Dibattito pubblico, 4 e 11 gennaio 2024
A cura del Prof. Carlo Di Marco Leone presidente Demos
Giulianova, 12 gennaio 2024. Report. Nella serata di ieri 11 gennaio 2024, presso il Palazzo del Mare in Roseto degli Abruzzi, si è concluso il Dibattito Pubblico promosso dalla nostra Associazione sul caso dell’approvazione di un emendamento alla finanziaria regionale che riduce l’area della Riserva da 1100 ettari a 24,7. Questo evento è stato deciso dal Circolo Demos di Giulianova per suscitare un interessamento dei cittadini, delle associazioni e dei partiti su un fatto politico che meritava da subito la discussione democratica basata sulla corretta informazione aperta e priva di propagandismi. L’obiettivo è stato raggiunto.
Si poteva fare di più: ad esempio avremmo potuto promuovere un Forum di zona. Questo strumento prevede, come si sa, la formazione di piccoli tavoli di lavoro nei quali contemporaneamente tutti i presenti possono prendere la parola, ma mancavano due elementi organizzativi fondamentali: 1) il tempo. Per preparare un Forum c’è bisogno di una fase preparatoria non lunghissima, ma rilevante e la necessità di informazione, in questo caso, era immediata; 2) la mancanza di un’idonea struttura. Sono stati presenti all’evento, come ci aspettavamo, circa duecento persone e la suddivisione in piccoli tavoli da dieci membri riuniti contemporaneamente avrebbe richiesto spazi coperti e riscaldati, con almeno venti tavoli e duecento sedie mobili. Le nostre sale pubbliche, però, non sono strutturate per questi fini organizzativi. Il Dibattito Pubblico ha però consentito l’alternarsi di oltre venti interventi dopo due brevi relazioni introduttive, pur se abbiamo dovuto dividerlo in due parti per garantire la parola a quanti l’avevano chiesta.
Dall’evento partecipativo, al quale sono stati presenti anche personalità favorevoli alla scelta del Consiglio regionale (sia con due comunicazioni scritte, sia con la presenza fisica), sono emersi (fra analisi, informazioni e valutazioni di merito) fortissime situazioni di criticità che cercheremo di riassumere.
Merito
a) L’area non si sviluppa solo da nord a sud, bensì prevalentemente da est a ovest: va dal mare fino alle pendici collinari, rimembrando le origini del nostro territorio, essa deve essere apprezzata nel suo complesso e non ha un senso logico ridurla ad una piccola fascia di arenile marino;
b) bisogna perseguire l’interesse pubblico e la sua valutazione deve fare seguito a una consultazione con i cittadini e le istituzioni del territorio;
c) fino ad ora c’è stato il vincolo di Riserva che è un vincolo stretto: blocca e congela una situazione di fatto. Si può fare poco: attività scientifiche, piccoli tracciati, sentieri; piccole strutture finalizzate alla riserva, ma stava per essere approvato lo strumento Ambientale e Naturalistico. Con l’emendamento questo vincolo di Riserva resterebbe solo sull’arenile, conservando su tutto il resto il Vincolo Paesaggistico. Vincolo molto più leggero, pensato per mediare fra le esigenze costruttive e il rispetto di un’area. Ma è un vincolo che varia da situazione a situazione, oscillando fra discrezione amministrativa locale e opportunità;
d) con il solo vincolo paesaggistico, la porta si apre a molti interventi e si tratta di capire se quello che si fa sia fatto nel migliore interesse della collettività. Farlo andrebbe anche bene, perché no, ma per che cosa? Dov’è in tutto questo l’interesse della collettività? Per quale futuro?
e) Quella contenuta nell’emendamento, non è una riperimetrazione, bensì una nuova istituzione: il giudice costituzionale asserisce che ogni riperimetrazione cospicua equivale a nuova istituzione. Successe per la pineta d’Annunziana a Pescara quando vi fu l’ampliamento di 1/3. Il Governo impugnò e la Corte ribadì che per le nuove istituzioni deve essere seguito un procedimento concertato tipico, stabilito dalla legge come il coinvolgimento degli enti locali interessati in Conferenza, sulla base di una proposta. La Conferenza avrebbe approvato un documento e su questa traccia si sarebbe discussa la legge regionale;
f) Il problema è anche quello delle norme di salvaguardia in attesa che quel parco entri a regime. Esse sono restrittive. Nel 2012 queste norme colpirono anche Giulianova che era dentro il Borsacchio con grave danno per i cittadini dell’Annunziata. Non per causa della legge statale, ma per quella regionale che inaspriva le norme di salvaguardia. Siccome non era possibile “ammorbidirle” la decisione fu quella di capovolgere la riserva. Non sarebbe stata né nuova istituzione, né grande modifica. Eravamo comunque intorno ai 1100 ettari;
g) questa situazione tocca i problemi dell’agricoltura? In parte potrebbe essere vero, ma non siamo riusciti a passare da un regime transitorio a un regime stabile. A parte la speculazione edilizia che certamente nessuno vorrebbe, un’area protetta può e deve essere un’opportunità di sviluppo per tutto il territorio nell’interesse della collettività. Dopo 18 anni, il Consiglio regionale, anziché sopprimere la Riserva con un blitz palesemente illegittimo, avrebbe dovuto approvate il PAN (Piano Ambientale Naturalistico). Si sarebbe trattato di un procedimento lungo, ma non di 18 anni, interessando Comune e Regione.
Che fare?
a) La scelta del Consiglio regionale, da un punto di vista giuridico, presenta punti di criticità molto preoccupanti: si tratta di un atto legislativo del Consiglio che deve seguire il suo iter: promulgazione da parte del Presidente della Regione e pubblicazione sul BURA, quindi, entrata in vigore. Solo dopo questa sequenza il Consiglio regionale potrebbe abrogarlo con una legge regionale successiva. Nel frattempo (non è una questione di giorni e settimane, ma mesi, forse anni) su tutto il territorio collinare sarà in vigore il regime paesaggistico molto più permissivo delle norme di salvaguardia;
b) Nel frattempo, potrebbe intervenire il Governo in via diretta dinanzi alla Corte costituzionale, ma anche questa è un’eventualità che non può precedere la promulgazione e l’entrata in vigore della legge regionale;
c) Anche un eventuale ricorso incidentale potrebbe avere ad oggetto solo una legge regionale già in vigore, quindi, tempi lunghi.
Il ruolo della nostra Associazione termina qui. Abbiamo promosso un dibattito aperto a tutti; non sono mancate “tendenze” elettoralistiche (“io sono più bravo dell’altro…” ecc..), ma sono state minoritarie. Sono state protagoniste l’informazione corretta, la serietà e la disponibilità degli interventi, la libertà di espressione e il pluralismo. Tutto il materiale su questa bella iniziativa sarà pubblicato sul sito www.associazioneculturaledemos.it e sulla nostra pagina Face Book “Demos democrazia e partecipazione”. Ora tutto passa ai partiti politici: gli unici a poter cambiare ogni cosa secondo tempi e modalità, purtroppo, che si allungano e si deformano come in una stanza di specchi convergenti e divergenti, per diventano sfuggenti ed effimeri. Demos continuerà a fare la sua parte.