CONFERENZA DI FEDERICA ZALABRA E FEDERICA MARINI RECCHIA

Giovedì 11 gennaio, ore 16:30 – Auditorium della Fondazione Carispaq

L’Aquila, 10 gennaio 2024. “I restauri dei dipinti del Museo Nazionale d’Abruzzo della mostra Giulio Cesare e Francesco Bedeschini. Disegno e invenzione all’Aquila nel Seicento”.

Nell’ambito delle attività collaterali alla mostra su Giulio Cesare e Francesco Bedeschini, in corso al MuNDA,  giovedì 11 gennaio 2024 alle ore 16.30, all’Auditorium della Fondazione Carispaq,  Federica Zalabra direttore delegato del Museo Nazionale d’Abruzzo e Federica Marini Recchia, restauratrice, terranno la conferenza “I restauri dei dipinti del Museo Nazionale d’Abruzzo esposti nella  mostra Giulio Cesare e Francesco Bedeschini. Disegno e invenzione all’Aquila nel Seicento”. Saranno indagati gli aspetti storico-artistici, le problematiche del restauro, le scelte critiche di materiali e metodologie sui quattro dipinti ad olio su tela del Museo Nazionale d’Abruzzo : Madonna del Rosario e San Giacomo Maggiore di Giulio Cesare Bedeschini, il Ritratto di Agatone I di Cesare Fantetti e San Trofimo di Arles di Francesco Bedeschini.

Viene così inaugurato un ciclo di conferenze ad ingresso libero dedicato ad approfondimenti che culminerà il 28 e 29 febbraio 2024 con il convegno internazionale Drawing and Invention in Central-Southern Italy (16th-18th centuries) nell’Aula magna “Alessandro Clementi” dell’Università degli Studi dell’Aquila e nell’Auditorium della Fondazione Carispaq.

La mostra al MuNDA “Giulio Cesare e Francesco Bedeschini. Disegno e invenzione all’Aquila nel Seicento”  a cura di Michele Maccherini, Luca Pezzuto, Simonetta Prosperi Valenti e Federica Zalabra, sarà visitabile fino al 3 marzo dal martedì alla domenica, orario 8.30/19.30, utima entrata ore 19.00.




LO SCHIACCIANOCI. Russian Classical Ballet

Musiche di P.I. Cajkovskij. Direttore Artistico M° Gaetano Di Bacco. Teatro Comunale Maria Caniglia lunedì 14 gennaio ore 17:30

Sulmona, 9 gennaio 2024. Terzo dei tre speciali appuntamenti natalizi della Camerata Musicale, dopo il pienone registrato per i Gospel e per il Concerto di Capodanno con l’Orchestra di Odessa, al Teatro Caniglia domenica 14 gennaio alle ore 17.30 è il momento della danza con il Russian Classical Ballet che presenta Lo Schiaccianoci su musiche di Cajkovskij  e coreografie di Marius Petipa. Un’occasione imperdibile per rivivere una delle storie più celebri e amate di sempre in uno spettacolo indimenticabile, adatto a tutte le età, dai più grandi ai più piccini, un’occasione per tutti per immergersi nel regno della fantasia.

Fondato nel 2005 nella città di Mosca, il Russian Classical Ballet è composto da un cast di stelle del balletto russo. Con la direzione artistica di Evgeniya Bespalova, che firma anche i costumi di questo allestimento, si propone di conservare integralmente la tradizione del balletto classico russo.

Il Corpo di ballo  è composto da 35 ballerini diplomati nelle più prestigiose scuole di Mosca, San Pietroburgo, Novosibirsk, Perm. Un ensemble dove preparazione accademica ed esperienze internazionali si sposano con la fantasia e l’innovazione di talenti emergenti nel panorama della danza classica moscovita.

Basato sulla fiaba di E.T.A. Hoffmann , Lo schiaccianoci e il re dei topi, il balletto (due atti di 45 minuti) racconta di una festa organizzata per la Vigilia di Natale. Tra addobbi e danze, un vecchio amico di famiglia intrattiene gli ospiti con giochi di prestigio, regali e pupazzi meccanici da lui stesso costruiti. Clara, figlia del padrone di casa, riceve in dono uno schiaccianoci con le fattezze di soldatino. Alla fine della serata si addormenta abbracciata al suo schiaccianoci, immaginando un mondo fantastico. Dopo aver combattuto contro il Re dei Topi e il suo esercito, annientandolo, rompe l’incantesimo e lo schiaccianoci diventa un bellissimo principe che la porta nel suo Regno dei Dolci, in cui le leccornie diventano personaggi e la Fata dello Zucchero fa felici i bambini che, come Clara, possono ancora sognare.    

Lo Schiaccianoci è considerato un capolavoro immortale nato dal genio di Pyotr I. Tchaikovsky  e brani come la “Danza dello zucchero fatato” e “Il valzer dei fiori” sono entrati nell’immaginario collettivo.

Il balletto  fu commissionato dal direttore dei Teatri Imperiali Russi, Ivan Aleksandrovič Vsevoložskij. Il compositore  compose le musiche tra il 1891 e 1892 seguendo minuziosamente le indicazioni del coreografo Marius Petipa. La prima rappresentazione ebbe luogo il 18 dicembre 1892 al Teatro Mariinskij di San Pietroburgo. 

Una novità in quest’opera è la presenza di uno strumento, la celesta,  che Čajkovskij aveva visto a Parigi. Lo volle assolutamente inserire nell’organico strumentale e lo aggiunse nel secondo atto nelle scene della Danza della Fata Confetto. Lo schiaccianoci è uno dei soggetti più rappresentati oggi nelle scuole di ballo. 




PREMIO PARCO MAJELLA

Pubblicato il bando della 27ª edizione

Abbateggio, 9 Gennaio 2024. Il Premio Nazionale di letteratura naturalistica “Parco Majella” giunge alla sua 27ª edizione. Il Premio, che si svolge sotto l’egida del Centro Scuola e Cultura Italiana di Toronto, è strutturato nelle seguenti sezioni in concorso:

A)           NARRATIVA edita

B)           SAGGISTICA edita

C)           POESIA edita

Non è prevista quota di partecipazione.  Tutti i testi dovranno essere inviati entro e non oltre il 31 marzo 2024. La PREMIAZIONE avverrà nel corso di una cerimonia che si terrà ad Abbateggio (PE), alla presenza di autorità ed esponenti del mondo ambientale e culturale, il 20 LUGLIO 2024. Il bando è scaricabile dal sito del Comune di Abbateggio: https://www.comune.abbateggio.pe.it/Premio-Parco-Majella-1.htm

Le dichiarazioni di Antonio Di Marco, presidente del Premio Parco Majella: in occasione della 27ª edizione del Premio Parco Majella rinnovo i ringraziamenti ad ogni Amico del Premio che ha contribuito nel tempo alla realizzazione di questa iniziativa culturale. Il Premio ha reso Abbateggio presidio culturale della letteratura naturalistica italiana, punto di riferimento per la difesa dell’ambiente attraverso la cultura e la letteratura.

La valorizzazione della letteratura ambientale è lo strumento attraverso il quale si è cercato di indicare un modello formativo basato sul binomio cultura/ambiente, in grado di sovvertire la linea di sviluppo di un piccolo borgo che nel 1997 era stato candidato ad ospitare una grande discarica.

La scelta compiuta 26 anni fa, nata dalla considerazione delle risorse naturali e umane del nostro territorio, ha portato ai risultati sperati e ha prodotto nel corso degli anni una sempre maggiore attenzione alla letteratura ambientale, attirando diversi personaggi di rilievo a scoprire la realtà del borgo di Abbateggio e della nostra regione.

Il Premio Nazionale di Letteratura Naturalistica Parco Majella è un concorso letterario esplicitamente dedicato alla letteratura naturalistico – ambientale, per richiamare l’attenzione su opere nelle quali un ritrovato equilibrio tra uomo e natura apre un orizzonte nuovo, capace di valorizzare le nostre radici e indicare un modello culturale forte e denso di sviluppi e approfondimenti.

Il Premio Parco Majella si svolge nel mese di luglio in Abbateggio (PE), uno de I Borghi Più Belli d’Italia in Abruzzo ed è promosso dall’Associazione Alle falde della Majella in collaborazione con l’Amministrazione comunale.




JACOPO SIPARI DIRIGE JOHANNES BRAHMS

Variazioni su di un tema di Joseph Haydn in Si Bemolle maggiore op.56°. Anton Bruckner sinfonia n°4, in Mi Bemolle maggiore, “Romantica”. Hungarian National Symphony Orchestra. Enigma bruckneriano. Nemzeti Szìnhàz 9 gennaio 2024 ore 19:30

Szegedi, 8 gennaio 2024. Il Maestro Jacopo Sipari di Pescasseroli inaugurerà l’anno celebrativo del bicentenario della nascita di Anton Bruckner alla testa della Hungarian National Symphony Orchestra, martedì 9 gennaio, presso Szegedi Nemzeti Szìnhàz. A completare il concerto, le Variazioni su di un tema di Joseph Haydn in Si Bemolle maggiore op.56° di Johannes Brahms

È il 1885 e Johannes Brahms scrive all’amico Hallmesberger che aveva a cuore la musica di Anton Bruckner: “Ogni cosa ha i suoi limiti. Bruckner sta al di là, delle sue cose non si può in nessun verso parlare”

Dell’organista di Sankt Florian, Brahms non amava niente. Eppure, quattro anni dopo aver scritto quella lettera, una sera di febbraio, Brahms e l’organista cenarono insieme a Vienna e fecero amicizia. Sarà Jacopo Sipari di Pescasseroli, alla testa della Hungarian National Symphony Orchestra, martedì 9 gennaio, Szegedi Nemzeti Szìnhàz, alle ore 19,30 ad aprire l’anno bruckneriano, nel bicentenario della sua nascita, con la IV sinfonia in Mi bemolle maggiore, accoppiata allo Johannes Brahms delle Variazioni su di un tema di Joseph Haydn in Si Bemolle maggiore op.56a. “L’esecuzione della IV sinfonia di Anton Bruckner rappresenta un assoluto debutto per me – ha rivelato il Maestro Jacopo Sipari di Pescasseroli – cosa che mi accosta ad un compositore del quale conosco molto poco, ma rientra  in ciò che è la mia concezione della musica, che è fondamentalmente “romantica” titolo che lo stesso compositore volle dare alla sua sinfonia, dopo aver aggiunto qualche richiamo che spazia da Tiecke Hoffmann, fino ai quadri di von Schwind, da Novalis al Medioevo dell gotico tedesco, fino al Lohengrin di Richard Wagner, al quale aveva dedicato la sinfonia precedente, inimicandosi, così i paladini di Brahms e su tutti il rigoroso e potente critico musicale Eduard Hanslick.

È una partitura non di facile lettura ma in questo posso contare su di una orchestra con delle individualità d’assoluto valore, in particolare i corni, ma tutte le sezioni sono da premiare. Con loro ho già eseguito Rachmaninov e Shostacovich ed è riuscita sempre a regalarmi emozioni fortissime, grazie alla sinergia empatica che ho con tutti i suoi componenti. Opera preparatoria al debutto di Johannes Brahms nel mondo della sinfonia, sono proprio queste Variazioni su di un tema di Josph Haydn in Si Bemolle maggiore op.56°. Una pagina questa che mi porta indietro ai miei anni di studio con Marco Angius e le ampie discussioni sulla scelta dei tempi per le diverse variazioni, attraverso i cui rapporti salvaguardare l’equilibrio dell’intera composizione”.

Il concerto sarà inaugurato dalle Variazioni su di un tema di Joseph Haydn in Si Bemolle maggiore op. cinquantaseiesima, datate 1873 e situate, nel quadro delle opere orchestrali di Brahms, fra le sue Serenate e la Prima Sinfonia. In qualche modo esse anzi costituiscono l’ultima puntigliosa verifica prima del confronto con la grande forma sinfonica coinvolgendo radicalmente tanto la tecnica compositiva quanto quella orchestrale e raggiungendo un esito di straordinaria compiutezza artistica. Maestro della variazione Brahms aveva già al suo attivo i grandi cicli pianistici su temi di Schumann (op.9), Händel (op.24) e Paganini (op.35). Non volle derogare neanche in questo caso dalla sistematica meticolosità di progressione che contrassegnò tutta la prima fase della sua esistenza e dunque di queste Variazioni su un tema di Haydn egli, parallelamente a quella orchestrale, elaborò anche una versione per due pianoforti (op.56b) che tuttora rimane come un capolavoro di quel repertorio. Curiosamente il riferimento a Haydn subisce un doppio equivoco chiarito solo di recente: il tema utilizzato da Brahms, detto Corale di Sant’Antonio, non è in alcun modo di Haydn ma appartiene piuttosto al repertorio popolare dei pellegrini e anche il Divertimento settecentesco in cui esso è citato era stato attribuito ad Haydn erroneamente. Dopo l’esposizione del tema da parte dei legni e corni sui pizzicati degli archi gravi – un tema evidentemente ideale, nella sua formulazione armonica e ritmica, per essere elaborato – la successione delle variazioni comincia a snodarsi proprio sullo spunto delle ultime battute del tema. Cinque volte era risuonato il si bemolle a chiudere l’introduzione, cinque volte si propone ora mentre gli archi intrecciano un contrappunto doppio e speculare nel movimento fra l’acuto e il grave. La complessità della scrittura e del gioco di contrapposizione si fa via via più densa nella seconda variazione (sul piano dinamico e ritmico) nella terza (sul piano polifonico e armonico). Dalla quarta variazione comincia un percorso di progressivo allontanamento della fisionomia originaria del tema che tocca dapprima la sfera melodica, poi quella ritmica (l’ambigua scansione del 6/8 nella quinta variazione), poi quella espressiva (la perentoria vivacità e la flessibilità modulante della sesta) per raggiungere infine l’originalità assoluta nella sottigliezza del linguaggio armonico e nello squisito fascino del ritmo di siciliana della settima variazione.

L’austero e misterioso linguaggio contrappuntistico dell’ottava prepara degnamente la mirabile Passacaglia finale in cui il basso ostinato di cinque battute corrisponde a quello del tema d’apertura. In essa sono riconoscibili almeno cinque episodi che nel loro crescendo di intensità verso la grandiosa conclusione non ubbidiscono a una logica spettacolare, ma piuttosto all’oggettività di un disegno classico delineato magistralmente dalla mano di un autore romantico. Si passerà, quindi al clou del programma con l’esecuzione della IV sinfonia di Anton Bruckner con la quale, nel 1881, il compositore austriaco si affermò definitivamente, nella versione composta tra il 1878 e il 1880, considerata la versione definitiva, in cui Bruckner riscrisse interamente il terzo e il quarto movimento e con cui il M° Jacopo Sipari darà il via al suo anno bruckneriano da Szegedi. Hanslick in questi anni scriveva su Bruckner:” Dal punto di vista psicologico resta un enigma come quest’uomo, che è il più tranquillo e pacifico del mondo, quando compone diventa un anarchico che sacrifica senza pietà tutto quello che si chiama logica e chiarezza, unità della forma e tonalità. La sua musica si innalza come un’informe, infuocata colonna di fumo….”.

Quanto splendore oltre quella cortina di fumo, però. Bruckner era un uomo di fede. L’enigma cui allude Hanslick ha una sua verità. Quello strano organista che amava Wagner, seppe dare forma, in parallelo con Mahler, scantonando da un fatiscente Romanticismo e fra deliri pre-espressionisti, a magmatici presentimenti del moderno, ad un linguaggio fatto di forme dilatate, misteriose. Gran parte dei motivi della pagina, germina dal tema, insieme solenne e misterioso, esposto in apertura dal corno contro il tremolo degli archi. Più o meno riconoscibile nelle successive trasformazioni, il tema fondamentale si pone come garanzia di unitarietà di tutto lo sviluppo, solo apparentemente debordante, della sterminata Sinfonia. Primo movimento estroverso e poderoso, espressività intensa, alternata alle esplosioni sonore tipiche di Bruckner, nell’Andante (intitolato proprio così, in italiano), ritmica scalpitante nello Scherzo, con un’oasi più cantabile nel Trio, Finale solenne e movimentato, concludendo la partitura con perorazioni grandiose degli ottoni. Questa sinfonia sembra una balena che ha perduto la dritta del vento, eppure naviga sicura fra le onde che agitano, elegantissima e nonostante tutto, proprio come la balena in amore, leggerissima.




PREMIO SQUILIBRI

Ecco il bando per i Racconti lampo. Novità in giuria con Loretta Santini e Paolo Zardi

Francavilla al Mare, 8 gennaio 2024.Già dai primi giorni di questo 2024 si torna a parlare di “SquiLibri- Festival delle Narrazioni” ideato dallo scrittore e Direttore artistico Peppe Millanta, poiché la Scuola Macondo – l’Officina delle Storie di Pescara indice e rende nota la III edizione del Premio Letterario SquiLibri per “Racconti lampo”, rivolto a tutti i cittadini italiani e stranieri che abbiano compiuto la maggiore età in data 1°gennaio 2024.

Al concorso si partecipa inviando un unico racconto a tematica libera di propria produzione, edito o inedito, in lingua italiana, anche già premiato in altri concorsi, di massimo 5000 caratteri spazi inclusi e l’elaborato in forma anonima (non deve essere firmato e non deve contenere i dati dell’autore) va inviato all’indirizzo premiosquilibri@gmail.com entro le ore 24.00 del 14 maggio 2024.

Questi sono i premi previsti:

– primo classificato: Targa di Merito + 500 euro (al lordo delle imposte);

– secondo classificato: Targa di Merito;

– terzo classificato: Targa di Merito.

Inoltre, la Scuola Macondo – l’Officina delle Storie attribuirà inoltre a sua discrezione n. 2 borse di studio per i suoi corsi ai partecipanti ritenuti più meritevoli.

I finalisti e i vincitori saranno avvisati per tempo del giudizio della giuria. La presenza dei vincitori è obbligatoria e conditio sine qua non per l’attribuzione del premio; la cerimonia di premiazione si terrà in un fine settimana di giugno, nell’ambito del Festival SquiLibri organizzato dalla stessa Scuola Macondo – l’Officina delle Storie in collaborazione con il Comune di Francavilla al Mare (CH) grazie all’impegno del sindaco Luisa Russo e dell’assessore alla Cultura, Cristina Rapino.

La giuria, il cui giudizio sarà inappellabile e insindacabile è composta dagli scrittori Marco Marrucci, Kristine Maria Rapino, Giampaolo Rugo, Francesca Scotti

Loretta Santini, Direttrice Editoriale di Elliot che ha pubblicato “Come d’Aria” della amata ed indimenticabile Ada D’Adamo, libro vincitore del Premio Strega nella scorsa edizione e Paolo Zardi appena tornato sulla cresta dell’onda con una pubblicazione di racconti con la raccolta “La meccanica dei corpi” di Neo Edizioni.

Alessandra Renzetti




SALOTTO CULTURALE PROSPETTIVA PERSONA

Riprende mercoledì 10 l’attività settimanale

Teramo, 8 gennaio 2024. Il prossimo 10 Gennaio  2024 alle 18,15  il Salotto culturale di Prospettiva persona 2024 (Patrocinio MIC e Fondazione Tercas)  Teramo – via Nicola Palma, 33 , 64100- Teramo, riprende i suoi appuntamenti settimanali.

Il tema Riccardo III , il ritorno di un re sarà trattato da Luciana Pennelli.

Approfondimento

la Prof. Luciana Pennelli darà spazio alla conoscenza del rinvenimento sotto un parcheggio di Leicester, dove un tempo sorgeva un convento di Frati Francescani, dei resti di Riccardo III Plantageneta, re d’Inghilterra. Questi sono stati poi nuovamente interrati nella cattedrale della città dopo accurati esami genetici e archeologici.

La trattazione storica della prof. Pennelli comprende documenti video ad uso didattico.




UFFICIO MUNDA – REPORT 2023

Eguagliata l’affluenza ante-sisma del 2008

L’Aquila, 7 gennaio 2024. Il 2023 segna un anno di grandi conferme per il Museo Nazionale d’Abruzzo. I numeri di affluenza del pubblico lo hanno posto più di una volta fra i 15 musei maggiormente visitati nella classifica ministeriale, con il record di oltre 1.700 presenze nella giornata del Lunedì dell’Angelo.

Il trend positivo ha visto nel mese di agosto la punta massima con 18.000 visitatori.

L’incremento di quest’anno, rispetto al 2022, è intorno al 40% per un totale di circa 57.000 visitatori. Un dato estremamente significativo e di grande soddisfazione, che ha eguagliato l’affluenza pre-sisma del 2008, conseguenza di un’azione museale ampliata e diversificata che ha consolidato il ruolo nel territorio attraverso importanti attività divulgative e formative.

MOSTRE E CATALOGHI

Le esposizioni sono state allestite con apparati multimediali e virtuali, QR Code, video animati per una narrazione dedicata ai bambini, app per indagare scientificamente le opere attraverso le indagini multispettrali, stampe tattili 3D, didascalie brevi, libro in braille e pannelli tattili per non vedenti e, per facilitare l’accesso ai contenuti, pannelli di sala e didascalie estese in italiano e inglese, disponibili sul sito web istituzionale anche in formato audio, accedendo ad essi anche tramite il QR Code.

Inoltre, è stata calendarizzata una serie di eventi collaterali, con incontri di approfondimento e visite inclusive e  pubblicati i relativi cataloghi e pieghevoli.

– Il Maestro di Campo di Giove. Ricomporre un capolavoro, dal 25 maggio al 3 settembre, a cura di Federica Zalabra e Cristiana Pasqualetti.

Ha permesso di esporre le 13 tavolette recuperate dopo il furto del 1902 dall’omonimo paese e di ricomporre tutti i tasselli, finora rintracciati, che in origine componevano la Custodia realizzata dall’anonimo Maestro (Nicola Olivieri da Pietransieri?) intorno al 1370.

Catalogo della mostra a cura di Federica Zalabra e Cristiana Pasqualetti.Collana Note dal MuNDA 1, L’Erma di Bretschneider, Roma 2023; br., pp. 128, ill. col., 20 x 24 cm., testo in italiano.

-Nuove Acquisizioni, dal 23 settembre al 1° novembre.

Esposizione delle cinque opere acquistate fra il 2022 e 2023, scelte sia per il loro specifico valore all’interno delle collezioni del Museo che per la loro importanza nel panorama artistico regionale, con il grande capolavoro del Maestro di Beffi, la Dormitio Virginis, alta espressione dell’arte abruzzese di fine Trecento esposta, dopo mesi di restauro, in un “cantiere aperto” al pubblico per seguire le ultime operazioni, ormai concluse.

– Giulio Cesare e Francesco Bedeschini. Disegno e invenzione all’Aquila nel Seicento dal 1° dicembre al 3 marzo 2024, a cura di Michele Maccherini, Luca Pezzuto, Simonetta Prosperi Valenti Rodinò e Federica Zalabra.

Organizzata dal Museo Nazionale d’Abruzzo in collaborazione con l’Università degli Studi dell’Aquila e la Fondazione Carispaq, è il primo evento monografico dedicato in Italia ai due artisti e, dopo un progetto di ricerca pluriennale condiviso tra gli attori organizzatori, approfondisce temi capitali della cultura abruzzese del XVII secolo attraverso circa 70 opere provenienti dai principali musei di Londra, Monaco, Berlino, ma anche da Roma, Parma e ovviamente dall’Abruzzo.              

Catalogo della mostra a cura di Michele Maccherini, Luca Pezzuto, Simonetta Prosperi Valenti e Federica Zalabra. Editori Paparo, Napoli/Roma 2023; br., pp. 360, ill. col., 24 × 28 cm,testo in italiano e inglese.

COMUNICAZIONE

Sono state potenziate le campagne pubblicitarie sui mezzi urbani e nelle maggiori stazioni ferroviarie e di metropolitana anche in altre regioni e, per la prima volta, è stata realizzata -finalizzata alla vendita- una propria linea di gadget con materiali sostenibili.

Social media: è stata rafforzata la comunicazione social del MuNDA (collezioni, mostre e riallestimenti) e il contatto con la community; si è verificato un aumento dei contenuti sponsorizzati e, quindi, della visibilità sui social del MuNDA anche presso chi non segue ancora il museo.

Dati statistici:

Follower di Facebook: 7542 (nuovi mi piace: 832)

Follower di Instagram: 2777 (nuovi mi piace: 607)

Copertura di Facebook: 1.866.802 (+34,7% rispetto all’anno precedente)

Copertura di Instagram: 1.084.735 (+32,1% rispetto all’anno precedente)

Copertura a pagamento: 588.722 (+100% rispetto all’anno precedente)

Interazioni su scheda Google MyBusiness: 9083 (chiamate, indicazioni stradali, visite al sito web).

CASTELLO CINQUECENTESCO

Mammut: sono state effettuate circa 100 aperture durante l’anno, con continuità giornaliera nel mese di agosto e dicembre. Nuovi QR Code sono stati inseriti sui pannelli di sala nel Bastione Est per consentire approfondimenti tematici in italiano e in inglese fruibili anche con lettore audio e pubblicati sul sito web istituzionale del Museo.

Contromine: nei giorni di apertura straordinaria effettuati nei week end del mese di ottobre e nei primi giorni di novembre per la visita del percorso del sistema difensivo del Castello sono state realizzate audioguide, un efficace strumento di mediazione a disposizione del pubblico.

DIDATTICA

Più di 3.500 alunni, provenienti anche dal circuito extraregionale, hanno visitato il Museo e seguito le visite didattiche gratuite. L’attività  è proseguita in collaborazione con l’Università per Univaq Street Science: la ricerca al centro e con la formazione degli alunni dell’Accademia di Belle Arti  ed il Liceo Classico  attraverso alcune lezioni in campo aperto e il disegno dal vero previste nell’ambito delle iniziative Festival del Disegno

TRASMISSIONI NAZIONALI

Le due sedi del Museo Nazionale d’Abruzzo sono state oggetto di interesse da parte di autori di programmi nazionali con riprese e interviste per le trasmissioni: Linea Bianca (Rai Uno), Origini (Rai2), Di là dal fiume e tra gli alberi (Rai 5), Bell’Italia in viaggio (La7), Borghi d’Italia – Capoluoghi (TV2000), oltre che nei passaggi sulle Radio Nazionali e nei mass media di ambito regionale.




PRIMA DELLA PROVA

Dall’Abruzzo a Roma con il regista e doppiatore Franco Mannella

Roma, 7 gennaio 2024. Il Cantiere Teatrale Accademia Giovanni Arnone di Roma (Circonvallazione Gianicolense, 307) ospita Prima della Prova, l’esperimento dell’attore, doppiatore, regista e formatore abruzzese Franco Mannella, fondatore di Arotron, associazione culturale che si occupa di Formazione Teatrale, Produzione di spettacoli e Organizzazione di Eventi.

L’appuntamento con la lettura del copione da parte del regista al cospetto degli attori è per domani, lunedì 8 Gennaio alle ore 21:30: ma cosa accade prima che inizino le prove vere e proprie?

È su questa fase che si concentra lo spettacolo e non è scontato che sia questa la prassi di ogni regista, anzi, si tratta di un rituale che sembra appartenere più a un passato teatrale, alla “vecchia scuola” di registi che, attraverso una personale lettura del copione ad alta voce, ritenevano di poter dare la prime indicazioni agli attori facendo ascoltare loro i ritmi, le sonorità, le atmosfere dell’opera e il carattere dei personaggi concepiti da una prima idea di regia.

“Nella mia messinscena del Riccardo Terzo Atto Primo – spiega Mannella – ho sentito la necessità di recuperare questa abitudine e, dopo aver letto il testo ai miei attori, ho pensato: chissà se la lettura del copione da parte del regista può essere coinvolgente anche per uno spettatore comune e se può addirittura restituire in parte la potenza evocativa ed emotiva del teatro?”.

“Alla mia riflessione – conclude – può dare un senso soltanto lo spettatore che fruirà dell’esperimento e che diventerà inevitabilmente parte di questo esperimento”.

Lo spettatore assisterà alla lettura del Primo Atto del Riccardo Terzo di William Shakespeare, con la traduzione in endecasillabi di Pino Colizzi.

La narrazione, dunque, riguarda soltanto il primo atto dell’ opera shakespeariana (in una versione integrale, con passaggi completamente inediti), come se fosse la prima puntata di una storia seriale.

Prima della prova è la rappresentazione di un rito normalmente riservato a pochi privilegiati, ma in questo caso, diventa un’occasione unica per lo spettatore comune che diventa parte della creazione di uno spettacolo teatrale e ne condivide le emozioni con colui che ne ispira e guida l’ideazione, ossia il regista.

Per info e prenotazioni i numeri sono: 06.51606790 o 347.7203195. La pagina social da seguire è alla voce @formazioneteatralearotron.

Franco Mannella, diplomatosi attore nel 1988 a Roma presso la scuola di teatro La Scaletta, sperimenta la sua vocazione con vari registi, tra cui Giuseppe Patroni Griffi, Franco Però, Massimo Cinque, Claudio Insegno, Corbucci e Marsili, Sergio Sivori. Assieme a Cristina Giordana e Sergio Sivori, nel 2005 fonda il Laboratorium Teatro, centro internazionale di ricerca e sperimentazione teatrale.

Da diversi anni si occupa di formazione teatrale e nel 2014 crea, a Pianella, nel suo Abruzzo, Arotron, associazione culturale che si occupa di Formazione Teatrale, Produzione di spettacoli e Organizzazione di Eventi.

Con Arotron, nel 2015, inventa la “Festa delle Arti”, trasformata dal 2017 in “Convivium Artis”, un vero e proprio convivio di artisti e artigiani del territorio abruzzese e di fama nazionale. Nel 2017 prende corpo anche l’esperienza del BARATTO, che diviene l’evento più rappresentativo del percorso creativo di Arotron. Questi gli spettacoli in cui cura la regia e in molti dei quali è anche interprete: “Lègo ergo…”, “Flaiano in 3D”, “E se D’Annunzio…”, “Per favore toglietevi le scarpe”, “Play Shakespeare”, “Olea et Labora”, “In Varietà vi dico”, “Se i personaggi in cerca di autore”, “Ovidio-suoni-parole-atmosfere”, “Abruzzo e Nuvole”, “Donne dagli occhi grandi”, “Per un Teatro Contadino”, “Due Atto Unico di Anton Cechov”, “Histoire du Soldat”, “Riccardo Terzo Atto Primo”.

Nel 2022 partecipa, come attore, a due diverse produzioni: “Destinatario Sconosciuto” e “Tutti parlano di Jamie”, versione italiana del musical “Everybody’s talking about Jamie”.

Nel 2023 porta in tournée “Tutti parlano di Jaime” e partecipa allo spettacolo “Stanlio e Ollio – Amici fino all’ultima risata” (Teatro Stabile d’Abruzzo e Uao Spettacoli) di e con Claudio Insegno, oltre a debuttare con il suo “Shakespeare da ascoltare – Prima della prova” a Pescara, per poi portarlo in scena anche a Roma e a Pianella.

Affermato doppiatore, è noto al grande pubblico come voce italiana di Roger l’alieno, in “American Dad”. Nei cartoni animati e film di animazione è la voce di Otto dei Simpson, di Soldato in I Pinguini di “Madagascar”, di Rantanplan in “I Dalton” e tanti altri. La sua voce è associata a quella di grandi attori in numerosi film cinema, come The Aviator, Giù al Nord, Chicago, A serious man, Spiderman, Beautiful Boy, Steel Life e nelle più importanti serie TV, tra cui Modern Family, Spartacus, Californication, Alias, Star Trek, Six feet under, Bones, Better Call Soul, Prodigal son.

In televisione spicca per le sue doti comiche al fianco di Flavio Insinna (Cotti e Mangiati), Neri Marcorè (Neri Poppins) e in vari show di Pippo Baudo, Nino Frassica, Milly Carlucci a partire dagli anni ‘90. Ha interpretato ruoli nelle fiction italiane “Distretto di polizia”, “La squadra”, “Gente di mare”, “Il paradiso delle signore”. Al cinema ha esordito con Pino Quartullo in “Le faremo tanto male”. È fra i protagonisti del film opera prima di Daniele Campea “Macbeth Neo Film Opera”.

Alessandra Renzetti




CREAZIONISMO PER UNA NUOVA ERA

Giovedì 4 gennaio al Teatro Cordova di Pescara è stato presentato il movimento letterario e artistico e il libro Oltre il conflitto: una nuova visione iniziativa della professoressa e scrittrice di Pescara Annalisa Potenza

Pescara, 7 gennaio 2024. L’evento è stato presentato dalla conduttrice TV Monica Campoli, che è anche un’autrice del libro, e presenziato dal Professore e critico letterario e artistico Massimo Pasqualone, che ne è anche l’editore. Nel libro sono descritti i metodi utili alla gestione dei conflitti e nasce con lo scopo di diffondere valori importanti come la pace, la solidarietà e la cooperazione, diffondere conoscenza e cultura.

La prima edizione del libro è andata tutta esaurita, è stata consegnata anche nelle mani di Vittorio Sgarbi ed è stato distribuito nelle scuole. All’evento è intervento l’Assessore alla Pubblica Istruzione, il Professore Gianni Santilli, e sono intervenuti alcuni degli autori del libro, provenienti da tutta Italia, che hanno letto i loro testi, le loro poesie, contenuti nel libro.

Tra questi:  Sabrina Galli, Angelina Di Giovacchino, Nadia Taddeo, il giardiniere dell’anima,  Lucia Zito, Paola Silvestri, Simona Elsa Tropea, Maria Gabriella Ciaffarini, Sonia Marziani e Carlo Giulio Pezzi. Alcune poesie sono state invece declamate dagli attori della compagnia Follemente teatro diretta da Stefano Giannascoli.

All’evento sono anche intervenuti : la Dottoressa Silvia di Luzio, medico specialista in cardiologia nonché autrice e mentale coach; il Professore Gabriele Centorame, Presidente del Premio letterario D’Annunzio; Patrizia Splendiani, Counselor relazionale mediacomunicativo, operatrice olistica e ricercatrice spirituale.

È stata presente anche Margherita Cordova, che gestisce proprio l’omonimo teatro. La presentazione è stata animata dalle musiche di Francesco Minniti, Claudio Spinosa e Franco Mascitelli,  la lettura di poesie e la lettura di un pezzo teatrale di Aurelio Aceto.




NON È VERO MA CI CREDO di Peppino De Filippo

Domenica 14 gennaio: Enzo Decaro  sul palco del Teatro Talia per la stagione di prosa, cinema e musica 2023/2024

Tagliacozzo, 6 gennaio 2024. Domenica 14 gennaio alle ore 18:00  il Teatro Talia, dopo Leo Gullotta, ospiterà un altro grande nome del panorama teatrale e cinematografico nazionale come quello di Enzo Decaro nello spettacolo Non è vero ma ci credo di Peppino De Filippo, una produzione I Due della Città del Sole, che con la regia di Leo Muscato accompagnerà il pubblico in una comica farsa, una tragedia tutta da ridere.

Meta Aps propone come quarto appuntamento della stagione composta da spettacoli di prosa, proiezioni cinematografiche e show musicali, uno spettacolo di Peppino De Filippo che si presenta come una moderna versione di una classica Commedia dell’Arte. De Filippo amava molto Molière e i suoi personaggi, soprattutto L’avaro, cui pare ispirato il protagonista di Non è vero ma ci credo: l’avarissimo imprenditore Gervasio Savastano, che vivendo nel perenne incubo di essere vittima della iettatura e vedendo segni funesti ovunque, trasforma la sua vita e quella di chi lo circonda in un inferno. Sembra il preambolo di una tragedia, ma siamo in una commedia che fa morir dal ridere.

«L’azione dello spettacolo è avvicinata ai giorni nostri, ambientando la storia in una Napoli anni ‘80, una Napoli un po’ tragicomica e surreale in cui convivevano Mario Merola, Pino Daniele e Maradona. Lo spettacolo, concepito con un ritmo iperbolico, condenserà̀ l’intera vicenda in 90 minuti» afferma il regista Leo Muscato, che ereditando la direzione artistica di Luigi De Filippo ne perpetua il valore proponendo uno spettacolo a cui lui è molto legato, spettacolo in cui Enzo Decaro entra meravigliosamente nel personaggio del commendatore Gervasio Savastano che avarissimo vive le sue paure rimanendo vittima delle sue manie.

I biglietti sono in vendita presso il Tagliacozzo Turismo – Info Point in piazza Duca degli Abruzzi e sulla piattaforma online I-ticket, con le seguenti tariffe: I settore € 20 (ridotto € 18) + DIP, II settore € 18 (ridotto € 16) + DIP, III settore € 16 (ridotto € 14) + DIP. Per studenti e ragazzi fino ai 25 anni la tariffa unica per Prosa e Musica è di € 10. Il giorno dello spettacolo sarà possibile acquistare i biglietti sia online che presso il Botteghino del Teatro.




LO SPETTACOLO ETTY HILLESUM

La compagnia Fantacadabra presenta mercoledì 10 gennaio alle ore 19, presso il Teatro di Casa di Italia e giovedì 11 presso il liceo IMI

Istanbul, 6 gennaio 2024. In occasione della Giornata della Memoria, “al fine di ricordare la Shoah, le leggi razziali, la persecuzione italiana dei cittadini ebrei, gli italiani che hanno subìto la deportazione, la prigionia, la morte”, l’Istituto Italiano di Cultura di Istanbul e il Liceo Italiano IMI presentano Mercoledì 10 gennaio alle ore 19, presso il Teatro di Casa di Italia e giovedì 11 presso il liceo IMI, lo spettacolo Etty Hillesum, Elogio dell’Amore, della compagnia Fantacadabra.

Si tratta di uno spettacolo che invita a riflettere sul pericolo, ancora oggi attuale, rappresentato da un clima diffuso di odio e intolleranza tra gli uomini. Con lo spettacolo Etty Hillesum si vuole offrire uno spunto per
approfondire come gli eventi di ieri forniscano strumenti per capire come l’accettazione degli stereotipi, l’esclusione e della barbarie siano parte di un unico processo.

Etty Hillesum elogio dell’Amore con Laura Tiberi e Santo Cicco. Immagini video Stefano Mont regia Mario
Fracassi

Con lo spettacolo Etty Hillesum, la compagnia Fantacadabra e il TSA partecipano alla Giornata della Memoria per commemorare le vittime della Shoah. La nostra vuole essere un’occasione per riflettere sul
pericolo, ancora oggi attuale, rappresentato da un clima diffuso di odio e intolleranza tra gli uomini. Siamo convinti che l’approfondimento degli eventi di ieri fornisce gli strumenti per capire come l’accettazione degli stereotipi, dell’esclusione e della barbarie siano parte di un unico processo.

Ci sono esistenze di uomini e donne che pure situazioni inumane, ci hanno lasciato e lasciano testimonianze straordinarie per come sono riuscite a salvare la sorgente buona nell’umano, senza lasciarsi
schiacciare totalmente da ciò che la realtà esterna distrugge. Etty Hillesum (1914-1943), era una giovane donna ebrea olandese, che voleva fare la scrittrice, ma che troppo presto ha dovuto condividere la sorte
di altri milioni di ebrei: la sua entusiastica vita è stata annientata nel campo di Auschwitz.

Uno spettacolo che non è una rievocazione, ma una proposta per capire che cosa può dirci oggi un’esistenza come quella di Etty Hillesum, cosa può dirci la sua disarmante presenza agli eventi del proprio tempo, la sua ricerca interiore, il suo desiderio di raccontare, i suoi interrogativi sulla differenza tra donne e uomini, la sua idea di Dio e dell’Amore, il suo altruismo radicale, la sua incontenibile ironia, il suo impetuoso spirito.

Etty Hillesum, giovane ebrea, prima deportata nel campo di smistamento di Westerbork, poi trasferita ad Auschwitz dove trova la fine chiedendo di essere «un balsamo per molte ferite», raccontando di se nel vasto
regno della Shoah, diviene fonte per molte domande e riflessioni su un mondo in cui infinite persecuzioni e violenze ci impongono la necessità di “fare memoria”. Nello spettacolo è Etty che parla cercando di indicarci la strada della bellezza contribuendo a renderci capaci di indagare sull’oggi, sulla nostra storia e le nostre chiusure, sui nostri campi e le nostre deportazioni”

Chi è Etty Hillesum?

Etty è una giovane donna di Amsterdam, intensa e passionale. Legge Rilke, Dostoevskij. È ebrea, ma non osservante. I temi religiosi la attirano, e talvolta ne parla. Poi la realtà della persecuzione comincia a infiltrarsi nel suo destino. «…La nostra distruzione si avvicina furtivamente da ogni parte, presto il cerchio sarà chiuso intorno a noi e nessuna persona buona che vorrà darci aiuto lo potrà oltrepassare». Ma, quanto più il cerchio si stringe, tanto più Etty sembra acquistare una straordinaria forza dell’anima. Non pensa un solo momento, anche se ne avrebbe l’occasione, a salvarsi. Pensa a come potrà essere d’aiuto ai tanti che stanno per condividere con lei il «destino di massa» della morte amministrata dalle autorità tedesche.

Confinata a Westerbork, campo di transito da cui sarà mandata ad Auschwitz, Etty esalta persino in quel «pezzetto di brughiera recintato dal filo spinato» la sua capacità di essere un «cuore pensante». Se la
tecnica nazista consisteva innanzitutto nel provocare l’avvilimento fisico e psichico delle vittime, si può dire che su Etty abbia provocato l’effetto contrario. A mano a mano che si avvicina la fine, la sua voce diventa sempre più limpida e sicura, senza incrinature. Anche nel pieno dell’orrore, riesce a respingere ogni atomo di odio, perché renderebbe il mondo ancor più «inospitale». La disposizione che ha Etty ad amare è invincibile. Sul diario aveva annotato: «“Temprato”: distinguerlo da “indurito”». E proprio la sua vita sta a mostrare quella differenza.




CASTELLO CINQUECENTESCO: MAMMUT. Le Attività del MuNDA

Entrata gratuita per Domenicalmuseo

L’Aquila, 6 gennaio 2024.  Il 7 gennaio, con l’entrata gratuita per #domenicalmuseo, terminano le aperture quotidiane del Mammut che proseguiranno, fino al 5 maggio nei week end,  dal venerdì alla domenica, e nelle giornate festive  secondo  il seguente calendario dalle 9:30/18:30, ultima entrata ore 18:00   

Gennaio: 12-13-14, 19-20-21, 26-27-28

Febbraio:2-3-4, 9-10-11,16-17-18, 23-24-25

Marzo: 1-2-3, 8-9-10,15-16-17, 22-23-24, 29-30-31

Aprile:1, 5-6-7,  12-13-14, 19-20-21, 25-26-27-28

Maggio: 1-2-3-4-5

MuNDA, via Tancredi da Pentima, di fronte alle 99 cannelle. In corso l’esposizione  “Giulio Cesare  e Francesco Bedeschini. Disegno e invenzione all’Aquila nel Seicento”. Le attività collaterali alla mostra  si svolgeranno secondo le date indicate. Gli incontri in programma con i curatori si terranno all’Auditorium della Fondazione Carispaq, Corso Vittorio Emanuele, 194, L’Aquila

•             Giovedì 11 gennaio 2024, ore 16.30

Auditorium Fondazione Carispaq – Corso Vittorio Emanuele, 194, L’Aquila

Federica Zalabra, direttore delegato del Museo Nazionale d’Abruzzo e curatore della mostra e Federica Marini Recchia, restauratrice, presentano i restauri dei dipinti del Museo Nazionale d’Abruzzo effettuati in occasione della mostra

•             Domenica 14 gennaio, ore 11.00 e ore 15.00

Museo Nazionale d’Abruzzo – Via Tancredi da Pentima, L’Aquila

Deborah Tramentozzi, tiflologa

Visite guidate della mostra e percorsi tattili adatti anche a persone con disabilità visive

•             Domenica 21 gennaio, ore 16.30

Museo Nazionale d’Abruzzo – Via Tancredi da Pentima, L’Aquila

Visita guidata della mostra a cura di Atlante servizi culturali

•             Giovedì 25 gennaio 2024, ore 16.30

Auditorium Fondazione Carispaq – Corso Vittorio Emanuele, 194, L’Aquila

Luca Pezzuto, docente dell’Università degli Studi dell’Aquila e curatore della mostra, Elena Loreti, restauratrice, e Ester Di Cino, Dirigente del Servizio Beni e Attività Culturali della Regione Abruzzo, presentano il restauro del libro di disegni della Fondazione Carispaq e delle incisioni della Biblioteca Regionale “Salvatore Tommasi”

•             Domenica 28 gennaio, ore 11.00 e ore 15.00

Museo Nazionale d’Abruzzo – Via Tancredi da Pentima, L’Aquila

Deborah Tramentozzi, tiflologa

Visite guidate della mostra e percorsi tattili adatti anche a persone con disabilità visive




LA CHIESA DI S. CATERINA D’ALESSANDRIA

Apertura straordinaria 6 e 7 gennaio 2024

Ortona, 6 gennaio 2024.  Oggi e domani dalle ore 17:30 alle 19:30 sarà possibile visitare gratuitamente la chiesa di Santa Caterina d’Alessandria in corso Garibaldi in prossimità del Teatro Francesco Paolo Tosti, grazie all’impegno dei soci dell’Unione Cattolica Artisti Italiani (UCAI) sezione di Ortona.

La chiesa durante le festività ha ospitato la mostra della Battaglia di Ortona a fumetti realizzata dall’architetto e socio dell’UCAI di Ortona, Saverio Di Tullio, profondo conoscitore della storia locale e che nel 1999 ha progettato il monumento “Il prezzo della pace” in piazza già Plebiscito ora piazza degli eroi canadesi, che si compone di una statua di bronzo realizzata dall’artista di Ottawa Robert Surette e di un basamento costituito da un blocco monolitico di travertino costruito con le macerie di case ortonesi distrutte dalla furia della guerra.

La chiesa di S. Caterina d’Alessandria in stile barocco, attualmente è nota anche come cappella musicale San Tommaso Apostolo, fu costruita nel 1327. La chiesa custodisce tanti tesori tra cui, l’affresco del Cristo crocifisso che nel 1566, quando era ancora allocato nell’oratorio adiacente, grondò sangue dal costato, raccolto in ampolle, ed evitò la distruzione del convento da parte dei turchi che invasero Ortona.

Caterina d’Alessandria (Alessandria d’Egitto, 280-290 – Alessandria d’Egitto, 305 circa) è venerata come santa, vergine e martire dalla Chiesa cattolica, da quella ortodossa e, in generale, da tutte le Chiese cristiane. La ricorrenza della santa è il 25 novembre, che ne recente passato è diventata anche Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne.




UNA COLONNA SONORA PER LA VITA

A Sulmona gran finale. Omaggio ai led zeppelin e ai Pink Floyd. Consegna del Functional Head Impulse Test all’ambulatorio di otorinolaringoiatria dell’ospedale di Sulmona. Venerdì 5 gennaio 2024 ore 20:45 – teatro comunale

Sulmona, 5 gennaio 2024. Con la consegna del functional head Impulse Test si conclude venerdì 5 gennaio 2024, alle ore 20.45, al teatro comunale di Sulmona (L’Aquila), l’edizione 2023 di “Una colonna sonora per la vita”. La serata, promossa dall’Associazione Culturale Nomadi Fans Club “Un giorno insieme” di Sulmona, con il patrocinio del Comune di Sulmona nell’ambito del programma delle manifestazioni natalizie, si caratterizzerà per doppio concerto tributo alla musica dei Led Zeppelin e dei Pink Floyd con le band Bonzo Bone’s e Floyd Heart. I posti a sedere sono numerati e con prenotazione obbligatoria. Per informazioni sulla serata si può contattare il 389 9737620 oppure scrivere a vbisestile@gmail.com

In occasione della serata sarà infatti consegnato al reparto di otorinolaringoiatria dell’ospedale di Sulmona il functional head Impulse Test, apparecchio di ultima generazione acquistato grazie ai proventi raccolti nel corso dei vari appuntamenti della manifestazione, e che sarà disponibile per l’utenza della Valle Peligna, Valle Subequana, Valle del Sagittario e Alto Sangro. Dalle 17.30 alle 19.30, al foyer del teatro comunale, ci sarà la presentazione del functional head Impulse e dei programmi “Più equilibrio” e “Leggo meglio” ai professionisti che lavorano con i bambini e che si occupano dell’apprendimento (logopedisti ecc.). Saranno presentate anche alcune pubblicazioni scientifiche che spiegano come questo sistema possa essere di aiuto al miglioramento dell’apprendimento dei bambini.

“Siamo arrivati alla conclusione di un anno straordinario”, ha commentato il presidente dell’associazione Nomadi Fans Club “Un giorno insieme”, Vincenzo Bisestile, “Grazie al pubblico e agli artisti che nel corso del 2023 hanno sostenuto le varie serate siamo arrivati all’obiettivo di consegnare un nuovo macchinario all’ospedale di Sulmona. Questa volta siamo ancora più soddisfatti perché lo strumento che sarà consegnato servirà in particolare ai bambini”. Per il dirigente medico e responsabile della vestibologia dell’Ambulatorio di Otorinolaringoiatria dell’ospedale di Sulmona, Benedetta Autiero Celidonio “siamo veramente felici di essere arrivati in breve tempo a questo fantastico traguardo. Tutto è stato possibile grazie allo strenuo impegno di Vincenzo Bisestile, della sua famiglia, dell’associazione Nomadi Fans club, della signora Fausta Imperatore, di tutte le persone che hanno partecipato e contribuito a questa iniziativa. Un percorso lavorato e fortemente voluto. Grazie davvero a tutti”.

La serata al teatro comunale di Sulmona sarà quest’anno dedicata a due grandi band che hanno fatto la storia del rock: i Led Zeppelin e i Pink Floyd. Nella prima parte dello spettacolo i “Bonzo’s Bones” presenteranno il meglio della band inglese. Verranno performate pietre miliari come “Whole Lotta Love” e “Stairway To Heaven”. I Bonzo’s Bones nascono nel 2019 da un’idea del batterista Angelo Melone per presentare uno show tributo alla più iconica rock band di tutti i tempi fedele nel sound, line-up e strumentazione. Un viaggio negli anni ’70 attraverso la discografia dei Led Zeppelin, dai brani più famosi a quelli più ricercati. Oltre al batterista Angelo Melone, nella band ci sono Francesco Conti (voce), Massimo Pulsone (chitarra) e Vincenzo Montanaro (basso e tastiere).

Nella seconda parte dello show spazio all’arte e alla musica dei Pink Floyd. Protagonisti i Floyd Heart formazione composta da Daniele Landi (batteria), Luca Iannone (basso), Francesco Imperatore (tastiere), Iole Maddalena (corista), Lorena Mancini (corista), Claudio D’Amico (chitarra solista, lap steel guitar) e Giosuè Di Benedetto (voce e chitarra). I Floyd Heart sono riconosciuti come uno tra i migliori tributi ai Pink Floyd, grazie alla professionalità dei loro componenti. Oltre alla continua sperimentazione in campo musicale, ogni musicista eccelle nella ricerca del sound che porta lo spettatore a rivivere le stesse sonorità ed emozioni degli originali. Special guest della serata il sassofonista Giancarlo Colangelo. Le luci, i laser e le proiezioni permettono ai Floyd Heart di portare in scena uno show dove il pubblico viene travolto e affascinato. In scaletta brani leggendari come “Time” e “Wish You Were Here”.




L’UOMO CHE GUARDAVA LA MONTAGNA

Un libro di Massimo Calvi. Presentazione il 14 gennaio alle 15:30, in Sala Buozzi

Giulianova, 5 gennaio 2024. Organizzata dal Forum delle Associazioni Familiari dell’ Abruzzo, con il patrocinio di Anci e del Comune di Giulianova, si terrà domenica 14 gennaio, alle 15:30, in Sala Buozzi, la presentazione del libro L’uomo che guardava la montagna di Massimo Calvi.

Sarà lo stesso autore, caporedattore e editorialista di Avvenire, a parlare di questo suo intenso e commovente romanzo,  presentato alla Seconda Edizione del Premio Città del Libro e della Famiglia, vincitore di numerosi premi e già tradotto in diverse lingue. 




ROSSE PERGAMENE ALLA TRECCANI

Celebrano lo scrittore abruzzese Gennaro Manna. Il 2024 avvia a Roma la stagione dei Premi letterari con un importante evento culturale

di Alessandro Clementi

Roma, 4 gennaio 2024. Il 22 gennaio 2024, presso l’Istituto dell’ENCICLOPEDIA ITALIANA TRECCANI nel cuore di Roma, il progetto culturale LE ROSSE PERGAMENE DEL NUOVO UMANESIMO avvia il suo programma, riservato alla diffusione della Cultura dei Sentimenti, con una prestigiosa manifestazione dedicata allo scrittore abruzzese GENNARO MANNA. Già nella primavera del 2018 la Sala Igea della TRECCANI aveva ospitato un’edizione del Premio Le Rosse Pergamene dedicata ad una regione italiana, la Calabria, paese d’origine del poeta vincitore CORRADO CALABRÒ.

La fondatrice de LE ROSSE PERGAMENE, la poetessa romana ANNA MANNA, dedica l’evento straordinario del 2024 all’Abruzzo, terra d’origine dell’adorato padre, lo scrittore abruzzese Gennaro Manna (Tocco da Casauria, 24 maggio 1922 – Roma, 11 aprile 1990) ed inaugura il PREMIO INTERNAZIONALE “GENNARO MANNA” con le Sezioni POESIA ITALIANA, POESIA DONNA, POESIA GIOVANI – EMERGENTI, SAGGISTICA, GIORNALISMO, L’ITALIA CON SENTIMENTO.

Il programma dell’evento, il 22 gennaio prossimo, prevede la Cerimonia di premiazione della prima edizione del Premio Internazionale dedicato a Gennaro Manna, scrittore, critico letterario e saggista. Saranno presenti i Presidenti di giuria delle citate Sezioni del Premio, rispettivamente nell’ordine: MARIO NARDUCCI, ANNA MARIA GIANCARLI, DANIELA FABRIZI, LILIANA BIONDI, GOFFREDO PALMERINI, ANNA MANNA. I nomi degli insigniti del Premio saranno annunciati nei prossimi giorni, ma c’è già conferma della loro partecipazione.

La seconda parte della manifestazione prevede la consegna dei Premi Speciali de LE ROSSE PERGAMENE 2024. Per il PREMIO GENIUS LOCI il vincitore è GOFFREDO PALMERINI, giornalista abruzzese di fama internazionale, che ha diffuso la cultura e le notizie della vita culturale italiana in tutto il mondo. Durante la cerimonia premiazione sarà presentata la nuova Presidente di giuria che prenderà il posto della indimenticabile JOLE CHESSA OLIVARES, scomparsa a fine maggio dello scorso anno.

Per la sezione L’ESPRESSIONE ARTISTICA PER LA TERRA D’ORIGINE, con Presidente di giuria la poetessa e pittrice EUGENIA SERAFINI, ci sarà un collegamento con la Maratona pittorica nella città di Spoleto, che ANNA MANNA ha lanciato lo scorso luglio in occasione della presentazione del suo ultimo libro di poesia “Questa mattina 24.2.2022” presso la galleria La Bottega dell’Arte di KATYA LAUDICINA. La serata si concluderà con un Recital Poetico di Autrici rappresentative di varie realtà culturali, sul tema La Speranza.

Ora una breve storia delle Rosse Pergamene. Il Premio LE ROSSE PERGAMENE DEL NUOVO UMANESIMO è nato nel 2001 dopo la pubblicazione del libro di Anna Manna dal titolo “Le rosse pergamene – poesie d’amore”. Il libro, prefato dal grande poeta scomparso Elio Fiore, fu presentato nel novembre 2001 al Caffè Greco a Roma, alla presenza di noti poeti e letterati. A febbraio del 2002, prese avvio il Premio vero e proprio in Via Veneto, al Caffè Strega, con un successo di pubblico incredibile, premiando liriche di giovanissimi poeti in erba.

Il Premio continuò negli anni seguenti in prestigiose sedi della Capitale: al Caffè Greco, presso il Grand Hotel Ritz, in Campidoglio, alla Biblioteca della Camera dei deputati, al Centro Altiero Spinelli presso l’Università La Sapienza, a Spoleto presso la Galleria Poli d’Arte, presso il Sindacato Scrittori Italiani a Palazzo Sora, avvicinando la Cultura dei sentimenti ai giovani, ai giovanissimi, agli adulti, agli anziani. Negli ultimi anni il premio è diventato un Progetto culturale che ha organizzato convegni, seminari, mostre, estendendo l’idea iniziale di Poesia d’amore e solidarietà ad un percorso di scambio, confronto e incontro con altre discipline letterarie ed artistiche. Sono nati così, durante il periodo della pandemia, I GRANDI DIALOGHI NEL WEB.

Il progetto portato avanti da LE ROSSE PERGAMENE non ha mai evitato il confronto culturale con le nuove realtà della storia: alla Sapienza Università di Roma per molti anni si è svolta la sezione PREMIO EUROPA E CULTURA con la prestigiosa presidenza di CORRADO CALABRÒ. Sempre vivo è stato l’interesse per il patrimonio culturale italiano attraverso la Sezione ITALIA MIA, con la presidenza di NERIA DE GIOVANNI.   

Accanto alle Poesie ispirate da un Nuovo Romanticismo, movimento nato alla Sapienza dall’incontro culturale tra l’ideatrice de Le Rosse Pergamene, ANNA MANNA, con la docente di scuola di poesia DANIELA FABRIZI e con il prof. GILBERTO MAZZOLENI, famoso poeta e antropologo, docente alla Facoltà di Lettere, si è sviluppata negli anni un’attenzione costante ed approfondita verso la CULTURA DEI SENTIMENTI.

Dal 2001 LE ROSSE PERGAMENE sono davvero un’avanguardia culturale che ha acceso l’interesse verso un nuovo approccio al mondo relazionale, un nuovo linguaggio di tipo sentimentale, un nuovo concetto della figura femminile nei rapporti umani, un senso ed un significato diverso dell’amore nelle espressioni artistiche. Un vero movimento letterario che ha portato questi suoi messaggi innovativi nelle università, nelle città della cultura, nei luoghi degli incontri e degli scambi culturali, negli ambienti che accoglievano le varie discipline artistiche, tra le varie età della vita, tra le donne e gli uomini di questa nostra società che sembra addirittura aver ormai bisogno d’una educazione al sentimento.

In foto: Sala Igea, Treccani




PRESENTAZIONE DEL LIBRO

Storia e storie del calcio dilettantistico abruzzese

Pescara, 4 gennaio 2024. A distanza di un anno dalla pubblicazione, continuano le presentazioni del libro su “Storia e storie del calcio dilettantistico abruzzese”, che questa volta fa tappa a Pescara.  Damiano Mazzoni, giornalista e autore del testo, lunedì 15 gennaio (alle ore 11:00) presenterà il suo libro nella Sala Giunta, appunto di Pescara.

L’evento è stato promosso dal Comune di Pescara e in particolare dall’assessore allo sport Patrizia Martelli, che sarà presente insieme al sindaco Carlo Masci. Non si parlerà solo delle società pescaresi ma di tutto ciò che riguarda la raccolta di emozioni, aneddoti, storie e racconti legati allo sport più popolare.

Nel corso della presentazione si potrà intervenire, chiedere maggiori informazioni e naturalmente sarà possibile acquistare il libro.

Di seguito la prefazione del libro:

“Storie e storia del calcio dilettantistico abruzzese” racchiude tutto questo e molto altro. È un turbinio di racconti, vicende e approfondimenti ripresi proprio dai campi e dai protagonisti abruzzesi.

Molte volte non si lascia traccia di ciò che ogni giorno viviamo su quei campi in cui è stata fatta la storia del calcio dilettantistico abruzzese. E allora è il momento di assaporare e di ripercorrere le storie vissute grazie al nostro calcio, quello a noi vicino, quello che amiamo senza confini. Una vera e propria storia d’amore.




D’ABRUZZO INVERNO 2023

In edicola il nuovo numero. La copertina dedicata a Vincenzo Gemito artista in mostra a Pescara nel Museo dell’Ottocento

Ortona, 4 gennaio 2024. È uscito il nuovo numero della rivista D’Abruzzo inverno 2023 con la copertina dedicata all’opera Ritratto di Anna Gemito dello scultore Vincenzo Gemito, in mostra a Pescara nel Museo dell’Ottocento, insieme al grande pittore, Antonio Mancini. All’interno della rivista un ampio servizio è infatti dedicato alle retrospettive dei due grandi artisti, tra i più apprezzati del loro tempo e protagonisti dell’arte italiana tra il IX e XX secolo. Si resta in ambito napoletano con l’articolo dedicato alla mostra Ai Grandi magazzini italiani di Napoli nella sede dell’Archivio del Banco di Napoli, in cui spiccano, oltre agli storici manifesti Mele, un bel gruppo di sculture di Costantino Barbella e documenti illuminanti un’importante committenza a Francesco Paolo Michetti, che evidenzia il rapporto di amicizia e stima che ha legato i due artisti ad Emiddio e Fanny Mele.

I paesi del Parco Nazionale della Maiella approfonditi all’interno di un servizio Speciale sono: Corfinio, Cansano, Pretoro e Rapino da visitare per scoprire le importanti testimonianze del loro passato italico, mentre a Roseto si resta incantati dalla bellezza e brillantezza dei vividi colori dei cieli dipinti da Vincenzo Paris nella Villa Paris.

Il personaggio da conoscere in questo numero di D’Abruzzo è Eugenio Sirolli, originario di Archi, pioniere del “siluro alato”, un asso abruzzese, scomparso troppo in fretta a causa un incidente, ma ricordato oggi nella “Casa del pilota”, primo museo aeronautico d’Abruzzo, a lui dedicato e recentemente inaugurato dal nipote omonimo, nella città natale dell’aviatore. Depositario di un’arte antica quella della sartoria, Salvatore Costantini storico sarto dell’azienda Brioni, racconta gli episodi che lo hanno reso un punto di riferimento per la storica azienda di Penne.




UN ANNO CON SAN PIO DA PIETRELCINA. Vita, citazioni e preghiere

Un libro di Don Marcello Stanzione

di Elia Lucchini

IlNuvoArengario.it, 4 gennaio 2024. Si apre il nuovo anno con una preziosa novità editoriale: “Un anno con san Pio da Pietrelcina. Vita, citazioni e preghiere”, di Don Marcello Stanzione, edito da Segno Edizioni.

Tramite Padre Pio, Gesù era venuto a rammentare al mondo intero l’importanza della preghiera, della sofferenza e del sacrificio per espiare il peccato che distrugge l’amore di Dio.

Attraverso Padre Pio, Gesù era venuto a chiamare il mondo alla conversione, al ritorno a lui, alla santità. La missione era ormai compiuta… Quando Padre Pio morì, Gesù ritornò, come nella risurrezione, e lo condusse tra le braccia del Padre Celeste, circondato dagli angeli.

Anche nel giorno della sua morte lasciò tutti stupefatti: le stimmate erano scomparse e la pelle era liscia e immacolata… Ci sarebbe da credere che Padre Pio avesse strizzato l’occhio ad un’altra grande devota degli angeli: Caterina da Siena, le cui stimmate, che quando era in vita rimasero invisibili, apparirono visibili a tutti improvvisamente il giorno della sua morte.

Nel rispondere alla «chiamata divina», il Padre disse: «Dove meglio potrò servirti, o Signore, se non nel chiostro e sotto la bandiera del Poverello di Assisi?».

Più volte ebbe visioni celesti in cui compariva il serafico Padre. Un giorno, alludendo ad una di esse, dirà: «Gesù, la Mammina, San Giuseppe e il Padre San Francesco sono quasi sempre con me».

Tra le devozioni da praticare quotidianamente, annotate nei “Frammenti di Diario”, Padre Pio, tra l’altro, scrisse: «Novena al Padre San Francesco».

Il nome di San Francesco compariva quasi sempre nelle sigle con cui iniziava le sue lettere e, spesso, nel corpo delle stesse.

Per molti anni celebrò all’altare la vita religiosa, cercò sempre di imitare il serafico Padre. Alla sua figlia spirituale Nina Campanile chiese per lui preghiere a Gesù e scrisse:

«Parlagli di me, che mi faccia la grazia di essere un figlio meno indegno di San Francesco; che possa essere di esempio ai miei confratelli in modo che il fervore continui sempre e si accresca sempre più in me, da far di me un perfetto cappuccino».

Con la canonizzazione la Chiesa gli ha riconosciuto di essere un modello di vita per tutti i religiosi. In questo testo ci sono 365 pensieri del santo cappuccino distribuiti in un anno insieme ad alcune preghiere a san Pio.




A SOSTEGNO DEL PROGETTO NOEMI

Tappa al Fenaroli per Stanlio&Ollio

Lanciano, 3 gennaio 2024. Dopo il successo dell’appuntamento di Ostia e di Torino, dopo il sold out al Marrucino di Chieti, ed i festeggiamenti sul palco del Teatro Moderno di Latina in occasione del Capodanno, questo 2024 porta l’omaggio al duo comico Stan Laurel e Oliver Hardy di nuovo in Abruzzo, precisamente al Teatro Fenaroli di Lanciano (CH) il 5 gennaio alle ore 21.00 con un appuntamento speciale perché il ricavato della vendita dei biglietti di “Stanlio & Ollio, amici fino all’ultima risata” sarà interamente devoluto a sostegno dell’Associazione Progetto Noemi che si impegna per le disabilità gravissime pediatriche (www.progettonoemi.com) grazie alla tenacia di papà Andrea Sciarretta che vede nella sua piccola Noemi la forza e la vita.

La produzione di questo spettacolo che sta attraversando in lungo ed in largo lo stivale italiano è del Teatro Stabile d’Abruzzo in collaborazione con la Uao Spettacoli, possibile a Lanciano grazie al patrocinio del Comune e al sostegno di Supporter Group.

Quest’operazione teatrale è un atto d’amore da condividere con il pubblico che è cresciuto con il loro mito e un’occasione per le nuovissime generazioni di conoscere un tipo di comicità universale: quella loro goffa ingenuità che li ha resi sullo schermo due adulti mai davvero cresciuti che non hanno mai perso occasione per farsi dispetti, il loro stile e le loro invenzioni comiche non sono stati mai prevedibili, mai volgari, mai deludenti. Nel tempo hanno insegnato sorridere, a ridere, e a “sbellicarsi dalle risate”.

Gli autori di questa commedia musicale sono Sabrina Pellegrino e Claudio Insegno che cura anche la regia.

Le musiche originali sono del Maestro Claudio Junior Bielli, mentre Fabrizio Angelini ha curato anche le coreografie. E inoltre nel cast Federico Perrotta, Valentina Olla, Franco Mannella, attore, regista, doppiatore, e due giovani talenti Giacomo Rasetti e Lorenza Giacometti.

Le scene sono di Alessandro Chiti ed i costumi di Graziella Pera. Disegno luci Marco Laudando, progetto audio Marco De Angelis, aiuto regia Step Minotti.




OLTRE L’ORIZZONTE FERITO di Veneranda Basile

Presentazione del romanzo a Palazzo storico Tre Marie, domenica 7 gennaio, ore 16

di Goffredo Palmerini

L’Aquila 3 gennaio 2024. Sarà presentato a L’Aquila domenica 7 gennaio alle ore 16, presso lo storico Palazzo Tre Marie (via Tre Marie) fresco d’uno splendido restauro dalle ferite del terremoto del 2009, il romanzo di Veneranda Basile “Oltre l’orizzonte ferito” (Media&Books, Roma, 2023), terza opera narrativa della scrittrice pugliese. Interverranno alla presentazione, oltre all’autrice, il prof. Francesco Lenoci, docente all’Università Cattolica di Milano, il giornalista scrittore Goffredo Palmerini e l’attrice Adina De Santis, che leggerà alcuni brani del romanzo. Veneranda Basile, per questo libro, ha ricevuto recentemente a Roma il Premio speciale d’eccellenza Città del Galateo, X edizione, per la Narrativa.

“Oltre l’orizzonte ferito” è un romanzo al femminile, rivolto al mondo e al coraggio delle donne. Un racconto intenso e, allo stesso tempo, delicato, che racchiude una vita: la piccola Lucia si ritrova donna e scopre le amarezze di un amore perduto e di altri sbagliati fino a un matrimonio di convenienza. Ma per una donna, per tutte le donne, anche se ferito, l’orizzonte non finisce. È una testimonianza di coraggio e determinazione, dove molte donne si riconosceranno, per saper guardare oltre. ove serva, Un progetto esistenziale, non solo un racconto, la storia di una vita, la storia di una donna. Un romanzo che guarda al meridione, all’Italia delle tradizioni, alla difficile storia delle donne nelle famiglie del nostro Paese, al superamento dei traumi, della violenza e alle risorse che una donna sa far germogliare anche nella sofferenza. Un libro ricco di emozioni e di speranza.

Una tematica al femminile è presente in tutta l’avventura narrativa di Veneranda Basile, al suo terzo romanzo, dopo la pubblicazione nel 2019 del romanzo “L’Orizzonte ferito” (Ed. Bastogi Libri) e nel 2022 de “L’orizzonte ferito, storie di una donna” (Ed. Linotype). Dunque, un’occasione imperdibile anche di riflessione, attraverso la storia narrata nel romanzo, sul difficile tempo che viviamo. Come pure una straordinaria opportunità per gli Aquilani, e per il pubblico presente da fuori città, per apprezzare la bellezza del Palazzo storico Tre Marie che, specie attraverso il famoso Ristorante, racconta decenni di storia del Novecento. 

Un’operazione di straordinario valore, quella intrapresa dall’imprenditore Alido Venturi con sua moglie Bruna Di Loreto, della Gioel Holding, con l’acquisto dall’ultimo gestore Paolo Scipioni, del Ristorante Tre Marie, di cui è prossima la riapertura, anticipata da oltre un anno con l’avvio dell’attività dell’Antico Caffè Tre Marie e dell’annesso Bistrot, dove si utilizzano le preparazioni con i prodotti dell’omonima Azienda Agricola.   Lo storico Ristorante Tre Marie, famoso in tutto il mondo non solo per l’eccellenza della sua cucina, ma soprattutto per essere stato luogo di presenze e incontri straordinari: regnanti e scrittori, governanti e registi, attrici e cantanti, poeti e musicisti, la più varia ed eccellente umanità del mondo letterario, teatrale, musicale, cinematografico, della politica e delle istituzioni, dello spettacolo e della cultura internazionale, di cui fece magnifica e intrigante rassegna, condita di aneddoti e sorprendenti rivelazioni, lo scrittore Errico Centofanti nel volume “Quel Ramo di Mandorlo” (One Group Edizioni, 2011, L’Aquila), raccogliendo storie conosciute ed inedite ma soprattutto le dettagliatissime confidenze di Paolo Scipioni, ultimo della famiglia di ristoratori che delle Tre Marie fecero un marchio celeberrimo di qualità, efficienza e discrezione, ma anche un crocevia d’una straordinaria sequela di insigni avventori, un pezzo di storia dell’Aquila e non solo.

Con la prossima riapertura in primavera del Ristorante Tre Marie – locale entrato nel patrimonio monumentale del Paese – un pezzo di storia gloriosa della città ridiventa memoria civile viva, parte fondante della rinascita dopo il terremoto del 2009. Le Tre Marie, con i fatti e i personaggi che dal 1912 hanno segnato un’epoca, sono state – e torneranno ad essere – non solo un luogo del gusto e della buona cucina, ma anche un tempio di cultura e insieme di trasmissione di valori. Un luogo tra i più conosciuti e ambiti, attraverso tutto un secolo, la cui notorietà rimbalzava dalle più selettive guide gastronomiche ai prestigiosi quotidiani, come il New York Times. A significare il legame profondo con la Madre Terra da cui provenivano gli ingredienti migliori della sua cucina, il capostipite don Peppe Scipioni pose all’ingresso dell’insigne locale, dove è sempre rimasto, un ramo di mandorlo, che presto accoglierà i nuovi avventori.

Con la riapertura del Ristorante Tre Marie e la significativa valorizzazione del marchio, cui tanto impegno stanno dedicando Alido Venturi e sua moglie Bruna, riprenderà il percorso interrotto lo storico locale aquilano – ora con l’intero Palazzo che lo contiene, con attività di pregio anche culturali -, aggiungendo nuove storie ed aneddoti di chi lo frequenterà, potendovi avvertire l’avvincente memoria di chi vi è transitato, personalità dei mondi più diversi, tra cui citiamo solo qualche nome in rigoroso ordine alfabetico: Anouk Aimée, Giulio Andreotti, Michelangelo Antonioni, Pippo Baudo, Carmelo Bene, Nicola Bulgari, Luigi Carnacina, Primo Carnera, Liliana Cavani, Adriano Celentano, Fausto Coppi, Jacques Delors, Vittorio De Sica, Aldo Fabrizi, Faruk d’Egitto, Federico Fellini, Carla Fracci, Dario Fo, Richard Gere, Gustavo Adolfo di Svezia, Ugo La Malfa, Gino Marotta, Maurizio Micheli, Sandra Milo, Alberto Moravia, Pietro Nenni, Philippe Noiret, David Oistrach, Pier Paolo Pasolini, Goffredo Petrassi, Ettore Petrolini, Gigi Proietti, Anthony Quinn, Mickey Rourke, Arthur Rubinstein, Dina Sassoli, Oscar Luigi Scalfaro, Andrés Segovia, Paride Stefanini, Palmiro Togliatti, Ugo Tognazzi, Alida Valli, Paolo Villaggio, Herbert von Karajan, Valerio Zurlini.




FINISSAGE DELLA MOSTRA FUCINOLAND

Una giornata di laboratori a contatto con gli artisti

Avezzano, 3 gennaio 2024. Chiuderà i battenti domenica la mostra “FucinoLand. L’uomo, il (suo) lavoro, i (suoi) luoghi” organizzata nell’ambito di MarsicaLand, festival diffuso dell’Agroalimentare. Per l’occasione il direttore scientifico, Ernesto Di Renzo, docente di Antropologia all’Università di Roma “Tor Vergata”, e il direttore tecnico, Giuliano Montaldi, presidente di Confcommercio Avezzano, hanno organizzato un “finissage”, una giornata piena di eventi per chiudere l’esposizione allestita nelle sale dell’ex scuola Montessori.

L’appuntamento è proprio per domenica con un workshop che andrà avanti per l’intera giornata e che vedrà gli autori delle opere in mostra interagire con il pubblico sui significati dei loro lavori. “Al riguardo”, ha spiegato Di Renzo, “all’interno degli spazi del polo culturale ex Montessori verranno allestite delle postazioni didattiche dove, chiunque desidererà farne esperienza, potrà interagire direttamente con gli artisti e apprendere i rudimenti delle tecniche adottate per la realizzazione delle rispettive installazioni”.

Quattro gli artisti che si metteranno a disposizione del pubblico a partire dalle 15.30: Carmine Di Pietro per la sezione pittura; Francesco Scipioni fotografia e food design, Alessandra Condello Intelligenza artificiale e 67051 fumetto. A completare l’evento un caffè letterario in programma alle 18 sul tema “Importanza e ruoli dell’editoria nella crescita culturale dei luoghi”, nel quale la casa editrice Radici esporrà il suo catalogo librario sull’Abruzzo e la Marsica con l’editore Gianluca Salustri che dialogherà con Alessio De Stefano sul suo saggio su Vincent Massari.

La mostra, che rientra nel progetto ideato dalle associazioni di categoria con il supporto del Comune di Avezzano, della Regione Abruzzo, in particolare l’assessorato all’Agricoltura, attraverso il braccio operativo dell’Arap, della Provincia dell’Aquila, del Gal Marsica, del Patto Territoriale della Marsica, del Consorzio di Tutela Igp Patata del Fucino, proseguirà poi nei prossimi mesi in altri luoghi della Marsica. Alle 19.30 ci sarà un momento di dibattito sul progetto Marsicaland a cura del professor Di Renzo. Durante la giornata, che inizierà alle 9.30 con l’apertura della mostra, ci sarà una degustazione di vini e di prodotti dolciari abruzzesi curati da MeFuGo, mercato Futuristico del Gusto di Avezzano.




OPEN DAY SU CESARE DE LOLLIS

Il 7 gennaio porte aperte alla sua villa

Casalincontrada, 2 gennaio 2024. Il Centro Culturale Cesare de Lollis Aps di Casalincontrada, il 7 Gennaio aprirà le porte di Villa de Lollis al pubblico con il primo Open day su Cesare de Lollis.

Il nostro illustre concittadino sarà protagonista di un percorso di conoscenza che partirà con la proiezione del documentario, da noi orgogliosamente realizzato, per poi proseguire con una visita guidata della prima mostra permanente con esposti oggetti e documenti donati dai familiari eredi di C. de Lollis.




NON DI SOLO PANE VIVRÀ L’UOMO…

Pane e salame: lo spuntino per eccellenza!

A tutt’oggi pane e salame, accompagnati da un buon bicchiere di vino, rappresentano la classica merenda consumata dai contadini nelle pause del duro lavoro nei campi.

Da ciò si evince che il pane, da solo, non satolla il corpo e men che meno l’anima, ma ora cerchiamo di intendere qual è il senso metaforico dell’espressione «Non si vive di solo pane», con riferimento all’attuale struttura sociale che alberga in questo misero mondo.

Parafrasando quanto si legge nel libro del Deuteronomio (Dt 8,3), diremmo che non di solo pane si vive, ma anche del desiderio di trovare un valore nella vita, una vita diversa da quella puramente biologica: divenire finalmente, perché ancora non lo siamo, veri esseri umani.

L’uomo primitivo era più intelligente di noi?

Oltre duemila anni fa gli uomini erano più intelligenti. «L’umanità è in un processo di involuzione; le mutazioni nei geni che codificano per le attività cerebrali starebbero infatti compromettendo il funzionamento del cervello.» Questa è la sorprendente teoria di Gerald Crabtree, genetista dell’Università di Stanford, che spiegherebbe… tante cose. Tuttavia, teorie a parte, la realtà è che oggi viviamo in un mondo di matti e, senza dubbio, siamo peggiori dei popoli primitivi: questi ultimi nei conflitti tribali provocavano appena qualche vittima; le guerre moderne-supertecnologiche con un solo colpo coventrizzano intere popolazioni.

In natura, come è noto, non c’è alcun essere vivente che tende all’autodistruzione. L’uomo è l’unica eccezione. Ed ecco che, prima che avvenga il peggio, si rende necessaria la transizione verso l’umanizzazione dell’uomo moderno. D’altronde questo non è altro che lo scopo cui mirano sotto differenti aspetti sia il Cristianesimo sia l’Umanesimo.

Purtroppo, dobbiamo però convenire che siamo ancora ben lungi da questo tanto agognato risultato! L’austriaco Konrad Lorenz, considerato il fondatore della moderna etologia scientifica, surclassando l’eclatante e questionata teoria sulla scoperta del Danuvius guggenmosi, secondo cui questi è una scimmia e un essere umano in un solo corpo e perciò l’anello mancante tra la scimmia e l’uomo, ha di converso affermato che «l’anello mancante tra la scimmia e l’uomo siamo noi». Ergo, spetta solo a noi umanizzarci!

È questa la grande sfida che ci aspetta?

Si! Secondo la scienza, ora più che mai, nonostante nella nostra cultura occidentale il dogmatismo religioso e il pensiero scientifico si trovino da tempo di fronte ad una duplice antropogonia (l’origine dell’uomo sulla terra). Da una parte, infatti, abbiamo il disegno di Dio-Creatore: la Bibbia descrive la creazione dell’essere umano – “Dio creò l’uomo a sua immagine e somiglianza” (imago Dei) -, e dall’altra la scienza ci spiega che l’uomo è un mammifero appartenente all’ordine dei Primati e che con le scimmie condivide un antenato comune, creato dall’intreccio delle complesse leggi della natura.

Orbene, senza addentrarci oltre nelle controverse origini della specie umana, ci soffermeremo brevemente, invece, sulla natura della stessa. «L’uomo è un mistero tremendo» afferma Sofocle nel coro dell’Antigone; e ne ha ben donde! Da quel tempo sono passati oltre due millenni e mezzo e accipicchia non è ancora avvenuta la transizione tra l’animalità e l’umanità vera.

Che pena! Ai nostri giorni si assiste sempre di più, anziché alla transizione verso la vera umanità, all’esplosione della disumanizzazione, della bestialità e della barbarie che stanno dentro di noi: impera l’homo homini lupus (l’uomo è lupo per l’uomo); e la sregolatezza prevale sulla ragione. Com’è attuale il pensiero del filosofo stilese, Tommaso Campanella, espresso nelle sue Poesie! In particolare, ci sembra appropriato ricordare quella dal titolo «Delle radici de’ gran mali del mondo» laddove recita: «Io nacqui a debellar tre mali estremi: tirannide, sofismi, ipocrisia; […]».

«Il mondo in fiamme. Contro il capitalismo per salvare il clima»

È il titolo dell’ultimo libro di Naomi Klein. In esso la giornalista, scrittrice e attivista canadese ci propone, come soluzione alla devastante crisi ambientale e al fallimentare sistema economico–sociale, il Green New Deal, che in parole povere è un programma il cui obiettivo è quello di raggiungere le neutralità climatica e l’interruzione dell’inarrestabile divario sociale. Ora, per rimanere in tema, noi riterremmo che una soluzione vada cercata anche e soprattutto per spegnere le fiamme provocate dai conflitti nel mondo in modo da porre così fine alla bestialità umana. Basti pensare che, secondo Oxfam Italia, un giorno senza spese militari salverebbe dalla fame 34 milioni di persone. E non è poco!

D´altronde se esaminassimo l’infografica del nostro pianeta realizzata da Armed Conflict Location & Event Data Project (ACLED), classificata come reputata ong statunitense specializzata nella collezione di dati, analisi, mappature dei conflitti nel mondo nonché del numero delle vittime e del tipo di ogni violenza contro i diritti umani, ci renderemmo conto che viviamo in una immensa bolgia dantesca e che nei pochi Paesi dove non esistono conflitti armati dilagano, in compenso, esecrabili conflitti d´interessi intrecciati con la politica nazionale e non solo.

Insomma, se è vero, per come dice il Santo Padre, che senza pace non c’è futuro, è altrettanto vero che oggigiorno, per non parlare dei tempi andati, non c’è un solo angolo di pace in questo vecchio mondo, forse ormai stanco di esistere, sovrastato, per dirla con Dante, da «Le tre disposizion che ’l ciel non vole, incontenenza, malizia e la matta bestialitade».

Eleanor Ann Roosevelt, attivista e first lady statunitense, sosteneva: «Non è sufficiente parlare di pace. Bisogna crederci. E non basta crederci. Bisogna lavorarci sopra.» E per lavorarci sopra, a parer nostro, dobbiamo per prima cosa riconquistare la nostra libertà, nell’accezione più ampia del termine: quella stessa libertà che il potere politico, quello economico e quello ideologico tentano di conculcare.

Una volta liberi possiamo propugnare gli obiettivi del Green New Deal; i diritti umani; e così praticare la solidarietà universale, che ci consente di creare un legame di fraternità con i nostri simili al fine di poterci, tutti assieme, sedere al tavolo del mondo per nutrirci delle risorse della Madre Terra. È solo in questo modo che si crea quello stato di pace e felicità basato sulla convivialità, così tanto cara all’umanista viennese Ivan Illich, piuttosto che sull’accumulazione frenetica, sui conflitti e sui tentativi di sopraffazione reciproca.

Ci avvieremo dunque verso l’umanizzazione?

Magari! Sarebbe una svolta epocale, però ciò potrebbe realizzarsi solo nel momento in cui, oltre a quanto sopra esposto, saranno riscattati anche i nostri valori sacri; saranno debellati gli speculatori, i guerrafondai, i moderni satrapi; e, senza indugio, sarà preso sul serio il concetto di dignità. Per i credenti detta condizione di nobiltà morale proviene da Dio, alla cui immagine l’umanità è stata creata; per i sociologi dalla condizione di suità (il fatto di essere sé stesso) in cui l’uomo è posto dalla sua sola condizione umana, a prescindere da particolari meriti; e, infine, per gli studiosi di antropologia biologica dal senso di rispetto non solo per se stessi, ma per ogni forma di vita.

In altre parole, per completare il processo di transizione verso l’umanizzazione, uno dei due principi fondamentali che governano la vita umana e che corrispondono alle pulsioni originarie, concepite da Freud, dovrà vincere: il bene sul male; la vita (Eros) sulla morte (Thanatos).

E ciò quando avverrà?

Avverrà, chissà, un giorno! Dipende solo da noi: «L’uomo non si accorge quanto ei possa fare, se non quando tenta, medita e vuole» (Ugo Foscolo).

Buon anno, e sia la pace con noi!

Giuseppe Arnò




IL PERDONO NUTRE IL MONDO

Il prossimo 3 gennaio al Castello Orsini. Il racconto musicato di Sara Cecala con la voce narrante dello scrittore Angelo De Nicola e l’artista pescarese ‘Nduccio

Avezzano, 1° gennaio 2024. Con la quinta replica il racconto musicato “Il Perdono nutre il mondo”, ideato dalla pianista e direttrice artistica Sara Cecala, ispirato al volume “Dante, Silone e la Perdonanza” (One Group Edizioni) di Angelo De Nicola, approda ad Avezzano il prossimo 3 gennaio alle ore 18.00, nel suggestivo Castello Orsini – Colonna.

 “Rivolgo alla splendida realtà avezzanese l’invito a scegliere il nostro reading, i cui testi sono a cura di Angelo, con le musiche originali di Emanuele Castellano e mie.  L’anno giubilare aquilano, prolungato sino al 2025, ci sprona a testimoniare fuori dalle mura della nostra urbe lo straordinario messaggio celestiniano. Ne è stata prova una delle ultime date del nostro tour estivo tenutasi ad Anagni, città natale di Bonifacio VIII, e ne è conferma la neonata collaborazione con la città di Roma, per il prossimo evento di portata mondiale che è, com’è noto, il Giubileo.

Sul palco con me ci sarà Germano D’Aurelio, alias ‘Nduccio, protagonista di un inedito cameo e di una suggestiva dedica, supportato dai musicisti Antonio Scolletta al violino, Lorenzo Scolletta alla fisarmonica, Giancarlo Giannageli al violoncello, il tutto sulle note cantate da Libera Candida D’Aurelio.

Vi accompagneremo all’interno della sapiente narrazione che Angelo De Nicola proporrà, intrecciandola, tra l’altro, al famoso e controverso passo dantesco e alla rilettura che Silone fa della figura di Pietro Angelerio, con l’ausilio di immagini davvero rare e preziose della città dell’Aquila, eletta nel 2022 da Papa Francesco Capitale del Perdono”- così conclude Sara Cecala che si esibirà al pianoforte.

Presiederanno la serata musicale, ad ingresso gratuito, il sindaco di Avezzano dott. Giovanni Di Pangrazio e il Presidente del Comitato Giubileo 2025 – Roma Capitale dott. Dario Nanni.

Consigliata la prenotazione alla e-mail ass.operaprima@gmail.com




LA MOSTRA DEI PRESEPI di Graziano Gabriele

Grande successo per l’esposizione allestita nel Palazzo dell’Artigianato fino al prossimo 6 gennaio

Guardiagrele, 31 dicembre 2023.  Di così se ne vedono pochi anzi, sono proprio rari. È la sintesi di quanto i visitatori hanno esclamato all’uscita dalla la Mostra dei Presepi realizzati da Graziano Gabriele. Opere di straordinario pregio, di eccelsa fattura artistica, di raffinatissima ebanisteria, modellate con rara perizia da un grande Maestro dell’arte presepista. Sono lavori originalissimi, unici in materia, con ambientazioni e fogge a dir poco sorprendenti.

La particolarità di questi piccoli capolavori risiede nella loro capacità di riproporre gli angoli più suggestivi dei paesi d’Abruzzo, Città Sant’Angelo in primis perché suo luogo natio, attraverso giochi di luce e prospettici davvero stupefacenti. Quello, però, che colpisce di più è l’aspetto legato alla contestualizzazione storica. Paesaggi e personaggi, infatti, sono perfettamente calati nei diversi periodi temporali. In alcuni gli scorci cittadini hanno un aspetto rinascimentale e con i figuranti, realizzati in modo certosino, sul cartoncino, in abiti del tempo. In altre le “storie” sono collocate negli anni ’50 del secolo scorso o alla fine dell’800 ma sempre in perfetta coerenza con le caratteristiche del tempo. È proprio vero, lavori simili non se ne trovano. 

Graziano Gabriele è nato a Città Sant’Angelo (Pe) il 2 luglio 1952, ha frequentato il Liceo Artistico Misticoni di Pescara, in quella formidabile stagione che ha visto germogliare, in questa grande fucina di talenti anche il genio di Andrea Pazienza. Conseguita la maturità, si è iscritto all’Accademia di Belle Arti dell’Aquila dove ha brillantemente concluso il percorso universitario, dando prova di spiccate qualità artistiche e creative. È stato, non a caso, tra i fondatori del Teatro Momentaneamente Assente di Città Sant’Angelo, un’esperienza irripetibile che ha fatto arrivare nel piccolo centro della provincia pescarese una ventata di novità ed una diversa ed innovativa proposta di spettacolo, in grado di catalizzare, per un certo periodo, l’attenzione degli addetti ai lavori. Alcuni lavori teatrali, per la scenografia e la regia, portano la sua firma.

In questo periodo, da presidente della locale sezione dell’Archeoclub ha dato vita al Museo civico ” Luigi Chiavetta” di cui ha curato anche la raccolta.  È stato, inoltre, ideatore e curatore dell'”Estate Ragazzi”, una rassegna che ha fatto registrare un grande successo di pubblico e di critica. Al talento per il teatro e per l’arte, Graziano Gabriele ha saputo, poi, perfettamente coniugare la passione per la politica cominciata dai gradini più bassi. La sua militanza nell’allora PCI ha avuto inizio da adolescente con un impegno serio e serrato nelle varie sezioni di Città Sant’Angelo distinguendosi sempre per abnegazione, affidabilità, rigore critico e morale.

L’esperienza nel partito, che è stato di Enrico Berlinguer, lo ha portato a ricoprire incarichi provinciali e a sedere, prima da consigliere e, poi, da Assessore ai Lavori Pubblici, sullo scranno più alto di Primo cittadino. Graziano Gabriele, però, non ha mai lesinato il suo impegno per la sua comunità di appartenenza. La nascita dell’Outlet e del Museo di Arte Contemporanea, durante la sua sindacatura, sono solo due delle tante opere da lui pensate e realizzate. Chiusa la parentesi politica ha ripreso ad occuparsi pienamente di arte.

In questi anni ha dato alle stampe lavori rilevanti per l’approfondimento e la conoscenza del storia patria, in ordine sparso: un catalogo sulla mostra de “Le Chinocchie”; “Città Sant’Angelo: Ipotesi di un racconto per immagini”; “Civitaresi”; “Città Sant’Angelo illustrata”; diversi “Calendari d’Arte” firmati con Gino Di Paolo e Paolo De Carolis, ha portato, poi, un contributo notevole al prestigiosissimo: ” Documenti sull’Abruzzo Teramano” edito dalla Tercas, con un lavoro su Città Sant’Angelo di una certa valenza storica e artistica. È tornato, successivamente, a teatro, con un testo dedicato a Lucio Battisti, dal titolo: “Io, Lucio e tu”, firmato a più mani, di cui ha curato la regia.

Di multiforme ingegno, alle spiccate qualità di pittore e scultore, aggiunge un grande talento da ebanista ed una forte attenzione per gli scorci del suo paese che costituiscono spesso l’ambientazione privilegiata delle sue opere, specie dei presepi tanto da renderlo uno dei presepisti più ammirati. Da qualche anno ricopre la carica di direttore del museo civico. Un breve lasso di tempo che, tuttavia, gli è bastato per far nascere, ex novo, a Città Sant’Angelo un percorso museale di tutto rispetto.       

La mostra è allestita nel Palazzo dell’Artigianato di Guardiagrele fino al prossimo 6 gennaio e inserito tra gli appuntamenti del prestigioso cartellone curato dall’Ente Mostra dell’Artigianato Artistico Abruzzese, diretto da presidente Gianfranco Marsibilio, dal titolo: “A Guardiagrele sarà 3 volte Natale”.

Per le visite: Palazzo dell’Artigianato Via Roma, 26 – Guardiagrele (CH). Orari 10.30-12.30 / 15.30 – 19.30




SPARTITI DI*VERSI IN CONCERTO!

1° gennaio 2024, Teatro De Nardis

Orsogna, 30 dicembre 2023. La consuetudine degli auguri del primo dell’anno 2024 a Teatro continua anche in questa stagione con il Gran Concerto di Capodanno del 1° gennaio 2024 alle ore 18.00 in compagnia dell’ensemble Spartiti Di*Versi. Il gruppo, di giovanissima formazione (ottobre 2021), ma con all’attivo già numerosi concerti in regione e fuori, si propone lo studio della musica pop, gospel, soul, riadattandola al proprio gusto interpretativo e soprattutto riesplorandola in chiave polifonica, laddove la verticalità delle note si fonde perfettamente con il tessuto strumentale sottostante.

Il repertorio, prevalentemente indirizzato al gospel contemporaneo, si è poi aperto in seguito all’esplorazione polifonica di alcune grandi “hits” del passato della musica pop; per cui alle grandi composizioni dei maestri della black music religiosa come Hezekiah Walker e Andrè Crouch, si alternano grandi opere del pop mondiale di autori come M. Jackson, R Kelly, Queen, Heart Wind and Fire, Toto.

Il gruppo è composto da Mariarita D’Orazio, Soprano/Vocalist; Sonia Di Renzo, Soprano/Vocalist; Nara Montefusco, Alto/Vocalist; Angela Razzi, Alto/Vocalist; Silvia Splendore, Alto/Vocalist; Enrico Leonzio, Tenore/Vocalist, Paolo Zenni, Tenore/Vocalist; Loris Ricci, Keyboard; Maurizio Di Renzo, Bass; Luciano Serraiocco, Drums; Enrico Leonzio, Sax. Biglietti acquistabili su ciaotickets.com e al botteghino del teatro. A fine concerto si brinderà con le bollicine gentilmente offerte da Bio Cantina Orsogna.




LEO GULLOTTA SUL PALCO DEL CANIGLIA 

Domenica 7 gennaio per il quarto appuntamento della stagione di prosa 2023/2024

Sulmona, 30 dicembre 2023. Domenica 7 gennaio alle ore 18:00  il Teatro Maria Caniglia di Sulmona ospiterà un grande nome del panorama teatrale e cinematografico nazionale come quello di Leo Gullotta, accompagnato da Fabio Grossi nello spettacolo In ogni vita la pioggia deve cadere, una coproduzione Teatro Stabile d’Abruzzo, Stefano Francioni Produzioni e Argot Produzioni, che con la regia di Fabio Grossi accompagnerà il pubblico in una storia che parla d’amore, umanità, verità e condivisione.

Per celebrare la carriera di un grande attore che ha attraversato con charme buona parte della storia recente del teatro, del cinema, della televisione e del costume italiano degli ultimi sessanta anni, come quarto appuntamento della stagione di prosa 2023/2024 Meta Aps propone uno spettacolo che racconta la storia di una vita, la vita di due persone che vivono assieme e che si amano; oggi si può dire che viene raccontata la storia di una famiglia arcobaleno, senza figli, solo due persone, di cui punto focale è la casa, che accoglie questa unione. Due persone di età differente, che non rappresentano la classica tipologia di bellezza, ma persone vere: gioie e dolori, con tanta fantasia: Papi e Piercarlo sono due uomini che svolgono la propria esistenza con tranquillità e serenità fino a che, un giorno, arriva “la pioggia” e questa vita, ideale, viene stravolta. Non si è mai preparati ad affrontare problemi che piombano nelle nostre esistenze, ma lo si deve fare. Si parla d’amore, di umanità, di verità, di condivisione. In scena due attori, una casa, due vite che sono una vita.

In ogni vita la pioggia deve cadere affronta, dunque, anche la tematica dell’omosessualità, molto cara a Leo Gullotta e Fabio Grossi, coppia anche nella vita reale; uno spaccato di quotidianità che con grazia e senza polemiche cerca di gettare luce sulla questione dei diritti degli omosessuali, sullo stato delle cose. Il loro spettacolo invita a una riflessione che, partendo dall’intimità di una relazione, si estende a diventare una questione di interesse generale. Questo richiama l’attenzione su come i diritti e il benessere di un individuo siano strettamente legati ai diritti e al benessere di tutta la società, invitando ognuno di noi a considerare tali tematiche con sensibilità e consapevolezza.

«Raccontiamo quello che accade in qualsiasi casa, è un momento di riflessione, è un momento sull’amore, sulla vita, sulla morte, sul rispetto, sui diritti; accade questo in una giornata e speriamo di dare al pubblico la possibilità di riflettere» dichiara Leo Gullotta, che insieme a Fabio Grossi, rispetto all’epoca narrata nel dramma, aggiungono «Il paese è andato avanti e molto più avanti bisognerà andare».

Si ricorda che i singoli biglietti sono in vendita presso il Centro di Informazioni Turistiche – IAT Sulmona e sulla piattaforma online oooh.events.

Il giorno dello spettacolo sarà possibile acquistare i biglietti sia online che presso il Botteghino del Teatro.

Per informazioni contattare il numero 329 9339837, collegarsi alle pagine social Facebook, Instagram, Twitter del Teatro Maria Caniglia o al sito www.teatromariacaniglia.com, oppure scrivere una mail all’indirizzo info@teatromariacaniglia.com




IL NUOVO ANNO INIZIA nella Gewandhaus di Lipsia

Con la  Leipziger Symphony Orchester

Lipsia, 29 dicembre 2023. Quattro i concerti in cartellone dal 30 dicembre al 1° gennaio. In programma il Concerto per Violino e orchestra, affidato alla violinista Abigeila Voshtina e la Sinfonia n.4 “Italiana” di Felix Mendelssohnn due ouverture, Mozart Nozze di Figaro e Strauss jr., Die Fledermaus, intermezzo della Cavalleria Rusticana di Mascagni e la Radetzky March di J.Strauss

Il 2024 a Lipsia nella bacchetta di Jacopo Sipari

Quattro concerti per il direttore abruzzese, docente di esercitazioni orchestrali presso il Conservatorio di Musica di Salerno, che chiude e aprirà il nuovo anno insieme alla violinista Abigeila Voshtina alla Gewandhaus di Lipsia alla testa della Leipziger Symphony Orchester In programma Mendelssohn, Mozart, Mascagni e Strauss padre e figlio

La responsabilità di duecentottanta anni di storia e tradizione nella punta della bacchetta del Maestro Jacopo Sipari di Pescasseroli, Docente di esercitazioni orchestrali presso il Conservatorio Statale di Musica “G.Martucci” di Salerno, il quale chiuderà il suo 2023 e darà inizio al suo new deal e al nostro 2024 dal podio della Gewandhaus di Lipsia, alla testa della Leipziger Symphony Orchester. Poche altre istituzioni sono state così partecipi dello sviluppo della tradizione musicale sinfonica: nella Gewandhaus furono eseguite tutte le Sinfonie di Beethoven ancora ai tempi in cui visse il compositore; tra queste mura la prima esecuzione mondiale del ciclo sinfonico di Bruckner e di Sˇostakovicˇ negli anni Settanta del ventesimo secolo. Alcuni dei più celebri maestri direttori sono stati Felix Mendelssohn-Bartholdy, Arthur Nikisch, Wilhelm Furtwängler, Bruno Walter; Kurt Masur e Herbert Blomstedt questi ultimi oggi bacchette onorarie in Gewandhaus.

“Sono profondamente commosso per questo incredibile appuntamento – ha dichiarato il Maestro Jacopo Sipari appena avuto notizia dell’annuncio ufficiale – che mi emoziona fortemente. Dirigere in una delle sale più prestigiose del mondo è una esperienza unica che sono felicissimo di condividere con la grande violinista e amica Abigeila Voshtina”. Quattro i concerti in programma nella Mendelssohn Saal, la pomeridiana del 30 dicembre alle ore 18, doppio SilvesterKonzert  fissato per il 31 Dicembre alle 17:30 e alle 20 e il 1° gennaio il tradizionale Neujahrskonzert alle 16.

S’inizierà con la scintillante ouverture del Die Fledermaus, un pot-pourri dei temi dell’operetta di Johann Strauss jr. dal valzer alla polka, al grande solo dell’oboe, fra loro collegati da qualche battuta in La, che entra nell’ascoltatore per scuotergli nel profondo le due metà che compongono l’uomo, ragione e sentimento, regole e trasgressioni, col suo celebre valzer Du und Du. Un concerto fuori dal tempo,  l’op.64 in mi minore, quello che andrà ad eseguire la violinista Abigeila Voshtina, nella sala dedicata a Felix Mendelssohn-Bartholdy, il quale lo compose nell’estate del 1844, in Bad Soden, pressato da una parte dalla baronessa Bunsen, per una versione musicale, mai realizzata, dell’Orestea di Eschilo; la Coventry & Hollier, che sollecitava una revisione delle opere per organo di Bach, alcuni concerti al festival di Zweibrücken, dove Mendelssohn era direttore per il Paulus e Die erste Walpurgisnacht. E poi c’erano gli impegni organizzativi che giungevano proprio dal Gewandhaus e dal neonato Conservatorio di Lipsia. La sua vacanza fu proprio la composizione di questo Concerto per violino, destinato a conquistare il pubblico fin dalla prima esecuzione, avvenuta il 13 marzo 1845 al Gewandhaus di Lipsia, con Ferdinand David solista e il danese Niels Gade sul podio.

Il contatto con la dimensione temporale si fa labile fin dalle prime battute di questo concerto: uno sfuggente gesto d’accompagnamento da parte dell’orchestra, e poi via, subito l’intervento del violino. La scelta di eliminare il tradizionale schema della doppia esposizione non era affatto sconvolgente. Ciò che lascia a bocca aperta è la sensazione che la composizione sia già cominciata qualche istante prima, in un luogo temporale che sfugge al tempo; proprio come accade spesso nelle composizioni di Schumann, si comincia la lettura di un libro lasciato aperto da un’altra mano. E qualcosa di simile avviene anche con l’altra grande innovazione dell’Allegro molto appassionato: l’inserimento della cadenza al centro del movimento, invece che nella coda. Anche in questo caso l’ascoltatore ha la sensazione di perdere l’orientamento, ma l’anticipazione smentisce il tradizionale scollamento della pagina solistica, per favorire un’integrazione molto più intima con il tessuto formale del brano. Una nota tenuta del fagotto introduce il successivo Andante; ma su tutto il brano aleggia un misterioso senso di emanazione, probabilmente dato dall’anticipazione del secondo tema dell’Allegro molto appassionato, quando il clima si fa improvvisamente bucolico.

È quello squarcio en plein air ad allungare la sua ombra sull’Andante, la pagina in cui ogni battito sembra annullarsi in un orizzonte che ha definitivamente perso contatto con la nozione di tempo. E anche il Finale è intimamente collegato al movimento precedente; il suo clima zampillante, chiaramente imparentato con le musiche di scena per Ein Sommernachtstraum di Shakespeare, è introdotto da un Allegretto non troppo che risveglia progressivamente la danza fantastica e immateriale conclusiva. Quindi il sorriso di Wolfgang Amadeus Mozart con l’ouverture delle Nozze di Figaro, il tono drammatico filtra qua e là, emoziona il frenetico, la musica trabocca limpidezza, sciorina brillìì, nella dissipazione di una giovinezza creativa, perfino snervante, in una ripetuta serie di garbetti, ritrosie, stoccate, morsetti, capricci, gridolii, tintinni e piumette. La forza vitale di cui è intrisa la partitura è evidente, ma rivela anche altro: brevi fanfare, improvvisi scoppi di suono, crescendo che si collocano già vicini agli esempi rossiniani, repentini cambi di orchestrazione e di colore, uno spirito cavalleresco che anticipa anche la licenziosità dell’Allegro dell’ouverture al Don Giovanni.

A seguire, la Sinfonia n. 4 in La Maggiore op.90 di Felix Mendelssohn-Bartholdy, “Italiana”, opera definita dallo stesso autore come “il lavoro più gaio che io abbia mai composto”. Frutto delle impressioni avute da Mendelssohn nel corso del viaggio in Italia del 1831, la sinfonia è un “guizzo scintillante di luce mediterranea”, quanto mai desiderato e appropriato a descrivere in musica l’Italia più bella, di ieri e di oggi. Il piglio brillante e l’animata eccitazione del primo tempo non intaccano la raffinata costruzione di una forma-sonata specialmente ricca di proposte e di sfumature, e lavorata con profonda attenzione anche dal punto di vista contrappuntistico. Il secondo tempo è costruito su un canto di processione, passaggio quasi obbligato nelle escursioni musicali italiane dei romantici, col suo carattere vagamente popolaresco, con certi suoi andamenti di danza, col suo sapore, talvolta, modale. Scorrevole e melodico risulta anche il terzo tempo “Con moto moderato”, che acquista vaghezza dall’indecisione intrinseca del modulo metrico utilizzato, ben definito e tuttavia oscillante fra il minuetto, lo scherzo e persine il valzer. Il Saltarello rende un omaggio conclusivo, fresco e scintillante, al mito di una latinità solare, orgiastica, impetuosa. L’Italia sarà rappresentata da Pietro Mascagni e dall’intermezzo della Cavalleria Rusticana, pagina dal grande afflato lirico, scritto come un’aria strumentale ricreante l’assolato ambiente siciliano, prorompente in una grande, passionale melodia. Finale con la famigerata  Radetzky March, scritta da Johann Strauss prima di uscire dalla Gewandhaus per continuare a vivere  “la notte (che) abbella e il riso,/ in questo paradiso/ne scopra il nuovo dì”.

Jacopo Sipari di Pescasseroli

Laureatosi con Marco Angius con il massimo dei voti e lode in direzione d’orchestra, composizione e direzione di coro presso il conservatorio di Trieste, diplomato anche in canto lirico presso il conservatorio dell’Aquila, a cui accoppia saperi classici, essendo avvocato della Sacra Rota, con un dottorato in diritto penale e uno in lingua latina medievale e comunica in quattro lingue. E’ attualmente direttore artistico del Teatro dell’Opera e del Balletto di Tirana, del Festival di Tagliacozzo, direttore principale del Teatro dell’opera di Varna, direttore musicale di Sacrum Festival e da settembre sarà anche direttore musicale dell’Istituzione Sinfonica Abruzzese.

Abigeila Voshtina

Dopo gli studi al Liceo “Jordan Misja” si diploma in violino al Conservatorio “Giuseppe Verdi” di Milano.

Studia contemporaneamente alla “Chigiana” e Scuola di Musica di Fiesole, ottenendo il Diploma ad Honorem e Merito. Dopo un’intensa carriera come violinista nei più famosi teatri italiani, con i migliori direttori d’orchestra del mondo come Chailly, Maazel, Rostropovich, Gatti, Temirkanov, Dutoit, Masur, torna in Albania come Direttore Artistico del Teatro Nazionale dell’Opera e del Balletto dal 2013 al 2021.

Registra per le case discografiche più famose del mondo, come Decca, Deutsche Grammaphon, Tactus.

Nel maggio 2020 le è stato conferito il titolo di Cavaliere della “Stella d’ Italia”. Dal 1 lulgio 2022 ha  assunto l’incarico di Sovrintendente del Teatro Nazionale dell’Opera di Tirana




TUTTO TEX TOMBSTONE EPITAPH

Il dovere di cronaca nel Far West

di Romano Pesavento

Pescara, 28 dicembre 2023. È in edicola dal 28 dicembre il numero 633 di Tutto Tex “Tombstone Epitaph”, edizione Bonelli, con sceneggiatura di Mauro Boselli, disegni di Gianluca Acciarino e copertina di Claudio Villa.

Tombstone Epitaph è una storia molto attuale e ben strutturata da Mauro Boselli: i pards devono saldare il conto con l’ennesimo giovane e deviato “signorotto del Sud”, intento ad espropriare con le buone o con le cattive i soliti poveri coloni di frontiera; ma, tra le tante imprese gloriose, arriva addirittura a giustiziare un giornalista integerrimo, che aveva osato denunciarne i misfatti sul suo periodico, e qui si colma la misura. La libertà di stampa, soprattutto quando diventa lo strumento per disvelare la corruzione dei potenti, diventa la misura di civiltà di un popolo. E Tex, anche se ha i suoi metodi, intende proteggere chi difende i deboli, onora la propria coscienza e non teme le minacce delle caste. La libertà di stampa nel presente albo verrà affidata a una figura femminile, non tanto in ossequio al politicamente corretto, bensì nel rispetto della verità storica, in quanto le prime giornaliste / scrittrici si manifestarono proprio intorno alla prima metà dell’Ottocento negli Stati Uniti.

La copertina rappresenta il volo dello sceriffo corrotto da una finestra chiusa, che va in frantumi sotto l’urto del suo corpaccione, sollevato da terra da un colpo micidiale di Tex. Interessanti l’inquadratura e la prospettiva dall’interno, elaborate da Claudio Villa, che rendono perfettamente velocità e dinamismo dell’azione.

I disegni di Acciarino sono curati e raccontano con efficacia le vicende; l’antipatia dei cattivi trapela dalla mimica facciale, ma anche da, forse, qualche citazione di autore: Jared, giovane sadico, ricorda nei tratti somatici Alex di Arancia Meccanica.

L’albo si presenta avvincente e foriero di sviluppi interessanti, perché così come il signorotto spagnolo don Rodrigo si rivolge a uno specialista, l’Innominato, per sciogliere i suoi nodi, anche qui i malvagi contano di risolvere i loro problemi con Carson e Tex, effettivamente più impegnativi di Lucia Mondella, rivolgendosi a un personaggio misterioso, una sorta di superfetente con relativo corteo di supporto a seguito. Basterà un simile apparato di accoglienza per neutralizzare i pards?