MOTO SULLA SPIAGGIA

Montesilvano, 28 aprile 2024. La spiaggia è demanio pubblico, pericolose per runners e passeggianti in riva al mare. Il sindaco fa un’ordinanza, ma non mette un cartello di allerta né un avviso ai cittadini.

1. Vai a correre la mattina in riva al mare, o fai una passeggiata con il cane o l’amica, ed ecco comparire sulla spiaggia, rombanti moto che sbandano sulla sabbia. È il raduno dei motociclisti accampati al palacongressi per alcuni giorni, che si divertono sgommando sulla sabbia. Autorizzati dal sindaco.

Ok, riempiranno gli alberghi e faranno girare l’economia turistica, ma sono un pericolo per la sicurezza delle persone che fanno footing sulla spiaggia.

2. L’*Ordinanza balneare 2024* della Regione Abruzzo ricorda che c’è un *diritto di accesso pedonale alla battigia* garantito per tutti (clienti e non clienti di stabilimenti balneari) E la fascia di 5 m dalla battigia deve essere libera da ostacoli per chi passeggia di fronte al mare. Mentre è *vietato l’accesso ed il transito per ogni tipo di veicoli sulla spiaggia*.

3. Se tu togli un diritto riconosciuto ai cittadini per concedere un privilegio ai veicoli, hai il dovere di informare preventivamente i cittadini con avvisi e cartelli che evitino il pericolo. Non basta un’Ordinanza sull’albo pretorio. La spiaggia è demanio pubblico, non proprietà del sindaco. Occorre avvisare i cittadini e mettere segnali. Abitudine assente in questa città anche con i cantieri di Corso Umberto, in cui non c’è un’indicazione di dove andare per evitare il cantiere.

Una segnalazione, con diffida al ripristino dei luoghi, è stata inviata a *Capitaneria di Porto* e *Prefetto* di Pescara, alla *Guardia costiera* e *sindaco* di Montesilvano.

digiampietro@webstrade.it, presidente SMPP1




LA RISERVA RINASCE nelle aiuole dello … spartitraffico!

Pescara, 27 aprile 2024. Alessandra, una socia dell’associazione, rimanda in chat e poi su FB, tra allarme e meraviglia, un video in cui si vedono tante piantine di Pino d’Aleppo che stanno crescendo in alcune delle aiuole spartitraffico poste nei pressi dell’ingresso sud della Riserva, all’incrocio tra Via Silone e Strada della Bonifica.

Facciamo subito un sopralluogo. È vero: contiamo circa un centinaio di piantine (un centinaio!), da un palmo a anche due di altezza, che stanno crescendo tra gli strobili sparpagliati nel ghiaietto delle malandate aiuole, dove cresce, tra varie essenze floreali, anche il novellame della Riserva.

E pensare che siamo dentro il perimetro della Riserva, e auto, moto, furgoni e camion transitano e girano intorno a questi fazzoletti di terriccio ciottoloso, delimitati da cordoli gialli e neri al cui interno spumeggiano i soffioni del tarasacco, spiccano le rosse bacche di agazzino e, in ordine sparso, ondeggiano gli esili ma resilienti steli dell’avena selvatica. Tutto in pochi metri quadrati che però conifere rinascenti non hanno disdegnato di colonizzare.

Il dato è incredibile, perché di lì a due passi c’è un esercito di operatori esperti, guidati da professionisti della materia, che si sta occupando, con dispendio di mezzi e energie, proprio di questo: far rinascere la pineta, selezionando il materiale più prezioso che ha ripreso vita dopo l’incendio del 2021 e magari aggiungendone altro addirittura geneticamente migliore.

A questo punto ci chiediamo: ma se all’interno di pochi metri quadrati di sagomatura stradale, la cui essenziale funzione è incolonnare il traffico e non certo essere semenzaio di rinnovamento naturale di un bosco (e di cui ignoriamo il substrato, che potrebbe essere tra i più terribili materiali di riporto), nascono così tante plantule di pino, cosa mai potrà essere accaduto nelle aree circostanti, dove il contesto geopedologico è di ben altro tipo ? (esperti istituzionali sembrano affermare che il substrato non sia adatto ad una pineta, e che forse questo comparto forestale non sia neanche idoneo a essere Riserva).

Quante migliaia di semi ce l’hanno fatta, dando origine a nuova vita, a riprendersi il territorio devastato dal fuoco nel giro di poche ore? Sembra migliaia, da quanto emerso dai sopralluoghi effettuati nel tempo dal personale incaricato proprio di verificare il tasso di recupero e di ricrescita. E che fine hanno fatto?

A giudicare dalla devastazione operata dai mezzi meccanici, gommati e cingolati, che hanno percorso in lungo e in largo i diversi comparti della Riserva, molti individui potrebbero essere stati ricacciati nel sottosuolo, tra calpestio e costipazione, sepolti dai mezzi meccanici in manovra e dai pesanti tronchi, trasportati dai loro letti di caduta fino alle cataste cimiteriali.

Nei giorni recenti abbiamo notato che in questa zona, lungo i bordi delle strade che attraversano la Riserva, è stato fatto lo sfalcio dell’erba. Ci chiediamo: con quale criterio vengono condotti questi lavori, visto che siamo all’interno di un’area protetta e che si sta facendo di tutto, scientificamente parlando, per ridare vita a una formazione boschiva così preziosa tanto da averle attribuito, ben 24 anni fa, il titolo di Riserva?

Chi controlla se per caso non vi siano preziose piantine in crescita che non vengano invece spazzate via dalle lame della falciatrice?

Potrebbe anche capitare che incauti operai, muniti di decespugliatori, diano una ripulita anche agli spartitraffico?

Senza un comitato di gestione e della Direzione scientifica della Riserva potrebbe accadere, senz’altro. Anzi, forse succede già!

Radici inComune




LA LIBERTÀ VENNE DAL MARE

Dodicesima edizione continua a onorare la resistenza italiana a Roseto degli Abruzzi verso la Riserva Borsacchio. 25 aprile cerimonia e biciclettata

Roseto degli Abruzzi, 25 aprile 2024. Oggi segna il dodicesimo anno della manifestazione in bicicletta “La libertà che venne dal mare”, un evento che continua a ricordare e onorare gli eroi della resistenza italiana. Ideata da Franco Sbrolla, insieme a Gigino Braccili e ispirata al libro “Abruzzo kaput”, questa manifestazione porta avanti il ricordo delle storie di coraggio e sacrificio legate alla lotta per la libertà.

L’evento è organizzato dalle Guide del Borsacchio in collaborazione con FIAB, WWF ,  l’Istituto Abruzzese Aree Protette e gode del patrocinio e della partecipazione attiva del Comune di Roseto.

Durante le tappe della manifestazione, sono state deposte corone di fiori per ricordare i caduti della resistenza, un gesto simbolico che sottolinea il rispetto e la gratitudine verso coloro che hanno sacrificato la propria vita per la libertà del nostro Paese.

Il percorso della manifestazione tocca luoghi simbolo della resistenza, tra cui la foce del Torrente Borsacchio, teatro di agguati nazifascisti durante il periodo bellico. Prima della partenza, le istituzioni si sono unite per commemorare i caduti e coloro che hanno dato la vita per la libertà, rendendo omaggio al Monumento dei Caduti e alla Targa di Libero Pierantozzi.

L’entusiasmo e la partecipazione della comunità locale e delle istituzioni sottolineano l’importanza di mantenere viva la memoria storica e di trasmettere ai giovani le lezioni di coraggio e resilienza delle generazioni passate. “La libertà che venne dal mare” è molto più di una semplice manifestazione sportiva; è un atto di resistenza e di riconoscimento verso coloro che hanno combattuto per un’Italia libera.

Anche quest’anno, l’evento è stato un’occasione per ribadire con forza il motto “ora e sempre, resistenza”, continuando a celebrare la storia della resistenza italiana e a rendere omaggio ai suoi protagonisti.




LA RISERVA È PATRIMONIO DEI CITTADINI, NON DEL MERCATO!

Pescara, 24 aprile 2024. Sembra essere proprio il ROGO il destino del legname accatastato nella zona sud della Riserva Dannunziana a seguito delle operazioni di bonifica attuati per rimuovere i tronchi interessati dall’incendio del primo agosto del 2021.

Anche se non direttamente, così è stato più volte annunciato e ribadito dall’Amministrazione comunale che, abbastanza pilatescamente, sembra intenda affidare al “MERCATO” la sorte di questo prezioso, in quanto serbatoio di carbonio, patrimonio di sostenibilità, che appartiene all’intera comunità pescarese e non solo, trattandosi di una Riserva Regionale.

Di quest’area protetta, tra l’altro, a distanza di quasi 25 anni dalla sua istituzione (2000), non vi è ancora traccia di un comitato di gestione e della relativa direzione scientifica che molto avrebbero potuto dire e fare in un quarto di secolo in termini di tutela e valorizzazione naturalistica.

E pensare che dopo l’approvazione del PAN nel 2018 e la tardiva pubblicazione dell’atto sul BURA il 13 febbraio 2019, su tutte,  ma proprio tutte,  le versioni del Documento Unico di Programmazione (DUP), prodotti dall’Amministrazione dal 2020 al 2023, alla voce: “Riserva Naturale Regionale Pineta Dannunziana” il testo distrattamente esordisce sempre con lo stesso testo: “Nelle more del completamento da parte della Regione Abruzzo dell’iter approvativo del Piano di Assetto Naturalistico (avvenuto come detto nel 2019), andranno perseguite le seguenti azioni (…). A pag. 103 del DUP 2023-2025, ma anche degli altri, si legge inoltre: “4. Gestione – Nelle more della definizione, da parte del Consiglio comunale, di un più incisivo e potenziato assetto di gestione della Riserva, si procederà, in coerenza con il PAN, alla realizzazione di strutture di accoglienza volte a garantire sostenibilità economica ad azioni di gestione organiche dell’area protetta”. Altre simili “enigmatiche” dichiarazioni, ripetute in fotocopia, chiudono in tutti i DUP il breve capitolo sulla Riserva.

Ad essere chiari, l’intervento in corso è riconducibile, come modello contrattuale, ad un appalto pubblico (una ditta si è aggiudicata i lavori a seguito di un bando) regolamentato dal Codice degli appalti (ultima release del 2023, ma già vigente nel 2016) che a sua volta rimanda ai cd CAM, criteri ambientali minimi (vigenti dal 2020), che chiaramente ne definiscono la cornice nonché le procedure. Ma di tutto questo non vi è traccia in quanto sta accadendo, né nella progettazione né nella esecuzione dei lavori.

Per venire alla sorte del legname di “esbosco”, ad esempio, che dovrebbe essere compostato in loco o presso impianti dedicati, con tanto di certificazione e sorveglianza da parte del Comune che ciò accada, questo è classificato del progettista, nonché DL dell’intervento, “nelle disponibilità della ditta appaltatrice” oltre che di “scarso valore di mercato“, e addirittura suggerire all’Ente appaltante di bruciarlo (ma quindi a chi appartiene questo materiale, all’ente appaltante o alla ditta appaltatrice?).

Consultate le attuali norme di riferimento, dalla Legge 21 novembre 2000, n. 353: “Legge-quadro in materia di incendi boschivi”, alla Legge 14 gennaio 2013, n. 10: “Norme per lo sviluppo degli spazi verdi urbani“, e finanche L.R. 4 gennaio 2014, n. 3: “Legge organica in materia di tutela e valorizzazione delle foreste, dei pascoli e del patrimonio arboreo della regione Abruzzo“, tutte  rimandano al PAN vigente, senza trovare riferimento alcuno ad un presunto uso “energetico” del materiale di esbosco, men che meno nel PAN stesso.

Ma quand’anche fosse, si tratta di un obbligo o di un’opportunità? In entrambi i casi, nel gestire un patrimonio pubblico di cui il Comune è custode in quanto Ente gestore per conto della Regione Abruzzo, e quindi della comunità dei cittadini, quale sarebbe la posizione dello stesso nei confronti dell’impegno che invece è tenuto ad assumere dal “Piano d’azione per la sostenibilità ambientale dei consumi nel settore della Pubblica amministrazione” (Codice degli appalti) a cui i Comuni italiani sono chiamati ad aderire e a dare il loro contributo, e dove la parola combustione non è mai citata?

Alla luce del fatto che nel caso in esame si è di fronte ad una Riserva Naturale, cioè un’area protetta, e non un bosco coltivato destinato a produrre biomasse (né tantomeno ad una grande isola verde spartitraffico), sarebbe logico aspettarsi che il materiale legnoso rimosso venisse trattato con coerenza, soprattutto per il fatto che il legname costituisce un immenso serbatoio di CO2 assolutamente da non reimmettere in atmosfera. Come?

L’approccio ambientale traccia alcune possibili strade: il legname, che rimane tale e che quindi diventa risorsa, può essere trasformato in opere per la messa in sicurezza del territorio, oppure usato nel settore dell’edilizia di arredo verde, con tavoli e panchine, capanni, giochi,  oppure opportunamente cippato come materiale pacciamante nella gestione del verde pubblico ovvero compostato (biochar) per restituire sostanza organica al suolo e continuare a fungere da substrato di cattura della CO2. Tutti i parchi e i giardini urbani, come tutta la riviera (modello “ecodune”) della città potrebbero essere interessati da detti usi, costituendo tra l’altro una grande occasione occupazionale di tipo artigianale, con dando luogo ad una esposizione artistica e turistica di richiamo: la Riserva rinasce nell’arredo della città e nella sua vocazione turistica e ambientale.

Alla luce di tutto ciò, neppure un chilogrammo di legname raccolto può andare a finire nel circuito che alimenta le centrali elettriche a biomasse, soprattutto perchè è un business per i provati (la combustione del legno ad uso energetico  incentivata dallo Stato: per ogni € di elettricità prodotta ne ricevono ben 3,9 di incentivi!).

Con una direzione scientifica dell’area protetta tutto quello a cui stiamo assistendo, almeno per quanto imprevedibile, forse non sarebbe accaduto. Non può oltremodo avvenire quanto invece oggi prevedibile, ovvero mandare in fumo, per una seconda volta, un patrimonio naturale che appartiene alla collettività e tale deve rimanere.

Giancarlo Odoardi




PROPOSTE VALORIZZAZIONE  SMPP1

Foce del Saline: dopo le denunce di deforestazione per i lavori idraulici

Pescara, 23 aprile 2024. Dopo le denunce di Marzo 2024 per i lavori di deforestazione delle sponde del Saline, che abbiamo scoperto poi, essere legati ad un finanziamento da 11 milioni di euro per la difesa idraulica dalle inondazioni, ha risposto alle nostre osservazioni l’Ing. Vittorio Di Biase, commissario straordinario per la difesa idraulica della Regione Abruzzo. Lo ringraziamo della disponibilità a confrontarsi con le istanze e dei cittadini. Ma non tutte le istanze presentate possono essere decise dal funzionario tecnico. Per cui il comitato Saline.Marina.Pp1 ha rivolto ai decisori eletti, sindaci e amministratori regionali, le  richieste escluse dalle decisioni tecniche ma  afferenti agli indirizzi politici, per trovare soluzione alle richieste dei cittadini. 

Il comitato ha inoltrato, via Pec, ai sindaci e rappresentanti eletti dei Comuni (Montesilvano, Città Sant’Angelo, Silvi, Pescara, Spoltore), e della Regione Abruzzo (presidente Marco Marsilio, cons.reg.opposizione Luciano D’Amico).

In particolare, il comitato Saline.Marina.PP1 di Montesilvano si è rivolto ai decisori eletti di Comuni e Regione, per intervenire modificando il progetto approvato di nuovi argini fluviali, che si chiede di trasformare da opera solo idraulica in infrastruttura verde per la valorizzazione del patrimonio naturalistico del fiume e opportunità di offerta turistica, legata alla rete ciclopedonale regionale Bike-to-Coast, prolungata in percorsi interni Along-the-River.

Le proposte del comitato SMPP1 riguardano :

1. Creazione di un parco metropolitano Foce del Saline-Piomba tra Montesilvano, Città Sant’Angelo e Silvi.

2.  Revisione delle norme regionali su trasparenza, pubblicazione e partecipazione dei cittadini, al monitoraggio dei progetti finanziati, per migliorare la qualità dei progetti stessi.

3. Obbligo di cartello di cantiere anche per i lavori sul patrimonio naturale e forestale diversi dai lavori agricoli, come avviene anche in altre regioni.

4.  Progetto di qualificazione di un argine fluviale come vero percorso ciclopedonale, verde, illuminato, collegato alla rete Bike-to-Coast come infrastruttura verde che unisca alla difesa idraulica, la valorizzazione del territorio.




PASSEGGIATA ECOLOGICA

Sulla spiaggia in occasione della giornata mondiale della terra. Appuntamento sabato mattina con l’iniziativa per raccogliere la plastica dispersa nell’ambiente

Roseto degli Abruzzi, 17 aprile 2024. In occasione della Giornata Mondiale della Terra, Plastic Free Onlus organizza, con il patrocinio del Comune di Roseto degli Abruzzi e la collaborazione di altre associazioni del territorio, una passeggiata ecologica per raccogliere la plastica lungo la spiaggia centrale della Città delle Rose.

L’evento si terrà sabato 20 aprile alle ore 10.00 con punto di ritrovo presso Piazza Filippone Thaulero per poi spostarsi lungo la spiaggia (raccogliendo la plastica) fino a Piazza Ponno. Alle ore 12.00 i partecipanti giungeranno a Piazza Ponno, dove saranno accolti dall’Amministrazione Comunale che illustrerà l’importanza della cooperazione tra tutte le istituzioni, pubbliche e private, affinché si raggiungano gli obiettivi per la riduzione della plastica dispersa nell’ambiente e si parlerà delle conseguenze provocate dalla sua presenza in natura. Nell’occasione verrà anche sottoscritto il Protocollo d’Intesa tra l’Amministrazione Comunale e l’Associazione Plastic Free Onlus che permetterà a Roseto di fregiarsi di un ulteriore riconoscimento ambientale.

Il fine settimana del 20-21 aprile sarà quindi un momento di grande mobilitazione per la protezione dell’ambiente in Italia della quale anche Roseto sarà grande protagonista. Più di 200 appuntamenti in tutto il Paese vedranno migliaia di volontari coinvolti nell’importante compito di rimuovere migliaia di chili di plastica e rifiuti dall’ambiente circostante. Questa iniziativa è organizzata dall’associazione di volontariato Plastic Free Onlus, impegnata dal 2019 nel contrastare l’inquinamento da plastica.

“Vorrei esprimere la mia profonda gratitudine  per tutti coloro che parteciperanno all’evento di raccolta della plastica sulla nostra bellissima spiaggia. Questo evento dimostra quanto sia fondamentale l’impegno collettivo verso la tutela dell’ambiente e la sostenibilità – afferma il Sindaco Mario Nugnes – Ogni pezzo di plastica raccolto è un passo verso un futuro più pulito e sostenibile per la nostra amata città di Roseto. Desidero ringraziare gli organizzatori per aver creato questo momento di sensibilizzazione così importante e al contempo il Dec Simona Mantenuto e la Diodoro Ecologia per il prezioso supporto. La cura del nostro ambiente è una responsabilità che condividiamo e ogni piccolo gesto conta. Ognuno deve fare la sua parte per mantenere pulita la nostra città e proteggere il nostro pianeta”.




ALBERI: carbon sink di CO2 sempre, vivi o morti che siano!

Pescara, 13 aprile 2024. Quando ero studente universitario, sui libri di ecologia trovavo scritto che la concentrazione di CO2 in atmosfera era, da quasi un milione di anni anche se con varie oscillazioni al ribasso, di 300 parti per milione (ppm), un quantitativo infinitesimo ma che però gioca un ruolo unico nel determinare l’equilibrio climatico mondiale. Oggi, appena dopo solo 45 anni, sulle piattaforme on line di rilevamento trovo scritto che siamo a 420 ppm, quasi il 50% in più (in meno di 2 secoli).

Tutta la massa vegetale presente sul nostro pianeta costituisce un carbon sink, ovvero un pozzo di carbonio: una enorme e inestimabile riserva. Anche l’oceano lo è, come il suolo, nella sua componente organica. In altre parole, per carbon sink si intende un deposito di carbonio, naturale o artificiale, in cui è stoccata in varie forme l’anidride carbonica: ciò evita che questa vada a aumentare il quantitativo presente nell’atmosfera e quindi a diminuire il riscaldamento del pianeta causato dal cosiddetto effetto serra, di cui la CO2  è appunto responsabile.

Più il carbonio resta intrappolato a terra, meglio è. Pertanto, una delle cose assolutamente da non fare per evitarne la dispersione in atmosfera è, come è a tutti noto, non favorire i processi di combustione, di qualsiasi tipo, che consumano ossigeno e hanno come prodotto di scarto la CO2 .

Ed è quello che in tema di appalti pubblici per la gestione del verde (codice degli appalti per il green public procurement – GPP) impongono i Criteri Ambientali Minimi (CAM).

In un recente confronto pubblico andato in onda su Ricicla TV, alcuni interlocutori del Ministero, dell’ANCI e di organizzazioni di categoria si sono confrontati sull’applicazione del codice degli appalti in materia di gestione del verde pubblico, ed in particolare dei CAM.

Lo ha detto in modo molto esplicito Laura D’Aprile (Capo del Dipartimento Sviluppo Sostenibile MAS): i CAM, ai sensi del Codice degli appalti, sono obbligatori.

L’ANCI, l’Associazione Nazionale dei Comuni Italiani, nella persona di Walter Giacetti, Direttore Tecnico Ecoambiente srl Rovigo, considerato che il compost è prodotto “povero”, ha proposto di incentivarlo (si incentiva il biometano, che brucia, e perché non il compost, che al contrario trattiene la CO2?).

Il Direttore generale di  Assoimpredia (Associazione che raggruppa il 70% delle imprese che si occupano della realizzazione e manutenzione del verde), Alberto Patruno, ha lamentato una evidente difficoltà degli enti appaltanti (Comuni) a costruire un corretto disciplinare di gara per la gestione del verde pubblico, denunciando una scarsa conoscenza delle modalità applicative dei CAM).

In tutti gli appalti del verde di molte città, troppe, i CAM sono disattesi, anzi, sembra siano superati dal loro contrario. In alcune, come nella mia, invece che applicarli, prevedendo nei progetti coinvolti le necessarie attività di recupero degli scarti vegetali in termini di materia, cioè compost, nei disciplinari di gara addirittura si attribuiscono punteggi premiali per utilizzi che prevedano finalità energetiche (produzione di CO2).

In questo settore, pertanto, l’operato di molte amministrazioni si sviluppano ancora e irresponsabilmente nel solco insostenibile dell’economia lineare, e non circolare, ponendosi quindi in contrasto con il Piano Nazionale d’Azione per la Sostenibilità Ambientale a cui i Comuni italiani sono chiamati e tenuti ad aderire e a dare il loro contributo.

Giancarlo Odoardi




GESTIONE ILLECITA DI RIFIUTI

Sequestrata discarica non autorizzata dalla Guardia Costiera di Giulianova

Giulianova, 11 aprile 2024. Al termine di attività di polizia giudiziaria in materia ambientale, i militari dell’Ufficio Circondariale marittimo di Giulianova hanno deferito alla Procura della Repubblica di Teramo il proprietario di un terreno, sito in Roseto degli Abruzzi, per presunta gestione illecita di rifiuti, realizzazione di una discarica non autorizzata e deposito incontrollato di rifiuti.

Il personale della Capitaneria di porto ha posto sotto sequestro un’area di 200 mq ed impartito prescrizioni per la rimozione dei rifiuti in un’ulteriore area di 360 mq.

Il soggetto presunto responsabile delle condotte era stato in passato titolare di una ditta individuale operante nella raccolta di rifiuti.

Le aree pertinenziali della proprietà sono state oggetto di prescrizione per la rimozione dei rifiuti e la rimessa in pristino stato del terreno, impartita dalla polizia giudiziaria ed asseverata da parte dell’Ente tecnico competente, mentre le aree esterne, interessate dal pubblico transito e dalla presenza di rifiuti anche di tipo pericoloso, sono state poste sotto sequestro preventivo, convalidato dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Teramo.




LA CONFERENZA DI RADICI IN COMUNE

Presentazione dossier Riserva Dannunziana e NOCO2

Pescara, 9 aprile 2024.  Nella giornata di domani mercoledì 10 aprile, alle ore 11, in via Silone, di fronte al cancello di ingresso sud della Riserva Dannunziana, si terrà una conferenza stampa di presentazione di un dossier sull’area protetta, istituita ben 24 anni fa e ad oggi ancora non dotata di un comitato di gestione come anche della Direzione scientifica e di cui non si può che documentare l’inerzia gestionale naturalistica più totale. La conferenza verrà preceduta da un flashmob sul destino del legname di esbosco delle attuali operazioni di bonifica.




PER UNA SCUOLA PIÙ GREEN

Negli spazi esterni del Liceo Marie Curie, la messa a dimora di nuove essenze arboree nell’ambito del progetto di educazione ambientale

Giulianova, 6 aprile 2024. Sono stati messi a dimora tanti nuovi alberi, ieri mattina, nel giardino del Liceo Marie Curie. L’iniziativa, che  rientra nel progetto Per una scuola più green promosso dalla direzione scolastica, è stata organizzata dall’ associazione “Un albero in più” e dalla scuola di basket Happy Drake con il patrocinio della Provincia di Teramo e del Comune di Giulianova.

Alla fattiva lezione di educazione ambientale hanno partecipato numerosi alunni del Liceo. Erano presenti il Sindaco Jwan Costantini, la dirigente scolastica Silvia Recchiuti, i consiglieri provinciali Flavio Bartolini e Luca Lattanzi, il presidente di Un albero in più Nicola Di Battista e quello della scuola di basket Happy Drake Nicola Sacripante.

Si è trattato di un bel momento in cui scuola, istituzioni, associazioni hanno dato concretezza ad un impegno di riqualificazione e potenziamento del verde pubblico, a testimonianza di come un rapporto di collaborazione, specie se gestito su più livelli, possa portare a risultati utili e duraturi.




AL VIA IL NUOVO APPALTO TEKNEKO

Obiettivo raggiungere l’84% della differenziata in sette anni

Avezzano, 30 marzo 2024. Raggiungere l’84% della raccolta differenziata in sette anni. È questo l’obiettivo che si sono posti Tekneko e Comune di Avezzano che ieri hanno sottoscritto il nuovo contratto per la gestione del servizio di igiene urbana fino al 2031. Cento fototrappole per contrastare l’abbandono dei rifiuti, dieci isole informatizzate a servizio dei commercianti del centro e di alcuni condomini della zona nord della città e poi squadre di qualità per controllare e migliorare lo spazzamento delle strade e poi più tecnologia grazie all’app che permetterà di prenotare i servizi a domicilio direttamente dal proprio smart-phone ma anche di essere sempre aggiornati su tutto ciò che fa Tekneko in città.

Ci sarà un costante controllo del territorio per contrastare l’abbandono dei rifiuti sia attraverso le fototrappole che verranno installate di volta in volta nelle aree più a rischio, sia con l’utilizzo dei droni che trimestralmente sorvoleranno la città con l’intento di scovare le eventuali micro – discariche. E poi ci saranno un eco sportello sempre più vicino ai cittadini che sarà aperto in municipio, una promozione costante del compostaggio domestico e la gestione del centro del riuso che non sarà solo reale, nella sede che sta per essere terminata in via Generale Rubeo, ma diventerà anche virtuale.

“Abbiamo offerto il meglio per la città di Avezzano”, ha commentato il Presidente di Tekneko, Umberto Di Carlo, “le ultime tecnologie, più attenzione per le criticità e maggiori controlli per garantire un servizio eccellente. Arrivare all’84% di raccolta differenziata è una sfida importante, ma siamo certi che insieme riusciremo a vincere questa sfida e a scrivere insieme una pagina importante della storia di questa nostra Terra”. Nel nuovo appalto, che partirà lunedì primo aprile, sono previste anche dieci isole informatizzate. Cinque saranno sistemate in centro e permetteranno ai commercianti, che le potranno utilizzare tramite la green card consegnata da Tekneko, di eliminare i carrellati lungo i marciapiedi. Altre cinque isole, invece, saranno sistemate nella zona nord della città a servizio di quindici popolosi condomini per migliorare la qualità della raccolta differenziata.

“Puntiamo a migliorare ancora il servizio”, ha spiegato l’assessore all’Ambiente del Comune di Avezzano, Maria Antonietta Dominici, “Avezzano è già da tempo in testa alle classifiche abruzzesi per percentuale di raccolta differenziata; tuttavia, abbiamo voluto alzare l’asticella prevedendo un ulteriore incremento degli attuali livelli di raccolta. Possiamo arrivare alla percentuale dell’84% e ad una maggiore e migliore efficienza sia del sistema di raccolta sia dei servizi di pulizia. Due aspetti determinanti per definire il decoro della città e la qualità della vita”. Un capitolo importante del nuovo contrattato tra il Comune di Avezzano e Tekneko riguarderà proprio il potenziamento dello spazzamento delle strade. Oltre ai mezzi ci saranno più operatori a terra, che faranno un lavoro dettagliato, e poi saranno attivate delle “squadre di qualità” per il mantenimento del decoro della città.




TAGLIO DELLA RISERVA BORSACCHIO CONGELATO

Proposta di Adozione del Piano di Assetto Naturalistico per Risolvere la Situazione

Roseto degli Abruzzi, 30 marzo 2024. Ora resta una solo opzione per evitare altri decenni di stallo che penalizzano ambiente, agricoltori e turismo sostenibile.

Come è noto il taglio della riserva Borsacchio è stato congelato, i confini ripristinati a 1100 ettari e sono tornate le famose o famigerate norme transitorie di salvaguardia .

La regione ha congelato per evitare la bocciatura in Corte costituzionale di una operazione svolta senza seguire i parametri delle leggi quadro nazionali.

La regione apre a un percorso partecipativo per ridiscutere della riserva come le norme prevedono. Ma c’è un aspetto, che nemmeno i detrattori hanno considerato. La riserva ora è tornata a 1100 ettari con norme transitorie. Le stesse che hanno creato i problemi (non ovviamente all’agricoltura sempre permessa come di consuetudine per stesse definizioni delle norme transitorie) agli interventi abitativi e di sviluppo turistico sostenibile. Ricordiamo che una riserva nasce con tre strumenti: Un comitato di gestione (una sorta di arbitro che valuta i singoli interventi in base alle norme), un Piano di Assetto Naturalistico ,(le norme specifiche) ed un Piano di attuazione (le linee guida dello sviluppo ambientale, abitativo e turistico futuro).

In attesa di questi strumenti le norme transitorie bloccano molti aspetti per tutelare l’area.

Ora esiste una sola possibilità per chiudere velocemente la situazione e sbloccare la zona e dar vita a una vera riserva che sia una opportunità per la natura , per i residenti, agricoltori e turisti.

La soluzione è adottare in regione il PAN già pronto a cui manca solo un breve passaggio di pochi giorni per far cadere quei vincoli delle norme transitorie che hanno causato le tensioni e le incomprensioni.

Ricordiamo che una riserva creata , ricordiamolo, su basi scientifiche, non ha un parametro di dimensione per essere valutata ma di come viene gestita e di come le norme specifiche creano armonia fra uomini, natura ed economia sostenibile.

Senza gestione e regole anche 1 ettaro è troppo, con una buona gestione e buone norme 1000 ettari sono pochi, come sempre succede nei casi virtuosi dove anche chi è fuori riserva chiede di entrare.

Ora la regione apre a un confronto ma quel che, anche i detrattori, non hanno considerato è che se si deve fare un nuovo perimetro, diverso, anche solo di una manciata di terreni, bisogna ripartire con tutto l’iter che è durato quasi vent’anni e i terreni nei precedenti confini rimarranno sotto norme transitorie fino alla nuova riserva.

Bisogna rifare gli studi , rifare le norme , consultazioni preventive di enti locali e portatori d’interesse, ingaggiare tecnici , portare norme nella cittadinanza, in consiglio comunale, poi aprire le osservazioni , esaminare, emendare, accettarle o rifiutarle e poi tornare in regione per adozione.

Nei casi più virtuosi ci sono voluti dai 7 ai 10 anni, nei casi meno virtuosi, vedi riserva Borsacchio , quasi 20 anni. In questo periodo fra confini a 1100 ettari e un nuovo eventuale perimetro però rimarrebbero, in tutti i 1100 ettari, le norme transitorie che hanno causato i problemi.

Se va bene per altri dieci anni.

Ora l’unica soluzione rapida ed efficiente è adottare il PAN con i confini stabiliti per cui il pan contro dedotto di tutte le osservazioni è pronto. Basta solo un passaggio in regione di poche settimane per liberare finalmente l’area dai vincoli e dar vita a una riserva vera. Ricordiamo che un PAN è uno strumento che può essere modificato, anzi è già stato fatto con le osservazioni. I portatori di interessi privati hanno lamentato al primo punto l’aumento di cubatura per i casolari storici (circa una decina) che nel pan era del 15% e chiedevano il 50% di ampliamento. Una osservazione ha ad esempio portato questo limite al 30% . Una quota di compromesso. Un pan può essere variato se ci sono esigenze ed errori, come sempre succede in modi più rapidi che tenere tutto ancora sotto scacco delle norme transitorie.

Quindi ora la regione ed il comune hanno una sola scelta. Adottare il PAN e dar vita alla riserva con l’impegno delle parti, tutte di sedersi per valutare revisioni future se ci sono criticità. Senza questo perdono tutti. Perde la natura , perdono i residenti e si perdono le opportunità di sviluppo in uno stallo che inevitabilmente durerà , senza questa soluzione, almeno un altro decennio.

Marco Borgatti

Presidente Guide Del Borsacchio -Guardia Ambientale – Direttivo WWF Teramo – Presidente FIAB Roseto




PASQUETTA AL PARCO PAESAGGISTICO LAURETUM

Apertura al pubblico con lezioni di educazione ambientale e visite guidate.

Loreto Aprutino, 29 marzo 2024. Il 1° aprile, giorno di Pasquetta, riapre al pubblico il Parco Paesaggistico Lauretum a Loreto Aprutino (PE) per inaugurare una nuova stagione primaverile all’insegna di visite guidate e attività di educazione ambientale. Il complesso di giardini, uliveti e frutteti affacciato sul borgo di Loreto è in continuo sviluppo.

“La stagione 2024 si apre con tante novità. Sono stati molteplici i lavori che hanno interessato il parco negli ultimi mesi.”, spiega il curatore Alberto Colazilli, “Sono stati realizzati nuovi spazi alberati, è stato completato il giardino didattico delle erbe officinali, sono stati incrementati i giardini mediterranei e i campi di lavanda, oltre all’apertura di nuova sentieristica. Continua il nostro lavoro di recupero e valorizzazione di angoli abbandonati del paesaggio agreste.”

Nella giornata di Pasquetta, a partire dalle ore 10:00, sono previsti tour guidati e lezioni di educazione ambientale nei vari comparti del parco paesaggistico, con particolare riferimento agli interventi di restauro del patrimonio arboreo e del paesaggio culturale loretese. Il percorso inizierà dal comparto del Giardino dei Ligustri per poi salire al giardino delle erbe aromatiche con i campi di lavanda e infine concludersi nell’uliveto con veduta panoramica su Loreto.

“Tutto il parco paesaggistico è in costante sviluppo”, conclude Colazilli, “I visitatori potranno vedere anche parti di giardini in fase di realizzazione. Siamo sempre a lavoro per sviluppare nuove aree verdi che poi saranno utilizzate per attività didattiche e educazione ambientale.” Le visite guidate si svolgeranno nei seguenti orari: 10:00, 11:00, 12:00 la mattina; 15:00, 16:00, 17:00 il pomeriggio. La prenotazione è obbligatoria.




TAGLIA RISERVA DEL BORSACCHIO

Il sindaco Nugnes scrive alla presidenza del consiglio dei ministri per avere chiarimenti in merito alla richiesta di impugnare la legge di fronte alla corte costituzionale

Roseto degli Abruzzi, 27 marzo 2024. Il Sindaco di Roseto degli Abruzzi, Mario Nugnes, ha inviato nella giornata di oggi una lettera alla Presidenza del Consiglio dei ministri nella quale si richiede un riscontro in merito alla proposta di impugnativa di fronte alla Corte Costituzionale della Legge Regionale n.4 del 2024, nella parte con la quale è stata sancita la riperimetrazione della Riserva del Borsacchio.

Nella missiva, quindi, si chiede un chiarimento riguardante le decisioni assunte dalla Presidenza del Consiglio stessa rispetto alla possibilità di impugnare l’atto.

“A seguito del susseguirsi di notizie contrastanti e atteso che anche il Presidente Marsilio ha evidenziato la palese incostituzionalità della riperimetrazione, impegnandosi pubblicamente a cambiare la normativa, allo stato attuale non è chiaro quale sia effettivamente l’intenzione della Presidenza del Consiglio dei Ministri – afferma il Sindaco Mario Nugnes – Con la lettera, a nome di tutta l’Amministrazione Comunale e della comunità rosetana, chiedo, nelle more dalla possibilità che la Regione riveda la sua decisione, se la Legge Regionale che sancisce la riperimetrazione sarà oggetto o meno di impugnativa di fronte alla Corte Costituzionale come da noi richiesto con apposita Pec inviata lo scorso 27 febbraio”.




QUELLE PIANTE FUORI POSTO!

Scritto 3 anni fa, nel 2021. Sembra che adesso questi alberi verranno tagliati, rimossi, perché ritenuti pericolanti e quindi pericolosi. Per noi.

Pescara, 24 marzo 2024. Fare il periplo della Riserva Dannunziana, ovvero del comparto verde quasi tutto recintato della Pineta sud di Pescara, fa saltare agli occhi una curiosa quanto banale constatazione: fuori del muro di cinta ci sono piante che forse dovrebbero stare dentro. Lungo alcuni tratti si vede questo strano limite di confine passare lungo una linea al di là di certi alberi: all’epoca della realizzazione del manufatto avrà contato di più, ne sono certo, il limite catastale della particella invece che l’unità del nucleo arboreo considerato!

Lungo i 250 metri di Via Romualdo Pantini, nel tratto compreso tra Via della Bonifica e Via della Pineta, questo è molto evidente. La strada, di servizio alle abitazioni lì presenti, si è portata dietro parcheggi e marciapiedi, spazi di proprietà pubblica, che hanno contornato i pini rimasti fuori dal recinto, che stanno lì si suppone da decenni e non sono nati dopo le case e la strada.

Ma di esempi ce ne sono anche altri: vie più o meno grandi che permeano la trama arborea dell’intero comparto verde della pineta. Il tracciato richiamato di Via Pantini fa un po’ capire lo stile con cui prevalgono certi valori a scapito di altri: la scena di pini che dovrebbero stare dentro il recinto, insieme agli altri, e invece sono rimasti fuori con l’intorno di marciapiedi e parcheggi, appare emblematica.

Lo stesso vale per la strana bretella di Via Silone di collegamento tra Via della Bonifica e Via Scarfoglio, che funge da grande parcheggio per l’accesso alla Riserva, oltre che agevolare gli spostamenti casa scuola in auto da parte dei genitori dei ragazzi che frequentano gli istituti scolastici di Via Scarfoglio. E poi tante altre strade tutt’intorno, dalla più invasiva, via della Bonifica, alle arterie di Via della Pineta e Via D’Avalos, tre assi stradali dentro la Riserva.

Cosa fare di queste situazioni ormai ambigue rispetto ad uno scenario inevitabile di accorpamento di tutti i comparti della Pineta? Non vedo alternative rispetto ad una loro chiusura al traffico automobilistico attraverso una inevitabile quanto auspicabile riclassificazione paesaggistica e funzionale, perché diventino le greenway di Pescara sud.

Dal punto di vista viario, quello che accade intorno a questo nucleo verde di Pescara deve conformarsi allo stesso, non modificarlo, aggredirlo o cancellarlo: deve modellarsi e piegarsi anche strutturalmente alle caratteristiche dei luoghi attraversati perché ne emerga il maggior rilievo naturalistico sia in termini di consolidamento faunistico vegetazionale che conoscitivo, didattico e educativo.

Giancarlo Odoardi




INDIVIDUARE PIANTE PERICOLOSE

Interventi in corso sul patrimonio arboreo rosetano

Roseto degli Abruzzi, 24 marzo 2024. Sono in corso in questi giorni alcuni interventi sul patrimonio arboreo del Comune di Roseto degli Abruzzi, compresi alcuni abbattimenti, resi necessari a seguito della consegna dei referti sul controllo della stabilità degli alberi. I referti sono frutto dell’attività di controllo avviata dai professionisti incaricati sotto il coordinamento dei tecnici dell’Ente. Nessun abbattimento indiscriminato in corso, quindi, ma solo quelli necessari per rimuovere situazioni di pericolo per la cittadinanza e decisi dopo un’attenta e approfondita analisi. L’attività di controllo ha riguardato via Marina, via Colombo, via Palermo, la scuola di via Manzoni, Montepagano e la Pineta della stazione. Nei prossimi giorni si interverrà, invece, in altre zone del territorio.

“È stata svolta la valutazione di Stabilità degli alberi tramite metodo V.T.A. (Visual Tree Assesstment) integrata al rischio – afferma il Dottor Agronomo Stefano Castorani, incaricato dall’Amministrazione Comunale per l’attività di controllo – Ossia le alberature controllate sono state analizzate tramite specifici protocolli SIA (Società Italiana di Arboricoltura) associati al rischio arboreo. Gli interventi eseguiti sulla base delle risultanze ottenute consentono di ridurre il pericolo derivante dalla potenziale caduta di alberi attraverso delle speciali azioni di potatura o consolidamento, che permetto di ridurre la propensione al cedimento. Alcune piante vengono anche sottoposte a prove strumentali con Resistograph e Pulling-test per verificarne stabilità. Dove non è possibile ridurre il pericolo derivante dalla potenziale caduta, le piante gravemente instabili saranno rimosse e sostitute con altri alberi per la compensazione ambientale”.

“È con grande responsabilità che affrontiamo la questione del nostro patrimonio arboreo. Le piante sono parte integrante della nostra città, fornendo ombra, migliorando la qualità dell’aria e contribuendo al nostro benessere complessivo – aggiunge il Sindaco Mario Nugnes – Tuttavia, dobbiamo anche considerare la sicurezza pubblica. Il controllo regolare delle piante è essenziale per garantire che siano in buona salute e non costituiscano un pericolo per i nostri cittadini. Alcune piante potrebbero essere diventate fragili o malate nel corso degli anni, e il loro abbattimento è necessario per prevenire incidenti. L’abbattimento delle piante pericolose, però, non significa una perdita permanente. Al contrario, l’impegno è quello di sostituire ogni albero abbattuto con nuove piantumazioni e collaboreremo con l’agronomo Stefano Castorani per selezionare specie adatte al nostro clima e all’ambiente urbano”.




A SCUOLA DI RIFIUTI ZERO

Gli alunni della 3D ODO IIS Alessandrini intervistano i cittadini

Teramo, 22 marzo 2024. Martedì 19 marzo gli studenti della classe 3D ODO dell’I.I.S. Alessandrini, vestiti i panni di giornalisti, cameramen, e operatori ecologici, hanno percorso strade e piazze di Teramo – accompagnati da Luciana Del Grande e dall’insegnante Antonella Censoni – per intervistare i cittadini e sviluppare idee e proposte da sottoporre all’attenzione del Sindaco per migliorare la gestione dei rifiuti a Teramo. Un’attività che porta anche il nobile sigillo del volontariato perché i ragazzi, lungo il percorso, hanno raccolto piccoli rifiuti abbandonati.

L’uscita didattica esperienziale è parte integrante del progetto A scuola di rifiuti Zero promosso dall’associazione Rifiuti Zero Abruzzo all’interno dell’edizione 2024 di Scuola e Volontariato del CSV Abruzzo  con lo scopo di informare gli studenti delle tante attività di volontariato presenti nel territorio e, nella fattispecie, di diffondere nelle scuole i temi dell’ecosostenibilità (Tutor scolastico per l’orientamento prof.ssa Patrizia De Amicis). Arrivati al Parco Fluviale, dopo aver intervistato alcuni cittadini, i ragazzi hanno rivolto la loro attenzione ad un volontario del TAI (Tutela Animali Invisibili) che ha dirottato l’intervista – con grande gioia dei ragazzi – verso un altro argomento: la protezione degli animali invisibili.

Questo appassionato volontario ha evidenziato la necessità di costruire ponti verdi per permettere agli animali di attraversare autostrade, binari e ogni altra strada che possa rappresentare una barriera difficilmente valicabile troppo spesso letale. Si è poi mostrato soddisfatto della manutenzione del Parco fluviale. Giunti a Piazza Martiri una toccante coreografia contro la guerra del corpo di ballo del Liceo Coreutico ha attirato l’attenzione dei ragazzi che, a fine esibizione, hanno intervistato l’insegnante coreografa. Anche qui è stato affrontato un tema diverso: la mancanza di spazi dedicati all’arte.

Alcune interviste ai passanti e poi l’incontro inaspettato con l’Assessore Antonio Filipponi che, con grande disponibilità, ha risposto alle domande: “Sul tema dei rifiuti ancora c’è da fare, ma c’è tutto l’impegno del Comune affinché si giunga ad una gestione ottimale, ovviamente anche con la collaborazione dei cittadini che dovrebbero mantenere la città pulita, libera dai rifiuti”. Ha poi trattato il tema degli spazi dedicati all’arte, descrivendo tutti i cantieri in attività per la ristrutturazione di alcuni edifici storici della città chiusi dal terremoto 2009, fra cui la Sala San Carlo e il Teatro Comunale. Dopo aver salutato l’Assessore, direzione Villa Comunale, un paio di interviste veloci e di corsa verso la strada del ritorno per poter rientrare in tempo in classe.

Gli studenti hanno partecipato all’attività con entusiasmo e motivazione, elaborando alcune considerazioni sull’esperienza appena conclusa. Sono così scaturiti diversi spunti di riflessione sulle criticità e sulle scelte sostenibili da mettere in pratica a scuola e nella vita di tutti i giorni, da sottoporre al Sindaco Gianguido D’Alberto. Una volta in classe una veloce occhiata al “bottino” che i ragazzi hanno raccolto: una busta piena di piccoli rifiuti da differenziare, per la maggior parte di plastica.

Prima di lasciare l’aula, Luciana Del Grande – per conto dell’associazione Rifiuti Zero Abruzzo – ha donato a ciascun studente una borraccia di acciaio, con la raccomandazione di usarla per contrastare il consumo di acqua in bottiglia di plastica a scuola e nella vita quotidiana, e rendere i ragazzi protagonisti di questa rivoluzione virtuosa con lo scopo di eliminare la dannosa pratica dell’usa e getta. Ha poi ringraziato tutti i ragazzi per l’impegno profuso nelle interviste ai cittadini e nella raccolta rifiuti: Vittoria Greta Ganci; Silvia Maria Pirvù; Anastasia Ranalli; Meriban Muca; Claudio Marinelli; Beatrice Melanì Noto Malta; Nikoleta Palushi; Paik Israt; Anastasia Battipane; Aurora Sallaku.

“Spiegare come ridurre e valorizzare i rifiuti alle giovani generazioni” ha affermato Luciana Del Grande presidente dell’associazione Rifiuti Zero Abruzzo “è la premessa per abbandonare il modello lineare dell’usa e getta e incentivare l’economia circolare che prevede un minor uso di risorse, uno degli obiettivi dell’Agenda 2030 dell’ONU per uno sviluppo sostenibile. Portare l’educazione civica e ambientale in classe coinvolgendo i ragazzi nella visita al centro raccolta rifiuti di Carapollo, nell’incontro con il Sindaco e con l’Assessore all’Ambiente, nelle interviste ai cittadini, nella raccolta dei rifiuti e nella elaborazione di un documento con suggerimenti e proposte, rappresentano un collegamento con la società civile ineludibile per la formazione di futuri cittadini responsabili e informati”.

Il progetto “A scuola di rifiuti zero” è stato molto apprezzato dalla Dirigente Scolastica prof.ssa Maria Letizia Fatigati, che “ringrazia l’Associazione Rifiuti Zero Abruzzo e il CSV Abruzzo, per la preziosa opportunità offerta, che ben si coniuga nella vocazione educativa green alla quale la scuola non può più sottrarsi”.




GLI ALBERI: PREZIOSISSIMO STOCCAGGIO DI CO2

Pescara, 19 marzo 2024. A due recenti question time del cittadino di richiesta di chiarimenti circa l’applicazione dei CAM, i criteri ambientali minimi, resi obbligatori per gli Enti Locali dal relativo DECRETO 10 marzo 2020 e previsti dal Codice degli Appalti verdi (noto come Green Public Procurement), sono state fornite risposte approssimative.

Intanto un chiarimento: i cd CAM contribuiscono al conseguimento degli obiettivi previsti dal “Piano d’Azione per la sostenibilità ambientale dei consumi della Pubblica Amministrazione”, e includono procedure molto precise e obbligatorie in materia di appalti pubblici, nella fattispecie quando si affidano lavori di progettazione o manutenzione di spazi verdi a ditte esterne. I CAM “devono” essere inclusi nell’offerta di opere e servizi e l’Amministrazione comunale, Ente Appaltante, “deve vigilare” al riguardo e poi “VERIFICARE” sull’esito della loro applicazione.

Cosa riferisce l’Assessore al Verde nel leggere le risposte ai richiamati question time elaborate dai funzionari del settore Verde pubblico? Che “i CAM vengono di norma inseriti nelle progettazioni relative agli appalti gestiti del Servizio Verde Pubblico e Parchi” e che, anche in sede di interventi ritenuti straordinari, provvede, laddove possibile, ad applicare le stesse prescrizioni previste per le manutenzioni ordinarie.

Ad una verifica si riscontra però una serie significativa di contraddizioni se non una palese violazione degli obblighi normativi come richiamati, degna di attenzione da parte di ANAC.

Si parte dal caso forse più evidente, dal “Progetto esecutivo per la rimozione delle piante danneggiate dal fuoco nel comparto 4 e 5 della Pineta Dannunziana”.

La catasta di legna visibile nei pressi del cantiere rimanda, come già evidenziato nei question time richiamati, alla domanda sulla loro sorte. Deve essere scritto nella documentazione progettuale, in attuazione dei CAM che al riguardo danno precise e dettagliate indicazioni: il materiale deve essere compostato!

Nell’esaminare la documentazione progettuale, elaborata dal professionista incaricato e successivamente “vistato” dai referenti del settore di riferimento, si riscontra che:

i CAM vengono certamente considerati e quindi attenzionati (vi si dedica un articolo), ma solo quelli relativi, citando il DECRETO 7 febbraio 2023, “all’affidamento del servizio di progettazione di parchi giochi, la fornitura e la posa in opera di prodotti per l’arredo urbano e di arredi per gli esterni e l’affidamento del servizio di manutenzione ordinaria e straordinaria di prodotti per arredo urbano e di arredi per esterni”. Nessun accenno a quelli, decisamente pertinenti, del Decreto del 2020, completamente esclusi dalla proposta progettuale;

addirittura, nelle indicazioni finali della Relazione Tecnica del professionista incaricato, lo stesso, in netto contrasto con quanto previsto dai CAM, afferma che: “Per quanto riguarda il legname accatastato, a seguito dell’esbosco dello stesso, questo rimane nelle disponibilità dell’appaltatore che ne deciderà della eventuale utilizzazione. Il valore di mercato del materiale legnoso esboscato, tenendo conto dello stato del materiale in parte carbonizzato, in parte già in decomposizione, è quasi nullo, questo potrebbe però trovare una possibile commercializzazione nell’ambito delle biomasse per scopo energetico, pertanto si suggerisce all’Amministrazione di verificare tale possibilità, ad esempio potrebbe essere appetibile per la centrale a biomasse presente nella vicina città di Termoli in Molise; comunque sia, è importante che lo stesso venga ritirato e che non rimanga troppo tempo all’imposto creando problemi fitopatologici e di sicurezza”.

In altre parole, si concorda in modo evidente di sostenere azioni, cioè bruciare biomassa, in netto contrasto con quelle indispensabili per la riduzione della produzione di CO2!

Un chiaro invito a contravvenire agli obblighi normativi previsti dal Codice degli appalti, decisamente all’opposto dei principi ispiratori del “Piano d’Azione per la sostenibilità ambientale dei consumi della pubblica amministrazione” (Green Public Procurement, gli acquisti verdi) i cui obiettivi “devono”, non “possono”, essere perseguiti dagli Enti locali.

La medesima condotta, nel senso di elusione dall’applicazione dei CAM, si riscontra nel bando relativo all’intervento attualmente in corso in Piazza Sacro Cuore e C.so Umberto (finanziamento PNRR, Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza).

Lungo il recinto di cantiere, il materiale pubblicitario richiama l’attenzione dei passanti sul rilievo dell’intervento in merito al contrasto della produzione di CO2. Bene, ovviamente, ma anche in questo, a leggere i progetti, si scopre che i CAM non vengono assolutamente considerati, anzi si ritiene, anche in questo caso come suggerito in sede di progettazione, che non vi siano CAM vigenti da adottare!

Si ritiene, non avendo documentazione di riferimento, che anche nell’occasione richiamata la massa legnosa rimossa, “l’esbosco”, venga lasciata nelle disponibilità della ditta appaltatrice.

Per finire, nell’analizzare le risposte ai question time richiamati, da alcuni documenti relativi alla redazione dei capitolati relativi alla gestione ordinaria del verde pubblico (nella fattispecie di piani di manutenzione del verde orizzontale) si rileva che, in modo possibilmente più grave rispetto a quanto già riferito, l’Amministrazione comunale addirittura aggiunge l’attribuzione di punteggi per offerte che prevedano la destinazione energetica delle biomasse vegetali rimosse durante i lavori, opzione non contemplata nei CAM.

Non trovando inoltre evidenza pubblica nel tempo di altre azioni previste come obbligatorie dai CAM, quali campagne di comunicazione che coinvolgano i cittadini, si ha motivo di ritenere che in nessun appalto “verde”, siglato come sostenibile, i CAM siano stati adottati nè in diversi casi presi in considerazione, quando non addirittura contrastati.

Il che potrebbe far anche considerare la possibile nullità degli appalti, ovvero il possibile vizio di forma  oltre che di sostanza nell’intera filiera degli stessi, anche in termini di assenza di controllo e verifica, condizione questa che si aggiungerebbe al mancato impegno virtuoso dell’Ente Locale, l’Amministrazione comunale, in sede di raggiungimento degli obiettivi previsti dal “Piano d’Azione per la sostenibilità ambientale dei consumi della pubblica amministrazione”, laddove la parola CAM viene citata oltre 80 volte!

Giancarlo Odoardi




GLI ALBERI: ABBATTIAMOLI E BRUCIAMOLI!

La dubbia politica degli appalti del Comune di Pescara in materia di gestione del verde pubblico orientata alla produzione di CO2!

Pescara, 18 marzo 2024. In riferimento all’applicazione dei CAM, i criteri ambientali minimi, resi obbligatori per gli Enti Locali dal relativo decreto del 2020 e previsti dal Codice degli Appalti verdi (noto come Green Public Procurement), registriamo due recenti question time del cittadino a cui, a nostro avviso, sono state fornite risposte vaghe ed evasive, oltre che contraddittorie e non veritiere.

Intanto un chiarimento: i cd CAM contribuiscono al conseguimento degli obiettivi previsti dal “Piano d’Azione per la sostenibilità ambientale dei consumi della Pubblica Amministrazione” , e includono procedure molto precise e obbligatorie in materia di appalti pubblici, nella fattispecie quando si affidano lavori di progettazione o manutenzione di spazi verdi a ditte esterne. I CAM “devono” essere inclusi nell’offerta di opere e servizi e l’Amministrazione comunale, Ente Appaltante, “deve vigilare” al riguardo e poi “VERIFICARE” sull’esito della loro applicazione.

Cosa riferisce l’Assessore Santilli nel leggere le risposte ai richiamati question time elaborate dai funzionari del settore Verde pubblico? Che “i CAM vengono di norma inseriti nelle progettazioni relative agli appalti gestiti del Servizio Verde Pubblico e Parchi” e che, anche in sede di interventi ritenuti straordinari, provvede, laddove possibile (?), ad applicare le stesse prescrizioni previste per le manutenzioni ordinarie.

Abbiamo verificato e abbiamo riscontrato una serie significativa di contraddizioni se non una palese violazione degli obblighi normativi come richiamati, tali da indurre la richiesta di intervento almeno delle autorità preposte alla vigilanza in materia di anticorruzione (ANAC).

Partiamo dal caso forse più evidente, dal “Progetto esecutivo per la rimozione delle piante danneggiate dal fuoco nel comparto 4 e 5 della Pineta Dannunziana” (a quanto pare sempre meno Riserva e solo Pineta, già in sede di indizione delle gare d’appalto).

La catasta di legna visibile nei pressi del cantiere rimanda, come già evidenziato nei question time richiamati, alla domanda sulla loro sorte. Deve essere scritto nella documentazione progettuale, in attuazione dei CAM che al riguardo danno precise e dettagliate indicazioni: il materiale deve essere compostato!

Abbiamo esaminato la documentazione progettuale, elaborata dal professionista incaricato e successivamente “vistato” dai referenti del settore di riferimento, e abbiamo appurato che:

i CAM vengono certamente considerati e quindi attenzionati (vi si dedica un articolo), ma solo quelli relativi, citando il DECRETO 7 febbraio 2023, “all’affidamento del servizio di progettazione di parchi giochi, la fornitura e la posa in opera di prodotti per l’arredo urbano e di arredi per gli esterni e l’affidamento del servizio di manutenzione ordinaria e straordinaria di prodotti per arredo urbano e di arredi per esterni”. Nessun accenno a quelli, decisamente pertinenti, del Decreto del 2020, completamente esclusi dalla proposta progettuale;

addirittura, nelle indicazioni finali della Relazione Tecnica del professionista incaricato, lo stesso, in netto contrasto con quanto previsto dai CAM, afferma che: “Per quanto riguarda il legname accatastato, a seguito dell’esbosco dello stesso, questo rimane nelle disponibilità dell’appaltatore che ne deciderà della eventuale utilizzazione. Il valore di mercato del materiale legnoso esboscato, tenendo conto dello stato del materiale in parte carbonizzato, in parte già in decomposizione, è quasi nullo, questo potrebbe però trovare una possibile commercializzazione nell’ambito delle biomasse per scopo energetico, pertanto si suggerisce all’Amministrazione di verificare tale possibilità, ad esempio potrebbe essere appetibile per la centrale a biomasse presente nella vicina città di Termoli in Molise; comunque sia, è importante che lo stesso venga ritirato e che non rimanga troppo tempo all’imposto creando problemi fitopatologici e di sicurezza”.

In altre parole, si concorda in modo evidente di sostenere azioni, cioè bruciare biomassa, in netto contrasto con quelle indispensabili per la riduzione della produzione di CO2!

Un chiaro invito a contravvenire agli obblighi normativi previsti dal Codice degli appalti, legge dello Stato, e addirittura suggerito dal progettista a cui l’Ente appaltante si adegua conferendo incarichi professionali e di fornitura servizi, decisamente all’opposto dei principi ispiratori del “Piano d’Azione per la sostenibilità ambientale dei consumi della pubblica amministrazione” (Green Public Procurement, gli acquisti verdi) i cui obiettivi “devono”, non “possono”, essere perseguiti dagli Enti locali.

La medesima condotta, nel senso di elusione dall’applicazione dei CAM, è stata riscontrata nel bando relativo all’intervento attualmente in corso in Piazza Sacro Cuore e C.so Umberto (finanziamento PNRR, Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza).

Lungo il recinto di cantiere, il materiale pubblicitario richiama l’attenzione dei passanti sul rilievo dell’intervento in merito al contrasto della produzione di CO2. Bene, ma anche in questo, a leggere i progetti, si scopre che i CAM non vengono assolutamente considerati, anzi si ritiene, anche in questo caso come suggerito in sede di progettazione, che non vi siano CAM vigenti da adottare!

Si ritiene, non avendo documentazione di riferimento, che anche nell’occasione richiamata la massa legnosa rimossa, “l’esbosco”, venga lasciata nelle disponibilità della ditta appaltatrice.

Per finire, nell’analizzare le risposte ai question time richiamati, da alcuni documenti relativi alla redazione dei capitolati relativi alla gestione ordinaria del verde pubblico (nella fattispecie di piani di manutenzione del verde orizzontale) abbiamo rilevato, in modo possibilmente più grave di quanto già riferito, che l’Amministrazione comunale addirittura aggiunge l’attribuzione di punteggi per offerte che prevedano la destinazione energetica delle biomasse vegetali rimosse durante i lavori, opzione non contemplata nei CAM.

Non trovando inoltre evidenza pubblica nel tempo di altre azioni previste come obbligatorie dai CAM, quali campagne di comunicazione che coinvolgano i cittadini, abbiamo motivo di ritenere che in nessun appalto “verde”, spacciato quindi come sostenibile, i CAM siano stati adottati nè in diversi casi presi in considerazione, se non addirittura contrastati.

Il che potrebbe far anche considerare la possibile nullità degli appalti, ovvero il possibile vizio di condotta non regolare nell’intera filiera degli stessi, anche in termini di assenza di controllo e verifica, condizione questa che si aggiungerebbe al mancato impegno virtuoso dell’Ente Locale, l’Amministrazione comunale di Pescara, in sede di raggiungimento degli obiettivi previsti dal “Piano d’Azione per la sostenibilità ambientale dei consumi della pubblica amministrazione”, laddove la parola CAM viene citata oltre 80 volte!

Radici in Comune




CAMMINO DELLA LINEA GUSTAV

Incontro con i comuni nell’ambito del progetto

Sulmona, 16 marzo 2024. Il Parco Nazionale della Maiella ha convocato un incontro per giovedì 28 marzo al Centro Visite di Lama dei Peligni con i comuni che rientrano, per ragioni storico-geografiche, tra le tappe incluse nel progetto Cammino della Linea Gustav.

L’appuntamento sarà l’occasione di un confronto con i rappresentanti degli enti locali che potranno, in tale sede, esporre ogni eventuale esigenza e contribuire con le loro proposte a migliorare il progetto.

Il Cammino della Linea Gustav, all’interno del Parco, si estenderà lungo le pareti della Maiella Orientale fin oltre i Monti Pizzi, con un tracciato che farà parte di un percorso molto più lungo: circa 300 km che congiungeranno la costa Adriatica con la costa del Mar Tirreno, da Ortona ad Anzio, passando per Cassino. In base al protocollo concluso con i Gal Costa dei Trabocchi e Maiella Verde l’itinerario assocerà percorsi ciclabili e pedonali garantendo più opzioni al visitatore e quindi una più ampia offerta turistica.

La Costa dei Trabocchi si potrà così arricchire di un’importante espansione della ciclovia verso l’interno e alla scoperta del versante orientale del Parco Maiella; i territori vicini alla montagna potranno godere di un nuovo acceso che saprà portare nuovi flussi turistici del tutto compatibili con le eccezionali risorse ambientali.

Il percorso, che si rivolge ad un target di turismo esperienziale, non ha come obiettivo solo quello di commemorare i luoghi in cui si è combattuta la Seconda Guerra Mondiale, ma anche quello di dare nuova vita a quei territori, considerando che il Parco (e Geoparco Unesco) non è un’attrattiva solo nazionale, ma un punto di riferimento nel panorama internazionale.

Solo dopo aver raccolto le proposte e aver valutato le esigenze dei Comuni interessati il Parco Nazionale procederà con il presentare insieme al Gal Costa dei Trabocchi e al Gal Maiella Verde il progetto finale di valorizzazione territoriale.

I Comuni coinvolti in questa prima fase di sviluppo del Cammino sono: Ateleta, Campo di Giove, Civitella Messer Raimondo, Fara San Martino, Gamberale, Guardiagrele, Lama dei Peligni, Lettopalena Montenerodomo, Palena, Palombaro, Pennapiedimonte, Pescocostanzo, Pizzoferrato, Rivisondoli, Roccaraso, Taranta Peligna.




UN ALBERO IN PIÙ

Insieme per avvicinare i ragazzi alla conoscenza della natura. 

Giulianova, 14 marzo 2024. Messe a dimora, ieri mattina, alla Bindi, 120 piantine di photinia. Presenti il Presidente della Provincia di Teramo Camillo D’Angelo,  l’assessore Paolo Giorgini, il responsabile di “Un albero in più” Nicola Di Battista,  la Dirigente dell’ IC 2 Angela Pallini, la referente del progetto Francesca Pistilli.

120 esemplari di photinia sono stati messi a dimora, ieri mattina, nel cortile della scuola Don Milani. L’iniziativa, sostenuta dalla Provincia di Teramo e dall’ Amministrazione comunale di Giulianova, si è tenuta ieri mattina nel cortile della Scuola Vincenzo Bindi  ed ha coinvolto le Prime classi dell’ Istituto. Fondamentale il supporto dell’ Associazione “Un albero in più”, ormai un punto di riferimento, in città, per la piantumazione e la cura di nuove essenze. Preziosa, inoltre,  la collaborazione della Dirigente dell’ IC 2 Angela Pallini, dei docenti, dell’insegnante referente del progetto Francesca Pistilli. Presenti, ieri mattina, il Presidente della Provincia di Teramo Camillo D’Angelo e l’assessore Paolo Giorgini.

“Una siepe di Photinia – spiega Nicola Di Battista, fondatore e responsabile di “Un albero in più” – apporta benefici sotto molti aspetti: oltre ad abbattere i rumori e a filtrare le polveri sottili provenienti dalle strade vicine, la pianta ha colori molto caratteristici. In primavera, infatti, le giovani foglie sono di un rosso vivo per poi diventare gradualmente verdi. La fioritura, inoltre, produce inoltre un habitat ideale per gli insetti impollinatori e le farfalle”.




CAM IN OMBRA, con il rischio di CO2!

Pescara, 11 marzo 2024. “Si, adottiamo i CAM di norma”, mi è stato risposto. Sarà sicuramente vero, e non avrei motivo di dubitarne se non fosse che ai miei due “question time” (di dicembre e gennaio) per sapere se, in sede di appalti pubblici per la gestione del verde pubblico, venisse adottato il relativo codice e conseguentemente applicati i criteri ambientali minimi (CAM), e nella fattispecie quanto fosse e dove finisse il materiale legnoso di risulta e quando fossero state realizzate/previste le campagne di comunicazione rivolte ai cittadini, mi è stato risposto:

  • che conoscere i dati relativi alla “biomassa vegetale” rimossa negli ultimi anni (quantità e modalità di utilizzo) “richiederebbe un aggravio di elaborazioni e tempi abnormi per la pubblica amministrazione”, ma che in sede di fine mandato “si renderanno pubblici i dati aggregati del bilancio arboreo, nei limiti di quanto stabilito dalla legge e dal relativo regolamento attuativo”;
  • che i CAM vengono “di norma inseriti nelle progettazioni relative agli appalti gestiti dal Servizio Verde Pubblico e Parchi” (quasi a fare una sottile distinzione da “altri settori”).

Nella risposta al secondo quesito, in particolare, si riporta come esempio l’appalto del 2022 per “le manutenzioni triennali del verde orizzontale”. Si tratta un grande appalto di quasi 1,9 milioni di € (1.871.517,00), approvato con delibera di Giunta Comunale n. 366/2022, di “manutenzione ordinaria di verde orizzontale”, articolato su 3 anni (2022-2024) e suddiviso in 3 lotti, aggiudicati a 3 imprese di Napoli:

Lotto 1 ex Circoscrizione Castellamare – 430.523,47 € – Flora Napoli Srl Napoli;

Lotto 2 ex Circoscrizione Colli – 532.464,13 € – CR Verde srl Napoli;

Lotto 3 ex Circoscrizione Portanuova – 909.529,91 € – Centro Garden Napoli.

In effetti i CAM vengono puntualmente richiamati nella premessa del disciplinare di gara e ai concorrenti viene chiesto di accettare esplicitamente le relative norme. Ai punti 6 e 7 dell’art. 50 (Clausole contrattuali) del Capitolato Speciale d’Appalto, vengono citati sia l’aspetto relativo alla comunicazione che al reimpiego dei residui organici (compost, come chiaramente previsto dai CAM).

Ma curiosamente nelle tabelle di valutazione delle offerte, presenti nel bando, si danno punti (4) a chi sceglie l’opzione “riutilizzo nelle filiere di produzione di energia”, opzione NON prevista nei CAM (richiamati poco prima nel capitolato stesso). Questo è un elemento anomalo del contratto, ancor più perché previsto e proposto dalla stazione appaltante. Sarebbe interessante sapere quante delle ditte aggiudicatrici abbiano scelto questa opzione e poi in quali modalità lo abbiamo attuato, come anche sapere invece quali abbiano scelto le altre e come allo stesso modo abbiano gestito le procedure.

Identico quesito riguarda il tema dell’educazione ambientale che, a differenza di quanto previsto nei CAM, è orientato solo verso le scuole e nel prossimo mese di ottobre, invece che per tutti i cittadini (e poi perché non nel corso dei lavori e solo alla fine del triennio?).

Un insieme di dubbi che andrebbero chiariti, anche partendo dall’utilizzo che si intende fare del legname accumulato a seguito dei lavori, ritenuti non soggetti a CAM perché straordinari, di “bonifica” della parte di Riserva Dannunziana interessata dell’incendio dell’agosto del 2021.

Per questi non sarebbe né consigliato né opportuno affrancarsi dagli obiettivi previsti dal Piano d’Azione per la Sostenibilità Ambientale, ambito di riferimento strategico del Codice degli Appalti Verdi (GPP) che suggerisce decisamente di contrastare l’immissione in atmosfera di gas climalteranti, e quindi di evitare processi di combustione a fini energetici che, notoriamente, producono CO2!

Giancarlo Odoardi




INRETE4AMBIENTE. Mettiamo in circolo l’inclusione

Prende il via il progetto

Pescara, 11 marzo 2024. È ufficialmente iniziato il progetto “INRETE4AMBIENTE. Mettiamo in circolo l’inclusione”, a seguito dell’ammissione a finanziamento da parte della Regione Abruzzo (avviso pubblico per il finanziamento di iniziative e progetti di rilevanza regionale promossi da organizzazioni di volontariato, associazioni di promozione sociale e fondazioni del terzo settore per la realizzazione di attivita’ di interesse generale di cui all’art. 5 del codice del terzo settore – adp anno 2022 – 2024).

Il progetto è stato presentato da Fondazione Anffas Pescara La Gabbianella onlus, in partenariato con Anffas Sulmona APS ETS e A.R.D.A. Odv in riferimento agli obiettivi: realizzare azioni di responsabilizzazione e di coinvolgimento attivo dei beneficiari finali (welfare generativo); ridurre le ineguaglianze attraverso percorsi di affiancamento leggero, consulenza e accompagnamento su temi specifici ; sostegno all’inclusione sociale, in particolare delle persone con disabilità e non autosufficienti.

Maria Pia Di Sabatino, Presidente di Fondazione Anffas Pescara nonché presidente Anffas Regione Abruzzo ETS APS commenta “Sono orgogliosa di vedere in graduatoria numerose Anffas del territorio che credono in tali opportunità e presentano progetti innovativi e volti sempre a promuovere inclusione sociale e buone prassi poi da replicare attraverso la nostra rete ma creando, come in questo caso, nuove collaborazioni , non solo con il Terzo Settore.

In particolare, “questo progetto è nato valorizzando le competenze dei partner e la forza della rete di riferimento, a beneficio non solo delle persone con disabilità che prenderanno parte alle attività ma dell’intera comunità” continua la Presidente Di Sabatino .  Il progetto infatti prevede il coinvolgimento in rete di 4 ambiti ovvero famiglie, istituzioni, terzo settore, aziende ed il focus di azione sulle 4R di riduzione, riutilizzo, riciclo e recupero con il protagonismo delle persone con disabilità intellettiva e disturbi del neurosviluppo.

In particolare , è prevista formazione su buone norme di sostenibilità e tutela ambientale, formazione su linguaggio easy to read, “facile da leggere e da capire” (v. http://www.anffas.net/it/linguaggio-facile-da-leggere/linee-guida) mirate alla realizzazione delle successive azioni del progetto e che permetteranno anche di formare persone (persone con disabilità , alunni, docenti , operatori , volontari) su tale buona metodologia che favorisce l’accesso alle informazioni ; nonché formazione su specifiche tecniche di riciclo creativo.

“Sarà una ulteriore prova che le stesse persone con disabilità coinvolte affronteranno con il loro pieno protagonismo e adeguati supporti, in contesti facilitanti e inclusivi, sviluppando empowerment e autodeterminazione” afferma la Presidente Di Anffas Sulmona, Emanuela Pasquali.

Numerosi gli enti in collaborazione: Anffas nazionale, Anffas Regione Abruzzo, Forum Terzo Settore Abruzzo, Centro Servizi Volontariato Abruzzo, Protezione Civile Val Pescara, Istituto Omnicomprensivo Città Sant’Angelo, Ipsias Di Marzio Michetti, Liceo Artistico Musicale Coreutico “Misticoni Bellisario” Pescara, Falegnameria Abruzzese Di Angelo E Gino Masciangioli , Agesci  Abruzzo Comitato Regionale  e Agesci Sulmona.

“Siamo molto soddisfatti per la collaborazione tra le Associazioni, il lavorare tutti insieme ci fa crescere e offrire servizi migliori” riferisce Liliana Profeta, Presidente ARDA Odv, Associazione regionale Down Abruzzo, dopo la firma per la costituzione dell’Associazione Temporanea di Scopo propedeutica all’avvio delle attività.

Tutte le fasi progettuali saranno divulgate sui canali social dei partner e degli enti in collaborazione. Il progetto si concluderà entro dicembre 2024.




ABRUZZO CROCEVIA MONDIALE SALUTOGENESIS

ME-TO-ME sarà stazione del mudi di Goriano Valli, già liste di attesa di 6 mesi, inaugurazione a giugno

L’Aquila, 10 marzo 2024. L’Abruzzo si candida a capi tale mondiale della Salutogenesis, ideata dal sociologo Aaron Antonovsky  e che promuove le abitudini di vita come migliore medicina preventiva per preservare sia la salute personale, sia la salute aziendale, grazie all’apertura, a Goriano Valli, in provincia dell’Aquila, del primo museo al mondo dedicato a founder, imprenditori e CEO: il Me-To-Me, ovvero il Leader Museum for the Future.

Il Me-To-Me sarà una delle 20 stazioni che faranno parte del nascente Museo Diffuso del Sirente (MuDi): un museo esperienziale, visitabile da una sola persona al giorno. Delle varie stazioni in fase di allestimento è già stata svelata la casa, di epoca medievale, che si candida ad essere la più piccola al mondo, di appena 8 metri quadrati, una “capsula del tempo”, rimasta chiusa per più di 140 anni.

Ancora prima dell’apertura, che si terrà il 5 giugno in concomitanza con le celebrazioni per il 600° anniversario della morte di Braccio Fortebraccio da Montone, numerosi imprenditori italiani e stranieri sono già affluiti in Abruzzo per visitarlo.

Entrambi i musei sono il frutto dell’innovazione di REX Roundtables, organizzazione internazionale con sede a New York e guidata da Fausto Di Giulio in Europa e Asia.

La prossima settimana un gruppo di imprenditori italiani della fitness industry parteciperanno ad alcuni seminari sul benessere che si svolgeranno presso i fitness club Medical Sport di Tortoreto e Planet Fitness di Giulianova e Roseto, cui farà seguito la visita al Me-To-Me che ad oggi ha già una lista d’attesa di 6 mesi.

Il Me-To-Me, spiega Di Giulio, “accompagna i visitatori in uno stimolante viaggio di auto-scoperta e crescita personale, promuovendo il giveback personale e la responsabilità sociale d’Impresa. La scelta dell’Abruzzo come sede di questa iniziativa non è casuale. Questa regione offre un ambiente naturale che da millenni è fonte di ispirazione e riflessione in virtù della sua diversità paesaggistica – che spazia dalle coste ai monti – e della sua ricchezza di cibo sano, vini, oli d’oliva e tesori storici e artistici”.

“La Salutogenesis – spiega Fausto Di Giulio – dal punto di vista della salute personale promuove una prospettiva complementare, non sostitutiva, all’approccio patogenetico. Mentre la patogenesi rimane cruciale per comprendere e trattare le malattie, la Salutogenesis apre la strada a un approccio più olistico e proattivo nella promozione dei fattori che contribuiscono alla salute fisica, mentale, emotiva, spirituale e sociale. Dal punto di vista della salute aziendale, essa pone invece l’accento sull’importanza delle pause di riflessione e ispirazione per scaricare lo stress, nutrire la creatività e svolgere esercizi di future thinking e scenario planning, per poter così anticipare i problemi ed esser pronti al futuro”.




TORNANO I CRIMINALI

Distruggono l’area del Fratino nella riserva Borsacchio. Due giorni dopo il lavoro dei ragazzi del liceo per ripristinarla

Roseto degli Abruzzi, 3 marzo 2024. Non c’è tregua. A soli due giorni dalla sistemazione e sostituzione dei cartelli e delle delimitazioni dell’area del Fratino e delle Dune della Riserva Borsacchio torna il vandalo che distrugge nuovamente l’area e distrugge i nuovi cartelli informativi.

Solo mercoledì scorso, grazie ai ragazzi e ragazze del Liceo Saffo, avevamo sistemato l’area e sostituito cartellonistica. Purtroppo, fra la notte di venerdì e sabato mattina presto il criminale è tornato in azione. Le coppie di fratino sono prossime al ritorno ma la fascia costiera della riserva non trova pace.

Non riusciamo a capire le motivazioni di simili gesti che , insieme alle altre pratiche scorrette diffuse, stanno davvero minacciando la presenza delle specie protette sulla costa della Riserva. Abbiamo inviato al comune un progetto e report costanti. Una richiesta di concezione e denunciato alle autorità questi atti. Serve pianificazione , controlli e sanzioni.

Se non si interviene ora, lo scriviamo ora con grande anticipo, si perderà la popolazione di fratini nella riserva. I volontari delle guide hanno dato fondo a ogni risorsa e sabato stesso hanno ripristinato l’area, ma non possiamo resistere ulteriormente.

Marco Borgatti

Presidente Guide Del Borsacchio -Guardia Ambientale – Direttivo WWF Teramo – Presidente FIAB Roseto




ILLECITI AMBIENTALI IN UN’AZIENDA

Attività dei Carabinieri Forestali e della Guardia Costiera

Teramo, 1° marzo 2024. A seguito di complessa attività di polizia giudiziaria in materia ambientale svolta congiuntamente dai militari del Gruppo Carabinieri Forestali di Teramo e dell’Ufficio Circondariale marittimo – Guardia Costiera di Giulianova, sotto il coordinamento della Procura della Repubblica di Teramo, è stato deferito all’Autorità giudiziaria il legale rappresentante di un’azienda agricola e vitivinicola, operante nel Teramano, per  aver stoccato rifiuti liquidi in una vasca non idonea allo scopo.

I militari, grazie al supporto tecnico fornito dall’Arta Abruzzo- distretto di Teramo, accertavano inoltre che l’azienda captava le acque da un pozzo, senza la preventiva autorizzazione e pertanto veniva contestata una sanzione amministrativa il cui importo sarà determinato dal Servizio Gestione Idrico e Fluviale della Regione Abruzzo per un importo minimo di € 8.000 ad un massimo di € 50.000.

Al termine delle verifiche, la polizia giudiziaria ha impartito al titolare dell’azienda, prescrizioni asseverate ai sensi della parte VI bis del Testo Unico Ambientale, volte alla risoluzione delle condotte illecite riscontrate.




PER LA CONSERVAZIONE DELLA NATURA

Studenti e comunità uniti. Un segnale di speranza dalla riserva Borsacchio

Roseto degli Abruzzi, 29 febbraio 2024. Ieri è stata una giornata straordinaria nella riserva Borsacchio. Grazie alla collaborazione con gli studenti del liceo Saffo di Roseto, abbiamo dedicato giorni al monitoraggio e censimento delle specie protette all’interno della riserva, sia lungo il tratto costiero che nelle colline circostanti. Nonostante le sfide, continueremo questo lavoro per sette giorni, con l’obiettivo di proteggere e preservare il nostro prezioso ecosistema.

Ieri, uniti come comunità, abbiamo voluto mandare un segnale forte di civiltà e speranza. Purtroppo, solo la scorsa settimana, l’area del Fratino e delle Dune del Borsacchio è stata nuovamente vandalizzata. Cartelli divelti, pali spezzati, cordame sottratto: un attacco devastante proprio mentre ci preparavamo per la stagione riproduttiva delle specie protette. È una perdita per la natura e per tutti noi.

Tuttavia, non ci siamo arresi. Questo atto di vandalismo rafforza la nostra determinazione a difendere e proteggere la nostra riserva. Continueremo a lavorare instancabilmente per ripristinare e preservare l’ambiente naturale che ci circonda. Con il sostegno degli studenti, della comunità e di tutti coloro che condividono la nostra passione per la natura, possiamo trasformare questa tragedia in un punto di svolta positivo.

Oggi con le ragazze e ragazzi del Liceo Saffo abbiamo ripristinato 2 km dell’area distrutta con oltre 120 nuovi pali e oltre un km di cordame e 12 nuovi cartelli grazie alle donazioni di questi giorni. Gli studenti sono stati eroici. Il tempo non era dei migliori ma compreso cosa stavano facendo si sono adoperato con noi senza sosta.

Insieme, possiamo fare la differenza. Uniamo le forze per un futuro più verde e sostenibile per tutti.

Dalla Riserva del Borsacchio




L’OPPORTUNITÀ DEI CRITERI AMBIENTALI MINIMI (CAM)

Lettera al Sindaco di Pescara, all’Assessore al Verde, all’Assessore ai Lavori Pubblici

Pescara, 27 febbraio 2024. In attesa delle risposte al question time del cittadino, previste per giovedì 28 febbraio, circa l’adozione del Codice degli appalti per le opere di gestione del verde pubblico (GPP), e conseguentemente dei relativi “criteri ambientali minimi” (CAM) come previsto dalla normativa vigente (il Decreto CAM è del 2020), appaiono evidenti i lavori di “Rimozione delle piante danneggiate dal fuoco nei comparti 4 /5 della Pineta Dannunziana di Pescara” (così recita il cartello di cantiere affisso al recinto della Riserva Dannunziana).

Il materiale legnoso è stato per adesso accuratamente accatastato in un’area adiacente, opportunamente recintata, in attesa di essere evidentemente trasportato in altra sede e successivamente trattato.

Chi scrive non ha avuto modo di visionare il relativo progetto definitivo-esecutivo; pertanto, non è a conoscenza del dettaglio relativo alla destinazione d’uso di detto materiale. In verità gli organi di informazione avevano reso nota una dichiarazione di consulenti che, sottolineando lo scarso valore del materiale, ne suggerivano l’utilizzo per finalità energetiche. Ecco, “scarso valore” rimanda ad una interpretazione decisamente produttivistica del patrimonio in esame, che invece costituisce una preziosa riserva di CO2 stoccata all’interno delle fibre legnose grazie ad un processo di fotosintesi durato decenni e che non andrebbe mandato in fumo in pochi giorni, soprattutto quando viene chiesto a tutti di produrre meno CO2.

Ma a leggere i CAM, che suppongo siano stato adottati all’interno dell’appalto, non dovrebbero esserci dubbi (Allegato A: punto 8: Reimpiego di materiali organici residuali): il materiale di risulta di detta operazione di “rimozione” dovrebbe essere destinato a “compostaggio”, in loco ovvero presso aziende di riferimento operativo, come piattaforme di compostaggio, dotate di cippatrici in grado di ridurre la pezzatura del materiale e destinarlo a processi di compostaggio verde e produzione del relativo ammendante (ACV), ovvero utilizzarlo come strutturante in processi dei produzione di ammendante compostato misto (ACM). Diversamente deve essere recuperato in microfiliere per la realizzazione di arredi. I CAM sono chiari: il materiale in esame non può avere destinazione d’uso energetica, ovvero non può essere utilizzato per produrre energia, ma solo materia: cioè compost! Questa opzione deve essere stata già evidenziata nel progetto di appalto per cui facilmente rendicontabile.

Come dovrebbe essere evidente, perché anch’esso è previsto dai CAM, il relativo piano della comunicazione (Allegato A, punto 6. Piano della comunicazione): “L’aggiudicatario deve proporre e condividere con l’amministrazione un piano di comunicazione avente lo scopo di promuovere il coinvolgimento attivo dei cittadini e dei vari portatori di interesse e di garantire la corretta informazione dei cittadini e degli operatori in caso di richieste specifiche al fine di migliorare la valorizzazione delle aree verdi gestite”.

L’ente appaltante, l’Ente locale, effettua in tal senso una “Verifica”: “proposta di piano di comunicazione nel quale siano definiti gli argomenti che si intendono comunicare e le attività di comunicazione con i relativi tempi, modalità e costi di realizzazione, mirati a garantire la condivisione con i cittadini e i vari portatori di interesse delle informazioni sugli interventi previsti favorendo la costruzione del senso di appartenenza al territorio”.

Ecco, tutto questo non si è ancora visto, né credo abbia ad oggi corredato, per quanto noto, le procedure messe in atto per la gestione del verde dalla data di pubblicazione dei CAM (DECRETO 10 marzo 2020) sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana del 4/4/2020.

Ma sono certo che le risposte al question time chiariranno tutti i miei dubbi.

Giancarlo Odoardi




LA TARTALUNA E LE SUE SCINTILLE nella Riserva Naturale del Borsacchio

Sabato 24 febbraio, ore 10:30, nella Sala Consiliare del Comune di Roseto degli Abruzzi, si terrà la presentazione del libro scritto da Daniele Di Massimantonio e Luca Mastrocola.

Roseto degli Abruzzi, 23 febbraio 2024. Sabato 24 febbraio, ore 10:30, nella Sala Consiliare del Comune di Roseto degli Abruzzi, si terrà la presentazione del libro La Tartaluna e le sue scintille – nella Riserva Naturale del Borsacchio, scritto da Daniele Di Massimantonio e Luca Mastrocola.

Il taglio della Riserva, la magia estiva del nido di tartaruga, la grande mobilitazione per tutelare questi luoghi… sono i temi trattati dai due autori del libello: un racconto per romantici, sognatori e lottatori, per tutti coloro i quali, seguendo la lezione del filosofo greco Zenone di Elea, sono convinti del fatto che il veloce e tracotante Achille non raggiungerà mai la lenta e umile tartaruga.

Eh, già! Mai la raggiungerà, giacché dovrà percorrere infiniti spazi, gli infiniti spazi che colmano la distanza tra l’insulsa prosa di un emendamento scritto in fretta e furia e la poesia del cosmo, l’alfabeto liquido del mare, il sillabare delle onde, le metafore sparse sull’arenile, la grammatica delle colline, l’incollinarsi dei versi, lasciando righe e rime lungo i versanti dei poggi, dalla notte dei tempi al giorno d’oggi. L’evento, promosso dall’Associazione Guide del Borsacchio, con il patrocinio del Comune di Roseto degli Abruzzi, è gratuito, adatto ad un pubblico di adulti e di piccini. Non mancate!

Marco Borgatti, Presidente Guide Del Borsacchio – Guardia Ambientale – Direttivo WWF Teramo – Presidente FIAB Roseto




PER UNA MOBILITÀ ACCESSIBILE

Convegno sabato 24 febbraio, alla Casa del Popolo La Conviviale. Per una città inclusiva, con gli interventi di Marco Marra, esperto di mobilità urbana, e il Collettivo Ciclofficina CAP15 di Pescara.

Vasto, 22 febbraio 2024. Sarà l’occasione per parlare di mobilità accessibile e spazi urbani, un tema centrale che abbraccia non solo la questione della sostenibilità della mobilità cittadina, ma anche e soprattutto quella dell’accessibilità alla città: gli spazi pubblici urbani garantiscono a tutti e tutte, soprattutto alle persone più deboli, di potersi muovere liberamente e in sicurezza? Si tratta, infatti, di una questione di democrazia ed equità sociale.

È oggi più che urgente ripensare agli spazi della nostra città per renderli sicuri, accessibili e inclusivi, senza lasciare nessuno indietro: bambini, anziani, diversamente abili, ciclisti, pedoni e così via, devono avere la priorità di muoversi liberamente, senza mettere in pericolo la propria incolumità. Per farlo è necessario un cambio culturale che conduca all’applicazione di politiche urbane che antepongano le persone alle macchine, la comunità all’individualismo, gli spazi verdi al cemento, la sicurezza alla velocità. Di questo e ne discuteremo sabato 24.

L’appuntamento è alle 18, alla Casa del Popolo La Conviviale, in Corso Dante 50-52, a Vasto.