AL SINDACO DI PESCARA

Pescara, 30 giugno 2024. Le sottoscritte associazioni sono venute a conoscenza di un ordine di abbattimento per  61 alberi adulti in viali ed altri luoghi storici della città di Pescara che l’Amministrazione Comunale ha emanato già nel  dicembre 2023. Tale ordine sarebbe entrato nella fase attuativa con il contrassegno in loco degli esemplari da abbattere.

Le sottoscritte associazioni ritengono che ogni cautela debba essere assunta ed ogni ricerca di pratiche alternative vada esperita prima di arrivare a tagli  che impoveriscono l’intera città privandola di alberi storici, dispensatori di benessere urbano e significativa componente della sua immagine identitaria, oltre che della sua gradevolezza, decisiva anche per la sua attrattività turistica.

Come già in passato, attraverso consulenze tecniche e pareti di illustri cattedratici, le associazioni sono disponibili ad un confronto anche nel merito tecnico delle scelte comunali al fine di trovare una soluzione equilibrata che  circoscriva il taglio agli elementi irrecuperabili, per favorire, d’altra parte,  una consapevole conservazione dell’importante patrimonio vegetale cittadino.

A tal fine  le sottoscritte associazioni chiedono di essere convocate con i propri tecnici di fiducia per poter fornire il proprio contributo  attraverso il confronto con le istanze tecniche e politiche preposte sia nel merito della questione attuale, per la quale si ravvisano i caratteri dell’urgenza,  sia sul metodo col quale affrontare la manutenzione del sistema del verde urbano.

Tale istanza partecipativa è prevista anche dal vigente Regolamento comunale per il verde.
Un confronto come quello da noi proposto può inaugurare la consiliatura appena rinnovata con una diversa apertura all’associazionismo civico che,  a vario titolo, pone il tema dell’ambiente e della identità urbana.

Italia Nostra Sezione “L. Gorgoni” Pescara

Archeo Club d’Italia sede di Pescara

Touring Club Italiano Club di territorio di Pescara

Co.N.Al.Pa Delegazione Pescara-Chieti

Ville e Palazzi Dannunziani




FINANZIATO L’INTERVENTO PER LA FRANA DI BORRANO

Agevolazioni per chi deve delocalizzare

Roma, 29 giugno 2024. La Cabina di Coordinamento sisma presieduta dal Commissario alla Riparazione e Ricostruzione sisma 2016 Guido Castelli ha raggiunto l’intesa su alcune modifiche all’Ordinanza speciale in deroga 66, dedicata alla ricostruzione di Borrano, frazione di Civitella del Tronto (Teramo).

È stato previsto un finanziamento di 5,5 milioni di euro per la mitigazione del movimento franoso di parte dell’area, oltre a una serie di misure per agevolare chi è sottoposto alla delocalizzazione obbligatoria. A Borrano il sisma, oltre ad aver reso inagibile una parte dell’abitato, ha anche accelerato un movimento franoso, all’esito degli studi sull’area, si è rivelata solo in parte mitigabile. Per questo motivo si è reso necessario delocalizzare una parte delle case, anche se agibili. Presente ai lavori della Cabina anche l’assessore della Regione Abruzzo Umberto D’Annuntiis.

Il Commissario Castelli ha inoltre incontrato i cittadini di Borrano ieri (28 giugno) insieme al sindaco Cristina Di Pietro, per illustrare le novità e il piano d’azione dei prossimi mesi. Il Commissario Castelli ha dichiarato: “La vicenda di Borrano ha da subito impegnato la Struttura commissariale, insieme alla Protezione Civile regionale, al Comune e all’Ufficio speciale ricostruzione, per impostare una strategia che desse certezze a questa popolazione.

Ad anni di distanza dal terremoto purtroppo gli studi hanno evidenziato la necessità di evacuare le case per gli effetti indotti dal sisma sulla tenuta idrogeologica dell’area. Un sacrificio necessario alla luce del principio di sicurezza che sta ispirando la ricostruzione. Una sicurezza che, per forza di cose, deve essere anche quella idrogeologica e statica dei versanti. Insieme al sindaco Di Pietro abbiamo ascoltato le preoccupazioni della comunità di Borrano, che ringrazio per il grande spirito di collaborazione e ribadisco che la Struttura commissariale continuerà ad assistere tutti i cittadini in questo momento difficile.

Ringrazio il Presidente Marsilio e il Direttore dell’Usr Vincenzo Rivera e il professor Sciarra dell’Università D’Annunzio, per aver lavorato insieme nel fornire risposte efficaci alla risoluzione di questa situazione, che teniamo costantemente monitorata”. Il sindaco Cristina Di Pietro dichiara: “Esprimo soddisfazione per i provvedimenti già adottati dal Commissario Castelli e dalla Struttura commissariale per affrontare la difficile situazione di Borrano. L’ordinanza speciale approvata nella cabina di coordinamento di mercoledì scorso tutela a pieno i diritti degli abitanti di Borrano, costretti ad abbandonare la loro abitazione riconoscendo loro il diritto alla costruzione di una nuova abitazione”.




GLI OLI ALIMENTARI ESAUSTI

RenOils: in Abruzzo aumenta la raccolta. Ritirati 306.182 kg (+17% rispetto all’anno precedente)  i punti complessivi di raccolta sono 813

Roma, 28 giugno 2024. RenOils, uno dei soggetti attivi in Italia per il recupero degli oli e grassi alimentari esausti, ha reso noto il report 2024 con i dati riferiti al 2023, da cui emerge non solo l’aumento complessivo nazionale di punti ritiro e raccolta (58.5 milioni di kg in in 61.387 punti ritiro), ma anche il prezioso lavoro svolto nei territori.

In Abruzzo la raccolta complessiva è stata di 306.182 kg, +17% rispetto all’anno precedente, presso gli 823 punti di prelievo. A Chieti un significativo aumento (218.414 kg, +24 % rispetto all’anno precedente) e poi anche a Pescara (52.053 kg, +13%).

RenOils fa affidamento su una capillare rete di partner operativi, costituita da 34 aziende coinvolte nella raccolta e da 18 impianti di rigenerazione.

Fra gli obiettivi del Consorzio, anche una maggiore sensibilizzazione delle famiglie: ad oggi, infatti, il quantitativo totale di rifiuto recuperato nelle case rappresenta il 32% del totale, il restante da attività commerciali, mense e altri settori della ristorazione.

“Per questo, abbiamo intensificato le relazioni con i Comuni al fine di facilitare e incrementare la raccolta differenziata” – spiega Ennio Fano, Presidente di RenOils – “la risposta della cittadinanza nei borghi e nei territori più piccoli è sempre molto positiva, perciò, continueremo a mettere in campo ulteriori azioni di sensibilizzazione per massimizzare la raccolta differenziata”.

“Nell’anno 2023 l’attività del Consorzio RenOils è cresciuta e abbiamo aumentato la raccolta complessiva, come sempre vorrei ringraziare tutti gli operatori consorziati per la fattiva collaborazione, fondamentale per la riuscita”, conclude Fano.

L’olio esausto in cucina? Se finisce nel lavandino inquina le acque

Ad oggi ancora molti italiani gettano l’olio esausto nel lavello di casa, ma è un’abitudine sbagliata.

L’olio utilizzato per cucinare e friggere, così come l’olio presente negli alimenti sottolio, non è biodegradabile e va smaltito correttamente. Quando viene buttato nel lavandino finisce negli scarichi fognari delle città alterando la corretta depurazione delle acque, l’efficienza dei depuratori con conseguente aumento dei costi di gestione e di manutenzione degli impianti.

Secondo uno studio condotto da CNR-UTILITALIA e commissionato da RenOils i quantitativi di rifiuti di oli e grassi di origine domestica che vengono dispersi nell’ambiente a seguito di cattiva gestione rappresentano 60.000/70.000 tonnellate all’anno.

Se, invece, gli oli esausti vengono versati sui suoli rendono la terra impermeabile all’assunzione di sostanze nutritive e quindi sterile. Gestire in maniera corretta gli oli e i grassi vegetali e animali esausti rappresenta un’opportunità per l’ambiente e un valore economico.

Benefici ambientali

Al netto dei trasporti, il risparmio di gas serra è pari a circa 2,4 tonnellate per ogni tonnellata di rifiuto raccolto e non disperso nell’ambiente.

RenOils, ha ridotto le emissioni in atmosfera di CO2 di circa 140.000 tonnellate.

Non dimentichiamo che il rifiuto rappresentato da oli e grassi vegetali e animali esausti viene trattato per la produzione di biodiesel, lubrificanti, materie prime per detersivi con una riduzione consistente nell’importazione di materie prime (rilevante in un periodo di crisi globale acuito dal conflitto russo-ucraino) e conseguenti benefici in termini ambientali e industriali.

Consorzio RenOils

Il Consorzio aggrega ad oggi più di 250 tra associazioni di categoria e imprese. La mission di RenOils è quella di aumentare e rendere più efficiente la raccolta degli oli e grassi vegetali ed animali alimentari esausti in Italia e garantirne la corretta gestione per salvaguardare l’ambiente.




LE EMISSIONI ODORIGENE

La Salpa rassicura la delegazione comunale

Roseto degli Abruzzi, 26 giugno 2024. Il Sindaco di Roseto degli Abruzzi Mario Nugnes, accompagnato dall’Assessore Annalisa D’Elpidio e dalla Consigliera Comunale Rosaria Ciancaione, mercoledì scorso ha incontrato il dottor Lorenzo Cerretani, Amministratore Delegato della Salpa Scarl, e i responsabili dell’Azienda, per affrontare il tema delle emissioni odorigene nell’impianto produttivo rosetano.

L’incontro, richiesto dalla Consigliera Ciancaione a seguito di alcune segnalazioni a lei pervenute da parte dei cittadini, si è svolto nella sede produttiva Salpa di Roseto ed è stato caratterizzato da un clima di cordialità e collaborazione.

Cerretani ha rassicurato la delegazione nominata dal Consiglio Comunale che le emissioni odorigene prodotte alla Salpa sono moniotrate a cadenza bimensile da un ente terzo accreditato e che, dai risultati pervenuti nell’ultimo anno, non sono mai state riscontrate anomalie o sforamenti dei parametri di legge. Anche gli ultimi dati, ha sottolineato l’Azienda, sono tutti nella norma e in linea con le precedenti rilevazioni.

“Assieme alla Consigliera Ciancaione e all’Assessore D’Elpidio ho voluto rappresentare alla Salpa le istanze pervenute da alcuni cittadini – afferma il Sindaco Mario Nugnes – Su questo fronte abbiamo avuto delle rassicurazioni importanti in merito al monitoraggio in corso e all’analisi dei dati. Inoltre, Salpa, ci ha assicurato attenzione massima nei confronti della salute dei dipendenti e di tutto il territorio. L’azienda ha anche assicurato che andrà ad eseguire monitoraggi straordinari in aggiunta a quelli previsti dalla normativa. Ovviamente, proseguirà il percorso di confronto costante con Salpa per continuare a monitorare la situazione e pensare alla salute dei nostri cittadini”.




RISERVA ABBANDONATA

Rischi per l’incolumità dei turisti. Lo riporta il giovane proprietario del Camping “Il Pioppeto”, ormai esasperato da anni di segnalazioni e dal lassismo delle Istituzioni.

Vasto, 25 giugno 2024.  Mario Varrati è un giovane imprenditore nonché proprietario del Camping Il Pioppeto, una delle più famose e consolidate realtà nel campo delle attività turistico-ricettive all’aria aperta che opera fin dagli anni ’70 sulla costa di Vasto. Il Pioppeto rimane tra le poche attività turistiche a resistere in una realtà, quella vastese, che sta purtroppo vedendo la graduale sparizione di suddetto tipo di attività.

L’imprenditore fa i conti ormai da diverse stagioni con le problematiche connesse all’area SIC antistante alla struttura turistica. La riserva in questione, nonostante le costanti segnalazioni, anche mediatiche, rilasciate negli anni dal proprietario del Camping al fine di evidenziare il cattivo stato dei luoghi, l’inesistente manutenzione e dunque le conseguenti problematiche legate alla sicurezza, è ormai giunta ad una situazione di pericolosità piuttosto importante.

Se la stagione 2023 verrà ricordata per il canide che ha terrorizzato i turisti e disincentivato i soggiorni al mare nel tratto della riserva, la stagione 2024, ormai avviata, non promette nulla di positivo.

Fin dai primi giorni di giugno, i viali d’accesso all’arenile sono spesso occupati da un branco di cinghiali (otto giovani esemplari più la loro madre), i quali posteggiano pericolosamente a meno di venti metri dall’area ciclo pedonale. Tali cinghiali, non ancora catturati, rappresentano tuttora un serio rischio per turisti, pedoni, ciclisti e soprattutto bambini. Ironia della sorte, a fine maggio ’24 veniva rimossa la “gabbia”, installata nella riserva all’inizio dello stesso mese, proprio per la cattura degli ungulati. Evidentemente, non ha sortito alcun effetto.

A ciò si aggiunge la rimozione solo parziale degli alberi colpiti a novembre 2023 dall’ondata di mal tempo che si è abbattuta sulla costa; ad oggi rimangono “pericolanti” alberi di ingenti dimensioni non più saldi al terreno e dunque prossimi alla caduta. L’area della riserva, oggetto degli interventi di smaltimento del verde, non è stata debitamente pulita e messa in sicurezza per la stagione ormai iniziata.

Infine, la pista ciclabile in più punti danneggiata dalle radici degli alberi caduti a novembre ‘23 e “riparata” nell’immediato (fine 2023), verte in condizioni critiche, con il manto della stessa che risulta sconnesso e lesionato negli stessi punti.

L’imprenditore deve fare i conti quotidianamente con una situazione di abbandono, visto il disinteresse dell’amministrazione cittadina alle sue periodiche segnalazioni. Oltre al tema di interesse pubblico, che viene spesso disatteso, c’è anche un aspetto turistico-ricettivo, vista la percezione negativa da parte del turista circa la cura dell’ambiente, a maggior ragione se relativa ad una riserva naturale ormai lasciata all’abbandono. 

L’appello pubblico. Mario Varrati non si arrende e lancia un appello pubblico alle Istituzioni anche facendosi portavoce dei numerosi ospiti della sua struttura: ci ascoltino e soprattutto intervengano per sanare una situazione non più tollerabile.

Ciò in primo luogo nell’interesse dei turisti, i quali, pagando la tassa di soggiorno, rivendicano il diritto a determinati servizi lamentando costantemente disagi per l’impossibilità di poter usufruire in sicurezza degli stessi; infine, anche per i cittadini e gli imprenditori che nel loro piccolo alimentano le attività turistiche locali. Varrati, fin d’ora, si dice disposto a garantire piena collaborazione con le Istituzioni al fine di rendere più sicuro e decoroso il tratto di litorale interessato.




FAVORIRE RIPRESE CON LA NASCENTE FILMCOMMISSION

Lucio Zazzara: Il Parco Nazionale della Maiella è aperto ad accettare e promuovere convenzioni

Sulmona, 21 giugno 2024. Il Presidente Lucio Zazzara è intervenuto a Campo di Giove ospite del sindaco Michele Di Gesualdo e di Matteo De Chellis, a Palazzo Nanni, per rappresentare il Geoparco Maiella che ha patrocinato una nuova iniziativa di produzione e didattica cinematografica. Cristiano Di Felice, fondatore dell’IFA scuola di cinema nata 15 anni fa a Pescara, creerà nella ex locale del Parco a Campo di Giove, L’Ifa Cinecamp Appenino, pensata come una sede distaccata della scuola che è anche casa di produzione con all’attivo cinque lungometraggi e oltre quarantacinque cortometraggi. 

Un nuovo progetto alla cui presentazione è stato invitato anche un docente storico della scuola ma prima di tutto riconosciuto storico di cinema, Piercesare Stagni, esperto del rapporto tra cinema e Abruzzo, recentemente nominato da decreto di giunta regionale Presidente della Abruzzo Filmcommission.

L’obiettivo è quindi non solo di far conoscere i territori del Parco Maiella attraverso nuove produzioni cinematografiche ma anche quello di portare gente al di fuori del periodo di alta stagione, cercando di fare del cinema un mezzo di sviluppo economico anche nel periodo di bassa stagione, usando il foliage autunnale dell’area protetta come sfondo delle riprese che realizzeranno gli studenti e i nuovi registi prodotti dall’IFA.

Il Presidente Lucio Zazzara ha dichiarato: “Sono entusiasta che si stia lavorando ad un’iniziativa indipendente dall’uso turistico di questi luoghi. Un lavoro che si organizzerà con dei propri ritmi prolungando la stagione d’uso di questi territori. Come Parco della Maiella possiamo offrire un ambiente di grande bellezza con una storia che ha tracce di una presenza costante nel tempo dell’uomo.  La nostra montagna non è stata un sempre un rifugio: i nostri paesaggi sono il risultato di un rapporto tra uomo e natura. Abbiamo bisogno di iniziative che portano gente e di un turismo che mette a contatto il territorio con il mondo, un turismo che è interessato alla cultura delle comunità locali e alla natura. Noi vogliamo giovani che ci chiedono cosa possono fare per rimanere a vivere qui. Quindi la scuola di cinema può organizzare una serie di nuove idee per produrre una nuova visione del territorio, quella che può portare conseguenze interessanti per la promozione delle nostre preziosità naturali.”

Ad una domanda di un giornalista riguardo il rapporto che l’Ente intenderà stabilire con la nascente Fondazione Abruzzo Film Commission: “Questa gestione è apertissima ad un rapporto con l’Abruzzo Film Commission, accettiamo e promuoviamo convenzioni con il territorio ma anche fuori del territorio. Abbiamo convenzioni con il Governatorato di Damasco, in Siria, con la Grecia e tanti altri paesi perché siamo portati a mostrare fuori del nostro territorio i messaggi geo-culturali della nostra area geografica. Credo che ci siano degli ambienti che vadano compresi nella loro complessità e la lettura che può fare la ciematografia è senz’altro interessante a questo fine. Sono molto speranzoso del nuovo rapporto della Film Commission con la Regione che è un interlocutore molto importante perché queste iniziative possono dare uno slancio positivo a delle nuove attività. Siamo pronti ad ogni tipo di collaborazione anche coinvolgendo le nostre guide nella scoperta del territorio per produzioni cinematografiche.”

All’evento hanno partecipato anche Roberto Zazzara, il regista di Carne et Ossa, documentario prodotto dall’Ifa, ambientato proprio nei paesaggi abruzzesi, dedicato alla corsa degli zingari di Pacentro, già vincitore di tanti premi come quello di migliore film italiano al Cervino Cinemountain che tra l’altro è in programma nel tabellone estivo di Campo di Giove. Durante l’evento è stato proiettato il backstage della produzione IFA ‘The Frog’, Simone Paggetti, un thriller horror girato a marzo scorso proprio in un albergo degli anni 70 a Campo di Giove.




GEOPARCO MONDIALE UNESCO

Verificatori UNESCO in missione al parco nazionale della Maiella per valutare il rinnovo della certificazione

Sulmona, 20 giugno 2024. Il Parco Nazionale della Maiella ospiterà la prossima settimana i verificatori Unesco per la rivalidazione della certificazione a Geoparco. La visita si svolgerà dal 25 al 29 giugno con un’agenda fitta di appuntamenti nei luoghi più rilevanti dal punto di vista culturale, naturalistico e geologico, all’interno dei confini dell’Area Protetta. 

Il Parco Nazionale della Maiella, unico Parco della Regione Abruzzo ad essere entrato nell’esclusiva rete dei Geoparchi mondiali Unesco, nelle giornate dal 25 al 29 giugno ospiterà i valutatori Unesco che dovranno verificare la sussistenza dei requisiti che ne hanno consentito la certificazione quale Geoparco Unesco attribuita nell’anno 2021.

Gli ospiti incaricati da UNESCO per questa importante missione sono Goran Pavic, del Papuk Unesco Global Geopark, in Croazia e Guillem Puras Castells del Geoparco Mundial Unesco Origens, in Spagna. Lo staff del Geoparco Maiella e il suo Comitato Tecnico Scientifico li supporteranno lungo un itinerario che farà tappa nei luoghi di interesse e in numerosi punti attrattivi, non solo per valenza geologica ma anche per biodiversità, patrimonio storico-artistico, archeologico e culturale.

L’opening day sarà mercoledì 26 giugno quando si partirà per il versante settentrionale: da Roccamorice, per visitare la Valle Giumentina, un sito di interesse naturale di origine paleolitica e uno degli eremi più belli d’Abruzzo, l’Eremo di San Bartolomeo. Nel corso della giornata e per i giorni successivi il programma di visita sarà intenso e toccherà numerosi geositi e altri luoghi di notevole interesse su tutto il territorio del Parco, dal versante occidentale a quello orientale, con approcci di diversa natura che coinvolgeranno anche le popolazioni locali e gli operatori del territorio.

Il Parco Nazionale della Maiella, il 22 aprile 2021, ha ottenuto il riconoscimento di Geoparco mondiale UNESCO, entrando nella Rete dei Geoparchi Mondiali (Global Geopark Network, GGN), un risultato che ne attesta la valenza non solo geologica ma, insieme, di biodiversità, tradizioni, patrimonio storico-artistico, archeologico, culturale. In Italia al momento solo 11 hanno ottenuto l’ambita certificazione.  I Geoparchi mondiali UNESCO operano per aumentare la conoscenza e la consapevolezza del ruolo e del valore della geodiversità e per promuovere le migliori pratiche di conservazione, educazione, divulgazione e fruizione turistica del patrimonio geologico: attraverso una visione olistica di un territorio, un Geoparco mondiale dell’UNESCO ha come scopo sviluppare e celebrare i legami tra quel patrimonio geologico e tutti gli altri aspetti del patrimonio naturale, culturale e immateriale dell’area che racchiude.

Il Geoparco non riguarda solo la geologia dei luoghi: riguarda gli uomini che al suo interno vivono e operano, le comunità locali e le loro attività, il turismo sostenibile e il supporto che può fornire alle microeconomie del territorio. Il Geoparco Maiella, con i suoi 39 comuni, è un’area in cui la presenza dell’uomo è testimoniata in maniera continua da quasi un milione di anni: pur nell’asperità dell’ambiente montano, chi ha abitato e abita questi luoghi, ha imparato a convivere con l’ambiente naturale, lungo una storia che abbraccia insediamenti preistorici, eremitismo, pastorizia, allevamento, agricoltura, artigianato, imprenditoria moderna.




SCOPPIA L’AMORE PER LA RISERVA BORSACCHIO

Si chiude oggi la prima fase del Calendario Primavera Estate con oltre 5000 presenze di studenti da tutta Italia ed Europa. Conclusione della Prima Fase del Calendario Primavera-Estate della Riserva Borsacchio

Roseto degli Abruzzi, 13 giugno 2024. Con la giornata di oggi si conclude la prima fase del calendario primavera-estate della Riserva Borsacchio. Un’esperienza unica che ha visto la partecipazione di ben 5.362 studenti provenienti da ogni parte d’Abruzzo, d’Italia e d’Europa, distribuiti su 72 giornate dedicate a eventi di informazione e educazione ambientale. L’obiettivo era quello di creare una nuova conoscenza e sensibilizzare fin da giovani a un futuro sostenibile, dove uomo e natura possano progredire insieme in armonia.

Grazie all’impegno dei nostri volontari, tutti gli eventi sono stati aperti, liberi e gratuiti. La partecipazione ha visto una prevalenza di scolaresche della regione Abruzzo, ma anche istituti superiori e università provenienti da tutta Italia e diversi paesi dell’Unione Europea attraverso vari progetti Erasmus.

Esprimiamo la nostra gratitudine per il patrocinio della regione Abruzzo, della provincia di Teramo e del comune di Roseto degli Abruzzi. In un periodo così delicato per la riserva, abbiamo dimostrato quanto sia fondamentale tutelare e valorizzare questo patrimonio naturale unico, rappresentato da spiagge incontaminate, crinali, antiche fonti e ulivi secolari. Questi elementi non solo arricchiscono il nostro territorio, ma offrono anche un’opportunità educativa preziosa per le giovani generazioni, insegnando loro l’importanza di vivere in armonia con la natura e di sviluppare forme di società ed economia sostenibili per il benessere di tutti.

Ringraziamo i volontari che hanno dedicato innumerevoli ore al successo di queste attività. Un ringraziamento speciale va anche alle scuole che hanno partecipato autonomamente, utilizzando pulmini, treni e perfino biciclette comunali per raggiungere la riserva Borsacchio. Da febbraio al 12 giugno, questi mesi sono stati intensi e pieni di attività, ma possiamo affermare con orgoglio che la Riserva Borsacchio è viva, merita di vivere, di essere attivata e di avere un Piano assetto Naturalistico  (PAN). Il nostro impegno è rivolto a garantire un futuro brillante per questa riserva, contribuendo al contempo alla costruzione di un futuro sostenibile per l’Abruzzo attraverso l’educazione delle nuove generazioni.

Il futuro dell’Abruzzo passa anche dalla salvaguardia della Riserva Borsacchio. Continueremo a lavorare affinché questo splendido angolo di natura possa prosperare e rappresentare un modello di convivenza armoniosa tra uomo e ambiente.

Marco Borgatti

Presidente Guide Del Borsacchio -Guardia Ambientale – Direttivo WWF Teramo – Presidente FIAB Roseto

La foto allegata è relativa ai 150 studenti e studentesse delle scuole primarie di Montorio che hanno fornito liberatoria.




PASSEGGIATA NEI GIARDINI DELLA LAVANDA

Parco Paesaggistico Lauretum. 16 giugno 2024

Loreto Aprutino, 13 giugno 2024. Il 16 giugno 2024  presso il Parco paesaggistico Lauretum – Giardino botanico e Loreto Aprutino (PE) si inaugura il primo lotto dei giardini della Lavanda,  step iniziale di un più articolato progetto per creare un grande lavandeto in prossimità del centro storico loretese.

In questo periodo stanno fiorendo le prime 500 piante di Lavanda messe a dimora nei giardini, dopo 3 anni di lungo lavoro di riqualificazione.

I visitatori saranno accompagnati in una passeggiata per scoprire la bellezza e il profumo di questi fiori che sono visitati quotidianamente da variopinte ed eleganti farfalle, tra cui il Papilio machaon e l’Iphiclides podalirius.

Il paesaggio del parco paesaggistico loretese si colora di sfumature di viola grazie  alle tante fioriture di Lavanda; luoghi prima abbandonati tornano a rinascere, vengono riqualificati e aperti al pubblico, arricchendosi di biodiversità, gestiti rispettando i ritmi naturali e le fioriture spontanee.

“E’ un nuovo traguardo raggiunto dopo tanto lavoro.”, spiega il curatore dei giardini Alberto Colazilli, “Il progetto dei giardini della Lavanda è iniziato nel 2021 a seguito degli interventi di riqualificazione di aree totalmente abbandonate.  Oggi le prime 500 piante in fiore di Lavanda spiccano nel parco paesaggistico e attirano una moltitudine di farfalle e insetti impollinatori. Il ruolo di questi giardini è principalmente didattico e di educazione ambientale. Grazie  a un progetto di restauro del paesaggio ben strutturato ogni volta portiamo a compimento la realizzazione di nuove aree verdi. “

Le visite guidate avranno durata di un’ora. Mattina ore 10:00, 11:00, 12:00. Pomeriggio: ore 17:00, 18:00, 19:00.




LA BACHECA DEL RIUSO

Pescara, 11 giugno 2024.   Non so da quanto tempo sia operativo il servizio “bacheca del riuso” dell’app Junker, ma apprezzo molto che, seppur da alcuni giorni, sia ora disponibile sulla piazza di Pescara.

In città esiste, anche perché ne sono coinvolto, una sorta di mercato diffuso della cessione di certi beni, in particolare per mancato uso, siano essi vestiario, arredi. ecc. La mia sedia dell’ufficio, ad esempio, l’ho trovata di fianco ad un cassonetto dei rifiuti, perché mancava di una ruota girevole. Ma so di persone che hanno trovato di tutto abbandonato in strada: mobilio, libri, abiti …

Ma per rimanere a situazioni più regolari, ci sono bustoni di abbigliamento che girano in continuazione di famiglia in famiglia finché non si fermano utilmente in qualche casa.

Questa cessione di un bene ha spesso a che fare con la perdita della sua funzione d’uso: non serve più. A volte il bene acquista la funzione di scambio, come nel caso del baratto, altre viene semplicemente regalato (nota la pagina FB: te lo regalo se te lo vieni a prendere).

Questa pratica riduce decisamente la produzione dei rifiuti, e al contempo rafforza la consapevolezza circa il valore delle merci.

Ho immaginato questo servizio tanti anni fa e, curiosamente, l’ho riproposto nel programma elettorale di uno dei candidati sindaco (addirittura attribuendolo proprio a Junker). Estendo i miei complimenti a Ambiente Spa che ne ha colto l’opportunità che spero trovi il modo di affermarsi.

Quando certe tradizioni tornano indietro come grandi novità, dovremmo capire che forse avevamo preso una direzione sbagliata. Ma quante altre strade abbiamo iniziato a percorrere senza aver prima consultato a sufficienza le mappe della sostenibilità? Ecco, su questo la “bacheca del riuso” potrebbe svolgere una interessante funzione di bussola di riflessione.

Giancarlo Odoardi – Referente Mondocompost




ALLA PARATA DEL 2 GIUGNO

Castelli: valori che ci guidano nella rinascita appennino centrale

Roma, 3 giugno 2024.  “Il 2 giugno è la Festa che ci riporta ai valori fondanti, e sempre attuali, della nostra comunità nazionale. Gli italiani, uomini e donne, 78 anni fa sceglievano la Repubblica, la democrazia. Come ha detto il Presidente Mattarella, quel voto rappresentò una chiamata alla responsabilità, che si rinnova ogni giorno. Perché la democrazia si nutre di partecipazione, consapevolezza e difesa delle libertà. La voglia di rinascita di quei giorni, dopo la tragedia della guerra, sia sempre di stimolo e fonte di ispirazione anche per chi, come me, è chiamato a compiere l’opera di ricostruzione e riparazione dell’Appennino centrale. È stato un onore poter rappresentare in via dei Fori Imperiali le nostre comunità, così duramente colpite dal sisma, e questa giornata non può che accrescere il mio senso di responsabilità e il desiderio di collaborare per dare un nuovo futuro a questi territori”. Lo afferma il Commissario Straordinario al sisma 2016, Guido Castelli.




QUANDO LA STRADA SI FA PARCO!

Pescara, 1° giugno 2024. Nuova Pescara, 22 giugno 2030. Viale Bovio e la Nazionale Adriatica Nord, storiche arterie di collegamento tra Pescara e Montesilvano, hanno subito in pochi anni una trasformazione radicale che le ha portate a diventare un modello di sostenibilità e innovazione urbana. Questo rinnovamento ha rivoluzionato non solo la mobilità, ma anche la qualità della vita e l’economia locale, facendo di questo spazio un esempio virtuoso di riqualificazione urbana.

Tra i cambiamenti più significativi c’è stata sicuramente l’introduzione in città di un sistema di trasporto rapido di massa (BRT – Bus Rapid Transit) con due linee di bus elettrici che attraversano l’intero centro abitato, compreso questo asse stradale.

Grazie alle frequenze di passaggio di soli 5 minuti, il servizio è diventato estremamente efficiente, riducendo drasticamente i tempi di attesa e migliorando la vita quotidiana dei numerosi residenti e commercianti. Questo sistema ha incentivato l’uso del trasporto pubblico, riducendo la dipendenza dalle auto private, che sono decisamente diminuite, contribuendo a un ambiente più pulito.

Un altro intervento particolarmente apprezzato è stato l’allargamento dei marciapiedi, che ora offrono spazio sufficiente per passeggiare comodamente e godere dell’ambiente urbano rinnovato. I 500 parcheggi auto, un tempo distribuiti ai lati della strada, sono stati rimossi per fare spazio a una vasta area pedonale riservata alle biciclette e alle attività commerciali. Questo non solo ha promosso l’uso di mezzi di trasporto ecologici, ma ha anche reso la strada più sicura e piacevole per tutti gli utenti e anche commercialmente più attiva e vivace.

Lungo l’intero asse viario, infatti, le diverse tipologie di negozi, i servizi e gli uffici sono cresciuti in modo considerevole, rafforzando il cosiddetto commercio di prossimità o di vicinato. Nel 2024, le attività presenti erano circa 250; oggi, nel 2030, il numero è aumentato significativamente. Questo incremento è stato facilitato dalla maggiore accessibilità e dell’attrattività di un ambiente urbano migliorato. Negozi, boutique, ristoranti, uffici e servizi ora prosperano grazie alla maggiore affluenza di clienti, attratti dalla comodità del trasporto pubblico e dai nuovi spazi pedonali e ciclabili. L’intera strada, trasformata quasi in un quartiere lineare, è diventata un vivace centro di scambi commerciali e sociali che ha dato un forte impulso all’economia locale.

Un altro cambiamento visibile è l’aumento del verde urbano. Filari di alberi sono stati piantati lungo il viale, offrendo ombra, migliorando la qualità dell’aria e creando un ambiente più salubre e piacevole. Questi interventi hanno contribuito a ridurre l’inquinamento atmosferico e acustico, rendendo l’area più vivibile e attraente. Inoltre, il microclima è rapidamente e decisamente migliorato, rendendo più gradevoli anche le abitazioni circostanti. La riduzione delle isole di calore ha contribuito a creare un ambiente urbano confortevole in tutte le stagioni, migliorando significativamente la qualità della vita dei residenti.

La presenza di auto private è ora ridotta al minimo, e quelle poche che transitano utilizzano normalmente lo stesso tracciato riservato ai bus. Questa scelta ha contribuito a ridurre ulteriormente il traffico e l’inquinamento, favorendo un ambiente urbano più tranquillo e sicuro.

La trasformazione di Viale Bovio e della Nazionale Adriatica Nord è un esempio di come le città possano evolversi verso modelli di mobilità sostenibile. La combinazione di trasporto rapido di massa, spazi pedonali e ciclabili ampliati, e un ambiente più verde ha creato un’area urbana vivibile e moderna. Questo progetto rappresenta un faro per altre città che aspirano a migliorare la qualità della vita dei propri cittadini attraverso interventi intelligenti e sostenibili.

Giancarlo Odoardi

Nella foto: Piazza Duca degli Abruzzi.




APPUNTAMENTO IN GIARDINO 2024

Tra natura, biodiversità e paesaggio. 1-2 giugno. Visite guidate al Parco Paesaggistico Lauretum.

Loreto Aprutino, 30 maggio 2024. Il Parco paesaggistico Lauretum e il CEA di interesse regionale Giardino dei Ligustri organizzano visite guidate nei giardini in occasione dell’1 e 2 giugno 2024 alla scoperta di natura, biodiversità e paesaggio culturale loretese.

La giornata si svolge nell’ambito dell’evento nazionale “Appuntamento in Giardino” promosso e organizzato da APGI (Associazione Parchi e Giardini d’Italia), con il patrocinio del Ministero della Cultura e di ANCI-Associazione Nazionale Comuni Italiani. https://www.apgi.it/appuntamento-in-giardino/

La manifestazione, pensata come un’autentica festa del giardino, nasce in accordo con l’iniziativa Rendez-vous aux jardins, che si svolgerà in contemporanea in oltre 20 Paesi europei. L’evento, che ha l’obiettivo di invitare il grande pubblico a scoprire la sorprendente ricchezza storica, artistica, botanica e paesaggistica dei giardini italiani, sarà l’occasione per far conoscere al pubblico, giardini normalmente chiusi e per arricchire le possibilità di fruizione dei giardini regolarmente aperti.

Il parco paesaggistico Lauretum ingloba al suo interno aree naturalistiche e agresti di grande interesse con vedute panoramiche sul borgo di Loreto Aprutino.  È un’oasi verde in continuo fermento che ha l’obiettivo di ridare bellezza a un paesaggio storico per lunghi anni lasciato in abbandono.

Grazie ai continui interventi di riqualificazione, anche nel 2024 sono diverse le nuove aree visitabile e immerse nella natura. I visitatori saranno accompagnati nella passeggiata da Alberto Colazilli, curatore di giardini ed esperto in restauro di giardini storici, che illustrerà il vasto patrimonio botanico presente oltre che le opere di recupero e tanti risultati raggiunti nel 2024.

“Gli interventi di restauro e rinaturalizzazione degli spazi verdi effettuati nel 2024 hanno notevolmente incrementato la biodiversità  nel parco paesaggistico loretese.” spiega Colazilli. “Siamo più che soddisfatti per i successi raggiunti: aree prima abbandonate ora sono aperte al pubblico con opere di riforestazione, nuovi giardini e realizzazione di percorsi e punti panoramici.  Accompagneremo i visitatori nelle aree più importanti per scoprire da vicino  le attività di gestione e valorizzazione del patrimonio verde.  Infine, molto importante è l’opera di riqualificazione e ampliamento delle aree umide e sorgenti presenti nel parco paesaggistico.“

I turni di visita si svolgeranno ogni ora nelle due giornate del 1 e 2 giugno. Mattina: ore 10:00, 11:00, 12:00. Pomeriggio: ore 15:00 – 16:00 – 17:00 – 18:00 – 19:00. La prenotazione è obbligatoria. Per info e prenotazioni: tel. 3291521643 oppure scrivere una mail a parcolauretum@gmail.com.




A SCUOLA DI RIFIUTI ZERO

Evento conclusivo 29 maggio ore 10 Parco della Scienza

Teramo, 28 maggio 2024. Mercoledì 29 maggio 2024 alle ore 10, presso il Parco della Scienza di Teramo, le classi 3D ODO indirizzo Odontotecnico dell’IIS Alessandrini-Marino-Pascal-Comi-Forti e la 2A AFMQ indirizzo Amministrazione Finanza e Marketing Quadriennale dell’IIS Moretti di Roseto degli Abruzzi, presenteranno le elaborazioni del progetto “A scuola di Rifiuti Zero”  svolto in collaborazione con l’Associazione Rifiuti Zero Abruzzo all’interno dell’edizione 2024 di Scuola e volontariato del CSV Abruzzo.

Gli studenti hanno affrontato i temi dell’educazione ambientale e civica attraverso un approccio innovativo, integrando apprendimento, uscite esperienziali e volontariato. Lo scopo del progetto è quello di promuovere nei giovani studenti azioni interconnesse in sinergia tra scuola e territorio per la formazione di futuri cittadini responsabili e informati sui temi legati alla protezione dell’ambiente.

In aula sono stati approfonditi vari argomenti legati in particolare alla gestione dei rifiuti: strategia Rifiuti Zero, 4R, economia circolare, consumo consapevole, raccolta differenziata, lotta all’usa e getta e all’abbandono dei rifiuti, microplastiche, Agenda 2030, cambiamento climatico, principali norme che regolano la gestione dei rifiuti in Italia e in Europa.

Sono state inoltre effettuate uscite esperienziali e di volontariato con la visita ai centri di raccolta rifiuti di Teramo e Roseto degli Abruzzi e agli impianti di gestione integrata dei rifiuti di Lanciano, con le interviste ai cittadini sulla gestione dei rifiuti in città, con la raccolta dei rifiuti abbandonati in spiaggia a Roseto e sul lungofiume a Teramo e con l’incontro con i Sindaci di Teramo e Roseto degli Abruzzi.

Dopo gli incontri in classe e le uscite esperienziali i ragazzi hanno condotto uno studio sul consumo di acqua in bottiglie di plastica, per stabilire la loro impronta ecologica a scuola. Su un campione scelto di 140 alunni è emerso che solo il 45% usa le borracce e il restante 55% consuma circa 290 bottiglie di plastica a settimana con un consumo annuale di oltre 12.000 bottiglie di plastica.

Un risultato che ha spinto i ragazzi ad elaborare una linea di intervento efficace per ridurre la produzione di rifiuti plastici, e a realizzare il manifesto “La nostra scuola a impatto zero”- che affiggeranno a scuola – contenente consigli virtuosi per studenti e personale scolastico.

Le soluzioni così elaborate saranno sottoposte ai Sindaci di Teramo e Roseto degli Abruzzi e al Presidente della Provincia di Teramo nell’evento conclusivo mercoledì 29 maggio alle ore 10,00 presso il Parco della Scienza di Teramo.




CENTINAIA DI STUDENTI IN TRENO E POI BICI

La visita della Riserva Borsacchio per un progetto di educazione ambientale e mobilità sostenibile che guarda al futuro

Roseto degli Abruzzi, 28 maggio 2024. Progetto Educazione Ambientale e Mobilità Sostenibile, una parte importante del calendario scuole della Riserva Borsacchio ha riscosso successo.  Centinaia di Studenti da settimane in Riserva Borsacchio in collaborazione con FIAB e WWF dedicata alla scoperta del BiciTreno per visitare da fuori comune la Riserva Borsacchio*

Le Guide del Borsacchio hanno dato inizio, con la collaborazione di  FIAB e WWF, con grande successo al calendario primavera-estate della Riserva Naturale Regionale Borsacchio, dedicando la prima fase del progetto interamente alle scuole della provincia di Teramo, Abruzzo, e non solo.

Con immensa soddisfazione, ci avviamo alla conclusione delle tre settimane di progetto di educazione ambientale dedicate alla mobilità sostenibile. Questo importante progetto è stato possibile grazie alla collaborazione con il professor Valter Ciaffoni del Convitto Nazionale di Teramo e con gli istituti comprensivi della città di Teramo in particolare la scuola “D’Alessandro”. Con il Patrocinio di Comune di Roseto degli Abruzzi, Provincia di Teramo e Regione Abruzzo.

Grazie a questa iniziativa progettuale, parte del calendario primavera estate per le scuole,  centinaia di studenti sono arrivati in treno da Teramo, nelle ultime settimane,  a Roseto degli Abruzzi, usufruendo delle biciclette del bike sharing fornite in comodato d’uso gratuito dal Comune di Roseto grazie all’assessore alla Rigenerazione Urbana ed al Sindaco che ha partecipato anche ad un’uscita didattica con gli studenti.

Questo progetto rappresenta un momento significativo per l’educazione delle nuove generazioni alla mobilità sostenibile. Gli studenti hanno potuto sperimentare spostamenti sostenibili utilizzando treni, mezzi pubblici e biciclette, promuovendo un turismo lento e esperienziale. Tale approccio permette di apprezzare a fondo il territorio, le sue particolarità, le storie locali e i luoghi, comprendendo anche come avviene la genesi delle spiagge e come combattere l’erosione costiera in modo naturale, oltre a imparare come proteggere le specie di flora e fauna minacciate dall’attività umana.

In sintesi, questo progetto, realizzato grazie alla collaborazione con le scuole di Teramo, dimostra che è possibile costruire un futuro diverso, basato sulla sostenibilità, l’amore, il rispetto e la convivenza armoniosa con l’ambiente.

I numeri del Calendario sono da capogiro . Al termine dello sforzo che sta portando praticamente ogni giorno i volontari in Riserva Borsacchio con studenti da ogni parte d’Abruzzo ed Europa , grazie a diversi Erasmus,  faremo un bilancio.

Di certo il tutto stride con lo stallo che vive la Riserva Borsacchio. Dopo il taglio ed il passo indietro post elezioni permane l’area protetta con i confini originari e le norme transitorie ma manca l’approvazione in Regione del PAN che consentirà, insieme a un Piano Pluriennale di Attuazione , di innescare una convivenza armoniosa fra uomo e natura che sia anche opportunità naturale ed economica.

Marco Borgatti




RIFIUTI: SCENDERE SOTTO I 500 KG/AB/ANNO!

di Giancarlo Odoardi – Referente Mondocompost.it

Pescara, 25 maggio 2024. Rifiuti: una comunità è virtuosa quando non li produce, ovvero gli inevitabili scarti di qualsiasi attività sono il più possibile minimizzati (rifiuti zero) e il resto va al riuso, al recupero, al riciclo. Ma la migliore performance è ovviamente di chi li previene: a chi fa tanta raccolta differenziata, ma di molti rifiuti, non può essere attribuito un alto punteggio di sostenibilità.

Questo primo periodo è pieno di parole chiave: rifiuto, scarto, riuso, recupero, raccolta differenziata, performance, sostenibilità. Aggiungo “quantità” che è il filo rosso che le lega. Infatti, i rifiuti si misurano in quantità, in peso in particolare, lo strumento valutativo adottato  nelle analisi di settore, da cui poi discendono le informazioni sulle attività di gestione (quanti kg di raccolta differenziata, ad. es.). Ma curiosamente la “quantità” viene presa molto in considerazione unicamente per ragionare sulla raccolta e non sulla prevenzione, da cui discende lo scenario che dà il senso e la misura della sostenibilità di una comunità e di cui pochi si preoccupano, considerando la produzione dei rifiuti un fatto ineluttabile.

Come siamo messi a Pescara? Ecco, intanto, secondo i rilevamenti del Catasto Nazionale Rifiuti di ISPRA, il dato sulla  raccolta differenziata, ancora sotto il 50%: ovviamente c’è molta frazione organica, che pesa tanto per via dell’acqua che contiene, poi carta e cartone, quindi il vetro, e indietro le altre frazioni, compresa la plastica, tanto evidente per via del suo volume. Se leggiamo il contributo che ogni singolo cittadino dà in termini di produzione delle singole frazioni, si ha la stessa classifica, con l’organico in testa, poi carta e cartone e quindi vetro. Osserviamo ora quanti rifiuti vengono prodotti ogni anno da ogni persona, a partire dal 2010, fino al 2022, ultimo rilevamento fornito da ISPRA.

I diversi colori rappresentano gli anni di riferimento delle amministrazioni comunali che hanno governato in quegli anni. Da 2010 al 2019 i valoro non scendono mai sotto i 550 kg/ab, mentre ciò accade dal 2020. Questo, va ricordato, è l’anno del COVID, come lo è il 2021, per cui l’economia ha rallentato, quindi con una decisa riduzione della produzione dei rifiuti (come anche, cosa a tutti nota, dell’inquinamento in generale). Ora non resta che aspettare il dato del 2023 per meglio interpretare il calo del 2022, non in linea con il dato nazionale di stabilità produttiva.

In ogni caso non sembra possa essere attribuito ad una improvvisa presa di coscienza della cittadinanza della opportunità di produrre meno rifiuti, non avendo rilevato alcuna attività pubblica di sensibilizzazione condotta al riguardo. Nel ragionare su cosa bisogna fare per gestire al meglio questa materia, non ci si può limitare a confrontarsi sul modo di raccogliere i rifiuti, ma va fatto il grande salto di qualità del come evitare di produrli, sia attraverso un impegno che deve essere a carico di chi produce e commercializza i beni di consumo e le merci in generale, che però deve subire la pressione di chi consuma, attraverso un processo a ritroso di sostenibilità: non acquistare confezioni con rifiuti incorporati è un segnale di feedback potente, se collettivo.

Ma su questo fronte c’è bisogno di una grande campagna informativa nonché educativa, che deve trovare declinazione all’interno di un percorso dichiarato e poi praticato, a partire già dai programmi elettorali, per centrare il prima possibile gli obiettivi dell’Agenda 2030.

Il primo passo, quindi, è mettere in campo quelle iniziative che consentano intanto di scendere in modo permanente sotto i 500 kg/ab/anno ed effettuare una prima verifica durante la Settimana Europea della Riduzione dei Rifiuti (SERR), che si svolge ogni anno a novembre, più o meno a 100 giorni dalla data delle imminenti elezioni.




UNA GIORNATA ECOLOGICA

Iniziativa del comitato Giulianova zona nord. Sabato 25 maggio 2024, con inizio alle ore 9:30

Giulianova, 24 maggio 2024. Un gruppo di volontari ripulirà, dai rifiuti di plastica dalle cartacce e da qualsivoglia altro rifiuto di piccole dimensioni, le due pinete poste nella zona nord (una vicina al mare e adiacente alla rampa di accesso al ponte in legno sul Salinello; l’altra ad ovest, in prossimità della linea ferroviaria). Iniziativa che chiede partecipazione: raccontarla e darne documentazione [Antonio Macera]




UNA PASSEGGIATA PER LA VITA

Evento benefico per raccogliere fondi per Oncologia di Teramo. La Riserva Borsacchio ed il Borgo di Montepagano si riempiono di solidarietà

Teramo, 19 maggio 2024. Stamattina si è tenuta Una Passeggiata per la Vita, una giornata dedicata alla raccolta fondi a favore del reparto di oncologia dell’ospedale di Teramo. L’evento è stato organizzato dall’associazione “Morena, una farfalla per sempre” in collaborazione con il reparto di oncologia, le guide del Borsacchio, Roseto Cammina, il WWF e l’Istituto Abruzzese Aree Protette.

Per l’occasione, il WWF ha designato la Riserva Borsacchio come “Oasi WWF per un giorno”, sottolineando l’importanza della conservazione della natura e del benessere fisico attraverso il contatto con l’ambiente.

L’evento ha visto la partecipazione di numerosi escursionisti e appassionati che hanno percorso due itinerari distinti, che si sono poi riuniti lungo il cammino. Il primo gruppo è partito alle ore 9:00 da Montepagano, scendendo dalla Fonte d’Accolle lungo gli antichi percorsi, per raggiungere le porte della Riserva Borsacchio. Qui si è unito al secondo gruppo di partecipanti, pronti a esplorare il tratto iniziale della riserva e le pinete storiche lungo il mare.

Nonostante il caldo della giornata, il percorso è stato studiato per essere breve e accessibile a tutti, permettendo così una partecipazione numerosa e appassionata e non disturbare la riproduzione delle specie protette. La Riserva Borsacchio, grazie alla sua bellezza naturale e alla collaborazione delle associazioni coinvolte, ha offerto uno scenario perfetto per una giornata all’insegna della solidarietà e dell’amore per la natura.

Il successo dell’evento è stato testimoniato non solo dalla partecipazione entusiasta, ma anche dalle generose donazioni raccolte, che saranno destinate a sostenere le attività e i progetti del reparto di oncologia di Teramo. Centinaia di partecipanti per beneficenza ed amore del territorio.

Natura e storia per la ricerca e donare al reparto di oncologia una sala attrezzata per i malati oncologici. Un piccolo gesto per sostenere i malati e le loro famiglie in una lotta difficile e non devono sentirsi soli.




IL VIVAIO COMUNALE

La proposta di riutilizzo

Pescara, 17 maggio 2024. Per quanto fin qui premesso, la proposta più forte (dal punto di vista ecologico, economico, sociale e culturale) che può essere avanzata sul riutilizzo del vivaio comunale della Città di Pescara è quello della sua conversione in un

centro specializzato per la raccolta, la coltivazione e la propagazione di alberi, arbusti e di essenze erbacee, tipici della vegetazione spontanea potenziale del territorio di Pescara.

Ovviamente una proposta del genere richiede una “direzione scientifica” e programmi di analisi scientifica sul germoplasma vegetale e sulla situazione floristica di dettaglio della Città ed una gestione non improvvisata.

Per il primo aspetto (direzione) l’Amministrazione potrebbe appoggiarsi al patrimonio di competenze esistente in Città, professionalmente ragguardevole e che si trova in rete con istituzioni scientifiche di eccellenza e con soggetti che si occupano di questa materia in Italia. Lo strumento può essere quello dell’incarico e/o quello della concessione ad Associazione idonea, quale l’Ecoistituto Verde Abruzzese ( E.V.A.) costituito nel settembre u.s. in Pescara, con finalità sociali e non a scopo di lucro,

Per la manutenzione ordinaria l’Amministrazione potrebbe fare ricorso a personale appositamente formato e successivamente professionalizzato “in progress” dall’Associazione concessionaria.

La struttura qui proposta è un vero e proprio Centro Studi, ma con caratteristiche di propria operatività pratica e promotore e facilitatore di altrui operatività.

L’azione dovrà essere caratterizzata da livello alto e da rigore scientifico nell’affrontare e proporre soluzioni per i moderni problemi dell’ecologia del territorio e degli adempimenti in materia conseguenti alle convenzioni internazionali, alle Direttive dell’Unione Europea e all’applicazione migliore della normativa nazionale e regionale (ricordiamo che Pescara non ha applicato, ad oggi, neppure le norme relative all’obbligo di piantare un albero per ogni bambino nato).

Il centro collaborerà con centri omologhi all’uopo realizzati dall’A.R.S.S.A. in Abruzzo, con il mondo dell’Università e potrà costituire uno straordinario strumento a sostegno della politica per il verde dell’Amministrazione comunale e per l’assetto ecologico dei parchi tematici programmati.

Il rapporto ed il coordinamento con il circuito degli Ecoistituti operanti nel nostro Paese potrà accrescere ulteriormente la disponibilità di competenze operative e dare ai programmi pescaresi rilievo e respiro nazionali.

La scala spaziale di elezione sarà, ovviamente, quella del territorio comunale di Pescara ma indagini e ricerche (per quanto detto sopra) dovranno inevitabilmente essere estese a territorio vicini: la provincia di Pescara in primis e poi i territori limitrofi di Francavilla, S. Giovanni T., Spoltore e quelli limitrofi della prov. di Teramo ove potrebbero essere sopravvissute specie, ecotipi selvatici e cultivar scomparsi dal territorio comunale.

Per svariate specie già il mondo scientifico ha messo a punto tecniche di buona raccolta e propagazione; una quota di ricerca sperimentale riguarderà le tecniche di propagazione che, per molte specie, non sono mai state messe a punto.

Pertanto, si potrebbe partire da una situazione “semplice”, di immediato avvio, ed estendere gradualmente – anche sulla base della verifica dei buoni risultati ottenuti- la dotazione di attrezzature del centro proposto.

La dotazione “minima” ma sufficiente per avviare il riutilizzo del vivaio con le finalità fin qui esposte individuata nell’elenco seguente:

Elenco delle attrezzature e stima dei costi

attrezzature

a)          teloni a rete di ombreggiamento (modello filtravedo) relative intelaiature metalliche euro € 15.000

b)          fitocelle…………………………………………………………………… € 1.000

c)            bancali anti-ristagno per l’acqua………………………………………….. € 2.500

d)            dispositivi per l’irrigazione………………………………………………..  € 2.500

e)            un frigorifero semplice ( con congelatore)………..……………………….. €  500

La dotazione che consentirebbe alla città di Pescara di disporre di un centro di rilievo scientifico e sociale di tutto rispetto, dovrebbe comprendere , inoltre:

f)             un microscopio stereoscopico ( con telecamera)………………………… € 8.500

g)            stereoscopio per aerofotogrammetrie…..…………………………………… €  2.000

h)            un armadio termostatico ( con regolazione caldo/freddo) per i semi………. € 6.000

i)             stufa la disidratazione fino all’umidità ottimale per la loro conservazione… €  5.000

l)    bilancia elettronica…………………………………………………………. € 4.000

Ovviamente è indispensabile la disponibilità, quale base logistica per gli operatori, dell’edificio, ristrutturato, annesso al vivaio che andrà corredato di

m)   postazione lavorativa di base ( computer, periferiche ecc.)………………. € 4.000

n)    arredi essenziali ………………………………………..………………….. € 5.000

o)   materiali di consumo ( pinzette, reagenti, vetrini, materiale fotografico)….. € 1.000

p) strumenti per il giardinaggio (badili, zappe, falciatrice ecc.)………………… € 3.000

Stima presuntiva per il complesso delle attrezzature…………. € 60.000

Le attrezzature sopra elencate sono di modesta consistenza e verrebbero acquistate una tantum.

Sono escluse dall’elenco le spese per l’allacciamento telefonico ritenendo più economico non prevedere un’ utenza autonoma ma effettuare il collegamento alla rete delle utenze del Comune.

Sono escluse, altresì, le spese di riscaldamento.

Informazione al pubblico e educazione ambientale.

Il buon successo delle azioni previste può essere conseguito se, accanto alla buona pratica ed al rigore scientifico applicati alla vivaistica,  verranno  stimolate consapevolezza e partecipazione del Pubblico. Ciò richiede la predisposizione di strumenti per una campagna d’informazione diretta nei confronti dei cittadini e delle istituzioni e un programma di educazione ambientale rivolto al mondo della scuola, dell’Associazionismo e del Volontariato, nonché convegni, mostre e seminari.

Stima presuntiva di spesa per informazione, educazione ambientale, convegni, pubblicazioni:   €         50.000/  anno

GESTIONE

Come anticipato la gestione scientifica dovrà essere estremamente “forte” e qualificata e, pertanto, si suggerisce il ricorso all’associazionismo no-profit (Ecoistituto Verde Abruzzese).

La gestione pratica – logistica richiede, in aggiunta,

–              una persona che garantisca il presidio della struttura (apertura e chiusura, pulizia dei locali, sorveglianza dell’area, minuto mantenimento);

–              ricorso a manodopera qualificata o da qualificare nell’attività vivaistica.

Per il primo punto ( presidio del Centro) può essere fatta una stima previsionale almeno di circa 1.500- 1.700 € /mese.

Per il secondo una soluzione potrebbe prevedere il coinvolgimento – attraverso strumenti convenzionali- di Associazioni aventi finalità sociali quali, ad es., recupero dei giovani dalle tossicodipenze oppure detenuti in semi-libertà.

I giovani in terapia potrebbero operare nel vivaio con l’obiettivo di integrare il loro percorso terapeutico e rieducativo con l’attività lavorativa e formativa nel campo del vivaismo potendo altresì procedere all’acquisizione di abilità professionali utili anche per il successivo reinserimento sociale.

Problematicità nella realizzazione del Centro                                                                                                         

La realizzazione e la gestione del Centro proposto comportano difficoltà soprattutto di ordine scientifico.

Non si tratta, infatti, di realizzare un vivaio tradizionale in cui vengano allevate specie a fini esclusivamente ornamentali, bensì di avviare un’operazione con caratteristiche di multidisciplinarietà ad un livello elevato.

Intanto si farà riferimento al manuale redatto dall’APAT (oggi ISPRA) “Propagazione per seme di Alberi e Arbusti della Flora Mediterranea” realizzato sotto l’impulso e in condivisione del Comitato per la Lotta alla Siccità e alla Desertificazione (DPCM 26.9.97, GU n.43 del 21.2.98 ).

 Il Centro dovrebbe divenire, inoltre, interlocutore privilegiato dell’Amministrazione per l’impianto del verde pubblico –dei parchi, giardini e stradale-  e per la sua migliore manutenzione.

Si ribadisce che le difficoltà citate, a Pescara, non costituiscono fattori limitanti delle possibilità di successo per la realizzazione della proposta in quanto esistono in Città già decenni di osservazioni scientifiche, di studi, e naturalità residua; e soprattutto, esistono le competenze necessarie, finora non adeguatamente (o affatto) valorizzate e “capitalizzate” dalle precedenti Amministrazioni comunali

Esiste, inoltre, una rete di relazioni istituzionali e con soggetti professionalmente di rilievo nazionale, che rendono realisticamente possibile il pieno successo dell’operazione.

Note sui principali vantaggi per la Cittadinanza pescarese

La disponibilità in numero elevato di alberi, di arbusti e di specie erbacee ecotipiche, autoctone consentirà:

a)            all’Amministrazione comunale di disporre direttamente di materiale vegetale da reimpiantare, per la prima volta della più alta – e a tratti eccezionale- qualità ecologica;

b)            di disporre, altresì, delle specie e varietà più “giuste”, per resistenza, vigoria e adattabilità;

c)            di poter perseguire, a seconda della “taglia” delle specie impiantate, la corretta ri-propagazione, soprattutto per il verde stradale; lungo strade strette o dove comunque è inopportuno l’allocazione di alberi che diverranno troppo grandi per i luoghi prescelti, sarà possibile impiantare arbusti legnosi mediterranei che potranno essere lasciati anche quando diventeranno maturi, fino a vetustà;

d)            effetto estetico: la flora mediterranea autoctona comprende specie di straordinaria bellezza;

e)            effetto di detossificazione dell’aria dagli inquinanti più comuni derivanti dal traffico e dalle emissioni da riscaldamento domestico;

f)             profumazione dell’aria;

g)            creazione di habitats naturaliformi in ambiente urbano, con conseguente arricchimento di specie faunistiche correlate: farfalle, uccelli ecc…;

h)            risparmio economico: la flora autoctona, in quanto la più resistente perché selezionata dall’evoluzione naturale alle condizioni locali, richiede generalmente nessun trattamento fitosanitario o potature successive all’impianto;

i)             contenimento delle ondate estive di calore in ambiente urbano, destinate a divenire più frequenti e intense per il riscaldamento globale;

j)             elevata VALENZA CULTURALE, consistente nella riappropriazione, da parte della cittadinanza, della percezione dell’ambiente naturale in cui sorge la città, del proprio “genius loci”;

k)            la possibilità, da parte dell’Amministrazione, non solo di porsi come positivo esempio nei confronti dei cittadini nella gestione del verde urbano, ma di favorire le migliori pratiche ad esso riconducibile, potendo fornire al Pubblico specie e varietà vegetali di elevatissima qualità genetica da ripropagare nei giardini privati e persino sui balconi.

l)             porre Pescara fra le città all’avanguardia per l’aderenza alle pratiche della sostenibilità per il verde urbano, secondo le direttive, le raccomandazioni e le disposizioni di legge in materia di biodiversità e di sviluppo sostenibile.   

Possibili sviluppi futuri

Con le attrezzature sopra indicate, con le professionalità di cui dispone E.V.A. e con la rete delle relazioni scientifiche attivate, saranno possibili, come conseguenza praticamente naturale, interessantissimi sviluppi potendo conseguire risultati di rilievo con costi aggiuntivi minimi.

A titolo di esempio si riportano alcuni possibili sviluppi futuri.

a)            Orto botanico cittadino.  Potrebbe essere allestito presso il Vivaio. La valenza culturale, scientifica e per la didattica di un orto botanico è, per Pescara, di tale evidenza da non aver bisogno di commenti.  Si aggiunga la funzione estetica e, soprattutto, l’attrazione che eserciterebbe anche dal punto di vista turistico, essendo un orto botanico una sorta di “museo naturalistico” che potrebbe essere inserito in un circuito di visite guidate. La bellezza di un orto botanico è tale che in molte città, nella serra di tale struttura, si tengono convegni, cerimonie e si ricevono ospiti e delegazioni;

b)            Anagrafe delle piante del territorio comunale. Tale anagrafe potrebbe essere computerizzata e realizzata su base cartografica GIS, con particolare attenzione agli alberi rari o monumentali (in territorio di Pescara esistono ancora svariate querce secolari, pini e altri alberi talvolta monumentali!);

c)            Anagrafe degli alberi impiantati per ogni bambino nato (adempimento ex lege 113/99 e L.R. 29 marzo 1994, n. 15 recante “Disciplina delle tipologie delle essenze arboree da porre a dimora per ogni neonato a seguito di registrazione anagrafica”.

a)            Scuola di sistemazione ecologica- arborea in ambiente urbano. E’ noto che le piante hanno un potere detossificante degli inquinanti dell’aria e che opportune barriere vegetate e sistemazioni lineari di alberi possono ridurre significativamente l’inquinamento acustico. Una scuola del genere potrebbe tenere corsi utili all’Amministrazione ed ai privati per la sistemazione del verde in ambiente urbano, perseguendo anche finalità igienico-sanitarie.

b)            Check-list della biodiversità vegetale in territorio comunale di Pescara. La biodiversità delle specie “native” è un parametro importantissimo per la gestione del territorio e sul quale misurare l’andamento positivo delle azioni risanatorie o, viceversa, per misurare l’avanzamento del degrado. Da questo punto di vista è estremamente utile anche il censimento delle specie alloctone, invasive o infestanti e, quindi, da tenere sotto controllo con operazioni mirate di eradicazione. Dalla chek-list verranno segnalate le liste rosse relative alle specie in pericolo di scomparsa o, addirittura di estinzione e le liste blu relative alle specie che, invece, mostrino ripresa nella loro diffusione.




MOBILITÀ SOSTENIBILE

Sì della Giunta a progetto integrato. Sindaco e assessore Rispoli: “In arrivo spostamenti su bici elettriche anche in città. Sul territorio saranno 18 le postazioni a disposizione della cittadinanza”

Chieti, 17 maggio 2024. Sì della Giunta all’adesione di Chieti al progetto di mobility sharing integrato al TPL a cura della VAIMOO Srl e proposto dalla Società Unica Abruzzese di Trasporto (TUA) Spa. Si tratta di un progetto di mobilità dolce reso possibile dal decreto interministeriale n. 417/2022, che ha messo a disposizione risorse destinate al finanziamento di progetti e servizi di mobility sharing, con l’obiettivo di diffondere il più possibile l’idea di veicolo condiviso.  Alla fattibilità si è arrivati attraverso le procedure introdotte della Regione Abruzzo che ha individuato le proposte da finanziare. Il servizio che a breve approderà anche sul territo teatino, è sperimentato in molti Paesi e capitali “ciclabili” ed è nato per promuovere e potenziare gli spostamenti in e-bike e la cultura della mobilità urbana sostenibile a Chieti, per avvicinarla agli standard delle grandi città italiane ed europee.

“La nostra intenzione è quella di adottare scelte volte alla modernizzazione e all’innovazione delle politiche di mobilità sostenibile – spiegano il sindaco Diego Ferrara e l’assessore alla Mobilità Stefano Rispoli – vogliamo farlo coniugando azioni mirate alla tutela ambientale, in modo da fornire servizi moderni e fruibili alla comunità, ma che si pongano in linea con passi concreti anche sul percorso della transizione ecologica. L’adesione al progetto nasce da questa esigenza: potenziare gli spostamenti sostenibili e integrare mezzi dedicati con il trasporto pubblico, in modo da intervenire sulle abitudini di mobilità e ridurre progressivamente il tasso di motorizzazione del mezzo privato in tutto l’ambito urbano.

Siamo consci della particolare conformazione della città, soprattutto della parte alta, ma riteniamo che Chieti non possa rinunciare a questa occasione, tant’è che, di concerto con la società operativa, la Vaimoo Srl e con quella proponente, la TUA regionale, abbiamo condiviso un piano con 18 stazioni virtuali dove posizionare le e-bike, su tutto il territorio cittadino raggiungibili anche attraverso l’app che attiva il servizio. Tempi e modi saranno illustrati a breve in una conferenza stampa con tutti gli attori del progetto e in occasione della partenza del servizio, che è imminente. Vale la pena rimarcare che si tratta di una scelta pienamente sostenibile anche economicamente, perché a costo zero per l’Ente, con un potenziale importante, in quanto migliora gli spostamenti interni alla città, cambiando in meglio anche le abitudini della comunità, cittadini che vivono Chieti quotidianamente e anche chi la sceglie per motivi di lavoro o turismo”.




UN ALTRO TASSELLO DELLA MURAGLIA SULLA RIVIERA SUD

Pescara, 17 maggio 2024. Puntuale come la scadenza di una cambiale giunge l’autorizzazione a costruire palazzi per appartamenti sul Lungomare Sud di Pescara da parte della società Pescaraporto s.r.l.
Si tratta dell’ultimo anello di una lunga catena; è un permesso  già concesso in deroga al Piano Particolareggiato che comprende tutta l’area a Sud del porto canale: una previsione d’insieme che, val la pena di ricordarlo, è ancora vigente e che permetterebbe di armonizzare gli interventi privati e gli spazi pubblici in una grande operazione di riqualificazione di quella parte della città.

 Questa previsione può essere aggiornata  motivatamente e con evidenza pubblica ma non cancellata a favore dei vari episodi caso per caso. Invece  si susseguono gli annunci di interventi  scollegati: capannoni per la ricerca sulle aree ex COFA, sedi di aziende, alberghi ed ora appartamenti ; tutti si affiancano alla caserma della Guardia di Finanza, anch’essa realizzata al di fuori del PRG, che già oggi ci anticipa come sarà tutta la Riviera: una muraglia tra la città e il mare.

Per arrivare all’attuale autorizzazione durante gli anni, dopo i fermi imposti in sede giudiziaria, ci sono volute iniziative parlamentari di ” interpretazione autentica” delle leggi sfavorevoli, permessi per destinazioni produttive o alberghiere, inizi dei lavori e sospensioni  finchè, grazie alla  esiziale filiera del “Decreto Sviluppo” (che da Governo e Regione giunge fino alle Delibere comunali del 2017 e, soprattutto, del Marzo 2023), si arriva ad autorizzare gli alloggi sul mare, il bersaglio finalmente centrato. Chi allora si opponeva e appoggiava le sentenze contro oggi fornisce lo strumento per autorizzare; chi era a favore o benevolmente neutrale forse oggi è contro. Le alterne vicende e le alterne convenienze politiche fanno sì che nessuno dichiari di voler costruire un fronte edificato compatto sul lato mare della Riviera Sud ma intanto, uno per uno, si appoggiano o permettono tutti gli interventi che quel fronte costituiranno. Qualcuno sostiene (e sosterrà) che poco cambia se gli edifici autorizzati ospiteranno uffici, strutture alberghiere o abitazioni. Non è vero:  uffici e alberghi, già autorizzati, per anni ed anni sono rimasti sulla carta perché  ritenuti fuori mercato; oggi  invece si realizzeranno alloggi  ( che sul mercato ci stanno, eccome) i quali nulla aggiungono, anzi tolgono, alla valorizzazione della Riviera.

A tutto ciò ci siamo opposti con prese di posizione e ricorsi, anche sull’ultima Delibera, parzialmente invalidata di recente; resta oggi da dire che i cittadini devono sapere come sia cambiata la volontà politica e urbanistica sulla Riviera Sud: si vogliono le costruzioni ed i palazzi alti in prima fila  e non più un organico disegno delle vaste aree prevalentemente libere che fiancheggiano fiume e mare.

Ma questo mutamento di indirizzi non viene dichiarato; si deve leggere nelle righe di qualche Delibera e negli annunci  di ogni nuova proposta immobiliare. Deve essere invece conosciuto dalla opinione pubblica.

Il Comitato Direttivo di Italia Nostra
 Sezione L. Gorgoni Pescara




AL VIA I LAVORI AL PARCO DELLA SPERANZA

In via lago di Borgiano e negli impianti sportivi di Villa del Fuoco. Una nuova piazza e miglioramento e efficientamento di campi, palazzetti e palestre

Pescara, 17 maggio 2024. Dopo l’abbattimento del Ferro di cavallo e la riqualificazione del parco dell’Infanzia di via Tavo, sono cominciati i lavori promossi dal Comune a Villa del fuoco per sistemare il parco della Speranza di via Lago di Capestrano, per realizzare una nuova piazza in via Lago di Borgiano e per il miglioramento di alcuni impianti sportivi situati nel quartiere. L’importo totale è di 2 milioni e 300mila euro: il progetto è diviso in due lotti, il primo relativo agli impianti sportivi (importo 717mila euro, da realizzare in 200 giorni), il secondo relativo alle aree verdi (1,7 milioni circa, durata dei lavori 360 giorni). L’annuncio arriva dal sindaco Carlo Masci.

IL PARCO DELLA SPERANZA

Il progetto del Comune per il parco della Speranza nasce dalla volontà di aprire sempre più questo spazio verde ai cittadini, per consentire a tutti di fruire di un’area accogliente e curata, lasciandosi alle spalle l’immagine di parco spoglio e degradato. Con questo obiettivo il parco sarà dotato di un nuovo manto superficiale per il campo di basket, sarà realizzato il nuovo prato con la piantumazione di nuove essenze, sarà creato un percorso pedonale e saranno posizionati nuovi cancelli e una nuova recinzione. Il parco sarà monitorato da un impianto di videosorveglianza, da inserire nell’area per la sicurezza e la tutela degli utenti.

LA NUOVA PIAZZA

Dopo la demolizione dei tre palazzi di via Lago di Borgiano che erano stati dichiarati a rischio crollo e sgomberati,

è stata prevista la realizzazione di una nuova piazza con una fontana al centro. Le nuove e le vecchie alberature saranno collocate in cerchi concentrici, richiamando la caduta di un sasso in acqua. Oltre al rifacimento della pavimentazione (in cemento stampato-pettinato-drenante sui toni del sabbia che sfumano dal centro della piazza dai toni più chiari fino ai toni più scuri) si provvederà a piantumare 40 nuovi alberi e saranno realizzate delle sedute. Completano il progetto l’impianto di videosorveglianza e l’illuminazione. Un nuovo luogo di incontro e socializzazione.

GLI IMPIANTI SPORTIVI

Oltre all’intervento sul parco e sulla piazza, che ha preso il via nei giorni scorsi, è già cominciata la riqualificazione degli impianti sportivi del quartiere, e cioè la palestra di via Giardino, il campo sportivo Donati, la palestra e il bocciodromo di via Orfento, tutte strutture che gravitano attorno al parco della Speranza, ritenuto fulcro del quartiere. I lavori sono di vario genere e vanno dalla sostituzione degli infissi al rifacimento del pavimento, con la sostituzione di porte e lampade (con lampade a Led), la riverniciatura e, dove previsto, l’impianto di videosorveglianza.

MASCI: UN ALTRO INTERVENTO PER RENDERE VILLA DEL FUOCO PIÙ VIVIBILE

“Un altro tassello, per riqualificare Villa del fuoco”, commenta Masci, “una periferia mai trascurata da questa amministrazione ma, anzi, tenuta in massima considerazione. Una zona che prima era ritenuta solo un supermarket della droga e che noi vogliamo rendere sempre più vivibile: lo abbiamo fatto fino ad ora, con una serie di interventi, anche sul sociale, e continueremo sempre su questa strada anche in futuro”.




PASSO IN AVANTI DECISIVO PER L’ITALIA

La legge post calamità

Roma, 16 maggio 2024. “Grazie all’accurato lavoro svolto dal Ministro Nello Musumeci e a quello in corso di svolgimento in Parlamento, a breve l’Italia potrà dotarsi di una legge in materia di ricostruzione post calamità che comprende un corpus di norme in grado di garantire maggiore programmazione, omogeneità ed efficacia degli interventi. Si tratta di una pietra miliare relativamente ad alcuni aspetti fondamentali come il modello unico, o l’individuazione dei due grandi momenti stato emergenza e stato di ricostruzione: è un passo in avanti decisivo per il nostro Paese. Mi fa piacere che una parte dell’esperienza del sisma 2016 abbia alimentato le proposte ordinamentali sviluppate nel testo, a partire dalla governance multilivello che, quantomeno per calamità che abbiano estensione macroregionale, ha rappresentato una soluzione efficace che ci ha consentito poi di compiere un cambio di passo nella ricostruzione”.

Lo ha detto il Commissario Straordinario al sisma 2016 nel corso del convegno “Calamità, nuovi percorsi per la ricostruzione”, che si è svolto oggi a Roma. “Rispetto al disegno di legge attualmente all’esame della Camera vorrei sottoporre alcuni temi sui quali auspico che il dibattito parlamentare possa compiere ulteriori approfondimenti. Il primo riguarda il ruolo dei comuni nella ricostruzione: ritengo possa essere utile che vi sia un organo intermedio tra livello centrale e comunale, che coordini, coadiuvi e sostenga gli enti locali negli interventi. Gli uffici speciali per la ricostruzione, ad esempio, sono stati un’esperienza particolarmente positiva nell’ambito sisma 2016.

Altro aspetto riguarda lo stato di emergenza e di ricostruzione, due momenti che attraverso questa nuova legge sono stati giustamente separati. In alcune specifiche occasioni però potrebbero non essere divisi nettamente e considerati come consecutivi. Alcune sovrapposizioni funzionali infatti sono possibili, come nel caso della ricostruzione per danni lievi mentre è ancora in corso la fase emergenziale. Altro punto che sottopongo è quello della rilevazione iniziale de danno, che rappresenta un momento decisivo di tutto il processo verso la ricostruzione. Dunque, potrebbe essere utile arricchire il set degli strumenti di rilevazione del danno e delle quantificazioni economiche, così da definire un quadro più dettagliato fin dall’inizio.

Passo alla questione delle difformità urbanistiche. Non c’è ricostruzione che non si imbatta nelle piccole difformità parziali, che sono la costante del mio lavoro, giorno dopo giorno. Certamente non può esservi alcuna legittimazione rispetto agli abusi ma il tema va posto perché queste difformità spesso portano al blocco totale dei lavori. Infine, vi è il tema dell’inerzia dei proprietari o della loro irreperibilità. A tale riguardo ritengo che prevedere una norma primaria sia necessario per avere a disposizione uno strumento giuridico utile per dirimere questo problema. Nel caso del terremoto del Friuli, ad esempio, vi fu la ricostruzione pubblica in luogo della privata, in altri casi si può sancire che, in assenza di interesse verso un edificato, si può agire attraverso la sua eliminazione o rifunzionalizzazione.

Sappiamo che il nostro è un Paese caratterizzato da un’accentuata vulnerabilità sismica e idrogeologica che non hanno pari a livello europeo. In Italia ci sono 678 mila frane attive, due terzi di tutta l’Europa. Questa nostra fragilità rischia di essere accentuata dall’avanzare della crisi climatica dal momento che l’abbandono delle aree interne e l’assenza dell’uomo determina un ampiamento della potata degli eventi catastrofali. Dunque, dobbiamo essere consapevoli del fatto che crisi demografica e crisi climatica sono due facce della stessa medaglia e che di ciò dobbiamo tenere conto nell’ambito del processo di ricostruzione, che è una creatura viva, in costante evoluzione. Infine, concordo appieno con il Ministro Musumeci quando dice che la ricostruzione deve essere un’occasione di prevenzione, per ricostruire meglio, e di innovazione: il dov’era com’era ci porta lontani dal rendere i nostri luoghi più abitabili. Abbiamo a disposizione nuove tecnologia, la digitalizzazione ed è dunque necessario farne un buon uso”.




TORNANO PULIFONDALI E PULISPIAGGE

L’Abruzzo protagonista a Giulianova, Ortona e San Vito Chietino

Pescara, 13 maggio 2024. La Fipsas scende in campo nella “giornata mondiale dell’ambiente”. Il 5 giugno prossimo ritornano “Pulifondali” e “Pulispiagge” in Abruzzo. Dopo il successo nella ripulitura di fondali e arenili nella passata stagione, la FIPSAS (Federazione Italiana Pesca Sportiva, Attività Subacquee e Nuoto Pinnato) si immergerà con i suoi tecnici e tesserati per prendersi cura di alcuni tratti di mare di ben tre comuni: Giulianova, Ortona e San Vito Chietino. L’obiettivo è quello di individuare e salpare rifiuti di ogni genere con la collaborazione della Rai e del Corpo delle Capitanerie di Porto – Guardia Costiera, che da sempre, insieme a Suzuki, hanno dato sostanza all’iniziativa.

“Lo scopo principale di Pulifondali e Pulispiagge – spiega il Prof. Ugo Claudio Matteoli, Presidente della FIPSAS – è quello di tutelare l’ambiente e al tempo stesso permettere a tutti di fare una significativa riflessione sull’importanza di preservare l’habitat naturale. L’anno scorso, in tutta Italia, sono stati recuperati 175 quintali di rifiuti e stavolta nelle 40 località coinvolte proveremo a raddoppiare i numeri”.

Ben tre le località abruzzesi a aderire al progetto della FIPSAS, una sensibilità crescente capace di coinvolgere tutti i comuni che si occuperanno del corretto smaltimento dei rifiuti, una volta portati a secco.




MANUTENZIONE DEL LAGHETTO DELLA VILLA

Al via sperimentazione a zero impatto ambientale. Sindaco e assessore Zappalorto: “adotteremo un prodotto per purificare l’acqua, senza dover spostare gli animali presenti nel bacino e tutelando sia la risorsa idrica potabile utilizzata, sia le casse dell’ente”

Chieti, 11 maggio 2024. Il Comune sperimenterà un nuovo rimedio a zero impatto ambientale per purificare il laghetto della Villa che da anni aspetta una manutenzione straordinaria. Pubblicata oggi la determina che impegna una spesa minima che consentirà di intervenire, preservando la flora e la fauna del luogo e consentendo un notevole risparmio al Comune sia in termini economici che di manodopera.

“Da settimane siamo al lavoro su un intervento massivo, tanto necessario, quanto complesso e oneroso, perché il laghetto della Villa manca da anni di manutenzione e, soprattutto, è riempito con acqua potabile, cosa che rende particolarmente costosa l’operazione di svuotamento e riempimento dell’invaso – spiegano il sindaco e l’assessore all’Ambiente e alla transizione ecologica Chiara Zappalorto – . Dopo aver attivato una sinergia che resterà costante con i biologi dei Nucleo Biodiversità dei Carabinieri Forestali e il Parco Maiella, vista la presenza di centinaia di testuggini e pesci nello stagno che, in caso di svuotamento, avremmo dovuto spostare con tutte le dovute cautele, siamo riusciti a trovare dei prodotti innovativi per arrivare allo scopo senza tante e tali operazioni, ma che agisce sull’acqua, purificandola. Si tratta di sostanze biologiche, dunque non chimiche, che non nuocciono alla fauna del laghetto, sperimentate con successo in Italia e fuori su bacini ben più grandi del nostro e che in poche settimane si attivano e recuperano la qualità delle acque.

Il costo è contenuto sotto i 1.000 euro e il quantitativo ci consentirà di agire sia sulla Villa, sia sugli altri bacini e fontane presenti in città, in modo da evitare interventi dispendiosi e non durevoli, che anche a causa del progressivo depauperamento del personale dell’Ente non riusciamo a sostenere, visto che all’attivo del Comune sono rimasti solo due operai per tutto il territorio cittadino. Per arrivare a una soluzione efficace abbiamo messo in campo tutte le possibilità. È stato necessario non sono solo per via delle esigue risorse umane le criticità con cui abbiamo dovuto confrontarci, ma soprattutto per l’esigenza di effettuare la manutenzione tenendo conto del rischio di emergenza idrica connesso ai cambiamenti climatici che riguardano anche noi, aspetto valutato con ACA che gestisce le reti idriche di Chieti da anni, questo al fine di trovare la soluzione migliore. La sperimentazione nasce da queste esigenze: agire in tempi rapidi e farlo tutelando impianto, fauna ittica e ambiente. Gli uffici stanno provvedendo all’acquisto del prodotto, prima dell’impiego si stanno facendo degli interventi sull’impianto idrico del bacino e poi si procederà. Il prodotto agirà di settimana in settimana, nella prima fase andrà ad attutire gli odori e poi, dalla superficie, nel giro di poche settimane agirà sull’acqua stagnante purificandola e rendendola limpida.

Una soluzione che arriva considerando sia le condizioni economiche dell’Ente, sia l’impatto ambientale delle scelte che in questo caso non c’è, perché il prodotto non va a modificare né ecosistemi vegetali, né quelli animali e migliorerà di certo anche quelli “umani”, dei frequentatori della Villa, non avendo problemi di tossicità”.




INCREDIBILE: LA RISERVA MESSA ALL’ASTA!

di Radici inComune

Pescara, 11 maggio 2024. L’Ente gestore, ovvero il Comune di Pescara e nella fattispecie la Giunta comunale, mette all’asta gli alberi della Riserva Naturale Regionale Pineta Dannunziana, patrimonio della collettività, dopo aver ignorato, per l’intero mandato di 5 anni (2019-2024), l’esistenza del relativo Piano di Assetto Naturalistico.

Infatti dopo l’approvazione dello stesso nel 2018 e la tardiva pubblicazione dell’atto sul BURA il 13 febbraio 2019, su tutte le versioni del Documento Unico di Programmazione (DUP), redatti dall’Amministrazione dal 2020 al 2023, alla voce: “Riserva Naturale Regionale Pineta Dannunziana” il testo esordisce sempre con lo stesso testo: “Nelle more del completamento da parte della Regione Abruzzo dell’iter approvativo del Piano di Assetto Naturalistico (avvenuto come detto nel 2019), andranno perseguite le seguenti azioni (…). A pag. 103 del DUP 2023-2025, ma anche degli altri, si legge inoltre: “4. Gestione – Nelle more della definizione, da parte del Consiglio comunale, di un più incisivo e potenziato assetto di gestione della Riserva, si procederà, in coerenza con il PAN, alla realizzazione di strutture di accoglienza volte a garantire sostenibilità economica ad azioni di gestione organiche dell’area protetta”. Altre simili “enigmatiche” dichiarazioni, ripetute in fotocopia, chiudono in tutti i DUP il breve capitolo sulla Riserva.

Quindi mai nominato un Comitato di gestione, nè tanto meno la Direzione scientifica!

Dopo l’incendio dell’agosto del 2021, di fronte al quale, nonostante gli allerta meteo, l’Amministrazione si è fatta trovare gravemente e drammaticamente impreparata, la stessa ha continuato a ritenere non necessaria una governance scientifica interna, ma si è avvalsa, con bizzarre e improvvisate formule, di variegate consulenze esterne, in modalità per nulla coerenti con la norma istitutiva dell’area protetta.

Fino ad arrivare alle attuali attività di “bonifica” e rimozione delle presunte “macerie” lasciate dal fuoco, ovvero il legname bruciato. Proprio quest’ultimo, il cd materiale di “esbosco”, è stato valutato dal progettista, nonché DL dell’intervento, “nelle disponibilità della ditta appaltatrice” oltre che di “scarso valore di mercato” tanto da suggerire all’Ente appaltante (il Comune) di bruciarlo, indicando anche dove (impianto di Biomasse di Termoli), paradossalmente trasformando gli alberi da “riserve di carbonio” a fonte di emissione di CO2: un mondo alla rovescia!

Abbiamo consultato tutte le attuali norme vigenti in materia, dalla Legge 21 novembre 2000, n. 353: “Legge-quadro in materia di incendi boschivi”, alla Legge 14 gennaio 2013, n. 10: “Norme per lo sviluppo degli spazi verdi urbani”, e finanche L.R. 4 gennaio 2014, n. 3: “Legge organica in materia di tutela e valorizzazione delle foreste, dei pascoli e del patrimonio arboreo della regione Abruzzo”, ma tutte  rimandano ai PAN vigente, dove non vi è  riferimento alcuno a tale pratica, nè tanto meno alla sua messa all’asta (per fare non si sa cosa).

Ma quand’anche fosse, si tratta di un obbligo o di un’opportunità? In entrambi i casi, quale sarebbe la posizione del Comune, nel gestire un patrimonio pubblico, che è della collettività, nei confronti dell’impegno che invece è tenuto ad assumere dal Piano d’azione per la sostenibilità ambientale dei consumi nel settore della Pubblica amministrazione a cui i Comuni italiani sono chiamati e tenuti ad aderire e a dare il loro contributo, dove la parola combustione non è mai citata?

Per non parlare della completa applicazione del Codice degli Appalti  e dei relativi Criteri Ambientali Minimi (CAM), certamente all’attenzione del progettista relativamente ai lavori di esbosco sopra esposti, ma solo quellio relativi all’adozione sostenibile di attrezzature di svago per aree verdi, quindi sbagliate, tralasciando invece quelli relativi alle attività obbligatorie da mettere in atto per lo smaltimento di materiale di scarto di lavorazioni del verde (compostaggio in loco o in remoto per restituire sostanza organica a un suolo geopedologicamente sabbioso e quindi poco fertile).

A detta grave lacuna si aggiunge quella relativa alle campagne di comunicazione, obbligatorie anch’esse, che a nostro avviso non sono mai state effettuate per nessuna delle opere di gestione ordinaria e straordinaria del verde, né tanto meno l’Amministrazione ha verificato che venissero effettuate (addirittura in diversi bandi l’Ente appaltante, il Comune, ha previsto opere in contrasto con i CAM, tipo dare punti a chi prevedesse la destinazione energetica degli scarti, fatto gravissimo!!!)

Cosa devono dedurre due Enti sovraordinati, come la Regione Abruzzo, il suo Ufficio Parchi e Riserve Naturali, che con propria Legge ha istituito, nel 2000, la Riserva affidandola al Comune e finanziando annualmente anche le relative attività di gestione, nonché l’Autorità Nazionale Anti Corruzione, l’ANAC, a cui fa capo il rispetto dell’attuazione del Codice degli appalti, verdi in questo caso (GPP), e che valuta le violazioni della disciplina sull’affidamento e l’esecuzione di contratti pubblici di lavori, servizi e forniture?

Si è letteralmente increduli rispetto a quanto questa Amministrazione sia riuscita a non fare in termini di attuazione delle norme (a partire dal PAN e dal Codice degli appalti) e di converso a danneggiare l’area protetta con una sequenza sorprendente di attività, ordinariamente di “giardinaggio”, finanche alla distruzione di interi lembi di pineta come è avvenuto nel caso della realizzazione del Pendolo, 600 metri di follia viaria che oggi attraversano l’area protetta con il passaggio previsto di milioni di auto.

Il legname della Riserva non può essere mandato in fumo, affidandolo con un’asta ad aziende che usufruirebbero di inverosimili incentivi statali per mandarlo al rogo, producendo CO2, ma deve essere restituito alla stessa area protetta ovvero a tutte le aree verdi della città, perché è alla città e ai suoi abitanti che detto patrimonio appartiene.




GIORNATA ECOLOGICA SULLA SOSTENIBILITÀ AMBIENTALE

Promossa dalla Commissione Giovani Ingegneri di Teramo

Teramo, 8 maggio 2024.  Sabato prossimo, 11 maggio, gli Ordini degli Ingegneri delle quattro province abruzzesi organizzano, in contemporanea, la prima edizione della Giornata Ecologica.

A Teramo, promotrice dell’evento sarà la Commissione Giovani Ingegneri dell’Ordine teramano che ha come referente il consigliere Serena Trigliozzi mentre la coordinatrice del progetto è Paola Di Patrizio. Il tema scelto per la giornata riguarderà principalmente la sostenibilità ambientale. Se ne discuterà passeggiando sul lungofiume Vezzola e raccogliendo rifiuti dannosi alla natura.

Per gli operatori del settore sarà un momento di riflessione da condividere con la cittadinanza anche grazie agli interventi tecnici dell’associazione Plastic Free, organizzazione di volontariato impegnata dal 2019 nel contrastare l’inquinamento da plastica, e della società Edil Canapa. Quest’ultima, in un’ottica di ecosostenibilità, ha recentemente ristrutturato la casetta sul fiume in via Vecchio Mattatoio. Proprio qui, sabato, alle ore 9, è previsto il punto di incontro dei partecipanti e, in una ideale comunione di forze, un collegamento in streaming con gli altri Ordini degli Ingegneri abruzzesi.

Seguirà un intervento sull’impatto di sostenibilità a cura di Luca Di Carlantonio dell’associazione Plastic Free. La passeggiata ecologica, muniti di guanti idonei per raccogliere i rifiuti e di una borraccia d’acqua, inizierà alle ore 10:30.

L’intervento tecnico conclusivo, intitolato Un’ondata di ristrutturazione, sarà tenuto da Mariaelena Alessandrini di Edil Canapa e prevede il conseguimento di due crediti formativi per gli iscritti all’Ordine.

“Sono orgoglioso dell’impegno dimostrato dalla nostra Commissione Giovani Ingegneri – commenta Leo De Santis, presidente dell’Ordine degli Ingegneri di Teramo – Spero che l’intera cittadinanza possa partecipare a questo evento che ci aiuterà a prendere consapevolezza dei rischi per il nostro futuro, offrendoci soluzioni adeguate”.




SCOPERTA UNA NUOVA SPECIE BOTANICA!

Pescara, 6 maggio 2024. Fatta una importante scoperta scientifica: dopo il pinus pinea e il pinus halepensis, è stata trovata una specie unica, endemica della Riserva Dannunziana: il Pinus Mobilis.

È unico nel suo genere in quanto modifica spesso il suo areale di radicazione, e come esprime il suo nome volgare, è un “pino che si muove”

Il Pinus Mobilis ha fatto la sua prima comparsa subito dopo l’incendio del primo agosto 2021.

La sua velocità di movimento ha creato molte difficoltà tra gli esperti.

Nei primi monitoraggi dell’Università dell’Aquila ne erano stati avvistati addirittura 7000, ma col passare del tempo, per via di una emigrazione di massa, i pini rimasti erano circa 3000.

A causa dell’esbosco effettuato ultimamente alcuni esperti concordano su una successiva emigrazione, 300 si sarebbero spostati in luogo sicuro (gli esperti mantengono il segreto) mentre altri esperti della Commissione Ambiente del Comune di Pescara dicono che i pini lì non ci sarebbero mai stati, e il tutto sarebbe stato provocato da un evento “illusorio” dovuto appunto alla velocità di spostamento dei Pini, che possono raggiungere punte notevoli.

La nostra associazione, dopo vari appostamenti, è riuscita a documentare una colonia massiccia di pinus mobilis all’interno degli spartitraffico lungo le vie della Riserva.

Grazie a questa segnalazione, oggi personale preparato ed esperto alla cattura , si è recato in zona e con ammirevole professionalità è riuscito a catturare parecchi pinetti per portarli in luogo sicuro.

Ringraziamo l’amministrazione che si prende cura dei piccoli, mantenendo la riservatezza sul luogo nel quale sono custoditi.

In caso di altri avvistamenti, la cittadinanza è pregata di farcelo sapere. Questo e altro per la rinascita della nostra pineta! (per tacere dei pini indisciplinati)

Comunque, per ovviare alla mobilità dei pinetti si è deciso di importare nuovi Pini, circa 200, di tipo stanziale, in modo che l’opportuna riproduzione possa generare pini più moderati e addomesticabili.




CARENZE ALIMENTARI VS CARENZE SCIENTIFICHE

Pescasseroli, 3 maggio 2024. Nei giorni scorsi si sono rincorsi su alcuni account social i video di come i giovani orsi, figli di Amarena avrebbero superato l’inverno. La notizia curiosa, a correlazione dei video, che lascia aperte infinite domande, è quella che un privato cittadino, ha fornito cibo, “naturale” a suo dire, durante il mese di dicembre 2023 agli orsi orfani, ovviamente avendo deciso in totale autonomia che ciò fosse necessario. Naturalmente la notizia ha destato non poche perplessità, normative, procedurali e di opportunità.

Non sappiamo molto della storia antica dell’orso, ma sappiamo che ci sono ancora cose da scoprire sulla sua storia recente. Di sicuro le ricerche sulla genomica ci hanno aiutato a conoscerlo meglio, gli studi in atto ci stanno aiutando ad avere nuovi dati ecologici ed etologici e il prossimo anno, con la stima su base genetica, avremo certamente informazioni più accurate sulla consistenza numerica su tutto l’areale appenninico, dato fino ad ora ignoto.

Nonostante tutto ad attirare l’attenzione di alcuni però è la mancanza di risorse alimentari per la popolazione di orso marsicano, a loro dire, motivo per il quale sarebbe necessario procedere con alimentazione di supporto (supplemental feeding).

Negli ultimi 7 anni il tema  è stato approfondito e molto abbiamo scritto su questo particolare argomento che appassiona diversi amanti degli orsi, proprio perché, molto spesso, fortemente divisivo. Proprio per questo abbiamo sempre tenuto un approccio scientifico, rigoroso e prudenziale rispetto agli effetti negativi che questa pratica potrebbe produrre.  Se il Parco ha deciso di non procedere con il supplemental feeding lo ha fatto sulla base di confronti e ricerche scientifiche, in ambito internazionale, dove a fronte di alcuni studi che ne elogiano i risultati, in alcune precise aree, molti altri, invece, mettono in guardia sugli effetti negativi di questa pratica, che di fatto annullano tutto il resto.

In passato, come abbiamo scritto, più volte il Parco ha adottato questa pratica con le migliori intenzioni, ma è stata proprio l’esperienza, i risultati e le ricerche scientifiche in divenire, su questo tema, che ci hanno fatto desistere perché inutile, anzi in alcuni casi dannosa.

Un anno e mezzo di attività (1985-86), soprattutto nei periodi di iperfagia, è servito a dimostrare che i punti di alimentazione supplementare sono stati frequentati soprattutto da cervi, cinghiali e volpi, dove c’era la frutta, e soprattutto dai lupi, ma anche dai cinghiali, dove c’era la carne. Gli orsi hanno usufruito di questo cibo aggiuntivo poche volte e in modo sporadico.

E tutti gli elementi, oggettivi, raccolti anche da ricercatori terzi rispetto al Parco, non possono essere confutati dalle opinioni di chi basandosi su osservazioni empiriche e senza una base scientifica afferma il contrario.

Inoltre, come si può parlare di carenze alimentari se tra tutti gli orsi che monitoriamo o che abbiamo catturato, nonché tutti quelli oggetto di foto o video che riempiono i social, non ce n’è uno denutrito?

Le carenze alimentari, ormai insinuate nella mente di chi teme per il destino dell’orso marsicano al momento non esistono, e sono ben altri i problemi per questa meravigliosa popolazione. Ma come spesso accade, quelli più macroscopici e anche più complicati da risolvere vengono ignorati.

Il Parco ha sempre sostenuto che in caso di nuove evidenze scientifiche, utili a confutare la non opportunità del supplemental feeding, rivedrà alcune posizioni, attuando altre strategie. Le Linee Guida dell’UICN per la riduzione dei conflitti con la fauna (IUCN SSC Guideline on human-wildlife conflict on 2023), nello scegliere una misura gestionale, suggeriscono che è fondamentale evitare o minimizzare qualsiasi effetto collaterale negativo. Il somministrare cibo alla fauna non è menzionato tra le azioni suggerite, proprio perché la maggior parte degli studi definisce che i rischi di abituazione al cibo e all’uomo, nonché la perdita di diffidenza e la possibilità di veicolare malattie, visto che dove si mette il cibo non ci andrebbero solo gli orsi, aumenta di fatto i conflitti.

La questione degli orsi confidenti, che invece incontriamo nei paesi, e che quindi ha contribuito a creare l’idea della mancanza di cibo in natura, è un fenomeno che riguarda tutte le popolazioni di orso in giro per il mondo. Associare il fenomeno degli orsi confidenti alla carenza di cibo non ha nessuna base scientifica certa, anche perché non si capisce di cosa vivrebbero tutti gli altri in giro per l’Appennino centrale. Non è la fame a spingere qualche orso a scendere periodicamente in aree antropizzate, altrimenti nei paesi avremmo decine e decine di orsi. E questo non è mai accaduto.

Affermare che gli “orsi scendono in paese perché hanno fame” è una risposta troppo semplicistica, che non tiene conto di quanto in Natura tutto sia più complesso di quello che sembra.

Da questo punto di vista noi uomini dovremmo operare una riflessione più attenta e razionale perché spesso è proprio il nostro approccio semplicistico a farci operare scelte sbagliate rispetto all’ambiente, con risvolti che neanche immaginiamo. E troppo spesso ignoriamo la relazione “causa ed effetto”, perché il lasso di tempo che passa, per percepire le conseguenze delle nostre azioni, è molto lungo.

Il Parco opera in modo chiaro, com’è giusto che sia per una Pubblica Amministrazione, e il supplemental feeding non viene fatto perché non è necessario, e anzi come già detto, spesso dannoso

Lavoriamo ogni giorno per una Natura sana e soprattutto che non ha bisogno della mano dell’uomo, non certo per una Natura addomesticata.

Le azioni sconsiderate messe in campo da chi ha deciso di alimentare artificialmente i due orsi figli di Amarena sono di una gravità estrema. Si tratta di azioni clandestine che poco hanno a che fare con il rispetto della legge, perché l’orso marsicano è una specie particolarmente protetta, e nel cui merito abbiamo chiesto alle autorità competenti di fare chiarezza e di cui daremo conto non appena avremo notizie certe.

Ci sarebbe inoltre anche una questione etica, oltre che scientifica e normativa che è bene ricordare: l’effetto emulazione che altri potrebbero adottare nel silenzio e nell’ombra. Leggere che si sarebbe trattato di un “atto di disobbedienza civile”, è molto triste e ha poco a che vedere con una società avanzata che ha nella Costituzione il rispetto per l’Ambiente, dove rispetto è esattamente il contrario di anarchia.

Siamo sicuri che gli orsi avrebbero superato i mesi invernali anche senza cibo supplementare, anche perché non è dato ancora sapere le quantità di questo cibo utilizzato, né quanto in realtà gli orsi abbiamo usato queste e altre risorse. A meno che gli orsi non siano stati “pedinati”, andando ben oltre il semplice gesto dimostrativo e contribuendo in modo significativo alla fase di abituazione all’uomo, con tutte le conseguenze che questo comporterà.

E qui si apre un altro scenario, se possibile ancora più inquietante del precedente.

Come Ente pubblico siamo tenuti a operare in modo trasparente e rendere conto ai cittadini di tutto ciò che facciamo, a maggior ragione quando si opera su una specie come l’orso marsicano di interesse mondiale perché minacciata di estinzione. Proprio per questo, chiunque altro, privato cittadino o associazione, decida di intervenire sulla medesima specie, deve comportarsi allo stesso modo: rendendo pubblico, non ciò che ha fatto ma ciò che vuole fare.

Si è tenuti a comunicare in modo chiaro come si ha intenzione di procedere, quali alimenti si utilizzeranno, in quali località, quali contesti, se e quali altri animali potrebbero frequentato gli stessi siti, come si opererà di conseguenza, e ogni altro elemento utile a rendere conto alla collettività degli interventi a carico di una specie particolarmente protetta. In tal senso, almeno il raccordo con le Autorità competenti, Regione Abruzzo, Ministero e ISPRA, fuori dal Parco, è indispensabile e legalmente necessario, non facoltativo. Così non è stato.

Un altro elemento preoccupante in questa storia è la tempistica.  Si alimentano artificialmente due orsi a dicembre 2023, ma si racconta il tutto solo alcuni mesi dopo, il tempo necessario per verificare che i due orsi stavano bene. Il dubbio che di questa storia non si sarebbe saputo nulla se ai due giovani orsi fosse successo qualcosa è più che lecito, perché una operazione corretta avrebbe dovuto avere una comunicazione preventiva.  Ovvio pensare che nel caso di eventuali problemi agli orsi ci sarebbe sempre stato il Parco su cui scaricare ogni e qualunque responsabilità.

E questo riporta all’etica ed alla responsabilità di come si approccia al proprio lavoro e al proprio ruolo.

Il Parco lo fa in modo trasparente e sentendo il peso di scelte difficili e spesso impopolari, come non procedere col supplemental feeding, ma avendo ben chiaro l’interesse primario del nostro mandato: la tutela e la conservazione di un ambiente unico e di specie minacciate, rispondendone direttamente.

Tutti coloro, privati o Associazioni, che vogliono condividere la mission della conservazione sono i ben venuti, ma le regole del gioco devono essere le stesse perché solo così ci sarà sempre la garanzia della tutela del bene comune.

In questa triste storia, tutta ancora da chiarire, ha perso la razionalità, la scienza e gli orsi vittime, ancora una volta, di azioni umane sconsiderate, anche se apparentemente fatte per il loro bene.




MOTO SULLA SPIAGGIA

Montesilvano, 28 aprile 2024. La spiaggia è demanio pubblico, pericolose per runners e passeggianti in riva al mare. Il sindaco fa un’ordinanza, ma non mette un cartello di allerta né un avviso ai cittadini.

1. Vai a correre la mattina in riva al mare, o fai una passeggiata con il cane o l’amica, ed ecco comparire sulla spiaggia, rombanti moto che sbandano sulla sabbia. È il raduno dei motociclisti accampati al palacongressi per alcuni giorni, che si divertono sgommando sulla sabbia. Autorizzati dal sindaco.

Ok, riempiranno gli alberghi e faranno girare l’economia turistica, ma sono un pericolo per la sicurezza delle persone che fanno footing sulla spiaggia.

2. L’*Ordinanza balneare 2024* della Regione Abruzzo ricorda che c’è un *diritto di accesso pedonale alla battigia* garantito per tutti (clienti e non clienti di stabilimenti balneari) E la fascia di 5 m dalla battigia deve essere libera da ostacoli per chi passeggia di fronte al mare. Mentre è *vietato l’accesso ed il transito per ogni tipo di veicoli sulla spiaggia*.

3. Se tu togli un diritto riconosciuto ai cittadini per concedere un privilegio ai veicoli, hai il dovere di informare preventivamente i cittadini con avvisi e cartelli che evitino il pericolo. Non basta un’Ordinanza sull’albo pretorio. La spiaggia è demanio pubblico, non proprietà del sindaco. Occorre avvisare i cittadini e mettere segnali. Abitudine assente in questa città anche con i cantieri di Corso Umberto, in cui non c’è un’indicazione di dove andare per evitare il cantiere.

Una segnalazione, con diffida al ripristino dei luoghi, è stata inviata a *Capitaneria di Porto* e *Prefetto* di Pescara, alla *Guardia costiera* e *sindaco* di Montesilvano.

digiampietro@webstrade.it, presidente SMPP1