IL PROGETTO PARCO ITALIA

Iniziata in queste ore la messa a dimora delle 3600 essenze previste

Giulianova, 14 febbraio 2023. Intanto, sui pini di via Lepanto, interviene l’assessore Paolo Giorgini:” La perizia tecnica ne definisce 17 a serio rischio di cedimento e ne prescrive la rimozione. Intervenire è un dovere morale e un obbligo legale.”

Ha preso il via, in queste ore, la piantumazione di nuove essenze, come previsto dal progetto Parco Italia. La messa a dimora dei piccoli esemplari, i primi di 3600 complessivi, è in atto nell’area compresa tra via Parini e via Montello.

In merito alla polemica in corso su alcuni pini di via Veneto destinati all’abbattimento, interviene intanto Paolo Giorgini. L’assessore alla Manutenzione del Verde replica alle critiche non con parole sue, ma con quelle contenute nelle trenta pagine della relazione tecnico-valutativa firmata di Matteo Colarossi, dottore agronomo, consulente in materia di verde urbano incaricato dal Comune di Giulianova. Lo studio è in linea con quanto riportato da un ulteriore documento di monitoraggio, redatto, questo, dal dottor Lorenzo Granchelli già nel 2020.

La perizia di Colarossi è scaturita dalla richiesta di verificare la stabilità di 7 pini di Aleppo e 11 pini domestici ubicati sulla banchina stradale di via Veneto. Per redigerla, spiega l’agronomo, “si è presa visione delle condizioni strutturali e fitosanitarie, si è verificata la consistenza legnosa e visionato il colletto di tutti gli esemplari”. Per ciascuno di loro è stata redatta una specifica scheda di valutazione.

Gli alberi analizzati non possono dirsi monumentali, in quanto non inseriti nell’elenco degli alberi monumentali d’Abruzzo stilato dall’ex Corpo Forestale dello Stato.  La relazione inserisce 17 pini “nella classe di propensione al cedimento con prescrizione d’abbattimento immediato al fine di evitare cedimenti con danni a carico di persone o cose. Le conseguenze di un cedimento – si puntualizza – sarebbero gravi in caso di cadute su persone o cose. ”Solo su uno dei pini è possibile procedere con un’opera di consolidamento e potatura. Il consiglio dell’agronomo è di sostituire gli alberi rimossi con cipressi comuni o con farnie.

“Tutti noi – commenta l’assessore Giorgini – siamo affezionati ai panorami della nostra infanzia e sospiriamo ricordando gli alberi sulla strada di scuola. Più di tutto, però, ci preme preservare oggi la vita dei nostri simili, specie di quelli che, ignari, potrebbero trovarsi a passare sotto i pini di via Veneto in un giorno di vento. Ce lo impongono la coscienza e, giustamente, anche la Legge. Siamo certi, peraltro, che, in caso di cedimenti con effetti nefasti, chi oggi grida allo scempio sarebbe il primo a puntare il dito e ad accusare l’Amministrazione di incuria ed inerzia. Ai 17 pini abbattuti in via Veneto fanno da contrappunto  le migliaia di essenze piantate tra il 2021 e il 2023, pronte ad offrire, ai figli dei nostri figli, un presente di 




NUOVO GRANDE ALBERGO vicino al torrente Borsacchio

Facciamo chiarezza sulla peggiore lottizzazione della città e l’opportunità persa con il taglio della Riserva Borsacchio nel 2012 che esclude l’area oggi oggetto di intervento

Roseto degli Abruzzi, 7 febbraio 2023. La lottizzazione di viale Makarska a Roseto degli Abruzzi ha da sempre rappresentato come non urbanizzare un territorio . Al di là dei singoli progetti concessi, su cui non dibattiamo,  è l’insieme della lottizzazione che da sempre è stata contestata. Ha trasformato una ex area verde con campi ed ex vigneti sul mare in un agglomerato disordinato di case, alberghi e residenze, spesso vicinissime e di forme, altezze e fatture diversissime con occlusione della vista al mare totale. Un tetris urbano. In più di un convegno sull’urbanistica è stata proprio portata, ad esempio, di come non urbanizzare un territorio di pregio.

Una rapida e sintetica , ma doverosa, ricostruzione.

La lottizzazione parte a fine anni 90 dopo anni di pressioni per urbanizzare gli ultimi terreni fronte mare della città. Tutto nasce nel 1998 aprendo ad una lottizzazione disarticolata per concedere massima libertà ai costruttori per fare velocemente e, a nostro avviso, male. L’appetito su terreni così vicini al mare era troppo forte con buona pace dell’ambiente e del consumo del suolo.

Dal 1998 al 2004 ci furono forti battaglie in consiglio comunale, fra la popolazione avversa e le forze ambientaliste. Celebri le battaglie di Franco Sbrolla con i cittadini e quelli che oggi sono volontari delle Guide , del WWF, Legambiente e Italia Nostra .

Nonostante tutto dal 2004 iniziò la cementificazione e per circa 10 anni è continuata, con varie fasi, fino ai giorni d’oggi.

Pochi però ricordano che il tratto che oggi sede di intervento era dal 2005 al 2012 Riserva del Borsacchio e questo è stato il primo fattore che ha salvato l’area per quasi un decennio , oltre a dinamiche societarie in seconda battuta.

Quando nel Febbraio 2005 fu istituita la Riserva comprendeva tratti di via Makarska per spingersi a nord per il tratto attuale , copriva la sola spiaggia di Cologna, la foce del Tordino e parte del Parco Annunziata a Giulianova. Tale scelta di includere Via Makarska fu dettata dalle normative e da uno studio che prevedeva aree di rispetto (la natura non ha un confine netto, flora e fauna non conoscono confini o GPS) . Nelle zone periferiche della Riserva, come quella che sarà urbanizzata oggi, si sanava lo scempio del tempo consentendo si interventi ma eco sostenibili con tutela dei paesaggi per rendere di pregio ed attrattiva l’area, anche a fini turistici.

Purtroppo, nel 2012, sotto la lecita pressione di gruppi d’interesse legati all’edilizia, Via Makarska, ed altre aree, furono escluse per concedere di edificare. Anche il tratto oggetto delle polemiche di questi giorni.  Ma attenzione non fu solo la giunta del 2012 a chiedere il taglio,  le pressioni partirono già durante la precedente amministrazione con cui iniziò un tavolo fra forze ambientaliste per trovare un accordo ed escludere quel che aveva ragione d’essere per agevolare cittadini ma senza aprire alla grande speculazione edilizia.

Inutile ricordare come l’accordo non si trovò e su quello scontro nacque la divisione fra il mondo ambientalista e l’amministrazione comunale e questa, a sua volta, fu una delle cause che portarono , dopo quasi quarant’anni, il centro sinistra a perdere le elezioni nel 2011.

Doveroso ricordare una celebre riunione del 2009 sul tema taglio Riserva promossa da Comune a cui parteciparono le associazioni ambientaliste dove emerse come imprenditori edili stavano iniziando ad acquistare terreni agricoli nei territori che allora , ed in parte anche oggi, erano nella riserva Borsacchio. Alcuni agricoltori vendettero altri no fieri del loro lavoro e della loro terra. Fu un campanello d’allarme nel mondo ambientalista. L’interrogativo che ponemmo era semplice: perché un costruttore, lecitamente, acquista un terreno agricolo per di più all’interno di una riserva ? Una domanda a cui ognuno darà una sua risposta.

L’ultima salvezza per Via Makarska cade in una notte del 2012 quando in un consiglio Regionale estenuante si ridussero le miglia di osservazioni e le restanti furono dibattute una ad una con fiera opposizione di chi difendeva l’ambiente ed il bene comune. Il tagliò della Riserva Borsacchio avvenne sotto le proteste di centinaia di cittadini che avevano riempito l’aula del consiglio. Noi eravamo li.

Nel 2018 e poi nel 2020 il consiglio ed in seguito la giunta aprirono al progetto, legalmente possibile stralciata la riserva, e recentemente è arrivata una nuova richiesta per risolvere alcune questioni e far partire l’edificazione.

Dopo questa doverosa cronistoria due doverose osservazioni:

1) Attualmente è consentito far questo intervento. I motivi sono in scelte fatte nel 1998 e nel 2012 con il taglio della Riserva. Ma ricordiamoci una cosa essenziale. Quest’ultima lottizzazione è proprio al fianco del Torrente Borsacchio, in quella che naturalmente è la zona di espansione durante le piene. Nei secoli noi uomini abbiamo costruito su fiumi e torrenti per poi piangere dopo decenni, o secoli, la sciagura imprevedibile. La normativa italiana è, ovviamente, la più carente d’Europa in tema di rispetto degli alvei e sulle edificazioni nelle sue vicinanze. Infatti, l’unica normativa in materia è da addetti ai lavori ed è il regio decreto 523 del 1904. Ovviamente in oltre 120 anni di disgrazie in Italia il legislatore non ha trovato tempo di aggiornare la normativa e quindi si è andati avanti a sentenze per capire a quale distanza costruire, anche a sezioni riunite, ed alla fine si è stabilito che a meno di 10 metri non si possono effettuare installazioni e nemmeno scavi per non compromettere i corsi d’acqua e garantire un minimo di sicurezza per chi vivrà in zona. Quindi all’attuale amministrazione chiediamo di guardare al 2050. Di prevedere come saranno le norme nel futuro. Quando forse si troverà il tempo di normare con maggiori canoni di sicurezza ed ambientali. Oggi l’80% delle persone sono sensibili alle tematiche ambientali ed i giovani quasi al 100% . Il nuovo progetto per essere in linea per la Roseto del domani deve lasciare spazio al verde, non essere impattante, essere a giusta distanza di sicurezza. Rispettiamo i ruoli senza dubbio e i legittimi interessi dei costruttori ma la democrazia vive di equilibrio, di pesi e contrappesi. Se una parte vuol costruire su un alveo è democrazia che un’altra chieda salvaguardia per il futuro. In attesa del Progetto restiamo tutti, nel mondo ambientalista, in allerta.

2) L’ennesima prossima urbanizzazione figlia degli anni 80 è alle porte ed apre una riflessione sull’importanza della Riserva Borsacchio e di come un’area protetta può conciliare ambiente, sostenibilità e progresso di tutti e non di un solo di un portatore d’interesse. Ma la Riserva è ancora su carta. Il tempo di partire con la Riserva è adesso. È Adesso il momento di costruire la Roseto del 2050. Immaginiamo se la Riserva veniva attivata nei 90 giorni previsti dalla legge istitutiva, approvando un PAN ed avendo un comitato di gestione, oggi questa questione non sarebbe esistita. L’area marina protetta , i Calanchi di Atri in dieci anni di lancio e la creazione del cosiddetto “effetto riserva” hanno generato sostenibilità per flora e fauna e ricchezza per i cittadini , agricoltori, imprenditori e turismo. Roseto cosa aspetta? La Regione cosa aspetta? Non sarà forse come in quel 2009 quando speculatori edili cercavano, lecitamente, di trasformare terreni agricoli in edificabili decuplicando i loro capitali?

Non nascondiamoci dietro un dito. Tutti sanno ormai a Roseto che i ritardi della riserva sono legati a gruppi di interesse che lecitamente vogliono costruire e detengono molti terreni. Esiste una semplice legge di mercato: Il principio della scarsità. nota anche agli adolescenti, anche se non sotto questa definizione. Secondo questo principio, un bene scarso o raro, ha spesso un valore più alto.

In una Riserva non si possono fare nuove urbanizzazioni, salvo rari casi di necessità e particolare utilità collettiva. Questo rende un nuovo fabbricato raro e quindi prezioso. Per questo costruire nuove grandi strutture è un business allettante che però distrugge la logica di una Riserva , ovvero salvare la natura presente e rivalutare le proprietà esistenti dei residenti che con lo spopolamento delle campagne del 900 hanno perso valore e funzioni. Tante piccole strutture sostenibili sono ricchezza per i cittadini, poche grandi sono la ricchezza di pochi e fanno saltare l’agricoltura di pregio e il turismo sostenibile facendo sprofondare di colpo Roseto indietro nel tempo al 1950 quando l’Italia è stata consumata dai palazzinari rendendola fuori dal tempo e privandola di opportunità future.

Via Makarska è un simbolo di come tutti noi abbiamo sbagliato a concepire la città e di come tagliare una Riserva sia stato recidere l’ultima speranza. Ora il futuro cosa prevederà per Roseto?

Marco Borgatti

Presidente Guide Del Borsacchio -Guardia Ambientale – Direttivo WWF Teramo – Presidente FIAB Roseto




BISOGNA FERMARE GLI ABBATTIMENTI di alberi e le potature selvagge

Il WWF: approvare subito il Regolamento del Verde Pubblico e Privato

Ortona, 31 gennaio 2023. Nelle ultime settimane sono giunte diverse segnalazioni, da parte di cittadini, all’Associazione WWF in merito a potature selvagge ed abbattimenti di alberi nel Comune di Ortona.

Capitozzature sono state effettuate in via D. Caraceni ed in piazza Porta Caldari. Ancora capitozzature selvagge in via Rapino ed in via G Primavera. Non sono risparmiate neppure le aree meno centrali: via Marina e contrada Gagliarda Alta hanno subito la stessa sorte. Tutti interventi grossolani, posticci, con taglio indiscriminato del fusto, delle branche primarie o di grossi rami. È noto come interventi di questo tipo rendano gli alberi più fragili e malati e dunque, paradossalmente, aumentino il rischio di crolli.

Queste potature selvagge sono state probabilmente effettuate, per conto del Comune, da personale senza alcuna competenza e formazione in merito. 

In questi giorni, inoltre, 14 esemplari dei bellissimi pini di Via Giro degli Uliveti sono stati abbattuti perché, così dice la Determina dirigenziale del Settore Lavori Pubblici, le radici hanno danneggiato sia il manto stradale che il marciapiede.

L’Amministrazione di Ortona ha valutato soluzioni che potevano essere alternative al taglio degli alberi? In altri Comuni si stanno applicando, sempre più spesso, tecnologie di rifacimento del manto stradale che favoriscono un’adeguata crescita di piante e che evitano l’abbattimento degli alberi, così come accaduto per la riqualificazione di via Pepe a Pescara. 

Dichiara Ines Palena, Presidente dell’Associazione WWF Zona Frentana e Costa Teatina: «È evidente come non sia più possibile attendere ancora che da parte dell’Amministrazione Comunale venga approvato un Regolamento per la gestione del Verde Pubblico e Privato; Ortona è l’unica città con più di 20.000 abitanti a non averne uno».  

Nel frattempo chiediamo al Comune di Ortona di interrompere le azioni di depauperamento e di dissesto del Verde Pubblico e di avvalersi, per i futuri interventi di manutenzione e potatura, esclusivamente di personale qualificato, così come previsto dal Decreto del Ministero dell’Ambiente del 10 marzo 2020 sui Criteri Ambientali Minimi per la gestione del Verde Pubblico.

Ines Palena

Presidente Associazione WWF Zona Frentana e Costa Teatina OdV




PROGETTO NUOVA LINEA FERROVIARIA a Roseto e nella Riserva Borsacchio

Proposta di modifica e confronto con RFI, Regione, Ministero e Comune  

Roseto degli Abruzzi, 28 gennaio 2023. Nella giornata del 27/1/2023 , grazie ai nostri legali, abbiamo inoltrato una richiesta ufficiale a RFI, Regione Abruzzo, Provincia di Teramo, Ministero delle infrastrutture e Comune di Roseto degli Abruzzi.

Pochi conoscono l’argomento ed è ora che diventi di dominio pubblico. RFI ha presentato a settembre 2022 un progetto preliminare diviso in fasi di attuazione per potenziare e creare bypass e reti ferroviarie di supporto e miglioramento dell’attuale linea adriatica.

Il tratto in oggetto della nostra richiesta è Alba Adriatica – Roseto degli Abruzzi. Tale progetto prevede un bypass lungo le colline di queste città per poi, tramite viadotti e gallerie, rientrare proprio nel cuore della Riserva Borsacchio riallacciandosi sul tratto costiero poco prima della Pineta Mazzarosa.

Il progetto prevede anche gallerie sui colli,  colle magnone compreso,  passaggi terrestri proprio in prossimità delle zone di pregio costiere. Ovviamente nella relazione di RFI non c’è traccia che tale zona sia una Riserva e che sia una intensa area di produzione agricola.

Ovviamente un simile progetto, seppur meritevole , va ad impattare drammaticamente in una zona agreste e in una Riserva Naturale sottoposta a vincoli paesaggistici . Penalizzando la natura e le attività agricole cuore dell’area protetta e su cui si costruirà parte dell’economia sostenibile  di Roseto 2050.

Ma da questo problema può nascere una grande opportunità. RFI , almeno così riporta nei documenti presentati al ministero, è aperta ad ascolti con il territorio per mitigare impatti naturali e migliorare ed ottimizzare il grande impiego di fondi.

Solo per questo tratto : Alba Adriatica – Roseto degli Abruzzi sono disponibili oltre un miliardo di euro.

Da qui nasce una grande opportunità. Nella nostra missiva oltre che enunciare le criticità di un passante ferroviario in una zona a vocazione agricola ed all’interno di una Riserva Naturale apre a una idea che davvero può cambiare la città di Roseto degli Abruzzi in maniera sostenibile, preparandola non al prossimo decennio, ma al prossimo secolo.

Abbiamo chiesto di valutare un tracciato prossimo all’autostrada il più possibile o comunque prevedere uno spostamento della ferrovia dal centro città.

Come noto la Città di Roseto è congestionata ed è stata pienamente urbanizzata. Non esistono spazi per nuove vie, aree verdi, collegamenti ciclabili .

Immaginiamo , come successo in altre città  ad un arretramento ed utilizzo del tracciato attuale per piste ciclabili, navette di collegamento, aree verdi, attraversamenti mare-statale pedonali e ciclabili diffusi e quanto sarà possibile realizzare in tali spazi liberati per i cittadini e turisti.

I fondi in campo sono considerevoli. Aprire un tavolo con una simile idea è un compito arduo ma è l’unica possibilità che ha la città di Roseto degli Abruzzi per realizzare un’idea che in molti hanno avuto negli ultimi 30 anni ma che nessuno ha potuto realizzare per via degli ingenti costi.

Ora RFI impiegherà oltre un miliardo di euro per aggiornare la linea.

Il momento di costruire la città di Roseto degli Abruzzi 2050 è adesso. E’ una sfida che lanciamo agli enti per il progresso della città.

Siamo a disposizione ovviamente di chiunque , nelle sedi deputate a tali scelte, vogliano immaginare una nuova città.

Marco Borgatti

Presidente Guide Del Borsacchio -Guardia Ambientale – Direttivo WWF Teramo – Presidente FIAB Roseto




ANTONIO DI SANTO entra Federparchi

Nel consiglio direttivo nazionale della federazione dei parchi e riserve naturali

Opi, 27 gennaio 2023. Il Sindaco di Opi e Presidente della Comunità del Parco Nazionale d’Abruzzo Lazio e Molise, Antonio Di Santo, è entrato a far parte del consiglio direttivo nazionale di Federparchi che ha rinnovato la propria governance nell’appuntamento congressuale appena concluso, dove sono stati tracciati la strategia e gli obiettivi da seguire nei prossimi anni riguardo la gestione e lo sviluppo delle aree protette in un’ottica di sostenibilità e di tutela.

Oltre a Di Santo che entra nel Consiglio direttivo in rappresentanza dell’ANCI, l’Associazione del Comuni Italiani, entra nel consiglio direttivo, in rappresentanza delle aree protette abruzzesi, anche Francesco D’Amore, Presidente del Parco Naturale Regionale Sirente Velino.

“È per me un grande onore poter rappresentare i Comuni Italiani nel contesto della federazione dei parchi nazionali – commenta Antonio Di Santo – oltre al prestigio personale sono molto felice di poter lavorare in un contesto nazionale per strutturare gli equilibri tra Conservazione e Sviluppo socio-economico necessari per permettere alla Natura di essere protetta adeguatamente ed alle popolazioni che vivono nelle aree protette di cogliere l’opportunità di sviluppo e crescita che un area protetta riesce ad apportare al territorio. Grazie al Presidente Nazionale Anci Comuni Italiani, Antonio Decaro – continua Di Santo – per l’incarico ricevuto che cercherò di onorare al meglio con impegno e serietà “.




ENERGIE RINNOVABILI: necessità e prospettive per gli agriturismi, l’opportunità dei bandi

Incontri tecnici informativi, primo appuntamento lunedì, 30 gennaio ore 9:30 – Miglianico (Ch), Agriturismo Campoletizia

Pescara, 24 gennaio 2023.  “Le energie rinnovabili: necessità e prospettive per gli agriturismi, l’opportunità dei bandi” questo titolo e tema del primo incontro tecnico informativo organizzato da Cia Agricoltori Italiani Abruzzo e Turismo Verde Abruzzo per lunedì 30 gennaio presso l’Agriturismo Campoletizia a Miglianico.

L’iniziativa, si divide in due sessioni, antimeridiana alle ore 9,30 e pomeridiana alle 14,30 dal secondo titolo “Contabilità e assunzioni: norme, adempimenti, scelte”.

Il dibattito vedrà l’intervento del presidente Cia Abruzzo, Nicola Sichetti, Attilio Piattelli, Vice Presidente nazionale Italia Solare, Marino Berton, Coordinatore E.S.C.O. Agroenergetica Srl.

Coordinerà i lavori Mariano Nozzi, direttore di Cia Abruzzo.

Serena Colecchia

CIA Agricoltori Italiani Chieti-Pescara




RISERVA DANNUNZIANA: si portano via la pineta pezzo dopo pezzo, ramo dopo ramo?

Ho scritto alla Polizia Municipale e ai Carabinieri Forestali la nota che segue.

Pescara, 23 gennaio 2023. Nella giornata di venerdì 20 gennaio, alle ore 13,00 circa, ho notato alcune persone intente a prelevare legname ai bordi del recinto in cemento che costeggia il Comparto 5 della Riserva Dannunziana, all’altezza dell’immissione della nuova Strada Pendolo su Via Antonelli. Si tratta di alcuni pini crollati presumibilmente nelle prime ore di lunedì 16 gennaio a causa di forti raffiche di vento. Gli alberi sono rovinosamente caduti sul recinto di cemento posti all’interno della Riserva e sulle transenne che delimitano il cantiere stradale del Pendolo, impedendo l’accesso ad estranei.

Le persone intente a prelevare il legname, munite di un furgone posto subito all’esterno dell’area cantiere, transitando attraverso un varco nella rete di recinzione, si sono avvalse anche di una motosega per rimuovere i tronchi più ingombranti. L’assenza di indicazioni di lavori in corso, e di eventuali divise di riconoscimento, mi hanno lasciato supporre non si trattasse di una ditta incaricata ovvero autorizzata al prelievo.

La medesima cosa è accaduta alla fine del mese di settembre nell’area compresa tra Via Antonelli e Via Silone, quando i residui dell’abbattimento, da parte di una ditta incaricata, di circa 20 pini, avvenuto presumibilmente per motivi di sicurezza, sono stati prelevati da privati durante le successive giornate, dopo l’asportazione dei tronchi e dei rami di maggiori dimensioni avvenuta con mezzi pesanti da parte della ditta stessa.

Quanto illustrato, per lavori autorizzati o meno, è avvenuto all’interno del perimetro della Riserva.

La presente segnalazione viene rimessa per competenza all’attenzione di quanti in indirizzo al fine di verificare la congruità degli interventi di asportazione di legname richiamati con quanto previsto alla voce “divieti”, ovvero in altre, delle NTA del vigente “Piano di Assetto Naturalistico della Riserva Naturale Regionale Pineta Dannunziana“, approvato in via definitiva dalla Regione Abruzzo con DGR n. 330 del 22/06/2020.

Giancarlo Odoardi




PRONTI A BARRICATE contro opera  devastante, pericolosa e inutile

Presidente Galletti: “danni calcolati per decine di milioni di euro”

L’Aquila, 19 gennaio 2023. “Il territorio di Paganica e San Gregorio, assieme a tutti gli altri attraversati dal metanodotto Snam, è pronto a fare le barricate, come sua nobile e consolidata tradizione, contro un’opera costosa, inutile, pericolosa e che porterebbe ad un impoverimento irreversibile, a beneficio dell’arricchimento di pochi”.

E quanto ha ribadito a chiare lettere Fernando Galletti, presidente dell’Amministrazione separata degli Usi civici (Asbuc) di Paganica San Gregorio, frazioni del comune dell’Aquila, nel corso della riunione che si è tenuta  a Palazzo San Francesco  a Sulmona, da parte dei sindaci e delle istituzioni del territorio, per ribadire la contrarietà al metanodotto Snam Sulmona-Foligno, che interesserà 17 comuni abruzzesi, e con avvio dei lavori previsti a luglio 2024. Riunione necessaria a mettere a punto e condividere le osservazioni poi inviate all’Area, l’Autorità di regolazione per energia, reti e ambiente, che ha stabilito che occorre una consultazione pubblica che coinvolga i territori, come precondizione per il definitivo via libera alla mega opera, già approvata dal governo italiano lo scorso ottobre.

Le argomentazioni contro il metanodotto sono dunque state messe nero su bianco nei documenti, sia di carattere generale, sottoscritti dal presidente Galletti per conto dell’Asbuc, sia di carattere più mirato relativamente all’impatto, devastante, sul solo territorio di Paganica e San Gregorio, che dovrebbe essere attraversato dall’opera per ben 36 ettari.

Per quanto riguarda gli aspetti generali, nelle osservazioni si evidenzia innanzitutto che nonostante “la forte diminuzione dei consumi di gas rispetto a quelli di picco del 2005 di circa 18 miliardi di metri cubi, pari ad una riduzione del 21%, Snam continua ad insistere per la sua realizzazione”.

Del resto, si ricorda che “anche l’Eni e l’Anigas nelle loro osservazioni al Piano decennale Snam 2020-2029 hanno evidenziato la non necessità della realizzazione e parlano di  ‘investimenti che non sono necessari a garantire il soddisfacimento della domanda nazionale’,  visto che ‘con la funzione di incrementare la diversificazione delle fonti di approvvigionamento del resto d’Europa aumentando la sicurezza, i relativi costi devono essere opportunamente allocati ai Paesi che ne beneficeranno’ mentre invece ‘si farebbero gravare interamente sui consumatori italiani i costi sostenuti per investimenti i cui benefici verrebbero goduti da altri Paesi europei’. L’Eni stima poi i costi dell’intero progetto in 1,9 miliardi di euro, costi che “verrebbero recuperati in tariffa in 40-50 anni”, ma con il rischio di innescare per decenni una spirale di tariffe di trasporto crescenti”.

Pesa anche il fatto, si evidenzia del documento, che “nel 2022 l’Italia ha esportato oltre 3 miliardi e 200 milioni di metri cubi di metano, ovvero più della produzione nazionale. Il Paese che ha contribuito di più a realizzare questo risultato è stato la Norvegia, a seguire i tre impianti di gnl che sono passati da 9 miliardi a quasi 13 miliardi, e il Tap. Dall’Algeria, invece, sono arrivati solo 2 miliardi in più, mentre dalla Libia si è avuto un decremento. Come si vede sono stati soprattutto gli impianti situati al nord (Passo Gries e rigassificatori) a consentire il rimpiazzo del gas russo e non quelli del sud”, bacino in cui insiste anche il nuovo metanodotto.

La Snam dovrebbe poi spiegare in modo analitico perché “il costo dell’opera è aumentato nell’arco di due anni del 50%. Dal Piano decennale 2020 risulta infatti che il costo complessivo era stimato in 1 miliardo e 596 milioni di euro (di cui 1 miliardo e 406 milioni per il metanodotto e 190 per la centrale di compressione di Sulmona), mentre attualmente esso è calcolato in 2 miliardi e 400 milioni di euro. C’è da domandarsi a quanto arriverà il costo dell’opera quando essa sarà terminata, cioè alla fine del 2027, sempre che i tempi potranno essere rispettati. Anche volendo considerare gli effetti della crisi economica uniti a quelli derivanti dalla pandemia da covid ci sembra azzardato ritenere che essi siano tali da giustificare un aumento del 50%”.

Non si può non rimanere fortemente “sconcertati”, infine, “nel constatare che un’opera considerata strategica dovrebbe entrare in esercizio nel 2028, cioè in un’epoca in cui l’Italia dovrebbe, per un impegno assunto anche sul piano giuridico, ridurre sensibilmente l’utilizzo dei combustibili fossili”.

Passando dunque all’impatto sul territorio di Paganica e San Gregorio, nelle sue osservazioni l’Asbuc ricorda che i 36 ettari di terreno di uso civico interessati sono ubicati in una delle poche zone verdi e incontaminate della zona, sono classificati al Piano regolatore generale del comune di L’Aquila come zona agricola di rispetto montano.

Inoltre, grave vulnus è rappresentato dal fatto che la Snam “non ha intavolato nessun tipo di dialogo, bypassando totalmente l’Asbuc, ed ha preferito contattare gli (ex) occupatori abusivi di una parte dei fondi in questione, i quali per definizione non avevano alcun titolo né diritto di disporre di tali fondi, che infatti sono stati prontamente reintegrati dalla nostra Amministrazione e, come anticipato, sono totalmente di sua proprietà. Nonostante questo, la Snam ha indennizzato i suddetti ex-occupatori abusivi, in parte con soldi pubblici”.

Oltre a questo, si segnala che “l’area interessata presenta notevoli criticità, prima fra tutte la presenza sui terreni interessati di faglie sismiche attive, tra cui la faglia Paganica-Pettino, la cui attivazione ha generato il terremoto del 6 aprile 2009, causando all’epoca notevoli danni alla rete idrica e alla linea del gas, le cui tubazioni sono state tranciate di netto dalla forza del sisma”.

Notevoli inoltre sarebbero i danni al livello di impatto ambientale e paesaggistico, data anche la forte vocazione turistica del territorio e tra le bellezze si segnala il santuario della Madonna d’Appari, risalente al XII secolo e dichiarato monumento nazionale nel 1902, che “verrebbe completamente deturpato dal passaggio dell’opera”.

Inoltre, sarebbero di notevole entità i danni economici causati dall’attività agricola praticata su un’ampia porzione di terreni e in primis la coltivazione del tartufo.

“I terreni a vocazione tartuficola saranno totalmente attraversati dal metanodotto e la restante parte  saranno oggetti di servitù per le distanze ridotte dal metanodotto e per il passaggio dei mezzi e del personale operativo”, si legge nelle osservazioni.

Del resto all’Arera  l’Asbuc illustra anche l’esito di una perizia commissionata per la stima  dei danni all’attività economica del territorio, di circa 42 milioni di euro “tenendo conto dei  danni diretti alle coltivazioni, specialmente per quanto riguarda le tartufaie e il mancato guadagno della rivendita del raccolto e dei prodotti derivati,  la perdita degli investimenti e del lavoro svolto nel corso degli anni, il mancato introito delle tasse che gli agricoltori pagano sull’autorizzazione al raccolto, la vanificazione di tutte le migliorie apportate dalla stessa Asbuc”




CICLABILITÀ: BENE sul Ponte delle Libertà

Malissimo lungo il Pendolo

Pescara, 19 gennaio 2023. Non è ancora aperto alle due ruote l’attraversamento del Ponte delle Libertà, con la sua nuova pista ciclabile in sede propria posta sulla corsia interna lato monte, mentre è già percorribile la corsia cromaticamente sagomata lungo il perimetro della rotatoria di collegamento del ponte stesso con Via Aterno. La pista, separata da un cordolo dal flusso veicolare che si svolge sulla corsia adiacente e che quindi consente alle bici un uso riservato, è ampia 2,50 m, cioè il limite minimo previsto dalla normativa vigente (regolamento 557/99). L’auspicio è che questo indispensabile tracciato, portato a compimento da questa Amministrazione ma non previsto in fase di progettazione del ponte che, ricordiamo, collega due popolosi quartieri della città, venga preferenzialmente usato dai ciclisti che, per adesso solo lato sud, trovano una continuità di percorso lungo la richiamata rotatoria di via Aterno.

In attesa che si intervenga anche sul lato opposto, alla intersezione con via del Circuito, al fine di dare completezza all’opera, non possiamo però non segnalare alcune possibili criticità: viste le dimensioni, con un raggio di 20 metri e 7 di carreggiata, la rotatoria mal si presta a essere percorsa da una bicicletta lungo il perimetro esterno senza alcuna protezione se non la linea gialla e il cromatismo di fondo, che presto potrebbero venire meno. L’ipotesi è che, sia in entrata che in uscita, e dovendo percorrere verso sinistra almeno metà del percorso, il ciclista esca dalla corsia e scelga di stare, per una presunta maggiore sicurezza, verso l’interno della rotatoria. Diversamente, restando in corsia c’è il rischio che alle intersezioni se la debba vedere con automobilisti che escono o entrano nella rotatoria senza dare la precedenza alle due ruote.

Ma auspicando il consolidamento dell’uso corretto del nuovo tracciato da parte di tutti gli utenti, non si può non rimarcare con severità e disappunto ciò che invece avviene a poca distanza, sulla pista ciclabile posta lungo il Pendolo, all’altezza del deposito bus di TUA. La pista, situata sul lato monte dell’asse stradale e comunque fuori da questo, è perennemente occupata da automobili che ne hanno sancito nel tempo il cambio d’uso: da pista ciclabile a parcheggio. Ovviamente anche senza auto, ormai la pista è irriconoscibile, e anche se le fosse soffre di un difetto di fruizione presentando soluzioni di continuità sia a nord che a sud, non essendovi elementi che la rendano individuabile e intercettabile (come d’altronde tutti gli altri segmenti, che costeggiano l’asse stradale del Pendolo da Via Aterno fino a Via Tiburtina).

Ci chiediamo di chi siano quelle auto, nella foto ben 8, parcheggiate sulla pista; alla Polizia Municipale, che avviseremo per un controllo, ci permettiamo di suggerire di fare una visita a TUA e al contempo ai referenti dell’azienda di fare una ricognizione interna. Al Comune chiediamo di ripristinare le condizioni d’uso di quel tracciato, con un minimo di segnaletica orizzontale e verticale, magari rifacendo il fondo se non addirittura, e sarebbe molto meglio, spostando l’asse cicloviario sulla carreggiata adiacente, ovviamente in modalità monodirezionale su entrambe le corsie di marcia.




COGESA, PREOCCUPATI DELLO SPINOSO problema dei rifiuti

In questo periodo occupa le pagine dei quotidiani, interessando politica locale e regionale

(Le organizzazioni sindacali del comparto dell’igiene ambientale, lo scorso 23 dicembre hanno inoltrato una richiesta di incontro sindacale urgente al Sindaco di Sulmona, al comitato ristretto del controllo analogo di COGESA, nonché all’intero cda: richiesta della quale, ad oggi, non si ha ancora riscontro).

L’Aquila, 18 gennaio 2023. Questa OS è consapevole che un’azienda in crisi genera un problema di natura lavorativa e dai forti risvolti sociali ed occupazionali, soprattutto se la stessa azienda incide in un territorio ove non esistono grandi insediamenti industriali forieri di nuove occupazioni. Non sfugge a nessuno, altresì, come, per logiche di mercato – sebbene parliamo di aziende pubbliche, quali COGESA ed ASM – le cifre economiche, i numeri, contano sui bilanci aziendali: consuntivi e preventivi.

Sappiamo che eventuali aumenti del costo di conferimento dei rifiuti dell’Aquila presso l’impianto di COGESA si ripercuoterebbe, di fatto, sul bilancio di ASM e nelle tasche dei cittadini dell’Aquila, ma è doveroso ricordare che il d.lgs. n. 152/2006 e la legge 27 dicembre 2006 n. 296 individuano come obiettivi di raccolta differenziata, a livello nazionale, almeno il 65% entro il 31 dicembre 2012. I dati ISPRA, agli ultimi aggiornamenti del 2021, attestano che la percentuale di Raccolta Differenziata in Abruzzo è pari al 64,63% e nel comune dell’Aquila è pari al 39,44%.

È importante che ogni attore faccia la propria parte e che la migliori continuamente: il cittadino conferisca correttamente i rifiuti, ASM li intercetti ancor più peculiarmente, COGESA li sottoponga sempre più al trattamento meccanico biologico (TMB) e le istituzioni sensibilizzino e informino ancor più gli utenti per un giusto conferimento dei rifiuti.

In un momento in cui il tema principale nazionale e mondiale è l’economia circolare che mette al centro del sistema il rifiuto non più come un problema, ma bensì come una risorsa e che il PNRR stanzia ingenti somme anche per incentivare impianti tesi proprio alla trasformazione del rifiuto in materiale da riuso, riutilizzo e riciclo, non v’è chi non veda come la problematica sorta in questi giorni sia antistorica.

A noi interessa il diritto del cittadino ad avere un servizio efficace, efficiente e che risponda ai criteri di trasparenza ed economicità, che contempli il decoro del paesaggio e il rispetto dell’ambiente, nonché, la tutela dei livelli occupazionali. A noi interessa che le aziende pubbliche del settore che incidono nella provincia dell’Aquila facciano rete di sistemi di gestioni che, al contrario, vadano in direzione di un abbassamento della TARI a fronte di un conferimento del rifiuto in discarica sempre più residuale e, quindi, ad un innalzamento della percentuale di raccolta differenziata fino al raggiungimento del 65%, soglia stabilita fin dal 2012.

Questa O.S. ritiene, quindi, necessario salvaguardare il lavoro ed il servizio pubblico nel rispetto dell’ambiente e dei cittadini e per far sì che tale obiettivo venga raggiunto, è necessario che il proposito sia di patrimonio comune, alle istituzioni così come alla politica e che tali tematiche non vengano affrontate con logiche di mercato e di contrapposizione.

È invece fondamentale che venga garantita una continuità dell’attività gestionale finalizzata alla tutela  delle lavoratrici e dei lavoratori, dell’Azienda e di un servizio di qualità per le comunità.

Francesco Marrelli, Segretario Generale CGIL Provincia dell’Aquila

Anthony Pasqualone, Segretario Generale FP CGIL Provincia dell’Aquila




BISOGNA SALVARE il  Parco

Produce molteplici servizi ecosistemici per la comunità

Pescara, 17 gennaio 2023. La sezione pescarese del Co.n.al.pa. (Coordinamento Nazionale Alberi e Paesaggio) si schiera a favore della salvaguardia del Parco in Via della Fornace Bizzarri. Con la sua estensione di 1800 mq e una copertura arborea di rilievo, esso rappresenta un vero e proprio polmone verde che svolge un ruolo importante nella mitigazione dell’isola di calore, produce qualità della vita  ed è anche un luogo di aggregazione sociale.

“Bisogna assolutamente conservare questo prezioso luogo”, spiega l’associazione in una nota. “L’edificio scolastico coprirà 600 mq del parco. I rimanenti spazi sarebbero utilizzati a giardino ad esclusivo uso dell’asilo e non sarebbero più fruibili ai residenti; quindi, si andrebbe a perdere un luogo di ritrovo e di svago della comunità.”

“Esiste un terreno comunale in alternativa, molto vicino, con possibilità di creare edificio su due livelli e quindi avere giardino per i bambini e campetto polivalente per tutti: perché non realizzare lì l’edificio scolastico?”

Estremamente delicata la questione degli alberi. “Nel parco ci sono alberi grandi con più di 20 anni di vita e non sono trapiantabili” spiega l’associazione  “Non sono pali che possono essere spostati a piacimento. Qui ci sono Platani, cipressi, lecci, magnolie, un esemplare grande e bellissimo di Chamaerops humilis più diversi

alberi ed arbusti piantati dai residenti in occasione della nascita dei loro figli: quello che il Comune non ha fatto, lo hanno fatto i cittadini spontaneamente e questo rende il parco importante anche sotto l’aspetto civico ed affettivo”.

“Questo parco produce per la comunità molteplici servizi: produce ombra, ossigeno, abbatte la co2 e le polveri sottili, rende il suolo permeabile, da maggior valore immobiliare per gli edifici che affacciano sul parco: tutto questo verrebbe perso irrimediabilmente. Ricordiamo inoltre che le nuove piantagioni richiedono decenni per poter tornare a fornire gli stessi servizi ecosistemici.”

Qualche accenno anche sul valore economico di questo parco: “è stato realizzato nel 2004 con una spesa di 200 milioni di vecchie lire: in caso di smantellamento verrebbero sprecati fondi pubblici.” continua l’associazione, “Inoltre, il parcheggio antistante il parco, già insufficiente per i residenti, con la creazione dell’asilo diverrebbe ancor più problematico, portando il traffico, la sosta ed il parcheggio alla totale congestione nelle ore di punta (entrata ed uscita dei bambini );

“Altra alternativa possibile sarebbe completare l’ asilo incompiuto che si trova vicino al tribunale, a meno di 1 km dal parco”, conclude l’associazione, “Una alternativa per evitare inutile consumo di suolo e cementificazione della città.”




PER UN MESE IL DUCK

Il  ciclomotore elettrico a tre ruote prodotto in val di Sangro

La Ecolan S.p.A. società per azioni costituita da 73 Comuni Soci soddisfa le esigenze legate alla gestione integrale dei rifiuti, ovvero raccolta, trasporto, recupero/riciclo e smaltimento dei rifiuti urbani di una popolazione di circa 220.000 abitanti, residenti nel vasto territorio Frentano, Sangro-Aventino, Ortonese-Marrucino e Alto Vastese.

Si è tenuta presso il Centro Raccolta in località Re di Coppe a Lanciano,  la cerimonia di consegna del ciclomotore elettrico Duck, ideato e prodotto dalla Taumat Srl di Atessa e offerto per un mese alla Ecolan Spa. A ritirare le chiavi del mezzo il Presidente dott. Massimo Ranieri, accompagnato da collaboratori e dipendenti. In rappresentanza della Taumat, il Direttore Commerciale Alessio Lorenzi.

“Le caratteristiche del Duck – dichiara Alessio Lorenzi – ricavato dalla riconversione di uno scooter a combustione giunto a fine vita, sono tutte improntate all’utilizzo di un motore elettrico ecologicamente all’avanguardia”.

“Ha un’autonomia di circa 80 km – continua Lorenzi – con una ricarica al costo stimato inferiore ad 1 euro. La sua realizzazione è avvenuta alla Taumat Srl, che opera in Val di Sangro da quasi 40 anni. Siamo soddisfatti che la Società Ecolan, che lavora sul territorio, mostri attenzione e sensibilità verso questo nuovo concetto di mobilità sostenibile rappresentato dal Duck.”

Soddisfatto anche il Presidente Massimo Ranieri che commenta così l’iniziativa: “Abbiamo accettato con entusiasmo l’invito della Taumat a sperimentare il Duck per le attività legate alla raccolta dei rifiuti soprattutto nei centri storici dei comuni dove lavoriamo. Per nostra missione siamo da sempre attenti ai temi ambientali, per questo sono  rimasto colpito dal ciclomotore elettrico, a emissioni zero, capace di trasportare anche consistenti pesi. Il mezzo rappresenta un esempio pratico di economia circolare tema su cui lavoriamo. Per tutte queste motivazioni condividiamo il concetto green proposto dalla Taumat S.r.l. nell’ottica dell’ecosostenibilità e della tutela dell’ambiente. Siamo attenti – conclude Ranieri – ai progetti innovativi contro la crisi climatica, il ciclomotore Duck, va in questa direzione. Il nostro obiettivo è da sempre, puntare sulla sostenibilità ambientale”.




PONTE RISORGIMENTO: la ciclabile è un parcheggio

Pescara, 12 gennaio 2023. Ho molte fotografie di questo tratto di strada, appena a sud della fermata del bus lungo la strada che sale al Ponte Risorgimento, lato Cinema Massimo. Tutte immortalano auto, soprattutto SUV, parcheggiate sulla corsia ciclabile, spesso con le quattro frecce, a simulare un guasto ma in effetti ad avvisare che la sosta sarà relativamente breve. Intanto la corsia ciclabile è occupata e le due ruote sono costrette a passare di fianco, che la strada è larga. Ma a questo punto perché non parcheggiare sulla corsia di marcia per le auto? Tanto spazio ce n’è.

Ma la sequenza di questa volta è intera e si porta dietro un po’ tutte le possibili criticità. Eccole.

Ben tre mezzi sono parcheggiati sulla corsia, occupandola interamente, fino al limite di pertinenza della fermata del bus. Già il bus. Eccolo arrivare: non può accostarsi alla fermata perché altrimenti poi dovrebbe fare retromarcia per riguadagnare la corsia. E allora fa sosta a circa 2 metri dalla banchina, costringendo chi sale e chi scende a quel delta di gradino che per qualcuno potrebbe rappresentare anche un grande problema (una invalidità motoria, anche momentanea, un passeggino, il rischio di una caduta…). Il furgone lampeggia in modalità “un minuto e arrivo”, ma di minuti ne passano parecchi e non si vede nessuno, e più avanti le altre macchine sono coperte dal primo della fila. Passato il bus, arriva il ciclista che transita in mezzo alla strada e guadagna la corsia solo quando questa torna ad essere libera e disponibile.

Eppure, la segnaletica è chiara ed evidente: corsia ciclabile monodirezionale, destinata al transito delle biciclette. È vietata la sosta e anche la fermata. Il banale rispetto delle regole consentirebbe all’autobus di accostare alla banchina agevolando la salita e la discesa dei passeggeri, e al ciclista di percorrere il tracciato, seppur breve ma riservato.

La pista ciclabile in sede propria, con tanto di cordolo invalicabile, potrebbe essere la soluzione, in grado di arrestare la facile e incivile “esondazione” di chi si sposta su quattro ruote, ma difficile pensare di riempire la città di trincee in cui segregare la mobilità attiva di chi invece di ruote ne usa solo due. Esiste il codice della strada. In un Paese civile dovrebbe bastare …

Giancarlo Odoardi – Ri-media.net




ARRIVA LA BEFANA a Piantare gli Alberi

Nella Riserva Borsacchio ogni anno con più alberi

Roseto degli Abruzzi, 4 gennaio 2023. Il giorno 6 Gennaio 2023 alle ore 10.00 dal cancello del Lido D’Abruzzo i volontari delle Guide del Borsacchio , insieme a WWF, IAAP, Joya grazie al contributo di Città gentile, metteranno a dimora delle Tamerici nel tratto costiero della Riserva Borsacchio.

Il progetto “Dalla Giornata dell’Albero alla Città dell’Albero” continua grazie al contributo della Protezione Civile di Roseto degli Abruzzi che oltre a fornire supporto nei trasporti si occuperà della irrigazione necessaria per i primi tempi. L’inverno 2023 si preannuncia come uno dei più caldi e siccitosi e tale supporto è fondamentale per la ripresa delle alberature.

Grazie anche ai Carabinieri Forestali ed i loro vivai presso la sede delle Guide sono pronti già altre querce da mettere a dimora il prossimo autunno.

Come sempre invitiamo i cittadini a dare una mano con pale e picconi. Si partirà a piedi da Via Makarska all’altezza del cancello del Villaggio Lido D’Abruzzo per poi percorrere a piedi la ciclabile e iniziare la messa a dimora sul tratto ciclabile .

Alle ondate di vandali che in questi due mesi hanno distrutto oltre la metà della cartellonistica rispondiamo, oltre che ripristinando a nostre spese, rilanciando la qualità e la bellezza della Riserva mettendo a dimora alberi che forniranno riparo e ombreggio nei mesi estivi.

Il lavoro non finirà qui e continuerà nei prossimi anni. Ogni anno con più alberi, ogni anno con sempre più voglia di difendere un patrimonio comune come il nostro ambiente.

Marco Borgatti

Presidente Guide Del Borsacchio -Guardia Ambientale – Direttivo WWF Teramo – Presidente FIAB Roseto




BUON ANNO  a pedali

Pescara ciclopolitana

Pescara, 31 dicembre 2022. Vogliamo cogliere due eventi importanti del 2022: il primo, di carattere nazionale, il varo del Piano Generale della Mobilità Ciclistica (PGMC) (Decreto ministeriale del 23 agosto); il secondo, di carattere locale, l’approvazione del Biciplan da parte della Giunta del Comune di Pescara.

Il Piano Generale della Mobilità Ciclistica, previsto dalla L. 2/2018: “Disposizioni per lo sviluppo della mobilità in bicicletta e la realizzazione della rete nazionale di percorribilità ciclistica”, sarebbe dovuto e doveva essere redatto entro i successivi sei mesi Sono passati quattro anni ma l’essenziale è che sia stato approvato e i tecnici di FIAB, in modo del tutto volontaristico, hanno dato un contributo essenziale alla sua redazione.

Il Biciplan del Comune di Pescara è un piano di settore del Piano Urbano della Mobilità Sostenibile (PUMS). Recentemente adottato dal Comune di Pescara, il Biciplan indica come realizzare la rete ciclabile urbana e in generale promuove la mobilità ciclistica, e anche in questo caso c’è stato il nostro contributo con un dialogo costruttivo con i progettisti.

Questi due fondamentali strumenti impegnano i governi centrale e locale a sviluppare concretamente l’uso della bicicletta per noti motivi: diminuzione del traffico veicolare motorizzato privato per la lotta all’inquinamento, la mitigazione della crisi climatica e una maggiore sicurezza sulle strade, risparmio energetico, sviluppo dell’economia dei territori, maggiore coesione sociale, tutela della salute, benessere e stili di vita migliori.

A Pescara, come in molte altre città, le persone dichiarano di non usare la bicicletta per motivi di sicurezza Nonostante ciò, i dati rilevati dalla nostra associazione e dal Comune di Pescara descrivono due scenari interessanti:

nei 12 anni di rilevazioni effettuate in un giorno di settembre durante la Settimana Europea della Mobilità, sono stati sempre rilevati tra 2.500 e 3.000 ciclisti tra le 7:30 e le 9:30, persone che si spostano evidentemente per recarsi al lavoro;

i 4 totem contabici installati sulle piste ciclabili di Via Leopoldo Muzii, Lungomare Matteotti, Via Valle Roveto, Lungomare Cristoforo Colombo, nell’ambito del progetto PESOS (PEscara SOStenibile) sostenuto con decisione dall’Assessorato comunale alla mobilità guidato da Luigi Albore Mascia, dal 1° gennaio al 28 dicembre 2022 hanno rilevato 1.602.317 passaggi, 160.623 in più del 2021, anche per effetto dell’aumento dei monopattini.

Cosa augurare per il 2023 per la mobilità ciclistica? A livello nazionale i segnali non sono incoraggianti, anche alla luce dello “scippo” dei 94 milioni di euro già destinati ai comuni per la mobilità ciclistica. Nella nuova legge di bilancio sono stati poi inseriti solo 10 milioni per lo stesso obiettivo: con 94 milioni di euro si realizzano dai 3 ai 4 km di autostrada!

A Pescara auguriamo un ulteriore e deciso passo in avanti verso gli obiettivi di miglioramento della vivibilità citati sopra, che prevedono la diminuzione del traffico veicolare motorizzato privato ed il conseguente sviluppo della mobilità sostenibile con biciclette e trasporto pubblico locale.

Per stimolare di più i governi e per promuovere l’uso della bicicletta come mezzo di spostamento e di svago chiediamo a coloro che seguono le nostre attività di continuare o di iniziare a sostenerci sottoscrivendo la tessera e di collaborare con noi per realizzare iniziative sempre più incisive.

Buon 2023 a pedali a tutti e tutte

Il Consiglio Direttivo di FIAB Pescarabici




TORNANO I CRIMINALI nella Riserva Borsacchio

Dopo la denuncia di novembre vigliacchi tornano a distruggere i cartelli donati dai cittadini e turisti nella Riserva Borsacchio a Roseto degli Abruzzi

Roseto degli Abruzzi, 29 dicembre 2022. Una storia che continua. La Riserva Borsacchio da quasi 18 anni è senza gestione e fondi. Tutto viene portato avanti dai volontari e dai cittadini.

Esempio chiave la cartellonistica , realizzata e posizionata gratuitamente dai volontari con l’aiuto di moltissimi cittadini e turisti che lasciano contributi.

A novembre scorso dei criminali hanno buttato giù le aree delimitate ed autorizzate del progetto salvadune e salvafratino e distrutto diversi cartelli che spiegavano cos’era la duna, la sua vegetazione e le specie protette che la vivono.

Sempre a novembre i volontari hanno trovato un fuoristrada che correva fra dune e campagna incurante dei passanti. Chiamate le autorità da Giulianova i Carabinieri hanno cercato di intercettare i criminali che nella loro folle corsa sulla spiaggia hanno buttato giù altri cartelli e delimitazioni.

Il 28 Dicembre veniamo chiamati dai vigili urbani per una segnalazione di abbandono rifiuti sulla spiaggia e nel controllo scopriamo impronte di fuoristrada fresche e altri cartelli buttati giù .

LA cosa deplorevole è che questi criminali non solo distruggono beni comuni ma devastano la beneficenza di centinaia di cittadini e turisti che con il loro contributo hanno pagato quei cartelli per avere un minimo di informazioni per fruire della riserva. Su quei cartelli migliaia di studenti ogni anno si fermano per capire come si forma una duna, come ostacola l’erosione e quali sono le specie uniche che vivono in riserva.

Il tutto si somma ai tratti collinari dove proprio una settimana fa i volontari hanno sorpreso un camioncino a sversare rifiuti ma senza riprese, anche se si sono recati dalle autorità, non è stato possibile inchiodare e punire il colpevole.

Il 2023 è alle porte. Serve una gestione della Riserva, servono fondi per attivarla realmente e renderla una opportunità di sostenibilità ambientale e turismo sostenibile. Al momento la Riserva esiste solo sulla carta , senza controlli e spesso è preda , come tutte le aree non presidiate, di fenomeni criminali.

Marco Borgatti




FOSSACESIA Comune Riciclone

Legambiente Abruzzo premia ancora una volta

Fossacesia, 26 dicembre 2022. Fossacesia premiata ancora una volta tra i comuni ricicloni della provincia di Chieti. L’Amministrazione Comunale ha ottenuto il riconoscimento per l’edizione 2022, che raccoglie i dati del 2021, con una percentuale di raccolta differenziata che tocca il 78 per cento, tra le migliori nei centri che s’affacciano sulla Costa. Il premio è stato ritirato dal sindaco Enrico Di Giuseppantonio in occasione del 5° Ecoforum di Legambiente Abruzzo, che si è svolto giorni fa presso il Polo Museale Santo Spirito di Lanciano. Il dato di Fossacesia acquista un significato maggiore perché a differenza di altri centri del chietino è ottenuto da un comune che subisce uno “stress” turistico importante nel periodo estivo, che porta a quadruplicare il numero degli abitanti.

“Ci sono molti che soggiornano qui perché hanno seconde case o arrivano per un breve periodo di villeggiatura e questo potrebbe portare a delle conseguenze nel servizio di raccolta della EcoLan – sottolinea il sindaco Di Giuseppantonio -. Invece, con la fattiva collaborazione della società che gestisce la raccolta, il trasporto, recupero/riciclo e smaltimento dei rifiuti urbani riusciamo a garantire un servizio efficiente, rafforzando il numero degli operatori, con la vigilanza degli Ispettori Ambientali comunali, coordinati dal consigliere delegato all’Ambiente Umberto Petrosemolo, e con la presenza fisica sul territorio dello sportello Ecopoint alla Marina proprio per far superare agevolmente tutti gli inconvenienti che potrebbero sorgere. E i risultati si vedono e ci ripagano degli sforzi che facciamo”.

Un altro importante aspetto lo sottolinea il presidente di Legambiente Abruzzo, Giuseppe Di Marco. “E’ un premio che riconosce l’impegno dell’Amministrazione Comunale di Fossacesia che presta molta attenzione alla raccolta differenziata del proprio territorio. Al tempo stesso, è un brand che può entrare nella comunicazione della qualità ambientale di questa zona, che sia di esempio ad altri centri della Costa dei Trabocchi perché mettano in campo le migliori politiche di tutela e conservazione dell’ambiente, anche per una migliore qualità turistica dei loro territori”.




LA PISTA C’È ma è breve e non si vede!

Pescara, 22 dicembre 2022. È una pista ciclabile bidirezionale quella che collega Via Caio Asinio Pollione con Via Pepe, e si estende per un tratto di circa 30 metri sul lato monte di Via Marconi, separata dalla corsia preferenziale del bus da un robusto cordolo di 50 cm; questo però funge anche da banchina per gli utenti dei mezzi pubblici che hanno la pensilina sul lato opposto della pista (i passeggeri, sia che salgano o scendano, devono attraversarla).

Nessuna segnaletica, né orizzontale né verticale, indica la pista , se non un cartello che, visto solo da chi viene da nord, annuncia il lungo attraversamento ciclabile su Via Marconi. La stessa segnaletica è presente anche in senso opposto.

Imboccare questa pista da Via Pollione è disagevole perché l’accesso non è tracciato e si confonde con la corsia preferenziale del bus, mentre è decisamente pericoloso che chi arriva da Via Marconi, perché la corsia del bus la deve attraversare. E se non bastasse la deve riattraversare 30 metri dopo, nel caso l’utente ciclista debba continuare dritto, verso sud.

Deve essere questa incertezza la ragione per cui diversi automobilisti ritengono che quell’imbocco sia una zona “morta” per cui utilizzabile come parcheggio. E infatti il sottoscritto, che percorre due volte al giorno quel tratto, lo trova spesso occupato da macchine o furgoni in sosta.

È vero che la segnaletica è assente, ma la conformazione spaziale e cromatica di quello che c’è indica chiaramente che si tratta di una pista ciclabile (in sede propria, quindi), bidirezionale.

Da pochi giorni una palina posta sul cordolo a indicare il divieto di accesso ai mezzi sulla corsia del bus, escluso questo, è piegata a 90 gradi a terra, evidentemente per l’esito di un sinistro.

Proposte

Non dovrebbe essere difficile intervenire per impedire il parcheggio agli automezzi, ponendo a dimora alcuni dissuasori, come ad esempio paline collassabili, a distanza tale da non consentire l’accesso a un auto, ma alle bici si; più ardua invece, anche una volta sistemata la segnaletica, è l’impresa di garantire la sicurezza di chi, alla guida di una due ruote, si accinge a percorrere questo tratto, nell’una e nell’altra direzione, di giorno e soprattutto di sera o di notte, quando la visibilità si fa ridotta.

Giancarlo Odoardi




PINO CROLLATO sul cantiere di via Pepe

Il Co.n.al.pa. Pescara: Basta lavori a ridosso degli alberi

Pescara, 17 dicembre 2022. Basta un po’ di vento forte e subito gli alberi iniziano a cadere a Pescara. È accaduto a Via Pepe dove un grosso pino è caduto in prossimità del cantiere. Non è la prima volta che alberi a ridosso dei cantieri vengono giù con il mal tempo.

“Situazione fuori controllo e anche preoccupante”, spiega la sezione locale del Co.n.al.pa, “gli alberi cittadini vengono sottoposti in molti casi a interventi molto pericolosi in prossimità della zona critica radicale. Abbiamo foto di svariate situazioni che dimostrano scavi a poca distanza dai colletti. Tutte azioni che inevitabilmente possono indebolire le piante o aggravare ulteriormente problematiche di stabilità”

“Il regolamento del verde del comune di Pescara vieta espressamente qualsiasi intervento a ridosso della zona critica radicale degli alberi. Ne abbiamo parlato in tante occasioni. I reportage sono molteplici. Per questo chiediamo al Comune ancora una volta chi sono i tecnici esperti che controllano questi cantieri? Perché scavare a ridosso delle radici degli alberi senza rispettare le distanze?”

“La manomissione degli apparati radicali degli alberi rischia di diventare un fenomeno estremamente pericoloso per la pubblica incolumità dei cittadini di Pescara. Bisogna intervenire al più presto.” Conclude il Co.n.al.pa.




COMINCIAMO con 1 albero ogni 4 cittadini!

Pescara, 10 dicembre 2022. Secondo Openpolis, nella classifica della spesa pubblica dei Comuni per la tutela, la valorizzazione e il recupero ambientale, Pescara si posiziona, tra gli 8 mila Comuni italiani, al posto n. 1567, con una spesa pro-capite di 24,56 €, per un importo complessivo annuo di quasi 3 milioni di € (anche se il metodo vale per tutti, è bene comunque sottolineare che “nel verde urbano sono inclusi parchi, ville e giardini urbani di grandi dimensioni sia di interesse artistico e storico che paesaggistico e/o di “non comune bellezza”, aree attrezzate (piccoli parchi e giardini di quartiere), arredo urbano (piste ciclabili, rotonde stradali etc.), giardini scolastici, orti urbani, aree sportive all’aperto, aree destinate alla forestazione urbana, aree boschive, verde incolto, orti botanici, giardini zoologici e cimiteri” – Dati ISTAT).

Il PNRR stanzia 300 ml per la realizzazione di boschi nelle aree vaste delle 14 città metropolitane italiane (oltre 21 milioni di abitanti) in ragione del fatto che “i grandi centri urbani risultano particolarmente esposti ad alcuni effetti del cambiamento climatico per via della densità abitativa, del traffico e del conseguente inquinamento. Oltre al fatto che la loro condizione ecologica ha un impatto su un numero più elevato di persone. Una maggiore presenza di foreste aiuterebbe quindi a mitigare molti fenomeni climatici di matrice antropica nocivi come le ondate di calore e la cattiva qualità dell’aria, fornendo così un valido strumento per combattere il cambiamento climatico”. L’obiettivo principale è quindi quello di rinforzare i polmoni verdi delle grandi aree urbane, per contrastare l’inquinamento atmosferico, tutelare la biodiversità e allo stesso tempo garantire una migliore qualità della vita ai residenti.

Il piano, che prevede di mettere a dimora nelle città coinvolte ben 6,6 milioni di alberi, uno ogni 4 abitanti, prova ad ispirarsi alla strategia forestale europea che invece punta a 3 miliardi di alberi entro il 2030 (6 alberi a testa).

Nell’ambito del progetto “Mettiamo radici per il futuro”, con lo slogan “Il tuo albero fa bene a tutti” la Regione Emilia-Romagna sta regalando un albero ad ogni suo cittadino, per un quantitativo totale di oltre 4,5 milioni di piante. Il progetto milanese “ForestaMI” prevede la messa a dimora di 3 ml di alberi nell’area dell’interland al 2030, uno per ogni abitante.

Qualora si volesse adottare questa strategia dell’1×1, a Pescara si dovrebbero piantare, entro il 2030, 120 mila alberi, che divisi per gli otto anni che restano fanno 15.000 alberi l’anno. Ma volendo adottare la proiezione del PNRR per le aree metropolitane, a cui la Nuova Pescara si ispira, il quantitativo si riduce a 30 mila piante, che da qui al 2030 fanno sempre 3.750 alberi l’anno. Con questo approccio “ridotto”, si tratterebbe comunque di aumentare di una volta e mezzo il patrimonio arboreo della città che si aggira intorno a 20 mila alberi, per una superficie, ipotizzando un ingombro per pianta di 10 mq, di circa 30 ettari aggiuntivi di “bosco”: la prima decina di ettari potrebbero venire proprio dall’area di risulta della stazione.

Giancarlo Odoardi

Giornalista, ecologista, ciclista urbano




A RISCHIO L’ALBERATA DI PINI

Pescara, 8 dicembre 2022. Un’alberata di Pini lato mare, con un bellissimo esemplare posto in prossimità del confine amministrativo tra Francavilla a Pescara, contrassegna, lungo la Statale 16, il passaggio tra i due comuni. E mentre stamattina ci transitavo in bici, senza averci mai fatto un granché caso, mi interrogavo sull’intorno urbanistico. Guardandomi indietro mi sono accorto che in direzione sud ci sono solo platani, mentre dal già menzionato confine, verso nord, sono solo pini, ormai pochi. Sarebbe interessante conoscere la storia di questa alberata, anche per capire quanto l’urbanizzazione, che rimanda ovviamente a scelte di uffici comunali, di tecnici, di persone quindi, abbia determinato, seppur indirettamente, il diradamento del sesto d’impianto che, dai rimasugli dei filari, doveva essere di 10 metri.

Su una distanza di circa 350, fatti i dovuti calcoli, lì dovevano esserci 70 pini: ne sono rimasti 5 lato mare e 5 lato monte! E gli altri 60 che fine hanno fatto? La domanda è retorica, ovviamente, ipotizzando, ma neanche tanto, che siano stati abbattuti per fare spazio ad altro, o perché diventati pericolosi, vista la mole e il precario radicamento a terra. L’ultimo è venuto giù, e poi rimosso, nel gennaio di quest’anno, e credo che anche gli altri abbiano subito la stessa identica sorte.

È necessaria una attenta politica di gestione delle alberature stradali in città, che si prenda cura di questo patrimonio, soprattutto di certe testimonianze che vengono da un passato anche lontano. Non so quanto esista al riguardo un elenco, un catalogo, un archivio, né un protocollo di caratterizzazione, di tutela o di manutenzione dei singoli individui o del loro insieme. Sicuramente esisterà un monitoraggio che consente di definire gli interventi di tutela e di valorizzazione, ma anche di sostituzione o ripristino, ma che qui evidentemente è mancato e continua a mancare. Non sarebbe sbagliato predisporre anche un piano di comunicazione per informare la cittadinanza della storia e dell’evoluzione di questa importante componente naturale urbana.

Il cambiamento è lento e inesorabile e i nostri sensi non sono abituati a cogliere l’essenza degli avvenimenti sui tempi lunghi. Ecco perché sarebbe bene intraprendere iniziative informative e anche di racconto, di come la città cambia e di quanto noi ne siamo in qualche modo responsabili: la presa di coscienza collettiva di certi fenomeni può aiutare a ricomporre la consapevolezza di cittadini e amministratori, per evitare di essere entrambi semplici spettatori del tempo che passa.

Giancarlo Odoardi

Giornalista, ecologista, ciclista urbano




PER LA SALVAGUARDIA di Villa Agresti

Per la difesa della riviera nord

Pescara, 5 dicembre 2022. Abbiamo accolto con favore e interesse l’Ordine del Giorno approvato recentemente all’unanimità dal Consiglio Comunale perché sia sventata la demolizione di una significativa architettura della nostra città: Villa Agresti per la quale l’infaticabile Patrizia Agresti aveva cercato, contando sempre sul sostegno di Italia Nostra, i modi per assicurarne la tutela.

Siamo grati alla Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio delle Province di Pescara e di Chieti per la solerzia con cui ha avviato il procedimento per la dichiarazione di interesse culturale, ai sensi dell’art. 10 del Dl. 42/2004, del prezioso immobile.

Ci auguriamo una positiva conclusione del procedimento con l’emanazione definitiva del provvedimento di tutela a conclusione di una battaglia ormai più che decennale che Italia Nostra ha condotto con tanti cittadini e associazioni culturali della città, ma anche l’avvio di una azione di tutela dei caratteri paesaggistici della nostra riviera.

Gli strumenti urbanistici sopravvenuti, infatti, hanno consentito un’edificazione massiccia; molti grandi palazzi hanno sostituito la precedente tipologia estensiva ed alterato il rapporto con il litorale, come oggi vediamo. Adesso, ancora una volta, gli intensivi interventi minacciano quel che resta di quell’impianto; tuttavia, ancora permangono cospicue tracce di quella stagione in molti villini tra le due guerre ed in alcuni di quelli della ricostruzione, tutti dotati di considerevole qualità architettonica, di un misurato rapporto con il lotto, spesso ricercando l’arretramento dalla strada e la costruzione di pregiati giardini.

La Sezione di Italia Nostra negli ultimi anni ha dovuto accrescere il proprio impegno per contrastare interventi edilizi sempre più vistosi, che determinano la progressiva cancellazione dell’architettura del Novecento in città; un periodo storico, questo, che ne definisce la precipua identità urbana. Il rilancio delle attività edilizie viene attuato soprattutto in sostituzione della città storica e qui, addirittura, incentivato; esso invece deve essere indirizzato alla riqualificazione urbana di zone degradate.

Quindi salviamo Villa Agresti ma non fermiamoci: troviamo gli strumenti perché la sostituzione edilizia in atto non distrugga le testimonianze storico architettoniche ancora presenti cancellando definitivamente il paesaggio urbano della riviera.

Invitiamo pertanto l’Amministrazione Comunale ad assumere con convinzione iniziative perché tale obiettivo sia raggiunto, attivando i rapporti con gli enti istituzionali competenti e con le parti interessate. Riteniamo necessario istituire un tavolo di lavoro tra Comune e Soprintendenza, cui possano partecipare anche specialisti e associazioni, per valutare i provvedimenti più utili che i due Enti possono introdurre per la tutela del fronte a mare della città.

Italia Nostra non farà mancare il proprio contributo a questa azione meritoria e si impegna a promuovere iniziative di sensibilizzazione e di coinvolgimento dei cittadini.

Massimo Palladini

Presidente della Sezione di Italia Nostra Pescara




MIGLIOR MIELE dei Parchi dell’Appennino 2022

Si replica il concorso che decreta le eccellenze del settore

Pescasseroli, 1° dicembre 2022. Il concorso per la selezione dei migliori mieli dei Parchi dell’Appennino, nato 10 anni fa dalla collaborazione tra i Parchi Nazionali del Gran Sasso e Monti della Laga, della Majella e d’Abruzzo, Lazio e Molise oltre al Parco Regionale Sirente Velino, dallo scorso anno si è ampliato ad altre aree protette nazionali come il Parco Nazionale dei Monti Sibillini, il Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi ed il Parco Nazionale dell’Appennino Tosco Emiliano.

Questa seconda edizione del concorso si inserisce nell’ambito delle iniziative finanziate dal Ministero della Transizione Ecologica in tema di tutela della biodiversità ed in particolare degli insetti impollinatori. Nell’ambito di questo, sono stati selezionati i mieli più pregiati prodotti all’interno delle aree protette che formano la rete appenninica di tutela degli ambienti montani. Il premio è stato assegnato nell’ambito della manifestazione “Mielinfesta” tra oltre 75 mieli di varie tipologie iscritti al concorso da 38 apicoltori.

Mielinfesta diventa, anno dopo anno, una realtà sempre più importante – ha dichiarato il Presidente del Parco Giovanni Cannata – una splendida iniziativa che testimonia la grande capacità e volontà dei Parchi dell’Appennino di essere sistema, sia nelle produzioni di qualità, sia nelle attività di ricerca introdotte, in questo caso sugli apodei, che stanno dando risultati molto interessanti. Valorizzare le tipologie di miele particolari, incentivare le tecniche di buona pratica apistica e promuovere il consumo di mieli di qualità diventa un ottimo palcoscenico dove esporre quanto di buono fatto dai Parchi nella promozione e valorizzazione delle produzioni artigianali e sostenibili”.

Nel corso di Mielinfesta, che quest’anno si è tenuto presso la sede comunale di Ortona dei Marsi (AQ) nel Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise per celebrare il centenario della fondazione dell’area protetta, si è tenuto un convegno di presentazione dei risultati delle numerose attività previste dalla Direttiva Biodiversità del Ministero della Transizione Ecologica, oggi MASE, a tutela degli insetti impollinatori. In particolare, il dott. Antonio Felicioli e la Dott.ssa Francesca Coppola dell’Università di Pisa – Centro Avanzi hanno hanno presentato i risultati finali ottenuti al termine di una collaborazione biennale sulla ricerca e conservazione dell’apoideofauna nei Parchi Nazionali dell’Appennino CentroSettentrionale.

Le attività di ricerca condotte nei sei Parchi Nazionali – sottolinea il dott. Felicioli – hanno permesso di incrementare le conoscenze inerenti l’apoideofauna presente all’interno di questi territori e mettere in evidenza la presenza di specie di rilevante interesse conservazionistico in quanto incluse nella lista rosse delle api minacciate Italiane. Ulteriori indagini sono state inoltre condotte al fine di verificare quelle che sono le interazioni tra apoidei selvatici e api da miele gestite nell’uso delle risorse alimentari disponibili evidenziando il verificarsi di una forte ripartizione trofica interspecifica.

Il CREA-A di Bologna, attraverso i suoi esperti Dott.ssa Cecilia Costa e Dott. Marino Quaranta, hanno infine completato il quadro informativo su questi importanti insetti evidenziato la particolare ricchezza delle aree protette, anche in termini di presenza di insetti apoidei. Con riferimento all’ape da miele invece gli studi sottolineano come nelle aree protette l’ape mellifera mantiene una buona qualità genetica e risente molto poco dell’inquinamento genetico che in altre aree ne sta compromettendo la presenza in relazione alle caratteristiche ambientali locali.

Il miele raccolto quest’anno, nonostante un’estate particolarmente calda e siccitosa, è risultato di ottima qualità soprattutto nella tipologia millefiori: merito questo della ricchezza di ambienti e fioriture che rendono unici questi luoghi in ogni stagione. Sono state premiate tutte le categorie in concorso: i mieli millefiori (raccolti fino a 800 m di altitudine), i millefiori della montagna abruzzese (raccolti oltre gli 800 m di altitudine) e i mieli particolari, ovvero uniflorali.

Si sono aggiudicati l’ambito riconoscimento di “Migliori mieli dei Parchi dell’Appennino”, per la categoria Miele millefiori: al primo posto l’Azienda Adi di Mauro Masciovecchio di Paganica (AQ), al secondo posto Ernesto Iovenitti di Barisciano (AQ) e al terzo posto Angelo Panepucci di Paganica (AQ). A Giulia Maria Pendenza di Manoppello (PE) è andata la mansione speciale per questa categoria.

Per la categoria Mieli Millefiori di Montagna, al primo posto si è classificata l’azienda Terre dell’Alto Aterno di Anna Rita Muzi di Capitignano (AQ), al secondo posto l’azienda Agriamiternum di Graziella Autili di Preturo (AQ) e al terzo l’azienda L’oro degli Eremiti di Sergio Corridoni di Montefortino (FM). Il premio speciale è andato invece all’azienda Allevamenti apistici Tomassi di Carlo Alberto Pietrangeli di Campotosto (AQ) Per la categoria “Mieli uniflorali dell’Appennino” i vincitori sono stati: primo classificato Ernesto Iovenitti di Barisciano (AQ), secondo l’azienda L’oro degli Eremiti di Sergio Corridoni di Montefortino (FM) e terzo l’Apicoltura Colle Felicetta di Simone Parisse di Avezzano (AQ), tutti premiati per il loro il miele di Acacia.

La menzione speciale è andata all’azienda apistica Dives di Vanessa Di Vito di Barrea (AQ) per il miele di Biancospino e all’azienda agricola Amoroso di Remo Palmerio di Caramanico Terme per il suo Miele di Acero, autentiche rarità ed espressione del territorio. Al termine della manifestazione è stata ricordata la figura di Pietro Asci, apicoltore di Ortona dei Marsi e referente del Presidio Slow Food dei Mieli particolari dell’Appennino aquilano recentemente scomparso.

Il concorso è ufficialmente riconosciuto dall’ Albo Nazionale degli Esperti in Analisi Sensoriale del miele e, nella giuria dello stesso, vengono chiamati a partecipare gli esperti della Regione Abruzzo, Marche e Lazio, aree di competenza dei Parchi Nazionali




AL VIA IL CORSO PER LE GUIDE del Parco Nazionale della Maiella

Prende il via il Corso di formazione, organizzato dal Parco Nazionale della Maiella, per il riconoscimento del titolo di Guida del Parco

Sulmona, 29 novembre 2022. L’iniziativa si colloca nell’ambito dello sviluppo e della valorizzazione delle attività economiche e dell’occupazione locale promossi dall’Ente Parco. Le Guide del Parco, come sottolinea il Direttore Dott. Luciano Di Martino, “sono figure di mediazione tra il Parco e il fruitore, e come tali facilitatori della lettura del paesaggio naturale e interpreti della natura stessa.”.

Il Corso, come previsto dall’articolo 14, comma 5, della Legge Quadro sulle aree protette n. 394/91, nasce con la Regione Abruzzo. Al primo corso partecipano 21 aspiranti Guide ed avrà una durata complessiva di 120 (centoventi) ore di lezioni teorico-pratiche.

Per il Presidente, Prof. Lucio Zazzara, “le Guide, rappresentando verso l’esterno l’immagine del Parco, dovranno essere in grado di comunicare senso di appartenenza e di valorizzare in ogni dettaglio il Parco stesso, oltre a sapersi rapportare con l’utenza straniera.”.

Il corso affronta anche il ruolo dell’interpretazione nella pianificazione delle aree protette e analizza i principali strumenti e mezzi d’interpretazione necessari per lo svolgimento della professione, ed analizza il significato e l’evoluzione del concetto di conservazione a livello globale, illustrando le risposte elaborate dalla comunità scientifica internazionale riguardo alla gestione dello sviluppo socioeconomico e della tutela della biodiversità nei parchi.

È fondamentale obiettivo dell’Ente Parco avere a disposizione un elenco di operatori di alto profilo professionale che si pongano in maniera propositiva per la costruzione di attività, anche rivolte al pubblico straniero, che sensibilizzino alle questioni legate alla tutela, alla gestione sostenibile e alle buone pratiche in materia ambientale, ai cambiamenti climatici, in stretto rapporto con la vision del Parco, le sue finalità e strategie di conservazione e sviluppo.




IL  PIANO PROVINCIALE DELLA CICLABILITÀ presentato a Roseto apre un nuovo orizzonte sulla mobilità

È in fase di progettazione la ciclabile Teramo-Mare mentre è stato candidato a progettazione il prolungamento verso Montorio.

Il sistema di illuminazione a terra del Ponte ciclopedonale sul Vomano è perfettamente funzionante e collaudato: a terra, a led e non invasivo costituisce un valore aggiunto rispetto all’architettura dell’opera. L’Ente è in attesa (qualche giorno) dell’allaccio dell’Enel

Teramo 28 novembre 2022. “L’inaugurazione del Ponte sul Vomano apre un nuovo ciclo quello della realizzazione delle ciclabili che corrono sulle vallate e collegano l’interno alla costa. Un vero e proprio sistema che anche grazie alla collaborazione con il servizio PNNR coordinato dal consigliere Giovanni Luzii è già in fase di progettazione sulla madre di tutte le ciclabili quella che dal capoluogo arriverà al mare” così il consigliere delegato Lanfranco Cardinale che al convegno che si svolto a Roseto sabato scorso ha delineato il progetto strategico dell’ente che mira a collegare con vere e proprie strade ciclabili attrezza tutta la provincia.

È già in progettazione per 400 mila euro (Studio di ingegneria TPS) quella che insieme alla pista della costa, rappresenta una dorsale portante: la strada ciclabile che corre parallela alla ferrovia, non si incrocia mai con le carrabili (ed è quindi molto sicura) che da Teramo arriva a Giulianova, la Provincia (ufficio del PNRR) ha avanzato inoltre la richiesta di finanziamento per progettare il prolungamento di questa pista verso Montorio (un anello che sulla pianificazione provinciale si collegherà alla pista della Val Tordino). A Teramo, grazie ai finanziamenti ottenuti dal Comune per le città sedi di Università, la pista, prosegue verso Coste Sant’Agostino con le biciclette a pedalata assistita.

Il 14 marzo del 2017, vent’anni dopo l’intuizione del Corridoio Verde da parte della Provincia di Teramo, con una delibera presidenziale viene approvato il Piano strategico per la mobilità ciclistica e la rete delle ciclabili. Il piano porta la firma degli architetti Giuliano Di Flavio (coordinatore progettuale), Raffaele Di Marcello e Alfonso Pallini, in forza nel servizio “Pianificazione territoriale, urbanistica, piste ciclabili e Sistema informativo territoriale della Provincia”.

“Un salto di qualità significativo rispetto all’idea della mobilità su due ruote: vere e proprie strade ciclabili, non semplici corsie, pensando certamente alla crescente domanda di turismo slow e di lunga percorrenza, quindi per usi amatoriali e ricreativi, ma anche alla bicicletta come mezzo quotidiano alternativo all’autovettura”. Precisa Cardinale, i percorsi individuati nel Piano sono: completamento della ciclabile della Val Vibrata, ciclabile del Salinello, ciclabile della Val Tordino, ciclabile del Vomano. Il cerchio si chiude con il Ponte ciclopedonale sul fiume Tronto che collegherebbe l’Abruzzo alle Marche e la montagna con la pista verso Montorio. 

Giovanni Luzii: “Va sottolineato la lungimiranza di tutti quelli che hanno disegnato questa pianificazione: oggi la ciclabilità e la mobilità sostenibile incrociano praticamente metà delle missioni del PNRR. E’ chiaro che la mia attenzione e quella del mio ufficio è molto concentrata su questo obiettivo che dalla montagna al mare ricuce il territorio sia da un punto di vista sociale che turistico”

“Questa progettazione – conclude Lanfranco Cardinale –  come sottolineato dal coordinatore progettuale del Piano Nazionale della mobilità Riccardo Capecchi del Ministero delle Infrastrutture non rappresenta solo un formidabile volano rispetto alla richiesta turistica, ma crea una vera alternativa all’utilizzo delle auto anche da parte dei residenti quale mezzo per gli spostamenti di media percorrenza con numerosi vantaggi: decongestione del traffico, miglioramento della salute pubblica e dei singoli, riduzione del consumo di carburante di origine fossile e riduzione dei costi di manutenzione sulla rete stradale tradizionale,  creando nuove relazioni e nuove dinamiche sociali fra i territori.

Infine, una precisazione riguardante il Ponte ciclopedonale che in queste notti è stato al buio: le luci sono state collaudate e sono perfettamente funzionanti, l’Enel deve solo montare il contatore: hanno assicurato che è questione di pochi giorni. Il sistema luci del ponte è a terra ed è tutto a led con un una illuminazione che rispetta lo skyline della struttura in legno e acciaio e lascia libera la visuale.




NUOVO INGENTE SVERSAMENTO DI RIFIUTI ingombranti nella Riserva Borsacchio

Denuncia presentata per nuovo abbandono di rifiuti in via Accolle

Roseto degli Abruzzi, 28 novembre 2022. Nel fine settimana un nuovo sversamento di rifiuti ingombranti in via Accolle a Roseto nell’unico sentiero attrezzato della Riserva Borsacchio. Io problema è comune in tutte le città. Quando esiste una strada percorribile in auto in campagna spesso viene usata da criminali per abbandonare rifiuti. Da anni censiamo, segnaliamo e spesso bonifichiamo discariche come questa.

Ora però serve una svolta. Via accolle va resa pedonale, consentendo accesso ai residenti ed ai proprietari dei terreni. Mettere video trappole e sbarra all’ingresso. Serve una scelta coraggiosa per valorizzare una perla del nostro territorio.

Ai criminali diciamo, non vincerete, li toglieremo e chiederemo alle autorità di cercare di identificare i responsabili e se saranno individuati li riporteremo noi stessi a casa loro.

Marco Borgatti

Presidente Guide Del Borsacchio -Guardia Ambientale – Direttivo WWF Teramo – Presidente FIAB Roseto




AMIANTO DETERIORATO a Civitella Casanova

La Asl certifica i rischi per la salute dei cittadini ma a quasi 300 giorni dalla nostra prima segnalazione non si è ancora provveduto alla bonifica

Pescara, 26 novembre 2022. Questa mattina ci occupiamo di una situazione preoccupante che si protrae ormai da diverso tempo.  Su richiesta dei consiglieri del gruppo Uniti per il territorio al Comune di Civitella Casanova, che partecipano alla conferenza stampa, la scorsa primavera denunciai i rischi per la salute pubblica a causa delle pessime condizioni dei capannoni della vecchia porcilaia situata in contrada Cona di Civitella Casanova. Struttura dismessa una ventina di anni fa che ha impiegato al lavoro decine di famiglie locali e sorge a pochi metri dall’insediamento popolare del paese.

Ho subito provveduto ad interessare Asl, Arta e Direzione regionale Ambiente al fine di verificare tempestivamente lo stato della copertura in amianto e poi procedere eventualmente alle necessarie operazioni di bonifica. Non avendo ottenuto risposte esaurienti, nel corso dell’estate sono tornato a sollecitare gli enti preposti.

Dalla prima segnalazione (2 marzo) e dalla seconda (4 luglio) sono rispettivamente trascorsi 269 giorni e 145 giorni, e non è stato adottato alcun provvedimento a tutela della salute dei cittadini. Malgrado la Asl – che ad aprile ha aperto una nuova procedura di verifica, specificando come il fabbricato fosse stato già oggetto di una prima bonifica tra il 2006 e il 2008 – abbia accertato nel corso di un sopralluogo:

–              La presenza nell’area di cinque manufatti, di cui tre ex stalle dotate di copertura realizzata con lastre ondulate contenenti amianto, oltre ad aree prive di lastre;

–              Distaccato dai già menzionati manufatti e a ridosso della strada vicinale è presente un ulteriore manufatto dotato di copertura a botte anch’essa realizzata con lastre ondulate contenenti amianto;

–              L’intera area versa in stato di abbandono e solo il fienile pare essere utilizzato quale rimessa attrezzi. A causa dello stato di abbandono, in più punti la vegetazione spontanea, in particolare rovi, ha raggiunto le lastre di copertura che in alcuni punti sono state sovrastate creando abrasione.

La documentazione fotografica mette bene in evidenza lo stato di abbandono e le lastre di amianto, rotte in più punti. Criticità, visibili a tutti, che l’azienda sanitaria ha messo nero su bianco in una missiva indirizzata il 19 aprile al Sindaco di Civitella Casanova – che mi è stata girata dall’Asl a seguito di un mio terzo sollecito datato 14 ottobre -, in cui ha evidenziato il rischio di aerodispersione delle fibre di amianto nocive alla salute a causa del deterioramento dei capannoni e della prolungata esposizione agli agenti atmosferici. Invitando il primo a cittadino a fornire: tutta la documentazione relativa agli interventi di bonifica/manutenzione effettuata dal 2006; la valutazione dello stato di deterioramento dei materiali contenenti amianto ancora in sede; il piano di Manutenzione e Programma di Controllo dei materiali contenenti amianto.

Stando alla documentazione che ci ha trasmesso la Asl, il Comune di Civitella non deve aver provveduto, non a caso in una nuova nota dell’Ufficio Igiene, inviata il 27 settembre, l’azienda sanitaria ha richiesto al Sindaco, sulla base delle normative vigenti, «di emettere ordinanza nei confronti del proprietario del sito affinché venga effettuata entro 90 giorni la bonifica dei materiali contenenti amianto».

Sono trascorsi altri sessanta giorni e le opere di messa in sicurezza non sono state avviate. E sull’albo pretorio del Comune non è rinvenibile alcuna ordinanza che ordini la bonifica sulla base delle indicazioni della Asl.

Questa conferenza non è finalizzata ad individuare colpevoli, bensì a riaccendere i riflettori su una situazione grave cui occorre porre finalmente rimedio al fine di salvaguardare la salute dei cittadini. Quelli accumulati finora infatti sono ritardi inaccettabili generati dal lassismo di istituzioni che non si curano affatto dei rischi sanitari cui sono soggetti i numerosi residenti nelle vicinanze – l’area, infatti, si trova nei pressi dell’insediamento di edilizia residenziale pubblica di Civitella e non è distante dall’intero paese -.

Per questo motivo oggi stesso ho provveduto ad informare il Gruppo Carabinieri Forestale di Pescara, chiedendo un intervento risolutivo per ripristinare le normali condizioni igienico sanitarie ed ambientali, oltre alla verifica dell’adempimento di tutti gli obblighi di legge. 

«Mi sono interessata alla questione nelle vesti di consigliere comunale e prima ancora in quelle di mamma che ha a cuore la salute dei propri figli e dei propri compaesani – afferma Claudia Lattocco di Uniti per il territorio -. Questo non è un capriccio ma un problema serio che necessita di rapida soluzione».  

Antonio Blasioli, Consigliere Regionale

Gruppo consiliare Uniti per il territorio al Comune di Civitella Casanova




LA CICLOVIA ADRIATICA e il ruolo della FIAB

Mentre ci si prepara all’inaugurazione (che speriamo avvenga a breve) del ponte  ciclopedonale sul fiume Vomano e si intravede la possibilità di apertura dell’attraversamento ciclabile del Torrente Piomba, che collegherebbe le ciclabili costiere della provincia di Teramo con quella della provincia di Pescara, FIAB vuole ricordare il ruolo che avuto nell’ideazione e nel finanziamento della Ciclovia Adriatica.

Teramo, 20 novembre 2022. Ricordiamo che la Ciclovia Adriatica fa parte della rete BicItalia, ideata da FIAB nel 2000 come integrazione della rete ciclabile europea Eurovelo, nata nel 1997 anche con la collaborazione della stessa FIAB.

Con Delibera del Febbraio 2001, n. 1 il Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica (CIPE) impegna il Ministero dei Trasporti a sviluppare un apposito studio sulla fattibilità di una rete di percorribilità ciclistica nazionale, costituendo un Gruppo di Lavoro nazionale sulla Mobilità Ciclistica. Tale Gruppo di Lavoro è istituito con decreto del Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti n. 6667 del 30 Novembre 2001 ed il presidente FIAB è nominato tra i componenti.

A seguito di una Convenzione tra Ministero dell’Ambiente, Associazione Italiana Comuni Ciclabili e FIAB viene redatto uno studio di fattibilità e le linee guida per La rete nazionale di percorribilità ciclistica, a cura degli esperti FIAB Claudio Pedroni e Riccardo Gallimbeni.

Nel marzo 2011 la Regione Puglia assegna incarico a FIAB per verificare il tracciato della Ciclovia Adriatica pugliese e la redazione di un road-book “Ciclovia Adriatica in Puglia” (BI n. 6) poi pubblicato nel 2016, e nel maggio dello stesso anno viene inaugurato il portale web www.bicitalia.org che inizia a riportare in formato vettoriale le tracce delle ciclovie di Bicitalia già percorribili.

A novembre 2011 FIAB diventata ufficialmente Centro nazionale di coordinamento per lo sviluppo della rete ciclabile europea “EuroVelo” in Italia. Nel 2017 Bicitalia entra a far parte della pianificazione nazionale con l’approvazione del Documento di Economia e Finanza (DEF) 2017 “Connettere l’Italia: fabbisogni di progetti e infrastrutture” – PIANO NAZIONALE TRASPORTI E LOGISTICA e le mappe Eurovelo e Bicitalia sono riportato nella rete delle infrastrutture strategiche.

Nel 2018 viene approvato il Piano Straordinario della Mobilità Turistica 2017-2022, con inserite le mappe Bicitalia ed Eurovelo. FIAB, con i propri esperti, entra a far parte dei tavoli tecnici del MIT per l’esame dei progetti relativi alle 10 ciclovie del SNCT, tra le quali c’è anche la Ciclovia Adriatica, e viene chiamata al tavolo tecnico del MIT con Regioni, Provincie Autonome, UPI e ANCI per l’attuazione dell’art. 4 della legge 2/2018 (Disposizioni per lo sviluppo della mobilità in bicicletta e la realizzazione della rete nazionale di percorribilità ciclistica).

Per quanto riguarda, in particolare, la Ciclovia Adriatica, grazie anche all’attuale presidente, Alessandro Tursi, e all’attuale responsabile del Centro Studi nazionale, Raffaele Di Marcello, entrambi abruzzesi, nel 2018 FIAB firma a Martinsicuro un protocollo con le Regioni interessate per la promozione dell’itinerario ciclabile costiero, protocollo che poi porterà alla successiva firma dell’accordo tra Regioni e Ministero delle Infrastrutture per il finanziamento e la progettazione del completamento della ciclovia.

Va ricordato che, nel 2013, la FIAB era stata una delle principali promotrici del completamento della ciclabile costiera abruzzese, finanziato con il progetto regionale “Bike to Coast”, tratto già interessato dai lavori del progetto “Corridoio Verde Adriatico” che aveva visto realizzare numerosi ponti ciclopedonali, soprattutto nel teramano, e diversi tratti ciclabili. Ogni anno da 13 anni a questa parte, il 2 giugno, la FIAB, in collaborazione con altre associazioni nazionali e locali, ha organizzato la “Biciclettata Adriatica” per la promozione della Ciclovia Adriatica, con partenze da S.Benedetto del Tronto e Francavilla al Mare, ed arrivo a Pineto. Sono stati inoltre organizzati, negli anni, convegni, cicloviaggi, incontri con amministratori e decisori politici, proprio per promuovere il tratto abruzzese della ciclovia costiera e, in generale, la mobilità ciclistica ed il turismo in bicicletta in Abruzzo.

Nel 2016 la FIAB ha portato la propria Bicistaffetta nazionale sulla Ciclovia Adriatica, partendo dal Molise fino alla Romagna, incontrando amministratori locali, sempre per promuovere il completamento del percorso ciclabile e per stimolare azioni di sviluppo locale legate al cicloturismo e alla mobilità sostenibile.

Sempre FIAB, tramite i suoi esperti, aveva redatto e proposto il disegno di legge regionale sulla mobilità ciclistica, poi diventato Legge Regionale n. 8 del 2013 e promosso il trasporto gratuito delle biciclette sui treni, diventato realtà nel 2017.

Ed è anche grazie a FIAB se la Ciclovia Adriatica è, attualmente, la ciclovia ad aver ottenuto i maggiori finanziamenti (118,12 milioni di euro) all’interno del Sistema Nazionale delle Ciclovie Turistiche e la Federazione, che è parte della European Cyclists’ Federation (ECF) sta lavorando, investendo proprie risorse, economiche e umane, affinché il percorso ciclabile adriatico entri nella rete ciclabile europea Eurovelo, in modo da acquistare maggior prestigio anche a livello internazionale.

Non a caso il continuo, e spesso ignorato, lavoro di FIAB ha portato la Ciclovia Adriatica ad essere il terzo itinerario nazionale, dopo Ciclovia del Sole, che attraversa l’Italia dal confine con l’Austria fino alla Sicilia; e la Ciclovia del Po (da Venezia a Torino), più ricercata sul web attraverso il sito www.bicitalia.org.

Una lunga storia, quindi, quella della Ciclovia Adriatica, che aggiungerà un altro, importante tassello con l’inaugurazione del ponte sul Vomano, che ha visto, dall’inizio, FIAB come protagonista. Tale ruolo non sempre è stato riconosciuto, soprattutto a livello locale, ma la Federazione, con le sue associazioni locali e le sue strutture nazionali, continuerà a lavorare e a dare il suo contributo, affinché, anche in Abruzzo, si passi presto da una bella pista ciclabile ad un territorio ciclabile.

Foto: https://fiabitalia.it/ciclovia-adriatica-protocollo-mit/




EROSIONE SPIAGGIA di Fossacesia Marina

Nuovo appello del sindaco alla regione per arginare il fenomeno

Fossacesia, 16 novembre 2022. Il Sindaco di Fossacesia, Enrico Di Giuseppantonio, ha scritto al Presidente della  Giunta Regionale Marco Marsilio, al Sottosegretario alla Presidenza delegato alla Difesa della Costa, Umberto D’Annuntiis, e al Servizio Opere Marittime per segnalare gli ultimi danni causati sulla spiaggia di Fossacesia Marina dalle mareggiate dei giorni scorsi.

“Il maltempo e l’ingrossamento del mare hanno riproposto la grave situazione dell’erosione su tutti i cinque chilometri della spiaggia di Fossacesia, che merita la massima attenzione e azioni di contrasto non più rinviabili. Questa volta – afferma il Sindaco Di Giuseppantonio nella sua nota – segnalo una forte riduzione del tratto di spiaggia dall’area Camper alla Darsena, nel lungomare sud, dove sono tra l’altro presenti alcuni stabilimenti balneari. In questa zona l’area demaniale  rimasta dopo l’erosione si è ridotta di oltre il 70%. Non è la prima volta che richiamo l’attenzione sui fenomeni di erosione di cui è vittima la nostra spiaggia, tanto che la stessa agenzia  pubblica l’ ENEA nelle sue proiezioni derivanti dallo studio sull’innalzamento dei mari a causa del riscaldamento atmosferico, pone Fossacesia tra le località abruzzesi ad alto rischio per le possibili evoluzioni derivanti dal cambiamento climatico,  conseguenti ai fenomeni erosivi della costa. E’ quindi un intervento urgente da parte della Regione Abruzzo perché pianifichi ogni possibile soluzione per arginare il fenomeno”.




PARTE IL BICIBUS ma la ciclabile è interrotta

L’Appello di FIAB

Castelnuovo Vomano, 13 novembre 2022. Il 7 novembre scorso è partito il bicibus nella scuola primaria di Castelnuovo Vomano, organizzato dall’istituto comprensivo Margherita Hack. Genitori ed alunni, entusiasti dell’iniziativa, hanno però trovato una sgradita sorpresa: la ciclabile era interrotta da lavori e i giovani ciclisti sono stati costretti a percorrere un tratto di viabilità in promiscuo con le auto, con tutti i rischi potenziali conseguenti. Il problema si è ripresentato nei giorni seguenti, senza che l’amministrazione, seppur al corrente dell’iniziativa, abbia provveduto alla messa in sicurezza dell’itinerario.

A tal proposito FIAB Teramo, sollecitata da alcuni genitori, lancia un appello all’amministrazione: “L’esperienza del bicibus dell’istituto Hack di Castelnuovo Vomano – dichiara il presidente FIAB Gianni Di Francesco – è un esempio virtuoso che deve essere seguito da tutte le scuole della nostra provincia. Andare a scuola a piedi o in bici favorisce l’autonomia degli studenti e la loro salute fisica e psicologica. Occorre, però, che vengano garantiti percorsi sicuri, e questo è compito delle amministrazioni comunali”.

“L’interruzione della ciclabile – continua Di Francesco – e la mancata individuazione di un percorso alternativo, anche limitando la viabilità motorizzata, denota una scarsa attenzione verso un’iniziativa che, in altri contesti, costituirebbe una buona pratica da incentivare”.

“Ci auguriamo – conclude il presidente FIAB – come associazione e come cittadini, che le criticità siano definitivamente superate. Invitiamo inoltre il Comune ad istituire le zone scolastiche e ad individuare, anche con apposita segnaletica, i percorsi bicibus e piedibus, restando a disposizione per qualsiasi forma di collaborazione affinché Castelnuovo diventi “sicura e ciclabile”, proseguendo un progetto iniziato diversi anni fa”.

FIAB Teramo