CRESCE LA CICLOVIA Adriatica Abruzzese

Pescara, 12 marzo 2023. Montesilvano, Città Sant’Angelo e Silvi prossimi a ricucire il tratto costiero di Bike to Coast. Chi percorre la Ciclovia adriatica in Abruzzo concentra la sua attenzione sulla Costa dei Trabocchi, ciclabile poco oltre 40 km mediaticamente super esposti e a ragione. Ma ai più attenti non sfugge che ci sono ancora alcuni tratti, più a nord, rimasti fuori dal percorso unitario e che costringono le due ruote a percorrere, in modo pericoloso, poco più di un km di Statale Adriatica. E’ il tratto compreso tra il fiume Saline e il Torrente Piomba, in territorio di Città Sant’Angelo. Ma vi è anche quello, più breve, che collega il tratto di ciclabile che corre lungo via Moro di Montesilvano con i ponte intitolato a Filomena Delli Castelli, sul Fiume Saline.

Come FIAB abbiamo avuto modo di interagire con i diversi soggetti coinvolti nella realizzazione delle opere di “raccordo cicloviario”, a partire dai referenti della Provincia di Pescara, dei comuni richiamati, fino alle imprese coinvolte e ai progettisti, attraverso un confronto cortese con le parti che ha visto l’Arch. Cristina Tarquini, socia di FIAB e curatrice delle attività di Pedibus a Pescara, e Giancarlo Odoardi, coordinatore FIAB Abruzzo Molise, segnalare criticità e fornire suggerimenti, che qui vogliamo in breve ricordare.

Cicolovia Di Interesse Strategico Nazionale – Al di là dell’apprezzamento per la realizzazione delle opere, abbiamo voluto sottolineare il contesto in cui queste verranno a trovarsi una volta aperte al pubblico: non si tratta di piste ciclabili dietro casa, ma di tratti della Ciclovia Adriatica, una delle 10 ad oggi finanziate in modo sostanzioso perché facenti parte del Sistema Nazionale di Ciclovie Turistiche, che per lo Stato assumono valenza “strategica nazionale”, come chiaramente indicato al comma 1 dell’art. della Legge 2/2018: “Disposizioni per lo sviluppo della mobilità in bicicletta e la realizzazione della rete nazionale di percorribilità ciclistica”.

Abbiamo chiesto ciclovie con almeno un livello costruttivo buono e non minimo – Sappiamo benissimo che l’intero tracciato costiero abruzzese soffre di una disomogeneità progettuale evidente, sia nelle dimensioni che nell’arredo. Nel caso in esame avremmo voluto suggerire, laddove già realizzata l’opera, ma lo abbiamo fatto per quanto ancora da fare, di attenersi a quanto previsto dall’Allegato A delle linee guida della Direttiva del MIT 375/2017 relativa alle modalità costruttive delle ciclovie turistiche (ulteriormente riprese dal Decreto Interministeriale 29 novembre 2018), ed in particolare alle caratteristiche geometriche (integrazione delle indicazioni del regolamento 557/99). Proprio per quanto indicato nella norma, visto il contesto e valutata la disponibilità di spazio, sarebbe stato agevole, e quindi opportuno, aggiungere almeno mezzo metro in più oltre quanto realizzato o previsto di 2,5 mt, per rientrare nella qualifica quantomeno di “livello buono”. Invece in questo caso si ricade nella classificazione di “livello minimo”, un parametro sicuramente a norma ma di oltre 20 anni fa!

Il tratto Grandi Alberghi – Ponte Saline: da ripensare – Abbiamo visionato il progetto e dato precisi suggerimenti (cfr mappa). Visto lo spazio a disposizione, come lo spartitraffico posto lato monte, prospiciente la multisala, ma anche le generose dimensioni dell’asse viario, di 8 mt, adiacente lo spazio previsto per la pista, poteva essere considerata l’opportunità di ridisegnare la zona per realizzare un importante viale ciclabile, idoneamente arredato, in grado di dare all’intera area una connotazione di rilievo nazionale, come in effetti è l’asse ciclo viario considerato (Ciclovia Adriatica), valutando che in effetti la localizzazione del tracciato è posto al confine nord di Montesilvano, quindi in ingresso o in uscita dal centro abitato. Dotando l’infrastruttura di segnaletica identitaria, aggiungendo magari pannelli informativi organici al tema, si trasformerebbe il tracciato da una semplice e marginale pista ciclabile ad una vetrina di rappresentanza di particolare valore turistico-ambientale.

L’opportunità degli attraversamenti – Ne sono previsti tanti: anche le se le bici hanno sempre la precedenza, come per i pedoni, da parte dei progettisti si continua ad adottare una segnaletica di sudditanza all’automobile: ne abbiamo spiegato la nostra contrarietà. Gli attraversamenti andrebbero realizzati dando loro una visibilità significativa, come chiaramente riportato nelle line guida del MIT sopra richiamate: “In corrispondenza degli attraversamenti urbani la ciclovia deve possedere standard tecnici di livello almeno “buono”, con le conseguenze geometriche conseguenti.

La segnaletica – A integrazione di quanto sopra, abbiamo aggiunto diverse considerazioni sulla segnaletica orizzontale e verticale che costituisce una componente percettiva importante della infrastruttura. Questa deve considerare due aspetti: il primo, d’uso dell’incrocio secondo quanto stabilito dal codice della strada, il secondo di carattere informativo turistico. Nel primo caso, premesso che negli attraversamenti il ciclista ha l’assoluta precedenza sugli altri veicoli, la segnaletica orizzontale posta su strada, i quadrettoni bianchi, deve includere la sequenza di triangoli prima della pista che assegna la precedenza all’utente più debole che sta attraversando (modello strisce pedonali), mentre per quella verticale va apposto un primo cartello triangolare con bordi rossi di avviso a debita distanza e poi quello quadrato blu all’altezza dell’attraversamento, che dà l’assoluta precedenza al ciclista in transito. Detta segnaletica di base potrebbe essere ulteriormente rafforzata con segnali visivi intermittenti, che potrebbero anche essere opportunamente attivati da segnalatori di presenza posti a debita distanza sulla ciclabile che intercettano l’arrivo di ciclisti e azionano il segnale luminoso (modello Smart Street).

Inoltre l’attraversamento ciclabile potrebbe essere cromaticamente posto in risalto per dare maggiore senso di continuità alla pista stessa soprattutto per i ciclisti che la percorrono, oltre che maggiore sicurezza sul diritto di precedenza.

Giancarlo Odoardi

Coordinatore FIAB Abruzzo Molise




COMPENSAZIONE NECESSARIA E INDISPENSABILE

 12 Marzo 2023

Pescara sud – L’area di cui parlo, il pallino rosso nella foto aerea, si trova a due passi dall’uscita sud della circonvallazione di Pescara, quella di cui si prevede l’abbattimento (come tratteggiato), a ridosso del quartiere di Villaggio Alcione, e della Riserva Dannunziana. La conosco bene perché ci passo davanti tutti i giorni nel mio quotidiano tragitto di 3 km casa lavoro, in bici o a piedi.

Un giorno mi sono incuriosito e sono andato a cercarne la destinazione urbanistica nella mappa tutta colorata del PRG: parcheggi di scambio.

Con cosa, mi sono detto?

Adesso da queste parti della città accadono alcune cose interessanti, che ne cambieranno il volto, sia dal punto di vista funzionale che percettivo. Intanto stanno sorgendo due palazzi (già realizzati) ed una torre di nove piani, nell’area che nella foto che segue è campita con linee rosse (mentre quella contornata di bianco con un bel punto interrogativo è l’area in esame). Incidentalmente di lì a due passi, sulla sinistra, c’è il Parco 8 Marzo.

L’area in esame si estende per circa 1,5 ettari e per adesso è incolta e separata dal quartiere di Villaggio Alcione dalla ferrovia.

Per il resto è contornata da strade: una in particolare, che si chiama Via Alfredo Luciani. Fino ad oggi strada a basso traffico, ma che ben presto potrebbe diventare l’asse di entrata/uscita della circonvallazione, una volta abbattuto il tratto sopraelevato.

E Allora?

E allora sarebbe interessante capire se per caso qualcuno ha valutato l’impatto sul territorio del nuovo assetto viario dell’area, sapendo che ben presto quella zona verrà ulteriormente urbanizzata. In particolare, l’Impresa costruttrice Fidia, abbastanza nota in città, sta costruendo, come già detto, due palazzi da 5 piani e una torre di 9, per un totale di circa 80 appartamenti.

Ma Fidia ha già costruito nei paraggi, ed in particolare di fronte al Parco 8 Marzo, anzi, sembra l’abbia realizzato proprio l’impresa, come dice negli spot sulla propria pagina FB e di cui si vanta legando l’opera al concetto di sviluppo sostenibile, a cui ha abbinato la pista ciclabile adiacente, opera di mobilità sostenibile. Ma anche i nuovi insediamenti rimandano al concetto green.

E allora, senza fare grandi giri di parole ma giocando banalmente sulle misure di compensazione, a volte subdole ma in alcune occasioni utili chiavi di risoluzione di conflitti, non sarebbe banale ragionare sulla ipotesi che, rispetto all’impatto viario richiamato in precedenza per via del nuovo tracciato della circonvallazione (leggasi traffico), e a quello dei nuovi insediamenti abitativi (necessità sociali), l’area in esame con destinazione parcheggio di scambio diventi un piccolo parco, o un grande giardino, di Villaggio Alcione, magari con qualche servizio annesso, anche sanitario, che tamponi la pressione di traffico esercitata dai flussi veicolari che qui verranno deviati, e soddisfi la necessità di spazi verdi e di servizi di base mai sufficienti in ambito urbano per rispondere all’ovvia domanda di qualità della vita. Tra l’altro quest’area potrebbe essere agevolmente collegata alla Riserva Dannunziana, sollecitando ciò la rinaturalizzazione di Fosso Vallelunga.

Va da sé che una particolare attenzione alla mobilità ciclistica, dal punto di vista infrastrutturale, potrebbe completare l’opera, a cui sembra che l’impresa costruttrice Fidia riservi particolare attenzione, almeno al momento di vendere i propri appartamenti (come dai frame che seguono degli spot raccolti sulla loro pagina FB). Il Parco 8 Marzo, realizzato da loro, 3 mila mq, è e deve rimanere parte del sistema verde attrezzato.

Giancarlo Odoardi




PULIAMO NOI LA RISERVA Borsacchio

Seconda giornata con gli istituti superiori e primari di Roseto e Pineto. Sabato e domenica ancora Corso Guide con Salvafratino

Roseto degli Abruzzi, 10 marzo 2023. Il 10 Marzo 2023 si è svolta la seconda giornata di pulizia a mano della Riserva Borsacchio con le scuole. Grande partecipazione del Liceo Saffo di Roseto ed istituti comprensivi di Pineto venuti appositamente. Oltre 300 partecipanti .

Seguiranno altre due giornate , con meno partecipanti per diluire ingresso in questo periodo, con altri istituti della Provincia, come il Liceo di Teramo.

Al termine di queste due giornate quasi un migliaio di studenti ha conosciuto la storia e la perla della Riserva con semplici e chiare informazioni che fanno scoprire come un luogo considerato comune perché vicino in realtà è straordinario per quasi tutti gli Italiani ed Europei. Non a caso in questi due mesi porteremo studenti dalla Spagna, dal Portogallo e da altre nazioni UE venuti appositamente per visitare le dune ed i crinali della Riserva.

Da 14 anni puliamo a mano la Riserva con le Scuole ed i Volontari. Organizziamo questi eventi, dopo un attento monitoraggio ed un gruppo esperto del SalvaFratino che precede il gruppo, per salvaguardare le specie protette e prima dell’ingresso riposizionano le delimitazioni delle dune per non danneggiare la flora.

Grazie come sempre alla protezione civile Roseto per il supporto, al WWF, allo IAAP, al Comune di Roseto, agli Istituti Scolastici , alla Consulta per le Politiche Giovanili ed al SalvaFratino per l’aiuto.

Da anni la Riserva è ferma al palo rimanendo un potenziale di difesa ambientale e sviluppo sostenibile. Bloccata da oltre 18 anni. In questi anni decine di migliaia di studenti hanno percorso la spiaggia ed i crinali della Riserva per educazione e attività pratiche per cementare in loro non solo una teoria ma una prassi. Facciamo capire loro come il nostro vivere lascia una impronta sul pianeta e che questa danneggia non solo le specie che tuteliamo , ma noi stessi.

Il mondo ormai viaggia verso una svolta sostenibile, è innegabile, i tempi sono forse un po’ troppo lenti per dare un futuro nuovo e migliore. Per questo portiamo i giovani a vivere nel concreto la sostenibilità perché fra loro, nei prossimi 10\20 anni ci sarà la nuova classe dirigente che dovrà affrontare i problemi che noi lasceremo.

Il futuro lo costruiamo oggi.

Sabato 11 Marzo 2023 alle 16.00 al palazzo del Mare si terrà la seconda giornata di Corso Guide al Palazzo del Mare di Roseto a tema Dune e Fratino con il progetto SalvaFratino. Domenica 12 Marzo 2023 alle 10.00 dai canello del Lido D’Abruzzo terza giornata di Corso con uscita formativa SalvaFratino. Le iscrizioni sono aperte e gratuite.

Marco Borgatti

Presidente Guide Del Borsacchio -Guardia Ambientale – Direttivo WWF Teramo – Presidente FIAB Roseto




LA TRANSIZIONE ENERGETICA: Maggiore Efficienza e Fonti Rinnovabili

Un’opportunità di sviluppo per il Territorio e l’Ambiente

Teramo, 9 marzo 2023. Giorno 21 Marzo 2023 a partire dalle ore 09:30 presso la Sala Conferenze dell’Università degli Studi di Teramo – Polo Didattico Gabriele D’Annunzio – Livello Zero una conferenza organizzata da AGENA, in collaborazione con GSE (Gestore Servizi Energetici) e Renael (Rete Nazionale delle Agenzie Energetiche Locali) e sarà il primo di una serie di eventi sul tema della Transizione Energetica, in modo particolare sulle opportunità e sugli strumenti a disposizione degli Enti Locali, per contenere i costi energetici sul territorio e allo stesso tempo accelerare il processo di Transizione Energetica verso le fonti rinnovabili.

In ragione di ciò, la Conferenza è rivolta principalmente ai Sindaci, agli Assessorati e agli Uffici Tecnici competenti in materia di Energia e Ambiente, che potranno approfondire le tematiche esposte direttamente con i principali attori in ambito nazionale (GSE e Renael) oltre che condividere eventuali necessità a livello locale.

Un parterre di personalità istituzionali di alto livello presidierà l’evento, a partire dalla presenza dell’Assessore Regionale con delega all’Energia Nicola Campitelli, del Sindaco di Teramo e Presidente ANCI Abruzzo Gianguido D’Alberto, di esponenti del mondo accademico dell’Università degli Studi di Teramo e infine del Presidente della Provincia di Teramo Camillo D’Angelo e dell’Amministratore Unico di AGENA Francesco Marconi, che illustreranno come l’Agenzia sia in grado di supportare gli enti locali sulla Transizione Energetica, in modo innovativo e con lo sguardo verso la costituzione di Comunità Energetiche Rinnovabili.

La relazione tecnica sarà tenuta dagli esperti di GSE Dott.ssa Eleonora Egalini e Renael Ing. Benedetta Brighenti che sarà anche la moderatrice dell’evento, anticipando alcune argomentazioni che saranno trattate in occasione della Conferenza Nazionale che si svolgerà a Roma nell’ultima settimana di marzo.




DIBATTITO SUI COMBUSTIBILI FOSSILI e le alternative

Interviene Ultima Generazione

Chieti, 7 marzo 2023. Evento promosso da Orizzonti Urbani, 360 gradi e Unione degli studenti dell’Università D’Annunzio, sui cambiamenti climatici che ci circondano. Se ne parlerà con Letizia Ruello, referente di Ultima Generazione presso l’Emeroteca di 360gradi, Polo di Lettere, presso la D’Annunzio.

Siamo dentro una catastrofe ecologica mondiale.  Abbiamo poco tempo per ridurre i danni, che colpiranno in maniera pesante molte nazioni del mondo.

Il giorno 10 marzo, alle ore 18:00,  nella Emeroteca 360gradi Polo di Lettere – Piano terra dell’Università D’Annunzio, in Via Colle dell’Ara 21 ne parleremo con la ricercatrice Letizia Ruello di Ultima Generazione,  promuovono Orizzonti Urbani, 360 gradi, Unione degli Studenti




UN AVVIO ESPLOSIVO ed è ancora aperta l’iscrizione

Successo per il nuovo corso Guide del Borsacchio. Oltre 60 partecipanti registrati. Avviata la collaborazione con Università di Teramo per ottenere crediti formativi per studenti.

Roseto degli Abruzzi, 6 marzo 2023. Un corso che è partito Sabato 4 Marzo al Palazzo del mare e prevede altri cinque appuntamenti.

Collaborazioni e certificazione delle grandi associazioni del settore: WWF, Istituto Abruzzese Aree Protette, Centro Studi Cetacei, Centro Studi per la Biodiversità Appenninica, Collegio dei Periti Agrari Laureati. Patrocinato da Regione Abruzzo , provincia di Teramo. Comune Roseto e Area Marina Protetta Torre del Cerrano. La prima data è stata tenuta dal Dottor Adriano De Ascentiis, Direttore oasi WWF Calanchi di Atri.

Gli incontri proseguiranno ogni sabato per un mese e mezzo ed è ancora possibile iscriversi ed ottenere attestato. Le guide come noto sono un baluardo di promozione e difesa del territorio. Specializzarsi nella storia e natura locale è uno degli strumenti che introduciamo per far valorizzare il territorio e mettere a disposizione della città volontari con capacità e competenze.

Fra i docenti anche il Presidente del parco Gran Sasso Monti della Laga e docente UNITE Tommaso Navarra, l’ex direttore AMP DR. Fabio Vallarola, il coordinatore IAAP DR. Andrea Natale, l’Avv. Fabio Celommi, il decano Ottavio di Carlo, Claudia Borgatti da CSC , Dott. Francesca Trenta e DR. Matteo Ferretti del CSEBA.

Alla prima il sindaco ha salutato con stupore e favore un corso così partecipato che, dopo 8 anni di vita , continua ad essere un riferimento. Come sempre il corso è gratuito, come sempre i tecnici e professionisti prestano gratuitamente le loro competenze per aiutare in questa lunga e difficile attivazione della Riserva Borsacchio.

Le guide negli anni hanno dato un contributo importante per la città e la provincia, portando avanti 19 progetti di tutela e promuovendo eventi di informazione ambientale , storica e naturale che hanno coinvolto decine di migliaia di cittadini , turisti e studenti da tutta Italia ed Europa.

Marco Borgatti

Presidente Guide Del Borsacchio -Guardia Ambientale – Direttivo WWF Teramo – Presidente FIAB Roseto




AL VIA la Raccolta

Imballaggi di fitofarmaci e altri rifiuti delle imprese agricole

Fossacesia, 4 marzo 2023. Partirà il prossimo 8 marzo e si concluderà il 29 dello stesso mese la raccolta di imballaggi che hanno contenuto fitofarmaci, oli minerali esausti, padelle in polistirolo rivolto alle aziende agricole di Fossacesia. L’iniziativa, che viene promossa da nove anni dal Comune di Fossacesia, in collaborazione con la ECO.LAN. S.p.a., contribuisce alla bonifica e alla raccolta differenziata dei contenitori esausti di fitofarmaci utilizzati in agricoltura per incentivarne uno smaltimento corretto da parte di quelle aziende che lo utilizzano. Oltre ai contenitori, sempre d’intesa con la EcoLan, si procederà alla raccolta degli oli esausti. I rifiuti verranno raccolti presso la Cantina Sangro, situata lungo Strada Provinciale per Santa Maria Imbaro, che anche quest’anno ha dato la sua disponibilità. Sul sito istituzionale del Comune di Fossacesia (fossacesia.org), gli interessati possono prendere visione dei giorni, degli orari, delle modalità di conferimento e la tipologia dei rifiuti prodotti dall’attività agricola da smaltire, che sono classificati come speciali. Le domande possono essere consegnate nell’Ecopoint, situato nel palazzo municipale, entrata piazza Fantini.

“Anche quest’anno abbiamo inteso profondere il nostro impegno in favore del mondo agricolo promuovendo questo servizio che offre una soluzione concreta ad un procedimento che era abbastanza complesso e sentito dalle nostre imprese – afferma il Sindaco Enrico Di Giuseppantonio -. Una scelta che negli anni è stata apprezzata e che ha visto crescere, edizione dopo edizione, la partecipazione dei nostri agricoltori, come ci confermano i dati. Risultati che dimostrano come da parte degli interessati sia aumentata costantemente la consapevolezza di prevenire ogni forma di inquinamento a tutela dei prodotti, molti dei quali rientrano nella classifica delle eccellenze in ambito locale e nazionale”.

Un’agricoltura importante, con coltivazioni olivicole, vitivinicole, di frutta e ortaggi che riscuotono interesse un po’ ovunque. A confermarlo Alberto Marrone e Umberto Petrosemolo, rispettivamente consiglieri comunali con delega alle tematiche relative all’Agricoltura ed all’ambiente. “È una produzione che pretende un ambiente sano e, quindi, da parte dell’Amministrazione comunale, l’attenzione è alta. L’agricoltura va a braccetto con il turismo e mantenere un alto livello di qualità non solo è garanzia delle stesse aziende produttrici, ma anche dei consumatori e dei turisti, e per noi un impegno quotidiano”.




SALVIAMO GLI ALBERI dei Canottieri!     

La richiesta di Italia Nostra e Archeoclub Pescara                                                                                

Pescara, 4 marzo 2023. Alla notizia che alcuni operai stavano procedendo all’abbattimento dei pini esistenti intorno al fabbricato del Circolo Canottieri, la Sezione Italia Nostra L. Gorgoni di Pescara e la Sezione Archeoclub hanno subito inviato una PEC al Sindaco di Pescara, agli Assessori Comunali al Patrimonio e ai Lavori Pubblici, alla Soprintendenza ABAP Chieti-Pescara, al Gruppo Provinciale e alla Stazione locale dei Carabinieri Forestali, chiedendo il blocco immediato dei lavori.

L’intervento dei cittadini e delle cittadine ha bloccato provvisoriamente l’abbattimento. Infatti, esso si stava eseguendo addirittura in contrasto con le disposizioni del Comune stesso che vietano l’intervento nel periodo compreso tra marzo e luglio.

Ciò che si chiede con la PEC non è una semplice sospensione, bensì la rielaborazione progettuale che preveda espressamente una diversa soluzione per le aree esterne al Circolo Canottieri, tale da salvaguardare l’importante patrimonio arboreo ivi esistente.

Testo integrale della pec inviata a: sindaco di Pescara, assessori comunali al patrimonio e ai lavori pubblici, Sovrintendenza Abap Ch-Pe, gruppo provinciale e stazione locale carabinieri forestali:   

Salviamo gli alberi dei canottieri!

Apprendiamo che stanno abbattendo i pini esistenti intorno al fabbricato del circolo canottieri a Pescara.

Si richiede il blocco immediato dei lavori per valutare una diversa soluzione per le aree esterne che salvaguardi il patrimonio arboreo esistente.

La sezione di Italia Nostra e l’Archeoclub di Pescara hanno accolto con favore la notizia del recupero dell’edificio sede del circolo canottieri “La Pescara” a cura della Soprintendenza ABAP Chieti- Pescara.  Certo si tratta di rimettere in valore un pezzo della città del’900 che in tante altre parti è minacciata. Importante sarà anche la possibilità di ripensare urbanisticamente l’intera zona coordinando l’intervento con quello già programmato per l’area Rampigna in cui, archeologia, storia ed affaccio della città sul fiume possano trovare risposta nel grande parco da estendere nel tempo all’intera area che fu della fortezza.

Tuttavia, dobbiamo esprimere fermo dissenso sulla sistemazione esterna così come progettata che prevede l’abbattimento del consistente gruppo di pini che si è formato tra l’edificio ed il fiume. Si legge che l’abbattimento sarebbe finalizzato a restituire al fabbricato il rapporto col fiume secondo la situazione originaria.

Quei pini non vanno abbattuti invece per delle importanti ragioni:

 -Essi, adulti di diversi decenni, fanno parte della storia del luogo da più di cinquanta anni e si integrano armoniosamente con i filari retrostanti, componendo una macchia che anzi andrebbe incrementata. Sono frutto di una scelta consapevole di ulteriore attrezzatura di un luogo di sport e tempo libero.

-Ogni abbattimento di albero adulto a Pescara contribuisce a depauperarne il patrimonio

– Dalle foto d’epoca si vede che l’area originariamente era tutta spoglia di vegetazione; ma questo è tipico di un luogo  oggetto di recenti interventi, sostitutivi delle destinazioni precedenti e non ancora investiti da una progettazione urbana:   in quelle foto si documenta soltanto  la  continua trasformazione del luogo lungo tutto il secolo scorso ; la  assenza di alberi non è in alcun modo una scelta progettuale dell’epoca.

Il contesto è mutato radicalmente: si pensi alla viabilità di golena, ai parcheggi, ai locali della questura, alla recinzione dell’ex campo Rampigna, all’asse attrezzato di fronte; altri sono i detrattori che, in un progetto ampio devono trovare risarcimento urbano.

Italia Nostra Pescara e Archeoclub indirizzano un accorato appello alla Soprintendenza e all’Amministrazione comunale perché si eviti un taglio di alberi adulti che costituisce un danno per la città e non è Indispensabile per il restauro del fabbricato.

Sospendete i lavori e consideriamo le alternative al taglio.

La Sezione “L. Gorgoni” di Italia Nostra Pescara

La Sezione Archeoclub di Pescara




TAGLIO DI ALBERI a Francavilla al Mare

Il Co.n.al.pa:”Danni al patrimonio arboreo, serve confronto.”

Francavilla al Mare, 1° marzo 2023. Il Co.n.al.pa. Pescara-Chieti esprime la sua indignazione e contrarietà per i molteplici abbattimenti in corso in molte vie della cittadina e effettuati per il rifacimento dei marciapiedi. Un progetto che rischia di privare Francavilla di un gran numero di alberi già grandi e quindi già produttori di servizi ecosistemici per la collettività.

“Durante il nostro sopralluogo abbiamo visto una situazione critica – commenta l’associazione – per rifare i marciapiedi si tagliano alberi già grandi, con il rischio di privare questi luoghi di ombra nei periodi estivi, impedendo la mitigazione delle temperature e dell’inquinamento.”

“Vogliamo ricordare al Comune quanto siano importanti i servizi ecosistemici di alberi maturi in un tessuto cittadino controverso come quello di Francavilla.  Alberi grandi producono una maggiore ombra mitigatrice in estate e al tempo stesso hanno una maggiore capacità di assorbimento delle polveri sottili. Inoltre, ricordiamo al Comune che eventuali alberi da ripiantare impiegheranno decenni per svolgere ottimi servizi ecosistemici per la comunità.”

“Al di là della necessità di rendere fruibili a tutti i marciapiedi cittadini, non accettiamo assolutamente questo accanimento contro il patrimonio arboreo francavillese. Occorre confrontarsi per trovare ogni soluzione possibile e per salvare il maggior numero di alberi maturi. In periodi di crisi climatica, conservare il verde esistente e in buono stato di salute diventa fondamentale, soprattutto per proteggere la salute di tutti i cittadini.”




COSA RESTERÀ degli alberi di Pescara?

Resteranno solo le fotografie degli innumerevoli abbattimenti che stanno avvenendo nelle tante vie della Città?

Pescara, 27 febbraio 2023. I cittadini ci stanno inviando segnalazioni, da più punti: lecci abbattuti perché “malati”, pini che insistono in cantieri stradali; ripiantumazioni inesistenti, misere e lontane da una corretta progettazione del verde urbano.

È tantissima l’indignazione e la preoccupazione per quanto sta avvenendo.

Per tale motivo il Coordinamento Salviamo gli Alberi di Pescara chiede conto all’Amministrazione comunale di Pescara di quanto sta accadendo:

– quanti sono gli alberi che sono stati abbattuti che dimoravano in aree di cantieri stradali e nelle   vicinanze?

– quanti sono gli alberi abbattuti corredati da relazione fitostatica e strumentale?

– quanti sono gli alberi che l’Amministrazione ha deciso di abbattere?

– a quanto ammonta il bilancio di perdita di assorbimento in termini di CO2?

– che utilizzo viene fatto del materiale legnoso rimosso da parte delle ditte incaricate?

I cittadini sono più che consapevoli che le loro strade rimarranno senza ombra per almeno 20 – 30 anni, che le prossime estati renderanno roventi e perciò incalpestabili i bei marciapiedi luccicanti.

Non saranno certo i nuovi piccoli agrifogli o i bambù che pianteranno a evitare le morti per le ondate di calore (nel solo 2017 Pescara ha visto un aumento della mortalità del’11% a causa dell’isola di calore).

Il Coordinamento ricorda anche che tali abbattimenti generalizzati vanno contro la recente sentenza del Consiglio di Stato, Sez. V, 27 ottobre 2022, n. 9178 ,  la quale stabilisce che il taglio degli alberi deve essere motivato da adeguata istruttoria tecnica e strumentale.

L’Amministrazione comunale risponda ora ai quesiti, perché ha il dovere di essere trasparente e rendere pubblici i dati fin dal suo insediamento.

Cosa che comunque per legge dovrà fare a fine mandato, con obbligo di pubblicazione del Bilancio arboreo, dando conto di quanto accaduto.




SALVARE I TRABOCCHI dalla Bolkestein si può

La strada è indicata nella stessa direttiva: incontro a Roma alla Camera dei deputati

Roma, 23 febbraio 2023. Salvare i trabocchi. Trabocchi e Bolkestein, una soluzione a portata di mano è il tema dell’incontro che si è svolto nel primo pomeriggio di ieri a Roma nella Sala Matteotti della Camera dei deputati. Un incontro nato per cercare, insieme, una soluzione per stralciare i trabocchi dalla direttiva Bolkestein, che impone l’obbligo di affidare in concessione il demanio marittimo per scopi turistico-balneari, attraverso procedure di evidenza pubblica europee.

Alla riunione presenti parlamentari, assessori, consiglieri regionali, sindaci e rappresentanti di associazioni e del mondo economico e produttivo: da Rocca San Giovanni, Fossacesia, a Torino di Sangro, Vasto , Pescara e Giulianova. Presenti anche diversi traboccanti. Ad organizzare e coordinare i lavori, Walter D’Amario, presidente del “Comitato tutela trabocchi d’Abruzzo”.

Ad aprire gli interventi, con un saluto, il deputato Giulio Sottanelli: “L’unicità dei manufatti – ha detto – richiede l’applicazione di un regime speciale. Ribadiamo l’impegno a salvaguardia di questo inestimabile patrimonio.

I trabocchi e i caliscendi rappresentano  un’offerta turistica unica che deve coesistere con le leggi. Occorre stralciare quindi i trabocchi dalla Bolkestein, lavorando, anche in Parlamento, in maniera sinergica. Tra l’altro il numero di queste antiche macchine da pesca è irrisorio e non va ad impattare sulla concorrenza”.

Ha evidenziato Diego De Carolis, docente di diritto Urbanistico al Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università di Teramo: “è vero che i trabocchi sono inseriti  nel demanio pubblico, nel demanio marittimo, ma non sono assimilabili agli stabilimenti balneari. Necessitano di concessioni ma debbono seguire procedure differenti.  Sono ex palafitte frutto dell’ingegno umano, di gente che sfruttava le correnti per pescare  e sopravvivere. Sono strutture storiche, già protette e valorizzate, insieme al contesto ambientale in cui sono collocate,  da una legge regionale del ’94,  e sono patrimonio culturale. Alcune di esse sono vincolate dalla Soprintendenza. Per queste loro peculiarità è la stessa Bolkestein che prevede che è possibile derogare dalla direttiva e lo si può fare quando si tratta di beni o di legittimi interessi che hanno un carattere generale e non meramente economico”.

I trabocchi come bene immateriale Unesco. Giancarlo Pegoraro, direttore VeGal: “Sei regioni (Friuli, Abruzzo, Veneto, Emilia-Romagna, Toscana, Puglia ) presenteranno la candidatura a marzo 2023 per il riconoscimento di queste strutture – che cambiano nome (diventando caliscendi, bilance, padelloni) e caratteristiche nei diversi territori – come bene immateriale dell’umanità. Una candidatura  sostenuta e finanziata dal Fondo europeo per il mare”.

Interventi che hanno portato Walter D’Amario a chiedere al presidente della Regione Abruzzo, Marco Marsilio, “un tavolo ristretto per redigere un documento da portare al ministro per le Politiche del Mare, Nello Musumeci, e quindi dal Governo, per un confronto tecnico e per sostenere le ragioni dell’Abruzzo e dei suoi trabocchi”.

Marsilio ha così concluso: “La Regione sostiene con forza la lotta per escludere i trabocchi dalla direttiva Bolkestein, poiché non possono essere considerati alla stregua di una struttura ricettiva qualsiasi. Essi sono strutture uniche nel panorama culturale dell’Italia e della costa adriatica. La storia dei trabocchi è arrivata fino a noi grazie all’impegno di famiglie che, per generazioni, hanno saputo tramandare l’arte e la cultura necessarie a preservare queste antiche e delicate strutture, eccezionali per funzione ed ingegno”.




IL PROGETTO PARCO ITALIA

Iniziata in queste ore la messa a dimora delle 3600 essenze previste

Giulianova, 14 febbraio 2023. Intanto, sui pini di via Lepanto, interviene l’assessore Paolo Giorgini:” La perizia tecnica ne definisce 17 a serio rischio di cedimento e ne prescrive la rimozione. Intervenire è un dovere morale e un obbligo legale.”

Ha preso il via, in queste ore, la piantumazione di nuove essenze, come previsto dal progetto Parco Italia. La messa a dimora dei piccoli esemplari, i primi di 3600 complessivi, è in atto nell’area compresa tra via Parini e via Montello.

In merito alla polemica in corso su alcuni pini di via Veneto destinati all’abbattimento, interviene intanto Paolo Giorgini. L’assessore alla Manutenzione del Verde replica alle critiche non con parole sue, ma con quelle contenute nelle trenta pagine della relazione tecnico-valutativa firmata di Matteo Colarossi, dottore agronomo, consulente in materia di verde urbano incaricato dal Comune di Giulianova. Lo studio è in linea con quanto riportato da un ulteriore documento di monitoraggio, redatto, questo, dal dottor Lorenzo Granchelli già nel 2020.

La perizia di Colarossi è scaturita dalla richiesta di verificare la stabilità di 7 pini di Aleppo e 11 pini domestici ubicati sulla banchina stradale di via Veneto. Per redigerla, spiega l’agronomo, “si è presa visione delle condizioni strutturali e fitosanitarie, si è verificata la consistenza legnosa e visionato il colletto di tutti gli esemplari”. Per ciascuno di loro è stata redatta una specifica scheda di valutazione.

Gli alberi analizzati non possono dirsi monumentali, in quanto non inseriti nell’elenco degli alberi monumentali d’Abruzzo stilato dall’ex Corpo Forestale dello Stato.  La relazione inserisce 17 pini “nella classe di propensione al cedimento con prescrizione d’abbattimento immediato al fine di evitare cedimenti con danni a carico di persone o cose. Le conseguenze di un cedimento – si puntualizza – sarebbero gravi in caso di cadute su persone o cose. ”Solo su uno dei pini è possibile procedere con un’opera di consolidamento e potatura. Il consiglio dell’agronomo è di sostituire gli alberi rimossi con cipressi comuni o con farnie.

“Tutti noi – commenta l’assessore Giorgini – siamo affezionati ai panorami della nostra infanzia e sospiriamo ricordando gli alberi sulla strada di scuola. Più di tutto, però, ci preme preservare oggi la vita dei nostri simili, specie di quelli che, ignari, potrebbero trovarsi a passare sotto i pini di via Veneto in un giorno di vento. Ce lo impongono la coscienza e, giustamente, anche la Legge. Siamo certi, peraltro, che, in caso di cedimenti con effetti nefasti, chi oggi grida allo scempio sarebbe il primo a puntare il dito e ad accusare l’Amministrazione di incuria ed inerzia. Ai 17 pini abbattuti in via Veneto fanno da contrappunto  le migliaia di essenze piantate tra il 2021 e il 2023, pronte ad offrire, ai figli dei nostri figli, un presente di 




NUOVO GRANDE ALBERGO vicino al torrente Borsacchio

Facciamo chiarezza sulla peggiore lottizzazione della città e l’opportunità persa con il taglio della Riserva Borsacchio nel 2012 che esclude l’area oggi oggetto di intervento

Roseto degli Abruzzi, 7 febbraio 2023. La lottizzazione di viale Makarska a Roseto degli Abruzzi ha da sempre rappresentato come non urbanizzare un territorio . Al di là dei singoli progetti concessi, su cui non dibattiamo,  è l’insieme della lottizzazione che da sempre è stata contestata. Ha trasformato una ex area verde con campi ed ex vigneti sul mare in un agglomerato disordinato di case, alberghi e residenze, spesso vicinissime e di forme, altezze e fatture diversissime con occlusione della vista al mare totale. Un tetris urbano. In più di un convegno sull’urbanistica è stata proprio portata, ad esempio, di come non urbanizzare un territorio di pregio.

Una rapida e sintetica , ma doverosa, ricostruzione.

La lottizzazione parte a fine anni 90 dopo anni di pressioni per urbanizzare gli ultimi terreni fronte mare della città. Tutto nasce nel 1998 aprendo ad una lottizzazione disarticolata per concedere massima libertà ai costruttori per fare velocemente e, a nostro avviso, male. L’appetito su terreni così vicini al mare era troppo forte con buona pace dell’ambiente e del consumo del suolo.

Dal 1998 al 2004 ci furono forti battaglie in consiglio comunale, fra la popolazione avversa e le forze ambientaliste. Celebri le battaglie di Franco Sbrolla con i cittadini e quelli che oggi sono volontari delle Guide , del WWF, Legambiente e Italia Nostra .

Nonostante tutto dal 2004 iniziò la cementificazione e per circa 10 anni è continuata, con varie fasi, fino ai giorni d’oggi.

Pochi però ricordano che il tratto che oggi sede di intervento era dal 2005 al 2012 Riserva del Borsacchio e questo è stato il primo fattore che ha salvato l’area per quasi un decennio , oltre a dinamiche societarie in seconda battuta.

Quando nel Febbraio 2005 fu istituita la Riserva comprendeva tratti di via Makarska per spingersi a nord per il tratto attuale , copriva la sola spiaggia di Cologna, la foce del Tordino e parte del Parco Annunziata a Giulianova. Tale scelta di includere Via Makarska fu dettata dalle normative e da uno studio che prevedeva aree di rispetto (la natura non ha un confine netto, flora e fauna non conoscono confini o GPS) . Nelle zone periferiche della Riserva, come quella che sarà urbanizzata oggi, si sanava lo scempio del tempo consentendo si interventi ma eco sostenibili con tutela dei paesaggi per rendere di pregio ed attrattiva l’area, anche a fini turistici.

Purtroppo, nel 2012, sotto la lecita pressione di gruppi d’interesse legati all’edilizia, Via Makarska, ed altre aree, furono escluse per concedere di edificare. Anche il tratto oggetto delle polemiche di questi giorni.  Ma attenzione non fu solo la giunta del 2012 a chiedere il taglio,  le pressioni partirono già durante la precedente amministrazione con cui iniziò un tavolo fra forze ambientaliste per trovare un accordo ed escludere quel che aveva ragione d’essere per agevolare cittadini ma senza aprire alla grande speculazione edilizia.

Inutile ricordare come l’accordo non si trovò e su quello scontro nacque la divisione fra il mondo ambientalista e l’amministrazione comunale e questa, a sua volta, fu una delle cause che portarono , dopo quasi quarant’anni, il centro sinistra a perdere le elezioni nel 2011.

Doveroso ricordare una celebre riunione del 2009 sul tema taglio Riserva promossa da Comune a cui parteciparono le associazioni ambientaliste dove emerse come imprenditori edili stavano iniziando ad acquistare terreni agricoli nei territori che allora , ed in parte anche oggi, erano nella riserva Borsacchio. Alcuni agricoltori vendettero altri no fieri del loro lavoro e della loro terra. Fu un campanello d’allarme nel mondo ambientalista. L’interrogativo che ponemmo era semplice: perché un costruttore, lecitamente, acquista un terreno agricolo per di più all’interno di una riserva ? Una domanda a cui ognuno darà una sua risposta.

L’ultima salvezza per Via Makarska cade in una notte del 2012 quando in un consiglio Regionale estenuante si ridussero le miglia di osservazioni e le restanti furono dibattute una ad una con fiera opposizione di chi difendeva l’ambiente ed il bene comune. Il tagliò della Riserva Borsacchio avvenne sotto le proteste di centinaia di cittadini che avevano riempito l’aula del consiglio. Noi eravamo li.

Nel 2018 e poi nel 2020 il consiglio ed in seguito la giunta aprirono al progetto, legalmente possibile stralciata la riserva, e recentemente è arrivata una nuova richiesta per risolvere alcune questioni e far partire l’edificazione.

Dopo questa doverosa cronistoria due doverose osservazioni:

1) Attualmente è consentito far questo intervento. I motivi sono in scelte fatte nel 1998 e nel 2012 con il taglio della Riserva. Ma ricordiamoci una cosa essenziale. Quest’ultima lottizzazione è proprio al fianco del Torrente Borsacchio, in quella che naturalmente è la zona di espansione durante le piene. Nei secoli noi uomini abbiamo costruito su fiumi e torrenti per poi piangere dopo decenni, o secoli, la sciagura imprevedibile. La normativa italiana è, ovviamente, la più carente d’Europa in tema di rispetto degli alvei e sulle edificazioni nelle sue vicinanze. Infatti, l’unica normativa in materia è da addetti ai lavori ed è il regio decreto 523 del 1904. Ovviamente in oltre 120 anni di disgrazie in Italia il legislatore non ha trovato tempo di aggiornare la normativa e quindi si è andati avanti a sentenze per capire a quale distanza costruire, anche a sezioni riunite, ed alla fine si è stabilito che a meno di 10 metri non si possono effettuare installazioni e nemmeno scavi per non compromettere i corsi d’acqua e garantire un minimo di sicurezza per chi vivrà in zona. Quindi all’attuale amministrazione chiediamo di guardare al 2050. Di prevedere come saranno le norme nel futuro. Quando forse si troverà il tempo di normare con maggiori canoni di sicurezza ed ambientali. Oggi l’80% delle persone sono sensibili alle tematiche ambientali ed i giovani quasi al 100% . Il nuovo progetto per essere in linea per la Roseto del domani deve lasciare spazio al verde, non essere impattante, essere a giusta distanza di sicurezza. Rispettiamo i ruoli senza dubbio e i legittimi interessi dei costruttori ma la democrazia vive di equilibrio, di pesi e contrappesi. Se una parte vuol costruire su un alveo è democrazia che un’altra chieda salvaguardia per il futuro. In attesa del Progetto restiamo tutti, nel mondo ambientalista, in allerta.

2) L’ennesima prossima urbanizzazione figlia degli anni 80 è alle porte ed apre una riflessione sull’importanza della Riserva Borsacchio e di come un’area protetta può conciliare ambiente, sostenibilità e progresso di tutti e non di un solo di un portatore d’interesse. Ma la Riserva è ancora su carta. Il tempo di partire con la Riserva è adesso. È Adesso il momento di costruire la Roseto del 2050. Immaginiamo se la Riserva veniva attivata nei 90 giorni previsti dalla legge istitutiva, approvando un PAN ed avendo un comitato di gestione, oggi questa questione non sarebbe esistita. L’area marina protetta , i Calanchi di Atri in dieci anni di lancio e la creazione del cosiddetto “effetto riserva” hanno generato sostenibilità per flora e fauna e ricchezza per i cittadini , agricoltori, imprenditori e turismo. Roseto cosa aspetta? La Regione cosa aspetta? Non sarà forse come in quel 2009 quando speculatori edili cercavano, lecitamente, di trasformare terreni agricoli in edificabili decuplicando i loro capitali?

Non nascondiamoci dietro un dito. Tutti sanno ormai a Roseto che i ritardi della riserva sono legati a gruppi di interesse che lecitamente vogliono costruire e detengono molti terreni. Esiste una semplice legge di mercato: Il principio della scarsità. nota anche agli adolescenti, anche se non sotto questa definizione. Secondo questo principio, un bene scarso o raro, ha spesso un valore più alto.

In una Riserva non si possono fare nuove urbanizzazioni, salvo rari casi di necessità e particolare utilità collettiva. Questo rende un nuovo fabbricato raro e quindi prezioso. Per questo costruire nuove grandi strutture è un business allettante che però distrugge la logica di una Riserva , ovvero salvare la natura presente e rivalutare le proprietà esistenti dei residenti che con lo spopolamento delle campagne del 900 hanno perso valore e funzioni. Tante piccole strutture sostenibili sono ricchezza per i cittadini, poche grandi sono la ricchezza di pochi e fanno saltare l’agricoltura di pregio e il turismo sostenibile facendo sprofondare di colpo Roseto indietro nel tempo al 1950 quando l’Italia è stata consumata dai palazzinari rendendola fuori dal tempo e privandola di opportunità future.

Via Makarska è un simbolo di come tutti noi abbiamo sbagliato a concepire la città e di come tagliare una Riserva sia stato recidere l’ultima speranza. Ora il futuro cosa prevederà per Roseto?

Marco Borgatti

Presidente Guide Del Borsacchio -Guardia Ambientale – Direttivo WWF Teramo – Presidente FIAB Roseto




BISOGNA FERMARE GLI ABBATTIMENTI di alberi e le potature selvagge

Il WWF: approvare subito il Regolamento del Verde Pubblico e Privato

Ortona, 31 gennaio 2023. Nelle ultime settimane sono giunte diverse segnalazioni, da parte di cittadini, all’Associazione WWF in merito a potature selvagge ed abbattimenti di alberi nel Comune di Ortona.

Capitozzature sono state effettuate in via D. Caraceni ed in piazza Porta Caldari. Ancora capitozzature selvagge in via Rapino ed in via G Primavera. Non sono risparmiate neppure le aree meno centrali: via Marina e contrada Gagliarda Alta hanno subito la stessa sorte. Tutti interventi grossolani, posticci, con taglio indiscriminato del fusto, delle branche primarie o di grossi rami. È noto come interventi di questo tipo rendano gli alberi più fragili e malati e dunque, paradossalmente, aumentino il rischio di crolli.

Queste potature selvagge sono state probabilmente effettuate, per conto del Comune, da personale senza alcuna competenza e formazione in merito. 

In questi giorni, inoltre, 14 esemplari dei bellissimi pini di Via Giro degli Uliveti sono stati abbattuti perché, così dice la Determina dirigenziale del Settore Lavori Pubblici, le radici hanno danneggiato sia il manto stradale che il marciapiede.

L’Amministrazione di Ortona ha valutato soluzioni che potevano essere alternative al taglio degli alberi? In altri Comuni si stanno applicando, sempre più spesso, tecnologie di rifacimento del manto stradale che favoriscono un’adeguata crescita di piante e che evitano l’abbattimento degli alberi, così come accaduto per la riqualificazione di via Pepe a Pescara. 

Dichiara Ines Palena, Presidente dell’Associazione WWF Zona Frentana e Costa Teatina: «È evidente come non sia più possibile attendere ancora che da parte dell’Amministrazione Comunale venga approvato un Regolamento per la gestione del Verde Pubblico e Privato; Ortona è l’unica città con più di 20.000 abitanti a non averne uno».  

Nel frattempo chiediamo al Comune di Ortona di interrompere le azioni di depauperamento e di dissesto del Verde Pubblico e di avvalersi, per i futuri interventi di manutenzione e potatura, esclusivamente di personale qualificato, così come previsto dal Decreto del Ministero dell’Ambiente del 10 marzo 2020 sui Criteri Ambientali Minimi per la gestione del Verde Pubblico.

Ines Palena

Presidente Associazione WWF Zona Frentana e Costa Teatina OdV




PROGETTO NUOVA LINEA FERROVIARIA a Roseto e nella Riserva Borsacchio

Proposta di modifica e confronto con RFI, Regione, Ministero e Comune  

Roseto degli Abruzzi, 28 gennaio 2023. Nella giornata del 27/1/2023 , grazie ai nostri legali, abbiamo inoltrato una richiesta ufficiale a RFI, Regione Abruzzo, Provincia di Teramo, Ministero delle infrastrutture e Comune di Roseto degli Abruzzi.

Pochi conoscono l’argomento ed è ora che diventi di dominio pubblico. RFI ha presentato a settembre 2022 un progetto preliminare diviso in fasi di attuazione per potenziare e creare bypass e reti ferroviarie di supporto e miglioramento dell’attuale linea adriatica.

Il tratto in oggetto della nostra richiesta è Alba Adriatica – Roseto degli Abruzzi. Tale progetto prevede un bypass lungo le colline di queste città per poi, tramite viadotti e gallerie, rientrare proprio nel cuore della Riserva Borsacchio riallacciandosi sul tratto costiero poco prima della Pineta Mazzarosa.

Il progetto prevede anche gallerie sui colli,  colle magnone compreso,  passaggi terrestri proprio in prossimità delle zone di pregio costiere. Ovviamente nella relazione di RFI non c’è traccia che tale zona sia una Riserva e che sia una intensa area di produzione agricola.

Ovviamente un simile progetto, seppur meritevole , va ad impattare drammaticamente in una zona agreste e in una Riserva Naturale sottoposta a vincoli paesaggistici . Penalizzando la natura e le attività agricole cuore dell’area protetta e su cui si costruirà parte dell’economia sostenibile  di Roseto 2050.

Ma da questo problema può nascere una grande opportunità. RFI , almeno così riporta nei documenti presentati al ministero, è aperta ad ascolti con il territorio per mitigare impatti naturali e migliorare ed ottimizzare il grande impiego di fondi.

Solo per questo tratto : Alba Adriatica – Roseto degli Abruzzi sono disponibili oltre un miliardo di euro.

Da qui nasce una grande opportunità. Nella nostra missiva oltre che enunciare le criticità di un passante ferroviario in una zona a vocazione agricola ed all’interno di una Riserva Naturale apre a una idea che davvero può cambiare la città di Roseto degli Abruzzi in maniera sostenibile, preparandola non al prossimo decennio, ma al prossimo secolo.

Abbiamo chiesto di valutare un tracciato prossimo all’autostrada il più possibile o comunque prevedere uno spostamento della ferrovia dal centro città.

Come noto la Città di Roseto è congestionata ed è stata pienamente urbanizzata. Non esistono spazi per nuove vie, aree verdi, collegamenti ciclabili .

Immaginiamo , come successo in altre città  ad un arretramento ed utilizzo del tracciato attuale per piste ciclabili, navette di collegamento, aree verdi, attraversamenti mare-statale pedonali e ciclabili diffusi e quanto sarà possibile realizzare in tali spazi liberati per i cittadini e turisti.

I fondi in campo sono considerevoli. Aprire un tavolo con una simile idea è un compito arduo ma è l’unica possibilità che ha la città di Roseto degli Abruzzi per realizzare un’idea che in molti hanno avuto negli ultimi 30 anni ma che nessuno ha potuto realizzare per via degli ingenti costi.

Ora RFI impiegherà oltre un miliardo di euro per aggiornare la linea.

Il momento di costruire la città di Roseto degli Abruzzi 2050 è adesso. E’ una sfida che lanciamo agli enti per il progresso della città.

Siamo a disposizione ovviamente di chiunque , nelle sedi deputate a tali scelte, vogliano immaginare una nuova città.

Marco Borgatti

Presidente Guide Del Borsacchio -Guardia Ambientale – Direttivo WWF Teramo – Presidente FIAB Roseto




ANTONIO DI SANTO entra Federparchi

Nel consiglio direttivo nazionale della federazione dei parchi e riserve naturali

Opi, 27 gennaio 2023. Il Sindaco di Opi e Presidente della Comunità del Parco Nazionale d’Abruzzo Lazio e Molise, Antonio Di Santo, è entrato a far parte del consiglio direttivo nazionale di Federparchi che ha rinnovato la propria governance nell’appuntamento congressuale appena concluso, dove sono stati tracciati la strategia e gli obiettivi da seguire nei prossimi anni riguardo la gestione e lo sviluppo delle aree protette in un’ottica di sostenibilità e di tutela.

Oltre a Di Santo che entra nel Consiglio direttivo in rappresentanza dell’ANCI, l’Associazione del Comuni Italiani, entra nel consiglio direttivo, in rappresentanza delle aree protette abruzzesi, anche Francesco D’Amore, Presidente del Parco Naturale Regionale Sirente Velino.

“È per me un grande onore poter rappresentare i Comuni Italiani nel contesto della federazione dei parchi nazionali – commenta Antonio Di Santo – oltre al prestigio personale sono molto felice di poter lavorare in un contesto nazionale per strutturare gli equilibri tra Conservazione e Sviluppo socio-economico necessari per permettere alla Natura di essere protetta adeguatamente ed alle popolazioni che vivono nelle aree protette di cogliere l’opportunità di sviluppo e crescita che un area protetta riesce ad apportare al territorio. Grazie al Presidente Nazionale Anci Comuni Italiani, Antonio Decaro – continua Di Santo – per l’incarico ricevuto che cercherò di onorare al meglio con impegno e serietà “.




ENERGIE RINNOVABILI: necessità e prospettive per gli agriturismi, l’opportunità dei bandi

Incontri tecnici informativi, primo appuntamento lunedì, 30 gennaio ore 9:30 – Miglianico (Ch), Agriturismo Campoletizia

Pescara, 24 gennaio 2023.  “Le energie rinnovabili: necessità e prospettive per gli agriturismi, l’opportunità dei bandi” questo titolo e tema del primo incontro tecnico informativo organizzato da Cia Agricoltori Italiani Abruzzo e Turismo Verde Abruzzo per lunedì 30 gennaio presso l’Agriturismo Campoletizia a Miglianico.

L’iniziativa, si divide in due sessioni, antimeridiana alle ore 9,30 e pomeridiana alle 14,30 dal secondo titolo “Contabilità e assunzioni: norme, adempimenti, scelte”.

Il dibattito vedrà l’intervento del presidente Cia Abruzzo, Nicola Sichetti, Attilio Piattelli, Vice Presidente nazionale Italia Solare, Marino Berton, Coordinatore E.S.C.O. Agroenergetica Srl.

Coordinerà i lavori Mariano Nozzi, direttore di Cia Abruzzo.

Serena Colecchia

CIA Agricoltori Italiani Chieti-Pescara




RISERVA DANNUNZIANA: si portano via la pineta pezzo dopo pezzo, ramo dopo ramo?

Ho scritto alla Polizia Municipale e ai Carabinieri Forestali la nota che segue.

Pescara, 23 gennaio 2023. Nella giornata di venerdì 20 gennaio, alle ore 13,00 circa, ho notato alcune persone intente a prelevare legname ai bordi del recinto in cemento che costeggia il Comparto 5 della Riserva Dannunziana, all’altezza dell’immissione della nuova Strada Pendolo su Via Antonelli. Si tratta di alcuni pini crollati presumibilmente nelle prime ore di lunedì 16 gennaio a causa di forti raffiche di vento. Gli alberi sono rovinosamente caduti sul recinto di cemento posti all’interno della Riserva e sulle transenne che delimitano il cantiere stradale del Pendolo, impedendo l’accesso ad estranei.

Le persone intente a prelevare il legname, munite di un furgone posto subito all’esterno dell’area cantiere, transitando attraverso un varco nella rete di recinzione, si sono avvalse anche di una motosega per rimuovere i tronchi più ingombranti. L’assenza di indicazioni di lavori in corso, e di eventuali divise di riconoscimento, mi hanno lasciato supporre non si trattasse di una ditta incaricata ovvero autorizzata al prelievo.

La medesima cosa è accaduta alla fine del mese di settembre nell’area compresa tra Via Antonelli e Via Silone, quando i residui dell’abbattimento, da parte di una ditta incaricata, di circa 20 pini, avvenuto presumibilmente per motivi di sicurezza, sono stati prelevati da privati durante le successive giornate, dopo l’asportazione dei tronchi e dei rami di maggiori dimensioni avvenuta con mezzi pesanti da parte della ditta stessa.

Quanto illustrato, per lavori autorizzati o meno, è avvenuto all’interno del perimetro della Riserva.

La presente segnalazione viene rimessa per competenza all’attenzione di quanti in indirizzo al fine di verificare la congruità degli interventi di asportazione di legname richiamati con quanto previsto alla voce “divieti”, ovvero in altre, delle NTA del vigente “Piano di Assetto Naturalistico della Riserva Naturale Regionale Pineta Dannunziana“, approvato in via definitiva dalla Regione Abruzzo con DGR n. 330 del 22/06/2020.

Giancarlo Odoardi




PRONTI A BARRICATE contro opera  devastante, pericolosa e inutile

Presidente Galletti: “danni calcolati per decine di milioni di euro”

L’Aquila, 19 gennaio 2023. “Il territorio di Paganica e San Gregorio, assieme a tutti gli altri attraversati dal metanodotto Snam, è pronto a fare le barricate, come sua nobile e consolidata tradizione, contro un’opera costosa, inutile, pericolosa e che porterebbe ad un impoverimento irreversibile, a beneficio dell’arricchimento di pochi”.

E quanto ha ribadito a chiare lettere Fernando Galletti, presidente dell’Amministrazione separata degli Usi civici (Asbuc) di Paganica San Gregorio, frazioni del comune dell’Aquila, nel corso della riunione che si è tenuta  a Palazzo San Francesco  a Sulmona, da parte dei sindaci e delle istituzioni del territorio, per ribadire la contrarietà al metanodotto Snam Sulmona-Foligno, che interesserà 17 comuni abruzzesi, e con avvio dei lavori previsti a luglio 2024. Riunione necessaria a mettere a punto e condividere le osservazioni poi inviate all’Area, l’Autorità di regolazione per energia, reti e ambiente, che ha stabilito che occorre una consultazione pubblica che coinvolga i territori, come precondizione per il definitivo via libera alla mega opera, già approvata dal governo italiano lo scorso ottobre.

Le argomentazioni contro il metanodotto sono dunque state messe nero su bianco nei documenti, sia di carattere generale, sottoscritti dal presidente Galletti per conto dell’Asbuc, sia di carattere più mirato relativamente all’impatto, devastante, sul solo territorio di Paganica e San Gregorio, che dovrebbe essere attraversato dall’opera per ben 36 ettari.

Per quanto riguarda gli aspetti generali, nelle osservazioni si evidenzia innanzitutto che nonostante “la forte diminuzione dei consumi di gas rispetto a quelli di picco del 2005 di circa 18 miliardi di metri cubi, pari ad una riduzione del 21%, Snam continua ad insistere per la sua realizzazione”.

Del resto, si ricorda che “anche l’Eni e l’Anigas nelle loro osservazioni al Piano decennale Snam 2020-2029 hanno evidenziato la non necessità della realizzazione e parlano di  ‘investimenti che non sono necessari a garantire il soddisfacimento della domanda nazionale’,  visto che ‘con la funzione di incrementare la diversificazione delle fonti di approvvigionamento del resto d’Europa aumentando la sicurezza, i relativi costi devono essere opportunamente allocati ai Paesi che ne beneficeranno’ mentre invece ‘si farebbero gravare interamente sui consumatori italiani i costi sostenuti per investimenti i cui benefici verrebbero goduti da altri Paesi europei’. L’Eni stima poi i costi dell’intero progetto in 1,9 miliardi di euro, costi che “verrebbero recuperati in tariffa in 40-50 anni”, ma con il rischio di innescare per decenni una spirale di tariffe di trasporto crescenti”.

Pesa anche il fatto, si evidenzia del documento, che “nel 2022 l’Italia ha esportato oltre 3 miliardi e 200 milioni di metri cubi di metano, ovvero più della produzione nazionale. Il Paese che ha contribuito di più a realizzare questo risultato è stato la Norvegia, a seguire i tre impianti di gnl che sono passati da 9 miliardi a quasi 13 miliardi, e il Tap. Dall’Algeria, invece, sono arrivati solo 2 miliardi in più, mentre dalla Libia si è avuto un decremento. Come si vede sono stati soprattutto gli impianti situati al nord (Passo Gries e rigassificatori) a consentire il rimpiazzo del gas russo e non quelli del sud”, bacino in cui insiste anche il nuovo metanodotto.

La Snam dovrebbe poi spiegare in modo analitico perché “il costo dell’opera è aumentato nell’arco di due anni del 50%. Dal Piano decennale 2020 risulta infatti che il costo complessivo era stimato in 1 miliardo e 596 milioni di euro (di cui 1 miliardo e 406 milioni per il metanodotto e 190 per la centrale di compressione di Sulmona), mentre attualmente esso è calcolato in 2 miliardi e 400 milioni di euro. C’è da domandarsi a quanto arriverà il costo dell’opera quando essa sarà terminata, cioè alla fine del 2027, sempre che i tempi potranno essere rispettati. Anche volendo considerare gli effetti della crisi economica uniti a quelli derivanti dalla pandemia da covid ci sembra azzardato ritenere che essi siano tali da giustificare un aumento del 50%”.

Non si può non rimanere fortemente “sconcertati”, infine, “nel constatare che un’opera considerata strategica dovrebbe entrare in esercizio nel 2028, cioè in un’epoca in cui l’Italia dovrebbe, per un impegno assunto anche sul piano giuridico, ridurre sensibilmente l’utilizzo dei combustibili fossili”.

Passando dunque all’impatto sul territorio di Paganica e San Gregorio, nelle sue osservazioni l’Asbuc ricorda che i 36 ettari di terreno di uso civico interessati sono ubicati in una delle poche zone verdi e incontaminate della zona, sono classificati al Piano regolatore generale del comune di L’Aquila come zona agricola di rispetto montano.

Inoltre, grave vulnus è rappresentato dal fatto che la Snam “non ha intavolato nessun tipo di dialogo, bypassando totalmente l’Asbuc, ed ha preferito contattare gli (ex) occupatori abusivi di una parte dei fondi in questione, i quali per definizione non avevano alcun titolo né diritto di disporre di tali fondi, che infatti sono stati prontamente reintegrati dalla nostra Amministrazione e, come anticipato, sono totalmente di sua proprietà. Nonostante questo, la Snam ha indennizzato i suddetti ex-occupatori abusivi, in parte con soldi pubblici”.

Oltre a questo, si segnala che “l’area interessata presenta notevoli criticità, prima fra tutte la presenza sui terreni interessati di faglie sismiche attive, tra cui la faglia Paganica-Pettino, la cui attivazione ha generato il terremoto del 6 aprile 2009, causando all’epoca notevoli danni alla rete idrica e alla linea del gas, le cui tubazioni sono state tranciate di netto dalla forza del sisma”.

Notevoli inoltre sarebbero i danni al livello di impatto ambientale e paesaggistico, data anche la forte vocazione turistica del territorio e tra le bellezze si segnala il santuario della Madonna d’Appari, risalente al XII secolo e dichiarato monumento nazionale nel 1902, che “verrebbe completamente deturpato dal passaggio dell’opera”.

Inoltre, sarebbero di notevole entità i danni economici causati dall’attività agricola praticata su un’ampia porzione di terreni e in primis la coltivazione del tartufo.

“I terreni a vocazione tartuficola saranno totalmente attraversati dal metanodotto e la restante parte  saranno oggetti di servitù per le distanze ridotte dal metanodotto e per il passaggio dei mezzi e del personale operativo”, si legge nelle osservazioni.

Del resto all’Arera  l’Asbuc illustra anche l’esito di una perizia commissionata per la stima  dei danni all’attività economica del territorio, di circa 42 milioni di euro “tenendo conto dei  danni diretti alle coltivazioni, specialmente per quanto riguarda le tartufaie e il mancato guadagno della rivendita del raccolto e dei prodotti derivati,  la perdita degli investimenti e del lavoro svolto nel corso degli anni, il mancato introito delle tasse che gli agricoltori pagano sull’autorizzazione al raccolto, la vanificazione di tutte le migliorie apportate dalla stessa Asbuc”




CICLABILITÀ: BENE sul Ponte delle Libertà

Malissimo lungo il Pendolo

Pescara, 19 gennaio 2023. Non è ancora aperto alle due ruote l’attraversamento del Ponte delle Libertà, con la sua nuova pista ciclabile in sede propria posta sulla corsia interna lato monte, mentre è già percorribile la corsia cromaticamente sagomata lungo il perimetro della rotatoria di collegamento del ponte stesso con Via Aterno. La pista, separata da un cordolo dal flusso veicolare che si svolge sulla corsia adiacente e che quindi consente alle bici un uso riservato, è ampia 2,50 m, cioè il limite minimo previsto dalla normativa vigente (regolamento 557/99). L’auspicio è che questo indispensabile tracciato, portato a compimento da questa Amministrazione ma non previsto in fase di progettazione del ponte che, ricordiamo, collega due popolosi quartieri della città, venga preferenzialmente usato dai ciclisti che, per adesso solo lato sud, trovano una continuità di percorso lungo la richiamata rotatoria di via Aterno.

In attesa che si intervenga anche sul lato opposto, alla intersezione con via del Circuito, al fine di dare completezza all’opera, non possiamo però non segnalare alcune possibili criticità: viste le dimensioni, con un raggio di 20 metri e 7 di carreggiata, la rotatoria mal si presta a essere percorsa da una bicicletta lungo il perimetro esterno senza alcuna protezione se non la linea gialla e il cromatismo di fondo, che presto potrebbero venire meno. L’ipotesi è che, sia in entrata che in uscita, e dovendo percorrere verso sinistra almeno metà del percorso, il ciclista esca dalla corsia e scelga di stare, per una presunta maggiore sicurezza, verso l’interno della rotatoria. Diversamente, restando in corsia c’è il rischio che alle intersezioni se la debba vedere con automobilisti che escono o entrano nella rotatoria senza dare la precedenza alle due ruote.

Ma auspicando il consolidamento dell’uso corretto del nuovo tracciato da parte di tutti gli utenti, non si può non rimarcare con severità e disappunto ciò che invece avviene a poca distanza, sulla pista ciclabile posta lungo il Pendolo, all’altezza del deposito bus di TUA. La pista, situata sul lato monte dell’asse stradale e comunque fuori da questo, è perennemente occupata da automobili che ne hanno sancito nel tempo il cambio d’uso: da pista ciclabile a parcheggio. Ovviamente anche senza auto, ormai la pista è irriconoscibile, e anche se le fosse soffre di un difetto di fruizione presentando soluzioni di continuità sia a nord che a sud, non essendovi elementi che la rendano individuabile e intercettabile (come d’altronde tutti gli altri segmenti, che costeggiano l’asse stradale del Pendolo da Via Aterno fino a Via Tiburtina).

Ci chiediamo di chi siano quelle auto, nella foto ben 8, parcheggiate sulla pista; alla Polizia Municipale, che avviseremo per un controllo, ci permettiamo di suggerire di fare una visita a TUA e al contempo ai referenti dell’azienda di fare una ricognizione interna. Al Comune chiediamo di ripristinare le condizioni d’uso di quel tracciato, con un minimo di segnaletica orizzontale e verticale, magari rifacendo il fondo se non addirittura, e sarebbe molto meglio, spostando l’asse cicloviario sulla carreggiata adiacente, ovviamente in modalità monodirezionale su entrambe le corsie di marcia.




COGESA, PREOCCUPATI DELLO SPINOSO problema dei rifiuti

In questo periodo occupa le pagine dei quotidiani, interessando politica locale e regionale

(Le organizzazioni sindacali del comparto dell’igiene ambientale, lo scorso 23 dicembre hanno inoltrato una richiesta di incontro sindacale urgente al Sindaco di Sulmona, al comitato ristretto del controllo analogo di COGESA, nonché all’intero cda: richiesta della quale, ad oggi, non si ha ancora riscontro).

L’Aquila, 18 gennaio 2023. Questa OS è consapevole che un’azienda in crisi genera un problema di natura lavorativa e dai forti risvolti sociali ed occupazionali, soprattutto se la stessa azienda incide in un territorio ove non esistono grandi insediamenti industriali forieri di nuove occupazioni. Non sfugge a nessuno, altresì, come, per logiche di mercato – sebbene parliamo di aziende pubbliche, quali COGESA ed ASM – le cifre economiche, i numeri, contano sui bilanci aziendali: consuntivi e preventivi.

Sappiamo che eventuali aumenti del costo di conferimento dei rifiuti dell’Aquila presso l’impianto di COGESA si ripercuoterebbe, di fatto, sul bilancio di ASM e nelle tasche dei cittadini dell’Aquila, ma è doveroso ricordare che il d.lgs. n. 152/2006 e la legge 27 dicembre 2006 n. 296 individuano come obiettivi di raccolta differenziata, a livello nazionale, almeno il 65% entro il 31 dicembre 2012. I dati ISPRA, agli ultimi aggiornamenti del 2021, attestano che la percentuale di Raccolta Differenziata in Abruzzo è pari al 64,63% e nel comune dell’Aquila è pari al 39,44%.

È importante che ogni attore faccia la propria parte e che la migliori continuamente: il cittadino conferisca correttamente i rifiuti, ASM li intercetti ancor più peculiarmente, COGESA li sottoponga sempre più al trattamento meccanico biologico (TMB) e le istituzioni sensibilizzino e informino ancor più gli utenti per un giusto conferimento dei rifiuti.

In un momento in cui il tema principale nazionale e mondiale è l’economia circolare che mette al centro del sistema il rifiuto non più come un problema, ma bensì come una risorsa e che il PNRR stanzia ingenti somme anche per incentivare impianti tesi proprio alla trasformazione del rifiuto in materiale da riuso, riutilizzo e riciclo, non v’è chi non veda come la problematica sorta in questi giorni sia antistorica.

A noi interessa il diritto del cittadino ad avere un servizio efficace, efficiente e che risponda ai criteri di trasparenza ed economicità, che contempli il decoro del paesaggio e il rispetto dell’ambiente, nonché, la tutela dei livelli occupazionali. A noi interessa che le aziende pubbliche del settore che incidono nella provincia dell’Aquila facciano rete di sistemi di gestioni che, al contrario, vadano in direzione di un abbassamento della TARI a fronte di un conferimento del rifiuto in discarica sempre più residuale e, quindi, ad un innalzamento della percentuale di raccolta differenziata fino al raggiungimento del 65%, soglia stabilita fin dal 2012.

Questa O.S. ritiene, quindi, necessario salvaguardare il lavoro ed il servizio pubblico nel rispetto dell’ambiente e dei cittadini e per far sì che tale obiettivo venga raggiunto, è necessario che il proposito sia di patrimonio comune, alle istituzioni così come alla politica e che tali tematiche non vengano affrontate con logiche di mercato e di contrapposizione.

È invece fondamentale che venga garantita una continuità dell’attività gestionale finalizzata alla tutela  delle lavoratrici e dei lavoratori, dell’Azienda e di un servizio di qualità per le comunità.

Francesco Marrelli, Segretario Generale CGIL Provincia dell’Aquila

Anthony Pasqualone, Segretario Generale FP CGIL Provincia dell’Aquila




BISOGNA SALVARE il  Parco

Produce molteplici servizi ecosistemici per la comunità

Pescara, 17 gennaio 2023. La sezione pescarese del Co.n.al.pa. (Coordinamento Nazionale Alberi e Paesaggio) si schiera a favore della salvaguardia del Parco in Via della Fornace Bizzarri. Con la sua estensione di 1800 mq e una copertura arborea di rilievo, esso rappresenta un vero e proprio polmone verde che svolge un ruolo importante nella mitigazione dell’isola di calore, produce qualità della vita  ed è anche un luogo di aggregazione sociale.

“Bisogna assolutamente conservare questo prezioso luogo”, spiega l’associazione in una nota. “L’edificio scolastico coprirà 600 mq del parco. I rimanenti spazi sarebbero utilizzati a giardino ad esclusivo uso dell’asilo e non sarebbero più fruibili ai residenti; quindi, si andrebbe a perdere un luogo di ritrovo e di svago della comunità.”

“Esiste un terreno comunale in alternativa, molto vicino, con possibilità di creare edificio su due livelli e quindi avere giardino per i bambini e campetto polivalente per tutti: perché non realizzare lì l’edificio scolastico?”

Estremamente delicata la questione degli alberi. “Nel parco ci sono alberi grandi con più di 20 anni di vita e non sono trapiantabili” spiega l’associazione  “Non sono pali che possono essere spostati a piacimento. Qui ci sono Platani, cipressi, lecci, magnolie, un esemplare grande e bellissimo di Chamaerops humilis più diversi

alberi ed arbusti piantati dai residenti in occasione della nascita dei loro figli: quello che il Comune non ha fatto, lo hanno fatto i cittadini spontaneamente e questo rende il parco importante anche sotto l’aspetto civico ed affettivo”.

“Questo parco produce per la comunità molteplici servizi: produce ombra, ossigeno, abbatte la co2 e le polveri sottili, rende il suolo permeabile, da maggior valore immobiliare per gli edifici che affacciano sul parco: tutto questo verrebbe perso irrimediabilmente. Ricordiamo inoltre che le nuove piantagioni richiedono decenni per poter tornare a fornire gli stessi servizi ecosistemici.”

Qualche accenno anche sul valore economico di questo parco: “è stato realizzato nel 2004 con una spesa di 200 milioni di vecchie lire: in caso di smantellamento verrebbero sprecati fondi pubblici.” continua l’associazione, “Inoltre, il parcheggio antistante il parco, già insufficiente per i residenti, con la creazione dell’asilo diverrebbe ancor più problematico, portando il traffico, la sosta ed il parcheggio alla totale congestione nelle ore di punta (entrata ed uscita dei bambini );

“Altra alternativa possibile sarebbe completare l’ asilo incompiuto che si trova vicino al tribunale, a meno di 1 km dal parco”, conclude l’associazione, “Una alternativa per evitare inutile consumo di suolo e cementificazione della città.”




PER UN MESE IL DUCK

Il  ciclomotore elettrico a tre ruote prodotto in val di Sangro

La Ecolan S.p.A. società per azioni costituita da 73 Comuni Soci soddisfa le esigenze legate alla gestione integrale dei rifiuti, ovvero raccolta, trasporto, recupero/riciclo e smaltimento dei rifiuti urbani di una popolazione di circa 220.000 abitanti, residenti nel vasto territorio Frentano, Sangro-Aventino, Ortonese-Marrucino e Alto Vastese.

Si è tenuta presso il Centro Raccolta in località Re di Coppe a Lanciano,  la cerimonia di consegna del ciclomotore elettrico Duck, ideato e prodotto dalla Taumat Srl di Atessa e offerto per un mese alla Ecolan Spa. A ritirare le chiavi del mezzo il Presidente dott. Massimo Ranieri, accompagnato da collaboratori e dipendenti. In rappresentanza della Taumat, il Direttore Commerciale Alessio Lorenzi.

“Le caratteristiche del Duck – dichiara Alessio Lorenzi – ricavato dalla riconversione di uno scooter a combustione giunto a fine vita, sono tutte improntate all’utilizzo di un motore elettrico ecologicamente all’avanguardia”.

“Ha un’autonomia di circa 80 km – continua Lorenzi – con una ricarica al costo stimato inferiore ad 1 euro. La sua realizzazione è avvenuta alla Taumat Srl, che opera in Val di Sangro da quasi 40 anni. Siamo soddisfatti che la Società Ecolan, che lavora sul territorio, mostri attenzione e sensibilità verso questo nuovo concetto di mobilità sostenibile rappresentato dal Duck.”

Soddisfatto anche il Presidente Massimo Ranieri che commenta così l’iniziativa: “Abbiamo accettato con entusiasmo l’invito della Taumat a sperimentare il Duck per le attività legate alla raccolta dei rifiuti soprattutto nei centri storici dei comuni dove lavoriamo. Per nostra missione siamo da sempre attenti ai temi ambientali, per questo sono  rimasto colpito dal ciclomotore elettrico, a emissioni zero, capace di trasportare anche consistenti pesi. Il mezzo rappresenta un esempio pratico di economia circolare tema su cui lavoriamo. Per tutte queste motivazioni condividiamo il concetto green proposto dalla Taumat S.r.l. nell’ottica dell’ecosostenibilità e della tutela dell’ambiente. Siamo attenti – conclude Ranieri – ai progetti innovativi contro la crisi climatica, il ciclomotore Duck, va in questa direzione. Il nostro obiettivo è da sempre, puntare sulla sostenibilità ambientale”.




PONTE RISORGIMENTO: la ciclabile è un parcheggio

Pescara, 12 gennaio 2023. Ho molte fotografie di questo tratto di strada, appena a sud della fermata del bus lungo la strada che sale al Ponte Risorgimento, lato Cinema Massimo. Tutte immortalano auto, soprattutto SUV, parcheggiate sulla corsia ciclabile, spesso con le quattro frecce, a simulare un guasto ma in effetti ad avvisare che la sosta sarà relativamente breve. Intanto la corsia ciclabile è occupata e le due ruote sono costrette a passare di fianco, che la strada è larga. Ma a questo punto perché non parcheggiare sulla corsia di marcia per le auto? Tanto spazio ce n’è.

Ma la sequenza di questa volta è intera e si porta dietro un po’ tutte le possibili criticità. Eccole.

Ben tre mezzi sono parcheggiati sulla corsia, occupandola interamente, fino al limite di pertinenza della fermata del bus. Già il bus. Eccolo arrivare: non può accostarsi alla fermata perché altrimenti poi dovrebbe fare retromarcia per riguadagnare la corsia. E allora fa sosta a circa 2 metri dalla banchina, costringendo chi sale e chi scende a quel delta di gradino che per qualcuno potrebbe rappresentare anche un grande problema (una invalidità motoria, anche momentanea, un passeggino, il rischio di una caduta…). Il furgone lampeggia in modalità “un minuto e arrivo”, ma di minuti ne passano parecchi e non si vede nessuno, e più avanti le altre macchine sono coperte dal primo della fila. Passato il bus, arriva il ciclista che transita in mezzo alla strada e guadagna la corsia solo quando questa torna ad essere libera e disponibile.

Eppure, la segnaletica è chiara ed evidente: corsia ciclabile monodirezionale, destinata al transito delle biciclette. È vietata la sosta e anche la fermata. Il banale rispetto delle regole consentirebbe all’autobus di accostare alla banchina agevolando la salita e la discesa dei passeggeri, e al ciclista di percorrere il tracciato, seppur breve ma riservato.

La pista ciclabile in sede propria, con tanto di cordolo invalicabile, potrebbe essere la soluzione, in grado di arrestare la facile e incivile “esondazione” di chi si sposta su quattro ruote, ma difficile pensare di riempire la città di trincee in cui segregare la mobilità attiva di chi invece di ruote ne usa solo due. Esiste il codice della strada. In un Paese civile dovrebbe bastare …

Giancarlo Odoardi – Ri-media.net




ARRIVA LA BEFANA a Piantare gli Alberi

Nella Riserva Borsacchio ogni anno con più alberi

Roseto degli Abruzzi, 4 gennaio 2023. Il giorno 6 Gennaio 2023 alle ore 10.00 dal cancello del Lido D’Abruzzo i volontari delle Guide del Borsacchio , insieme a WWF, IAAP, Joya grazie al contributo di Città gentile, metteranno a dimora delle Tamerici nel tratto costiero della Riserva Borsacchio.

Il progetto “Dalla Giornata dell’Albero alla Città dell’Albero” continua grazie al contributo della Protezione Civile di Roseto degli Abruzzi che oltre a fornire supporto nei trasporti si occuperà della irrigazione necessaria per i primi tempi. L’inverno 2023 si preannuncia come uno dei più caldi e siccitosi e tale supporto è fondamentale per la ripresa delle alberature.

Grazie anche ai Carabinieri Forestali ed i loro vivai presso la sede delle Guide sono pronti già altre querce da mettere a dimora il prossimo autunno.

Come sempre invitiamo i cittadini a dare una mano con pale e picconi. Si partirà a piedi da Via Makarska all’altezza del cancello del Villaggio Lido D’Abruzzo per poi percorrere a piedi la ciclabile e iniziare la messa a dimora sul tratto ciclabile .

Alle ondate di vandali che in questi due mesi hanno distrutto oltre la metà della cartellonistica rispondiamo, oltre che ripristinando a nostre spese, rilanciando la qualità e la bellezza della Riserva mettendo a dimora alberi che forniranno riparo e ombreggio nei mesi estivi.

Il lavoro non finirà qui e continuerà nei prossimi anni. Ogni anno con più alberi, ogni anno con sempre più voglia di difendere un patrimonio comune come il nostro ambiente.

Marco Borgatti

Presidente Guide Del Borsacchio -Guardia Ambientale – Direttivo WWF Teramo – Presidente FIAB Roseto




BUON ANNO  a pedali

Pescara ciclopolitana

Pescara, 31 dicembre 2022. Vogliamo cogliere due eventi importanti del 2022: il primo, di carattere nazionale, il varo del Piano Generale della Mobilità Ciclistica (PGMC) (Decreto ministeriale del 23 agosto); il secondo, di carattere locale, l’approvazione del Biciplan da parte della Giunta del Comune di Pescara.

Il Piano Generale della Mobilità Ciclistica, previsto dalla L. 2/2018: “Disposizioni per lo sviluppo della mobilità in bicicletta e la realizzazione della rete nazionale di percorribilità ciclistica”, sarebbe dovuto e doveva essere redatto entro i successivi sei mesi Sono passati quattro anni ma l’essenziale è che sia stato approvato e i tecnici di FIAB, in modo del tutto volontaristico, hanno dato un contributo essenziale alla sua redazione.

Il Biciplan del Comune di Pescara è un piano di settore del Piano Urbano della Mobilità Sostenibile (PUMS). Recentemente adottato dal Comune di Pescara, il Biciplan indica come realizzare la rete ciclabile urbana e in generale promuove la mobilità ciclistica, e anche in questo caso c’è stato il nostro contributo con un dialogo costruttivo con i progettisti.

Questi due fondamentali strumenti impegnano i governi centrale e locale a sviluppare concretamente l’uso della bicicletta per noti motivi: diminuzione del traffico veicolare motorizzato privato per la lotta all’inquinamento, la mitigazione della crisi climatica e una maggiore sicurezza sulle strade, risparmio energetico, sviluppo dell’economia dei territori, maggiore coesione sociale, tutela della salute, benessere e stili di vita migliori.

A Pescara, come in molte altre città, le persone dichiarano di non usare la bicicletta per motivi di sicurezza Nonostante ciò, i dati rilevati dalla nostra associazione e dal Comune di Pescara descrivono due scenari interessanti:

nei 12 anni di rilevazioni effettuate in un giorno di settembre durante la Settimana Europea della Mobilità, sono stati sempre rilevati tra 2.500 e 3.000 ciclisti tra le 7:30 e le 9:30, persone che si spostano evidentemente per recarsi al lavoro;

i 4 totem contabici installati sulle piste ciclabili di Via Leopoldo Muzii, Lungomare Matteotti, Via Valle Roveto, Lungomare Cristoforo Colombo, nell’ambito del progetto PESOS (PEscara SOStenibile) sostenuto con decisione dall’Assessorato comunale alla mobilità guidato da Luigi Albore Mascia, dal 1° gennaio al 28 dicembre 2022 hanno rilevato 1.602.317 passaggi, 160.623 in più del 2021, anche per effetto dell’aumento dei monopattini.

Cosa augurare per il 2023 per la mobilità ciclistica? A livello nazionale i segnali non sono incoraggianti, anche alla luce dello “scippo” dei 94 milioni di euro già destinati ai comuni per la mobilità ciclistica. Nella nuova legge di bilancio sono stati poi inseriti solo 10 milioni per lo stesso obiettivo: con 94 milioni di euro si realizzano dai 3 ai 4 km di autostrada!

A Pescara auguriamo un ulteriore e deciso passo in avanti verso gli obiettivi di miglioramento della vivibilità citati sopra, che prevedono la diminuzione del traffico veicolare motorizzato privato ed il conseguente sviluppo della mobilità sostenibile con biciclette e trasporto pubblico locale.

Per stimolare di più i governi e per promuovere l’uso della bicicletta come mezzo di spostamento e di svago chiediamo a coloro che seguono le nostre attività di continuare o di iniziare a sostenerci sottoscrivendo la tessera e di collaborare con noi per realizzare iniziative sempre più incisive.

Buon 2023 a pedali a tutti e tutte

Il Consiglio Direttivo di FIAB Pescarabici




TORNANO I CRIMINALI nella Riserva Borsacchio

Dopo la denuncia di novembre vigliacchi tornano a distruggere i cartelli donati dai cittadini e turisti nella Riserva Borsacchio a Roseto degli Abruzzi

Roseto degli Abruzzi, 29 dicembre 2022. Una storia che continua. La Riserva Borsacchio da quasi 18 anni è senza gestione e fondi. Tutto viene portato avanti dai volontari e dai cittadini.

Esempio chiave la cartellonistica , realizzata e posizionata gratuitamente dai volontari con l’aiuto di moltissimi cittadini e turisti che lasciano contributi.

A novembre scorso dei criminali hanno buttato giù le aree delimitate ed autorizzate del progetto salvadune e salvafratino e distrutto diversi cartelli che spiegavano cos’era la duna, la sua vegetazione e le specie protette che la vivono.

Sempre a novembre i volontari hanno trovato un fuoristrada che correva fra dune e campagna incurante dei passanti. Chiamate le autorità da Giulianova i Carabinieri hanno cercato di intercettare i criminali che nella loro folle corsa sulla spiaggia hanno buttato giù altri cartelli e delimitazioni.

Il 28 Dicembre veniamo chiamati dai vigili urbani per una segnalazione di abbandono rifiuti sulla spiaggia e nel controllo scopriamo impronte di fuoristrada fresche e altri cartelli buttati giù .

LA cosa deplorevole è che questi criminali non solo distruggono beni comuni ma devastano la beneficenza di centinaia di cittadini e turisti che con il loro contributo hanno pagato quei cartelli per avere un minimo di informazioni per fruire della riserva. Su quei cartelli migliaia di studenti ogni anno si fermano per capire come si forma una duna, come ostacola l’erosione e quali sono le specie uniche che vivono in riserva.

Il tutto si somma ai tratti collinari dove proprio una settimana fa i volontari hanno sorpreso un camioncino a sversare rifiuti ma senza riprese, anche se si sono recati dalle autorità, non è stato possibile inchiodare e punire il colpevole.

Il 2023 è alle porte. Serve una gestione della Riserva, servono fondi per attivarla realmente e renderla una opportunità di sostenibilità ambientale e turismo sostenibile. Al momento la Riserva esiste solo sulla carta , senza controlli e spesso è preda , come tutte le aree non presidiate, di fenomeni criminali.

Marco Borgatti




FOSSACESIA Comune Riciclone

Legambiente Abruzzo premia ancora una volta

Fossacesia, 26 dicembre 2022. Fossacesia premiata ancora una volta tra i comuni ricicloni della provincia di Chieti. L’Amministrazione Comunale ha ottenuto il riconoscimento per l’edizione 2022, che raccoglie i dati del 2021, con una percentuale di raccolta differenziata che tocca il 78 per cento, tra le migliori nei centri che s’affacciano sulla Costa. Il premio è stato ritirato dal sindaco Enrico Di Giuseppantonio in occasione del 5° Ecoforum di Legambiente Abruzzo, che si è svolto giorni fa presso il Polo Museale Santo Spirito di Lanciano. Il dato di Fossacesia acquista un significato maggiore perché a differenza di altri centri del chietino è ottenuto da un comune che subisce uno “stress” turistico importante nel periodo estivo, che porta a quadruplicare il numero degli abitanti.

“Ci sono molti che soggiornano qui perché hanno seconde case o arrivano per un breve periodo di villeggiatura e questo potrebbe portare a delle conseguenze nel servizio di raccolta della EcoLan – sottolinea il sindaco Di Giuseppantonio -. Invece, con la fattiva collaborazione della società che gestisce la raccolta, il trasporto, recupero/riciclo e smaltimento dei rifiuti urbani riusciamo a garantire un servizio efficiente, rafforzando il numero degli operatori, con la vigilanza degli Ispettori Ambientali comunali, coordinati dal consigliere delegato all’Ambiente Umberto Petrosemolo, e con la presenza fisica sul territorio dello sportello Ecopoint alla Marina proprio per far superare agevolmente tutti gli inconvenienti che potrebbero sorgere. E i risultati si vedono e ci ripagano degli sforzi che facciamo”.

Un altro importante aspetto lo sottolinea il presidente di Legambiente Abruzzo, Giuseppe Di Marco. “E’ un premio che riconosce l’impegno dell’Amministrazione Comunale di Fossacesia che presta molta attenzione alla raccolta differenziata del proprio territorio. Al tempo stesso, è un brand che può entrare nella comunicazione della qualità ambientale di questa zona, che sia di esempio ad altri centri della Costa dei Trabocchi perché mettano in campo le migliori politiche di tutela e conservazione dell’ambiente, anche per una migliore qualità turistica dei loro territori”.




LA PISTA C’È ma è breve e non si vede!

Pescara, 22 dicembre 2022. È una pista ciclabile bidirezionale quella che collega Via Caio Asinio Pollione con Via Pepe, e si estende per un tratto di circa 30 metri sul lato monte di Via Marconi, separata dalla corsia preferenziale del bus da un robusto cordolo di 50 cm; questo però funge anche da banchina per gli utenti dei mezzi pubblici che hanno la pensilina sul lato opposto della pista (i passeggeri, sia che salgano o scendano, devono attraversarla).

Nessuna segnaletica, né orizzontale né verticale, indica la pista , se non un cartello che, visto solo da chi viene da nord, annuncia il lungo attraversamento ciclabile su Via Marconi. La stessa segnaletica è presente anche in senso opposto.

Imboccare questa pista da Via Pollione è disagevole perché l’accesso non è tracciato e si confonde con la corsia preferenziale del bus, mentre è decisamente pericoloso che chi arriva da Via Marconi, perché la corsia del bus la deve attraversare. E se non bastasse la deve riattraversare 30 metri dopo, nel caso l’utente ciclista debba continuare dritto, verso sud.

Deve essere questa incertezza la ragione per cui diversi automobilisti ritengono che quell’imbocco sia una zona “morta” per cui utilizzabile come parcheggio. E infatti il sottoscritto, che percorre due volte al giorno quel tratto, lo trova spesso occupato da macchine o furgoni in sosta.

È vero che la segnaletica è assente, ma la conformazione spaziale e cromatica di quello che c’è indica chiaramente che si tratta di una pista ciclabile (in sede propria, quindi), bidirezionale.

Da pochi giorni una palina posta sul cordolo a indicare il divieto di accesso ai mezzi sulla corsia del bus, escluso questo, è piegata a 90 gradi a terra, evidentemente per l’esito di un sinistro.

Proposte

Non dovrebbe essere difficile intervenire per impedire il parcheggio agli automezzi, ponendo a dimora alcuni dissuasori, come ad esempio paline collassabili, a distanza tale da non consentire l’accesso a un auto, ma alle bici si; più ardua invece, anche una volta sistemata la segnaletica, è l’impresa di garantire la sicurezza di chi, alla guida di una due ruote, si accinge a percorrere questo tratto, nell’una e nell’altra direzione, di giorno e soprattutto di sera o di notte, quando la visibilità si fa ridotta.

Giancarlo Odoardi




PINO CROLLATO sul cantiere di via Pepe

Il Co.n.al.pa. Pescara: Basta lavori a ridosso degli alberi

Pescara, 17 dicembre 2022. Basta un po’ di vento forte e subito gli alberi iniziano a cadere a Pescara. È accaduto a Via Pepe dove un grosso pino è caduto in prossimità del cantiere. Non è la prima volta che alberi a ridosso dei cantieri vengono giù con il mal tempo.

“Situazione fuori controllo e anche preoccupante”, spiega la sezione locale del Co.n.al.pa, “gli alberi cittadini vengono sottoposti in molti casi a interventi molto pericolosi in prossimità della zona critica radicale. Abbiamo foto di svariate situazioni che dimostrano scavi a poca distanza dai colletti. Tutte azioni che inevitabilmente possono indebolire le piante o aggravare ulteriormente problematiche di stabilità”

“Il regolamento del verde del comune di Pescara vieta espressamente qualsiasi intervento a ridosso della zona critica radicale degli alberi. Ne abbiamo parlato in tante occasioni. I reportage sono molteplici. Per questo chiediamo al Comune ancora una volta chi sono i tecnici esperti che controllano questi cantieri? Perché scavare a ridosso delle radici degli alberi senza rispettare le distanze?”

“La manomissione degli apparati radicali degli alberi rischia di diventare un fenomeno estremamente pericoloso per la pubblica incolumità dei cittadini di Pescara. Bisogna intervenire al più presto.” Conclude il Co.n.al.pa.