RESTAURARE L’EX RETTORATO

Conservare un pezzo di storia dell’Università D’Annunzio

Pescara, 19 aprile 2024. Si apprende dalla stampa locale che l’Università G. D’Annunzio Chieti-Pescara ha deciso di abbattere entro breve termine l’edificio che ospitava l’ex Rettorato, realizzato tra la fine degli anni ’60 e l’inizio degli anni ’70.

La costruzione del fabbricato fu il primo passo per la realizzazione della città universitaria a Madonna delle Piane di Chieti Scalo, all’interno di una ipotesi generale di assetto di cui voleva rappresentare un caposaldo. Il suo progetto è a firma dello Studio BBPR (Gian Luigi Banfi, Lodovico Barbiano di Belgiojoso, Enrico Peressutti ed Ernesto Nathan Rogers), costituito da professionisti che hanno svolto un ruolo importante nello sviluppo della cultura architettonica italiana del dopoguerra.

La decisione è stata annunciata dal Rettore e presa dal Consiglio d’ Amministrazione dell’Università a seguito di problemi strutturali e di una parziale inagibilità del fabbricato. Al suo posto si ipotizza uno spazio verde, un piccolo anfiteatro o una piazza. Questo è quello che riporta l’articolo; se ne deduce che la scelta non deriva da un progetto significativo ma solo da una valutazione a priori basata su un discutibile raffronto tra gli oneri della demolizione (comunque superiori ai due milioni di euro) e quelli di un restauro statico e funzionale necessario, del resto, per molti edifici coevi. Dopo il mancato completamento e la successiva demolizione dell’edificio per la Casa dello Studente di Giorgio Grassi, un altro episodio di architettura verrebbe eliminato.

La decisione di abbattere l’edificio non ci sembra condivisibile: con la sua demolizione si elimina una testimonianza importante del percorso formativo del Campus Universitario di Chieti, l’edificio col quale fu posta la sua prima pietra.  Per il progetto fu emanato un Concorso di idee ad inviti, vinto da uno Studio di rilievo nel panorama dell’architettura nazionale e internazionale del ‘900 che ha portato nella ricostruzione italiana il tema del rapporto tra tradizione e modernità, animando il dibattito anche con la direzione che Ernesto Rogers esercitò nelle maggiori riviste del settore.   

Perciò si può dire che l’ex Rettorato, anche al di là della sua qualità intrinseca, ha un valore significativo sia per la formazione del Campus che nell’ambito dell’architettura del ‘900.

L’edificio, inoltre, è stato inserito all’interno del “Censimento delle architetture italiane dl 1945 a oggi” promosso dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura e la sua scheda è stata curata, tramite la Soprintendenza – Direzione Regionale per l’Abruzzo, dal Dipartimento di Architettura della nostra Università. Quindi lo stesso Ateneo che lo ha segnalato adesso ne decreta l’abbattimento.

Chiediamo all’Università di ritornare sui suoi passi; di considerare il valore dell’edificio, di coinvolgere in questa fase anche la Soprintendenza ABAP ed il Dipartimento di Architettura nel trovare modalità e strategie per la sua salvaguardia e conservazione in un restauro che ne recuperi l’utilità per l’Ateneo, finalizzando a questo le somme stanziate. Si tratta di un edificio pubblico con una firma autorevole che tuttavia non gode di tutela perché non presenta ancora il requisito dei 70 anni di vita previsto dal Codice dei beni culturali per la verifica e la dichiarazione dell’interesse culturale. Questo è un grande limite del Codice che ha dilatato il precedente termine di 50 anni. Ciononostante, chiediamo che un Ente preposto alla trasmissione della cultura voglia adoprarsi per conservare una testimonianza della sua stessa origine. Il Comitato Direttivo della Sezione Italia Nostra “L. Gorgoni” di Pescara           




LA FORMA DEL DESIDERIO

Andrea Magno da oggi in libreria e negli store online

L’Aquila 19 aprile 2024. Una raccolta di poesie del direttore artistico del Festival Autori in piazza di Chieti.  Andrea Magno scrive in versi da anni per la sua esigenza di esprimere le proprie emozioni. Lo fa di getto, su un foglio bianco. Esordisce nella poesia con Sotto falso nome, segue Sotto falso nome, Da qui ho un posto comodo, Fuori dal coro.

Ospite al Carta Carbone Festival, Sirmio International Poetry Festival e altri importanti appuntamenti letterari. Presente nelle riviste e antologie di settore. Dal 2016 è direttore artistico del Festival culturale Autori in Piazza a Chieti.

LA FORMA DEL DESIDERIO, ARKADIA, 2024

La poesia è un modo per guardare se stessi e gli altri?

Andrea Magno sperimenta questa ricerca con l’osservazione attenta del mondo

che lo circonda, che si trovi in riva al mare, immerso nel silenzio, puntando lo sguardo all’orizzonte, o nel caos di una metropoli.

L’introspezione scaturisce da momenti particolari, in cui l’occhio metaforico è rivolto alla propria anima, all’esistenza che palpita in ogni angolo dell’universo. Le mani del poeta scavano nelle onde e nell’aria in cerca di legittima felicità e di necessaria bellezza.  

Angelozzi Comunicazione




ANDREA PIGONATI E LA “REAL STRADA DEGLI ABRUZZI”

[Pubblicato dal “Centro Servizi Culturali” Castel di Sangro – L’Aquila 1983]

Di Franco Cercone

La viabilità da Castel di Sangro a Sulmona, a partire soprattutto dal valico di Roccaraso, ha costituito un problema che storicamente si è risolto solo nei nostri giorni, grazie alle rivoluzionarie tecniche di

costruzione delle autostrade.

Le tre direzioni che si schiudono all’orizzonte dal valico di Roccaraso o dalla piana peligna, cioè il Piano delle Cinque Miglia, il Quadro di S. Antonio (Bosco di S. Antonio) ed il Quarto di S. Chiara (Forchetta Palena), avevano costituito, fin dall’antichità, i canali naturali di comunicazione tra la Valle del Sangro – vera porta per il Sannio – e la Conca di Sulmona.

l diversi periodi storici portarono, in conseguenza di complessi fattori politici ed economici, a privilegiare ora l’una ora l’altra delle suddette direzioni, che avevano comunque a sud, come punto imprescindibile di riferimento, il valico di Roccaraso.

Nella tarda età repubblicana, all’arteria che univa Sulmo con Aufidena, si dà in genere il nome di via Minucia, “nome che certo essa aveva nel tronco meridionale, ben noto perché offriva un’alternativa all’Appia per portarsi a Brindisi”[1].

Poiché, come ha confermato la moderna archeologia, non può non supporsi un collegamento a valle (Conca Peligna) ed a monte (Quarto di S. Antonio) del pagus romano che affiora in località Zeppe, alle falde del Monte Mitra, oggi in tenimento di Cansano, tale arteria doveva snodarsi necessariamente lungo il Vallone della Mazza, che collega direttamente il Quarto di S. Antonio con la piana di Sulmona.

È pertanto nella suddetta località Zeppe (o Pantano), ricca di reperti archeologici, che andrebbero effettuate ricerche dirette ad individuare l’ubicazione del tanto discusso Tempio di Giove Lareno, menzionato dalla “Tavola Peutingeriana”, tanto più che nelle vicinanze è sopravvissuto un toponimo, Casa Minucia, che non richiede ulteriori commenti.

Non sappiamo quali eventi storici determinarono la distruzione dell’insediamento romano sito a valle del Quarto di S. Antonio ed al conseguente declino del Vallone della Mazza come veloce canale di collegamento tra gli Altopiani e l’area peligna.

Certo è che successivamente, tra l’VIII ed il X secolo, la presenza sempre più rilevante dei Volturnesi sul Piano delle Cinque Miglia, con i possedimenti intorno al Monastero di S. Maria de Quinquemilia e la grancia di Florina [2] (attuale Rocca Pia), il lento ma costante vivacizzarsi dell’industria ovina, costituiscono alcune fra quelle decisive premesse che portarono al consolidamento degli interessi e dei traffici sul Piano delle Cinque Miglia, sancito definitivamente, al tramonto del XIII sec., dalla via degli Abruzzi che collegava Firenze con Napoli, assurta a capitale del regno Angioino.

È da ritenersi tuttavia, che il passaggio per il Quarto di S. Antonio non restasse completamente in disuso. Anche se in modo discontinuo, esso dovette essere in parte utilizzato dalla cosiddetta “diaspora lombarda”, cioè “quel grande fenomeno migratorio di artigiani e mercanti che investì tutto il Regno ed in particolar modo l’Abruzzo, e che tracce profonde e durature ha lasciato proprio a Pescocostanzo” [F. Sabatini, op.cit.], nonché in circostanze particolari, come si evince dal seguente documento pubblicato dal Faraglia: “Bartholomeo de Pacili militi, civi Sulmone commissio ad adaptandas stratas et vias quibus itur a Sulmona usque Iserniam per partes vallis oscure, Peschi, Rivinigri et foroli quia sunt adeo occupatae et aquis pluvialibus et saxis et spinis occupatae quod non potest haberi transitus” [N. F. Faraglia , Codice diplomatico Sulmonese.Doc CIX, Lanciano 1888].

E se in tali circostanze non poteva “haberi transitus”, i traffici dovevano svolgersi attraverso il Quarto di S. Antonio, tanto più che le lotte esplose tra Sulmonesi e Pescolani nella prima metà del XIV sec. per il possesso delle Campora, un ampio territorio che si estende da Fonte Sulmontina (alle falde del monte Mitra) fino alla contrada Primo Campo (sita non lungi da Pescocostanzo), rivelano senza dubbio un movimento di merci e viaggiatori attraverso il Quarto di S. Antonio.

Il problema della viabilità sugli Altopiani Maggiori affiora di nuovo nell’ultimo ventennio del ‘700 durante la fase di progettazione della quarta Strada di Fabbrica, cioè la “Real Strada degli Abruzzi”, che doveva congiungere “la Capitale del Regno agli Abruzzi, fino a Chieti e al Mare Adriatico da una parte, e ad Aquila dall’altra”[3].

Il collegamento con l’Abruzzo era quasi inesistente in quanto, sottolinea il Di Vittorio, “solo attraverso piste e sentieri era possibile da Capua – attraverso Venafro, Isernia, Castel di Sangro, Sulmona e Popoli – raggiungere da un lato Avezzano, al confine con lo Stato della Chiesa, dall’altro l’Aquila, Antrodoco, Amatrice e, più a oriente, Chieti, Penne e Teramo” [A. Di Vittorio Gli Austriaci e il Regno di Napoli 1707-1734. Giannini Ed., Napoli 1973].

Secondo il Di Vittorio, “queste carenze del sistema stradale del regno dipendevano, senza dubbio, da difficoltà finanziarie”, mentre da altri Autori sono messe in relazione, per quanto concerneva l’Abruzzo, con un disegno ben preciso dell’amministrazione borbonica, secondo cui le regioni nord-orientali del regno costituivano un baluardo naturale contro eventuali eserciti invasori, donde la necessità che le nostre contrade restassero prive di arterie, capaci di permettere una rapida avanzata di truppe straniere verso il sud[4].

I lavori della Strada di Fabbrica per l’Abruzzo furono eseguiti con una certa celerità da Venafro a Castel di Sangro, mentre per il tratto Castel di Sangro-Sulmona si rendeva necessario, data l’asprezza dei luoghi, uno studio attento delle caratteristiche morfologiche e geologiche del territorio come premessa necessaria al progetto dell’arteria da costruire, che fu affidato, da Ferdinando IV, al “cavalier” Andrea Pigonati, noto architetto dell’epoca.

Nel 1783 il Pigonati pubblicò a Napoli un volumetto dal titolo “La parte di strada degli Abruzzi da Castel di Sangro a Sulmona”, che per iniziativa lodevole del Dr. Mario Liberatore, Presidente dell’Azienda Autonoma di Soggiorno e Turismo di Roccaraso, viene riproposto in forma anastatica all’attenzione degli studiosi in un momento particolare e significativo: l’imminente e completa realizzazione della superstrada Sulmona-Castel di Sangro.

Il Pigonati esaminò direttamente le caratteristiche del Piano delle Cinque Miglia e del Quarto di S. Antonio e nell’omonima chiesetta, sita in quest’ultima località, interrogò alcuni eremiti sulla quantità di neve che ivi d’inverno cadeva.

Alla fine concluse, informandone Napoli, che l’arteria dovesse snodarsi necessariamente lungo il Piano delle Cinque Miglia, in modo che attraverso la gola di Barbatosa potesse raggiungere Rocca Valle Oscura (Rocca Pia) per proseguire a ponente verso Pettorano ed immettersi così nella piana peligna.

Contro la scelta di questo tracciato, che aveva già ottenuto l’approvazione di Napoli, intervenne Giuseppe Liberatore, medico e dottore di filosofia, nato a Castel di Sangro nel l756.

Nel 1789 – anno, come vedremo tra poco, in cui erano iniziati i lavori nel tratto Pettorano-Rocca Valle Oscura – il Liberatore pubblicò a Napoli, per i tipi di Vincenzo Manfredi, un volume dal titolo Ragionamento topografico-istorico-fisico-ietro sul Piano Cinque Miglia.

Dopo aver descritto i “fenomeni del Piano Cinque Miglia” e le cause che originavano le terribili tempeste di neve che ivi si scatenavano d’inverno, arrecando morte agli infelici “viatori” (perirono sul Piano, nel 1528, trecento fanti al soldo dei Veneziani ed altri 600 fanti, l’anno dopo, al comando del principe d’Orange), il Liberatore conclude: “Dal fin qui narrato, a ciascuno per istinto sorge, diligentemente ricercare, se, oltre il Piano di Cinque Miglia, altro luogo esista, onde, senza tanti disagi, entrare negli Abruzzi. Dalla Terra di Roccaraso, per tre varie direzioni, pel cennato Piano…, pel Quarto di S. Antonio, pel Quarto di S. Chiara, può andarsi alla Città di Solmona. A fin di decidere quale debbasi alle altre anteporre, fa pria mestieri, cadauna precisamente descrivere, e poscia, tutte fra esse confrontare” [G. Liberatore, Ragionamento topografico …ecc., op.cit.]

L’intento dell’A. è chiaramente polemico: dimostrare, contro le tesi sostenute dal Pigonati nella sua citata “operetta”, che, esclusa ogni possibilità di costruire l’arteria per il Quarto di S. Chiara, restavano solo due tracciati da prendere in considerazione: quello per il Piano delle Cinque Miglia e quello per il Quarto di S. Antonio. “Richiamando a memoria – afferma il Liberatore – gli aggiunti del Piano delle Cinque Miglia, e del Quarto di S. Antonio, opìno potersi decidere, che il secondo, meno periglioso, meno ferale, di minor dispendio del primo, sia a giudicarsi, e che conseguentemente presceglier si debba”. Occorre sempre tener presente, conclude l’A., che le strade si costruiscono “affinché con maggior sicurezza, ed agio, e con minor tempo si cammini, si accresca il commercio, il disbrigo delle faccende, e ‘l trasporto delle diverse derrate da luogo a luogo, pel bisogno, e beatitudine della società”. [G. Liberatore, op.cit.].

Non va esclusa del tutto l’ipotesi che dietro le tesi del Liberatore si nascondessero comprensibili e giustificati interessi della borghesia di Pescocostanzo, proiettata, con il declino della pastorizia, verso “una più attiva ricerca di nuove fonti di guadagno” [F. Sabatini, op. cit.] nel settore dell’agricoltura e dove, come sottolinea il Colapietra, “la borghesia professionistica e l’artigianato si dedicano a più complesse forme di investimento e di speculazione”[5], che certamente si sarebbero potenziate, tramite l’arteria da costruire, con il collegamento diretto tra Pescocostanzo e la conca Peligna.

Ma, come si diceva in precedenza, le “real decisioni” non furono favorevoli al Liberatore ed il progetto Pigonati passò già nel 1789 alle fasi di realizzazione. Osservatore d’eccezione, durante lo svolgimento dei lavori nel tratto Pettorano-Rocca Valle Oscura fu, nel 1789, il marchese tedesco von Salis-Marschlins, che annota: “A tre miglia di distanza da Pettorano, ed uno prima di raggiungere Rocca Valoscura (sic), trovai iniziati i lavori della nuova strada che si ha intenzione di proseguire sino a Pescara, attraverso il piano di Sulmona; e siccome gli operai erano intenti al lavoro, ebbi opportunità di seguire il modo di costruzione della strada, osservando le fondamenta dei ciglioni laterali e della copertura”[6]. Il parere, tuttavia, del von Salis-Marschlins, sull’esecuzione dei lavori e sulla scelta del tracciato, è estremamente negativo: “Questa strada, oltre ad essere stretta, poco solida, e con nessun criterio costruita, è stata tracciata in un punto male scelto, attraverso paesi che non hanno se non pochissima importanza. Pur essendovi cosi vera necessità altrove, la si è voluta far passare presso Rocca Valoscura, nel letto di un torrente che la danneggia ogni anno, in una vallata ripida ed angusta, mentre la si poteva tracciare attraverso paesi più importanti per traffico e posizione e che, sino ad un certo punto, offrivano un livello molto più regolare. Si mormora a questo proposito che gli ingegneri si sieno lasciati corrompere cosi dai privati come dai paesi intressati…” [U.K. von Salis-Marschlins, op. cit.].

Gli eventi politico-militari degli anni seguenti, che culminarono con l’invasione degli eserciti francesi e l’instaurazione della Repubblica Partenopea, non permisero il proseguimento dei lavori tra Pettorano e Rocca Valle Oscura. Essi furono ripresi e completati, come è noto, durante il regno di Gioacchino Murat, per cui tale tratto è chiamato ancora oggi via Napoleonica.

Altri particolari interessanti si apprendono da Giuseppe Del Re, che precisa: “La strada consolare che da Terra del Lavoro s’inoltrava in Abruzzo, terminava a S. Maria di Portella, precisamente presso il miglio 80… (Sui Piano delle Cinque Miglia) il cammino era indicato da una traccia naturalmente fatta da ruote e da some, la quale si rendeva invisibile per le erbe che la ricuoprivano, e che dimenate da’venti facevano smarrire il tragitto a’ viandanti. Si progettò nel 1812 una strada regia che scorresse per quel Piano…; se ne approvò nel 1814 il disegno, e se ne intraprese nel 1817 la costruzione, che nel 1820 ebbe il total compimento”[7].

Nello stesso periodo fu sistemato anche il tratto Fontanella-Rocca Valle Oscura, poiché, nota giustamente il Leone (e una conferma si evince anche dal Del Re e dal von Salis-Marschlins) “i1 percorso Pettorano-Rocca Pia viene denominato ancora via Consolare o Napoleonica, mentre quello che da Rocca Pia sale a Fontanella dai vecchi del luogo veniva indicato come Strada o via Borbonica” [O. Leone, Roccapia…ecc., op. cit.].

Il giudizio severo del von Salis-Marschlins sia sulla scelta del tracciato che sulla conduzione dei lavori nel tratto Pettorano-Rocca Valle Oscura è apparso ai tecnici moderni alquanto frettoloso ed al

riguardo il Di Benedetto precisa che l’arteria “si distingue ancor oggi, sebbene da molto tempo abbandonata dal grande traffico, per la concezione tecnica, ardita, ma accorta. Il tracciato, segnando il fianco della montagna secondo l’andamento più naturale (nessun tornante, nessun viadotto), segue la via più breve con buona esposizione e felice scelta del terreno, privo di zone geologiche di detrito calcareo e, quindi, con risparmio di grandi e costose opere di contenimento. Rimangono ancora oggi, bruniti dal sole, grossi muraglioni di sostegno dell’ampia sede stradale, deliziosi piccoli parapetti, anch’essi in pietra, brevi tratti di muratura a mattoni, a rafforzare il pendio dei terrapieni e, infine, monolitiche colonnine in pietra, terminanti a cupola dopo il collarino, con il numero scolpito delle miglia da Napoli… Allora essa doveva creare dei problemi per la trazione dei carri pesanti, in qualsiasi stagione, e delle vetture, nei periodi di neve e ghiaccio. I cavalli erano allora sostituiti dai buoi, ai cui piedi nell’inverno si applicavano ferri chiodati, antenati delle moderne catene e delle gomme antineve. La strada registrò sempre traffico intenso sia in persone che in merci. La Messaggeria degli Abruzzi, il veloce servizio di posta in partenza da Napoli ogni mercoledì e ogni sabato alle 2 e da Sulmona ogni martedì e venerdì, fu uno dei servizi viaggiatori più frequentati del secolo scorso. Il percorso da Sulmona a Napoli contava 90 miglia napoletane, con 12 poste e mezza per lettere e viaggiatori, e sette cambi di cavalli…” [F. Di Benedetto, op. cit.]

Certamente, non pochi dovevano essere i problemi della viabilità soprattutto nel periodo invernale. Da una relazione del vice Intendente, datata Sulmona, 20 marzo 1845, ed inviata al consigliere distrettuale D. Raffaele Vitto, a Pettorano, si apprende che “il Corriere di Reggia Posta D. Gabriele Guidelli ha avanzato delle doglianze contro il Sindaco di Roccavallescura, come indolente alle richieste fattegli per aiuto di cui aveva d’uopo, attesoché nevi (sic) e contro il di costui fratello bovaro, che pretendeva smodato compenso onde attivare la corsa della diligenza con due bovi…”[8]

E ciò malgrado che nel 1817 fosse stata approvata una risoluzione, la quale stabiliva: “A voler che la corrispondenza sul Piano 5 Miglia non venga interrotta nei mesi invernali, si emette il progetto di due slitte tirate da buoi nel Comune di Roccaraso e di Vallescura, le quali… tenessero attiva la comunicazione della Capitale con le Provincie…” [F. Di Benedetto, op. cit.].

Ancora oggi la Napoleonica non manca di esercitare un certo fascino su chiunque la percorre a piedi per respirare una boccata d’aria del tempo che fu.

E con un po’ di fantasia, si possono ancora udire le grida dei passeggeri, atterriti dagli attacchi dei briganti Crucitto e Tamburrino, entrati ben presto nella memoria dei vecchi e trasfigurati in personaggi da leggenda.

Sotto questo aspetto, la cara, vecchia Napoleonica, attende una pagina di storia che finora non è stata scritta.


[1] F. Sabatini, La Regione degli Altopiani Maggiori d’Abruzzo, Roccaraso, a cura della A.A.S.T., 1960.

[2] F. Sabatini, ivi; O. Leone, Roccapia. Notizie storiche, Sulmona, Stab. Tipogr. Angeletti, 1977.

[3] F. Di Benedetto, Da Sulmona verso il Sannio Carecino e Napoli, in “Bollettino del Rotary Club Sulmona”, Sulmona,   sett. 1979. Le altre tre “Strade di Fabbrica” erano: La Strada di Roma, La Strada di Puglia, e La Strada delle Calabrie.

[4] L. Russi, Viaggiatori europei nell’Abruzzo dell’Ottocento, in “Atti del Terzo Convegno Viaggiatori Europei negli Abruzzi e Molise nel XVIII e XIX secolo”, Teramo 1976 (a cura del “Centro di Ricerche storiche Abruzzo Teramano”).

[5] R. Colapietra, Abruzzo. Un profilo storico, Carabba Ed., Lanciano 1977.

[6] K. U. von Salis Marschlins, Viaggio attraverso l’Abruzzo (1789), Polla Ed., Avezzano 1981. Si tratta della ristampa anastatica dell’edizione italiana dell’opera, pubblicata a Trani nel 1906. Il “Viaggio in Abruzzo” costituisce il cap. IX del volume, pubblicato a Zurigo nel 1790 con il titolo originale “Beitrage zur naturlichen und okonomischen Kenntniss des Konigreiches Beider Sizilien”. Una seconda edizione apparve, sempre a Zurigo, nel 1793 ma con titolo diverso: Reisen in verschiedene Provinzen des Konigreiches Neapel, ed è anche citata da L. Russi.

[7] G. Del Re, Descrizione topografica, fisica, economica politica de’Reali Dominy al di qua del Faro nel Regno delle Due Sicilie, Tomo II, Napoli 1835.

[8] F. Di Benedetto, ivi. I documenti in questione sono tratti dall’Archivio della Famiglia Vitto-Massei, Pettorano.




ELISA MARIA BOGLINO DA COPENAGHEN A ROMA. Tra due patrie nella pittura

L’Imago Museum di Pescara inaugura la mostra

Pescara, 19 aprile 2024. Il 27 aprile 2024 l’Imago Museum di Pescara inaugura la mostra «Elisa Maria Boglino da Copenaghen a Roma. Tra due patrie nella pittura», la prima mostra retrospettiva italiana dedicata ad Elisa Maria Boglino (Copenaghen 1905- Roma 2002), pittrice italo-danese che ha vissuto tra due patrie, la Danimarca che le ha dato i natali, e l’Italia, dove si stabilisce definitivamente dal 1947.

L’inaugurazione si terrà sabato 27 aprile, alle ore 17,30, alla presenza di Nicola Mattoscio, Presidente della Fondazione Pescarabruzzo, Carlo Masci, Sindaco di Pescara, Marco Nocca, professore all’Accademia di Belle Arti di Roma, curatore della mostra, Sarah Boglino e Nica Schmidt, in rappresentanza della famiglia Boglino. Sono stati invitati S.E. Anders Carsten Damsgaard, Ambasciatore di Danimarca in Italia e la dott.ssa Charlotte Bundgaard, Direttrice dell’Accademia di Danimarca, Roma.

L’esposizione temporanea riunisce gli importanti dipinti degli anni Trenta, esposti a Venezia in Biennale (1930,1934), e ammirati a Berlino nel 1932 nella prestigiosa galleria Gurlitt da Kaethe Kollwitz, Oskar Kokoschka, August Macke, Erich Heckel. Spicca tra essi Le alienate (1931) del Mart, rappresentazione della follia che nei corpi delle recluse contiene quasi un presagio di lager. Provenienti da importanti musei e collezioni private, tra cui lo Statens Museum for Kunst di Copenaghen, il Mart di Rovereto, e collezioni private italiane, danesi e tedesche, le opere sono affiancate da una notevole selezione dell’opera grafica dell’artista, in cui è evidente la sua ricerca di un segno primordiale.

La mostra offre l’occasione di scoprire l’opera di questa artista singolare, che ha saputo creare un ponte tra la cultura nordica e quella mediterranea. I suoi dipinti e disegni, dalla forte carica espressiva, affrontano temi come la condizione femminile, la maternità, la solitudine e l’amore. Elisa Maria Boglino, artista indipendente e dalle scelte coraggiose, è stata precorritrice di temi poi sviluppati dal femminismo.

Le opere di Elisa Maria Boglino entrano in dialogo con la collezione dell’Imago Museum d’arte impressionistica nordica e con quella degli espressionisti tedeschi, ai quali l’artista guardava con speciale interesse.

Il polo d’arte moderna e contemporanea di Pescara, crocevia ormai fondamentale della sua vita culturale urbana, simbolo sempre più accattivante dello skyline del suo centro pedonalizzato, nonché crescente riferimento per l’intero medio adriatico italiano e non solo, dal 2021, anno della sua apertura, ha accolto prestigiose temporanee di Andy Warhol, Joseph Beuys, degli espressionisti tedeschi, di Joan Miró e, in ultimo, la grande opera scenica COSMO di Mario Schifano.  La coerenza delle mostre selezionate ha coinciso con un percorso dell’arte contemporanea di notevole respiro internazionale. A questo fanno da cornice esposizioni permanenti di non minor profilo, come la documentazione della performance artistica di Mario Schifano, della pittura figurativa italiana, spagnola e nordamericana del secondo Novecento, degli Impressionisti Scandinavi della scuola di Zahrtmann di Civita D’Antino e ancora degli Espressionisti Die Brücke.




IL DOTTORATO TRA IL FUTURO DELLA RICERCA  e la formazione della classe dirigente del Paese

Auditorium del Rettorato – 22 aprile 2024 – ore 9:40

Chieti, 19 aprile 2024. “Il Dottorato tra il futuro della ricerca e la formazione della classe dirigente del Paese” è il tema del convegno organizzato dalla Scuola Superiore “G. d’Annunzio”, diretta dal professor Angelo Cichelli, con il patrocinio dell’Università degli Studi “Gabriele d’Annunzio” di Chieti-Pescara. L’incontro si terrà il 22 aprile prossimo, alle 9,40, nell’Auditorium del Rettorato a Chieti.

Dopo i saluti istituzionali del Magnifico Rettore, professor Liborio Stuppia, e del Direttore Generale, dottor Paolo Esposito, sono previsti gli interventi del professor Angelo Cichelli, Direttore della Scuola Superiore “G. d’Annunzio”, su “I Corsi di dottorato della d’Annunzio tra evoluzione normativa e strategie di Atenei”, del dr. Enrico Montaperto, Dirigente del Ministero dell’Università e della Ricerca (MUR), su “Il dottorato performante per il futuro del Paese”, della dott.ssa Simonetta Iarlori, Chief People & Governance Officer ALIA-ESTRA Multiutility Toscana su “Esplorare nuovi orizzonti: dal mondo accademico alle opportunità di carriera nelle aziende” e del prof. Pierluigi Sacco, ordinario di Politica economica presso il Dipartimento di Scienze Filosofiche, Pedagogiche ed Economico-quantitative della “d’Annunzio”, su “Dottorati e competitività del sistema”. Al termine seguiranno interventi e la fase di discussione.

“Il convegno del 22 aprile – annuncia il professor Angelo Cichelli, Direttore della Scuola Superiore “G. d’Annunzio” – affronterà il rapporto tra alta formazione, futuro della ricerca e formazione delle classi dirigenti del Paese. Il dottorato di ricerca, a 40 anni dalla sua istituzione in Italia, – spiega il professor Cichelli – rappresenta il più alto livello della formazione universitaria, poiché coniuga l’avanzamento della conoscenza, tramite una didattica ad hoc nelle diverse aree, e una ricerca avanzata, innovativa e originale. Le potenzialità connesse per un futuro dei dottorandi sia nelle Università sia nei centri di ricerca pubblici e privati sia anche nel mercato del lavoro, sono notevoli, anche con le trasformazioni in atto nei percorsi che oggi sono più trasversali ed integrati, spesso in convenzione con le imprese. In questo senso – conclude il professor Cichelli – i progetti sui dottorati di ricerca hanno visto ricevuto ingenti finanziamenti PON e PNRR e, a breve, anche dalle Regioni attraverso i fondi FSE”.

“I numeri degli iscritti e dei Corsi di dottorato della “d’Annunzio” – commenta a sua volta il Rettore, professor Liborio Stuppia – che per il 40° ciclo saranno 21, a latere della ulteriore adesione a 13 Corsi nazionali, rappresentano una qualificata e articolata offerta di alta formazione a valle di aree disciplinari consolidate nell’Ateneo, con una strategia per far crescere talenti, ed in definitiva l’eccellenza ed il prestigio della comunità del nostro Ateneo “       

Maurizio Adezio




VII° CONCORSO ESTER PASQUALONI

La Premiazione al Kursaal Entusiasta la partecipazione di insegnanti e ragazzi.

Giulianova, 18 aprile 2024. Si è tenuta ieri al Kursaal la cerimonia di premiazione del Concorso scolastico Ester Pasqualoni, un’iniziativa che da sette anni l’Assessorato e la Commissione alle Pari Opportunità del Comune di Giulianova portano avanti con convinzione e determinazione.

L’edizione 2024, che ha voluto focalizzare i pregiudizi e gli stereotipi che troppo spesso affliggono l’ universo femminile, ha assegnato il Primo premio all’elaborato “Elena” di Maria Buono, Caterina Triponi, Aurora Xhafa  della 3^ A dell’IC Roseto 2; il Secondo Premio è andato a  “La realizzazione del sogno”  di Riccardo Bazzi della 3^ C della Media Bindi, I.C. Giulianova 2;  il Terzo classificato è stato  “Il sogno proibito” di  Giorgio Lupidii 3^ D dell’  I.C. Giulianova 1. Menzione speciale, con “Stereotipi e pregiudizi”, a  Dylan Alderisio, Mathias Senise, Francesco Ciarrocchi della  2^ C dell’ I.C. Nereto -Sant’Omero.

Presidente di giuria e moderatrice è stata Mirella Lelli. Sono intervenute il Vicesindaco Lidia Albani, il Presidente della Cpo Marilena Andreani e l’avvocato del Centro Antiviolenza la Fenice di Teramo, Maria Teresa Salbitani,  che ha sottolineato come la violenza possa avere molteplici forme, anche non immediatamente riconoscibili, e come i luoghi comuni possano nuocere ai diritti delle donne.

Il Vicesindaco Albani ha letto una bella lettera scritta dal fratello di Ester Pasqualoni, il medico dell’ Ospedale Val Vibrata, uccisa da uno stolker nel giugno 2017 e a cui il concorso è dedicato. “Al dolore che ogni giorno la cattiveria ed il male disseminano nel mondo, voi siete la risposta più gioiosa e più bella! – sono state le parole rivolte agli studenti – Non affannatevi a guardare lontano, a cose improbabili, cominciate invece a coltivare lo spazio e gli affetti intorno a voi, quelli su cui realmente potete influire. Seminate amore, coltivate amore, prendetevi cura degli altri che sono nel vostro mondo con amore! Avanti, adesso tocca a voi fiorire!”

Il Vicesindaco Lidia Albani ringrazia Mirella Lelli, i dirigenti, i docenti e i ragazzi che hanno partecipato. La Presidente della Cpo Marilena Andreani esprime inoltre riconoscenza  al Centro Antiviolenza La Fenice, agli sponsor e alle componenti della Commissione Elga Paoloni, Marisa Recinelli, Patrizia Pomante, Cinzia Mattiucci e Fulvia Sbei, che si sono impegnate in prima persona per il successo dell’iniziativa.




SENTIERI D’AUTORE

Giulia Di Rocco da Bruxelles al Festival letterario

Paglieta, 18 aprile 2024. Domenica 21 aprile a partire dalle 10:30 si terrà a Paglieta la seconda edizione del Festival letterario “Sentieri d’autore“ unico  evento nel suo genere , presso la Biblioteca comunale, La giornata inizierà dai saluti del Sindaco Ernesto Graziani, a seguire un coinvolgente caffè letterario: “Due chiacchiere con l’autore”, con la possibilità di conversare durante il work shop con gli scrittori presenti.

La novità di quest’anno è la presenza della Di Rocco, reduce dal Parlamento Europeo con la Romanì Week 2024   come rappresentante  rom per l’Italia , che presenterà il suo libro “Romani Pina – Sorelle Rom “ primo libro i Italia che parla delle donne rom Italiane di antico insediamento ( dal 1300 sul suolo italiano ) pubblicato dalla casa editrice dei diritti umani di Milano la Multimage e finanziato e patrocinato dalla Fondazione FIDAPA  di Roma .

Giulia Di Rocco è un assistente legale e attivista per i diritti umani membro del Forum RSC istituito dall’UNAR – Ufficio antidiscriminazione razziale – presso il Ministero delle Pari Opportunità e membro dell’ IRU – International Roma Union che rappresenta i Rom presso il Consiglio d’ Europa e l’ ONU.




ENNIO MORRICONE AD AQUILA CULT

Il secondo appuntamento della rassegna culturale dedicato al grande Maestro della cinematografia mondiale, venerdì 19 aprile alle ore 17:30 – Centro Commerciale L’Aquilone

L’Aquila, 17 aprile 2024. Dopo il successo del primo evento del 12 aprile scorso con Angelo De Nicola che ha aperto la rassegna con “Il Primo Giubileo della Storia”, “L’Aquila Cult”, iniziativa del Centro Commerciale “L’Aquilone”, dedica il secondo appuntamento in programma alla grande figura di Ennio Morricone, Maestro della cinematografia mondiale.

A parlarne con cognizione di causa sarà il musicista aquilano Maurizio Trippitelli, che ha avuto il privilegio di iniziare a lavorare con Morricone all’età di 18 anni, come percussionista, per la prima colonna sonora “C’era una volta in America”. Ha una lunga storia da raccontare e far vivere, Trippitelli, per aver inciso ben 250 colonne sonore con il Maestro Morricone, fino a diventare il direttore artistico e produttore di eventi mondiali.

Da non luogo a luogo di aggregazione, socializzazione e innovazione è la nuova visione del Centro Commerciale L’Aquilone.  Portare la cultura fuori dai luoghi canonici, per essere dove la gente c’è, è lo scopo principe dell’iniziativa che vedrà altri appuntamenti, ogni venerdì, sempre alle 17:30, fino al 31 maggio 2024.

Il prossimo incontro in calendario è per il 26 aprile ed è la volta di Gianfranco Giustizieri, scrittore, docente e ricercatore, che intratterrà e affascinerà il pubblico con la figura di Laudomia Bonanni, scrittrice aquilana per oltre quarant’anni, apprezzata da Montale e che non si finisce mai abbastanza di conoscere.

“L’Aquila Cult” continua la sua azione di disseminare cultura fino al 31 maggio con una variegata selezione di tematiche e ospiti di prestigio. Basta andare su: centrolaquilone.it per non perdere neanche un appuntamento.

Tutti gli eventi si terranno di venerdì alle 17:30 presso il Centro Commerciale “L’Aquilone” e saranno aperti a chiunque abbia voglia di vivere e condividerne l’esperienza.




A SENTIMENTO di Davide Nanni

Presentazione del libro. Lo chef “selvaggio” porta al Kursaal simpatia, carattere e un nuovo modo di pensare la cucina. Partecipa all’ incontro l’assessore alla Cultura Paolo Giorgini

Giulianova, 17 aprile 2024. La presentazione del libro, un’occasione di grande divertimento; la firma delle copie, un momento di inaspettata empatia.

Quanti ieri hanno conosciuto al Kursaal lo chef “selvaggio” Davide Nanni, sono usciti dalla sala, attorno alle 19:30, con il sorriso sulle labbra, sicuramente senza l’impressione di aver assistito alla presentazione di un libro o alla lezione di un cuoco sulla cresta dell’onda. Ieri pomeriggio, il libro “A sentimento” e il suo autore sono stati al centro di un incontro sotto molti aspetti inusuale.

L’evento era patrocinato dal Comune di Giulianova e organizzato da “Samarcanda. Sipari Saperi Sapori”.

Appassionata e appassionante, moderata da Francesca Martinelli, la presentazione è stata introdotta da Leo Nodari, direttore di Gastrosofia, e dall’assessore alla Cultura Paolo Giorgini, che ha portato i saluti dell’ Amministrazione Comunale e ha seguito, divertito, l’intero incontro. Smettere di ascoltare Davide Nanni era peraltro difficile, dal momento che il giovane chef ha raccontato, con una semplicità a dir poco disarmante, le fortunate e meritate circostanze che lo hanno portato a trionfare sui social e a calcare il palcoscenico televisivo di “È sempre mezzogiorno”.

Davide, reduce da una girandola di insoddisfacenti esperienze all’estero, è oggi il vero protagonista di un “piccolo” mondo: piccolo il paese dove vive (Castrovalva, 15 abitanti), piccola la locanda di famiglia , il “Nido d’ Aquila”, che cura e gestisce, piccolo era lui quando i nonni gli hanno regalato una montagna di ricordi che sono serviti a migliorargli il presente e a declinargli il futuro.

È invece grande, anche nel nome, papà Marione, anima e cameriere del Nido d’Aquila, prototipo di un locale di alto livello, dove però i sofismi della cucina stellata non hanno diritto di cittadinanza. La formula azzeccatissima di Davide è stata infatti quella di coniugare la bontà dei piatti gourmet alla più schietta tradizione regionale.

La sua cucina si proclama nemica giurata dei piatti pretenziosi e promuove un mangiare che è figlio dalla cultura gastronomica di un Abruzzo generoso, ancora fedele a sé stesso. Tra Davide Nanni e il suo cucinare “a sentimento” non ci sono discrepanze, smagliature. Questo è il bello, il fattore che piace e che funziona.

La “Banda dei picchiatelli” di Roseto, vestiti a pois e cappelli dorati, al grido di “J so wild”, ha felicemente aperto e chiuso l’incontro.




LE INSTALLAZIONI DEL FESTIVAL ARTINVITA

Tra intelligenza artificiale, ecologia, decostruttivismo e fenomeni atmosferici

Orsogna, 17 aprile 2024. Il Festival Internazionale degli Abruzzi ARTINVITA, arrivato alla sua VII edizione che si svolgerà dal 26 aprile al 12 maggio, allarga ancora di più le sue collaborazioni ramificando la sua rete di persone, luoghi e ricerche artistiche. Questo Festival nasce con l’idea di essere un progetto multiculturale e internazionale che accoglie nuovi linguaggi e forme artistiche: una realtà trasversale che apre le porte ad artisti emergenti, performer, autori contemporanei e cineasti. Oltre alla sua ricca programmazione diffusa e trasversale di Spettacoli, la direzione sta incrementando sempre più il suo interesse per le arti visive, plastiche, e multimediali e quest’anno presenterà 5 installazioni in 4 location differenti!

A dare il via a questa rassegna sarà ERRORE presso l’Ente Mostra dell’Artigianato Artistico Abruzzese di Guardiagrele. Errore raccoglie due progetti, uno installativo e l’altro fotografico, dell’Artista Cristina Tarquini, a cura di Simone Marsibilio, curatore d’arte dello spazio espositivo /f urbä/, situato sempre a Guardiagrele (facendo sì che l’idea progettuale del suo contenitore prenda piede camminando da un luogo all’altro).

Il progetto di Cristina Tarquini si compone di due lavori e linguaggi diversi, Shapeshifting Energy e Portraits Of Women’s True Gaze, che hanno un filo conduttore, una sorta di glitch di sistema utile, normale e vivo che contraddistingue la nostra capacità nel valutare quello che ci circonda, che guardiamo e che siamo. Cristina Tarquini con la sua ricerca artistica promuove un approccio collettivo all’apprendimento, coinvolgendo attivamente la comunità in esperienze che allenano non solo la creatività individuale, ma anche le buone pratiche collaborative.

Shapeshifting Energy è un’installazione interattiva, una sorta di videogame che velatamente permette al giocatore, aiutato dalla crescente temperatura terrestre, di manipolare gli eventi atmosferici tramite linee e figure disegnate su un tablet, offrendo un connubio interessante tra arte visiva, interazione dell’utente e conoscenza ambientale. Mentre Portraits Of Women’s True Gaze, proposta in italiano Ritratti Del Vero Sguardo Femminile è un dialogo tra Cristina e un’Intelligenza Artificiale. L’AI, tramite un’accorta selezione di immagini d’archivio impara a creare rappresentazioni di donne, che (però) nascono da una visione distorta e stereotipata del mondo femminile. Il progetto sarà inaugurato il 26 aprile alle ore 10.00 e resterà visitabile fino al 12 maggio negli orari consultabili sul sito del Festival.

Due giorni dopo, domenica 28 aprile alle 12.00 nella chiesa sconsacrata di San Rocco ad Arielli (CH) sarà possibile entrare nello sguardo dello scenografo e artista visivo e installativo Franck Jamin con l’opera Le Bout du Monde – Pier to pier. Jamin del suo lavoro dichiara: “Vorrei che fosse uno spazio per vagare, ma anche uno spazio per stare a proprio agio, e sentire che la “decostruzione” può portare nuove prospettive, che ci sono tante altre combinazioni possibili con ciò che ci viene offerto”. 

In questo lavoro riporta tutta la sua concettualità, aprendo le porte al dialogo, al movimentare le parole e i pensieri che possono emergere essendo presenti. In una metafora del nostro pensiero che deve essere decostruito per affrontare le questioni climatiche e sociali in cui siamo pienamente coinvolti, l’artista ha immaginato di riutilizzare ogni pannello di una vecchia scenografia in un assemblaggio esploso che afferma questa decostruzione mentre disegna una nuova architettura un po’ labirintica giocando sui propri riflessi e su quelli dello spazio della chiesa.

In linea con la volontà di approfondire il lavoro sulle arti visive, in occasione di questa edizione 2024, Il Festival ha disposto un bando per Artiste e Artisti residenti in Abruzzo Under 35, dal nome Zona Critica. Partendo da una frase del Filosofo Latour dove la «Zona Critica» sta ad indicare quella sottilissima pellicola della superficie terrestre dove l’acqua e il sottosuolo interagiscono.

Agli artisti è stato chiesto di interfacciarsi con le “gabbie” di ZooArt a Ortona, spazio particolare appunto per le sue gabbie che contenevano animali negli anni 80 diventate poi spazi espositivi grazie al magnificò lavoro svolto negli ultimi 20 anni da Gabriele Orlando Lacchè e la sua cooperativa. Il progetto abruzzese selezionato sarà esposto assieme a due altri artisti internazionali invitati.

Il risultato è un’esposizione collettiva che ha preso il titolo di Superfici: Profondità Ristrette, e sarà presentata il primo maggio includendo nelle tre gabbie l’installazione Conversation Metabolite di Antoine Bertin, Pareti Aperte di Simon Rouby e Appartenenza del Collettivo Abruzzese Contemporanea, progetto vincitore del bando Zona Critica. Tre installazioni che tentano di confondere il territorio con il proprio confine: Conversation Metabolite è un’installazione meditativa che consente agli ascoltatori di sperimentare il linguaggio del microbioma oceanico.

L’opera esperienziale il cui scopo è quello di scolpire i legami ecologici tra gli esseri umani e gli esseri che non siamo in grado di percepire solo attraverso i sensi. Pareti Aperte è concepito come omaggio a una delle illusioni primarie del mezzo cinematografico: quella di essere fisicamente in presenza dei personaggi di un film grazie solo alla luce. Infine, Appartenenza è Il prodotto di un vissuto ed è impregnato delle tracce che gli esseri umani e gli organismi presenti in Natura hanno depositato sulla sua superficie.

L’ultima installazione sarà inaugurata il 5 maggio nella magnifica cornice del Castello di Semivicoli con un vernissage alle ore 18.00. L’opera, dal titolo Still Life presentata dall’Artista Marsigliese Max Sister, è realizzata grazie alla collaborazione con l’Institut Français e il progetto Nouveau Grand Tour che offre a giovani artisti francesi, italiani e tedeschi di meno di trent’anni l’opportunità di essere ospitati in una rete di residenze partner, per un periodo massimo di sei settimane.

L’artista ha soggiornato in Abruzzo presso la struttura di residenza Dentro La Terra di Arielli (CH) dal 15 novembre al 5 dicembre 2023 per elaborare il suo lavoro che sarà presentato durante il Festival. Durante la sua residenza Max ha voluto portare avanti una ricerca sugli elementi naturali, sui fenomeni fisici e sulla loro trasformazione e realizzerà un’installazione composta da tre opere. La principale rimanda alla tradizione del monolite nella scultura, un concetto duraturo che simboleggia la permanenza e il potere della natura.

Come ogni anno, da sette edizioni a questa parte, ARTINVITA si prefigge l’obiettivo di portare nel territorio la possibilità di interagire in maniera orizzontale con il territorio. Arte e persone comunicano in diversi luoghi facendo in modo che il punto in comune sia la bellezza in tutti i suoi linguaggi.

Le giornate di ARTINVITA si animeranno nei diversi luoghi del festival tra teatro, danza, musica e spettacoli circensi partendo da Guardiagrele e andando a toccare luoghi come Orsogna, Crecchio, Pescara, Arielli, Castello di Semivicoli, Casacanditella, Ortona e Chieti.

Il programma intero è consultabile sul sito di Artinvita: https://www.artinvita.com/edizione2024/

BIGLIETTERIA ONLINE ATTIVA DAL 20 FEBBRAIO 2024

I biglietti e gli abbonamenti sono acquistabili online dalla sezione “Biglietteria” del sito https://www.artinvita.com/ o direttamente su Vivaticket https://www.vivaticket.com/it.

Sono previste riduzioni del 25% per Under 25 e over 65 e omaggi per persone con disabilità, è possibile prenotare inviando una mail a biglietteria@artinvita.com.

ORARI DI APERTURA AL PUBBLICO

dal 1° marzo al 12 maggio

lunedì, martedì, giovedì, venerdì 10:00 – 12:00

mercoledì 16.00 – 18:00

1 ora prima dello spettacolo




LE MILLE E UNA NOTTE

Il Colibrì Ensemble chiude la stagione con lo spettacolo sabato 20 aprile, al Flaiano. Sinbad il marinaio, Aladino e il genio della lampada, Alì Babà e i quaranta ladroni tra parole e musica di Korsakov

Pescara, 17 aprile 2024. Sabato 20 aprile all’Auditorium Flaiano di Pescara (ore 19:00), il Colibrì Ensemble chiuderà la stagione 2023-2024 con un grande concerto sinfonico, dal titolo “Le mille e una notte – Scheherazade, bella figlia della Luna”. Non solo musica, ma anche teatro, con una produzione dell’Associazione Libera delle Arti, a cura di Andrea Gallo. Sul palco anche due attori e doppiatori di prestigio: Chiara Colizzi e Franco Mannella.

Lo spettacolo comprenderà alcune delle più celebri storie raccontate dalle voci e descritte dalla musica, in un viaggio attraverso colori, suoni e personaggi come Sinbad il marinaio, Aladino e il genio della lampada, Alì Babà e i quaranta ladroni.

«Sarà entusiasmante confrontarsi con un poema sinfonico così celebre e maestoso – spiega Andrea Gallo, direttore artistico dell’orchestra -. Un’idea della quale si parlava, scherzando, una decina di anni fa, quando insieme ad altri musicisti dell’orchestra sognavamo di suonare Scheherazade senza direttore. Non sarà semplice, ma come sempre ce la metteremo tutta e non vediamo l’ora di essere sul palco!».

La stagione, che si chiuderà con il quattordicesimo appuntamento, ha riscosso ancora una volta notevole successo, confermandosi come un punto di riferimento ormai costante e di prestigio nel panorama musicale della città e dell’intera regione Abruzzo.

«Siamo contenti soprattutto dell’affetto ricevuto dal pubblico in questi anni, un pubblico che abbiamo visto e continuiamo a vedere in crescita – continua Andrea Gallo. Anche quest’anno in alcune occasioni abbiamo riempito il Flaiano confermando non solo un aumento di abbonati, ma anche di biglietti venduti».

L’orchestra ha da qualche settimana aperto la nuova campagna abbonamenti e nel giro di pochi giorni ha già confermato oltre 170 abbonamenti.

«Questo aspetto è per noi molto importante – prosegue Gina Barlafante, presidente dell’orchestra -. Si tratta di una conferma positiva del lavoro svolto e della giusta direzione in cui il progetto si sta muovendo».

La nuova Stagione 2024 -2025, che partirà come sempre da ottobre e si concluderà in aprile, verrà presentata a fine giugno. Nel frattempo, sono attive diverse offerte all’interno della campagna “Abbonamento al buio”.




A PAGLIETA SENTIERI D’AUTORE

Seconda edizione del festival letterario

Paglieta, 17 Aprile 2024. Anche quest’anno, il Comune di Paglieta ripropone  “Sentieri d’Autore”, II° Festival letteraio, evento unico nel suo genere, che si svolgerà il 21 Aprile prossimo, a partire dalle ore 10:30 nella Biblioteca Comunale.

 Il Sindaco di Paglieta, Ernesto Graziani,  esprime il suo entusiasmo per la manifestazione,  e afferma:  “Sentieri d’autore” rappresenta  un momento di grande importanza per la nostra comunità, poiché celebriamo non solo la creatività e il talento degli   autori locali coinvolti, ma anche la ricchezza della nostra cultura e della nostra lingua. Questo Festival non è solo un evento letterario, ma un pilastro della nostra identità culturale. Promuove la diversità delle voci e delle storie che arricchiscono il tessuto della nostra comunità.  Questa edizione si arricchisce  del corso gratuito di fonetica e dizione offerto  durante il Festival. La capacità di comunicare in modo chiaro e efficace è fondamentale in ogni ambito della vita, e questo corso offre un’opportunità straordinaria per tutti i nostri concittadini di sviluppare queste competenze in maniera accessibile e inclusiva. La continuità di Sentieri d’Autore è cruciale per il nostro futuro culturale. Dobbiamo impegnarci a mantenere viva questa tradizione, a sostenerla e a farla crescere, affinché possa continuare a ispirare le generazioni future e a celebrare l’arte della scrittura e della parola”.

La giornata inizierà con l’apertura del Festival alle ore 10:30, introdotta dai saluti del Sindaco Graziani, a seguire un coinvolgente caffè letterario: “Due chiacchiere con l’autore”, con  la possibilità di conversare  durante il work shop con gli scrittori presenti. Dalle 15 alle 17, presso la sala polivalente, al via il  minicorso di dizione e fonetica: “Gli accenti al posto giusto” , curato dall’Associazione Culturale Teatrale “Amelìe” di Paola Caporale.

Alle ore 18:00, si terrà il “Pomeriggio con l’Autore” con la presenza di Andrea Stucchi e Antonella Frixa, che hanno scritto il libro “L’elicottero di latta” edito da Carabba. La giornata culminerà con la commedia dialettale in due atti “Io non so niente”, a cura dell’Associazione Culturale e Teatrale “Drago d’Oro”, in programma alle ore 21:00 presso il teatro comunale.




FRAMMENTI DI COSCIENZA

LXVIII Premio Basilio Cascella 2024 – Open Call

Ortona, 17 aprile 2024. Torna il Premio Basilio Cascella, dal 1955 uno dei Premi d’Arte, Fotografia e Pittura, tra i più prestigiosi d’Italia la cui volontà è valorizzare l’arte contemporanea e crearne uno snodo creativo e di riferimento, per esportarla in seguito nella rete internazionale artistica.

Il tema della LXVIII edizione 2024 è Frammenti di Coscienza, in omaggio a P. Daverio e al suo personale distinguo tra chi viene venduto come artista e chi lo è per propria natura.

La qualità, la ricerca, l’innovazione e la contemporaneità saranno i criteri fondamentali della selezione. Saranno selezionati un massimo di 20 partecipanti tra pittura e fotografia. Tutte le informazioni e il bando sono consultabili al sito www.premiocascella.art.

Ad ogni singolo artista partecipante viene chiesto di analizzare tale concetto e di esprimerlo tramite pittura o fotografia, portando la propria personale interpretazione all’attenzione del pubblico.

Tema: Frammenti di Coscienza
Deadline: 31 agosto 2024, ore 24.00
Costo: Gratuito

Bando: www.premiocascella.art
Link del bando: https://premiocascella.art/home/tema




LA LAPA

Presentazione della raccolta di musiche tradizionali del Molise  

Lanciano, 17 aprile 2024. Sabato 20 aprile p.v., alle ore 17:30, nella nuova sede sociale del Centro Masciangelo, al 1° piano del Parco delle arti musicali in Lanciano, Largo dell’Appello n. 2, sarà presentato il volume di Vincenzo Lombardi La raccolta “La Lapa” – Musiche tradizionali del Molise registrate da Alberto Mario Cirese pubblicato dalle Edizioni di Macchiamara di Bagnoli del Trigno.

L’incontro  sarà condotto da Gianfranco Miscia e, oltre alla presenza dell’autore, prevede la relazione introduttiva di Gino Massullo, storico e coordinatore delle Edizioni di Macchiamara  e gli interventi di Lia Giancristofaro, antropologa e docente all’Università degli Studi di Chieti – Pescara, e di Domenico Di Virgilio, etnomusicologo  e presidente dell’Archivio Etnolinguistico Musicale Abruzzese di Chieti.

Il volume, che include la prefazione di Maurizio Agamennone e la postfazione di Pietro Clemente, è la raccolta completa delle registrazioni di canti tradizionali molisani effettuate dall’antropologo Alberto Mario Cirese nel 1954 a Bagnoli del Trigno, Fossalto e nei tre paesi molisani di origine croata Acquaviva Collecroce, Montemitro e San Felice del Molise. Il volume include 119 canti e 7 interviste contenuti nei 4 CD Audio allegati.




DIVINE: DI E CON DANIO MANFREDINI

Liberamente ispirato al romanzo di Jean Genet “Nostra signora dei fiori”. Sabato 20 aprile 2024 ore 21.00 | Spazio Matta

Martinsicuro, 16 aprile 2024. Arriva allo Spazio Matta di Pescara una delle voci più intense del teatro contemporaneo, a conclusione di Matta in scena, rassegna di teatro, danza, musica e altri linguaggi, giunta alla nona edizione, promossa da Spazio Matta – rete Artisti per il Matta, all’interno del Programma per la riqualificazione urbana e la sicurezza delle periferie della Città di Pescara, grazie anche al contributo della Fondazione Pescarabruzzo e in convenzione con Soci Coop Alleanza 3.0.

Sabato 20 aprile, alle ore 21, allo spazio Matta, in Via Gran Sasso, 57 a Pescara, la Sezione Teatro a cura di Annamaria Talone, presenta lo spettacolo DIVINE, produzione La Corte Ospitale.

La sceneggiatura di Divine, scritta da Danio Manfredini è liberamente ispirata al romanzo “Notre-Dame-des-Fleurs” (1943) scritto a Parigi durante il periodo di detenzione di Genet. Nel romanzo il protagonista è lo stesso autore colto nell’universo carcerario fatto di celle, corridoi, compagni di sventura. Genet prende ispirazione proprio dalle presenze intorno a lui per dare vita ad una storia inventata. La lettura scenica concepita come uno Storyboard è accompagnata dalle immagini e dai disegni dello stesso Danio Manfredini.

Danio Manfredini è autore e interprete di capolavori assoluti quali Miracolo della rosa (Premio UBU 1989), Tre studi per una crocifissione e Al presente (premio UBU come migliore attore); lavori più corali quali Cinema Cielo (premio Ubu come miglior regista) e Il sacro segno dei mostri. Nel 2013 riceve il Premio Lo Straniero e il Premio UBU  sezione Premi Speciali. La sua è una costante opera artistica e pedagogica, condotta con poetica ostinazione e col coraggio della fragilità, senza scindere il piano espressivo dalla trasmissione dell’arte dell’attore. Questa costante ricerca, apertasi da ultimo alla via del canto, gli ha consentito di diventare uno dei rari maestri in cui diverse generazioni del teatro si possono riconoscere.




PREMIO ALESSANDRO MANGIA

Conferito al professor Dario Compagnone

Teramo, 16 aprile 2024. È stato assegnato ieri a Bologna al docente dell’Università di Teramo Dario Compagnone, il Premio Alessandro Mangia «per la sua attività di ricerca su Sensori per la sicurezza e la qualità degli alimenti e in campo clinico».

Il Premio è stato conferito a Dario Compagnone su proposta di 35 docenti e ricercatori afferenti al Gruppo di Bioanalitica della Società Chimica Italiana e viene assegnato a chi abbia ottenuto riconoscimenti significativi a livello nazionale e internazionale per l’attività innovativa svolta nell’ambito della Chimica Bioanalitica.

In occasione della cerimonia, che si è svolta nell’Accademia delle Scienze dell’Università di Bologna, il professor Compagnone ha tenuto una Lectio Magistralis dal titolo “Dagli elettrodi ad enzima ai dispositivi lab-on-strip; problemi e opportunità nell’analisi degli alimenti e biomedica”.

Dario Compagnone, docente dell’Università di Teramo dal 2003, è attualmente professore ordinario di Chimica Analitica e delegato alla progettazione della ricerca.

Durante il suo percorso accademico ha ricoperto diversi ruoli istituzionali: coordinatore del Corso di laurea in Scienze e tecnologie alimentari, coordinatore di Dottorato in Scienze degli alimenti e preside della Facoltà di Bioscienze e tecnologie agro-alimentari e ambientali.

L’attività di ricerca, incentrata sullo sviluppo di sensori e sistemi rapidi di misura e, più recentemente, sullo sviluppo di metodi cromatografici per applicazioni alimentari e biomediche, ha prodotto oltre 250 pubblicazioni scientifiche. Il professor Compagnone ha coordinato numerosi progetti di ricerca nazionali e internazionali, è nella lista del Top 2% cited nel settore della Chimica Analitica ed è fondatore e coordinatore del Gruppo di Chimica Analitica del Dipartimento di Bioscienze dell’Università di Teramo.




FINALISTE AL PREMIO D’ORSOGNA

I complimenti dell’amministrazione comunale

Roseto degli Abruzzi, 16 aprile 2024. L’Assessorato alla Pubblica Istruzione e alla Cultura della Città di Roseto degli Abruzzi si congratula con due giovani talentuose cittadine, Gemma Martelli e Cecilia Torzolini, per aver raggiunto la finale nella prestigiosa V edizione del premio letterario nazionale “Lorenzo D’Orsogna“, tenutosi a Atri e promosso dalla Banca di credito cooperativo dell’Adriatico Teramano.

Su un totale di 550 partecipanti provenienti da tutto il Paese, Gemma e Cecilia si sono distinte nella sezione “narrativa inedita a tema libero” del premio speciale “Adriatico Teramano”, presentando rispettivamente le opere “La pandemia di Lucia” e “L’uovo d’oro”.

“L’eccellenza e la creatività di queste giovani autrici – commenta l’Assessore Francesco Luciani – sono una testimonianza del ricco tessuto culturale della nostra comunità e dell’ottimo lavoro svolto dalle loro scuole. Sono estremamente orgoglioso di vedere il loro talento riconosciuto a livello nazionale, portando l’arte e la cultura di Roseto degli Abruzzi ai massimi livelli. Auguriamo a Gemma e Cecilia il meglio per il loro futuro e le ringraziamo per aver portato lustro al nostro comune con le loro straordinarie capacità letterarie”.




MA CHE GUERRA C’È?

Teatro al Cordova

Pescara, 16 aprile 2024. La Torre di Babele in collaborazione con l’Associazione “Willer & Carson” presenta lo spettacolo “Ma che guerra c’è?” scritto e diretto dal Dottor Michele Di Mauro, che andrà in scena il 19 aprile 2024 alle ore 21 sul palco del “G. Cordova” in viale Bovio a Pescara.

Si tratta di una pièce teatrale che narra, attraverso i racconti di quattro personaggi, le vicende che precedono e soprattutto seguono l’8 settembre 1943, compresi alcuni tragici eventi che hanno scosso alcune popolazioni locali abruzzesi come quella di Sulmona, di Pescara, di Teramo e di Lanciano.

I quattro personaggi si ritrovano all’interno di una vecchia casa, dotata di una falsa parete che dà l’accesso ad uno scantinato dove Michele ha installato uno strano laboratorio per creare la macchina del tempo-pace..Come finirà? Sarà lo spettatore a dirlo.

Sul palco ci saranno oltre al Dott. Di Mauro anche Luigi Ciavarelli, Lina Bartolozzi, Martina D’Addazio. L’aiuto regia e le musiche sono di Rossella Remigio.




STORIA DEL BRIGANTAGGIO IN 50 OGGETTI

Iniziativa del dipartimento di scienze politiche presentazione del volume

Teramo, 16 aprile 2024. Su iniziativa del Dipartimento di Scienze politiche dell’Università di Teramo, sarà presentato oggi pomeriggio, alle ore 17:30, nella corte interna della Biblioteca “Melchiore Delfico” il volume “Storia del brigantaggio in 50 oggetti”, a cura di Maddalena Carli, Gabriele D’Autilia, Gian Luca Fruci e Alessio Petrizzo.

Dopo i saluti del direttore della Biblioteca “M. Delfico” Dimitri Bosi e della direttrice del Dipartimento di Scienze politiche Francesca Fausta Gallo, il volume sarà presentato da Andrea Sangiovanni, docente di Storia contemporanea all’Università di Teramo, che dialogherà con due degli autori, Maddalena Carli e Gabriele D’Autilia, docenti dell’Ateneo teramano rispettivamente di Storia contemporanea e di Media, culture e produzioni visuali.

«Da un ex voto del Seicento – si legge nella presentazione – alla locandina di un film degli anni Quaranta, passando per dipinti di epoca romantica, burattini, soprammobili, cartoline, giocattoli. Eppoi armi, medaglie e bandiere, cappelli a cono e cappelli piumati, cifrari di polizia e messaggi clandestini. Cinquanta oggetti raccontano la storia del brigantaggio italiano del XIX secolo. Presentati dai principali specialisti di una nuova stagione di studi, questi reperti si rivelano fondamentali per ricostruire tanto le vicende storiche relative alle bande armate e alla loro repressione, quanto i variegati codici di narrazione, i contesti di circolazione e i modi di appropriazione di quella storia, nei registri della politica come dello spettacolo, della cronaca come della criminologia. Questi oggetti e le loro storie ci consegnano significati profondi e spesso trascurati dei processi storici, permettono di esplorare episodi e traiettorie singolari e infine invitano – al di là di qualsiasi eccezionalismo – a riconnettere la storia del Mezzogiorno e del brigantaggio postunitario a dinamiche, immaginari e pratiche di lunga durata e di larga circolazione, dalla scala locale a quella globale, dall’età moderna fino alle eredità novecentesche».




A SENTIMENTO. LA MIA CUCINA LIBERA, SINCERA , SELVAGGIA

Domani, al Kursaal, presentazione del libro dello chef  “selvaggio” Davide Nanni. Inizio alle 18. Ingresso libero

Giulianova, 16 aprile 2024. Sarà l’assessore alla Cultura Paolo Giorgini ad aprire, domani pomeriggio al Kursaal, la presentazione del libro d’esordio dello chef Davide Nanni “A sentimento. La mia cucina libera, sincera , selvaggia.”

L’iniziativa, patrocinata dal Comune di Giulianova, è organizzata dall’ associazione “Samarcanda- Sipari, saperi, sapori”, in collaborazione con Società Civile e Gastrosofia.it,  nell’ambito della rassegna “7 incontri con l’autore”.

All’evento parteciperà il giornalista Leo Nodari, direttore di Gastrosofia.it. Dialogherà con l’autore  Francesca Martinelli.

“Il libro – spiega Leo Nodari – si presenta non come semplice manuale o ricettario di cucina. Davide accompagna i lettori in un viaggio emozionate, alla scoperta dei piatti tipici della tradizione abruzzese, imparati dal nonno Angelo quando assieme portavano al pascolo le pecore, fino a quelli più innovativi sperimentati in Italia e all’estero. Il tutto amalgamato senza rigidità e imposizioni, mettendo sempre al centro le persone e le relazioni.”

L’incontro di domani, molto atteso, promette di essere non solo un’occasione di approfondimento della cultura gastronomica locale, ma un’opportunità di crescita umana ed emotiva. Inizio ore 18. Ingresso libero.

Davide Nanni, popolarissimo sui social con oltre 400 mila followers su Instagram e 200 mila su TikTok, gestisce la locanda di famiglia “Nido d’Aquila”, a Castrovalva, paese di 15 abitanti incastonato nelle montagne aquilane, vicino Anversa degli Abruzzi.

Ospite fisso del programma di Antonella Clerici “È sempre mezzogiorno!”, sui social, a suon di “J so wild”, il motto che per lui rappresenta uno stile di vita e lo ha reso famoso, porta avanti la sua idea di anticonformismo, semplicità e purezza. Ogni settimana sceglie e illustra due ricette della tradizione rurale abruzzese, alcune rivisitate in chiave moderna, da cucinare all’aperto, tra i boschi, in modo semplice e “selvaggio” . I suoi utensili sono le pentole della tradizione, quelle che le nonne conservavano sopra la cucina economica. Immancabili la “sparra” di legno, il matterello, “la cucchiara” e il suo amico del cuore, il bastoncino “lilletto”, con cui gira la pasta, ammassa, mescola gli ingredienti.

Cresciuto a Castrovalva, Davide si è fatto strada nel mondo della cucina lottando contro gli stereotipi e cercando di non scendere mai a compromessi con sé stesso. Non è stato un percorso facile, soprattutto dopo le esperienze a Londra, Roma e negli Stati Uniti, dove ha toccato con mano il bello e il brutto del mondo della ristorazione. Il destino l’ha riportato alle sue radici,  in Abruzzo. Proprio quando ha smesso di rincorrere un ideale che non gli apparteneva, la vita l’ha premiato.




L’OPERA CINEMATOGRAFICA TRA RESTAURO E CONSERVAZIONE

Al MAXXI L’Aquila torna il grande cinema. Dal 17 aprile un viaggio in tre appuntamenti alla riscoperta della settima arte attraverso archivi storici, cineteche nazionali e film restaurati

L’Aquila, 16 aprile 2024. Torna il cinema al MAXXI L’Aquila grazie alla nuova collaborazione con l’Istituto Cinematografico dell’Aquila “La Lanterna Magica” ETS.

Dal 17 aprile, la Sala della Voliera ospiterà il ciclo “L’opera cinematografica tra restauro e conservazione”, un’occasione per riscoprire la settima arte attraverso film restaurati provenienti da archivi storici, cineteche nazionali, collezioni private, dedicando attenzione al patrimonio filmico inteso come bene culturale da restaurare e conservare per il cinema di domani.

Tre appuntamenti che segnano un viaggio per sperimentare cosa siano gli archivi e quali tesori conservino, quali i loro obiettivi e le finalità, cercando di far emergere le problematiche del restauro di un’opera cinematografica e le relative modalità tecniche di restauro.

Dice Fabrizio Pompei, curatore del ciclo e docente di Storia dello Spettacolo dell’Accademia di Belle Arti di Firenze: “Quando parliamo di restauro e conservazione, inevitabilmente pensiamo alla memoria, alla storia, ai ricordi, a tutto il carico di emozioni che l’opera d’arte è capace di suscitare. In una città come L’Aquila, impegnata quotidianamente nella tutela del patrimonio, nasce allora l’idea di raccontare il passato per rielaborare ricordi e emozioni e ricostruire un immaginario nuovo attraverso il cinema. La rassegna ha dunque l’intento di contribuire a riedificare quella spiritualità personale e collettiva, capace di produrre le opere d’arte del futuro.”

Il primo appuntamento “L’Aquila e l’Archivio Luce: un dialogo tra immagini”, in programma mercoledì 17 aprile alle 19 nella Sala della Voliera di Palazzo Ardinghelli, si avvale della collaborazione dell’Archivio Storico Luce, uno dei più ricchi archivi del mondo, che ha fornito due documentari dedicati al territorio aquilano proiettati in questa occasione: Aquila. Città di Federico II (1924-31, b/n, muto, 9 minuti) e La coltivazione dello zafferano (1929, b/n, muto, 18 minuti). Un incontro alla scoperta del grande patrimonio audiovisivo che da cent’anni racconta l’Italia grazie agli interventi di Patrizia Cacciani e Fabrizio Micarelli dell’Archivio storico Istituto Luce, che a partire della storia del Luce, illustreranno i processi di conservazione, digitalizzazione e archiviazione. Saluti istituzionali di Paola Cipriani, presidente onorario dell’Istituto Cinematografico dell’Aquila.

Il ciclo continua poi mercoledì 24 aprile, sempre alle 19 con la serata dedicata a Il Terrorista di Gianfranco de Bosio, pellicola del 1963 con Gian Maria Volonté in cui l’esperienza personale di partigiano combattente nella Resistenza mostra la profonda crisi della fine del 1943. La serata continua con la proiezione del video di Fabrizio Pompei La Resistenza al Cinema – Gianfranco de Bosio, un video omaggio al regista, in cui la storica Simona Colarizi dell’Università degli Studi di Roma “La Sapienza” interpreta il fenomeno della Resistenza in un contesto storico europeo. Introducono la pellicola Stefano de Bosio Segretario Comitato Nazionale Centenario nascita di Gianfranco de Bosio e Fabrizio Pompei.

Ultimo appuntamento mercoledì 8 maggio con I Vinti di Michelangelo Antonioni, pellicola che racconta la crisi della gioventù europea del Dopoguerra in Francia, Italia e Gran Bretagna. Alla serata ha collaborato il Centro Archivio Cinematografico dell’Aquila, primo archivio in Italia per tipologia di materiale conservato, che ha partecipato con la casa di produzione Minerva Pictures di Roma, il Museo Nazionale del Cinema di Torino e la Cineteca Nazionale di Roma all’operazione di restauro della pellicola. Introduce la proiezione Mirko Lino docente di Storia del Cinema all’Università degli Studi dell’Aquila.

L’ingresso alle proiezioni è gratuito su prenotazione con form online sul sito www.maxxilaquila.art fino a esaurimento posti.




VALENTINA DE’MATHÀ. Un tempo dolce

Consolato Generale d’Italia a Lugano. Inaugurazione 23 aprile 2024 ore 18

Avezzano, 16 aprile 2024.  L’artista italo svizzero di origini abruzzesi e ticinese di adozione, presenterà, attraverso un progetto installativo site specific, una somma di opere realizzate attraverso i suoi materiali ricorrenti: carte emulsionate tessute e cucite a mano, disposte su oggetti di uso quotidiano della propria abitazione , convertito nella loro disposizione fedele direttamente nella sala espositiva del Consolato Generale d’Italia a Lugano . L’installazione sarà così composta da tappeti, divani, tavoli e poltrone personali dell’artista, sommersi da opere finite e opere imbastite stratificate nel tempo e che assumono un simbolismo profondamente personale creando costantemente un susseguirsi di forme altre. 

Un progetto intimo e intimista, spogliato da ogni sovrastruttura, che verte la sua attenzione sulla costruzione e decostruzione degli spazi sia fisici che propri dell’animo umano, dove l’ambiente non viene ricostruito, ma viene direttamente esposto.

Afferma Valentina De’Mathà : “Tessere è la volontà e necessità di generare qualcosa della propria esistenza: intreccio di eredità ataviche, divenire della storia individuale e memoria collettiva. È un lavoro ancestrale, materno e femminile; è un ritorno alle origini, un modo di tenere insieme le mani anche una rievocazione di rimembranze e rimozioni dolorose, in cui tento di sciogliere ed elaborare certi nodi e cambiargli di narrazione, alleviarne il peso, dare una seconda possibilità ad un fatto già vissuto attraverso una sorta di catarsi. – continua la De’Mathà – Tessere è l’intreccio di dipendenze, relazioni, sentimenti, tradizioni e modi di essere che vivo intimamente e che porto avanti attraverso la pratica del fare quotidiano. È il legame tra il processo lento di ricostruzione del tempo passato, la dilatazione di quello presente, e il divenire costante e inesorabile. Si tesse la conoscenza e la storia, lo spazio e il tempo in cui si intersecano costantemente mondo ideale e onirico, e realtà dei fatti; di conseguenza, tessere è la summa delle nostre scelte ed esperienze e di come gestiamo e manifestiamo le nostre emozioni. È per me un lavoro devoto e rituale, un processo meditativo ed intimista che accentua lo scandire del tempo nelle sue variabili del fare e disfare quotidiano, così come si intrecciano e costruiscono i rapporti umani e sentimentali.”

Un dialogo continuo tra la parte più laboriosa che sfocia in un’urgenza e necessità quasi compulsiva del fare, in cui la notte e il giorno si sommano e si invertono senza margini di orari definiti, in dialogo con la parte più analitica, riflessiva e concettuale , elaborato con una spiccata sensibilità e un fare femminile. L’artista si muove in uno spazio fisico percorso, vissuto e abitato che appare come un mondo a sé, fantastico e ovattato, temporale, in cui le forme assorbono e assumono nuove forme, dove l’arte e la vita si fondono in una creazione senza fine e dove avvengono cose. Uno spazio relazionale definito dai rapporti tra la staticità dell’arredamento, le basi, e la mutevolezza degli elementi aggiuntivi che cambiano costantemente il luogo, fisico e interiore, e la percezione che si ha di esso. Nulla è uguale, tutto è in costante movimento: conoscenza, costruzione di relazioni, tessuto di rappresentazioni, mappature, presenze, storie personali, punti di vista e prospettive. L’ambiente non viene ricostruito, ma viene esposto direttamente.

Continua Valentina De’Mathà : “Le sculture che realizzo intrecciando carta, sono corpi che si costruiscono seguendo l’ordine della propria trama esistenziale. Il corpo per me è una manifestazione estroversa dell’inconscio che emerge e si rivela in superficie. Le mie sculture tessute sono corpi contorti e ripiegati sul proprio vissuto che tengono insieme i lembi e brandelli della propria esistenza: un assemblaggio di ricordi mobili e costruzione di un presente in divenire. Spesso poggiati in equilibrio precario su uno sgabello di uso domestico che funge da piedistallo e palcoscenico della vita, cambiando ogni volta forma: a volte anche cedendo, collassando su sé stessi e cadendo a causa di vacilli esistenziali e squilibri interni”.

L’installazione ambientale comprenderà anche una selezione di libri e autori selezionati dalla biblioteca personale dell’artista che sono stati motivo di riflessione, messa in discussione, crescita personale/culturale, visione dialettica sulla condizione umana, tra cui: Fëdor Dostoevskij, Andrej Tarkovskij, Gabriel García Márquez, Ignazio Silone, Milan Kundera, Carl G. Jung, Joseph Campbell, Ernesto De Martino…

La mostra sarà visibile dal 23 al 29 aprile presso il Consolato Italiano Generale d’Italia a Lugano , via Ferruccio Pelli n°16, negli orari di apertura del Consolato o su appuntamento +39 347 83 69 020

VALENTINA DE’MATHÀ

Avezzano il 14 aprile 1981

È un’artista italo-svizzera che vive e lavora in Ticino.

Le sue opere sono state esposte in sedi internazionali, tra cui: OHSH Projects, Londra (2024), Consolato Generale d’Italia a Lugano (2024), Palazzo Reale, Milano (2022) – Residenza dell’Ambasciata d’Italia a Berna (2022) – Macro Asilo- Macro Museo d’Arte Contemporanea di Roma (2019) – Pasinger Fabrik, Monaco di Baviera (2019) – Art on Paper New York (2016) – Miami Project Art Fair (2015) – Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, Torino (2015) – Fondazione Cini, Venezia (2015) – PAV-Parco Arte Vivente, Centro d’Arte Contemporanea, Torino (2014) – Museo d’Arte di Lugano-MASI, Limonaia di Villa Saroli, Lugano (2013) – MLAC, Museo Laboratorio di Arte Contemporanea, Roma (2012) – Palazzo Farnese, Ambasciata di Francia, Roma (2012) – 54° Biennale di Venezia Padiglione. Italia/ Abruzzo (2011) – Nappe dell’Arsenale, Venezia (2012). È stata finalista e vincitrice di diversi premi d’arte, tra cui: 21°Premio Cairo (2022) – Art Rights (2021) – Premio San Fedele 2013_14 (2014) – 6° International Art Prize Arte Laguna (2012) – Premio Terna (2009).




DALL’ALTRA PARTE | 2+2=?”

Putéca Celidònia presenta l’ultimo spettacolo della stagione per lo Zambra

Ortona, 14 aprile 2024. Il Cinema Auditorium Zambra chiude la stagione teatrale con i giovani artisti della produzione Putéca Celidònia/Cranpi e lo spettacolo”Dall’altra parte| 2+2=?”, il progetto con cui hanno vinto il Premio Giovani Realtà del Teatro 2019 a Udine: dopo aver debuttato al Napoli Teatro Festival Italia 2020 lo spettacolo è andato in scena al Piccolo Teatro di Milano nell’ambito di TRAMEDAUTORE 2021 per poi diventare un podcast per Radio Tre Teatro.

Unaltroteatro di Arturo Scognamiglio e Lorenza Sorino dà appuntamento al fedele pubblico ed appassionato di teatro al 18 aprile alle ore 20.45 con Putéca Celidònia, appunto, una delle giovani voci più interessanti della scena contemporanea: la compagnia, nata nel settembre 2018 dall’incontro tra sei ex allievi della Scuola del Teatro Stabile di Napoli ha già ottenuto premi e riconoscimenti per i suoi spettacoli, che interseca con progetti di formazione teatrale dalla forte connotazione sociale.

In scena, la surreale convivenza nell’utero materno di tre gemelli: sono appena stati concepiti, sanno di essere intelligentissimi, ma sanno anche che con il passare del tempo perderanno gradualmente neuroni, fino alla nascita, momento in cui raggiungeranno la totale incoscienza. Costretti insieme dal cordone ombelicale, ingaggiano sfide e competizioni, puntualmente interrotte da misteriose scosse esterne. E ad ogni scossa cambia qualcosa, il gioco diventa sempre più infantile e il loro linguaggio meno accurato. Fino alla quarta scossa, quando qualcosa non va come le volte precedenti.

Uno studio di Marian Diamond, neuroscienziata e professoressa della University of California, dimostra che: il 50/75% dei neuroni viene perso durante lo sviluppo pre-natale e si continuano a perdere neuroni lungo tutto l’arco della vita.

Partendo da questo studio scientifico, “Dall’altra parte | 2+2=?” immagina che l’atto del concepimento sia il culmine della nostra genialità. Il lavoro, dunque, si basa su un’idea di regressione del linguaggio, dei corpi e delle coscienze. L’attesa, talvolta snervante, è il motore della dinamica.
Che vuol dire essere costretti a condividere uno spazio così ridotto con due sconosciuti che, solo poi, si identificheranno come fratelli?

Una corda di canapa di circa dieci metri tiene uniti tre gemelli nel grembo materno in modo indissolubile: è il cordone ombelicale. Da questo legame fisico e metaforico è iniziato il processo di ricerca, sperimentando la sensazione di questo impedimento, in tutte le sue sfaccettature. Una drammaturgia della corda.

Poi si è sviluppata la relazione con lo spazio circostante. Gli organi-tubi, i condotti uterini, il loro suono, la loro materia. L’involuzione fisica e cognitiva dovuta alla perdita dei neuroni è evidenziata dal progressivo denudarsi dei tre feti che si privano gradualmente di un elemento di costume.

Ogni tassello e ogni fase evolutiva, nello scambio e nel confronto continui con ogni maestranza, sono stati determinanti in tutto il processo.

Drammaturgia e regia di questo spettacolo sono di Emanuele D’Errico con lo stesso D’Errico, Dario Rea, Francesco Roccasecca. La voce di Clara Bocchino, assistente alla regia Marialuisa Diletta Bosso; i costumi sono di Giuseppe Avallone, le scene Rosita Vallefuoco, musiche originali di Tommy Grieco.

Le luci sono di Giuseppe Di Lorenzo, le maschere a cura di Luca Arcamone, le foto di scena Anna Abet e Pino Montisci.

Contestualmente, lo stesso giorno verrà inaugurata alle 18.30 la mostra di pittura “Salomè e altri 33” di Marco De Marinis: nato ad Ortona nel 1961, si è formato giovanissimo, da autodidatta, alla scuola del fumetto americano e successivamente ha studiato le espressioni dell’arte classica, moderna e contemporanea, con particolare interesse per il Rinascimento italiano. Alla fine degli anni ’80 apre un proprio studio di pittura ad Ortona, dopo aver conseguito la Laurea in Filosofia all’Università di Urbino. Dal 1993 è stato docente di filosofia e scienze sociali presso i Licei mentre dal 2016 riveste l’incarico di dirigente scolastico.

Come grafico ha pubblicato fumetti, illustrato libri ed edizioni musicali per le edizioni Curci e Dynamic. In qualità di pittore ha esposto in mostre personali (anche all’Estero) e collettive e ha conseguito diversi premi nazionali.




LA STRAGE DI ERBA

La presentazione del libro di Antonino Monteleone de Le Iene

Roseto degli Abruzzi, 14 aprile 2024. La verità, i dubbi e i misteri attorno alla strage di Erba e, più in generale, i temi legati alla Giustizia in Italia. Sono questi gli argomenti al centro della presentazione del libro “Erba” di Francesco Priano e Antonino Monteleone, che si svolgerà il prossimo 20 aprile, a partire dalle ore 10:45, presso il Palazzo del Mare di Roseto degli Abruzzi.

L’evento, nato da un’idea di Francesco Iannetti, con la collaborazione della libreria “La Cura” e il patrocinio del Comune di Roseto degli Abruzzi, vedrà la presenza di uno degli autori: Antonino Monteleone, volto noto della trasmissione Tv “Le Iene”.

A moderare il l’incontro, che prevede anche un dibattitto con l’autore, sarà il giornalista rosetano Luca Maggitti Di Tecco.

“Siamo felici come città di Roseto di poter ospitare un evento così importante, promosso da un nostro cittadino a cui va il plauso per aver organizzato una presentazione di livello che andrà ad arricchire il calendario delle attività del nostro territorio – afferma l’Assessore alla Cultura Francesco Luciani – Quando uno stimolo arriva dalla società civile, con un cittadino che si propone per organizzare manifestazioni culturali, non possiamo che esserne orgogliosi cercando di supportarlo per quanto necessario. Quella del 20 aprile sarà una mattina di cultura, di formazione e di dibattito su uno dei casi di cronaca che ha maggiormente scosso l’opinione pubblica negli ultimi anni”.

“Voglio ringraziare tutti coloro che hanno permesso di concretizzare la mia idea – aggiunge Francesco Iannetti – in primis l’Assessore Francesco Luciani, l’Amministrazione Comunale, la libreria “La Cura”, il presentatore Luca Maggitti Di Tecco e tutti gli sponsor. Consapevole del fatto che si tratti di una tematica delicata vorrei sottolineare che sarà un momento di confronto aperto al quale sono invitati a partecipare tutti coloro che sono pronti a discutere in modo costruttivo, a prescindere da cosa si pensi sull’argomento”.




LA MESSA DI GLORIA DI GIACOMO PUCCINI

Questa sera alle 21nel Duomo di San Flaviano

Giulianova, 14 aprile 2024. La fitta collaborazione tra enti sostenitori o patrocinanti ha reso possibile la realizzazione dell’ eccezionale concerto che si terrà questa sera nel duomo di San Flaviano, a Giulianova. In programma è la Messa di Giacomo Puccini o Messa a quattro voci, attualmente conosciuta con il nome apocrifo di Messa di Gloria.

Si esibiranno il Coro Giuseppe Verdi ed il Coro Lirico d’ Abruzzo. Le voci saranno quelle del tenore Benedetto D’ Agostino e del basso Lucio Di Giovanni, accompagnate dall’ Orchestra I Sinfonici, diretta dal Maestro Sergio Piccone Stello. Umberto De Baptistis, il maestro del coro. Inizio alle 21. Ingresso libero.

La Messa di Gloria è una messa per orchestra e coro a quattro voci, con tenore e baritono solisti, composta nel 1880 da Giacomo Puccini come esercizio per il diploma all’Istituto Musicale Luigi Boccherini di Lucca, dove la eseguì per la prima volta il 12 luglio 1880.  Puccini non pubblicò mai il manoscritto completo della Messa e, sebbene fosse stata ben accolta, non fu più eseguita fino al 1952. Alcuni dei suoi temi musicali furono utilizzati dal maestro in altri lavori, come l’Agnus Dei nella Manon Lescaut e il Kyrie nell’Edgar.

Alla fine della Seconda guerra mondiale, il sacerdote Dante Del Fiorentino acquistò una vecchia copia del manoscritto della Messa dalla famiglia Vandini di Lucca, pensando che fosse la partitura originale. Quest’ultima in realtà era in possesso della famiglia di Puccini e fu data da sua nuora alla Ricordi, casa editrice del musicista. Ne scaturì una controversia legale che si risolse con la divisione dei diritti d’autore fra la Ricordi e la Mills Music, la casa editrice del manoscritto di  don Dante Del Fiorentino.




INVITO PER SALOTTO CULTURALE

Tra colpa, pena, riparazione e rinascita nella Giustizia biblica

Teramo, 13 aprile 2024. Mercoledì 17 aprile 2024, alle ore 18.30, presso la Sala Annunziata di Via Nicola Palma di Teramo, in occasione dei mercoledì culturali organizzati dal Centro di Ricerche Personaliste (patrocinio MIC e Fondazione Tercas) verrà presentato il tema Tra colpa, pena, riparazione e rinascita nella Giustizia biblica. Introduce Vincenzo Di Marco, presidente del Centro Studi “Vincenzo Filippone-Thaulero”.

Approfondimento

L’incontro, introdotto da Vincenzo Di Marco,  avrà come relatore  Carmine Di Sante, già altre volte ospite del  Salotto culturale, e  prende lo spunto dal suo ultimo libro Giustizia biblica e grazia. Tra colpa, pena, riparazione e rinascita pubblicato dalla Queriniana (Brescia 2023).   Carmine Di Sante ivi consegna pagine nelle quali si confronta e lotta con i grandi temi biblici del peccato e del castigo, della colpa e della pena, della legge e della grazia, della croce e del perdono. In dialogo con la contemporaneità, li sottopone a uno scavo re-interpretativo che ne fa rilucere la bellezza, la forza liberatrice e l’appello persuasivo. Per i diseredati e gli oppressi del mondo, che attendono i tempi messianici della fine delle violenze e delle guerre. Per i responsabili dei popoli e delle istituzioni, chiamati a promuovere ordinamenti che difendano e garantiscano la giustizia. Per i lettori del testo sacro, credenti e non credenti, perché non ne fraintendano il linguaggio, che parla a tutti ed è rispettoso della decisione di tutti. Il filo conduttore del libro è l’alleanza: alleanza è Dio che crea l’uomo libero e si consegna alla sua libertà; ed è l’uomo che dice sì a Dio pur potendo dirgli di no. È l’istante in cui l’essere fiorisce dal dover essere, l’ontologia sgorga dall’etica e il distopico cede il passo all’utopico. È Gesù di Nazaret sulla croce che, privo di potere, fa esplodere la potenza dell’amore suo e del Padre, rinnovando per sempre l’alleanza tra Dio e l’uomo.

Carmine Di Sante è nato a Bisenti (TE) nel 1941, ha studiato teologia all’Istituto Teologico dei Frati Minori di Assisi, si è specializzato in Scienze liturgiche al Pontificio Istituto S. Anselmo di Roma, si è laureato in Psicologia all’Università «La Sapienza» di Roma e ha lavorato per quasi vent’anni al SIDIC (Service International de Documentation Judéo-Chrétienne) di Roma. Ha pubblicato molti saggi, tra i quali Il perdono nella Bibbia, nella teologia, nella prassi ecclesiale, Queriniana , Brescia 2016; Dentro la Bibbia. La teologia alternativa di Armido Rizzi, Gabrielli Editore, Verona 2018, Giustizia biblica e grazia. Tra colpa, pena, riparazione e rinascita pubblicato dalla Queriniana, Brescia 2023. 




CONCORSO FOTOGRAFICO ZACCARIA

Sabato la premiazione

Francavilla Al Mare, 12 aprile 2024. “Siamo molto felici della grande partecipazione, che ha raccolto la prima edizione del concorso fotografico Francesco Zaccaria ” Terra-Mare e cielo la bellezza degli elementi”, per far rimanere vivo il ricordo di Francesco, che ha regalato a questa città scatti meravigliosi. Sono arrivate oltre venti proposte, molte delle quali di grande qualità e capaci di interpretare con grande originalità il contest proposto”, a dirlo la Presidente del Consiglio Comunale di Francavilla al Mare, Francesca Buttari.

Il concorso fotografico era aperto a tutti coloro che volevano  esprimere la propria creatività, senza limiti di età, interpretando personalmente il concorso attraverso la propria sensibilità. Dopo la prima fase di raccolta che si è conclusa sabato 30 marzo, nel corso della quale ogni partecipante poteva inviare 3 proposte fotografiche secondo quanto stabilito dal regolamento del concorso, la Giuria composta dalla stessa Presidente, dal fotografo Francavillese Gianni Catena che ha lungamente collaborato con Francesco Zaccaria , da Bruno D’Antonio, Presidente del Club Rotary Francavilla al Mare  e dai soci del club Rotary Francavilla al Mare Ugo Iezzi e Giuseppe Rosati, hanno scelto le tre migliori per originalità , qualità della proposta e valorizzazione del tema del contest.

A loro, nel corso dell’evento finale che si terrà  il 13 aprile al MUMI alle 10.30, sarà conferita una targa. Le immagini rimarranno esposte al MUMI insieme a due scatti di Francesco, anche queste scelte dalla Giuria. Nel corso della mattina verranno comunque condivise tutte le fotografie proposte. “Il Rotary sin da oggi si impegna a proporre una seconda edizione di questo concorso, che oltre a permetterci di ricordare Francesco Zaccaria ci aiuta a mantenere vivo il legame con la comunità, attraverso progetti culturali di valore  ” chiude il Presidente del Rotary.




MILLE E UNA DI QUESTE NOTTI

Al Maxxi Gea Casolaro. Proiezione dedicata al sisma del 2009. Sala della Voliera 13 aprile 2023, ore 19.00. Ingresso libero con prenotazione sul sito maxxilaquila.art

L’Aquila, 11 aprile 2024 – Sabato 13 aprile alle 19.00 il MAXXI L’Aquila ospita nella Sala della Voliera la proiezione del documentario Mille e una di queste notti di Gea Casolaro. È questa la seconda iniziativa della Fondazione MAXXI per condividere con la comunità aquilana il quindicesimo anniversario del sisma del 6 aprile 2009, dopo l’installazione nella corte di palazzo Ardinghelli dell’opera commemorativa In un battito d’ali dell’artista aquilana Emanuela Giacco.

La proiezione, a ingresso libero con prenotazione sul sito www.maxxilaquila.art, è patrocinata dal Comune dell’Aquila ed è realizzata in collaborazione con il Soroptimist Club L’Aquila e l’Istituto Cinematografico “Lanterna Magica”. Presente alla proiezione l’artista Gea Casolaro che introdurrà il video, con lei la Presidente del Soroptimist Club Nora Concordia per i saluti.

Mille e una di queste notti è un documentario realizzato nei vicoli deserti del centro storico dell’Aquila il 31 dicembre 2011, proprio nella notte di Capodanno, solitamente dedicata ai bilanci e ai buoni propositi, esattamente mille notti e un giorno dopo il 6 aprile 2009. Il lavoro ritrae la città ancora completamente disabitata, ingabbiata in ponteggi di sicurezza e propone un viaggio della memoria nel cuore del centro che proietta oltre la consapevolezza della tragedia.

È come rivivere la notte del 6 aprile, in un tempo sospeso tra la veglia e il sonno. Suoni ovattati e voci lontane accompagnano le immagini delle strade care agli aquilani, con le case ancora crollate, lesionate, ferite, puntellate e per troppo tempo abbandonate. Come all’interno di un tunnel, lo spettatore è coinvolto emotivamente in un percorso individuale e collettivo, con la speranza di trovare una via di uscita, un approdo, una speranza di rinascita che, secondo l’autrice, è legata alla poesia, unica possibilità che rimane dopo la distruzione, la rovina, la sconfitta: “Ricostruire L’Aquila, per chi dal 6 aprile 2009 è rimasto nel buio. E per tutti quelli che, da allora, sono venuti alla luce”.




LA GIORNATA DEL MARE

Celebrazioni dell a direzione marittima di Pescara

Pescara, 11 aprile 2024.  Istituita nel 2017 attraverso una specifica integrazione del Codice della nautica da diporto, oggi 11 aprile ricorre la “giornata del mare e della cultura marinara”, che vede anche la Guardia Costiera impegnata nell’obiettivo di promuovere e sviluppare presso gli istituti scolastici di ogni ordine e grado la cultura del mare, intesa come risorsa di grande valore culturale, scientifico, ricreativo ed economico. Di qui, la promozione di iniziative formative e divulgative per diffonderne la conoscenza, al fianco della scuola che accompagna i giovani nella loro crescita, educandoli al rispetto, esteso in questo caso anche a quello del bene-mare.

La promozione della giornata è volta a valorizzare il mare quale elemento di sviluppo sociale, costruendo nell’opinione pubblica e nelle giovani generazioni la cultura e la conoscenza del mare, a tutela del quale il Corpo delle Capitanerie di porto si adopera quotidianamente.

Infatti, questi valori di riferimento si configurano tra gli obiettivi e i compiti della Guardia Costiera, impegnata nella ricerca e soccorso, nella tutela della sicurezza della navigazione, nella difesa dell’ambiente, nella tutela del patrimonio ittico e dell’habitat marino e costiero, nonché in tutto ciò che riguarda gli usi civili e produttivi del mare.

I Comandi ricadenti nella giurisdizione della Direzione Marittima di Pescara hanno organizzato una serie di incontri rivolti alle scuole di ogni ordine e grado rivolti alla sensibilizzazione dei piccoli interlocutori sul rispetto e la tutela delle risorse marine nell’ottica di preservare il bene mare per le generazioni future.

Gli incontri hanno avuto luogo a Termoli, Ortona, Vasto e Giulianova, alcuni nelle scuole che hanno aderito all’iniziativa altri direttamente nell’ambito portuale di Giulianova e nel suggestivo scenario di Punta Penna e Punta Aderci a Vasto. Agli incontri oltre agli studenti – circa mille tra la regione Abruzzo e Molise – hanno partecipato diversi Enti ed Associazioni che fanno del mare la loro ragione di vita o di attività lavorativa.




LA FATTORIA DI CARLO

Gli studenti dell’Agrario di Avezzano in  visita

Massa d’Albe, 11 aprile 2024. La Fattoria Di Carlo apre le porte agli studenti dell’Istituto per l’agricoltura e l’ambiente di Avezzano e gli fa conoscere la filiera certificata che da cinque anni promuove alle pendici del Velino.

La cava dismessa e trasformata in un grande campo dove poter coltivare triticale e le stalle dove vengono allevate carni di qualità nel territorio comunale di Massa d’Albe hanno attirato l’attenzione della classe quinta tecnico dell’Arrigo Serpieri di Avezzano.

Ad accoglierli il Presidente, Umberto Di Carlo, che con orgoglio ha illustrato il progetto portato avanti grazie al supporto dall’università di Perugia e alla grande passione della sua famiglia. 

Una giornata di studio insolita per i ragazzi, accompagnati dai docenti, Francesco Testa e Sofia Ronci, che hanno avuto modo di dialogare e confrontarsi con Di Carlo e di scoprire questa importante realtà del territorio, con filiera certificata, dove non vengono utilizzati agenti chimici nelle coltivazioni, antibiotici dopo lo svezzamento e soprattutto dove sono banditi gli ormoni.

“Ho cercato di trasmettere la passione che muove me e i miei fratelli nel portare avanti la nostra Fattoria Di Carlo a questi giovani”, ha spiegato il Presidente, “per me è un orgoglio vedere una grande distesa verde dove un tempo c’era solo il grigio della cava dismessa, e poi entrare nella vecchia segheria abbandonata che abbiamo trasformato in una stalla per allevare i nostri capi di qualità. Sono rimasto felicemente colpito dall’interesse di questi ragazzi e dall’entusiasmo dei loro docenti. Un privilegio per noi averli ospitati”.