GABRIELE D’ANNUNZIO VATE D’ITALIA
L’Antologia a cura di Cristiano Vignali e Roberto d’Amato
Chieti, 4 dicembre 2024. È stata pubblicata di recente l’Antologia Gabriele d’Annunzio Vate d’Italia (Edizione Youcanprint 102 pagine formato A4), a cura del giornalista e saggista storico teatino Cristiano Vignali e del saggista e critico d’arte goriziano, Roberto d’Amato, fondatori del Centro Studi Dannunziani e Patriottici.
L’antologia è una raccolta di articoli pubblicati su testate web, scritti pressoché tutti da scrittori, giornalisti, autori, intellettuali, studiosi dannunziani premiati nella Prima Edizione del Premio Internazionale Gabriele d’Annunzio Vate d’Italia (evento patrocinato tra gli altri dal Vittoriale degli Italiani).
L’opera è stata realizzata col contributo di Alfredo De Felice, Daisy Nanni, Daniela D’Alimonte , David Ferrante, Franca Silvia Desantis, Massimo Pasquale Cogliandro, Ruggero Morghen , TiLa Lara , Tobias Fior , Veronica Tieri. Prefazione del Prof. Augusto Sinagra, già docente ordinario di diritto internazionale e diritto dell’Unione Europea all’Università degli Studi di Roma La Sapienza.
A tal proposito ha spiegato Cristiano Vignali nella introduzione dell’opera: “Negli ultimi anni la figura del d’Annunzio è stata rivalutata in un’ottica sovranista moderna, come l’esponente di un nazionalismo patriottico, autonomo e ben diverso dal Fascismo. La figura storica del Comandante d’Annunzio è stata interpretata anche in un’ottica democratica e progressista in base ai diritti garantiti dalla Carta costituzionale della Reggenza Italiana del Carnaro, una costituzione veramente moderna per il 1920″.
In merito, ha aggiunto Roberto d’Amato: “abbiamo posto l’attenzione su alcuni aspetti della vita di Gabriele d’Annunzio, della sua eclettica personalità, e di come per certi versi sia stato un vero e proprio precursore dei tempi, e proprio da queste sue caratteristiche si spiega tutta la sua aristocratica essenza rivoluzionaria che ne hanno fatto all’epoca il poeta – soldato e il Vate degli Italiani, ed oggi un mito contro la cultura a senso unico del progressismo materialista di questa società tecnocratica globale”.