SPREMUTA D’INCUBO di Giorgia Mascitti

Mostra d’arte contemporanea a cura di Marcella Russo

Opening sabato 21 gennaio  ore 18:00 Spazio Sei piazza dei caduti del mare, dal 21 gennaio  al 26 febbraio 2023

Pescara, 14 gennaio 2023.  In questa sua prima personale,  a cura di Marcella Russo,  presenta opere site-specific, lavori che colpiscono lo spettatore per più di una ragione. Per i soggetti, innanzi tutto ma anche per il loro allestimento particolarmente scenografico, che vede le nove grandi carte verticali, scendere dal soffitto e occupare l’intero spazio della galleria con un allestimento particolarmente scenografico.

I grandi disegni di grafite invitano lo spettatore ad alzare la soglia di attenzione, stimolando ad un’attenta lettura dei dettagli che l’artista ha sapientemente disegnato creando una tensione tra allucinazione e realtà. La serie di opere dà come l’idea di un dio dal potere assoluto e senza cognizione di causa, dove il caos e l’irrazionalità sono diventati all’improvviso le costanti del mondo.

“Queste grandi carte,  che quasi creano una sorta di labirinto, sono popolate perlopiù da personaggi senza volto, strani animali, entità antropomorfe, mostri riconducibili a bestiari medievali anziché contemporanei. “super eroi? Robot? Rottami? Ibridi non meglio definiti, elementi fuoriusciti da videogiochi anni ’80, il tutto incastonato in paesaggi urbani o scorsi di natura di mondi surreali ma del tutto verosimili. Sono mondi distopici, in rovina, allucinati, catastrofici, claustrofobici, come già detto, infine, apocalittici, dove la fine appare concretamente imminente.”  Così li definisce M. Letizia Paiato nel suo testo critico dedicato alla mostra.

Il titolo “SPREMUTA D’INCUBO” prende spunto dal saggio “ La Pietra della Follia” del cileno Benjamín Labatut, a cui l’opera di Mascitti sembra guardare. Sono molte, infatti, le similitudini e le affinità di concetto fra gli scenari raccontati con le parole da Labatut e quelli descritti nelle immagini dell’artista. Afferma Labatut: “Oggi viviamo in un?incubo collettivo e paranoico nel quale non possiamo mai essere sicuri di ciò che sentiamo, ascoltiamo, diciamo e addirittura pensiamo. Non abbiamo più accesso al reale. Non dovremmo mai abbandonare i nostri sogni ma anche far tesoro dei nostri incubi, impazzire risulterebbe una risposta adeguata alla realtà, verità e follia

potrebbero essere sintomi della stessa malattia, e che il prezzo che paghiamo per la conoscenza è la perdita della nostra capacità.”

La mostra è accompagnata da un testo critico di Maria Letizia Paiato.

Biografia: Giorgia Mascitti, è nata a San Benedetto del Tronto (Italia) nel 1995. Attualmente vive e lavora a Pescara. Dopo il conseguimento del diploma di Secondo Livello in Decorazione presso l’Accademia di Belle Arti di Macerata, inizia a esporre in varie mostre collettive fra spazi pubblici e privati, oltre a partecipare a residenze e premi.

Fra le collettive si segnalano: UPCYCLE, Ambasciata Italiana a Berna (CH) 2022, fase finale della Residenza delle arti a cura di Antonello Tolve e Silvio Mignano; Fantasie di avvicinamento, Museo Crocetti, Roma 2022; Giardini dell’arte IV ed., Yag Garage, Pescara 2021 (vincitrice nel 2020 della sezione Arti Grafiche); Ritratto a mano 6.0 (RAMO) residenza d’artista con Francesco Arena e a cura di Giuliana Benassi, Giuseppe Pietroniro e Angelo Bucciacchio, Giulianova (TE) 2021; Come se il tempo si fosse tutto rannicchiato, da dietro in avanti e dà avanti all’indietro, Galleria Centometriquadri, Santa Maria Capua Vetere 2020; 69^ Premio G.B. Salvi, Sassoferrato, Ancona 2019. Dal 2022 fa parte del gruppo OMAR, un organismo che vive di imprevedibilità intervenendo in spazi non adibiti all’arte. Fra le iniziative di OMAR: Omar al Trullo, a cura di MIXTA, Francavilla Fontana, (BR); Omar da Mauro, a cura di Omar, Roma.

SCHEDA TECNICA:

Titolo: SPREMUTA D’INCUBO

Artista: Giorgia Mascitti

A cura di : Marcella Russo

Opening: sabato 21.01.2023 – ore 18.00

Luogo: SPAZIO SEI di Isa De Luca

Indirizzo: Piazza dei caduti del mare n. 6 – 65126 Pescara

Durata: dal 21 gennaio al 26 febbraio 2023

Testo critico: Maria Letizia Paiato

Visite su appuntamento




RIFLESSO SU RIFLESSO: da domenica al bar Ju Spacc

La Mostra di Francesca Racano

Fontecchio, 14 gennaio 2023. Un’altra esposizione d’arte ospitata dal bar Ju Spacc’ di Fontecchio, in provincia dell’Aquila, aperta dal 15 gennaio fino al 15 febbraio, dove è possibile visitare la mostra Riflesso su Riflesso dell’artista Francesca Racano, che da giugno del 2022 è in residenza artistica presso la struttura Le Officine.

L’appuntamento per  l’inaugurazione della mostra sarà alle ore 18 di domenica 15 gennaio, e prevede anche un intermezzo musicale “a sorpresa”.

Francesca Racano è un’artista abruzzese, diplomata in Arti Visive e Discipline dello Spettacolo e Pittura presso l’Accademia di Belle Arti dell’Aquila, il suo percorso si sviluppa nel tempo seguendo due direzioni che spesso si intersecano: la sua personale ricerca artistica e le molteplici collaborazioni con enti, associazioni, collettivi e in particolare con la scuola pubblica. In questo periodo di residenza, ha deciso che la sua ricerca si doveva basare su Fontecchio, interagendo con i suoi abitanti; perciò, ha intrapreso una serie di rapporti per coinvolgere le persone nel suo lavoro.

Francesca Racano definisce la sua “una ricerca intimista dei processi della materia. Con il disegno e tramite l’impiego diretto e dal vero di elementi primari naturali, studio i meccanismi dell’immaginario, del mito, sfociando talvolta nella scultura e nell’installazione multimediale”.

Questa è la prima concretizzazione del suo lavoro nel borgo e qui, con Riflesso su Riflesso, vuole soffermarsi con delle libere riproduzioni che restituiscono determinati tratti del paese. L’artista commenta spiegando che “si tratta di immagini della mente, ovvero la traccia che resta di una determinata figura che caratterizza il luogo e che resta nella memoria anche in caso di allontanamento da essa”.

Proprio attraverso l’ispirazione di tali immagini, l’artista esporrà 7 lavori site-specific utilizzando tecniche e metodi consolidati negli anni di attività, e che ogni volta ampliano la sfera di repertorio. Oltre all’antica tecnica dello spolvero, che l’artista sceglie di eseguire con la cenere in quanto “restituisce abbastanza fedelmente la sensazione di evanescenza propria di un determinato tipo di immagini”, ci saranno opere eseguite con l’incisione sullo specchio, che appunto permetterà di poter osservare due riflessi, sia quello dell’osservatore, ma anche quello dell’immagine restituita con l’incisione. La luce, che illuminerà le opere in maniere distinte, offrirà allo spettatore dei giochi che lo porteranno alla riflessione profonda sul significato della memoria, sui valori dei ricordi o sull’efficacia dell’errore.

L’esposizione sarà accompagnata da un testo critico a cura di Patryk Kalinski, uno dei collaboratori di Le Officine,  pluralità di spazi laboratoriali  in cui operano artisti, ospita e che uffici di ricerca, di segreteria e uno studio professionale di architettura. 




CUORI OLTRE – Human Memory

Festival olistico Pescara da gennaio a maggio 2023 suoni – maestri interiori – wellness

Pescara, 14 gennaio 2023.  Domenica 15 gennaio dalle 17 a Ci vuole un villaggio aps (Via Villetta Barrea 24 a Pescara) parte il Festival olistico Pescara “#CuoriOltre – suoni, maestri interiori, wellness” che andrà avanti fino a maggio proponendo incontri esperienziali con le discipline del nuovo benessere. Evento organizzato in collaborazione con Ci vuole un Villaggio aps, Bibliodrammatica aps, Eracle aps e con il patrocinio morale dello CSEN-Centro Sportivo Educativo Nazionale. Direzione artistica Beniamino Cardines, coordinamento Guia Marinelli e Carmen Padalino.

L’evento si inserisce nella offerta culturale e terapeutica di Ci vuole un villaggio aps che si propone come una grande casa o meglio “villaggio” per accogliere e proporre discipline innovative e wellness, unite a cultura, arte contemporanea e letteratura.

Primo appuntamento, domenica 15 gennaio dalle 17: “Human Memory” incontro esperienziale con Domenico Trozzi (Gen. Polizia di Stato, fondatore di Prossimità alle Istituzioni) che ci parlerà dell’importanza della memoria storica fondante valori sociali, Nando Pallini (esperto in meditazione e mindfulness) lab esperienziale sulla memoria psichica, Guia Marinelli (Feldenkrais teacher) lab esperienziale sulla memoria del corpo, interverrà Giovanni Iovacchini  (fotografo) intervistato da Beniamino Cardines (scrittore e giornalista).

Guia Marinelli, presidente Ci vuole un Villaggio: “Con Benedetta ed Eleonora, le mie due sorelle, con cui ho immaginato il progetto Ci vuole un Villaggio, ci siamo chieste innanzitutto di cosa potesse aver bisogno il territorio, cioè Pescara e hinterland. Abbiamo pensato che fosse giusto ripartire da una zona periferica e qui creare un centro capace di accogliere non solo i bisogni terapeutici ma anche la necessità di relazionarsi e dunque incontrare persone proponendo attività socializzanti. ”

Beniamino Cardines, direttore artistico: “Attraverso il festival olistico proporremo una domenica al mese una serie di laboratori esperienziali con esperti in discipline nuove legate al benessere, alla consapevolezza, all’interiorità. Lavoriamo per aggregare, creare interessi comuni con un forte senso di comunità, per immaginare e progettare una società nuova in cui gli individui siano riconosciuti come persone, come cuori oltre appunto. Stiamo diventando formule numeriche, l’umanità perde ogni giorno qualcosa di importante profondo, ovvero il cuore, le emozioni. ”




MATTA IN SCENA 2023 Rassegna di teatro, danza e altri linguaggi

Essenziale promosso da artisti per il Matta

Teatro  a cura di  Annamaria Talone; Danza a cura di Anouscka Brodacz; Atelier Matta a cura di Monica Ciarcelluti

Pescara, 13 gennaio 2023. Lo Spazio Matta apre il 2023 con una programmazione intensa di spettacolo dal vivo dal 22 Gennaio fino al 16 Aprile con spettacoli, workshop e incontri.

Matta in scena – rassegna di teatro, danza e altri linguaggi, vuole diffondere una nuova sensibilità del contemporaneo inteso come sguardo critico sulla complessa realtà presente. Giunta ormai all’ottava edizione, la rassegna vuole comunicare che lo spettacolo dal vivo è un’esperienza emotiva coinvolgente accessibile a tutti e che non si rivolge solo ad una nicchia di persone.

“Essenziale” è il tema dell’edizione 2023 in omaggio al pensiero di Peter Brook, scomparso lo scorso anno e che aveva fatto  del “togliere di scena” un principio di rivoluzione del linguaggio performativo.

«Posso prendere un qualunque spazio vuoto e chiamarlo nudo palcoscenico. Un uomo attraversa questo spazio vuoto e un altro lo guarda. E non c’è bisogno di altro perché sia il teatro» diceva il più grande maestro del teatro del secondo novecento.

La direzione artistica in linea con la natura di rete di Artisti per il Matta è a più voci, ogni ambito artistico ha un curatore dedicato. Le scelte artistiche sono orientate verso proposte di rigore. Nell’edizione presente, le compagnie ospiti si sono contraddistinte nel panorama italiano e internazionale per la ricerca che hanno compiuto nell’ambito del linguaggio in particolare in relazione al principio dell’essenzialità anche in un contesto di crossmedialità e di contaminazione con più forme artistiche. Tra gli artisti ospiti si segnala tra altri  la presenza di Ermanna Montanari più volte premio Ubu come miglior attrice.

L’edizione 2023 pone attenzione al processo creativo accostando agli spettacoli anche una residenza come focus immersivo del lavoro artistico. La rassegna, non è concepita  dunque solo come vetrina di spettacoli, ma come un contesto che mette in risalto il momento della creazione, avvicinando lo spettatore all’opera nel suo farsi. A tal fine sono accostate agli spettacoli delle attività di formazione dello spettatore: incontri con gli artisti, talk tematici, presentazioni di libri e riviste. 

Contestualmente ci saranno anche degli appuntamenti dell’ ’“Atelier Matta” Alta Formazione per le Arti della Scena Contemporanea rivolti a giovani artisti e professionisti, tra cui  la Masterclass sulla critica teatrale diretto dal noto critico Alessandro Toppi, e la presentazione della neonata rivista teatrale La Falena, da lui diretta.

Dalla prima annualità per ogni edizione si è registrata una crescita degli spettatori e delle collaborazioni extra-regionali. Nel 2022 si segnala che sia le attività di spettacolo della rassegna che le attività di formazione dell’atelier, Artisti per il Matta, sono risultati tra i pochi a livello nazionale a vincere il bando del Ministero della cultura per i contributi Extra- Fus .

L’amministrazione comunale e l’assessore alla cultura Maria Rita Carota salutano con soddisfazione il raggiungimento di questo obiettivo per gli Artisti per il Matta, che consente di ospitare artisti di portata nazionale: “Un altro importante progetto finanziato dal Mic approda a Pescara. La cultura contemporanea ha così ulteriori occasioni di ricerca e di creazione presso lo Spazio Matta, luogo cittadino rigenerato e già sede di uno dei progetti del “Bando delle periferie”, finanziato dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri. Siamo sicuri che anche la nuova programmazione 2023 consentirà di promuovere attività di  spettacolo importanti, per rilanciare ancora di più uno dei settori maggiormente colpiti dalla pandemia, desideroso di riprendere il volo.”

Si parte così il 22 Gennaio alle 21 con uno spettacolo di danza Ombelichi Tenui, di e con Filippo Porro e Simone Zambelli, Produzione AZIONI fuori POSTO che vanta importanti collaborazioni: co-prodotto da Armunia/Festival Inequilibrio, Balletto Civile, C&C Company con il sostegno di Komm Tanz_Passo Nord, progetto residenze Compagnia Abbondanza/Bertoni, Vincitore Bando AiR 2021, Artisti in Residenza Lavanderie A Vapore di Collegno (TO). Dalla camminata alla danza, Ombelichi Tenui è un’orazione senza volume in cui i corpi si trasportano ai confini della loro identità; è la storia di due volti diversi che hanno iniziato ad assomigliarsi; è un rito laico di passaggio per salutare qualcuno o qualcosa che se n’è andato, un’amicizia, un amore o una vita.

Con il contributo di  Fondazione Pescarabruzzo in convenzione con soci Coop Alleanza 3.0

Attività promosse e organizzate da Artisti per il Matta nel Programma della Presidenza Consiglio Ministri per la riqualificazione urbana e la sicurezza delle periferie della città di Pescara

***

Matta In Scena 2023

Sezione Danza a cura di Anouscka Brodacz

OMBELICHI TENUI

22 gennaio ore 21

Spazio Matta

Via Gran Sasso, 57

Pescara

Produzione: AZIONI fuori POSTO

Co-produzione: Armunia/Festival Inequilibrio, Balletto Civile, C&C Company

Con il sostegno di Komm Tanz_Passo Nord, progetto residenze Compagnia Abbondanza/Bertoni,

Lavanderie A Vapore/Centro di Residenza per la danza Vincitore Bando AiR 2021, Artisti in Residenza Lavanderie A Vapore di Collegno (TO).

Di e con: Filippo Porro e Simone Zambelli

Scene e costumi : Silvia Dezulian

Suono: Isacco Venturini

Luci: Gianni Staropoli

Consulenza scientifica: Cristina Vargas, Marina Sozzi

Consulenza drammaturgica: Gaia Clotilde Chernetich

Due corpi si preparano per affrontare un viaggio. Si incontrano, si accompagnano, si riconoscono,

per poi perdersi l’uno nell’altro, fino a separarsi definitivamente. Un viaggio reale ma anche no,

forse un viaggio che non si sposta mai, che resta sempre nello stesso luogo, che accade e no

accade, tanto da entrare in un altrove. Un aldilà dove non approdano eroi antichi ma due comparse

spaesate intente a dirsi addio in una immaginaria anticamera della morte.

Incontro, Scontro, Accompagnamento, Riconoscimento, Abbandono sono le fasi che scandiscono le

pratiche fisiche dei due performer e della loro relazione. Dalla camminata alla danza, Ombelichi

Tenui è un’orazione senza volume in cui i corpi si trasportano ai confini della loro identità; è la

storia di due volti diversi che hanno iniziato ad assomigliarsi; è un rito laico di passaggio per

salutare qualcuno o qualcosa che se n’è andato, un’amicizia, un amore o una vita.

Da un’esplorazione del tema dell’accompagnamento, ci siamo interrogati sui corpi che si allontanano e si avvicinano, si sostengono e si lasciano andare, si riuniscono e si separano fino alla fine. La morte, che non era all’inizio il focus del progetto, è arrivata come componente inevitabile, come dato di realtà che in qualche modo condiziona ogni riflessione sui corpi che si accompagnano durante e oltre la vita. Al centro della nostra riflessione sono affiorate le tematiche dell’impossibilità di essere fisicamente accanto a chi si avvicina ad una fine,

dell’incomunicabilità della sofferenza e del tabù della morte che a lungo ha condizionato la nostra

società e di cui ancora oggi sentiamo il peso a molti livelli.

Da qui la necessità di studiare insieme a due antropologhe esperte di fine vita e tentare di creare un

nuovo rituale, laico, artistico, danzato, con l’augurio che possa realmente sostenere il peso di una perdita, non per forza legata alla vita.

Ingresso 12 euro

Ridotto 10 euro (studenti, pensionati, soci Coop Alleanza 3.0)

INFO E PRENOTAZIONI: 327 8668760 – prenotazioni@spaziomatta.it

INFORMAZIONI per la STAMPA:

Ufficio Stampa: www.rp-press.it 

Tel: 0039 349 3999037

Mail: press@rp-press.it 

PROGRAMMA MATTA IN SCENA 2023

 8° ED.  – RASSEGNA DI TEATRO, DANZA E ALTRI LINGUAGGI

SPETTACOLI

_DANZA

OMBELICHI TENUI

22 GENNAIO 2023, ORE 21.00 | SPAZIO MATTA

Di e con Filippo Porro e Simone Zambelli

Produzione Azioni Fuori Posto

_DANZA

SHOCKING

19 FEBBRAIO ORE 21.00 | SPAZIO MATTA

Produzione Gruppo e-Motion e Koreoproject

regia, coreografia e interpretazione Francesca La Cava e Giorgia Maddamma

aiuto alla drammaturgia e ideazione luci Anouscka Brodacz

_TEATRO

A TE COME TE DI GIOVANNI TESTORI “LETTURA SCENICA”

11 MARZO 2023, ORE 21.00 | SPAZIO MATTA

OMAGGIO A TESTORI NEL CENTENARIO DELLA NASCITA

produzione Teatro delle Albe / Ravenna Teatro, deSidera Teatro Oscar

voce Ermanna Montanari

canto Serena Abrami

regia Marco Martinelli      

_DANZA

ELLE VIVE

25 MARZO 2023, ORE 21.00 | SPAZIO MATTA

Produzione Ariella Vidach AiEP (Avventure in Elicottero Prodotti)

Idea e regia Claudio Prati e Ariella Vidach

coreografia Ariella Vidach

performer Sofia Casprini

_TEATRO

Un’andatura un po’ storta ed esuberante

EMERSIONE N.1 | SPAZIO MATTA

11 – 16 APRILE 2023

residenza

un progetto di e con Antonio Tagliarini

coproduzione: Index Muta Imago, Triennale Milano Teatro

_TEATRO

QUADERNO

16 APRILE 2023  ORE 21.00 | SPAZIO MATTA

spettacolo performance di e con: Antonio Tagliarini

produzione: Index Muta Imago

INCONTRI

PROTOCOLLI DELL’INCONTRO E DRAMMATURGIE URBANE

15 APRILE 2023 ORE 18.00 | SPAZIO MATTA

Talk di Piersandra Di Matteo – direttrice Festival Short Theatre

LA FALENA 

12 Marzo ore 18.00| SPAZIO MATTA

presentazione rivista diretta da Alessandro Toppi

in collaborazione con Atelier Matta

ATELIER MATTA 

AL BUIO

12 Marzo ore 14,30-17.30 | SPAZIO MATTA

MASTERCLASS sulla Critica Teatrale direzione Alessandro Toppi

IL CORPO NELL’UNIVERSO VIRTUALE

26 MARZO 2023, ORE 10.00 – 13.00 | SPAZIO MATTA

MASTERCLASS condotta da Ariella Vidach




SILVIO BARBIERO CON L’EDIPUS al Teatro Studio di Treglio

Un testo meraviglioso, commuovente e comico, scritto in una lingua inventata dal genio impareggiabile di Giovanni Testori

Treglio, 13 gennaio 2023. La stagione di “Teatro Contemporaneo 2022/23”, a cura del Teatro del Sangro/Teatro Studio di Lanciano/Treglio con la direzione artistica di Stefano Angelucci Marino e Rossella Gesini, prosegue sabato 14 gennaio alle ore 21:00 con “Edipus” di Giovanni Testori. Protagonista dello spettacolo è Silvio Barbiero, l’attore padovano che si è fatto conoscere e apprezzare con “Groppi d’amore nella scuraglia”, con cui si è aggiudicato il premio come Miglior Attore al Roma Fringe Festival. La produzione è a cura di Evoè Teatro, i costumi sono di Lauretta Salvagnin e le scene di Alberto Nonnato. Lo spettacolo si terrà presso il Teatro Studio di via Abbazia a Treglio (Chieti); prenotazione obbligatoria al numero 340.9775471 (ingresso riservato ai maggiori di 14 anni).

L’“Edipus” di Giovanni Testori è un testo magmatico, incandescente, un esercizio di libertà per pubblico e attore. Lo spettacolo racconta le vicissitudini di un non più giovane capocomico, abbandonato dalla sua compagnia, che torna in scena, animato da una scialba rabbia, per rappresentare una sua scabrosissima versione del testo di Sofocle. Lo fa ricorrendo ad una lingua coniata dall’autore fondendo dialetti contemporanei e costruzioni grammaticali arcaiche, volgare e poetico, una lingua immaginifica e terrestre, immensa, altissima e triviale, metaforica ed esplicita.

Ad allestire l’intero spettacolo, divertente e commovente allo stesso tempo, provvede lo Scarrozzante, figura donchisciottesca e attualissima di quel “teatro che existe e existerà contro tutto e tutti”. Laio, Giocasta, Edipo, Dioniso tutto passa per il corpo e l’anima dolente dell’indomito Scarrozzante, che interpreta tutti i ruoli in un turbinante alternarsi di emozioni. Ne viene fuori una strampalata e rivoluzionaria interpretazione del mito e del suo insegnamento. Il testo è una profonda attestazione d’amore verso il Teatro e la sua natura biforme tra arte e artigianato da parte di Giovanni Testori, che rappresenta perfettamente quella figura di intellettuale scomodo e al tempo stesso in continua relazione con la società, la cui assoluta assenza nei nostri oscuri e oscuranti tempi ce ne ricorda di contro l’assoluta necessità.

STAGIONE

TEATRO CONTEMPORANEO 2022/2023

Teatro Studio/Teatro Classico Contemporaneo/Itaca – Residenza per artisti

domenica 9 ottobre 2022, ore 18.00 e ore 21.00

REGINA MADRE

di Manlio Santanelli

regia Stefano Angelucci Marino | con Rossella Gesini e Stefano Angelucci Marino | produzione

Teatro Stabile d’Abruzzo | ITACA – RESIDENZA PER ARTISTI

sabato 15 e domenica 16 ottobre 2022, ore 21.00 e ore 18.00

SCAMPOLI

da Robert Mitchum ad Andrea Camilleri

conferenza-spettacolo di e con Massimiliano Civica |

produzione Teatro Metastasio di Prato | TEATRO CONTEMPORANEO

giovedì 20 ottobre 2022, ore 18.00 e ore 21.00

QUALE TEATRO?

di e con Hugo Samek e Nicoletta Oscuro | restituzione di Teatro Andamio ’90 (Argentina) per il progetto ITACA – RESIDENZA PER ARTISTI

venerdì 4 novembre 2022, ore 18.00 e ore 21.00

SHAKESPEARIANA

con Vito Signorile e Antonio Stornaiolo | restituzione di Teatro Abeliano (Bari) per il progetto ITACA – RESIDENZA PER ARTISTI

sabato 5 e domenica 6 novembre 2022, ore 21.00 e ore 18.00

PIU’ SHAKESPEARE PER TUTTI

con Vito Signorile e Antonio Stornaiolo | produzione Teatro Abeliano (Bari) | ITACA – RESIDENZA PER ARTISTI

venerdì 11 novembre 2022, ore 18.00 e ore 21.00

STUDIO SU ALAN BENNETT

restituzione di Compagnia NoveZeroSei per il progetto ITACA – RESIDENZA PER ARTISTI

giovedì 17 novembre 2022, ore 18.00 e ore 21.00

FAMILIA PAONE

testo Stefano Angelucci Marino

regia e interpretazione Rossella Gesini e Stefano Angelucci Marino | produzione Teatro Stabile d’Abruzzo | ITACA – RESIDENZA PER ARTISTI

sabato 19 e domenica 20 novembre 2022, ore 21.00 e ore 18.00

ANTONIO e CLEOPATRA…o quel che ricordo

regia di Andrea Collavino con Teresa Timpano e Filippo Gessi | produzione Scena Nuda (Reggio Calabria) | ITACA – RESIDENZA PER ARTISTI

domenica 4 dicembre 2022, ore 18.00

DI UN ULISSE, DI UNA PENELOPE

regia Roberto Solofria, con Roberto Solofria e Ilaria Delli Paoli | produzione Teatro Civico 14/Mutamenti (Caserta) | ITACA – RESIDENZA PER ARTISTI

sabato 14 gennaio 2023, ore 21.00

EDIPUS

di Giovanni Testori

con Silvio Barbiero | produzione Evoè Teatro | TEATRO CONTEMPORANEO

sabato 21 gennaio 2023, ore 21.00

NUBIFRAGIO

testo Stefano Angelucci Marino

regia Rossella Gesini con Autilia Ranieri e i ragazzi del Teatro Studio | produzione Teatro del Sangro | TEATRO CONTEMPORANEO – TEATRO FENAROLI di LANCIANO

sabato 4 febbraio 2023, ore 21.00

TELEMOMO’

di e con Andrea Cosentino | produzione ALDES/AKROAMA | TEATRO CONTEMPORANEO 

sabato 18 febbraio 2023, ore 21.00

FAMILIA PAONE

testo Stefano Angelucci Marino

regia e interpretazione Rossella Gesini e Stefano Angelucci Marino | produzione Teatro Stabile d’Abruzzo | TEATRO FENAROLI di LANCIANO

venerdì 24, sabato 25 e domenica 26 febbraio 2023, ore 21.00

DELITTO PERFETTO

di Frederick Knott  

regia Stefano Angelucci Marino con Rossella Gesini, Davide Michelini, Paolo Del Peschio, Sara Di Cosmo, Deborah Di Carlo e Emanuela Presicce | produzione Teatro del Sangro/Teatro Studio Lanciano | TEATRO CONTEMPORANEO     

sabato 18 marzo 2023, ore 21.00

COSTELLAZIONI

di Nick Payne 

regia Roberto Solofria, con Roberto Solofria e Ilaria Delli Paoli | produzione Teatro Civico 14/Mutamenti (Caserta) | TEATRO CONTEMPORANEO – TEATRO FENAROLI di LANCIANO

sabato 25 marzo 2023, ore 21.00

LA STRADA

di Leonardo Losavio

regia Roberto Galano con Leonardo Losavio e Roberto Galano | produzione Teatro dei Limoni (Foggia) | TEATRO CONTEMPORANEO 

giovedì 30 marzo e venerdì 31 marzo 2023, ore 21.00

IL SIGNOR DOPODOMANI

l’indicibile sproloquio di un condannato a vivere

un monologo di Domenico Loddo

regia Roberto Zorn Bonaventura con Stefano Cutrupi | produzione Teatro dei 3 mestieri (Messina) | TEATRO CONTEMPORANEO 

sabato 22 aprile 2023, ore 21.00

BOMB VOYAGE

testo e regia Claudio De Maglio                                                                                      

produzione Accademia d’Arte Drammatica “Nico Pepe” (Udine) | TEATRO CONTEMPORANEO – TEATRO FENAROLI di LANCIANO




ILYA GRUBERT SUONA Cajkovskij sul palco dell’Isa

La stella del violinismo mondiale Venerdì 13 gennaio, ore 21:00 Città Sant’Angelo al Teatro Comunale

Sabato 14 gennaio, ore 18:00 L’Aquila – Ridotto del Teatro Comunale V. Antonellini

Domenica 15 gennaio, ore 18:30 Terni – Teatro S. Secci

L’Aquila 12 gennaio 2023. Musicisti d’eccezione e grandi capolavori del repertorio sinfonico concertistico per la prima produzione dell’Istituzione Sinfonica Abruzzese nel 2023.

Con i professori d’Orchestra dell’ISA, diretti dal M° Nicola Paszkowski, si esibirà il violinista sovietico naturalizzato olandese Ilya Grubert solista che ha fatto la storia del concertismo internazionale vincitore sia del Premio Paganini di Genova (1977) che del Concorso Čajkovskij di Mosca (1978).

Tre le date in programma: Venerdì 13 gennaio alle ore 21.00 a Città Sant’Angelo, nel Teatro Comunale nell’ambito del Città Sant’Angelo Music Festival diretto da Alessandro Mazzocchetti, Sabato 14 gennaio alle ore 18.00 al Ridotto del Teatro Comunale “V. Antonellini” dell’Aquila per la 48° stagione dei concerti ISA e, infine, appuntamento Domenica 15 gennaio alle ore 17.30 a Terni, Teatro “S. Secci”, con la Stagione della Filarmonica Umbra.

Una produzione che ha il sapore della rivincita e della gioia della ritrovata normalità: fu questo, infatti, il primo dei programmi annullati a causa della pandemia nel marzo del 2020 e di nuovo programmata e annullata, sempre a causa del Covid, nel febbraio dello scorso anno.

In programma il Concerto in re maggiore op. 35 per violino e orchestra uno dei brani più universalmente conosciuti di Čaikovskij e nello stesso tempo uno dei più amati di tutto il repertorio concertistico. Un brano in cui la straordinaria natura di melodista del compositore si unisce a una scrittura di grande virtuosismo a cui è chiamato il solista, soprattutto nei due movimenti estremi, che fanno del Concerto op. 35 uno dei brani tecnicamente più impegnativi per violino e, insieme, un bagaglio irrinunciabile nel repertorio di qualsiasi violinista.

Nella seconda parte del programma verrà eseguita la Sinfonia n. 4 in si bemolle maggiore op. 60 di Ludwig van Beethoven, nota e apprezzata per il suo carattere leggero e gioioso, una delle più rappresentative tra le sinfonie pari del genio di Bonn e dello spirito che le anima, una pagina che risulta essere un momento di distensione e di idillio posto tra la grandiosa drammaticità che caratterizza, invece, la Terza e la Quinta Sinfonia.

Per le date di Città Sant’Angelo e L’Aquila i biglietti sono in prevendita sul sito ciaotickjets.com e nelle rivendite autorizzate. L’acquisto diretto sarà possibile nei due teatri due ore prima dell’inizio del concerto.




UN ALTRO VIAGGIO in Italia

Luoghi, storia e memorie della Seconda guerra mondiale in Italia

Pescara, 12 gennaio 2023. Si terrà domani, 13 gennaio 2023, in Corso Umberto I 87, a partire dalle ore 17, il finissage della mostra “Un altro viaggio in Italia. Luoghi, storia e memorie della Seconda guerra mondiale in Italia”. All’evento interverranno: Nicola Mattoscio (Presidente Fondazione Brigata Maiella), Paolo Pezzino (Presidente Istituto Nazionale “Ferruccio Parri”) e Enzo Fimiani (Università di Chieti –Pescara).

Realizzata dall’Istituto Nazionale “Ferruccio Parri”, con la collaborazione dell’associazione Paesaggi della memoria e il finanziamento del Fondo italo-tedesco per il futuro, la mostra è stata organizzata a Pescara dalla Fondazione Brigata Maiella in collaborazione con la Fondazione Pescarabruzzo.

La mostra è un viaggio ideale tra i luoghi reali della Seconda guerra mondiale in Italia.

Viaggio in Italia, è il titolo del celebre Grand Tour compiuto da Goethe alla fine del Settecento nel nostro Paese. La suggestione è stata ripresa per proporre al pubblico europeo un altro (e diverso) viaggio nella penisola, i cui protagonisti sono un giovane visitatore tedesco ed una sua coetanea italiana. Il primo, incuriosito dai luoghi legati alla Seconda guerra mondiale e alla Resistenza in Italia, si lascia guidare dalle spiegazioni e dalle osservazioni della seconda, instaurando con lei un dialogo volto a superare i reciproci pregiudizi.

“Un altro viaggio in Italia. Luoghi, storia e memorie della Seconda guerra mondiale in Italia” è perciò un percorso nello spazio e nel tempo. Al visitatore vengono fornite non solo le indicazioni sul quadro storico, ma soprattutto gli spunti per riflettere su ciò che è stata la guerra degli italiani; su come l’hanno vissuta e ricordata; sul perché oggi, quando ormai i protagonisti diretti stanno scomparendo, i luoghi possono diventare testimoni, se interrogati con le giuste domande.

Dieci sono le questioni centrali individuate per comprendere la Seconda guerra mondiale in Italia: Fascismo e antifascismo; Guerre fasciste; Italia divisa; Occupazione tedesca; Antisemitismo e Shoah; Deportazioni e internamenti; Guerra Tedesca; Guerra Alleata; Resistenze; Dopoguerra. Per ciascun tema è stato scelto un luogo simbolo, affiancato da altri otto luoghi particolarmente significativi. Collegati tra loro, tutti i luoghi costituiscono un vero e proprio itinerario fisico e tematico, che tocca l’intera penisola trattando della storia e memoria della Seconda guerra mondiale dalle origini fino al dopoguerra.

I luoghi sono al centro del dialogo immaginario tra i due giovani protagonisti, ma vengono raccontati anche attraverso testi storici, citazioni memoriali, fotografie, cronologie, infografiche, mappe originali ed approfondimenti in rete.           

La mostra, dopo la tappa abruzzese, proseguirà il suo percorso verso Modena, per essere allestita nella piazzetta coperta della Residenza San Filippo Neri (via Sant’Orsola 52) a cura dell’Istituto per la storia della Resistenza e della società contemporanea della provincia di Modena.




TANINO LIBERATORE. Di Corpi e Frammenti

Domenica 15 gennaio, ore 16:30, al CLAP Museum di Pescara, presentazione e firmacopie del portfolio della mostra

Pescara, 12 gennaio 2023. Domenica 15 gennaio, alle 16:30, presso il CLAP Museum di Pescara, incontro e firmacopie con Tanino Liberatore in occasione della pubblicazione del portfolio della mostra Tanino Liberatore – Di Corpi e Frammenti.

Promossa da Fondazione Pescarabruzzo e CLAP Museum in collaborazione con COMICON, la mostra – aperta al pubblico fino al 26 marzo – è un percorso tra oltre 100 opere, di cui oltre 70 inedite e mai esposte in Italia, con sezioni speciali dedicate all’eros, al leggendario personaggio Ranxerox, alla reinterpretazione di Liberatore dei supereroi e al rapporto dell’artista con musica, storia, poesia.

Il portfolio raccoglie dodici illustrazioni inedite e presenti all’interno dell’esposizione che celebrano il genio di Liberatore, definito da Frank Zappa “il Michelangelo del Fumetto”. Oltre all’artista interverranno Nicola Mattoscio, Presidente della fondazione Pescarabruzzo, e Paola Damiano, curatrice della mostra per COMICON.




LUCIANO TARANTINO AL VIOLONCELLO Paolo Scafarella al pianoforte

Domenica 15 gennaio 2023 ore 17.30 Teatro Comunale M. Caniglia

Sulmona, 12 gennaio 2023. Il duo violoncello –pianoforte composto da Luciano Tarantino e Paolo Scafarella riapre la stagione della Camerata Musicale, diretta dal M° Gaetano Di Bacco, con il primo concerto del 2023. Domenica 15 gennaio ore 17.30  al Teatro Comunale “M.Caniglia” di Sulmona il duo propone un programma con  Danze ungheresi di Brahms nelle trascrizioni di C.Alfredo Piatti in occasione del bicentenario della nascita del compositore e violoncellista, conterraneo di Donizetti, apprezzato in tutta Europa dove si esibì nei più prestigiosi teatri delle capitali con il suo violoncello Stradivari regalatogli da un ammiratore londinese.

La serata musicale del duo Tarantino-Scafarella, oltre alle Danze Ungheresi di Brahms, si completa con due brani composti dallo stesso Carlo Alfredo Piatti (Notturno e La Bergamasca)  per concludersi con Spring Song  di Frank Bridge, Pezzo Capriccioso e Melodie di Tchikowski, infine, un Adagio e Rondó capriccioso di Weber.

Classe 1977 Luciano Tarantino, pugliese,  si appassiona al violoncello a soli 10 anni e in breve si diploma al Conservatorio di Bari. A 16 anni si aggiudica la borsa di studio per giovani talenti promossa dalla Unione Europea. Studia con M° Franco Maggio Ormezowski, Geringas, Monighetti, Slovacewski, Smith, Mork e Rostropovich. A 20 anni entra a far parte dell’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai.  E’primo violoncello in prestigiose orchestre italiane ed estere con grandi direttori come Lorin Mazeel, Aleksandr Lazarev, George Pehlivanian, Eliahu Inbal, Jeffrey Tate, Valerij Gergiev, Georges Pretre, Gianandrea Noseda, Giuseppe Sinopoli, Yutaka Sado, Kirill Petrenko, Zoltàn Peskò, Lù Jia, Rafael Frùhbeck de Burgos, Simon Pretre, Daniel Oren.

Coinvolto in diverse formazioni da camera, dal duo all’ ottetto, si esibisce in teatri Internazionali come Kabukiza di Tokyo, Operà Garnier di Parigi, Teatro Reale di Madrid, Sala Petrassi e Sala Sinopoli Parco della Musica Roma, quindi a Mosca, Vilnius, Stoccolma, Istanbul, Pechino, Seoul, Strasburgo, Lugano, Johannesburg, Beirut.

Attualmente insegnante di violoncello presso la scuola ad indirizzo musicale di Trani,  è fondatore e direttore artistico di numerose rassegne musicali. Ha al suo attivo negli ultimi 2 anni oltre 100 concerti nei più importanti Festival in Italia ed Europa e un impegno per la ricerca discografica di composizioni inedite che lo ha portato a realizzare 8 cd, ottenendo la candidatura, primo e unico italiano, per il contest discografico indetto dalla Violoncello Foundation di NewYork.

Suona il prezioso violoncello italiano “Carlo Antonio Testore 1736”.

Paolo Scafarella, 29 anni, pianista dall’innata sensibilità musicale e dalla solida tecnica, laureatosi presso il conservatorio di Bari, si è esibito nelle principali città italiane e anche in Francia, Spagna, Svezia, Germania, Svizzera.

L’importante agenzia internazionale Blue Chords Management lo considera uno dei suoi artisti di punta ed ha in programma per lui una tournée in Cina e in America, principalmente in Florida. Il  tour concertistico extra-continentale prevede un programma con musiche di Stenhammar, brani inclusi nel suo ultimo cd inciso per Brilliant Classics. Il CD che  ha riscosso un grande successo ha ottenuto recensioni da due fra le più prestigiose riviste di musica del mondo: una recensione da 5 stelle dal Magazine tedesco PianoNews ed una recensione da 4 stelle dal giornale Inglese BBC Music Magazine.

 Scafarella è recentemente risultato vincitore al concorso internazionale S.I.P.C. di Stoccolma, uno dei più importanti concorsi pianistici del nord Europa. Prossimi progetti discografici: sono già  in cantiere un nuovo cd con l’etichetta discografica Brillant Classics sul repertorio per pianoforte e orchestra di Stenhammar,  con Piano Classics un cd su repertorio per pianoforte solo di Prokofiev e con l’etichetta  Aulicus Classics un cd monografico su repertorio per pianoforte solo di Rachmaninov.

Il pianista pubblica libri, trascrizioni ed edizioni pratiche con la casa editrice Momenti Edizioni.

Il programma

C. Alfredo Piatti (1822 – 1901)  Notturno, op. 20

Johannes Brahms  Danza Ungherese n. 1

                                                         Danza Ungherese n. 2 (trascr. A.Piatti)

Frank Bridge  Spring Song

Johannes Brahms  Danza Ungherese n. 3

                                                        Danza Ungherese n. 4 (trascr.A.Piatti)

P.I. Tchaikowski  Pezzo Capriccioso

°°°

C. Alfredo Piatti  La Bergamasca

Johannes Brahms  Danza Ungherese n. 5

                                                           Danza Ungherese n. 6 (trascr.A.Piatti)

P.I.Tchaikowski  Melodie

Johannes Brahms  Danza Ungherese n. 7

                                                          Danza Ungherese n. 9 (trascr.A.Piatti)

C.M.Weber  Adagio e Rondó capriccioso

Fiorentina Galterio




OLTRE LA STAGIONE la rassegna

Sabato 21 gennaio 2023 alle ore 18:00 presso il Foyer del Teatro Maria Caniglia l’incontro Anton Čechov – Il Gabbiano

Sulmona, 12 gennaio 2023. Si svolgerà sabato 21 gennaio alle ore 18:00 presso il Foyer del Teatro Maria Caniglia di  Sulmona, nell’ambito degli appuntamenti “Oltre la stagione” promossi dall’associazione Meta Aps l’incontro “Anton Čechov – Il Gabbiano” con l’attore e regista Graziano Piazza che ci condurrà all’interno del mondo di Anton Pavlovič Čechov, uno degli scrittori più importanti della letteratura russa del XIX secolo e padre del teatro moderno russo.

Primo dei quattro capolavori che Čechov scrisse per il palcoscenico, Il gabbiano, uno dei testi teatrali più noti di sempre, è un dramma delle illusioni perdute e una profonda riflessione su Arte e Vita: nelle angosce, nei turbamenti, nelle sconfitte dei suoi protagonisti, c’è tutta la complessità dell’uomo moderno. Rappresentato per la prima volta al Teatro Aleksandrinskij di Pietroburgo fu, al suo debutto, un insuccesso clamoroso.

L’idea che Meta Aps vuole promuovere, attraverso gli incontri “Oltre la stagione” del Caniglia, nell’ambito delle attività legate alla prosa,  è quella di poter creare dei momenti d’incontro fra il pubblico e i grandi artisti del panorama teatrale italiano con i quali poter approfondire, attraverso la forma del teatro di narrazione o di conversazioni e dialogo con il pubblico, alcune delle opere più significative della storia del teatro, scavando nella profondità delle loro trame, nella psiche dei personaggi e nel pensiero degli autori, questi incontri saranno un vero e proprio viaggio all’interno delle opere stesse.

Attore e regista, Graziano Piazza ha lavorato in ruoli primari e da protagonista con molti registi della scena nazionale e internazionale come Luca Ronconi, Peter Stein, Benno Besson, Anatolij Vassil’ev, Federico Tiezzi, Gabriele Lavia, Glauco Mauri, Daniele Salvo, Walter Malosti, solo per citarne alcuni. Come regista s’interessa principalmente alla drammaturgia contemporanea. Per il Piccolo Teatro di Milano e per il Festival Biblico di Vicenza ha curato la regia di Gerusalemme perduta da testi di Paolo Rumiz. E’ stato curatore della masterclass per il Teatro Nazionale di Roma e per l’Accademia dell’Istituto Nazionale del Dramma Antico di Siracusa.

L’incontro con il pubblico sarà moderato dall’attore Mario Massari.

L’appuntamento è ad ingresso gratuito. Per informazioni è possibile contattare il 329 933 98 37 (anche via WhatsApp), oppure inviare un’e-mail all’indirizzo info@teatromariacaniglia.com, collegarsi al sito www.teatromariacaniglia.com o seguire i canali social ufficiali del Teatro.




SEGRE. Come il fiume

Martedì 17 gennaio 2023 ore 21.00  Teatro Tosti

Ortona, 12 gennaio 2023. Lo spettacolo del Teatro del Krak nato dall’incontro con la sen. Liliana Segre e il suo personale e doloroso vissuto con l’orrore della Shoah. Una serata per confrontarsi con la Memoria, l’unico antidoto perché gli orrori della Storia non possano più ripetersi.




MOSTRA FOTOGRAFICA e workshop

Appunti sparsi di viaggi: Giovanni Iovacchini

Pescara, 12 gennaio 2023. Sabato 14 e Domenica 15 gennaio dalle 17 a Ci vuole un villaggio – ArtGallery (Via Villetta Barrea 24 a Pescara) inaugurazione della mostra fotografica del M° Giovanni Iovacchini “Appunti sparsi di viaggi” visitabile fino al 19 febbraio 2023. Evento organizzato in collaborazione con AP/ArteProssima – pinacoteca d’arte contemporanea. Direzione artistica curatoriale Beniamino Cardines. In collaborazione con Ci vuole un Villaggio aps, La Casa di Cristina onlus, Bibliodrammatica aps, Prossimità alle Istituzioni, Eracle aps e Angeli del Mare, Ooops scrittura e narrazione, SL/Segnalazioni Letterarie.

La mostra fotografica si inserisce nella programmazione culturale di Ci vuole un villaggio aps che si propone come una grande casa o meglio “villaggio” per accogliere e proporre discipline innovative e wellness, unite a cultura, arte contemporanea e letteratura.

Sabato 14 gennaio dalle 17 (primo giorno inaugurazione): “Come ti vedo?” workshop laboratorio di fotografia terapeutica tenuto dal M° Giovanni Iovacchini, in collaborazione con Simona Fagnani (consulente familiare), rivolto a ragazzi e ragazze, bambini e famiglie, adulti.

Domenica 15 gennaio dalle 17 (secondo giorno inaugurazione): “Human Memory” incontro esperienziale con Domenico Trozzi (Gen. Polizia di Stato, fondatore di Prossimità alle Istituzioni), Nando Pallini (esperto in meditazione e mindfulness), Guia Marinelli (Feldenkrais teacher), interverrà Giovanni Iovacchini intervistato da Beniamino Cardines.

Giovanni Iovacchini, fotografo: “Propongo una serie di fotografie scattate in giro per il mondo e già mostrate in molte città italiane e all’estero. Sono immagini intime, quasi rubate alla vita, alla naturalezza, ma allo stesso tempo sembrano carpire qualcosa che ci aspettava da sempre. Le mie fotografie cercano uno sguardo, un’attenzione più umana. Ci sono uomini e donne e ci sono paesaggi, mai un momento solo, non c’è mai assenza di emozioni. Ogni fotografia racconta di un momento ben preciso, e cerca di restituirne la preziosità.”

Beniamino Cardines, direttore artistico: “Un progetto internazionale. C’è molto da scoprire nelle fotografie di Giovanni Iovacchini, ma forse prima ancora, c’è da osservare e chiedersi che cosa sta accadendo? Dove ci vuole portare l’occhio del fotografo? Con Giovanni Iovacchini inauguriamo la sezione fotografica della nostra programmazione qui al Villaggio ArtGallery. Scopriamo la fotografia come linguaggio di comunicazione tra i più curiosi e attuali. C’è l’oggi, l’immediatezza delle emozioni, c’è la voglia di perdersi in uno sguardo che ci parla della vita di qualcuno, anziché in un paesaggio lontano esotico o abruzzese.”




SEGRE. Come il fiume

Martedì 17 gennaio 2023, ore 21.00, Teatro Tosti

Ortona, 11 gennaio 2023. Il Teatro del Krak e la sezione “Dario Serafini”-ANPI Ortona, in collaborazione con i centri antiviolenza Donn’è e Non sei sola, presentano: “SEGRE. Come il fiume”. L’iniziativa è stata organizzata in vista del Giorno della Memoria che si celebra ogni anno il 27 gennaio per ricordare l’apertura dei cancelli del campo di concentramento di Auschwitz avvenuta proprio il 27 gennaio del 1945 ad opera dell’Armata Rossa e che ha mostrato al mondo la verità e l’orrore dell’Olocausto. Liliana Segre ha otto anni quando, nel 1938, le leggi razziali fasciste si abbattono con violenza su di lei e sulla sua famiglia. Discriminata come “alunna di razza ebraica”, viene espulsa da scuola e a poco a poco il suo mondo si sgretola: diventa “invisibile” agli occhi delle sue amiche, è costretta a nascondersi e a fuggire fino al drammatico arresto sul confine svizzero che aprirà a lei e al suo papà i cancelli di Auschwitz.

Dal lager ritornerà sola, ragazzina orfana tra le macerie di una Milano appena uscita dalla guerra, in un Paese che non ha nessuna voglia di ricordare il recente passato né di ascoltarla. Dopo trent’anni di silenzio, una drammatica depressione la costringe a fare i conti con la sua storia e la sua identità ebraica a lungo rimossa. «Scegliere di raccontare è stato come accogliere nella mia vita la delusione che avevo cercato di dimenticare di quella bambina di otto anni espulsa dal suo mondo. E con lei il mio essere ebrea», dirà Segre. Sul palco del Teatro Tosti martedì 17 gennaio alle 21.00, a rappresentare la sua storia ci saranno una lavagna nera, un gessetto e la voce sola di Alberta Cipriani che farà riemergere, attraverso la pièce teatrale ricostruita dal regista Antonio G. Tucci, gli incubi di una ragazzina trascinata nella tragedia della Shoah.

«Abbiamo ascoltato le testimonianze della signora Segre incontrandola nella sua casa milanese e abbiamo letto i suoi libri, in particolare La memoria rende liberi e Fino a quando la mia stella brillerà», raccontano Tucci e Cipriani, «ciò ci ha convinti di quanto sia importante e anche necessario portare in scena i suoi racconti: la tragedia della Shoah ma anche le conseguenze delle leggi razziali in Italia, spesso sottaciute. Oggi si vanno sempre più diffondendo forme di razzismo, di intolleranza e di violenza verso i “diversi”, di cancellazione umana, alimentate oltretutto da situazioni di disagio sul mercato del lavoro e dai fenomeni migratori verso l’Europa: da un momento all’altro possono aprire la via a nuove tragedie. La memoria della Shoah può servire a favorire iniziative per reagire ai massacri del nostro tempo.

Lo spettacolo raccoglie le memorie di una testimone d’eccezione in una narrazione cruda e commovente, ripercorrendo la sua infanzia, il rapporto con l’adorato papà Alberto, le persecuzioni razziali, il lager, la vita libera e la gioia ritrovata grazie all’amore del marito Alfredo e ai tre figli». Segre. Come il fiume è un lavoro teatrale per offrire ai giovani l’opportunità di non dimenticare la tragedia della Shoah, definita dal premio Nobel Elie Wiesel come «La più grande tragedia della storia». Recentemente, in occasione della replica dello spettacolo al Teatro di Marmirolo di Mantova lo scorso 2 dicembre, la senatrice Segre ha scritto: «… finché la mia stella brillerà e ci saranno orecchie e cuori pronti ad ascoltare, il nostro comune impegno per la verità non sarà mai stato vano».

Sezione Dario Serafini – ANPI Ortona




COMUNICARE LA CULTURA. L’engagement per i cittadini

Aula multimediale del Rettorato – 12 gennaio 2023 – ore 16:00

Chieti, 10 gennaio 2023. Prospettive, potenzialità e problemi legati alla comunicazione della cultura in generale e, più in particolare, del sistema museale, dei luoghi, degli eventi, delle mostre e delle pubblicazioni saranno al centro del convegno sul tema “Comunicare la cultura – L’engagement per i cittadini” in programma giovedì, 12 gennaio prossimo, dalle ore 16:00, presso l’Aula multimediale del Rettorato nel Campus di Chieti. L’incontro è stato organizzato dal Dipartimento di Scienze giuridiche e sociali dell’Università degli Studi “Gabriele d’Annunzio” di Chieti-Pescara, diretto dal professor Fabrizio Fornari, con il patrocinio dell’Ordine regionale dei Giornalisti d’Abruzzo.

Dopo i saluti istituzionali i lavori si apriranno con la Lectio magistralis del Direttore dell’Istituto per la formazione al giornalismo di Urbino, professoressa Lella Marzoli. Seguiranno gli interventi di Stefano Pallotta, Presidente dell’Ordine dei Giornalisti d’Abruzzo, del Direttore del Dipartimento di Scienze giuridiche e sociali della “d’Annunzio”, professor Fabrizio Fornari, del giornalista Marco Ferrazzoli della Presidenza del Consiglio dei ministri e del professor Andrea Lombardinilo, Delegato del Rettore alla comunicazione di Ateneo.    

L’avvento del digitale – spiega il professor Andrea Lombardinilo, docente di Sociologia dei processi culturali e comunicativi presso il Dipartimento di Scienze giuridiche e sociali della “d’Annunzio” e Delegato del Rettore alla comunicazione di Ateneo – ha profondamente mutato anche le modalità di comunicazione e di divulgazione delle notizie, con tutto quel che ne consegue sul piano dell’attendibilità e della qualità dell’informazione. Non fa eccezione il giornalismo culturale, che non si limita alla segnalazione di mostre, eventi e luoghi, ma è sempre più proiettato su una dimensione divulgativa a supporto dell’engagement dei cittadini, agevolato dalla convergenza di vecchi e nuovi media. Di qui – conclude il professor Lombardinilo – l’opportunità di riflettere, attraverso la lectio magistralis della professoressa Lella Mazzoli e il successivo approfondimento a più voci, sulle modalità di fruizione della comunicazione culturale, nello scenario complesso della globalizzazione delle notizie e delle immagini.

Maurizio Adezio




IN SCENA IL DON CHISCIOTTE di Cervantes Saavedra

Domenica 29 gennaio alle ore 18:00 con Alessio Boni e Serra Ylmaz

Sulmona, 10 gennaio 2023. Cresce l’attesa per il nuovo grande allestimento della stagione di prosa del Caniglia. Il 2023 inizia al Teatro Maria Caniglia con un grande allestimento e un magnifico spettacolo di prosa: domenica 29 gennaio alle ore 18:00 andrà infatti in scena “Don Chisciotte” liberamente ispirato al romanzo di Miguel de Cervantes Saavedra con Alessio Boni e Serra Ylmaz.

Con la regia di Roberto Aldorasi, Alessio Boni, Marcello Prayer, l’adattamento di Francesco Niccolini e la produzione del Nuovo Teatro diretta da Marco Balsamo, saliranno sul palco insieme a Alessio Boni nei panni di Don Chisciotte e Serra Ylmaz nelle vesti di Sancho Panza, Biagio Iacovelli come Rozinante e Francesco Meoni, Liliana Massari ed Elena Nico. Sul palco anche l’attore sulmonese Pietro Faiella.

«Chi è pazzo? Chi è normale? Forse chi vive nella sua lucida follia riesce ancora a compiere atti eroici. Di più: forse ci vuole una qualche forma di follia, ancor più che il coraggio, per compiere atti eroici. La lucida follia è quella che ti permette di sospendere, per un eterno istante, il senso del limite: quel “so che dobbiamo morire” che spoglia di senso il quotidiano umano, ma che solo ci rende umani. L’animale non sa che dovrà morire: in ogni istante è o vita o morte. L’uomo lo sa ed è, in ogni istante, vita e morte insieme. Emblematico in questo è Amleto, coevo di Don Chisciotte, che si chiede: chi vorrebbe faticare, soffrire, lavorare indegnamente, assistere all’insolenza dei potenti, alle premiazioni degli indegni sui meritevoli, se tanto la fine è morire? Don Chisciotte va oltre: trascende questa consapevolezza e combatte per un ideale etico, eroico. Un ideale che arricchisce di valore ogni gesto quotidiano. E che, involontariamente, l’ha reso immortale. È forse folle tutto ciò?[…] Dopotutto, sono proprio coloro che sono folli abbastanza da credere nella loro visione del mondo, da andare controcorrente, da ribaltare il tavolo, che meritano di essere ricordati in eterno.» così ha dichiarato Alessio Boni su questo spettacolo che dopo aver calcato e riscosso enorme successo in tutti i principali palchi teatrali italiani fa finalmente tappa a Sulmona.




FAI LA SCELTA GIUSTA per il tuo futuro

Il polo liceale Ovidio  ti aspetta

Sulmona, 9 gennaio 2023. Open day, laboratori e notte bianca per conoscere l’ampia offerta formativa dell’Istituto superiore cittadino. Da oggi (e fino al 30 gennaio) è attivo sul portale del Ministero dell’Istruzione (https://www.istruzione.it/iscrizionionline/) il servizio per le iscrizioni al nuovo anno scolastico. E allora è tempo di fare la scelta giusta! Per presentare la propria offerta formativa, l’Istituto d’Istruzione superiore “Ovidio” ha organizzato una serie di appuntamenti rivolti ai futuri studenti e alle loro famiglie.

La prima iniziativa è in programma è l’open day con notte bianca del liceo classico “Ovidio”, venerdì 13 gennaio (dalle ore 16 alle 22). Si potrà visitare la scuola e conoscerne tutti gli indirizzi e le attività progettuali. Il liceo “Vico” aprirà le porte ai futuri studenti, invece, martedì 17 gennaio (ore 16-20). Docenti e studenti saranno a disposizione di ragazzi e genitori per presentare l’ampia varietà di corsi, dall’indirizzo Linguistico alle Scienze umane, dal liceo Economico-sociale all’indirizzo Motorio, con tutte le loro peculiarità e tutti gli spazi laboratoriali di cui la scuola dispone per le diverse attività. Il liceo artistico “Mazara” ha invece in programma dal 16 al 21 gennaio la “Settimana dell’arte” con una serie di attività finalizzate a condurre i futuri studenti nel meraviglioso mondo delle arti figurative, della moda e dell’architettura.

Giovedì 19 gennaio ci sarà invece il “welcome day” (ore 16-20), una giornata di scuola aperta per accogliere quanti vorranno visitarla e conoscerla più da vicino. Prevista anche una sfilata di moda con abiti realizzati dagli alunni dell’Istituto. Durante le giornate di scuola aperta previsto l’intervento di Paolo Ruscitti, astrofisico dell’osservatorio astronomico “Torre delle stelle” di Aielli. Per informazioni e per una visita alla scuola, si potranno contattare le segreterie del polo liceale: sede di via Togliatti per il liceo “Vico” al numero 0864/53763; sede di via “De Matteis” per il liceo classico “Ovidio” e per il liceo artistico “Mazara” al numero 0864/54459.

Le scuole saranno aperte per visite pomeridiane nelle giornate di martedì, mercoledì, giovedì e venerdì, previo appuntamento con i referenti dell’orientamento: per il liceo classico “Ovidio” le professoresse Antonella Gentile (tel. 349/6537629) e Concetta Marinucci (tel. 328/3665946); per il liceo “Vico” le professoresse Antonella Zarrillo (tel. 347/5125218) e Marina Biagi (tel. 338/7615841); per il liceo “Mazara” i professori Gianluca Mascio (tel. 349/4741784) e Giovanna Ruscitti (tel. 338/4135776). Tutte le informazioni sull’Istituto d’Istruzione superiore “Ovidio” e i piani di studio dei vari indirizzi liceali sono disponibili anche sul sito internet www.iisovidio.edu.it Un collegamento rapido si aprirà anche semplicemente inquadrando il QR code presente sulle foto.

Annalisa Civitareale




IL RUOLO DELLE POLITICHE SOCIALI per un nuovo patto sociale: esperienze a confronto

Auditorium Rettorato; 10 gennaio 2023 – ore 10:30

Chieti, 9 gennaio 2023. “Il ruolo delle Politiche sociali per un nuovo patto sociale: esperienze a confronto” è il tema dell’incontro che si terrà domani, 10 gennaio 2023, dalle ore 10.30, presso l’Auditorium del Campus Universitario di Chieti. L’evento, promosso dal Presidente del Corso di Laurea in Servizio sociale dell’Università degli Studi Gabriele d’Annunzio di Chieti-Pescara, professor Roberto Veraldi, vedrà, dopo i saluti istituzionali del Rettore Sergio Caputi, la partecipazione di importanti testimoni privilegiati del mondo delle Istituzioni, tra i quali: l’onorevole Fabio Righi, Segretario di Stato per l’Industria, l’Artigianato e il Commercio, la Ricerca Tecnologica e la Semplificazione normativa della Repubblica di San Marino, il senatore Claudio Durigon, Sottosegretario di Stato al Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali, il professor Camillo Stefano Pasotti, docente di Sociologia generale presso il Dipartimento di Economia aziendale della “d’Annunzio”, dell’economista, professor Pino Mauro, del Direttore generale della “Fondazione Enasarco”, Antonio Buonfiglio, dell’ex-Direttore generale del Ministero del Lavoro, Natale Forlani, e della dottoressa Sandra Carballar, Ricercatrice a contratto della “d’Annunzio”.

Le conclusioni saranno affidate al professor Giorgio Gosetti, Docente di Sociologia dei processi economici e del lavoro dell’Università di Verona. Le Politiche sociali rappresentano l’insieme delle complessive politiche pubbliche che hanno per oggetto le strutture, le decisioni, i processi e gli esiti delle azioni istituzionali, organizzative e professionali che si confrontano con la Società e con l’evoluzione della Società. Rappresentano, nel loro complesso e in generale, il pilastro del Welfare: un sistema sociale pubblico che garantisce ai cittadini la fruizione di servizi o forme di protezione da rischi derivanti da malattie, vecchiaia o eventi nel mercato del lavoro in tutte le sue applicazioni pratiche. Sono molti gli attori che concorrono alla “creazione” di Welfare.

“Da qui – sottolinea il professor Roberto Veraldi, Presidente del Corso di laurea in Servizio sociale della d’Annunzio – nasce l’idea di un confronto aperto, all’interno del Corso di Laurea in Servizio sociale che forma gli Operatori del Sociale e tra questi soprattutto gli Assistenti sociali, con testimoni privilegiati del variegato mondo delle Istituzioni (Italiane e Internazionali), dell’Accademia, dell’imprenditoria nel campo dei servizi per approntare un ragionamento, il più costruttivo possibile, che serva a definire, delineare, approfondire le basi teoriche e conoscitive di come sarà il Welfare di domani e quali possibili vie di fuga immaginare in una “Società fuori squadra” (come la definiva Arnaldo Bagnasco), che sta cercando di ritrovare, lentamente e con difficoltà, il suo equilibrio nel rapporto con i Cittadini che la compongono”.

Maurizio Adezio




TUTTI I TIPI di Ciufoli

La rassegna teatrale “Ama il teatro a Lama”

Lama dei Peligni, 9 gennaio 2023. Saranno i “Tipi” di Roberto Ciufoli ad inaugurare per il 2023, la rassegna teatrale “Ama il teatro a Lama” a cura dell’attore abruzzese Federico Perrotta: avviata a dicembre 2022 con lo spettacolo “I Matti di Dio” (Uao Spettacoli) si prosegue, come da programma, con altre tre date d’autore accolte con entusiasmo dal sindaco  di Lama dei Peligni (Ch) Tiziana di Renzo.

L’appuntamento con l’attore e fondatore del quartetto comico la Premiata Ditta, è previsto per domenica 15 gennaio 2023 alle ore 18.00 presso la Sala Polivalente “A. Del Pizzo” di Lama dei Peligni (Ch): sul palco, una carrellata di tipologie umane, un esilarante percorso che spazia dallo sportivo all’indeciso, dal timido al supereroe e al danzatore, mostrando come una particolare caratteristica psicologica condizioni un atteggiamento fisico, un modo di parlare e di scegliere le parole. In “Tipi” di e con Roberto Ciufoli “si ride di noi, di questa nostra umanità così fortemente spaesata e confusa” con monologhi, poesie, sketch e balli che rendono lo spettacolo un vero “multi-one-man-show”.

“Ringraziamo davvero per il sostegno il Comune di Lama dei Peligni ed il sindaco che crede molto in questa ripartenza, ma anche la compagnia teatrale TeatrArtMaja per la dedizione che impiega per la realizzazione di attività importanti per la comunità; con “I Matti di Dio” abbiamo avuto un assaggio di ciò che veramente caratterizza una realtà come Lama dei Peligni, e per questo 2023 siamo pronti per proseguire lungo un sentiero caratterizzato da grandi nomi del mondo dello spettacolo che in realtà porteranno anche importanti temi e spunti interessanti in questo angolo di pace d’Abruzzo”- commenta l’artista e produttore abruzzese Federico Perrotta.




ESAMI DI MATURITÀ 2023

Mancano pochi mesi agli esami, e ad indirizzarli è il ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara, che ha ripristinato molte delle regole che erano in vigore nel periodo precedente la pandemia.

di W. Centurione

Chieti, 6 gennaio 2023. Il neoministro, dunque ha già inviato la circolare a tutte le scuole per informarle delle regole da seguire per gli esami di maturità dell’anno scolastico 2022-2023 per i circa 480.000 studenti che dovranno affrontare le prove finali. Di seguito, ecco cosa prevede la circolare.

Per l’ammissione agli esami di maturità 2023 gli studenti per prima cosa dovranno accumulare un monte ore durante l’anno scolastico pari ad almeno tre quarti di quello svolto in classe. Un altro aspetto di cui si terrà conto è il voto. Gli studenti, infatti dovranno conseguire almeno la sufficienza in tutte le materie, condotta inclusa. Se dovesse comparire un voto pari a cinque allora in quel caso sarebbe il consiglio di classe a decidere in merito all’ammissione dello studente con tanto di motivazione.

Da quest’anno sono state introdotte le prove invalse che per i maturandi si terranno a  marzo, e un altro requisito per poter accedere agli esami di maturità è quello di dover partecipare a tutte e tre le prove proposte, cioè quella d’Italiano, di matematica e d’Inglese.

Per quanto riguarda l’alternanza scuola-lavoro invece, quest’anno non sarà considerata “necessaria” per poter accedere agli esami di maturità in quanto il decreto “Milleproroghe” del governo Meloni lo ha escluso. La motivazione trova riscontro nel fatto che negli ultimi tre anni è stato impossibile da parte degli istituti e dei licei raggiungere il “target orario previsto” per via della pandemia.

Ma in che cosa consisteranno le prove scritte della maturità 2023? La prova d’Italiano sarà comune a tutte le scuole e a tutti gli indirizzi nelle modalità di svolgimento: 6 ore di durata e scelta da parte degli studenti di una delle 7 tracce proposte. Da ricordare la trasversalità delle tracce: da argomenti artistici a letterali, da storici a filosofici e scientifici, da tecnologici a sociale ed economici. Per la seconda prova vige una novità. Essa verrà scelta dal ministero mediante decreto in pubblicazione entro la fine di questo mese di gennaio e non dalle commissioni come l’anno scorso.

Per l’esame orale invece si prevederà un colloquio interdisciplinare e multidisciplinare. Non ci saranno più le tesine ma il maturando dovrà esaminare e analizzare testi, documenti, problemi ed esperienze con collegamenti sviluppati in maniera critica, utilizzando anche le lingue straniere.

Sull’alternanza scuola-lavoro, anche se non rientra più come requisito di ammissione agli esami, il maturando potrà presentare una relazione o un elaborato a chiusura del percorso formativo.

Le commissioni invece torneranno ad essere composte com’erano nel periodo pre-pandemia ovvero da un presidente esterno, tre membri interni e tre esterni (questi ultimi saranno nominati a maggio).

Il Voto?

Beh, il voto finale sarà espresso in centesimi, ma il credito scolastico tornerà ad avere il limite di 40 punti anziché di 60 (come nel pre-covid). Gli altri 60 punti dovranno maturare grazie alle prove scritte e orali. Il minimo per superare la maturità è come sempre 60 punti.




IL VENTO IN TASCA. La storia di Annie Londonderry

Letture e musica dal vivo a cura di “Terrateatro”, domani, alle 16.30, al Kursaal

Giulianova, 4 gennaio 2022.Annie Londonderry, pseudonimo di Annie Cohen Kapchovsky (Lettonia 1870 – New York 1947) sosteneva di aver accettato e vinto la sfida più strabiliante mai portata a termine da una donna: fare il giro del mondo in bicicletta. La favolosa impresa, ricchissima di colpi di scena, imprevisti, primati veri o presunti, fu effettuata tra il 1894 ed il 1895. E di Annie Londonderry, atleta, avventuriera, poliedrica imprenditrice di sé stessa, racconteranno domani pomeriggio, al Kursaal, Cristina Cartone, Luca Settepanella, Ottaviano Taddei ed Alex Ricci della Compagnia “Terrateatro”, nell’originale spettacolo dal titolo “ Il vento in tasca. La storia di Annie Londonderry”.

Letture teatrali si alterneranno ad originali performance di musica dal vivo, dando vita ad un allestimento godibilissimo e stimolante.

L’ iniziativa, patrocinata dalla Città di Giulianova, dal Tsa (Teatro stabile d’Abruzzo) e dalla Fondazione Tercas, costituisce, nell’ambito di “GiuliaEventi Natale 2022”, una piacevole parentesi culturale e letteraria, alla vigilia della Festa dell’ Epifania.




NUOVE VISITE GUIDATE per scoprire il Maxxi

Tanta voglia di MAXXI all’Aquila dove Palazzo Ardinghelli registra in questi giorni di festa un boom di presenze

L’Aquila, 4 gennaio 2023. Ecco allora nuove date per le visite guidate: da domani, mercoledì 4 a sabato 7 gennaio ogni giorno alle 17.00 dalla biglietteria del museo partirà un tour per scoprire la bellezza del Palazzo Barocco sede del Museo, la mostra Afterimage a cura di Bartolomeo Pietromarchi e Alessandro Rabottini ospitata nel piano nobile di Palazzo Ardinghelli, la Chiesa gonfiabile di Stefano Cerio nella corte e l’Omaggio a Franco Summa. In principio era il colore curata da Maria Alicata in project room.

La partecipazione a tutte le visite ha un costo di € 5 con acquisto del biglietto di ingresso ridotto al Museo. Prenotazione telefonica al numero 0862.414083 o direttamente in biglietteria. Posti limitati.

ORA IN MUSEO

Afterimage: Una grande collettiva internazionale con 26 artisti di differenti generazioni, composta da nuove committenze e installazioni site-specific, opere storiche della Collezione MAXXI, sale monografiche con opere che spaziano dagli anni ’60 a oggi. Afterimage è una riflessione per immagini sui temi della memoria e della metamorfosi, e guarda a quelle forme, sia materiali sia metaforiche, con cui ciò che è trascorso rimane intorno a noi e in noi. L’allestimento invita i visitatori a esplorare le 15 sale del piano nobile del museo e i suoi passaggi, a stabilire associazioni intuitive e spontanee tra le opere, l’architettura di Palazzo Ardinghelli e la storia di L’Aquila, città che testimonia quotidianamente l’equilibrio tra memoria del passato e impulso alla trasformazione, e che quotidianamente rende manifesto quanto il principio della metamorfosi trattenga ciò che è stato e generi ciò che sarà.

Omaggio a Franco Summa. In principio era il colore: Un focus per testimoniare l’importante ruolo svolto dall’artista nell’ambito delle arti visive e il forte legame tra la sua pratica artistica e l’Abruzzo, sua terra d’origine. Il percorso espositivo, che coinvolge gli spazi del MAXXI L’Aquila ma anche quelli della Fondazione Giorgio De Marchis Bonanni d’Ocre Onlus e del Consiglio regionale dell’Abruzzo, mostra i diversi aspetti di una pratica artistica che ha come campo d’azione principale il contesto urbano reimmaginato attraverso interventi che coinvolgono e interagiscono con la comunità.

Stefano Cerio. Aquila Nella corte di Palazzo Ardinghelli una chiesa gonfiabile da esplorare: è Aquila di Stefano Cerio. Il gonfiabile riproduce la chiesetta di legno di Onna, uno dei centri più colpiti dal sisma, divenuta un centro gravitazionale per la comunità del borgo nei difficili anni della ricostruzione non ancora completata. L’opera, ideata e utilizzata originariamente per la serie di scatti realizzati dal fotografo per la mostra inaugurale del MAXXI L’Aquila, Punto di equilibrio. Pensiero spazio luce da Toyo Ito a Ettore Spalletti, evoca, come spesso accade nei lavori di Stefano Cerio, da un lato l’assenza, dall’alto una presenza data dal riferimento forte all’edificio realmente esistente.

Fino a domenica 8 gennaio il museo è aperto ogni giorno dalle 10 alle 19.

Elisa Cerasoli




THE MAC LIVE MANAGEMENT E FL MANAGEMENT: nasce la partnership

Un 2023 ricco di eventi per la coppia FL management e The Mac Live Management

Roma, 4 gennaio 2023. Inizia sotto una buona stella il 2023 per gli appassionati del mondo degli eventi e delle serate.

Le due agenzie, dopo una serie di collaborazioni, hanno deciso di rendere stabile la partnership unendo le forze e formando una squadra di artisti di altissimo livello, pronti a rendere speciali le notti della movida italiana.

Numerosi gli artisti che sono da loro seguiti in esclusiva, come Vincent Riotta, Clayton Norcross, Sergio Muniz, Daniela Fazzolari, Francesca Giuliano, Demetra Hampton, Kenia Fernandes, Yuliya Mayarchuk, Eleonora Albrecht e molti altri ancora.

Attori, cantanti maghi cabarettisti e showgirl presenza fisse di cene spettacolo, serate in discoteca convention ed eventi privati.

La sinergia della FL management di Francesco Leardini e della The Mac Live Management di Antonio Moccia permetterà di avere un portfolio ancora più ricco e di altissimo livello, realizzando eventi unici e imperdibili in tutta Italia.

Non ci resta che attendere per scoprire quali altre meravigliose novità riserverà il 2023 a questi coraggiosi imprenditori dello spettacolo che anno dopo anno stanno investendo tempo, sudore e studio in un settore che per diverso tempo ha vissuto una profonda crisi legata alla pandemia, ma che ora ha una fortissima voglia di rinascita.




PROSEGUE LA STAGIONE DI PROSA al teatro Talia di Tagliacozzo.

In scena Sabato 07 gennaio alle ore 18:00 “I Mezzalira – panni sporchi fritti in casa” con Agnese Fallongo, Tiziano Caputo e con Adriano Evangelisti.

Tagliacozzo, 4 gennaio 2023. Dopo il bellissimo pomeriggio di Natale passato con la proiezione cinematografica di “Corro da te” il 25 dicembre alle ore 18:00 che ha visto scendere dopo tanto tempo il telo bianco sul palco del Talia, questa volta è il turno della prosa. Andrà infatti in scena il 07 gennaio 2023 alle ore 18:00 “I Mezzalira – panni sporchi fritti in casa” scritto da Agnese Fallongo, con la regia di Raffaele Latagliata.

Il titolo nasce da un gioco linguistico che crea una fusione tra il celebre detto popolare “i panni sporchi si lavano in casa” e il concetto della “frittura” come simbolico spartiacque del binomio più antico della storia: quello tra servo e padrone, tra chi produce l’olio e chi lo possiede, tra chi può friggere tutti i giorni e chi non può friggere mai. Se è vero che la saggezza popolare insegna a mantenere celate le questioni familiari all’interno delle mura domestiche lontano da occhi indiscreti, è altrettanto vero che quelle mura non sempre bastano a contenere i segreti, i tabù e i non detti della famiglia Mezzalira, protagonista del racconto. Il tutto visto e raccontato da Giovanni Battista Mezzalira detto “Petrusino”, il più piccolo della famiglia che, una volta adulto, traccerà un vero e proprio arco della sua esistenza, in un caleidoscopio di ricordi che attraverseranno una vita intera, una vita fatta di luci, ombre e colpi di scena all’interno del medesimo focolare domestico.

La messa in scena è stata definita: « […] uno spettacolo che non ti da il tempo di applaudire. Grazie al suo ritmo serrato e incalzante, è un’opera che ti fa sorridere, ridere e al contempo emozionare. L’unione di questi quattro fenomenali artisti da sempre vita a pièce che meriterebbero i migliori palcoscenici d’Italia e che dovrebbero essere visti da un infinito numero di spettatori.»

Con Agnese Fallongo e Tiziano Caputo e con Adriano Evangelisti; musiche originali Tiziano Caputo; scenografie Andrea Coppi; costumi Daniele Gelsi; Regia Raffaele Latagliata; una produzione Teatro degli Incamminati.

I biglietti sono in vendita presso il Tagliacozzo Turismo – Info Point in piazza Duca degli Abruzzi e sulla piattaforma online Oooh.events, con le seguenti tariffe: Platea e palchi di I Ordine € 20 (ridotto € 18), Palchi di II ordine € 18(ridotto € 16), Palchi III ordine € 16 (ridotto € 14). Per studenti e ragazzi fino ai 25 anni la tariffa unica per Prosa e Musica è di € 10. Il giorno dello spettacolo sarà possibile acquistare i biglietti sia online che presso il Botteghino del Teatro.

Fino all’08 gennaio 2023 è possibile, inoltre, acquistare presso il Tagliacozzo Turismo – Info Point in Piazza Duca degli Abruzzi, le card natalizie del Teatro da donare!




CAFFÈ NERO A HAMMERSMITH, il secondo romanzo di Gabriele Lucci

È stato presentato a Roma il 2 dicembre 2022, con Paolo Mieli, nella Libreria Eli

di Goffredo Palmerini

L’Aquila 4 gennaio 2022. Pubblicato in novembre 2022 e presentato il 2 dicembre scorso a Roma, presso la magnifica Libreria Eli, il romanzo “Caffè nero a Hammersmith” (ed. L’Atalante) è la seconda incursione nella narrativa di Gabriele Lucci, fecondo saggista e insigne direttore artistico in campo cinematografico. Un magnifico evento, quello della presentazione del volume, in una delle più suggestive librerie della capitale, dove il profumo dei libri si coniuga con il sottile piacere degli incontri culturali, come quello vissuto appunto il 2 dicembre quando è stata svelata, ad una splendida cornice di pubblico, la novità di questo secondo romanzo di Lucci, attraverso l’intrigante conversazione con l’Autore dello storico Paolo Mieli, una delle penne più prestigiose del giornalismo italiano, già direttore della Stampa e del Corriere della Sera.

Numerose le presenze all’incontro di presentazione, specie dal mondo della settima arte. Notevoli e interessanti le annotazioni sull’opera emerse dalla conversazione, stimolata dalle puntuali domande di Mieli all’autore. D’altronde Paolo Mieli non ha fatto mistero del suo apprezzamento per l’opera, con un giudizio assai lusinghiero affidato alla terza di copertina. “Un grande romanzo di piacevole lettura – annota Paolo Mieli – e un concentrato di personaggi unici. Gabriele Lucci racconta il bisogno di far pace con le proprie radici, attraverso un ironico bilancio generazionale ricco di suspense. Riapre le ferite della protagonista e del rapporto irrisolto con il padre con il quale è costretta a confrontarsi, dimostrando l’importanza di fare i conti con il passato.” D’altronde non poteva difettare in Lucci, per la straordinaria sua confidenza e cultura in campo cinematografico, il giusto armamentario per tenere il lettore incollato alle pagine del romanzo, in una storia intricata di personaggi singolari e di varia umanità, in un ricco caleidoscopio di vicende umane, in una congerie di situazioni psicologiche, con una narrazione che non lascia vuoti, tanti sono gli intrecci nelle relazioni costruiti con un sapiente ed ampio ventaglio dialogico.

Insomma, “Caffè nero a Hammersmith” è un libro che si legge tutto d’un fiato, portando il lettore fino all’acme della storia, quando tutto si risolve nella maniera più imprevedibile, quando la suspense cinematografica s’acuisce nel colpo di teatro. Creatività e indiscutibile talento dell’Autore, entrambi fortemente vivi in Gabriele Lucci che alla profonda conoscenza delle tecniche narrative della settima arte assomma anche un’evidente propensione drammaturgica, peraltro già felicemente sperimentata. Non resta, dunque, che lasciare ai potenziali lettori il gusto di leggere il romanzo, senza richiami di dettaglio alla storia che vi è narrata, ma solo rinviando alla valutazione che sull’opera rilascia il critico prof. Angelo Moscariello nella recensione che segue queste modeste mie note di lettura. Riguardo le tecniche narrative apparirà tutto più chiaro scorrendo le annotazioni biografiche sull’autore.    

Gabriele Lucci è nato a L’Aquila il 7 luglio 1950. Giovanissimo, frequenta la Scuola di Cultura drammatica, espressione d’un fermento culturale che caratterizza negli anni ’60 L’Aquila, uno dei più importanti centri di produzione teatrale italiana. È con il Teatro Stabile dell’Aquila, poi diventato Regionale, che Lucci arricchisce il proprio bagaglio culturale, seguendo diversi allestimenti del regista Antonio Calenda. Ma è con la tesi di laurea in Economia (Regioni e Radiotelevisione) che si evidenzia il suo interesse verso il variegato mondo dell’immagine, dove il cinema è solo uno dei settori, anche se di fondamentale rilievo. A metà degli anni ’70 Lucci dà infatti vita, con alcuni amici cinefili, al Cineclub “Primo Piano”, il primo in Abruzzo, e scrive per la RAI i testi di varie trasmissioni radiofoniche, firmando anche la regia del cortometraggio “Festa”, presentato al Festival internazionale di Salsomaggiore.

Contemporaneamente pone le basi per la creazione di quello che sarà all’Aquila un vero e proprio Sistema Cinema. Nel 1981 fonda l’Istituto Cinematografico “La Lanterna Magica”, assumendone la direzione artistica fino al 1995. Con l’Istituto avvia un’intensa attività di promozione del cinema sul territorio, accanto ad iniziative di respiro internazionale. Tra queste il primo Convegno sull’Alta Definizione, la Conferenza sul linguaggio audiovisivo, alcuni workshops tenuti da prestigiosi professionisti del cinema, il Seminario dedicato a François Truffaut, presenti i familiari e i più stretti collaboratori del regista francese. Nel 1992 fonda, con Vittorio Storaro e l’Università dell’Aquila, l’Accademia per le Arti e le Scienze dell’Immagine, ricoprendone la carica di Direttore fino al 2006. In questi stessi anni promuove la nascita della Cineteca dell’Aquila (2000), dell’Aquila Film Commission (2001), della Mediateca regionale “Giovanni Tantillo” (2005).

Gabriele Lucci è stato ideatore, con Luciano Tovoli, di “Una Città in cinema” (1981/1990), il primo Festival internazionale dedicato agli autori della fotografia, con approfondimenti anche sugli altri mestieri del cinema, e del Premio “Nestor Almendros” (1992/2008) riservato ai giovani cinematographers. Direttore editoriale per la Lanterna Magica delle Collane “Saggi e Documenti” e i “Mestieri del Cinema”, nel 1988 ha curato l’edizione italiana della biografia di Nestor Almendros (premio Oscar per la fotografia). Direttore scientifico per la sezione Cinema della Mondadori Electa (2003/2010), Lucci ha scritto diversi volumi sui generi cinematografici, tradotti in vari Paesi, e curato le pubblicazioni monografiche sui premi Oscar Vittorio Storaro, Ennio Morricone (Premio Efebo d’oro miglior libro di cinema 2008) e Dante Ferretti, libri presentati in diverse sedi istituzionali, quali la Casa del Cinema a Roma, la Mostra del Cinema a Venezia, il Guggenheim Museum e l’Istituto Italiano di Cultura a New York, l’University of California-UCLA a Los Angeles, la Protomoteca del Comune di Roma, le Università di Padova e Gorizia, i Comuni di Macerata e dell’Aquila.

Intensa la sua attività di studioso: Gabriele Lucci ha pubblicato saggi, tenuto seminari e un corso universitario su Cinema e Letteratura. I suoi lavori sono stati riportati dalle più importanti testate nazionali e internazionali (da Le Monde a La Repubblica, dal The Guardian al Corriere della Sera, da Variety a La Stampa, da Süddeutsche Zeitung a Il Sole 24 Ore, dal Los Angeles Times a Le Figaro, dalle reti televisive RAI a quelle di Mediaset). Per l’attività svolta a favore del cinema ha ricevuto a Hollywood il tributo dell’American Society Cinematographers ed è stato eletto Socio Onorario dell’Associazione Italiana Autori della Fotografia e dell’Associazione Scenografi, Costumisti e Arredatori.

Dopo il sisma del 2009, che a L’Aquila ha fortemente penalizzato l’intero Sistema Cinema – è sopravvissuto, vocandosi principalmente alla missione archivistica e museale sui mestieri del cinema, solo l’Istituto Cinematografico (del quale chi scrive dal 2000 al 2019 è stato prima Amministratore delegato e poi Vice Presidente) –, complice una politica dissennata che di fatto ha portato alla chiusura di un’eccellenza internazionale come l’Accademia dell’Immagine, Lucci è tornato all’antica passione per il teatro con “Stazione di Transito”, la sua prima esperienza di autore teatrale. L’opera è stata presentata a New York, nell’ottobre del 2012, nel mese dedicato alla cultura italiana, e successivamente al Salone del libro di Torino 2013. Nel 2014 ha reso un omaggio al cinema con il volume “La diabolica ossessione” e, insieme a Vittorio Storaro, Luciano Tovoli, Daniele Nannuzzi, con il volume “The Art of Cinematography”, una grande opera figurativa che per la prima volta ha proposto, avvalendosi dei testi di Lorenzo Codelli e Bob Fisher, una rilettura della settima arte attraverso gli occhi dei più importanti cinematographers del mondo.

Nel 2015 Gabriele Lucci ha esordito nella narrativa con il romanzo “Il Tataurso imperiale”. È del 2016, invece, la rappresentazione teatrale in Italia della pièce “Stazione di Transito”, per la regia di Marisa Mastracci con la Compagnia “La Bottega dei Guitti”. Nel 2017, in occasione della rassegna “Scrittori al centro”, insieme al critico cinematografico Paolo D’Agostini del quotidiano La Repubblica, ha dialogato con lo scrittore Sandro Veronesi sul tema “Il Cinema Passivo”. È del 2021 la più recente pubblicazione saggistica “Biografia di un desiderio”, ovvero come è nato all’Aquila un Sistema Cinema, tra il 1976 e il sisma del 2009. Il libro è stato presentato a Onna (L’Aquila) il 30 ottobre 2021, con la partecipazione di Paolo Mieli e Marco Tullio Giordana. Il 30 maggio 2022 Gabriele Lucci è stato insignito a Roma del Premio Internazionale Federico II, presso la sala Zuccari del Senato della Repubblica, a riconoscimento del suo impegno e della professionalità nel settore cinematografico.

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La recensione del critico

Prof. Angelo Moscariello

Un romanzo quello di Gabriele Lucci che ti aggancia fin dalle prime righe e non ti molla sino alla conclusione, un romanzo che si legge, o meglio si guarda, in uno stato di ipnosi da una sequenza all’altra lungo la  linea di un realismo fantastico dove si alternano dolorose memorie del passato e aperture oniriche verso il futuro (nel caso della protagonista Paola che cerca di riavere in affidamento la figlioletta) e di sdoppiamenti identitari (nel caso del poliziotto Ranieri che si crea un doppio narrativo nei suoi romanzi con protagonista il suo alter ego Chuck Harris, un agente alla James Bond), con sullo sfondo la presenza incombente di un uomo che persegue un suo scopo inconfessabile (Corrado il padre di Paola uscito di galera che ora si serve della figlia per recuperare il bottino di una rapina fatta anni prima).

La struttura di Caffè nero a Hammersmith è quella di un progettato road movie dal sud al nord della penisola che alimenta una crescente suspense senza mai tradire il verosimile quotidiano nella descrizione degli ambienti della costa adriatica (con tocchi figurativi simili a quadri di Hopper) e nei ritratti dei protagonisti, una transustanziazione del cinema in letteratura (quel cinema tanto amato dall’autore) dove dialoghi e azione procedono con ritmo veloce e finezza di dettagli.

Un percorso nello spazio che si risolve in un falso movimento o meglio in vortice che risucchia tutti in un locale di San Benedetto del Tronto chiamato La Rosa dei Venti dove si ritrovano i vecchi amici e forse complici di Corrado e li restituisce come “soggetti smarriti” (come si intitola uno dei capitoli cruciali del libro).

La sorpresa è che nel finale l’azione si riavvia fino a una scena sotto la pioggia da action-movie dopo la quale in un gioco di dare e avere i protagonisti si ritrovano conciliati con il loro passato. La cosa certa è che Lucci possiede il gusto del racconto e lo esprima in una forma matura e controllata (con momenti che a volte ricordano le dissolvenze scritturali incrociate dell’argentino Julio Cortazar), senza mai ricorrere agli stereotipi dei generi di largo consumo da lui evocati e con un mood del tutto personale non privo di una deliziosa sottile ironia che procede tra slittamenti e inversioni fino all’ultimo respiro.




BENEDETTO XVI e gli Angeli

Grande risonanza ha avuto sui mass media il riferimento agli spiriti celesti che il Santo Padre Benedetto XVI, nato nel 1928 e defunto alla fine di dicembre 2022, fece durante l’Angelus del 2 ottobre 2011

di don Marcello Stanzione, 3 gennaio 2023

Ecco le testuali parole del Pontefice: “Cari amici, il Signore è sempre vicino e operante nella storia dell’umanità, e ci accompagna anche con la singolare presenza dei suoi Angeli, che oggi la Chiesa venera quali “Custodi”, cioè ministri della divina premura per ogni uomo. Dall’inizio fino all’ora della morte, la vita umana è circondata dalla loro incessante protezione. E gli Angeli fanno corona all’augusta regina Maria delle Vittorie, la Beata Vergine Maria del Rosario, che nella prima domenica di ottobre, proprio a quest’ora, dal Santuario di Pompei e dal mondo intero, accoglie la fervida Supplica, affinché sia sconfitto il male e si riveli, in pienezza, la bontà di Dio”.

Il Compendio del Catechismo della Chiesa Cattolica edito nel 2005 sotto il pontificato di Benedetto XVI alla domanda chi sono gli angeli? risponde al n. 60: “Gli angeli sono creature puramente spirituali, incorporee, invisibili e immortali, esseri spirituali dotati di intelligenza e di volontà. Essi, contemplando incessantemente Dio a faccia a faccia, Lo glorificano, Lo servono e sono i suoi messaggeri nel compimento della missione di salvezza per tutti gli uomini”. Sulle modalità poi della presenza degli spiriti celesti nella Chiesa, il Compendio, citando San Basilio Magno che affermò che ogni fedele ha al proprio fianco un angelo come protettore e pastore per condurlo alla vita, sottolinea che la Chiesa si unisce agli angeli per adorare Dio, invoca la loro assistenza e di alcuni celebra liturgicamente la memoria. Il papa Benedetto XVI, Il 2 ottobre 1977, parlando alla radio bavarese quand’era ancora cardinale, dopo aver ricordato che il 2 ottobre da circa trecent’anni la Chiesa Cattolica celebra la festa dei Santi Angeli Custodi, disse che poche cose erano diventate estranee ai cristiani d’oggi quanto l’idea dell’Angelo custode. Poi aggiunse: “L’Antico Testamento dice dell’angelo al popolo di Israele: “Prestagli attenzione e ascolta la sua voce”. Cioè, devo farmi attento e sensibile a quest’idea divina che mi abbraccia e guida, e non devo contrapporle ostinatamente i miei desideri ed i miei umori del momento. Di angeli custodi ora non si parla più se non in qualche locuzione convenzionale. Lo stesso vale se si parla di protezione e si discute di come sia possibile proteggerci dai fenomeni inquietanti e dai pericoli della vita moderna. Parlare degli “Angeli” significa invece essere convinti che il mondo è dappertutto colmo dalla viva presenza di Dio e che questa presenza si rivolge a ciascun individuo, a ciascuno di noi come potenza che ci chiama e ci protegge.

Alla fine del corso degli esercizi spirituali per la Quaresima del 2007, il predicatore era stato l’arcivescovo emerito di Bologna, il cardinale Giacomo Biffi che si era a lungo soffermato sugli spiriti celesti e, al momento del ringraziamento, il Papa Benedetto XVI affermò:  “Mi sono accorto che negli intarsi del mio inginocchiatoio è raffigurato il Cristo risorto, circondato da angeli che volano. Ho pensato che questi angeli possono volare perché non si trovano nella gravitazione delle cose materiali della terra, ma nella gravitazione dell’amore del Risorto; e che noi potremmo volare se uscissimo un po’ dalla gravitazione del materiale ed entrassimo nella gravitazione nuova dell’amore del Risorto”.

Il 29 settembre 2007 il papa Benedetto durante l’omelia di una ordinazione episcopale dichiarò: “Celebriamo questa Ordinazione episcopale nella festa dei tre Arcangeli che nella Scrittura sono menzionati per nome: Michele, Gabriele e Raffaele. Questo ci richiama alla mente che nell’antica Chiesa – già nell’Apocalisse – i Vescovi venivano qualificati “angeli” della loro Chiesa, esprimendo in questo modo un’intima corrispondenza tra il ministero del Vescovo e la missione dell’Angelo. A partire dal compito dell’Angelo si può comprendere il servizio del Vescovo. Ma che cosa è un Angelo? La Sacra Scrittura e la tradizione della Chiesa ci lasciano scorgere due aspetti. Da una parte, l’Angelo è una creatura che sta davanti a Dio, orientata con l’intero suo essere verso Dio. Tutti e tre i nomi degli Arcangeli finiscono con la parola “El“, che significa “Dio”. Dio è iscritto nei loro nomi, nella loro natura. La loro vera natura è l’esistenza in vista di Lui e per Lui. Proprio così si spiega anche il secondo aspetto che caratterizza gli Angeli: essi sono messaggeri di Dio. Portano Dio agli uomini, aprono il cielo e così aprono la terra. Proprio perché sono presso Dio, possono essere anche molto vicini all’uomo. Dio, infatti, è più intimo a ciascuno di noi di quanto non lo siamo noi stessi. Gli Angeli parlano all’uomo di ciò che costituisce il suo vero essere, di ciò che nella sua vita tanto spesso è coperto e sepolto. Essi lo chiamano a rientrare in se stesso, toccandolo da parte di Dio. In questo senso anche noi esseri umani dovremmo sempre di nuovo diventare angeli gli uni per gli altri – angeli che ci distolgono da vie sbagliate e ci orientano sempre di nuovo verso Dio. Se la Chiesa antica chiama i Vescovi “angeli” della loro Chiesa, intende dire proprio questo: i Vescovi stessi devono essere uomini di Dio, devono vivere orientati verso Dio. “Multum orat pro populo” – “Prega molto per il popolo”, dice il Breviario della Chiesa a proposito dei santi Vescovi. Il Vescovo deve essere un orante, uno che intercede per gli uomini presso Dio. Più lo fa, più comprende anche le persone che gli sono affidate e può diventare per loro un angelo – un messaggero di Dio, che le aiuta a trovare la loro vera natura, se stesse, e a vivere l’idea che Dio ha di loro. Tutto ciò diventa ancora più chiaro se ora guardiamo le figure dei tre Arcangeli la cui festa la Chiesa celebra oggi. C’è innanzitutto Michele. Lo incontriamo nella Sacra Scrittura soprattutto nel Libro di Daniele, nella Lettera dell’Apostolo san Giuda Taddeo e nell’Apocalisse. Di questo Arcangelo si rendono evidenti in questi testi due funzioni. Egli difende la causa dell’unicità di Dio contro la presunzione del drago, del “serpente antico”, come dice Giovanni. È il continuo tentativo del serpente di far credere agli uomini che Dio deve scomparire, affinché essi possano diventare grandi; che Dio ci ostacola nella nostra libertà e che perciò noi dobbiamo sbarazzarci di Lui. Ma il drago non accusa solo Dio. L’Apocalisse lo chiama anche “l’accusatore dei nostri fratelli, colui che li accusa davanti a Dio giorno e notte” (12, 10). Chi accantona Dio, non rende grande l’uomo, ma gli toglie la sua dignità. Allora l’uomo diventa un prodotto mal riuscito dell’evoluzione. Chi accusa Dio, accusa anche l’uomo. La fede in Dio difende l’uomo in tutte le sue debolezze ed insufficienze: il fulgore di Dio risplende su ogni singolo. È compito del Vescovo, in quanto uomo di Dio, di far spazio a Dio nel mondo contro le negazioni e di difendere così la grandezza dell’uomo. E che cosa si potrebbe dire e pensare di più grande sull’uomo del fatto che Dio stesso si è fatto uomo? L’altra funzione di Michele, secondo la Scrittura, è quella di protettore del Popolo di Dio (cfr. Dn 10, 21; 12, 1). Cari amici, siate veramente “angeli custodi” delle Chiese che vi saranno affidate! Aiutate il Popolo di Dio, che dovete precedere nel suo pellegrinaggio, a trovare la gioia nella fede e ad imparare il discernimento degli spiriti: ad accogliere il bene e rifiutare il male, a rimanere e diventare sempre di più, in virtù della speranza della fede, persone che amano in comunione con il Dio-Amore. Incontriamo l’Arcangelo Gabriele soprattutto nel prezioso racconto dell’annuncio a Maria dell’incarnazione di Dio, come ce lo riferisce san Luca (1, 26 – 38). Gabriele è il messaggero dell’incarnazione di Dio. Egli bussa alla porta di Maria e, per suo tramite, Dio stesso chiede a Maria il suo “sì” alla proposta di diventare la Madre del Redentore: di dare la sua carne umana al Verbo eterno di Dio, al Figlio di Dio. Ripetutamente il Signore bussa alle porte del cuore umano. Nell’Apocalisse dice all’”angelo” della Chiesa di Laodicea e, attraverso di lui, agli uomini di tutti i tempi: “Ecco, sto alla porta e busso. Se qualcuno ascolta la mia voce e mi apre la porta, io verrò da lui, cenerò con lui ed egli con me” (3, 20). Il Signore sta alla porta – alla porta del mondo e alla porta di ogni singolo cuore. Egli bussa per essere fatto entrare: l’incarnazione di Dio, il suo farsi carne deve continuare sino alla fine dei tempi. Tutti devono essere riuniti in Cristo in un solo corpo: questo ci dicono i grandi inni su Cristo nella Lettera agli Efesini e in quella ai Colossesi. Cristo bussa. Anche oggi Egli ha bisogno di persone che, per così dire, gli mettono a disposizione la propria carne, che gli donano la materia del mondo e della loro vita, servendo così all’unificazione tra Dio e il mondo, alla riconciliazione dell’universo. Cari amici, è vostro compito bussare in nome di Cristo ai cuori degli uomini. Entrando voi stessi in unione con Cristo, potrete anche assumere la funzione di Gabriele: portare la chiamata di Cristo agli uomini. San Raffaele ci viene presentato soprattutto nel Libro di Tobia come l’Angelo a cui è affidata la mansione di guarire. Quando Gesù invia i suoi discepoli in missione, al compito dell’annuncio del Vangelo vien sempre collegato anche quello di guarire. Il buon Samaritano, accogliendo e guarendo la persona ferita giacente al margine della strada, diventa senza parole un testimone dell’amore di Dio. Quest’uomo ferito, bisognoso di essere guarito, siamo tutti noi. Annunciare il Vangelo, significa già di per sé guarire, perché l’uomo necessita soprattutto della verità e dell’amore. Dell’Arcangelo Raffaele si riferiscono nel Libro di Tobia due compiti emblematici di guarigione. Egli guarisce la comunione disturbata tra uomo e donna. Guarisce il loro amore. Scaccia i demoni che, sempre di nuovo, stracciano e distruggono il loro amore. Purifica l’atmosfera tra i due e dona loro la capacità di accogliersi a vicenda per sempre. Nel racconto di Tobia questa guarigione viene riferita con immagini leggendarie. Nel Nuovo Testamento, l’ordine del matrimonio, stabilito nella creazione e minacciato in modo molteplice dal peccato, viene guarito dal fatto che Cristo lo accoglie nel suo amore redentore. Egli fa del matrimonio un sacramento: il suo amore, salito per noi sulla croce, è la forza risanatrice che, in tutte le confusioni, dona la capacità della riconciliazione, purifica l’atmosfera e guarisce le ferite. Al sacerdote è affidato il compito di condurre gli uomini sempre di nuovo incontro alla forza riconciliatrice dell’amore di Cristo. Deve essere “l’angelo” risanatore che li aiuta ad ancorare il loro amore al sacramento e a viverlo con impegno sempre rinnovato a partire da esso. In secondo luogo, il Libro di Tobia parla della guarigione degli occhi ciechi. Sappiamo tutti quanto oggi siamo minacciati dalla cecità per Dio. Quanto grande è il pericolo che, di fronte a tutto ciò che sulle cose materiali sappiamo e con esse siamo in grado di fare, diventiamo ciechi per la luce di Dio. Guarire questa cecità mediante il messaggio della fede e la testimonianza dell’amore, è il servizio di Raffaele, affidato giorno per giorno al sacerdote e in modo speciale al Vescovo. Così, spontaneamente siamo portati a pensare anche al sacramento della Riconciliazione, al sacramento della Penitenza che, nel senso più profondo della parola, è un sacramento di guarigione. La vera ferita dell’anima, infatti, il motivo di tutte le altre nostre ferite, è il peccato. E solo se esiste un perdono in virtù della potenza di Dio, in virtù della potenza dell’amore di Cristo, possiamo essere guariti, possiamo essere redenti”.

La prima domenica di Quaresima del 2009, all’Angelus il Papa tedesco ha sottolineato che nel vangelo di Marco si dice che “Lo Spirito sospinse Gesù nel deserto e nel deserto rimase quaranta giorni, tentato da satana” (Mc 1,12). Ma “di fronte a questa figura oscura e tenebrosa che osa tentare il Signore, appaiono gli angeli, figure luminose e misteriose”. Gli angeli, dice il Vangelo, “servivano” Gesù (Mc 1,13); essi sono il contrappunto di satana”. E dopo aver elencato la presenza degli angeli nell’Antico e nel Nuovo testamento, Benedetto XVI ha aggiunto: “Gli angeli servono Gesù, che è certamente superiore ad essi, e questa sua dignità viene qui, nel Vangelo, proclamata in modo chiaro, seppure discreto. Infatti, anche nella situazione di estrema povertà e umiltà, quando è tentato da Satana, egli rimane il Figlio di Dio, il Messia, il Signore”. “Domandiamo loro – concluse il papa in quel primo marzo 2009 – in particolare quest’oggi, di vegliare su di me e sui collaboratori della Curia romana che in questo pomeriggio, come ogni anno, inizieremo la settimana di Esercizi spirituali. Maria, regina degli Angeli, prega per noi!”




GAETANO BRAGA L’ARTISTA e il violoncello incantatore

Consegnate oggi in municipio cento copie del volume di Giovanni Di Leonardo

Giulianova, 3 gennaio 2023. Il presidente della onlus “Braga” Piccone Stella: “Un libro fondamentale, che colma una lacuna storico-documentaria”.

Alla presenza del Sindaco Jwan Costantini e dell’ assessore alla Cultura Paolo Giorgini, il maestro Sergio Piccone Stella, presidente dell’associazione “Gaetano Braga onlus”, ha consegnato oggi cento copie del libro “Gaetano Braga, l’artista e il violoncello incantatore” di Giovanni Di Leonardo, che da oggi sono a disposizione dell’Amministrazione Comunale.

 La pubblicazione del  volume, edito lo scorso maggio dalla EditPress di Castellalto,  è stata sostenuta dalla Città di Giulianova e dal Consiglio regionale abruzzese

“Sono particolarmente felice di essere qui, stamattina – ha detto il maestro Piccone Stella a margine dell’incontro – Porto i saluti dell’autore, il professor Di Leonardo, ed esprimo, anche a suo nome, i ringraziamenti a quanto hanno creduto e credono nel valore di quest’opera, arrivata a colmare un’atavica lacuna storico-documentaria. La nostra riconoscenza, dunque, va a quanti hanno reso possibile la pubblicazione e ai lettori, giuliesi e no, che si accosteranno a queste pagine con piacere e grande curiosità”.




UN BEL LIBRO DI RICORDI e memoria di Mira Carpineta

Uscito in questi giorni “Na ota no’…”

di Goffredo Palmerini

L’Aquila, 2 gennaio 2022. È uscito in questi giorni, per i tipi dell’editore Tabula Fati, un bel libro di Mira Carpineta, ricordi e memoria, lacerti di vita vissuta da Diomira e Antonio in un paese della Marsica, Capistrello, dai primi anni del Novecento ai primi anni Settanta dello stesso secolo. Sono i nonni dell’autrice. Ma è soprattutto Diomira la protagonista del racconto.

Diomira è una contadina analfabeta, nata nel 1898 a Capistrello, nell’Abruzzo più povero e disperato, ma nel corso della sua vita lei è testimone di eventi epocali: terremoti (in particolare quello della Marsica che il 13 gennaio 1915 fece 30 mila morti), pandemie (la terribile “spagnola”), due guerre mondiali, poi l’arrivo della televisione, delle macchine a motore, del frigorifero e della lavatrice.

Diomira attraversa un secolo in cui la società rurale dei “cafoni” di siloniana memoria diventa sempre più tecnologica. Eppure, grazie alla sua prodigiosa memoria riesce a trasmettere, insieme ai ricordi della sua vita, la testimonianza di una cultura scomparsa e lo fa solo con la sua voce, con i suoi racconti, con i canti della tradizione popolare.

Il viaggio che l’autrice compie invece a ritroso nel tempo ha lo scopo di ritrovare in quei ricordi, testimonianze e documenti, una persona straordinaria nella sua semplicità, che lei chiama Mammuccia, perché a Capistrello così si chiamano affettuosamente le nonne. Nel testo anche belle foto d’epoca in bianco e nero, attinte dalla pagina Facebook “Capistrello il mio paesello”, curata da Ester Fasciani e Carmina Marche Palleschi.

Mira Carpineta è nata a Teramo nel 1964. Laureata in Comunicazione internazionale e interculturale con indirizzo giornalistico, è giornalista pubblicista. Ha diretto fino al 2015 il magazine mensile “PrimaPagina”, periodico abruzzese di cui attualmente gestisce i contenuti nella versione on line. Scrive articoli per numerose testate in lingua italiana nel mondo, dalla Svizzera all’Argentina, dal Brasile all’Australia. Con i racconti arriva alla scrittura narrativa. In questo libro realtà storica e fantasia trovano la sintesi nel riportare alla luce ricordi e lessico familiare. L’autrice ha chiesto a chi scrive di redigere la Presentazione che apre il volume. Qui di seguito, per chi abbia interesse e pazienza anche per avere altri elementi sul libro, volentieri la condivido.

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PRESENTAZIONE

Per la verità avevo promesso all’autrice di questo bel libro che le avrei consegnato il testo della Prefazione un paio di settimane fa. Invece impegni e scadenze ti travolgono e ti cambiano lo scenario. Così siamo arrivati ad oggi, domenica 24 luglio, tarda serata mentre scrivo. Proprio quando annoto la data, ciò che appare un caso si chiarisce quasi come una rivelazione. Già, perché oggi 24 è la “Giornata mondiale dei nonni e degli anziani”, una ricorrenza voluta da Papa Francesco da celebrarsi ogni anno nella quarta domenica di luglio, quella più prossima alla festività dei santi Gioacchino ed Anna, nonni di Gesù. Quest’anno, seconda edizione della Giornata, osservo che è caduta proprio nell’odierna domenica.

Quale coincidenza più opportuna, dunque, per l’incipit di queste annotazioni al volumetto di Mira Carpineta, che proprio dai nonni Diomira e Antonio, e dalla loro vita, trova motivo ed ispirazione per intraprendere un delicato ed intenso viaggio dell’anima, alla ricerca delle proprie radici, alla rivisitazione di antichi ed incorrotti valori morali, camminando nei meandri della memoria e dei ricordi adolescenziali. Una vera e propria trasmissione di saggezza contadina, di profonda sensibilità, d’una umanità semplice ed essenziale nelle forme quanto densa di significati e di valori formativi.

Proprio il particolare rapporto di affetto e complicità tra Diomira e la nipotina – Mira, autrice del volume – immagino abbia impresso decisamente l’abbrivio per raccontare queste storie di vita, nella Marsica d’inizio Novecento, dalle parti di Capistrello. «Na òta no’», (Una volta, nonna), così iniziavano i racconti delle nonne ai nipotini, chiamati non per nome proprio, ma con il rimando affettivo alla propria ascendenza di “nonna” troncato in «no’», quasi a stabilire quella confidenza e complicità che poi si dipanava nella narrazione.

Una storia difficile, quella tra la giovane Diomira e il corteggiatore Antonio, come poteva esserlo a quei tempi quando anche i rapporti d’amore votati al matrimonio dovevano passare all’esigente vaglio dei genitori, che ne verificavano la compatibilità tra le due famiglie e l’utilità, anche in termini di risultato economico. Nel caso dei due giovani Diomira e Antonio, al godibilissimo fraseggio dei dialoghi nella “madre lingua” dialettale, proprio non doveva essere questo il caso, tanto che si discuteva di fare una “fuga” per sposarsi altrove e mettere poi tutti davanti al fatto compiuto.

Si legge con piacere e tutto d’un fiato questo bel libro, seguendo la narrazione, ampiamente dialogica, dei vari periodi di questa coppia di giovani marsicani di Capistrello, con le fatiche, le preoccupazioni, i problemi, le sofferenze, ma anche il coraggio e la determinazione. Incrociano la Grande Storia italiana, nelle condizioni della povera gente – braccianti, contadini e piccoli artigiani – con la dura situazione sociale della Marsica soggiogata dai Torlonia (come tornano alla memoria i cafoni dei romanzi di Silone, come Fontamara, Pane e vino, Il segreto di Luca, e gli altri), massacrata dal terremoto del 13 gennaio 1915 con le sue distruzioni e le 30mila vittime, dalle conseguenze della Grande Guerra e dalla pandemia “spagnola”, dalla durezza della dittatura fascista, dalla spietatezza dell’occupazione nazista, specie nel terribile eccidio di Capistrello, il 4 giugno 1944 quando i tedeschi catturarono, torturarono e fucilarono 33 persone inermi.     

Tutti questi fatti, come gli altri seguiti nel secondo dopoguerra e fino ai primi anni del nuovo secolo, sono il condensato di vicende piccole e grandi, tutte tessere d’un mosaico che è andato a costituire, insieme alle altre, la Storia d’Italia, con tutto il suo portato di dolori, fatiche, tragedie, speranze. Nel libro la narrazione è scorrevole. Coinvolgente. Intrigante, specie per il ricorso abbondante al dialogo ed all’uso del dialetto, che dà non solo freschezza al racconto, ma anche quella densità e ricchezza alla parola, nell’appropriatezza delle accezioni quale solo il vernacolo riesce ad esprimere. 

C’è poi il valore della memoria e quello della scrittura. Ricordi come questi sono affidati alla trasmissione orale tra due o tre generazioni, poi rischierebbero di perdersi se non ci fosse l’opera di chi, come in questo caso l’autrice, non li riporta in un libro, affidandoli così ai lettori attuali e futuri. In un tempo in cui l’attenzione è sempre più effimera, la scrittura e i libri restano un antidoto sicuro alla conservazione della memoria e alla salvaguardia del suo valore profondo. “La memoria non è ciò che ricordiamo, ma ciò che ci ricorda. La memoria è un presente che non finisce mai di passare”, affermava Octavio Paz, premio Nobel per la letteratura.

Voglio infine soffermarmi sui valori essenziali della civiltà contadina che dominano tutta la narrazione. Davvero uno scrigno di sapienze ataviche, di solide pazienze, di profonda umanità, di condivisione solidale. Nella loro semplicità ed autenticità quei valori disegnano nettamente per il lettore – specie per colui che per età non ha vissuto o lambito quei periodi storici e sociali – una società più umana e meno straniante di quella che oggi viviamo nel parossismo della modernità. Può essere certamente utile, per le nuove generazioni, leggerne e comprenderne valori, significati, singolarità e qualità, utili a rendere l’attuale società più sensibile alla solidarietà, più disponibile all’attenzione verso gli altri, più consapevole che – seppure nelle differenze sociali, economiche e culturali – condividiamo il medesimo destino con tutta l’Umanità.

La riscoperta delle radici, qual è la ragione di questo racconto di vita d’una famiglia semplice ed onesta della nostra terra d’Abruzzo mentre dispiega la sua storia lungo un intero secolo, deve portare a questa consapevolezza, nell’alternanza di generazioni capaci di trasmettersi memorie e valori. Proprio come con chiarezza richiamava Papa Francesco alcuni anni fa in un’udienza generale per le famiglie: «Ciascuno è unico e irripetibile; e al tempo stesso inconfondibilmente legato alle sue radici. Essere figlio e figlia, infatti, secondo il disegno di Dio, significa portare in sé la memoria e la speranza di un amore che ha realizzato se stesso proprio accendendo la vita di un altro essere umano, originale e nuovo.» Questo bel libro anche a queste riflessioni ci conduce. E se oltre all’apprezzamento della storia narrata, che tanti elementi di comunanza può avere per molti di noi, ci porta ad una meditazione sui valori più autentici, potremo peraltro sperare in un nuovo umanesimo per le nostre società di oggi.

Goffredo Palmerini




RETICOLI – LINEE DI SENSO e di segno nell’azione scenica

Stage per attrici e attori diretto da Claudio Di Scanno

Prima attività del nuovo anno per il Drammateatro che dal 17 al 20 Gennaio propone a Popoli uno stage di formazione e lavoro teatrale dal titolo Reticoli – Linee di senso e di segno nell’azione scenica. È rivolto ad attrici ed attori con precedenti esperienze di scena o didattico/pedagogico (scuole, laboratori…) ed è inoltre aperto inoltre a danzatrici/danzatori, performer, cantanti lirici ma anche a persone interessate ad avviare un proprio percorso nel teatro. Claudio Di Scanno, regista e drammaturgo del Drammateatro, lavora con i partecipanti alla costruzione di una situazione scenica nella quale si evidenziano le linee di senso delle azioni attoriali, la loro energia e complessità, fino a determinare il reticolo compositivo del segno drammaturgico in funzione della presenza efficace dell’attore sulla scena.

Storicamente, la trasmissione del sapere teatrale accade per esperienza relazionale diretta tra l’allievo e il maestro. Diverse sono le componenti che intervengono, con simultaneità, nella determinazione della “presenza efficace” dell’attore nello spazio dell’azione scenica, dalle tecniche del corpo ai principi di orientamento dell’energia, dalla consapevolezza auto drammaturgica all’intreccio delle relazioni con gli altri attori, tra loro e con gli spettatori che qui intesi quale parte integrante della messa-in-forma drammaturgica. Anche altre sono le temperature relazionali, vettori altrettanto necessari per processi di creazione scenica che vivono di sensibilità e cognizioni, percezioni e sguardi, in una dinamica di compromissione umana che apre varchi di libertà creativa e di invenzione alla possibile, a volte imposta, rigidità dei principi e delle tecniche stesse. Peraltro, il gioco della mente e della immaginazione, così centrale nell’arte di creazione scenica, è il veicolo attraverso il quale la forma dell’azione attoriale si riempie non già di significati, ad esaudire ed esaurire la narrazione dell’azione già presente nel testo letterario, ma di micro-azioni significanti che affermano il valore del senso, il suo dispiegarsi come segno e suo intrinseco significante. E’ nella costruzione delle micro azioni e reazioni consapevolmente connesse al senso, nutrimento del segno significante, che poggia solidamente l’azione d’arte, la presenza efficace dell’attore nella dinamica relazionale e compromissoria che il teatro d’arte richiede, affinché sia relazionalmente, umanamente, culturalmente ed artisticamente plausibile. L’azione scenica costruisce alterità, ed è in questa precisa e convenzionale dimensione che l’attore invita lo spettatore ad una complicità data ma non scontata, giacché sarà l’arte “seduttiva” che si afferma, lì e in quel momento, nella minuziosa concatenazione dei segni agiti dal corpo e dalla mente dell’attore a creare varchi per l’accesso e l’interazione dello spettatore, per la relazione al vivo nello spazio-tempo dell’accadimento scenico. Laddove la libertà ricettiva e creativa dello stesso compartecipe al rito sarà di indispensabile completamento e di incidenza sul risultato del segno attoriale, la sua drammaturgia.

Per informazioni e iscrizioni (entro il 12 Gennaio) si può scrivere una mail all’indirizzo drammateatro418@gmail.com oppure un messaggio WhatsApp al 333.1107187.

Claudio Di Scanno è il regista e dramaturg, nel 1985 fonda a Popoli (Pescara) il gruppo Drammateatro. Nel 1987 partecipa all’ISTA International School of Theatre Antropology diretta da Eugenio Barba.

Ha realizzato tutte le regie degli spettacoli del Drammateatro, presentati in Italia e in altri paesi dell’Europa all’interno di Festival del nuovo teatro. Tra l’altro, dal 1992 al 1994 al Festival Santarcangelo dei Teatri d’Europa. È Premio Nazionale Franco Enriquez, Premio Miglior Spettacolo al Festival del monodramma di Umag (Croazia), Premio Nazionale Pratola, menzione del critico teatrale del Corriere della Sera Franco Cordelli ai Premi Ubu quale Migliore Regia 2009. Recensioni ai suoi spettacoli sono apparse sui principali quotidiani italiani e su diverse riviste di teatro e spettacolo. Ha diretto seminari e laboratori per gruppi di teatro, all’interno di DAMS delle Università di Venezia, Bologna, Pescara, Chieti, L’Aquila, nonché alla RESAD Real Escuela Superior de Arte Dramatico di Madrid e al Teatro Misiju di Durazzo (Albania). E’ incluso in diversi volumi di storia del teatro e dello spettacolo.

Claudio Di Scanno




IL COMMOSSO RICORDO DELLA NOSTRA COMUNITÀ ACCADEMICA per la scomparsa del Papa emerito

Il cardinale Joseph Ratzinger nel 1989 venne in Abruzzo per ricevere l’Ordine della Minerva alla d’Annunzio

Chieti, 31 dicembre 2022.La prima volta in Abruzzo del cardinale Joseph Ratzinger avviene a Chieti, ospite dell’Università “Gabriele d’Annunzio”. La data è il 28 gennaio 1989, cerimonia di inaugurazione dell’anno accademico: il cardinale Ratzinger è insignito dell’Ordine della Minerva, istituito dall’ateneo nel 1986 e conferito a personalità – nazionali ed internazionali – che abbiano contribuito significativamente al progresso della scienza, della cultura e dell’economia. Già Prefetto della Congregazione della fede e Presidente della Conferenza teologica internazionale, a Joseph Ratzinger vengono riconosciute le sue elevatissime doti intellettuali, teologiche e filosofiche, valorizzate all’interno della Chiesa e sviluppate nel mondo accademico.

L’impegno intellettuale e filosofico ha sempre caratterizzato il percorso del futuro Papa Benedetto XVI, che in occasione del conferimento dell’Ordine della Minerva ebbe a sottolineare l’importanza del “lavoro svolto in chiesa e in università”, evidenziando l’azione congiunta delle istituzioni a favore della crescita culturale e della formazione valoriale dei giovani. Joseph Ratzinger è stato infatti professore di teologia fondamentale presso l’università di Monaco, Bonn e Münster, solo per richiamare alcuni degli incarichi accademici ricoperti. Così il Rettore dell’Università “d’Annunzio” di Chieti-Pescara, Sergio Caputi: “Ricordo la visita in Abruzzo dell’allora cardinale Joseph Ratzinger in occasione dell’attribuzione dell’Ordine della Minerva da parte del nostro ateneo.

Fu l’allora Rettore Uberto Crescenti a prospettare alla nostra comunità accademica la possibilità di insignire il futuro Papa Benedetto XVI dell’Ordine della Minerva, per il costante impegno di studio e di ricerca nel mondo universitario, unitamente all’intenso e proficuo servizio ecclesiastico. Attento osservatore del mondo contemporaneo e profondo conoscitore del pensiero antico e moderno, Papa Benedetto XVI ha saputo sviluppare uno sguardo critico sulla nostra epoca, indicando la strada della conciliazione tra fede e ragione, bene e male, rischio e complessità. Con il conferimento dell’Ordine della Minerva il nostro ateneo ha sempre voluto esprimere una connotazione transculturale e multireligiosa, valorizzando gli alti meriti conseguiti nei diversi campi del sapere, della ricerca e delle professioni”. Dopo la visita accademica del 1989, Joseph Ratzinger è tornato in Abruzzo altre due volte, in veste di Papa: nel 2006 in visita al santuario del Volto Santo di Manoppello, e nel 2009 all’Aquila per esprimere vicinanza e conforto alla città terremotata.

Maurizio Adezio




UN BRINDISI A TEATRO. Kharkiv  Symphony Orchestra

Camerata Musicale Sulmonese Teatro Comunale M. Caniglia

Sulmona, 31 dicembre 2022. Tutto esaurito al Teatro Comunale M. Caniglia di Sulmona per il Concerto di Capodanno domenica 1° gennaio ore 17.30 . Un pubblico entusiasta brinderà con Kharkiv  Symphony Orchestra  e il suo Direttore Yuriy Yanko insieme al Presidente della Camerata Musicale Lando Sciuba ed al Direttore di Artistico Gaetano Di Bacco. Sarà anche un modo per stare vicini all’Orchestra quasi di casa a Sulmona da quando è scoppiata la guerra nel  loro Paese, tanto che la Camerata Musicale da un anno ha deciso di offrire la sua Sala Concerti nella prestigiosa, storica sede in Vico dei Sardi, come accoglienza e punto di   riferimento per i musicisti ucraini. Una sorta di gemellaggio tra chi coltiva la passione per la musica e chi la alimenta con il proprio lavoro.

La prestigiosa formazione ucraina fondata nel 1932 e forte di un organico di oltre 100 elementi, come già lo scorso anno, torna ed esibirsi nel concerto proposto dalla Camerata in collaborazione con DMC Terre d’Amore.

In programma tutti i valzer e le polke dei più bei concerti di Capodanno viennesi, musiche di Strauss Dvorak ma anche Verdi,  Von Suppé, Ponchielli, Offenbach e il tradizionale finale con la Marcia Radetzky.

Sarà un brindisi per il nuovo anno, ma anche un brindisi per la pace e la solidarietà.