IMPROVVISAMENTE UNA ROTONDA

Pescara, 19 marzo 2024.  Improvvisamente una rotonda, quella su via Vespucci, dà la possibilità di modificare la viabilità su Viale Marconi. Milioni di euro di investimento per una riprogettazione della strada, il nuovo boulevard parigino, che ora è diventato solo un intervento temporaneo. Si aspettava la rotonda su via Vespucci.

Oggi l’Amministrazione ammette di non sapere cosa sia la pianificazione: non sapeva del nuovo intervento su via Vespucci, nessuno ci aveva mai pensato, nessuna programmazione, e quindi viale Marconi era stata progettata a 4 corsie per salvare la Città e diventare Parigi.

Ora improvvisamente la rotonda, una nuova luce che salverà nostra viabilità, fatta attraverso interventi casuali e miracolosi.

Ma come faranno le altre città che hanno una pianificazione degli interventi a 20 anni? Sono misteri irrisolvibili per la nostra amministrazione. Qui si risolve tutto con rotonde salvifiche e improvvise.

Nessun costo, dice il Sindaco, per rimodificare oggi viale Marconi, solo manutenzione e qualche striscia bianca. Nessun costo, tanto vale il disastro economico e di vivibilità in questi anni. Nessun valore alle richieste di modifica da parte delle cittadine e dei cittadini. Tutto si risolve con qualche semplice striscia, bastava aspettare cari cittadini lamentosi. Il miracolo arriva, sempre.

Radici in Comune




BEN OLTRE IL DIVIETO!

Pescara, 19 marzo 2024.  Cachan, Comune francese di 28 mila abitanti a sud di Parigi – Nel cortile di un condominio amministrato dal gruppo immobiliare francese “Gruope 3F“, su una bici, evidentemente messa fuori posto, è stato apposto questo avviso di divieto di sosta (stationnement interdit).

Dice in sintesi, e con gentilezza, che “nei pressi dell’edificio esistono tre spazi dedicati e destinati al posteggio delle biciclette“. Il messaggio si chiude con un ringraziamento per l’uso che se ne vorrà farà nelle successive occasioni. Si tratta di un’area privata, certamente, ma i toni e i modi avrebbero potuto essere anche diversi, forse più perentori, finanche di minaccia.

Invece è stata usata la formula che prevede, anzi include, la collaborazione, rende protagonista chi accetta il divieto mascherato da suggerimento, da consiglio, per un gesto che dovrà ancora essere fatto ma per il quale si viene già ringraziati.

Trovo vincente questa strategia, soprattutto quando prospetta una soluzione praticabile, comoda e tempestiva, che rivela attenzione e propone il servizio in grado di soddisfare la futura esigenza, nella fattispecie del posteggio, quando questa si ripresenterà. Ma soprattutto aiuta a riflettere e a far maturare il senso di civiltà che contraddistingue i comportamenti di una comunità.

Giancarlo Odoardi

Ri-media.net – Direttore Editoriale – Web Content Editor

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UNA GIORNATA CON LA D’ANNUNZIO

Cerimonia di apertura presso l’aula consiliare del Rettorato, domani 20 marzo 2024 – ore 9:00

Chieti, 19 marzo 2024. Mercoledì 20 marzo prossimo, alle ore 9:00, nell’Aula consiliare del Rettorato a Chieti, ci sarà la cerimonia di apertura di “Una Giornata con la d’Annunzio”, organizzata nell’ambito della “Giornata Nazionale delle Università Italiane”, istituita quest’anno dalla CRUI (Conferenza dei Rettori delle Università Italiane) col patrocinio del Ministero dell’Università e della Ricerca (MUR) per far incontrare le Università con i Cittadini. Questa prima edizione avrà come tema le “Università svelate”. Alla breve cerimonia di apertura della manifestazione parteciperanno il Rettore dell’Università degli Studi “Gabriele d’Annunzio” di Chieti-Pescara, professor Liborio Stuppia, il Prorettore vicario, professor Carmine Catenacci, il Prorettore professor Tonio Di Battista, il Direttore Generale, dottor Paolo Esposito, e la professoressa Elisabetta Dimauro, Coordinatore del gruppo di lavoro che ha organizzato la manifestazione. Per questa prima edizione la “d’Annunzio” ha allestito un ricco programma di convegni, seminari, lezioni aperte, visite ai laboratori nei due Campus di Pescara e di Chieti che occuperanno l’intera mattinata del 20 marzo, dalle 9:00 alle 13:00. Nel pomeriggio, seguendo l’espresso invito della CRUI di aprire alla Cittadinanza le sedi storiche ed i palazzi più rappresentativi degli Atenei, la “d’Annunzio” ha programmato convegni e visite guidate a Palazzetto dei Veneziani ed al Museo universitario nel centro storico di Chieti.

L’Università Gabriele d’Annunzio ha accolto prontamente l’invito della CRUI – spiega la professoressa Elisabetta Dimauro, coordinatore del Gruppo di lavoro che ha predisposto il programma della Giornata – in poco tempo la risposta dei 14 Dipartimenti e dei Centri di Ateneo è stata rapida e molto collaborativa, così da poter organizzare una serie di interessanti appuntamenti nei suoi due Campus di Chieti e di Pescara che occuperanno tutta la mattina del 20 marzo e dove attendiamo la presenza di studenti delle scuole e di tutti i Cittadini dell’intero territorio che avranno il piacere di incontrarci e conoscerci  per le nostre ricerche e attività.

Nel pomeriggio – prosegue la professoressa Dimauro – l’apertura riguarderà le sedi che si trovano nel Centro storico di Chieti, con appuntamenti altrettanto interessanti, che si svolgeranno a Palazzetto dei Veneziani e al Museo universitario. Il nostro invito a partecipare a questa prima edizione della Giornata Nazionale delle Università Italianeconclude la professoressa Elisabetta Dimauro – è rivolto davvero a tutta la Cittadinanza perché il nostro lavoro non sia vano e possa essere utile a tutti”.

Maurizio Adezio




LE GIORNATE FAI DI PRIMAVERA

XXXII^ edizione, sabato 23 e domenica 24 marzo 2024 tornano

Abruzzo, 19 marzo 2024. Evento Nazionale di partecipazione attiva di raccolta pubblica di fondi. Il più importante evento di piazza dedicato al patrimonio culturale e paesaggistico italiano. Raccontare l’Italia è il primo passo per tutelarla e valorizzarla. In Abruzzo 21 aperture in 8 borghi e città

Sabato 23 e domenica 24 marzo tornano le Giornate FAI di Primavera, il più importante evento di piazza dedicato al patrimonio culturale e paesaggistico del nostro Paese: 750 luoghi in 400 città saranno visitabili a contributo libero, grazie ai volontari di 350 delegazioni e Gruppi FAI attivi in tutte le regioni (elenco dei luoghi e modalità di partecipazione, consultabili su www.giornatefai.it).

Le Giornate FAI di Primavera si confermano nella loro trentaduesima edizione uno degli eventi più importanti e significativi per conoscere il patrimonio culturale e paesaggistico italiano. Un’esclusiva opportunità di scoprire un’Italia meno nota, di luoghi solitamente inaccessibili, dalle grandi città ai borghi, da veri e propri monumenti a luoghi curiosi e inediti, che tuttavia ugualmente raccontano la cultura millenaria, ricchissima e multiforme del nostro Paese. Un modo per contribuire alla tutela e alla valorizzazione di questo patrimonio, che va innanzitutto conosciuto, frequentato, e prima ancora, raccontato.

È questa la missione del FAI: “curare il patrimonio raccontandolo”, a cominciare dai suoi 72 Beni aperti al pubblico durante l’anno, ma ampliando e arricchendo questo racconto proprio in occasione delle Giornate FAI di Primavera, quando 750 luoghi saranno aperti in tutta Italia grazie a migliaia di delegati e volontari del FAI e agli Apprendisti Ciceroni, giovani studenti appositamente formati per raccontare le meraviglie del loro territorio.

Le Giornate del FAI offrono un racconto unico e originale dei beni culturali italiani, che risiede nella loro Storia intrecciata con la Natura, nei monumenti e nei paesaggi, nel patrimonio materiale e immateriale, e nelle tante storie che questi possono raccontare, che insegnano, ispirano e talvolta anche commuovono. Un racconto corale e concreto che si fonda sulla partecipazione di centinaia di istituzioni, associazioni, enti pubblici e privati che in numero sempre maggiore vi collaborano grazie a una vasta e capillare rete territoriale con un unico obiettivo: conoscere e riconoscere il valore del patrimonio italiano per tutelarlo con il contributo di tutti, perché appartiene a tutti.

Le parole del Presidente del Fondo per l’Ambiente Italiano Marco Magnifico in occasione della XXXII edizione delle Giornate FAI di Primavera: “Raccontare il patrimonio culturale per educare la collettività a proteggerlo e a prendersene cura: da questa necessità nacquero nel 1992 le Giornate FAI di Primavera dando vita, e poi corpo, e poi forza ad una impressionante struttura di volontariato – le Delegazioni del FAI -, che con entusiasmo e pervicacia eccezionali in questi trentadue anni hanno aperto al pubblico 15.540 luoghi dimenticati o difficilmente visitabili raccontandoli, appunto, con semplicità e passione a ben 12 milioni e 515.000 di cittadini. Ai benefici di questo raccontare se ne è ora aggiunto un altro: quello della fisicità e del ruolo che essa ha per un vero apprendimento.”

LE APERTURE IN ABRUZZO

Aperture a cura della DELEGAZIONE FAI DI CHIETI

FRANCAVILLA AL MARE (CH)

BORGO ANTICO DI FRANCAVILLA AL MARE

CENACOLO MICHETTIANO

FONDAZIONE MICHETTI: LE 100 OPERE VINCITRICI DEL PREMIO

Aperture a cura del GRUPPO FAI DI ORTONA

ORTONA (CH)

ORTONA: SULLE TRACCE DELLA BATTAGLIA

SAN VITO CHIETINO (CH)

BORGO DI SANT’APOLLINARE

Aperture a cura della DELEGAZIONE FAI DI VASTO

GISSI (CH)

NEL CUORE DEL CRISTALLO D’ABRUZZO

PALAZZO CARUNCHIO: CONVENTO, DIMORA BORGHESE, MUNICIPIO

REMO GASPARI, LA DIMORA RACCONTA

PALAZZO SPADACCINI E LA “SOCIETA’ AUTOMOBILISTICA GISSANA”

EX ALBERGO CENTRALE AI TEMPI DEL TURISMO TERMALE

GISSI, UNA STORIA SCRITTA CON IL GESSO

VISITA AL CAMPANILE DELLA CHIESA DI S. MARIA ASSUNTA

*Ingresso Iscritti FAI

Aperture a cura della DELEGAZIONE FAI DELLA MARSICA

BALSORANO (AQ)

CASTELLO PICCOLOMINI DI BALSORANO

Aperture a cura della DELEGAZIONE FAI DI SULMONA

INTRODACQUA (AQ)

INTRODACQUA IL BORGO DEI MUSICISTI E DEI POETI

ESCURSIONE: CHIESA DI SANT’ANTONIO E GLI AFFRESCHI DEL ‘500

Aperture a cura della DELEGAZIONE FAI DI PESCARA

TOCCO DA CASAURIA (PE)

IL BORGO DEL VENTO TRA ARTE, NATURA E CULTURA

IL CONVENTO DELL’ OSSERVANZA ALLE PENDICI DEL MONTE MORRONE

LA DIMORA SI RACCONTA: PALAZZO TORO

*Ingresso Iscritti FAI

Aperture a cura della DELEGAZIONE FAI DI TERAMO

COLONNELLA (TE)

COLONNELLA, TRA STORIA E PAESAGGI

ABITARE LA TERRA: LE ANTICHE PINCIAJE

IL SENTIERO DEI LAGHI

Le Giornate FAI di Primavera si inquadrano nell’ambito delle iniziative di raccolta pubblica di fondi occasionale (Art 143, c 3, lett a), DPR 917/86 e art 2, c 2, D Lgs 460/97). A coloro che decideranno di partecipare verrà suggerito un contributo libero a partire da 3€ utile a sostenere la missione di cura e tutela del patrimonio culturale italiano della Fondazione. Gli iscritti al FAI o chi si iscriverà per la prima volta durante l’evento potranno beneficiare dell’accesso prioritario in tutti i luoghi, e di aperture e visite straordinarie in molte città e altre agevolazioni e iniziative speciali. Inoltre, fino al 31 marzo 2024 si potrà sostenere la missione del FAI donando con un SMS o una chiamata da rete fissa al numero 45584. Il valore della donazione sarà di 2 euro per ciascun SMS inviato da cellulari WINDTRE, TIM, Vodafone, iliad, PosteMobile, Coop Voce, Tiscali. Sarà di 5 o 10 euro per le chiamate da rete fissa TIM, Vodafone, WINDTRE, Fastweb, Tiscali, Geny Communications e, sempre per la rete fissa, di 5 euro da TWT, Convergenze, PosteMobile.

Elenco completo dei luoghi aperti in ABRUZZO e modalità di partecipazione all’evento su

https://fondoambiente.it/il-fai/grandi-campagne/giornate-fai-di-primavera/i-luoghi-aperti/?regione=ABRUZZO

IMPORTANTE: Si raccomanda di controllare sul sito

i giorni e gli orari di apertura prima della visita e se è necessaria la prenotazione.

Verificare sul sito anche eventuali variazioni di programma in caso di condizioni meteo avverse.

Le Giornate FAI di Primavera chiudono la Settimana Rai dedicata ai Beni Culturali in collaborazione con il FAI. Dal 18 al 24 marzo, come ormai da oltre 10 anni, la Rai sarà in prima linea al fianco del FAI con tutti i canali radiofonici e televisivi e attraverso RaiPlay per creare un racconto corale che metterà al centro la bellezza e la sostenibilità del nostro patrimonio artistico e paesaggistico. Rai è Main Media Partner del FAI per sensibilizzare tutti gli italiani alla cura e valorizzazione del nostro Paese e supporta in particolare le Giornate FAI di Primavera 2024, anche attraverso la raccolta fondi solidale autorizzata da Rai per la Sostenibilità – ESG e promossa sulle reti del servizio pubblico.

Le Giornate FAI di Primavera 2024 sono rese possibili grazie al prezioso contributo di importanti aziende illuminate: 

Ferrarelle, acqua ufficiale del FAI e Partner degli eventi istituzionali, da oltre dieci anni preziosa sostenitrice dell’iniziativa, presente con il suo Parco Sorgenti di Riardo (CE) nella lista dei luoghi visitabili – esempio virtuoso di gestione responsabile delle risorse custodite e di valorizzazione del patrimonio agricolo-paesaggistico – e impegnata insieme alla Fondazione in importanti attività di tutela della cultura, della natura e del territorio italiani.

Dolce&Gabbana, la casa di moda che fin dalla sua fondazione riconosce e promuove le eccellenze artigiane italiane e le bellezze artistiche e architettoniche del territorio, per il primo anno Partner della Fondazione. Una speciale collaborazione basata sui valori comuni di italianità, cultura, tradizione, educazione e bellezza.

Fineco, una delle principali reti di consulenza in Italia, crede fermamente che la cura e il valore del patrimonio artistico e culturale siano un asset strategico per lo sviluppo del Paese. Per questo motivo la banca è Main Sponsor delle Giornate FAI di Primavera dal 2020.

Edison, azienda energetica con 140 anni di storia impegnata per la salvaguardia dei luoghi e delle realtà di interesse culturale e sociale presenti nel nostro Paese, è da sempre vicina al FAI e lo accompagna nel suo percorso di transizione ecologica ed energetica. In occasione delle Giornate FAI di Primavera aprirà la Centrale idroelettrica di Quassolo (TO) e quella di Ponte Giulio a Montereale Valcellina (PN) e, grazie all’apertura dell’Energy Center del Politecnico di Torino, saranno visitabili le Officine Edison, in cui l’azienda sviluppa i suoi progetti innovativi.

Grazie anche a Domal, azienda produttrice di serramenti in alluminio parte del Gruppo Hydro, molto sensibile ai temi di sostenibilità e impatto ambientale, Corporate Golden Donor del FAI dal 2023 e per il primo anno sostenitrice delle Giornate FAI di Primavera. 

Si ringrazia, inoltre, l’Ippodromo Snai San Siro di Milano per la speciale apertura dell’impianto e il prezioso sostegno locale che si rinnova dal 2018.

Si ringrazia la Commissione europea, che collabora da anni alle Giornate FAI attraverso l’Ufficio di Rappresentanza in Italia. Ventuno siti storici, artistici e culturali destinatari di finanziamenti europei saranno visitabili a testimonianza dell’impegno dell’Europa nella salvaguardia e sviluppo del patrimonio culturale italiano ed europeo.

Le Giornate FAI di Primavera 2024 hanno ricevuto la Targa del Presidente della Repubblica e si svolgono con il Patrocinio del Ministero della cultura, del Ministro per la Protezione Civile e le Politiche del Mare, di tutte le Regioni e le Province Autonome italiane e con l’Alto Patrocinio di Regione Abruzzo. Si ringraziano la Presidenza del Consiglio dei ministri – Dipartimento della Protezione Civile, da tempo al nostro fianco con i suoi volontari e il Ministero della Difesa, lo Stato Maggiore della Difesa e le Forze armate che durante le Giornate FAI di Primavera concedono l’apertura di alcuni loro luoghi simbolo. Un grazie sentito anche al Fondo Edifici di Culto per aver averci concesso l’apertura di alcune chiese di sua proprietà. Un ringraziamento per il generoso sostegno alla buona riuscita della manifestazione all’Arma dei Carabinieri per il contributo alla sicurezza dell’evento e un grazie particolare alla Croce Rossa Italiana per la partnership consolidata. Grazie di cuore alle 134 Delegazioni, 112 Gruppi FAI, 94 Gruppi FAI Giovani e 10 Gruppi FAI Ponte tra culture, e a tutti i volontari attivi in Italia. Un ringraziamento anche ai 16.000 Apprendisti Ciceroni, studenti appositamente formati in collaborazione con i loro docenti, che hanno l’occasione di accompagnare il pubblico in visita nei luoghi aperti dal FAI nel loro territorio, sentendosi direttamente coinvolti nella vita sociale e culturale della loro comunità. Ringraziamo infine in modo speciale i proprietari delle centinaia di luoghi aperti in aggiunta ai nostri Beni e le amministrazioni comunali che hanno accolto questa iniziativa.




FONDIMPRESA ABRUZZO VISITA GOLDEN LADY COMPANY

Una protagonista di primo piano nella storia del collant in Italia e nel mondo

L’Aquila, 19 marzo 2024. Realizzata in data odierna la visita aziendale dei Vertici di OBR ABRUZZO, ARTICOLAZIONE TERRITORIALE DI FONDIMPRESA, presso l’azienda aderente a Fondimpresa, Golden Lady Company S.p.A. -una protagonista di primo piano nella storia del collant in Italia e nel mondo.

“La visita aziendale in Golden Lady Company si colloca nelle iniziative promosse da Fondimpresa Abruzzo -ha dichiarato il Presidente Luciano De Remigis – per toccare con mano le realtà aziendali. La nostra Organizzazione ha infatti nella propria mission la vicinanza, la prossimità territoriale ed una maggiore conoscenza delle imprese aderenti, di realtà imprenditoriali significative che animano il territorio, attenzionando i temi della formazione continua e della valorizzazione delle risorse umane. Un’interessantissima visita aziendale accompagnata da un momento di confronto sulla significativa esperienza di formazione continua con Fondimpresa.

È stato molto emozionante – ha affermato il Presidente De Remigis – ripercorrere la storia aziendale e cogliere la presenza di Fondimpresa nei percorsi di formazione continua che ne hanno accompagnato la crescita e lo sviluppo: oggi Golden Lady Company è un gruppo multibrand internazionale che investe ogni anno gran parte delle proprie risorse in innovazioni tecnologiche applicate all’intera filiera produttiva”.

La visita aziendale è stata guidata dal Direttore Ing. Pini Piergiorgio e dalla dott.ssa Antonella Di Francesco che hanno presentato l’azienda e condiviso la storia e gli interventi formativi che ne hanno accompagnato lo sviluppo.

“Golden Lady Company è da oltre 50 anni il riferimento per tutte le donne che cercano qualità, comfort e bellezza – ha dichiarato il Direttore Ing. Pini Piergiorgio – con uno sguardo sempre rivolto al futuro, l’azienda ha lanciato prodotti innovativi, anticipato tendenze, colto nuovi trend della comunicazione, facendo del collant l’accessorio protagonista dei look femminili.

Golden Lady Company nasce nel 1967 a Castiglione delle Stiviere (MN) per iniziativa dei fratelli Arnaldo, Roberto e Nerino Grassi con l’ambizione di realizzare i migliori collant da donna e sarà timonata dal Sig. Nerino durante tutto il suo percorso di crescita e affermazione internazionale.

Grazie a importanti investimenti tecnologici e in ricerca e sviluppo, alla qualità dei propri prodotti e ai prezzi competitivi, l’azienda è cresciuta rapidamente negli anni. Crescita e sviluppo sono stati accompagnati anche da percorsi di formazione continua e valorizzazione del personale – realizzati anche attraverso i canali di finanziamento di Fondimpresa.

Il gruppo ha conquistato in breve tempo il mercato europeo ed è entrato con forza anche in USA, Russia e Asia grazie ad un approccio votato ad affermare l’identità italiana nel mondo e ad un processo di acquisizione dei migliori marchi nazionali ed internazionali della calzetteria, tra cui Omsa, Sisi, Filodoro, Philippe Matignon. Il gruppo conta ad oggi oltre 2500 dipendenti e produce 190 milioni di paia di collant all’anno con un fatturato di 180 milioni”.

All’iniziativa sono intervenuti anche i rappresentanti di Fondimpresa.

Fondimpresa è il Fondo interprofessionale per la formazione continua di Confindustria, Cgil, Cisl e Uil. Nasce con l’Accordo Interconfederale del 2002 al fine di promuovere la formazione professionale continua, per il perseguimento della competitività delle imprese e dell’occupabilità dei lavoratori. Fondimpresa si avvale di una Rete costituita dalle Articolazioni Territoriali, attive con uno sportello dedicato alla prima informazione e assistenza rivolta a tutte le aziende del territorio di riferimento.

I numeri del Fondo

Fondimpresa in Italia: 211.842 aziende e 4.946.089 Lavoratori.

Fondimpresa in Abruzzo: 7.688 aziende e 131.144 Lavoratori




ABRUZZO DAB+

Consorzio delle storiche radio abruzzesi al servizio dell’Abruzzo

Pescara, 19 marzo 2024. L’11 Marzo 2024, sono iniziate le trasmissioni radiofoniche in DAB+ (Digital Audio Broadcasting) sul canale 7B delle 17 emittenti sparse in tutta la regione Abruzzo. È stato infatti attivato un ripetitore che copre tutta la costa abruzzese e parte dell’entroterra.

Non è una coincidenza che l’attivazione del Consorzio Abruzzo DAB+ coincide proprio con il giorno della elezione del nuovo Consiglio Regionale D’Abruzzo e della riconferma del Presidente Marco Marsilio che certamente riserverà particolare attenzione al Consorzio abruzzese DAB+.

Esiste, comunque, già un altro consorzio, l’Adria Dab Abruzzo, del quale fanno parte altre 12 emittenti dell’Abruzzo e delle Marche [gruppo Radio Delta 1, a Radio Ciao e Studio 5, da Radio Parsifal a Radio Linea e Studio Più, Latte e miele e Radio Azzurra] che già operano in Dab da oltre un’anno; il primo a costituirsi e ad attivare un impianto con questa nuova tecnologia.

Le radio abruzzesi che fanno invece parte del Consorzio Abruzzo DAB+ e che sono radicate sul proprio territorio sono:  Radio Abruzzo Marche, Radio C1, Radio Centrale, Radio Città, Radio DJ International, Radio Frequenza, Radio G Giulianova, Radio Lanciano, L’Aquila 1, Radio Monte Velino, Radio Sole, Radio Stella, Radio Super Hit, RTin Radio. A queste vanno aggiunte Radio Luna Network, Radio Margherita e Radio Norba.

“Aspettavamo l’autorizzazione per l’attivazione del nostro primo ripetitore già da tempo – afferma il Dott. Giovanni Fimiani, presidente del Consorzio – e quando abbiamo realizzato che l’11 Marzo avrebbe segnato la storia della nostra regione negli ultimi due giorni ci siamo impegnati 24 ore su 24 per cogliere questa occasione. E ci siamo riusciti”.

“Il nostro Consorzio – aggiunge Fimiani – rappresenta le radio storiche della regione Abruzzo, le pioniere dell’etere in FM, e le tre più grandi realtà del Mezzogiorno con un patrimonio netto di tutti i consorziati di circa cinque milioni di euro. Tutte le radio sono dirette da persone competenti e di esperienza, ma il nostro intento è quello di far avvicinare il più possibile i giovani all’attività radiofonica e di informazione. I soci del Consorzio Abruzzo DAB+ stanno già lavorando su nuovi progetti di informazione, culturali, sociali e per le scuole che coinvolgeranno una popolazione di oltre 700.000 abitanti.”

Tutte le emittenti radiofoniche del Consorzio seguiranno con attività informative e promozionali ogni ambito delle attività istituzionali locali e regionali con un costante supporto alla Comunicazione per gli Abruzzesi.

“Colgo l’occasione – conclude Fimiani a nome di tutte le radio associate – per augurare al Presidente Marsilio, a tutti i componenti del Consiglio regionale eletti e al Prof. Luciano D’Amico in rappresentanza di tutta l’opposizione, una sana e costruttiva collaborazione per il bene e la crescita del nostro Abruzzo”.

Abruzzo DAB+




NOTE DI PACE

Concerto a San Giustino della Schola Cantorum Zimarino

Per l’occasione anche la presentazione del libro di Monsignor Forte

Chieti, 19 marzo 2024. Dopo i meritati festeggiamenti in occasione dei 60 anni di attività, la Schola Cantorum Settimio Zimarino torna a far parlare di sé con il concerto in occasione della Santa Pasqua, presso la Cattedrale di San Giustino di Chieti: il coro diretto dal Maestro Gabriele Di Iorio, fondato nel 1963 da Don Donato Martorella si esibirà il 24 marzo alle ore 21:00.

Giunto alla terza edizione, l’appuntamento vuole celebrare anche l’importanza della pace in vista della settimana Santa che si conclude con la Resurrezione di Cristo, in un momento in cui si rende necessario ripristinare il dialogo nel mondo martoriato da guerra e violenza.

“Abbiamo appena festeggiato la nostra storia con una serie di appuntamenti che ci hanno regalato grandi emozioni e ci hanno permesso di far conoscere il nostro percorso artistico anche ai più giovani, ed ora ci apprestiamo ad omaggiare la Santa Pasqua con il concerto, diventato ormai tradizione, in occasione della Domenica delle Palme – spiega il Maestro Di Iorio, entrando poi nel merito della serata. – Il repertorio che proponiamo è molto particolare infatti è raro trovare Schubert, ma quest’anno ci sarà, insieme ad altre novità come un’orchestra più grande ed un nome in particolare: Valentina Coladonato, teatina figlia del Coro Zimarino alle prese con una carriera internazionale”.

Oltre alla Coladonato (soprano) prenderanno parte altri due giovani solisti emergenti all’esibizione e sono il tenore Gianluca Nerone, ed il baritono Alessandro Zulli.

Il programma musicale comprende dunque: J. S. BACH con Ruht wohl, ihr heiligen Gebeine e Ach Herr, lass dein lieb Engelein (chorus e chorale tratti dalla Passione secondo Giovanni); F. SCHUBERT con Messa in Sol magg. D 167 per soli, coro e orchestra (Kyrie – Gloria – Credo – Sanctus – Benedictus – Agnus Dei); J. G. RHEINBERGER Stabat Mater Op. 138.

L’appuntamento gode dell’alto patrocinio della Regione Abruzzo e del Comune di Chieti, oltre a quello della Curia Arcivescovile Chieti – Vasto. Al concerto sarà presente anche Sua Eccellenza Monsignor Bruno Forte, arcivescovo di Chieti-Vasto che parlerà del suo libro “La musica e la bellezza di Dio” (Ed. Queriniana) che preannuncia:Queste pagine vorrebbero invitare a fare esperienza del modo in cui la musica bella, quella sacra e quella che hanno saputo esprimere i geni assoluti della forma musicale, aiuta a camminare sulle vie del Mistero, accendendo il desiderio dell’amore che da Dio viene e a lui conduce”.

Il libro, che si sposa perfettamente con l’appuntamento, parla del canto e della musica come via privilegiata alla lode di Dio, espressione della fede in Lui e della bellezza dell’incontro con il Suo amore. Coloro che sono resi nuovi dal dono della vita nuova ricevuta in Cristo, restano mendicanti del cielo in cammino verso la Città celeste e come tali sono chiamati a cantare con la voce e con la carità vissuta la nostalgia, l’esperienza e l’attesa di Dio: si tratta di una vera e propria riflessione sulla musica, dono stupendo di Dio, che rende capaci gli uomini di esprimere ciò che le parole non possono dire per raccontare la propria anima.

Curriculum Schola Cantorum Padre Settimio Zimarino

La Schola Cantorum “Padre Settimio Zimarino” fondata nel 1963 dal M° Donato Martorella, ha iniziato la sua attività come Coro Polifonico della Cattedrale di Chieti ed è diventata punto di riferimento culturale per la città i con un repertorio che spazia dal 1500 ai giorni nostri.

Annovera partecipazioni a numerose rassegne nazionali ed internazionali fra le quali ricordiamo Loreto nel 1975 e nel 1980, San Marino, Alghero, Pescara, Nuoro, Pesaro, Ancona, Urbania, Castiglion del lago ecc. Ha rappresentato nel 1983 l’Italia a Danzica nell’ International Choral Meeting tenendo concerti nelle sale e alla Radio polacca ed ha effettuato tournée in Inghilterra su invito delle autorità consolari italiane. Vanta collaborazioni con orchestre italiane ed estere e con Direttori di valenza internazionale (R. Chailly, M. Couraud, D. Renzetti, M. Dones, P. Gelmetti, P. Bellugi, M. Conti, A. Peyretti, V. Antonellini) eseguendo lo Stabat Mater di Tommaso Traetta, lo Stabat Mater di Domenico Cimarosa, la Cantata 140 di J.B. Bach, il Gloria di Antonio Vivaldi con l’Orchestra Sinfonica Abruzzese.

Il 25 agosto 1996 ha concluso a Farfa il “ GIUBILEO FESTIVAL” con un concerto sinfonico corale con la Sarajevo Philharmonic Orchestra. La Schola Cantorum “Padre Settimio Zimarino ha collaborato con RAI 3 per la realizzazione della ”Bella Europa” del M° Sergio Rendine e dello stesso autore ha eseguito il Canticum in honorem di Hildegardae in prima assoluta a Roma Coro fondatore ed asse portante del Coro del Teatro Marrucino di Chieti, ha partecipato alla esecuzione dell’Opera la Pasqua Fiorentina di Isidoro Capitanio al Teatro Grande di Brescia, alla esecuzione, tra l’altro, della Passio e Resurrectio del M° Sergio Rendine a Gerusalemme e Betlemme (Concerto per la Pace, trasmesso dalla Rai in mondovisione); ha registrato per Rai 2, nella Cattedrale di Chieti, la “Missa pro Beatificazione” in onore di Padre Pio da Pietralcina, sempre del M° Sergio Rendine, per soli, coro e orchestra partecipando poi alla esecuzione nella Sala Nervi in Vaticano con la voce solista del tenore José Carreras.

Il Coro Zimarino ha organizzato negli anni scorsi gli “Appuntamenti Polifonici”, presso il Teatro Marrucino di Chieti, invitando cori italiani ed esteri per la divulgazione della polifonia; in collaborazione con la Curia Diocesana di Chieti Vasto, ha organizzato la rassegna diocesana delle Scholae Cantorum con la partecipazione di Mons. Giuseppe Liberto, allora Direttore della Cappella Musicale Pontificia Sistina della Città del Vaticano. Tra i vari concerti e partecipazioni, nel 2021 ha animato a Bucchianico, nell’ambito dei festeggiamenti in onore di S. Camillo De Lellis, la celebrazione eucaristica, al termine della quale sono state effettuate le consegne dei riconoscimenti al personale medico e paramedico che si è distinto per l’impegno profuso durante la pandemia.

Nell’Aprile del 2022 ha eseguito la “Missa Fons Lucis” per coro e orchestra, presso la Cattedrale di Chieti, composta dall’attuale Direttore M° Gabriele Di Iorio. Nell’Agosto 2022 e 2023 il Coro Zimarino ha animato la cerimonia di apertura della Porta Santa all’Eremo di S. Spirito a Roccamorice. Nell’anno 2022 ha acquisto lo status giuridico di APS Schola Cantorum “Padre Settimio Zimarino”. Da ottobre a Dicembre 2022 la Schola Cantorum “Padre Settimio Zimarino” di Chieti ha partecipato ed organizzato quattro concerti per grande coro ed orchestra, tenutisi nei quattro capoluoghi della Regione Abruzzo, con la partecipazione dei Cori di Chieti, Pescara, L’Aquila e l’orchestra Benedetto Marcello di Teramo. Tali eventi musicali hanno attribuito all’iniziativa una rilevanza artistica notevole.

Infatti, è stata eseguita la Sunrise Mass del compositore norvegese, contemporaneo, Ola Gjello. Tali esecuzioni hanno assunto un connotato di unicità e novità per la nostra Regione, forse ineguagliabili, sia per la massa corale presente, sia per l’originalità delle sonorità, con il fine di diffondere un nuovo repertorio mai eseguito. Tale programma, insieme alla Suite Natalizia di Sergio Prodigo, in occasione dei concerti di Natale, è stato replicato a Fara S. Martino e, nel 2023 nella Chiesa del Tricalle di Chieti.

Nel 2023, nell’ambito delle celebrazioni per i 60 anni di attività dell’Associazione, ha realizzato una serie di concerti: il 2 aprile, Domenica delle Palme, ha eseguito una suite di corali tratti dalla Passione Secondo Giovanni di Johann Sebastian Bach e lo Stabat Mater Op. 138 di Josef Gabriel Rheinberger; il 28 ottobre si è tenuto un Recital in ricordo di Maria Vittoria Romano, docente di canto che ha contribuito alla formazione vocale della Schola Cantorum “Padre Settimio Zimarino”, con la partecipazione di ex allievi che si sono affermati a livello internazionale e con la partecipazione del musicologo Vincenzo De Vivo; il 4 novembre ha eseguito la Prima e la Secunda Missa Pontificalis di Lorenzo Perosi con la partecipazione di Mons. Vincenzo De Gregorio, Preside del Pontificio Istituto di Musica Sacra di Roma; l’ 8 dicembre 2023 si è tenuto il Concerto dell’Ensemble “ESACORDO”, sestetto di voci femminili formatesi nella Schola Cantorum “Padre Settimiio Zimarino”; il 17 dicembre in occasione del Concerto di Natale ha eseguito musiche di Johann Sebastian Bach e vari brani natalizi.




LA PROCESSIONE DEL VENERDÌ SANTO A CHIETI

e le tradizioni religiose abruzzesi nel periodo pasquale

di Franco Cercone

[Pubblicato in Theate Antiqua” – Chieti, Edizioni Vecchio Faggio, 1991, pp. 483-494.]

La settimana di Pasqua è caratterizzata in Abruzzo da rituali chiesastici e sacre rappresentazioni che, in armonia con quanto accade nella natura, celebrano il grande mistero cristiano della morte e della resurrezione. È settimana santa che invocata nei suoi giorni a mo’ di historiola (lunedì santo, martedì

santo, ecc.) è preposta, come ricorda il De Nino, a funzioni apotropaiche e persino terapeutiche[1].

È inoltre “tempo sacro ciclico”, perché viene a coincidere con un periodo equinoziale in cui riaffiorano credenze magiche ed antiche consuetudini divinatorie, mai sopite, che coesistono in modo sincretico con la liturgia ed hanno modo di manifestarsi a partire dalla Domenica delle Palme. È tuttora tradizione diffusa in Abruzzo quella di gettare in tale giorno alcune foglie d’ulivo sul fuoco per trarre auspici sul corso dell’anno. Se bruciano immobili, se si afflosciano senza scoppiettare, o se si consumano senza produrre fiamma il responso è infausto, perché vuol dire che si muore entro l’anno, si rompe un fidanzamento, si perde la salute e via dicendo[2]

La palma benedetta è anche simbolo di pace. Mediante lo scambio di ramoscelli d’ulivo si cancellano vecchi rancori o si instaurano rapporti di comparatico[3] Non meno significativa è un’altra costumanza abruzzese quella cioè di recarsi nella Domenica delle Palme in cimitero per deporre un ramo d’ulivo benedetto sulle tombe di amici o parenti[4]. In genere le palme benedette svolgono una vasta funzione apotropaica e per tal motivo esse vengono poste sui letti, nelle stalle (accanto al santino di Antonio Abate), dietro l’uscio di casa, dentro le automobili e soprattutto sui campi, a protezione e benedizione del raccolto [5]; sicché l’usanza rispecchia un tema culturale che il Wörterbuch der deutschen Volkskunde definisce “europeo” e “radicato” in tutti gli strati sociali, non solo dunque nelle società agro-pastorali ma anche nei ceti definiti, nella concezione gramsciana, egemoni[6].

I primi giorni della settimana di Pasqua non presentano in Abruzzo, sotto il profilo demologico, particolarità degne di rilievo[7].

Nel pomeriggio del mercoledì santo avviene da parte dei fedeli l’omaggio dei vasi in cui si lasciano

germinare al buio cereali di diverse specie, seminati, per tradizione, la mattina del 17 gennaio, e con i quali si adorna un altare secondario della chiesa in cui viene allestito il cosiddetto sepolcro. Si tratta dello “spazio sacro” dove viene posto per l’adorazione il Sacramento e che rappresenta simbolicamente il sepolcro di Cristo. Fino a tempi recenti tuttavia, con l’espressione fare i sepolcri non si intendeva, come avviene oggi, far visita ad almeno tre chiese nella sera del giovedì santo, bensì allestire una serie di scene interpretate da attori, scelti per lo più fra i parrocchiani, ed ispirate ad episodi della Passione di Cristo. Nota al riguardo il De Nino: “Nella Settimana Santa si fanno i Sepolcri. In una di quelle sacre rappresentazioni i giudei intorno a Cristo sono uomini vestiti alla medioevale”[8]. Specifica meglio al riguardo il Finamore: “Il Sepolcro è la rappresentazione scenica di un atto della Passione che si fa nelle principali chiese del luogo”[9].

In tal senso però il Sepolcro, o “sacra rappresentazione”, costituisce una tradizione consolidatasi verso la metà del secolo scorso, poiché le disposizioni scaturite dal Concilio di Trento vietavano ad attori di impersonare le figure di Cristo e della Madonna. La Chiesa aveva espresso di conseguenza una ferma condanna nei confronti di tali rappresentazioni. Gli incidenti che da esse scaturivano[10] erano infatti decisamente riprovevoli, poiché avvenivano in un momento, come la Settimana Santa, assai significativo per la Cristianità. La condanna dei sepolcri viene ribadita così nei Sinodi celebrati nel periodo post-tridentino e per quanto riguarda l’Abruzzo citiamo per tutti quello indetto e celebrato nel 1629 dal vescovo di Valva e Sulmona, Francesco Cavalieri, nel capoluogo peligno. Nella parte III il vescovo ordina che durante la Settimana di Pasqua “nec comediae, tragediae, aliave iocularia in publico recitentur, aut repraesententur, sub poena excommunicationis ecc.” [11], risoluzione da cui non dovettero sortire risultati di un certo rilievo, dato che in un altro Sinodo celebrato nel 1715 a Sulmona, il vescovo Bonaventura Martinelli sancisce quanto segue: “Repraesentationes virorum ante Sepulchrum adstantium, ubi Sanctissima Eucharistia feria quinta in Coena Domini in memoriam Passionis ejus reponitur, omnino prohibemus sub poena suspensionis a Parocho, ab Actoribus vero excommunicationis illico incurrendae”.[12]

Va sottolineato che il Sinodo di mons. Cavalieri, celebrato come si è detto a Sulmona, fu pubblicato nel 1633 per i tipi di Ottavio Terziani e Bartolomeo Pavese, stampatori in Chieti, e con regolare nihil obstat da parte delle autorità religiose teatine, ben al corrente del medesimo problema esistente in tutta l’Arcidiocesi.

Di conseguenza le sacre rappresentazioni furono allestite in seguito con l’impiego di statue, come si può ancora osservare a Sulmona e Lanciano la mattina di Pasqua ed a Corropoli il martedì dopo Pasqua, oppure con scene della Passione disegnate su cartoni collocati in chiesa nei pressi del Sepolcro. Quest’ultimi non costituivano affatto una novità. Più noti con la designazione di quadri devozionali, essi sono attestati ovunque, specie nel Mezzogiorno, come lontani eredi di quelle pergamene in cui venivano miniati episodi della Passione ispirati all’iconografia bizantina[13]. Di essi parla ampiamente il Mayer, che sottolinea in particolare come verso la metà dell’800 fosse assai viva

l’usanza di erigere nelle chiese, nel periodo pasquale, “grandi scenari che rappresentavano la tomba del Salvatore”[14]. Questa particolare forma devozionale non è scomparsa del tutto in Abruzzo. Ad Introdacqua per es., nell’ambito delle usanze ricorrenti nella Settimana Santa, “occupano il primo posto le figure montate su cartone o su legno rappresentanti scene o personaggi della Passione di Cristo”[15]. Individuare le cause che determinarono l’affievolimento di tale particolare tradizione non è agevole. Probabilmente le pitture su cartone non dovevano suscitare forte emotività e sentimenti di immedesimazione nei fedeli, indotti a prediligere, in base ad un comprensibile processo di identità psicologica, sacre rappresentazioni allestite con statue[16] oppure, come si può ancora vedere oggi a Gessopalena, quadri viventi interpretati da attori e realizzati con particolari giochi di luce all’aperto. Insieme ai Sepolcri vanno annoverate nel quadro delle tradizioni del Giovedì Santo altre interessanti costumanze. Innanzitutto da tale giorno fino al Sabato Santo si legano le campane e per richiamare i fedeli ai riti religiosi si adoperano ancora oggi nei piccoli centri particolari strumenti di legno che assumono in Abruzzo nomi diversi (raganelle, gnaccole, tricche-tracche, ecc.). Assai diffusa è anche l’usanza di spargere in campagna (soprattutto nei vigneti ed oliveti) i cereali germogliati nei vasi e preposti ad ornamento degli altari in cui sono stati allestiti i Sepolcri. A tali germogli si attribuiscono particolari poteri apotropaici, perché favoriscono l’abbondanza del raccolto[17] Va ricordato inoltre come sia tuttora diffusa in Abruzzo la consuetudine di non battezzare i bambini nella settimana di Pasqua, divieto questo di cui si coglie un’eco in molti Editti Vescovili del XVIII e XIX secolo e la cui ratio risiedeva probabilmente nella circostanza che le feste collegate all’evento più importante del “ciclo dell’uomo” mal si conciliavano con il mesto riserbo da osservare nei giorni della Passione di Cristo. È noto che in passato la mortalità infantile era molto alta soprattutto nei primi giorni di vita, per cui angosciante era il timore che i bambini nati nel periodo pasquale fossero sepolti senza aver ricevuto il battesimo. Da tale prescrizione chiesastica è scaturita probabilmente la consuetudine in questione, ovunque profondamente radicata ed assurta a valore di norma comportamentale.

Il Venerdì Santo in Abruzzo e la Processione del Cristo Morto a Chieti. Radici di una sacra rappresentazione.

L’animazione che si avverte ovunque durante il giorno di Venerdì Santo scompare quasi d’incanto all’imbrunire allorché dalle chiese madri o dalle cattedrali cominciano a snodarsi le processioni del Cristo Morto. Le città soprattutto, prive nel centro storico di alcuni segni che rammentano la frenetica civiltà delle macchine, riacquistano in parte per tale solenne manifestazione il fascino del tempo passato e si trasformano in un teatro degno di rappresentare il dramma più grande della storia dell’umanità. Dallo sguardo commosso delle persone si avverte l’intensa partecipazione ad un evento che è rivissuto psicologicamente con la morte e la resurrezione di Cristo.

Le processioni del Venerdì Santo assumono particolare importanza nei maggiori centri abruzzesi, come a L’Aquila, Sulmona, Lanciano e Teramo, gestite da confraternite per lo più di antica fondazione. La manifestazione più suggestiva e spettacolare resta comunque per unanime riconoscimento quella di Chieti, che rivela sia caratteristiche proprie che aspetti comuni alle processioni allestite, per tale solenne ricorrenza, in altre località.

Va sottolineato in via preliminare che tali processioni sono sacre rappresentazioni che scaturiscono attraverso lente e complesse rielaborazioni dal dramma liturgico medievale e che ad esse “partecipavano forse fin d’allora i personaggi della Passione: Cristo, la Madonna, la Maddalena e militi a cavallo vestiti alla romana, insomma una rievocazione ottenuta col canto narrativo e i personaggi processionanti”[18]. Il momento più importante nell’evoluzione di tali manifestazioni è dato, come è noto, dalla sostituzione del latino con il volgare, il cui uso, nella sacra rappresentazione, “comunque incominciato ed affermatosi, ebbe una portata immensa. Per esso il clero cessava di essere

l’unico impresario del teatro. La poesia drammatica usciva dal chiuso del presbiterio e dall’aula scolastica per irrompere nella piazza”[19]. Alle antiche confratriae subentrano così in seguito pii sodalizi laicali, omogenei sotto il profilo sociale, che a partire in special modo dalla seconda metà del XVII secolo sono portatori nell’ambito del tessuto cittadino di complessi interessi economici.

La ricerca affannosa del regio assenso o dell’affiliazione ad influenti confraternite romane rappresenta un riconoscimento indispensabile al ruolo che tali sodalizi rivestono, siano essi formati dalla nobiltà cittadina oppure facciano capo all’Arte, quell’associazione cioè di persone esercitanti lo stesso mestiere e legate reciprocamente da speciali diritti e doveri. Come pio sodalizio dedito anche ad opere caritatevoli, la confraternita ha di solito la sua sede naturale e legale in una parrocchia ed in tal modo si verifica fra quest’ultime una convergenza spontanea di interessi, nel senso che il peso esercitato dalla confraternita nella vita economica e sociale della città si proietta di riflesso nella stessa gerarchia parrocchiale[20].

Malgrado la peste del 1656, che fa registrare a Chieti solo 840 fuochi dopo il debellamento del morbo, malgrado alcune carestie che, a partire dal 1697, afflissero le Terre del Mezzogiorno, la Diocesi di Chieti nel 1721 annovera 45 000 abitanti, occupati soprattutto nel capoluogo marrucino nel settore emergente artigianale e manifatturiero[21], organizzato nell’Arte. Nell’esplosione dei piati per il noto diritto di precedenza fra le varie confraternite, che aveva luogo particolarmente in occasione delle processioni del Venerdì Santo e del Corpus Domini, si coglie anche a Chieti l’eco dell’importanza che ogni settore artigianale riteneva di aver raggiunto nell’economia locale[22]. La Confraternita che gestiva la Processione del Venerdì Santo ed alla quale appartenevano quasi sempre le famiglie nobili cittadine, precedeva di solito gli altri pii sodalizi. A Sulmona per es. i nobili facevano capo alla Confraternita della SS. Trinità ed a Chieti al Sacro Monte dei Morti, sicché qui la processione, sfilando davanti alle dimore dei nobili teatini, o case palaziate, aveva modo di riconfermare il prestigio delle famiglie che vi abitavano.

Il percorso della processione sacralizza quasi per legge di contatto gli antichi e nobili edifici, esorcizzandoli dal male, e nello stesso tempo rappresenta un itinerario rituale, quello appunto delle processioni delle rogazioni, le quali fin dal periodo medievale si svolgevano, come ha evidenziato il Guidoni, “lungo i due assi ortogonali nord-sud ed est-ovest, segnati da quattro croci, la Processione segna così una croce orientata sul terreno e la benedizione è diretta alle quattro direzioni dello spazio, ricalcando un antichissimo rituale di orientamento sacro, cardodecumanico”[23]. Questa particolarità è confermata dal tracciato della processione del Venerdì Santo a Chieti, anno 1879, scoperto e pubblicato dal Meaolo nel volume più volte citato[24] che non risulta, a ben osservare, molto dissimile dallo schema processionale osservato la sera del Venerdì Santo del 1990 e risultante precisamente dal seguente tracciato: Cattedrale, via Pollione, piazza Valignani, via De Lollis, piazza Matteotti, via Arniense (sezione ovest), via dei Crociferi (fino alla chiesa di S. Agostino), via degli Agostiniani, via Toppi, corso Marrucino, Pozzo, corso Marrucino, via dei Domenicani, via Vezio Marcello, piazza Templi Romani, via Priscilla, via Ravizza (fino a via Zecca), piazza Trento e Trieste, corso Marrucino, piazza Valignani (Pozzo), via Pollione, Cattedrale. Come si capisce, il braccio verticale coincide all’incirca con il corso Marrucino, [oggi più lungo in seguito ai noti lavori di ristrutturazione effettuati

alla fine dell’Ottocento]. I due bracci laterali sono abbozzati ad oriente da via C. De Lollis e ad occidente da via dei Crociferi, è evidente come quest’ultimi risultano condizionati dal tessuto urbano cittadino, che si è sviluppato già dal periodo romano necessariamente in senso longitudinale e non in larghezza.

Non a caso la maggior parte delle chiese sono sorte a Chieti nel periodo medievale lungo i due assi ortogonali, sicché la loro ubicazione nella struttura urbana proietta lo stesso l’idea di una croce, cioè di un orientamento sacro con funzione chiaramente protettiva.

La processione del Venerdì Santo doveva svolgersi, pur se di mattina, in una atmosfera penitenziale da memento mori e non molto dissimile da quella rappresentata dal Michetti in un noto quadro dipinto nell’ultimo periodo del secolo scorso. Nella scenografia della manifestazione, come era appunto allestita nel secolo scorso e forse ancora nei primi decenni del nostro, si coglie in tal senso la sapiente regia della Confraternita del Suffragio ovvero Monte dei Morti, la quale, come si legge nella Bolla di Papa Innocenzo X del 1648, era aggregata alla Confraternita dell’Orazione e Morte di Roma, il cui compito era soprattutto quello di “dare sepoltura ai morti abbandonati nella Campagna Romana”[25]. Rientrava infatti fra le missioni della Confraternita del Sacro Monte dei Morti quella di accompagnare al cimitero i cadaveri dei confratelli defunti o di altri fedeli, non disgiunta, alla luce delle disposizioni post-tridentine, da “doveri sociali”, come quelli di “seppellire i morti ed assistere i carcerati”[26].

Risulta invece dai Parlamenti Teatini che durante la peste del 1656 furono impiegati a Chieti, per trasportare e seppellire fuori porta S. Giovanni le persone decedute a causa del terribile morbo, tutti i detenuti condannati a morte ed in attesa dell’esecuzione della sentenza. E vi furono costretti “al servizio del Re, del publico e di Dio, qual mutazione di ruolo di morte, perché con la loro morte riparino la vita di tutta la Città”[27].  Linguaggio, questo, allucinante, che richiama il tema del “sacrificio umano” in funzione liberatoria presso le società antiche e quelle di interesse etnoantropologico.

Si diceva in precedenza che la processione si svolgeva, e non solo a Chieti, nel corso della mattinata. Si trattava infatti non di una consuetudine locale, protrattasi fra l’altro a Chieti all’incirca fino alla fine del secolo scorso, bensì di una precisa disposizione impartita da Napoli il 10 dicembre 1767 a tutte le

Diocesi del regno. Nel Libro de li Editti Vescovili della Diocesi di Valva e Sulmona, si legge infatti a firma del vescovo Filippo Paini quanto segue: “La Maestà del Re, avendo comprovato coll’esperienza che le processioni, se queste si fanno di giorno… invece di riuscire di onore a Dio e de’ Santi, siano occasione piuttosto di rissa, scandali et altri dissordini, con suo Real Dispaccio del diece corrente Decembre ha risoluto, che le Processioni tutte si debbano far di mattina… Nel partecipare alle SS.VV. questo Sovrano Real Comando, che passaranno alla notizia del clero secolare, e regolare, e delle Confraternite tutte, incarichiamo nel Regal nome ad invigilare per l’esatta puntual osservanza… ecc”[28]

Il Regal Dispaccio si preoccupava non solo delle liti che scoppiavano fra le Confraternite per il diritto di precedenza nelle processioni, ma anche dell’abitudine, ovunque radicata nel regno di Napoli, di approntare lungo il tragitto della Processione del Cristo Morto alcune fontes nempe artificiales, dalle quali sgorgavano buon vino preposto a rinfrancare le forze dei processionem comitantes con conseguenze facili da intuire. Certo, oggi tali portentose fontane non vengono più allestite lungo le strade percorse dalla processione la sera del Venerdì Santo. Tuttavia, se ci è concessa l’espressione, il vizietto è rimasto in Abruzzo, e non solo a Chieti. Ovunque infatti è possibile constatare l’improvviso scomparire e riapparire dei Confratelli, soprattutto lungo le anguste vie dei centri storici attraversati dalla processione.

Va notato comunque che la precisa disposizione impartita da Napoli trovò scarsa applicazione, tanto è vero che da una “deliberazione” del Sacro Monte dei Morti, si apprende che nel 1829, e presumibilmente prima ed anche dopo tale data, la processione del Venerdì Santo si è svolta a Chieti di mattina e con il beneplacito, come sembra, dell’Arcivescovo e dell’Intendente regio[29].

A parte questa nota di colore, vi sono degli aspetti interessanti che vanno sottolineati e soprattutto il sostrato culturale da cui germina a Chieti la Sacra Rappresentazione della processione del Venerdì Santo, che costituisce comunque reliquia vivente di uno dei drammi liturgici medievali che nel corso del XVI secolo doveva essere rappresentato in città con particolare solennità e concorso di fedeli. E non solo sul sagrato, che allarga idealmente le pareti del tempio, non solo nel centro storico, ma anche nei conventi di clausura, “ad uso e consumo” delle stesse suore, le quali, nota il Toschi, per il loro particolare status furono sempre “attrici e spettatrici dello spettacolo sacro”[30] In un codice del Cinquecento scoperto dal Pansa nel 1886 a Sulmona ed acquistato due anni dopo dalla Biblioteca Nazionale di Roma [Inventario: Cod. V.E., 361], sono contenuti infatti dei frammenti di drammi, alcuni dei quali hanno per titolo: La rappresentazione della Passione, La rappresentazione della Resurrezione, l’Apparizione ad Emmaus ecc., trascritti da una suora di clausura del convento di S. Chiara in Chieti e pubblicati dal De Bartholomaeis nel 1924 nella sua fondamentale opera sul teatro abruzzese del medio evo[31]. Esula da queste brevi note il compito di determinare la fonte dei testi, frutto per lo più, come ha sottolineato l’Inguanez, di rielaborazioni in volgare di antichi Codici Cassinesi[32]. Sottolineata va invece la carta 64b del Codice in questione, in cui si legge: “Hora nona, lo primo dì de julii 1577 Pregate Dio per la povera scrictrice” E chi era costei? È lei stessa a dircelo

nella carta 95b dello stesso Codice: “Maria Jacoba Fioria Teatina, indigna Serva del Crucifixo et de sua Matre Maria”.

Osserva il De Bartholomaeis al riguardo, eliminando un legittimo dubbio del lettore: “Non è il caso di pensare che la buona Maria Jacoba, dicendosi Teatina, abbia voluto qualificarsi suora dell’Ordine Teatino. La Congregazione Teatina fu fondata, come è risaputo, solo nel 1583, sei anni dopo ch’essa

trascrisse il nostro Codice”[33].

Nel trascrivere i frammenti dei drammi, Suor Maria Jacoba ha operato delle scelte dipendenti anche da esigenze sceniche del suo convento di clausura in Chieti. Proprio in questo periodo, e precisamente negli anni 1577 e 1578, soggiorna a Chieti fra’ Serafino Razzi, notissimo predicatore domenicano che

era stato eletto dall’Ordine priore del convento di Penne, con mandato di riorganizzazione della regola in tutto l’Abruzzo. Il Razzi ci dice che nel 1578, un anno dopo quindi la trascrizione dei frammenti di drammi da parte di Maria Jacoba, compose 15 inni “ad istanza della Molto R.M. la Signora Leonora

Valignana, Badessa di Santa Chiara, in Civita di Chieti, sopra il modo d’un Hinno della Passione di Nostro Signore, fatto dal Serafico Padre San Bonaventura… Sono i prefati Hinni semplici e divoti indiritti alla Serenissima Madre di Dio, sopra la vita, et azzioni del suo dolcissimo Figliuolo, da recitarsi nel proprio Oratorio”[34].

V’è dunque nella Chieti del XVI secolo, epoca in cui si registra ad opera di Isidoro Faciy l’introduzione dell’arte della stampa, un fervore culturale che anima anche le comunità religiose in essa presenti. La trascrizione di inni, laude, drammi liturgici o frammenti di questi, destinati – come informa fra’ Serafino Razzi – ad essere recitati nei vari oratori locali, va inquadrata nella continuità di una tradizione consolidatasi in Abruzzo nei secoli precedenti e testimoniata dal corpus del teatro abruzzese medievale raccolto dal De Bartholomaeis. Questa attività svolta da religiosi all’ombra dei chiostri non era destinata a restare fine a sé stessa, poiché – sottolinea Otto Mann – è fenomeno non solo italiano ma europeo l’interdipendenza ed il reciproco influsso, nell’ambito della civitas, fra la Weltanschauung laica e quella religiosa.[35]

Il punto d’incontro fra i due mondi, certamente ideale, è costituito proprio dalle confraternite; sicché le sacre rappresentazioni, e quindi anche la processione del Venerdì Santo a Chieti, gestite da pii sodalizi ed allestite con grande concorso di fedeli nelle strade o sulle piazze cittadine, rappresentano comunque la proiezione di frammenti di drammi liturgici, che non sempre archivi e biblioteche hanno restituito alla luce. Né deve trarre in inganno la veste in cui oggi tali manifestazioni si presentano; essa rivela infatti solo il continuo adattamento delle sacre rappresentazioni alle realtà locali, una “sovrastruttura” che diventa più marcata a partire dal periodo della Controriforma.

In tale ottica vanno visti a Chieti i “simboli della Passione” di Raffaele Del Ponte, le varie confraternite che partecipano alla Processione del Venerdì Santo nonché il bellissimo Miserere del Selecchy, ovunque conosciuto ed eseguito in tale ricorrenza. Non vanno dimenticati tuttavia i caratteristici “pianti” intonati in vari paesi abruzzesi, nella sera del Giovedì Santo, presso il Sepolcro, oppure nelle processioni del Venerdì Santo. Citiamo per tutti quello cantato a Cansano (Aq). Si tratta di una toccante melodia seicentesca denominata pianto delle zitelle e riproposta ogni anno da Radio Abruzzo nel pomeriggio del Venerdì Santo.

Il Sabato Santo e la Pasqua in Abruzzo.

Siamo arrivati così, con pennellate necessariamente rapide, alla conclusione della settimana di Pasqua. Per quanto riguarda Sabato Santo, vanno sottolineate le seguenti usanze, tuttora assai vive in Abruzzo. Allo “sciogliersi delle campane”, segno “sonoro” della Resurrezione di Cristo, si usa far muovere i primi passi ai bambini, perché in tal modo da grandi “cammineranno sempre spediti”[36], mentre gli adolescenti sogliono rotolarsi per terra in segno di gioia[37].

L’acqua ed il fuoco benedetti la sera del Sabato Santo hanno un efficace potere apotropaico: con l’acqua si cosparge soprattutto la casa per difendersi dal noto “malocchio” e da quel generico male qualificato in antropologia culturale come “negativo esistenziale”. I carboni invece hanno il potere di preservare gli alberi d’ulivo e da frutta, nonché i vigneti, da molti parassiti[38].

Le superstizioni relative al Battesimo dei bambini durante la Settimana Santa e di cui abbiamo parlato in precedenza, sono completate da un’ulteriore credenza ancora viva soprattutto nell’area peligna. Regna qui il sacro terrore che i neonati possano essere benedetti, anche se dopo la settimana di Pasqua,

mediante l’acqua santa rinnovata con il rito del Sabato Santo, poiché “si crede che chi per primo riceverà il battesimo con tale acqua, diventerà strega o stregone”[39] Nel corso della tarda mattinata del giorno di Pasqua avviene infine l’incontro della Madre con il Figlio Risorto. La sacra rappresentazione, gestita in Abruzzo da confraternite, raggiunge la massima spettacolarità a Lanciano e Sulmona, località, quest’ultima, in cui è nota come la Madonna che scappa in piazza.

Il tema della corsa si rinviene anche nella manifestazione di Corropoli, incentrata appunto nella corsa che San Giovanni compie per le vie del paese per annunciare la Resurrezione di Cristo[40].

I giorni della Settimana Santa compresi tra il Venerdì e la Pasqua, sono rappresentati così simbolicamente da due modi d’incedere: al passo lento e faticoso dei processionanti e quindi delle statue, denominato a Sulmona “lo struscio”, simile a quello di una persona che procede con le catene ai piedi, subentra il passo agile e gioioso della corsa nel giorno di Pasqua. L’umanità redenta dal Cristo risorto, riprende così il suo cammino verso le imperscrutabili mete cui è stata destinata.

In Foto: La Processione del Venerdì Santo a Chieti lungo Corso Marrucino


[1] Cfr. A. De Nino, Usi e Costumi Abruzzesi, vol. II, p. 70 sgg., Firenze, Tip. G. Barbera, 1881.

[2] A Roccapia (Aq.), mentre la palma brucia, si recita il seguente sponsorio: “Palma mia benedetta / che viene una volta l’anno / dimmi se campo quest’anno”. Cfr. O. Leone, Roccapia, p. 257; Sulmona, Tip. Angeletti, 1977; W Cianciusi, Collelongo. Abruzzo Ulteriore II, p. 41 sgg., Collana “Storia e Documenti” diretta da G. Porto, Serie I, n. 4, Teramo, Edigrafital, 1972.

[3] Cfr. al riguardo A. De Nino, Usi Abruzzesi, vol. I, p. 39; Firenze, Tip. Barbera, 1879; D. Fucinese, Raiano. Notizie storiche e vita tradizionale, p. 130; L Aquila, Japadre Ed., 1971.

[4] Cfr. E. Jovenitti, Paganica attraverso i secoli, p. 526; Sulmona, Tip. Labor, 1973; W Cianciusi, op. cit. p. 41.

[5] Cfr. D. Fucinese, op. cit. p. 130; A. De Nino, Usi Abruzzesi, vol. I, cit., p. 39.

[6] Cfr. Wörterbuch der deutschen Volkskunde, s.v. Palmsonntag, a cura di R. e K. Beitl; Stoccarda, A. Kröner Verlag, 1974. Nella Domenica delle Palme si usa anche “pronosticare che tempo farà durante il periodo della mietitura. Si dice infatti Palma ‘mbosse, metetùre assùtte”, cfr. D. Fucinese, op. cit. p. 130 sgg.

[7] Vanno ricordate tuttavia le cosiddette “pulizie di Pasqua”, preposte, come sottolinea il Toschi, “non soltanto a spazzar via la polvere accumulatasi durante l’inverno; con esse, nella mentalità del popolo, se ne vanno da casa tutti i malanni”; cfr. P. Toschi, Tradizioni popolari italiane, p. 94; Roma, Ediz. Eri, 1959. Non si fanno tuttavia pulizie di Giovedì Santo, perché altrimenti “la polvere cade sopra Gesù Cristo”. Cfr. A. De Nino, Usi e costumi Abruzzesi, vol. II, cit., p. 209.

[8] A. De Nino, Usi Abruzzesi, vol. 1, cit. p. 174.

[9] G. Finamore, Credenze, usi e costumi abruzzesi, in “Curiosità popolari tradizionali”, a cura di G. Pitrè, vol. VII, p. 118; Palermo, Clausen Ed., 1890.

[10] Citiamo solo alcuni esempi. In una sacra rappresentazione del periodo pasquale che si allestiva a Pacentro (Aq.), Lazzaro non volle “risorgere” la mattina di Pasqua del 1925 perché in quel momento si era levato un forte vento e temendo per la propria salute, preferì restare nella bara [cfr. C. Tollis, Pacentro. Storia, Tradizione, p. 161, Sulmona Tip. La Moderna, 1979]; a Montechiaro d’Asti, riferisce il D’Ancona, i manigoldi che dovevano accompagnare Cristo al Calvario “pigliavano sul serio la loro parte e si infervoravano in essa. Anzi un anno menarono con tanto ardore le mani che il povero Cristo, deposto il cilicio, si mise a letto e si trovò pesto in così bel modo da ispirare qualche timore che non si potesse più rialzare”. Cfr. A. D’Ancona, Origini del teatro italiano, II Ediz., vol. II, p. 225; Torino, Loescher, 1891.

[11]  Gli atti del Sinodo furono pubblicati nel 1633 per i tipi di Ottavio Terziani e Bartolomeo Pavese, stampatori in Chieti”.

[12] Cfr. Synodus Diocesana ab Illustriss. ac Reverendiss. Domino D. Bonaventura Martinello Episcopo Valvensi ac Sulmonensi celebrata in Cathedrali Ecclesia Sancti Pamphili Sulmonis, Dominica Pentecostes ac sequentibus Festis anno 1715, p. 78, Roma 1717.

[13] Cfr. E. Bertaux, L’art dans I ‘Italie Meridionale de la fin de l’Empire Romain à la conquete de Charles d’Anjou, p. 201 sgg., Paris, Fontemoing, 1904.

[14] C.A. Mayer, Vita popolare a Napoli nell’età romantica, p. 243; Bari, Laterza, 1948.

[15] Cfr. G. Susi, Introdacqua nella storia e nella tradizione, p. 476; Sulmona, La Moderna, 1970. Va ricordato che sono definiti “quadri viventi” anche gli episodi della Natività interpretati da attori e messi in scena a Rivisondoli nella sera dell’Epifania.

[16] Le statue, come si legge nelle Constitutiones da papa Urbano VIII (n. 163), dovevano comunque rispondere a determinati requisiti e suscitare, grazie alla loro eccellente fattura artistica, forte commozione nei fedeli. In caso contrario dovevano essere interdette dai vescovi e sottratte all’adorazione dei devoti (“a fidelium aspectu arceantur”).

[17] Questa “uccisione simbolica” della vegetazione insita nella germinazione al buio dei cereali destinati ad ornare i sepolcri, è indice di antichissime sopravvivenze magico-religiose, confluite in seguito nei rituali di Pasqua. Si tratta probabilmente di una conferma dell’intuizione frazeriana, secondo la quale l’uccisione dello spirito della vegetazione in primavera rappresenta un rituale indispensabile per ottenere l’abbondanza delle messi. Questa concezione ben si innesta nel mistero della morte-resurrezione della Settimana Santa, fondamento del Cristianesimo. Cfr. J. G. Frazer, Il ramo d’oro, vol. I, p. 465 sgg., Torino, Boringhieri, 1973.

[18] P. Toschi, Le origini del teatro italiano, p. 691, Torino, Boringhieri, 1969.

[19] V. De Bartholomaeis, Origini della poesia drammatica italiana, sec. ed., p. 195 Torino, SEI, 1952.

[20] Cfr. G. Maria Monti, Le Confraternite medievali dell’Alta e Media Italia, vol. II, p.120; Venezia, La Nuova Italia, 1927.

[21] A. Di Vittorio, Gli Austriaci e il Regno di Napoli. 1707-1734. Ideologia e politica di sviluppo, p. 106; Napoli, Giannini, 1973. Il fenomeno va inquadrato, come ha sottolineato il Colapietra, nell’ambito di “una trasformazione sociale e di un movimento di cultura illuministico che nell’Abruzzo trova un terreno particolarmente fecondo” Cfr. R. Colapietra, Abruzzo. Un profilo storico, p. 115; Lanciano, Carabba, 1977.

[22] Il fenomeno è stato ben evidenziato dal Lalli, il quale sottolinea come il clero delle varie parrocchie, sedi di confraternite, non rimanesse estraneo a tali controversie. Cfr. R. Lalli, La Sagra dei Misteri a Campobasso, p. 14 e sgg., Campobasso, Nocera Ed., 1976. Nella stessa Cattedrale di S. Giustino a Chieti erano state istituite diverse confraternite fra le quali vanno annoverate particolarmente quelle dei sarti e dei calzolai. Cfr. al riguardo G. Meaolo, Venerdì Santo a Chieti, p. 41, Chieti, Solfanelli, 1986.

[23] E. Guidoni, L’ architettura popolare italiana, p. 114; Bari, Laterza, 1980.

[24] G. Meaolo, op. cit. p. 24.

[25] Cfr. M. Zuccarini, L’Arciconfraternita del Sacro Monte dei Morti di Chieti e la Processione del Venerdì Santo nella storia religiosa d’Abruzzo, p. 3 sgg. Chieti, 1977.

[26] G. Meaolo, op. cit. p. 12.

[27] Cfr. Parlamenti Teatini, Archivio di Stato, Chieti, sez. “Diplomatica”, voll. 1-18; la citazione è contenuta nel vol. IX, c. 90. I primi casi di peste furono registrati a Chieti il 4 agosto del 1656 ed a causa dell’epidemia perirono circa 1.500 persone. Cfr. L. Del Vecchio, La peste del 1656-57 in Abruzzo. Quadro storico, geografico, statistico, in “Bullettino della Deputazione Abruzzese di Storia Patria”, annate 1976-78, p. 87 sgg., L Aquila 1979.

[28] Biblioteca Diocesana, Sulmona, Manoscritto, Editti Vescovili Mons. F Paini.

[29] Cfr. G. Meaolo, op. cit. p.37.

[30] P. Toschi, Le origini del teatro ecc., op. cit., p. 670 sgg.

[31] V. De Bartholomaeis, Il teatro abruzzese del medio evo, pagg. 344-45; Bologna, Zanichelli, 1924.

[32] Mauro P. Inguanez, Un dramma della Passione del secolo XII, sec. ediz., p. 7 e sgg., Badia di Montecassino 1939.

[33] V. De Bartholomaeis, Il teatro abruzzese ecc., op. cit., p. 345.

[34] Cfr. S. Razzi, Viaggi in Abruzzo, p. 22; L Aquila, Japadre, 1968, a cura di B. Carderi.

[35] Cfr. O. Mann, Deutsche Literaturgeschichte, p. 83 sgg., Guetersloh, Bertelsmann 1969.

[36] Cfr. P. Toschi, Tradizioni popolari ecc., op. cit., p.98. A tale credenza si ispira, come è noto, Giovanni Pascoli nella poesia dal titolo “Il morticino”.

[37] Si tratta probabilmente di un atto finalizzato a trasmettere sul corpo, mediante la “legge di contatto”, le forze della natura particolarmente vitali ed immunizzanti nel momento della Risurrezione.

[38] Vedasi al riguardo P. Toschi, Tradizioni popolari ecc., op. cit., p. 95.

[39] Cfr. al riguardo D. Fucinese, op. cit., p. 74.

[40] Cfr. F. Cercone, La Madonna che scappa in piazza a Sulmona, Sulmona, Accademia degli Agghiacciati 1982. Prefazione di A. Di Nola.




UN PAPÀ IGNORATO DALLE ISTITUZIONI

Verrà sepolto nella Festa del Papà

Teramo, 19 marzo 2024. Una lettera di un legale di Teramo indirizzata all’amico che, a seguito di una travagliata separazione non vedeva il figlio minorenne da tempo, si è lasciato andare per la sofferenza di non poter esercitare il diritto alla paternità per l’indifferenza delle istituzioni che, così facendo, hanno rinnegato la bigenitorialità e la cogenitorialità del figlio e sua.

È uno dei tanti drammi umani a cui la stragrande maggioranza degli organi d’informazione non sempre danno il dovuto risalto. Franco è morto senza avere vicino a sé il figlio e nessuno ha tutelato questo minore privato nella sua quotidianità di un genitore.

È urgente aprire un dibattito su queste tematiche e sulla genitorialità negata.

La nostra associazione mette i propri spazi a disposizione di chi vorrà riportare al centro della vita dei minori la bigenitorialità e le pari opportunità genitoriali, contattandoci al 347.6504095 o su genitoriseparati@libero.it. Ubaldo Valentini, pres.

***

Caro Franco, ho appreso oggi con dolore la notizia del tuo decesso. Senza stupore a dire la verità. Sì, perché più volte io ed i tuoi cari ti avevamo avvertito che la Tua volontà di essere padre ad ogni costo non ti avrebbe portato fortuna. Più e più volte ti ho ribadito che essere Padre ed essere Padre separato in Italia sono due cose completamente diverse. Ma tu non mi hai ascoltato…tu mi ripetevi di non aver fatto nulla per non essere, e continuare, a fare il padre di tuo figlio a prescindere dalla separazione. Sei sempre stato un testone! A nulla è servito che eri un omone alto 1.95 cm, e nulla è importato che avevi prestato servizio come paracadutista effettuando missioni all’estero per amore della tua Patria. Stavolta ti sei scontrato con la condizione dell’essere Padre separato in Italia e purtroppo, alla luce delle storture del sistema, il tuo cuore alla fine non ha retto e si è fermato.

Mi ricordo quando condividevi con me le numerose archiviazioni/assoluzioni (per la precisione 3 assoluzioni ed 1 archiviazione dal 2019 ad oggi) dei processi penali nei tuoi confronti, come se fossero delle vittorie, ma entrambi dentro di noi sapevamo che non si era vinto un bel niente, e che le ferite prodotte da quelle false accuse avrebbero richiesto tempo per rimarginarsi, però non ci soffermavamo su quest’aspetto.

Ricordo ancora, e come potrei scordarlo, quando mi ripetevi continuamente e fino alla nausea “voglio vedere mio figlio!” ed io impotente che non ti sopportavo più.

Impotente certo perché con la tua brutta malattia che avevi alla testa, la separazione, lo smettere di lavorare, la depressione certo non sapevo dove cominciare. D’altronde hai fatto dei tentativi per tirarti su per quello che hai potuto, ma in giro per un padre separato in difficoltà solo porte chiuse e imposizioni che non hai avuto la forza di reggere.

Funziona così e tu testardo come sempre hai continuato la tua battaglia per essere Padre in solitaria che ahimè, in Italia, non avresti mai potuto vincere.

Il giorno della festa dei Papà sarà celebrato il tuo funerale. Domani verrò a salutarti per l’ultima volta con il cuore colmo di dolore e con la promessa che sarà mia cura ed impegno affinché qualcosa, anche solo qualcosa, cambi nel tempo per aiutare i Papà separati in difficoltà. Da oggi, non essendo stato possibile per te vedere ed assistere tuo figlio qui sulla terra, potrai finalmente farlo dall’alto dal Cielo.

Riporto un pensiero della tua inarrestabile Avvocata Marica Martoni che ha chiesto di condividere: “Franco è stato lasciato dalla moglie quando la sua patologia ha iniziato a manifestarsi, in un momento di estrema fragilità, e questo ha aggiunto una immane sofferenza psicologica a quella fisica. Nonostante ciò, ha continuato a combattere fino alla fine per poter rivedere il figlio, andando a sbattere continuamente contro quelle istituzioni che avrebbero dovuto aiutarlo ma sono rimaste sorde di fronte al suo dolore.

Negli anni che l’ho conosciuto l’ho sentito gridare, anche letteralmente, con tutta la forza, il suo essere genitore, chiedendo insistentemente sempre e solo di poter fare il padre, davanti ad un’infinità di porte chiuse. Nonostante il male che lo stava logorando non ha mai fatto mancare un solo giorno un pensiero per il figlio, un bacio ed una carezza. Essere il papà del figlio è venuto sempre prima di sé stesso. Le sue richieste sono rimaste in parte inascoltate ed in parte sono state tradotte in denunce, da parte di chi avrebbe dovuto comprendere la sua immensa sofferenza. Alla fine di tutto, davanti ai giudici Franco è innocente, assolto da ogni accusa, ma ciò non è servito a far sì che potesse riabbracciare suo figlio.

Ha lottato a testa alta fino alla fine contro un sistema che ha creato un orfano prima ancora che lui morisse.” 

Sit tibis terra levis, Amico mio

Avv. Roberto Bertini

Associazione Genitori Separati per la Tutela dei Minori (aps)




I PERCORSI DELLA MENTE

Prevenzione e supporto a persone con patologie neurodegenerative e ai loro Caregiver

Chieti, 19 marzo 2024. Mercoledì 27 Marzo 2024 alle ore 11:00, presso il Foyer del Teatro Marrucino di Chieti, si terrà la conferenza stampa di presentazione del progetto “I PERCORSI DELLA MENTE – Prevenzione e supporto a persone con patologie neurodegenerative e ai loro Caregiver”.

I Percorsi della Mente è un progetto finanziato dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali e dalla Regione Abruzzo, Ideato e realizzato dalla APS La Cura del Tempo in collaborazione con:

I Comuni di Chieti, Pescara, Francavilla al Mare, San Giovanni Teatino, Scafa, Rosciano, Casalincontrada

Università degli Studi G. d’Annunzio – Dipartimento di Neuroscienze e Servizio Universitario di Neuropsicologia

Direzione Regionale Musei Abruzzo

CNA – Confederazione Nazionale Artigianato e Piccola-Media Impresa – Chieti

Associazione Azione Parkinson Abruzzo ODV-ETS

Associazione Pierluigi Natalucci – Insieme per L’arte e La Scienza

Vi invitiamo a partecipare

APS La Cura del Tempo Onlus

Le attività previste sono:

Per i caregiver:

• Sportello di Accoglienza, Orientamento e Presa in Carico

• Sportello di Ascolto Psicologico

• Supporto nell’espletamento di pratiche burocratiche

Per Persone Con Patologie Neurodegenerative

• Screening cognitivo rapido e stesura del piano individualizzato, a cura della neuropsicologa,

propedeutico al secondo incontro

• Stimolazione Cognitiva Individuale a domicilio nel territorio di Chieti

• Stimolazione Cognitiva Gruppale presso le sedi preposte individuate da ogni Comune

aderente

Informazione e prevenzione per la cittadinanza

• Incontri territoriali tenuti da esperti, disseminati sul territorio dei Comuni aderenti

• Eventi di Screening cognitivi rapidi per individuare eventuali sintomatologie iniziali di

patologie neurodegenerative

• Infopoint per la Condivisione di materiali informativi divulgativi e della guida di supporto al

caregiver, disseminati sul territorio dei Comuni aderenti

FESTIVAL “IMAGO MENTIS” iniziativa regionale pubblica dedicata alle malattie mentali, per

conoscere e sperimentare le varie forme della mente e del cervello

La Città di Chieti ospiterà il Festival “Imago Mentis”, un’iniziativa pubblica della durata di due giorni

per condividere esperienze e progetti nel campo della medicina ma anche degli interventi sociali e

dell’arte, nel campo della cura e prevenzione delle patologie neurodegenerative.

Il progetto sarà rivolto prioritariamente alle persone adulte sia donne che uomini affette da

patologia accertata e decadimento cognitivo lieve e medio lieve e ai loro caregiver.

Per approfondimenti e informazioni dettagliate seguici su www.lacuradeltempo.it

I Percorsi della Mente è un progetto finanziato dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali e

dalla Regione Abruzzo

Ideato e realizzato dalla APS La Cura del Tempo in collaborazione con:

I Comuni di Chieti, Pescara, Francavilla al Mare, San Giovanni Teatino, Scafa, Rosciano,

Casalincontrada

Università degli Studi G. d’Annunzio – Dipartimento di Neuroscienze e Servizio Universitario di

Neuropsicologia

Direzione Regionale Musei Abruzzo

CNA – Confederazione Nazionale Artigianato e Piccola-Media Impresa – Chieti

Associazione Azione Parkinson Abruzzo ODV-ETS

Associazione Pierluigi Natalucci – Insieme per L’arte e La Scienza

Tutte le attività rivolte ai beneficiari del progetto sono gratuite.




GLI ALBERI: PREZIOSISSIMO STOCCAGGIO DI CO2

Pescara, 19 marzo 2024. A due recenti question time del cittadino di richiesta di chiarimenti circa l’applicazione dei CAM, i criteri ambientali minimi, resi obbligatori per gli Enti Locali dal relativo DECRETO 10 marzo 2020 e previsti dal Codice degli Appalti verdi (noto come Green Public Procurement), sono state fornite risposte approssimative.

Intanto un chiarimento: i cd CAM contribuiscono al conseguimento degli obiettivi previsti dal “Piano d’Azione per la sostenibilità ambientale dei consumi della Pubblica Amministrazione”, e includono procedure molto precise e obbligatorie in materia di appalti pubblici, nella fattispecie quando si affidano lavori di progettazione o manutenzione di spazi verdi a ditte esterne. I CAM “devono” essere inclusi nell’offerta di opere e servizi e l’Amministrazione comunale, Ente Appaltante, “deve vigilare” al riguardo e poi “VERIFICARE” sull’esito della loro applicazione.

Cosa riferisce l’Assessore al Verde nel leggere le risposte ai richiamati question time elaborate dai funzionari del settore Verde pubblico? Che “i CAM vengono di norma inseriti nelle progettazioni relative agli appalti gestiti del Servizio Verde Pubblico e Parchi” e che, anche in sede di interventi ritenuti straordinari, provvede, laddove possibile, ad applicare le stesse prescrizioni previste per le manutenzioni ordinarie.

Ad una verifica si riscontra però una serie significativa di contraddizioni se non una palese violazione degli obblighi normativi come richiamati, degna di attenzione da parte di ANAC.

Si parte dal caso forse più evidente, dal “Progetto esecutivo per la rimozione delle piante danneggiate dal fuoco nel comparto 4 e 5 della Pineta Dannunziana”.

La catasta di legna visibile nei pressi del cantiere rimanda, come già evidenziato nei question time richiamati, alla domanda sulla loro sorte. Deve essere scritto nella documentazione progettuale, in attuazione dei CAM che al riguardo danno precise e dettagliate indicazioni: il materiale deve essere compostato!

Nell’esaminare la documentazione progettuale, elaborata dal professionista incaricato e successivamente “vistato” dai referenti del settore di riferimento, si riscontra che:

i CAM vengono certamente considerati e quindi attenzionati (vi si dedica un articolo), ma solo quelli relativi, citando il DECRETO 7 febbraio 2023, “all’affidamento del servizio di progettazione di parchi giochi, la fornitura e la posa in opera di prodotti per l’arredo urbano e di arredi per gli esterni e l’affidamento del servizio di manutenzione ordinaria e straordinaria di prodotti per arredo urbano e di arredi per esterni”. Nessun accenno a quelli, decisamente pertinenti, del Decreto del 2020, completamente esclusi dalla proposta progettuale;

addirittura, nelle indicazioni finali della Relazione Tecnica del professionista incaricato, lo stesso, in netto contrasto con quanto previsto dai CAM, afferma che: “Per quanto riguarda il legname accatastato, a seguito dell’esbosco dello stesso, questo rimane nelle disponibilità dell’appaltatore che ne deciderà della eventuale utilizzazione. Il valore di mercato del materiale legnoso esboscato, tenendo conto dello stato del materiale in parte carbonizzato, in parte già in decomposizione, è quasi nullo, questo potrebbe però trovare una possibile commercializzazione nell’ambito delle biomasse per scopo energetico, pertanto si suggerisce all’Amministrazione di verificare tale possibilità, ad esempio potrebbe essere appetibile per la centrale a biomasse presente nella vicina città di Termoli in Molise; comunque sia, è importante che lo stesso venga ritirato e che non rimanga troppo tempo all’imposto creando problemi fitopatologici e di sicurezza”.

In altre parole, si concorda in modo evidente di sostenere azioni, cioè bruciare biomassa, in netto contrasto con quelle indispensabili per la riduzione della produzione di CO2!

Un chiaro invito a contravvenire agli obblighi normativi previsti dal Codice degli appalti, decisamente all’opposto dei principi ispiratori del “Piano d’Azione per la sostenibilità ambientale dei consumi della pubblica amministrazione” (Green Public Procurement, gli acquisti verdi) i cui obiettivi “devono”, non “possono”, essere perseguiti dagli Enti locali.

La medesima condotta, nel senso di elusione dall’applicazione dei CAM, si riscontra nel bando relativo all’intervento attualmente in corso in Piazza Sacro Cuore e C.so Umberto (finanziamento PNRR, Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza).

Lungo il recinto di cantiere, il materiale pubblicitario richiama l’attenzione dei passanti sul rilievo dell’intervento in merito al contrasto della produzione di CO2. Bene, ovviamente, ma anche in questo, a leggere i progetti, si scopre che i CAM non vengono assolutamente considerati, anzi si ritiene, anche in questo caso come suggerito in sede di progettazione, che non vi siano CAM vigenti da adottare!

Si ritiene, non avendo documentazione di riferimento, che anche nell’occasione richiamata la massa legnosa rimossa, “l’esbosco”, venga lasciata nelle disponibilità della ditta appaltatrice.

Per finire, nell’analizzare le risposte ai question time richiamati, da alcuni documenti relativi alla redazione dei capitolati relativi alla gestione ordinaria del verde pubblico (nella fattispecie di piani di manutenzione del verde orizzontale) si rileva che, in modo possibilmente più grave rispetto a quanto già riferito, l’Amministrazione comunale addirittura aggiunge l’attribuzione di punteggi per offerte che prevedano la destinazione energetica delle biomasse vegetali rimosse durante i lavori, opzione non contemplata nei CAM.

Non trovando inoltre evidenza pubblica nel tempo di altre azioni previste come obbligatorie dai CAM, quali campagne di comunicazione che coinvolgano i cittadini, si ha motivo di ritenere che in nessun appalto “verde”, siglato come sostenibile, i CAM siano stati adottati nè in diversi casi presi in considerazione, quando non addirittura contrastati.

Il che potrebbe far anche considerare la possibile nullità degli appalti, ovvero il possibile vizio di forma  oltre che di sostanza nell’intera filiera degli stessi, anche in termini di assenza di controllo e verifica, condizione questa che si aggiungerebbe al mancato impegno virtuoso dell’Ente Locale, l’Amministrazione comunale, in sede di raggiungimento degli obiettivi previsti dal “Piano d’Azione per la sostenibilità ambientale dei consumi della pubblica amministrazione”, laddove la parola CAM viene citata oltre 80 volte!

Giancarlo Odoardi




LA POESIA CI SALVERÀ

Giovedì, 21 marzo 2024, ore 17.00, Fondazione La Rocca

Pescara, 19 marzo 2024. “Il poeta – ha scritto il premio Nobel Seamus Heaney – è un’antenna che capta le voci del mondo, un medium che esprime il proprio inconscio e quello collettivo.” E il grande poeta siriano Adonis ha aggiunto che la poesia “diventa indispensabile quando la scienza e la filosofia non offrono risposte” perché diventa l’unico modo per dialogare con noi stessi e con la nostra anima.

Con questo spirito e con la convinzione del ruolo importante che la poesia può rivestire per il cambiamento della società in cui viviamo, viene organizzata anche l’ottava edizione dell’evento La poesia ci salverà, che di terrà giovedì, 21 marzo, alle ore 17, a Pescara, presso la Fondazione La Rocca (Via Paolucci, 71), un incontro di 23 poeti, che leggeranno i loro testi inediti per celebrare la Giornata mondiale della poesia dell’Unesco. La manifestazione è organizzata dalla Casa della poesia in Abruzzo – Gabriele d’Annunzio e dalla Fondazione La Rocca.

Come ricorda il curatore Dante Marianacci, “Tutto ebbe inizio al Cairo, in Egitto, nel marzo del 2013, dopo una visita all’ospedale pediatrico oncologico, che ha un numero come nome, 57357, che mi provocò una profonda emozione e subito decisi di organizzare al Teatro dell’opera della capitale egiziana, per la giornata mondiale della poesia dell’Unesco, con la collaborazione dell’allora presidente dell’Assemblea  dell’Unesco di Parigi e di numerose istituzioni, europee ed arabe, un grande evento dedicato alla poesia e alla musica, per raccogliere fondi e aiutare i bambini di quell’ospedale, il più grande e importante dell’Africa, a potersi adeguatamente curare.

Si rivelò un evento straordinario, che vide la partecipazione, di numerosi e famosi poeti, musicisti, personaggi dello spettacolo, e di grandi aziende, italiane ed egiziane, e venne raccolta una somma molto importante che risultò preziosa per aiutare a salvare alcuni dei bambini di quell’ospedale.”

Dopo l’interruzione per la pandemia, l’evento è stato ripreso come una grande festa della poesia che si ripete il 21 marzo di ogni anno. Con i seguenti 23 poeti che leggeranno in questa ottava edizione sono più di 150 i poeti che hanno finora aderito: Antonella Caggiano, Vittorina Castellano, Daniele Cavicchia, Rosetta Clissa, Franca Di Bello, Assunta Di Cintio, Nicoletta Di Gregorio, Grazia Di Lisio, Francesco Di Rocco, Elena Malta, Dante Marianacci, Esmail Mohades, Mara Motta, Massimo Pamio, Leda Panzone Natale, Sonia Pedroli, Daniela Quieti, Mara Seccia, Stevka Šmitran, Flora Amelia Suárez Cárdenas, Marco Tabellione, Patrizia Tocci, Serena Zitti.

Nel corso della serata verrà anche presentato il volume L’urlo dei poeti. Omaggio a Edward Munch a ottant’anni dalla morte (Editrice Sigraf), che raccoglie i 33 componimenti inediti letti in occasione dell’evento che si è tenuto il 21 gennaio scorso, giorno della ricorrenza dell’ottantesimo della morte di Munch, organizzato dalla Casa della poesia in Abruzzo alla Fondazione La Rocca.




IL CORAGGIO DI UN INTELLETTUALE LIBERO

Ricordo di Mario Setta a due anni dalla scomparsa. Palazzo municipale 25 marzo ore 17

Sulmona, 19 marzo 2024. A due anni esatti dalla scomparsa, il 25 marzo 2024 alle ore 17, nell’Aula consiliare del Comune di Sulmona sarà ricordato lo storico Mario Setta in un evento intitolato “Il coraggio di un intellettuale libero”.

All’incontro commemorativo, che sarà aperto dal saluto e dall’intervento del Sindaco Gianfranco Di Piero, parteciperanno con le loro testimonianze Maria Rosaria La Morgia – Presidente dell’Associazione Il Sentiero della Libertà, Carlo Fonzi – Presidente dell’IASRIC, Giovanni Ruscitti – direttore del Corriere Peligno, Nicola De Grandis – dirigente scolastico, Bruno Di Bartolo – Presidente del Centro Studi Vittorio Monaco, Goffredo Palmerini – giornalista e scrittore, e Franca Del Monaco, compagna di vita che con Mario Setta ha condiviso gli anni dell’impegno civile. Nel corso dell’evento sarà anche presentato il volume “Mario Setta, testimonianze di Libertà” (Edizioni Etabeta), una significativa raccolta di scritti e articoli di Setta, curata da Goffredo Palmerini, usciti sulla stampa in Italia e sulle testate italiane all’estero, dal 2015 al 2022.

Nella Presentazione che apre il volume Palmerini scrive tra l’altro: “[…] Mario mi mandava i suoi scritti. Erano tutti d’una intensità e d’una profondità etica e culturale straordinarie. Molto spesso ero io stesso che gli proponevo di diffonderli attraverso la rete dei miei contatti stampa, conoscendo la sua discrezione e la sua modestia egli non lo avrebbe mai chiesto. Ed è così che una straordinaria fioritura di scritti è comparsa su decine di testate in Italia e su molte altre all’estero. […]”. E così conclude: “Questo modesto tributo spero sia utile per fare un altro passo in avanti verso la consapevole conoscenza di Mario Setta, della sua poliedrica figura di intellettuale, mai sussiegoso, e di uomo a tratti “profetico”.

Mi auguro, inoltre, che contribuisca a consegnare un ulteriore tassello alla sua memoria.” Fare memoria di Mario Setta porta a sottolineare lo straordinario contributo dello storico e dell’intellettuale anzitutto nel promuovere studi e ricerche sulla Resistenza umanitaria in Abruzzo, nella valorizzazione storica del Campo 78 a Fonte d’Amore, nella realizzazione del Sentiero della Libertà – Freedom Trail e dell’omonima annuale Marcia internazionale da Sulmona a Casoli attraverso la Maiella.

Mario Setta (Bussi sul Tirino, 19 novembre 1936 – Sulmona, 25 marzo 2022), frequentato il liceo e gli studi teologici a Bologna, era stato ordinato sacerdote nel 1962. Svolse attività pastorale a Roma, poi dal 1970 fu parroco a Badia di Sulmona. Sospeso a divinis nel 1982 perché candidato come indipendente al Comune di Sulmona, fu eletto consigliere comunale. Laureato in Sociologia e Filosofia, ha insegnato al Liceo scientifico “Fermi” di Sulmona, dove ha diretto il Laboratorio di Storia, curando la pubblicazione dei volumi E si divisero il pane che non c’era, Il sentiero della libertà-Un libro della memoria con Carlo Azeglio Ciampi (Laterza, 2003) e le traduzioni delle memorie degli ex-prigionieri alleati del Campo 78 di Sulmona. Ha pubblicato con Maria Rosaria La Morgia Terra di libertà ed è stato cofondatore dell’associazione culturale “Il Sentiero della Libertà/Freedom Trail”. Ha inoltre pubblicato Cristo ha le mani sporche, il volume autobiografico Il volto scoperto e il libro teologico-poetico di critica al dogma del peccato originale HOMO, Elogio di Eva.




SCORCI D’ABRUZZO

Il grande Giudizio di Loreto Aprutino

Loreto Aprutino, 19 marzo 2024. Santa Maria in Piano, chiesa di Loreto Aprutino (PE), un vero gioiello del patrimonio artistico abruzzese è protagonista della nuova puntata di “Scorci d’Abruzzo” di Paolo Pacitti per Buongiorno Regione, possibile grazie alle riprese di Sem Cipriani; presente anche lo scrittore abruzzese Peppe Millanta.

Edificata probabilmente sui resti di un tempio pagano, questa chiesa fu ricostruita nel 1280 a seguito di un incendio; caratteristico è il suo porticato: l’abside con il tamburo e la torre campanaria con la sua cuspide ottagonale. Al suo interno custodisce uno degli affreschi più significativi del ‘400 abruzzese, un monumentale “Giudizio”, realizzato intorno al 1429 dall’anonimo e misterioso Maestro di Loreto. Deve la sua fama ai suoi splendidi colori ed è il più grande affresco d’Abruzzo.

Al centro c’è il Cristo Giudicante seduto in trono, in basso a destra un tempo c’era l’inferno mentre in basso a sinistra il paradiso ma il dettaglio più significativo è il ponte posto al centro, detto Ponte del Capello o Ponte della Prova ossia un ponte che si restringe divenendo sottilissimo come un capello appunto, in modo da essere attraversato solo dai peccati più leggeri per giungere al Paradiso, mentre gli altri cadono nel fiume di pece bollente, ma per saperne di più è possibile rivedere la puntata su https://fb.watch/qUkDgw-9_P/.

Alessandra Renzetti




UNA CICLOESCURSIONE RIEVOCATIVA DEL RISORGIMENTO

Domenica 24 marzo “Il Risorgimento di Marrelli e Mazzini” la cicloescursione che ha portato all’Unità d’Italia nel marzo del 1861

L’Aquila, 19 marzo 2024. In particolare, l’intento è di ricordare Pietro Marrelli, amico di Giuseppe Mazzini, il quale soggiornò a L’Aquila nel 1860. L’itinerario si svolge da L’Aquila, dove il Marrelli aprì il suo studio legale, e Colle di Lucoli, luogo di nascita del patriota del risorgimento e l’introduzione storica sarà a cura dell’associazione ArcheoClub L’Aquila APS.

Il ritrovo è fissato alla Fontana Luminosa (L’Aquila) alle ore 8:45, con partenza alle ore 9:00. Itinerario della ciclopedalata: L’Aquila: Via Mazzini – Piazza Palazzo – Via XX Settembre – Stazione FS – Campo di Pile – Genzano – Colle di Roio – Santa Rufina di Roio – Roio Piano Colle di Lucoli – Spogna – Spognetta – Casavecchia – Collefracido – Genzano – Campo di Pile – Stazione FS – Viale della Croce Rossa – Fontana Luminosa. Km. 40 a/r. Durata 3/4 ore soste incluse. La ciclo pedalata è aperta a qualsiasi tipo di bicicletta.

Evento a costo zero. Non sono previsti punti ristoro. Si consiglia di portare con sé un kit per le riparazioni ciclistiche. Abbigliamento adeguato alla stagione, acqua, piccolo snack e/o panino. Iscrizioni entro sabato 23.03.24 sul sito fiablaquila.it o su www.andiamoinbici.it. I partecipanti sono tenuti al rispetto del Codice della Strada, soprattutto nelle parti del percorso aperte alla viabilità ordinaria. Si consiglia l’uso del casco protettivo omologato.

Per motivi di sicurezza al fine di evitare inutili incidenti nella partecipazione in gruppo si consiglia di tenera la distanza dal cicloturista che vi precede. Tutti i partecipanti sono tenuti a rispettare l’ambiente e a non gettare rifiuti lungo il percorso. Gli organizzatori non sono responsabili di eventuali danni o furti subiti. Gli organizzatori non sono responsabili di eventuali infortuni ed eventuali danni a terzi.

L’organizzazione si riserva in qualsiasi momento la facoltà di apportare variazioni del percorso. Le strade percorse sono asfaltate e bianche. MINORI: è obbligatorio l’uso del casco a norma e l’accompagnamento di un adulto in tutto il percorso.

“Non basta amare la libertà con ardore, come il popolo l’ama, bisogna conoscerla, praticarla, volerla come bene supremo, come mezzo e fine del nostro polito risorgimento” G. Mazzini




LA GROTTA DEI PULCINI

Chieti, 18 marzo 2024.  Da Rapino, percorrendo la S.S. 263 in direzione Bocca di Valle, che poi diventa SP 214, dopo circa 2,5 Km, immettersi nella strada sulla destra, molto malmessa, segnalata “Forcatura”. Dopo il primo tratto tutto in salita, si parcheggia a fine strada, su un pianoro, (670 m) e si prende la carrareccia a sinistra, con indicazione FORCATURA. Mi trovo nel territorio del PARCO NAZIONALE DELLA MAIELLA.                                                                                                         

Il cielo è azzurro e non c’è nessuna nuvola, la temperatura primaverile è gradevole, c’è assenza di vento. Ascolto i primi cinguettii dei volatili e osservo le gemme che riempiono i rami dei faggi.  Mi affascina la vistosa (Hepatica nobilis) – l’Anemone epatica, comunemente nota come erba trinità, con i fiori blu, che sbocciano all’inizio della primavera. Questo fiore blu impreziosisce il terreno ancora brullo ed umido del sottobosco, ancora coperto dalle foglie secche dell’autunno.

È curioso la spiegazione di EPATICA, che proviene dalla forma particolare delle foglie, che somigliano ai lobi del fegato. La località FORCATURA, per anni è stata frequentata per i campi estivi sia dagli scout che dall’azione cattolica. C’è ombra, il terreno è pianeggiante e non distante dai centri abitati. Ci sono due fontane … ma asciutte! In tempi passati erogava molta acqua, ecco la scelta per i campi estivi.

Purtroppo, l’area PICNIC di Forcatura, è un ammasso di legni fradici, sia tavoli che panchine. Un buontempone ha preferito lasciare un copertone di ruota, appoggiato al bidone della raccolta dei rifiuti. In montagna … il gusto di questa idiozia, ci guadagna! La segnaletica è soltanto per le MOUNTAIN BIKE che, purtroppo, hanno danneggiato la cotica erbosa boschiva, creando un solco nel terreno, che diventa profondo, causa pioggia. È il noto DISSESTO IDROGEOLOGICO.  C’è un avviso attaccato al tronco di un albero, che vieta alle persone di usare il sentiero, ormai mal ridotto. La maggior parte delle persone, preferirebbe che i sentieri venissero utilizzati da loro, anziché dalle bici, ma il mondo …sta’ cambiando! Uscito dal bosco incrocio la strada provinciale 68, che arriva alla PIANA DELLE MELE “Piànë dë lë Mélë”. Cammino in salita non difficoltosa, sino all’indicazione della GROTTA DEI PULCINI (900 m). Mi immetto sulla carrareccia e poco distante, una tabella descrive questa grotta. Si salgono dieci scalini con una poggia mano in legno, per la sicurezza, ed … eccoLA!

Ci sono due panchine, mi seggo e, assorto nel silenzio, contemplo questa grotta fiabesca. STALATTITI E STALAGMITI di tutte le forme, una bellezza! Ascolto il flebile rumore delle gocce di acqua, che cadono dalla cupola, sul terreno rossiccio nel tratto iniziale e roccioso alla fine della grotta. Mi interessa il punto panoramico, quindi… decido di proseguire. Mi fermo per contemplare una farfalla gialla, che volteggiava con grazia, davanti i miei occhi. Aspettavo che si posasse per fotografarla, ma non ci sono fiori e l’ho seguita con lo sguardo, ammirando le sue evoluzioni sino a scomparire. Supero l’area PICNIC, non ne ho mai visto una così ben fatta, con tavoli e panche che sembrano uscite dal laboratorio. La speranza è che rimane così per un lungo tempo…Molto interessante una griglia inclinata per arrostire vari tipi di carne. Per raggiungere Il punto panoramico, non c’è sentiero e dopo una scala di pochi gradini, devi camminare su una fenditura del terreno, reso profondo dalle mountain bike che, essendo il luogo molto ripido, devono per forza frenare. Infatti, c’è anche una messa in guardia su una roccia… SALTO… L’acqua piovana ha peggiorato la situazione.

Ma ecco una voce … Lucianoooo… torna indietroooo …! Ho seguito il suo consiglio ed ho fatto bene. Mi sono tolto da una situazione faticosa e pericolosa, considerando che ero solo. Per ritrovare il sentiero che ho fatto all’andata, sul suolo ho messo una freccia con i rami.   

                                                                                                  Una escursione, la GROTTA DEI PULCINI, che dà una visione della vita più positiva per essere felici e, ti riconcilia con il genere umano

Distanza 8 Km A/R

Difficoltà E

Dislivello +/- 350 m  

Durata 3 ore 30 minuti

N.B. C’è l’alternativa per visitare senza fatica LA GROTTA DEI PULCINI, percorrendo la strada statale 263 da Rapino, che poi diventa SP 214 per Bocca di Valle e la SP 68 per località PIANA DELLE MELE. Poco prima di arrivare a questo parcheggio, salendo a sinistra, c’è l’indicazione della GROTTA DEI PULCINI.

Luciano Pellegrini




BASEBALL E SOFTBALL: Pubblicati i calendari 2024

Al via la stagione agonistica delle tre squadre abruzzesi impegnate nei campionati nazionali. L’Atoms’ Chieti gioca il campionato di serie B, Chieti baseball e progetto teramano impegnate in C

Chieti, 18 marzo 2024. Brillano i “diamanti” d’Abruzzo per l’esordio della stagione 2024 di baseball e softball. Sono 3 le squadre impegnate a livello nazionale, nella categoria Senior: l’Atoms’ Chieti, disputerà il Campionato di serie B, mentre Chieti Baseball-Amatoriale e Progetto Baseball Teramano giocheranno in serie C.

Chieti e Teramo sono state inserite nel girone N, insieme a Caserta e Salerno, per poi disputare a maggio l’intergirone O, contro le squadre di Roma, Viterbo, Montefiascone e Perugia.

Sicuramente un campionato più interessante rispetto allo scorso anno (il Chieti arrivò agli spareggi), che per la prima volta coinvolge anche le squadre laziali, ma resta comunque il rammarico per una stagione che prevede appena 10 partite in calendario (il minimo storico per un campionato di serie C).

Opening day previsto per il 21 aprile: il Chieti gioca in trasferta contro Salerno, mentre il Teramo ospita il Caserta.

Il 28 aprile invece sarà la volta delle ragazze dell’Asd Atoms’ Chieti che debuttano in casa (sul diamante “Tommy Lasorda” di Tollo) contro il Grosseto, alle ore 12.

È un girone difficile dal punto di vista tecnico e impegnativo per i chilometri da percorrere, quello che attende l’Atoms’ Chieti, inserito nel raggruppamento G, insieme a Grosseto, Firenze, Cali Roma e Fisciano (SA). Le giornate si disputeranno sempre con la formula del doppio incontro (si gioca due volte nello stesso giorno, contro la stessa squadra).

L’Atoms’ che l’anno scorso ha centrato l’obiettivo playoff, sconfitto poi per un solo punto nella finalissima contro la Fiorentina, quest’anno potrà contare sull’inserimento in prima squadra di nuove atlete provenienti dall’Under 18.

Grande fermento anche per l’attività giovanile, con 4 campionati regionali al via: U12 (Chieti, Tollo, PBT), U15 (Teramo, Tollo), U20 (Chieti, PBT, U18 softball (Atoms’ Chieti).




MATTINIERI DEL TEMPO

Un manifesto che illumina le ombre sulla Guerra dei Poveri.  Giuseppe D’Alonzo danza sulla linea del fronte sociale

Giulianova, 18 marzo 2024.  Giuseppe D’Alonzo, il cantautore e chitarrista pescarese noto per la sua attitudine rock/blues e per aver fondato i Crabby’s, torna sulle scene musicali con un nuovo singolo che promette di scuotere l’anima e muovere i corpi: “Mattinieri del Tempo”.

Dopo aver esplorato il panorama acustico con delicatezza e introspezione, D’Alonzo abbraccia nuovamente le sonorità che lo hanno consacrato e contraddistinto, presentandoci un brano dal sapore indiscutibilmente rock e irresistibilmente disco. Un vero e proprio inno alla resilienza dell’essere umano, incapsulato in melodie capaci di fondere magistralmente ritmo e riflessione.

Già noto a pubblico e critica per opere che flirtavano con il dancefloor come “Non imitare mai” e “Tipico”, l’artista questa volta spinge il pedale dell’acceleratore sull’energia ballabile, consegnandoci un pezzo che si sposa perfettamente con ogni pista da ballo italiana.

Il testo di “Mattinieri del Tempo” affronta con acutezza e una punta di amara ironia la tematica della cosiddetta “guerra dei poveri”, un fenomeno sempre più palpabile nella società contemporanea, in cui la classe media si trova schiacciata e l’inflazione erode il potere d’acquisto. D’Alonzo, con la sua penna fulgida e affilata, dipinge vividi ritratti di quegli “arrampicatori sociali” pronti a tutto pur di emergere, definendoli “mattinieri del tempo” che «si dispongono a corte come fanti che indossano sai».

Mediante versi come «Cosa parli del vento se non hai neanche un po’ corteggiato il deserto quando il sole diceva di no», il cantautore e chitarrista pescarese invita l’ascoltatore a meditare sulla genuinità dell’esperienza e sull’importanza di affrontare le proprie battaglie con coraggio e integrità. La critica attenta e pungente su cui si articola la traccia, non risparmia nemmeno la classe dirigente, colpevole, secondo D’Alonzo, di aver condotto il Paese in uno stato di crisi perpetua, senza mai assumersi le proprie responsabilità.

Al di là della sua indiscutibile qualità musicale, “Mattinieri del Tempo” è un’opera intrisa di significati profondi e attuali, un invito a riflettere su questi temi, un richiamo a non restare indifferenti di fronte alle ingiustizie che ci circondano. Un brano-manifesto, un grido di battaglia contro la conformità e l’apatia che troppo spesso caratterizzano la nostra società. L’artista, con la sua proverbiale maestria, ci guida in un cammino sulle complessità della vita moderna, esplorando temi di lotta, resilienza, perseveranza e la costante ricerca dell’autenticità in una contemporaneità che premia l’omologazione.

L’originalità del videoclip ufficiale che supporta il singolo, realizzato con la collaborazione della talentuosa Boogie Bombs Crew – una crew tutta al femminile nata a Roma nel 2018 dall’incontro di sei ballerine provenienti da diverse parti d’Italia che unisce sei linguaggi e personalità artistiche con l’esigenza e il desiderio di emanciparsi sotto lo stesso nome – per la regia del visionario Michele Macaluso, aggiunge ulteriore fascino al progetto, dimostrando un’attenzione particolare alla sinergia tra musica e immagine che impreziosisce l’esperienza d’ascolto. Una celebrazione della forza espressiva della danza, che nell’energia delle ballerine professioniste e nella loro capacità di comunicare attraverso il movimento, incarna perfettamente lo spirito del pezzo, rendendo il video non solo un accompagnamento visivo al brano, ma una componente essenziale del messaggio che D’Alonzo desidera trasmettere.

“Mattinieri del Tempo” non è solo un brano che invita a ballare, ma è anche un monito, un’esortazione a non perdere di vista l’essenza dell’umanità e della solidarietà anche nei momenti più bui. L’artista ci ricorda che, nonostante tutto, la musica rimane uno strumento potentissimo di espressione e cambiamento, capace di unire le persone e di ispirare alla resistenza e alla speranza.

Con una carriera costellata di successi e collaborazioni significative, sia a livello nazionale che internazionale, Giuseppe D’Alonzo conferma con questo suo come back rock-dance il suo talento ineguagliabile e la sua capacità di rinnovarsi, rimanendo al contempo fedele alla sua visione artistica e ad una cifra stilistica unica e riconoscibile. Questo brano si pone come un nuovo capitolo entusiasmante della sua discografia, segnando l’inizio di un anno che promette di essere ricco di sorprese e di nuova musica che, senza dubbio, continuerà a parlare al cuore e all’anima degli ascoltatori.

BIOGRAFIA

Giuseppe D’Alonzo è un cantautore chitarrista pescarese, fondatore dei Crabby’s, band con cui pubblica i singoli “L’uomo di Ieri”, “I was born yesterday” e “Free”. La sua passione incondizionata per il rock e il blues lo porta ad intraprendere la carriera solista nel 2016, anno in cui rilascia “Bad Past”, il suo primo EP indipendente in lingua inglese. A questo esordio seguono i singoli “Realize” (2017) e “Mistake” (2018), che lo conducono ad approdare, nel 2020, al suo primo album in italiano, “Tornerà”. Il 2020 segna un momento cruciale nella sua carriera con l’uscita di “Strane Forme di Complicità”, traccia che consacra la sua posizione nell’ambiente rock tricolore. La carriera di D’Alonzo si distingue per le numerose e significative collaborazioni, sia a livello nazionale che internazionale, tra le quali spiccano quella con la cantautrice londinese Melanie Crew e con l’italiana Patrizia Torrieri, culminata nella pubblicazione del brano “Senza troppo mestiere”. L’anno successivo, la sua creatività si unisce a quella di Eleonora Toscani nel singolo “Decuisamente Labile”, prodotto dall’etichetta milanese Maninalto!. Il 2022 vede l’uscita del progetto full length “Fantasmi di Carta”, composto da 16 tracce e accompagnato da un’importante anteprima video realizzata da Michele Bernardi. Al disco, segue la pubblicazione di “Gravità”, arricchito da un innovativo video realizzato con la tecnica del Puppet & Paper Cut Stop Motion. Il 2023 porta con sé il singolo “Come si fa”, presentato al pubblico attraverso un video in stop motion paper cut firmato da Gianni Donvito. Il 2024 si apre con la pubblicazione di “Canzoni per chi…”, un progetto realizzato in collaborazione con Elisa Sandrini e valorizzato da un video girato nella suggestiva cornice di Roma e prosegue con “Mattinieri del Tempo”, un come back al rock, impreziosito da sfumature dance, che dipinge i vividi tratti della critica sociale nei confronti delle diseguaglianze. Il videoclip del brano, diretto dal visionario Michele Macaluso, è impreziosito dalla collaborazione della Boogie Bombs Crew, una crew tutta al femminile nata a Roma nel 2018 dall’incontro di sei ballerine provenienti da diverse parti d’Italia che unisce sei linguaggi e personalità artistiche con l’esigenza e il desiderio di emanciparsi sotto lo stesso nome. Con un percorso artistico così ricco e variegato, Giuseppe D’Alonzo continua a dimostrare la sua versatilità e il suo profondo legame con la musica, confermandosi come uno degli artisti più interessanti e autentici del panorama rock italiano.




CATERINA CARONE AL KURSAAL

Mercoledì 20 marzo, a conclusione della rassegna “Inverno d’Essai”. La regista abruzzese interverrà prima della proiezione del suo “I limoni d’inverno”. Presente l’assessore alla Cultura Paolo Giorgini.

Giulianova, 18 marzo 2024. Sarà Caterina Carone a chiudere “Inverno d’Essai”, la rassegna cinematografica, organizzata dall’ Assessorato alla Cultura, che si è tenuta ogni mercoledì, a partire dal 14 febbraio, a palazzo Kursaal. La regista, di origini abruzzesi, interverrà mercoledì prossimo, 20 marzo,  prima della proiezione del suo “I limoni d’inverno”, film con Christian De Sica e Teresa Saponangelo diretto nel 2023. Ad accoglierla, a portare i saluti istituzionali e  a ringraziare il pubblico per la partecipazione costante, sarà l’assessore alla Cultura Paolo Giorgini. Dialogherà con Caterina Carone, Leonardo Persia.

Si tratta di una chiusura molto attesa, che darà ai presenti la possibilità di assistere ad un film delicato e intelligente, ed insieme di ascoltare e conoscere la regista che lo ha diretto.

Caterina Carone, 42 anni, sceneggiatrice e regista, è originaria di Sant’Omero (Te). Si è laureata nel 2005 in Scienze della Comunicazione all’Università degli Studi di Bologna. Dal 2004 al 2007 ha frequentato la ZeLIG, Scuola di documentario, televisione e nuovi media, di Bolzano, diplomandosi in sviluppo del progetto, produzione e regia. Nel 2007 è stata invitata al Berlinale Talent Campus – Festival del Cinema di Berlino per il progetto “Le chiavi per il paradiso”.  Con il documentario per il cinema “Valentina Postika in attesa di partire” ha vinto il Premio Solinas nel 2008 e il Torino Film Festival nella sezione ITALIANA.DOC come Miglior Documentario Italiano 2009. Alcuni suoi racconti sono stati pubblicati sulla rivista Nuovi Argomenti. Nel 2016 è uscito nelle sale il suo primo lungometraggio dal titolo “Fraulein- Una fiaba d’inverno”. Del 2023 il film “I limoni d’inverno”.  




PROGETTO P.I.C.C.O.L.I. COMUNI

Il 19 marzo i sindaci a confronto per il rafforzamento della capacità amministrativa

Rocca San Giovanni, 18 marzo 2024. Interverranno Antonio Decaro, presidente Anci e sindaco di Bari, il segretario generale Veronica Nicotra, il delegato Aree interne Lino Gentile, i presidenti delle Anci regionali e il direttore generale del Dipartimento funzione pubblica Sauro Angeletti

Il confronto tra i Comuni del Progetto P.I.C.C.O.L.I., la condivisione delle azioni già realizzate e degli obiettivi raggiunti saranno al centro del laboratorio che si terrà martedì 19 marzo a Rocca San Giovanni (presso l’Hotel Villa Medici) dalle ore 10 alle 18. P.I.C.C.O.L.I. è un progetto promosso dal Dipartimento della Funzione pubblica nell’ambito del Programma operativo complementare al PON Governance e Capacità Istituzionale 2014-2020 ed attuato da Anci quale centro di competenza nazionale per il rafforzamento della capacità amministrativa dei piccoli Comuni.

I lavori si articoleranno in un tavolo mattutino dedicato ai Comuni già operativi nel Progetto, e una sessione plenaria pomeridiana rivolta a tutti i Comuni interessati.

Nella prima parte della giornata si discuterà delle strategie e degli strumenti introdotti per il rafforzamento della capacità amministrativa, con le buone esperienze realizzate e quelle in corso utili anche per i Comuni che stanno per avviare il percorso. Interverranno Il sindaco di Rocca San Giovanni  Fabio Caravaggio per i saluti istituzionali,  Lara Panfili, project manager del Progetto, Pierciro Galeone direttore Ifel, Francesco Minchillo task manager del Progetto. Seguirà il dibattito con amministratori locali e tecnici dei Comuni.

A chiudere la prima parte dei lavori saranno il direttore dell’Ufficio per l’innovazione amministrativa, la formazione e lo sviluppo delle competenze del Dipartimento funzione pubblica Sauro Angeletti e la project manager Lara Panfili.

Partecipano, tra gli altri, alla sessione mattutina Nicola Andreacola (Sindaco di Giuliano Teatino), Gabriella Conti (Segretario comunale di Gissi), Vito Bozzi (Sindaco di Binetto), Diego Iacono (Sindaco di Chieuti), Nicola Iannone (Sindaco di Tornareccio), Antonio D’Angelo (Sindaco di San Valentino in Abruzzo Citeriore), Francesco Crivelli (Sindaco di Sant’Eufemia a Maiella), Simone Romano D’Alfonso (Sindaco di Lettomanoppello), Luigi De Acetis (Sindaco di Caramanico Terme).

Nel pomeriggio si svolgerà la sessione plenaria dei lavori, un confronto aperto a tutti sul tema “Quale  futuro per i piccoli Comuni”, che sarà aperta dal Segretario generale dell’Anci, Veronica Nicotra e dall’intervento di Lino Gentile, sindaco Castel del Giudice e delegato Anci per le Aree interne a cui seguirà l’intervento di Davide Ferrari amministratore della community social “Se Sei Sindaco” per poi lasciare spazio al dibattito tra i sindaci presenti con i dirigenti e funzionari Anci e con le Anci Regionali, rappresentate da Andrea Bernardo, presidente Anci Basilicata, Gianguido D’Alberto, presidente Anci Abruzzo, Pompilio Sciulli, presidente Anci Molise e Michele Sperti vice presidente vicario Anci Puglia. Le conclusioni saranno affidate al presidente di Anci e sindaco di Bari, Antonio Decaro.

Nel corso dell’incontro verrà premiata anche la prima Unione di Comuni, Città della Maiella che scaturisce dal progetto Piccoli come buona pratica per mettere a sistema servizi, personale e risorse.




CONTRO IL RAZZISMO

XX^ Settimana di azione dal 18 al 24 marzo 2024

L’Aquila, 18 marzo 2024. Anche quest’anno, Arci L’Aquila APS in collaborazione con Arci Solidarietà L’Aquila SCS, enti gestori dei progetti SAI di Pizzoli e dell’Aquila, hanno definito un calendario di iniziative all’interno della Settimana di Azione contro il razzismo, dal 18 al 24 marzo 2024.

La Settimana di azione contro il razzismo, è un appuntamento tradizionale di iniziative di informazione, sensibilizzazione e animazione territoriale che vengono promosse dall’Unar in tutta Italia. L’evento è realizzato ogni anno in occasione della celebrazione in tutto il mondo della Giornata per l’eliminazione delle discriminazioni razziali, fissata nella data del 21 marzo dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, a ricordo del massacro perpetrato dalla polizia sudafricana nel 1960, a Sharpeville, di 69 manifestanti che protestavano pacificamente contro le leggi razziste emanate dal regime dell’apartheid.

A L’Aquila, le attività sono iniziate la settimana scorsa con incontri all’interno dell’Istituto Comprensivo Don Milani di Pizzoli  dove gli studenti hanno intervistato alcuni beneficiari dei progetti di Accoglienza ed Integrazione. Questa settimana invece gli operatori ed i beneficiari dei progetti del Sistema di Accoglienza ed Integrazione effettueranno diversi interventi all’interno dell’Istituto Comprensivo Carducci dell’Aquila incentrati sullo sfruttamento lavorativo.

Verrà inoltre proiettato il documentario “Trieste è bella di notte”, diretto da Matteo Calore, Stefano Collizzolli e Andrea Segre, presso l’Istituto Comprensivo Cotugno e presso il Centro per l’Istruzione degli Aduli dell’Aquila.  “Trieste è bella di notte”, è un documentario sulle “riammissioni informali” dall’Italia verso la Slovenia dei migranti provenienti dalla rotta balcanica. Un’antologia di storie raccontate in prima persona e attraverso le immagini dei cellulari dei suoi protagonisti: giovani uomini provenienti principalmente da Pakistan e Afghanistan, rimasti incastrati nella indefinitezza di una politica migratoria italiana (ed europea) che non accoglie ma respinge.

Ben 4 le scuole coinvolte nella XX° Settimana di azione contro il Razzismo da Arci L’Aquila APS in collaborazione con Arci Solidarietà L’Aquila SCS con l’assoluta convinzione dell’importanza di portare esperienze di vita all’interno delle scuola serva ad arricchire il bagaglio culturale dei giovani studenti affinché questi riescano sempre più ad avere una consapevolezza più ampia del loro stare al mondo nel rispetto dei diritti di tutte e di tutti e per riflettere tra chi viene definito “il Noi” e chi viene considerato “gli Altri”.




IL CS AVEZZANO SERIE C

La conquista a Montesilvano

Montesilvano, 18 marzo 2024. Grande esordio per il Circolo Scacchi Avezzano, associazione di giovane formazione, alla 55esima edizione dei Campionati Italiani a Squadre di Scacchi. I Campionati a Squadre, organizzati dalla Federazione Italiana Scacchi, sono forse l’evento scacchistico più atteso dell’anno, in cui le abilità del singolo devono coordinarsi ad un eccellente lavoro di squadra.

Le partite si sono svolte tutte durante il weekend (15-16-17 marzo) presso il Grand Hotel Adriatico di Montesilvano con la formula di torneo a sistema svizzero in cui si sono affrontate ben 17 squadre costituite dai migliori giocatori della regione oltre che da molte giovani promesse.
Il team di marsicani, capitanato da  Dirk Maxion e Giulio Gentile, e composto da Dario Celli (CM), Gaetano Scipioni (CM), Dirk Maxion (FM), Alessandro Curitti, Benito Falbo,  Edoardo Falbo e Giulio Gentile, ha concluso il torneo in prima posizione totalizzando 9 punti su 10 e conquistando così la promozione in Serie C.

In seconda posizione è arrivata la D’Annunzio Pescara, anch’essa promossa in serie C e al terzo posto una promettente Libertas Nereto. Oltre la promozione, Dirk Maxion e Gaetano Scipioni si sono aggiudicati il primo posto nella Serie del Campionato rispettivamente in prima ed in terza scacchiera.

Il Presidente dell’associazione, Damiano D’Agostino, si dichiara orgoglioso del risultato ottenuto affermando che questa promozione non potrà che essere di buon auspicio per il movimento scacchistico cittadino.

Per tutti gli appassionati del gioco degli scacchi gli appuntamenti settimanali sono i seguenti:

– Ogni martedì dalle 21:00 alle 23:00 presso la Sede Unitalsi in via S. Cataldi 51

– Ogni venerdì dalle 21:00 alle 23:00 presso via Persanti Mattarella 6  (lezioni per esperti)

L’ASD Circolo Scacchi Avezzano è anche attiva su Instagram dove vengono sponsorizzati eventi e tornei.




IL FUTURO È DEI NUOVI GIOVANI

Collecorvino celebra la Giornata del Cittadino

Collecorvino, 18 marzo 2024. “A Collecorvino si nasce, ma si rinasce anche”: non è uno slogan realizzato per l’occasione ma è il frutto delle considerazioni dei ragazzi della comunità “Il Faro” del comune vestino nel pescarese, che quotidianamente vivono il territorio che li ha accolti senza pregiudizi, riportandoli a nuova vita.

Proprio loro, con i loro occhi grandi e pieni di emozione e la loro voglia di vita e di futuro, ieri sono stati i protagonisti della terza edizione della Giornata del Cittadino, voluta dall’amministrazione comunale, che si è celebrata presso il Convento di San Patrignano al suon dell’Inno di Mameli a cura della banda locale.

Il Sindaco Paolo D’Amico ha voluto celebrare i suoi cittadini: i neonati del 2023 che sono ben 38 e che hanno ricevuto una ‘carta d’identità’; la Costituzione Italiana è stato l’omaggio per i nuovi maggiorenni che sono 56 e che hanno già esercitato il diritto di voto la scorsa domenica in occasione delle elezioni regionali, e per gli stessi ragazzi del Ceis, acquisiti ma ormai parte integrante di quel territorio che li ha amati grazie anche all’impegno dell’oggi Vice sindaco Antonio Zaffiri, che da sindaco ha combattuto per dare vita a questa realtà di recupero realizzata nel 2016.

“La vita ci porta ad andare di corsa: la frenesia della quotidianità ci porta ad incontrarci, a vederci di sfuggita ma pone dei limiti ad una vera conoscenza; la Giornata del Cittadino ha lo scopo di presentare a tutta la cittadinanza sia i bimbi che sono nati nel 2023 e i loro genitori, sia i neo-diciottenni che si affacciano ad una nuova realtà che è quella dell’impegno sociale e della responsabilità – spiega il sindaco D’Amico. – Questa sera con noi c’è il futuro di Collecorvino e noi vogliamo simbolicamente dare loro gli strumenti per essere parte integrante della nostra comunità: una nascita è sempre un nuovo inizio; diventare maggiorenni implica delle scelte che guardino al futuro con fiducia”.

Si tratta di una riflessione condivisa anche dallo stesso Consigliere con delega alla Famiglia e Terza età, Ivo Padula che ha sottolineato altresì come “è importante, per l’Amministrazione, stare vicino alle esigenze delle famiglie, ed una testimonianza del fatto che Collecorvino cresce è data dai lavori che stanno interessando la scuola ‘Cicoria’ con l’apertura ad anno nuovo dell’asilo nido che ha come primo obiettivo quello di offrire un servizio, oggi, diventato ormai fondamentale per le famiglie”.

Come spiega il Consigliere comunale con delega alle Politiche giovanili, Emanuele Maggiore: “Per me è sempre una grande emozione accogliere all’interno della società civile i neomaggiorenni. lo facciamo regalando loro una copia della costituzione italiana simbolo dei valori cardine della nostra società, scritta dai padri costituenti pensando proprio alle generazioni future: il mio auspicio è che i ragazzi ne possano fare tesoro per quello che sarà il loro percorso di vita”.

“Una cosa voglio dire a questi ragazzi: riempite la vostra vita di impegni positivi, partecipate alla vita sociale della comunità, che sia sport, associazionismo o politica. La consulta dei giovani di Collecorvino ne è uno splendido esempio, di cui sono molto fiero e orgoglioso. I ragazzi della consulta infatti organizzano attività sportive, ludiche e culturali, creando un simposio di idee, anche divergenti tra loro, che genera tra i ragazzi un confronto positivo che li aiuta a crescere” – ed è proprio con l’augurio che Collecorvino possa avere sempre una comunità unita e collaborativa, a partire dai nuovi giovani, che conclude Maggiore.




BULKY, IL ROMANZO

Raffaella Simoncini continua a parlar della sua esperienza prossimo appuntamento ad Ortona

Ortona, 18 marzo 2024. Fiera del suo traguardo al Premio Letterario Giornalistico Nadia Toffa, Raffaella Simoncini continua a parlare della propria esperienza personale racchiusa nel romanzo “Bulky” della Neo Edizioni dove racconta della malattia e dell’amicizia tra due donne accomunate da una stanza d’ospedale e dalla presa di coscienza di voler cambiare la propria vita.

Il prossimo appuntamento con il viaggio nei trascorsi della giovane ma forte autrice è per il 22 marzo ad Ortona alle ore 18:30, presso la Biblioteca Comunale Diocesana “San Domenico” (via Leone Acciaiuoli,77) di Ortona, dove Raffaella dialoga con l’editore Francesco Coscioni (Neo Edizioni) e Micaela Ortolano, Responsabile Libreria Moderna di Fabulinus & Minerva; interviene inoltre Marina Vitullo, Responsabile della Biblioteca che accoglie l’evento.

Bulky, che in inglese significa “ingombrante”, è anche un termine medico, oncologico, usato per indicare una massa maligna che va asportata. La protagonista Luce, ha trovato questa parola nella sua cartella clinica, e da quel momento la usa per dare un nome alla malattia e per indicare la freddezza e l’asetticità della diagnosi, delle terapie e della lunga convalescenza.

Come compagna di stanza ha una donna anziana, insopportabile. Un’ex cuoca arrabbiata con il mondo, di quella rabbia che ferisce perché dice la verità.

Per Luce il tempo sembra fermarsi, il senso di inadeguatezza cresce, i giorni incespicano in una grammatica nuova, che le due donne dovranno imparare per scoprire di avere in comune qualcos’altro oltre la malattia: un conto in sospeso con le proprie vite.

Traendo ispirazione dal proprio vissuto, Raffaella Simoncini racconta di due destini che, loro malgrado, si intrecciano in un presente senza più certezze. E lo fa con un romanzo in cui questo presente diventa un fondale inesplorato da scandagliare per raggiungere la superficie e riuscire a scivolare via, come gli origami di carta che la protagonista faceva con sua nonna da bambina.

Raffaella Simoncini è nata a Milano e vive a Pescara. Frequenta laboratori e spazi teatrali, ha studiato scrittura creativa presso la Scuola Macondo di Pescara fondata dallo scrittore Peppe Millanta. È tra le fondatrici dell’Associazione FonderieArs, che si occupa di arte e teatro. Affida alla trasfigurazione del romanzo la sua esperienza della malattia e scrive Bulky, suo esordio letterario.     

L’ingresso all’evento è gratuito.




MATEMATICA RETROCESSIONE

La Sieco perde contro Reggio Emilia

Ortona, 18 marzo 2024. La Sieco illude con un primo set da favola e poi si spegne. La Conad priva anche del suo opposto ed ex-impavido Christoph Marks vince da tre punti e condanna la Sieco alla Serie A3. Sembrava una

Sieco trasformata quella che si è vista nelle prime battute di questa importantissima gara. Gli impavidi interpretano bene la fase difesa/ricostruzione e anche il muro sembra in giornata positiva. Lo stato di grazia però si interrompe nel secondo set. I Tanti errori al servizio per entrambe le squadre ma la Sieco non riesce ad approfittarne.  L’efficacia del muro emiliano cresce così come in fase di difesa e per i padroni di casa si fa dura. La Conad si mette in mostra con un efficiente contrattacco cosa che ai padroni di casa non riesce. Arrivano poi dolorosi errori nei momenti topici come invasioni e servizi sbagliati che hanno tagliato le gambe agli abruzzesi e messo le ali ai piedi alla Conad.

Arriva dunque la retrocessione in Serie A3 con una giornata di anticipo in una stagione fatta più di ombre che di luci.

IN BREVE

Ottimo avvio della Sieco che nel primo set, con Patriarca e Dimitrov al servizio scava subito un importante solco di cinque punti. Continua a macinare gioco l’Impavida che continua ad avere buon gioco a muro. Dimitrov gestisce con cura gli attacchi variando molto le sue scelte.

Più equilibrato l’avvio di Secondo Set. Le squadre giocano colpo su colpo ma è la Sieco ad inseguire dopo che gli ospiti conquistano il punto break. Gli ospiti hanno preso le misure alla Sieco che nel frattempo diventano più fallosi dai nove metri, permettendo alla Conad di andare avanti. Colpo di coda della Sieco che sfiora soltanto una grande rimonta sul finale. Gli ospiti però in qualche modo riescono a rigiocare e a vincere il parziale.

Terzo Set che vede gli ospiti avanti e la Sieco ad inseguire ancora. Il muro della Sieco non riesce a fermare o a smorzare gli attacchi degli emiliani. Un paio di sfortunati errori, due invasioni di Ortona regala agli ospiti due punti pesanti nell’economia di una gara che si gioca anche sul piano della tenuta emotiva.

Nel Quarto Set la Sieco rientra in campo con il morale a terra. Coach Lanci prova una girandola di cambi ma il contrattacco degli ospiti è letale. Come spesso accade, anche questo avversario sembra riuscire a prendere qualunque attacco provenga dal campo bianco-azzurro e la forbice del punteggio delle due squadre si allarga man mano che il set si avvia alla conclusione.

PRIMO SET

Per l’ultima in casa davanti ai propri tifosi la SIECO scende in campo con il palleggiatore Dimitrov e Cantagalli opposto. Capitan Marshall e Bertoli schiacciatori e al centro la coppia Fabi/Patriarca. Libero Benedicenti.

Gli avversari della Conad Reggio Emilia rispondono con Sperotto regista e l’ex Marks opposto, schiacciatori di banda sono Suraci e Mariano, mentre al centro ci sono Volpe e Bonola. Libero Pochini.

Il primo servizio è tra le mani di Suraci della Conad Reggio Emilia. Il primo punto però è della Sieco e arriva da una veloce al centro di Patriarca, 1-0. Ace di Dimitrov 2-0. Bertoli per il 3-0. Ancora un Ace per la Sieco, ancora Dimitrov 4-0. Muro di Patriarca 5-0. Il primo punto degli ospiti è un mani-fuori di Gasparini 5-1. La Sieco ricostruisce e Marshall finalizza in diagonale per il 7-2. Muro di Cantagalli che ferma Mariano 8-2. Bertoli serve corto per il 9-2. Il muro su Cantagalli è fuori, 14-5. Ace anche per Cantagalli 15-5. Fuori la diagonale di Suraci 16-5, poi il muro di Fabi 17-5. Preti muove il tabellone di Reggio Emilia 17-6. Volpe sbaglia dai nove metri 18-6. Fabi sfodera un ottimo primo tempo 20-7. Bonola intuisce bene la pipe di Marshall e la ferma con un muro solitario 20-9. Patriarca si reinventa palleggiatore e serve Bertoli che trova il mani-fuori del 22-10. Invasione fischiata a Catellani 23-13. Fuori il servizio di Mariano ed è set point 24-14. Ace di Cantagalli e Ortona vince il primo set.

SECONDO SET

Dimitrov per la Sieco è pronto al servizio. Il muro di Patriarca è fuori di poco 0-1. Marshall 1-1. Volpe ferma Marshall con un muro preciso 3-5. Dimitrov di prima intenzione segna il punto del 5-7. Bertoli tira forte in diagonale e Preti non tiene 6-8. Dimitrov forza il colpo dopo un recupero ma la palla va in rete 6-10. Volpe ferma ancora Cantagalli 8-13. Marshall trova punta delle dita del muro avverso 9-13. Muro di Marshall 10-13. Pallonetto di Preti, 12-16. Bertoli con la diagonale del 13-17. È dentro la pipe di Bertoli 17-21. Dimitrov sceglie di attaccare una palla alta anziché palleggiare 19-22. Buona intesta tra palleggiatore e Patriarca 20-23. Ace per Dimitrov 21-23. Reggio Emilia spinge dentro una palla alta di ritorno, tap-in del 21-24. Cantagalli annulla il primo set-point 22-24 e Marshall il secondo 23-24. Ravenna riesce a ricostruire a vincere il set sul filo di lana 23-25.

TERZO SET

Si riparte con Volpe al servizio. Invasione fischiata a Reggio 1-0. Ortona ricostruisce bene e Bertoli fa 2-0. Gasparini tira la diagonale del 3-3. Bonola sbaglia il servizio 4-3. Poco dopo Cantagalli lo imita 5-5. Fuori l’attacco di Ortona 6-8. Patriarca legge bene e fa muro 10-10. Fuori il servizio di Preti 11-11. Ortona commette due invasioni di seguito e Reggio Emilia scappa avanti 11-13. Lapkov riconquista il servizio 12-14. Gasparini serve sulla rete 14-15. Bertoli a muro 16-16. Reggio Emilia riceve e contrattacca con Preti 16-18. Quattro tocchi fischiati a Reggio, il video-check conferma 18-18. Dimitrov non ne approfitta e sbaglia il servizio 18-19. Gasparini finalizza la ricostruzione 18-20. Patriarca al centro 19-20. Lapkov tiene viva la Sieco 21-20. Fuori l’attacco di Gasparini 21-21. Mariano fa il punto del 21-23 dopo l’ennesima ricostruzione. Pipe di preti 22-24. Marshall annulla il primo set-point 23-24. Fuori il muro di Ortona e Reggio Emilia si aggiudica il primo punto in palio.

QUARTO SET

Dimitrov al servizio, fuori 0-1. Lapkov murato fuori 1-1. Conad va al tap-in 1-3. Lapkov 3-4. La veloce di Patriarca è vincente 7-8. Fuori l’attacco di Bonola 8-8. Ace di Dimitrov 9-8. Bonola mura bene Patriarca 9-10. Marshall trova un buon mani-fuori 13-12. Fuori l’attacco di Lapkov 14-14. Dimitrov la palleggia dentro 16-16. Invasione fischiata a Bonola 17-17. Non riesce il contrattacco alla Sieco, al contrario ci riesce Reggio Emilia 18-20. Fuori il servizio di Lapkov 19-21. Dimitrov attacca a sorpresa 20-21. Doppia fischiata a Lapkov 20-23. Il punto che condanna la Sieco alla retrocessione in A3 è un muro ortonese finito fuori. 20-25.

Sieco Service Ortona – Conad Reggio Emilia 1-3 (25-14 / 23-25 / 23-25 / 20-25)

Durata Set: 24’ / 28’ / 32’ / 26’

Durata Totale: 1h 50’

Arbitri: Grassia Luca (Frascati) e Salvati Serena (Roma)

Sieco Service Ortona: Fabi 3, Broccatelli (L) % – % perfetta, Bertoli 13, Benedicenti (L) 79% – 34% perfetta, Del Vecchio, Marshall 11, Patriarca 14, Cantagalli 8, Tognoni 1, Donatelli n.e., Lapkov 7, Dimitrov 9, Lanci E. n.e. Coach: Lanci N. Vice: Di Pietro L.

Aces:   7 – Errori Al Servizio: 14 – Muri Punto: 7 – Ricezione Positiva: 64% – Attacco:  51%

Conad Reggio Emilia: Caciagli n.e, Mariano 12, Preti 16, Sesto, Sperotto, Catellani, Maiocchi, Gasparini 20, Bonola 7, Torchia (L), Pochini (L) 67% – 25% perfetta, Volpe 8, Suraci 1. Coach: Fabio Fanuli Vice: Tommaso Zagni.

Aces: 1   – Errori Al Servizio:  13 – Muri Punto: 8 – Ricezione Positiva:  60% – Attacco:  49%




L’AMICACCI SALUTA LA FINALE

Play-off Scudetto cede al Santo Stefano nella bella

Giulianova, 18 marzo 2024. Sfuma l’approdo in Finale Scudetto alla Deco Metalferro Amicacci Abruzzo, che deve arrendersi in Gara 3 di semifinale al Santo Stefano Kos Group, dopo la sconfitta subita il giorno precedente in Gara 2. La compagine marchigiana vince con un ampio 49-64 al Palacastrum di Giulianova e chiude la serie sul 2-1, accedendo così alla finale che mette in palio per il titolo tricolore, dove troverà l’UnipolSai Briantea84 Cantù.

Primi minuti di gioco ad alto ritmo che vede protagonisti in fase realizzativa rispettivamente Gabriel Benvenuto e Fabio Raimondi. L’Amicacci prova a prendere il comando con i canestri di Cavagnini e Barbibay ma gli ospiti restano in scia, anche grazie alla prodezza dalla distanza di Giaretti a fil di sirena (20-19).

L’inizio del secondo quarto vede le due squadre sfidarsi colpo su colpo, per poi perdere brillantezza offensiva. Il Santo Stefano si porta avanti affidandosi a Sabri Bedzeti nel pitturato, ma l’Amicacci risponde nel finale di tempo con un gran tiro di Greco Brakus e un miracolo di Shay Barbibay sulla sirena da centrocampo, che vale il vantaggio degli abruzzesi all’intervallo (33-30).

Il secondo tempo si apre ancora nel segno di Barbibay e Greco Brakus, ma l’Amicacci farà enorme fatica a segnare per tutto il resto del terzo quarto, trovando solo un caparbio canestro a rimbalzo con il suo play israeliano. La squadra di coach Ceriscioli invece è implacabile e sfrutta la maggiore fisicità sui due lati del campo, prendendo il comando della partita nel finale del terzo quarto grazie soprattutto ai canestri del solito Bedzeti (40-48).

Il Santo Stefano non rallenta nell’ultimo periodo, piazzando un immediato parziale che la lancia in fuga, guidata in attacco ancora dagli azzurri Bedzeti e Giaretti, mattatori del match. L’Amicacci paga un calo psicofisico dovuto agli impegni ravvicinati e non riesce ad avvicinarsi in modo pericoloso, con gli ospiti che si aggiudicano la serie e accedono in finale (49-64).

La stagione della Deco Metalferro non è finita. La compagine di coach Di Giusto giocherà la Finale per il 3°/4° posto contro la DinamoLab Sassari, a partire da mercoledì, in una serie al meglio delle tre gare, mentre dal 25 al 28 aprile sarà impegnata nelle Finals di Eurocup 1, con l’onore e l’onere di essere club ospitante del secondo trofeo continentale.

Tabellino

Deco Metalferro Amicacci Abruzzo: Brown 6 (10reb), Nagle, Benveuto 17 (10reb), Marchionni, Blasiotti, Topo, Cavagnini 6 (5reb), Stupenengo, Mandjam, Boganelli 2, Greco Brakus 4, Barbibay 14 (7ast). All. Di Giusto.

Santo Stefano Kos Group: Barbe, Raimondi 14, Buso, Tanghe 2, Veloce 2, De Miranda, La Terra, Giaretti 26, Marin, De Deus Ramos, Bedzeti 20. All. Ceriscioli.

Serie A – Play-off Scudetto

Semifinali

UnipolSai Briantea84 Cantù – Banco di Sardegna Sassari 2-0

Deco Metalferro Amicacci – Santo Stefano Kos Group 1-2

Finali

Gara 1 (20/03) – Gara 2 (23/03) – ev. Gara 3 (24/03)

3°/4° posto: Deco Metalferro Amicacci – Banco di Sardegna Sassari

1°/2° posto: UnipolSai Briantea84 Cantù – Santo Stefano Kos Group

Stefano D’Andreagiovanni




NUOVA STRUMENTAZIONE ALL’OSPEDALE

Donata il reparto di Otorinolaringoiatria centro di eccellenza del territorio.

Sulmona, 18 marzo 2024. Arriva a Sulmona il VHIT Interacoustics, tecnologia fondamentale per la diagnosi delle patologie dell’equilibrio e audio-vestibolari. Lo strumento è stato donato dall’Istituto Acustico MAICO della famiglia Menzietti.

La dottoressa Benedetta Autiero Celidonio: «Grazie a questa donazione, l’Ospedale di Sulmona sarà ancor di più polo di riferimento per la diagnosi sui disturbi dell’equilibrio».

Mauro Menzietti: “la responsabilità sociale è una priorità. I nostri sforzi sono per sostenere i bisogni del territorio e valorizzare l’impegno della classe medica”.

Martedì la conferenza stampa di presentazione e il taglio del nastro del VHIT, con un parterre d’eccezione.

I disturbi dell’equilibrio influenzano significativamente la qualità di vita, rendendo cruciale una diagnosi accurata. L’audio-vestibologia gioca un ruolo chiave in questo processo, e strumenti di alta tecnologia come il VHIT Interacoustics permettono una diagnosi differenziale efficace. Questo dispositivo rappresenta un supporto importante per i professionisti della salute, offrendo un metodo affidabile per valutare le condizioni dell’equilibrio.

L’Istituto Acustico MAICO per questi motivi ha deciso di donare lo strumento VHIT Interacoustics al reparto di Otorinolaringoiatria dell’ospedale di Sulmona. Un passo significativo nell’incremento delle risorse mediche disponibili per il trattamento e la diagnosi delle specifiche patologie.  L’Unità Operativa Complessa di Otorinolaringoiatria del P.O. di Avezzano e Sulmona, diretta dal dott. Fabrizio Silvagni è già un’eccellenza del territorio abruzzese: con questa donazione e con l’arrivo del VHIT Interacoutics il reparto di Sulmona diventa davvero un Centro di riferimento fondamentale per la cittadinanza. L’equipe medica del reparto ORL di Sulmona è formata dalla dott.ssa Autiero Celidonio, dal dott. Montaldi e dal dott. Scatena.

La dott.ssa Benedetta Autiero Celidonio: “vorrei innanzitutto ringraziare l’Istituto Acustico MAICO e in particolare Mauro Menzietti a nome di tutta l’Otorinolaringoiatria dell’Ospedale Santissima Annunziata di Sulmona e a nome del Direttore della UOC Avezzano-Sulmona, dott. Fabrizio Silvagni. Il VHIT è uno strumento che permette la diagnosi differenziale tra la patologia dell’equilibrio di tipo centrale e di tipo periferico, e tra le patologie di tipo periferico permette anche, insieme ad altri esami, una diagnosi di sede. Questo dono va a completare la dotazione dell’ospedale e permette la creazione di un centro di riferimento nella diagnosi dei disturbi dell’equilibrio: è un riconoscimento al valore della nostra struttura e dimostra la volontà di sostenere l’ospedale del nostro territorio. Grazie!”

Da sempre, facciamo del nostro meglio per farvi sentire bene: è questo il motto, l’impegno, la mission che da più di sessantacinque anni caratterizza l’Istituto Acustico MAICO sia con l’attività legata al benessere uditivo, sia come visione del ruolo dell’impresa sul territorio. Mauro Menzietti, l’amministratore dell’azienda: “per noi, da sempre, la responsabilità sociale è una priorità, per essere davvero accanto alle persone. Abbiamo voluto fare la nostra parte per supportare le necessità di uno dei poli principali di un territorio: il suo ospedale. La donazione di questo strumento vuole essere un supporto per valorizzare l’impegno che la classe medica, quotidianamente, esprime verso tutti i cittadini”.

La conferenza stampa di presentazione si svolgerà martedì 19 marzo alle ore 10:00 presso l’Ingresso Principale dell’Ala Vecchia dell’Ospedale, in Via Mazzini a Sulmona. All’evento è confermata la presenza di:

Gianfranco Di Piero, sindaco di Sulmona

Maurizio Masciulli, resp. Direzione Medica PP.OO. Sulmona e Castel di Sangro

Antonietta La Porta, consigliere regionale

Marianna Scoccia, consigliere regionale e sindaco di Prezza

Benedetta Autiero Celidonio dell’equipe medica P.O di Sulmona

Mauro Montaldi dell’equipe medica P.O di Sulmona

Mauro Menzietti, amministratore dell’Istituto Acustico MAICO

Saranno presenti in conferenza stampa anche l’audiometrista dell’ospedale, Stefania De Stephanis, il sindaco di Pratola Peligna Antonella Di Nino, gli esponenti della politica del territorio come la dott.ssa Maria Assunta Rossi, il mondo dell’associazionismo tra cui la Croce Rossa di Sulmona, l’associazione Diadema, gli Alpini e la società civile. La conferenza stampa è possibile grazie al supporto della dott.ssa Marulli della ASL 1 e dell’addetto stampa, dott. Tucceri.

Le caratteristiche tecniche del VHIT Interacoustics Mod. EyeSeeCam:

– Sistema per esecuzione del test impulsivo cefalico basato su video

– Misurazione del riflesso oculo-vestibolare HIMP

– Test SHIMP compreso

– Sistema di ridotte dimensioni e peso

– Maschera leggerissima e confortevole che può essere usata anche con bambini

– Videocamera ad alta velocità removibile per testare entrambi gli occhi

– Visualizzazione simultanea del movimento della testa e dell’occhio

– Calcolo del guadagno istantaneo per i canali semicircolari laterali

– Calcolo dell’asimmetria e della curva di regressione per tutti i canali semicircolari

– Analisi in tempo reale dei dati

– Completa rappresentazione grafica dei risultati in maniera semplice da consultare

– Possibilità di calibrazione del sistema a qualsiasi distanza ed angolazione dalla superficie di puntamento del laser per poter eseguire l’esame anche col paziente in posizione supina

– Comunicazione con il computer tramite connessione USB

– Database per la gestione dei pazienti e delle relative misurazioni

– Computer preconfigurato ad alte prestazioni




GLI ALBERI: ABBATTIAMOLI E BRUCIAMOLI!

La dubbia politica degli appalti del Comune di Pescara in materia di gestione del verde pubblico orientata alla produzione di CO2!

Pescara, 18 marzo 2024. In riferimento all’applicazione dei CAM, i criteri ambientali minimi, resi obbligatori per gli Enti Locali dal relativo decreto del 2020 e previsti dal Codice degli Appalti verdi (noto come Green Public Procurement), registriamo due recenti question time del cittadino a cui, a nostro avviso, sono state fornite risposte vaghe ed evasive, oltre che contraddittorie e non veritiere.

Intanto un chiarimento: i cd CAM contribuiscono al conseguimento degli obiettivi previsti dal “Piano d’Azione per la sostenibilità ambientale dei consumi della Pubblica Amministrazione” , e includono procedure molto precise e obbligatorie in materia di appalti pubblici, nella fattispecie quando si affidano lavori di progettazione o manutenzione di spazi verdi a ditte esterne. I CAM “devono” essere inclusi nell’offerta di opere e servizi e l’Amministrazione comunale, Ente Appaltante, “deve vigilare” al riguardo e poi “VERIFICARE” sull’esito della loro applicazione.

Cosa riferisce l’Assessore Santilli nel leggere le risposte ai richiamati question time elaborate dai funzionari del settore Verde pubblico? Che “i CAM vengono di norma inseriti nelle progettazioni relative agli appalti gestiti del Servizio Verde Pubblico e Parchi” e che, anche in sede di interventi ritenuti straordinari, provvede, laddove possibile (?), ad applicare le stesse prescrizioni previste per le manutenzioni ordinarie.

Abbiamo verificato e abbiamo riscontrato una serie significativa di contraddizioni se non una palese violazione degli obblighi normativi come richiamati, tali da indurre la richiesta di intervento almeno delle autorità preposte alla vigilanza in materia di anticorruzione (ANAC).

Partiamo dal caso forse più evidente, dal “Progetto esecutivo per la rimozione delle piante danneggiate dal fuoco nel comparto 4 e 5 della Pineta Dannunziana” (a quanto pare sempre meno Riserva e solo Pineta, già in sede di indizione delle gare d’appalto).

La catasta di legna visibile nei pressi del cantiere rimanda, come già evidenziato nei question time richiamati, alla domanda sulla loro sorte. Deve essere scritto nella documentazione progettuale, in attuazione dei CAM che al riguardo danno precise e dettagliate indicazioni: il materiale deve essere compostato!

Abbiamo esaminato la documentazione progettuale, elaborata dal professionista incaricato e successivamente “vistato” dai referenti del settore di riferimento, e abbiamo appurato che:

i CAM vengono certamente considerati e quindi attenzionati (vi si dedica un articolo), ma solo quelli relativi, citando il DECRETO 7 febbraio 2023, “all’affidamento del servizio di progettazione di parchi giochi, la fornitura e la posa in opera di prodotti per l’arredo urbano e di arredi per gli esterni e l’affidamento del servizio di manutenzione ordinaria e straordinaria di prodotti per arredo urbano e di arredi per esterni”. Nessun accenno a quelli, decisamente pertinenti, del Decreto del 2020, completamente esclusi dalla proposta progettuale;

addirittura, nelle indicazioni finali della Relazione Tecnica del professionista incaricato, lo stesso, in netto contrasto con quanto previsto dai CAM, afferma che: “Per quanto riguarda il legname accatastato, a seguito dell’esbosco dello stesso, questo rimane nelle disponibilità dell’appaltatore che ne deciderà della eventuale utilizzazione. Il valore di mercato del materiale legnoso esboscato, tenendo conto dello stato del materiale in parte carbonizzato, in parte già in decomposizione, è quasi nullo, questo potrebbe però trovare una possibile commercializzazione nell’ambito delle biomasse per scopo energetico, pertanto si suggerisce all’Amministrazione di verificare tale possibilità, ad esempio potrebbe essere appetibile per la centrale a biomasse presente nella vicina città di Termoli in Molise; comunque sia, è importante che lo stesso venga ritirato e che non rimanga troppo tempo all’imposto creando problemi fitopatologici e di sicurezza”.

In altre parole, si concorda in modo evidente di sostenere azioni, cioè bruciare biomassa, in netto contrasto con quelle indispensabili per la riduzione della produzione di CO2!

Un chiaro invito a contravvenire agli obblighi normativi previsti dal Codice degli appalti, legge dello Stato, e addirittura suggerito dal progettista a cui l’Ente appaltante si adegua conferendo incarichi professionali e di fornitura servizi, decisamente all’opposto dei principi ispiratori del “Piano d’Azione per la sostenibilità ambientale dei consumi della pubblica amministrazione” (Green Public Procurement, gli acquisti verdi) i cui obiettivi “devono”, non “possono”, essere perseguiti dagli Enti locali.

La medesima condotta, nel senso di elusione dall’applicazione dei CAM, è stata riscontrata nel bando relativo all’intervento attualmente in corso in Piazza Sacro Cuore e C.so Umberto (finanziamento PNRR, Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza).

Lungo il recinto di cantiere, il materiale pubblicitario richiama l’attenzione dei passanti sul rilievo dell’intervento in merito al contrasto della produzione di CO2. Bene, ma anche in questo, a leggere i progetti, si scopre che i CAM non vengono assolutamente considerati, anzi si ritiene, anche in questo caso come suggerito in sede di progettazione, che non vi siano CAM vigenti da adottare!

Si ritiene, non avendo documentazione di riferimento, che anche nell’occasione richiamata la massa legnosa rimossa, “l’esbosco”, venga lasciata nelle disponibilità della ditta appaltatrice.

Per finire, nell’analizzare le risposte ai question time richiamati, da alcuni documenti relativi alla redazione dei capitolati relativi alla gestione ordinaria del verde pubblico (nella fattispecie di piani di manutenzione del verde orizzontale) abbiamo rilevato, in modo possibilmente più grave di quanto già riferito, che l’Amministrazione comunale addirittura aggiunge l’attribuzione di punteggi per offerte che prevedano la destinazione energetica delle biomasse vegetali rimosse durante i lavori, opzione non contemplata nei CAM.

Non trovando inoltre evidenza pubblica nel tempo di altre azioni previste come obbligatorie dai CAM, quali campagne di comunicazione che coinvolgano i cittadini, abbiamo motivo di ritenere che in nessun appalto “verde”, spacciato quindi come sostenibile, i CAM siano stati adottati nè in diversi casi presi in considerazione, se non addirittura contrastati.

Il che potrebbe far anche considerare la possibile nullità degli appalti, ovvero il possibile vizio di condotta non regolare nell’intera filiera degli stessi, anche in termini di assenza di controllo e verifica, condizione questa che si aggiungerebbe al mancato impegno virtuoso dell’Ente Locale, l’Amministrazione comunale di Pescara, in sede di raggiungimento degli obiettivi previsti dal “Piano d’Azione per la sostenibilità ambientale dei consumi della pubblica amministrazione”, laddove la parola CAM viene citata oltre 80 volte!

Radici in Comune




OVERTIME E GARA 3

Play-off Scudetto, semifinale. Il Santo Stefano batte l’Amicacci

Giulianova, 17 marzo 2024. La Deco Metalferro Amicacci Abruzzo cede al Santo Stefano Kos Group in Gara 2 di semifinale dei Play-off Scudetto, con la squadra di Porto Potenza Picena che vince 68-71 dopo un tempo supplementare e pareggia la serie. Per decidere l’accesso alla finale per il titolo servirà un’ulteriore sfida, che si terrà tra meno di 24 ore nello stesso scenario del  Palacastrum di Giulianova (palla a due alle ore 16).

L’inizio della partita è combattuto, con una grande pressione difensiva da parte delle due squadre. Il Santo Stefano si porta avanti con due canestri consecutivi di Dimitri Tanghe ma l’Amicacci risponde guidata dalla regia offensiva di Shay Barbibay. Nel finale di primo quarto gli ospiti trovano il pareggio con Bedzeti, prima del botta e risposta tra Cavagnini e Tanghe, a segno dalla distanza prima della sirena (16-16).

Le fasi iniziali del secondo quarto vedono la squadra di coach Ceriscioli prendere il comando grazie a Bedzeti, approfittando di qualche difficoltà offensiva degli abruzzesi, che si sbloccano nel pitturato con Benvenuto riportando il match in equilibrio. Gli ultimi minuti del primo tempo sono avvincenti, con il Santo Stefano che si affida ancora alle giocate di Bedzeti e l’Amicacci che trova canestri importanti con Marco Stupenengo, chiudendo avanti all’intervallo (34-31).

Al rientro sul parquet la squadra di casa sembra andare in fuga toccando il +7 con le prodezze balistiche di Barbibay. La compagine di coach Ceriscioli non si scompone e rientra progressivamente in partita, chiudendo il terzo quarto sul -1 grazie ai canestri di Leandro De Miranda e Marianne Buso (46-45).

Il quarto periodo è una battaglia agonistica in cui prevalgono le difese. Il Santo Stefano opera il sorpasso con il solito Sabri Bedzeti, ma la squadra di coach Di Giusto ritrova inerzia concludendo in campo aperto con Barbibay per il controsorpasso. Il finale è ad alta tensione con i canestri spettacolari di Bedzeti da una parte e quelli di Brown dall’altra. Il +2 dell’australiano però non basta agli abruzzesi che a pochi secondi dalla sirena concedono due tiri liberi a Giaretti, con l’azzurro che non sbaglia e porta il match al supplementare (67-67).

Il tempo supplementare sembra partire bene per l’Amicacci, con un gran canestro di Cavagnini, ma il Santo Stefano impatta e sfrutta la fisicità per portarsi sul +4, realizzato da Giaretti nel pitturato. La squadra di casa prova a riaprirla con un bel layup di Boganelli, ma le speranze vengono spente dalla tripla di Tanghe, che vale l’1-1 nella serie e rimanda il verdetto a domani pomeriggio (68-71).

La Deco Metalferro dovrà ritrovare nuove energie psicofisiche e dimenticare le occasioni sciupate per chiudere la serie. Chi vincerà Gara 3 troverà in Finale Scudetto l’UnipolSai Briantea Cantù, che in serata ha battuto Sassari in Gara 2 nell’altra semifinale.

Tabellino

Deco Metalferro Amicacci Abruzzo: Brown 22 (8reb), Nagle, Benvenuto 8 (11reb), Marchionni, Blasiotti, Topo, Cavagnini 10 (10reb), Stupenengo 8 (5ast), Mandjam, Boganelli 8, Greco Brakus, Barbibay 12 (10ast). All. Di Giusto.

Santo Stefano Kos Group: Barbe, Raimondi 3, Buso 2, Tanghe 21, Veloce 6, De Miranda 2, La Terra, Giaretti 10, Marin, De Deus Ramos, Bedzeti 27. All. Ceriscioli.

Serie A – Semifinali Play-off Scudetto

Gara 2 (16/03)

UnipolSai Briantea84 Cantù – Banco di Sardegna Sassari 65-54 (2-0 nella serie)

Deco Metalferro Amicacci – Santo Stefano Kos Group 68-71 d.t.s. (1-1 nella serie)

 Gara 3 (17/03)

Deco Metalferro Amicacci – Santo Stefano Kos Group (ore 16.00)

Stefano D’Andreagiovanni




LA TOMBESI LOTTA E GIOCA

Ad Ariccia finisce in parità, 2-2 contro la Cioli, in una gara ben giocata dai gialloverdi sulla quale hanno influito gli episodi arbitrali. Massimo Morena: «Peccato, grande partita, avremmo meritato di più. Espulsione di Romagnoli inventata. Ora dobbiamo chiudere con due vittorie».  

Ortona, 17 marzo 2024. La Tombesi raccoglie il secondo pareggio consecutivo, ma mantiene comunque accese le speranze per la promozione diretta. La trasferta sul campo della Cioli era stata segnata come la più difficile di questo finale di stagione, ma i gialloverdi si sono fatti trovare pronti con una grande prestazione. Privi dell’infortunato Debetio, gli ortonesi hanno anche perso per espulsione Iervolino, nel primo tempo, e Romagnoli, nel secondo tempo: in inferiorità numerica, sono arrivate entrambe le reti laziali. Dopo essere andata a riposo sotto 1-0, la Tombesi ha avuto la forza di ribaltare il risultato, con Scarinci e Mejzini; dopo il gol del 2-2, ha poi chiuso in avanti, col portiere di movimento, senza però riuscire a trovare il gol vittoria. A due partite dal termine del campionato, i gialloverdi sono a +1 su Eur Roma e Sporting Hornets. Le prossime due gare saranno contro Anzio a Ortona e Celano fuori.

«Peccato, abbiamo giocato una grande partita e avremmo meritato la vittoria – questo il commento a fine gara di Massimo Morena –. I complimenti a fine gara del loro mister sono stati un omaggio gradito, che ho apprezzato, ma che allo stesso tempo aumentano il rammarico. Spiace dirlo, ma oggi le scelte arbitrali hanno pesato tanto: perché se sulla prima espulsione si può discutere – anche se il braccio di Iervolino secondo me era attaccato al corpo – la seconda espulsione è stata totalmente inventata, un autentico abbaglio. Nonostante le due espulsioni, nonostante i due gol presi in inferiorità numerica, nonostante l’assenza di Debetio, ce la siamo giocata e anzi abbiamo sempre condotto la partita. Sul 2-1 per noi abbiamo avuto più di un’occasione per fare il terzo gol, purtroppo abbiamo sbagliato qualche ripartenza, ma a questi ragazzi non posso rimproverare niente, perché contro un avversario forte e in forma, oggi avremmo comunque meritato di vincere, con tanti giovanissimi in campo, come Emri Mejzini che ha pure segnato, come Ammirati, come Zappacosta. Ora abbiamo due settimane per ricaricare un po’ le batterie e cercare di recuperare Debetio, anche se non sarà facile. Poi, contro Anzio e Celano, dovremo inseguire la vittoria e chiudere con sei punti. Comunque andrà a finire, avremo di che festeggiare: quello che questa squadra sta facendo è eccezionale, una vera impresa sportiva, chiudiamola in bellezza e godiamoci ciò che avremo raccolto».