IL PIÙ PROFONDO PRESENTE

Esser profeta significa conoscere ben più che il futuro (Ernst Jünger)

da fra Emiliano Antenucci

Interris.it, 7 luglio 2024. Gli uomini rifiutano i profeti e li uccidono. Ma adorano i martiri e onorano coloro che hanno ucciso. (Fëdor Dostoevskij)

Il Vangelo di oggi è molto forte: “Ma Gesù disse loro: «Un profeta non è disprezzato se non nella sua patria, tra i suoi parenti e in casa sua». E lì non poteva compiere nessun prodigio, ma solo impose le mani a pochi malati e li guarì. E si meravigliava della loro incredulità. Gesù percorreva i villaggi d’intorno, insegnando (Mc 6,4-6)”.

Nessuno è profeta in patria, cioè nella sua famiglia, parrocchia, comunità, società etc. Quanti profeti ci sono stati e ci sono nel mondo e nella chiesa? Il profeta è un “visionario” che vede oltre la realtà e il presente. Il profeta è scomodo per quelli che sono intorno a lui, perché non è diplomatico, non cerca il proprio interesse, ma la volontà di Dio con uno sguardo di luce.

Con il battesimo abbiamo ricevuto tre grandi doni e compiti quello di essere sacerdoti, re e profeti. Li esercitiamo questi “incarichi divini” nella vita quotidiana?

Essere sacerdoti (tutti abbiamo ricevuto il sacerdozio battesimale), significa partecipare al grande sacerdozio di Cristo sulla croce, con la preghiera, l’offerta e il dono della propria vita secondo lo stato di cui uno appartiene.

Essere re, significa che con Gesù siamo tutti figli del Re dei re, siamo ognuno di “sangue blu”, cioè un’origine nobile. Bisogna trattare ogni persona con rispetto e con amore, perché riscattata dal prezioso sangue di Cristo. Vivere la regalità di Cristo significa evangelizzare per portare a tutti il regno di Dio che è un regno di pace, di amore e di misericordia.

Bisogna essere profetici nelle parole e nelle opere. Il profeta non è un indovino, ma uno che guarda oltre, attraverso gli occhi di Dio, il futuro pieno di speranza. Se si legge attentamente la storia della Chiesa tutte le “profezie” non sono state comprese e accolte subito, ma con il tempo. San Benedetto, San Francesco, don Bosco, San Pio e tanti altri santi sono stati profetici nei loro tempi.

Oggi bisogna essere profeti della pace, in un mondo pieno di guerre e di violenze (ci sono circa 60 conflitti bellici in corso). Dobbiamo essere profeti di speranza, in una società dove regnano lo scoraggiamento e la disperazione. Profeti evangelici, per portare a tutti la bella notizia che Gesù è vivo, vero, morto e risorto per amore.

Concludo con le parole “profetiche” del venerabile politico servo di Dio Giorgio La Pira:

“Il futuro è oggi”

“Il profeta parte dal presente,

lo scruta, lo critica,

ma come momento

di un progetto più ampio

che distende le sue sponde

sul passato remoto

e sull’avvenire più lontano,

non per lasciarlo ai margini,

per limitarsi a denunciarne la precarietà,

bensì per metterlo in moto,

per destarne la potenzialità

e svilupparne gli impliciti frutti,

per lanciarlo verso le mete finali

della storia e oltre la storia”.

https://www.interris.it/editoriale/essere-profetici-parole-opere

Foto di Dimitris Vetsikas da Pixabay




UN FRATE DI TUTTI

In mezzo alla gente, ascoltando tutti, amando tutti

Avezzano, 9 aprile 2024. Sono e voglio essere il frate di tutti. Mi spaventano le persone che si credono normali, perfette, senza difetto, ma sempre a giudicare tutto e tutti. Mi spaventano le persone che hanno la puzza sotto il naso, che ti guardano dall’alto verso il basso, costruendo infiniti muri di pregiudizi e perbenismo, senza creare ponti di comunione con tutti.

Mi spaventa il clericalismo, le bizzoche e i bigotti, i fanatici delle idee e della religione. Mi spaventano gli ipocriti, i diplomatici, i falsi cortesi e le persone che si sentono di sapere tutto e già arrivate. Non mi spaventano gli ultimi, i poveri, i bambini, gli emarginati, gli umili, i semplici, perché mi hanno insegnato il vero senso della vita.

Non mi spaventano gli occhi dei saggi, le poesie dei poeti, gli urli dei bambini che sono preghiere gridate verso il cielo. Sono e voglio essere di tutti, come Gesù si è spezzato per tutti, ricchi e poveri, nobili e miseri, briganti e santi.

La mia regola di vita è trattare gli altri tutti allo stesso modo, come figli amati e perdonati dal Padre celeste.

Ho scelto di essere frate cappuccino, cioè frate del popolo e quindi di fare una teologia del popolo che non esce dalle università o dalle sacrestie, ma dallo stare in mezzo alla gente, ascoltando tutti, amando tutti, sentendo il profumo e la puzza delle pecore, gli unici odori che ti fanno crescere umanamente e spiritualmente.

fra Emiliano Antenucci




IL SILENZIO

Non assenza di suono, ma scoperta del Risorto

di fra Emiliano Antenucci

Avezzano, 30 Marzo 2024. Risuonano le parole sul silenzio di papa Francesco nella Via Crucis di quest’anno: “Gesù: nel momento decisivo non parli, taci. Perché più il male è forte, più la tua risposta è radicale. E la tua risposta è il silenzio. Ma il tuo silenzio è fecondo: è preghiera, è mitezza, è perdono, è la via per redimere il male, per convertire ciò che soffri in un dono che offri. Gesù, mi accorgo che ti conosco poco perché non conosco abbastanza il tuo silenzio; perché nella frenesia di correre e fare, assorbito dalle cose, preso dalla paura di non stare a galla o dalla smania di mettermi al centro, non trovo il tempo per fermarmi e rimanere con te: per lasciare agire te, Parola del Padre che operi nel silenzio. Gesù, il tuo silenzio mi scuote: m’insegna che la preghiera non nasce dalle labbra che si muovono, ma da un cuore che sa stare in ascolto: perché pregare è farsi docili alla tua Parola, è adorare la tua presenza”.

Il silenzio non è assenza di suono o di parole, ma è la scoperta della presenza del Risorto. Il silenzio è il seme della speranza e della resurrezione, caduto nel sepolcro della morte, per esplodere della luce della Pasqua. È importante in questo giorno meditare sul valore del tempo e quindi bisogna fermare un po’ il tempo.

In un mondo super veloce, di “tutto e subito” e di gratificazioni istantanee è fondamentale imparare l’arte del silenzio e della pazienza. Le cose belle hanno bisogno di silenzio, di tempo, perseveranza e speranza.

Oggi è il giorno della speranza in cui nel sepolcro finiscono tutte le nostre lacrime, i nostri lutti, le nostre separazioni, le nostre invidie, i nostri litigi, i nostri odii e le nostre guerre. La speranza, la pace e il perdono diventano esperienze terrene di resurrezione.

Le parole del servo di Dio e vescovo Don Tonino Bello sono illuminanti per questo santo giorno: Santa Maria, donna del Sabato Santo, aiutaci a capire che, in fondo, tutta la vita, sospesa com’ è tra le brume del venerdì e le attese della domenica di Risurrezione, si rassomiglia tanto a quel giorno. È il giorno della speranza, in cui si fa il bucato dei lini intrisi di lacrime e di sangue, e li si asciuga al sole di primavera perché diventino tovaglie di altare. Ripetici, insomma, che non c’è croce che non abbia le sue deposizioni. Non c’è amarezza umana che non si stemperi in sorriso. Non c’è peccato che non trovi redenzione. Non c’è sepolcro la cui pietra non sia provvisoria sulla sua imboccatura. Guidaci per mano alle soglie della luce, di cui la Pasqua è la sorgente suprema.

Foto di congerdesign da Pixabay

https://www.interris.it/copertina/silenzio-non-assenza-suono-scoperrta-risorto/?fbclid=IwAR096n-bOB5RcL5uRjaNNN5tlqhvquCQg-MewD5YcNNHjHXRBJIP3XkdQB0



IL LAVORO: mezzo di santificazione

da fra Emiliano Antenucci

Avezzano, 13 gennaio 2024. “Silenziosamente, di nascosto come Gesù a Nazareth, oscuramente, come Lui, passare sconosciuto sulla terra come un viaggiatore nella notte… poveramente, laboriosamente, umilmente, con mitezza, facendo come Lui, transiens bene faciendo, disarmato e muto dinanzi all’ingiustizia come Lui, lasciandomi, come l’Agnello divino, tosare e immolare senza far resistenza né parlare, imitando in tutto GESÙ a Nazareth e GESÙ sulla Croce…”.(Charles de Foucauld)

Il lavoro nobilità l’uomo, ma dona dignità, realizzazione personale, mezzo di santificazione e serve per il bene della società. Nel lavoro umano diventiamo co-creatori e co-redentori con il Signore partecipando all’opera della salvezza del Padre celeste per il mondo, tramite il Suo Figlio Gesù. La dottrina sociale della chiesa dice: “Il lavoro è un diritto fondamentale ed è un bene per l’uomo: un bene utile, degno di lui perché adatto appunto ad esprimere e ad accrescere la dignità umana. La Chiesa insegna il valore del lavoro non solo perché esso è sempre personale, ma anche per il carattere di necessità.

Il lavoro è necessario per formare e mantenere una famiglia, per avere diritto alla proprietà, per contribuire al bene comune della famiglia umana. La considerazione delle implicazioni morali che la questione del lavoro comporta nella vita sociale induce la Chiesa ad additare la disoccupazione come una «vera calamità sociale», soprattutto in relazione alle giovani generazioni. Il lavoro è un bene di tutti, che deve essere disponibile per tutti coloro che ne sono capaci. La «piena occupazione» è, pertanto, un obiettivo doveroso per ogni ordinamento economico orientato alla giustizia e al bene comune. Una società in cui il diritto al lavoro sia vanificato o sistematicamente negato e in cui le misure di politica economica non consentano ai lavoratori di raggiungere livelli soddisfacenti di occupazione, «non può conseguire né la sua legittimazione etica né la pace sociale».

Un ruolo importante e, dunque, una responsabilità specifica e grave appartengono, in questo ambito, al «datore di lavoro indiretto», ossia a quei soggetti — persone o istituzioni di vario tipo — che sono in grado di orientare, a livello nazionale o internazionale, la politica del lavoro e dell’economia (n.287- 288)”.

Gesù a Nazareth lavora con san Giuseppe, e fa l’artigiano, questo termine alcuni traducono falegname, altri fabbro. Cosa ci insegna Nazareth?

Il grande papa san Paolo VI scrive: “In  primo  luogo  essa  ci  insegna  il  silenzio.  Oh!  se  rinascesse  in  noi  la  stima  del silenzio,  atmosfera  ammirabile  ed  indispensabile  dello  spirito:  mentre  siamo  storditi da tanti frastuoni, rumori e voci clamorose nella esagitata e tumultuosa vita del nostro tempo. Oh!  silenzio  di  Nazareth,  insegnaci  ad  essere  fermi  nei  buoni  pensieri… pronti  a  ben  sentire  le  segrete  ispirazioni  di  Dio e… Insegnaci  quanto  importanti  e necessari siano il lavoro di preparazione, lo studio, la meditazione…, la preghiera che Dio solo vede nel segreto”.

Senza Nazareth nella vita di ciascuno di noi, non c’è progetto di vita, missione, vocazione. Da Nazareth parte la radice della vita e tutto il lavoro costante di conversione personale e di lavoro interiore che bisogna fare prima di aiutare gli altri. Tanta gente pensa di fare volontariato senza silenzio, senza preghiera, senza spiritualità: questo è un grande inganno! Non si possono toccare le strade delle tenebre senza essere riempiti nel cuore della Luce di Dio!

https://www.interris.it/editoriale/lavoro-mezzo-santificazione/




INSEGNAMENTO DELLA REGINA DEL CIELO …

… alla serva di Dio Maria d’Agreda

384. Figlia mia, tanto più uno riceve, quanto più si deve reputare come il più povero perché il suo debito è maggiore. E se tutti devono umiliarsi, perché da sé stessi sono nulla, nulla possono e nulla posseggono, per la stessa ragione si deve abbassare ancor più nella polvere, chi essendo polvere e cenere è stato innalzato dalla potente mano dell’Altissimo più degli altri. In verità limitandosi a sé stesso e riconcentrandosi in se stesso, senza essere né valere cosa alcuna, egli si ritrova così più indebitato ed obbligato per ciò che da se stesso non può giungere a soddisfare. La creatura conosca allora quello che è da sé stessa, cosicché nessuno potrà mai dire: «Io mi sono fatto da me; mi sostento da me e per me; posso allungarmi la vita; io posso allontanare la morte». Tutto l’essere e la conservazione delle creature dipendono dalla mano del Signore. Si umilii dunque, in sua presenza, la creatura, e tu, o carissima, fa’ in modo di non dimenticare questi insegnamenti.

385. Voglio anche che tu apprezzi, come un prezioso tesoro, la virtù del silenzio, che io ho cominciato ad osservare dalla mia nascita. Infatti, avendo conosciuto nell’Altissimo tutte le virtù, mediante la luce di cui beneficiai, mi affezionai molto a quella del silenzio, tanto da propormela come amica e compagna di tutta la vita; così la osservai con inviolabile silenzio, benché potessi parlare fin da quando venni al mondo. Sappi che il parlare senza peso e misura, è una spada a due tagli che con una lama ferisce chi parla e con l’altra chi ascolta; ed ambedue distruggono la carità o quantomeno la ostacolano insieme alle altre virtù. Da ciò puoi comprendere quanto Dio resti offeso dal vizio di una lingua sfrenata e quanto sia giusto che allontani il suo spirito e nasconda il suo volto a chi si abbandona a ciarle, rumori e pettegolezzi; se si parla molto non si possono evitare gravi peccati. Soltanto con Dio e con i santi si può conversare senza pericolo, ed anche con essi è opportuno usare misura e discrezione; ma con le creature è molto difficile tenere la via maestra, senza passare dal giusto e necessario all’ingiusto e superfluo.

386. Il rimedio che ti preserverà da questo pericolo consiste nel tenerti sempre più vicina all’estremo contrario, eccedendo piuttosto nel tacere e nello stare in silenzio, perché il mezzo prudente di dire solo il necessario si trova più dalla parte del tacere molto, che non da quella del parlare eccessivo. Rifletti, o anima: tu non puoi andare dietro alle inutili e superflue conversazioni delle creature, senza lasciare di conversare con Dio nel segreto del cuore. E ciò che non faresti, senza vergogna e senza temere di essere sgarbata, con le creature, non devi farlo con il Signore, Dio tuo e di tutti. Chiudi l’orecchio alle chiacchiere fallaci e menzognere che potrebbero istigarti a dir ciò che non devi, poiché non è giusto che parli più di quel che ti ordina il tuo Dio e Signore. Attendi invece alla sua santa legge, che ha scritto liberamente di sua mano nel tuo cuore; ascolta la voce del tuo pastore che ti parla dentro e rispondi a lui, e a lui solo. Voglio perciò avvisarti che se tu vuoi essere mia discepola e compagna, devi distinguerti soprattutto nella virtù del silenzio. Taci molto e scrivi fin d’ora questo insegnamento nel tuo cuore e cerca di affezionarti sempre più a questa virtù, perché io per prima cosa desidero da te quest’amore per il silenzio e poi ti insegnerò come devi parlare.

387. Non intendo, con ciò, vietarti di parlare con le tue figlie e suddite, quando si tratta di ammonirle e di consolarle; discorri inoltre con quelli che ti possono parlare del tuo amato Signore e delle sue perfezioni, risvegliando in te l’ardente sete del suo amore. Con queste conversazioni invece di perdere, acquisterai così quel desiderato silenzio tanto utile alla tua anima, e proverai avversione e nausea per i ragionamenti mondani. Inoltre, proverai gusto a parlare solo del bene eterno che brami, e per la forza dell’amore che trasformerà il tuo essere in quello del tuo diletto, in te verrà meno l’impeto delle passioni. Sarà così che giungerai a sentire qualcosa di quel dolce martirio che io pativo quando mi lamentavo del corpo e della vita, perché mi sembravano dure prigioni che trattenevano il mio volo verso Dio; ma non il mio amore. O figlia mia, dimentica ogni cosa terrena nel segreto del tuo silenzio e seguimi con tutto il fervore e le forze del tuo spirito, per giungere allo stato in cui il tuo sposo t’invita, e dove tu possa sentire quella consolazione che io provavo nella mia soave pena di amore, sentendomi dire: «Colomba mia, dilata il tuo cuore ed accogli, diletta mia, questa dolcissima pena perché dal tuo affetto il mio cuore è ferito». Questo mi diceva il Signore ed anche tu l’hai sentito più volte poiché sua Maestà parla a chi se ne sta solo e ama il silenzio.




NON ARRENDERTI MAI

di fra Emiliano Antenucci

Non stancarti di fare il bene.

Non scoraggiarti nel pregare ed amare sempre.

La gente, alle volte, è strana e ignorante, cioè ignora le tue lacrime, i tuoi sacrifici, le tue sofferenze, le tue umiliazioni e i tuoi sforzi nell’agire con purezza di intenzione per piacere solo al Signore.

Dio, invece, non è ignorante della tua vita, anzi conosce tutto di te, dal grembo materno fino alle profondità del tuo cuore. Ti ama, ti accetta e ti accoglie come sei, nella tua unicità e originalità.

Sentiti Amato dall’Eterno che è sempre fedele, sarà questo intramontabile Amore che ti darà la forza di amare e di andare sempre avanti. Amen




L’IMPORTANZA DEL SILENZIO

Come la grande folla dell’Apocalisse, abbiamo pregato in silenzio, ascoltando un “grande silenzio” (cfr Ap 8,1).

di Papa Francesco

Roma, 1° ottobre 2023. Il silenzio è importante, è potente: può esprimere un dolore indicibile di fronte alle disgrazie, ma anche, nei momenti di gioia, una letizia che trascende le parole. Per questo vorrei brevemente riflettere con voi sulla sua importanza nella vita del credente, nella vita della Chiesa e nel cammino di unità dei cristiani. L’importanza del silenzio.

Primo: il silenzio è essenziale nella vita del credente. Sta infatti all’inizio e alla fine dell’esistenza terrena di Cristo. Il Verbo, la Parola del Padre, si è fatto “silenzio” nella mangiatoia e sulla croce, nella notte della Natività e in quella della Pasqua. Stasera noi cristiani abbiamo sostato silenziosi davanti al Crocifisso di San Damiano, come discepoli in ascolto dinanzi alla croce, che è la cattedra del Maestro. Il nostro non è stato un tacere vuoto, ma un momento carico di attesa e di disponibilità. In un mondo pieno di rumore non siamo più abituati al silenzio, anzi a volte facciamo fatica a sopportarlo, perché ci mette di fronte a Dio e a noi stessi. Eppure, esso è sta alla base della parola e della vita. San Paolo dice che il mistero del Verbo incarnato è stato «avvolto nel silenzio per i secoli eterni» (Rm 16,25), insegnandoci che il silenzio custodisce il mistero, come Abramo custodiva l’Alleanza, come Maria custodiva nel grembo e meditava nel cuore la vita del suo Figlio (cfr Lc 1,31; 2,19.51). D’altronde la verità non ha bisogno, per giungere al cuore degli uomini, di grida violente. Dio non ama i proclami e gli schiamazzi, le chiacchiere e il fragore: Dio preferisce piuttosto, come ha fatto con Elia, parlare nel «sussurro di una brezza leggera» (1 Re 19,12), in un “filo sonoro di silenzio”. E allora anche noi, come Abramo, come Elia, come Maria abbiamo bisogno di liberarci da tanti rumori per ascoltare la sua voce. Perché solo nel nostro silenzio risuona la sua Parola.

Secondo: il silenzio è essenziale nella vita della Chiesa. Gli Atti degli Apostoli dicono che, dopo il discorso di Pietro al Concilio di Gerusalemme, «tutta l’assemblea tacque» (At 15,12), preparandosi ad accogliere la testimonianza di Paolo e Barnaba circa i segni e i prodigi che Dio aveva compiuto tra le nazioni. E questo ci ricorda che il silenzio, nella comunità ecclesiale, rende possibile la comunicazione fraterna, in cui lo Spirito Santo armonizza i punti di vista, perché Lui è l’armonia. Essere sinodali vuol dire accoglierci gli uni gli altri così, nella consapevolezza che tutti abbiamo qualcosa da testimoniare e da imparare, mettendoci insieme in ascolto dello «Spirito della verità» (Gv 14,17) per conoscere ciò che Egli «dice alle Chiese» (Ap 2,7). E il silenzio permette proprio il discernimento, attraverso l’ascolto attento dei «gemiti inesprimibili» (Rm 8,26) dello Spirito che riecheggiano, spesso nascosti, nel Popolo di Dio. Chiediamo dunque allo Spirito il dono dell’ascolto per i partecipanti al Sinodo: «ascolto di Dio, fino a sentire con Lui il grido del popolo; ascolto del popolo, fino a respirarvi la volontà a cui Dio ci chiama» (Discorso in occasione della Veglia di Preghiera in preparazione al Sinodo sulla Famiglia, 4 ottobre 2014).

E infine, terzo: il silenzio è essenziale nel cammino di unità dei cristiani. É fondamentale infatti per la preghiera, da cui l’ecumenismo comincia e senza la quale è sterile. Gesù, infatti, ha pregato perché i suoi discepoli «siano una sola cosa» (Gv 17,21). Il silenzio fatto preghiera ci permette di accogliere il dono dell’unità “come Cristo la vuole”, “con i mezzi che Lui vuole” (cfr P. Couturier, Preghiera per l’unità), non come frutto autonomo dei nostri sforzi e secondo criteri puramente umani. Più ci rivolgiamo insieme al Signore nella preghiera, più sentiamo che è Lui a purificarci e ad unirci al di là delle differenze. L’unità dei cristiani cresce nel silenzio davanti alla croce, proprio come i semi che riceveremo e che raffigurano i diversi doni elargiti dallo Spirito Santo alle varie tradizioni: a noi il compito di seminarli, nella certezza che Dio solo dona la crescita (cfr 1 Cor 3,6). Essi saranno un segno per noi, chiamati a nostra volta a morire silenziosamente all’egoismo per crescere, attraverso l’azione dello Spirito Santo, nella comunione con Dio e nella fraternità tra di noi.




IN MEZZO AI PRETI religiosi e vescovi

Ci sono alcuni che definirei Poveracci

Avezzano, 14 agosto 2023. Pensano alla carriera, al potere, ad arruffianarsi in Vaticano. Sono anni luce dal Vangelo, dal servizio e dall’odore delle pecore.

Invece, grazie a Dio, ci sono altri sacerdoti, religiosi, vescovi, cardinali che servono il Signore con umiltà e sincerità di cuore.

I santi sono i veri rivoluzionari della Chiesa e del mondo!

Facciamoci santi!

fra Emiliano Antenucci

Foto: Famiglia Cristiana




LA PERDITA DEL KERIGMA

Avezzano, 14 agosto 2023. Forse si sta perdendo l’annuncio fondamentale del Vangelo, cioè il KERIGMA: Cristo è morto e risorto per tutti.

Continuo a leggere post di idee, di moralismo, giudizi sulle persone senza distinguere peccato e peccatore, assenza di amore e di misericordia.

Se vivo e annuncio Cristo morto e risorto per me e per tutti, non scrivo post bigotti, moralistici, e mi atteggio come paladino della verità in tasca.

Uno scrittore diceva che alle volte alcuni cristiani sono frustrati e tristi, perché non hanno né il piacere dei peccatori e né la gioia dei santi.

fra Emiliano Antenucci




LA MISSIONE

Avezzano, 23 luglio 2023. La zizzania cresce con il grano, verrebbe la voglia di sradicarla subito, ma il Signore dice di attendere che è la voce del verbo amare. 

Il tempo chiarifica, rivela, fa maturare tutte le situazioni della nostra vita. 

Non dobbiamo sprecare tempo ed energie (rabbia) per fare guerra al male, ma dobbiamo vincere il male con il bene, il silenzio e l’impegno costante per la missione per cui siamo al mondo.

Fra Emiliano Antenucci




L’ABRUZZO CI INSEGNA A VIVERE

Imparo dal Gran Sasso e dal Velino la forza e la tenacia.

Imparo dalla Majella e dai Monti della Laga la gentilezza e la dolcezza.

Imparo dal mare Adriatico ad aprire orizzonti immensi e meravigliarmi delle albe e dei tramonti con la luce riflessa nell’acqua.

Imparo dall’orso marsicano la solitudine, la mansuetudine,  la giocondità e la forza nella calma.

Imparo del lupo il coraggio di superare le notti più tremende  e i boschi più oscuri con i suoi occhi luminosi.

Imparo dal pastore abruzzese la custodia degli altri  e la bontà che disarma il mondo.

Imparo dagli eremi celestiniani l’amore per il silenzio  e la consolazione divina della preghiera.

Imparo dai trabocchi che la vita  è come una barca in mezzo al mare che si regge grazie alle reti dell’umiltà e dell’amore.

Imparo dalla gente abruzzese ad essere  santo e brigante, pastore e cafone,  ospitale e chiuso nel confine del mio paese.

Imparo da questa terra che nella vita  è possibile guardare le stelle con Telespazio, ma nello stesso tempo le particelle più piccole  del mondo con il laboratorio del traforo della Bella Addormentata.

Riorno alle radici della genziana per assaporare  Il gusto della mia terra dove sono nato, ma dove voglio continuamente fiorire per portare i frutti della vita  che sono la pace e la gioia.

fra Emiliano Antenucci




LA VERITÀ …

… il contrario della droga

Avezzano, 22 maggio 2023. Ho visto una bellissima fiction su RAI Play: Vivere non è un gioco da ragazzi sulle fragilità dei giovani, ma anche dei genitori.

La prof raccontando la sua esperienza giovanile dice: “Avete 18 anni, si vive una sola volta, il contrario della droga è la verità”.

La droga anestetizza, addormenta, nasconde e fa scappare dalla realtà e dalla vita. Non c’è solo una droga stupefacente nel bruciare i neuroni del cervello, ma ci si droga di parole, di vanità, di social, di tv, di rumore, di bugie, di maschere, di ipocrisia, di buonismo, di perbenismo. È fondamentale nella propria vita e nella vita degli altri: la terapia della verità. Fa un po’ male, ma nel tempo fa molto bene e da tanti frutti umani e spirituali.

fra Emiliano Antenucci




LA CHIESA CHE SOGNO

Sogno una Chiesa viva, non fatta di strutture da mantenere o carrieristi mondani, ma testimoni che gridano il Vangelo con la vita.

Sogno una Chiesa spirituale e caritatevole, impregnata di silenzio, di gioia, di perdono e di carità concreta.

Sogno una Chiesa nel mondo, ma non del mondo.

Sogno una Chiesa semplice e umile, non presuntuosa, giudiziosa e piena di potere.

Sogno una Chiesa dove emergono i talenti, non vengono coperti gli scandali con il silenzio omertoso, ma denunciato il male, per annunciare il bene, la bontà e la bellezza.

Sogno una Chiesa che ami il papa sinceramente, custodisce il successore di Pietro anche con le parole.

Sogno una Chiesa che s’incensi le mani nella preghiera, ma si sporchi le mani nella carità.

Sogno una Chiesa che sappia ascoltare, accompagnare, perdonare e rilanciare a vita nuova ogni persona.

Per questa Chiesa ogni giorno m’impegno.

 Amen

fra Emiliano Antenucci




SCUOLA DI DISCERNIMENTO per tutti

di fra Emiliano Antenucci

Avezzano, 17 febbraio 2023. Ho un sogno: creare una scuola di discernimento per tutti. Tanti errori nella vita, nella famiglia, nella chiesa, nella società si fanno per mancanza di discernimento e di profezia. Ringrazio di cuore per aver incontrato nella mia vita dei bravissimi monaci e gesuiti che mi hanno insegnato l’arte del discernimento.

Saper far discernimento sull’utilizzo del tempo, le persone che incontri, le cose che vedi e che leggi, le scelte piccole e grandi che fai, l’orientamento scolastico etc… Discernimento è la bussola per saper vivere umanamente e spiritualmente




IL SIENZIO di Fellini

Periodo utile per capirci qualcosa

In questo periodo sarebbe bello fare la vergine del silenzio, patrona dei giornalisti, ma anche del vaticano perché come diceva il grande regista Fellini: “Eppure io credo che se ci fosse un po’ di silenzio, se tutti facessimo un po’ di silenzio, forse qualcosa potremmo capire”.

fra Emiliano Antenucci




UN GRANDE SACERDOTE in Cielo

Don Danilo Belotti, nato al cielo il 20 settembre 2016, oggi avrebbe compiuto 55 anni

Avezzano, 4 gennaio 2023. Un grande sacerdote Don Danilo Belotti che oggi fa il compleanno in cielo.

Grazie per il bene che hai fatto e del bene che mi hai voluto. Non posso mai scordare quello che mi hai detto sulla Vergine del Silenzio e sull’offerta della tua vita per bene della Chiesa.

In Cielo prega per tutti noi!

fra Emiliano Antenucci




GLI AMICI

Gli amici sono dei fratelli o delle sorelle che ti scegli

Avezzano, 18 dicembre 2022. Gli amici veri non scompaiono improvvisamente e senza motivo, ma ogni volta che hai una lacrima o un sorriso, asciugano le gocce del dolore e rafforzano la gioia.

Gli amici rallegrano il cuore e ti fanno crescere umanamente e spiritualmente.

Non si è amici per piacere o per favori, ma la vera amicizia è come un sacramento e nasce dall’amore. L’amore amicale è gratuito, senza interesse e senza possessività.

Gli amici ti fanno vedere oltre le nuvole nere della vita, i raggi di sole che ci sono sempre, anche se alle volte sono nascosti.

Gli amici ti salvano la vita, ti guardano negli occhi, si specchiano alla tua anima e ti fanno alzare lo sguardo al cielo.

Senza amici si muore.

Senza amici si è tristi e poveri.

Senza amici non si è né umani e né cristiani.

Gli amici non mancano agli appuntamenti della vita, non ti sfruttano e poi ti gettano, non ti cercano solo nel bisogno.

Vi ho chiamato amici. Questa è la dolce voce dell’Amico degli amici che ci invita a cene per festeggiare in eterno.

fra Emiliano Antenucci




LA PAROLA SUCCESSO, etimologicamente dal latino successus – us avvenimento, buon esito

Quando una cosa deve accadere positivamente

Avezzano, 17 ottobre 2022. Il vero successo in Dio avviene quando lavori come un mulo ogni giorno e quando le capacità e le opportunità si mettono insieme.

C’è ancora gente che crede di avere successo, anche nella Chiesa, a forza di raccomandazioni, senza fare niente dalla mattina alla sera e non sporcandosi le mani con la gente.

fra Emiliano Antenucci




CIRCONDARSI di persone belle e positive!

C’è tanta feccia nel mondo, ma anche nella chiesa.

Santuario della Madonna del Silenzio, 14 ottobre 2022. Nessuno di una botte vuole bere la feccia, ma solo il buon vino che fa bene alla salute dell’anima e del corpo, rallegrando la vita.

Fra Emiliano Antenucci




QUALI SONO I MAESTRI della mia vita?

Il silenzio che m’insegna ad ascoltare Dio, me stesso e gli altri …

Avezzano, 29 agosto 2022. … Il dolore che m’insegna che ogni persona e tutte le cose belle sono il frutto di un dolore trasformato in gioia. La sapienza che la trovo non solo nei grandi autori e nei libri, ma nelle persone umili e semplici. La gioia è la mia promessa al Signore, nessuno mi potrà strappare il sorriso, neanche il diavolo, perché è un dono di Dio. I nemici che alle volte sono i miei migliori amici, spine nel fianco che mi fanno sentire meglio il profumo della vita e farmi fare  un cammino di santità(la chiesa insegna che tutti siamo chiamati alla santità.

fra Emiliano Antenucci




I DONI della parola e del silenzio

I doni del Padreterno sono infiniti

Montesilvano, 10 giugno 2022. La parola è uno dei grandi doni dell’Eterno, un dono che ha del meraviglioso e che si estende fino ad incontrare il silenzio. Il silenzio però non può essere il suo l’opposto. Come la parola può diventare lama letale, anche il silenzio può trasformarsi nell’indifferenza perniciosa che uccide, e allora se parli, parla con amore; se taci, taci, con amore: Sant’Agostino

Montesilvano Colle, Chiesa di Michele Arcangelo giovedì 9 giugno 2022, ore 21:30

nm




I POST di Fra’ Emiliano

Il bene e la carità e … le aspirazioni degli uomini

Avezzano, 26 maggio 2022. Il bene e la carità alle volte si riceve da chi non te lo aspetti. Alle volte i vicini, i parenti, gli amici e le persone che dovrebbero aiutarti non ti aiutano, ma persone che non conosci ti aiutano tanto. Anche questo fa parte del piano misterioso della provvidenza di Dio. Dio nella nostra vita manda degli angeli inaspettati che ti consolano e ti aiutano nel realizzare il sogno che Dio ha per ognuno di noi.

Un laico aspira al servizio, non al potere. Un sacerdote aspira a salvare le anime, non alla carriera. Un vescovo aspira alla stella polare Cristo, non al punto cardinale. L’aspirazione più grande di una persona è la felicità, quindi il Paradiso. San Filippo Neri, rifiutando agli onori del mondo e di diventare cardinale ripeteva: “Paradiso, Paradiso, preferisco il Paradiso”.

(fra Emiliano Antenucci)




Cuore abruzzese

Avezzano, 15 giugno 2021 –

In Abruzzo c’è un lago a forma di cuore, perchè la nostra sorgente è l’Amore, la nostra fonte è Dio che è il cuore dell’Amore

Siamo chiamati a dare amore, perché riceviamo da tutti i fiumi e ridoniamo a tutti i fiumi l’amore: l’essenza della vita.

In Abruzzo c’è un’anfiteatro romano ad Alba Fucens, una città costruita in onore del Sole, in questo teatro dove parli o canti, senza microfono, ascolti la tua voce amplificata pulita e chiara, senza eco e senza rumori che disturbano, grazie alle pietre che i geniali romani hanno messo. Noi siamo “pastori” schietti, senza maschere, senza il politicamente corretto o il linguaggio diplomatico, semplici, spontanei e genuini.

L’ Abruzzo: terra bagnata dal mare Adriatico ed elevata verso il cielo dalle vette delle bellissime montagne, mistica e incontaminata, terra di santi e di briganti, di orsi e di agnelli, di eremiti e di inventori. Se usiamo ogni giorno questa “geografia” del nostro carattere unendo: la forza e la gentilezza, la creatività e la perseveranza, la solitudine e l’accoglienza, la responsabilità e l’umorismo: solo allora sarai un vero abruzzese.

fra Emiliano Antenucci




I luoghi dell’Amore

La bellezza della nostra religione

Avezzano, 29 agosto 2021 –

Dio è vicino più di quanto noi immaginiamo. Il cielo è il nostro cuore, e questa è la bellezza della nostra religione, del Cristianesimo. Ma cos’è veramente il Cristianesimo, cos’è la nostra fede? La nostra fede? Chiaramente ognuno pensa e vive a modo proprio, ma se non facciamo esperienze concrete d’amore … a cosa serve pregare, andare a messa o fare processioni ? Tutto è inutile. L’amore dunque; abbiamo imparato che bisogna amare Dio e amare il prossimo.

Ma qui, oggi  sembra di vivere in un mondo diviso tra Buoni e Cattivi. Buoni e Cattivi?

Ma è chiaro che abbiamo contratto un virus che è quello dell’egoismo; quello che ci porta a sbagliare sempre; a peccare sempre e gli errori, i peccati li facciamo noi tutti, nessuno escluso!

Per noi cristiani, siamo tutti peccatori dunque, ma amati dal Signore; da un Signore che è fallito. Si fallito sulla Croce, che si carica di tutti i nostri fallimenti per amore. E allora dove troviamo Dio ?

lo troviamo proprio nel nostro cuore, che è il luogo dell’amore, il luogo meno visitato.

L’auspicio migliore non è che cercare di scoprire questo luogo, e di visitarlo per renderlo meno misterioso di quanto sembra.