 21 ottobre 2024.  Si terrà il prossimo 25 ottobre, alle ore 10:30, nella sala Corradino D’Ascanio del palazzo della Regione Abruzzo a Pescara, la tavola rotonda dal titolo “Acqua Sostenibile: proteggiamo la risorsa pubblica più preziosa”, un evento dedicato alla tutela e alla sostenibilità della risorsa idrica pubblica.

L’incontro, promosso da Adiconsum, Adoc, Acu Contribuenti Abruzzo e Federconsumatori, vedrà la partecipazione di autorevoli esperti del settore, rappresentanti delle associazioni dei consumatori e attivisti per l’ambiente. Per Luigi Di Corcia, ACU: “Veniamo fuori da un’ulteriore emergenza idrica, emergenza che sta diventando sistemica, che ha creato gravissimi disagi alla popolazione, soprattutto ai soggetti più fragili ed ai margini, ma in generale a tutto il tessuto sociale ed anche economico della provincia e di tutta la regione”.

La tavola rotonda si propone di analizzare ed elaborare soluzioni all’emergenza idrica. Per Francesco Trivelli, Federconsumatori: “Oltre la contestazione abbiamo scelto di affiancare la proposta di nuovi modelli nella gestione dell’acqua, sono necessarie politiche sfidanti per concretizzare la  sostenibilità nell’utilizzo e la distribuzione, salvaguardando l’accesso pubblico a questa risorsa fondamentale”. 

Il forum può diventare un’occasione di confronto permanente non solo per rispondere alle emergenze ma per favorire un sistema di governance più efficace ed efficiente per il sistema integrato dell’acqua. Per Monica Di Vito, Adiconsum: “In una società in continua evoluzione è impensabile che le transizioni avvengano senza la partecipazione dei  consumatori. Un coinvolgimento trasparente in ogni fase, pianificazione, realizzazione e controllo, non è un costo,  ma una risorsa in termini di sostenibilità, di crescita sociale e di sviluppo”. 

Sono necessari investimenti strutturali che vadano oltre il Pnrr e tra i settori in cui è più urgente agire  vi è quello della depurazione delle acque reflue, che, oltre alla tutela dell’ambiente, ha un ruolo significativo come produttore di risorse idriche non convenzionali, e quello dell’impiego dell’intelligenza artificiale nella gestione delle reti. La pianificazione condivisa con Consorzi di bonifica per la gestione sostenibile delle risorse idriche può essere un contributo esaustivo per l’equilibrio idrogeologico del territorio e la messa in sicurezza degli insediamenti urbani per l’incremento di riserve idriche ed il risparmio dell’utilizzo delle risorse.

Monica Di Cola, Adoc: “L’acqua è una! È necessario introdurre nuove modalità con cui il bene viene raccolto, depurato, fatto ricircolare e riutilizzato in modo sicuro, compatibile e sostenibile.  È cruciale incentivare forme non convenzionali di approvvigionamento, ma anche riordinare la governance delle risorse idriche  per garantirne la disponibilità, superando  la frammentazione gestionale”.




GLI STRAPPATORI

Manifesti elettorali 360Gradi strappati su via Pescara

Chieti, 21 ottobre 2024. Questa notte 21 ottobre la legale e democratica libertà di espressione è stata nuovamente ferita. Ne dà l’annuncio la pubblica affissione pagata regolarmente, con i manifesti elettorali di 360Gradi strappati a terra su via Pescara.

Gli strappatori, detti anche squadriglie democratiche di destra sono certamente già pronti a dirsi non colpevoli o inconsapevolmente ubriachi da essere scivolati lì per errore. Siete sicuri che votare non faccia la differenza?

Abbiamo rimesso sul muro quello che si poteva salvare da terra, nella speranza che gli strappatori, a piede libero, comprendano che la democrazia non si esercita con tali bassezze.

Manifesti 360Gradi affissi su via Pescara (Chieti) strappati.




LA CAMMINATA SOLIDALE

Oltre 200 persone sulla Via Verde della Costa dei Trabocchi per sostenere la ricerca sul cancro

Fossacesia, 21 ottobre 2024. Ieri mattina, a Fossacesia, oltre 200 persone hanno affollato la suggestiva  pista ciclopedonale della Via Verde della Costa dei Trabocchi per partecipare alla camminata solidale PittaRosso Pink Parade organizzata in collaborazione con le Pink Ambassador del territorio, la Fondazione Veronesi, con il patrocinio del Comune di Fossacesia, a sostegno della ricerca sui tumori femminili. L’evento ha visto una partecipazione significativa di donne e persone che, in molti casi, hanno affrontato in prima persona il difficile percorso della malattia.

I partecipanti hanno percorso insieme cinque chilometri, mossi dalla speranza e dal desiderio di trasmettere un messaggio di fiducia per il futuro. Tra i presenti, anche il sindaco di Fossacesia, Enrico Di Giuseppantonio, il sindaco di Archi, Nicola De Laurentis, Ester Di Filippo, nel duplice ruolo di ricercatrice dell’Università di Chieti-Pescara e consigliera comunale di Fossacesia, che hanno voluto essere parte attiva di questa giornata. I sindaci hanno sottolineato nel loro saluto l’importanza di fare fronte comune per sostenere la ricerca, riconoscendo che essa rappresenta una speranza fondamentale per il futuro di chi combatte contro il cancro.

Una delle organizzatrici, Tiziana De Bartolo, ha commentato l’importanza dell’evento, che mira a sensibilizzare sempre più donne nella prevenzione e raccogliere fondi per finanziare la ricerca sui tumori femminili.  “Speriamo- hanno aggiunto le organizzatrici-  che questa manifestazione diventi un appuntamento fisso nel nostro territorio, a cui partecipare ogni anno con la stessa determinazione.”

La camminata si è conclusa con un forte messaggio di speranza: la ricerca non solo offre cure migliori, ma porta con sé la concreta possibilità di un futuro migliore per milioni di persone. “Una giornata di solidarietà, unione e determinazione – ha detto il sindaco Di Giuseppantonio prima di tagliare il nastro della partenza – per dire che, insieme, possiamo fare la differenza”.




INSIEME PER L’ALTERNATIVA POPOLARE E DEMOCRATICA

Galbiati: rimettere al centro i diritti sociali

Ortona, 21 ottobre 2024. Dopo la presentazione del convegno organizzato da INSIEME con la partecipazione di un altissimo numero di rappresentanti di gruppi ed associazioni che vogliono collaborare alla creazione di una nuova politica, la relazione di Domenico Galbiati sulla necessità di rimettere al centro i diritti sociali

Se la nostra amica Eleonora – alla cui memoria dedichiamo questa giornata – fosse ancora qui con noi, ci ricorderebbe che c’è un tempo per seminare e un tempo per raccogliere. E, soprattutto, che non sta scritto da nessuna parte che chi ha seminato possa pretendere per sé anche il raccolto. Infatti, come ha sostenuto papa Francesco, intervenendo alla Settimana Sociale di Trieste, “i cattolici non devono pretendere di essere ascoltati, ma piuttosto avere il coraggio di fare proposte di giustizia e di pace nel dibattito pubblico”.

In altre parole, i credenti – ma, in effetti, dovrebbe valere per tutti – prima di coltivare un’ambizione di potere, devono o dovrebbero farsi carico di un compito di verità. Che sul piano dell’azione politica consiste almeno nello sforzo diretto a superare narrazioni ideologiche artefatte,per aderire alla realtà sociale.

Oggi siamo dentro una transizione epocale che esige scelte coraggiose, gravi ed illuminate, come fu per De Gasperi a suo tempo. E indirizzi che siano in grado di andare oltre l’ordinaria amministrazione e le mezze misure. Con una radicalità che sia in grado di rispondere a fenomeni avvilenti, francamente inaccettabili, a cominciare dalle profonde diseguaglianze sociali che letteralmente lacerano anche le società più abbienti, oltre a compromettere il quadro complessivo delle relazioni internazionali.

Giustizia e libertà camminano di pari passo. Se non ci sono giustizia, parità effettiva di diritti e di opportunità, se non ci sono solidarietà, coesione sociale, uguale titolarità di cittadinanza per tutti, anche la libertà di chi pur sta in cima alla scala sociale viene, infine, delegittimata e compromessa. Sulle nostre generazioni incombe la responsabilità di vivere un frangente della storia del tutto particolare.

Siamo nel bel mezzo di una transizione epocale di cui non vediamo, se non confusamente verso un orizzonte lontano, i possibili approdi. Globalizzazione, incalzante sviluppo della scienza e della tecnica, crescita esponenziale e rumore assordante della comunicazione, migrazioni, crisi ambientale. Tutti processi che hanno un punto in comune: mettono in gioco la dignità della persona. E, quindi, necessitano di una visione etica, che sia capace di governarli.

Fin dagli Anni ‘20, Romano Guardini ci ha avvertiti che il nostro tempo – a cavallo tra tarda modernità e “post-moderno” – ha il grave compito di “governare la potenza” e, dunque, domare la complessità. Ora anche a noi compete riannodare il filo e dare continuità e ulteriore sviluppo al pensiero politico del cattolicesimo democratico e popolare. Tommaso Moro ci ha invitati a “conservare la fiamma e buttare la cenere”. E, ovviamente, non parlava della fiamma tricolore.

Siamo nati – attorno a mons. Simoni, con il fondamentale concorso di Stefano Zamagni – nel segno della ispirazione cristiana. Ispirazione che, come ci ha insegnato Aldo Moro, “va da noi sentita come principio di non appagamento e di mutamento dell’esistente (…). E come forza di liberazione, accanto ad altre”.

Ispirazione Cristiana, nel tempo della secolarizzazione compiuta, significa capacità di trovare parole e argomenti nuovi per mostrare, anche a chi provenga da altre culture, quale sia il valore umano e civile dei principi, dei valori, dei criteri di giudizio che, gratuitamente, abbiamo ricevuto in dono in uno con la fede.

Abbiamo attraversato quella sorta di Rubicone che scorre tra impegno sociale, cultura, formazione delle coscienze e assunzione di un compito di carattere prettamente politico. Non gruppo culturale, ma partito. Forza minuscola, ma orientata a costruire, nel senso sturziano del termine, il “partito di programma”. Impresa difficile, eppure dedicata a fecondare ciò che matura sul piano della riflessione culturale, attraverso la sua declinazione sul piano dell’azione politica. Il “programma” è il punto di possibile aggregazione operativa tra forze diverse che provengano da differenti retroterra culturali. Che sul programma possono convergere senza che nessun comprometta la propria originaria peculiarità.

Intendiamo affermare la nostra autonomia – non l’equidistanza che è tutt’altra cosa – dalla destra e dalla sinistra. Vogliamo concorrere alla trasformazione del nostro sistema politico, che va liberato dalla camicia di forza del bipolarismo maggioritario, fondato sullo scontro continuo e pregiudiziale tra i due poli. In apparente reciproca delegittimazione dei suoi attori, che è in realtà una reciproca legittimazione dell’oligarchia al potere.

L’ Italia è troppo ricca di storia, di cultura, di mille articolazioni geografiche e locali perché la si possa stringere e costringere dentro una camicia di forza che le toglie il respiro. Ha bisogno di un sistema politico-istituzionale che le permetta di esprimere pienamente le energie morali e civili di cui continua ad essere ricca. Perché prendiamo le mosse dai “diritti sociali”? Perché, a nostro avviso, vanno assunti come cardine di una nuova fase politica. Se vogliamo attraversare indenni questo tempo slabbrato, dobbiamo superare la logica dell’individualismo e ricreare un “popolo”, una comunità di sentimenti, di interessi, di speranze, di traguardi, di attese condivise, che diano un senso alla vita.

Dobbiamo ricomporre le trame di una “coesione sociale” smarrita e costruire quella democrazia ad “alta intensità” di cui ci ha detto, ancora a Trieste, il presidente Mattarella. Una democrazia partecipata, viva, coinvolgente, che evoca la responsabilità personale del singolo cittadino. A fronte delle sfide epocali che incombono su di noi, ogni cultura politica dovrebbe avere il coraggio di ridefinire la propria identità in rapporto al valore della persona. Perché le mille contraddizioni del nostro tempo possono trovare il luogo di una possibile conciliazione, non tanto in apparati istituzionali ma, anzitutto, nello spessore della coscienza interiore e della maturità civile di ognuno.

La centralità della persona, per il nostro tempo, non è un’opzione tra le altre, ma una necessità strutturale. Che ha pure il merito di evocare quella dimensione della trascendenza che abbiamo, purtroppo, in larga misura smarrito.

I diritti sociali, dunque.

Il lavoro, anzitutto. In quanto baricentro che regge l’intera costellazione dei “diritti sociali” e dal lavoro che bisogna partire. Sarebbe importante che, con Roberto Pertile e Anna Maria Pitzolu, gli dedicassimo, in una prossima occasione, un’ intera giornata di studio.

E poi la casa, tutto ciò che attiene alla vita quotidiana della famiglia. La scuola e l’educazione dei figli, la loro salute, la cultura, la loro crescita umana, morale e civile. Come educare, coltivare, preservare la loro capacità di pensare in proprio, piuttosto che allinearsi dietro il pifferaio di turno. E ancora la cura degli anziani, il “diritto di avere doveri”; un sentimento di solidarietà e di accoglienza nei confronti di chi, a qualunque titolo, sia debole o emarginato, povero o “diverso”. Con determinazione, un forte contrasto a diseguaglianze sociali avvilenti ed inaccettabili, a costo di provvedimenti impopolari ed elettoralmente non accattivanti.

Il contrasto al degrado della sanità pubblica. Una lotta senza quartiere alla povertà educativa e all’abbandono scolastico. Una politica che combatta il tarlo della solitudine che minaccia i giovani, pur nel frastuono di una comunicazione esasperata. Una capacità di accoglienza e di vera integrazione, nel territorio delle nostre comunità locali, nei confronti dei migranti che sia in linea con l’ineluttabile e progressiva formazione di una nuova civiltà multietnica. Italiani si nasce ed italiani si diventa nella solidale e comune appartenenza a quella “patria” costituzionale che dobbiamo al sangue ed al sacrificio di tanti giovani.

Segno dei tempi – si sarebbe detto una volta – se solo sapessimo ancora leggerli.

Ne parleremo diffusamente nel pomeriggio, suggerendo indirizzi e soluzioni. Il lavoro, la sanità pubblica, la scuola e l’educazione, l’accoglienza e l’integrazione dei migranti. E un sistema delle Autonomie solidale e responsabile, come necessario contenitore e strumento di queste politiche. Senonché, un conto è redigere un’agenda sociale, altra cosa è, invece, affrontare il punto dirimente di ordine prettamente politico.

Con chi ci si allea, in quale quadro politico, con quali mediazioni per condurre in porto gli obiettivi che ci stanno a cuore? Ora noi pensiamo, a tale proposito, che l’Italia abbia bisogno di una chiara, forte, esplicita, coraggiosa alternativa all’attuale governo delle destre. Un’alternativa ferma e puntuale soprattutto alla pretesa di egemonia culturale – peraltro destituita da ogni credibile fondamento – che la destra accampa.

Non è più tempo di “pensiero unico” e di egemonie e questo vale, ovviamente, anche per la sinistra, che, peraltro, non ne sarebbe più, in alcun modo, capace. Pensiamo sia necessario costruire una coalizione popolare e liberal-democratica.

Noi solitamente prendiamo le mosse da don Sturzo, ma lo stesso fondatore del Partito popolare risaliva fino a Rosmini e ai cattolici liberali di metà Ottocento. Libertà di coscienza e vocazione popolare si fecondano reciprocamente. Per questo siamo interessati ad incontrare quegli indirizzi ispirati a una cifra “liberal-democratica”, sia pure sorti in altri contesti. Ad ogni modo, non servono i “caschi blu” della politica. Che si chiami “centro” o “terzo polo”, una forza di interposizione tra i due aggregati della destra e della sinistra, che, se possibile, ne sopisca lo scontro, non è risolutiva.

Anzi, rischia di addormentare il gioco e “normalizzare”, se cosi’ si può dire, un sistema politico giunto al capolinea. Il quale sopravvive a sé stesso solo in virtù della reciproca convenienza, concordemente gestita, dalla destra e dalla sinistra, a blindarlo, ad ogni costo, a dispetto dei tanti elettori che non vi si riconoscono più e disertano le urne. Due forze funzionali l’una all’altra, che si definiscono solo nella reciprocità della contrapposizione. E di tale contrapposizione alimentano il comune intento a scambiarsi i ruoli, ora di governo, ora di opposizione, pur di restare pur sempre in gioco, da protagonisti esclusivi del sistema.

Al contrario, è necessario portare a un punto più alto di sintesi politica e programmatica le culture popolari, democratiche, non massimaliste, ambientali, civiche e locali e ricomprendervi anche le forze che hanno una vocazione liberal-democratica e schiettamente europeista, che stride con le destre nazional-sovraniste. Dando vita ad una coalizione che si collochi fuori dal perimetro di un sistema decotto e lavori per una trasformazione profonda del complessivo sistema politico.

Noi guardiamo, a un tempo, alla Dottrina sociale della Chiesa e alla Costituzione repubblicana.

La prima non può essere sfogliata, cogliendone fior da fiore come, di volta in volta, faccia più comodo. Soprattutto – lo abbiamo affermato ripetutamente – in ordine al tema della vita, dal concepimento fino alla sua naturale conclusione. Va accolta nella sua dimensione integrale.

E la Costituzione va difesa. Va difesa con fermezza contro chi vorrebbe oscurare la memoria del suo fondamento antifascista, quasi a volersi rivalere e vendicare dell’inappellabile condanna della Storia, per farne un’altra – così ci vien detto – il cui impianto ideale risalirebbe alle radici di un periodo fosco che ha visto l’Italia addirittura complice della criminale furia nazista.

Per questo ci opponiamo, senza riserve, alla riforma costituzionale avanzata dal governo in carica e incentrata sul “premierato”. Ogni forma di personalizzazione del potere e di impoverimento della rappresentanza democratica e della centralità del Parlamento, al di là di ogni altra considerazione, è quanto di meno appropriata si possa immaginare per governare società avanzate come la nostra. Cioè, “sistemi aperti” che devono crescere dal basso, adatti ad apprendere, giorno per giorno, dalla vita concreta di un popolo.

Il “premierato” rappresenta una linea di demarcazione netta tra due differenti concezioni. Non a caso, Giorgia Meloni lo invoca come la “madre di tutte le riforme”. Quindi, non un provvedimento sostanzialmente tecnico, funzionale alla governabilità, bensì il grembo che partorisce una ben definita cultura politica, una visione complessiva di cosa siano il potere e gli ordinamenti destinati a sorreggerlo.

O si sta da una parte o si sta dall’altra. Non ci sono vie di mezzo o compromessi. Chi pensa a possibili mediazioni, è già entrato nella logica dell’altra parte. Dietro la suggestione del leader carismatico o dell’uomo forte ci sta tutta una concezione della Storia, addirittura un’antropologia che non è la nostra. Più di quanto non appaia, siamo di fronte a una scelta dirimente. I cattolici, se davvero hanno a cuore il primato della persona che si sostanzia nel pieno esercizio della libertà, devono sapere di essere a un bivio, esposti – ciascuno singolarmente, a fronte della propria coscienza – a un banco di prova che non può essere aggirato.

Don Sturzo quando fondò il Partito Popolare sapeva non di unire il campo cattolico, bensì di distinguere, da una parte i cattolici-democratici, dall’altra i cattolici conservatori. La questione si pone anche oggi, in un altro e diverso contesto storico, ma, per molti aspetti, negli stessi termini. O di qua o di là.

Peraltro, l’alternativa alla destra non sembra possa essere sostenuta dall’imbarazzante divenire del cosiddetto “campo largo”, un cantiere a geometria variabile, che, senza posa, fa e disfa un’impalcatura perennemente sghemba, dove basta stringere un bullone per allentarne altri. Del resto, qualunque dei due schieramenti dovesse prevalere al momento del dunque, ancora una volta vincerebbe la polarizzazione e perderebbe il Paese.

L’alternativa alla destra passa da un dato strutturale, ancor prima che dai contenuti programmatici. Anche noi non possiamo fare a meno di interrogarci sulla governabilità di una società ingarbugliata come una matassa, di cui non si riesce a cogliere il bandolo. La possibile soluzione sta esattamente agli antipodi della suggestione dell’uomo forte.

Va mantenuta ferma l’autorevolezza e la centralità del Parlamento. E rafforzata la “rappresentanza”. Quanto più una società è intricata, tanto più può essere governata solo grazie a processi di maturazione civile e di partecipazione attiva dei cittadini al “discorso pubblico” che, secondo Habermas, è il luogo della reciproca legittimazione tra le le parti.

È necessaria una nuova legge elettorale che restituisca l’Italia agli italiani, con la facoltà di eleggere liberamente chi li rappresenti in Parlamento. Un sistema elettorale proporzionale, che non sia di nominati, cioè di scelti da una classe dirigente che vuole perpetuarsi al potere, dominando sui nuovi eletti, scelti come loro esecutori. Ma un sistema elettorale proporzionale che permetta al popolo tutto di tornare con fiducia alle elezioni sicuro di potere scegliere liberamente i propri rappresentanti. Basta con i nominati con false elezioni, vogliamo eletti, cioè liberamente scelti dal popolo elettore. Per questo vogliamo un sistema proporzionale, che rafforzi il parlamento sulla base di rinati, perché liberi, e partecipati partiti politici, pilastri anch’essi costituzionali della democrazia parlamentare reale, cioè vera, viva rappresentanza della vita politica.

È l’ intera cultura della rappresentanza in quanto tale – come ci suggeriscono anche gli amici del Comitato Referendario per la Rappresentanza – che va rimessa al centro. Ma non basta. Occorre che la società civile, nelle sue mille articolazioni, pur non accedendo a forme di diretto impegno politico, sia capace di pensare politicamente – come ci ha insegnato, tra i padri costituenti, Giuseppe Lazzati – così da rappresentare i propri interessi e le proprie competenze, leggendole in filigrana all’interesse generale del Paese. Ma di questo parleremo in altra occasione.

Intanto, vorrei concludere con un invito a coloro che hanno accettato di concorrere a questa giornata di riflessione comune. Prendiamoci un anno di tempo. Lasciamo da parte ogni possibile disputa su chi sia partito, piuttosto che movimento culturale o associazione e quant’altro, chi prediliga l’impegno politico o piuttosto un compito di carattere sociale o formativo.

Costruiamo la traccia di un possibile programma. Vediamo di capire se la nostra ispirazione, non certo in una olimpica solitudine, ma con altre, possa essere feconda per il nostro Paese. Sperimentiamo un cammino, in piena libertà, nel totale rispetto dell’autonomia di ognuno, e poi, tra un anno, tiriamo le somme e valutiamo se e come vi siano o meno le condizioni per progettare una seconda tappa di questo percorso. Limitiamoci pure a un patto di reciproca consultazione, che non impegni nessuno e di nessuno comprometta l’identità. Ma facciamolo.

Domenico Galbiati

INSIEME per l’Alternativa popolare e democratica. Galbiati: rimettere al centro i diritti sociali – Politica Insieme




OMAGGIO A MALTESE

con lo spettacolo di Antonio Catania “Azzurro” inizia la stagione teatrale all’Auditorium Zambra

Ortona, 21 ottobre 2024. Antonio Catania inaugura la stagione teatrale dell’Auditorium Zambra con “Azzurro” l’omaggio a Maltese. Curzio Maltese, travolto da una malattia importante, guarda indietro alla sua vita intensa e ne ripercorre le tappe insieme all’amico musicista sui palchi italiani. È l’attore Antonio Catania che affiancato dal pianoforte di Sergio Colicchio, trasporta in un viaggio travagliato e spassoso; nel suo ultimo libro, la penna sublime e ironica di Curzio Maltese conduce in una cavalcata attraverso gli ultimi sessant’anni del Paese, con lo stile unico che moltissimi lettori hanno imparato a conoscere e amare, cercando i suoi editoriali come una bussola preziosa per orientarsi nella magmatica vita politica italiana e non solo.

Un omaggio, intitolato “Azzurro – Stralci di vita” (Viola Produzioni – Centro di produzione teatrale), che inaugura la stagione teatrale 2024/25 dell’Auditorium Zambra di Ortona (Ch), gestito da Unaltroteatro di Lorenza Sorino e Arturo Scognamiglio: l’appuntamento è per sabato 26 ottobre alle ore 20.45. Un atto unico scritto da Paola Ponti, moglie del cronista e scrittore scomparso lo scorso anno e tratto dall’omonimo libro di Maltese, per la regia di Carmen Giardina, con musiche del Premio Oscar Nicola Piovani, grande amico del giornalista.

E così scorrono i ricordi di decenni di una vita incredibile, travagliata ma anche divertente, di cui è stato illuminato testimone grazie al suo mestiere di giornalista. A partire dalla Roma allo stadio con un padre mancato troppo presto e convinto socialista, un viaggio in Calabria con la 500, il macinino che era “la Nina, la Pinta e la Santa Maria” di un’intera generazione; e poi la fine dell’innocenza, il 12 dicembre 1969, con la bomba che scoppia a piazza Fontana.

Come è stato essere bambino nell’Italia del boom, un Paese ancora ingenuo, rivolto al futuro, dove “persino i poveri potevano essere felici”? Il sabato alla Rinascente, con la mamma commessa, nel profumo di Mariangela Melato, i foulard di Carla Fracci, le vetrine di Giorgio Armani. La lotta di classe al parco Lambro, il liceo negli anni di piombo. E le fragorose risate degli anni ’70, con Beppe Viola, Dario Fo, i comici del Derby: “ridevamo come pazzi e poi con un pensoso e penoso senso di colpa passavamo alle cose serie, la politica, il giornalismo, le culture ufficiali. Pensa che scemi.”

E così avanti con l’eleganza di Torino, appena assunto a La Stampa, Mani Pulite, la discesa in campo di Berlusconi e la bellezza dirompente della città eterna alla Repubblica, dove l’attendevano la politica, lo sport, il cinema, il teatro e gli incontri della vita con Vincenzo Cerami, Nicola Piovani, Roman Polanski.

“Azzurro” è un racconto talmente coinvolgente da far pensare fin dalla prima lettura a un naturale approdo al palcoscenico. Antonio Catania insieme a Sergio Colicchio trasportano nel viaggio della vita del giornalista.

“Il cinema – sottolinea la Giardina – era una delle grandi passioni di Curzio Maltese, e mentre cercavo una chiave per la messa in scena, ho pensato a una scenografia che attraverso pochi elementi rappresentasse l’idea di una sala cinematografica: uno schermo, due poltroncine e un’insegna al neon che riprende il titolo del libro, Azzurro. Questo spazio ideale viene abitato dal protagonista in molti modi, permettendogli di attraversare diverse dimensioni: il ricordo, l’evocazione, il ritrovarsi spettatore della propria vita che scorre come su uno schermo.

Ho creato una struttura composta da proiezioni video e musica, sempre al servizio dell’incalzare della storia e del protagonista, che di volta in volta tiene le fila e interpreta i vari personaggi in un moltiplicarsi di voci. In questo ambiente virtuale l’attore può interagire con le immagini, assistere a ciò che accade sullo schermo, o estraniarsi completamente grazie alla musica che a tratti entra in scena da protagonista”.

Seguendo il viaggio di chi è stato uno dei più grandi giornalisti italiani, si ride e ci si emoziona con Antonio Catania, che secondo la regista è l’attore più adatto per interpretare la disincantata ironia dello sguardo di Maltese, che è una caratteristica anche dell’arte attoriale di Catania, mai enfatica o retorica, sempre capace di ironia e umanità.

Allo stesso modo la scrittura di Maltese si sposa alla perfezione con la musica del suo grande amico Nicola Piovani. Una presenza capace di creare un contrappunto perfetto al suo sguardo sulla vita, nei suoi aspetti divertenti come in quelli più toccanti, in cui tutti si possono ritrovare.




FRIDA KAHLO: UN CORTO CIRCUITO DI COLORI

Celebrare una grande donna che ha saputo conquistare un posto importante nella storia e che ancora oggi riesce a influenzare il mondo artistico, culturale, musicale, letterario e politico, teso soprattutto a creare una sorta di “dialogo” tra la città del L’Aquila e la vita di questa artista contemporanea

L’Aquila, 21 ottobre 2024. Nel 70.mo anniversario della morte, tre giorni di arte, cultura e laboratori dedicati a “Frida Kahlo”. Rivoluzionaria, maestra di libertà e simbolo di coraggio e resilienza, la sua vitalità, le sue opere, sono entrati nella storia dell’arte moderna diventando a tutti gli effetti una figura di riferimento.

L’evento co-organizzato dall’Associazione culturale Ets-Odv “Libris in Fabula”, l’Istituto Santa Maria degli Angeli B. Micarelli, è patrocinato dalla Regione Abruzzo, dal Comune dell’Aquila e vede la compartecipazione dell’Associazione “L’Aquila per la Vita” e “Rotary Club L’Aquila”.

Con il progetto “Frida Kahlo: un corto circuito di colori” (evento ideato da Sabrina Giangrande),  si intende celebrare una grande donna che ha saputo conquistare un posto importante nella storia e che ancora oggi riesce a influenzare il mondo artistico, culturale, musicale, letterario e politico ma soprattutto si è voluto creare una sorta di “dialogo” tra la città dell’Aquila e la vita di questa artista. Entrambe sono state più volte ferite, aggrappate disperatamente alla vita, hanno fatto della resilienza il loro mantra ed entrambe sono rinate a nuova vita diventando simbolicamente immortali. L’una attraverso la sua arte densa di allegorie, colori sfavillanti, simbologie e messaggi e uno stile di vita all’insegna dell’ottimismo nonostante le molteplici disgrazie (non solo fisiche), l’altra attraverso l’alternanza nei secoli di lutti e speranza, di crolli e ostinate ricostruzioni. Frida Kahlo ha spesso dipinto il suo corpo in modo crudo e realistico, mostrando cicatrici, dolore e vulnerabilità. Questa rappresentazione costituisce una sfida a quelli che sono gli ideali di bellezza convenzionali, contribuendo alla narrazione di un’autentica e inclusiva corporalità femminile.

La città dell’Aquila, più volte ferita e lacerata nel suo cuore per via dei terremoti, potrebbe essere paragonata alla stessa resilienza coraggiosa di una donna come la Kahlo, che nonostante abbia vissuto una vita duramente segnata da gravi e sfortunate problematiche, è riuscita a emergere diventando un’icona immortale, anche di contagiosa vitalità. I suoi quadri e la sua vita personale sono l’esplorazione dell’identità di genere, spesso complessa, unitamente alle sfide che le donne affrontano in una società patriarcale. Kahlo ha sostenuto molte donne artiste, contribuendo a creare «spazi di espressione per le donne nell’ambito artistico, aprendo la strada per molte artiste donne, dimostrando che possono avere successo nel mondo dell’arte nonostante le sfide e le discriminazioni».

Proprio questo sommesso dialogo sarà lo spunto per offrire un ampio ventaglio di proposte culturali e spettacolari e coinvolgendo gli studenti di scuola secondaria di primo grado Istituto Comprensivo “T. Patini”, Istituto Santa Maria degli Angeli “B. Micarelli” e Istituto Comprensivo “G. Rodari” (per età nati tutti dopo il sisma del 2009) in attività laboratoriali che, attraverso l’osservazione di opere d’arte e artigianato artistico, letture mirate, musica, danza richieda poi agli allievi stessi di esprimere in maniera individuale, di gruppo o collettiva, il loro concetto di resilienza, di recupero della memoria storica dei luoghi nei modi e con le tecniche che riterranno più opportuni e sotto la guida dei loro insegnanti curricolari.

Sono stati coinvolti per la tavola rotonda Frida Kahlo: dall’arte alla comunicazione che si svolgerà il 23 ottobre con inizio alle 17.30 i relatori, Yari Selvetella, giornalista e scrittore di Rai Uno e la docente di Semiotica dell’Università di Teramo, Marianna Boero.  Di seguito con inizio alle 18.30 sarà ufficialmente inaugurata la mostra delle opere dell’artista chietino Antonello Favata “Frida Kahlo Revenge” e a seguire il Recital concerto “Alle voci Perdute” Coro CantAbruzzo diretto da diretto dalla Maestra Rosella Pezzuti  con Larry Villalobos tenore solista, Tony Turco alla chitarra e Barbara Cardelli alla fisarmonica.  Per tutti i tre giorni ci saranno le artigiane in vetrina (Simonetta Morrone bijoux designer · Le Fanciulle) e un punto informativo dedicato all’associazione “L’Aquila per la vita”.

Gli eventi si svolgeranno nella Sala Rinascimentale di Palazzo Alfieri in via Fortebraccio, 54 nell’Istituto Santa Maria degli Angeli “Barbara Micarelli” .

Di seguito il programma generale:

Mercoledì 23 ottobre mattina – Frida Kahlo a Scuola – incontri, letture e laboratori con alunni di scuole secondarie di I grado a cura delle operatrici dell’Associazione Culturale Ets-Odv “Libris in Fabula”.

Nella sala rinascimentale alle ore 17:30 – presentazione ufficiale dell’evento con i saluti istituzionali di Roberto Santangelo Assessore alla cultura Regione Abruzzo, Nicoletta Proietti Presidente Rotary Club L’Aquila, Donella Giuliani Presidente “Libris in Fabula”, Suor Antonella Savini Istituto Santa Maria degli Angeli. A seguire una tavola rotonda dal titolo: “Frida Kahlo: dall’arte alla comunicazione”, introduce Sabrina Giangrande – giornalista, relatori: Yari Selvetella – giornalista e scrittore “Frida Kahlo, il corpo della pittura” e Marianna Boero – docente di Semiotica (Università di Teramo) “L’identità visiva di Frida Kahlo”.

Alle 18.30 Inaugurazione della Mostra di opere dell’artista Antonello Favata “Frida Kahlo Revenge”, a seguire Recital-concerto “Alle Voci Perdute” Coro CantAbruzzo diretto dalla Maestra Rosella Pezzuti con Larry Villalobos tenore solista – Tony Turco chitarra e Barbara Cardelli alla fisarmonica. Tutti i giorni dalle  17:30 – 19:30 Artigiane in vetrina (Simonetta Morrone bijoux designer · Le Fanciulle) e L’Aquila per la vita informa.

Giovedì 24 ottobre mattina – Frida Kahlo a Scuola, incontri, letture e laboratori, alle 17.30 nella Sala Rinascimentale  Bailando a la Vida performance con i ballerini Mirko Zaccagno ed Elisa di Tommaso della New Passion Dance. Ore 17:30 – 19:30 Mostra di Antonello Favata “Frida Kahlo Revenge”, Artigiane in vetrina : Simonetta Morrone bijoux designer  – Le Fanciulle  e L’Aquila per la vita informa.

Venerdì 25 ottobre, mattina – Frida Kahlo a Scuola, incontri, letture e laboratori, ore 17:30 nella Sala Rinascimentale, Innamorati di te, della vita e dopo di chi vuoi Reading Letterario-Musicale. Sabrina Giangrande leggerà un brano tratto dal libro “Viva La Vida!” di Pino Cacucci (Feltrinelli, 2014), Sandra Antonelli leggerà poesie e una lettera di Frida Kahlo, l’accompagnamento musicale sarà di Emanuele Sponta con Ronroco e Chitarra. Per i saluti finali  “Colori per la vita” a cura dell’Associazione “L’Aquila per la Vita”, con la partecipazione del presidente Giorgio Paravano e le letture saranno curate da Mauro Pansini.  Dalle 17:30 – 19:30 Mostra Di Antonello Favata “Frida Kahlo Revenge”, Artigiane in Vetrina Simonetta Morrone Bijoux Designer · Le Fanciulle e L’Aquila per la Vita informa. Riprese e video a cura di Emmanuel Ntawizera (Manuwebtv), Grafica e designer Sandra Antonelli, Sicurezza e vigilanza “Professione Security di Angelo Giardini.




LE DIFFERENZE TRA LE APPARIZIONI

Le apparizioni di Petralia completano quelle di Medjugorje!

di Giuliano Gattei

Petralia, 21 ottobre 2024. Le due apparizioni sono complementari tra loro, infatti la Madonna col Bambino era presente alla prima rivelazione privata di San Michele Arcangelo a Petralia Sottana (PA) di cui hanno parlato Zona Bianca rete4 e don Marcello Stanzione, famoso esperto di Angeli.

Solo da poco la Chiesa ha accettato Medjugorje, il cui nome in lingua croata significa “tra i monti”. Anche Petralia è tra i monti dietro Cefalù, ma dal 1981 i croati hanno bussato a tutti i giornali del mondo portando migliaia di messaggi universali.

A Petralia l’Arcangelo continua ad apparire ma da guerriero, ha dato solo 14 messaggi autenticati da una lacrima (foto) e tanti “fatti straordinari” di cui si parla troppo poco, indicando come colpire obiettivi decisivi per la vittoria. Cioè ha dato consigli pratici, semplici ma potenti, e ora attende per rispettare le decisioni degli uomini. Eccoli brevemente.

Al Papa, rimettere la preghiera di papa Leone XIII° a fine della Messa per eliminare gli scandali nella Chiesa.

Ai Vescovi, nominare più esorcisti, per salvare tanti disperati.

Ai sacerdoti, uscire dalle chiese e tornare a predicare nelle piazze.

Ai politici, mettere i Valori cristiani nelle Costituzioni e togliere le leggi che “offendono Dio”, cioè peccati sociali come aborto e divorzio, che vengono espiati da vivi.

Ai laici, digiunare per la pace, perché alcuni vogliono la guerra.

Alle singole coppie, pregare insieme per salvare il proprio matrimonio.

Ai singoli, andare alla sorgente sotto l’edicola votiva di Petralia Sottana (foto), o qualsiasi altro luogo consacrato all’Arcangelo, per ottenere liberazioni, conversioni, guarigioni, proprio come già accade a Lourdes, e dal 2008 a Petralia.

Ai suoi devoti, formare ogni 29 del mese, dei Gruppi di preghiera e carità.

Ora ognuno sa cosa fare!

I messaggi integrali sono stati pubblicati da vari autori, come Sandro Mancinelli, don Marcello Stanzione, don Sabatino Iorio ecc.




LA SIECO AKEA SI FERMA A SORRENTO

Vincono i padroni di casa per 3 set a 0

Sorrento, 21 ottobre 2024.  Sieco Service Akea Ortona (quasi) non pervenuta in quel di Sorrento. Vero è che l’avversario era di indubbio spessore ed altrettanto vero è il fatto che questa sera, gli avversari hanno messo in mostra una straordinaria capacità difensiva e grande capacità di finalizzare il contrattacco. Sebbene il numero dei muri punto delle due squadre si equivalgano si deve sottolineare come il muro della Romeo Sorrento abbia sistematicamente toccato e smorzato gli attacchi dei terminali ortonesi che questa sera sono andati in difficoltà. Dopo un primo set tutto sommato equilibrato dove i padroni di casa hanno trovato sin da subito un vantaggio minimo gestito fino alla fine, ne arriva un secondo (da dimenticare) nel quale la Sieco Akea è andata in difficoltà senza via di scampo. Il terzo set è combattuto ad armi pari ma gli adriatici mantengono meglio il campo ma cedono le armi sul più bello. Con in mano due punti set, i ragazzi di Coach Denora subiscono un inatteso e frustrante parziale di quattro a zero che chiude il gioco 26-24. Domenica prossima, sempre alle ore 19.00 una nuova difficile sfida attende gli impavidi. Arriva ad Ortona la JV Gioia Del Colle, un’altra candidata alla vittoria finale. Si tratterà quindi di una gara stimolante e di una ghiotta occasione per i Ragazzi Impavidi di scrollarsi di dosso una serata davvero storta.

IN BREVE

Ortona imprecisa in ricezione nell’avvio di gara e permette ai padroni di casa di trovare il punto del break sul 5-3. Bene il muro degli abruzzesi che in questa fase trovano una certa continuità nella fase di difesa/contrattacco. La gara rimane ben salda sui binari dell’equilibrio nella prima parte del set con Ortona che approfitta di tanti errori al servizio di Sorrento.  Ancora qualche sbavatura in ricezione, la Romeo Sorrento ne approfitta per trovare un vantaggio di due lunghezze sul 14-12. Baldi è incontenibile, la ricezione di Ortona non tiene e gli attacchi diventano complicati. Allo sprint finale i padroni di casa possono gestire un patrimonio di 4 punti sul 22-18. Ortona stringe i denti e tenta di riavvicinarsi sul finale ma il set è dei padroni di casa: 25-22.

Nelle prime battute del secondo set Pinelli trova come suo terminale preferito il centrale Pasquali che risponde sempre ottimamente. È però la Romeo Sorrento a dare il via alla prima mini-fuga con un buon turno al servizio di Patriarca. Sorrento difende meglio gli attacchi, se pur potenti di Rossato non riescono a trovare la strada del pavimento perché i giocatori avversari prendono letteralmente tutto. I Ragazzi Impavidi non riescono ad esprimere gioco, Bertoli e Pasquali provano a dare la scossa ma il più delle volte la fase di difesa/contrattacco di Sorrento appare impeccabile. Ortona nulla può in un set compromesso quasi subito e il parziale si chiude 25-18.

La Sieco Akea ritrova coraggio e intraprendenza nel terzo set e riesce a tenere testa all’avversario. I ragazzi di Coach Denora entrano in campo con piglio diverso e al giro di boa, Ortona è in vantaggio 10-13. Sorrento però riprende il Leitmotiv di difendere ogni pallone e ritrova l’equilibrio e il tabellone elettronico indica 16-16. Ortona ha la possibilità di ritornare in partita ma Sorrento annulla due palle set e porta il parziale ai vantaggi. Ortona va letteralmente in bambola subendo un parziale di 4-0 non riuscendo a sfruttare due palle set. Alla fine è Sorrento a festeggiare.

PRIMO SET:

Padroni di casa in campo con Tulone regista e Baldi opposto. Pol e Wawrynczyk in posto 4, Fortes e Patriarca centrali, Russo libero.

Coach Denora risponde con Pinelli al palleggio e Rossato opposto. Capitan Marshall e Bertoli sono i martelli con Pasquali ed Arienti centrali. Libero Broccatelli.

Il primo pallone della gara è già tra le mani di Pol, per la Romeo Sorrento. Out il suo servizio, la palla passa a Pinelli. Muro di Rossato 0-2. Ravvisato un tocco al muro di Ortona ed è punto di Fortes 1-2. Fuori l’attacco di Rossato 2-2. La Diagonale di Baldi pizzica la linea laterale 3-3. Ortona ricostruisce male, ne approfitta Wawrynczyk che fa 4-3. Ace di Baldi 5-3. Wawrynczyk cerca e non trova le mani del muro di Ortona 5-5. Fuori di poco il servizio di Pasquali 6-6. Fuori anche il servizio di Rossato 7-7. L’ex Patriarca trova un insidioso servizio float che Ortona non trattiene 8-7. Muro di Bertoli 9-10. Mani-fuori per Sorrento 13-12. Anche Rossato gioca il mani-fuori 14-13. Out il servizio di Marshall 17-15. Invasione del muro sorrentino 17-16. Gran botta di Pasquali 18-17. Baldi ancora a segno 20-17. Out il servizio di Pecchio 20-18. Fuori l’attacco dell’opposto ortonese 22-18. Marshall buca il muro 22-19. Marshall rosicchia un altro punto con il suo muro del 22-20. Forte parallela di Rossato 23-21. Ace di Rossato, 23-22, ma c’è bisogno del video-check. Invasione di Marshall 24-22. Fuori il muro di Marshall 25-22.

SECONDO SET

Si torna in campo e la palla è di Ortona. Pinelli serve ma il punto è di Fortes 1-0. Poco dopo lo imita Pasquali 1-1. Ancora Pasquali 1-2. Fuori il muro ortonese 2-2.  Sulla rete il servizio di Wawrynczyk 3-4. Baldi attacca forte dalla seconda linea 6-4. Out il servizio di Patriarca 6-5. Wawrynczyk trova un’ottima pipa 7-6. A segno anche Pol 8-6. Bertoli riesce a trovare il punto del 10-7. Rossato non riesce a trovare il punto, il suo attacco è ancora una volta difeso. Sorrento ricostruisce e fa 12-7. Pinelli dal centro smuove un po’ le acque 14-9. Patriarca sfrutta la sua altezza per il punto del 16-11. Muro di Giacomini, nel frattempo entrato al posto di Arienti 17-13. Out il servizio di Sorrento 19-15. Bertoli murato da Fortes 20-15. Ace di Pecchio 21-15. Patriarca attacca al centro 23-16. Wawrynczyk elude il muro di Ortona e trova il set point 24-17. Ancora Patriarca e Sorrento chiude il set 25-18.

TERZO SET

Si riparte con Pol al servizio ma il punto è di Ortona, con il muro ortonese che si fa trovare pronto 0-1. Rossato murato da Fortes 1-1. Muro di Marshall 1-3. Fuori il servizio di Wawrynczyk 3-5. Fuori il muro di Bertoli 5-7. Rossato attacca sulle dita del muro avversario 6-8. Ottimo attacco al centro di Pasquali 7-10. Azione prolungata finalizzata da un tocco piazzato di Marshall 8-12. Imprecisa la ricezione ortonese, la palla torna nel campo di Sorrento e Pol la pianta a terra per il 13-14. Out il servizio di Pinelli 14-15. Fuori anche quello di Bertoli 15-16. Baldi attacca senza muro 16-16. Fischiata invasione a Wawrynczyk 17-19. Tira forte Patriarca, nulla può Broccatelli 18-20. Marshall fermato dal muro di Patriarca 19-20. Wawrynczyk sbaglia dai nove metri 20-22. Sulla rete il servizio di Sorrento, set point Ortona 22-24. Pol attacca lungolinea e annulla il primo set point 23-24. Ace di Sorrento 24-24. Baldi ribalta la situazione 25-24. Rossato schiaccia e il muro smorza il suo attacco. Sorrento contrattacca e Baldi porta a casa tre punti.

Romeo Sorrento 3 – 0 Sieco Service Akea Ortona (25-22 / 25-18 / 26-24)

Durata Set: 32’ / 28’ / 35’

Durata Totale: 1h 35’.

Arbitri: Christian Palumbo (Cosenza) e Pierpaolo Di Bari (Fasano)

Romeo Sorrento:  Tulone 1, Baldi 21, Pol 9, Wawrynczyk 9, Fortes 10, Patriarca 10, Russo (L) 83% pos, 67% perf., Buccella, Ciampa, Becchio 1, Gargiulo. Allenatore: Esposito. Vice: Buzzo.

Muri Punto: 5 , Aces: 3 , Battute Errate: 17

Sieco Service Akea Ortona: Pinelli, Pasquali 8, Broccatelli (L) Pos. 58% Perf 58%, Bertoli 11, Del Vecchio 1, Marshall 8, Di Tullio 1, Rossato 9, Arienti 1 Allenatore: Denora Caporusso. Vice: Di Pietro.

Muri Punto: 5 , Aces: 2, Battute Errate: 10




L’ASD SCI DI ALFEDENA ALLA FESTA FISI

Regione Abruzzo, Senato della Repubblica e FISI con mano sul cuore per Inno di Mameli

L’Aquila, 21 ottobre 2024. Alle 17:00 circa, l’Inno di Mameli si è appropriato del petto e del cuore di tutti i presenti e, la ben nota, festa degli sport invernali, concepita e concretizzata dalla FISI CAB, ha avuto inizio.

La sala conferenze del Canadian Hotel di L’Aquila, affollata da giovani atleti ed atlete, da genitori, da tecnici, da figure politiche di tutto rilievo e da tante medaglie, riconoscimenti e attestati è stata animata fino al tardo pomeriggio di sabato 19 ottobre scorso, ed ha avuto il privilegio di toccare con mano la bellezza e l’importanza connaturata allo sci alpino e allo sci nordico.

Apprezzata e applaudita da tutti la presenza di Flavio Roda, Presidente della Federazione Sport Invernali. Roda ha consegnato ai presenti, durante l’intervista condotta dal giornalista Enrico Giancarli parole di apprezzamento per il Comitato Abruzzese, riconoscendolo sano, proteso all’impegno e al risultato, pertanto vanto per l’intera Federazione.

Presenti il comitato regionale abruzzese, campano e varie associazioni sportive. Tantissimi gli atleti premiati per i successi conseguiti. Per l’ASD Sci Club di Alfedena, presieduto da Arturo Como, preparato e allenato da Elena Como, la medaglia del Comitato Regionale color oro, per la stagione invernale 2023/2024, è andata ad Alessia Basile per la cat.  aspirante F sci di fondo e quella color argento, a Di Vito Gabriele Carlo per la cat. Baby M. Presentata, altresì, la squadra di comitato. Ne fanno parte, con grande merito e orgoglio Alessia Basile come atleta e Elena Como, in qualità di tecnico. Due donne di Alfedena che, avvolte dal colore rosso fuoco delle felpe di comitato, si distinguono e fanno ben parlare di loro e della loro terra. Arturo Como, in qualità di Consigliere Regionale FISI e di Presidente della Commissione Fondo Abruzzo, ha avuto il piacere di vedere da vicino gli occhi emozionati e i sorrisi dei ragazzi del fondo abruzzese che ha premiato.

Ogni evento si distingue per un momento in particolare, nella giornata di sabato tale momento è coinciso con il frangente in cui, sono stati premiati due ragazzi dello Special Olympics Italia Team di L’Aquila. A questi atleti l’in bocca al lupo per la loro convocazione ai Giochi Mondiali Invernali Special Olympics 2025.

Di una delicatezza e di una forza senza simili le parole che il Presidente Flavio Roda ha scelto di destinare, in maniera piuttosto riservata, ad alcuni tecnici di società sportive per elogiarli sul compiuto e per incoraggiarli sul da compiere, la vicinanza di un presidente è sempre cosa buona e giusta ad ogni livello e grado.

Nella sua L’Aquila, in veste di Senatore della Repubblica, oltre che di affezionato figlio, Guido Quintino Liris. Il senatore ha sottolineato l’importanza della vicinanza allo sport, mediante scelte politiche calzanti, ha ringraziato l’assessore regionale Mario Quaglieri per la continuità e la qualità di operato con cui lo ha sostituito in ambito regionale.

Utile ricordare che l’assessore regionale Mario Quaglieri, al suo secondo mandato nella giunta regionale, ha all’attivo numerose deleghe, fra cui quella allo sport e all’impiantistica sportiva. Quando, l’accorto, moderatore Paolo Sinibaldi, ha passato il microfono a Mario Quaglieri, si è subito parlato in termini di concretezza di aiuti e sostegni da dare al comitato, precisamente per il Trofeo Coni Cat. Under 14.  Non sorprende tutto ciò, l’assessore sì è sempre distinto per atteggiamenti di solerzia, attenzione e dinamismo nel suo agire politico.

Ad accogliere questa ondata di sci e di sciatori la forte e bella L’Aquila, ad ospitare la sede del Comitato Regionale sempre la più unica che rara L’Aquila. In rappresentanza del Comune di L’Aquila a fare le veci del Sindaco Pierluigi Biondi, Luigi Faccia. Faccia, al di là dall’essere consigliere comunale di L’Aquila, con delega allo sviluppo del Gran Sasso è il Vicepresidente collegio i maestri di Sci Abruzzo. Il consigliere comunale, oltre a portare i saluti del Sindaco Biondi, ha annunciato la calendarizzazione della Festa dello Sport che si terrà a L’Aquila a novembre.

Dato che noto proverbio recita “che gli ultimi saranno i primi”, si può asserire senza timore di smentita che, il primo a prendere la parola, a fare gli onori di casa e a dare il benvenuto a tutti è stato il Presidente del Comitato Abruzzese, Angelo Ciminelli. Ciminelli è stimato e ammirato presidente del CAB da ben tre mandati. Quanto magistralmente andato in scena sabato sin qui riportato è stato, ancora, una volta possibile grazie alla sua dedizione, al suo amore per lo sci e al suo voler bene al comitato abruzzese e a tutti i suoi componenti, in maniera sincera e disinteressata. Meriti e onori che, come, già succitato, gli sono stati pubblicamente tributati dal presidente Roda e da ognuno degli intervenuti. Angelo Ciminelli è noto alla comunità sportiva, ed è altrettanto conosciuto nell’ambito politico perché Sindaco di Ovindoli. Ha gratificato tutti la notizia diffusa dal presidente di Comitato Regionale, nella quale enunciava l’assegnazione di un contributo regionale di € 400.000,00 per Trofeo CONI cat. Under 14.

Lo sport non deve mai discostarsi dalla scuola, dalla cultura e dalla vita pratica. A questa festa dello sport, difatti, si affianca da ben undici anni, Il Premio Aristotele -Scuola e Sport-. A vincere questo premio, intitolato ad Erminio Aristotele, insegnate di educazione fisica, appassionato di montagna e faro per i giovani che si sono e, si accostano allo sport, due atleti di origine campana. Presente in sala, per l’assegnazione il figlio Ebron Aristotele. La formula per assicurarsi il premio, concretizzabile, anche, in € 500,00 risiede nel conseguimento di buoni risultati sportivi e nel raggiungimento di una buona media scolastica.

La sintesi di questa giornata che è stata aperta con le parole “Fratelli D’Italia, l’Italia s’è desta”, la si trova nella pronuncia incisa sulla targa, apposta alla base della Majeletta, dedicata al professore Aristotele che recita: “Amò la montagna, la visse con i giovani per la passione dello sci, ad essi insegnò la disciplina, scuola di sport e di vita”.

Perché nello sport e nella montagna si è Fratelli.




IL POTERE È UN NARCOTICO che ci rende schiavi

… a meno di non usarlo per servire il prossimo

di  don Rocco D’Ambrosio

Globalist.it, 20 ottobre 2024.  Ne conosco tanti di “narcotizzati” di potere: nelle istituzioni, nella politica, nella Chiesa cattolica, nella PA e nelle NGO, nelle associazioni e nei piccoli gruppi. Ovunque.

Il Vangelo odierno: In quel tempo, si avvicinarono a Gesù Giacomo e Giovanni, i figli di Zebedèo, dicendogli: «Maestro, vogliamo che tu faccia per noi quello che ti chiederemo». Egli disse loro: «Che cosa volete che io faccia per voi?». Gli risposero: «Concedici di sedere, nella tua gloria, uno alla tua destra e uno alla tua sinistra».

Gesù disse loro: «Voi non sapete quello che chiedete. Potete bere il calice che io bevo, o essere battezzati nel battesimo in cui io sono battezzato?». Gli risposero: «Lo possiamo». E Gesù disse loro: «Il calice che io bevo, anche voi lo berrete, e nel battesimo in cui io sono battezzato anche voi sarete battezzati. Ma sedere alla mia destra o alla mia sinistra non sta a me concederlo; è per coloro per i quali è stato preparato».

Gli altri dieci, avendo sentito, cominciarono a indignarsi con Giacomo e Giovanni. Allora Gesù li chiamò a sé e disse loro: «Voi sapete che coloro i quali sono considerati i governanti delle nazioni dominano su di esse e i loro capi le opprimono. Tra voi però non è così; ma chi vuole diventare grande tra voi sarà vostro servitore, e chi vuole essere il primo tra voi sarà schiavo di tutti. Anche il Figlio dell’uomo, infatti, non è venuto per farsi servire, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti» (Mc 10, 35-45 – XXIX TO B).

“Ammazza che coraggio!”, direbbero alcuni romani a Giacomo e Giovanni. I figli di Zebedeo osano chiedere posti in prima fila, nella gloria del Cielo, alla destra e alla sinistra di Gesù. Ma non scandalizziamoci più di tanto: forse l’avremmo fatto anche noi! Giacomo e Giovanni chiedono a Gesù più potere, addirittura nell’aldilà. Vi sembra poco?

Per la questione “potere” gli altri si indignano con i due. E parliamo degli apostoli! Figuriamoci per i comuni mortali. Il brano fa pensare a una sorta di desiderio diffuso che emerge un po’ in tutti, nessuno escluso. Perché è così: tutti abbiamo quote di potere (famiglia, relazioni, società, lavoro, politica, comunità di fede religiosa ecc.) e ne vorremmo di più. E “daje!”. Si direbbe sempre a Roma!

Del potere negativo, dell’aspirazione malsana ad esso, della voglia di conservarlo a ogni costo, si è scritto e si scrive tanto. A me piace sempre ricordare lo psicologo Kets De Vries che ha scritto che “il potere è un grande narcotico: dà vita, nutre, ci rende schiavi”. Ne conosco tanti di “narcotizzati” di potere: nelle istituzioni, nella politica, nella Chiesa cattolica, nella PA e nelle NGO, nelle associazioni e nei piccoli gruppi. Ovunque. E chiunque si potrebbe ammalare, fino a livelli alti di narcotizzazione: saggezza vuole che la verifica e il discernimento inizi da sé stesso, per non trascurare le travi che abbiamo nei nostri occhi.

Nella risposta di Gesù è contenuto qualche fondamentale consiglio per non farsi narcotizzare dal potere. Gesù non nega a Giacomo e Giovanni il potere richiestogli. Tuttavia, gli pone una strada difficile: bere il calice che lui sta per bere, ossia la passione e morte. Inoltre, gli ricorda che il sommo potere appartiene al Padre, né a Lui, Suo Figlio, né tantomeno ai capi di questo mondo. Ed è il Padre che poi decide chi di là deve avere più potere e chi meno.

Gesù marca la differenza tra il modo di vivere il potere nel mondo e quello nella Chiesa. Il Vangelo di Marco dice “tra voi però non è così”, quello di Luca: “voi però non fate così” (Lc 22, 26). Lasciamo agli esegeti chiarirci i problemi di versione differente. Credo che a noi faccia bene riflettere sul fatto che da una parte Gesù dica che il potere vissuto da chi crede in Lui non è simile alle altre forme; dall’altra ricorda che non possiamo assolutamente fare come gli altri, quelli che non credono, nell’esercitare il potere.

Sono anni in cui assistiamo a uno scadere delle prassi di potere, che forse non ha eguali nella storia del nostro Paese (e altrove). Parole sacrosante come “popolo, poveri, migranti, democrazia, giustizia, accoglienza, solidarietà” e così via vengono usate solamente per spadroneggiare e ingannare. Chi ci salverà da questa deriva?

È importante riprendere a formarci alla politica, riprendere a partecipare, imparare a valutare chi ci governa, operare un continuo discernimento, quando votiamo e quando partecipiamo. Altrimenti altro che primi posti in Cielo, precipiteremo all’inferno in tantissimi.

A proposito c’è una pagina così arguta e pungente, da rileggere spesso, specie per chi ha potere. «Giulio II : “Cos’è quest’intoppo? La porta non si apre? La serratura, suppongo, è stata o cambiata o certo guastata”».

Inizia così un libretto sagace e ricco di humour: Erasmo da Rotterdam, circa 484 anni fa, dopo la morte di papa Giulio II, immagina il dialogo del papa con san Pietro; trama: il Custode del Cielo rifiuta l’ingresso al papa; motivo: non ne è degno. San Pietro ricorda che sono le opere buone e giuste il lasciapassare, Giulio II pensa di «meritare riconoscenza» per come ha guidato la Chiesa, san Pietro gli ricorda che non si è mai voluto «privare del denaro, spogliarsi del comando, togliere la possibilità di prestiti, negare i piaceri» e quindi niente Paradiso, Giulio è escluso dal Cielo (così il titolo del libretto: Iulius exclusus e coelis, testo latino a fronte, Palomar). Pericoloso il potere, per tutti, ecclesiastici e no. Dio ci ripaga in Cielo (e, spesso, anche in terra) per tutti i peccati alla Giulio II: «Non mi meraviglio in verità – sono le ultime parole di san Pietro – se arrivano quassù in numero così esiguo, dal momento che ai posti di comando della Chiesa siedono simili sciagurati; peraltro…» ecc. ecc.




INSIEME CONTIAMO DI PIÙ

Per costruire una Alternativa Popolare e Democratica. Il documento finale

Roma 20 ottobre 2024.  Pubblichiamo il documento presentato ieri al termine dei lavori tenutisi a Roma per costruire una “Alternativa popolare e democratica”. Il documento sarà ora sottoposto all’attenzione di tutti i partecipanti, e alle loro organizzazioni, oltre che a quanti altri sono animati dagli stessi comuni intendimenti emersi nel corso di un dibattito ricco e costruttivo.

A partire da oggi, inoltre, avviamo la pubblicazione delle relazioni e degli interventi ascoltati nel corso dell’incontro.

Oggi, nel Convegno Per una Alternativa Democratica e Popolare, abbiamo ascoltato, nel rispetto di tutti, gli aneliti di libertà e democrazia, di attenzione alle esigenze fondamentali delle persone, che ognuno di noi porta dalle proprie realtà territoriali.

Pensiamo che il nostro Paese sia in un momento difficile sia sul piano internazionale con due terribili guerre che sul piano interno dove incombono seri problemi economici, sociali e istituzionali ed abbiamo bisogno di una rinnovata visione del nostro futuro e di prospettive che suscitino speranze, impegno, responsabilità ed in modo particolare nei giovani.

Dobbiamo pertanto insistere in questo itinerario. Dobbiamo conoscerci, lavorare insieme in concretezza, esplorare le possibilità di un agire politico comune, perché insieme contiamo di più.

Ci proponiamo quindi di sviluppare, nel solco della Costituzione e della Dottrina Sociale della Chiesa e nello spirito della Settimana Sociale di Trieste, la costruzione di luoghi di consultazione, tra di noi e con chi si vorrà aggiungere, oltre che su esigenze di carattere generale, sulle politiche dei territori a noi vicini. In questa prospettiva dovremmo prestare attenzione alle possibilità di azione comune nelle occasioni di elezioni locali.

L’attenzione al tema dei diritti sociali e degli equilibri ambientali, la difesa della dignità della persona, la salvaguardia della coesione nazionale, la tutela della democrazia rappresentativa e dell’equilibrio dei poteri contro i tentativi di forzature maggioritarie, l’apertura alla collaborazione internazionale sono nostro comune patrimonio.

Vi sarà una reciproca consultazione, con una leadership plurale, che non stabilisca obblighi di sorta per le nostre organizzazioni, se non un vincolo di leale amicizia, di comune riflessione e, se possibile, di proposta congiunta, in ordine ai temi più impegnativi e sensibili del nostro “discorso pubblico”.

Tutto si svolgerà attraverso un calendario di incontri regionali, macroregionali e nazionali.

Ci impegniamo poi a verificare, in un ragionevole lasso di tempo, se l’impresa, come ci auguriamo, avrà avuto successo.

Roma 19 Ottobre 2024

Insieme contiamo di più per costruire una “Alternativa popolare e democratica”. Il documento finale – Politica Insieme




365 GIORNI…DONNA

Prevenzione e formazione, un corso di autodifesa contro la violenza sulle donne

Martinsicuro, 20 ottobre 2024. Un’altra importante iniziativa quella che prenderà il via il 27 ottobre, organizzata dalla Commissione Pari Opportunità di Martinsicuro, in collaborazione con l’Asd Dojo Karate Dance. Quattro appuntamenti (27 ottobre, 3 novembre, 17 novembre e 1° dicembre) con un corso di autodifesa personale interamente gratuito rivolto a tutte le donne e ragazze dai 12 anni in su, che si svolgerà presso la Palestra Polifunzionale comunale di via Patini a Villa Rosa di Martinsicuro.

“Un’iniziativa fortemente voluta da tutte le componenti della nostra Cpo – le parole della consigliera comunale Isabel Marchegiani, nonché presidente della Commissione Pari Opportunità di Martinsicuro – Abbiamo sin da subito creduto in questo progetto e anche per tale motivo abbiamo volutamente scelto la domenica come giorno di svolgimento del corso, per consentire la partecipazione altresì alle adolescenti impegnate a scuola durante la settimana, giovani donne che si trovano a dover affrontare lo sviluppo e la crescita e a muovere i primi passi in autonomia verso il mondo esterno. Un modo per prevenire e dire no alla violenza sulle donne prendendo coscienza di sè”.

Sarà possibile iscriversi gratuitamente fino al 23 ottobre chiamando il numero 347 614 0836 (Laura) o scrivendo via mail a: avv.isamarchegiani@gmail.com.




LE FOGGE DI VESTIRE TRADIZIONALI NELLE REALTÀ MUSEALI ABRUZZESI

[Pubblicazione dell’intervento di Franco Cercone, Le fogge di vestire tradizionali nelle realtà museali abruzzesi, in AA. VV., Atti del Convegno “Il Museo tra Passato e Futuro”, Ed. Amuset, Bomba (Chieti) 2000.]

[Dobbiamo recuperare del tempo e non approfittare della pazienza dei gentili ascoltatori. Vedrò pertanto di sintetizzare gli aspetti salienti di un affascinante capitolo etnografico come appunto le “fogge di vestire”, per consentire di capitalizzare i concetti essenziali dell’argomento.]

Il tema centrale di questo convegno che l’amico Peppino Caniglia ha scelto in occasione del decennale del Museo Etnografico di Bomba, è “Il Museo tra passato e futuro”.

È necessario parlare a mio avviso anche delle funzioni che questi musei etnografici dovranno avere e svolgere in futuro sotto diversi aspetti storici e antropologico-culturali.

Dal mare magnum dei grandi temi folklorici ho estrapolato quello relativo alle fogge di vestire tradizionali, perché proprio a Sulmona – e questa forse è una notizia che interesserà i colleghi e gli amici studiosi – è stato istituito quello che va ritenuto come il più importante museo del costume popolare del Regno di Napoli, di cui l’Abruzzo faceva parte.

Si tratta di una realtà museale di eccezionale importanza e bellezza che ancora pochi studiosi conoscono.

Voglio dare innanzi tutto a tal riguardo qualche cenno statistico: nel museo sono esposte 375 tra litografie, acqueforti e guazzi tratti da opere che andremo a citare e che ci offrono un panorama completo del settore, arricchito dalla ricostruzione di costumi popolari sistemati su manichini. Prima di individuare le funzioni da attribuire a questi musei di cultura popolare occorre sottolineare come essi si vadano un po’ disperdendo in diverse località dell’Abruzzo, mentre per quanto concerne quest’area geografica sarebbe stato opportuno crearne uno solo con il titolo di “Museo Tradizionale della Valle del Sangro”.

Abbiamo infatti musei a Villetta Barrea, ad Ateleta, qui a Bomba ed in altre località, con una dispersione di reperti e fonti storiche non sempre facilmente fruibili, se non altro perché essi sono per lo più chiusi per molti giorni della settimana e visitabili normalmente in estate, grazie al volontariato di pochi appassionati studiosi.

Per completare il discorso della collega [Anna Rita Severini] su Collelongo, voglio aggiungere e rendere noto che nel Museo di questa cittadina della Marsica i reperti etnografici sono conservati in grosse bacheche di vetro che ornano il centro storico di Collelongo. Questo è un modo intelligente di conservare i reperti che sono messi a disposizione dei visitatori al di fuori del concetto di Museo come

luogo chiuso.

Si tratta dunque di un museo esposto per la strada e sotto gli occhi di tutti i cittadini. È un esempio certamente imitabile e che può essere esportato anche in altre località, come Bomba, per richiamare l’attenzione sull’importanza della cultura materiale relativa ad un passato non molto distante da noi.

È arrivato tuttavia il momento di introdurre il discorso sulle fogge di vestire, anche perché ho promesso che il mio intervento sarebbe durato solo quindici minuti e già ne sono trascorsi otto.

Tutta l’operazione relativa alle fogge tradizionali di vestire parte da una brillante idea di Ferdinando IV di Borbone, re di Napoli che a torto una leggera e superficiale storiografia ha dipinto come uomo poco intelligente e poco sensibile nei confronti dei problemi culturali del suo tempo. In realtà in tale occasione il sovrano ci offre un’idea di grande saggezza e lungimiranza. Egli si trova infatti ad affrontare un grande problema economico, quello cioè di contrastare l’invasione delle ceramiche inglesi che stavano determinando la chiusura di tutte le piccole fabbriche esistenti nel Regno di Napoli. Questa sua idea viene condivisa da un altro illustre personaggio, il Cavaliere Venuti, che era il direttore della Real Fabbrica di porcellana di Capodimonte. Si decide pertanto di inviare dei pittori nelle varie province del Regno al fine di ritrarre le fogge di vestire più significative, soprattutto sotto il profilo cromatico. Tali disegni e guazzi erano destinati a rinnovare le decorazioni delle porcellane e dei vari servizi da caffe, da the, che venivano prodotti appunto nella Fabbrica di Capodimonte. Per la scelta degli artisti cui affidare tale incarico, Ferdinando IV bandisce un vero e proprio concorso. Nel 1772 infatti viene convocata alla Reggia una “luciana”, cioè una giovane donna del quartiere di

Santa Lucia a Napoli, vestita con il proprio abito tradizionale festivo, che costituiva la modella da ritrarre.

Si fa il concorso; alla fine una commissione di cui fa parte anche il sovrano attribuisce la vittoria a due giovani pittori della scuola partenopea, cioè Saverio della Gatta e Alessandro D’Anna. Questi due artisti, per motivi che in tale sede possono essere omessi, vengono sostituiti alla fine dai pittori Antonio Berotti e Stefano Santucci i quali si mettono in viaggio con le regali “determinazioni” in tasca, per le diverse province del regno. I due si recano prima in Terra di Lavoro, ma nel 1789, proprio l’anno della Rivoluzione Francese, la loro presenza è attestata in Abruzzo e precisamente nel Teramano. V’è al riguardo un dispaccio del Preside di Teramo (il Preside era una specie di Prefetto e

rappresentante dell’autorità centrale) in cui si legge: “Stiamo mettendo a disposizione dei pittori Santucci e Berotti l’alloggiamento e i vetturali”, cioè le persone che dovevano accompagnare i pittori nelle varie località aprutine per ritrarre le fogge di vestire.

Sennonché quattro anni fa (dopo che io e Vincenzo Accardo abbiamo pubblicato il volume Costumi popolari d’Abruzzo), è venuto alla luce un documento di un certo interesse dal quale si apprende che i due pittori regi avevano convocato a Castel di Sangro diverse coppie con la preghiera di presentarsi in abito tradizionale festivo. Questo ci fa capire che Santucci e Berotti non hanno visitato tutti i centri abruzzesi di cui ci hanno lasciato numerosi guazzi e disegni colorati. Purtroppo tutta la produzione dei due artisti non è pervenuta fino a noi e ciò è da addebitare ad un evento successivo e decisamente drammatico. Abbiamo rinvenuto infatti di recente un documento del Cavalier Venuti, direttore come si è detto della Real Fabbrica di porcellana di Capodimonte, dal quale si apprende con toni drammatici che il giorno prima dell’invasione francese di Napoli ed alla vigilia della proclamazione della Repubblica Partenopea del 1799, egli si recò al Museo di Capodimonte per ritirare guazzi e disegni con tutte le indicazioni cromatiche rese note dai due artisti che avevano girovagato per l’Abruzzo, al fine di sottrarre tutto questo prezioso materiale ai francesi. Il Cavaliere Venuti si era mostrato veramente profetico a tal riguardo, poiché di fatto i francesi sottrassero al Museo di Capodimonte tutti i lavori dei due artisti insieme a tanti altri capolavori. Comunque che fine abbiano fatto tutti ì disegni sottratti ai francesi dal Cavaliere Venuti, resta ancora oggi un mistero. Per fortuna alcuni guazzi e disegni, che ci hanno poi permesso di ricostruire gli aspetti essenziali di queste eccezionali fogge di vestire, si sono conservati in quanto Ferdinando IV amava di tanto in tanto spedirli a Firenze, alla corte di suo cognato Leopoldo di Lorena, granduca di Toscana. A tal proposito va ricordato che dieci anni fa è stata allestita a Firenze una mostra dal titolo “Napoli-Firenze e Ritorno”, che ha permesso di far conoscere molti di quei capolavori dipinti dai pittori Santucci e Berotti, scampati alle vicende seguite all’invasione francese del Regno di Napoli nel 1799.

Un’altra fonte importante per lo studio delle fogge di vestire tradizionali è costituita dagli ex-voto pittorici che adornano i più noti santuari italiani. Per quanto riguarda l’Abruzzo è certamente importante il Santuario della madonna di Casalbordino, descritto com’e noto dal d’Annunzio ne Il Trionfo della Morte. Questi ex-voto si devono ad ignoti artigiani che hanno ritratto le donne e gli uomini, beneficiari di grazia ricevuta, nei loro abiti tradizionali e dunque come si presentavano ai loro occhi, effettuando così delle vere e proprie fotografie a colori “ante litteram”. Anche gli ex-voto costituiscono documenti di eccezionale interesse per lo studio delle fogge di vestire e si può notare come i costumi tradizionali femminili siano rimasti più costanti nel tempo per forme e colori, a differenza del costume maschile che si presenta più soggetto ad omologazione.

È questo un aspetto decisamente interessante e che è da ricollegarsi per lo più all’attività transumante degli uomini. Era specialmente alla Fiera di Foggia che venivano venduti, nel mese di maggio e prima del ritorno delle greggia in Abruzzo, abiti maschili confezionati che annullavano praticamente i segni distintivi dei luoghi di origine. Lo stesso si verificava per gli artigiani che scendevano in Puglia per svolgere una miriade di mestieri. Si pensi per esempio agli abitanti di Villalago che compivano lo stesso percorso dei pastori ed erano richiesti per bonificare dalle talpe i campi coltivati.

Dopo aver rivolto questo breve sguardo al passato, occorre chiedersi quali suggerimenti ed idee possano offrirci oggi questi importanti documenti etnografici che sono appunto le fogge di vestire. Certamente esse potrebbero fornire dei proficui modelli all’industria dei tessuti per proporre accostamenti cromatici innovativi, vantaggiosi per il settore della moda. Va rilevato tuttavia che il costume popolare, opportunamente adattato ai nostri tempi, può costituire – come avviene altrove – un segno di appartenenza ad una determinata regione e di identità culturale. Voglio segnalare a tal riguardo che quando lavoravo in Germania, rimasi sorpreso nel vedere in una circostanza festiva due signori in abito tradizionale bavarese, che risultarono essere poi un giudice ed un medico, i quali non tradivano alcun imbarazzo (come invece avverrebbe nelle nostre zone) per aver indossato il caratteristico abito locale.

Ovviamente merita un cenno, in questa breve trattazione, il valore da attribuire oggi agli oggetti d’uso tradizionale che si possono ammirare nei nostri musei etnografici. Certamente nessuna donna stirerebbe oggi il proprio abbigliamento con un ferro a carbone; tuttavia queste sopravvivenze vengono considerate nel quadro di una “transfunzionalità” che colloca tali oggetti della cultura materiale nell’ambito di una funzione diversa, specialmente decorativa. Così, nell’esempio fatto, gli antichi ferri da stiro vengono utilizzati come portafiori, e si potrebbero fare tanti altri esempi al riguardo.

Per tornare ora in media re ho scelto le riproduzioni di alcune fogge tradizionali di vestire che mi sembrano opportune da far conoscere al gentile pubblico che mi ascolta. La prima diapositiva che proiettiamo mostra il costume di Pietraferrazzana[1] , un centro non lungi da Bomba. Segue poi quella dal titolo “Uomo del Paese del Vasto”, nella quale l’abito maschile sembra appartenere piuttosto ad un ceto egemone e non a quello popolare. D’altro canto non va dimenticato che nel corso della vita quotidiana le donne vestivano abiti ordinari, come quelli che appaiono nelle note tele del Patini.

Mostriamo ora il costume di Fraine, paese in provincia di Chieti. Di tale località possediamo due documenti che mostrano differenze talvolta sostanziali sia sotto il profilo della forma dell’abito che dal punto di vista cromatico. Ci sembra questa l’occasione per sottolineare che talvolta in una stessa località sussistono abiti femminili diversi e ciò è dovuto alla circostanza che la donna, una volta andata in sposa e trasferitasi nel paese del marito, continuava ad indossare il vestito tradizionale del proprio paese d’origine, diverso rispetto a quello della comunità in cui era andata a vivere.

L’altra diapositiva che mostriamo si riferisce al costume femminile di Villa Badessa[2] , presso Rosciano (Pe), dove nella meta del ‘700 si stabilì una colonia di Albanesi e Schiavoni a seguito di un provvedimento di Carlo III di Borbone. Villa Badessa non costituisce l’unico esempio al riguardo, in quanto emigrazioni dall’altra sponda dell’Adriatico sono state frequenti nel corso degli ultimi secoli e specialmente il costume femminile conserva elementi appartenenti ad una cultura che possiamo definire balcanica. Per concludere questo breve intervento voglio sottolineare anche il differente cromatismo che appare negli abiti femminili dei paesi di pianura rispetto a quelli di montagna. Un capo del vestiario, cioè la tovaglia, appare di colore bianco in pianura per riflettere i raggi del sole, mentre è di colore nero nei centri montani, per catturare i raggi del sole.

In alcuni casi – come per esempio a Scanno – l’intero vestito, e non solo la tovaglia, risulta per tale motivo completamente di colore nero.

Certamente mi sono soffermato in modo discorsivo a descrivere solo gli aspetti essenziali delle fogge di vestire tradizionali, le quali comunque vanno considerate e studiate come una pagina importante di storia delle nostre piccole comunità agro-pastorali.

Franco Cercone


[1] Riproduzione da F. Cercone , Il Costume popolare abruzzese tra ‘700 e 800, Solfanelli Chieti 1985

[2] Riproduzione da F. Cercone , Il Costume popolare abruzzese tra ‘700 e 800, Solfanelli Chieti 1985




A SOSTEGNO DELLE IMPRESE AQUILANE E TERAMANE

Stanziati 1,7 mln di euro nel 2024 dalla CCIAA Gran Sasso

L’Aquila, 20 ottobre 2024. Sale a 1,7 milioni di euro il budget stanziato dalla Camera di Commercio Gran Sasso d’Italia nell’anno 2024 per il sostegno al sistema produttivo locale. Nell’ultima seduta di Giunta, che si è tenuta ieri online, l’ente camerale ha messo a disposizione ulteriori risorse, oltre 250 mila euro, per finanziare i bandi pubblici dell’Ente, che prevedono contributi a fondo perduto per le aziende con sede nelle province di L’Aquila e Teramo.

“Si tratta di aiuti economici importanti per il sistema produttivo locale, che danno una boccata di ossigeno alle nostre imprese” dichiara la presidente Antonella Ballone. “Quest’anno abbiamo ricevuto 796 richieste di contributo da parte delle imprese locali a valere sugli 8 bandi promossi dall’Ente – continua – per sostenere l’export, la digitalizzazione, il lavoro, il turismo, l’accesso al credito, le nuove imprese giovanili e femminili, l’accessibilità e la valorizzazione territoriale. Questo incremento di risorse, deliberato ieri dalla Giunta camerale, ci consentirà di ampliare ulteriormente la platea dei beneficiari dei nostri bandi” conclude Ballone.

Nel dettaglio, sale a 150 mila euro il contributo a fondo perduto per abbattere i tassi d’interesse sui finanziamenti dagli istituti di credito; raggiunge 190 mila euro lo stanziamento in conto capitale e a fondo perduto per le imprese giovanili e femminili; in aumento, fino a 290mila euro, anche il concorso alle spese di tour operator e agenzie di viaggi per incrementare i flussi turistici presso le strutture ricettive locali. Infine, sono previsti ulteriori 80 mila euro per finanziare i progetti di valorizzazione del territorio e altri 15 mila euro a sostegno del protocollo d’intesa con la Regione Abruzzo e la Camera di Chieti-Pescara per la promozione del marchio Abruzzo nelle principali fiere internazionali.




RADICI E TERRITORIO

L’Accademia Italiana della Cucina celebra la tradizione nella Cena Ecumenica

Luco dei Marsi, 20 ottobre 2024. Terra, origini, tradizione, profumi di preparazioni genuine e di antica matrice. Sono stati questi gli elementi che hanno fatto da filo conduttore alla “Cena Ecumenica” che, nella serata di giovedì, 17 ottobre, ha riunito, in un’unica ideale conviviale, migliaia di Accademici ed Accademiche in tutto il mondo, rappresentanti delle Delegazioni dell’Accademia Italiana della Cucina, istituzione culturale della Repubblica Italiana fondata da Orio Vergani.

L’appuntamento, accanto alla marzolina Cena della Cultura e alla Cena degli Auguri, di dicembre, costituisce la tradizionale Triade di conviviali aventi ognuna specifiche caratteristiche culturali, ciascuna delle quali caratterizzata dalla stagione nella quale è incastonata.

Il tema dell’anno, uguale per tutte le Delegazioni, al centro della Cena Ecumenica, è stato “I fagioli, i ceci e gli altri legumi”, prodotti protagonisti del menu della serata ma anche capitolo prezioso del lavoro dei Centri Studi Territoriali, impegnati nella costante opera di recupero, preservazione e valorizzazione dei cibi e delle preparazioni della tradizione culinaria. A Luco dei Marsi, ai piedi della Selva dei Frati, nel ristorante Angizia, la Conviviale ha riunito la Delegazione di Avezzano e della Marsica, guidata dal Delegato Franco Santellocco Gargano, attorno a una sapiente tessitura di sapori, cultura, arte.

A tratteggiate l’evento, accanto al Delegato, l’appassionato simposiarca, Alceste Anzini, e il relatore, il dottor Stefano Maggi, che ha richiamato, accanto alle proprietà e alle caratteristiche dei diversi legumi, la loro centralità nelle dispense abruzzesi e nell’alimentazione della popolazione, nel tempo, ricordando le peculiari coltivazioni nelle diverse aree della Marsica. Una celebrazione, quella della Cena Ecumenica, che ben ha saputo onorare coltivazioni, e ricette a esse collegate, solo apparentemente povere ma nella loro semplicità ricche di sostanza, materiale e ideale, emblema di quella cucina delle radici che nella sua essenzialità e nel valore che ha rivestito nella storia è già tesoro della più ampia memoria collettiva.

A impreziosire ulteriormente la serata, punteggiata dalle straordinarie interpretazioni del soprano Ilenia Lucci, accompagnata dalle belle note della violinista Giuliana La Rosa, le apprezzate riflessioni degli Accademici presenti e degli Ospiti speciali, tra i quali Fabrizio Venturini, Delegato del Sovrano Ordine di Malta per l’Abruzzo e il Molise, l’assessore al Comune di Avezzano, Pieluigi Di Stefano, che ha espresso grande apprezzamento per la meritoria opera della Delegazione territoriale dell’Accademia, e il direttore del Consorzio di Bonifica Ovest, Abramo Bonaldi.

Unanime il plauso alla Brigata di cucina, che ha proposto preparazioni tradizionali, di grande carattere e forti radici nella storia locale ma declinate in chiave moderna, incardinate sul connubio di legumi, erbe, carni e salumi a chilometro zero, pani speciali, paste artigianali, tra cui gli gnocchetti e ceci, le vellutate, le piccole aperture golose di benvenuto, biglietto da visita di una tavola che ha appagato il palato e gli occhi, insieme ai celebrati vini della Cantina del Fucino, eccellente protagonista del panorama marsicano e non solo.




RIUNIONE PARTITO DEMOCRATICO

Ieri assemblea provinciale  ad Avezzano

Avezzano, 20 ottobre 2024. Si è svolta ieri ad Avezzano presso la sede di XX settembre l’Assemblea provinciale del Partito Democratico che ha dato avvio alla stagione dei congressi. Nei prossimi mesi saranno rinnovati tutti gli organismi di circolo e provinciali e sarà un grande momento di apertura e rilancio dell’azione politica. I lavori iniziati alle 17:30 sono andati avanti per oltre tre ore con diversi delegati presenti e numerosi interventi in presenza e da remoto.

Dopo l’introduzione ai lavori della Presidente Emanuela di Giovambattista e la relazione iniziale del segretario provinciale Francesco Piacente molti interventi si sono concentrati sulla necessità di svolgere un congresso di mobilitazione che rilanci l’opposizione contro le politiche del governo nazionale e regionale che stanno svuotando la sanità pubblica e frenando lo sviluppo. Un governo che nega all’Abruzzo i 600 milioni per la ferrovia Roma- Pescara, che taglia 117 milioni per la sicurezza delle autostrade, che abbandona la vertenza dei tribunali minori, che consente lo scempio dell’abbattimento dei cervi a pagamento, che distrugge la sanità pubblica, che non affronta con convinzione le vertenze lfoundry e Marelli.

Per un’azione efficace di contrasto alla destra e per la costruzione di un’alternativa credibile sul territorio e nel Paese servono congressi che aprano a nuove idee, che rafforzino i rapporti con i blocchi sociali di riferimento e che accolgano nuove energie e rinnovata militanza. “Ci lasciamo alle spalle anni difficili in cui le forze di destra hanno saputo costruire un forte consenso con la spinta di un clima nazionale molto favorevole. Siamo però in una nuova fase e in condizione di aprire una nuova stagione” queste le parole del Sindaco di Opi Antonio Di Santo. A tal proposito un richiamo ad una migliore organizzazione territoriale e ad un cambio di passo è stato espresso da parte del sindaco emerito dell’Aquila Massimo Cialente e dall’ex deputata Stefania Pezzopane.

Diversi interventi, poi, si sono concentrati sulla recente vicenda del rinnovo ANCI. “L’ ANCI purtroppo è stata vittima di un atto di arroganza della destra. Il responsabile nazionale Enti locali di Fratelli d’Italia è incompatibile con il ruolo di presidente di tutti i sindaci. Abbiamo proposto accordi alternativi alla destra ma hanno voluto perseguire una strada di divisione” queste le dichiarazioni del Senatore Michele Fina ma anche di diversi altri presenti.

“Per tornare a vincere contro Fratelli d’Italia serve anzitutto l’unità del Partito e delle forze progressiste, lavoriamo per questo”: queste, infine, le parole del segretario di Celano Ermanno Natalini e del capogruppo in Consiglio Comunale Stefano Albano.

Presenti all’Assemblea tra gli altri anche il Consigliere regionale Pierpaolo Pietrucci, la Consigliera provinciale Antonella La Gatta, il Presidente della Commissione di vigilanza dell’Aquila Stefano Palumbo, il capogruppo di Sulmona Mimmo Di Benedetto, la Segretaria cittadina di Avezzano Anna Paolini, sindaci,  rappresentanti delle amministrazioni locali e segretari e segretarie di circolo collegati.




ANCI: SCONFITTA PER IL CENTROSINISTRA ABRUZZESE

Serve una Costituente per la rinascita del campo democratico in Abruzzo

Pescara, 20 ottobre 2024. L’elezione degli organismi di ANCI Abruzzo, avvenuta ieri, rappresenta l’ennesima grave sconfitta del Pd e del centrosinistra, dopo la Regione, Pescara, Montesilvano, Giulianova, eccetera eccetera. Una sconfitta netta e storica, considerando che il centrosinistra ha sempre avuto la direzione dell’associazione, a partire dalle figure esemplari dei compianti Antonio Centi e Luciano Lapenna.

Non basta evocare il ridimensionamento della presenza del centrosinistra nelle amministrazioni locali in questi anni, che pure è il cuore del problema ma rappresenta un tema ulteriore di preoccupazione e riflessione.

Gli errori di gestione politica sono evidenti:

Non aver difeso adeguatamente la candidatura del presidente uscente Gianguido D’Alberto, che meritava la conferma.

Non aver introdotto per tempo una candidatura alternativa o proposto una soluzione di compromesso in tempo utile.

Non aver coltivato in questi mesi un rapporto con i sindaci e gli amministratori, anche di orientamento civico, sulla base di un rilancio del progetto politico per lo sviluppo della regione e la difesa delle autonomie locali.

Ci auguriamo che non passi in cavalleria anche questa ennesima grave sconfitta  e questa volta non siano sottaciute le responsabilità e non si vadano a cercare capri espiatori .

Continueremo a operare per il necessario rinnovamento di idee e gruppi dirigenti di cui tutto il campo democratico ha bisogno, per un cambiamento reale . Serve una vera e propria costituente per la rinascita del centrosinistra abruzzese, coinvolgendo pienamente gli amministratori locali che non vanno chiamati in causa solo al momento delle elezioni.

A Gianguido D’Alberto e Francesco Menna, che rappresentano due riferimenti importanti della nuova classe dirigente regionale, va il nostro sincero ringraziamento per il lavoro serio che svolgono e per la generosità politica che dimostrano quotidianamente.

Coordinamento Associazione 25 Aprile Abruzzo progressista




LA RISORSA IDROPOTABILE DEL GRAN SASSO

Commissario, Italferr, Ruzzo Reti e Sian impegnati per la sicurezza

L’Aquila, 20 ottobre 2024. Il sopralluogo congiunto effettuato nella giornata di ieri nella galleria del Traforo, dal Commissario Straordinario per la sicurezza del sistema idrico del Gran Sasso, Pierluigi Caputi, alla presenza dei dirigenti tecnici della Italferr, dell’Ente gestore Ruzzo Reti Spa di Teramo e dei responsabili del Sian il Servizio Igiene della Asl di Teramo, ha fugato ogni possibile dubbio escludendo qualsiasi collegamento tra il problema dell’acqua e le attività di Italferr.

“L’aumento del valore della torbidità dell’acqua, è avvenuto prima dell’avvio di qualsiasi attività operativa da parte di Italferr e dei soggetti da quest’ultima incaricati” dice il Commissario, “tanto è vero che la richiesta di Ruzzo di fermare i mezzi (due macchine e un camion con rimorchio) è arrivata al  momento dell’ingresso dei suddetti mezzi dal fornice del lato aquilano, quindi in una posizione in cui è impossibile influenzare l’altro versante e in un momento in cui l’acqua era già a scarico preventivo. Su tale constatazione sono stati concordati gli interventi e tutti hanno apprezzato la tempestività e l’efficienza gestionale della Ruzzo reti. Infatti, l’acqua torbida non è mai stata immessa nella rete idrica, come poi affermato dall’Ente gestore con una nota ufficiale.

L’episodio dell’intorbidamento dell’acqua, comunicato da Ruzzo, nella tubatura al di sotto della carreggiata stradale, ha determinato la sospensione del cantiere” continua il Commissario, “e rappresenta una ulteriore dimostrazione tangibile della grande vulnerabilità dell’intero sistema che oggi consente all’acqua del Gran Sasso di arrivare ai rubinetti dei cittadini e conferma la assoluta necessità dei lavori di messa in sicurezza della risorsa idropotabile.

Durante il sopralluogo” conclude il Commissario”, si è appreso dell’oscillazione della torbidità dell’acqua da valori molto al di sotto della soglia di legge a picchi che determinano la messa a scarico delle acque, avvenuta in una situazione di assoluta assenza da giorni, di mezzi e persone nella galleria; pertanto, si è convenuto che sia un problema che Ruzzo Reti deve affrontare per comprenderne cause e rimedi. La leale collaborazione che si è manifestata fin dall’insediamento del Commissario straordinario è in questi frangenti un presupposto per affrontare le problematiche e di questo ringrazio il SIAN (ASL) e la Ruzzo Reti per professionalità e passione dimostrati.”




ECCOLI I PRIMI TRE PUNTI

La Rg Stampa Futura Teramo batte  3-0 L’Eagles Padova

Teramo, 20 ottobre 2024. Arriva la prima vittoria della nuova stagione per la RG Stampa Futura Teramo. Le biancorosse, dopo un’ora e mezza di gioco fatto di ottima pallavolo, hanno superato l’Eagles Padova con il punteggio di 3-0 riscattando il passo falso con Conegliano. Prova di squadra e giusta mentalità messa sul parquet soprattutto quando le cose non stavano girando per il verso giusto, vedi primo set (sotto 6-14). Alla fine, però, ha vinto la squadra teramana capace di mostrare il proprio valore. Questo il tabellino del match:

RG STAMPA FUTURA TERAMO 3: Mileno 1, Coccoli 4, Danaila 8, Sbano, D’Urso, Costantini 8, Ruiggiero, Capone, Sartore 11, Mazzagatti 8, Zarattini, Renzi, Patasce 15. All. Collavini.

EAGLES VERGATI PADOVA 0: Green 1, Dotta 10, Profumo, Sturbaro 3, Tiso 5, Morbiato, Campagnaro 14, Aldegheri 2, Salmaso 3, Fabbo, Bulegato, Facco. All. Civiero.

PARZIALI: 25-22; 25-15, 28-26.




BIONDI DIFENDE I TAGLI AGLI ENTI LOCALI invece di contrastarli

Agli ordini di Meloni plaude i tagli e commissaria la voce autonoma degli enti locali abruzzesi.

Spoltore 20 ottobre 2024.  Il Neopresidente di Fratelli dell’Anci Abruzzo Pierluigi Biondi, invece di difendere i Comuni colpiti dai tagli previsti dalla Legge di Bilancio (1,5 mld nel prossimo triennio che si aggiungono al miliardo dell’ultima finanziaria), dichiara che tutto sommato gli enti locali saranno meno colpiti che in passato.

Quindi perché dovrebbero lamentarsi?

Come se un sindacalista che, a fronte di un taglio degli stipendi, affermi che tutto sommato poteva andare peggio. Eppure, siamo di fronte ad una manovra di tagli che colpiscono i servizi sociali, la sanità, il trasporto pubblico locale e in assenza di spiegazioni e del doveroso confronto l’estrema destra  commissaria il dissenso usando toni sprezzanti e offensivi per difendere l’indifendibile.

Questo è il rapporto che l’estrema destra al potere ha con le rappresentanze autonome dei diversi interessi del Paese. Per la prima volta nella storia di Anci Abruzzo la destra ha voluto imporre come presidente, spaccando l’associazione con il 40% dei Sindaci che è stata costretta a non votarlo, l’attuale responsabile nazionale enti locali di Fratelli d’Italia e Sindaco dell’Aquila Biondi.

Un grave inedito non solo rispetto alla storia di ANCI Abruzzo, che ha visto compiere sempre scelte unitarie, ma anche rispetto alle altre regioni d’Italia dove si è trovata, com’è giusto che sia, un’intesa unitaria. In Abruzzo invece, la Regione in cui Giorgia Meloni si è fatta eleggere deputata, l’associazione dei Comuni è costretta ad essere una voce plaudente, servile e non libera di rappresentare esclusivamente gli interessi degli enti locali”.

Michele Fina, senatore del Pd




GIOCALIBRO laboratorio creativo

Sogna un’avventura e con le mani un libro costruirai una storia illustrerai tanti amici troverai

Spoltore 20 ottobre 2024.  La biblioteca Comunale “Piero Angela”, in Via Dietro Le Mura, 10, Spoltore, (PE), apre le porte alla 4ª edizione di GIOCALIBRO, attività di promozione del libro, della lettura e di contrasto alla povertà educativa. Che cosa è GIOCALIBRO? Fin dalla più tenera età incontriamo i libri al nido, a scuola, all’università, a casa, in biblioteca, etc., ma ci siamo mai domandati come si realizzano i libri ? Come si scrivono le storie? Come si scelgono le immagini che illustrano le storie? Come si fa a farli diventare rappresentazione teatrale? Con GIOCALIBRO si impara tutto questo da autori e protagonisti.

I partecipanti che frequentano GIOCALIBRO, di età tra 8 e 14 anni imparano come inventare una storia, come costruire libri Leporelli, come illustrarli e come trasporre la storia, con il linguaggio del corpo, in una drammatizzazione. Appuntamento a lunedì 21-10-24 ore 17:00/19:00, Biblioteca “Piero Angela”, Via Dietro Le Mura, 10, Spoltore. Indossare indumenti comodi e dotarsi di calzini antiscivolo e borracce con l’acqua. Riduzioni per i soci della Proloco Terra dei cinque Borghi e soci Intercral. Progetto a cura dell’Associazione Deposito Dei Segni ETS in collaborazione con il Comune di Spoltore e Proloco Spoltore Terra dei 5 Borghi.




ITINERA 2030

Innovazione urbana sostenibile. Pescara: Parco Lineare di Castellamare – Settembre/Ottobre 2030

Pescara, 20 ottobre 2024.  Giunge al capolinea la saga di ITINERA, la fantastica avventura di “Percorsi di innovazione urbana sostenibile” previsti e realizzati, nell’immaginario collettivo del 2030, nel Parco lineare di Castellamare di Pescara (ex strada parco), nell’ambito delle iniziative di chiusura dei 15 anni dell’Agenda 2030 dell’ONU, con i suoi 17 SDGs e 169 target.

Già all’inizio di settembre del 2030, la sindaca Alessia Naldi ne aveva dato l’annuncio, con l’elenco delle attività programmate nelle sette cupole geodetiche realizzate dal 2026 lungo la vecchia strada parco, diventata nel frattempo arteria verde pulsante della città e luogo di incontro per tutta la cittadinanza.

L’iniziativa, nata dal dialogo continuo con la comunità, si è sviluppata in sette settimane di eventi che hanno abbracciato diverse sfere della vita quotidiana,  tenute insieme dal tema della sostenibilità urbana. Ecco gli argomenti affrontati:

Prima settimana – Nuova Pescara Melody: 2-8 settembre 2030

Seconda settimana – Scienza e Innovazione: 9-15 settembre 2030

Terza settimana – Mobilità Sostenibile: 16-22 settembre 2030

Quarta settimana – Ambiente e sostenibilità: 23-29 settembre 2030

Quinta settimana – Futuro Digitale: 30 settembre – 6 ottobre 2030

Sesta settimana – Storia delle radici: 7-13 ottobre 2030

Settima settimana – Clima e Energia: ridurre l’impronta: 14-20 ottobre 2030

Li avete persi!? Nessun problema, li potete rivivere tutti qui: ITINERA. E in ogni caso, per la partecipazione non vi preoccupate: il 2030 è di là da venire, anche se va costruito insieme, perché “il futuro non viene mai da solo” (cit. Franco Summa).

Giancarlo Odoardi – Project manager ITINERA




LEGGE ABRUZZESE GOVERNO DEL TERRITORIO

Un convegno per illustrarne i contenuti

Controguerra, 19 ottobre 2024. Entro il 2025 i Comuni dovranno perimetrare il territorio urbanizzato; entro il 2028 andranno approvati i nuovi Piani Urbanistici Comunali. Nel frattempo, stop a varianti urbanistiche e limitazioni a permessi di costruire.

Si è tenuto venerdì 18 ottobre, a Controguerra, il primo di una serie di incontri promossi dell’Ordine degli Architetti PPC della provincia di Teramo per illustrare, ad amministratori, tecnici e cittadini, i contenuti della legge regionale sul governo del territorio, approvata il dicembre scorso.

Alla presenza del sindaco Franco Carletta e della presidente dell’Unione dei Comuni Val Vibrata, Cristina Di Pietro, si sono alternati i relatori arch. Giustino Vallese – vicepresidente dell’Ordine; prof. ing. Donato Di Ludovico, presidente dell’INU Abruzzo; prof. arch. Fabio Andreassi, ANCE Abruzzo e arch. Raffaele Di Marcello, presidente UNITEL.

Davanti ad una numerosa platea sono stati illustrati i contenuti della legge, evidenziandone opportunità e criticità, e sono state evidenziate le procedure applicabili nel cosiddetto “periodo transitorio” che prevede, fino all’approvazione dei nuovi Piani Urbanistici Comunali (entro il 21 dicembre 2028) il blocco delle varianti urbanistiche e, dopo la perimetrazione del centro urbanizzato (a partire dal 22 dicembre 2025) la limitazione del rilascio dei permessi di costruire.

Una norma necessaria, è stato affermato, che necessita ancora di qualche correttivo per risolvere criticità e problematiche applicative che sono già emerse e che emergeranno nelle successive fasi di applicazione.

Manca però ancora – è stato sottolineato dal presidente regionale UNITEL, arch. Di Marcello – la piena consapevolezza di sindaci ed amministratori comunali anche in vista delle scadenze previste dalla normativa (2025 e 2028) che, data la complessità delle procedure previste, appaiono imminenti e necessitano di mettere in atto, da subito, tutte le azioni propedeutiche e indispensabili per giungere alla definizione e approvazione dei nuovi strumenti di governo del territorio.




IN RISPOSTA AL SINDACO MASCI

Esistono azioni di tipo formale e azioni di tipo sostanziale

Pescara, 19 ottobre 2024. “L’inaugurazione di un intervento concluso è un fatto formale.

La partecipazione di un assessore o un sindaco alle commissioni consigliari è invece un fatto sostanziale inerente alla natura dell’incarico. Numerose sono le deleghe che il Sindaco si è tenuto, ma le molteplici convocazioni che ha avuto nelle Commissioni sono andate deserte.

Ultimamente un Comitato di cittadini e cittadine ha anche più volte richiesto di incontrarlo per quanto sta accadendo alla viabilità sud di Pescara; eppure, ancora non è avvenuto l’incontro.

E così dallo stesso Sindaco sono tanti i NO portati dalle azioni sostanziali, sia verso le Consigliere e i Consiglieri, sia verso la Cittadinanza. Per Piazza Sacro Cuore e altri interventi continuerò ad aspettare il Sindaco in Commissione per l’opportuno confronto.

Simona Barba

Consigliera Comunale Avs-Radici in Comune




NON SONO QUELLO CHE SONO

Edoardo Leo incontra gli studenti della “d’Annunzio” Campus di Pescara, aula 27/B – 23 ottobre 2024, ore 11:00

Chieti, 19 ottobre 2024. Il 23 ottobre prossimo, alle ore11,00, nell’AULA 27B del Campus di Pescara dell’Università degli Studi “Gabriele d’Annunzio”, Edoardo Leo parlerà con gli studenti dell’Ateneo e con il pubblico presente del suo ultimo film, “Non sono quello che sono”, da lui scritto, diretto e interpretato, ispirato all’Otello di William Shakespeare.

Durante il talk saranno proiettati e discussi alcuni brani del film, che uscirà nelle sale a partire del 14 novembre. L’evento, organizzato e curato dalla professoressa Anita Trivelli, docente di Cinema presso il Dipartimento di Lingue, Letterature e Culture Moderne dell’Università degli Studi “Gabriele ’Annunzio” di Chieti-Pescara, è parte di un tour interuniversitario tenuto da Edoardo Leo, che ha ricevuto il patrocinio del Consiglio Scientifico della Conferenza Nazionale degli Organismi di Parità delle Università Italiane.

All’iniziativa, rivolta a studenti, docenti e cittadinanza, parteciperanno, oltre alla professoressa Trivelli, la professoressa Paola Partenza, docente di Letteratura inglese presso il Dipartimento di Lingue, Letterature e Culture Moderne, la professoressa Alessandra Babore, docente di Psicologia dinamica presso il Dipartimento di Psicologia, ed il critico cinematografico Francesco Di Brigida.

“La cultura del rispetto e la sensibilizzazione sulla violenza di genere – spiega la professoressa Anita Trivelli – tornano alla ribalta nelle aule dell’Università G. d’Annunzio, in occasione di questa nuova iniziativa cinematografica che si inserisce nella masterclass diffusa nei principali Atenei d’Italia e che precederà l’uscita del film nelle sale di tutta Italia.

Edoardo Leo – aggiunge la professoressa Trivelli – dialogherà con gli studenti in un confronto sui temi che emergono dal film; un progetto rivolto ai giovani ai quali trasmettere, attraverso l’analisi e la rilettura cinematografica di un classico in chiave moderna, un nuovo approccio ad un bagaglio valoriale fondato sul rispetto per la persona.

Violenza di genere, gelosia, maschilismo, anaffettività, razzismo sono tra i principali temi di questa indagine sull’odio. Si esplorerà anche l’operazione da un punto di vista del linguaggio, – conclude la professoressa Anita Trivelli – le motivazioni sulla scelta di tradurre il testo nei dialetti romano e napoletano e la relazione tra testo letterario e indagine sociologica”.

Maurizio Adezio




NOI DOBBIAMO CONTINUARE

Inaugurato Il Piccolo Paolo alla stazione ferroviaria di Montesilvano

Montesilvano, 19 ottobre 2024.Noi dobbiamo continuare” è il titolo dell’incontro che, questa mattina, nello scenario del Museo del Treno di Montesilvano, ha dato il via all’inaugurazione dell’opera “il piccolo Paolo” del professore nonché referente nazionale del premio Paolo Borsellino, Graziano Fabrizi. Un’opera di sensibilizzazione inserita all’interno delle diverse attività di formazione e sensibilizzazione che il Premio Nazionale Paolo Borsellino porta avanti ormai da più di 32 anni con linguaggi diversi. Il linguaggio utilizzato oggi, alla presenza di cento bambini delle scuole Troiano Delfico e Direzione Didattica, plesso via Vitello d’oro è stato quello dell’arte.

L’opera, posizionata sul muro della stazione ferroviaria di Montesilvano, ritrae un giovanissimo Paolo Borsellino nel giorno della sua Prima Comunione, all’età di sette anni. Già collocata alla vigilia del 19 luglio in ricordo della strage di via D’Amelio, in cui perse la vita il giudice Borsellino e la sua scorta nel 1992, lo ricordiamo, è stata deturpata subito dopo. Oggi, per la seconda volta è stata rivendicata da Fabrizi, impegnato nella promozione e cultura dei valori di legalità verso le giovani generazioni. L’opera serve a ricordare in silenzio la strage di Via d’Amelio, per rivendicarne l’innocenza e il bisogno continuo della formazione verso i principi e valori dei giusti, quindi della legalità.

Presenti all’inaugurazione, il sindaco di Montesilvano Ottavio De Martinis, l’assessore alle Politiche Giovanili Alessandro Pompei, Renzo Gallerati dell’Acaf Museo del Treno, Giovanni Ciardello di RFI, Roberto Lunardo Comandante della Compagnia dei Carabinieri, Carlo Ferri segretario provinciale SIAP di Pescara e don Aniello Manganiello, parroco di Scampia.

“Con l’inaugurazione del piccolo Paolo, ha affermato Graziano Fabrizi –  l’intento è portare i ragazzi e chiunque capiti nei pressi dell’opera, a conoscenza di uno spazio riqualificato che è quello della stazione ferroviaria che ospita un bambino come loro e diventa così un presidio di legalità attraverso l’uso di un linguaggio semplice. Un bambino come tanti che poi crescendo è diventato simbolo di legalità pagando con la propria vita la fedeltà ai propri valori e principi. Ogni persona che si stringe attorno a questo cenacolo di idee, porta con grande fierezza il proprio contributo. Ringrazio i Carabinieri che si occuperanno di tutelare il bene pubblico; il sindaco Ottavio De Martinis per la vicinanza e il sostegno e il Comune di Montesilvano che mette a disposizione della cittadinanza un’opera continua di educazione civica. Le scuole perché educano i cittadini dell’oggi e del domani. Le Ferrovie dello Stato  che hanno messo a disposizione le infrastrutture: grazie a tutti, il premio diventa così un ponte educativo con un forte richiamo al luogo.

Il sindaco Ottavio De Martinis: “Ringrazio Graziano Fabrizi perché ci fornisce ancora una volta un grande spunto di riflessione e ringrazio tutti gli ospiti e tutti coloro che sono intervenuti oggi, perché con la loro calorosa presenza hanno reso speciale questa giornata dedicata a Paolo Borsellino. Grazie a don Aniello Manganiello, parroco di Scampìa e agli istituti scolastici presenti perché l’obiettivo è stato proprio quello di commemorare, donando un presidio di legalità per una coscienza attiva, nel crocevia degli arrivi e delle partenze, con la speranza che qualcuno prenda per mano quel bambino e continui a camminare con lui verso un percorso di valori e di idee verso una nuova cultura antimafia. La storia di Paolo Borsellino ci insegna che la legalità non è un concetto astratto, ma un impegno quotidiano che riguarda ognuno di noi”.

Con l’installazione odierna, il professore di Montesilvano da l’appuntamento ai prossimi impegni di Ottobre a L’Aquila, Pescara, Teramo e Chieti per la XXXII edizione del Premio Borsellino.

La messa in opera dell’istallazione è stata a cura della Novagrafica sas di Montesilvano, sempre vicina alle performance dell’artista.




APRE LA MOSTRA APRUTIUM

Terra di bellezza e di colori,  40 gli artisti che esporranno le loro opere

Tagliacozzo, 19 ottobre 2024. “Aprutium: terra di bellezza e di colori” è il tema della mostra che sarà inaugurata oggi pomeriggio, sabato 19 ottobre, alle 18:30, nel chiostro del convento di San Francesco in Tagliacozzo. La collettiva d’arte contemporanea organizzata da Leonardo Paglialonga, in qualità di presidente dell’associazione artistico-culturale “Nemesis” di Francavilla al Mare, vedrà la partecipazione di oltre 40 artisti provenienti dall’Abruzzo e da altre regioni d’Italia. Verrà attribuito un duplice omaggio in particolare ai Maestri Vincenzo Corsi, del quale si esporranno, nella sala Beato Tommaso da Celano, alcune sue opere sul tema: “Tagliacozzo: genius loci”, e a Mimmo Sarchiapone, già Cavaliere della Repubblica Italiana, sul tema: “C’era una volta Pescara” di cui si esporranno diverse sue incisioni nella sala Capitolare.

Un omaggio sarà attribuito al ricordo di Laura Salvatori, la giovane francescana secolare recentemente scomparsa, marsicana, a cui sono state intitolate due opere che la ritraggono, una delle quali in tecnica mista che sarà in esposizione nella sala museo. Sarà ricordato anche Enzo De Iuliis, detto “Cipolla”, di Chieti, un vero personaggio tra i suoi concittadini e persona di grandi qualità umane, per anni amico fraterno anche dei frati francescani di Tagliacozzo.

Un percorso tra diverse facce dell’Abruzzo unite però da un unico concetto artistico. “L’idea è quella di creare un gemellaggio artistico tra Tagliacozzo e Pescara”, spiega Leonardo Paglialonga, “e, in un senso più ampio, valorizzare la nostra regione, l’Abruzzo, terra di tante bellezze tra mare e monti e di molte tipicità e peculiarità che la rendono unica nel suo genere ma che non sempre hanno il giusto risalto, tra cui un patrimonio artistico eccellente ed un fermento culturale molto interessante che merita di essere evidenziato, approfondito e pubblicizzato nella giusta maniera”.

La mostra gode del patrocinio del Comune di Tagliacozzo e delle associazioni “Arte in Bottega” di Roma, “Bellantarte” di Teramo, Licita Scientia di Chieti e Ascom Abruzzo. Durante la conferenza inaugurale porteranno i saluti istituzionali Vincenzo Giovagnorio, sindaco di Tagliacozzo, Chiara Nanni, assessore alla Cultura del Comune di Tagliacozzo, Padre Attilio Terenzio OFMConv guardiano del Convento di San Francesco in Tagliacozzo, Padre Carmine Terenzio OFMConv del convento di San Francesco in Tagliacozzo.  A seguire gli interventi di Paglialonga, organizzatore e curatore della mostra, di Gabriella Di Giandomenico, critico d’arte, sul tema: “Zahrtmann e compagni danesi: la loro esperienza a Civita d’Antino”. Concluderà la relazione dello scrittore e attore Antonio Di Loreto sul tema: “Il valore dell’arte al tempo del Cenacolo michettiano di Francavilla al Mare” con le letture di Mario Massarotti.

Verrà proiettato anche un filmato sull’Abruzzo a cura di Icaro droni. Da ultimo si avrà la performance di Danza Antica a cura dell’Ensemble Licita Scientia con le coreografie di Maria Cristina Esposito. Esporranno le loro opere: Silvana Altigondo, Ludovica Amicucci, Rosalba Barillà, Gino Berardi, Caterina Caldora, Vincenzo Corsi, Iris D’Annunzio, Elio Di Blasio, Massimo Di Febo, Antonella Di Giandomenico, Sergio Di Mattia, Franco Di Nicola, Giuseppe Di Prinzio, Mirella Di Raffaele, Gigino Falconi, Rosa Lia Ferreri, Graziella Gagliardi, Marco Gentile, Patrizia Giannone, Sayoko Ishiyama, Nadia Lolletti, Carlo Marcantonio, Miriam Melle, Lucio Monaco, Moiradea, Patrizia Navarra, Bruno Paglialonga, Andrea Pazienza, Massimina Pesce, Nestore Presutti, Patrizia Prospitti, Mimmo Sarchiapone, Miriam Scarpone, Adele Schiazza, Monica Sichetti, Leo Strozzieri, Mario Tata, Marialuisa Torlontano, Carla Trivellone, Gianfranco Zazzeroni, Eraldo Zecchini. 

La mostra proseguirà fino al 17 novembre.                                       

L’ingresso è libero.




INCLUDI_AMO_CI

Percorsi innovativi per una scuola inclusiva – rivolto a insegnanti della provincia di L’Aquila delle scuole di ogni ordine e grado

L’Aquila, 19 ottobre 2024. L’Istituto d’Istruzione Superiore Amedeo D’Aosta – L’Aquila ha ospitato, da lunedì 14 a giovedì 17 ottobre scorsi il percorso formativo “Includi_amo_ci”, dedicato al tema dell’inclusione per insegnanti delle scuole di ogni ordine e grado della provincia di L’Aquila. Dopo l’azione attuata per le scuole della provincia di Teramo, anche nel capoluogo abruzzese è stato possibile richiamare l’interesse dei docenti e di molte figure chiave del mondo scolastico sui delicati aspetti della didattica inclusiva con focus anche sull’aspetto normativo e approfondimenti mirati sul nuovo PEI secondo le modifiche al D.L. 153/23.

In dodici ore di formazione complessive, i discenti, gratuitamente e con riconoscimento dei crediti formativi, hanno avuto l’occasione di ascoltare e di confrontarsi con studiosi ed esperti della didattica inclusiva e della progettazione universale per l’apprendimento (UDL Universal Design for Learning), si sono alternati in cattedra la Prof.ssa Evelina Chiocca – Presidente Federazione nazionale Osservatorio 182, la Prof.ssa Silvia Nanni – Professoressa associata in Pedagogia generale e sociale Università degli Studi dell’Aquila, il Prof. Fabio Filosofi Ricercatore – post-doc in Pedagogia Speciale  Università degli Studi di Trento e il Prof. Vincenzo Antonio Gallo – Docente specializzato per le attività di sostegno didattico e formatore; estremamente attuale l’intervento del Dott. Casto Di Bonaventura “Patti educativi di comunità con il mondo del volontariato nel terzo settore; a completare il quadro in ambito inclusione scolastica anche l’atteso intervento della Dott.ssa Maria Pia Legge sul tema “La medicina scolastica per l’inclusione” e successivamente, in chiusura, quello della Dott.ssa Maria Pia Pierfelice “Accogliere l’epilessia a scuola. Comprendere la malattia e sfatarne i miti”, l’epilessia molto spesso è in comorbilità con l’autismo.

Il percorso è stato arricchito anche da un intervento formativo ad hoc a cura del Prof. Fabio Filosofi, presso l’Istituto Comprensivo Statale Cesira Fiori – San Demetrio Rocca di Mezzo

Questa prima azione progettuale, dell’ampio Progetto INCLUDIAMO, si conclude con tanti spunti di riflessione e grande soddisfazione da parte dei tantissimi docenti e dirigenti scolastici intervenuti. Sembrerebbe naturale rendere ora replicabile questo percorso magari con risorse del Fondo Sociale Europeo+ dell’Abruzzo; potrebbe essere strutturato negli anni e agevolare e migliorare l’inclusione delle persone autistiche nelle scuole e nella società.

Insieme alle Istituzioni Capofila e Partner di questo sfidante Progetto, rispettivamente Ambito Distretto Sociale 5 Montagne aquilane (Capofila) e Ambito Distretto Sociale 1 Comune di L’Aquila, ci accingiamo a lavorare ora sulle altre attività progettate e finanziate dalla Regione Abruzzo:

Ambito Distretto Sociale 5 Montagne aquilane

attività culturali, ricreative e sportive – risorse disponibili 10.000€

sostegno attività scolastica ed extrascolastica – risorse disponibili 65.351€

avvio al lavoro con Autismo Abruzzo APS – risorse disponibili 13.350€

attività complementare rivolta alla famiglia (formazione) – risorse disponibili 5.000€

Ambito Distretto Sociale 1 Comune di L’Aquila

attività culturali, ricreative e sportive – risorse disponibili 30.000€

voucher/bonus acquisto prestazioni qualificate di supporto per inclusione sociale  – risorse disponibili 29.990€

AUT lavoro con Coop Sociale Lavoriamo Insieme – risorse disponibili 35.000€

formazione delle  famiglie con Autismo Abruzzo APS – risorse disponibili 16.428€