Chieti, 4 novembre 2022. Ho scelto un percorso sia mistico, (La Valle Dei Preti – il Beato Nunzio – La Via Crucis), che legato alla storia, la cultura, la tradizione, la pastorizia, con: il castello di Roccacasale AQ, il castello incantato nascosto al Colle delle Fate, le fortificazioni preromane. Emerge il panorama, la flora, la natura incontaminata. La giornata tersa con un cielo blu, la temperatura un po’ alta, ma sicuro di non incontrare nessuno, hanno motivato me e mia figlia, a fare questa lunga escursione. La montagna è il Morrone, (Murra “terreno pietroso”), una riserva naturale protetta, inserita nel Parco Nazionale della Maiella, che si sviluppa da Popoli PE a Sulmona AQ. È stata frequentata da Pietro Angelerio, (l’eremita Pietro da Morrone), il futuro papa Celestino V.
L’anello è il CASTELLO DI ROCCACASALE, il Colle delle Fate, il rifugio del Puzzacchio, la valle dei preti. ROCCACASALE (400 m), è un borgo di 600 abitanti, che fa parte della Comunità montana Peligna, costruito sulle pendici del Monte della Rocca, con la fisionomia di un centro medievale e con il caratteristico castello De Sanctis, costruito nel 1056.I primi abitanti della zona sono stati gli Italici, nell’epoca preromana, precisamente nella zona del Colle delle Fate.
Parcheggiata la vettura in piazza, il sentiero per il Colle delle Fate, inizia dal castello di Roccacasale AQ, (512 m). Si segue la segnaletica R3 del parco e si incontra La Grotta Pastorale “Lu Caularoin” (532 m), così chiamata, perché c’era una cava di sabbia. La grotta è dedicata a San Michele Arcangelo e c’è la statua del santo. Poco distante, c’è una bella cappella con la Madonna con il Bambino.
Il sentiero diventa ripido e si raggiunge il Colle delle Fate, (724 m). Sul sentiero è facile trovare cocci di terracotta e di ceramica. Il colle è formato da fortificazioni preromane costruite con grandi blocchi poligonali, in tre cinte murarie, di cui la terza è a forma di “Tholos”, databile fra il 1800-1700 a.C. Una leggenda narra che, al centro del Colle delle Fate, c’è nascosto un castello incantato, dove risiedono le fate che hanno poteri Magici, e per uscire si servono di un pozzo, situato all’interno del cortile del castello di Roccacasale.
Ci rimettiamo in cammino, per raggiungere il RIFUGIO PUZZACCHIO, (988 m). Lungo il sentiero, troviamo un enorme cespuglio con i frutti viola, È IL PRUGNOLO SELVATICO, con il quale si realizza un ottimo liquore e marmellata.
Purtroppo, per cogliere i frutti ci vuole tempo, perché i rami sono spinosi, quindi… idea rinviata. Il sentiero R4 sale senza difficoltà e dopo un’ora, notiamo un pozzo che probabilmente ha dato il nome al rifugio.
Questo antico pozzo in pietra veniva usato dai pastori. Mi sono affacciato da una finestra in metallo scardinata, ricavata sul bordo del pozzo, per vedere l’interno. Emozionante contemplare il colore verde del muschio, che lo ricopre, l’acqua limpida con il riflesso del cielo e di un albero. LA NATURA è il pittore, che ha realizzato questo pregevole quadro. La profondità è circa 20 metri e il diametro circa tre metri.
Il pozzo è rinforzato da rocce squadrate, quindi un ingegnoso lavoro di manovalanza. Un veloce riposo con il panino e, proseguiamo su carrareccia, verso la Fonte del Beato Mariano (800 m) e La Valle dei Preti, (784 m). Questa valle è di origine carsica, con la presenza di residui insediamenti pastorali, dove sorgono un vecchio stazzo e un pozzo in pietra per dissetare gli animali. All’interno di una nicchia votiva intitolata al Beato Mariano di Roccacasale, c’è una fonte, dove ci siamo potuti dissetare, ormai quasi disidratati. Dalla Valle dei Preti, scendendo su una larga carrareccia sassosa lunga circa sei chilometri, (SENTIERO R2), si incontrano le quattordici stazioni della Via Crucis.
Si chiude così l’anello, al borgo di Roccacasale (400m). Una ultima fatica, una ripida salita, per raggiungere la vettura parcheggiata nella piazza del castello. Consiglio di fare questo anello, iniziando dal paese, OVEST, e terminare al castello, EST. Si è protetti dal sole e, alla fine dell’escursione, per raggiungere la vettura bisogna scendere… meno faticoso!
Tempo di percorrenza: 6 ore per l’anello
Difficoltà: E – Escursionistico
Lunghezza: 15.50 km
Dislivello in salita: 650 m
Luciano Pellegrini