LA STORIA BIBLICA DELL’ARCANGELO Raffaele e Tobiolo

Raffaele, dall’ebraico rapha’: guarire, e ‘El: Dio, significa “Dio guarisce”, oppure il “Guaritore Divino”

di Don Marcello Stanzione

IlNuovoArengario.com, 3 agosto 2023. La storia dei Tobia, padre e figlio, contiene la più importante angelofania dell’intera Bibbia, e ruota intorno alla manifestazione dell’Arcangelo Raffaele che aveva assunto il nome e il corpo di un bellissimo giovane di nome Azaria. Alla fine della sua lunga missione l’Arcangelo rivelò la sua identità e il suo nome vero, insieme al vero scopo della sua missione: “Ma Dio mi ha inviato nel medesimo tempo per guarire te e Sara tua nuora. Io sono Raffaele, uno dei sette Angeli che sono sempre pronti ad entrare alla presenza della maestà del Signore.

In questa angelofania, San Raffaele rivela sé stesso come guaritore divino non solo di malattie fisiche, la cecità del vecchio Tobia, ma anche di afflizioni spirituali e infestazioni diaboliche, come nel caso di Sara, la giovane moglie di Tobia. Se l’Arcangelo non avesse assunto forma e personalità umane, non sarebbe stato possibile, per lui, fraternizzare in modo così familiare con gli uomini, per molte settimane consecutive, a causa dell’istintiva paura che prova l’uomo in presenza degli spiriti celesti.

Se il padre o il figlio, o entrambi, avessero conosciuto la vera identità dello straniero fin dall’inizio, la missione angelica non sarebbe stata potuta portare a termine nell’incantevole maniera umana in cui in verità fu compiuta. Tuttavia, la forma assunta, nonché il nome e la paternità – “Azaria il figlio del grande Anania” – sono state considerate da alcuni studiosi come una specie di raggiro ed una bugia, ma la perfetta santità degli Angeli si oppone sia all’apparente peccato ed inganno, sia a quella che noi chiamiamo una bugia a fin di bene.

Per compiere la sua missione, era necessario che l’angelo assumesse una forma percettibile all’uomo, una forma umana e un nome umano. In questo caso egli aveva assunto l’identità di un Israelita, un giovane parente di Tobia stesso. Per ordine divino l’Arcangelo doveva agire come rappresentante di quel giovane israelita, Azaria, di cui aveva preso il nome: dunque non si trattava di una bugia quando egli diede il nome della persona che rappresentava in forma umana. La sua vera identità venne rivelata alla fine della sua missione, e qualsiasi idea sbagliata si fosse creata nelle menti delle varie persone che aveva incontrato, fu rimossa completamente ed essi, allora, furono grati all’Arcangelo non solo per i suoi molteplici benefici ma anche per la considerazione avuta nell’assumere con loro la forma umana. Inoltre, l’Arcangelo non nascondeva un nome e una personalità umana e ne dava altre; prendendo il posto di Azaria egli poteva, in tutta verità, chiamare sé stesso Azaria.

La storia dell’Arcangelo Raffaele e dei due Tobia è così bella e istruttiva che la possiamo racchiudere con una semplice frase: essa rivela come gli Angeli agiscono in forma umana; la loro natura angelica, il loro potere, la loro saggezza e la loro santità si manifestano nei vari episodi di questo bellissimo racconto. L’Arcangelo è il delegato di Dio; egli porta a termine il piano di Dio, agendo come strumento della Provvidenza e della Bontà divina.

Il vecchio, caritatevole e pio Tobia è cieco e sente che i suoi giorni sono contati. Egli dà al suo giovane figlio Tobia o Tobiolo delle sante raccomandazioni e gli racconta della somma di danaro che aveva prestato a Gabello, della città di Rage in Media, molti anni prima, e di cui egli possedeva un regolare documento firmato. Egli vuole che suo figlio vada a riprendere tale denaro, ma che prima egli vuole trovare un uomo che lo accompagni nel suo lungo viaggio: “Vai adesso e porta con te qualche uomo fidato, che ti accompagni nel lungo viaggio, e riprendi il denaro, finché sono ancora vivo.”

Mentre accadeva ciò a casa di Tobia, il Cielo stava ascoltando e stava preparando il compagno, “l’uomo fedele” che il giovane Tobia stava cercando.

Il Signore diede, all’Arcangelo Raffaele, l’ordine di apparire in forma di un giovane chiamato Azaria, per accompagnare il giovane Tobia nella terra di Media, e per portare pace e serenità ai due timorosi di Dio, che però avevano famiglie davvero infelici. Appena il giovane uscì fuori dalla sua casa in cerca di un compagno, una mattina, l’Arcangelo Raffaele si fece trovare lì, sulla soglia, ad aspettarlo, nelle vesti di un “bellissimo giovane”. E non sapendo che era un Angelo di Dio, egli lo salutò, e disse: Da dove vieni giovane buon uomo? Ed egli dispose: “Sono uno dei tuoi fratelli israeliti”.

Subito l’Arcangelo informò il giovane Tobia che egli conosceva la strada per arrivare da Gabelo, e che lo conosceva personalmente, essendo stato là parecchie volte, e che conosceva bene tutte quelle strade. Tobia non riusciva a credere ad una tale felice coincidenza. Immediatamente egli prese il suo nuovo amico e compagno di viaggio e si recò dal suo cieco padre.

L’Angelo, che conosceva bene lo scopo di questa missione, implicitamente gliela rivelò nelle sue parole di saluto rivolte al vecchio cieco, quando gli disse: “Possa tu avere molta gioia!” Non conoscendo chi fosse colui che desiderava la sua gioia, il vecchio Tobia rispose: “Che gioia posso ancora avere, mi trovo nell’oscurità, e non vedo la luce del cielo.”

Allora l’Arcangelo Raffaele divenne più chiaro e fece una promessa e una profezia: “Fatti coraggio, Dio (Dio guarisce, era il nome proprio di Raffaele) non tarderà a guarirti”. Egli non poté dire niente di più per non generare sospetto e tradire la sua identità. Il vecchio Tobia intese quelle parole come un’espressione di buon augurio e non fece particolare attenzione ad esse; egli aveva già sentito espressioni simili in passato.

Il suo interesse adesso riguardava il viaggio di suo figlio, ed egli vuole conoscere in quali mani sta mettendo la vita del suo unico figlio e parte della sua fortuna. Sentendo che la giovane guida è Azaria, figlio del grande Anania, egli risponde: “Tu sei di buona discendenza.” Il vecchio Tobia, come successivamente il suo parente Gabelo, afferma di credere nella protezione e nella guida degli angeli custodi. Non sapendo che un Arcangelo sta in verità accompagnando suo figlio, egli dice: “Fate buon viaggio, e Dio sia con voi sul vostro cammino, e il suo angelo vi accompagni.” Se tale circostanza fosse stata nota a lui, sia Tobia che sua moglie avrebbero potuto risparmiarsi tutta la preoccupazione e le notti insonni durante la lunga assenza del loro figlio. Un pensiero, tuttavia, sosteneva la mente del vecchio Tobia durante la sua attesa: “Nostro figlio tornerà in buona salute da noi: quell’uomo che abbiamo mandato con lui lo proteggerà.” Quanto spensierato e felice doveva essere quel viaggio per il giovane Tobia. Viaggiare in compagnia di un Angelo! Egli conosceva così bene la strada. Non aveva mai dubbi riguardo a persone o cose che incontravano per via; sempre attento, mai stanco o assonnato; così dolce e piacevole nella sua conversazione, sempre pieno di rispetto e attenzione. Egli era profondamente spirituale e devoto nelle sue preghiere, puro in tutte le sue parole e azioni. Come erano vere e ispirate le parole del vecchio Tobia quando, confortando sua moglie che piangeva, le diceva: “Io credo che il buon Angelo di Dio lo accompagnerà, riuscirà bene il suo viaggio e tornerà sano e salvo.” Nel testo sacro si legge che, quando il giovane Tobia cominciò il suo viaggio con il suo Angelo accompagnatore, anche il cane li seguì e s’avviò con loro. Tobia era uno delle migliaia di Israeliti che vivevano nella prigionia Babilonese. Alcuni di loro si erano stabiliti nelle province vicine, come la Mesopotamia, l’Assiria e la Media. Era esattamente in quest’ultima provincia della Media che il parente di Tobia, Raguele, viveva con la sua famiglia. Questa non era esattamente la meta del suo viaggio verso Est, ma era qui che Dio e il suo Angelo volevano che lui andasse; anche se suo padre l’aveva mandato a riprendere i suoi soldi da Gabelo nella città di Rage sulle montagne di Ecbatana, in Media. L’Angelo, deviando il suo viaggio, aveva adempiuto più pienamente alla sua missione, portando inaspettata gioia e felicità alle tre famiglie.

Avendo lasciato la sua città natale, la grande città di Ninive, quella mattina, Tobia e la sua guida raggiunsero il fiume Tigri appena scese la sera.

Essi decisero di passare la notte sulle rive del fiume. Qui l’Arcangelo Raffaele cominciò a rivelare conoscenze ed esperienze mediche, nonché a procurare il cibo per quella sera e per il resto del viaggio. Stanco per aver camminato tutta la giornata, il giovane Tobia andò a lavarsi i piedi nell’acqua fredda del fiume, prima di mettersi a riposare. Qui la vista di un mostruoso pesce, che sembrava essere venuto a divorarlo, lo spaventò a tal punto da fargli emettere un grido di aiuto: “Signore, esso mi assale!”. La guida angelica, senza andare in suo aiuto, lo istruì sul da farsi, dandogli indicazioni ed ispirandogli coraggio. Al termine di quel primo giorno, il giovane Tobia non aveva ancora acquisito familiarità con la sua guida, è per questo infatti che egli lo chiama “Signore”. Più tardi lo chiamerà fratello. Quando il mostruoso pesce fu tirato fuori dal fiume, venne sventrato, arrostito e salato. “Getta via gli intestini del pesce”, ordinò l’Angelo, “e metti da parte il fiele, il cuore e il fegato, poiché possono essere utili medicamenti”. Queste, senza dubbio, possono essere sembrate delle ben strane medicine al giovane Tobia ed egli voleva sapere come e quando usarle. Qui comincia a mostrare più confidenza e affetto per la sua guida celeste: “Io ti chiedo, fratello Azaria, che rimedio può esserci nel cuore, nel fegato e nel fiele del pesce”.

L’Angelo spiega le virtù mediche di queste parti del pesce. Dettagli più pratici vengono dati nel momento del loro utilizzo. Il fegato del pesce venne utilizzato come ingrediente materiale per un esorcismo, per liberare la futura moglie di Tobia, Sara, infestata dal demonio dell’impurità; mentre il fiele verrà usato per curare la cecità del vecchio Tobia.

L’Arcangelo Raffaele è stato mandato da Dio per curare e confortare due anime afflitte, il vecchio Tobia e Sara, la giovane figlia di Raguele, vedova di sette mariti, tutti morti la prima notte susseguente il loro matrimonio. Quando venne la notte, al termine di un altro giorno del loro lungo viaggio, il giovane Tobia si rivolse alla sua guida e gli fece la solita domanda: “Dove vuoi che alloggiamo?” Qui comincia la prima parte della missione di Raffaele. Egli deve indurre il giovane Tobia a sposare Sara, la figlia di Raguele, e allo stesso tempo liberarla dall’influenza diabolica.

Si trattava di una faccenda delicata poiché le infauste voci riguardanti questa giovane, che cioè lei fosse stata la causa della morte di sette mariti, avevano raggiunto Ninive e il giovane Tobia stesso sapeva tutto di lei ed era profondamente spaventato dall’idea di unirsi a lei. Alla domanda riguardante il posto dove avrebbero alloggiato per quella notte, Raffaele propone di fermarsi da Raguele, dicendo al giovane Tobia che egli avrebbe dovuto sposare Sara, sua cugina. “Ho sentito,” rispose Tobiolo “che ella è stata data a sette mariti, ed essi sono morti; inoltre ho sentito che un demone li ha uccisi.” Immaginate dunque questo giovane che va a chiedere la mano di una tale donna! L’Arcangelo Raffaele gli disse che il loro matrimonio sarebbe stato davvero felice, benedetto con buona salute e lunga vita, cosicché entrambi avrebbero visto i figli dei loro figli fino alla quinta generazione. Le istruzioni riguardanti la loro unione coniugale, date dall’Arcangelo Raffaele al giovane Tobia in quest’occasione, restano un ideale di perfezione morale per le coppie sposate in ogni tempo.

Preghiera, astinenza ed intenzioni pure dispongono l’anima alle benedizioni del Signore e allontanano tutte le influenze dello spirito maligno. Il giovane Tobia ascoltò attentamente la guida celeste e più tardi mise in atto fedelmente le sue istruzioni, ripetendole dapprima alla sua sposa: “Noi siamo figli dei santi, e non dobbiamo unirci come fanno coloro che non conoscono Dio.” Durante un’intima riunione familiare nella casa di Raguele una battaglia, non raccontata, va avanti nel mondo spirituale. Il giovane Azaria (l’Arcangelo Raffaele) si assenta per un breve tempo dall’assemblea di parenti e amici per portare a termine un’importante compito. Durante questi pochi minuti, Raffaele, in nome e col potere di Dio, “prese il demonio e lo relegò nel deserto dell’alto Egitto”.

Con l’esilio dello spirito del male, Asmodeo, gioia, pace e benedizione entrarono nella casa di Raguele. Avendo portato a termine il suo compito, il giovane Azaria ritornò e riprese posto alla festa di matrimonio, mentre contemplava il volto del Padre che è nel cielo. Il mattino seguente, lasciando Tobia con la sua giovane sposa, egli continua il suo viaggio, accompagnato da quattro servitori e due cammelli. Va da Gabelo e recupera la somma di denaro per conto del vecchio Tobia e, sulla via del ritorno, accompagna lo stesso Gabelo alla festa di matrimonio del suo giovane parente Tobia. L’ultima parte della missione affidata all’Arcangelo Raffaele è la seguente. Avendo portato gioia e felicità a Sara e a tutta la sua famiglia, ora era il momento di portare una simile, se non più grande gioia, al vecchio Tobia ed a sua moglie. Il procedere lento della carovana, che accompagnava la sposa a Ninive, non soddisfaceva l’Arcangelo che conosceva bene le pene e le preoccupazioni del vecchio Tobia: “Fratello Tobia” disse l’Arcangelo, “tu sai in quali condizioni abbiamo lasciato tuo padre. Corriamo avanti prima di tua moglie, e prepariamo la casa, mentre gli altri vengono con tua moglie e con gli animali”.

Tobiolo fu d’accordo e, prendendo con sé il fiele, s’incamminarono con passo veloce, mentre il cane li seguiva. Era giunto il momento di dare le istruzioni finali per l’utilizzo del fiele: “Appena entrerai in casa, benedici il Signore tuo Dio, e ringrazialo, avvicinati a tuo padre e bacialo, e subito cospargi i suoi occhi con il fiele del pesce… Tuo padre vedrà la luce del cielo, e gioirà alla tua vista.” Allo stesso tempo, la madre di Tobiolo stava aspettando suo figlio, seduta, come ogni giorno, sulla cima di una collina, guardando l’orizzonte per intravedere suo figlio e la sua guida. Finalmente, un giorno il cane di Tobiolo, correndo avanti e facendo festa e scodinzolando, portò la felice notizia ai genitori afflitti. Tutti questi elementi umani e terreni si uniscono a quelli celesti in questa bellissima storia di Angeli e di uomini. Tutto si era compiuto come aveva promesso l’Angelo.

Il vecchio Tobia riacquistò la vista. Il cuore del giovane Tobia era gonfio di gratitudine, di amore e di ammirazione per la sua magnifica guida; per i così numerosi e grandi benefici da lui ricevuti. Avendo assistito alla miracolosa guarigione di suo padre, egli non riusciva a trovare le parole adatte per poter esprimere i suoi sentimenti: “Abbiamo ricevuto tanti benefici per mezzo di lui”, disse a suo padre.

Il vecchio Tobia comprese che era Dio che, in realtà, aveva compiuto quei miracoli per mezzo del giovane Azaria, e allora, pieno di riverenza, chiamò la giovane guida, uomo santo: “Cosa posso dare a questo santo uomo, che è venuto con te?”.

Il Signore non permette mai all’uomo di rimanere in errore, a causa del travestimento assunto dai suoi spiriti, in nessuna delle loro apparizioni. Prima o poi la verità è resa manifesta. Per alcune settimane di seguito, l’Arcangelo Raffaele aveva assunto forma e nome umano. Adesso che la sua missione era stata portata felicemente a termine, egli comincia a preparare i suoi due fratelli, padre e figlio, ad una grande sorpresa, la rivelazione della sua vera identità. Nel momento in cui entrambi si avvicinarono umilmente, offrendogli la metà di tutti i loro beni per ripagarlo del suo servizio, il giovane “Azaria” risponde, con una bellissima spiegazione, sul perché Dio li ha così benedetti. Egli riporta alla mente del vecchio Tobia tutte le cose buone che aveva compiute durante la sua vita, la sua carità, la sua grazia, la sua pazienza e tutte le sue preghiere. In questo modo, egli comincia a rivelare sé stesso gradualmente, per non spaventarli con una rivelazione improvvisa. L’enumerazione di tutte quelle buone azioni e dei segreti della coscienza, noti solamente a Dio, è il primo passo nella sua rivelazione; il secondo è l’affermazione: “Il Signore mi ha inviato nel medesimo tempo per guarire te e Sara tua nuora dal demonio.”

Il terzo e ultimo passo fu causa di turbamento e paura, ma egli iniziò col confortarli e rassicurarli, con le seguenti parole: “Pace a voi, non temete.” Appena egli disse ciò, il padre e il figlio si prostrarono con la faccia a terra, e, improvvisamente, la forma umana di Azaria si trasformò in quella di un Arcangelo di luce e bellezza, ed egli fece l’ultima rivelazione: “Io sono l’Angelo Raffaele, uno dei sette angeli che sono sempre pronti ad entrare alla presenza della maestà del Signore… quando ero con voi, non era per mia iniziativa ma per la volontà di Dio: lui dovete benedire sempre e cantargli inni.” Come servitore fedele di Dio è questa l’unica ricompensa che egli accetterà. Inoltre, se potevano esserci ancora dei dubbi, in quanto essi l’avevano visto mangiare e bere come ogni altro essere umano, mentre gli Angeli non mangiano e non bevono come fanno gli uomini.

A questo segreto dubbio, egli rispose dicendo: “A voi sembrava di vedermi mangiare, ma io utilizzavo un cibo e una bevanda invisibili, che non potevano essere visti dall’uomo”, preannunciando così il mirabile e miracoloso mistero dell’Eucaristia. Ora che il suo compito era terminato, e adesso che essi sapevano che Dio aveva mandato il suo Angelo per benedirli, era arrivato il tempo per lui di ritornare al cielo: “E’ giunto il tempo che io ritorni verso colui che mi ha mandato; ma voi benedite il Signore e scrivete tutte queste cose che vi sono accadute.” L’Arcangelo riprese la sua forma invisibile e scomparve alla loro vista.

San Raffaele, il Celeste Farmaco di Dio, secondo alcuni esegeti è da ravvisare nell’Angelo che, al tempo di Cristo, nella piscina chiamata Bethsaida, smuoveva le acque. Sotto i cinque portici che circondavano la suindicata piscina, c’era una moltitudine di persone malate, che attendevano l’azione dell’Angelo Raffaele per guarire immediatamente, la prima persona che fosse discesa subito nella piscina: “Un Angelo del Signore in certi momenti discendeva nella piscina e agitava l’acqua. Il primo ad entrarvi, dopo l’agitazione dell’acqua, guariva da qualsiasi malattia fosse affetto” (Gv 5, 4) Per altri esegeti e rabbini ebrei, l’Angelo guaritore non sarebbe Raffaele bensì Michele. Comunque, Il ministero guaritore di San Raffaele può essere constatato nelle miracolose guarigioni che avvengono ancora, ai giorni nostri, in molti santuari in tutto il mondo cristiano.




ARIEL A CASTELLO il festival dannunziano

Torna l’appuntamento che giunge alla nona edizione

Casoli, 3 agosto 2023. Gli appuntamenti saranno il 4, 11 e 18 agosto, tre giornate con cinque appuntamenti in calendario. Il Festival, attraverso una mescolanza di letteratura, immagini, musica e parole proporrà temi quali L’Abruzzo, le donne e l’arte.

La prima giornata vedrà protagonisti la regione Abruzzo e i suoi luoghi più caratteristici e suggestivi con la presentazione del volume fotografico Qui in Abruzzo di Roberta Di Pascasio e Giancarlo Malandra, Paolo De Siena Editore. L’evento sarà arricchito da una mostra fotografica dedicata ai luoghi più suggestivi della regione e tra questi anche Casoli.

Alle ore 21, presso il Cinema Teatro comunale, letture tratte da Cronache Romane di Gabriele d’Annunzio, omaggio ad un Vate inedito, giornalista di cronache mondane in particolar modo per la rivista La Tribuna nel periodo della Belle Époque. Il tutto sarà accompagnato dalle canzoni dei primi decenni del ventesimo secolo a cura del trio Le Sorelle Rossetto.

Il secondo appuntamento vedrà protagoniste due donne abruzzesi, una scrittrice affermata quale Giulia Alberico con la presentazione del volume I Libri sono timidi, alle ore 17:30 presso la villa comunale e una cineasta, Maria Tilli che si sta facendo sempre più strada nel mondo cinematografico. Verrà quindi proiettato il cortometraggio Tutte le cose sono piene di lei alle ore 21 presso il cinema teatro comunale.

Sempre nella stessa serata, L’Abruzzo continua ad essere protagonista, raccontato attraverso gli occhi e l’esperienza di grandi autori europei, raccolti nella collana di libri Comete. Scie d’Abruzzo.

L’ultimo appuntamento sarà dedicato alla presentazione del racconto inedito dell’Avv. Antonino Di Giorgio, L’amico di mio fratello che vinse il Premio Teramo nel 1963. La presenza del testo anche in inglese, testimonia la notorietà dell’autore anche al di fuori dei confini nazionali. L’evento si svolgerà alle ore 21 presso il cinema teatro comunale.




LA STORIA RITROVATA dei pescatori del lago Fucino

Il giovedì letterario delle vacanze luchesi

Luco dei Marsi, 3 agosto 2023. Un completo e misterioso oblio sembra aver cancellato per sempre, con la sparizione del lago Fucino, a opera di Torlonia, la storia, gli usi, le testimonianze e le tracce della vita che lungo le sue sponde, e su di esso, si è per secoli dipanata, quasi che il gorgo che ha catturato e domato le acque, apparentemente annientandole, avesse fatto altrettanto con ogni segno della quotidianità di intere popolazioni.

Popolazioni in particolare di pescatori, alle prese con la miseria del tempo e le difficili circostanze che spesso proprio la natura riservava loro. Di quel tempo, delle vicende connesse al lago, delle tracce ancora presenti di una storia fondante per la Marsica sebbene quasi dimenticata, offre uno straordinario spaccato l’opera “La storia dei pescatori del lago Fucino al tempo dei feudatari”, edizioni Tabula Fati, della dottoressa Stefania Maria Paris, frutto della tenace e minuziosa ricerca dell’Autrice, al centro del Giovedì letterario in programma per oggi, giovedì 3 agosto, alle 18, al convento dei frati cappuccini, centro servizi socioculturali comunale.

All’evento, annoverato nella rassegna estiva “Vacanze luchesi”, parteciperanno, con la dottoressa Paris, il professor Antonino Petrucci e il professor Mario Frigioni, docenti, e Gianni De Rosa, presidente dell’associazione culturale Lucus, organizzatrice dell’evento. Reading e interpretazioni musicali a cura di Domenica Stornelli.

“L’incontro letterario odierno rappresenta un’occasione da non perdere per conoscere un’opera straordinaria che getta luce su un tempo e una storia tanto importanti quanto oggi quasi sconosciuti ai più”, sottolinea la sindaca Marivera De Rosa, “Tra prosciugamento e grande terremoto, due eventi epocali che hanno cambiato per sempre il corso della storia e fisionomia dei luoghi, con tutto quanto ne è conseguito, sembra essersi persa tanta parte del filo conduttore della nostra storia, nella memoria e nelle testimonianze, e spesso si ha l’impressione di una narrazione frammentaria, incompleta. L’opera di Stefania Maria Paris aggiunge preziosi tasselli e offre notevoli spunti di riflessione e approfondimento, invito tutti a non mancare”.




DA SCHIRATO A LE RADICI DEI LUPI

Ecco la mostra fotografica di Appignani sulle bellezze di Pretoro

Pretoro, 3 agosto 2023. Uno dei Borghi più belli d’Italia sta per inaugurare la mostra di Roberto Appignani, residente a Pescara ma originario di Terni, dal titolo Le radici dei lupi che sarà visitabile dal 5 agosto al 20 agosto presso il Museo dell’Arte Nicola D’Innocenzo.

La mostra è organizzata dal Comune di Pretoro e l’apertura giornaliera sarà gestita dalla Proloco; ospite di punta dell’inaugurazione prevista per sabato 5 agosto alle ore 18 alla presenza dell’autore, sarà il fotoreporter di caratura internazionale Stefano Schirato; interverranno inoltre il sindaco Diego Giangiulli, il vicesindaco e assessore alla Cultura Fabrizio Fanciulli, il presidente della Proloco Nando Sciubba.

“Sin da ragazzo mi sono dedicato alla fotografia sia naturalistica che paesaggistica – spiega Appignani –  ma le mie foto alla fine si potevano assimilare a una foto cartolina,  cosa questa che mi lasciava molto insoddisfatto. Per cui ho abbandonato la fotografia per diversi anni e nel 2018  ho deciso di iscrivermi ad un corso di Reportage & Storytelling organizzato dalla scuola  MOOD Photography diretta dal fotoreporter Stefano Schirato al fine di  migliorare la mia  tecnica fotografica. Da allora la fotografia è diventata una ragione di vita”.

La sua formazione prosegue in modo costante e successivamente ancora lo stesso Schirato propone ad Appignani di fare una storia fotografica su un comune dell’hinterland abruzzese fra due proposte: la scelta cade su Pretoro, poiché da assiduo frequentatore delle montagne abruzzesi ne conosce le caratteristiche.

“Da qui – conclude l’autore – è nata l’idea di che mi ha portato alla presentazione del mio lavoro al Comune e alla realizzazione di questa mostra fotografica. Fotografo quasi esclusivamente in bianco e nero in quanto ritengo che se i colori sono importanti, per me solo la fotografia in bianco e nero riesce a trasmettere forza ed emozioni che una  foto a colori difficilmente può dare”.




L’HISTOIRE DU SOLDAT il teatro ambulante di Igor Stravinskij

Commistione di prosa musica e danza. Sabatino Servilio direttore. Luigi Tontoranelli  narratore. Maria Cristina Gianbruno  traduzione, drammaturgia e regia. Presso il Chiostro ex Convento dei Minori Osservanti giovedì 3 agosto ore 21:30. Ensemble del Conservatorio Alfredo Casella. Andrea Petricca violino, Marco Lepidi contrabbasso, Luca Giuliani clarinetto, Eleonora Pagnoncelli fagotto, Giuseppe Iacobucci tromba. Mattia Zamunaro trombone, Luigi Cipollone percussioni

Pacentro, 3 agosto 2023. Quarto appuntamento per Voci&Voci Festival oggi, giovedì 3 agosto, ore 21:30 nel Chiostro dell’ex Convento dei Minori Osservanti: in scena L’histoire du soldat, il teatro ambulante di Igor Stravinskij, commistione di prosa musica e danza, presentato dall’Ensemble Casella sotto la direzione del M° Sabatino Servilio, voce narrante di Luigi Tontoranelli nella traduzione, drammaturgia e regia di MariaCristina Gianbruno. 

Esecutori dell’Ensemble del Conservatorio Alfredo Casella dell’Aquila sono: Andrea Petricca al violino, Marco Lepidi al contrabbasso, Luca Giuliani al clarinetto, Eleonora Pagnoncelli al fagotto, Giuseppe Iacobucci alla tromba, Mattia Zamunaro al trombone e Luigi Cipollone alle percussioni.

Un gruppo di giovani musicisti del Conservatorio per l’opera che è considerata uno dei capolavori

del celebre compositore e direttore d’orchestra Igor Stravisnkij: “L’histoire du soldat”, uno spettacolo semplice, quasi “da baraccone”, scritto durante la Prima guerra mondiale su una favola russa di Afanasiev in cui un diavolo decide di prendersi gioco di un soldato disertore sottraendogli il suo violino. Eppure, questa “opera da camera”, nonostante il tema fondamentalmente triste, con delle venature di agghiacciante sarcasmo, presentata la prima volta al Teatro di Losanna nel settembre 1918, diventerà una delle sue opere più eseguite e rappresentate in ogni parte del mondo e in ogni lingua conosciuta.

Come nasce “L’histoire du soldat” Durante la Prima Guerra Mondiale Stravinskij si era trasferito in Svizzera, ma con lo scoppio della Rivoluzione russa rimase tagliato fuori dal suo paese e privo di risorse. Fu così che, come racconta lo stesso Stravinskij, con I suoi amici, anch’essi in ristrettezze, Ansermet (direttore della prima esecuzione) e Ramuz (autore del testo), nacque l’idea di cercare di guadagnarsi da vivere creando una specie di teatrino ambulante  che doveva essere facilmente trasportabile da una località all’altra, villaggi compresi. Trovarono anche il finanziatore dell’impresa: un industriale e clarinettista dilettante.

Stravinskij  ideò un concentrato di orchestra che comprendeva sette esecutori che  dovevano essere  da un lato della scena, bene in vista per il pubblico, mentre dall’atro lato c’era un piccolo podio per il narratore. L’argomento fu tratto dalla raccolta di racconti russi  che il maestro Stravinskij aveva portato con sé dalla Russia.

È la storia di un soldato che vende il suo violino al diavolo ricevendo in cambio un libro che risponde a tutte le domande. Il soldato passa tre giorni con il diavolo ma in realtà i tre giorni sono tre anni. Tornato al suo villaggio nessuno lo riconosce più, neanche la fidanzata e la madre. Il soldato cerca allora la consolazione nei beni materiali che il magico libro gli permette di procurarsi. Ma la ricchezza non gli dà la felicità. Il soldato allora straccia il libro e ricomincia una vita di avventure. Un giorno apprende che la figlia del re è malata. Chi la guarirà l’avrà in sposa. Il soldato si reca nella capitale per tentare la sorte, ma incontra il diavolo che sta andando a corte per lo stesso scopo e porta con se il violino del soldato. I due giocano a carte. Il soldato perde tutto, ma riacquista il violino. Con il suono del suo violino  guarisce la principessa e la sposa. Il diavolo giura vendetta non appena il soldato varcherà i confini del regno. Vinto dalla nostalgia, il soldato tenta il viaggio verso il paese natio, ma il diavolo lo prende e se lo porta via, sotto gli occhi della principessa sposa disperata.

 Il festival, ideato e diretto da Guido Galterio, è realizzato in collaborazione con il Comune di Pacentro, la Camerata Musicale Sulmonese, l’Associazione Euterpe, Coro Maschile Majella e grazie al lungimirante atto di mecenatismo della professoressa Edvige Coleman Agostinelli  e  William Coleman III, dovuto all’amore per la propria terra.




GIULIANOVA OSPITA PIERA AMENDOLA

Scrittrice, archivista, documentarista, presenterà questo pomeriggio alle 18, in sala Buozzi, “Padri e Padrini delle logge invisibili. Alliata, Gran Maestro di rispetto”

Giulianova, 3 agosto 2023. Piera Amendola è a Giulianova. Questo pomeriggio alle 18, in sala Buozzi, presenterà il suo libro “Padri e Padrini delle logge invisibili. Alliata, Gran Maestro di rispetto” (Castelvecchi, 2022). L’incontro, promosso dalla Procura della Repubblica di Teramo con il Patrocinio del Comune di Giulianova, è un’occasione preziosa per approfondire l’ universo occulto della massoneria italiana e dell’inquietante trama di interessi e poteri a lei connessa.

Piera Amendola, nipote del filosofo, giornalista e politico Giovanni Amendola,  figura emblematica dell’antifascismo liberale, è stata per molti anni documentarista della Camera dei deputati. Ha rivestito il ruolo di responsabile dell’archivio della Commissione parlamentare di inchiesta sulla loggia massonica P2 dal 1981 al 1988. La presidente della Commissione, l’onorevole Tina Anselmi, di cui divenne stretta collaboratrice, le affidò l’incarico di curare la pubblicazione di tutti gli atti dell’inchiesta, 122 volumi oggi consultabili in rete grazie al Centro di Documentazione “Archivio Flamigni”.

Piera Amendola è stata anche responsabile dell’archivio degli atti giudiziari dell’Alto Commissariato per la lotta alla mafia e collaboratrice della Commissione di inchiesta sulle stragi e il terrorismo in Italia. Ha diretto, durante l’ XI legislatura,  l’archivio della Commissione parlamentare antimafia presieduta dall’ onorevole Luciano Violante. È stata inoltre consulente delle Procure della Repubblica di Palermo, Napoli, Aosta, Brescia e Perugia. Attualmente è membro del direttivo dell’ Archivio Flamigni e consulente   delle parti civili nel processo sulla strage alla stazione di Bologna, di cui oggi ricorre il 43esimo, tragico anniversario.




SOLO PIANO recital di Maria Gabriella Castiglione

Presso la Chiesa suggestiva di Sant’Agostino 3 agosto 2023alle ore 21

Tortoreto, 2 agosto 2023. Ascolteremo un percorso musicale intenso, suggestivo e singolare come lei sa fare da anni coinvolgendo spettatori di tutte le età, interpretando musiche di autori classici come Bach, Chopin, Rachmaninov ai moderni come Piazzolla, Sakamoto, Glass, Nyman, Hisaishi, Tiersen, con una intensità che rapisce l’anima ed il cuore. Tecnicamente Maria Gabriella, dotata di poliedricità e forza, ma intimamente di rara commozione, quasi a voler conoscere ogni singolo spettatore, percorrendo , attraverso le note vibranti, il cuore di ognuno.

Lei si autodefinisce Artista Indipendente perche fuori da tutte le convenzioni , dalla politica, dai sistemi, ma guidata da uno spirito ribelle ma austero, severo ma anarchico, libera da tutto e tutti. La sua solitudine interiore l’ha sempre portata a crescere nello studio per cercare di evolversi lontana dalle mode di ogni genere, le sue contraddizioni indicano lo spirito artistico che la contraddistingue da sempre, cavalcando centinaia di palchi da tantissimi anni.

Laureata al Conservatorio di Pescara, ha inciso numerosi CD e direttore artistico del festival Musicarte nel Parco a Pescara da 25 anni, insegnante infallibile amata dai suoi allievi, riesce a captare ogni momento in ogni nota, seppur di autori di epoche diverse, ma legati magistralmente da un filo sottile che , solo al termine del concerto lo spettatore sa cogliere , direi un pugno nello stomaco.

Maria Gabriella Castiglione, pluripremiata (6 medaglie d’oro e targa d’argento) anche dalla Presidenza della repubblica, si esprime anche attraverso la pittura e scrittura, e come lei dice, sceglie l’arte come sopravvivenza e modus vivendi in un mondo ormai disumanizzato in cui molti tradiscono anche mentendo a se stessi ma la musica è l’unica via per non mentire e ritornare ad amare, perché coinvolge tutti i sensi , la mente e l’evoluzione culturale e umanistica in cui tutti ne abbiamo bisogno. Penso che chi ha modo di conoscerla ed ascoltarla non può dimenticarla mai. È lei. Maria Gabriella Castiglione. Una delle pochissime pianiste soliste in Abruzzo, sicuramente la più profonda e richiesta.




L’APOLOGIA DELLA LUCE nelle tele di Patrizia

Mostra dell’artista abruzzese Patrizia D’Andrea a Villa Filiani

Pineto, 2 agosto 2023. Dal 5 all’11 agosto 2023 presso i locali di Villa Filiani di Pineto, l’artista Patrizia D’Andrea terrà una mostra personale riassuntiva del suo prestigioso percorso che l’ha posta all’attenzione di un grosso pubblico e soprattutto di importanti personaggi della critica, quali Vittorio Sgarbi, Carlo Fabrizio Carli, Cosimo Savastano.

A curare l’esposizione sono stati chiamati due critici della nostra regione tra i più qualificati: Leo Strozzieri, noto studioso del Futurismo a suo tempo allievo di Rosario Assunto, e Marialuisa De Santis presidente del Museo d’Arte dello Splendore di Giulianova. L’inaugurazione, alla presenza delle autorità tra cui il sindaco di Villa Celiera Domenico Vespa e il sindaco di Pineto Robert Verrocchio, sarà arricchita musicalmente dalla voce del soprano Chiara Tarquini, accompagnata al pianoforte dal maestro pianista Raffaele di Berto. Presenterà i vari relatori la presidente dell’Associazione editori Abruzzesi  Elena Costa. Ai visitatori verrà donato il catalogo della mostra.

Leo Strozzieri, critico d’arte: “Che dire di questa mostra e soprattutto dell’evoluzione stilistica dell’artista ritenuta ormai una delle voci più autorevoli dell’arte al femminile nel nostro paese?

Innanzitutto, va evidenziato come ci sia in queste opere una perfetta interazione delle due linee di ricerca che si sono sviluppate in tutto il ‘900 ed ancora nei primi due decenni del nuovo millennio, ovvero quella iconica o se si preferisce un termine più comprensibile la linea figurativa e quella astratta con particolare riferimento all’informale. In Patrizia c’è coabitazione e rapporto di buon vicinato della figura per lo più femminile dotata di una vena di tristezza esistenziale con scenari informali talora materici ma sempre dotati di un accentuato lirismo e spiritualità.

Sorprendente poi, e questa è la cifra portante della grandezza dell’autrice, è la disseminazione sulle superfici della luce mediterranea che sappiamo essere stato sempre anche nel passato il grande cruccio di tutti i grandi a cominciare da Giotto, per non parlare i Caravaggio.

Nel respiro luministico sempre altamente gioioso e direi quasi ludico, non è forse facile intravedere una visione sanfrancescana della vita ed ancor più della natura, nostra casa comune da custodire preziosamente e tramandare ai posteri come papa Bergoglio ci ha raccomandato con la sua mirabile enciclica Laudato sì?

Patrizia D’Andrea è nata a Penne ma vive ed opera a Pineto dove ha il suo atelier. La pittrice abruzzese ha esposto in importanti città italiane ed estere vincendo numerosi premi nazionali ed internazionali.




I LOVE ABRUZZO VALORIZZA il pastore abruzzese maremmano

Ecco la nuova creazione del maestro Montaldi

Barisciano, 2 agosto 2023. È da sempre uno dei simboli dell’Abruzzo. Amico fedele e guida vigile per le montagne dell’intera regione. Il consiglio regionale nel 2016 lo ha riconosciuto come “unico e inconfondibile, parte integrante del proprio patrimonio culturale”. Anche il maestro orafo Giuliano Montaldi, che da sempre creare monili ispirati alla storia e alla tradizione abruzzese, lo ha voluto nella sua collezione I love Abruzzo. Stiamo parlando del pastore maremmano abruzzese presente in moltissimi dipinti e scatti che ritraggono le vette abruzzesi a capo delle greggi e al fianco dei pastori.

“Ho basato la mia collezione sul patrimonio culturale materiale e immateriale dell’Abruzzo – ha commentato il maestro Montaldi – proprio per questo accanto alla Presentosa o all’orso marsicano ho voluto che ci fosse anche il pastore maremmano abruzzese, uno dei simboli d’eccellenza della nostra regione. Si tratta non solo di un aspetto affettivo ma anche di un aspetto culturale che mi ha permesso di aggiungere un tassello in più alla mia collezione”.

L’ultima creazione della collezione I love Abruzzo verrà presentata giovedì alle 21 nella sala consiliare del Comune di Barisciano in piazza Trieste. Parteciperanno, oltre al maestro orafo Montaldi, il primo cittadino Fabrizio D’Alessandro, il sottosegretario Luigi D’Eramo, il vicepresidente della Regione Abruzzo con delega all’Agricoltura, Emanuele Imprudente, e la consigliera Stefania Pezzopane.

“Sarà l’occasione ancora una volta di affrontare insieme il tema della valorizzazione delle nostre eccellenze”, ha concluso Montaldi “che passano anche per esemplari come appunto il pastore maremmano abruzzese. Sono elementi cardini della nostra storia e della nostra quotidianità che vanno tutelati in primis e poi fatti conoscere nella nostra regione e nell’Italia intera”.




I DUE CAPOLAVORI Neo Edizioni di Peppe Millanta

Castel di Sangro, 2 agosto 2023. È prevista una tappa particolare per lo scrittore abruzzese Peppe Millanta, fondatore della Scuola Macondo di Pescara impegnato nel tour di presentazioni del suo ultimo romanzo e che il 4 agosto alle ore 18:30 sarà al Museo Civico Aufidenate a Castel di Sangro, comune di residenza della Neo Edizioni con cui lo stesso autore ha visto esplodere il suo successo come scrittore.

Sarà l’editore Francesco Coscioni a dialogare con l’autore che presenterà entrambi i suoi romanzi targati Neo, ossia Vinpeel degli Orizzonti ed il più recente sprequel, così è stato definito Cronache da Dinterbild, uscito lo scorso 31 maggio. Non mancherà l’amata chitarra Frida con cui l’autore fa sognare il suo pubblico.

Il pluripremiato romanzo d’esordio dello scrittore abruzzese Peppe Millanta, Vinpeel degli orizzonti pubblicato nel 2018, vincitore del Premio John Fante Opera Prima 2018 ha raggiunto importanti traguardi dai colori internazionali attestati dalle traduzioni in Romania, Francia e Cile e Argentina: proprio nell’ultimo fine settimana Millanta è tornato a presentare il nuovo romanzo lì dove tutto è iniziato a Torricella Peligna ospite di Giovanna Di Lello per il John Fante Festival ’23. Vinpeel è un romanzo che ha fatto sorridere ma anche sognare e rimanda a quel giovane protagonista che alberga nell’animo e che, si sposta oltre i confini d’Italia (grazie al suo successo) ed è pronto a trasportare in un vortice di emozioni altri lettori; non viene meno il desiderio innato di andare oltre ciò che è dato conoscere.

Vinpeel, dopo anni dalla sua uscita, continua a volar dritto, verso nuovi traguardi, proprio come quelle mongolfiere che caratterizzano la copertina del romanzo in lingua madre: esse, infatti, volteggiando in un cielo verde  promettono un’esperienza che va oltre la realtà, che si spinge verso una linea di confine fra cielo e terra dove si può essere liberi di volare tra le nuvole, come in un sogno, appunto.

In Cronache da Dinterbild ci si può immergere, invece, nello straordinario mondo offerto dallo spin-off del luminoso romanzo Vinpeel degli orizzonti, con le ironiche, surreali, mirabolanti storie dei personaggi che hanno popolato il mondo di Vinpeel, prima che ci scivolassero dentro. La scrittura di Peppe Millanta diverte e incanta, gioca col lettore anche con quanto lasciato in sospeso nel romanzo precedente Vinpeel degli orizzonti, appunto.

Nel villaggio di Dinterbild non c’è più nessuno. Sono rimasti soltanto Ned e il signor Biton. Aspettano che il mare porti le conchiglie giuste. Sono le conchiglie che dentro hanno le storie di tutti gli amici che hanno deciso di partire verso l’Altrove. Ned ha un piano, folle, l’unico possibile: vuole usarle per costruire qualcosa. In una cornice narrativa fatta di dialoghi, maree, attese e speranze, le pagine si popolano dei racconti custoditi dal mare. Sono teneri, divertenti, dolorosi, parlano di occasioni perdute, di attimi di felicità scivolati tra le dita, di coincidenze misteriose che segnano i destini. E mentre le storie spuntano dalle pagine, gli unici due abitanti lavorano al loro progetto, capiscono di non essere soli, e che Dinterbild è un crocicchio di esistenze. Non gli resta che scoprire come e se riusciranno a lasciare il misterioso villaggio.




MAXXI L’AQUILA SEMPRE APERTO AD AGOSTO

Con la mostra Marisa Merz Shilpa Gupta visibileinvisibile e il focus In Ceramica. Visite guidate domenica 6, 13, 27 agosto alle 17

L’Aquila, 1° agosto 2023. Da domani, mercoledì 2 Agosto, a domenica 3 Settembre il MAXXI L’Aquila sarà aperto ogni giorno dalle 11 alle 19 per accogliere gli aquilani rimasti in città e i tanti turisti che, come nelle estati precedenti, sceglieranno il capoluogo abruzzese come meta di vacanza o per una gita.

I visitatori potranno scoprire la mostra Marisa Merz Shilpa Gupta visibileinvisibile, curata da Bartolomeo Pietromarchi e Fanny Borel, che mette in dialogo, attraverso circa 50 opere, due indiscusse protagoniste dell’arte contemporanea: Marisa Merz (Torino, 1926 – 2019) – unica rappresentante femminile dell’Arte Povera e riferimento della scena artistica italiana dalla fine degli anni Sessanta, Leone d’oro alla carriera nel 2013 – e Shilpa Gupta, nata nel 1976 a Mumbai dove vive e lavora, è una delle artiste più importanti della sua generazione a livello internazionale, con presenze in molte delle più prestigiose manifestazioni e musei nel mondo. Nelle Sale di Palazzo Ardinghelli conversano, attraverso i loro lavori due mondi, tra Oriente e Occidente, due storie, tra generazioni diverse, sui temi del visibile e dell’invisibile, dell’immagine e della parola, del politico e del filosofico.

Nella Project room invece si potrà visitare In Ceramica a cura di Alessandro Cocchieri, con opere di Alberto Garutti, Felice Levini, Donatella Spaziani, H. H. Lim e Gino Sabatini Odoardi. Il Focus propone una riflessione sull’utilizzo della ceramica come media nell’espressione artistica contemporanea e ne analizza l’approccio da parte di artisti contemporanei che normalmente esprimono la loro poetica utilizzando altri mezzi e materiali.

In programma lungo tutto il mese visite guidate alle mostre e a Palazzo Ardinghelli: domenica 6, 13 e 27 agosto alle 17. Costo €5 oltre all’acquisto del biglietto di ingresso ridotto al Museo. Partecipazione su prenotazione all’indirizzo www. maxxilaquila.art o fino a esaurimento posti.

Altre iniziative, a seguire, per il periodo della Perdonanza.




L’ULTIMO GRAN BALLO DELLA ROMA PONTIFICIA

Ritratti e Storie Familiari della Nobiltà dell’Ottocento

Roma, 1° agosto 2023. Il Ballo Borghese del 1866 fu un grande affresco storico, culturale e sociale dell’élite della seconda metà dell’Ottocento. Le storie familiari, le passioni politiche, gli amori, gli interessi economici e culturali dei maggiori esponenti della Nobiltà Romana che vi parteciparono avvolti in magnifici costumi sono al centro del nuovo libro di Andrea Cotticelli “L’ultimo gran ballo della Roma Pontificia”, edito da Palombi Editori, uscito in questi giorni in tutta Italia.

Nella seconda metà dell’Ottocento la stagione mondana della Roma Pontificia aveva il suo apice nel periodo del Carnevale Romano. La sera del 7 febbraio 1866 il Principe Marcantonio V Borghese e sua moglie Teresa organizzarono negli splendidi saloni di Palazzo Borghese nei pressi del Porto di Ripetta l’ultimo grande Ballo in Costume della Roma Pontificia, passato alla storia per la rilevanza dei numerosi esponenti della Nobiltà che vi presero parte e per la profusione di lusso ed eleganza, che segnò il culmine del potere e della sfarzosa mondanità dell’ultimo decennio del Papa-Re.

Gli invitati al Ballo Borghese indossavano tutti magnifici costumi, l’uno più sorprendente dell’altro sia per i riferimenti storici che per estrosità, studiati nei minimi particolari a cominciare dalla raffinatezza delle stoffe, dalla ricchezza dei gioielli e dalla ricercatezza delle acconciature. Tutti i partecipanti avevano alle spalle un glorioso passato plurisecolare e offrivano un completo spaccato dell’alta società romana, italiana e del gotha internazionale. L’elenco degli aristocratici era ovviamente dominato dalla presenza dei rappresentanti della Nobiltà Romana, che nel corso del Risorgimento si era divisa al suo interno in due distinte fazioni: la Nera fedele al Papa-Re e la Bianca favorevole all’Unità d’Italia sotto lo scettro di Casa Savoia.

Nonostante i profondi contrasti ideologici, quella sera al Ballo Borghese partecipò tutta la Nobiltà Romana, quasi a dimostrare che finché a Roma ci fosse stato il Papa-Re nulla sarebbe mutato nelle consuete abitudini della classe aristocratica, incurante delle nubi minacciose che si stavano addensando sulla Città Eterna, ambita dal Regno d’Italia per farne la sua capitale a coronamento dell’unità nazionale.

Il Ballo Borghese fa da sfondo e da filo conduttore alle storie personali e familiari di venti tra i maggiori esponenti della Nobiltà Romana presenti quella sera. Partendo dai padroni di casa vengono narrate le passioni politiche, gli amori, gli interessi economici e culturali, senza tralasciare la storia plurisecolare delle casate e l’imponenza delle dimore nobiliari, dei Neri: Borghese, Orsini, Barberini, Aldobrandini, Massimo Lancellotti, Sacchetti, Theodoli e Patrizi Naro Montoro; e dei Bianchi: Colonna, Odescalchi, Sforza Cesarini, Lavaggi, Marescalchi, Pallavicini, Boncompagni Ludovisi, Carpegna Falconieri Gabrielli, Lovatelli, Savorgnan di Brazzà, Doria Pamphilj Landi e Cavazzi della Somaglia.

Con la Breccia di Porta Pia e l’arrivo dei Savoia a Roma, divenuta la capitale del Regno d’Italia, molti dei protagonisti del Ballo Borghese, non avrebbero più avuto occasione di riunirsi in simili eventi, perché la Nobiltà Nera, per protesta contro gli usurpatori sabaudi e per incrollabile fedeltà al Papa “prigioniero” in Vaticano, si estraniò completamente dalla vita pubblica italiana, mentre la Nobiltà Bianca vi prese parte attiva. E così il Ballo Borghese del 1866 resta un grande affresco storico, culturale e sociale dell’élite della seconda metà dell’Ottocento, apice del lusso e del potere romano ma allo stesso tempo canto del cigno della Roma Pontificia.   

Andrea Cotticelli, L’ultimo gran ballo della Roma Pontificia. Ritratti e Storie Familiari della Nobiltà dell’Ottocento, Palombi Editori, Roma, 2023. Prefazione di Irene Fosi. Con il Patrocinio di: Istituto Nazionale di Studi Romani, Società Tarquiniense d’Arte e Storia, Corpo della Nobiltà Italiana, Collegio Araldico, Libro d’Oro srl.   




LIBRI SOTTO LE STELLE due nuovi appuntamenti

Ospiti Adriana Gandolfi e Paolo Fiorucci. Il 3 e il 9 agosto due nuovi appuntamenti con la rassegna

Bugnara, 1° agosto 2023. La rassegna “Libri sotto le stelle” organizzata a Bugnara dal “Centro Studi e Ricerche Nino Ruscitti” continua con due nuovi appuntamenti. Il prossimo giovedì 3 agosto alle ore 21.30 sarà ospite della manifestazione l’antropologa Adriana Gandolfi che presenterà la sua ultima pubblicazione il volume “Fest’ e Fiera. Calendario illustrato dei riti abruzzesi” realizzato con l’artista Michela Di Lanzo ed edito dalla Radici Edizioni (giugno 2023).

Mercoledì 9 agosto sarà invece ospite Paolo Fioricci. Nel corso dell’incontro con l’autore si parlerà di paesi dell’entroterra, poesia, libri a partire dal suo volume “Quando piove  canto  più  forte” edito dalla Neo. Edizioni, una raccolta di poesie e polaroid che tracciano  la rotta di un viaggio all’incontrario.

“L’incontro del 3 agosto – spiega il presidente Matteo Servilio – con Adriana Gandolfi è stato pensato per anticipare la festività religiosa del 5 agosto dedicata alla Madonna della Neve. Un modo questo per prendere consapevolezza della storia e del significato profondo che i riti svolgono per le comunità.

L’evento con Paolo Fiorucci del 9 agosto invece è stato pensato per riflettere, a partire dalla sua esperienza di libraio, di scrittore e di promotore culturale, sul ruolo della cultura, della lettura e dei libri nelle aree marginali e nei piccoli paesi dell’entroterra”.

Gli autori:

Adriana Gandolfi svolge attività di ricerca e documentazione demo-etno-antropologica per il territorio abruzzese e molisano. Ha operato a lungo nel Museo delle Genti d’Abruzzo, dove ha formato la sua professionalità tecnico-scientifica, partecipando attivamente alla sua realizzazione. Presidente dell’ASTRA (Associazione Studio Tradizioni Regionali Abruzzesi), collabora con università ed enti come docente per corsi di formazione e specializzazione contribuendo all’attuazione di progetti legati alla promozione e allo sviluppo dell’identità culturale del territorio in ambito DEA. Ha curato l’allestimento di musei e mostre a carattere etnografico e di artigianato artistico. Tra le sue pubblicazioni annotiamo: Ori e Argenti d’Abruzzo, dal medioevo al XX secolo (1996); L’incantesimo del lupo, viaggio nell’immaginario folklorico (2001); Amuleti. Ornamenti magici d’Abruzzo (2003); La presentosa. Un gioiello degli Abruzzi fra tradizione e innovazione (edizione aggiornata nel 2023 a cura di Radici Edizioni)

Paolo Fiorucci, noto come Il Libraio di Notte, nel 2018 ha aperto la nota libreria a Popoli, a cui si sono interessati il Corriere della Sera, Il Sole 24 ORE, Il Fatto Quotidiano, Rai 3, Tv2000, Radio 1 Rai, Rai Radio3 e tanti altri. Dal 2020 è direttore artistico del Festival Libri nell’Entroterra a San Benedetto in Perillis, paese dell’appennino abruzzese dove ha dato inizio al progetto Borgo del libro e in cui ha deciso di vivere. Ha pubblicato il libro 21 poesie invece di chiederti come stai (2019, Riccardo Condò Editore). Nel 2021 ha pubblicato con la Neo. Edizioni Quando piove canto più forte, una raccolta di poesie e polaroid che tracciano la rotta di un viaggio all’incontrario.




BENIAMINO CARDINES OSPITE del gruppo letterario Noi tra le righe

L’autore abruzzese vincitore Autore Dell’anno 2023”

Notaresco, 1° agosto 2023. Mercoledì 2 agosto 2023 (dalle ore 20,30) Beniamino Cardines, scrittore e giornalista abruzzese, sarà ospite a Notaresco in provincia di Teramo del gruppo letterario “Noi tra le righe” e dell’associazione “Lory a Colori” coordinata dalla prof.ssa Francesca Morgante, organizzazione a cura di Melinda Palermo. Ricordiamo che lo scorso maggio al Salone Internazionale del Libro di Torino 2023, l’editore Lello Lucignano della casa editrice LFA Publisher Italia-Spagna ha proclamato Beniamino Cardines vincitore del titolo “Autore dell’Anno per il 2022 e 2023 – per l’impegno costante dimostrato nel corso del tempo nella divulgazione dei suoi libri rivolti alle nuove generazioni.”

Inoltre, è da pochi giorni il riconoscimento da parte della Figec/Federazione Italiana Giornalismo Editoria Comunicazione – RadioLuceAbruzzo, con il PREMIO Alter News al giornalista Beniamino Cardines “scrittore ecologico – letterario, d’eccellenza nazionale”.

Forte del doppio successo de “Le avventure di Plastica 1/L’inizio delle cose” (Vincitore del Premio “Luigi D’Amico 2019” per la Letteratura Ragazzi) e “Le avventure di Plastica 2/Cose molto pericolose”, l’autore, speaker radiofonico e performer dal talento poliedrico, torna a far riflettere con le sue storie vere ascoltate per strada. Da poche settimane è uscito “Le avventure di Plastica 3/Cose dell’amore”. Tutti pubblicati dalla LFA Publisher Italia-Spagna. Inoltre, per le Edizioni Sanpino di Torino, il romanzo acquatico “Sirena Bambina” tutto ambientato e omaggio al Mare Adriatico, con le illustrazioni di Daniela D’Incecco.

A Notaresco, presso il celebre ristorante Il Tavolino di Po, presenterà uno dei suoi ultimi libri “Le teologie delle casalinghe – romanzo di storie con 70 consigli a papa Francesco” pubblicato lo scorso anno da Le Mezzelane Casa Editrice, editing a cura di Lidia Borghi, progetto grafico di Alessio Gherardini.

Mario Borghi, libraio (Booklet Ozieri Sassari): “Un libro unico, potente, un libro che diverte spiazzando, irriverente, tragico e comico. Un libro originale, nuovo. Un libro che funziona alla perfezione.”

Beniamino Cardines, scrittore: “Sono molto felice di tutto ciò che sta accadendo grazie e attorno ai miei libri. Con Le teologie rivendico per le donne, meritocrazia determinazione e nuova consapevolezza. Ho scritto un libro pieno di vita. Un libro che ama le donne e le rispetta. Settanta volti, settanta donne, settanta vite che si incrociano a formare un romanzo di storie tutte vere, una vorticosa comunità di esistenze. Sono donne fino all’ultimo millimetro di pelle, non più streghe ribelli, bensì donne che hanno qualcosa da dire alla vita. Vite dai mille volti e colori.”

Lidia Borghi Sagone, editor (Genova): “Irriverente, crudo, comico fino alle lacrime, spirituale, filosofico, commovente, molti aggettivi ancora ci vorrebbero per qualificare il nuovo libro di Beniamino Cardines.”

Beniamino Cardines “Le teologie delle casalingheRomanzo di storie, con 70 consigli a papa Francesco” Le Mezzelane Casa Editrice 2021 – pp.328 – distribuzione Libro Co. Italia

Ordinabile in libreria e su tutte le piattaforme on line




THALATTA! THALATTA!

(“Il Mare! Il Mare!”)

Senofonte descrive nella sua Anabasi questo grido di gioia emanato dai “Diecimila” mercenari greci di ritorno in patria dopo la battaglia di Cunassa, allorché avvistarono il Mar Nero dal monte Theches.

Un urlo di gioia che nel tempo si è trasformato in un motto emblematico: lo troviamo nella raccolta di poesie Die Nordsee del poeta tedesco Christian Johann Heinrich Heine; nella traduzione del romanzo di Giulio Verne “Viaggio al centro della terra” dello scrittore Frederick Amadeus Malleson, nel momento in cui la spedizione protagonista scopre un oceano sotterraneo; nel libro 1 del romanzo di James Joyce “Ulisse” del 1922; nel film Lawrence d’Arabia, quando le milizie arabe, dopo aver attraversato il deserto del Nafud, arrivano al Mar Rosso per conquistare Aqaba; e successivamente in tante altre opere.

Ma non finisce qui: alla lista di cui sopra c’è da aspettarsi che si aggiungano quanto prima gli addetti ai lavori della NASA, se il rover Perseverance scoprirà nella crosta di Marte gli oceani d’acqua, previsti dallo studio pubblicato sulla rivista Science dai ricercatori del California Institute of Technology (Caltech).

La base della vita

È assodato che la vita, così come la conosciamo, è basata sulla molecola di carbonio. In sostanza è vero, ma detta affermazione non può essere dissociata dall’assoluta importanza dell’acqua; fonte di vita e risorsa primaria per lo sviluppo e il mantenimento di tutte le specie viventi. Senz’acqua allo stato liquido, infatti, per le conoscenze scientifiche di cui fino ad oggi disponiamo, non c’è vita. Sorge a questo punto una domanda spontanea: se l’immensa quantità del citato elemento vitale presente sulla terra, a tutt’oggi calcolata intorno ai 1400 milioni di miliardi di tonnellate, giudiziosamente utilizzata potrebbe durare un’eternità, quale sarebbe dunque il motivo dell’affannosa ricerca d’acqua tra i pianeti sparsi nell’Universo?

Diamine, non è chiaro? Stiamo distruggendo il pianeta Terra e cerchiamo un nuovo alloggio. Infatti, in meno di mezzo secolo, a causa della deforestazione e dell’urbanizzazione scriteriata, secondo la Zoological Society of London, abbiamo perso oltre due terzi degli animali selvatici; l’abuso della pesca intensiva sta spopolando i mari e gli oceani; e le emissioni nocive, responsabili dell’inquinamento delle acque, dell’aria e del suolo, provocano il cambiamento climatico, ovvero la catastrofica perdita di biodiversità. Quest’ultima, si badi bene, non è solo un dato scientifico da annoverare nelle statistiche, ma un’amara realtà che riguarda noi tutti, dal momento che ne va della sopravvivenza del genere umano.

«Se vuoi beneficiare dei doni della natura, osservava Shimon Peres, devi adattarti ai suoi bisogni, alle sue regole e norme», ma se fai saltare gli equilibri di ‘Madreterra’, per dirla alla siciliana, di sicuro starai firmando la tua condanna a morte, aggiungeremmo noi.

Per come stanno oggigiorno le cose, la convinzione degli antropologi e degli scienziati dalle ‘teste pensanti’ è che l’istinto dell’uomo sarà sempre più irreversibilmente guerrafondaio, come per esempio quello degli scimpanzé, che – secondo gli studi dell’etologa e antropologa britannica Jane Goodall – uccidono i loro vicini per conquistarne il territorio. Ne viene di conseguenza che dopo i danneggiamenti a Madre Natura e ai propri simili, prima di quanto si possa immaginare, l’uomo, a causa dell’atavico istinto di Caino insito in sé, manderà definitivamente in malora quel che di buono ancora resta su questo povero e disastrato mondo. Ciò spiegherebbe il motivo per cui la scienza e i governanti dei Paesi tecnologicamente più avanzati cercano nuovi mondi abitabili, dove fondare colonie spaziali; l’habitat del futuro.

Poche righe addietro abbiamo usato il termine ‘teste pensanti’ e ci si augura che, a scanso di futuri guai e per non ripetere gli errori che si stanno commettendo sulla Terra, siano di tale fatta i pionieri umani che domani potrebbero colonizzare Marte o forse uno dei cinque esopianeti scoperti nella ‘fascia abitabile’, cioè a dire alla giusta distanza dalla stella nana rossa L98-59 per mantenere acqua allo stato liquido in superficie. D’altronde, trasferirci su altri pianeti con le stesse ‘teste gloriose’ che ci hanno ridotto al lumicino, anziché con ‘teste pensanti’, non produrrebbe null’altro all’infuori del classico buco nell’acqua! Tant´è.

Dopo questo breve preambolo e senza formulare ipotesi del tutto fantascientifiche, ci piacerebbe immaginare dunque che la futura colonizzatrice dello spazio possa essere la crema della specie umana, meglio ancora se coordinata da savi cyborg (esseri al confine tra uomo e macchina), per trasferire su altri pianeti se stessa assieme alla nostra civiltà in versione ‘purificata’, ovvero esente dagli 8 peccati capitali descritti dell’etologo e Premio Nobel austriaco Konrad Zacharias Lorenz  e, infine, per fuggire dalla propria estinzione nonché dalle rovine di un mondo che stiamo maledettamente distruggendo.

E perché mai ricorrere alle macchine?

Partendo dal presupposto che non stiamo per nulla fantasticando e che l’organismo cibernetico o bionico è già realtà, ecco alcune serie considerazioni sull’utilità delle macchine.

La corsa spaziale inizialmente intrapresa da USA e Russia, cui si è aggiunta da non molto tempo la Cina, non rappresenta di sicuro un challange (gara a chi arriva per primo) da youtuber, con lo scopo di raccogliere il massimo numero di like, ma la supremazia del dominio economico-militare nello spazio cosmico. In altre parole, nella mente dei ‘potenti’ le intenzioni di conquiste extra terrestri sono tutt’altro che pacifiste.

A ciò si aggiunga che è quasi certo che inviando su altri pianeti, senza la ‘tutela’ delle macchine, solo comuni mortali con le loro virtù e con i loro difetti saremmo in poco tempo a punto e a capo: a dir poco, provocheremmo prima o poi vere e proprie guerre stellari e incasineremmo addirittura l’Universo.

D’altro canto, la scienza e la tecnologia, grazie a Isaac Asimov, precursore indiscusso della robotica e dell’Intelligenza Artificiale, sono già in condizione di far sì che l’elemento macchina ad esempio di un cyborg, attraverso l’intelligenza artificiale, opportunamente programmata, possa operare eliminando i lati negativi della natura umana (l’homo homini lupus di Hobbes) e mantenendo attivi solo quelli buoni (il pacifismo e l’altruismo di Rousseau).

Allora? Beh, in altri termini, se ai futuri colonizzatori spaziali fossero associati dei cyborg ‘tutori’ con Intelligenza Artificiale (IA), dotata di equilibrio e saggezza superiori a quella umana, potremmo contare, lassù dove si porteranno, su capaci governanti e cittadini modello, rispettosi delle buone leggi. E se, infine, è vero che le buone leggi fanno civili i popoli (Machiavelli), bingo! Nascerebbero di certo nuove civiltà in mondi migliori.

Da ultimo, se non è pretendere troppo, chissà che, così facendo, non si riesca a dar vita ad una nuova forma di civiltà ancora più evoluta di quanto si possa immaginare? Una civiltà senza sfaccendati che tentano di fare carriera in politica; senza politici faccendieri; senza astorici satrapi, di qualsiasi bandiera, che, come gli scimpanzè, invadono i territori altrui per appropriarsene; e anche – perché no? – senza certuni tipi di tormentosi spettacoli TV, che fanno arricchire spudoratamente i conduttori e rincitrullire gli spettatori. Insomma, alludiamo a un mondo tutto diverso, fondato sul quieto vivere, sulla solidarietà, sull’uguaglianza e dove i ricchi e poveri rappresentino non una disparità sociale, ma solo il nome reminiscente di un gradevole gruppo musicale.

Predizioni da fantascienza? No davvero! Allo stato delle cose, possibilità basate su conquiste della scienza del mondo “reale”.

Controindicazioni?

“Dobbiamo garantire che l’IA rimanga sempre sotto il controllo umano”. È quanto afferma il presidente di Microsoft Brad Smith a Bruxelles, durante il recente convegno intitolato “Europe’s Digital Transformation: Embracing the AI Opportunity”. E non a caso, in un’intervista a CTV News, James Cameron, noto regista dell’altrettanto noto film fantascientifico “The terminator”, ha espresso le sue preoccupazioni circa il pericolo che l’IA, particolarmente se militarizzata, potrebbe costituire per la nostra sopravvivenza. Beh!… questo significa che le controindicazioni ci sono, è chiaro, come per ogni rimedio. La ribellione della macchina è un tema basato al momento non più sulla fantascienza, ma sui possibili rischi dell’evoluzione tecnologica, tra cui, soprattutto, il sopravvento da parte dell’IA ai danni della specie umana.

C’è da augurarsi, insomma, che detta eventualità rimanga sempre e poi sempre sotto controllo o meglio ancora ai confini della realtà, altrimenti cara gente… cosa dire… cadremmo, ahinoi, dalla padella nella brace!

Giuseppe Arnò




IL MAMMUT DEL CASTELLO. Apertura quotidiana 

Dal 1° agosto al 3 settembre 

L’Aquila, 31 luglio 2023. Da domani, I agosto,  le aperture del Mammut al Castello Cinquecentesco dell’Aquila saranno quotidiane fino al 3 settembre. 

Per la prima volta un periodo lungo e continuativo in cui sarà possibile visitare l’imponente fossile,  preziosa testimonianza risalente a 1.300.000 anni fa,  ogni  giorno, compreso il ponte di Ferragosto  e, su decisione del nostro Museo,  anche lunedì  28 per la Perdonanza. Nel book shop del Castello, appositamente allestito e gestito da Opera Laboratori Fiorentini, è disponibile una linea di gadget dedicata al Mammut e realizzata in materiale sostenibile.

All’interno del Bastione Est  sono fruibili i QR Code inseriti sui pannelli per approfondimenti tematici in italiano e in inglese,  anche con lettore audio,   pubblicati sul sito del Museo. Nel mese di agosto gli unici due giorni di chiusura saranno lunedì  7 e 21. Le aperture straordinarie estive del mammut si concluderanno domenica 3 settembre.

Castello Cinquecentesco

Orario 9.30/19.30 (chiusura biglietteria ore 19.00)

Prenotazione obbligatoria solo per i gruppi superiori alle 20 persone all’indirizzo: mn-abr.urp@cultura.gov.it 

Biglietto unico, valido anche per il MuNDA: intero 5 €, ridotto 3 €, gratuito al di sotto dei 18 anni

LA SEDE DEL MuNDA in via Tancredi da Pentima (ex Mattatoio)

Orario:  8.30/19.30 (chiusura biglietteria  ore 19.00)

Con il biglietto  del Mammut sarà possibile visitare anche la sede del MuNDA all’ex Mattatoio, di fronte alle 99 cannelle, fino al 3 settembre,  dove è allestita la mostra “Il Maestro di Campo di Giove. Ricomporre un capolavoro” curata da Federica Zalabra e Cristiana Pasqualetti con un allestimento inedito: apparati virtuali, pannelli didattici, pannelli tattili e QR Code per approfondimenti tematici. Per la prima volta viene esposto il patrimonio illecitamente sottratto 121 anni fa a Campo di Giove in una ricomposizione resa possibile dall’azione sincrona e congiunta di vari protagonisti che ha permesso il recupero delle tavolette del XIV sec., il più grande ciclo narrativo dedicato al Santo.

Domenica 27 , alle ore 17.00  ultima visita guidata della tiflologa e percorso tattile sulla mostra, adatta anche a persone con disabilità visiva

Anche il MuNDa sarà aperto  tutti i giorni di agosto, con esclusione di lunedì 7 e 21 

Entrata gratuita in entrambe le sedi il  6 agosto e il 3 settembre  per #domenicalmuseo




SAXORGAN DUO

Gaetano Di Bacco sassofono, Italo Di Cioccio organo. Pratola Peligna 2 agosto ore 21:15

Sulmona, 31 luglio 2023. VagaLuna Festival 2023 prosegue il suo viaggio turistico-culturale nella Valle Peligna. La Rassegna Itinerante proposta dalla Camerata Musiale Sulmonese per l’attività estiva, dopo gli appuntamenti a Sulmona, Pacentro e Pescocostanzo, si ferma al borgo di Pratola Peligna per un concerto  speciale presso il Santuario della Madonna della Libera: SAXORGAN DUO, un incontro d’eccezione tra due strumenti musicali raramente abbinati, il sassofono e l’organo; un matrimonio d’amore, come lo ha definito Jean Marie Londeix, un grande sassofonista francese.

Al Sax  (sopranino, soprano e alto) il M° Gaetano di Bacco e all’organo il M° Italo Di Cioccio eseguiranno in prima assoluta  Fantasia su Evviva Maria. Il brano della durata di sette minuti, liberamente ispirato al canto popolare dei pellegrini dedicato alla Madonna della Libera, nasce da una idea di Gaetano Di Bacco, ed è stato commissionato dalla Camerata Musicale Sulmonese all’organista e compositore Italo Di Cioccio che lo esegue all’organo accompagnato dal  sax  Di Bacco.

Il programma prevede inoltre Prelude a Te Deum per sassofono sopranino e organo  di M. A. Charpentier (1634 – 1704), il Concerto in Re minore per sassofono soprano e organo di A. Marcello,  Alio Modo di Giorgio Paris (1961): rivisitazione del Dies Irae di Tommaso da Celano (1200 A.D.), seguono Tre melodie Gregoriane di Guy de Lioncourt (1855-1961), quindi per solo organo Scherzo-Fanfare Op. 45 di C. Loret (1833 – 1909), per sassofono soprano e organo  Hommage à Saint Hadelin  di A. Lamproye (1929).

Formatosi nel 1996 tra due dei più attivi strumentisti nel panorama concertistico italiano del loro strumento, il SaxOrgano Duo si caratterizza per la continua ricerca musicale in ambiti e formazioni diverse. Il repertorio trattato spazia dalle composizioni originali, alcune scritte e dedicate al duo, alle rivisitazioni del repertorio barocco. Il SaxOrgano Duo ha tenuto concerti in numerose città italiane partecipando a molti festival organistici anche in Cina e Svezia con consensi di pubblico e di critica.  Un organico particolare ed originale,  sempre con un’attenzione speciale alla scelta dei programmi che rispecchiano ogni volta una forte comunicazione emotiva e suggestiva: i due strumenti, lontani come cultura, nelle mani dei due musicisti riescono a fondersi in modo così naturale, che il timbro del sassofono diventa parte integrante dell’organo. La padronanza tecnica, insieme al sapiente gioco timbrico e musicalità che riescono ad evidenziare con i loro strumenti, li caratterizza e li distingue nel panorama concertistico.

La storia dei due musicisti entrambi originari di Pratola Peligna corre parallela sullo stesso binario anche se a distanza di un decennio.

Gaetano Di Bacco tra i più attivi sassofonisti italiani inserito nel panorama concertistico internazionale, membro del Quartetto di Sassofoni Accademia dal 1984, ha al suo attivo una rilevante attività concertistica con oltre 1600 concerti in Italia, Europa, Asia, Medio Oriente, America del Nord e Sud in realtà come  Mozarteum di Salisburgo, Teatro Teresa Carreño di Caracas, Palau de La Musica di Valencia, Conservatoire National Supérieur de Musique de Paris, Konzerthaus di Berna, Cappella Paolina al Quirinale, Toronto Downtown Jazz Festival, Teatro “Lisinski” di Zagabria. Numerose le collaborazioni con orchestre sinfoniche (Teatro dell’Opera di Roma, Orchestra Sinfonica Siciliana, Orchestra Sinfonica Abruzzese, Orchestra Sinfonica di Adana, Sinfonica di Bari, Orchestra Sinfonica di Minneapolis, Solisti Aquilani, Orchestra da Camera Fiorentina e numerose le collaborazioni con solisti come C.Delangle, B. Canino, M. Damerini, L. Castellani e con importanti compositori italiani come E. Morricone, e F. Mannino. Docente di sassofono del Conservatorio di Pescara, ha tenuto Master di specializzazione in

Italia, Francia, Slovenia, Usa, Turchia e Venezuela. Esecutore in prima assoluta di oltre 70 composizioni a lui dedicate, è commissario in vari  concorsi internazionali di sassofono. Ha inciso 12 compact disc per Nuova Era, Dynamic, ha pubblicato per la Lemoine e la Billaudot. Suona con sassofoni Selmer, anche Vandoren e accessori BG.

Italo Di Cioccio   diplomato    presso il Conservatorio dell’Aquila  poi in Clavicembalo presso il Conservatorio “Santa Cecilia” di Roma,  svolge attività concertistica che lo vede protagonista in numerosi Festival internazionali,  con consensi di pubblico e di critica che gli riconosce:  tecnica superiore,  grande sensibilità interpretativa e la particolare scelta del repertorio, elementi che lo contraddistinguono nel vasto panorama concertistico. Compone musica per documentari e sigle televisive. I suoi interessi artistici si estendono alla musica elettronica e al computer per la musica d’uso e di ricerca. È pianista di The Modern Abruzzo Orchestra e di Baroque & Blue Quartet, gruppo che esplora repertori diversi, dalla musica barocca alla musica da film passando attraverso il Jazz. Per questo quartetto cura gli arrangiamenti e compone brani ad esso dedicati: Vitrail e Divertissement, inciso sul CD “Perosi Musici” edito dalla Baika Musik. Dal 1978 è stato docente nei Conservatori: “S. Giacomantonio” di Cosenza, “L. Perosi” di Campobasso e titolare della cattedra di Organo e Composizione organistica presso il Conservatorio “L.D’Annunzio” di Pescara.




NOTE SOTTO LE STELLE: musica con lo sguardo verso il cielo

Torna la rassegna dedicata all’arte, alla musica e all’incanto del firmamento estivo

Spoltore, 31 luglio 2023. Passeggiare per le antiche stradine e le suggestive piazzette di Spoltore incontrando band musicali, cantautori, artisti di strada, performer e concludendo il percorso osservando astri e pianeti da un torrione medievale nella vigilia della notte di San Lorenzo: è questo il programma della VI edizione di “Note sotto le stelle” prevista permercoledì 9 agosto nel cuore del borgo a partire dalle ore 17.00.

L’iniziativa, promossa da Pro Loco Spoltore – Terra dei 5 Borghi e sostenuta dal Comune di Spoltore e dall’Unione regionale Pro Loco, rappresenta la gettonatissima tappa estiva del Festival dei 5/4 ed è ormai uno degli eventi più apprezzati dell’estate spoltorese.

La manifestazione, che quest’anno vedrà la direzione artistica dell’attrice Antonella De Collibus, proporrà i seguenti eventi: dalle ore 17.00 alle 20.00, negli spazi della cripta, la cantautrice Federica Marlò, una delle giovani voci più apprezzate del nostro panorama, offrirà una masterclass gratuita sull’uso della voce nel veicolare il proprio messaggio, mentre piazza Di Marzio ospiterà una jam session.

Alle 19.00, in Largo Fosse del grano, sarà la volta di “Vagabondi al castello”, una sorprendente favola musicale – acrobatica ideata dal musicista Pino Petraccia insieme all’acrobata Schwartz Müller.

Dalle 19.30 alle 20.30 all’interno della biblioteca “Piero Angela” lo sleeping concert di Fabio Bonomo offrirà una magica e suggestiva esperienza di sonorizzazioni volte a creare uno stato di totale rilassamento con strumenti come campane di cristallo, sintetizzatori, water spring bowl, waterphone, brain tuning forks, gong, spring drum ecc. Nello stesso orario, in via dei Peloni, una performance ispirata ai rituali sciamanici ed esoterici coinvolgerà il pubblico nella creazione di un’opera d’arte tutta in divenire, realizzata con il sale dalla performer Sara Tatoni, accompagnata dalla musica di Rogério Celestino.

In piazza D’Albenzio, cuore della manifestazione, alle 20.30 il giovane cantautore Carlo Valente presenterà i brani del suo ultimo lavoro, “Metri quadrati”, accompagnato al piano da Edoardo Petretti mentre alle ore 21.30 sarà la volta di “Jester at work”, al secolo Antonio Vitale, con la sua band (Alessio D’Onofrio – chitarra, Michelangelo Del Conte – batteria, Max Leggieri – basso) per un concerto tra folk, blues, dark e southern rock.

Spazio anche ai più piccoli col Ludobus di Luca Pelusi e il suo piccolo laboratorio di circo per bambini, alle ore 18.00 sul belvedere G. Gaist, e con il trampoliere itinerante (ore 21.30 Piazza Di Marzio).

Non mancherà la magia, quella delle rune e dei cristalli con i consulti di Rosy Siani e Cinzia Taraborelli, e quella del cosmo grazie alle osservazioni astronomiche del Gruppo Astrofili Pescaresi “RA” (GASPRA), presenti con i loro telescopi sul bastione del castello a partire dalle 21.00.

Inoltre, per celebrare sia le stelle del cielo che quelle della musica, il Circolo Pro Loco in via del Corso ospiterà la mostra fotografica “Stelle tra cielo e terra”, con gli scatti dei fotografi-astrofili Flavio Passeri e Giulio Basti e le immagini delle più grandi glorie del jazz e della musica mondiale realizzate dal fotografo Paolo Iammarrone.

Prenotazioni obbligatorie per le attività a numero chiuso (preferibilmente con messaggi whatsapp):

 – per le osservazioni astronomiche – tel. 3501811922;

 – per la masterclass di F. Marlò e per lo sleeping concert –  tel. 3294215113.




ROCCIAMORGIA FESTIVAL 2023. Ospite Lara Molino  

Domani 1° agosto il concerto a Castiglione Messer Marino

Castiglione Messer Marino, 31 luglio 2023. Il 29 luglio si è aperta la VII edizione del Rocciamorgia Festival – Il Molise di mezzo tra arti e cultura. Ospiti prestigiosi, un programma molto ricco hanno caratterizzato questa edizione che vede la cantautrice Lara Molino tra i protagonisti di questa manifestazione.

Il direttore artistico, Antonio Seibusi, ha fortemente voluto la Molino che si esibirà, a partire dalle ore 21:30, a Castiglione Messer Marino, davanti il sagrato della chiesa San Michele Arcangelo con ingresso gratuito. La cantautrice, voce, chitarra e armonica a bocca, sarà accompagnata da Giuseppe Di Falco (fisarmonica) e Giuseppe Mastromatteo (percussioni). Molino proseguirà il suo tour a Manoppello (8 Agosto), Vasto (9 agosto), Termoli (14 agosto).

Lara Molino Bio

Lara Molino è una cantautrice, polistrumentista e musicoterapista. Chitarra, violino, fisarmonica, accompagnano i testi che scrive in italiano ed in dialetto abruzzese, compendiati nei dischi che ha all’attivo – Tra le mie braccia (2006), Il mio angolo di cielo (2009), Fòrte e gendìle (2017), Amoremé (2022) – Dal 1999 al 2004 canta in eventi internazionali alla presenza del Papa Giovanni Paolo II, nel 2009 apre la tappa teatina del tour di Gianni Morandi, mentre nel 2016 si diploma in Musicoterapia e scrive, producendolo, lo spettacolo Grazie Scusa Permesso, che porta in tour anche in alcuni istituti penitenziari. Nel 2017 e nel 2018  ha suonato col violinista Michele Gazich, produttore artistico del disco “Fòrte e gendìle”. Nel 2022 presenta il suo nuovo lavoro discografico “Amoremè” che dà il titolo anche al suo nuovo spettacolo. Il 1° maggio 2023 incide e produce il singolo “8 Agosto 1956” che parla dei minatori di Marcinelle, affrontando così il tema dei caduti del lavoro.




CAPITALI CORAGGIOSI di Bepi Pezzulli

Presentazione del libro giovedì 3 agosto 2023, ore 18:30 Lido Aurora

Pescara, 31 luglio 2023. Si terrà giovedì 3 agosto, alle ore 18.30, al Lido Aurora di Pescara, la presentazione del libro “Capitali coraggiosi – Un viaggio nella finanza privata: dalle strade di San Francisco ai grattacieli di Wall street (Armando Editore)” di Bepi Pezzulli.

L’opera, che vede la prefazione del presidente della Consob, Paolo Savona, discute il ruolo del private capital nell’economia, illustrandone le funzioni procicliche e anticicliche. Modera l’incontro il direttore editoriale di TV6, Mauro Di Pietro.

La presentazione è inserita nel programma di “Lidi d’autore”. L’ingresso è libero (il Lido Aurora è in Viale della Riviera 2).

Uno dei miti più resistenti nell’immaginario economico è che i fondi d’investimento finanzino buone idee o imprenditori creativi. La realtà, molto più sensata, è che il private capital investe in industrie trasformative, che nel medio-lungo termine possano disporre di un vantaggio competitivo rispetto all’insieme del mercato. Piuttosto resistente è anche l’idea che il private capital si esaurisca in una iniezione di capitale di rischio nelle imprese. La realtà, molto meno intuitiva, è che il private capital attiva soprattutto leve non finanziarie, quali la disciplina di mercato, il trasferimento di know-how e la cultura d’impresa.

Bepi Pezzulli è avvocato specialista in materia di finanza straordinaria, private capital, shadow banking e fintech, ha ottenuto l’abilitazione professionale come Attorney-at-Law a New York e Solicitor in Inghilterra e Galles. Ha lavorato presso Sullivan & Cromwell LLP e Shearman & Sterling LLP a New York, prima di passare ad incarichi manageriali presso la Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo (BERS) e BlackRock (NYSE: BLK) a Londra. Ha fatto parte del Consiglio di amministrazione di Finlombarda SpA, una banca d’investimento a capitale pubblico (consigliere non esecutivo) e della Camera di commercio britannica per l’Italia (consigliere non esecutivo); ha svolto la funzione di segretario del cda di Italia Online SpA (MIB: IOL), un’azienda di digital marketing. In precedenza, ha pubblicato “L’altra Brexit” (I libri di Milano Finanza, 2018).




CAMPOMIZZI CHIUDE. Catene ai cancelli

Vengono messe in modo definitivo alla Ex Caserma militare

L’Aquila, 31 luglio 2023. Un complesso formato da 3 palazzine, più di 360 posti letto, provvisto di mensa, viene sbarrato. Una struttura che per ben 13 anni ha ospitato centinaia e centinaia di studentesse e studenti che hanno deciso di abitare quello spazio, di viverlo, di renderlo un luogo di aggregazione, di comunità. Una storia molto sofferta quella della residenza universitaria Campomizzi, dove per anni si è minacciata la sua costruzione.

Una soluzione provvisoria, che sarebbe stata utile fino alla costruzione della nuova casa dello studente. Un provvisorio che è durato 14 anni e che non ha mai avuto una progettualità definitiva, concreta. Una storia che parla di amministrazioni competenti, Regione, Adsu e Comune, che non hanno minimamente sostenuto un percorso per la costruzione di una residenza universitaria alternativa e non hanno né lavorato per trasformare Campomizzi in una Residenza Universitaria permanente, non mancando certo gli spazi per le attività dell’esercito nell’enormità della Caserma Pasquali, né hanno difeso strutturalmente il principio della permanenza almeno fino alle chiavi in mano di una Residenza pubblica alternativa e comparabile per capienza e posizione.

Così come negli ultimi anni la stessa Università non ha dato forza all’esigenza di permanenza della Residenza pubblica rivolta agli studenti aventi diritto nel rispetto dell’Art.34 della Costituzione, quindi dando centralità alla condizione economica, preferendo invece spendere il proprio peso su soluzioni, peraltro anch’esse in ritardo di anni, che non saranno nell’alveo delle normative del diritto allo studio universitario. Anni ed anni di lotta dell’UDU L’Aquila, al fianco dei lavoratori di Campomizzi e della CGIL, hanno permesso a Campomizzi di restare aperta per questi lunghi anni, dando una reale possibilità a tante studentesse e tutti gli studenti bisognosi di un posto letto e aventi diritto ad avere risposte pubbliche.

 Esattamente, bisogno. Questo luogo era destinato per tutte quelle ragazze e quei ragazzi che non potevano permettersi di pagare un affitto, di sostenere le spese delle utenze, del cibo ma soprattutto era per tutte quelle ragazze e ragazzi aventi diritto. Coloro che sono realmente sconfitti dalle vicissitudini e dai conflitti sulla residenza universitaria Campomizzi sono le studentesse e gli studenti.

Questo perché ancora oggi la comunità studentesca e la città dell’Aquila troveranno un tipo di accomodamento provvisorio, ovvero l’Ater a Cansatessa, con pochi posti e ad oggi senza servizi. Un “tappabuchi”, in attesa di un reale progetto che determini la costruzione della nuova residenza universitaria pubblica cittadina.

Una città che si pronuncia “Città universitaria”, ma che sembra far di tutto per non meritare questo titolo. La chiusura di Campomizzi non è da intendersi semplicemente come un evento a sé stante: è da intendersi anche a livello globale, come di fatto un fallimento. La storia vuole che per la Ex Caserma militare Campomizzi non ci sarà più futuro.

Noi, come Udu L’Aquila, siamo orgogliosi delle lotte fatte che hanno permesso di arrivare, tra mille difficoltà, fino ad oggi. Non siamo stati complici di questa chiusura, abbiamo anche quest’anno proposto percorsi sostenibili di proroga della Residenza.

Insieme a noi ci hanno creduto e sostenuto in pochi. Troppi invece hanno accompagnato, agevolato, se non anche voluto, chiudere questa storia che è stata capace di accogliere in questi lunghi anni migliaia e migliaia di studentesse e di studenti, molti dei quali probabilmente non avrebbero potuto permettersi un alloggio privato in Città. Chiude Campomizzi. Insieme alla Caserma, si chiudono tutte le esperienze, i sorrisi, le ore di studio che molte ragazze e molti ragazzi hanno vissuto lì dentro.

Si mettono le catene, ingiuste, su una parte di storia di questa città.

UduAq Responsabile Stampa UduAq

Chloe Marrone, Martina Coccia

Coordinatore UduAq

Giacomo Piccolo




LA FORMAZIONE DI ASPIRANTI ATTORI

Cinema e teatro, nasce in Abruzzo una nuova accademia. Tra i docenti dei corsi di Centro Palco Academy: Silvia Mezzanotte, Matilde Brandi, Vanessa Gravina, Ettore Bassi e Francesco Montanari

Francavilla al Mare, 31 luglio 2023. Nasce in Abruzzo una nuova realtà in fatto di alta formazione cinematografica e teatrale ed è Centro Palco Academy, ideata e promossa dall’artista abruzzese Marco Santilli. L’accademia, che avrà tra i docenti volti noti dello spettacolo, inaugurerà il calendario dei corsi ad ottobre. Con 25 studenti che seguiranno otto mesi di formazione  e acquisiranno concetti e tecniche finalizzati all’inserimento nel mondo del cinema e del teatro. Un’iniziativa preziosa per i numerosi ragazzi e aspiranti attori che scelgono di formarsi in modo professionale e di realizzare il proprio sogno nel cassetto.

I partecipanti avranno modo di seguire i corsi di recitazione teatrale e cinematografica che saranno tenuti da Vanessa Gravina, Ettore Bassi e  Francesco Montanari. Vanessa Gravina vanta un’intensa carriera nel mondo del cinema e delle serie tv, con le partecipazioni a La Piovra 4 e 5, Centovetrine e Il Paradiso delle signore. Ettore Bassi è stato protagonista di numerose fiction di successo come Carabinieri e Rex,  e per il grande schermo ha preso parte al cast di film come Quello che le ragazze non dicono, La regina degli scacchi, Promessa d’amore e Taxi Lovers. Francesco Montanari è noto per essere stato nel cast del telefilm Romanzo criminale – La serie, che si ispira alla vera storia della pericolosa banda della Magliana, ma anche per  aver recitato in teatro accanto a Benedicta Boccoli e Sebastiano Somma in “Sunshine” per la regia di Giorgio Albertazzi.

Il corso di impostazione e uso della voce sarà curato da Silvia Mezzanotte, storica voce dei Matia Bazar – gruppo con cui si è aggiudicata la vittoria del Festival di Sanremo con il brano “Messaggio d’amore” nel 2002 – e famosa anche per la sua carriera da solista e per aver portato in tour diverse rappresentazioni teatrali. Il corso di movimento scenico sarà tenuto da Matilde Brandi, ballerina, showgirl e attrice teatrale, nota per essere stata nel corpo di ballo di Fantastico su RaiUno, di Buona Domenica su Canale 5, della compagnia del Bagaglino e prima ballerina di Domenica In. Ha inoltre collaborato con Adriano Celentano, Albano e Giorgio Panariello e, in teatro, con Claudio Amendola.

Il corso di dizione sarà a cura dell’attrice e showgirl Emy Bergamo, protagonista di show, musical e miniserie tv per Francesco Pingitore, Carlo Vanzina e Massimo Ranieri, mentre quello di regia sarà tenuto da Fabrizio Coniglio, attore di famose fiction televisive come L’Allieva e noto per aver interpretato il marchese Ludovico Clermont, nella recente serie Netflix “La legge di Lidia Poët”.

Nel corpo docente ci saranno anche Francesco Branchetti per i corsi di illuminotecnica e scrittura creativa e la dott.ssa Chiara Masciovecchio per la parte relativa alla psicologia e alla comunicazione.

Un team di alto livello è quello che accompagnerà gli studenti nel percorso formativo. Inoltre, Centro Palco Academy creerà, a fine anno accademico, incontri con registi teatrali e cinematografici e casting director, per dare continuità al bagaglio culturale acquisito durante il corso e per poterlo mettere in pratica da subito con le prime esperienze nel mondo del cinema e del teatro.

I corsi si terranno all’hotel Villa Maria di Francavilla al Mare, in provincia di Chieti. Tutte le informazioni per poter partecipare e per saperne di più sono consultabili sul sito www.centropalco.it. 

Barbara Del Fallo




28 RESPIRI PER CAMBIARE VITA Daniel Lumera presenta il suo ultimo libro

Riva Del Sol sarà proclamata Spiaggia Gentile

Roseto degli Abruzzi, 29 luglio 2023. Domenica 30 luglio, nell’ambito del progetto “Le Domeniche della Gentilezza”, l’autore bestseller Daniel Lumera, riferimento internazionale nelle scienze del benessere e fondatore del Movimento Italia Gentile, sarà nel Comune Gentile di Roseto degli Abruzzi, in provincia di Teramo, per presentare presso la Villa Comunale alle ore 19 il suo nuovo libro edito da Mondadori: 28 RESPIRI PER CAMBIARE VITA. Come raggiungere una mente illuminata, in dialogo con la counselor olistica Candida Di Bonaventura.

La serata vedrà anche il conferimento del titolo di Spiaggia Gentile a Riva Del Sol, spiaggia rosetana sul lungomare nord, che intende impegnarsi nella diffusione del valore della gentilezza a 360° aderendo al Movimento Italia Gentile fondato da Lumera e promosso dall’Organizzazione di Volontariato My Life Design. Il Movimento, nato nel 2020, poggia su ricerche scientifiche internazionali che attestano i benefici della “biologia dei valori” declinati in progetti in ambito educativo, ambientale, culturale, sociale, della salute, della giustizia e dell’economia. Oggi coinvolge oltre 300.000 persone e centinaia di enti, imprese e istituzioni in Italia e all’estero nella diffusione del valore universale della gentilezza, trasformandolo in progetti concreti ad alto impatto sociale per le comunità e i territori in tutto il mondo, grazie anche alla sua espressione internazionale, l’International Kindness Movement.

E Riva Del Sol intende subito partire con il progetto “Arte e Benessere”, dedicato alla cura dell’essere e alla consapevolezza grazie all’unione tra pratiche olistiche ed eventi culturali, come musica, meditazione, yoga in riva al mare. Il primo evento in programma dà appuntamento all’alba del 10 agosto con un concerto in spiaggia accompagnato da pratiche di Qi Gong e meditazione. Riva Del Sol sancisce così il suo impegno nella gentilezza, che già contraddistingue lo stabilimento balneare fondato sulla sostenibilità ambientale (tutti gli arredi sono realizzati con materiali di riuso), l’attenzione all’importanza del contatto tra uomo e natura, e l’inclusione sociale.

Durante la serata del 30 luglio con Daniel Lumera si parlerà, quindi, di “biologia dei valori” e gentilezza, ma sarà anche possibile sperimentare alcune pratiche che toccano i temi portanti del suo nuovo saggio 28 respiri per cambiare vita, che si concentra sulle potenzialità della nostra mente e sul respiro consapevole, un piccolo segreto millenario capace di risvegliare uno stato di benessere, vitalità, lucidità, creatività e, allo stesso tempo, di raggiungere calma duratura e pace interiore attraverso quella che viene definita una “mente illuminata”.

Unendo le moderne neuroscienze e le antiche tradizioni, l’autore illustrerà al pubblico un percorso rivoluzionario accessibile a tutti, chiamato bioreconnecting, per ristabilire l’armonia dell’intero organismo e della propria vita. Si tratta di una particolare successione di respirazioni consapevoli basata su cicli di 28 respiri, che crea una sequenza ritmica perfetta in grado di rigenerare mente e corpo, regolare la chimica del cervello, ritrarre l’attenzione dalla percezione del mondo e dall’azione per concentrarla sulla consapevolezza interiore di “essere”, bilanciando dopamina, noradrenalina, serotonina e ossitocina, i neurotrasmettitori responsabili del nostro equilibrio psicoemotivo, della motivazione e del focus, per un benessere armonico del nostro intero organismo. Intercorre, infatti, una strettissima relazione tra respirazione, stato emozionale, forza vitale, stato mentale e salute fisica: basti guardare alla nostra società “dopaminergica”, incentrata su ritmi disfunzionali, che ci hanno portato alla life-blindness, la cecità alla vita, all’empatia, alla compassione, allontanandoci dall’equilibrio naturale con conseguenti stati di ansia, stress e depressione, i “mali del secolo” secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, capaci di aumentare il rischio di mortalità prematura del 134%.

“Lo scorso anno aderivamo al progetto “Italia Gentile” con la volontà di passare da una logica dell’Io alla logica del Noi e crescere come comunità attorno ai valori del benessere sociale, del rispetto dell’ambiente, del rispetto della diversità – affermano il Sindaco Mario Nugnes e la Presidente del Consiglio Gabriella Recchiuti – Si sono succedute in questo anno tante iniziative che sono espressione di questo Movimento e di questo modo di concepire anche l’azione delle Istituzioni all’interno della Comunità. Siamo contenti di riavere con noi Lumera che sta raccogliendo sempre più consensi attorno al suo progetto in tutta Italia e in tutto il mondo”.

Com’è possibile, dunque, raggiungere una mente illuminata? La risposta che il libro 28 respiri per cambiare vita indica sta in strategie efficaci e 9 passi per tenere la mente in salute e svilupparne il potenziale, a beneficio della nostra vita in ogni suo aspetto, di chi ci circonda e dell’ambiente in cui viviamo.

“Con questo libro – spiega Daniel Lumera – invito il lettore ad intraprendere un viaggio alla scoperta delle potenzialità della mente e dei benefici di una respirazione consapevole per raggiungere il benessere totale. Se è vero che il cervello comanda il respiro, è anche vero che il respiro è in grado di influenzare il cervello e le sue funzioni: la produzione di neurotrasmettitori e ormoni, la pressione arteriosa, il sistema neurovegetativo, il ritmo cardiaco. Grazie, quindi, alle strategie più efficaci che io stesso ho sperimentato in prima persona e che condivido pagina dopo pagina nel volume, è possibile esperire fin da subito con chiarezza il potere della presenza mentale, risvegliare l’intelligenza del cuore, riconoscere i nostri desideri più autentici, eliminare i veleni della mente e liberarci dai codici comportamentali disfunzionali e inconsapevoli, coltivare la creatività, vivere esperienze percettive e cognitive straordinarie che vanno oltre la consueta visione del mondo, per aprirci a una nuova e più profonda comprensione del miracolo della vita. A cominciare da 28 semplici respiri”.




LO SCAPPATO DI CASA, appunti di viaggio e di vita

Incontro con Andrea Alfidi

Luco dei Marsi, 29 luglio 2023. Un viaggio intorno al mondo e alla crescita individuale, attraverso percorsi  a tratti impervi e complessi. É il filo conduttore del progetto Lo Scappato di casa, di Andrea Alfidi, al centro dello spazio sociale e culturale in programma per oggi pomeriggio, sabato 29 luglio, alle 18, nella sala dell’ex municipio, in piazza Umberto I a Luco dei Marsi, e annoverato nella rassegna estiva Vacanze luchesi.

Blogger e Content Creator, Andrea Alfidi  lascia nel 2018 un’avviata carriera da fashion designer per aprire un nuovo capitolo della sua vita che, zaino in spalla, lo avrebbe portato lontano, in un viaggio “Tra minimalismo e nomadismo”, un percorso costellato di caleidoscopiche esperienze che ha deciso di documentare e raccontare, in un progetto che “Si sviluppa da un lato su un aspetto pratico, offrendo consigli per viaggiare da soli per lunghi periodi e senza spendere, dall’altro su uno più profondo per cercare il vero senso dell’esistenza attraverso il viaggio come forma terapeutica d’indagine interiore”, spiega l’Autore.

“Parlo di viaggi attorno al mondo e di accettazione, condivisione, spiritualità e libertà d’espressione attraverso un cammino di crescita personale nella consapevolezza. Questo è quindi un viaggio a 360 gradi tra corpo, mente e spirito”, sottolinea Andrea Alfidi, “Lo Scappato di Casa vuole lanciare un messaggio di libertà e positività per incoraggiare ad essere sempre sé stessi e ad inseguire e realizzare i propri sogni”. Nel corso dell’incontro in programma si terrà la proiezione del documentario realizzato in diversi Paesi.

“Si tratta di una produzione, e un progetto, più che affascinanti, e l’incontro di oggi darà modo di sperimentarlo”, rimarca la sindaca Marivera De Rosa, “Andrea Alfidi arriva dalla Marsica al mondo passando da una più rassicurante, e per certi aspetti più semplice, dimensione lavorativa e di vita a un viaggio fisico e spirituale ricco di incognite ma anche di preziose scoperte, che sa trasmettere in modo suggestivo e con grande efficacia. Invito tutti a partecipare”.




PADRI E PADRINI DELLE LOGGE invisibili. Alliata gran maestro di rispetto

Presentazione del libro di Piera Amendola, giovedì 3 agosto ore 18, Giulianova Sala Buozzi. Iniziativa promossa dalla Procura della Repubblica di Teramo

Giulianova, 29 luglio 2023. Senza indugiare in facili suggestioni e intriganti illazioni ma richiamando sempre l’attenzione del lettore sui fatti e sui molti interrogativi rimasti senza risposta, Piera Amendola ricostruisce minuziosamente la storia della massoneria deviata in Italia, un fenomeno unico, perché nulla di simile esiste in nessun’altra parte del mondo.

Un viaggio nel sottosuolo  delle logge coperte che ha fra i protagonisti il principe Giovanni Francesco Alliata di Montereale, detto Gianfranco, un personaggio che risulta centrale nella ricostruzione storica dei rapporti tra logge deviate, destra eversiva e criminalità mafiosa.

“Padri e padrini delle logge invisibili” è il frutto di anni di ricerche condotti con il rigore dell’archivista; Piera Amendola, infatti, è stata documentarista della Camera dei deputati, e  responsabile dell’archivio della Commissione parlamentare d’inchiesta sulla loggia massonica P2, divenendo una delle più strette collaboratrici dell’onorevole Tina Anselmi. Successivamente ha diretto l’archivio della Commissione parlamentare antimafia presieduta dall’onorevole Luciano Violante ed è stata consulente delle procure della repubblica di Palermo, Napoli, Brescia, Aosta, Perugia. È attualmente consulente delle parti civili nel processo sulla strage alla stazione di Bologna. 

La Amendola ha scritto un libro complesso, come complessa, ramificata, sotterranea è la storia che racconta: quella delle logge massoniche irregolari che negli ‘70 siglano un patto con organizzazioni mafiose e destra eversiva. Logge spurie, associazioni paramassoniche, ordini cavallereschi diventati centri di potere criminali. Logge e associazioni segrete, come segreti sono i nomi di gran parte dei loro associati: un pericolo per la democrazia.

Il libro sarà presentato a Giulianova  grazie all’iniziativa della Procura di Teramo guidata da Ettore Picardi. Spiega il Procuratore: “Il tema delle realtà segrete, dei gruppi come degli atti non conosciuti dall’opinione pubblica, sembra interessare meno di qualche tempo fa. Perché se ne parla poco, in questa società iperconnessa non essere citati è come non esistere. Invece la trasparenza delle azioni delle istituzioni è un valore inderogabile. Consente il controllo migliore e la partecipazione più significativa di tutti i cittadini. Non conoscere è la negazione della democrazia. Perciò questo tema va assolutamente ripreso, in primo luogo dalla cultura vera di un paese”.

L’incontro con la scrittrice Piera Amendola si svolge con il patrocinio del Comune di Giulianova e sarà arricchito dalla presenza dello stesso Procuratore della Repubblica del Tribunale di Teramo, del presidente dell’Ordine degli avvocati Antonio Lessiani, dell’avvocato Tommaso Navarra e del sindaco di Giulianova Jvan Costantini che aprirà l’appuntamento portando i suoi saluti.  A moderare la presentazione la giornalista Pina Manente.




OSPITI DI MED- MARI E DESERTI

Mercoledì 2 agosto incontro con il giornalista Enrico Franceschini

Casalbordino, 28 luglio 2023. Enrico Franceschini, giornalista di Repubblica, racconta la sua entusiasmante vita da cronista nel libro “Come girare il mondo gratis. Un giornalista con la valigia”. Tre continenti, cinque capitali, venti traslochi e mai il tempo di annoiarsi: lui stesso riassume così quarant’anni come corrispondente di un grande giornale, in giro per il mondo. Attraverso una galleria di personaggi che include i grandi della terra, da Reagan a Gorbaciov, da Peres a Arafat, da Tony Blair a Elisabetta II,  l’autore offre uno sguardo appassionato, ironico e istruttivo sulla grande avventura del giornalismo e sui Paesi in cuiha vissuto.

Mercoledì 2 agosto alle ore 21 Franceschini sarà ospite dell’associazione MeD-mari e deserti per presentare il libro nella suggestiva cornice di Palazzo Furii a Casalbordino. L’ingresso è libero.

Il giorno seguente, giovedì 3 agosto alle ore 19.00, lo stesso Franceschini sarà ancora ospite di MeD per un aperitivo letterario presso Relais Piano Valle a Pollutri. Per questo secondo appuntamento i posti sono limitati ed è quindi necessaria la prenotazione entro il 30 luglio al numero 3388999526 o tramite e-mail: mariedeserti@gmail.com Durante gli incontri sarà possibile aderire all’associazione.

Enrico Franceschini

Gira il mondo da oltre quarant’anni come corrispondente estero di Repubblica. Ha vissuto a New York, Washington, Mosca, Gerusalemme e Londra, dove risiede attualmente. Nel 1993 ha vinto il Premiolino, uno dei più antichi e importanti premi giornalistici italiani, per il suo reportage sul golpe in Russia. È autore di venticinque libri di narrativa e saggistica, tra cui la recente trilogia di romanzi gialli Bassa marea, Ferragosto e Un’estate a Borgomarina. Per Baldini+Castoldi ha pubblicato nel 2021La fine dell’impero.

Lucia Valori

Presidente Associazione MeD-mari e deserti




COSA RESTA DELLA RIVOLUZIONE di Sergio Marchionne

Domani l’evento di Confartigianato con l’autore Tommaso Ebhardt. A cinque anni dalla scomparsa, dialoghi con chi lo conobbe da vicino per ricordare la figura di un leader visionario

Chieti, 28 luglio 2023. “Cosa resta della rivoluzione di Sergio Marchionne”: questo il titolo dell’evento promosso da Confartigianato Imprese Chieti L’Aquila. Nel corso dell’incontro verrà presentato l’omonimo libro di Tommaso Ebhardt, alla presenza dell’autore, che per la prima volta sarà nella città di Marchionne. Ad introdurre i lavori il professor Massimo Pasqualone. Previsti interventi di chi ha conosciuto da vicino Marchionne.

L’appuntamento è per domani, sabato 29 luglio, alle ore 21, a cinque anni esatti dalla scomparsa di Sergio Marchionne. L’evento si svolgerà nel Teatro Giardino “F. Sanvitale” di  Palazzo de’ Mayo, a Chieti. L’ingresso è libero, fino al raggiungimento dei posti disponibili.

L’iniziativa, organizzata in collaborazione con la Fondazione Banco di Napoli e con il Rotary Club Chieti, si svolgerà contestualmente alla Notte Bianca dello Sport e del Commercio, promossa dal Comune di Chieti e dal Coni.

A cinque anni dalla scomparsa di Sergio Marchionne, Tommaso Ebhardt – a capo della redazione di Bloomberg News di Milano – torna in libreria con un’attesissima edizione aggiornata e ampliata del bestseller sul manager che ha salvato Fiat e Chrysler dalla scomparsa. L’autore riprende il filo del racconto andando a ritrovare i protagonisti di un’epoca rivoluzionaria, da John Elkann ad Alfredo Altavilla, agli amici della little Italy di Toronto in un viaggio ideale che parte da Torino e arriva fino ad Amatrice via Detroit, alla ricerca di cosa resta del ciclone Marchionne.

“Con questo evento collaterale – afferma il presidente di Confartigianato Chieti L’Aquila, Camillo Saraullo – andiamo ad arricchire il già folto programma della Notte bianca dello sport e del commercio. È per noi un onore ospitare questa iniziativa, non solo perché per la prima volta Tommaso Ebhardt sarà a Chieti, ma anche e soprattutto perché daremo voce alle testimonianze di chi ha conosciuto da vicino Sergio Marchionne, uno dei personaggi più illustri della nostra città, e può raccontare aspetti inediti di lui e del suo talento. Proprio attraverso quei racconti, ragioneremo a 360 gradi su chi sia stato Sergio Marchionne, tra i leader più visionari della storia recente, e su cosa resti della sua eredità”.




UN MOSAICO per Tornareccio 2023

Domani l’inaugurazione  

Tornareccio, 28 luglio 2023. Domani, 29 luglio alle ore 18, nella sala polivalente R. Gaspari, in via Don Bosco si terrà la cerimonia inaugurale della 14esima edizione di “Un Mosaico per Tornareccio”, con il taglio del nastro della mostra dal titolo “Roma – Milano. Le capitali dell’arte in ricordo di Alfredo Paglione”, curata da Elena Pontiggia e Gabriele Simongini.

Quest’anno la rassegna d’arte contemporanea, organizzata dall’associazione Amici del Mosaico Artistico e dal Comune di Tornareccio, collocherà il mosaico numero cento e ricorderà Alfredo Paglione, ideatore dell’evento.




VA DI SCENA il reggae

Ad Acapulco Beach sabato 29 luglio

Pescara, 28 luglio 2023. Sabato 29 luglio va di scena il reggae ad Acapulco Beach a Pescara, a partire dal tramonto si alterneranno numerosi artisti e sound system, della scena locale e no, per celebrare in spiaggia le note allegre ma consapevoli della musica in levare.

Tra gli artisti presenti anche don Tino, singer e promoter pescarese ben noto anche fuori dai confini regionali, con numerosi album e singoli con la sua band storica Maga Dog, presente anche Omar Faye Gawane, artista senegalese, membro degli ex Jamafrica e ideatore della serata.

Ad esibirsi anche artisti come Mc Laye, Davidone, King Mama Dabadab e tanti altri, l’appuntamento con le buone vibrazioni è questo sabato ad Acapulco Beach.




IL VERBO «PECURÀ»

di Franco Cercone

Articolo pubblicato alla pagina n.31 del Bollettino Trimestrale ASTRA

[Tradizioni Popolari Abruzzesi. Anno II Numero 2 (gennaio-febbraio-marzo) 1974]

Questo strano verbo è particolarmente usato nella Valle Peligna ed anche nel chietino, nel senso di guardare, osservare.

A Cansano, mio paese nativo, l’espressione «PECURÀ MOJ» equivale a «ma guarda un po’!».

Tale verbo è strettamente collegato, almeno ritengo, ad un’area geografica come quella peligna, la cui attività principale, da tempo immemorabile, è stata sempre la pastorizia.

In un primo momento, forse, il verbo «pecurà» ha avuto soltanto il significato di «guardare le pecore», anche se in latino «pecus» indica il bestiame in genere.

Il Finamore a tal proposito nota solo quanto segue: Pecurà, musare, guardare attentamente, come fa la pecora. Semplicemente «guardare».  

Nelle società primitive i beni erano costituiti essenzialmente dal bestiame, che pertanto doveva essere sorvegliato e difeso. Il potere esercitato dal capo sul gruppo era in relazione non solo alla sua forza fisica, bensì anche al bestiame posseduto.  

E poiché il bestiame significava ricchezza, da pecus è derivato il termine «pecunia».

Successivamente, grazie all’economia dello scambio, il concetto di ricchezza si allarga per comprendere non solo il bestiame, ma anche i prodotti della terra, utensili, armi e così via. Aumenta così il numero delle cose da «pecurà››, cioè da guardare, sorvegliare. Il verbo «pecurà» si stacca così dal suo primo ed unico oggetto, il bestiame, ed assume il significato più vasto di osservare.