[LE APPARENZE]

Si sì … i grandi della terra onorano i morti ?

Proprio in questi giorni i sette potenti della terra si ritrovano in Giappone, ad Hiroshima per le grandi decisioni per il mondo e nel frattempo trovano occasione di onorare i morti dell’Atomica.

Poi nel mondo ogni giorno registriamo ancora guerre, distruzioni e morte appunto.

Oggi, sono in corso almeno un centinaio di guerre cruente nelle diverse aree calde del globo, con migliaia di morti quotidiane dovute ad armi prodotte da questi cosiddetti grandi … dai cosiddetti grandi interessi ovviamente e dalle grandi lacrime.

Cosa dire?

Siamo solo di fronte ad un mondo malato, che vive nel delirio e che fa dell’apparenza uno strumento fondamentale del proprio agire perverso appunto.

nm




[IL DISORDINE]

Il rapporto dell’uomo con il mondo vive stagioni tribolate. Al disordine dell’agire corrisponde quello degli effetti.

Oltre un secolo di attività sul territorio con la forte esigenza di progresso possono seguire tutti i dettati e i protocolli imposti, i risultati sono sempre gli stessi: il disordine.

Registrando tutto quello che accade oramai da tempo immemore, senza tralasciare le strambe istituzioni delle inutili scartoffie e del potere perverso, possiamo confermare che questo disordine, oramai, regna ovunque.

Si possono indirizzare, come al solito, giustificazioni e responsabilità su altre questioni ed ecco dunque pronto il cambiamento climatico; ma è chiaro, si tratta sempre e solo dell’utile e necessario container delle parole e delle economie del delirio umano.

[Ps. Il problema rimane sempre e comunque l’enorme denaro e potere diffuso nelle varie istituzioni del nulla. Provare a dimostrare il contrario, se ci si riesce.]

nm




[LA FOTO]

Non è proprio una bella foto ma disegna molto bene lo stato delle cose nel Mondo

Il nostro Papa, arguto e deciso come sempre, con questa foto ci pone domande profonde sul mondo e sullo stato dei nostri pensieri e del nostro agire.

Poteva offrirci una foto diversa per il 13 maggio per la ricorrenza delle apparizioni di Fatima, invece ha scelto questa, e, come vediamo, le reazioni, anche nel nostro piccolo, sono e sono state sicuramente diverse, le più disparate, per lo più negative.

Il fatto più importante, comunque, è che questa foto invita a riflettere davvero adesso, ecco: obiettivo centrato.




[LA CHIESA]

Un cammino necessario per la Verità

L’accusa: lo strumento peggiore che si possa usare quando si è alla ricerca della Verità.

Nella chiesa, sotto la talare, dietro l’altare, il male riesce a mimetizzarsi davvero in modo sorprendente.

La falsità è indole del maligno ma le sue dinamiche grottesche e scomposte emergono sempre ed in ogni modo si realizzano chiarissime; facile, dunque, registrare l’obiettivo quando si vuole impostare un cammino valido.

Dalla più piccola chiesa locale, alle grandi cattedrali, finanche alle aule vaticane, le più recondite, è vero, emerge tanta menzogna e tanta  falsità, diffusa perfino ai piedi dei vicari di Cristo; ma la Chiesa, quella autentica, è la vera garanzia per individuare il giusto cammino quando si è alla ricerca della Verità.

Qualche sbandamento è certo nel ns cammino, facile cadere nell’imbroglio malefico, ma quando si è illuminati dalla fede, impossibile imboccare strade errate.

Il richiamo della Verità si rende sempre presente ed inequivocabile; basterebbe solo sintonizzarsi e saper rispondere per non perdersi nell’infinito labirinto della sapienza perversa e delirante dei tempi ambigui.

nm




IL 25 APRILE. MATTARELLA: «La resistenza fu un moto di popolo contro il fascismo»

La visita a Cuneo del capo dello Stato che condanna il falso patriottismo del regime e ricorda il contributo dei cattolici. Meloni cita Violante e la «concezione proprietaria» della sinistra

Angelo Picariello

Avvenire.it martedì 25 aprile 2023

La Resistenza fu un «moto di popolo», una «rivolta morale di patrioti contro il fascismo per il riscatto nazionale». Sergio Mattarella si reca a Cuneo, la terra di un illustre predecessore, Luigi Einaudi, «il primo Presidente dell’Italia rinnovata nella Repubblica» per celebrare il 25 aprile. «Se volete andare in pellegrinaggio, nel luogo dove è nata la nostra Costituzione, andate nelle montagne dove caddero i partigiani, nelle carceri dove furono imprigionati, nei campi dove furono impiccati», suggeriva Piero Calamandrei ai giovani. E il Capo dello Stato sceglie una terra simbolo. Cuneo città decorata al valor militare, in cui quel «moto di popolo» scattò anche a seguito del coraggioso discorso pronunciato dal balcone della sua abitazione dal sindaco, l’avvocato azionista Duccio Galimberti il 26 luglio 1943, poche ore dopo la destituzione di Mussolini.

Mattarella – che, come di consueto, in mattinata si era recato all’Altare della Patria, per deporre una corona accompagnato dalle cariche dello Stato, la presidente del Consiglio Giorgia Meloni e i presidenti di Senato e Camera Ignazio La Russa e Lorenzo Fontana – visita Prima, a Cuneo, la casa-museo di Galimberti, poi tiene un discorso al teatro Toselli, per poi recarsi a Borgo San Dalmazzo, il centro in cui i cittadini, coordinati dal parroco don Raimondo Viale, cercarono di mettere in salvo gli ebrei dai nazisti che gli davano la caccia (Cuneo fu la terza provincia italiana per numero di deportati nei campi di sterminio in ragione dell’origine ebraica), e infine a Boves, prima città martire della Resistenza, medaglia d’oro al Valor militare e Medaglia d’oro al Valor Civile. «Lì – ricorda Mattarella – si scatenò quella che fu la prima strage operata dai nazisti in Italia».

«”La guerra continua” affermò, nella piazza di Cuneo che reca oggi il suo nome. Una dichiarazione di senso ben diverso da quella del governo Badoglio», rimarca il capo dello Stato, ricordando Duccio Galimberti comandante delle partigiane Brigate Giustizia e libertà in Piemonte, che nel novembre 1944 «fu catturato, torturato e ucciso dai fascisti».

Mattarella cita la lapide che, nel municipio di Cuneo, ricorda Galimberti, «Morti e vivi collo stesso impegno, popolo serrato intorno al monumento che si chiama ora e sempre Resistenza». Una Repubblica «fondata sulla Costituzione, figlia della lotta antifascista», sottolinea Mattarella. Che mette anche in guardia dal falso patriottismo del regime fascista e dalle sue «ingannevoli parole d’ordine». Un patriottismo che alimentava «il mito della violenza e della guerra; dell’Italia dominatrice e delle avventure imperiali nel Corno d’Africa e nei Balcani. Combattere non per difendere la propria gente ma per aggredire. Non per la causa della libertà ma per togliere libertà ad altri».

La Costituzione «sarebbe stata la risposta alla crisi di civiltà prodotta dal nazifascismo», ma nel rimarcare – dopo le polemiche dei giorni scorsi – la sua genesi antifascista, Mattarella sottolinea anche il contributo determinante dei cattolici, quando ricorda «il principio della prevalenza della persona e delle comunità sullo Stato», e al ruolo delle «autonomie locali e sociali dell’Italia», concetto strettamente legati alla dottrina sociale e alla elaborazione politico-culturale dei cattolici. Un fermento che «indusse un gruppo di intellettuali cattolici a riunirsi a Camaldoli, a pochi giorni dal 25 luglio 1943, con l’intento di riflettere sul futuro, dando vita a una carta di principi, nota come “Codice di Camaldoli”, che lascerà il segno nella Costituzione», ricorda Mattarella, «on la proposta di uno Stato che facesse propria la causa della giustizia sociale come concreta espressione del bene comune, per rimuovere gli ostacoli al pieno sviluppo di ogni persona umana, per rendere sostanziale l’uguaglianza fra i cittadini», afferma il capo dello Stato con chiaro riferimento al dettato dell’articolo 3.

Onorano la Resistenza, conclude Mattarella, «quanti non si sottraggono a concorrere alle spese pubbliche secondo la propria capacità contributiva. Il popolo del volontariato che spende parte del proprio tempo per aiutare chi ne ha bisogno. I tanti giovani che, nel rispetto degli altri, si impegnano per la difesa dell’ambiente».

Dopo la presenza di tutte le alte cariche in mattinata, all’Altare della Patria, la giornata per il resto è scandita da prese di posizione e gesti in ordine sparso. Fa discutere la scelta di Ignazio La Russa di recarsi a Praga, in occasione della Conferenza dei presidenti dei Parlamenti degli Stati membri dell’Ue, con l’idea di «contrastare ogni forma di regime totalitario» rendendo omaggio sia «alle tante vittime della ferocia nazista recandomi a Terezin» sia al monumento dedicato a Jan Palach – l’eroe della “primavera di Praga”, morto suicida, dandosi fuoco, per protestare contro l’invasione dei carri armati sovietici nel 1968, ndr – come ho sempre fatto ogni volta che sono venuto a Praga».

La premier Meloni, invece, scrive una lettera al Corriere della Sera nella quale condanna coloro che in preparazione di questa giornata «hanno stilato la lista di chi possa e di chi non possa partecipare, secondo punteggi che nulla hanno a che fare con la storia ma molto hanno a che fare con la politica». Usando «la categoria del fascismo come strumento di delegittimazione di qualsiasi avversario politico: una sorta di arma di esclusione di massa, come ha insegnato Augusto Del Noce, che per decenni ha consentito di estromettere persone, associazioni e partiti da ogni ambito di confronto. Mi domando se queste persone si rendano conto di quanto, così facendo, indeboliscono i valori che dicono di voler difendere», conclude Meloni citando Luciano Violante e il suo «memorabile discorso di insediamento da presidente della Camera quasi trent’anni fa» che condannava proprio «una certa “concezione proprietaria” della lotta di Liberazione».

https://www.avvenire.it/attualita/pagine/mattarella-la-resistenza-fu-moto-di-popolo-contro-il-fascismo




È SOLO NOSTALGIA? La Russa e il passo indietro maldestro

3 aprile 2023

Quella di La Russa è solo nostalgia?

La politica è fatta anche di sentimenti.

Guai se non fosse così . Nella politica ci sta, ci deve stare tutto quello che c’è nella vita.

Non siamo automi, e anche i sentimenti esigono di essere governati. Quando tracimano rischiano di oscurare una obiettiva valutazione dei fatti.

Va compreso il personale turbamento di chi vede sconfitto, anzi condannato senza appello dalla storia, quella sorta di ideale che fa tutt’ uno con il proprio abito mentale.

È, ad ogni modo, legittimo, ed anzi necessario e doveroso, chiedersi se certe esternazioni di autorevoli esponenti della destra siano solo la patetica manifestazioni di una invincibile nostalgia oppure adombrino una voglia di “revanche” che può far male al nostro Paese.

Come su queste pagine è già stato osservato da tempo, il presidenzialismo, non a caso storico cavallo di battaglia del MSI, non si esaurisce nella sua dimensione tecnico-istituzionale e, addirittura, si può dire, va oltre la mera attestazione di un indirizzo politico, assumendo, piuttosto, una coloritura di carattere ideologico.

Rappresenta, per taluni, il tentativo di introdurre nel nostro ordinamento istituzionale, laddove vive il principio democratico, quel principio di autorità e che, sia pure nella forma meno eclatante oggi storicamente praticabile, allude a quella cultura dell’uomo forte che, a sua volta, rievoca il ventennio.

Insomma, non è solo folklore.

Anziché mettere tra parentesi i vent’anni di dittatura fascista, c’è chi sogna si compiere la stessa operazione nei confronti della Repubblica democratica, fondata su quella Costituzione che è testimone vivente dell’ antifascismo, quasi si volesse consumare nei suoi confronti una sorta di vendetta postuma.

Né cambia l’ordine delle cose l’impacciato tentativo del Presidente del Senato di contraddire sé stesso.

E’ solo nostalgia? La Russa e il passo indietro maldestro – Politica Insieme




NULLA DI BUONO

Le vere preoccupazioni per il nostro mondo
Questi volti, questi incontri, questi momenti storici non promettono niente di buono per l’Occidente; e noi siamo l’Occidente; e in Occidente tutto scorre come sempre: nella normalità, nell’indifferenza, nelle storie chiuse per le solite dinamiche, per le solite convinzioni di superiorità, indipendenza, dominio e centralità [… la vera preoccupazione].

Il mondo è immenso, come immensa la realtà vivibile ed immensa la bellezza disponibile: ad ognuno la propria, a tutti l’opportunità di una condivisione ancora ignota. Nulla di buono.

nm




LA FEDE CRISTIANA NON TEME l’attacco odierno alla religione

di Padre Livio Fanzaga

Erba, 2 Marzo 2023. Caro amico, alla religione si sostituisce la conoscenza scientifica, con le sue realizzazioni capaci di migliorare la qualità della vita. Ciononostante, la felicità rimane una chimera e il vaso di Pandora della disperazione è sempre più colmo.

L’emarginazione della religione, con l’estendersi di una visione atea e materialistica della vita, sta portando l’umanità a forme di idolatria che la degradano.

In un cielo dove non risplende il sole la vita sulla terra si trasforma in una lunga e gelida notte invernale.

Tuttavia, la fede cristiana non teme l’attacco odierno alla religione, come forma di superstizione da lasciare alle spalle, accelerando la sua dissoluzione negli strati più incolti e più arretrati della popolazione.

Vostro Padre Livio




[SAN REMO 2023]

Presenza potente, autorevole … sorridente: un quadro più che rassicurante per un popolo molte volte disorientato (in questi ultimi tempi).

nm




AUTO MODERNE, sicurezze antiquate (?)

Quello che rimane dell’automobile dopo l’incidente stradale di qualche giorno fa a Fonte Nuova, vicino la capitale, sembra tutto riassunto nella fotografia che si riesce ad estrarre dal sito d’informazione locale il Tiburno.

I media nazionali non offrono che foto generiche sulla strada, sui ragazzi e sull’auto lontana, indirizzando l’osservazione esclusivamente in un’unica direzione: lo stato psicofisico dei ragazzi e l’alta velocità.

Più di qualche perplessità sovviene, invece, sulla sicurezza delle automobili e sulla sua tipologia in uso in alcuni autoveicoli attualmente in commercio.

Vista la foto non  possiamo che fissare lo sguardo su quel che resta dell’abitacolo, letteralmente scomparso, e su quelle cinque giovani vite, volate al cielo.

NM




COMINCIAMO BENE

Le grandi esplosioni d’inizio anno

Esplodono in successione il caso insetti per la nostra futura alimentazione; il caso Orlandi che si apre ai misteri dopo quarant’anni; il caso Messina Denaro dopo trenta: cominciamo bene.

Tutto intorno, comunque,  sempre la solita solfa: l’ossessione del virus, la follia in Ucraina, il sangue delle donne in Iran, in Afganistan ma soprattutto da noi.

L’economia dei bilanci rossi e delle casse svuotate, del caro benzina e dei bonus dei miei stivali.

Le perversioni di Nuova Generazione, con le sue vernici artistiche, e quelle vecchie della corona inglese.

Il disgusto dilagante per il calcio sfasciato, criminale e corrotto e le nevrosi dei  giostrai della TV e dell’informazione.

Guerre e miserie si espandono; ricchezze e poteri si concentrano; ingiustizie, persecuzioni ed un uomo che non trova pace: ecco il nuovo anno.

Quali profezie, quali previsioni: già tutto chiaro, si scivola sempre più giù quando mancano appigli sicuri.

NM




L’EUFORIA smodata

La perplessità delle genti di buon senso

Chieti, 17 gennaio 2023. Soddisfazione e tanta euforia per la cattura di questo latitante; questo, però, secondo i tradizionali canali d’informazione

Gli stessi strumenti d’informazione ci raccontano di questo personaggio, della sua fama di criminale e della sua pericolosità sociale e che da oltre trent’anni si nascondeva in uno strano rifugio: la propria casa.  

Tutto chiaro secondo questa informazione corrente; ma tanti dubbi e tante ombre secondo il buon senso comune.

Ragionando in modo semplice, e senza contorsioni mentali, la mafia è un fenomeno criminale sicuramente, è chiaro che tale fenomeno, così importante addirittura per il mondo intero, non può limitarsi ai soliti e classici settori politici, economici e sociali.

Il potere si esercita anche tenendo in mano le sorti della cultura e delle guide comunicative. Anche l’informazione esercita potere e rientra fra i settori che fanno gola alla mafia: fenomeno criminale, ma senza confini.

Per capirci: a tanta euforia, anche smodata in taluni salotti di corte, è giusto contrapporre anche altrettanta perplessità.




SIMBOLI (?) Giornata del Tricolore

Dichiarazioni che non convincono

Chieti, 7 gennaio 2023. Dispiace non essere completamente d’accordo con le dichiarazioni dei Presidenti Mattarella e Meloni, ma il tricolore oggi non unisce e non ricuce un bel nulla.

Quello che unisce ancora, che rende libero e solidale questo nostro paese è solo il buon senso degli italiani del silenzio e dell’impegno. Senza di loro, quale Italia?  

Questa Italia del buon senso, nonostante tutto il ridicolo, l’ingiustizia, l’arroganza, la sfacciataggine di certo potere, sta reggendo ancora; fino a che punto è difficile da capire. Tutto potrebbe saltare sotto i colpi che minano addirittura la sussistenza.

Anche le cosiddette valvole di sfogo, molto dinamiche qualche tempo fa, stanno cominciando a traballare e l’insofferenza sta cominciando a dilagare sotto il peso insostenibile di carichi, adesso, solo frutto di cinismo e cecità politica.

Chissà cosa ci prospetta questo 2023.

Già dai primi giorni, comunque, si avverte aria molto, ma molto pesante.

Una cosa è certa: anche gli italiani del buon senso adesso stanno esaurendo ogni sorta di riserva  …

Seguono le dichiarazioni dei Presidenti:

Mattarella: ” … simbolo della unità e indivisibilità del Paese e di quel patrimonio di valori e principi comuni solennemente sanciti dalla nostra Carta costituzionale …”

https://www.ansa.it/…/mattarella-tricolore-simbolo-di…

Meloni: ” … ricuce gli strappi … racchiude i valori di libertà, solidarietà e uguaglianza …”

https://www.ilgiornale.it/…/giornata-tricolore-2102641…

NM




SEMPRE IN GUERRA nella divisione fra buoni e cattivi

I buoni propositi per l’anno nuovo. Vincere il male dentro di noi

La celebrazione della vita da una parte con i festeggiamenti del Natale che si allargano e si diffondono nei luoghi più impensabili; dall’altra le celebrazioni della morte, con la recrudescenza inquietante degli ultimi tempi.

Umanità dissennata, squilibrata, regredita?

Cosa possiamo dedurre da quanto accade nel mondo, nei nostri ambienti, fin dentro le mura domestiche?

Siamo noi, la nostra civiltà, i nostri modi di vivere, di pensare, le nostre personalità che stanno subendo trasformazioni decisive.

In questo insistente modernismo, stiamo diventando sempre più terreno fertile per ogni sorta di nefandezza, per ogni genere d’indecenza, per ogni  forma d’immoralità.

Il male trova alloggio agevole nelle nostre vite, incastrandosi in modo lento ed insospettabile nei meandri dei nostri ruoli, dei nostri pensieri e delle nostre convinzioni.

Basta seguire la breve cronaca di una giornata o scorrere le pagine dei social per farsi l’idea di cosa viviamo.

Indifferenza, opportunismo e falsità, sempre loro a guidare la marcia di una guerra continua contro cattivi, brutti ed inutili: contro i cosiddetti nemici. Un mondo dunque diviso fra buoni e cattivi; un mondo sempre in guerra contro i (poveri) nemici del momento.

Nemici?

Si, i nemici ci sono davvero ma sono incredibilmente dentro di noi. Non c’è un mondo di buoni e cattivi, come sembrerebbe, ma un mondo che invece vive nel disagio.

Umanità nel disagio sempre alla ricerca di un appagamento.

Bisogni veri, falsi a metà; bisogni, comunque, che vengono da dentro.

Ecco allora: siamo noi il campo battaglia dei bisogni. Il campo dove il vero nemico vorrebbe averla vinta sulle passioni, sulla coerenza e sulla sincerità.

Una guerra, dunque, contro la verità che, inevitabilmente, si materializza fuori di noi nella celebrazione della menzogna, dei disastri e della morte.

Possiamo fare tutti i buoni propositi che vogliamo, dire tutto quello che passa la mente edulcorata, promettere tutto il bene del mondo e credere e far credere perfino alla befana o all’asino che vola; se non comprendiamo che la vera guerra bisogna combatterla e vincerla dentro di noi è inutile ogni sforzo: disastri inevitabili per quelli che stanno accanto, per quelli che dipendono, che attendono e che vivono intorno. Poveri loro.

Buoni propositi per l’anno nuovo sicuramente, ma solo quelli veri: vincere davvero contro il nemico vero: il male dentro di noi.

NM

Foto: documentazione.info




IL QUADRO

Tanti anni oramai, per una comunità ancora nelle mani dei soliti ignoti. Uno contro l’altro, nemici giurati; di colpo amiconi per una successione di eventi che, solo a nominarli, mette brividi.

Tanti anni sono passati. Labili memorie ma una decadenza lenta e continua: irreversibile.

Il grande mondo intorno, comunque, sempre in aiuto; l’inerzia che trascina e la crisi che scagiona, la fortuna che rinfranca ogni pensiero inadeguato, ogni limitata idea per una miserabile realtà che si conforma.

Si sprofonda, ma tenaci e convinti si vuole perseverare.

Il sistema, seppur traballante, regge; si può ancora contare su un apparato lento e dormiente e puntare su una base ansiosa ma indolente.

Macché futuro incerto; il quadro è chiaro, anzi limpido.

C’è poco da ragionare: solo danni irrimediabili nel giovarsi, irresponsabilmente, d’ogni funzione e ruolo, specialmente di vertice. Danni che si accumulano e che si pagheranno sempre nel silenzio: tutti insieme ed inconsapevolmente, purtroppo per gli ignari.

Le voci con i richiami alle cose giuste e fatte per bene, anche se stanche, sono sempre presenti. I congegni del superfluo e del disordine invece, anche se vanno sparendo, non si stancano mai.

Equilibri chiari, dunque; in questo tempo che corre, i pesi si spostano e le coscienze si formano. Si può continuare così, sprofondando sempre più, per quanto si vuole; si può anche spostare qualche peso e formare qualche coscienza in più per invertire il senso.

Nella famiglia la fonte d’ogni disposizione; ed in queste disposizioni, inutile ribadirlo, le sorti e le sventure dei popoli.

nm




L’UOMO DELL’ANNO (?)

I tempi dicono che i riferimenti sono questi a Ortona [… e in giro per il ns mondo sconquassato]

Se l’Amministrazione comunale di Ortona sceglie questi modelli, nonostante qualche sparuta, accennata e timida voce critica qua e là in città, la maggioranza della comunità vuole questi modelli, c’è poco da dire.

Tralasciando le classiche voci dell’innocenza, non si registra movimento alcuno che possa paventare un qualche problema di dignità, d’immagine o di altro ancora. Tutto nel silenzio o su qualche testata ed in pochi e allegri commenti Facebook,

Facciamocene una ragione, registriamo e passiamo oltre.

L’effetto domino innescato dagli alti pensatori non trova difetto o scostamento di sorta, in questo momento. Sembrerebbero tutti allineati al pensiero dominante, perfino il mondo degli inviolabili. 

Una cosa, comunque, è certa: questa società civile* sta degradando di brutto!

nm

Foto Grazia.it




IL QUADRO POLITICO e il vero bipolarismo

Tante istanze; irrintracciabili quelle del buon senso

Ecco il quadro politico che appare in questo momento: due contendenti al trono del partito democratico che si presentano e dichiarano di volerne prendere la direzione.

Idee, proposte e programmi a parte, quello che emerge chiaro e limpido è però la lontananza dal mondo reale. Un distacco amplificato dalla rete e soprattutto dai media, sempre pronti all’esigenza dei vari poteri, e stranamente indifferenti e sordi alle voci della base, alle istanze dei cittadini, alle reali richieste di quel popolo che non vota e non voterà più.  

Un mondo che non si riconosce nell’attuale quadro politico e nei suoi stravaganti rappresentanti che di volta in volta si susseguono calati dall’alto e all’occorrenza.

Idee, pensieri e tutte le altre cose, a supporto, non fanno che ripetersi e rinnovarsi in un ritmo articolato ma ossessivamente compulsivo. Un ritmo stancante scandito dalle varie crisi che di volta in volta si presentano puntuali a reclamare attenzioni e forse altro ancora [per noi fessi ed inesperti].

Siamo stanchi,  depressi, forse anche po’ disgraziati, ma tutto questo non è abbastanza chiaro, anzi. Lassù oramai sembra dominare la macchina del vuoto. Una sorta di congegno che va perfezionandosi all’ascolto e che genera solo sistemi di perverso potere: bravi gli inventori.  

Danaro crudele, debiti impossibili, bollette impazzite, lavoro malpagato, dolorosi rincari, svantaggi sociali, povertà dilaganti e miserie croniche che emergono all’impazzata qua e là per lo stivale. Il mondo reale quaggiù; esibizionismo, ricchezze e tante altre cose bizzarre lassù: il mondo di chi ha capito tutto.

Un gruppo di decisori che ha capito tutto, dunque, ed un altro che rincorre e cerca invece di poter capire come andare avanti; un bipolarismo sicuramente. Da una parte le dottrine strambe che governano dall’altra il resto che sopporta e cerca di sopravvivere.

Ecco il quadro. Quali politiche vuoi proporre allora?  Quale novità si sentono di proporre questi che appaiono nei riquadri dell’informazione adesso?

Per proporre davvero qualcosa di nuovo si rende necessario almeno scendere quaggiù, fra la gente, nel mondo nudo e crudo per comprenderne anzitutto forme e colori, in definitiva: ambiente e soprattutto linguaggio.

Un popolo vero tiene anzitutto alla vita e alle sue straordinarie relazioni. Un popolo vero organizza relazioni vere che garantiscono e che gratificano tutti. I veri cittadini reclamano un mondo plurale, dunque, e non esclusivo, un mondo d’opportunità aperto a tutti e non a pochi; un mondo di fiducia e condivisione e non di sospetti ed egoismi;  un mondo democratico e popolare e non superbo e d’élite: la gente vera vuole un mondo di bellezza a cui aspirare uniti.

Se si è in grado di rispondere è bene altrimenti meglio il silenzio.

Sembra invece che tutti vogliono riorganizzarsi, da destra a sinistra tutti agitati per sistemare le cose, di chi poi? Mah.

Pd agitata, ma anche Lega, Azione e Italia Viva sembrano attive. Tante istanze, davvero tante in questo momento, anche la sconclusionata terza via, ma quelle del buon senso dove sarà possibile rintracciarle? Vedremo.

Ritornare indietro non è bene sicuramente, ma dopo la ben studiata diaspora dei cristiani democratici degli anni Novanta, dispersi nel nulla di un bipolarismo fatuo e fin troppo allegro e bugiardo, con tutta la buona volontà, ritrovare il vero senso di un impegno politico sembra pressoché impossibile.

Stiamo messi male, proprio male, ma il cammino per il futuro, secondo i dominanti canali d’informazione, è quello che si riesce a scorgere nelle azioni e nelle parole di queste nuove guide: nelle più che sapienti mani di questi nuovi decisori. Mah …

nm

Foto www.24emilia.com




LA VERA VERGOGNA di questa umanità

La società civile, attraverso le proprie istituzioni, avrebbe il dovere di cancellare la povertà [almeno provare a farlo]

Anche se negli ultimi tempi i classici luoghi dei cartoni e degli stracci sembravano cominciare a svuotarsi, offrendo fiducia ed aspettativa; più di qualche presentimento, adesso, lascia presagire delusione, frustrazione e … morte.

La perversione del denaro e del potere inganna chiunque e distrugge ogni buona intenzione, lasciando spazio alla sola VERGOGNA che domina e dipinge, con i suoi classici colori, il solito squallido quadro di triste umanità.

nm

Foto: fatto Quotidiano

https://www.ilfattoquotidiano.it/2022/08/30/senza-fissa-dimora-da-gennaio-241-morti-i-programmi-di-governo-diano-ascolto-ai-loro-diritti-che-sono-negati/6785113/




RISCHI E LAMENTI d’inizio mandato

Impostazioni e configurazioni per un epilogo già noto

È il momento dei lamenti. Se da una parte quelli di una Meloni, disinvolta e baldanzosa, verso un’Europa distratta, indifferente anzi opportunista, rischiano autoisolamento e gravi rotture diplomatiche; dall’altra i lamenti di un Letta, fiacco e debilitato, verso gli attacchi duri e determinati mossi al suo partito, rischiano isolamento e rottura con le opposizioni.

Lamenti e spaccature in entrambi i casi. Sia da una parte che dall’altra sempre posizionati al centro per richiamare una certa attenzione.

Ambiziosa se non velleitaria la sfida della Meloni ed il suo governo all’Europa, remissiva e sacrificale la posizione di Letta e del suo partito alle più che rapaci attenzioni che girano intorno.

Siamo solo agli inizi ma la scena sembra già conformata al solito deprimente epilogo. Senza perdere tempo, e con tanta speranza, meglio cominciare a prepararsi per il prossimo giro.

NM

Foto Ansa




I LIMITI DELLA PACE tra marce ed ossessioni 

Le grandi decisioni in grandi e perverse mani, il futuro nei nostri limiti   

Erano davvero in tanti in piazza. Quando si deve manifestare per cose come la Pace chi si tira indietro? Nessuno. Tutti insieme ai pacifisti; anche Conte con i 5 Stelle e anche un Letta tutto preso, sentito qualche antico richiamo, non perde l’occasione per tuffarsi nel gruppo. Stranamente viene buttato fuori.

Una contestazione bella e buona che lo rimanda a casa. Lui va fuori dal gruppo e torna casa davvero ma non per dimettersi, e questa potrebbe sembrare la vera notizia della domenica.

Il signor Letta, bravissima persona sicuramente, forse  duro di comprendonio, non riesce a capire quando i discorsi finiscono. Lui insiste, con questa postura pseudo-provocatoria, per distruggere tutto il distruggibile ed in questo, da politico navigato, sembra molto bravo; ed ecco la notizia: Letta continua e non si dimette mentre Conte e i 5 Selle gongolano ed inglobano.

Sull’altro campo politico si seguono le vicende del nuovo governo e la solita esaltazione di un popolo che celebra il solito fuoriclasse, l’eletto o l’eletta [chissà], che puntualmente, appena qualche mese, si trasformerà nel più disastroso dei brocchi. Non ha fatto ancora nulla questa Meloni ma già urlano di gioia sgolandosi per adularla, si strappano i capelli per storiche parole del nulla o si piegano per la sua celeste apparizione.     

Sarebbe meglio attendere per capirci qualcosa, finora solo posture rigide, grida e forse qualcos’altro.

Comunque, tante parole, davvero tante le parole inutili su questo nuovo governo. Anche Morgan, il cantante, appena nominato dallo Sgarbi nazionale, già ribatte inviperito alle più che legittime critiche della stampa. Due uomini disagiati per un’Italia in disagio: e può andar bene per adesso.

Non va proprio bene invece il conflitto ordito, senza scrupolo, nel mondo dei media, da soliti tecnici della disinformazione e dagli opinionisti del tutto: proprio tragica l’influenza da loro prodotta sulle masse.

Il casino generato in questo disastroso ed imposto bipolarismo, vissuto oramai da oltre vent’anni, adesso ha raggiunto limiti davvero preoccupanti. Tutti arrabbiati, tutti infastiditi, tormentati ed ossessionati: ci maltrattiamo tutti, ci respingiamo tutti, ci odiamo tutti e senza saper il perché.

Un’ossessione che dilaga fino a raggiungere mondi e luoghi impensabili della nostra società; obiettivo: superare sempre il limite e senza un vero motivo.

Basterebbe osservare gli sguardi nel nulla delle ambientaliste contro il Van Gogh a Roma o seguire le fantasie sui dottorati record millantati a Verona o rallegrarsi dei seni nudi svagati agli Uffizi di Firenze per comprendere la direzione intrapresa e quali fenomeni di miseria umana ci attendono nel prossimo futuro.

Dal mondo che viviamo si possono vivere richiami d’ogni genere, immagini bizzarre, contese e pretese sconclusionate, penose e reciproche accuse e rilevare tutte le soddisfazioni del nulla, alla fine, comunque, tutto si rende inutile e soprattutto dannoso: si vive sempre e comunque sotto le dinamiche di un potere con precise logiche del disordine.

Convergere l’attenzione verso quel potere potrebbe dunque evitare tante inutili parole, tante inutili azioni, inutili lotte, odi e disastri vari, ma stranamente si continua a vivere nel tormento e a pensare di aver super poteri per chissà quali imprese.

Le grandi decisioni sulla terra sono nelle mani dei grandi della terra: anche se ne sono pochi, adesso sono di animo perverso e purtroppo rispondono a spiritualità malvage.

Se può consolare, possiamo ancora agire per quello che uno può, nel ruolo che si ricopre e, soprattutto, conoscendo i propri limiti. Sembrerebbe poco o nulla ma sono vere ed utili dotazioni per affrontare sereni e sicuri il futuro che abbiamo davanti.

Foto: elcolombiano.com




LO SPIRITO MALATO dei conflitti nel mondo

I progetti funesti dei silenzi oscuri

Tutto in crisi. Ovviamente stancante questa parola ripetuta oramai all’ossessione, comunque è crisi vera anche nel mondo spirituale che non ne rimane fuori, anzi è proprio dalla spiritualità malata che molte volte sembra prendere forza e spunto alcuni dei progetti più funesti per l’umanità.

Tralasciando le note questioni islamiche, il vicino Kirill, della chiesa ortodossa russa, sembra addirittura avere perso il senso della ragione, confondendo male e bene, vittima ed aggressore. Inutile raccontare le celesti distorsioni ideologiche quando si cimenta nei sermoni contro l’Occidente che attacca la Russia.

Bisogna comunque confermare una certa spiritualità malata anche dentro il nostro mondo cattolico che, purtroppo e alle volte, non è da meno.

Se di tanto in tanto esplodono i noti scandali nelle nostre chiese, bisogna pur dire che in un certo ‘falso clero’, nonostante l’agire vigoroso di un Francesco, vera e buona novità di questi tempi, [che non le manda dire anche sulla pornografia fra i religiosi silenti], pemane fitto ed oscuro invece il silenzio ‘religioso’, quasi a dettare modi e tempi di un agire malefico che emerge in tutta la sua potenza nelle inquietanti ricostruzioni su Emanuela Orlandi.

Si possono reggere le cose storte e superare gli ostacoli del vivere quotidiano, abbiamo tutti una buona dotazione per questo, ma solo i martiri possono subire e sopportare i mali oscuri ed inquietanti del mondo spirituale malato.

NM




SALVARE Vite Umane Sempre !

Assistiamo all’ennesima diatriba sul salvataggio di vite umane in mare

Inutile dire che il malessere che si riesce a trasmettere sui cittadini sta diventando davvero insostenibile ovvero insopportabile, con tutte le conflittualità sociali che ne derivano. Davvero irritante questa politica ipocrita.

Le vite umane sono vite umane e vanno salvate sempre sin dal loro concepimento; le cose non possono cambiare per convenienze, interessi o posizioni ideologiche. Quando qualcosa non fila secondo logica basta usare il dialogo e non minacce, invettive e scaricabarili di sorta.  

Quando l’impegno diventa istituzionale l’agire diventa, sicuramente, determinante e responsabile; bisogna offrire il meglio ed agire con spirito di servizio altrimenti meglio stare buoni a casa e migliorare la propria formazione e, soprattutto, la propria educazione civica.

Bisogna salvare vite umane e questo vale sia quando si trovano nel grembo materno, sia quando si trovano perduti in mare: la vita è sacra sempre.

NM   

Foto Il Faro




NO SICUREZZA, No Rave Party

Provvedimento giusto; da rivedere e migliorare per la tutela dei diritti

Sicuramente da migliorare questo provvedimento contro i rave party abusivi, ma un freno agli eventi disordinati, promiscui, imprevedibili che si consumano nei luoghi più strani ed impensabili del nostro territorio, è più che dovuto.

Eventi che richiamano giovani da ogni parte d’Europa, con divertimento, coinvolgimento e socializzazione, ma anche con tanto disordine e terreno fertile per facili illeciti, illegalità, pericoli per la salute e tante altre cose ancora poco confortanti per l’incolumità e la sicurezza pubblica.

Giusto muoversi, giusto intervenire, soprattutto giusto rivedere e migliorare un provvedimento, molto carente per taluni aspetti di tutela dei diritti, ma tutto necessario ed utile nell’interesse generale della comunità civile.

nm




IL DISAGIO dei sogni e delle fantasie

Celebrazioni per ogni memoria formativa, educativa e costruttiva

Predappio, 30 ottobre 2022. Dalle immagini che si rilevano di tanto in tanto, ed appaiono in rete periodicamente, sembra che un certo gruppo di uomini e donne sia rimasto davvero imprigionato nel passato delle proprie fantasie e dei propri sogni infantili [si fa per dire].

Si può commemorare chiunque nella storia della politica, da Giulio Cesare a Carlo Magno, da Barbarossa a Gengis Khan, da Napoleone a Garibaldi, abbiamo solo la difficoltà nella scelta, a patto che si paga il rischio di farlo.

Se commemorarli, rendendoli riferimenti storici, significa rimanere affascinati e calamitati, si dalle loro idee e dalle loro gesta storiche; riesumarli, con esibizioni vive e gesti convinti, vuol dire solo che si è rimasti imprigionati in quelle immagini, affezionati a quelle idee e a quelle storie lontane e soprattutto superate [infantili: si fa per dire].

Questo rappresenta sicuramente un disturbo, che amplificato può trasformarsi in un preoccupante problema sociale.

Anche per i distratti, gli svagati, i superficiali e i disturbati[appunto] giunge sempre l’ora del risveglio e del ritorno alla realtà concreta delle cose … il disagio, il malessere, le deficienze in genere, comunque, vanno sicuramente capite e studiate ma soprattutto curate per bene.

La destra italiana purtroppo è rimasta impigliata e difficilmente riuscirà a liberarsi e a rendersi utile, ma gli altri fanno davvero fatica nel comprendere il fenomeno; che rimane, purtroppo, circoscritto alla nostra miserabile ed attuale condizione formativa.

https://www.google.it/amp/s/www.ilmessaggero.it/AMP/politica/predappio_servizio_tgr_mussolini_rai_polemica_emilia_romagna-4459594.html




LE REGOLE DEL POTERE in un mondo strampalato 

Ogni soluzione nelle genti e nei popoli di buon senso

Eccola qui: la Meloni è presidente del Consiglio dei ministri. Tralasciando quello che dicono gli amici di partito, gli elettori simpatizzanti, la stampa allineata e gli esilaranti istituti demoscopici, dei caratteri di questa nuova personalità [bisogna essere chiari ed obiettivi con tutti] conosciamo molto bene le sue sfuriate in parlamento, le sue urla nei comizi e la sua voce decisa e molte volte alterata nelle presenze televisive. Da due, tre giorni, però, bisogna registrare una decisa riduzione del volume ed un certo mutamento dei toni; la voce sembrerebbe oramai mescolarsi con il resto del suo ambiente, ovvero del noto mondo politico.

Un personaggio davvero unico, però, questo nuovo presidente e non presidentessa, così ama farsi definire.

Personalità dai caratteri forti che ama affidarsi stranamente anche ad un particolare angelo custode [così dice] oltre che alle proprie capacità ed esperienze acquisite negli studi e nei partiti.

Spiccata propensione al confronto diretto ed animato; risposta sempre pronta e ribelle; molto piena di sé; soprattutto scaltra ed un’ambizione fuori dal comune, vista le modalità e la velocità supersonica adottata per raggiungere l’agognato impossibile traguardo della Presidenza del Consiglio dei ministri    

Se queste sono le doti e le caratteristiche per ambire al potere e raggiungere i vertici, non possiamo che confermare tutto, ma forse, anzi certamente, c’è molto dell’altro.

La politica italiana del dopoguerra però ci ha offerto anche grandi momenti e grandi personalità di calibro come De Gasperi, Fanfani, Segni e Moro per arrivare all’ultimo riconosciuto come tale: Carlo Azeglio Ciampi.

Abbiamo avuto, dunque, autorità d’indiscutibile spessore politico, culturale e soprattutto sociale, ma la politica italiana ci ha proposto anche altre figure, importanti o meno, sicuramente legate ai loro tempi e alle dinamiche storiche del loro e nostro momento vissuto.

Abbiamo avuto, comunque,  tutto quello che serviva a realizzare l’Italia attuale che conosciamo. Adesso stiamo vivendo un momento storico davvero strampalato.

Senza aggiungere altro, possiamo dire ed affermare di vivere una fase storica indecifrabile, dai riferimenti labili: ambigui, assenti, addirittura folli.

Tempi strani non solo da noi ma ovunque sulla terra. Inutile elencare le stranezze registrate finora nel mondo.

Il fatto è che, da una ventina d’anni forse anche di più, le cose sembrano girare proprio al contrario di quanto dovrebbe. Elencare gli eventi legati alla pazzia umana degli ultimi tempi potrebbe anche disturbare ma la certezza che ci stiamo trasformando in una umanità squilibrata si legge nei nomi di chi governa la terra ed in tutto quello che questi riescono a pensare, a realizzare, a veicolare e diffondere: autentici incapaci, per non dire dissociati, paranoici; assolutamente alienati dalle cose vere e reali.

Giudicare non è certamente un’arte edificante, è sempre fastidioso muovere critiche e giudizi verso gli altri; ma analizzare, studiare per valutare e determinare il bene comune è sicuramente il giusto agire per cercare di separarsi e liberarsi dal male. Il cosiddetto buonsenso delle genti e dei popoli ha sempre funzionato nella storia,  liberandoci continuamente ed in modo inequivocabile dai guai.

Anche questa volta, nonostante le note inquietanti che giungono da ogni parte del mondo, amplificate in casa nostra dai sedicenti e noti casini, il male non l’avrà vinta.

Potrà combinare tutti i guai che vuole ed intrecciare tutto fin quando può, alla fine il male cederà sempre alle regole del buon senso.

Anche per i nuovi ospiti dei nostri palazzi di governo, le cose funzioneranno come sempre allo stesso modo: le cose buone andranno avanti, le male intenzioni verranno smascherate. Il tempo giusto per un giro di giostra, scendere miseramente e sparire nel mucchio.

La storia recente insegna, comunque, che questa democrazia andrebbe migliorata e registrata veramente per rendere possibile ed agevolare il governo migliore; per capirci: quello che agognano in tanti ma non tutti purtroppo [anche i malgoverni hanno i loro seguaci].

Come si può rendere possibile questo?

Ovviamente è una domanda senza risposta, ovvero ci sono infinite risposte.  

Lottare con decisione contro l’astensionismo di massa e lo scollamento fra potere e cittadinanza, comunque, è il modo migliore per dare inizio a quel giusto cammino di formazione e coinvolgimento per evitare almeno l’ascesa degli inadeguati e dei folli; l’attaccamento per le cose del nostro mondo e l’ambita bellezza sono solo una semplice conseguenza.

NM




IN TRAPPOLA

Gl’inutili strumenti di difesa e le armi della bellezza

L’Europa sembra rappresentare l’agnello sacrificale di un rito, ampiamente conosciuto, ordito dai sacerdoti dell’economia e che sembra, ogni giorno che passa, in corso di preparazione per le successive celebrazioni ufficiali.

Nel conflitto adesso entra a pieno titolo anche il Medio Oriente.

Europa sembra proprio in trappola.

I giochi veri si fanno altrove e tutto gira intorno all’energia. Inutile vantare poteri, capacità decisionali o forze immaginarie: se l’Europa conta poco, e lo stiamo registrando da tempo oramai, possiamo immaginare quanto può contare l’Italia e noi poveri italiani.

Prepararsi al peggio dunque. Ma sembra inutile dirlo. Dal relativismo ossessivo ognuno la pensa diversamente, ma soprattutto, sembra non avvertire i pericoli vicini.

La classe politica  può essere anche la più ridicola mai avuta finora, ma prima ancora c’è da chiarire molto sull’irritante caos mediatico che ci circonda, su questo nostro strambo corpo elettorale e su questa nostra comunità civile occidentale che ci ritroviamo; valgono sicuramente poco in altruismo e cose di questo genere.

Negli ultimi tempi abbiamo perso sicuramente tanti valori; quello del dialogo, del cammino comune, del rispetto, dell’amicizia, della solidarietà hanno lasciato spazio ad altri valori ovvero disvalori che non meritano nemmeno la loro menzione ma che rappresentano oramai le sole armi che attualmente abbiamo in dotazione e che, con tutto lo sforzo che si vuole, non sono utili strumenti di difesa anzi riescono solo a catalizzare lo scontro ed ogni conflittualità di sorta.

Le decisioni e le posizioni delle grandi potenze che bombardano dall’alto, la banalità di un mondo mediatico sterile e confuso che ci circonda, gli inutili  strumenti che disarmano dal basso,  tutto questo disegna un luogo da cui resta difficile se non impossibile fuggire.

Siamo in trappola.

Faremo sicuramente una brutta fine se non riuscissimo a liberare almeno uno spazio dei tre, e il più facile da liberare è sicuramente quello che ci riguarda direttamente: il fardello delle armi grevi, inutili ma soprattutto stupide che abbiamo scelto per difenderci in questi ultimi tempi, imbracciando invece quelle della bellezza che conosciamo molto bene.

Nando Marinucci




LA BARZELLETTA del Silenzio Elettorale

Tale classe politica democratica, tali regole politiche democratiche

Dopo la chiusura della campagna elettorale si deve osservare il cosiddetto silenzio elettorale per Legge. Sabato e Domenica fino a chiusura delle urne silenzio e basta.

Questo sabato e questa domenica, abbiamo fatto un giretto di ricognizione sulla rete, in tv, sui giornali un po’ per le piazze ed abbiamo rivelato che quella del silenzio elettorale è solo una barzelletta.

Dai più titolati e responsabili, fino alle più recondite e sibilline forme di comunicazione, d’ogni estrazione e colore, tutti in campagna elettorale nonostante il silenzio di Legge.

A conferma di quanto siamo scesi in basso, per l’istituto delle elezioni e della democrazia, possiamo raccogliere questa semplice sintesi: POLITICA, ISTITUZIONI E REGOLE RIDICOLE

nm




L’ABRUZZO BELLO e il futuro che vogliamo

Prepararsi bene sin dal prossimo impegno, per cercare di sopportare bene ogni dispiacere: andare a votare

L’Abruzzo è la nostra regione; il nostro luogo del cuore. Dobbiamo comunque registrare che, nonostante tutte le attività di liberazione dalle fatiche del vecchio (più fantastiche che reali) rimaniamo comunque legati al passato, alle dinamiche del sud, del nostro caro mezzogiorno.

Una regione che custodisce storie straordinarie; un luogo d’inesauribili misteri. Da quelli sociali, culturali e religiosi a quelli più terribili: i segreti dell’economia, della politica, della società e della storia. Ci ritroviamo sempre di fronte ad autentici rompicapi che sembrano fra i più profondi ed imperscrutabili mai vissuti.

Dalla Petrut dei Fenici,  alle mura della mitica Pallanum; dalla piccola Corfinio capitale italica, al Fucino per le acque delle  naumachie e delle pratiche ancestrali; dagli assedi carolingi della cupa Theate dei Marrucini, all’orrore delle vele verdi di  Pialy Pascià; dal Collemaggio del Papa incerto; alla decisa cattedra teatina di Paolo IV; dagli Svevi agli Angioini; dagli Aragonesi alla Rivoluzione e alla Fortezza della resistenza degli ultimi Borboni, ecco alla fine uscire dalla polvere, dalle rovine e dal martirio delle ultime guerre, l’Abruzzo dei migranti e del risveglio; dello sviluppo e del progresso; delle vallate operose e delle nuove vie; delle rivalità e delle lotte per un potere tanto effimero quanto decisivo.

Ecco adesso quel nostro Abruzzo, malconcio ma vivo ancora, che affronta il caos del mondo attuale.

Un luogo che, comunque, riesce ancora ad individuare nel miglioramento della qualità della vita una propria ricerca, un proprio obiettivo, una propria vocazione al progresso per il futuro proprio e dei propri eredi.

Quando si riesce ancora a sopravvivere, mantenendo i livelli di vivibilità nei limiti sostenibili nonostante le mortificazioni che piovono dall’alto di un nord sempre avanti e da un potere che sovrasta e domina da ogni dove, vuol dire che c’è ancora possibilità e soprattutto speranza.

Alle proposte, alle opportunità, alle offerte delle aziende, delle società e del popolo operoso e scaltro del mondo che conta, sempre alla ricerca ossessiva di nuovi mercati, nuove aree, nuovi popoli, possiamo rispondere fiduciosi con i nostri quadri che si aprono sempre magicamente ad una sistematica e sorprendente relazione.

Un mondo immobile, ben saldo nei propri vizi e virtù, ostinato nelle proprie abitudini e consuetudini, pur sempre colorato e pronto all’accoglienza e ai miracoli di vicende e storie uniche, fantastiche, soltanto nostre.    

Sempre in ritardo ed in affanno con le aeree più sviluppate ed evolute, adesso, il nostro Abruzzo non può che contare su un patrimonio di attività  incrostato fra il disordine del vivace dinamismo del nostro recente boom economico e l’inesperta ed elastica burocrazia, ostile o astuta, fondamentalmente irrequieta.

Tutto questo, purtroppo, potrebbe rendere inutile qualsiasi impegno, qualsiasi sforzo di proiezione agli ideali di affrancamento ovvero di allineamento al mondo che cammina, che opera e che si affranca dal vecchio mondo che decade.

In questa realtà, ecco l’agire faticoso di una classe intellettuale in affanno e che deve farsi carico di problemi e di una storia che ha generato, nel tempo ogni sorta di problema, finanche gli ultimi incubi ambientali. Sicuramente problemi amplificati dall’assenza di vere scelte politiche in questo ultimo scorcio di storia.

Politica assente, ovvero politica che assiste impotente alla lenta ma progressiva ed inesorabile evoluzione del potere di una burocrazia, oramai libera e padrona d’ogni dinamica.

Il futuro che ci attende lì davanti a noi. L’Abruzzo ha superato grandi fatiche, dunque, una in più una in meno non fa testo; quello che preoccupa, invece, è solo il dolore e la sofferenza che si patirà. Un’angoscia crescente che adesso comincia a balenare anche nelle menti dei più ottimisti. Prepararsi bene sin dal prossimo impegno per cercare di sopportare bene ogni dispiacere: dunque, andare a votare.

Anche se sembrerà inutile, visti i sondaggi che circolano; l’esercizio del voto resta comunque l’ultimo degli strumenti ancora a disposizione per provare a credere di decidere qualcosa.

Viviamo sicuramente in un sistema mascherato da democrazia, ma forse è un sistema ancora garante di qualcosa che adesso non ricordiamo molto bene ma può tornare utile in qualsiasi momento nel futuro: la libertà.   

NM




SE LA SUONANO, SE LA CANTANO … e se la ridono

Fuori comunque rimane lo squallore di un popolo inebetito

Chieti, 21 luglio 2022. Si torna a votare. Per non so cosa ma si torna a votare con le certezze degli alti decisori e le speranze degli  ingenui elettori. La sintesi del quadro è questo. Il sistema oramai è rodato; meccanismi dalle dinamiche esatte ma soprattutto decisive per esclusive garanzie e precisi equilibri di potere.

Non c’è scampo ai perversi movimenti per la salvaguardia e la conservazione dei vantaggi e dei privilegi; tutto risponde ai dettati della bramosia e dell’egolatria di chi occupa ruoli di potere.

L’Italia di questi tempi si legge comodamente in ogni luogo, spazio, zona d’immagini e di parole. Individuare qualche elemento genuino ed autentico rimane pressoché impossibile: tutto legato ai rispettivi allineamenti d’interesse.

L’Italia di adesso non può che trovare la migliore metafora in quell’immagine della standing ovation, per questo campione di presidente del Consiglio dei Ministri, alla Camera dei Deputati. Comunque vada, tutto risponde ai giusti meccanismi di potere: se la suonano, se la cantano e se la ridono, fuori comunque non rimane che lo squallore del popolo inebetito allo storico giogo degli asserviti e sottomessi.  

NM

Foto: Edicola del Sud




L’IN – GIUSTIZIA

Gli altissimi costi per le istituzioni che non conseguono risultati

Chieti, 15 luglio 2022. Dopo oltre vent’anni dalla barbara morte di questa ragazza, la Giustizia italiana dice che non ci sono assassini, come se Serena Mollicone si fosse suicidata, impacchetta e buttata per i fossi da sola. Dopo tutte le tremende vicende giudiziarie dei vari Vannini, Aldrovandi, Cucchi ecc … ci si chiede a cosa servono gli altissimi costi per le istituzioni che non conseguono risultati.

Chiaramente sono spese inutili anzi dannose viste le reazioni ma soprattutto gli sforzi pazzeschi, di chi chiede giustizia nella verità, ostacolati e mortificati dall’indifferenza e dalla menzogna.

Ma quale società viviamo, quale istituzioni, quale Italia … davvero vergognosa questa pagina e poi alla vigilia della strage di via D’Amelio.

Tutto da rifondare ovviamente e questo (cari giovani) tocca proprio alle nuove generazioni … dei ‘vecchi’ c’è poco da fidarsi … c’è bisogno di rinnovamento continuo ed autentico se si vuole bellezza, armonia … e verità.

NM