UNA ESCURSIONE per ricominciare

Il cambiamento climatico ha causato temperatura elevata anche in montagna, oltre all’afa e alla umidità. Ho preferito aspettare, che questa situazione difficile era tollerabile, per tornare a fare una escursione. La prima sensazione appena mi sono addentrato nel bosco, è che sono stato rapito dal profumo dei pini, abeti, faggi. Anche l’erba secca e il terreno asciutto hanno sprigionato il loro profumo.

di L. Pellegrini

Ho scelto un sentiero con ombra e acqua

La Partenza dalla Piana delle Mele (930 m), [BOCCA DI VALLE CH – PARCO NAZIONALE DELLA MAIELLA]. Piànë dë lë Mélë, era una radura piana, senz’altro c’erano piante di Melo e, a seguito del rimboschimento con i pini, ora è molto boscosa. Si prende il sentiero F1 per la Valle delle Monache (1086 m), e la fonte Campanaro (1472 m). Su questo sentiero, prima di arrivare ALLA BAITA DEGLI ALPINI (1064 m), si incontra una roccia appuntita a forma di DENTE DEL LUPO. Per questo motivo, il sentiero viene collegato a questa forma di dente. Arrivato alla VALLE DELLE MONACHE, vàllë dë lë mònëchë, (quasi certamente si riferisce alla proprietà di un convento, in qualche modo legata all’eremo di San Giovanni), si comincia subito a salire, nella bella pineta e, prima di uscire, si intravvede una capanna in pietra ben manutenuta. Si arriva alla radura con il caratteristico blocco roccioso del Campanaro, cambanèrë (1487 m), che allude alla forma svettante di un ‘campanile’.

Nella radura erbosa, c’è una fontanella con acqua sorgiva ed un bel panorama. È doverosa una sosta, per affacciarsi dal terrazzo e, con l’aiuto di una targa, si può ammirare la ripida valle del torrente Vesola, conosciuta come la sulègnë cambanèrë. Questo torrente dà origine alla cascata di San Giovanni (1080 m). Il panorama è molto ampio con le Murelle, Cima Macirenelle, il Martellese, il terrazzo del Rifugio Pomilio (1890 m), le …antenne e ad est, il mare Adriatico. Considerando il periodo feriale, è incredibile che non ho incontrato nessuno. Anche i volatili, specialmente il cuculo, non li ho sentiti cinguettare.

Purtroppo, sono restato di cattivo umore, nel vedere I PINI… LACRIMEVOLI! Non è una nuova varietà di albero, ma, sul tronco, è stata fatta una ferita superficiale, una spellatura, certamente con una accetta, dalla quale esce la resina, che scivola verso il terreno. La ferita è stata tinteggiata, con uno spruzzo circolare di vernice rossa. Certamente ci sarà un motivo, studiato da esperti.

Probabilmente questi pini verranno tagliati, per recuperare la fragilità dei boschi, a seguito di attacchi di parassiti alle piante. O per rendere il bosco più arioso, per recuperare la perdita di biodiversità nelle pinete e sugli alpeggi. Ma, in una situazione grave di incendi boschivi, sarebbe meglio non tagliare alberi. La maggioranza dei pini … contrassegnati, si trova nell’area di picnic, dietro la sbarra, dove inizia il sentiero e una carrareccia. Meno male che alcuni pini, non sono stati … scorticati. La speranza è che non si scelga il consumo del suolo, sempre più diffuso per la costruzione di edifici e parco giochi.

Tempo di percorrenza: A/R 3 ore 30 minuti senza soste

Difficoltà: E

Lunghezza: A/R 8,5 km

Dislivello totale: S/D 630 m




BYPASS FERROVIARIO NEL TERAMANO: Confesercenti-Assoturismo e FIAB contrari, costi senza benefici

Il mondo dell’economia turistica e la principale associazione per la mobilità sostenibile esprimono congiuntamente forte contrarietà alla proposta di un bypass ferroviario nella provincia

Teramo, 6 settembre 2022. Il treno è il mezzo sostenibile per eccellenza per tratte locali così come per lunghe tratte, e come tale va promosso e sviluppato aumentandone l’utilizzo anziché penalizzarlo. Invece la proposta del bypass, calata dall’alto senza alcuna condivisione né elementi di analisi costi-benefici, sembra andare in direzione opposta. Di certo si hanno una spesa rilevante – ben 1,5 miliardi di euro a prezzi attualizzati 2022 – e forti impatti ambientali negativi per il territorio: dagli impatti per un cantiere decennale, con 10 km complessivi di gallerie, praticamente quanto il traforo del Gran Sasso, a quelli permanenti per i 4 km di viadotti sopraelevati sulle vallate del Tordino e Salinello e, ad Alba Adriatica e Roseto, viadotti ferroviari o stradali per le due intersezioni con la SS16. Di certo NON si tratta di Alta Velocità, poiché il documento ufficiale di RFI parla di una tratta da 180 kmh che, sui 16 kmh di bypass, danno un “risparmio” di tempo irrisorio e ininfluente, dell’ordine dei 2-3 minuti. Sarebbe mai stato accettabile il traforo del Gran Sasso se avesse consentito soltanto un risparmio di così pochi minuti? Non si tratta nemmeno di una posizione meramente localistica contro un interesse nazionale – peraltro insignificante, vista la “velocizzazione” risibile.

Infatti, non ci si sta opponendo al passaggio di una grande infrastruttura nazionale, semplicemente perché la grande infrastruttura non c’è. Ci sono solo pochi interventi a macchia di leopardo – casualmente o scientificamente discriminatori per pochi territori – che non cambiano la sostanza dell’infrastruttura. Per l’Abruzzo – e SOLO per l’Abruzzo –  è stato riservato questo tipo di intervento, il bypass, che taglia fuori il maggiore comprensorio turistico dell’intero Adriatico dopo quello riminese e che da solo vale due terzi di tutto il turismo regionale, con i suoi 3,5 milioni di presenze turistiche. Il turismo di massa è una grande risorsa economica che necessita di particolare attenzione alla sostenibilità, e va pertanto incoraggiato l’arrivo dei turisti in treno, con treni a lunga percorrenza comodi come le Frecce, rispetto all’arrivo in auto, che paralizza la conurbazione costiera in estate e ne deteriora la vivibilità e la percorribilità per turisti e residenti.

Altro territorio con numeri turistici, comunque, inferiori a quelli della costa teramana, come quelli attorno a San Benedetto del Tronto e a Civitanova Marche, non vengono minimamente interessati, mentre viene invece escluso il teramano con la sua stazione di interconnessione con la ferrovia che collega Teramo al mare e l’importante snodo ferro-gomma con la direttrice A-24 per L’Aquila e Roma. Viene addotta la questione della riduzione del rumore, riduzione appunto e non eliminazione, visto che diversi treni di minore importanza continuerebbero a passare sulla linea storica dentro il tessuto urbani della costa. Ebbene la questione rumore, che riguarda la salute il benessere delle persone, si può e si deve migliorare da subito, con costi e tempi minimi rispetto al miliardo e mezzo di euro e al decennio di lavori della “grande opera”, semplicemente con il posizionamento di barriere antirumore, come è già avvenuto a Pescara e in molte altre realtà urbanizzate.

“Il by pass Alba/Roseto? Allo stato – dichiara il Presidente Confesercenti – Assoturismo Abruzzo Gian Luca Grimi – vedo solo un territorio che sarà gravato da pesanti infrastrutture senza nulla in cambio. Vedo la politica esultare ma non ne capisco il motivo. Quale risultato è escludere una intera provincia dal traffico ferroviario a lunga percorrenza? Quale risultato è privare la costa teramana che sviluppa 3.500.000 presenze turistiche annue dal traffico a lunga percorrenza? Prima di esultare i nostri politici locali dovrebbero valutare bene gli impatti economici sul nostro territorio, ma quelli che vedo, saranno solo impatti negativi. Ovvero: ci prendiamo l’impatto dell’infrastruttura per regalare (forse) 2-3 minuti di tempo di percorrenza e deleghiamo ad altri il traffico turistico e intermodalità. Ci escludiamo così anche dal rapporto diretto con l’aquilano: i By Pass vanno eventualmente fatti in territori che non ne subiscano un danno, e non siamo certo noi!”

 “La costa teramana – dichiara Alessandro Tursi, Presidente nazionale FIAB Federazione Italiana Ambiente e Bicicletta – è una metropoli lineare in cui, grazie alla spinta di FIAB e all’apertura e coraggio di diversi amministratori locali, si sta gradualmente realizzando un modello di mobilità intercomunale basato su una grande infrastruttura ciclabile, in sempre più tratti diventata vera e propria superstrada ciclabile.

La Ciclovia Adriatica è inscindibile da una ferrovia che le corre a pochissima distanza, con una intermodalità bici-treno sempre più avanzata. Si tratta di modello di mobilità che avevamo sognato, che vediamo progressivamente realizzarsi e che costituisce ormai un aspetto identitario e fondamentale per il successo turistico della costa teramana. Il bypass per i treni Alta Velocità riservato proprio a questo territorio penalizzerebbe il modello virtuoso e innovativo che andrebbe semmai esportato lungo tutta l’Adriatica e in altre zone d’Italia”.  

Gianni Di Francesco

FIAB Teramo




VA’ SENTIERO VINCE lo European Heritage Award / Europa Nostra Award 2022

Progetto: la spedizione partecipativa lungo il Sentiero Italia

Bruxelles / L’Aia, 30 Giugno 2022. La Commissione Europea ed Europa Nostra hanno appena annunciato i vincitori dei Premi Europei per il Patrimonio Culturale/ Europa Nostra Awards 2022, finanziati dal programma Europa Creativa dell’Unione Europea. Quest’anno, che segna il XX anniversario del premio per il patrimonio culturale più prestigioso d’Europa, 30 straordinari progetti provenienti da 18 paesi sono stati premiati in 5 categorie, identificate in linea con i più recenti sviluppi e priorità della politica e pratica culturale in Europa.

Tra i vincitori di quest’anno anche Va’ Sentiero con la spedizione partecipativa sul Sentiero Italia, nella categoria Citizens Engagement and Awareness-raising.

I vincitori verranno celebrati il 26 Settembre a Praga durante la Cerimonia per i Premi Europei del Patrimonio Culturale, che si terrà al Teatro dell’Opera, recentemente restaurato, e che verrà condotta da Mariya Gabriel, Commissaria Europea per l’Innovazione, la Ricerca, la Cultura, l’Istruzione e la Gioventù, e dal Prof. Dr. Hermann Parzinger, Presidente Esecutivo di Europa Nostra.  

Commentando l’annuncio dei vincitori del 2022, la Commissaria Europea Mariya Gabriel ha affermato: Mi congratulo vivamente con tutti I vincitori della corrente edizione dei Premi Europei per il Patrimonio Culturale/ Europa Nostra Awards per l’eccezionale qualità del loro impegno e per la loro apertura verso l’innovazione. Il 2022 è un anno speciale in quanto si celebra il XX anniversario del Premio Europeo per il Patrimonio Culturale, che con gli anni è diventato il più prestigioso premio per la Comunità Europea del Patrimonio Culturale. Molte tra le iniziative vincitrici dimostrano il notevole interesse e impegno dei giovani per il nostro patrimonio, per la nostra storia e per la nostra identità culturale, fattore di grande rilevanza in questo Anno Europeo dei Giovani. Un pensiero speciale va ai due vincitori Ucraini. Europa Creativa, che co-finanzia i Premi, si impegna a promuovere la cultura e la creatività nella costruzione di società future coese e inclusive, fondate sui nostri fondanti valori Europei.

Il Presidente Esecutivo di Europa Nostra, Prof. Dr. Hermann Parzinger, ha dichiarato: I vincitori di questa edizione dimostrano con forza come il nostro patrimonio culturale sia in grado di riconnetterci con la natura, ci aiuti a creare un senso di appartenenza, e come sia un elemento integrale per lo sviluppo di un’economia circolare a sostegno di uno stile di vita sostenibile ed inclusivo. Faccio dunque le mie congratulazioni a questi vincitori eccezionali – professionisti ma anche entusiasti- per il loro impegno fondamentale e lodevole.

Va’ Sentiero, ITALIA

Con i suoi 8.000 km, il Sentiero Italia è il percorso escursionistico più lungo del mondo. Corre lungo tutte le catene montuose italiane, dalle Alpi agli Appennini fino alle Isole, attraversa tutte venti le regioni. Ideato tra gli anni ’80 e ’90, il Sentiero Italia è stato presto abbandonato ed era praticamente sconosciuto fino a tempi recenti. Va’ Sentiero è un giovane progetto coinvolgente e di grande impatto che ha promosso questo patrimonio unico in modo inclusivo, rispondendo alla crescente domanda di turismo lento. Il costo totale del progetto è stato coperto attraverso una campagna di crowdfunding di successo e dai contributi di diverse fondazioni e aziende in linea con i valori di condivisione e sostenibilità di Va’ Sentiero.

La spedizione a piedi lungo il Sentiero Italia realizzata da questo gruppo di giovani appassionati si basa su una filosofia semplice: camminare, scoprire, condividere (walk, discover, share!). Nel 2019, Anno Nazionale dello Slow Tourism, dopo due anni di attenta preparazione, l’affiatata squadra di Va’ Sentiero ha intrapreso un viaggio di scoperta e documentazione, percorrendo l’intero sentiero. In tre anni, con alcune pause dovute anche alla pandemia globale, ha completato il percorso percorrendo un’impressionante distanza di 7.850 km, attraversando ambienti, stagioni e climi diversi, affrontando anche molte difficoltà per dare vita a questa esperienza collettiva unica.

Nel corso dei tre anni, 3.000 persone provenienti da oltre 10 paesi hanno camminato al fianco della squadra. Sono stati organizzati oltre cento eventi pubblici che hanno coinvolto le comunità locali e, ogni giorno, la squadra ha condiviso il proprio viaggio attraverso i propri canali di social media e media partner, attirando un pubblico sempre più diversificato nel corso del viaggio. Al termine del percorso è stata pubblicata sul sito vasentiero.org una guida gratuita, bilingue e interattiva, completa di tutte le informazioni tecnico-culturali sul percorso. Il sito web ben sviluppato e attraente rende facile pianificare un’escursione lungo una qualsiasi delle tappe del Sentiero.

Dal 2019 il Club Alpino Italiano ha intrapreso un importante progetto di ripristino del Sentiero Italia su scala nazionale, a cui la squadra di progetto Va’ Sentiero ha fornito riscontro tecnico su ogni fase.

“Con una visione molto lungimirante del turismo lento, il team del progetto Va’ Sentiero ha creato una vera comunità attorno al patrimonio naturale e culturale del Sentiero Italia e stabilito legami significativi con le persone che vivono lungo il sentiero. Ciò contribuisce alla continua fruizione del sentiero e alla promozione di un turismo specializzato e sostenibile nelle aree più remote. Questo è un progetto davvero stimolante che potrebbe essere moltiplicato in tutta Europa”, ha osservato la giuria degli Awards.




NO AL TAGLIO DEGLI ALBERI della pineta storica

Grave danno alla città secondo Zennaro

Alba Adriatica, 4 settembre 2022. “Come Lega siamo contrari all’abbattimento dei pini di Alba Adriatica. Stupisce che un’amministrazione di sinistra sia così poco attenta alle questioni della tutela ambientale, andando anche contro il parere della Soprintendenza e del Servizio Parchi e Foreste della regione e creando un grave danno alla città. La pineta è un patrimonio da preservare, anche perché uno dei pochi polmoni verdi del comune albense” così interviene sulla questione il deputato uscente della Lega, Antonio Zennaro, ricandidato al collegio plurinominale Abruzzo per la Camera dei deputati.




VIA TAVO: uscire dal fosso

Non sono stato tempestivo nella segnalazione, ma non è un problema, visto che la scena si ripete da anni, più o meno immodificata a frequenze forse settimanali

Pescara, 3 settembre 2022. Qualche giorno fa la situazione era questa, con nessuna variante particolare rispetto allo storico: si tratta sempre di ingombranti. Mi chiedo come mai non si riesca a venirne a capo, sistemando la rete, magari mettendo un bel cartello, avviando processi partecipati con i residenti della zona, anche per contrastare eventuali conferimenti di esterni, e magari mettendo qualche telecamera?

Ma la cosa più preoccupante a cui ho assistito, venuta meno la raccolta stradale e quindi rimossi i cassonetti, adesso i luoghi di abbandono compulsivo diventano le fermate del bus, alla cui palina sono sovente agganciati i cestini. Averne individuati due ad un solo passaggio e sapendo che questi non vengono svuotati quotidianamente, fa subito capire come le cose possono degenerare.

Forse una iniziativa rifiuti zero su questa via sarebbe ora venisse intrapresa, perché ne tragga vantaggio l’intera città.

Giancarlo Odoardi

Rifiuti Zero Abruzzo, Giornalista, ecologista, ciclista urbano




EFFETTO MEMORIA, un particolare fenomeno

Certi luoghi, pur avendo perso nel tempo una certa destinazione d’uso, per taluni continuano ad averla

Pescara, 3 settembre 2022. Parlo in particolare della postazione di raccolta rifiuti rilevata il 27 e il 29 agosto scorso lungo la Strada Parco, a 50 metri dal Conservatorio, lato monte in direzione nord: materiali di ogni tipo tracimavano abbondanti dai cassonetti ormai sommersi.

Più di uno, commentando la mia segnalazione, aveva fatto risalire il disservizio alla chiusura della Strada Parco per via de lavori in corso e quindi all’impossibilità per i mezzi di nettezza urbana di raggiungere la postazione. Cosa che poi però è avvenuta.

Oltre a rimuovere i rifiuti, però, sono stati giustamente tolti anche i cassonetti.

Senonché c’è chi crede che quel luogo sia ancora deputato al conferimento dei sacchi di monnezza, differenziata o meno, e continua a portarla lì, incurante dell’assenza dei contenitori. Una sorta di “ricordo” non rimosso che fa vedere quello che non c’è più, ma che, con incivile presunzione, si ritiene debba “logicamente” ancora esserci.

Ma un altro esempio di “effetto memoria”, e che anche in questo caso non saprei a chi attribuire, l’ho rilevato dietro il recinto dell’edificio di Via Passolanciano dove hanno sede diversi uffici della Regione e della Provincia. In prossimità del cancello di ingresso, in uno spazio interno riservato che quindi si suppone custodito, vi è una postazione di raccolta dei rifiuti, differenziati e no, ad uso di chi frequenta quell’edificio. La presenza degli uffici richiamati, della Regione che “legifera” in materia di gestione dei rifiuti, e il cui assessorato di riferimento aveva la sede proprio lì, ma anche della Provincia, a cui una volta faceva capo il relativo osservatorio, dovrebbe richiamare scenari di efficienza ed efficacia, a partire dai luoghi delle rispettive sedi. E invece prevale l’incuria e l’abbandono: quando i cassonetti tracimano, per un’imprecisione nel calcolo dei tempi di riempimento, gli utenti si sentono autorizzati a buttare tutto nei dintorni, e chi raccoglie si limita a svuotare i contenitori, lasciando il resto sul prato o in strada.

Si tratta di un “effetto memoria”, che colpisce chi conferisce male le bottiglie di plastica (senza schiacciarle per far occupare meno spazio), il rifiuto di gran lunga più diffuso nei dintorni (ma le famose borracce?), e poi anche carta e cartone, ma anche chi raccoglie, a cui evidentemente non viene sufficientemente ricordato di dare una pulita nei dintorni.

Solo un problema di memoria? Non credo, purtroppo.

Giancarlo Odoardi

Rifiuti Zero Abruzzo




CIVETA, destra faccia chiarezza

Cupello 3 Settembre 2022. Tacere, talvolta, porta bene in talune occasioni può però apparire come silente condivisione. Sul CIVETA, le amministrazioni di Centro Destra territoriali, stanno avendo un atteggiamento a dir poco schizofrenico. Atteggiamenti diversi e contraddittori circa il futuro dove però  bisogna avere chiarezza ed unitarietà buttando, dove necessario, anche il cuore dei sentimenti e dell’appartenenza oltre l’ostacolo!

La nostra amministrazione ha voluto intestarsi cocciutamente il merito di  approvare rapidamente un testo e volerne essere i primi, Noi lo abbiamo migliorato nei contenuti.

Loro  hanno affermato in Consiglio Comunale che sarebbe stato approvato anche dagli altri comuni senza alcuna modifica sostanziale. La storia recente sta dimostrando palesemente il contrario ad iniziare da San Salvo che si è allineata ai dubbi e perplessità palesati di comuni di Casalbordino, Monteodorisio, Pollutri e Villalfonsina. Noi riteniamo giusto, ma fortemente tardivo, il tentativo di costituire una S.r.l. pubblica per difendere il patrimonio pubblico dei comuni e dare un ruolo certo al CIVETA nel costituendo ambito che l’AGIR andrà a definire perimetralmente a breve.

Abbiamo votato il testo in Consiglio Comunale per dare un’opportunità concreta  al commissario pro tempore l’ opportunità di operare in tempi stretti e brevi sia per la salvaguardia dei livelli occupazionali che poter predisporre un piano industriale che rilanci l’operatività del nostro impianto in ottica di recupero dell’originale mission di centro di compostaggio e riciclaggio. La richiesta di proroga della durata statutaria avanzata alla regione Abruzzo da parte di diversi comuni a guida Centra Destra appare pretestuosa e puramente strumentale perché palesa una profonda divisione interna riguardo alla prospettiva e basata su elementi, come la chiarezza sui conti, del tutto infondata essendo i bilanci, con relativo parere del Revisore dei Conti, sul sito istituzionale del consorzio.

Da parte nostra MAI abbiamo posto limiti a possibili ed alleanze con altri impianti, come ECOLAN di Lanciano che attualmente fornisce il servizio di spazzamento e raccolta dei rifiuti in tanti dei comuni che oggi elevano perplessità sul progetto di costituzione della S.r.l. pubblica già soci fondatori del CIVETA, ma chiediamo e riteniamo che il tutto avvenga in una logica di chiarezza senza consumare i conflitti di potere interno al Centro Destra territoriale sulla pelle dei cittadini utenti e di lavoratori del CIVETA.

Camillo D’Amico

Capogruppo consiliare di Insieme per Cupello




NOTTURNA IN SPIAGGIA con osservazione delle stelle con i telescopi

Continua il Calendario della Riserva Borsacchio con un evento unico

Roseto degli Abruzzi, 1° settembre 2022. Il prossimo 3 settembre 2022 alle ore 21.30 si terrà l’evento del calendario estivo della Riserva Borsacchio, patrocinato da Regione Abruzzo, Provincia Teramo e Comune di Roseto degli Abruzzi , chiamato “LA NOTTE DELLE STELLE” .

Il raduno è previsto in Via Makarska alla rotonda fra il Villaggio lido D’Abruzzo e Camping Gilda.

Si inizierà con una suggestiva escursione notturna in spiaggia con gli esperti delle guide del borsacchio per far scoprire un mondo unico alla luce della luna e delle stelle.

Racconteremo la storia dei luoghi le leggende dei pescatori e tante altre informazioni e curiosità sulla storia e sulla natura.

Dopo inizierà , grazie al gruppo Astrofili G.AS.P.RA e Flavio Passeri , l’osservazione delle stelle da un sito all’interno della Riserva Borsacchio.

Ancora una volta l’evento sarà aperto a tutte e tutti e chi vorrà potrà lasciare un contributo per finanziare le attività della Riserva che, ad oggi, sopravvive solo grazie all’aiuto dei cittadini e dei turisti .

Il calendario continuerà con altri eventi e presto lanceremo la biciclettata , rimandata per tragici motivi, verso Pineto con la voglia di rivendicare percorsi sicuri e una vera mobilità sostenibile.

Marco Borgatti

Presidente Guide Del Borsacchio -Guardia Ambientale – Direttivo WWF Teramo – Presidente FIAB Roseto




URGE TERZA CORSIA e più integrazione treno+bici!

Sulla via verde della Costa dei trabocchi

Costa dei Trabocchi, 29 agosto 2022. Ennesima ricognizione/gita sulla Via Verde della Costa dei Trabocchi, per accompagnare visitatori  (in questo caso della Calabria) venuti a godere di un gioiello territoriale la cui fama precede ormai da diversi anni l’opera stessa, ancora incompiuta.

Anche questa volta abbiamo avuto la conferma, ormai consolidata, della felice intuizione di una ciclabile lungo la costa teatina (sull’ex tracciato ferroviario), tra l’altro inserita nel progetto regionale “Bike to Coast” incluso a sua volta nella tratta nazionale della Ciclovia Adriatica, di cui al Sistema Nazionale di Ciclovie Turistiche  già citato nella L. 2/2018 e ripreso dal recente Piano Generale della Mobilità Ciclistica – PGMC (come mega segmento cicloviario del progetto Bicitalia di FIAB).

Paradossalmente, i 40 km della via verde, ormai massicciamente frequentata da pedoni e ciclisti, sono ancora da collaudare da parte della Provincia di Chieti, che si accinge a farlo a breve; ma nonostante questo il percorso è stato messo a disposizione delle due ruote man mano che i singoli tratti venivano portati a compimento: difficile transennare 40 km di pista!

A coloro a cui sfuggissero le dimensioni dell’opera, vale la pena ricordare che oltre alla già richiamata lunghezza, il tracciato è complessivamente largo 4 m, di cui 2,5 ciclabili bidirezionali e 1,5 pedonale. Una progettazione nata vecchia e non rivolta a futuro, che già all’epoca FIAB segnalava come insufficiente per ospitare il traffico che si sarebbe sviluppato (e che infatti oggi sta crescendo a dismisura, saturando lo spazio a disposizione).

Rimane un mistero il fatto che progettisti e amministratori sono vincolati ancora oggi ad una bizzarra interpretazione della norma che regolamenta la materia (557/99): questa impone come “limiti minimi” quelli richiamati mentre, in sede di realizzazione, questi vengono poi ritenuti dai primi come “massimi” e tali applicati.

Agli stessi sfugge anche una evidentemente sconosciuta direttiva del luglio 2018 del Ministero dei Trasporti (oggi MIMS) che per le ciclovie turistiche individua le dimensioni segnalate come “base” rispetto a tre livelli di sviluppo, su cui già quest’anno, ad opera ancora incompiuta, la stessa si trova indietro.

Perché diciamo tutto questo? Perché solo nella giornata di sabato abbiamo avuto modo di intercettare continue lamentele e imprecazioni di ciclisti nei confronti di altri ciclisti (ma anche di pedoni per via della inevitabile promiscuità!) che, procedendo affiancati, invadevano la corsia opposta. Tradotto: all’aumentare del traffico ciclistico le due ruote devono stare in fila indiana e quindi procedere in “solitudine” nel godimento del paesaggio. Cosa molto triste e difficile da fare, perché cicliste e ciclisti amano andare in coppia e commentare il loro andare/pedalare: è nell’anima dell’uso della bicicletta, dovunque, ma evidentemente detta consapevolezza non appartiene a chi progetta le opere. Eppure, le norme ci sono (dal 2018) e sono chiare.

Tutto ciò ci porta a fare una immediata proposta, visto lo spazio a disposizione (non siamo in un contesto urbano): come per le autostrade, ma in maniera di gran lunga meno costosa e molto più sostenibile, mettere subito mano alla progettazione della terza corsia, che si aggiungerebbe a quelle esistenti per portare la pista a 4 m di larghezza e rientrare con la classifica almeno di “buono” nella direttiva ministeriale richiamata (oltre c’è “ottimo”).

Per rimanere ai regolamenti, ci lascia interdetti il limite riportato nella segnaletica ripetuta lungo l’intero tracciato che impone di non superare la velocità di 10 km/h. Si tratta di un valore al di sotto del  quale un ciclista rischia di rimanere fermo, visto che alla stessa velocità si muove un podista che fa un banale allenamento e chi cammina ad andatura sostenuta raggiunge i 7 km/h. Tra l’altro le bici non hanno tachimetri in dotazione: quindi, come rilevare la velocità?

Allo stesso modo abbiamo trovato veramente curiosa la dotazione di stalli diffusamente distribuiti lungo il tracciato, non tanto per il numero, di cui non abbiamo contezza, ma per la tipologia, modello “scolapiatti”, assolutamente dannosi per le bici (tra l’altro non adatte per le diffusissime “fat bike” da spiaggia), rischiando di rovinare i raggi,  e non garantendo alcuna sicurezza contro eventuali furti non potendo legare il telaio. Prodotto economico la cui scelta  andrebbe assolutamente rivista e aggiornata.

Cambiamo argomento con una notazione relativa alla formula di trasporto “treno + bici”. Nella giornata della trasferta abbiamo volutamente scelto il treno con la carrozza dedicata al trasporto gratuito delle bici di Trenitalia denominata “Bike Area”. Nell’apprezzare la rilevante novità (64 posti lo sono), non possiamo che segnalare ancora due criticità: in primo luogo, l’altezza della salita/discesa, ovvero l’assenza del pianale ribassato (tre gradini da superare per quasi un metro di dislivello), cosa che costituisce un grande ostacolo, soprattutto per gli utenti con bici a pedalata assistita (da 25 kg), e in secondo luogo, lo stallo a “gancio”, di uso per niente agevole, oltre che per il peso anche per una certa “inarrivabilità” per utenti meno alti o fisicamente meno robusti. Per il resto abbiamo contato oltre 20 bici trasportate all’andata e quasi 40 al ritorno: inimmaginabile pensare una condizione del genere con l’offerta dello scorso anno oppure con quella disponibile oggi su tutti gli altri convogli. Quindi: molto bene!

In conclusione, non possiamo non fare riferimento alla mancanza di dotazioni infrastrutturali che abbiamo rilevato in alcune stazioni, tra cui Ortona, Fossacesia, Vasto – San Salvo. Arrivare con le bici all’altezza della banchina di transito del treno comporta doverle trasportare a mano lungo ripide e pericolose scalinate, in discesa e in salita, che per certe e-bike si traduce nella presenza di due persone. Non esistono ascensori, per la cui realizzazione sappiamo essere necessari grandi investimenti, ma neanche banali scivoli laterali ai gradini, di cui RFI insieme alla Regione Abruzzo potrebbero/dovrebbero invece farsi carico con sollecitudine, coprendo una lacuna che ad oggi sminuisce il prezioso lavoro, ancorché ancora da implementare, che si sta facendo sui convogli.

Le nostre sollecitazioni al riguardo sono numerose e saranno ancora tali nel futuro; ma ora sappiamo di poter contare su una rinnovata disponibilità dei vari interlocutori, che non possiamo che apprezzare, che sarà comunque sempre oggetto delle nostre attenzioni e valutazioni.

Giancarlo Odoardi

Coordinatore FIAB Abruzzo Molise




GLI ULTIMI DRAMMI che hanno insanguinato le strade

Il Presidente di FIAB Teramo Gianni Di Francesco, nel condividere quanto scritto dal Coordinatore FIAB Abruzzo e Molise, Giancarlo Odoardi interviene su

Teramo, 28 agosto 2022. Il dispiacere è immenso! Una giovane vita ancora spezzata sulle strade della nostra provincia. A Flavia si sono aggiunti in pochi giorni altre tragedie con vittime anche più giovani in tutto il nostro paese, il nostro futuro sacrificato sull’altare della motorizzazione ad ogni costo! Chiedo ai nostri politici di fermarsi a riflettere se tutto ciò può essere ancora sostenibile!

Chiedo a tutti gli amministratori delle città della nostra Provincia – continua Di Francesco di accelerare le misure atte a renderle più sicure e vivibili. Alle corsie ciclabili nel Comune di Teramo si sono aggiunte proprio in questi giorni quelle di Montorio al Vomano con molte ‘zone 30’, ne siamo felici, ma chiediamo di più: strade scolastiche in tutte le scuole, non singole sperimentazioni pilota, chiusura dei centri storici alle auto private, più spazi sicuri per pedoni e ciclisti!

FIAB – conclude Gianni Di Francesco – è a disposizione con i propri tecnici del Centro Studi nazionale, per dare supporto ai tecnici dei Comuni, anche sulla scorta delle indicazioni dell’ANCI, per attuare quanto, sempre più, l’Europa ci chiede!

Fiab Teramo

Di seguito, il comunicato del coordinatore FIAB Abruzzo e Molise, Giancarlo Odoardi:

Incidenti stradali: avviene tutto in città! (ISTAT 2021) – I recentissimi e drammatici incidenti, avvenuti a Scoppito nell’Aquilano e a Roseto nel Teramano, in cui hanno trovato la morte due utenti della strada in bicicletta travolti da altrettanti utenti in auto, vanno crudamente a riempire le statistiche dell’incidentalità stradale del 2022, come ahimè è già accaduto per il 2021 e per gli anni addietro, in una triste elencazione di fatti prevedibili e previsti di cui ci dà contezza l’ISTAT, che raccoglie i numeri di questa inarrestabile mattanza.

La situazione pandemica e le misure per contenerla hanno influenzato l’andamento dell’incidentalità stradale negli scorsi anni, ma sembra che l’esperienza della ridotta mobilità non abbia insegnato nulla e che la situazione sia tornata ai livelli di quella “normalità” che si credeva di poter tenere lontana.

Nel 2021 sono stati 2.875 i morti in incidenti stradali in Italia (+20,0% rispetto all’anno precedente), 204.728 i feriti (+28,6%) e 151.875 gli incidenti stradali (+28,4%), valori tutti in crescita rispetto al 2020.

Le vittime aumentano tra tutti gli utenti della strada rispetto al 2020. Se ne contano 169 tra gli utenti su mezzi pesanti (+44,4%), 695 tra i motociclisti (+18,6%), 471 tra i pedoni (+15,2%), 1.192 tra gli occupanti di autovetture (+17,1%), 67 tra i ciclomotoristi (+13,6%). Per biciclette e monopattini elettrici si registrano 229 vittime (+30,1% rispetto al 2020). Con riferimento ai soli monopattini elettrici (conteggiati dal 2020), gli incidenti stradali che li vedono coinvolti, registrati in tutte le province italiane, passano da 564 del 2020 a 2.101, i feriti da 518 a 1.980, mentre i morti (entro 30 giorni) sono 9, più un pedone deceduto.

Ma tra i dati più significativi e allarmanti spiccano quelli relativi al luogo del sinistro: ben il 73,1 % di incidenti avvengono su strade urbane, poco meno del 22% su strade interurbane e solo il 5% in autostrada. E i pedoni e i ciclisti si muovono soprattutto nelle aree urbane e anche extraurbane. Se poi si aggiunge che tra i comportamenti errati alla guida i più frequenti si confermano la distrazione, il mancato rispetto della precedenza e la velocità troppo elevata, l’auto si dimostra come una delle più pericolose armi letali liberamente diffuse lungo le nostre strade, e nessuno pensa sia necessario prevederne la limitazione: gli incidenti, i morti e i feriti stanno dentro un sadico conto che siamo disposti a pagare.

Chi sperava in una diminuzione dei decessi con le nuove opportunità ciclistiche introdotte nel 2020, rimane disorientato: per questo motivo servono maggiori infrastrutture dedicate alla mobilità ciclistica, con piste e corsie ciclabili effettive e protette, ma anche una diminuzione del numero di auto circolanti e soprattutto la loro velocità, anche per ridurre l’enorme costo sanitario e sociale che tutti gli incidenti si portano dietro, 16,4 miliardi di €, quasi 1 punto percentuale del PIL.

Per quanto possibile, siamo vicini ai familiari delle vittime.

Giancarlo Odoardi – Coordinatore FIAB Abruzzo Molise

Foto G. Di Francesco




UFFA CHE CALDO. Vediamo se sulla montagna del Morrone si respira meglio

Dal Passo o Guado San Leonardo (1282 m), Pacentro AQ, spartiacque fra la montagna della Majella e la montagna del Morrone, seguendo il sentiero Q3, l’idea era di arrivare al Monte Morrone (mt. 2061)

Chieti, 27 agosto 2022. Arrivato a Iazzo Cappuccio, (1438 m), seguo il sentiero delle Signore a destra. Un lungo falsopiano ombroso e fresco, in una fitta faggeta. Più avanti il sentiero diventa ripido, superando tre terrazzi panoramici sulla Majella. Al terzo terrazzo, impossibile non fermarsi per godere la bellezza del paesaggio, contemplando la lunga dorsale di questo massiccio, che inizia da Caramanico Terme PE con il Monte Rapina (2027 m) – Monte Pescofalcone (2657 m) – La Rava del Ferro – la Rava della Vespa – La Rava della Giumenta Bianca – Monte Amaro (2793 m) – la lunga valle di Femmina Morta – Forchetta Majella (2389 m) -Tavola Rotonda (2403 m) – Guado di Coccia (1674 m) – Monte Porrara (2137 m) – Monte Rotella (2129 m) – Monte Pizzalto (1966 m). Insomma, un panorama mozzafiato che ogni volta non mi stanco mai di osservare, ma c’è anche la vista mare.

Continuo il cammino per arrivare all’imbocco della Rava dell’Inferno e in breve, all’incrocio con il sentiero Q6, per poi proseguire fino al Rifugio Capoposto (1755 m). Qui volevo riposarmi, bere, ma all’ingresso della porta c’era un cane, razza pastore abruzzese. Strano perché non c’erano le pecore e neanche il pastore. Decido di ripararmi all’ombra del rifugio, ma c’era la femmina del pastore abruzzese con tre cuccioli. Ancora più delicata la situazione. Ci siamo guardati, ho provato ad intrecciare un dialogo, ma… la cagna si alza e mi sbarra il sentiero. Avrà captato che volevo proseguire… A questo punto ho deciso di allontanarmi velocemente innalzandomi verso colle Cimerone (1849 m), difronte a Monte Le Mucchia di Caramanico (2001 m). Un belato di pecore mi scuote, erano a valle, tutte tosate e bianche, si confondevano con il bianco delle rocce. Ora mi è tutto chiaro.

I pastori abruzzesi, cani meravigliosi, forti, intelligenti, hanno eseguito egregiamente bene il loro compito… sorvegliare il gregge, anche da lontano. Sono stato avvisato …, non dovevo andare avanti! Posso anche accettare questo loro incarico, ma il pastore doveva essere presente! Decido di tornare indietro ma, facendo un anello. Intanto da questo colle, il panorama sulla Valle Peligna è ugualmente interessante. Riattraverso la valle di Mandra Castrata e raggiungo il colle dove c’è la lapide in ricordo di due escursioniste uccise da un pastore. Un rifugio a loro intitolato, è stato costruito e gestito dal CAI di Sulmona AQ. Era il 20 agosto del 1997.

Tre ragazze ventenni di Albignasego, piccolo centro in provincia di Padova, in vacanza nel parco nazionale della Maiella, appassionate della montagna, volevano raggiungere la vetta del Morrone. Incontrarono a Mandra Castrata un pastore macedone di nome Alivebi Hasani, detto Alì e chiesero informazioni. Le sorelle Diana e Silvia Olivetti con l’amica Tamara Gobbo furono vittime della furia omicida del mostro e solo una delle giovani, Silvia Olivetti, si è salvata. Il pastore, armato, uccise Tamara, ferì Silvia che svenne per il dolore, ma si riprese subito, per assistere allo stupro della sorella Diana che fu ugualmente ammazzata. Silvia, con la forza della disperazione, della sopravvivenza, con l’obbligo di fare giustizia e far punire l’omicida, si avventurò nella fitta faggeta, senza sentieri, per arrivare alla frazione di Marane di Sulmona e dare l’allarme.

Il pastore fu condannato all’ergastolo.  Non potevo non fermarmi in meditazione in questo luogo che desta emozioni, per rivivere questa triste storia accaduta venti anni fa, nel1997. Continuo il mio cammino lungo i pratoni del Morrone, direzione sud/est. Una lunga valle che segue il Monte Mileto (1920 m). Non è ben segnata, ci sono omini e il … tubo di Arianna.

È un tubo in gomma che serve per portare l’acqua allo stazzo di Capoposto, è parallelo al sentiero, quindi non puoi sbagliare.  Quasi alla fine del sentiero, finalmente il bosco ed incrocio la larga carrareccia che proviene da Pacentro e dal Guado di San Leonardo. Il sentiero è Q4.  Prendo una scorciatoia e il bosco mi riconduce al punto di partenza, il rifugio Celidonio. La zona è classificata dal Parco con la lettera A, RISERVA INTEGRALE. Significa che non si può raccogliere neanche L’ORAPO O SPINACIO SELVATICO. Si potrebbe essere contravvenzionati.

Ho avuto una buona lezione dai cani pastori abruzzesi e ho rivissuto il dramma di tre ragazze amanti della montagna.

Partenza: piazzale Rifugio Celidonio (1282 m)

Arrivo: Rifugio Capoposto e colle Cimerone (1849 m),

Tempo di percorrenza senza fermate: 5.5 ore A/R

Dislivello totale 600 m

Difficoltà: E – Escursionistico

Lunghezza: 12 km

Luciano Pellegrini




ITALIA NOSTRA INCONTRA l’Amministrazione comunale

Si è tenuto un primo incontro informale del direttivo della sezione di Italia Nostra di Chieti con il Sindaco Diego Ferrara e il Vicesindaco Paolo De Cesare.

Chieti, 25 agosto 2022. Lo scambio di idee e informazioni, ritenuto molto proficuo, ha messo in luce un comune intento, quello di voler riportare al centro dell’attenzione la condivisione del bene comune, nel pieno rispetto dell’ambiente e del territorio, in modo da contribuire alla rinascita del senso civico.

I rappresentanti di Italia Nostra, Claudia Civitarese, vicepresidente, Marilisa Palazzone, responsabile settore scuola, Eide Spedicato, settore cultura, Massimo Pamio, presidente, Mario D’Alessandro, responsabile comunicazione, nell’esporre il concetto di dignità del cittadino, hanno marcato la necessità di un ritorno a quel senso di comunità che è possibile realizzare soltanto se ci si pone in ascolto, attenti alla sete di ciascun individuo di essere coinvolto e sentito, in tal senso hanno annunciato un documento contenente iniziative capaci di coinvolgere i cittadini e tutte le persone di buona volontà in modo continuativo sull’amore per la Città, al fine di vincere un certo sentimento di diffidenza che l’affligge.

“Dobbiamo ripartire da piccoli gesti per riscoprire il valore del bene comune. La nostra Città è bellissima, ma bisogna imparare a rispettarla. Per questo abbiamo compiuto un atto simbolico, innaffiando i fiori che sono nella piccola aiuola dove è stata restaurata gratuitamente la Colonnetta a Chieti Scalo da parte di un’impresa teatina – afferma Mario D’Alessandro – i nostri incontri saranno aperti a tutti, i cittadini sono chiamati a collaborare con la loro presenza e con consigli, proposte e valutazioni di ogni sorta”, ha aggiunto Massimo Pamio.




PROGETTO ERASMUS+ BREED

Il ruolo della formazione nelle attività di prevenzione sanitaria nell’allevamento del suino di qualità all’interno del Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga

Il territorio ricompreso nel Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga, pur vantando una tradizione norcina dalle origini secolari, vede la presenza di un numero relativamente modesto di allevamenti di maiali; nel tempo, tuttavia, è costantemente cresciuto l’interesse degli operatori verso questa tipologia di animale che garantisce diversificazione del reddito e offerta di carni locali di qualità.

Gli allevatori dell’Area Protetta, infatti, percepiscono che il ricorso a razze rustiche e autoctone nell’allevamento all’aperto di piccoli nuclei di suini, rappresenta un’occasione per coniugare benessere animale, difesa dell’ambiente, conservazione della natura e qualità delle produzioni.

La recente riscoperta dell’allevamento all’aperto, avvenuta peraltro anche in tutta Europa, è favorita da una serie di fattori quali il basso valore fondiario delle zone meno agevoli, i modesti investimenti richiesti, oltre che da una maggiore sensibilità etica dell’allevatore e del consumatore verso metodiche rispettose della qualità di vita dei maiali e della biodiversità.

Sempre più spesso, inoltre, gli allevatori provvedono alla trasformazione in proprio delle carni, chiudendo la filiera e incrementando le caratteristiche sensoriali di molte delle eccellenze presenti sul territorio quali, ad esempio, la mortadella di Campotosto, il guanciale amatriciano, il prosciutto amatriciano IGP, la salsiccia di fegato aquilana, la ventricina, la lonza.

Alla luce di tutto ciò appare chiaro che l’operatore zootecnico deve necessariamente possedere capacità ed esperienza, frutto non solo di nozioni tramandate di padre in figlio, ma anche acquisite attraverso un approccio moderno alla conoscenza, in modo da conciliare la tradizione con l’innovazione e la sperimentazione.

L’allevatore, nell’esercizio della propria attività, oltre a fattori meramente produttivi, è alle prese con una serie di aspetti gestionali e sanitari, resi ancor più delicati dal particolare momento storico legato al Covid, che ha messo in risalto il delicato equilibrio uomo/animale/ambiente.

L’utilizzo di strutture idonee, di corretti piani terapeutici e un’attenta attività di prevenzione, sono garanzia di contrasto a patologie e a diffusioni virali o batteriche, tanto più in un’Area Protetta che vede la presenza di fauna selvatica a stretto contatto con gli animali da reddito.

La recente problematica legata alla Peste Suina Africana – PSA – richiede la massima attenzione da parte degli allevatori; il virus responsabile dell’infezione, colpisce cinghiali e maiali e, pur non essendo contagioso per l’uomo, rappresenta un serio problema per la filiera suinicola, sia per le ripercussioni nel commercio internazionale del comparto, che per la necessità di abbattimento degli animali nelle aree a rischio.

La situazione è acuita dalla particolare resistenza del virus, nella carne fresca e in quella congelata, dove può sopravvivere anche alcuni mesi oltre che dal fatto che può annidarsi negli insaccati freschi o nei salumi poco stagionati, come pure negli scarti di cucina.

Stabilire cause e individuare i responsabili della diffusione è molto difficile anche se fondamentalmente può essere ricondotta al contatto virus-cinghiale-maiale ed al fattore umano, compresa quindi l’attività dell’allevatore.

È fuori dubbio che l’operatore zootecnico deve essere aiutato e guidato in questo processo di adattamento alle sfide cui viene costantemente sottoposto: un ruolo essenziale può essere sicuramente ricoperto oltre che dalle organizzazioni e associazioni di categoria anche che dalle Istituzioni pubbliche.

Il Piano Nazionale di Sorveglianza PSA predisposto dal Ministero della Salute prevede, tra le principali misure di prevenzione, la vigilanza passiva nel settore domestico e nel selvatico, la verifica del livello di applicazione delle misure di biosicurezza in allevamento e l’attività di formazione ed informazione, dagli allevatori ai cacciatori così come a tutti i soggetti in qualche modo coinvolti, al fine di aumentare consapevolezza e possibilità di controllo.

L’informazione e la formazione, quindi, rappresentano due delle principali armi di difesa preventiva, altrimenti l’operatore rischia di subire passivamente le prescrizioni o peggio, di attendere da semplice spettatore l’evoluzione della problematica, ignorando le potenziali responsabilità o le opportune azioni da intraprendere.

In questo contesto, i servizi veterinari della ASL svolgono un compito fondamentale attraverso la verifica del livello di implementazione delle misure di biosicurezza degli allevamenti di suini, pilastro fondamentale nella prevenzione dell’infezione, con particolare riferimento alle possibilità di contatto con i selvatici, alle operazioni di pulizia e disinfezione in azienda e alla corretta gestione delle norme igienico-sanitarie del personale.

L’Ente Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga, che fin dalla sua istituzione ha introdotto iniziative e progetti tesi a incentivare e rivitalizzare il settore agro-zootecnico, ha implementato un corso di formazione online sull’allevamento del suino di qualità denominato BREED, a supporto degli all’allevatori, che soddisfa questa quantomai attuale necessità di accrescimento professionale.

Il progetto Erasmus + “BREED – Rafforzamento del sistema di formazione professionale attraverso il sostegno all’imprenditorialità sostenibile nell’allevamento suinicolo di qualità” co-finanziato dall’Unione Europea, infatti, mira a migliorare la resilienza delle aziende suinicole, affrontando i tre principali pilastri della sostenibilità: benessere degli animali, redditività e impatto ambientale, con un approccio inter e trans-disciplinare.

Il partenariato europeo coinvolto nella realizzazione del progetto BREED vede la presenza di Enti, Istituti e Organizzazioni di notevole competenza e caratura internazionale ed è composto da:

             Dinamica, Italia;

             Szkola Glowna Gospodarstwa Wiejskiego, Polonia;

             Università della Tessaglia, Grecia;

             Istituto di Istruzione Superiore “Antonio Zanelli”, Italia;

             Ente Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga, Italia;

             Escola Profissional Cooperativa EPRALIMA, Portogallo;

             Association Minities Bites, Lituania.

Obiettivo principale di BREED è quello di mettere gratuitamente a disposizione online ed in tutte lingue dei partner aderenti – inglese, polacco, greco, italiano, portoghese e lituano – un pacchetto completo di formazione di alta qualità, allo scopo di fornire agli operatori ma anche a studenti, tecnici e portatori di interesse, l’opportunità di acquisire o ampliare le loro competenze se desiderano avviare, continuare o migliorare l’attività imprenditoriale dell’allevamento di suini.

I 7 partner si sono avvalsi, soprattutto nelle fasi iniziali del progetto, delle considerazioni e dei pareri di un gruppo di 120 esperti, selezionati fra operatori nei settori attinenti alle tematiche agro-zootecniche – insegnanti, allevatori, trasformatori, ricercatori e docenti universitari.

Il progetto, iniziato a settembre 2019, ha portato alla realizzazione di tre principali strumenti:

             una guida all’allevamento suinicolo di qualità per formatori, a supporto dei docenti per favorire l’uso migliore del corso BREED all’interno dei loro programmi educativi e formativi e per incoraggiare l’autoapprendimento degli utilizzatori;

             il corso online vero e proprio, composto da 14 moduli formativi per l’approfondimento delle principali tematiche legate all’allevamento del maiale, alla trasformazione delle carni e alla vendita del prodotto finale;

             una guida motivazionale all’allevamento del suino di qualità atta ad incentivare e stimolare l’iscrizione e la frequenza al corso di formazione BREED.

Gli argomenti dei moduli formativi spaziano dalle tecniche di allevamento alla normativa di settore, passando per il benessere animale e gli aspetti sanitari, fornendo al fruitore nozioni e informazioni utili ad affrontare con maggiore dominio e sicurezza ogni fase dell’allevamento anche in ottica di prevenzione delle principali patologie o problematiche connesse all’attività zootecnica.

Punto di forza del corso online BREED, è la possibilità da parte di chi lo frequenta, di affrontare i vari moduli tematici in completa autonomia, secondo propri tempi e possibilità e di verificare il grado di apprendimento attraverso lo svolgimento di un semplice test di autovalutazione al termine di ogni modulo.

I parametri che definiscono la qualità di un prodotto agroalimentare sono il riflesso di un attento equilibrio e sinergia tra salute degli animali, rispetto dell’etologia degli stessi, garanzie igieniche lungo la filiera, tecniche di lavorazione, redditività e maestria; in tutto ciò, l’Ente Parco, con la realizzazione del corso BREED, è vicino all’operatore zootecnico ed interpreta al meglio il proprio ruolo istituzionale di valorizzazione delle produzioni.

Stando ai primi feedback relativi all’andamento degli iscritti al corso e al numero di visualizzazioni del sito web dedicato www.pigbreedtraining.eu, gli sforzi realizzativi, sembrano essere ampiamente ripagati e l’argomento trattato di attuale e sicuro interesse.




PRESENTATO IL RAPPORTO 2022

Dopo essersi sbloccata nel 2020, la ricostruzione nel centro Italia dopo i terremoti del 2016-2017 è entrata in una fase matura.

Roma, 19 agosto 2022. Negli ultimi due anni ha fatto registrare un avanzamento importante, con l’apertura di 10 mila cantieri dell’edilizia privata, ed un’accelerazione molto significativa degli interventi pubblici, con 365 opere terminate ed altre 315 oggi in fase di cantiere.

“Risultati che solo un difficilissimo contesto esterno, segnato dalla pandemia, dall’esplosione dei prezzi, dalla saturazione del mercato edilizio, dalle conseguenze della guerra, ha impedito fossero ancora più consistenti” si legge nel Rapporto 2022, presentato oggi dal Commissario Straordinario Giovanni Legnini. Il Rapporto fa il punto sullo stato di avanzamento della ricostruzione privata, di quella pubblica e della riparazione delle chiese e degli edifici di culto, proponendo per la prima volta anche un quadro completo del danno causato dal sisma di sei anni fa, pari nel complesso a 26,5 miliardi di euro, anche a livello dei singoli comuni. Amatrice è il comune con i maggiori danni, per oltre 1,3 miliardi di euro, seguita da Camerino con 1,2 miliardi di danni, e da Norcia, con 1,1 miliardi.

Per la ricostruzione privata, nel complesso, si registravano a fine giugno scorso 22.700 richieste di contributo per 7,6 miliardi di euro, delle quali 14.234 approvate con 4,3 miliardi di contributi concessi. Le domande di contributo già avviate rappresentano il 45% di quelle attese in termini numerici ed il 39% in valore. Negli ultimi due anni le richieste sono raddoppiate e i contributi concessi triplicati. I cantieri privati completati sono 7.256, con la riconsegna alle famiglie di 16.520 singole unità immobiliari, il 92% di tipo residenziale e l’8% a carattere produttivo. I cantieri autorizzati oggi sono circa settemila.

Anche gli interventi pubblici, nonostante le difficoltà generali, registrano passi avanti importanti. La spesa effettiva, grazie anche alle procedure veloci delle Ordinanze speciali per i comuni più colpiti, è arrivata a luglio a 768 milioni di euro, rispetto ai 559 di fine 2021 e i 265 milioni di fine 2020. Nel giro di un anno, considerando anche i lavori sulle chiese, il numero dei cantieri pubblici chiusi è salito da 151 a 365. Quello dei cantieri aperti, 316, è raddoppiato, ed è destinato a crescere sensibilmente entro la fine del 2022, sia per l’avanzamento della programmazione, che oggi vede quasi un miliardo di interventi in fase di progettazione e sempre più vicini alla cantierizzazione, sia per l’avvio concreto, entro dicembre, dei 525 interventi previsti nel cratere da NextAppennino, il Fondo complementare al Pnrr per le aree sisma 2009 e 2016.

Non è irrealistico immaginare che, compatibilmente con le condizioni di mercato, che oggi restano difficili, si possano vedere all’opera entro sei mesi un migliaio di cantieri pubblici, e che si possa riprendere un ritmo di maggior crescita dei cantieri privati anche grazie al ritorno di interesse delle imprese e dei tecnici, di cui si vedono i primi segnali, che attualmente operano in numero insufficiente alla ricostruzione. Il lavoro che resta da fare è ancora enorme. Si attendono altre 28 mila richieste di contributo da parte dei privati, occorre realizzare 4.300 interventi pubblici ed impostarne quasi altri 2 mila nuovi.

Le nuove procedure e le semplificazioni introdotte garantiscono oggi un buon funzionamento della macchina della ricostruzione, come riconoscono anche le istituzioni internazionali che forniscono la provvista finanziaria alla ricostruzione e la stessa Corte dei Conti, ed un ulteriore passo avanti per consolidare e rendere più efficiente e veloce questo difficilissimo processo, potrà arrivare dal Testo Unico della ricostruzione privata, atteso ad ottobre, e dalla nuova piattaforma telematica per la gestione delle pratiche, che da gennaio 2023 sostituirà quella attuale, ormai obsoleta.

Oggi, conclude il Rapporto, le risorse garantite da NextAppennino, 1 miliardo e 780 milioni, dei quali 700 sotto forma di incentivi ai nuovi investimenti delle imprese, possono rappresentare un ulteriore volano alla crescita e allo sviluppo dell’Appennino Centrale, oltre la ricostruzione materiale degli enormi danni causati dai terremoti. Roma, 19 Agosto 2022 Ufficio Stampa del Commissario Straordinario Ricostruzione Sisma 2016




CICLOVIA DEL TORDINO. Pubblicato il bando di gara per la progettazione

La soddisfazione della Fiab

Teramo, 19 agosto 2022. È stato pubblicato ieri, sul sito web della Provincia di Teramo, il bando di gara per la progettazione definitiva, esecutiva, Coordinamento della Sicurezza in fase di Progettazione e relazione geologica, dell’intervento denominato PISTA CICLOPEDONALE DEL TORDINO.

A tal proposito la FIAB – Federazione Italiana Ambiente e Bicicletta – sezione di Teramo, che da anni persegue l’obiettivo di realizzare un percorso ciclabile che unisca il Capoluogo alla costa e che, da ultimo, nel marzo scorso aveva lanciato un appello al presidente della Provincia di Teramo e ai sindaci dei comuni interessati dal tracciato (Teramo, Bellante, Castellalto, Mosciano Sant’Angelo, Notaresco, Giulianova e Roseto degli Abruzzi), esprime la propria soddisfazione.

“Un primo, importante, passo avanti è stato fatto – dichiara il presidente di FIAB Teramo, Gianni Di Francesco – mettendo mano alla progettazione della ciclovia del Tordino, idea lanciata anni fa da uno dei fondatori della nostra associazione, il compianto Lucio De Marcellis, e concretizzata all’interno della Provincia di Teramo dall’Arch. Raffaele Di Marcello, attuale responsabile del Centro Studi nazionale di FIAB”.

Il progetto preliminare, che ha meritato il primo premio, nella sezione progetti e studi di fattibilità, all’interno dell’iniziativa GO SLOW promossa da SIMTUR e CO.MO.DO., prevede il collegamento del parco fluviale di Teramo alla Ciclovia Adriatica, in gran parte realizzata nell’ambito del progetto Bike to Coast della Regione Abruzzo e oggetto di ulteriori finanziamenti ministeriali all’interno della Rete Nazionale delle Ciclovie Turistiche.

Il bando di gara per un valore, IVA esclusa, di 308 629.78 euro, prevede l’aggiudicazione tramite procedura aperta con applicazione del criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa, individuata sulla base del miglior rapporto qualità/prezzo, con tempi strettissimi per la domanda di partecipazione (31/08/2022 ore 12:00) e la presentazione dell’offerta.

Tempi stretti anche per l’esecuzione delle prestazioni: centottanta giorni dalla sottoscrizione del contratto, di cui trenta per la redazione della documentazione necessaria ad acquisire i pareri preliminari; cento giorni per la redazione del progetto definitivo e cinquanta giorni per quello esecutivo.

“Nonostante i tempi stretti – specifica il presidente FIAB Teramo – ci auguriamo che si arrivi ad una progettazione di qualità, in base ai criteri di cui al DM 557/99 tenendo conto anche dell’allegato 4  al Decreto Interministeriale del 29/11/2018 che indica i requisiti di pianificazione e standard tecnici di progettazione per la realizzazione del Sistema nazionale delle ciclovie turistiche (SNCT), in modo da avere una infrastruttura moderna, in linea con le più recenti disposizioni in materia di ciclabilità.”

“Il percorso, inoltre – continua Di Francesco – dovrà servire non solo per finalità turistiche ma anche come alternativa trasportistica alla rete automobilistica per raggiungere i luoghi di interesse della vallata del Tordino, come l’Università, i vari centri urbani, le zone produttive e commerciali, collegandosi con le stazioni ferroviarie ed integrandosi con le opere esistenti (rete dei percorsi del parco fluviale di Teramo) e con i progetti in corso (progetto ciclabile di collegamento tra stazioni ferroviarie e sedi universitarie, già finanziato al Comune di Teramo)”

Un primo passo, quindi, verso la realizzazione di un’opera strategica per l’intera provincia e, in particolare, per il Capoluogo, che avrà così un collegamento di mobilità dolce con la più ampia rete di percorsi ciclabili nazionali BicItalia, in linea con il Piano Generale della Mobilità Ciclistica, in corso di approvazione da parte del Ministero delle Infrastrutture e Mobilità Sostenibili.

“FIAB – conclude il presidente Di Francesco – è a disposizione, con il suo Centro Studi nazionale, per dare supporto alle amministrazioni, nella necessaria fase di condivisione delle scelte progettuali,  affinché un’opera così importante giunga al più presto a realizzazione in modo da poter vedere, tra un paio di anni, completata la Ciclovia del Tordino integrandola, magari, come previsto dal piano provinciale della mobilità ciclistica, con le analoghe infrastrutture ciclabili di Vomano e Vibrata”.




AMIANTO DETERIORATO a Civitella Casanova

La Giunta Marsilio sottovaluta i rischi per la salute. Il consigliere Blasioli: «A quattro mesi dalla segnalazione nessun provvedimento concreto».

Pescara, 18 agosto 2022. Sollecitato e accompagnato dal gruppo comunale Uniti per il territorio, ho effettuato un nuovo sopralluogo presso la vecchia porcilaia situata a Civitella Casanova in contrada Cona. Struttura dismessa una ventina di anni fa che ha occupato diverse famiglie locali.

La scorsa primavera, a seguito di una prima visita, avevo lanciato l’allarme sulle pessime condizioni dei capannoni e interessato Asl, Arta e Direzione regionale Ambiente al fine di verificare lo stato della copertura in amianto e preservare la salute degli abitanti della zona.

Il 13 aprile mi era pervenuta risposta dalla Asl, che mi informava di come la struttura fosse stata già oggetto di intervento nel 2005 – quando furono rimosse le lastre danneggiate – e annunciava l’apertura di una nuova procedura con conseguente ispezione in loco per accertare la situazione. Tuttavia, malgrado le rassicurazioni ricevute, non è stato adottato alcun provvedimento concreto, benché formalmente richiesto nella mia qualità di Consigliere regionale. A conferma di ciò, l’Arta in una nota del 6 agosto, sottolineando la sua funzione strumentale per il supporto tecnico-analitico, afferma di non aver ricevuto nuove richieste di intervento a seguito di quello operato nel 2005, né dalla Asl, né da altri enti. 

Nel frattempo, a copertura dei sei capannoni continua a deteriorarsi, come testimoniato dalle lastre mancanti e dai numerosi punti di rottura presenti sulle coperture, condizioni che aumentano concretamente il rischio di aerodispersione delle fibre di amianto nella zona di riferimento, situata nei pressi dell’insediamento di edilizia residenziale pubblica di Civitella e non distante dall’intero paese.

Ho sollecitato l’esecuzione di sopralluoghi allo scopo di valutare lo stato di conservazione dei materiali ed adottare eventualmente tutti i provvedimenti necessari per tutelare la salute pubblica, e l’ho fatto anche ripetutamente, ma sono trascorsi già quattro mesi dalla mia segnalazione e questo stancheggio amministrativo non è giustificabile quando si ha a che fare con la salute delle persone. Ragion per cui, non ricevendo a breve risposte e copie degli atti già richiesti, provvederemo a segnalare la vicenda alla Procura della Repubblica.

Il Consigliere Regionale

 Antonio Blasioli




RIUSI DELL’ACQUA, per la nuova città green

Dice l’ISTAT che i metri cubi all’anno di acqua utilizzati in Italia “al rubinetto” sono:

5,5 miliardi dall’industria;

2,2 miliardi dalle centrali termoelettriche;

5,2 miliardi dalle utenze domestiche;

11,6 miliardi dall’agricoltura,

per un totale di quasi 25 miliardi. Ma si tratta di acqua realmente utilizzata, non di quella immessa nel sistema di distribuzione, che è di ben altra portata.

Quella che, ad esempio, scorre nelle reti per uso civile, negli acquedotti, si perde nella misura del 42%, il che porta l’acqua dedicata a questa utenza a oltre 9 miliardi di mc. Peggio va per l’agricoltura che perde per strada, tra canali superficiali e collettori vari, ben il 75% di quella resa disponibile per il settore, prelevata da falde, fiumi e laghi.

Questo dato, in particolare, è stato desunto da uno studio sistematico, prodotto dalla Regione Emilia-Romagna, che ha indagato quest’aspetto per cui la risorsa acqua per l’agricoltura è stimata tra i 35 ai 50 miliardi di mc, contro gli 11,6 effettivamente utilizzati. Il che si traduce in una prima considerazione: i 2-3 miliardi recuperabili sul fronte civile, assolutamente preziosi, sono ben poca cosa rispetto ai 20, 30 ma anche 40 di quelli del comparto agricolo.

Al riguardo viene in soccorso una delle ultime direttive europee in materia che prevede la possibilità/opportunità di riutilizzare le acque del depuratore, che finiscono nei fiumi, per irrigare i campi (progetto VALUE CE-IN, finanziato dalla Regione Emilia-Romagna e cofinanziato dal Fondo per lo Sviluppo e la Coesione (FSC) per il miglioramento della gestione delle acque depurate in ottica di economia circolare, coordinato da ENEA).

A indagare sull’argomento poi si scopre che una recentissima indagine condotta da Utilitalia, la Federazione che riunisce le Utility dei servizi pubblici dell’Acqua, dell’Ambiente, dell’Energia Elettrica e del Gas, condotta presso i gestori del servizio idrico integrato sul riuso delle acque in Italia, ha rilevato che rispetto ad un potenziale di 9 miliardi di m3 di acqua all’anno di riuso delle acque reflue depurate in Italia vengono utilizzati solo 475 milioni di m3 (5%).

Con tutte le precauzioni del caso, soprattutto di carattere igienico sanitario, con il potenziamento del depuratore di Pescara, tutt’ora in corso, si potrebbe allora benissimo cogliere la opportunità di intercettare le acque reflue, ricche di nutrienti e che ad oggi vengono riversate nel fiume e di lì al mare, e utilizzarle per l’irrigazione del verde pubblico di un’area di notevoli estensioni, tutta interna al tessuto urbano della città, a partire dai prati che mancano assolutamente, con notevoli vantaggi derivanti dalla crescita massiccia della biomassa, a partire da quella fotosintetica, con cattura di CO2 e conseguente produzione di O2, miglioramento delle condizioni microclimatiche grazie ai fenomeni di evapotraspirazione con riduzione delle isole di calore, e non ultimo il rigoglio vegetativo paesaggistico dovuto alla proliferazione della massa verde. I boschi urbani e periurbani potrebbero essere un eccezionale banco di prova, soprattutto per la nascita della nuova città di area vasta, diffusamente green, comunque la si voglia chiamare.

Giancarlo Odoardi – Giornalista, ecologista




RILASCIO TARTARUGA DI MARE salvata dal CSC dal sito dove nel 2013 nidificò

Grande evento del Calendario Estivo della Riserva Borsacchio: 12 Agosto 2022

Roseto Degli Abruzzi, 10 agosto 2022. Il prossimo 12 Agosto 2022 , dalla spiaggia libera fra lido Papenoo e Lido Ahmar (Lungomare Trieste 22 Roseto degli Abruzzi) si terrà il grande evento “Dal nido alla Riserva. Tutti insieme per liberare Patatina” ore 17:00 .

Come ogni anno grazie al Centro Studi Cetacei, che recupera e cura le tartarughe in Abruzzo e non solo, rilasceremo “Patatina” la tartaruga di mare salvata nei mesi scorsi grazie alle cure dello staff del CSC. Un evento importante perché mette in relazione la cittadinanza e turisti con il mare per quello che è davvero: il più grande habitat del nostro pianeta.

Alle 17:00 nella spiaggia che sarà delimitata in corridoi verrà spiegata la bellezza e complessità del mare ed alle 17:30 arriverà “Patatina” la tartaruga salvata che, grazie alla collaborazione della Guardia Costiera , verrà scortata lungo la spiaggia, per farla salutare a tutte e tutti, per poi essere rilasciata.

Patrocinato da Regione, Provincia e Comune sarà come sempre un modo per valorizzare il territorio e ricordare che fra qualche anno , proprio in quel punto, le tartarughe nate dal famoso nido del 2013 a Roseto degli Abruzzi torneranno. Un promemoria per far sì che la città sia pronta a tale giorno.

PROGRAMMA

12 agosto 2022 – Roseto Degli Abruzzi, Spiaggia libera a sud del Lido Papenoo

DAL NIDO ALLA RISERVA

17:00 – apertura stand informativo Centro Studi Cetacei

17: 30 – arrivo tartaruga e saluto in spiaggia alla tartaruga marina

17:45 – rilascio in mare

Sarà possibile lasciare un contributo per le spese sostenute per la cura della tartaruga

Marco Borgatti

Presidente Guide del Borsacchio




VERSO LA GRANDE MURAGLIA

Ci stanno riuscendo; stanno completando la cortina di edifici che toglierà per sempre la vista e l’accesso al mare per tutto il tratto del Lungomare Sud che dal fiume va fin quasi a via Pepe.

Pescara, 8 agosto 2022. Tutta la zona doveva essere pianificata unitariamente ma, nell’inerzia delle Amministrazioni, sono sorte e stanno sorgendo grandi costruzioni che interdiranno l’accesso al mare e la sua vista ai cittadini.

L’ultima proposta, nell’area ancora libera vicino all’Istituto Paolo VI riguarda la edificazione di un albergo che completerebbe la serie. Ma vediamoli insieme gli edifici già realizzati e programmati.

Sulle aree dell’ex Motorizzazione sorge ora la Caserma della Guardia di Finanza; questo edificio enorme, recintato, chiuso al contesto poteva essere realizzato dovunque ma, nella acquiescente inerzia comunale, si è fatto ricorso addirittura ad una legge sulle strutture militari strategiche, per imporre nella posizione più sbagliata una caserma sull’arenile, dando inizio al primo tratto di muraglia.

Appena più a nord la società “Pescaraporto” ha dato avvio alla costruzione di un complesso edilizio destinato a turismo ed uffici, invocando una legge che lo avrebbe consentito in assenza di piani comunali approvati. Un complesso cammino anche giudiziario ha accompagnato questa realizzazione, che si è giovata anche di interpretazioni autentiche della legge. proposte a posteriori in Parlamento. È stata richiesta la trasformazione degli uffici in alloggi, ma non è stata ottenuta e questo ne ha rallentato la realizzazione che tuttavia oggi sembra riavviata.

Le aree dell’ex mercato Ortofrutticolo (COFA), a ridosso del porto fluviale e di quello turistico, totalmente pubbliche, sono certamente la maggior occasione per una riqualificazione turistica e, soprattutto, naturalistica del Lungomare con la creazione di un parco lineare alberato, con attività per il tempo libero che, attraverso la Riviera e i viali, si riconnetta con la Riserva- pineta dannunziana e, attraverso essa, ad uno dei principali corridoi ecologici della città. Questa prospettiva è tanto più valida in quanto si presenta anche come antidoto contro il riscaldamento globale, in una città con sempre meno alberi e con più superfici cementate. Ma il Rettore dell’Università D’Annunzio ha deciso che ci deve realizzare qualcosa: dapprima la ipotesi di trasferire qui le sedi pescaresi dell’Ateneo, con i conseguenti problemi urbanistici complessi; la opposizione che si è registrata nell’opinione pubblica, tra le associazioni ed anche in ambito accademico ha fermato la iniziativa (alla quale avevano già aderito Comune e Regione, dimenticando che sono loro a dettare gli indirizzi e non i singoli proponenti). Ora si torna con un’altra proposta: «un incubatore di ricerca con un auditorium in cui si studiano clima, sostenibilità, economia circolare e inquinamento».

Al di là del titolo “à la page” si tratta di un progetto per il quale chiedere i denari del PNRR, con l’adesione di Comune, Regione, Camera di commercio e di alcune industrie.  Anche in questo caso siamo di fronte ad attività che possono essere svolte ovunque in città e nell’intera area vasta e si sceglie, invece, di metterle in un sito importante per il riequilibrio della città (al proposito è singolare come questi temi non siano MAI al centro del dibattito sulla “Nuova Pescara” tutto incentrato su procedure, tempi, seggi e mai su questioni di merito).

Nonostante l’ampio consenso degli Enti il progetto non viene selezionato dalla Commissione ministeriale competente, ricevendo meno punti di quello analogo aquilano; un provvidenziale emendamento però allarga lo stanziamento, ricomprendendo la proposta pescarese. È chiaro che questa circostanza non depone a favore dei due “centri di eccellenza” che tali non devono essere se così dipendenti dalle pressioni politiche. Del resto abbiamo tutta una serie di centri chiusi o boccheggianti (“Mario Negri Sud”, Polo Tecnologico, ecc.) del passato che suggeriscono prudenza e convincenti bilanci sulla loro sostenibilità gestionale.  Naturalmente sono previsti, come sempre si dice, un auditorium e una piazza, ma la natura della funzione ne fa un’altra area negata alla cittadinanza.

Infine arriva la proposta di un Hotel, avanzata dal gruppo De Cecco sull’unica area ancora libera. Si tratterebbe di un edificio alto 30 metri per 9 piani e 3300 mq di superficie; la descrizione giornalistica parla di spazi pubblici (viabilità, parcheggi, area verde) e di pertinenze dell’albergo.

 Anche in questo caso la iniziativa parte proprio dalla condizione di inerzia comunale: infatti in assenza di piano Pubblico, sono consentite lottizzazioni private ed è questa la forma progettuale prescelta. In questo caso, però, si derogano le altezze previste, a quanto si apprende, e quindi si dovrà ottenere una approvazione in variante dal Comune.

Pubblico e privato concorrono quindi al completamento della cortina continua di edifici sul lungomare.
Preoccupa molto la assenza oramai costante di un disegno di pianificazione urbana; addirittura, il Presidente della Regione la indica apertamente come uno dei motivi del proprio attivismo, sviluppato anche in danno delle aree di risulta FF.SS. su cui si vorrebbero erigere ingombranti edifici per uffici regionali (dei quali torneremo a parlare).

Pescara non ha bisogno di muraglie sul mare ma di un forte incremento delle aree alberate e di uno strutturale sostegno ad un’offerta turistica qualificata.

Il Direttivo della Sezione “L. Gorgoni”  Italia Nostra – Pescara




CONTRO IL TAGLIO INDISCRIMINATO degli alberi

Un pino secolare è stato abbattuto sotto il belvedere della chiesa di San Michele

Montesilvano, 7 agosto 2022. Essendo quel pino di alto valore storico paesistico, non essendo chiari i motivi dell’abbattimento, una richiesta di spiegazioni sarà inviata al sindaco della città e all’assessore al verde Alessandro Pompei.

Chiediamo se sono state rispettate le prescrizioni del Regolamento comunale del verde che, per tutti i grandi alberi con circonferenza maggiore di 50 cm (diametro circa 16 cm) o i piccoli alberi con circonferenza maggiore di 30 cm (pari a un diametro di circa 10 cm) proibisce l’abbattimento senza autorizzazione comunale, con documentazione probatoria della necessità di abbattimento. Si chiederà anche l’accesso agli atti probatori dell’operazione.

Ovunque nei Regolamenti del Verde, si parla di partecipazione dei cittadini alla gestione del verde, ma troppo spesso capita che i cittadini scoprano interventi distruttivi sugli alberi quando ormai essi sono già stati abbattuti, con polemiche, denunce e contenziosi. Le seguenti associazioni, pertanto, propongono di introdurre nei regolamenti comunali l’*obbligo di esposizione del cartello di cantiere*, anche per le operazioni importanti sugli alberi, come già per l’edilizia, con l’indicazione dei titoli autorizzativi, come forma di trasparenza, partecipazione, controllo.

Inoltre, ampliando lo spirito della Legge 10-2013, a favore del verde urbano, ricordiamo l’impegno per i Comuni a piantare *un nuovo albero per abitante nei 5 anni* di ogni mandato, dandone pubblico rilievo, come già oggi fa la *Regione Emilia – Romagna* coinvolgendo cittadini, enti ed operatori economici sul territorio.

Le associazioni del Coordinamento “SalviAmo gli Alberi di Pescara”

Comitato Saline.marina.pp1 Montesilvano – Italia Nostra sezione di Pescara – Archeoclub sezione di Pescara – Associazione Mila Donnambiente – Le Majellane – Comitato Strada Parco Bene Comune – La Gallina Caminante – A.S.T.R.A. Amici del Museo delle Genti d’Abruzzo – L’Albero bello – Comitato Oltre il Gazebo No Filovia – Touring Club Italiano Consolato d’Abruzzo – FIAB pescarabici.




INCENDIO RISERVA DI PESCARA. Un cammino lungo un anno

Passeggiata informativa con le Associazioni del Coordinamento salviamo gli alberi di Pescara

Pescara, 31 luglio 2022. È passato un anno dal disastroso incendio che ha devastato parte della Riserva dannunziana, distruggendo il comparto 5, quello che doveva essere il maggiormente protetto.

Sulla spinta dell’intervento delle Associazioni, il Comune di Pescara ha creato un tavolo verde composto dagli esperti Febbo, Savini e Pirone, che hanno individuato le corrette azioni per favorire la rinnovazione del comparto 5, e oggi tante plantule di pino d’Aleppo stanno punteggiando il terreno bruciato.

Ma tante sono le cose ancora da fare per la conservazione dell’intera Riserva, tra le quali:

-il rispetto del PAN

-la creazione del Comitato di gestione e comitato scientifico

-l’individuazione di una direttrice o direttore della Riserva

-un piano antincendio AIB

-squadre volontarie formate e con dotazioni di protezioni

Le associazioni, in questo cammino lungo la Riserva, interverranno nelle diverse tappe per raccontarvi questo lungo anno, dalla rinnovazione della Riserva all’attacco spietato del patrimonio verde urbano.

La Riserva, la sua rinascita, dovrebbe essere l’occasione per farla diventare motore propulsore e di cambiamento anche per la gestione del verde cittadino, su basi tecniche e scientifiche, adottando una visione complessiva che faccia della Riserva il suo cuore, e delle strade e delle aree pubbliche della nostra città, il suo corpo.

Appuntamento 1° agosto ore 18.30 ingresso Riserva-largo Riviera Gardone.

Coordinamento salviamo gli alberi di Pescara

Le associazioni: Archeoclub sezione di Pescara – Italia Nostra sezione “Lucia Gorgoni” di Pescara -Gruppo Unitario Foreste Italiane – G.U.F.I.- Associazione Mila Donnambiente – Le Majellane – Coordinamento Nazionale per gli Alberi e il Paesaggio (CO.N.AL.PA), Comitato Strada Parco Bene Comune- Comitato Oltre il Gazebo No Filovia -Associazione Italiana Architettura del Paesaggio sezione Lazio Abruzzo Molise Sardegna (AIAPP LAMS)- La Gallina Caminante – A.S.T.R.A. Amici del Museo delle Genti d’Abruzzo – Saline.Marina.PP1 di Montesilvano – L’Albero bello – Associazione Culturale DEVA – FIAB pescarabici – Federazione Italiana Ambiente e Bicicletta- Touring Club Italiano – Touring Club Italiano (T.C.I.), Consolato d’Abruzzo




TPL: accessibilità a mezzo servizio!

Si tratta di una situazione ricorrente in cui sicuramente tanti di noi si sono ritrovati ma a cui non si è fatto un granché caso, soprattutto se in condizioni di buona o normale abilità fisica e senza impedimenti di sorta.

Pescara, 31 luglio 2022. Ho osservato molte volte la scena, e in più di una ho rilevato criticità legate in particolare alla presenza anche di una leggera inabilità, un pacco ingombrante, la spesa, un passeggino.

Mi viene in mente la metropolitana e al fatto, più che normale, che si possa accedere alla vettura o uscire da questa come se ci si stesse muovendo su un unico piano, senza scalini, per capirci. Cosa che comincia ad avvenire sempre più spesso anche per i treni, con l’innalzamento delle banchine o con il ribassamento del pianale dei vagoni, per ridurre o meglio eliminare ostacoli di sorta alla fruizione del mezzo.

Invece nel trasporto pubblico locale urbano l’accesso all’autobus è ancora sofferente. In effetti questo dovrebbe avvicinarsi alla banchina proprio per eliminare o quanto meno ridurre quel delta tra il marciapiede e il pianale di salita e discesa.

Noto invece tante volte, abche per esperienza personale, che questo spesso non avviene: per una ragione o l’altra l’autista si mantiene con il mezzo a distanza dalla banchina costringendo i passeggeri, specie alcuni, a operazioni fisiche anche impegnative sia per prendere che per lasciare il bus.

A guadare bene, ci si accorge che quel gradino, che dovrebbe essere eliminato con l’accostamento del mezzo alla banchina, viene invece incrementato, diventando un vero e proprio ostacolo, in determinate situazioni addirittura pericoloso (si pensi a scendere con un passeggino).

Ma perché un autista dovrebbe tenersi lontano dalla banchina, dal marciapiede? Nella foto riportiamo una delle tante cause, forse la più diffusa: la presenza di auto sulla corsia di accesso del bus alla fermata. In questo caso le 4 frecce della macchina, che nella norma dovrebbero segnalare un guasto, nell’interpretazione dell’automobilista consentono una sosta temporalmente dilatata dovunque, magari anche sulla pista ciclabile, come si avesse un pass. Si tratta di una situazione frequentissima su cui gli autisti di TPL potrebbe lungamente testimoniare.

Invece che attendere la maturazione del senso civico di parte della categoria degli utenti motorizzati a 4 ruote, ovviamente auspicabile e necessaria, sarebbe intanto utile intervenire a livello di fermata adottando semplicemente delle banchine avanzate, facendo cioè avanzare la banchina verso la corsia del bus con una sua estensione, un prolungamento, con la banale apposizione una pedana o piattaforma di gomma, che può essere facilmente e agevolmente aggiunta e rimossa. I passeggeri avrebbero addirittura più spazio per salire e scendere e gli autisti degli utobus non dovrebbero fare nessuna contorta manovra di avvicinamento.

Giancarlo Odoardi




LA DICHIARAZIONE del Forum Civico Ecologista

A seguito delle dichiarazioni dell’assessora Fioravante

Vasto, 29 luglio 2022. Le dichiarazioni dell’assessora del Comune di Vasto Fioravante hanno finito per affossare l’Amministrazione comunale in un cul de sac da cui uscirne è praticamente impossibile e, se solo non stessimo parlando di pubblica incolumità, soldi pubblici e tutela ambientale, ci sarebbe da ridere per la tragicomicità della situazione.

L’assessora dice, testualmente: “È chiaro che, in caso di avverse condizioni meteo, il concerto [il jova beach party] non si farebbe”. Come dire, avevano ragione le associazioni ambientaliste: il tombamento di Fosso Marino non può reggere la portata d’acqua anche seguito di esilissime piogge

(quella di mercoledì è stata di soli 6 mm d’acqua).

Ma v’è di più: l’assessora Fioravante conferma tutto quanto da noi finora detto, ovvero che il concerto di Lorenzo Cherubini non può svolgersi in condizioni di sicurezza e, infatti, ripetiamo: “È chiaro che, in caso di avverse condizioni meteo, il concerto non si farebbe”.

Data l’evidenza della dichiarazione, secondo cui in caso di pioggia il concerto non potrebbe svolgersi in condizioni di sicurezza e, dunque, andrebbe annullato, ci domandiamo: e semmai un temporale, come avviene normalmente in estate, arrivasse proprio nel bel mezzo del concerto?

Come abbiamo avuto modo di dimostrare mercoledì scorso, lo scorrimento dell’acqua a Fosso Marino è immediato: non ci sarebbe tempo per evacuare la zona. Davvero il Comune di Vasto, la Trident e tutti gli enti preposti, si vogliono assumere un rischio di tale portata?

L’assessora Fioravanti, inoltre, come se non bastasse, mette il carico da novanta sostenendo che la rottura del tubo “non è stata causata dalla pressione dell’acqua, ma da un mezzo pesante che ha eseguito lavori di livellamento della zona”, facendo ricadere la responsabilità sui lavoratori e non sull’Amministrazione comunale che ha approvato dei lavori fatti male con soldi pubblici, della collettività.

Ma le dichiarazioni sono facilmente confutabili dalle foto che alleghiamo: 1) il canale di Fosso Marino è delimitato da pali di legno, dunque il mezzo pesante non può passare vicino alla zona interessata; 2) il tubo di scolo è ad una profondità di circa 60/70 cm, il che significa che il mezzo pesante sarebbe dovuto sprofondare di molto, il che appare impossibile (anche perché ci dovrebbe essere almeno un altro punto di cedimento, oltre a quello di rottura del tubo, e non c’è); 3) sulla spiaggia intorno a Fosso Marino c’è la vegetazione, e com’è possibile appianare senza togliere anche

la vegetazione?

Le dichiarazioni di Fioravante, che cerca di addossare la responsabilità a dei lavoratori, ci appaiono

quantomeno irriverenti. Ultimo aspetto da non sottovalutare: pur non credendo alla storia della rottura del tubo per via di un mezzo pesante, pur volendola accettare per buona, perché mai il concerto non dovrebbe svolgersi se, stando a quanto detto dall’assessora, il tubo verrà riparato? È questa un’ulteriore ammissione di responsabilità laddove palesemente si ammette che anche a seguito dei lavori effettuati, cioè con tubo riparato, non si riuscirebbe mai a garantire la sicurezza degli spettatori?

Ribadiamo la domanda: Davvero il Comune di Vasto, la Trident e tutti gli enti preposti, si vogliono

assumere un rischio di tale portata?

Forum Civico Ecologista




PROGETTO ERASMUS + BREED, Convegno internazionale conclusivo

Nuove progettualità  tese a favorire attività produttive rispettose dell’ambiente e della biodiversità

Assergi, 26 luglio 2022. Si è svolto venerdì 15 luglio 2022, presso la sede dell’Ente Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga in via del Convento, il Convegno internazionale conclusivo del Progetto “BREED”

Il progetto BREED, che ha visto il coinvolgimento dei partner europei Dinamica – Italia, Szkola Glowna Gospodarstwa Wiejskiego – Polonia, University of Thessaly – Grecia, Istituto di Istruzione Superiore “Antonio Zanelli” – Italia, Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga – Italia, Escola Profissional Cooperativa Epralima – Portogallo, Association Minties Bites – Lituania, ha affrontato le tre principali sfide di sostenibilità economica, sociale e ambientale che un sistema di produzione suinicola moderna deve tener conto, offrendo agli studenti e agli operatori, moduli formativi e strumenti di apprendimento per sviluppare una zootecnia rispettosa del territorio, del benessere animale e della redditività.

Durante la conferenza, in presenza di una platea di più di 50 partecipanti, principalmente composta da allevatori, trasformatori, operatori di settore, studenti e insegnanti, i partner del progetto BREED, hanno potuto illustrare quanto svolto durante il triennio di durata dell’iniziativa e le attività che hanno portato alla realizzazione di una Guida all’Allevamento Suinicolo di Qualità rivolta ai formatori, di 14 moduli di formazione online, fruibili gratuitamente previa registrazione al corso BREED e di una Guida Motivazionale all’allevamento suinicolo di qualità. 

 “Il progetto, afferma la Vice Presidente del Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga Donatella Rosini, dimostra che la sinergia e la condivisione delle esperienze e delle competenze, portano a risultati concreti e che la formazione proposta da BREED, rappresenta un utile strumento adattivo e resiliente per limitare o contrastare le vulnerabilità e le criticità del settore zootecnico”

La conferenza, oltre ad una dimostrazione pratica relativa all’utilizzo degli strumenti implementati e disponibili on line del progetto BREED, è stata occasione da parte di una borsista e di un dottorando dall’Università degli Studi di Teramo – Facoltà di Bioscienze e Tecnologie Agro-Alimentari, per esporre i risultati delle più recenti ricerche sulle caratteristiche del maiale Nero d’Abruzzo allevato all’aperto, oltre che utile momento per un interessante e attuale focus sulla tematica legata alla Peste Suina Africana e alle metodiche di prevenzione, tenuto dal dirigente della ASL 1 Sulmona, Avezzano L’Aquila, Dr. Mario Mazzetti.

Il dibattito conclusivo tra i partecipanti al termine della conferenza non solo  ha dimostrato l’interesse per l’argomento trattato ma soprattutto, spinge e sprona l’Ente Parco a mettere in campo nuove progettualità  tese a favorire attività produttive rispettose dell’ambiente e della biodiversità.




RACCOLTA DIFFERENZIATA il corretto svolgimento

La Mo.TE. Ambiente spa lancia una campagna di comunicazione ambientale  

Il progetto, vista la sua valenza e la sua importanza, ha ricevuto un finanziamento dal fondo Ancitel-Coreve

Teramo, 26 luglio 2022. Partirà nei primi giorni di agosto la campagna di comunicazione e sensibilizzazione ambientale realizzata dalla Mo.Te. Ambiente S.p.A. e rivolta ai cittadini dei comuni di Cermignano, Colledara, Cortino, Crognaleto, Fano Adriano, Montorio al Vomano, Penna Sant’Andrea, Pietracamela, Rocca Santa Maria e Valle Castellana, territori in cui la società di via Savini svolge i propri servizi di igiene ambientale.

L’obiettivo è quello di informare, in maniera sempre più capillare, i cittadini sull’importanza di svolgere correttamente la raccolta differenziata, illustrando con un linguaggio semplice e chiaro, anche attraverso l’utilizzo di grafiche esplicative, le migliori pratiche e i comportamenti da tenere, ricordando che un territorio pulito, ben curato e con il giusto decoro è il miglior biglietto da visita per far conoscere e scoprire le proprie ricchezze a livello turistico, ambientale e non solo. Il claim della campagna è appunto “Sei tu il protagonista di questo spettacolo” e mira a far comprendere come ogni rifiuto vada messo “al posto giusto”, perché migliorando i numeri e la qualità della raccolta differenziata si protegge l’ambiente.

La campagna, che vedrà tra i suoi partner anche il Coreve (Consorzio nazionale per la raccolta, il riciclo e il recupero dei rifiuti di imballaggio in vetro prodotti sul territorio nazionale), che ha deciso, tramite il proprio fondo, di finanziare questo progetto della Mo.Te. Ambiente S.p.A., sarà declinata attraverso la realizzazione di apposito materiale (locandine, flyer informativo e manifesti) che sarà distribuito ai cittadini e consegnato sul territorio; la creazione di un lay-out grafico semplice e chiaro, che permetta di veicolare il messaggio alla collettività; uno speciale televisivo che avrà, quale comune denominatore, il territorio, con gli amministratori che si faranno ambasciatori di questi “comportamenti virtuosi”; uno spot radiofonico e un’apposita “vela 6×3” che, nel corso del mese di agosto, quello che spesso vede i borghi rianimarsi di tanti cittadini che tornano per le vacanze estive, andrà in giro per i territori interessati per far conoscere la campagna di comunicazione ambientale ed il suo messaggio.

A partire da ottobre poi, nelle scuole dei comuni interessati, verrà proposta l’interessantissima campagna nazionale “Waste Travel 360”, primo progetto di realtà virtuale applicata all’Economia Circolare, volto a sensibilizzare i giovani e le famiglie sull’importanza del valore del rifiuto inteso come risorsa indispensabile per tutelare il mondo in cui viviamo. Il “tour virtuale”, in particolare, è uno strumento composto di immagini a 360°, navigabili intuitivamente da tutti i dispositivi, che permette al fruitore di compiere una visita immersiva ed interattiva, grazie alla resa grafica e alla qualità delle immagini in alta definizione. Si tratta di un prodotto fortemente informativo ed interattivo, che consente, sia da desktop che attraverso i visori VR messi a disposizione, di visitare gli impianti di lavorazione dei rifiuti, al fine di coniugare didattica ed innovazione tecnologica.

Sempre nel prossimo autunno partirà inoltre un interessante progetto di educazione ambientale realizzato dalla Mo.Te. Ambiente S.p.A. dal titolo “Più ricicliamo, meno rifiuti produciamo, più salvaguardiamo l’ambiente” e rivolto agli studenti delle scuole elementari dei comuni nei quali la società svolge il servizio di raccolta differenziata. Questo punta a sensibilizzare proprio i più piccoli sull’importanza di un servizio, quello della raccolta differenziata, che è strategico per il futuro del nostro pianeta. Per questo è stato realizzato un apposito video, concepito scegliendo un format fresco e dinamico, che ha per protagonisti proprio dei giovani attori del territorio che guideranno, con l’ausilio dei tecnici della Mo.Te. Ambiente S.p.A., di animazioni e grafiche studiate ad hoc, i giovani studenti alla scoperta del variegato mondo della raccolta differenziata. Tutti i comuni interessati riceveranno un dvd del progetto e potranno così metterlo a disposizione di scuole, associazioni e Pro Loco che potranno così proporlo, in totale sicurezza, ai giovani studenti; inoltre, tecnici della Mo.Te. Ambiente S.p.A. terranno delle apposite lezioni nelle varie scuole al fine di approfondire questa tematica.

“La Mo.Te. Ambiente S.p.A. conferma la sua grande attenzione verso il territorio e, anche grazie a questa importante campagna di comunicazione ambientale, punta a sensibilizzare la collettività sulle buone pratiche da seguire quotidianamente” spiega l’Amministratore Unico Ermanno Ruscitti. “I risultati raggiunti in questi anni nei comuni nei quali svolgiamo i servizi sono già lusinghieri e dimostrano, in maniera inequivocabile, l’impegno dei nostri cittadini, ma come è giusto che sia puntiamo a migliorare sempre più, per questo, anche attraverso una campagna di comunicazione semplice, chiara e di impatto miriamo a raggiungere risultati sempre migliori e chiediamo ai cittadini “uno sforzo in più”. In tal senso abbiamo individuato delle apposite aree su cui intervenire e sulle quali puntiamo a far crescere i numeri della raccolta”.

“In tale ottica abbiamo chiesto agli amministratori di “metterci la faccia” in questa campagna partecipando, in prima persone, alla realizzazione di uno speciale tv, diventando loro per primi ambasciatori di questo messaggio positivo e propositivo, spronando i propri cittadini a svolgere una raccolta differenziata sempre più attenta e puntuale perché un territorio pulito e ben tenuto è il miglior biglietto da visita possibile per far conoscere le nostre meraviglie. Infine, siamo lieti che il nostro progetto sia stato cofinanziato dal Consorzio CoReVe, mediante appunto il fondo Ancitel-Coreve, in maniera significativa, a dimostrazione della bontà del prodotto realizzato” conclude Ruscitti.




CLIMBING FOR CLIMATE. Anche l’università all’evento nazionale

Sul Monte Bianco con salita ai ghiacciai del Miage e del Gigante

Teramo 25 luglio 2022. Dopo l’edizione dell’anno passato sul Gran Sasso d’Italia con salita al ghiacciaio del Calderone, l’edizione 2022 di “Climbing for Climate” si è svolta sabato scorso sul Monte Bianco, con salita ai Ghiacciai del Miage e del Gigante. L’evento è stato promosso come sempre dalla Rete delle Università per lo Sviluppo sostenibile (RUS) e dal Club Alpino Italiano (CAI) e ha coinvolto rettori, delegati delle università e autorità rappresentative nazionali con l’obiettivo di lanciare un appello per il contrasto alla crisi climatica, alla crisi ecologica e alla perdita di biodiversità, con particolare riferimento ai rischi climatici dell’Europa meridionale.

“La RUS – ha spiegato Emilio Chiodo delegato per l’Università di Teramo – chiede all’Italia e all’Europa di fare di più. Il recente disastro della Marmolada ha profondamente colpito chi, come i gruppi delle Università per la ricerca e formazione sull’ecosistema e lo sviluppo sostenibile, è da sempre edotto sia sulla traiettoria del surriscaldamento globale che delle più dolorose implicazioni per le società. Il cambiamento climatico, l’aggressione alla biodiversità e agli equilibri naturali stanno uccidendo, direttamente e indirettamente, milioni di persone ogni anno, e il bilancio non può che aggravarsi. Proprio perché consapevoli da molto tempo di questa traiettoria, il nostro impegno scientifico, divulgativo e di promozione della consapevolezza dell’intensità di questi rischi non può che aumentare dopo i fatti della Marmolada”.




NATURA, SPORT E  SALUTE: progetto footbike 

Presentazione domenica a Goriano Valli

L’Aquila, 23 luglio 2022. La footbike come innovativa e salutare disciplina per sportivi, turisti e residenti: la presentazione del progetto avverrà a Goriano Valli, frazione di Tione degli Abruzzi, in provincia dell’Aquila, domenica 24 luglio alle ore 10.30, presso il circolo ricreativo dell’Associazione sportiva dilettantistica Vallese, la prima a aderire alla Federazione italiana Footbike (Fifb) in Abruzzo e in tutto il sud Italia.

Parteciperanno il vice presidente della Regione, Emanuele Imprudente, il consigliere regionale Pierpaolo Pietrucci, il sindaco di Tione degli Abruzzi, Stefania Mariani,  il presidente del Comitato regionale Associazione italiana cultura e sport (Aics) Andrea Padovani, il presidente del comitato provinciale Aics Gianni Padovani, il direttore del Parco regionale Sirente-Velino, Iginio Chiucciarelli, il presidente della Comunità montana Sirentina e sindaco di Molina Aterno, Luigi Fasciani, il vicesindaco di di Casatevecchio Subequo, Pietro Salutari, il presidente dell’Asd Vallese, Massimo Pedone.

Nel pomeriggio, a partire dalle ore 17, si potrà partecipare ad una prova pratica su strada di footbike, con l’assistenza di un tecnico federale abilitato.

La footbike, o monopattino sportivo, fonde sapientemente innovazione tecnologica e tradizione utilizzando ruote da bicicletta, freni da mountain bike (V-brakes) e telai ergonomici mantenendo intatto il movimento più naturale che ci sia: la spinta con i piedi, ed è ideale per le piccole escursioni giornaliere o percorsi più lunghi.




RINGRAZIO IL PRESIDENTE Draghi e tutto il Governo

Grande il lavoro portato avanti al servizio del Paese

Lo ha detto il Commissario Straordinario alla ricostruzione post sisma 2016 Giovanni Legnini durante l’incontro a Castelsantangelo sul Nera con i cittadini, il Comune e l’Usr Marche. 

“Durante i diciotto mesi del suo mandato, l’esecutivo ha dimostrato grande sensibilità e attenzione alla ricostruzione post sisma e alla ripresa economica e sociale dei territori del Centro Italia – ha affermato Legnini – È stato grazie alla forte volontà del Presidente e del Governo che abbiamo potuto ottenere importanti risultati: il fondo complementare al PNRR, già avviato con il precedente esecutivo, con lo stanziamento di un miliardo e 780 milioni per la rigenerazione e lo sviluppo; lo stanziamento di altri sei miliardi di euro per finanziare la ricostruzione privata; la proroga e la stabilizzazione del Superbonus sisma fino a tutto il 2025, oltre a diverse altre disposizioni necessarie per affrontare e risolvere la gran parte dei problemi che ancora avevamo per la ricostruzione post sisma”. 

Legnini ha sottolineato che “Sono state decisioni molto importanti che ci hanno messo in condizione di imprimere  e di irrobustire il lavoro finalizzato ad imprimere una svolta molto decisa alla ricostruzione. È un impegno che come Commissario straordinario di Governo, con tutta la grande squadra della ricostruzione  che coinvolge anche i Comuni e le Regioni, porterò avanti con ancor maggior determinazione, e lavorando senza sosta, nei prossimi difficili mesi  per consegnare al nuovo esecutivo e ai cittadini una macchina efficiente e procedure veloci che, insieme alle risorse di cui disponiamo, potrà consentirci di portare a termine il prima possibile questa operazione così complessa”, ha concluso Legnini.




IL VERDE sulla Strada Parco

Le associazioni: Grave danno eliminare le siepi e gli arbusti

Continuano i problemi per il verde nella Strada Parco di Pescara, in cui si muove il più grande cantiere tra gli alberi nella città. Questa volta sta creando preoccupazione la decisione di estirpare centinaia di piante di siepe di Oleandro e Viburno, sul corridoio. L’allarme arriva dal Comitato Strada Parco Bene Comune, che più volte ha segnalato sui social la decisione di eliminare le siepi.

Recentemente un sopralluogo congiunto tra Comitato Strada Parco Bene Comune e  staff della sezione pescarese del Co.n.al.pa. ha documentato lo stato delle siepi che vengono estirpate.   “E’ un grave danno eradicare siepi così ben strutturate e rigogliose, sviluppate su centinaia di metri di Strada Parco.”

“Ricordiamo che le siepi, oltre ad avere un valore estetico, rappresentano straordinari corridoi ecologici per la biodiversità, barriere mitigatrici contro l’inquinamento.” spiegano in una nota le associazioni,  “L’oleandro, ad esempio, è una pianta fortissima, resistente a tutto, alla siccità, alla canicola estiva, si adatta benissimo in condizioni difficili e anche in ambienti antropizzati, più di altre specie arbustive ornamentali. Inoltre, in qualità di eccellente arbusto mediterraneo, ha una grande capacità di resistenza contro molte malattie. Occorre ricordare che gli oleandri si ammalano o vengono attaccati da parassiti solo quando vengono tagliati pesantemente o subiscono interventi errati di gestione.”

“Una siepe di questa grandezza svolge già molteplici servizi ecosistemici che verrebbero totalmente azzerati se venisse estirpata.” concludono le associazioni, “Ecco perchè è fondamentale conservare e gestire professionalmente il verde che ha già una sua storia e un suo valore ecologico per migliorare il paesaggio urbano e produrre benefici per i cittadini.”

Co.n.al.pa. Pescara-Chieti

Strada Parco bene comune




GENTILE SINDACO di Vasto Francesco Menna,

innanzitutto, la ringraziamo per la risposta che abbiamo avuto modo di leggere sui media locali, ma

non possiamo fare altro che constatare come questa non abbia in alcun modo a che fare con le

questioni da noi poste.

Tralasciamo ovviamente tutte le questioni attinenti alle sue eventuali azioni a difesa dell’ambiente: il

nostro comunicato riguarda il rischio incendio a causa di attività di ristorazione, che usano fiamme,

carboni e braci, spostate dalla sua Amministrazione all’interno di una pineta, i cui alberi sono tra i

più infiammabili in assoluto (basti considerare che il Decreto regionale n. 25 del 29/06/2022 di

aggiornamento del Piano Regionale per la Programmazione delle Attività di Previsione,

Prevenzione e lotta Attiva contro gli Incendi Boschivi, sostiene che le aree di conifere, come le

pinete, per loro stessa caratteristica intrinseca presentano un elevato rischio di incendio).

Ed è proprio di questo che occorre parlare, non di altro come l’illuminazione o la cementificazione.

Magari, sulla cementificazione e il suo operato, avremo occasione di tornarci, e ne vedremo delle

belle.

Per quanto riguarda il focus centrale del nostro intervento, ovvero l’evidente rischio incendio nella

pineta di Vasto Marina, basti considerare che anche lei, proprio sollevando l’incendio avuto nella

pineta Dannunziana di Pescara, ha rimarcato come – probabilmente – sono bastate alcune scintille

di un treno a scatenare un grosso incendio. Figuriamoci dunque quale rischio corre Vasto ad avere

delle attività di ristorazione che usano fiamme e braci proprio all’interno di una pineta: non

aggiungiamo altro perché la situazione è talmente tanto lapalissiana che dare delle spiegazioni del

madornale errore significa offendere l’intelligenza umana.

Vogliamo solo ricordare quanto successo nell’estate del 2020 quando un imponente incendio

divampato a causa di semplice fuoco per la cottura dei pomodori, interessò l’area di Vasto Marina e

la stessa Riserva, o l’incendio divampato nel 2017 a Campo Imperatore proprio a causa di una

brace.

Cosa c’entri la ASL sul rischio incendio rimane un mistero, ma anche a volere considerare che vi

siano tutti i permessi e le autorizzazioni – e probabilmente non abbiamo motivo di dubitarne –, resta

l’evidenza che quella di posizionare degli esercizi di ristorazione, che basano le loro attività proprio

sulle fiamme, le braci e i carboni, all’interno di una pineta – siamo all’assurdo – è una decisione

azzardata.

Abbiamo dato delle alternative, ma lei ha preferito parlare di altro: un benaltrismo che fa un perfetto

utilizzo delle fallacie logiche per sviare il discorso e non rispondere alle questioni ma che, alla fin

fine, volgarizza il dibattito politico e la gestione del bene pubblico.

Noi non possiamo fare altro che continuare ad insistere chiedendo di ritornare sui suoi passi, se

preferisce anche senza riconoscere l’errore, ma l’importante era e resta quello di scongiurare

pericolosi incendi per un panino con la salsiccia.

Cordiali saluti.

Forum Civico Ecologista

Arci Vasto

Italia Nostra Del Vastese

Gruppo Fratino Vasto