ANCORA VIVI I GATTINI INTRAPPOLATI

Le associazioni continuano a lottare

Miglianico, 1° settembre 2024. Mamma gatta piange disperata all’imbocco del condotto. I suoi tre gattini di quaranta giorni sono intrappolati nella fondazione del condominio dove sono precipitati tramite un tubo di aerazione e sono lì sotto da una settimana.

“Occorre tirarli fuori al più presto, il fattore tempo è determinante! Dopo l’allarme lanciato sui social ci contattano da tutta Italia accostando questa emergenza alla tragica storia di Alfredino – così dichiara Mauro Costantini, Presidente della LIDA, Lega Italiana dei Diritti dell’Animale Sezione di Ortona – La situazione che si presenta ad ormai una settimana dalla richiesta di aiuto richiama l’attenzione degli animalisti e dell’opinione pubblica di tutta Italia che chiedono aggiornamenti e offrono aiuto”.

Il presidente e alcuni responsabili della LIDA sezione di Ortona dopo aver presentato richieste ed esposti alle autorità, si sono recati personalmente sul posto per offrire un concreto e fattivo supporto e coadiuvare nelle operazioni di recupero, insieme ai volontari della delegazione provinciale ENPA di Chieti e con il coinvolgimento di LNDC Animal Protection e della delegazione provinciale di Chieti dell’OIPA.

Sono intervenuti anche l’ex onorevole Daniela Torto e da Chieti l’assessore comunale Fabio Stella dimostrando sostegno e partecipazione.

Le associazioni seguono con attenzione la vicenda e sono pronte a lanciare una raccolta fondi per contribuire alle spese delle opere edili necessarie al recupero dei gattini non appena di avrà il dettaglio delle modalità e dei costi per l’operazione di recupero. Nonostante il via vai delle autorità tecniche comunali e del personale dei Vigili del Fuoco non si dispone ancora degli elaborati tecnico-strutturali che permetterebbero di individuare la tecnica per il recupero.

“Occorre agire con la massima tempestività. Il fattore tempo è determinante per salvare la vita agli animali”.

Nel frattempo la sonda con telecamera restituisce le immagini dei i gattini a circa 2,60 metri di profondità che SONO ancora attivi e in buona salute. Con la stessa sonda sono alimentati con cibo umido e sono idratati con cubetti di ghiaccio.

Il soccorso agli animali è un dovere morale e giuridico ricorda la LIDA attraverso il proprio legale avv. Peppino Polidori del foro di Chieti. Il perdurante colpevole ritardo comporterà sicuramente la morte dei gattini configurando condotte omissive che integrano fattispecie di reato di maltrattamento e uccisione di animali. Si esortano quindi tutte le istituzioni affinché siano adottate tutte le iniziative necessarie per concludere positivamente il salvataggio dei gattini. 




CONCLUSA LA 730MA EDIZIONE della Perdonanza Celestiniana

Più di 30mila presenze tra eventi storico-religiosi, spettacoli e concerti sono il primo passo verso il grande Giubileo Roma 2025 e confermano L’Aquila come perfetta Capitale Italiana della Cultura 2026

L’Aquila, 1° settembre 2024. Si è conclusa venerdì sera, 30 agosto, la 730ma edizione della Perdonanza Celestiniana, manifestazione che dal 2019 è stata riconosciuta come Patrimonio Immateriale Culturale dell’Umanità dall’Unesco.

Una edizione con risultati che confermano L’Aquila come un importante polo turistico e culturale. Organizzata e promossa dal Comune dell’Aquila, città nominata Capitale Italiana della Cultura 2026, la manifestazione ha attirato numerosi visitatori, con una presenza significativa di turisti stranieri nel mese di luglio, mentre nelle prime due settimane di agosto si è registrato un ritorno massiccio di turisti italiani, soprattutto famiglie e gruppi organizzati.

“Il successo della 730ma Perdonanza Celestiniana è il risultato di un impegno collettivo e di una visione condivisa che vede nella cultura uno strumento di crescita e sviluppo per L’Aquila e il suo territorio. L’Infopoint della città, attivo e operativo durante tutta la Perdonanza, ha riportato dati incoraggianti che evidenziano come L’Aquila stia diventando una meta sempre più consapevolmente scelta dai visitatori, attratti dalla sua ricca offerta culturale. Il sistema museale, il patrimonio artistico, esempio di un recupero di qualità, e gli eventi culturali, come la rassegna dei Cantieri dell’Immaginario e il variegato cartellone della Perdonanza, hanno contribuito ad aumentare l’appeal della città”, commenta così Ersilia Lancia, Assessore al Turismo, ai Rapporti Internazionali e ai Gemellaggi del Comune dell’Aquila.

“L’offerta turistica dell’Aquila si integra perfettamente con le bellezze naturali circostanti, come il Gran Sasso, i borghi storici e le Grotte di Stiffe, rendendo la città un punto di riferimento per chi cerca una combinazione di cultura, storia e natura. In questo contesto, il titolo di Capitale Italiana della Cultura si è rivelato una scelta strategica vincente, capace di valorizzare ulteriormente il territorio e i suoi eventi culturali. Questa amministrazione è fortemente consapevole del ruolo che tale titolo può avere come volano per il turismo e le imprese locali, e intende continuare a lavorare in questa direzione, coinvolgendo l’intera comunità”, ha concluso l’assessore Lancia.

Non sono stati divulgati ancora i dati definitivi, ma tra celebrazioni storiche e religiose, spettacoli e concerti, la Perdonanza Celestiniana ha affollato le strade del centro dell’Aquila, e anche della periferia, con numeri davvero significativi. Dati ancora da confermare si aggirano intorno alle 30mila presenze. Numeri che fungono da ponte ideale e diretto verso il Giubileo di Roma del 2025, così come ha ribadito il sindaco dell’Aquila e Presidente del Comitato Perdonanza, Pierluigi Biondi: “La 730° Perdonanza celestiniana è il primo passo del cammino verso il Grande Giubileo del 2025 che vedrà protagonista Roma: è un andare finalizzato. I cristiani si sono rimessi in viaggio attraverso percorsi di spiritualità come la nostra Perdonanza, oggi tanto più vivificante nella dimensione di guerra in cui siamo sprofondati per gli equilibri mondiali che le nuove superpotenze economiche e tecnologiche vogliono ridisegnare. In questo scenario va collocata la scelta dei tre personaggi principali della 730° Perdonanza. Sono giovani impegnati nel volontariato, nel servizio per il prossimo. Più di altri sanno cosa significa donare il proprio tempo, le proprie capacità, la propria umanità, avendo tatuato nell’anima – come ognuno di noi – il 6 aprile 2009. Il volontariato è l’infrastruttura solidaristica di ogni itinerario di fede e di ogni evento sacrale. Lo è della Perdonanza e lo sarà del grande Giubileo di Roma, un’opportunità di riconciliazione di portata internazionale che Papa Francesco ha voluto legare al giubileo dell’Aquila aprendo la Porta Santa di Collemaggio in occasione della 728ma edizione”, ha proseguito il sindaco. “Circa la Perdonanza nella Bolla Spes non confundit, Papa Francesco scrive: “Mi piace pensare che un percorso di grazia, animato dalla spiritualità popolare, abbia preceduto l’indizione, nel 1300, del primo Giubileo. Non possiamo infatti dimenticare le varie forme attraverso cui la grazia del perdono si è riversata con abbondanza sul santo Popolo fedele di Dio. Ricordiamo, ad esempio, la grande Perdonanza che San Celestino V volle concedere a quanti si recavano nella Basilica di Santa Maria di Collemaggio, all’Aquila, nei giorni 28 e 29 agosto 1294, sei anni prima che Papa Bonifacio VIII istituisse l’Anno Santo. La Chiesa già sperimentava, dunque, la grazia giubilare della misericordia”, ha concluso il sindaco Biondi.

Entusiasta anche il direttore artistico della manifestazione, il Maestro Leonardo De Amicis: “Sono profondamente soddisfatto per il grande successo e la straordinaria partecipazione che hanno caratterizzato questa edizione della Perdonanza Celestiniana. Vedere l’evento prendere vita in modo così coinvolgente è stato per me motivo di grande orgoglio e gioia. Concludo questa esperienza con il cuore colmo di gratitudine, mentre L’Aquila si avvicina al traguardo del 2026 come Capitale Italiana della Cultura. È un momento di rinascita e crescita per la nostra città, e sono entusiasta di ciò che ci riserverà il futuro”, ha dichiarato il Maestro De Amicis.




LE RADICI DEL MALE e il nodo della responsabilità individuale

I peccati hanno sempre un responsabile, un autore, con un nome e un cognome. Non è colpa né di Dio, né della società, né del periodo storico o la cultura. È colpa solo nostra

Globalist.it, 1° settembre 2024.Il Vangelo odierno: In quel tempo, si riunirono attorno a Gesù i farisei e alcuni degli scribi, venuti da Gerusalemme. Avendo visto che alcuni dei suoi discepoli prendevano cibo con mani impure, cioè non lavate – i farisei infatti e tutti i Giudei non mangiano se non si sono lavati accuratamente le mani, attenendosi alla tradizione degli antichi e, tornando dal mercato, non mangiano senza aver fatto le abluzioni, e osservano molte altre cose per tradizione, come lavature di bicchieri, di stoviglie, di oggetti di rame e di letti –, quei farisei e scribi lo interrogarono: «Perché i tuoi discepoli non si comportano secondo la tradizione degli antichi, ma prendono cibo con mani impure?».

Ed egli rispose loro: «Bene ha profetato Isaia di voi, ipocriti, come sta scritto: “Questo popolo mi onora con le labbra, ma il suo cuore è lontano da me. Invano mi rendono culto, insegnando dottrine che sono precetti di uomini”. Trascurando il comandamento di Dio, voi osservate la tradizione degli uomini».

Chiamata di nuovo la folla, diceva loro: «Ascoltatemi tutti e comprendete bene! Non c’è nulla fuori dell’uomo che, entrando in lui, possa renderlo impuro. Ma sono le cose che escono dall’uomo a renderlo impuro». E diceva [ai suoi discepoli]: «Dal di dentro, infatti, cioè dal cuore degli uomini, escono i propositi di male: impurità, furti, omicidi, adultèri, avidità, malvagità, inganno, dissolutezza, invidia, calunnia, superbia, stoltezza. Tutte queste cose cattive vengono fuori dall’interno e rendono impuro l’uomo» (Mc 7 – XXII TO/B).

Leggendo questo brano mi torna spesso in mente la canzone di Fabrizio De André, “Il Testamento di Tito”: un acuto esempio di descrizione di quella ipocrisia che emerge da quelle persone che si sentono così tanto religiose… da tradire la religione stessa! Delle persone che chiederebbero, ancora oggi, a Gesù: “Perché i tuoi discepoli non si comportano secondo la tradizione degli antichi, ma prendono cibo con mani impure?”. Gesù risponde e precisa che, a lungo andare, il loro modo di rapportarsi a obblighi e riti era diventato un mix di ipocrisia, di precetti umani presentati come volere divino e così via. Canta De André: “Lo sanno a memoria il diritto divino, e scordano sempre il perdono…”.

Gesù propone un radicale cambio di ottica. Del resto, non poteva essere diversamente: una parte della comunità ebraica aveva perso la genuinità della fede e già i profeti avevano insistito sul ritorno all’autenticità e coerenza, come lo stesso Isaia citato da Gesù. Il cambio di ottica consiste nel passare dall’attenzione per l’esterno a quella per l’interno. È una di quelle cose facile a dirsi, ma molto difficile a mettersi in pratica. Tutto ciò che è esterno ci attira immediatamente e spesso fortemente: il vivere in una società dell’immagine non ci aiuta.

“Dal di dentro, infatti, cioè dal cuore degli uomini, escono i propositi di male”, dice Gesù. Con buona pace di tutti coloro che pensano che il male ha solo origini e motivazioni sociali e politiche, culturali e storiche. Il male nasce dentro e non fuori di noi: famiglia o gruppi, istituzioni o villaggio globale.  Del resto, i gruppi sono fatte di persone e sono le persone e renderle buone o cattive, belle o brutte, giuste o ingiuste, uniti o divise. Tante volte dire che è “colpa dell’ambiente o della situazione storica” o di altro esterno a noi è solo una scusa per non riconoscere che siamo tutti, chi più, chi meno, autori di un male che nasce dentro di noi. Certo l’ambiente ha un’influenza, più o meno grande, ma non potrà mai essere il responsabile di tutto il male.

Gesù è anche molto chiaro anche su cosa possa essere definito male. Male sono “impurità, furti, omicidi, adultèri, avidità, malvagità, inganno, dissolutezza, invidia, calunnia, superbia, stoltezza”. La lista serve a non farci dire sciocchezze, a evitare estremisti, come il considerare tutto male o, al contrario, niente male. Il male sono questi dodici peccati o, negatività, se vogliamo dirlo in termini laici. Questi peccati hanno sempre un responsabile, un autore, con un nome e un cognome. Non è colpa né di Dio, né della società, né del periodo storico o la cultura. È colpa solo nostra o, meglio, di chi ha in sé e produce negatività e si industria a seminarle.

Ma forse è il caso di rileggere e riascoltare De Andrè:

Il testamento di Tito

di Fabrizio De André

Non avrai altro Dio all’infuori di me

Spesso mi ha fatto pensare

Genti diverse venute dall’est

Dicevan che in fondo era uguale

Credevano a un altro diverso da te

E non mi hanno fatto del male

Credevano a un altro diverso da te

E non mi hanno fatto del male

Non nominare il nome di Dio

Non nominarlo invano

Con un coltello piantato nel fianco

Gridai la mia pena e il suo nome

Ma forse era stanco, forse troppo occupato

E non ascoltò il mio dolore

Ma forse era stanco, forse troppo lontano

Davvero lo nominai invano

Onora il padre, onora la madre

E onora anche il loro bastone

Bacia la mano che ruppe il tuo naso

Perché le chiedevi un boccone

Quando a mio padre si fermò il cuore

Non ho provato dolore

Quanto a mio padre si fermò il cuore

Non ho provato dolore

Ricorda di santificare le feste

Facile per noi ladroni

Entrare nei templi che rigurgitan salmi

Di schiavi e dei loro padroni

Senza finire legati agli altari

Sgozzati come animali

Senza finire legati agli altari

Sgozzati come animali

Il quinto dice non devi rubare

E forse io l’ho rispettato

Vuotando, in silenzio, le tasche già gonfie

Di quelli che avevan rubato

Ma io, senza legge, rubai in nome mio

Quegli altri nel nome di Dio

Ma io, senza legge, rubai in nome mio

Quegli altri nel nome di Dio

Non commettere atti che non siano puri

Cioè non disperdere il seme

Feconda una donna ogni volta che l’ami

Così sarai uomo di fede

Poi la voglia svanisce e il figlio rimane

E tanti ne uccide la fame

Io, forse, ho confuso il piacere e l’amore

Ma non ho creato dolore

Il settimo dice non ammazzare

Se del cielo vuoi essere degno

Guardatela oggi, questa legge di Dio

Tre volte inchiodata nel legno

Guardate la fine di quel nazzareno

E un ladro non muore di meno

Guardate la fine di quel nazzareno

E un ladro non muore di meno

Non dire falsa testimonianza

E aiutali a uccidere un uomo

Lo sanno a memoria il diritto divino

E scordano sempre il perdono

Ho spergiurato su Dio e sul mio onore

E no, non ne provo dolore

Ho spergiurato su Dio e sul mio onore

E no, non ne provo dolore

Non desiderare la roba degli altri

Non desiderarne la sposa

Ditelo a quelli, chiedetelo ai pochi

Che hanno una donna e qualcosa

Nei letti degli altri già caldi d’amore

Non ho provato dolore

L’invidia di ieri non è già finita

Stasera vi invidio la vita

Ma adesso che viene la sera ed il buio

Mi toglie il dolore dagli occhi

E scivola il sole al di là delle dune

A violentare altre notti

Io nel vedere quest’uomo che muore

Madre, io provo dolore

Nella pietà che non cede al rancore

Madre, ho imparato l’amore




LO SCIACALLAGGIO POLITICO SUI FATTI DI CRONACA

di Alessandro Di Severo

PoliticaInsieme.com, 31 agosto 2024.  Forse qualcuno ricorderà le ricorrenti lettere ai giornali da parte di abitanti della Sardegna indignati perché, anni fa, venne di moda sui giornali, quando un fatto di cronaca coinvolgeva un loro corregionale, veder sparato il solito titolo ad effetto che, immancabilmente,  citava un “sardo” quale responsabile di questo o di quel delitto. Un elemento in più che non valeva nel caso si trattasse di un “lombardo” o di il “ligure” o di un “marchigiano”, o chissà cos’altro. Un modo sciatto e volgare di fare informazione perché si pensava che quel “sardo” avrebbe richiamato maggiore attenzione e sdegno. Consapevolmente o meno, in realtà, si  criminalizzava un’intera popolazione sulla base di uno stereotipato preconcetto.

Quello in cui si è immancabilmente cimentato il Ministro Matteo Salvini, ieri, commentando l’arresto del presunto assassino di Sharon Verzeni, sembra comunque si tratti di un reo confesso, di cui ci hanno parlato per un mese intero carta stampata e telegiornali.

Salvini ha ricordato che è un italiano, ma di origini africane. Sorvolando sul fatto che si tratta, almeno stando alle prime notizie, di una persona che aveva più volte dato segno di instabilità mentale. Un disturbo che non conosce confini e che, ce lo dice la nostra dura cronaca, riguarda immigrati e italiani di ogni origine. Salvini ha giustamente richiesto una pena esemplare. Ma questo dovrebbe valere sempre, e per tutti. Anche per i politici che si macchiano di gravissimi reati quali la corruzione, l’abuso d’ufficio e la contiguità con la criminalità.

E il Ministro Salvini dovrebbe, invece che vellicare la pancia di qualche razzista e di molti superficiali, fare mea culpa e chiedersi cosa abbia fatto negli anni in cui è stato al Governo, per una parte anche da Ministro degli Interni, per predisporre tutto quanto è necessario al fine di seguire, ed eventualmente curare, gli psicolabili, i fragili, gli “ultimi” facenti parte il consesso sociale, invece di abbandonarli a loro stessi o alle loro disarmate famiglie. E questo vale per tutti, italiani o meno che siano.

L’evidente tentativo di criminalizzare indistintamente tutti gli immigrati e tutti quelli che, magari del tutto italiani, ma senza i nostri “tratti somatici”, si scontra con la realtà carceraria che ci dice come la gran maggioranza dei detenuti abbia i nostri “tratti somatici” e che sia in calo il numero degli stranieri. Sarebbe utile al Ministro Salvini trovare un po’ di tempo almeno per scorrere l’ultimo rapporto Antigone sulle condizioni di detenzione degli stranieri in Italia. Non è il caso in oggetto, ma è stato il Ministro ad introdurre questa nota polemica dal sapore demagogico e razzista e, in ogni caso, una lettura interessante per sfatare i tanti luoghi comuni che percorrono le nostre contrade. Ovviamente, create ed utilizzate ad arte.

Se si entrasse nel merito della gravità dei reati commessi, magari parlando con qualche operatore del settore carcerario, si vedrebbe che gli immigrati sono quelli perseguiti per reati minori. Non si tratta, ovviamente, di giustificare nessuno e le pene dovrebbero sempre essere esemplari, magari anche facendole scontare davvero, ma soprattutto andrebbero messi in atto interventi, non solo polizieschi, di prevenzione e di recupero dei soggetti a rischio.

Ma si sa, la sanità pubblica è ridotta com’è sappiamo e alla Giustizia vanno le briciole del nostro bilancio. Tanto, poi, si risolve tutto con due sparate stereotipate…




GUIDO CASTELLI NEL TERAMANO

Vicinanza ai sindaci essenziale per ricostruzione e sviluppo

Castelli, 31 agosto 2024. Castelli, Isola del Gran Sasso, Tossicia e Pietracamela, questi i Comuni della Provincia di Teramo dove il 29 agosto il Commissario alla Riparazione e Ricostruzione Sisma 2016, Guido Castelli, ha fatto tappa per fare il punto insieme allo staff e ai sindaci riguardo la ricostruzione pubblica, privata e dei progetti di sviluppo finanziati dalle misure del PNC Sisma.

“Una giornata di intenso lavoro e confronto, necessaria per tirare le fila di tanti progetti che anche in Abruzzo stiamo portando avanti, grazie alla stretta collaborazione con il Presidente della Regione Marco Marsilio e il direttore dell’Ufficio speciale ricostruzione Vincenzo Rivera – commenta il Commissario Guido Castelli – Oltre alla ricostruzione materiale, in questi quattro Comuni procedono anche gli investimenti realizzati grazie al PNC Sisma”.

In questi quattro Comuni, la Macromisura A del Piano nazionale complementare sisma finanzia 19 progetti per 11 milioni di euro, con interventi che riguardano strade, rigenerazione urbana, cammini e impianti sportivi. La Macromisura B invece finanzia, complessivamente nei quattro Comuni, 20 progetti per circa 3,8 milioni di euro.

“La ricostruzione – prosegue Castelli – è una creatura viva e, in questi anni prima da sindaco, poi da assessore regionale e ora da Commissario, ho interiorizzato un metodo di lavoro essenziale per poter proseguire al nuovo ritmo che abbiamo impresso negli ultimi mesi e che trova il suo fondamento nella presenza sul territorio. Solo osservando da vicino e ascoltando i protagonisti della ricostruzione siamo stati in grado di sbloccare tante situazioni apparentemente insormontabili. Per questo ringrazio i sindaci Rinaldo Seca (Castelli), Andrea Ianni (Isola del Gran Sasso), Franco Tarquini (Tossicia) e Antonio Villani (Pietracamela) che ci hanno accolto e illustrato i loro progetti e quanto stanno facendo per il territorio. Continuiamo a lavorare al loro fianco e al fianco di tutti i sindaci dell’Appennino centrale”.

Dichiara il sindaco di Castelli, Rinaldo Seca: “Importantissima la visita del Commissario Castelli insieme al senatore Sigismondi e alla consigliera Marilena Rossi. Abbiamo affrontato i temi della ricostruzione e del rilancio del territorio e in particolare la situazione del liceo artistico Gruè, il rilancio del comparto artigiano e anche il museo della ceramica e dell’artigianato”.

Andrea Ianni, sindaco di Isola del Gran Sasso: “Abbiamo sottoposto al Commissario le nostre priorità: il Pala Isola, struttura strategica per il Comune, le problematiche della viabilità che è fondamentale per le aree interne di montagna, la rigenerazione urbana per il centro storico e le nostre 17 frazioni”.

Antonio Villani, sindaco di Pietracamela, dichiara: “Si è trattato di un incontro molto importante. Ringrazio il Commissario Castelli per la sua presenza e disponibilità. Abbiamo sviscerato insieme le problematiche della ricostruzione del 2009 e del 2016, valutando le possibilità di rinascita sia in termini di ricostruzione che di sviluppo turistico, fondamentale per far rinascere questo meraviglioso borgo”.

Franco Tarquini, sindaco di Tossicia: “Ho trovato nel Commissario Castelli una persona estremamente disponibile, competente e attenta alle questioni dei nostri territori. Ci siamo confrontati sui problemi relativi alla ricostruzione nel mio Comune e il Commissario mi ha prospettato soluzioni su tutte le criticità, che potranno essere sciolte nei prossimi mesi, ragion per cui non posso che ritenermi soddisfatto di questo incontro”.




UN ANNO DALLA MORTE DELL’ORSA AMARENA

Indagini chiuse, Oipa: «sia fatta giustizia». La Procura ha confermato che l’orsa al momento dello sparo era innocua. L’associazione si costituirà parte civile nel processo

Milano, 30 agosto 2024. Chiuse le indagini a fine giugno, l’uomo che ha sparato all’orsa Amarena dovrà rispondere alle accuse di uccisione di animali aggravata da crudeltà ed esplosioni pericolose in luogo abitato. L’Organizzazione internazionale protezione animali (Oipa), che immediatamente ha presentato denuncia alla Procura per uccisione di animale, a un anno dalla morte violenta del plantigrado commenta: «La giustizia farà il suo corso, anche se non restituirà Amarena ai suoi figli e a questa vita. Ma chi l’ha uccisa deve pagare». L’associazione si costituirà parte civile nel processo.

I fatti. L’orsa Amarena, uno dei simboli del Parco nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise (Pnalm), è stata uccisa a fucilate un anno fa nella notte del 31 agosto scorso alla periferia di San Benedetto dei Marsi (AQ).  L’autore del reato fu subito identificato. Il 5 settembre il Pnalm informò che i due cuccioli di Amarena erano vivi e, dopo essersi divisi per un breve periodo, si erano ricongiunti e sembravano essere in buona forma. Il 3 novembre il Parco annunciò che i due orfani, di circa 10 mesi, stavano bene.

L’avviso di chiusura indagini arriva dopo che il pm Maurizio Maria Cerrato ha esaminato la perizia balistica, che ha confermato come l’indagato abbia sparato per uccidere, non per errore o per spaventare l’animale. La perizia attesta che si è trattato di una fucilata intenzionale ed esplosa da una distanza ravvicinata. L’orsa Amarena è stata raggiunta da un colpo di carabina con un proiettile calibro 12 che l’ha colpita a un fianco perforandole il polmone.

«La Procura ha confermato che l’orsa al momento dello sparo era innocua», sottolinea l’Oipa. «Amarena è l’ennesima vittima non solo della pericolosità sociale d’individui, cui pure si concede il porto d’armi, ma anche del clima d’odio nei confronti dei grandi carnivori fomentato in Italia da alcuni esponenti politici. Auspichiamo che si arrivi a una condanna esemplare nei confronti dell’inquisito. Noi saremo parte civile nel processo».

Immagine diffusa dal Pnalm




IL BANDOLO, IL GROVIGLIO E LA MATASSA

di Domenico Galbiati

PoliticaInsieme.com, 30 agosto 2024. Riparte, dopo la pausa estiva, una stagione politica, come sempre ricca di temi rilevanti, ma quest’anno, se possibile, anche di più.

L’Ucraina e Gaza; le diplomazie impotenti; l’Europa che prova timidamente a ripartire, ma pur sempre, in certo qual modo, ostaggio delle maggiori potenze; la democrazia in affanno, perfino in America; la Cina che frena il ritmo di sviluppo e sembra entrare in una fase di stagnazione critica; la Russia impantanata in una guerra che non può perdere e non sa come vincere; le potenze minori che sgomitano sul piano delle relazioni internazionali; i conflitti locali ed il terrorismo islamico, i fenomeni migratori.

Su tutto, condizioni di arretratezza, di scambio non equo e di emarginazione che letteralmente immolano interi popoli al benessere di altri. E questo in un quadro che è sì multipolare, ma soprattutto disordinato, privo di una griglia di lettura che consenta, nel bene o nel male, di stimare gli effettivi rapporti di forza e di presentirne gli sviluppi. Si sovrappongono e si condizionano a vicenda fattori interni, europei ed internazionali.

Siamo entrati in una fase di accelerazione della storia, come se fosse irrefrenabile e si facesse, da sola, preda di una sorta di demone, di un’hybris incontrollata, cosicché gli eventi a cascata si riversano gli uni sugli altri, in modo impredicibile, senza che all’orizzonte appaia, come pur succede nei processi non-lineari, un attrattore, attorno cui coagulare un nuovo ordine, un possibile equilibrio.

Domina, anche nei paesi ricchi – se mai ve ne siano davvero ancora – una strana, sorda inquietudine; un sentimento di insicurezza e di precarietà; un’alea di solitudine, pur sofferta nel frastuono; una sorta di tremore, di perenne bradisismo esistenziale che carica le persone di una esorbitante fatica del vivere.

La prima impressione è quella di una matassa di questioni di cui è arduo, se mai ci sia, trovare il bandolo. Invece, va ricercato con certosina pazienza, per quanto sia nascosto nelle volute di un filo che pur c’è e, fortunatamente, ininterrotto, senonché si allunga e si torce, torna e si contorce su di sé. Eppure, se può essere, un po’ per volta e senza fretta, dipanato, consente di ricostruire, per quanto la matassa appaia a prima vista indecifrabile, una certa sua logica intrinseca, che può dar conto delle sue modalità di avvolgimento e mostrarne la storia.

È necessario un discernimento prudente, condotto senza forzature, districando, uno per uno, quei punti in cui il filo si embrica con altri e ne va separato senza interromperne la continuità. Al contrario, se piuttosto che il bandolo si afferra il filo in qualunque altro punto e poi si tira e si strattona, ne vien fuori un groviglio inestricabile, laddove ad ogni intreccio, si creano, uno dopo l’altro, tali e tanti nodi gordiani da poter essere sciolti solo con un taglio netto e smarrendo, dunque, la consequenzialità del prima e del dopo, del sopra e del sotto, delle cause e degli effetti.

La prima maniera corrisponde, in un certo senso e fin dove la metafora può reggere, ad un metodo democratico, partecipativo e coinvolgente. Che metta in gioco le persone, fin nell’interiorità della coscienza di ognuno, ne evochi la responsabilità  singolare e collettiva, consenta di ricostruire un orizzonte di senso che sappia riaccendere il gusto della vita.

La seconda corrisponde alla logica dell’uomo forte, che dispone dell’ascia del decisore che si impalca sovrano sugli eventi, senza curarsi del messaggio che il loro garbuglio pur contiene. In altri termini e per quanto, di questi tempi, possa apparire utopico, quanto più una società è complessa, tanto più può essere governata solo a prezzo di una più avanzata maturazione della coscienza civile, della libera partecipazione al discorso pubblico, dall’ampliamento della rappresentanza democratica.

Percorrere l’altra via è mera illusione. Il punto delicato non è decidere autoritativamente, bensì ottenere condivisione e consenso attorno a determinazione che possono avere efficacia e buon esito solo se fatte proprie e vissute nell’esperienza quotidiana di un popolo.




CONTINUA LA CAMPAGNA DI PREVENZIONE

Angeli del Mare FISA: un’onda travolge anziana di 76 anni a Francavilla al Mare

Francavilla al Mare, 30 agosto 2024. Mercoledì 28 agosto, salvata anziana signora di 76 anni, travolta da un’onda improvvisa. Estate molto impegnativa per gli Angeli del Mare F.I.S.A. (Federazione Italiana Salvamento Acquatico) ogni giorno operativi sulle spiagge in situazioni d’emergenza, di sicurezza e salvamento. Allo stesso tempo continua l’azione di sensibilizzazione ai pericoli del mare, troppo spesso sottovalutati dai bagnanti che poi si ritrovano in situazioni di pericolo per la loro stessa vita. Ringraziamo la Guardia Costiera per il pronto intervento a ogni operazione di salvataggio.

Michela Gargiulo, bagnina Angeli del Mare FISA: “Mercoledì 28 agosto intorno alle 13:30 presso lo stabilimento balneare Lido Merope di Francavilla al mare. Dalla mia postazione ho notato una signora di 76 anni, mentre si allontanava dalla riva per una nuotata. All’improvviso un’onda l’ha travolta e le ha fatto perdere l’equilibrio. Trascinata dalla corrente di risacca, la bagnante non riusciva a girarsi ne tantomeno a rimettersi in piedi a causa del sovrappeso, e un evidente problema a un ginocchio. A quel punto, sono entrata in acqua sollevandola per le spalle in modo da tenere la testa fuori dalle onde e permettendole così di riuscire a rialzarsi. Riportata a riva, mi ha ringraziato per averle salvato la vita. Ma, per quanto mi riguarda, ho solo svolto il mio lavoro di assistente bagnanti FISA e come Angeli del Mare.”

Marco schiavone, presidente Angeli del Mare Fisa: “Come Angeli del Mare abbiamo avviato questa preziosa collaborazione con la F.I.S.A. (Federazione Italiana Salvamento Acquatico) che ci permette di formare i giovani soccorritori con un livello di professionalità altissimo. Inoltre chiediamo ai nostri collaboratori di metterci passione e cuore. Il mare è bello, ma è anche continuamente una possibile minaccia per i bagnanti, soprattutto gli anziani e i bambini. I nostri soccorritori sono addestrati non solo alle tecniche di salvamento, di nuoto, di primo soccorso. Ma soprattutto a prevenire o meglio osservare e cercare di informare i bagnanti sui possibili pericoli del mare, sempre in stretta collaborazione con tutte le Capitanerie di Porto che ringraziamo per il loro sostegno fattivo alla Salvaguardia umana. Insieme a Carmen Padalino, mia socia, ringraziamo il Presidente della FISA Raffaele Perrotta per la preparazione dei Soccorritori Acquatici FISA e per la loro professionalità.”




EMERGENZA COCCINIGLIA TOUMEYELLA PARVICORNIS

Pescara, 29 agosto 2024. La consigliera comunale AVS – Radici in Comune, Simona Barba, ha presentato un’interrogazione urgente riguardo alla crescente infestazione della cocciniglia Toumeyella parvicornis, che sta compromettendo i pini domestici di Pescara, come già riconosciuto dalla Determinazione n. DPD023/342/2021 della Regione Abruzzo. L’infestazione è ormai generalizzata e molti pini sono già gravemente compromessi.

“I pini rappresentano un elemento identitario per Pescara e costituiscono il cuore del nostro patrimonio arboreo, con circa 9.000 esemplari presenti nelle vie e nei parchi della città”, ha dichiarato la consigliera Barba. Tuttavia, nonostante l’urgenza della situazione, le azioni di contrasto al parassita appaiono ancora insufficienti. Durante l’ultimo consiglio comunale del 27 agosto, l’assessore Orta ha riferito che nel 2024 saranno trattati circa 1.200 pini, ma ad oggi non è stato ancora individuato l’operatore incaricato degli interventi.

“Agire in questo modo significa condannare l’intera popolazione di pini della nostra città, con conseguenze devastanti non solo per il nostro ambiente, ma anche per la salute pubblica e il patrimonio storico di Pescara”, ha sottolineato Barba. La consigliera ha inoltre evidenziato come la perdita dei pini comporti un altissimo costo per la comunità, sia dal punto di vista ambientale che economico, considerando anche il rischio di dover affrontare massicce operazioni di abbattimento.

La questione è stata portata anche all’attenzione della commissione ambiente del 29 agosto, con l’obiettivo di sollecitare un intervento responsabile e consapevole da parte dell’amministrazione comunale. “L’inerzia mostrata finora può aver contribuito alla diffusione dell’infestazione anche nei comuni vicini, come Montesilvano, dove la presenza del parassita è stata rilevata solo dopo Pescara”, ha aggiunto Barba.

I fondi attualmente stanziati per affrontare l’emergenza, pari a 175.000 euro, sono ritenuti del tutto insufficienti per affrontare l’ampiezza del problema. La consigliera Barba invita l’amministrazione comunale a riconoscere la gravità della situazione e a stanziare risorse adeguate alla protezione del patrimonio arboreo della città, garantendo interventi tempestivi ed efficaci.




DI QUA O DI LÀ DI UNA LINEA FERMA (3): I MIGRANTI

di Giancarlo Infante

PoliticaInsieme.com 29 agosto 2024. Continuando con la riflessione su ciò che richiede oggi delle scelte, e a maggior ragione, per quanto ci riguarda, alla luce di quello che abbiamo definito il “tirare per la giacchetta il voto cattolico” , come dimenticare la questione dei migranti?

E proprio su essa è intervenuto ancora una volta Papa Francesco.

Questione epocale e d’impegnativa soluzione visto che nel mondo parliamo di centinaia di milioni di persone coinvolte. Così, siamo tutti consapevoli del fatto che il punto politico da focalizzare non è tanto quello delle magiche soluzioni pratiche da adottare, bensì dell’atteggiamento da tenere e il dedicarsi, con realismo ed umiltà, a definire una serie di risposte che vengono prima e dopo la questione del salvataggio in mare. Cioè quelle dell’impegno internazionale comune da riuscire a introdurre, dell’accoglienza e dell’integrazione.

Si tratta, quindi, di rivedere tutti i paradigmi di riferimento di natura antropologia, culturale, economici e sociali di riferimento sposati finora. Questo è il vero discrimine politico che aiuta a superare, da un lato, l’irrealistica posizione di chi vuole rispondere con l’impraticabile organizzazione di blocchi navali o di affidarsi solo all’organizzazione di sistemi di detenzione, magari realizzati in paesi terzi; dall’altro, l’altrettanto velleitaria idea di accogliere tutti.

Lo stesso Francesco ha sempre invitato a considerare quanto sia necessario valutare le capacità del paese ospitante che, come nel caso dell’Italia, paga il prezzo di essere il primo cosiddetto d’ingresso. E da qui i numerosi interventi sugli altri europei che finora hanno sortito pochi effetti. Anche perché pure noi non abbiamo esitato a farne oggetto di scambio con altri dossier di rilevanza europea.

Gli interventi dell’attuale Pontefice vengono da lontano. La Chiesa non rimase certo indifferente nei confronti degli importanti fenomeni migratori che interessarono, e coinvolsero, sia in entrata, sia in uscita, l’intera Europa, e dunque anche l’Italia, a partire dalla seconda parte dell’800 e i primi del ‘900. Al punto che si può parlare dell’ elaborazione di un vero e proprio Magistero pontificio sull’emigrazione, come documentato dallo storico Matteo Sanfilippo nel suo “L’emigrazione nei documenti pontifici”.

C’è un tenace e lungo filo rosso che parte da Pio X e giunge fino ai giorni nostri. Passando per quella tappa fondamentale di apertura al mondo, e ai suoi nuovi problemi, costituita dal Concilio vaticano II. Da quel momento, la Chiesa ha assunto un ruolo di sollecitazione su un tema ineludibile cui sono i politici, e i popoli, però, chiamati a trovare le soluzioni più adeguate.

In Italia, c’è chi ritiene che la scelta resti quella di dover rispondere con le vuote risposte del passato, vedi la Bossi Fini, o con la gestione dell’esistente. Ma è invece possibile, guardando anche al nostro deserto demografico e alle nostre esigenze economiche produttive, oltre che  ai doveri morali e storici, che ci vengono dall’essere stato uno dei principali paesi di emigrazione, al punto che si ritiene che un’altra, intera Italia si sia sparsa per il mondo, lavorare per individuare un altro modo di affrontare la questione. Magari senza barattare in Europa il tema migranti con altro… com’è stato fatto finora.




APERTA LA PORTA SANTA

Perdonanza celestiniana: Santa Maria di Collemaggio

L’Aquila, 29 agosto 2024. È stata appena aperta la Porta Santa, al termine del corteo della Bolla e della celebrazione della Santa Messa stazionale, momento centrale della 730esima Perdonanza Celestiniana. La celebrazione liturgica è avvenuta all’interno della Basilica di Santa Maria di Collemaggio ed è stata preceduta dalla lettura della Bolla del Perdono da parte del sindaco dell’Aquila e Presidente del Comitato Perdonanza, Pierluigi Biondi, sul palco antistante Collemaggio. Dopo la lettura della Bolla, l’Arcivescovo Metropolita dell’Aquila, Monsignor Antonio D’Angelo ha letto il capitolo della Bolla di Papa Francesco Spes non confundit per l’indizione del Giubileo 2025, in cui vengono citati la Perdonanza e San Celestino V.

Sono stati 1200 i partecipanti al Corteo della Bolla, di cui 500 in abiti storici, 500 rappresentanti delle istituzioni e autorità civili e 200 in rappresentanza di associazioni e gruppi. 120, tra bambini e ragazzi con età che va dai 4 ai 15 anni, hanno preso parte al corteo storico mentre 60 sono stati i giovani, delle scuole primarie e secondarie di primo grado, che hanno sfilato a seguito del progetto A scuola di Perdonanza.

Un’iniziativa, promossa dal Comitato Perdonanza in collaborazione con il Comune dell’Aquila e l’Ufficio Scolastico Regionale per diffondere alle nuove generazioni la cultura del primo Giubileo della storia nonché la conoscenza della figura di Papa Celestino V all’esito della quale gli studenti hanno realizzato disegni e manufatti esposti nella sede municipale di Palazzo Margherita.

Al rito di apertura ha partecipato la Ministra per la famiglia, la natalità e le pari opportunità, Eugenia Roccella. La Ministra ha rappresentato il governo e scortato, insieme al sindaco dell’Aquila, Pierluigi Biondi, la Dama del corteo storico recante l’astuccio della Bolla emanata nel 1294 da Papa Celestino V, esposta all’interno della Basilica di Collemaggio.

Presenti anche: Fausta Bergamotto, sottosegretario al Ministero delle Imprese e al Made in Italy; Luigi D’Eramo, sottosegretario di Stato al Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste; Lucia Albano, sottosegretario del Ministero dell’Economia e delle Finanze; Gianni Letta.

Dopo la Messa stazionale, ai vespri (come recita la Bolla Papale di Celestino V), la Porta Santa della Basilica è stata aperta dal Cardinale Giuseppe Petrocchi, Arcivescovo emerito dell’Aquila, al quale il sindaco Biondi ha dedicato un discorso di ringraziamento e saluto in vista del suo congedo dopo undici anni di diocesi. Al suo posto Papa Francesco ha nominato nuovo Arcivescovo dell’Aquila mons. Antonio D’Angelo, finora Arcivescovo coadiutore dell’Arcidiocesi. Inoltre, durante il suo discorso, il sindaco ha annunciato che quest’anno il Premio del Perdono va proprio al Cardinale Petrocchi.

“Come ogni anno, la Perdonanza e il corteo della Bolla sono momenti di grandi emozioni, non soltanto perché si attraversa la nostra città ma anche perché si scorta un documento patrimonio del nostro capoluogo e di tutta la comunità dei fedeli – è quanto ha dichiarato il sindaco dell’Aquila e Presidente del Comitato Perdonanza – Il messaggio di Celestino si rinnova ogni anno e la partecipazione sempre così densa di sensazioni ci accompagna nel percorso di avvicinamento alla Basilica di Santa Maria di Collemaggio, funge da ponte verso il grande Giubileo del 2025 a Roma e rafforza il ruolo dell’Aquila come Capitale Italiana della cultura 2026. La scelta dei giovani che quest’anno hanno rappresentato la Dama della Bolla, la Dama della Croce e il Giovin Signore nasce proprio in questa direzione, concentrando l’attenzione non soltanto sul tema del perdono ma anche del dono, di  chi  concede gratuitamente il suo tempo, la sua professionalità in favore degli altri in perfetto stile con il messaggio di papa Celestino” ha concluso il sindaco.




IL VOTO CATTOLICO TIRATO PER LA GIACCHETTA 

di Giancarlo Infante

PoliticaqInsieme.com, 28 agosto 2024.  Una delle banalità che si ascoltano più frequentemente è quella di parlare del voto cattolico inteso come un’entità definita. Mentre noi sappiamo bene che nel conto dev’essere messo il pluralismo acquisito da decenni. Così come il radicamento di taluni nella destra e di altri nella sinistra.

Mentre, ancora, molto ci dice come quel voto, da intendere però com’espressione di un diffuso sentimento, polverizzato e frutto di autonome determinazioni, resti nel grosso del serbatoio dell’astensionismo.

Di questi giorni è la litania che sembra riguardare Forza Italia: guarderebbe al voto “cattolico”. Cosa vuole dire?

Che taluni vertici del partito fondato da Silvio Berlusconi vanno un po’ più frequentemente a messa? Che parlano con qualche vescovo?

O cos’altro?

Magari, che intendono occuparsi della Sanità sempre più privatizzata e insufficiente?

Dell’aumento dei poveri di cui sempre più spesso ci parlano le rilevazioni ISTAT?

O s’impegnano per la piena attuazione della Legge 194?

Come sottolinea Nino Labate, c’è persino chi si diletta a rispolverare l’idea del “ritorno” della DC. E giustamente, Nino parla di una vera e propria “distrazione di massa”. E si potrebbe aggiungere che, con ciò scrivendo,  qualcuno dimostra la più assoluta ignoranza in materia. Non si è proprio digerito bene una delle più importanti esperienze di cultura politica e gestione della cosa pubblica del nostro passato.

Lo stanno a dimostrare le recenti vicende legate al coinvolgimento nel concepimento del Premierato e  dell’Autonomia differenziata che hanno snaturato la Costituzione voluta anche dai “cattolici”. Parliamo di leggi votate con convincimento da Forza Italia, non solo da Giorgia Meloni e dalla Lega. E non ci convincono proprio i ripensamenti dell’ultima ora, e solo perché si è di fronte alla rivolta del Meridione.

Comunque, altre ancora sarebbero le domande da aggiungere nel chiedere cosa s’intende quando si dice di guardare al voto cattolico. Tra l’altro, merita fare un inciso sottolineando  che, salvo lodevoli e limitatissime eccezioni, mai ci si riferisce alla Dottrina sociale della Chiesa e, meno che mai, si accenna alla possibilità di battersi per politiche solidali e popolari.

Viene da chiedersi, allora, se non ci si imbatta nelle solite modeste vicende che  la nostra politica sovente ci offre, con il tipo di informazione che l’accompagna. Cioè quelle quattro “chiacchiere” tra quelli che già fanno parte di questo sistema politico istituzionale e di potere, del tutto avulso e indifferente rispetto alle istanze avanzate da una società civile compressa e silenziata. Come confermano le ricorrenti dichiarazioni di maniera di un po’ tutti i dirigenti forzisti che prima dicono di pensare a “casa, privatizzazioni, ceto medio, pensioni minime”, ma per chiarire subito che non hanno alcuna intenzione di mettersi a distrarre il manovratore e correre a garantire che non ci sono frizioni in maggioranza: dal “vertice usciremo con l’armonia di sempre”. Già, la “maggioranza” che sembra, come ci ricorda Domenico Galbiati, un vero  e proprio “moloch” davanti cui mettersi in adorazione.

Comprese quelle parti che ne fanno parte e che potrebbero far parlare di un mondo “cattolico”, se solo ci si volesse davvero battere per una trasformazione solidale e popolare e modificare profondamente il quadro politico istituzionale, economico e sociale del Paese.




VIETATO ESISTERE

Nel mondo tutti si ergono a paladini della Libertà, della Democrazia, dei Diritti … della Civiltà

Torrevecchia Teatina, 27 agosto 2024. In questo angolo d’umanità, nel corso di ultimi cinquant’anni tanti sono stati gli interventi stranieri, dagli occidentali, ai sovietici agli orientali. Tante ingerenze, dunque, mai una finalizzata alla rimozione di queste vergogne.

In questi giorni registriamo ancora un altro passo verso l’inferno delle tribolazioni: “Vietato parlare e cantare: l’ultimo diktat dei talebani” … MANCHEREBBE SOLO IL DIVIETO DI RESPIRARE PER COMPLETARE L’OPERAZIONE INESISTENZA.

CHE ROBA VIVIAMO NEL MONDO ???

https://www.avvenire.it/mondo/pagine/afghane-non-possono-nemmeno-parlare

https://eurofocus.adnkronos.com/fatti/afghanistan-il-silenzio-delle-donne-e-legge-borrell-lue-e-sconvolta/#Echobox=1724754637



DISSERVIZI PER LE PERSONE CON DISABILITÀ

Dalla Asl di Chieti non solo notizie di chiusura e trasferimenti di reparti di eccellenza come l’odontostomatologia per pazienti con disabilità, ma anche diritti calpestati! E sempre per le persone con disabilità!

Chieti, 27 agosto 2024. Riceviamo la segnalazione della famiglia di una ragazza con disabilità gravissima residente a Vasto che chiameremo con nome di fantasia Alice. Nel 2020 come previsto dalla legge Regionale 29/2006 la famiglia di Alice acquista dei sussidi informatici presentando richiesta di rimborso all’Asl competente per residenza. Il rimborso di norma deve essere erogato l’anno successivo, quindi nel 2021.

Siamo nel 2024 sono trascorsi ben quattro anni e nonostante mail, solleciti, accessi di persona allo sportello il rimborso non è stato effettuato svuotando letteralmente di ogni significato i principi di integrazione sociale e i valori della legge 29/2006!

La stessa Alice il 4 settembre 2023 mentre si recava ad effettuare un’importante visita specialistica ha avuto una gravissima crisi con comportamenti autolesionistici determinati dal suo autismo e il papà che era con lei è stato costretto a riaccompagnarla a casa.

Nonostante la drammatica situazione il reparto interessato fu avvisato dell’impossibilità di svolgere la visita con comunicazione dell’accaduto.

Dopo un anno, è di questi giorni la richiesta dell’Asl di Chieti del recupero del ticket della prestazione disdetta. A nulla sono valse le comunicazioni effettuate dalla famiglia dell’accaduto, ritenendo la Asl necessaria per l’annullamento solo una giustificazione medica.

Nonostante la certificazione prodotta inerente alla patologia aggravata da frequenti crisi di aggressività auto ed etero diretta, l’Asl ha ritenuto di procedere per il recupero delle 30 € per la mancata visita.

Questo cieco burocratismo anche di fronte alla certificazione della fragilità dove porta? Chi si preoccupa e si prende cura anche di questo papà disperato che con dignità e forza vive questa drammatica situazione?

Nessuno.  Visto che non esiste nessun riconoscimento della figura del caregiver.

Chiediamo all’assessore regionale alla sanità Nicoletta Verì di preoccuparsi delle situazioni reali, di far funzionare i servizi e di dare risposte alle persone con fragilità.

L’associazione Carrozzine Determinate è in attesa di una convocazione per la condizione in cui versa il reparto di odontostomatologia dell’Ospedale di Chieti, ormai di dominio pubblico.

Ma al momento nulla!

Annunciamo che le catene per difendere il servizio di odontostomatologia sono pronte e in assenza di certezze si avrà una protesta eclatante.

Claudio Ferrante

Presidente Associazione Carrozzine Determinate




CONTE DEMOCRISTIANO?

La Democrazia Cristiana aveva spalle robuste. Altrettante la sua memoria storica. Ne ha sopportate tante.

PoliticaInsieme.com, 27 agosto 2024. Ancora oggi può permettersi, perfino compatendo chi lo afferma e ridendoci su, che vi sia chi le apparenta quel poverino (politicamente, s’intende) di Giuseppe Conte. Pare, si legge, lo faccia – si aggiunge, in privato – Beppe Grillo. Il che, già di per sé, fa intendere molte cose: dà conto della totale incapacità dell’Elevato di comprendere il senso compiuto della vicenda democratica del nostro Paese, almeno dal dopoguerra in poi. A chi soffra di una tale vistosa carenza e voglia dire legittimamente la sua sul piano politico, non resta che il vaffa ed il populismo.

Quel che non si comprende è la montante ostilità – così si dice – di Grillo nei confronti di Conte, dal momento che quest’ultimo, a parte qualche questione di potere all’interno del Movimento, non fa altro che portare alle estreme conseguenze il populismo che il fondatore ha impresso, fin dalla sua prima origine, alla sua creatura, come tratto caratteristico e distintivo.

Movimento di cui Conte dispone, tutt’al più, in comodato d’uso.

In buona sostanza, il punto è, se mai, questo: un movimento populista, cioè regressivo sul piano della cultura democratica, è, per forza di cose, per quanto possa essere apparentemente ampia la sua agenda sociale, una forza di destra.

Sorprende che non lo intendano i teorici del cosiddetto Campo Largo, che insistono a ritenere che si possa costruire una proposta progressista con i mattoni della destra.

Quasi fossero mossi dalla forza della disperazione e costretti a far di conto di quel che passa il convento delle forze contrapposte in campo, senza saper ricercare nuove prospettive.




IL LEGAME TRA LA SALUTE UMANA E LA SALUTE DEL SUOLO

Movimento Salva il Suolo. Una nuova analisi rivela lo stretto legame

SaveSoil.org.com, 26 agosto 2024. Una nuova analisi comprensiva diffusa oggi dal movimento Salva il Suolo rivela le profonde connessioni tra la salute del suolo e il benessere fisico e mentale dell’uomo, sottolineando quanto sia urgente prestare attenzione al degrado del suolo a livello globale.

Il nuovo rapporto evidenzia le modalità dirette e indirette attraverso le quali la salute del suolo influenza vari aspetti della vita umana, tra cui la nutrizione, la salute mentale e la qualità generale della vita.

Salva il Suolo (una campagna di sensibilizzazione e consapevolezza  del movimento Conscious Planet) è sostenuta da UNEP, UNCCD, UNFAO, WFP e IUCN e chiede cambiamenti politici in Italia e nel mondo per garantire la salute del suolo.

In vista della COP29, il movimento chiede che la rigenerazione del suolo sia riconosciuta come una priorità per la salute pubblica.

Principali risultati del rapporto:

Qualità nutrizionale e malnutrizione: L’analisi rivela che un suolo ricco di materia organica porta a una maggiore resa dei raccolti e a una migliore qualità nutrizionale degli alimenti. Lo studio avverte che il continuo declino della salute del suolo contribuisce direttamente alla perdita nutrizionale degli alimenti (il contenuto proteico del grano è diminuito del 23% dal 1955 al 2016). Gli alimenti ricchi di nutrienti supportano anche il microbioma intestinale, che svolge un ruolo cruciale nella regolazione dell’umore, della funzione immunitaria e della salute fisica e mentale generale.

Il degrado del suolo sta quindi accelerando la malnutrizione globale, in particolare la “fame nascosta”, quando la qualità del cibo non soddisfa i requisiti nutrizionali. L’analisi evidenzia che la “fame nascosta” colpisce più del 50% dei bambini sotto i cinque anni e il 66% delle donne a livello globale.

Salute mentale: I terreni sani favoriscono la produzione di alimenti ricchi di nutrienti, essenziali per la salute mentale. Il rapporto sottolinea che la carenza di micronutrienti chiave come la vitamina D, la B12 e gli acidi grassi Omega-3 – spesso causata da una cattiva salute del suolo – è collegata a depressione, ansia e altri disturbi mentali. I risultati sottolineano l’importanza di mantenere un suolo sano per sostenere il benessere mentale attraverso una dieta equilibrata. Il legame tra il nostro bioma intestinale e la produzione di serotonina è ben noto.

Servizi ecosistemici e ambienti di vita: L’analisi sottolinea che i suoli sani sono fondamentali per mantenere aria e acqua pulite e climi stabili, tutti fattori che contribuiscono a migliorare gli ambienti di vita. Il degrado dei suoli porta a generare isole di calore urbane, scarsa qualità dell’aria e maggiore vulnerabilità ai disastri naturali, con un impatto diretto sulla resilienza delle comunità e sulla salute pubblica.

Benessere degli agricoltori: Il rapporto mette in luce la stretta connessione tra la salute del suolo e la salute mentale degli agricoltori, che spesso sono i più direttamente colpiti dal degrado del suolo. Con tassi di suicidio più elevati tra gli agricoltori a livello globale (studi condotti in India, Sri Lanka, Stati Uniti, Canada, Inghilterra e Australia mostrano tassi di suicidio maggiori rispetto alla popolazione generale), l’analisi di Salva il Suolo suggerisce che il miglioramento della salute del suolo può alleviare alcuni degli stress economici e ambientali che contribuiscono a questa crisi.

Chiamata all’azione

Praveena Sridhar, Responsabile Tecnico di Salva il Suolo e principale autore dell’analisi, ha dichiarato: “La salute dei nostri suoli è strettamente legata alla nostra salute fisica e mentale. Ignorare il degrado del suolo non è solo un problema ambientale, ma una minaccia diretta alla salute pubblica globale. La materia organica del suolo è fondamentale per la salute e la vita dei suoli e il suo ripristino deve essere un punto chiave dell’agenda della COP29 e della COP16”.

Il rapporto richiede un’azione immediata e coordinata da parte di governi, agricoltori e comunità di tutto il mondo per implementare pratiche di gestione sostenibile del suolo. Queste includono l’aumento della materia organica del suolo fino a un minimo del 3-6%, in base alle condizioni regionali, la riduzione dell’uso di sostanze chimiche e la promozione di un’agricoltura rigenerativa per garantire che i suoli rimangano fertili e favorevoli alla salute umana.

Rivolgendosi a Salva il Suolo, la dottoressa Uma Naidoo, psichiatra nutrizionista presso la facoltà di medicina di Harvard, ha dichiarato: “La biodiversità del suolo ha davvero un impatto sulla biodiversità del microbioma intestinale e la salute del microbioma è scientificamente correlata a cambiamenti salutari nel corpo e nel cervello. Prestare attenzione sugli alimenti che si mangiano può avere un impatto reale”.

https://consciousplanet.org/en/save-soil



I POLITICI CRISTIANI SIANO ESEMPIO di speranza per i giovani contro pessimismo e cinismo

di Angela Ambrogetti

PoliticaInsieme.com, 25 agosto 2024. Cosa significa essere un politico cristiano? La domanda che si pongono i membri dell’International Catholic Legislator Network trova risposta nelle parole di Papa Francesco che questa mattina ha ricevuto i partecipanti al quindicesimo incontro annuale dell’organizzazione. Patrono il Cardinale Christoph Schönborn  di Vienna e presidente Christiaan Alting von Geusau.

Il tema dell’incontro che si svolge a Frascati “Il mondo in guerra: crisi permanenti e conflitti – Cosa significa per noi?” offre a Papa Francesco l’occasione per proporre alcune idee a cominciare dalla rinuncia “alla guerra come mezzo per risolvere i conflitti e stabilire la giustizia”. Non più quindi “ingerenza umanitaria” come ai tempi Giovanni Paolo II anche perché “l’enorme capacità distruttiva degli armamenti contemporanei ha di fatto reso obsoleti i tradizionali criteri di limite della guerra”. Serve “vedere l’abisso di male che sta nel cuore della guerra e per decidere con ogni possibile mezzo di scegliere la pace”.

Una pace che si fonda sulla “perseveranza e pazienza” con “una rinnovata fiducia nelle strutture della cooperazione internazionale” che hanno però sempre bisogno di riforme per “sostenere il diritto umanitario internazionale” con “basi giuridiche sempre più solide”.

Ma è ovvio che la conflittualità nel mondo contemporaneo ha radici nella frammentazione e disgregazione della società che nascono dal “per de, ispirare altri, specialmente i giovani, a lavorare per un domani migliore”.

Tra i presenti anche il rappresentante delle vittime della esplosione al porto di Beirut del 2020.

Pubblicato su www.acistampa.it




SCANDALIZZARSI FA BENE, ma anche scandalizzare può essere utile

Scandalizzarsi, in un certo senso, fa bene: è segno di una vivacità di coscienza e può sempre essere l’inizio o la conferma di ciò in cui crediamo. Infatti, Gesù non fa niente per evitarlo

di don Rocco D’Ambrosio

Globalist.it, 25 agosto 2024. Il Vangelo odierno: In quel tempo, molti dei discepoli di Gesù, dopo aver ascoltato, dissero: «Questa parola è dura! Chi può ascoltarla?».

Gesù, sapendo dentro di sé che i suoi discepoli mormoravano riguardo a questo, disse loro: «Questo vi scandalizza? E se vedeste il Figlio dell’uomo salire là dov’era prima? È lo Spirito che dà la vita, la carne non giova a nulla; le parole che io vi ho detto sono spirito e sono vita. Ma tra voi vi sono alcuni che non credono».

Gesù, infatti, sapeva fin da principio chi erano quelli che non credevano e chi era colui che lo avrebbe tradito. E diceva: «Per questo vi ho detto che nessuno può venire a me, se non gli è concesso dal Padre».

Da quel momento molti dei suoi discepoli tornarono indietro e non andavano più con lui.

Disse allora Gesù ai Dodici: «Volete andarvene anche voi?». Gli rispose Simon Pietro: «Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna e noi abbiamo creduto e conosciuto che tu sei il Santo di Dio» (Gv 6, 60-69).

Il discorso di Gesù è molto esigente; sono gli stessi discepoli ad ammetterlo: “Questa parola è dura! Chi può ascoltarla?”. Il Signore lo sa bene e forse per questo evidenzia che la loro difficoltà sta nel sopportare lo scandalo; infatti dice loro: “Questo vi scandalizza?”. Ci aspetteremmo, a questo punto, che il Signore li aiuti ad accettare lo scandalo e a superarlo. Invece sembra rincarare la dose: “Questo vi scandalizza? E se vedeste il Figlio dell’uomo salire là dov’era prima?”. Evento promesso, che poi si realizzerà nell’Ascensione.

Orbene lo scandalo non si può eliminare, anzi il Signore, in alcuni casi, sembra farsi conoscere solo attraverso scandali, come il corpo donato in cibo, la crocifissione, la morte, la resurrezione e l’ascensione.

Ma cos’è uno scandalo?

Il vocabolario italiano dice che stratta di un “turbamento della coscienza e della serenità altrui, provocato da azione, contegno, fatto o parola che offra esempio di colpa, di male o di malizia… Fatto o situazione che ha aspetti contrari ai principi morali o sociali correnti, e che desta l’interessamento dell’opinione pubblica o di un determinato ambiente” (Treccani). Sarebbe interessante formulare una mappa – a livello personale quanto sociale – di ciò che scandalizza, ovvero turba la nostra coscienza, la fa ribellare, per poi indignarci e scegliere strade incoerenti. Ci scandalizza più la prassi di Israele o di Hamas o entrambi, con le decine di guerre attive sparse nel mondo? 

Ci scandalizzano più i fatti di cronaca, specie femminicidi, violenti e diffusi, che migranti abbandonati a morire su una nave?

Ci scandalizza più il rubare o il tradire in famiglia, chi non rispetta alcune regole o chi, ipocritamente, fa finta di rispettarle?

In altri termini lo scandalizzarsi da solo non basta. Ci vuole riflessione, discernimento, valutazione per capire e poi scegliere di conseguenza.

Scandalizzarsi, in un certo senso, fa bene: è segno di una vivacità di coscienza e può sempre essere l’inizio o la conferma di ciò in cui crediamo. Infatti, Gesù non fa niente per evitarlo, anzi ne preannuncia di più grandi. Del resto, sono tanti i passi che parlano dello scandalo che le parole e i gesti di Gesù provocano; tanto da fargli dire: “beato è colui che non trova in me motivo di scandalo!” (Mt 11,6). Ovviamente la considerazione nuda e cruda dello scandalo serve a ben poco.

Interessante notare come Gesù, una volta constatato il fatto che fossero scandalizzati dalla sua parola, abbia riportato tutto al rapporto con se stesso: “Volete andarvene anche voi?”.

Ci sono scandali che pongono una scelta radicale: rimanere o andar via?

Stando al brano evangelico l’accettazione dello scandalo fa coppia con la fede.

Allora – per quello che riesco a capire – è un bene che il buon Dio ci scandalizzi, ci sconvolga la vita, ci apra nuove prospettive, ci metta in crisi, ci indichi nuove strade. Il problema non è il peso dello scandalo – il Signore sa bene come e dove arrivare nello scandalizzarci – quanto la nostra scelta. Vogliamo andarcene perché lui ci scandalizza?

Vogliamo abbandonarlo perché non risponde al nostro modo di sentire e vedere il mondo e la vita?

 Vogliamo andarcene per questo Avremo il coraggio e la sincerità di Pietro?

È lui che detto, forse anche per noi: “Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna e noi abbiamo creduto e conosciuto che tu sei il Santo di Dio”.

Scandalizzarsi fa bene, ma anche scandalizzare può essere utile (globalist.it)




LA SAGRA DELLA PORCHETTA ITALICA

53ª edizione;  premi, grande partecipazione e nuovi servizi per i visitatori

Campli, 25 agosto 2025. La 53ª edizione della prestigiosa Sagra della Porchetta Italica a Campli si è conclusa in un’atmosfera di trionfale entusiasmo, culminata nella cerimonia di premiazione svoltasi nella suggestiva cornice di Piazza Vittorio Emanuele II.

Il premio più ambito, la coppa del primo classificato, è stato meritatamente conferito al maestro porchettaio Lucio Di Stefano, seguito da Viro Galliè di Nereto al secondo posto e da Luciano Bosica al terzo. Questi abili artigiani hanno saputo esaltare, ancora una volta, la loro maestria e dedizione nel perpetuare una tradizione così profondamente radicata.

Tra i riconoscimenti, spicca il prestigioso premio speciale della critica, intitolato al “Prof. Nicola Biagio Natali”, assegnato a Nicolino Mercurii di Colledara. Altrettanto degno di nota è stato il premio della giuria Social, meritatamente conquistato da Luciano Bosica di San Nicolò a Tordino.

Le porchette in gara sono state valutate da tre giurie tecniche, oltre che dalla giuria popolare, della critica e social, tutte concordi nell’evidenziare l’elevato livello di eccellenza degli artigiani partecipanti.

Nonostante due giorni di pioggia, la Sagra della Porchetta Italica di Campli ha registrato una partecipazione straordinaria, dimostrando la forza di attrazione di questo evento. Un momento particolarmente commovente è stato il ricordo di Pino Di Annunzio, storico membro della Pro Loco Città di Campli, scomparso poco dopo la conclusione della scorsa edizione.

Di particolare rilievo le due serate in Piazza Vittorio Emanuele II: la prima animata dallo spettacolo live di Gianni Schiuma, e la seconda scandita dai ritmi coinvolgenti di MAGIA90, che hanno regalato momenti di divertimento e aggregazione al numeroso pubblico presente.

È importante segnalare che il concerto di Edoardo Bennato, inizialmente previsto per il 18 agosto per celebrare i 60 anni della sagra, è stato rinviato al 6 settembre.

Vista la grande partecipazione, in costante aumento, quest’anno è stata inoltre aggiunta una quarta navetta gratuita per il centro storico, permettendo a un numero sempre maggiore di visitatori di godere appieno della manifestazione.

Il successo della manifestazione è il risultato del lavoro sinergico tra la Pro Loco Città di Campli e tutti gli stakeholder coinvolti, tra cui il Comune di Campli, gli sponsor e le numerose associazioni del territorio, che hanno contribuito in maniera significativa alla riuscita dell’evento.




SOSTA IN ABRUZZO PER LE CICOGNE IN MIGRAZIONE

Circa 30 cicogne hanno scelto i campi coltivati lungo il Tordino nel territorio di Mosciano Sant’Angelo per riposarsi durante la migrazione

Mosciano Sant’Angelo, 24 agosto 2024. A raccontare questo bellissimo evento è Davide Ferretti, fotografo naturalistico: “Giovedì sera ho conteggiato 12 cicogne in sosta sui tralicci dell’alta tensione che costeggiavano la strada nelle campagne moscianesi. Venerdì mattina con Vincenzo Iacovoni, anche lui entusiasta fotografo di natura, siamo andati a osservarle e fotografarle.

Le cicogne hanno atteso che l’aria si scaldasse e poi hanno spiccato il volo, ma, invece di innalzarsi e continuare la migrazione, come pensavamo avrebbero fatto, si sono dirette con decisione in basso verso il fiume Tordino. Vincenzo è allora andato a controllare dove pensavamo che si fossero posate e ha scoperto che le 12 che avevamo seguito erano solo una parte di un gruppo di ben 28 cicogne che si stavano alimentando nei campi coltivati lungo il Tordino. Poi hanno ripreso il volo verso la loro destinazione”.

La sosta delle cicogne, segnalata al WWF anche da altri appassionati, testimonia l’importanza del corridoio ecologico costituito dal Fiume Tordino e la necessità di conservare aree libere e pozze d’acqua dove la fauna in migrazione possa trovare ristoro.

La cicogna bianca (Ciconia ciconia) è un uccello di grandi dimensioni con un’apertura alare che può arrivare fino a 215 centimetri. Si riconosce per il piumaggio bianco con penne nere sulle ali, per le lunghe zampe rosse e per il becco appuntito anch’esso di colore rosso.

È un uccello migratore capace di percorrere enormi distanze, svernando in Africa fino alla punta estrema del Sud Africa. Quando migra dall’Europa all’Africa, evita di attraversare il Mar Mediterraneo deviando sul Levante a est o sullo Stretto di Gibilterra a ovest, ma può seguire anche una terza via migratoria, utilizzata ormai da un numero limitato di animali, che attraversa l’Italia.

È un uccello monogamo: entrambi i membri della coppia costruiscono un grande nido di bastoncini, riutilizzato per diversi anni, dove vengono deposte solitamente quattro uova. Purtroppo, in alcune parti del continente europeo si registra un declino della specie dovuto ai cambiamenti nei metodi di coltivazione e all’industrializzazione. La cicogna è molto presente nei racconti della tradizione e nelle leggende: la più diffusa è certamente quella che attribuisce alle cicogne il felice compito di portare nelle case i nuovi nati.

Davide Ferretti e Vincenzo Iacovoni, oltre ad essere due bravissimi fotografi naturalisti, più volte premiati e pubblicati su riviste e siti prestigiosi, sono anche due volontari ambientalisti, impegnati nella tutela di habitat e specie del nostro territorio, in particolare del Fratino che seguono attraverso il Progetto Salvafratino Abruzzo. Alla tutela di questo uccello, particolarmente a rischio, hanno dedicato anche il libro fotografico “Un piccolo Eden a due passi da casa”, edito dal WWF Teramo con il contributo del Comune di Giulianova e dedicato all’Oasi del Fratino e della Camomilla di mare sulla costa giuliese. 

Foto di Davide Ferretti e Vincenzo Iacovoni

WWF Teramo




FRITTI NELLE TORRIDE CONVINZIONI

Manoppello, 24 agosto 2024. Qualche tempo fa un nostro padre francescano, dall’altare di un noto santuario, avendo notato uno smodato abbigliamento estivo dell’assemblea, a fine celebrazione profuse dure parole di richiamo che, nonostante il tempo trascorso, non hanno inciso più di tanto: in santuario si continua a vivere nudità a dir poco scellerate.

Il comportamento del popolo della fede, che continua a confondere nudità del corpo con nudità spirituali, è più che confermato da quanto si registra non solo in quel santuario ma ovunque.

Linguaggio, comportamento e rispetto non trovano proprio allineamento in un uomo, in una donna troppo convinti delle proprie verità. Se nemmeno il plateale richiamo ad un atteggiamento di rispetto al sacro riesce a ricomporre all’ordine, ormai il disordine che governa i nostri tempi ha corrotto sin nel profondo anche il nostro agire sordo a qualsiasi appello.

Siamo davvero fritti.

nm




CALASCIO ONORA L’ABRUZZO

Il patrimonio culturale e la rinascita dei borghi. Questo il tema del Meeting di Rimini 2024

Calascio, 24 agosto 2024. Il sindaco, Paolo Baldi, interverrà nel dibattito del 25 agosto alle ore 17 in diretta su Play2000 Vita accanto, tra gli altri, al presidente della regione Marche, Francesco Acquaroli, al commissario straordinario del governo per la ricostruzione e riparazione del sisma del 2016, Guido Castelli.

Il prestigioso Meeting nasce nel 1980 dal desiderio di incontrare, conoscere e portare a Rimini tutto quello che di bello e buono c’è nella cultura del tempo.

Da allora ogni anno giungono grandi personaggi della politica, manager dell’economia, rappresentanti di religioni e culture, intellettuali e artisti, sportivi e protagonisti dello scenario mondiale.

Storie di uomini al centro di incontri, mostre, spettacoli e eventi sportivi. La cultura al Meeting si esprime come esperienza, originata dal desiderio di scoprire la bellezza della realtà.

Quest’ anno, grazie alla presenza del primo cittadino di Calascio, unico tra i comuni coinvolti nel Pnrr ad essere invitato, il borgo dalla Rocca gioiello avrà l’occasione di mostrarsi al mondo e fare conoscere la sua realtà e i programmi per il suo futuro, che con i fondi del Pnrr europeo e i progetti in attuazione, diventa sempre più prossimo promettendo di illuminare di nuova luce l’intera regione Abruzzo.

Barbara Turriziani




L’UNIVERSALE E IL PARTICOLARE

 di Domenico Galbiati

PoliticaInsieme.com, 23 agosto 2024. Come ogni anno, poiché il ricordo della scomparsa di De Gasperi precede di un paio di settimane o poco più, la ripresa dell’attività politica, questa, di frequente, avviene, per i cattolici, nel solco di una riflessione che, nel nome di Alcide De Gasperi, affronta i nodi controversi del loro impegno politico. Nino Martinazzoli ricordava spesso che la religione è  universale e la politica particolare. Due versanti che non vanno malamente sovrapposti, a rischio di smarrire ciascuno dei due la propria specificità, preziosa per il primo e non meno per il secondo. Il crinale su cui entrano in contatto non è mai dato una volta per tutte e, per tutti, allo stesso modo.

Per quanto non possa prescindere da alcune categorie di riferimento – anzitutto da una schietta attestazione della laicità dell’azione politica – non è riconducibile ad una forma predefinita e non può essere decontestualizzato da quel puntuale e determinato tornante della storia. Anzi, la mediazione tra “universale” e “particolare” può avvenire solo nel foro interiore della coscienza di ognuno. Non è delegabile a nessuna istanza sovraordinata o di ordine generale. Ogni botte dà il vino che ha e, come non è concepibile un partito ispirato al valore della democrazia che non sia democratico nella sua articolazione interna, allo stesso modo non si può immaginare una forza che ponga la persona al centro del proprio programma politico, che non sia già, di per sé , costruita sulla responsabilità altrettanto personale e diretta di coloro che vi si riconoscono.

Siamo in una fase in cui il tema del ruolo politico, in Italia, dei cattolici è discusso molto vivacemente ed è , quindi, utile puntualizzare, a tale proposito, alcuni aspetti dirimenti, peraltro letti in controluce agli argomenti prevalenti nel discorso pubblico dei nostri giorni. La politica compete ai laici, non ai presuli. La laicità, dunque, come assunzione rigorosa di una responsabilità di cui si risponde in prima persona. Alla propria coscienza anzitutto. Una responsabilità preziosa perché consente d’introdurre nel discorso pubblico una proposta ispirata ad una visione cristiana della vita, senza che vi debba provvedere in proprio il mondo ecclesiale, a rischio di un equivoco neo-temporalismo.

Sia, a maggior ragione, preziosa in quanto pone i cristiani sullo stesso piano di piena legittimità dialettica con ogni altro interlocutore culturale o politico del contesto civile. E rinviando al mittente la pretesa di un certo mondo laicista che vorrebbe imporre ai credenti di confinare, coartare e trattenere la propria fede nell’interiorità della loro dimensione interiore, negandole a priori ogni diritto di cittadinanza sul piano pubblico. Sia, anche, accettando un confronto “alla pari” con chi proviene da altre culture. Senza che i cattolici, come talvolta è avvenuto, o ancora avviene, innalzino lo loro fede sui gagliardetti, vantandola come una conquista personale, o segno di predilezione invece che dono gratuito da accogliere secondo un sentimento di umiltà e di gratitudine, o addirittura brandendola come attestazione di una presunta superiorità.

In modo particolare nel clima di una secolarizzazione talmente compiuta, che, se mai, comincia a ripiegarsi criticamente su sé stessa – per i credenti e per la loro stessa fede è di vitale importanza farsi carico delle ragioni e delle domande di chi non crede. In secondo luogo, l’ “autonomia” di una proposta politica di ispirazione cristiana – concetto fondativo di INSIEME – che mai alluda ad una separatezza, ma rappresenti, al contrario, la condizione necessaria per interloquire con le altre forze in campo, purché nel segno della “consistenza”, cioè non-contraddittorietà intrinseca, del progetto avanzato. Tale coerenza, peraltro, non è un generico auspicio, bensì va asseverata, di volta in volta, a fronte dei “fondamentali” della politica.

In particolare, nel nostro caso, quei valori della democrazia – garante della libertà di ognuno – il cui disegno costituzionale viene messo gravemente in discussione dal Governo in carica che avanza la proposta di “premierato”. Anche i cattolici devono prendere atto che qui viene introdotto un discrimine, al quale non ci si può sottrarre, pena tradire la piena titolarità del proprio diritto di cittadinanza. Insomma,  devono decidere – ciascuno per sé, a fronte della propria coscienza, ben oltre la tecnicalità cui si vorrebbe ridurre l’argomento – chi sta da una parte e chi dall’altra.




DELLA RISERVA NON RESTERÀ CHE FUMO E CENERE!

Pescara, 23 agosto 2024. A nostra memoria, mai la Riserva naturale regionale Pineta Dannunziana ha visto l’ingresso e la presenza al suo interno tanti macchinari, trattori, camion, benne, decespugliatori, motoseghe e cippatrici per la più grande operazione speciale di sempre, con cui si sta letteralmente incenerendo il patrimonio boschivo di quest’area protetta.

Il primo grande colpo viene sferrato il 31 maggio 2021, con l’apertura del varco, di 600 m di lunghezza per circa 10 di larghezza, per il passaggio della strada Pendolo, con di fianco Via Pantini libera e disponibile. Qualche mese dopo è arrivato il fuoco. Dopo tre anni, l’esbosco, con cingolati e benne, e adesso cippatrici e camion a portarsi via, per fare cosa non si sa ma si può immaginare, un patrimonio di legname in cui è stoccato almeno un secolo di sequestro di CO2 fatto dagli alberi attraverso la fotosintesi.

Dopo una nostra lunga serie di sollecitazioni e auspici circa l’uso sostenibile del legname di risulta delle operazioni di bonifica dell’area percorsa dall’incendio, ovvero di diffida dal mettere all’asta un bene comune quali sono i tronchi e le ramaglie di quella parte di Riserva andata a fuoco per farne invece un uso sostenibile, combustione esclusa, apprendiamo da alcuni documenti del Palazzo quanto segue:

l’Amministrazione comunale, che è solo Ente gestore della Riserva, considera questa di sua esclusiva proprietà e conseguentemente il legname risultante dall’esbosco, che mette all’asta per l’alienazione al miglior offerente;

non prima però, in quanto trattasi proprio dell’area protetta regionale e quindi non proprio nella sua completa disponibilità, di informare in modo cautelativo di detta volontà d “vendita” il Dipartimento Regionale Agricoltura Servizio Foreste e Parchi, a cui nel maggio del 2024 chiede un parere circa la possibile destinazione del legname;

al contempo, però, l’Amministrazione mette in allerta la Regione dicendo che si tratta di materiale di risulta di un intervento forestale (richiamando una conferenza di servizi del giugno 2023), i cui usi non sono contemplati dal PAN e pertanto (adottando una procedura transitava a dir poco singolare) non risultano vigenti i CAM (criteri ambientali minimi) previsti ai sensi del Codice degli Appalti per la gestione del verde pubblico;

a quanto risulta, il Dipartimento Regionale, nella nota risposta del mese di maggio, chiarisce, sorprendentemente, che la materia non rientra fra le competenze dell’ufficio, e afferma che “il parere richiesto può essere rilasciato da esperti nella valutazione degli assortimenti legnosi”, come se si stesse parlando di un bosco governato con finalità produttive.

Da una precedente ricognizione circa il valore di mercato da attribuire al materiale legnoso, condotta dall’Amministrazione tra operatori forestali e/o utilizzatori di materiale legnoso (qual è per questi il valore della sostenibilità?), tra cui anche aziende che gestiscono impianti per la produzione di energia da biomasse, il prezzo a base d’asta viene fissato in 2,00 € per le ramaglie (poco oltre 1.000 q.li) e di 3,00 € per i tronchi (quasi 7.000 q.li) (stime Alberitalia), per un totale a base d’asta di circa 22.000,00 €.

Non pervenendo alcuna offerta, trascorsi i termini, l’Amministrazione ha proceduto a trattativa diretta attraverso la propria piattaforma di negoziazione, trovando riscontro da parte di una sola ditta, “IL VERDE” che ha offerto per l’acquisto dell’intero lotto ben 5.000,00 € (invece che 22.000,00!).

Stante una lunga serie di urgenze, necessità e opportunità di rimuovere quanto prima la preziosa CO2 stoccata nel legname, non ricevendo dall’incompetente, ma preposto alla materia, ufficio regionale riscontri di rilievo se non addirittura l’indicazione a rivolgersi a operatori dell’industria del legno, ritenendo unilateralmente non applicabili i CAM, attuativi del Codice degli Appalti per le opere pubbliche relative alla manutenzione del verde, e non trovando addirittura nulla nel PAN che potesse essere dirimente al riguardo, l’Amministrazione ha deciso di svendere la biomassa legnosa della Riserva Naturale Regionale Pineta Dannunziana, bene comune, ad un privato, mandando in fumo e in cenere  oltre alla preziosa riserva di CO2 anche il concetto di sostenibilità.

Radici inComune




LA 730^ PERDONANZA CELESTINIANA

Le informazioni per la serata inaugurale

L’Aquila, 23 agosto 2024. La cerimonia inaugurale della 730esima Perdonanza Celestiniana, prevista per oggi, venerdì 23 agosto, presso il Teatro del Perdono davanti la Basilica di Santa Maria di Collemaggio, inizierà alle ore 20. L’ingresso al pubblico – consentito dalle ore 18 – sarà libero e gratuito sino ad esaurimento posti, anche per le persone con disabilità.

Gli ultimi tedofori saranno Emma Placidi e Matteo Di Nino, giovani aquilani nati nel 2009, l’anno del terremoto che ha colpito L’Aquila e altri 56 comuni del cratere.

Il sindaco dell’Aquila, Pierluigi Biondi, e l’arcivescovo metropolita dell’Aquila, monsignor Antonio D’Angelo, saranno sul palco per attendere l’arrivo del Fuoco. Dopo i saluti istituzionali dei rappresentanti di Regione, Provincia, Comune e Curia Arcivescovile, Floro Panti, Presidente dell’Associazione Comitato Festa Perdonanza Celestiniana ICH, salirà sul palco con i tedofori per leggere la pergamena delle Perdonanze locali.

A dare l’avvio ufficiale alla 730esima Perdonanza Celestiniana sarà poi il sindaco Biondi con l’accensione del braciere sul palco del Teatro del Perdono.

L’evento “Un canto per la rinascita…tra cielo e terra” inizierà alle 21:30.

La serata, ideata dal Maestro Leonardo De Amicis, con testi di Paolo Logli, con la conduzione della  presentatrice televisiva Lorena Bianchetti, vedrà il contributo di tanti artisti di fama come: The Kolors, Malika Ayane, Colapesce Dimartino, Tiromancino, il tenore Gianluca Terranova e il grande ritorno di Renato Zero, accompagnati dall’Orchestra Sinfonica del Conservatorio “A. Casella” dell’Aquila. L’interpretazione dei testi sarà a cura di Ambra Angiolini e Luca Violini.

Le persone con disabilità potranno essere accompagnate all’incrocio tra viale Collemaggio e via Caldora, la strada che porta all’ex ospedale di Collemaggio e – qualora ve ne fosse la necessità -, saranno presi in carico dal servizio di sicurezza o dal personale di servizio delle hostess. Gli accompagnatori potranno parcheggiare presso il terminal di Collemaggio negli stalli, indicati dal personale preposto in loco, al piano zero dell’infrastruttura. Verranno riservati 28 posti per le persone con disabilità motoria. Il riferimento per informazioni e comunicazioni è la casella di posta elettronica del disability manager: disability@comune.laquila.it

All’interno del Teatro del Perdono non sarà consentito introdurre contenitori per materiali liquidi in vetro o acciaio (bottiglie di vetro o borracce). Ogni persona potrà occupare una sola seduta e non sarà consentito riservare ulteriori posti, limitrofi o adiacenti, per altri spettatori non presenti.

Si rende noto, invece, che per il concerto del 26 agosto, previsto in Piazza Duomo, le aree parcheggio dedicate alle persone con disabilità sono state individuate in Largo Pischedda (davanti la Basilica di San Bernardino).

SERVIZIO NAVETTA

Il servizio di navetta per il centro storico attualmente in funzione seguirà il consueto orario di esercizio, dalle 7:30 alle 19:50, fatta eccezione per prolungamenti disposti per specifici eventi, mentre subirà delle modifiche l’itinerario in conseguenza delle chiusure disposte con l’Ordinanza di Polizia municipale che comporterà modifiche alla viabilità (di seguito riportate).

L’itinerario alternativo della navetta è il seguente: Terminal Lorenzo Natali, via Strinella, via Tagliacozzo, via Castello, Piazza Battaglione Alpini, viale Gran Sasso d’Italia, via Strinella, Terminal Lorenzo Natali, con fermata solo su via Tagliacozzo (all’altezza di Porta Castello), a Piazza Battaglione Alpini e 2 su via Strinella (area camper e incrocio via Teramo).

·              22 e 24 agosto il cambio di itinerario è disposto dalle ore 18:00 per il divieto di transito su via San Bernardino;

·              23 agosto (cerimonia di accensione del Tripode della Pace) il cambio di itinerario è disposto dalle ore 14:00 per il divieto di transito su viale Caldora e viale di Collemaggio;

·              23, 27 e 30 agosto, in occasione dei concerti serali al Teatro del Perdono di Collemaggio, per il deflusso degli spettatori, è attivato un servizio navetta Terminal/Fontana Luminosa dalle ore 23:00 alle ore 1:00;

·              25 agosto, normale servizio navetta festivo senza modifica di itinerario, ma gratuito in occasione degli eventi Perdonanza;

·              26 agosto, normale servizio navetta feriale senza modifica di itinerario, ma prolungamento fino alle ore 1:00 per il deflusso degli spettatori concerto Piazza Duomo;

·              27, 29 e 30 agosto il cambio di itinerario è disposto dalle ore 17:00 per il divieto di transito su viale Caldora e viale di Collemaggio;

·              28 agosto (cerimonia di arrivo del Corte Storico) il cambio di itinerario è disposto dalle ore 12:00 per il divieto di transito su corso Principe Umberto.

Si ricorda che il parcheggio interrato del Terminal di Collemaggio, con una capienza di 640 posti auto, è fruibile gratuitamente tutti i giorni h24.

LE MODIFICHE ALLA VIABILITÀ

In occasione della 730esima edizione della Perdonanza celestiniana il Comando di Polizia municipale  ha emanato un’ordinanza con cui sono state disposte modifiche alla viabilità e divieti nei giorni della manifestazione, dal 23 al 30 agosto, sia in centro storico sia in centro storico sia nell’area della Basilica di Santa Maria di Collemaggio e della Villa Comunale.

A – CENTRO STORICO

1.            Corso Federico II (tratto tra Via dei Giardini e Via XX Settembre)

Istituzione del divieto di transito veicolare e del divieto di sosta ambo i lati/su tutta la piazza, con rimozione forzata degli ingombri, come di seguito indicato:

·              dalle ore 12:00 alle ore 20:00 del 28 agosto 2024;

·              dalle ore 17:00 alle ore 21:00 del 29 agosto 2024.

2.            Via Sant’Agostino, Via Indipendenza, Piazza San Marco, Piazza Machilone e Via Sallustio (tratto tra Corso Vittorio Emanuele II e Via Cavour)

Istituzione del divieto di transito veicolare e del divieto di sosta ambo i lati, con rimozione forzata degli ingombri, come di seguito indicato:

·              dalle ore 17:00 del 26 agosto 2024 alle ore 01:00 del 27 agosto 2024.

I residenti dell’area compresa tra Via XX Settembre, Via San Francesco di Paola e Via delle Bone Novelle potranno accedere da Via Campo di Fossa ed uscire da Via delle Bone Novelle.

3.            Piazza dei Gesuiti, Via delle Aquile, Via Bafile (tratto compreso tra Corso Principe Umberto e Via Camponeschi) e Corso Principe Umberto I

Istituzione del divieto di transito veicolare e divieto di sosta su tutta la piazza e/o ambo i lati, con rimozione forzata degli ingombri:

·              dalle ore 12:00 alle ore 20:00 del 28 agosto 2024;

·              dalle ore 18.00 alle ore 22.00 del 29 agosto 2024.

4.            Via Bafile (tratto compreso tra Via Camponeschi e Via Cascina), Via Cascina e Via Camponeschi

Istituzione del divieto di transito veicolare:

·              dalle ore 12:00 alle ore 20:00 del 28 agosto 2024;

·              dalle ore 18.00 alle ore 22.00 del 29 agosto 2024.

5.            Piazza Palazzo

Istituzione del divieto di transito veicolare e divieto di sosta su tutta la piazza e/o ambo i lati, con rimozione forzata degli ingombri:

·              dalle ore 8:00 alle ore 20:00 del 28 agosto 2024;

·              dalle ore 18.00 alle ore 22.00 del 29 agosto 2024.

6.            Largo Pischedda e Via e Piazza San Bernardino

Istituzione del divieto di transito veicolare e del divieto di sosta ambo i lati/su tutta la piazza, con rimozione forzata degli ingombri, come di seguito indicato:

·              dalle ore 18:00 alle ore 01:00 del giorno successivo in data 22, 24, 25 e 29 agosto 2024;

·              dalle ore 12:00 alle ore 20:00 del 28 agosto 2024.

7.            Via San Bernardino (tratto tra Corso Federico II e Via Fortebraccio)

Istituzione del divieto di transito veicolare e del divieto di sosta ambo i lati, con rimozione forzata degli ingombri, come di seguito indicato:

·              dalle ore 12:00 alle ore 20:00 del 28 agosto 2024.

8.            Via Panfilo Tedeschi

Istituzione del divieto di transito veicolare e del divieto di sosta lato dx del senso di marcia con direzione Porta Leoni con rimozione forzata degli ingombri, come di seguito indicato:

·              dalle ore 12:00 alle ore 18:00 del 28 agosto 2024.

Istituzione di aree riservate alla sosta dei veicoli a servizio di persone con disabilità muniti di apposito contrassegno, in vigore dalle 20:00 alle 01.00 del giorno successivo dal 23 al 30 agosto 2024, nell’area antistante la porta carraia dell’ex distretto militare e nel tratto di Via Panfilo Tedeschi adiacente i giardini pubblici.

9.            Piazza IX Martiri e Piazza San Biagio

Istituzione del divieto di transito veicolare e del divieto di sosta ambo i lati/su tutta la piazza, con rimozione forzata degli ingombri, come di seguito indicato:

·              dalle ore 8:00 del 25 agosto 2024 alle ore 02:00 del 26 agosto 2024.

B – AREA BASILICA S. MARIA DI COLLEMAGGIO/VILLA COMUNALE

1.            Via XX Settembre

Istituzione del divieto di transito veicolare come di seguito indicato:

·              dalle ore 12:00 alle ore 20:00 del 28 agosto 2024;

·              dalle ore 17:00 alle ore 21:00 del 29 agosto 2024.

È consentito, compatibilmente con lo svolgimento delle manifestazioni in programma, il transito per residenti e autorizzati con provenienza Tribunale e sino all’intersezione con via S. Andrea.

2.            Viale Crispi (tratto Via XX Settembre/Viale Collemaggio)

Istituzione del divieto di transito veicolare e del divieto di sosta lato dx del senso di marcia con direzione Porta Napoli, con rimozione forzata degli ingombri, come di seguito indicato:

·              dalle ore 12:00 alle ore 20:00 del 28 agosto 2024;

·              dalle ore 17:00 alle ore 21:00 del 29 agosto 2024.

3.            Viale Crispi (tratto Viale Collemaggio/Via Porta Napoli)

Istituzione del divieto di transito veicolare come di seguito indicato:

·              dalle ore 12:00 alle ore 20:00 del 28 agosto 2024;

·              dalle ore 17:00 alle ore 21:00 del 29 agosto 2024.

4.            Viale Collemaggio/Via Caldora (tratto tunnel Collemaggio/viale Collemaggio)/Via Bellisari

Istituzione del divieto di transito veicolare e del divieto di sosta ambo i lati, con rimozione forzata degli ingombri, come di seguito indicato:

·              dalle ore 14:00 del 23 agosto 2024 alle ore 1.00 del 24 agosto 2024;

·              dalle ore 17:00 del 27 agosto 2023 alle ore 1.00 del 28 agosto 2024;

·              dalle ore 12:00 alle ore 21:00 del 28 agosto 2024;

·              dalle ore 17:00 alle ore 21:00 del 29 agosto 2024;

·              dalle ore 17:00 del 30 agosto 2024 alle ore 1.00 del 31 agosto 2024.

I veicoli a servizio delle persone con disabilità che debbano recarsi agli spettacoli previsti a Collemaggio potranno accedere da Via Caldora.

5.            Via Josè Maria Escrivà

Istituzione del divieto di transito e del divieto di sosta, ambo i lati con rimozione forzata degli ingombri, dalle ore 8.00 del 23 agosto 2024 alle ore 14.00 del 31 agosto 2024 con eccezione per i veicoli dell’organizzazione.

6.            Strada di collegamento tra via D’Annunzio e via XXIV Maggio

Istituzione del senso unico di marcia con direzione via XXIV Maggio, dalle ore 8.00 del 23 agosto 2024 alle ore 14.00 del 31 agosto 2024.

È consentito, compatibilmente con lo svolgimento delle manifestazioni in programma, il transito per i veicoli autorizzati dall’organizzazione su tutte le strade/piazza sopra enunciate.




IL VERO SIGNIFICATO DELLA VACANZA

Un tempo di silenzio, preghiera e riflessione

di fra Emiliano Antenucci

(Rettore del santuario della Madonna del Silenzio ad Avezzano)

FamigliaCristiana.it 22 agosto 2024. Questa parola richiama l’essere liberi dalle pressioni quotidiane, ma in una società frenetica, il riposo autentico è spesso trascurato. questo periodo estivo dovrebbe essere dedicato al silenzio, alla meditazione, alla preghiera e alla connessione con la natura e le persone care. scopri come vivere le vacanze in maniera cristiana, ritrovando il senso profondo del riposo e della riflessione, e imparando a vedere la bellezza nella vita e nel prossimo

La parola “vacanza” deriva dal latino vacans, che significa essere liberi, dal lavoro, dal rumore, dalla routine quotidiana e da tutto ciò che ci dà pensiero e preoccupazione. Significa fare un po’ di silenzio, essere spensierati, ricaricarsi e fermarsi per fare un bilancio e un rilancio della propria vita. Dobbiamo recuperare il vero senso del riposo, in una società fondata sulla velocità e sullo stress. Dio il settimo giorno si riposa e noi cosa facciamo? La domenica, giorno del Signore, alle volte è dedicata allo shopping compulsivo, al lavoro e a tutto ciò che non ci ricorda di santificare le feste anche con il riposo del corpo e della mente. L’estate è un tempo di vacanza da dedicare alla preghiera, alle passeggiate in mezzo alla natura, alla lettura di un buon libro, all’ascolto di bella musica; un tempo da dedicare di più alla famiglia e agli amici.

C’è una canzone di Jovanotti che dice: «Sento il mare dentro a una conchiglia estate l’eternità è un battito di ciglia», cioè avviene come una dilatazione del tempo, in mare o in montagna, è un tempo di meditazione sulla bellezza della vita. Come possiamo vivere il tempo delle vacanze in maniera cristiana?

1) Dedicando un tempo al silenzio per ascoltare la voce del Signore dentro di noi.

2) Prendere un foglio di carta per fare una verifica delle cose fatte durante l’anno sociale e annotare progetti per il futuro.

3) Leggere bei libri, ascoltare musica, fare passeggiate al mare, in montagna o per i boschi, visitare mostre e musei d’arte.

4) Incontrare amici, senza sparlare degli altri, ma facendo dei bei progetti insieme per Dio e per gli altri. Madre Teresa di Calcutta quando incontrava una persona, gli chiedeva: «Cosa possiamo fare di bello per gli altri?».

5) Dedicare del tempo alla preghiera, alla meditazione cristiana e alla riflessione personale.

L’estate, come diceva don Bosco, è anche «la vendemmia del diavolo», un tempo in cui si può essere più esposti a tentazioni e peccati. Bisogna essere vigilanti, usando il tempo come dono di Dio. Lo psichiatra Vittorino Andreoli scrive: «Osservando il mondo, così rumoroso, inquieto, e così folle, mi viene voglia di silenzio, e di guardare ai monaci, che sono scappati dal mondo per capire il mondo». Il tempo delle vacanze è un tempo per fare silenzio, come canta in C’è tempo Ivano Fossati: dopo il silenzio viene l’esigenza di raccontare le meraviglie che il Signore ha fatto. Troppe lamentele, troppi pettegolezzi anche nella Chiesa, ma bisogna educare lo sguardo per vedere tutto il bello che c’è in ogni persona e in ogni situazione che viviamo. Non è vero che non c’è tempo, il tempo c’è, ecco perché Madre Teresa scrisse: «Trova il tempo di pensare, trova il tempo di pregare, trova il tempo di ridere. È la fonte del potere, è il più grande potere sulla terra, è la musica dell’anima. Trova il tempo per giocare, trova il tempo per amare ed essere amato, trova il tempo di dare. È il segreto dell’eterna giovinezza (…). Trova il tempo di fare la carità. È la chiave del paradiso».

https://www.famigliacristiana.it/articolo/il-vero-significato-della-vacanza-un-tempo-di-silenzio-preghiera-e-riflessione.aspx?fbclid=IwY2xjawEzD-xleHRuA2FlbQIxMQABHfetCXfT1exzbpmNr40KC7wSccUZP9fRDmzEBZF_5dboEc8EETO1Ct33AQ_aem_9Wrv1EssuZO6PiPrRoyV3g




ALLA SCOPERTA DEL REGNO DELLA BIODIVERSITÀ

L’Oasi WWF Riserva Naturale molisana Guardiaregia-Campochiaro, una lunga storia di amore per l’ambiente raccontata in un libro. Appuntamento sabato 24 agosto per la presentazione del volume

Vasto, 22 agosto 2024. Si intitola “Alla scoperta del regno della biodiversità – L’Oasi WWF Riserva Naturale Regionale Guardiaregia-Campochiaro” il libro scritto dalla giornalista Maria Rosaria Grifone che sarà presentato a Vasto sabato 24 agosto alle ore 21 nei Giardini Genova Rulli, in via Anelli, nell’ambito della rassegna “Echi di un grido”. La pubblicazione è nata con l’obiettivo di ripercorrere la storia dell’Oasi molisana, nata oltre un quarto di secolo fa e diventata nel 2010 Riserva Naturale Regionale, che attualmente si colloca per estensione al secondo posto in Italia tra le aree tutelate dal WWF.

In questo lungo lasso di tempo la storica associazione ha svolto numerose attività nell’Oasi, a partire dalla gestione del territorio fino all’educazione ambientale. Uno dei fiori all’occhiello è rappresentato inoltre dall’attività scientifica con la realizzazione di monitoraggi di flora e fauna. Tutto ciò ha fatto emergere il valore di questo ambiente, un vero scrigno di biodiversità: basti pensare alla presenza di oltre quaranta diverse tipologie di orchidee selvatiche e di circa trecento specie di farfalle diurne e notturne. Grazie all’Oasi è stato inoltre possibile il ritorno del cervo sul massiccio del Matese con il progetto dell’Area faunistica localizzata a Campochiaro. La Riserva racchiude anche un ambiente carsico estremamente affascinante per la presenza di alcuni degli abissi più importanti d’Italia, noti anche a livello internazionale.

L’Oasi WWF Riserva Naturale Regionale Guardiaregia-Campochiaro è un territorio incontaminato del Matese che qui si mostra nella sua veste migliore. Dai borghi alla montagna, dalle grotte ai corsi d’acqua, è il luogo ideale per chi ama la natura e vuole realmente staccare la spina per qualche giorno. È un pezzo di Molise che racchiude in sé tanti tesori che ne determinano l’unicità grazie alla presenza di fattori ambientali, paesaggistici, storici, legati alla cultura materiale, all’agricoltura, all’allevamento e all’artigianato che possono essere carte vincenti oggi, proponendo con la mobilità dolce e il turismo lento un modo diverso di visitare e frequentare il territorio.

Il massiccio del Matese, situato tra Molise e Campania, è ricco di luoghi selvaggi popolati da lupi e aquile reali, ma anche di piccoli centri ancora autentici che, con i loro prodotti tipici genuini e saporiti, spiccano per la gentilezza e l’ospitalità degli abitanti. Nella pubblicazione uno spazio è riservato infatti anche alle vicende storiche e agli aspetti caratteristici dei due borghi, Guardiaregia e Campochiaro, che sono parte integrante dell’Oasi. Sarà un piacere inoltrarsi lungo sentieri percorsi dall’uomo fin dall’antichità in compagnia di un’agile guida, arricchita da immagini molto suggestive. Informazioni pratiche sulle strutture create dal WWF all’interno dell’area offrono infine ai lettori la possibilità di conoscere le modalità di visita e di partecipazione a escursioni guidate.

“L’Oasi di Guardiaregia-Campochiaro è tra le più grandi della rete di aree gestite dal WWF. Ho avuto la fortuna di seguirne la nascita, l’avvio e la maturazione, che ha portato a far conoscere questi luoghi oltre i confini regionali, ad accogliere il cervo, a valorizzarne le bellezze. Questo è stato possibile grazie alla volontà e alla passione del WWF del Molise, a quei volontari che dedicano tempo – e non solo – a iniziative che lasciano il segno, che tracciano strade ancora più lunghe di come si erano pensate. Raccontare la storia di questi luoghi, di quello che è oggettivamente un successo, è parte di questa crescita” si legge nella prefazione del libro firmata dal giornalista e scrittore Antonio Canu. Esperto di aree naturali protette, è stato a lungo Presidente di WWF Oasi e attualmente guida WWF Travel.

Insieme all’autrice presenteranno il libro Luigi Cinquina, funzionario della Regione Molise e Presidente della sezione di Vasto del Club Alpino Italiano, Mario Pellegrini,  Direttore della Riserva Naturale Bosco di don Venanzio, e Agnese Catalano, referente provinciale di Chieti dell’associazione Plastic Free Onlus. Atteso anche l’Assessore all’Ambiente del Comune di Vasto Gabriele Barisano.

Molisana doc, Maria Rosaria Grifone da decenni vive a Roma. Dopo la laurea in lettere all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, ha lavorato in RAI e successivamente ha svolto la sua attività all’interno dell’Ufficio Stampa SIAE. Giornalista, ha scritto per diverse riviste ed è coautrice del libro “I quartieri di Roma” pubblicato dalla casa editrice Newton Compton. Ha lasciato da poco l’attività lavorativa ma collabora ancora con il mensile “Leggere:tutti” e con alcune testate online, oltre a curare un suo blog.




SOLO LA FORZA DI AMARE TUTTI

Quarant’anni dalla nascita al cielo del “servo di dio” Pietrino Di Natale. “Per me non chiedo niente, solo la forza di amare tutti”  Pietrino Di Natale, Servo di Dio

Silvi, 21 agosto 2024. “I santi non sono superuomini…sono come ognuno di noi, hanno vissuto una vita normale, con fatiche e speranze, ma hanno gioia nel cuore e la trasmettono agli altri…. essere santi non è privilegio per pochi ma una Vocazione per tutti” Papa Francesco.

Sono passati 40 anni dalla morte di Pietrino di Natale, giovane diciassettenne deceduto a Silvi per una tragica fatalità. Una morte, una tragedia, come tante, che poteva rimanere confinata nella cerchia familiare, che invece, dopo quaranta anni, costituisce una luce per tante persone, giovani soprattutto, che vedono in Pietrino un esempio di vita da seguire. Pietrino Di Natale nasce a Teramo il 10 dicembre 1966, già orfano del padre, deceduto per un incidente sul lavoro pochi mesi prima della sua nascita.

Trascorre l’infanzia e l’adolescenza ad Oranano Piccolo, frazione di Colledara, poco lontano dal Santuario di San Gabriele, il Santo dei giovani, all’ombra del Gran Sasso d’Italia, seguito dalla mamma Adelina e dalla zia Derna che gli trasmettono i principi della fede cattolica; a dieci anni riceve la prima comunione, primo passo di un lungo e costante cammino con Gesù Eucarestia. Nel 1977, grazie alla presenza di due giovani parroci, don Giovanni D’Annunzio e don Gianfranco De Luca (oggi vescovo della Diocesi di Termoli-Larino), nella vicina Tossicia, assiste alla nascita del Movimento Diocesano di Teramo, espressione dell’Opera di Maria, fondata da Chiara Lubich, e farà sua la consegna del Vescovo Abele Conigli di “incendiare” d’amore tutti i giovani della Diocesi.

L’anno successivo partecipa al primo campo-scuola del Movimento Diocesano e viene segnato dalla scoperta di Dio Amore e proprio da Padre Abele Conigli, Vescovo di Teramo-Atri, a cui aveva scritto alla fine del campo una lettera in cui si impegnava , riceverà la Cresima. La certezza dell’Amore di Dio per lui lo porta a vedere sempre il positivo, ad essere Parola vissuta, a non smettere mai di cercare Gesù dentro di sé, nel fratello, nell’Eucarestia, nella Parola, nella Gerarchia. Affascina di lui non solo lo slancio ad amare concretamente, ma anche la prontezza a raccontare il più recente atto d’amore e i suoi effetti.

Nella quotidianità, attraverso l’attenzione costante agli altri, impara a morire a sé stesso per lasciare vivere Gesù: è l’allenamento dell’anima a dare la vita. Dio gliela chiede il 20 agosto 1984, mentre è al mare con gli amici.  Potrebbe sembrare una vita spezzata, invece ancora oggi giovani, ragazzi, famiglie, sacerdoti avvertono che – come il “chicco di grano che muore” – è nata una comunione profonda tra Cielo e Terra. Ogni anno il 20 agosto in tantissimi, non solo del Movimento Diocesano, si ritrovano presso la tomba di Pietrino per pregare, per riflettere, per riscoprire – grazie a lui – la propria chiamata alla santità. Una Santità fatta di gesti quotidiani, di quotidiana fedeltà a principi che, oggi, potrebbero sembrare obsoleti ma che ancora affascinano migliaia di giovani alla ricerca del senso di una vita ancora tutta da scoprire. Il 10 Dicembre 2018, con una solenne concelebrazione nella Cattedrale di Teramo, è stato dato il via, dal Vescovo Mons. Lorenzo Leuzzi, al processo di Beatificazione con l’insediamento del Tribunale Ecclesiastico.

Da allora sono state raccolte centinaia di testimonianze sulla vita di Pietrino, un ragazzo come tanti altri, studente al liceo scientifico di Teramo, che alternava i momenti di studio a quelli di svago propri della sua età.  Ma proprio questa “normalità”, unita alla costanza nella fede e allo speciale rapporto verso Dio e verso il prossimo, fanno di Pietrino Di Natale un esempio per molti, nella certezza che la santità si conquista nella quotidianità, senza bisogno di gesta eroiche o di episodi speciali. Da quel dicembre 2018 sono passati già sei anni, ed il processo di beatificazione si è spostato a Roma, presso la Congregazione delle Cause dei Santi.

Nel frattempo, il nome e la vita di Pietrino ispirano sempre più giovani e adulti come esempio di vita ed oggi, a 40 anni della sua scomparsa, nella sua Ornano, si raduneranno ancora giovani e adulti per ricordare una figura che è riuscita a trasformare il dolore della morte in luce per tanti.

“Pietrino Di Natale era un angelo con un volto e cuore umano, proiettato in Gesù nella quotidianità della sua breve ma intensa vita”, scrive Mons. Gianfranco De Luca, e Papa Francesco sottolinea, nella sua esortazione apostolica Gaudete et exsultate: “La santità non consiste nel fare un grande gesto eroico una volta per tutte, ma in uno stile di vita, in un atteggiamento usuale, un habitus virtuoso che si acquista col tempo, perseverando giorno per giorno, affidando tutta la propria esistenza a Dio, confidando sempre nella sua grazia, desiderando con tutto noi stessi essere persone miti e umili, docili di cuore, semplici come bambini ma grandi e generosi nella carità, nell’altruismo, nella bontà, nella benevolenza, ricercando quei frutti dello Spirito…”.

Pietrino, il Santo della porta accanto, lo studente liceale che girava in vespa, giocava a pallone e viveva la vita di ogni adolescente della sua età, ha vissuto le virtù della santità quotidiana, quella a cui ogni Cristiano è chiamato.

Raffaele Di Marcello

Famiglie Amiche di Pietrino di Natale




MUCILLAGINE, SICCITÀ E ACQUE CALDE

Morìa di cozze nella Costa dei Trabocchi. L’allarme lanciato dal Flag e dai produttori che chiedono l’intervento della Regione

Ortona, 21 agosto 2024. Mucillagine, siccità e riscaldamento delle acque marine: sono queste le tre criticità che nelle ultime settimane stanno mettendo in ginocchio gli impianti di molluschicoltura della Costa dei Trabocchi. A lanciare l’allarme sono Maurizio Di Pietro, presidente dell’organizzazione di produttori (Op) Acquacoltori della Costa dei Trabocchi, e Franco Ricci, presidente del Flag Costa dei Trabocchi, che chiedono un incontro urgente alla Regione Abruzzo per poter valutare possibili interventi a sostegno degli operatori.

Come riferito dal presidente della Op, infatti, negli impianti delle imprese aderenti al consorzio e dislocate nel territorio compreso tra Ortona e Vasto, i danni sono già ingenti e irreversibili. «Finora abbiamo già perso l’intero prodotto adulto, pari a 7.000 quintali di mitili, e circa l’80 per cento del novellame, pari a 10.000 quintali che avrebbero generato 30.000 quintali di prodotto adulto», rivela Di Pietro. «Continuando così, entro settembre avremo perso l’intero seme e questo significherà dover ripartire praticamente da zero, come se avessimo appena aperto gli impianti, con la raccolta dei prodotti per il commercio che non avverrà prima del 2026. Siamo davvero disperati».

All’origine della morìa delle cozze e del seme che poi, crescendo negli impianti, produrrebbe nuovo prodotto adulto, le condizioni meteorologiche nella stagione estiva 2024, caratterizzata da mucillagine e temperature elevate e prolungate nel tempo delle acque marine, che hanno raggiunto i 30 gradi, producendo anossia, ossia assenza di ossigeno, nei tessuti dei mitili e provocandone la morte.

A questo, si è aggiunta la siccità che ha causato uno scarso apporto idrico proveniente dai fiumi e, di conseguenza, una forte riduzione della disponibilità di nutrimento per i molluschi bivalvi costituito da fitoplancton e particellato organico. «Queste condizioni hanno determinato un forte stress e stato di sofferenza dello stock di molluschi in allevamento», prosegue Di Pietro. «Il fenomeno è iniziato già dal mese di luglio, provocando morìe di mitili in allevamento con una progressione crescente in maniera esponenziale. Tale situazione ha generato inevitabili ripercussioni sulla capacità di commercializzazione del prodotto adulto allevato e pronto per essere commercializzato. In queste ultime settimane, si è aggiunto il fenomeno dell’indebolimento del bisso (che tiene ancorate le cozze alle superfici) e del conseguente distacco dei mitili, dovuto presumibilmente al perdurare delle temperature elevate, con conseguente perdita totale del prodotto in allevamento».

Ma la preoccupazione principale è legata al novellamente da mettere a dimora, che rischia di non essere disponibile e, anche nel caso in cui resistesse, «sarebbe comunque un’operazione rischiosa se non inutile data la costanza delle condizioni meteo che non ne consentirebbe la sopravvivenza. Situazione che, di fatto, mette in serio pericolo la possibilità di avviare la produzione del prossimo anno».

Per questa ragione, l’organizzazione di produttori, supportati dal Flag Costa dei Trabocchi, ha inviato una nota al presidente della Regione Abruzzo, Marco Marsilio, all’assessore regionale alla pesca, Emanuele Imprudente, ma anche all’Arta, all’ITC-CNR, alla Direzione Marittima di Pescara e alla Capitaneria di porto di Ortona, chiedendo un incontro urgente «per verificare e stabilire al più presto i provvedimenti da adottare, anche allo scopo di avviare processi amministrativi in grado di riconoscere lo stato di difficoltà degli operatori e mettere in campo interventi a sostegno del settore», come si evidenzia nella nota.

Tra le soluzioni lanciate dal consorzio e dal Flag Costa dei Trabocchi: il riconoscimento dello stato di calamità, l’individuazione di forme di indennizzo diretto o la rateizzazione degli importi dovuti al fisco e agli enti previdenziali (tasse, contributi, iva, concessioni demaniali, ecc), sia arretrati che futuri, almeno per i prossimi due anni. E ancora, si chiede alle istituzioni di adoperarsi con gli istituti bancari, affinché consentano una moratoria sui mutui accesi dagli imprenditori del settore.




MISS ABRUZZO 2024, LA FINALISSIMA A GIULIANOVA

Piazza del Mare ospita la tappa conclusiva del tour di Miss Italia per la regione

Giulianova, 20 Agosto 2024. Giulianova ospiterà la finalissima di Miss Abruzzo per Miss Italia. In Piazza del Mare, domenica 25 agosto a partire dalle ore 21:30, le reginette di bellezza che hanno superato selezioni e finali regionali si giocheranno la chance ultima. Una sola di loro diventerà Miss Abruzzo 2024.

Tutte le finaliste regionali (foto allegata in oggetto), sotto elencate, andranno a rappresentare la nostra regione alle prefinali nazionali di Numana (dal 4 al 7 settembre).

Alla serata parteciperà la Miss Abruzzo uscente, l’aquilana Siria Di Giacomo. Queste le finaliste regionali:

Ludovica Cretone Miss Rocchetta Abruzzo Eletta a Basciano

Giulia Federici Miss Miluna Abruzzo Eletta a Celano

Giorgia De Feo Miss Eleganza Abruzzo Eletta a Capistrello

Gabriella Di Meo Miss Sorriso Abruzzo Eletta a Roccacasale

Francesca Compagno Miss Sport Givova Abruzzo Eletta a Campli

Alessandra De Luca Miss Framesi Abruzzo Eletta a Tortoreto

Annapaola Armando Miss Cinema Abruzzo Eletta a Tortoreto

Le miss di ogni regione (quindi Miss Abruzzo, Miss Marche ad esempio) faranno parte del gruppo delle quaranta che poi seguiranno l’accademia di Miss Italia per una settimana. L’organizzazione è affidata all’agenzia Pai di San Benedetto del Tronto esclusivista per Abruzzo e Marche di Miss Italia a condurre la finalissima sarà il giornalista e conduttore Alex De Palo.