LETTERA AI GIOVANI

Mons. Lorenzo Leuzi: Siate coraggiosi protagonisti

Cari giovani,

la mia lettera vi giunge poche ore prima della celebrazione del quarantesimo anniversario della mia ordinazione sacerdotale, domenica 2 giugno.

Non è mia abitudine parlare delle mie esperienze personali.

Tuttavia ci sono eventi che possono essere condivisi per proseguire con più entusiasmo nelle scelte che ogni giorno siamo chiamati a compiere.

Medico o sacerdote?

Una domanda che desidero affidare a ciascuno di voi per non aver paura di chiamare per nome le strade che possono aprirsi davanti a noi.

Molte volte si cade nel dualismo: una strada buona o una cattiva?

Non sempre è così! Non dovrebbe mai essere così.

Le strade possono essere buone, ma devo scegliere quella che può sostenere la costruzione della comunità nella quale mi trovo.

È una verifica che ci permette di conoscere i talenti che possediamo!

È un percorso forse un po’ impegnativo.

Ma è la via per non cadere nella tentazione del: mi piace!

Se il mi piace non è accompagnato dal desiderio di servire la comunità nella quale mi trovo, e che mi sollecita ad essere presente, può diventare un boomerang!

Molti sono delusi perché hanno seguito il mi piace – I like!

Con voi desidero condividere la domanda del mio papà: se puoi fare tanto del bene come medico, perché vuoi diventare sacerdote?

È la domanda che mi ha aiutato ad accogliere e scoprire le esperienze che stavo vivendo: nella Parrocchia e nella mia città.

Avevo compreso che nella chiamata al sacerdozio potevo servire ancora di più la mia comunità, mettendo a frutto quanto avevo acquisito e ricevuto.

Cari giovani,

oggi tutti si lamentano delle difficoltà che l’umanità sta vivendo. Ma nessuno ha il coraggio di invitare tutti ad essere partecipi della vita della comunità nella quale viviamo.

Tutti sono per il mi piace! I like!

Ma il Signore ci chiama non perché il suo progetto debba ricevere il mio I like, ma perché ho scoperto che Lui si fida di me!

È la più grande responsabilità che ci possa essere affidata.

Insieme camminiamo per scoprire la strada che il Signore ha preparato per ciascuno di noi, sviluppando i nostri talenti che, accolti con Lui, sono un grande dono per tutti.

Ai maturandi vorrei ricordare che nel giugno 1974, cinquant’anni fa, ho sostenuto gli esami. Una bellissima esperienza.

Non era la conclusione di un percorso, ma l’inizio di una nuova esperienza di preparazione a quanto il Signore piano piano mi stava indicando.

E poi la grande scelta: medico o sacerdote?

Cari giovani,

vi auguro di superare la tentazione dell’I like e di guardare avanti con fiducia, certi della presenza accanto a voi del Risorto e della Chiesa.

Siate coraggiosi protagonisti di scelte progettuali che aprono il vostro cuore e la vostra mente alle attese della comunità.

Sarete per tutti un grande dono!




INFIORATA COLIBRÌ

L’Amministrazione Comunale augura buon lavoro agli infioratori del Colibrì. La manifestazione, per il secondo anno consecutivo, porterà arte e colori in corso Garibaldi nel giorno del Corpus Domini.

Giulianova, 1° giugno 2024. Si avvicina la festività religiosa del Corpus Domini e, con lei, l’ Infiorata del Circolo Colibrì in corso Garibaldi. Torna infatti il 2 Giugno, la bella iniziativa promossa e curata dall’associazione giuliese, la seconda, dopo quella, apprezzatissima dello scorso anno.

Quando mancano solo tre giorni alla ricorrenza, il Sindaco Jwan Costantini e l’ Amministrazione Comunale, augurano dunque buon lavoro all’associazione Colibrì, ai maestri infioratori Barbara Monaco e Gianni Tarli, a tutti i volontari, e ringraziano per aver messo a disposizione il loro tempo ed un’enorme dose di costanza e pazienza.

La riconoscenza dell’ Amministrazione Comunale e della Città va anche e soprattutto ad Ambra Di Pietro ed Egidio Casati, ideatori e anima del Circolo Colibrì, che ancora una volta dimostrano di saper fare tanto per le popolazioni africane, ma di essere anche profondamente legati alla nostra città.

Il tema dell’ Infiorata, quest’anno, è quello della santità al femminile. I soggetti scelti sono infatti donne che hanno dato una straordinaria testimonianza cristiana, ma che sono state anche capaci di trasformare la società del loro tempo, spesso opponendosi a luoghi comuni e prassi consolidate.

Il programma:

Sabato 1° giugno:

17:00 Accoglienza dei gruppi partecipanti

18:00 Inizio della lavorazione dei tappeti floreali

18:30 Santa Messa

19:30 Adorazione Eucaristica in Duomo

23:30 Reposizione

Domenica 2 giugno:

07:00 Conclusione della lavorazione dei tappeti

08:00 Esposizione dei quadri floreali

18:30 Messa solenne in piazza Buozzi

19:30 Processione del Corpus Domini




MuNDA – ENTRATA GRATUITA

2 giugno per la Festa della Repubblica

L’Aquila, 31 maggio 2024. Il  2 giugno, in coincidenza con la prima domenica del mese, il Mic celebra la Repubblica italiana con l’ entrata gratuita nei musei e  parchi archeologici statali.

“Con il voto del 2 giugno 1946, il primo a suffragio universale maschile e femminile, gli Italiani scelsero la Repubblica. Questa festa è il momento in cui celebriamo i valori condivisi, al di là delle diverse legittime posizioni”  secondo la dichiarazione del Ministro Sangiuliano.

Il Museo Nazionale d’Abruzzo a L’Aquila  sarà aperto nelle due sedi con i consueti orari:

-MuNDA – via Tancredi da Pentima, di fronte alle 99 cannelle orario 8.30/19.30. Ultima entrata ore 19.00. La Sala francescana è stata  allestita  temporaneamente con 14 disegni provenienti dalla donazione di un collezionista privato, in memoria di Carmela Gaeta, in dialogo  con i sette dipinti su tela di Giulio Cesare e Francesco Bedeschini delle collezioni del MuNDA. Questo permetterà la manutenzione straordinaria delle opere che erano esposte nella Sala francescana   in previsione della loro futura esposizione negli spazi restaurati del Castello cinquecentesco. L’esposizione è corredata di stampe tattili 3D con descrizioni fruibili tramite QrCode e Braille e di due video realizzati in occasione della mostra, appena conclusa, “ Giulio Cesare e Francesco Bedeschini. Disegno e invenzione all’Aquila nel Seicento” da Altair4 Multimedia.

-Il Mammut  al Castello Cinquecentesco orario 9.30/18.30. Ultima entrata ore 18.00.

In occasione del 70° dal ritrovamento del Mammut, oltre alla mostra documentaria nel Bastione Est che ripercorre le fasi della scoperta con foto e video d’epoca si è provveduto, tramite formazione del personale AFAV curata dai funzionari del Museo, a fornire un servizio di accompagnamento didattico disponibile per chi volesse accostarsi, per  una maggiore conoscenza, a questo protagonista eccezionale di 1.3000.000 anni,  reperto importantissimo  della preistoria italiana.

Prenotazione obbligatoria per gruppi costituiti da più di 20 persone all’indirizzo e-mail mn-abr.urp@cultura.gov.it




ASPETTI STORICO-ETNOGRAFICI DELLE ARTI PER VIA

[Contributo di Franco Cercone, Aspetti storico-etnografici delle “arti per via”, pubblicato in AA.VV. “ARTI E MESTIERI PER VIA”, Fast Edit, Ascoli Piceno 2007.]

(ndr: Qui viene proposto il contributo nella versione integrale e completa rispetto alla pubblicazione del 2007)

Alla fine di settembre, scrive F. Longano nel suo Viaggio per lo Contado del Molise (1788), i paesi molisani “restano spopolati d’uomini, i quali al pari dei pastori calano anch’essi nella Puglia coll’esercitare diverse arti, come di ferrai, di falegnami, agrimensori, scarpai, scoppettieri, fabbricatori, tavernai, fornai, scalpellini, pesatori di lana ecc.”.

Anche per l’allievo del Genovesi non si esaurisce con quelli citati il novero delle arti e dei mestieri, decisamente più numerosi, che sono alla base delle esigenze dei gruppi umani, spesso così variegate e particolari da superare la più accesa fantasia, come appunto i velestrièri (balestrieri) esperti nel bonificare i prati dalle talpe e di cui parleremo in seguito. È un argomento decisamente affascinante quello dei mestieri o delle Arti per via, sul quale è intervenuto di recente anche S. Russo con un lucido saggio dal titolo Montagne e pianura nel Mezzogiorno adriatico (secc. XVII-XIX) ed in cui le ‘Arti per via’ sono viste anche come scambio di attività e servizi particolari fra le popolazioni montanare dell’Appennino e quelle dell’entroterra costiero adriatico.

Questo interscambio di specializzazioni ha modo di manifestarsi fra Abruzzo e Capitanata nell’ambito dell’attività allevatoria. Secondo il Russo la transumanza, a fronte dei circa 30.000 pastori “al servizio nel Tavoliere dei locati abruzzesi, molisani, della Basilicata e del Principato Ulteriore” costituiva un fenomeno di ristretta dimensione rispetto per es. a quello della discesa in Puglia delle numerose ‘compagnie’ di mietitori, che erano state precedute da quelle dei seminatori.

Sicché N. M. Cimaglia poteva affermare nel suo Saggio Della natura e sorte della coltura delle biade (Napoli 1790) che “in Capitanata un popolo ara e semina, un popolo diverso miete, e un altro trebbia”. Questa cultura della mobilità, legata all’esercizio di diverse arti, trova dunque proprio nei tratturi un proscenio ideale che permette una loro nitida identificazione.

 Queste arterie erbose non erano percorse solo dai pastori, che a loro volta si trasformano nelle varie locazioni in ulteriori specialisti come i caciai, bassettieri, fiscellari, tosatori (quest’ultimi diventati così rari da venir reclutati oggi dagli allevatori abruzzesi e molisani in Nuova Zelanda ed Australia), ma da tanti “artieri”, esperti nei più diversi campi e capaci di soddisfare in una collettività i bisogni che diventano sempre mutevoli con l’inesorabile trascorrere del tempo.

Fin dal periodo romano le persone che svolgevano lo stesso mestiere appaiono organizzate in speciali corporazioni dette Collegia e tali erano in periodo medievale le Arti, associazioni riunite di norma in una Confraternita, regolate da “Statuti” e composte da artigiani che svolgevano spesso la medesima attività in una via che da loro prendeva appunto il nome.

La toponomastica delle città antiche ha tramandato spesso i nomi di tali attività, come per es. a L’Aquila, dove esiste tuttora la Via degli Scardasseri, le maestranze appunto che erano addette alla cardatura della lana con lo scardasso, attrezzo con cui secondo una leggenda agiografica fu martirizzato San Biagio e diventato in seguito attributo iconografico del Santo.

In passato tali “congreghe professionali” avevano per lo più la loro “sede sociale” presso le chiese più rappresentative della città. A Sulmona per es. la confraternita dei calzolai aveva la propria sedenella Chiesa della SS. Annunziata ed era riunita nella “Congrega del Corpo di Cristo”.

Tali congreghe o “pie associazioni laicali” svolgevano secondo una diffusa costumanza in Italia   una preminente quanto importante attività sociale e dato che si è fatto cenno all’attività calzaturiera va ricordato che a Venezia la Confraternita dei calzolai aveva la propria sede a Campo San Tomà e proprio in un sacro edificio in cui, secondo la tradizione, San Marco aveva guarito un calzolaio islamico, convertitosi in seguito al cristianesimo.

Vi sono attività per le quali parlare di mero artigianato può sembrare tuttavia alquanto riduttivo.

Quando si parla infatti di orafi, ebanisti o di altri mestieri che si apprendono comunque in una bottega posta per via, ci riferiamo ad attività decisamente rilevanti dalle quali scaturiscono spesso dei veri e propri capolavori. Pertanto solo un “tono psicologico”, come sostiene B. Croce, può erigersi a metro di giudizio fra arte ed artigianato. Così per soffermare la nostra attenzione a tre particolari aree quali il Piceno, l’Abruzzo ed il Molise, vi sono delle località come per es. Agnone, Sulmona, Pescocostanzo, Scanno, Guardiagrele e la stessa Ascoli Piceno le quali hanno toccato nel settore dell’oreficeria livelli di massima espressione artistica. Non meno preziosi risultano nel campo dell’ebanisteria alcuni reperti venuti alla luce in una villa romano-bizantina sita presso il Casino Vezzani, in tenimento di Ortona a Mare, e risalenti al VII- VI secolo. Essi sono conservati oggi nel magnifico museo bizantino realizzato nel Castello di Crecchio (Ch.) e ci testimoniano l’eccezionale valore artistico raggiunto dai Collegi lignarii, la cui attività  viene ereditata e proseguita in periodo medievale dalle Congreghe degli ebanisti che realizzeranno, specie nell’Italia centrale, pulpiti, cori, organi ed altri arredi lignei civili e chiesastici considerati oggi (si pensi per es. alle opere di Ferdinando Mosca di Pescocostanzo) dei veri e propri capolavori.

Altri settori in cui l’artigianato di bottega (per mutuare una felice espressione del Croce) assurge a livelli artistici sono quelli del ferro battuto e della ceramica. Capolavori in ferro battuto si rinvengono come è noto a Pescocostanzo, dove un artigiano locale – così narra una leggenda del luogo – aveva scoperto nel XVIII secolo una particolare erba che riusciva addirittura a piegare il ferro! Pertanto, sull’architrave della sua modesta bottega fece scolpire il motto Etenim non potuerunt mihi, che tuttora si può ammirare sulla facciata del piccolo edificio, posto sulla sinistra della scalinata che porta alla magnifica Collegiata.

Grande rilevanza assume in Abruzzo l’attività della ceramica, di cui Paolo Toschi individua in un lucido saggio (Pagine abruzzesi, L’Aquila 1970) due anime, perché “dalla semplice fornace del vasaio rurale si passa a forme più perfezionate di artigianato vero e proprio”, con singoli vasi o “servizi” composti da più pezzi, prodotti nelle botteghe di Faenza e Castelli, località quest’ultima dove operano forti personalità appartenenti alle famiglie dei Grue, dei Fuina, dei Gentili e dei Cappelletti cui si devono veri e propri capolavori nell’arte figulina.

La ceramica d’uso, o come scrive il Tosti “la ceramica rustica” è una attività che predomina in tutto il regno di Napoli e soprattutto nei centri marittimi della Campania. Soffermando lo sguardo nell’area abruzzese-molisana, quella che in tale sede maggiormente interessa, va rilevato come fossero ancora importanti negli Anni Sessanta del secolo scorso alcuni centri di produzione di ceramica d’uso, come per es. Palena, Anversa degli Abruzzi, Torre dei Passeri ed altre località molisane fra cui Campobasso e Guardia Regia, dove persistono oggi aziende familiari di pentolari nelle cui botteghe si producono tegami rustici di creta, modellati in torni ancora azionati con i piedi.

Il segreto della sopravvivenza di queste aziende familiari risiede proprio nella produzione delle cosiddette terraglie, ampiamente utilizzate oggi come recipienti da cucina. L’arte sta riprendendo vigore sia per la diffusa convinzione che i tegami di coccio siano più igienici rispetto a quelli metallici, sia perché la gastronomia tradizionale ne prescrive obbligatoriamente l’uso per i brodetti di pesce e per la cottura dei legumi.

Queste due anime della ceramica, quella rustica e quella artistica, sono state ben evidenziate dal Toschi, il quale sottolinea nel saggio in precedenza citato come in Abruzzo, Molise e Campania (in quest’ultima Regione la produzione delle “terraglie da cucina” è assai rilevante a Camerota) si passi oggi “dalla semplice fornace del vasaio rurale, di antica tradizione, a forme più perfezionate di artigianato vero e proprio, industrialmente attrezzato”.

Caratteristica appare nei vasai rurali la produzione di particolari oggetti votivi, come i campanelli (per la ricorrenza per es. di Sant’Egidio,1° settembre) ed i fischietti, oggetto di approfonditi studi da parte di Vito Giovannelli, il quale ha evidenziato come quest’ultimi fossero prodotti anche a Castelli ed anzi alcuni tipi in particolare, come quelli “bitonali”, risultano simili ai fischietti rinvenuti in alcune tombe della necropoli di Campovalano.

 Fino a tempi recenti esistevano in Abruzzo centri specializzati nella produzione di tali oggetti, come per es. Anversa degli Abruzzi e Nocella, frazione di Campli. Così Luigi Braccili, nel saggio Arti e mestieri in Abruzzo (1988), scrive che gli abitanti di Nocella venivano chiamati addirittura i figli della creta. L’aspetto cromatico permette spesso, come avverte P. Toschi, di individuare il luogo di produzione delle ceramiche. Così quelle di Palena si distinguevano per brillantezza di smalti e vivacità di colori. Inoltre, la decorazione era sempre a fiori o gruppi di fiori stilizzati, “dipinti con rozzo pennello e talora a goccia con un pezzetto di spugna sostenuto da una cannuccia”. Le forme più in uso sono i boccali trilobati, versione moderna degli antichi oinokòe, fiaschette, borracce piatte o “a ciambella”.

Siamo di fronte ad una diversa destinazione d’uso di tali prodotti, rispetto alle ceramiche di Castelli, nelle quali sottolinea il Toschi i colori predominanti sono il giallo, il turchino e il verde, mentre il rosso appare nel corso dell’Ottocento.

Rispetto all’umile ceramica di Palena o Guardia Regia, quella di Castelli sembra aver privilegiato la produzione di “servizi” non destinati per il costo elevato ai ceti indigenti. Ne fanno fede i reperti recentemente esposti ed appartenenti al Museo Ermitage di San Pietroburgo, dove Piatti, Albarelli, vasi – soprattutto quelli da farmacia – fungono da cornice a rappresentazioni floreali di grande respiro. Ciò spiega il motivo per cui sia svanito dall’orizzonte dei vasai castellani l’interesse per una particolare arte come quella delle statuine destinate ad animare la scenografia ed il paesaggio dei presepi. In questo particolare settore dell’arte figulina emerge la figura di un singolare artista di Pacentro, Giuseppe Avolio, cui si deve la produzione di figure femminili colte nelle caratteristiche fogge di vestire delle diverse località peligne. Si tratta di documenti etnografici di primaria importanza, delle vere e proprio “foto a colori” ante litteram e disperse purtroppo fra le varie collezioni appartenenti a privati e ad antiquari, sicché non sono pochi gli studiosi che si augurano di poter ammirare un giorno queste statuine in una mostra da organizzarsi eventualmente nella Cattedrale di Chieti, dove è conservato appunto il presepe Valignani risalente alla seconda metà del ‘500. Nelle statuine, riproducenti fedelmente le fogge di vestire femminili di diverse località peligne, G. Avolio mette in risalto ove possibile anche gli ornamenti muliebri d’oro o di corallo, come per es. “orecchini a navicella, odorini e fialette per profumo, anelli di fidanzamento (detti testoni) … e i finissimi lavori di filigrana”, tipologie ben evidenziate e studiate da E. Mattiocco e A. Gandolfi in Ori d’Abruzzo.

I paesi molisani di origine “schiavona” sono quelli in cui ancora oggi si conserva la tradizione della tessitura a mano fatta su telai di legno. I prodotti (coperte, stuoie, tappeti rustici ecc.) si contraddistinguono per la vivacità dei colori e la peculiarità dei disegni che animano ad onor del vero anche le coperte realizzate a Taranta Peligna e Sulmona.

Una particolare attività artigianale, che quando è bel tempo viene esercitata sugli scalini d’ingresso alle abitazioni e pertanto può essere ascritta fra le arti per via, è quella del merletto a tombolo, mai svanita in Italia e diffusa ovunque da Burano alla Sicilia. Studi e ricerche hanno messo a fuoco particolari aspetti di quest’arte antica e per quanto concerne l’area abruzzese-molisana gli esperti parlano di “pizzi e merletti a tombolo di Isernia, di Scanno, di Pescocostanzo, di merletti aquilani” ecc. nei quali sono messi in evidenza caratteristiche con toni spesso da blasone popolare.

A Napoli in particolare i merlettai formavano nel corso della seconda metà del ‘500 una categoria prestigiosa di artigiani, organizzati in Arte e titolari di una Cappella a Santa Marta.

Una efficace descrizione dei vari tipi di merletti (detti pezzille), fra cui quelli cosiddetti “a dieci fuselli”, si rinviene nel poemetto “Micco Passero ‘nnamurato”, di G. Cesare Cortese (Napoli 1638) e qualche studioso, come per es. A. Cirillo-Mastrocinque, propende nel saggio Usi e costumi a Napoli nel ‘600 per il fenomeno di monogenesi e dunque di diffusione di tale arte anche a Napoli:

 “Il merletto – sottolinea la storica napoletana – arriva a Napoli in tutte le sue espressioni e per vie diverse, ma i fuselli passano per quelle d’Abruzzo, dove nel XVI secolo una colonia di merlettai veneti avrebbe iniziato all’arte gli abitanti di Pescocostanzo, creando un primato regionale che dura ancora oggi”.

Più che un fenomeno di monogenesi e diffusione, l’arte del merletto sembra risalire per altri studiosi al fenomeno contrario di poligenesi ed evoluzione, che riguarda anche altri importanti aspetti della cultura materiale. Si pensi per es.- dato che abbiamo avuto modo di farne cenno in precedenza – alle conche di rame, che possiedono ciascuna una particolarità stilistica (conca laziale, abruzzese ecc.) e la cui funzionalità scompare con la costruzione in tutti i paesi delle reti idriche, le quali in Italia si possono considerare ultimate intorno agli Anni Sessanta del secolo scorso.

 È un argomento questo decisamente importante e collaterale all’artigianato dei nostri giorni: molti oggetti d’uso sono ancora prodotti oggi come un tempo nelle botteghe ed esposti en plein air, ma la loro antica destinazione d’uso è stata per così dire stravolta, dando luogo a quel complesso fenomeno socioeconomico che G. Profeta e V. Lanternari chiamano di “transfunzionalità” degli oggetti d’uso e del quale occorre necessariamente far un breve cenno.

 La transfunzionalità degli oggetti d’uso

 Come si è detto in precedenza le arti e i mestieri si estrinsecano nell’espletamento di servizi, si pensi all’arrotino, allo spazzacamino ecc., oppure nella produzione di una vasta gamma di oggetti d’uso. Molti di essi, dalle conche di rame ai ferri da stiro a carbone, per tacer dei piatti grandi di ceramica rustica, sono oggi assai richiesti ma per usi diversi da quelli tradizionali. Esposti anche per via in botteghe che vendono oggetti simili ma ormai prodotti in serie, essi hanno perso la loro originaria destinazione d’uso ed a causa di un fenomeno chiamato come si è detto di “transfunzionalità” vengono utilizzati oggi per lo più a scopo di arredamento.

 Così le antiche ceramiche rustiche pendono oggi alle pareti al posto di quadri, mentre cornici di vario materiale racchiudono merletti a tombolo non più destinati al ruolo di centrotavola.

Le conche di rame sono diventate portaombrelli o vasi per fiori, i vecchi ferri da stiro a carbone oppure i bracieri di rame si sono trasformati in soprammobili o fioriere, fino agli scaldaletto che maliziosamente chiamati un tempo “Zi préute”, sono adibiti a contenitori di noci e castagne.

Questo mutamento della destinazione d’uso, fenomeno interessante ma poco studiato, caratterizza anche il settore del ferro battuto, che soprattutto  in Abruzzo e Molise vanta rinomati centri come Chiarino (Teramo), Penne, Agnone, Pescocostanzo ecc. ed ha trovato  un nuovo  quanto insperato incremento produttivo nello sviluppo edilizio dei centri turistici montani, nei quali gli appartamenti  vengono arredati con suppellettile per lo più in ferro (sono sempre presenti ovviamente gli alari nel camino)  ed arredi vagamente ispirati a modelli rustici, nel tentativo di personalizzare l’ambiente e sottrarlo alla monotonia ed allo squallore degli oggetti prodotti in serie. Si affacciano a nuova vita anche i canestri, oggi ovunque prodotti ed adibiti talvolta a portariviste, ma anche a funzioni naturali come porta-frutta e verdure.

L’arte dei canestrai era ed è tuttora assai diffusa nel mondo rurale, specie dove è agevole approvvigionarsi di vimini o di canne. Le località che vantano una antica tradizione nel settore sono numerose in Abruzzo ed in Molise è famosa Riccia (Campobasso), dove sussistono maestranze esperte nel rivestire di corde vegetali gli enormi recipienti fittili destinati alla conservazione del vino.

Il Braccili ricorda nel saggio in precedenza citato i “canestrari’ di San Vincenzo Valle Roveto e sottolinea che “con i canestri le donne abruzzesi effettuano ancora oggi l’antico rito dei donativi, cioè l’offerta votiva delle primizie dei campi fatta in modo professionale nelle ricorrenze religiose,

soprattutto nei mesi di maggio e giugno.

 Nel regno di Napoli: antichi “mestieri per via”

Nei suoi “Documenti per la storia, le arti e le industrie delle Province Napoletane” (Napoli 1883-1891) G. Filangieri ci ha lasciato una fondamentale opera sugli antichi mestieri per via ancora presenti non solo a Napoli ma anche nelle Province dell’ex regno. Mestieri strani, talvolta paradossali e comunque preposti a soddisfare esigenze della collettività, arti che sfuggono – come scrive E. Variali in un lucido saggio dal titolo Mestieri e mestieranti. Gli ambulanti di Napoli (Napoli 2003) – ad ogni tentativo diretto ad elencarli o classificarli. Tuttavia per la loro straordinaria particolarità vogliamo far cenno ad alcune di tali arti per via iniziando proprio con i barbieri ambulanti, eredi di quei tonsores romani che non esercitavano l’arte nella tonstrina (oggi diremmo nel “Salone”) ma lungo i vicoli urbani, come dice appunto Marziale, richiamando clienti da pelare con il classico grido: tonsor!.., ripetuto più volte. Nei centri più importanti delle varie ‘Province Napoletane’ il barbiere ambulante era accompagnato spesso dalla moglie, quando costei esercitava l’arte della capéra, cioè della parrucchiera, dei cui servizi approfittavano non solo le “popolane” ma anche le donne del ceto borghese fino agli inizi del ‘900.

Particolare era a Napoli il mestiere del chiagnazzàro, ancora in auge nella prima metà del ‘900, un personaggio che dietro una modesta somma di denaro si recava nei cimiteri a “piangere sulle tombe dei cari estinti”. In Abruzzo e Molise questo compito era affidato fino alla metà del secolo scorso a gruppi di donne, “lamentatici pubbliche ed eredi dell’antica arte delle prefiche, le quali avevano anche il compito di “raccontare” coram cadavere i fatti più salienti della persona morta.

La narrazione degli episodi della vita del defunto avveniva in forma scomposta, lamentevole e con lo strappo apparente dei capelli, non disgiunta dall’atto fittizio di graffiarsi il viso. È l’antico modo di urlare la morte, quasi per esorcizzarla, dentro la dimora dell’estinto e cancellato solo in tempi recenti da un sommesso pianto sciolto nelle fredde camere mortuarie dei nostri ospedali, dove non si può per sopravvenute convenzioni sociali “lamentare la morte”.

Mestieri strani, dicevamo, che sorgono tuttavia in funzione dei bisogni dell’uomo e pertanto appaiono sempre mutevoli sul proscenio della storia, adattandosi alle continue esigenze dei tempi che ne determinano la nascita ma anche la fine. È il caso per es. del portatore d’acqua, felicemente colto da F. Palizzi su un mulo carico di botti e da A. Carracci mentre trasporta sulle spalle due tinozze di legno (Acquarolo d’acqua). Il mestiere dell’acquarolo è ancora presente nei primi anni del ‘900 a Napoli, come dimostra una Cartolina di B. Cascella, ed è particolarmente prezioso lungo l’Appennino, dove fin dal medioevo la costruzione di castelli o castra è condizionata dalla presenza nelle vicinanze di sorgenti d’acqua. A Pratola Peligna l’unico “liquido” a disposizione del ceto rurale, prima della costruzione della rete idrica, era il vino e con esso si lavavano i bambini appena nati, donde la credenza sovrastrutturale che il bagno con il vino fortificasse i neonati.

Altro tipico “artiere” era l’ombrellaio di Secinaro, che a tale specializzazione sommava altre due attività, quelle di accomodare gli “ingegni” (cioè le chitarre per maccheroni, chiamate soprattutto nel Chietino carrature) e risanare tegami e piatti di coccio lesionati, mediante una particolare cucitura fatta con ferro filato dolce. Fra le particolari arti per via vanno ricordate quella degli ‘mpagliasegge, mestiere esercitato anche da donne, come si evince da uno splendido disegno di Filippo Palizzi, e quella dei costruttori dei famosi “ddu bbotte”, cioè gli organetti gioviali e villerecci: grandi protagonisti un tempo delle feste sull’aia, in questi ultimi tempi sono oggetto di grande attenzione anche da parte degli studiosi di strumenti musicali. Costruiti un tempo ad Atri, Casoli ma anche in altre località molisane, la loro produzione è oggi notevolmente aumentata e si registrano in occasione di manifestazioni estive anche gare che vedono la partecipazione soprattutto di giovani, affascinati dal suono di questo particolare strumento.

Laltro suono è stato il titolo di una trasmissione radiofonica sulle musiche etniche, assai in voga qualche lustro fa, la cui sigla musicale era costituita da un brano suonato appunto da una zampogna. Lo strumento evoca automaticamente alla nostra memoria il periodo natalizio e le novene davanti alle edicole votive, ben raffigurate dal Pinelli. Lo strumento, come sappiamo, è molto antico e ne parla addirittura Esiodo (IX- VIII sec. a. C.) ne “Le Opere e i Giorni”. In Abruzzo si rinviene raffigurato lungo il fregio della facciata della Chiesa della SS. Annunziata (quella del XIV sec.), in una statua lignea del Museo Nazionale a L’Aquila ed in un quadro cinquecentesco conservato nella Chiesa di San Franco, ad Assergi.

Scapoli, in Prov. di Isernia, viene riconosciuta come centro importante di fabbricazione a livello artigianale della zampogna e sulla storia di questo straordinario strumento, insegnato oggi nei Conservatori musicali, vi sono fondamentali lavori fra cui vanno segnalati: M. D’Alessandro-V. Giovannelli e A. Piovano, La zampogna in Abruzzo (Pescara 2003) e V. Giovannelli, La zampogna zoppa negli Abruzzi (Pescara 2004). Le citate opere, cui vanno aggiunti i due volumi di M. Gioielli dal titolo “La zampogna. Gli aerofoni a sacco in Italia” (Isernia 2005), stanno rilanciando decisamente l’importanza del “bucolico” strumento, utilizzato da Brahms in alcune sue notissime composizioni.

Strani mestieri

Se soffermiamo la nostra attenzione sulla voce Mestieri, contenuta nell’Indice della fondamentale opera di G. Profeta, “Bibliografia della cultura tradizionale del popolo abruzzese” (L’Aquila, 2005), si resta sorpresi dalla mole incredibile delle attività esercitate talvolta con grande inventiva per soddisfare i bisogni dei singoli o della collettività, sempre mutevoli in rapporto ai tempi.

Se alcuni mestieri, come per es. quello dell’arrotino, del calzolaio, dell’ombrellaio ecc., rientrano nel concetto di Arti e mestieri per via, ve ne sono altri, più specialistici, che sono stati sempre esercitati nel chiuso di umili botteghe, come quelle dei sarti, dei barbieri, delle tessitrici, degli orafi, falegnami e via dicendo, con la partecipazione di alcuni elementi della famiglia e con discenti attivi in bottega per “imparare l’arte”.

E’ la piazza tuttavia che offriva nei giorni di mercato una rassegna straordinaria delle arti e dei mestieri più vari e che costituiva – come scrive G. Brandozzi – “uno straordinario palcoscenico anche per l’ingegnosa sopravvivenza del proletariato urbano”, fatta fino a qualche secolo fa di venditori di pozioni medicamentose, di indovini che facevano estrarre a pappagalli addomesticati ‘la pianeta’ o la cosiddetta ‘sorte’, cantastorie ecc. i quali riuscivano spesso a carpire al mondo rurale buona parte del guadagno ricavato dalla vendita dei prodotti dei campi.

Quali fossero nel regno di Napoli e nello Stato della Chiesa queste “perfide arti per via, che facevano impallidire persino i venditori di almanacchi come il Barbanera di Foligno, sono quelle indicate in quegli straordinari documenti etnografici che sono appunto i Sinodi Diocesani.

Ve n’è uno in particolare, celebrato nel 1715 dal vescovo di Valva e Sulmona, Bonaventura Martinelli,nella Cattedrale di Sulmona e pubblicato due anni dopo a Roma sul quale va spesa qualche parola. Fra le prime Arti ad essere condannate dal vescovo troviamo quelle esercitate da “malefiche fattucchiere”che vanno in giro vendendo polveri ritenute capaci di effetti straordinari, come l’impotentia  generandi, o di causare “damnum notabile”’ a persone, animali (fattura semplice oppure ‘a morte’) ed alle stesse messi sui campi. Vengono poi le persone che esercitano l’arte di predire il futuro, quelle che speculano sulla “vana lucri thesaurorum prurigine”, vendendo bastoni ritenuti capaci di scovare tesori nascosti e coloro che esercitavano (con probabile allusione ai Sandomenicari o Sanpaolari) l’attività di immunizzare con particolari rituali le persone dal morso ofidico, particolarmente temuto nel mondo rurale.

Insomma, nessun aspetto del vasto e complesso mondo magico-religioso sfugge alla attenta analisi e condanna del vescovo B. Martinelli. Ma nel mondo rurale i bisogni insorgenti e l’esigenza di soddisfarli erano così numerosi e straordinari che il Filangieri non esita a definirli “impossibili dal ben enumerarli”. Si pensi per es.- come già accennato – ai cosiddetti velestrièri (balestrieri) di Villalago (L’Aquila) e di Montenero Valcocchiara (Isernia), esperti nel bonificare i terreni pascolativi dalle dannose talpe mediante particolari trappole costituite da “balestre di canna secca” che scoccavano sottilissime ma mortali frecce di canna. V’erano poi i costruttori di arche, composte da doghe di faggio ed assemblate senza l’uso di chiodi, in modo da essere composte e scomposte agevolmente e facili da essere trasportate sulle vetture, termine con cui si indicavano non le attuali automobili ma animali da trasporto come asini e muli. Gli arcari lavoravano per via ma essenzialmente ai margini dei boschidi faggio e della loro attività ci parla fra’ Serafino Razzi nei suoi Viaggi in Abruzzo, allorché nel 1575 sosta a Farindola (Pescara), le cui maestranze erano specializzate nella costruzione di tali ingegnose madie, utili per la conservazione del grano, del pane e dello stesso corredo femminile.

Le arche, come si apprende da Francesco Longano nel suo Viaggio per lo Contado del Molise venivano costruite anche a Guardia Regia (Campobasso) ed una loro descrizione dettagliata non disgiunta dalle molteplici finalità d’uso si deve ad A. Clementi nel Saggio dal titolo L’organizzazione demica del Gran Sasso nel Medioevo (L’Aquila 1991). Queste particolari “madie”, che poggiano su “quattro piedi”, costituiscono uno dei tanti esempi di inefficienza amministrativa regionale con cui vogliamo concludere queste nostre note sulle Arti e mestieri per via.

 Vi sono infatti alcuni manufatti artigianali destinati a non tramontare mai ed a sfuggire all’oblio cui il tempo tenta di condannarli. È questo proprio il caso delle arche, i cui pochi esemplari superstiti sono gelosamente custoditi dai loro proprietari ed adibiti ancora oggi alla conservazione del pane o del tovagliato di casa.

Questi “reperti” – per mutuare un felice pensiero del De Saussure – sono paroles che meritano di essere reinserite nella nostra langue, la quale deve prevederne la medesima ed antica destinazione d’uso. Ma nessun progetto è stato presentato a tal riguardo da paesi montani abruzzesi o molisani agli Organi Comunitari Europei, i quali costantemente stanziano fondi diretti al recupero di tali attività produttive. La povertà di idee non ha diritto a versare lacrime ed a lamentare l’inesistenza del lavoro. Pertanto, non tutte le Arti per via vanno viste come attività del passato, da dimenticare o considerare irripetibili: infatti alcune di esse possono essere reinserite con profitto nella nostra società grazie al ‘carattere di perennità’ insito in alcuni elementi naturali, come appunto il legno, il ferro e la ceramica, mediante i quali l’uomo ha segnato mirabili tracce del suo passaggio nel difficile sentiero della storia.              

Franco Cercone




IL VESTITO BUONO

Pescara, 31 maggio 2024. Mentre piazza Sacro Cuore acquisisce ogni giorno di più la sua nuova forma, in un deposito di Montesilvano si accumulano le pietre di Luserna che prima la lastricavano. I materiali possono essere recuperati, se di valore, e la nostra pietra pregiata è pronta per una nuova commercializzazione e nuova vita.

La pratica di recupero è lecita, ma la domanda è: quanto è stato opportuno?

Materiale di pregio è stato cambiato con nuove betonelle, utilizzando i fondi del PNRR, azione 5, del Ministero dell’interno, per la coesione sociale, e per l’occasione si è modificata l’intera piazza.

I fondi del PNRR che sono stati usati sono fondi che normalmente sono per le periferie, ma qui sono stati impiegati di fatto per ricambiare ancora una volta la pavimentazione della nostra cara Piazza. Era opportuno?

La pavimentazione della piazza in pietra Luserna era stata realizzata circa 15 anni fa. In alcuni punti era ammalorata, ma si potevano fare benissimo degli interventi mirati di risanamento. Gli alberi di leccio erano in vita, si potevano curare e far sì che avessero nutrimento e acqua e le famose cure colturali per farli riprendere adeguatamente nelle grandi aiuole di circa 700 mq.

Ma si è deciso di utilizzare quei fondi per le periferie e rifarci il vestito nuovo, quando quello che avevamo era buono e di pregio, come dimostra la rimessa in vendita del materiale. Un po’ come dire che abbiamo nostro figlio con le carie, e il denaro che avremmo speso per la cura, assolutamente necessaria, l’abbiamo invece utilizzata per tinteggiare la casa. Era opportuno?

Si dice che è stato fatto per la mitigazione all’isola di calore, ma come già raccontato, la cementificazione delle grandi aiuole, l’eliminazione quindi della continuità del sistema suolo-alberi-arbusti, di fatto ha peggiorato la situazione, essendo l’indice di cementificazione maggiore.

Ci dicono che questo cemento e anche le betonelle sanno fare pure il caffè, ma niente compensa il sistema suolo-albero-evapotraspirazione che abbiamo perso. Dicono “tanto paga il PNRR”, ma non dicono che in fondo ci fanno solo lo sconto, visto che il 70% è a nostro carico.

Amministrare significa essere responsabili di quello che si ha, per il bene della collettività. E così cari cittadine e cittadini, per chi vuole, ora abbiamo addirittura l’occasione di comprarci un pezzettino del nostro salotto buono, la pietra Luserna che avevamo già pagato a suo tempo, ma volete mettere che soddisfazione ora poterla portare a casa!




TORNANO I PESCATORI DI FRODO sulle coste teatine

Nuovo blitz della Guardia Costiera di Ortona

Ortona, 30 maggio 2024. Tre pescatori subacquei, privi di qualsiasi tipo di autorizzazione, sono stati multati la notte scorsa dalla Capitaneria di porto di Ortona per pesca di ricci di mare in zone vietate e con attrezzature non consentite.

 L’attività è stata appositamente pianificata dopo che, a partire dalla scorsa settimana, diversi cittadini avevano segnalato presenze sospette, durante la notte, sul litorale compreso tra Punta Ferruccio e Lido Ricco. Facendo raccolta di informazioni, ed a seguito di vari appostamenti in borghese, i militari della Guardia costiera sono riusciti ad individuare dapprima due individui a terra – risultati essere poi i pali della “banda” -, e successivamente un sub, con tanto di luce notturna, in acqua, in attività di pesca. Dopo una paziente attesa, i marinai della Capitaneria sono usciti allo scoperto proprio mentre i tre sospettati erano intenti a caricare su un autoveicolo, parcheggiato a ridosso della spiaggia del Lido Riccio, il bottino della serata: due ceste con oltre 1500 ricci di mare. I tre soggetti, una volta identificati, sono risultati essere volti noti, recidivi in tali violazioni, e provenienti da regioni del sud Italia. Le sanzioni, in questo caso, vista anche la recidiva dei soggetti, ma anche l’ingente quantitativo di ricci prelevato, sono state ben due, per un importo complessivo di oltre 17.000 euro. I ricci, poiché ancora vivi, sono stati subito rigettati in mare mentre l’attrezzatura da sub, anch’essa sequestrata, sarà con buona probabilità avviata a confisca definitiva.

Purtroppo, l’arrivo della bella stagione ha riproposto quella che sta diventando una presenza fissa per le coste abruzzesi: scorribande di pescatori abusivi che depredano i fondali marini da specie ittiche particolarmente richieste dal mercato, come i ricci ed i polpi, e la cui presenza è sempre più messa a repentaglio dalla spregiudicatezza con cui, ormai da anni, vengono prelevate senza alcun discrimine.

Il blitz della notte scorsa, infatti, segue di qualche settimana quello messo a segno pochi chilometri più a sud dai militari dell’Ufficio circondariale marittimo di Vasto, che aveva portato al sequestro di circa 60 kg di ricci di mare appena pescati sul litorale di Casalbordino.

Le attività illecite rilevate ieri destano particolare preoccupazione oltre che per la tutela delle specie ittiche e dell’ambiente marino, anche per la sicurezza fisica degli avventori: la zona dove sono stati colti in flagrante i subacquei, infatti, è una zona totalmente interdetta a qualsiasi attività poiché interessata a nord, dalla presenza del cantiere per il ripascimento del lido Riccio, ed a sud dalla presenza di fenomeni franosi; a tale ultimo riguardo, oltre all’ordinanza di interdizione del Comune di Ortona per rischio frana, proprio ieri è stata emanata dalla Capitaneria di porto di Ortona l’ordinanza n. 62/2024, reperibile sul link  http://www.guardiacostiera.gov.it/ortona/Pages/ordinanze.aspx , per assicurare anche in mare un’adeguata fascia di interdizione a tutela di bagnanti, pescatori e diportisti.




DUEMILA STUDENTI A PESCARA

Grande entusiasmo per la Cerimonia d’Apertura della finale di Atletica Leggera

Pescara, 30 maggio 2024. C’è ancora negli occhi di tutti la magia delle fasi salienti della Cerimonia d’apertura delle Finali Nazionale delle Competizioni Sportive Scolastiche di Atletica Leggera su pista e Atletica Leggera su pista Paralimpica, per la scuola secondaria di I e II grado. Uno spettacolo unico che la splendida cornice del teatro del Mare a Pescara, ieri, ha reso ancora più fascinoso.

La manifestazione ha avuto il suo abbrivio con il corteo aperto della Banda Musicale Città di Cerratina che ha aperto la sfilata delle bandiere della Fidal, CIP, Competizioni Scolastiche, Italia, prima del Gonfalone comune di Pescara e dalle Bandiere della pace portate dai volontari del Volta, Marconi e Manthonè. La banda dell’associazione musicale i colori del pentagramma fa capo alla Banda Musicale Città di Cerratina Pescara nata ai primi del Novecento. Attualmente ha un organico diversi elementi, in gran parte formatisi nei Conservatori e Licei musicali di Pescara e Teramo.

È partita, allora, la parata delle 21 delegazioni con bandiera regionale più cartelloni, scortate dallo staff di Educazione Fisica Abruzzo e brandite dagli alunni delle regioni.  Così in ordine: Basilicata, Provincia autonoma di Bolzano, Calabria, Campania, Emilia-Romagna, Friuli-Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Lombardia, Marche, Molise, Piemonte, Puglia, Sardegna, Sicilia, Toscana, Provincia autonoma di Trento, Umbria, Valle d’Aosta, Veneto, Abruzzo. Con l’arrivo davanti alla Nave di Cascella, i conduttori, Ada Di Ianni e Paolo De Carolis hanno dato annuncio d’ inizio dello svolgimento della sfilata, dopo un saluto generico al numeroso pubblico presente.

Intanto, davanti allo stabilimento “Lido beach”, i bambini delle quinte elementari si sono compattati per serrare il corteo mettendosi dopo la regione Abruzzo. Il corteo, debitamente filmato dalle telecamere presenti e con le immagini riflesse sul ledwall di Palco ok, Palco mobile, si è fatto ammirare lungo il lungomare accompagnato dalla musica della banda. Un’onda di suoni ed emozioni che ha travolto tutti.  A questo punto è entrato in scena il coro I.C. Pescara 8, della dirigente Michela Terrigni. Il coro “InCanto“ è un  coro scolastico pluripremiato; fa parte dell’IC8 di Pescara ed è formato da alunni di quinta di scuola primaria e da alunni di prima, seconda e terza media. Essendo parte di un Istituto ad indirizzo musicale, spesso i ragazzi partecipano a manifestazioni pubbliche, anche in altre regioni italiane che li ha messi nella comoda posizione di calcare i palcoscenici più importanti d’Italia.

Tanto per citare qualche esperienza va ricordata quella del 2018 col Premio Nazionale Paolo Borsellino e con l’Orchestra di ragazzi disabili Magicamusica che gli è valso il secondo posto  nel programma televisivo Tu sì che vales. C’è stato, allora, spazio per una nutrita rappresentativa delle classi V delle scuole primarie della provincia di Pescara, partecipanti al percorso didattico ludico-motorio per le classi IV e V delle scuole primarie (progetto “Giochi della gioventù”) IC10, IC5, IC3, IC SILONE Montesilvano, IC2, IC Spoltore. Le classi V si sono fermate sotto il palco per eseguire una breve coreografia, testimonianza della nuova visione dello sport nella scuola, che vede la scuola primaria come punto di partenza necessario al processo motorio. A seguire esibizione di saluto delle classi v elementari dei seguenti istituti comprensivi: IC10, IC5, IC3, IC Silone Montesilvano.

È stato dato, allora, il saluto alle autorità presenti:

  Massimiliano Nardocci, Direttore ufficio scolastico regionale;

• Carlo Masci, Sindaco di Pescara;

• Carlo Cantales Consigliere Nazionale Fidal;

• Lorenzo Sospiri Presidente del Consiglio Regionale Abruzzo;

• Mario Quaglieri Assessore allo sport Regionale;

• Stefania Ardini Vice Questore di Stato;

• Patrizia Martelli Assessore allo sport Comune di  Pescara;

• Giulia Salvatori Funzionaria Ufficio Politiche Sportive del MIM;

• Roberta Bonaccorso Funzionaria Ufficio Politiche Sportive del MIM;

• Enzo Imbastaro Presidente CONI;

. Prof Francesco Bizzarri dell’Università dell’Aquila;

• Renato Di Rocco Vicepresidente Mondiale Ciclistica;

 • Domenico Scognamiglio      Dirigente sport e salute;

• Adamo Scurti, consigliere comunale di Pescara della 4^ Commissione: sport e servizi, Presidente Commissione Consiliare Pescara Futura.

Sul palco, subito dopo, si è presentato il gruppo Modern della scuola di danza asd energy di Roseto degli Abruzzi, con la direzione artistica di Mafalda Suppa con una coreografia davvero efficace e coinvolgente.

Dopo i lunghi applausi sono stati chiamati, per i saluti di rito: Massimiliano Nardocci, Carlo Masci, Mario Quaglieri e Carlo Cantales, accompagnati dal coordinatore regionale di educazione motoria, fisica e sportiva d’ABRUZZO, prof Antonio Passacantando. Nella circostanza è stata data lettura alla lettera inviata dall’On. Paola Frassinetti, Sottosegretaria di Stato per l’Istruzione e il merito: “I miei saluti e ringraziamenti al Direttore Generale dell’Ufficio Scolastico regionale d’Abruzzo, Massimiliano Nardocci, al Coordinatore di Educazione Fisica e Sportiva, Antonello Passacantando e a tutti i dirigenti e docenti coinvolti per l’organizzazione di questa importante iniziativa.  Anche se non posso essere presente di persona alla cerimonia di apertura della “Finale Nazionale delle Competizioni Sportive Scolastiche di Atletica Leggera”, desidero fare un augurio speciale a tutti gli studenti che prenderanno parte alle gare che si svolgeranno in questi giorni a Pescara”.

Il palco poi ha dato spazio all’ I.C. Buonarroti Ripa Teatina e Torrevecchia Teatina diretti dalla prof.ssa Serna Capista Titolo Coreografia: “Wildest Dreams” Di Taylor Swift.

E, con la giusta enfasi, finalmente, è stato annunciato l’arrivo della fiaccola dal mare. Gli alunni designati si sono recati sulla spiaggia per creare un corridoio di bandiere in mezzo al quale passerà la fiaccola. In attesa dell’evento clou, viene proposto uno spettacolo di stringente attualità. “Sappiamo che nel 2023 le vittime di femminicidio sono state 120. La coreografia che la rappresentativa danza sportiva i.c. Corropoli – Colonnella – Controguerra ha presentato, sulle note di Bagdad-liturgia, presenta il messaggio di donne che, da vittime, diventano artefici del proprio destino; anime preziose che, dalle ceneri di vite spezzate e consumate da uomini deboli e incapaci di amare, rinascono forti e piene di vita attraverso il coraggio di chiedere aiuto. La docente che ha curato la coreografia è  Selene Di Pietro.

Maria Parente e Alice Ciancarelli del 3 I indirizzo linguistico dell’istituto di istruzione superiore Ovidio (Sulmona) hanno eseguito una coreografia sulle note di danza Kuduro. Il pezzo rappresenta iconicamente la felicità, la spensieratezza l’arte della danza come modo per divertirsi e stare bene con sé stessi. Insegnante che si è occupata della coreografia è Sonia Indiciani.

Ed ecco, dopo la trepidante attesa, la fiaccola dal mare. Arriva la canoa con le luci del tramonto che rendono l’immagine più toccante. La torcia è portata da due tedofori: Umberto Di Bonaventura che arriva dal mare, si tratta del Presidente del comitato regionale canottaggio, nonché presidente del circolo canottieri “La Pescara” che in questo anno festeggia cento anni di attività. Un sodalizio che ha visto tra i soci, Gabriele d’Annunzio, il Vate che, per l’occasione, coniò uno dei suoi motti più riusciti: Arranca!”.

Con lui Donato Chiavatti per l’ultimo sprint, ex atleta di livello nazionale nel mezzofondo con una carriera sportiva invidiabile. Negli anni ha ricoperto diversi incarichi federali in Abruzzo e, nel periodo dal 2001 al 2012, è stato componente lo staff tecnico del settore maratona della nazionale italiana. Persona autorevole, ex docente di educazione fisica nella scuola e attualmente titolare della cattedra di atletica leggera nella facoltà di scienze motorie Università d’Annunzio Chieti-Pescara. Il tedoforo, passando per il corridoio di bandiere, si è diretto sul palco piccolo, dove è stato posizionato il tripode. Qui vengono invitati i rappresentanti degli atleti e dei giudici per il giuramento solenne (2 alunni e 2 giudici), insieme al Direttore scolastico regionale Massimiliano Nardocci e al Coordinatore regionale Antonello Passacantando. 

Contemporaneamente l’IC 8 Pescara ha preso posizione sul palco per cantare l’inno nazionale. Letto il giuramento, c’è stato in raccoglimento, all’alza bandiera effettuato da Renzo Suppo.

E, mentre il tedoforo ha acceso il tripode, il direttore scolastico regionale ha annunciato l’apertura ufficiale delle Competizioni Sportive Scolastiche. A quel punto è scoppiata la festa con circa 2000 studenti, sulle note dei più celebri balli di gruppo, si sono lanciati in un caleidoscopico e sincronico movimento coreutico che ha convolto anche il passante più refrattario.  




PREMIO AMBASCIATORE PUCCINIANO NEL MONDO

Ai maestri Jacopo Sipari di Pescasseroli e Abigeila Voshtina. Debutto con successo per il soprano napoletano Anna Pirozzi in Madama Butterfly e per il giovane mezzosoprano nel ruolo di Suzuki Valentina Pernozzoli

Pescara, 30 maggio 2024. Le sorprese di Butterfly per Jacopo Sipari di Pescasseroli: Anna Pirozzi ed Eva Golemi sul palcoscenico dell’Opera di Tirana per le celebrazioni dei 120 anni del capolavoro di Giacomo Puccini, con le scene dello storico Festival di Torre del Lago e la regia di Manu Lalli. Menzioni per lo Sharpless di Armando Likaj e gli archi dell’orchestra. La delegazione dell’ Associazione degli Amici del festival Puccini presente in Albania ha nominato il direttore abruzzese Ambasciatore Pucciniano nel Mondo, unitamente alla Sovrintendente Voshtina

Doppio cast a Tirana sul palcoscenico del Teatrit Kombëtar të Operas, Baletit dhe Ansamblit Popullor guidato dalla violinista Abigeila Voshtina, per i 120 anni della Madama Butterfly di Giacomo Puccini, evento di una stagione interamente dedicata al centenario del compositore. Un debutto speciale, quello di Anna Pirozzi, che ha inteso lanciare la sfida ad un ruolo che ha nella minuziosità del pittoresco, nella leggerezza e nei preziosismi musicali, unitamente a temi carichi di simbolismi tragici, morte e maledizione, le caratteristiche del primo atto, con una scrittura orchestrale in continua ascesa,  che eleva l’intensità emotiva dell’opera a livelli mai raggiunti, punteggiata dall’incedere delle arie verso un picco emotivo: il tipico inizio esitante, le frasi frammentate che precedono il crescendo verso una fiamma inestinguibile,  in uno stato pathico che sa di amore e morte, la voce che ha da intraprendere una lunga ascesa, per librarsi e porre l’anima a nudo.

Butterfly ha da trasformarsi da bambina a donna dinanzi agli occhi del pubblico, dimostrando di avere la capacità di autodeterminazione, quando rifiuta la proposta di matrimonio del principe Yamadori, fino a scegliere l’estremo sacrifizio per salvare il proprio onore, assicurando un futuro senza ombre al proprio figlio. La linea d’ombra, attraverso una felice intuizione registica di Manu Lalli, è stata costruita sull’attesa, la veglia, la musica dell’intermezzo. Ci si arriva attraverso l’idea base della Lalli che accosta Butterfly, la casa, l’amore, alla natura, svelando un giardino lussureggiante, con piante, alberi e fiori naturali, finanche le lucciole, popolato dalle amiche geishe di Butterfly e da lei stessa, non lontane dalle fanciulle-fiore tra il Wagner del Parsifal e da quel Proust della versione ultima della Recherche, ove le fanciulle-fiore non compaiono, ma tutta la grande scena Charlus-Jupien che “apre” Sodoma e Gomorra fa riferimento al mistero della fecondazione dei fiori.

Il ritorno della realtà e il ritorno dell’io, lascia dietro sé debolezze e sogni, come un sole che al crepuscolo definisce meglio i contorni, disegni vasti, ironici e dolenti, scolpente mediante una scrittura colma di strazio e di gelo, in orchestra, l’intera bellezza e potenza delle due forze che. in un contrappunto costante guidano le vicende degli esseri: il dolore e l’oblio, che lasceranno campo alla morte, essendo venuto meno proprio il desiderio, che è parte e forma della potenza stessa della Natura, dell’energia eternamente rinnovantesi della rinascita. Le fanciulle-fiore sono bendate di nero, sono ormai cieche e non possono che “venir-meno”  a causa dell’abbandono, dell’assenza, della cura, dello sposo. “Troppa luce è di fuor, e troppa primavera” intima Butterfly a Suzuki.

Il finale pensato per il teatro all’aperto di Torre del Lago, con il coro disposto come nella tragedia greca, che giudica e denuncia, non solo violenza e sopraffazione contro le donne, contro diverse etnie, ma anche ogni focolaio di guerra, schiavitù e occupazione, guardando Pinkerton che vede come noi tutti lo Jigai, sotto una luce bianca, senza ombre, un gesto che tra le note riecheggia sin dall’inizio dell’opera, eliminando, così, ogni velo, ogni paravento, che fin lì aveva fatto procedere la regia per negazione, sottrazione, allusione, anticipo, rimando. L’orchestra del teatro di Tirana, in particolare riguardo la sezione degli archi, con fiati belli nei loro suoni a solo, ma senza preziosismi di amalgama in assieme, fa il doppio alla “casetta che obbedisce a bacchetta”, quando sul podio sale Jacopo Sipari di Pescasseroli, il quale è riuscito ad entrare in empatia con due Butterfly ben diverse per voce, interpretazione scenica, gestualità: Anna Pirozzi ed Eva Golemi.

Soltanto chi ha fatto propria l’opera in ogni sua singola nota e indicazione può riuscire in un’impresa, che non è certo quella di adattarsi al volere e al sentire della due protagoniste, ma di portare entrambe a fondersi al proprio  snodo interpretativo e comunicativo. Il soggetto di fuga a quattro voci che apre l’opera è risultato meccanismo ben oleato alla prima, giusta sintesi dell’intera opera, mentre nella replica ha preso un po’ la mano al direttore, quasi a schizzare quel fumetto che era nelle intenzioni del compositore nei due atti originali, poi rivisti, quella casa a soffietto funzionale, pratica, che Butterfly crede di controllare, ma dalla quale sarà poi sopraffatta completamente.

Anna Pirozzi, voce imponente, ampia e umbratile, nel I atto possiamo rimproverarle un solo neo, canta e ne fa sfoggio, spiegando al vento il suo splendido strumento, soverchiando l’orchestra e ipnotizzando anche il direttore al quale piace far “uscire” il suono della sua formazione, notazione, questa, che diviene poi un punto più che positivo e in ascesa nel secondo atto, passando per l’aria principe “Un bel dì vedremo!” con l’esplosione su di un morir, che esplode di desiderio e amore, fino al finale, quel “Tu piccolo Iddio”, sette tu, sette spade, come una Madonna, ultimo bagliore in un cielo di morte. Eva Golemi è la perfetta Butterfly di “Vogliatemi bene di un bene piccolino”, giocata nella leggerezza dei movimenti codificati della geisha che implora amore da Pinkerton, stando praticamente dietro il vetro della verità, poiché lei che ha sempre “venduto” amore, ora ne è vittima.

La gioca per intero al contrario della Pirozzi con filati sugli acuti, assecondati in pianissimo dall’orchestra. Tra i due Pinkerton che sono stati posti a fianco delle due Butterfly, ovvero Klodjan Kaçani per il primo cast, che al debutto ha dimostrato qualche indecisione, alla sua sortita, e Zi Zhao Guo per il secondo, che è entrato bene, ma solo scenicamente, nel personaggio scanzonato e irridente dei costumi orientali, entrambi pur dotati di squillo e luminosità, non sono stati affatto convincenti per volume. Su entrambi i cast ha dominato in assoluto il baritono Armando Likaj il quale ha prestato le sue lodevoli risorse allo Sharpless della prima, uno stilista vocale dalla pronuncia scultorea, impotente portatore di pietas sin dalla sua apparizione, calandosi in un personaggio di estrema raffinatezza, mentre cambi di registro e non certo fluida emissione abbiamo riscontrato nell’altro console, Solen Alla.

Due rare voci le Suzuki Ivana Hoxha e Valentina Pernozzoli, quest’ultima un talento campano, alla corte della Donata D’annunzio Lombardi, sono riuscite  ad amalgamarsi con le voci e l’interpretazione delle due protagoniste. A completare il cast i due Goro, venuti fuori dal coro, quali  Roel Liupa e per il secondo cast Andi Istrefi, ancora voci verdi, mentre due i nomi anche per lo zio Bonzo, Genc Vozga e Bledar Domi, bene in ruolo e ancora,  il principe Yamadori Erlind Zeraliu, mentre Kate Pinkerton è stata Simona Kerafili, Erion Sheri, quale commissario imperiale, Ogert Islami l’ufficiale di registro e i due Dolore, Drin Pulashi, Etual Uruçi,  quindi, la cugina, Elda Koçibelli, la Madre, Majlinda Laska, la Zia, Sofika Kola e Yakusidé, Metin Jupe. Standing ovation per tutti soprattutto dai celebrati critici in sala un Michele Dall’Ongaro, già premio Puccini, letteralmente incantato e Sabino Lenoci, direttore de’ L’Opera, intervenuto assieme al regista Davide Garattini. Nella replica celebrativa dei centoventi anni del successo pieno della Madama Butterfly il Maestro Jacopo Sipari di Pescasseroli è stato insignito, unitamente alla sovrintendente Abigeila Voshtina del titolo di Ambasciatore di Puccini nel Mondo dal direttivo dell’ Associazione del festival Pucciniano.

“Sono molto onorato di aver ricevuto – ha rivelato commosso il Maestro Sipari – questo prestigioso riconoscimento, insieme ad Abigeila Voshtina, perché sono nato nel teatro all’aperto di Torre del Lago, proprio con questa opera e stasera l’ho diretta con grandi voci e ad agosto torno al festival Puccini per i centoventi anni del volo di questa partitura. Ho da ringraziare il vicepresidente Paolo Spadaccini e il direttore generale Franco Moretti che da sempre mi sostengono e supportano in ogni mia proposta”.




RIPARTE LA BICIPATTINATA ADRIATICA

La manifestazione, quest’anno alla tredicesima edizione, è nata nel 2011 per sensibilizzare cittadini e istituzioni sulla necessità di una mobilità più sostenibile e per il completamento del tratto Marchigiano-Abruzzese della Ciclovia Adriatica. Previste partenze da nord (San Benedetto del Tronto) e da sud (Francavilla al Mare), con tappe in tutti i Comuni attraversati e arrivo a Roseto degli Abruzzi.

Roseto degli Abruzzi, 29 maggio 2024. Riparte la Bicipattinata Adriatica, manifestazione nata quattordici anni fa da un gruppo di appassionati della mobilità ciclistica per portare all’attenzione delle istituzioni le tematiche relative alla mobilità ciclistica.

Negli anni, anche grazie alle centinaia di partecipanti e al costante lavoro portato avanti, in ambito nazionale e locale, dalle associazioni aderenti, tra le quali la FIAB – Federazione Italiana Ambiente e Bicicletta – e il WWF, molto è stato fatto per il completamento dell’infrastruttura ciclabile costiera abruzzese ed è di questi giorni la notizia dell’appalto del ponte ciclopedonale sul fiume Tronto, che unirà finalmente i percorsi ciclabili di Marche e Abruzzo.

Resta, però – dichiara il presidente FIAB Teramo Gianni Di Francesco – ancora molto da fare, in quanto la ciclovia Adriatica, nel tratto Abruzzese, presenta ancora diverse interruzioni e criticità, e non risulta percorribile da tutti gli utenti in bici o sui pattini, in quanto spesso ha un fondo inadatto o dimensioni inadeguate. Manca, inoltre, a livello regionale, una chiara strategia sulla mobilità ciclistica.

Un appuntamento importante, quindi, quello del 2 giugno, per tenere alta l’attenzione sul tema, tant’è che quest’anno, oltre alle associazioni che, tradizionalmente, collaborano all’organizzazione, anche l’UNITEL – Unione Nazionale Tecnici Enti Locali è tra i promotori.

Come tecnici dei Comuni e delle Province abbiamo a cuore la mobilità ciclistica – dichiara Raffaele Di Marcello, presidente regionale Abruzzo dell’UNITEL – straordinario strumento di pianificazione dello spazio pubblico. La bicipattinata è l’occasione per porre all’attenzione di colleghi e amministratori degli Enti Locali la necessità di ripensare le nostre città nel segno dell’accessibilità universale, dando spazio alle persone prima ancora che alle infrastrutture”.

Infrastrutture, quindi, e servizi, per ciclisti e utilizzatori di mezzi per la micromobilità, come i pattinatori, che anche quest’anno arriveranno numerosi da tutta Italia, grazie alla collaborazione di Pescara Pattini che ha inserito l’evento, insieme ad un’altro gemello che si terrà sulla Costa dei Trabocchi il primo giugno, nel circuito del PPUG – Pattiniamo l’Italia, inserendola nel calendario ufficiale del raccordo di utilizzatori di piste pattinabili distribuito in tutta Italia sia in versione cartacea che digitale.

Ma la mobilità ciclistica è anche rispetto dell’ambiente, come ricorda Dante Caserta, del WWF Italia “tredici edizioni di una manifestazione come la Biciclettata Adriatica, organizzata da soli volontari, è un grande risultato. E il successo che ha raccolto in tutti questi anni è la prova che c’è una richiesta, da parte di tanti, di rafforzare la mobilità sostenibile, non solo per finalità turistiche, ma anche per contrastare l’inquinamento atmosferico e le emissioni di gas climalteranti. Andando a lavoro o a scuola con la bicicletta possiamo contribuire concretamente a combattere il cambiamento climatico. Oltre a fare un po’ di sana attività sportiva all’aria aperta!”.

L’appuntamento è, quindi, per il 2 giugno prossimo, in sella alla bici o con i pattini ai piedi; ognuno potrà percorrere tutto il tragitto o un tratto più breve, per poi incontrarsi tutti a Roseto, dove ci sarà animazione e ristoro. Il ritorno potrà avvenire a bordo dei tanti treni regionali, molti dei quali attrezzati per il trasporto gratuito delle biciclette.




UNA LETTERA DAL FUTURO

Condividiamo con una certa emozione: la porta di ingresso sud del Parco lineare Castellamare

Pescara, 29 maggio 2024. Nuova Pescara – 15 settembre 2030: La Nuova Pescara celebra in questa giornata una decisione, presa ormai 7 anni fa, che ha trasformato radicalmente la vita dei cittadini e l’ambiente urbano della nuova città abruzzese, nata dall’unione di Pescara e Montesilvano nel 2027, in occasione del centenario della nascita del Comune di Pescara.

L’asse stradale noto anni fa come “strada parco”, oggi Parco lineare Castellamare, lungo 6 km e largo 10 metri, originariamente progettato per ospitare una filovia, è ora un vero paradiso per i cittadini della nuova città. La decisione di abbandonare il progetto della filovia e di potenziare l’uso pedonale e ciclabile ha portato a una serie di innovazioni che hanno valorizzato e riqualificato l’area in modi che nessuno avrebbe potuto immaginare sette anni fa.

Lungo i 6 km della parco lineare sono state realizzate sette magnifiche cupole geodetiche di vetro, ciascuna unica nel suo genere. Queste strutture innovative non solo hanno aggiunto un tocco estetico all’area, ma ora offrono spazi multifunzionali per attività ricreative, culturali ed educative. Ogni chilometro è caratterizzato da una cupola a tema diverso, una serra botanica, un planetario, un centro d’arte, una biblioteca multimediale, uno spazio per la musica, un museo della scienza e un’area dedicata alla storia locale. Questi luoghi sono diventati punti di ritrovo e di scoperta per cittadini di tutte le età.

Il piccolo corso d’acqua realizzato lateralmente per tutta la lunghezza dell’ex asse stradale, ha aggiunto un elemento di tranquillità e bellezza naturale. Questo ruscello, interrotto a tratti da stagni e fiancheggiato da piante acquatiche e piccoli ponti pedonali, contribuisce a migliorare la qualità dell’aria e a fornire un habitat per la ricca fauna locale, oltre ad offrire un piacevole sottofondo sonoro per chi passeggia o si rilassa nelle vicinanze.

La scelta di mantenere quest’area come spazio di mobilità attiva ha avuto impatti positivi sulla salute e sul benessere dell’intera cittadinanza. Gli spazi verdi, le aree pedonali e la presenza dell’acqua hanno favorito uno stile di vita più attivo e salutare, riducendo lo stress e migliorando il senso di comunità.

Questo progetto ha trovato perfetta sintonia con l’Agenda 2030 delle Nazioni Unite, un insieme di 17 obiettivi di sviluppo sostenibile definiti nel 2015 per promuovere la prosperità e proteggere il pianeta. La strada parco contribuisce direttamente a diversi di questi obiettivi, tra cui il benessere e la salute (Obiettivo 3), la qualità dell’istruzione (Obiettivo 4), le città e comunità sostenibili (Obiettivo 11), l’azione per il clima (Obiettivo 13), e la vita sulla terra (Obiettivo 15).

Un ulteriore valore aggiunto del progetto è stato l’impianto di 1.000 alberi lungo l’intero percorso. Questi alberi non solo hanno migliorato l’estetica del parco lineare, ma ora forniscono importanti servizi eco-sistemici: gli alberi assorbono CO2, contribuendo a mitigare i cambiamenti climatici, migliorano la qualità dell’aria filtrando inquinanti, forniscono ombra e raffreddamento naturale, riducono il rumore urbano e supportano la biodiversità offrendo habitat per molte specie animali. Inoltre, il verde urbano ha dimostrato di avere effetti positivi sulla salute mentale, riducendo lo stress e promuovendo il benessere psicologico.

La decisione presa nel 2024 di non realizzare la filovia si è rivelata vincente. Le scelte lungimiranti dele Amministrazioni comunali dell’epoca hanno dimostrato che è stato possibile coniugare sviluppo e sostenibilità, creando uno spazio che oggi rappresenta un modello per altre città in cerca di soluzioni innovative e rispettose dell’ambiente. Il parco Castellamare non è solo un percorso tra due ex città, ma un viaggio attraverso bellezza, cultura e benessere, che continuerà a essere apprezzato e amato per le generazioni future.

In conclusione, il trionfo della mobilità attiva sulla greenway segna un capitolo importante nella storia urbana di questa città, ricordando a tutti noi l’importanza di investire in progetti che migliorano la qualità della vita e preservano l’ambiente.

Questo progetto dimostra che un futuro sostenibile è possibile, e ciò che è diventata l’ex strada parco oggi è destinata a rimanere un simbolo di innovazione, comunità e benessere per gli anni a venire.

Radici inComune




LUCIA ANNUNZIATA A CHIETI

Con Manola DI PASQUALE al Ristofficina

Chieti, 29 maggio 2024. Il Partito Democratico di Chieti organizza un incontro elettorale in vista delle prossime elezioni europee del 8 e 9 giugno 2024. Il giornalista Carmine Perantuono intervista le candidate al Parlamento europeo Lucia Annunziata, giornalista, e Manola Di Pasquale, avvocato, mercoledì 29 maggio alle ore 18 presso il locale Ristofficina in via Erasmo Piaggio. Interverranno anche i candidati sindaci del centro sinistra dei comuni limitrofi, impegnati nelle elezioni amministrative.

Foto: lanotiziagiornale.it




NEL SEGNO DELLA SOSTENIBILITÀ

Il programma elettorale di Carlo Costantini per Pescara sud

Pescara, 28 maggio 2024. Carlo Costantini ha incontrato ieri pomeriggio, 27 maggio, i cittadini di diversi comitati di Pescara sud: Colle Breccia, Parco 8 Marzo, oltre a uno nuovo nascente preoccupato per i lavori di realizzazione della nuova entrata/uscita della circonvallazione sud a seguito dell’abbattimento dell’attuale tratto in sopraelevata, indubbiamente un detrattore ambientale che ha marcato in senso negativo il territorio a ridosso della Riserva Dannunziana per oltre 30 anni.

Tutta gente preoccupata perché dei progetti che questa Amministrazione sta mettendo in atto in questi anni a ridosso delle loro case non sa nulla, e lo scopre nel momento dell’arrivo dei cingolati, pronti con le loro benne a mettere in atto speciali operazioni in nome della ripresa e della resilienza targate, in modo ingannevole, Europa.

Operazioni speciali che l’Amministrazione Masci ha interpretato nel modo peggiore, ovvero del fare per fare, del fare per spendere, per non perdere i soldi, senza alcun dialogo con i destinatari presunti delle opere, sovrapponendo nuovi, e utili solo in alcune situazioni, servizi a servizi esistenti, altrettanto utili.

I casi di quelli sanitari e scolastici realizzati in sostituzione di aree verdi sono eclatanti: una scuola al posto di orti urbani in via Santina Campana, una scuola al posto di un’area verde in via della Fornace Bizzarri, una casa della comunità, un piccolo presidio sanitario, al posto del parco pubblico in via 8 Marzo, per citarne alcuni.

Tutte nuove opere che arrecano un grave danno significativo all’ambiente: il contrario del presupposto base che ogni progetto che usufruisca dei fondi del PNRR dovrebbe invece rispettare. Do not significant harm (DNSH): non arrecare danno all’ambiente: ma proprio nei progetti del Comune tutte le voci che chiedono come venga rispettato questo principio sono spuntate in senso di adesione allo stesso, per dire: “Noi lo rispettiamo l’ambiente”!

La gente ascolta Carlo Costantini che dice che si impegnerà per contrastare per quanto possibile la cancellazione dello spazio verde pubblico del Parco 8 Marzo, la cui manutenzione è incredibilmente a carico di alcune famiglie perché sia un bene di tutti. Una mamma, con la rotonda pancia di chi si appresta a vivere l’esperienza della maternità, dice che suo figlio si sbuccerà le ginocchia su quei prati fino a quando avrà 18 anni.

Un sindaco che ascolta i cittadini, seppur nella veste di candidato, è una cosa strana da queste parti, come in tante altre zone nella città, e la tensione della parola che rassicura e cerca il confronto emoziona ed è evidente.

I bambini e le bambine che giocano tra ulivi, platani, aceri, sul verde prato del Parco 8 Marzo, non sanno che i lavori delle nuove rampe di entrata/uscita della circonvallazione si stanno già mangiando un pezzo del loro territorio di crescita.

Difficile fermare un’opera già in corso, spiega Costantini, ma è possibile invece chiedere che  vengano realizzate grandi interventi di compensazione, in grado di mitigare il nuovo assetto sia fisico che funzionale di quel pezzo di territorio: alberi, siepi, arbusti, ma anche servizi sociali e di intrattenimento assenti nella zona, ma che non devono cancellare altri presenti, specie quelli ecosistemici della vegetazione e del suolo libero.

E poi un modo nuovo di intendere la mobilità, perché questo nuovo imbuto stradale non sia solo una intricata rete viaria di scorrimento automobilistico, ma spazio comune di tutte le utenze, specie quelle vulnerabili di pedoni e ciclisti di tutte le età, che oggi qui prevalgono e a cui va riservato uno spazio esclusivo e vitale.

L’ipotesi della fermata “Pineta” della futura metropolitana di superficie, dice Costantini, si inserisce a pieno titolo in questo scenario, che non può che essere di sostenibilità dei trasporti e che può essere perseguito agevolmente in brevissimo tempo.

La vicinanza della Riserva Dannunziana, con le sue drammatiche vicissitudini dovute ad una pessima performance pubblica dell’Ente gestore, paradossalmente la Giunta Comunale,  dovrebbero ispirare un approccio diverso al territorio, consentendo all’area protetta di allargarsi e di contaminare i suoi dintorni, a partire dalla rinaturalizzazione di Fosso Vallelunga fino ad una reinterpretazione naturalistica di Villaggio Alcyone, dalla collina fino al mare, come grande polmone verde di Pescara sud.

Radici inComune




L’EUROPA DEI DIRITTI UMANI

Studenti dell’IIS Ovidio a Strasburgo per la conclusione del progetto Erasmus

Sulmona, 28 maggio 2024.  Si è appena conclusa l’ultima mobilità per gli studenti dell’IIS Ovidio, protagonisti del progetto Erasmus Simulations des plaidoiries à la Cour Européenne des Droits de l’homme.

Ragazzi e ragazze che hanno coronato l’impegno di tre anni di attività con un incontro davvero speciale alla Corte europea dei diritti umani di Strasburgo. Ad accoglierli, nella sala dei seminari, sono stati, in collegamento, il Giudice italiano della CEDU, Raffaele Sabato, e, in presenza, la magistrata Eleonora Monserrat Pappalettere. Dopo una breve visita, il gruppo composto da 10 docenti e 31 studenti si è riunito per presentare il progetto, la cui attività centrale è stata la simulazione di arringhe alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo su vari tipi di discriminazione.

La professoressa Emanuela Cosentino, referente progetti internazionali del Polo Liceale Ovidio, che ha organizzato quest’ultima mobilità, ha presentato i coordinatori dei sei licei partner  (Francia, con le città di Dunkerque e Villefranche-de-Rouergue), Bulgaria, Romania, Portogallo) e ha annunciato gli interventi dei due studenti, Vittoria Antonetti e Ritachiara Gorlero della classe 5 IL del Liceo Linguistico G. Vico, che, a nome dei compagni, hanno voluto condividere alcune riflessioni e fare il bilancio dell’esperienza. Nei due interventi, molto apprezzati dai presenti, è emersa piena soddisfazione per un progetto che ha visto gli studenti in prima linea nella difesa dei diritti umani.

“In un momento storico in cui il mondo è caratterizzato da divisioni e conflitti”, sono state alcune delle parole di Vittoria “è più importante che mai ricordare e riaffermare l’importanza della cooperazione e della comprensione reciproca. L’Erasmus è un esempio lampante di come i giovani possano unirsi al di là delle frontiere e delle differenze culturali per creare un futuro migliore per tutti”.

“Grazie all’Unione Europea, per aver reso possibile questa straordinaria opportunità”, ha aggiunto Ritachiara. “Senza il suo sostegno e il suo impegno costante nel promuovere l’istruzione e lo sviluppo giovanile, non avremmo avuto l’opportunità di vivere un’esperienza così significativa. L’UE dimostra da sempre un’attenzione profonda e autentica verso le aspirazioni dei giovani cittadini europei, offrendoci l’opportunità di esplorare, imparare e crescere insieme, abbattendo i confini e i pregiudizi. Il nostro legame va oltre il semplice sostegno finanziario. È un legame di fiducia e di solidarietà, grazie al quale ciò che prima era solo speranza ora diviene realtà”.

La riunione è proseguita con interventi di approfondimento dei due relatori, che hanno messo in rilievo il funzionamento della Corte e delle varie istituzioni. In particolare, sabato ha parlato di recenti casi discussi dalla Corte e legati al complesso dei cambiamenti climatici. Tra questi la sentenza che, lo scorso 9 aprile, ha portato alla condanna della Svizzera per non aver preso le misure necessarie per mitigare gli effetti dei cambiamenti climatici in violazione dell’accordo di Parigi sul clima del 2015. Alla fine della conferenza sono stati consegnati i premi per le due migliori arringhe: al Lycée Beauregard de Villefranche di Rouergue e al Lycée Jean Bart di Dunkerque. Sia il Giudice che la magistrata si sono complimentati per l’interessante e ambizioso progetto e hanno offerto piena disponibilità affinché possano ripetersi in futuro.

Nei momenti successivi del soggiorno a Strasburgo, gli studenti hanno visitato anche il Consiglio d’Europa e il Parlamento Europeo, e altri luoghi simbolo della città. Un’esperienza europea che resterà nel cuore di tutti.




FESTIVAL DELLE CULTURE

Presentata la sesta edizione

L’Aquila, 28 maggio 2024. Si terrà a L’Aquila, dal 29 maggio al 2 giugno, la sesta edizione del Festival delle Culture. Presentata ieri mattina nell’aula delle commissioni di palazzo Margherita dal direttore artistico del Festival Federico Vittorini e dall’assessore Ersilia Lancia, vede la presenza attiva di studenti, docenti e lavoratori stranieri che attualmente vivono a L’Aquila.

Non solo, il Festival coinvolge anche professionisti aquilani quali i filmmaker Francesco Paolucci e Luca Cococcetta e il musicista Fabrizio De Melis con la sua Orchestra di Piazza Palazzo. Un’edizione in anticipo rispetto alle precedenti che si sono sempre svolte in autunno.

“Data la stagione – ha dichiarato Federico Vittorini – abbiamo approfittato per realizzare un ‘Villaggio delle Culture’ all’aperto con proiezioni serali e spettacoli e allestito un piccolo un bistrot”. Tre, le location coinvolte dal Festival: Piazza Santa Margherita, il cortile di Palazzo Margherita e il Palazzetto dei Nobili.

“La novità di quest’anno – prosegue Vittorini – è che l’offerta culturale è stata pensata, ideata e proposta direttamente da ragazzi, studenti, lavoratori e docenti stranieri attualmente residenti a L’Aquila.  Abbiamo fatto loro una sorta di tirocinio, lavorando insieme e cercando di capire in che modo desideravano farci conoscere le loro terre d’origine. Il risultato lo vedrete durante il Festival; tantissime le culture rappresentate e raccontate in modi nuovi e originali, il cui filo conduttore sarà il mondo intero”.

Arte, cultura, musica, proiezioni, poesie e tradizioni magari sconosciute per ‘incontrare’ terre che ci vengono raccontate sempre alla stessa maniera e con gli stessi stereotipi. “Abbiamo accolto questo Festival con grande entusiasmo – ha commentato l’assessore alla promozione dell’immagine della Città, Ersilia Lancia – finanziandolo con i fondi cultura ordinaria, i fondi Restart e mettendo a disposizione due luoghi istituzionali bellissimi e importanti. Un progetto che è subito piaciuto all’amministrazione comunale perché fatto da chi vede la nostra città con gli occhi del mondo”.

Alcuni protagonisti del Festival, presenti alla conferenza stampa, hanno anticipato il loro contributo e condiviso l’entusiasmo di partecipare ad un evento così colorato.

Unanime il pensiero di sentirsi accolti dalla città anche attraverso questo Festival che non solo dà loro l’opportunità di condividere altri punti di vista ma anche di potersi esprimere sapendo di essere tradotti nel linguaggio universale della cultura. Al termine della conferenza stampa, è stato proiettato un filmato di sette minuti realizzato da Francesco Paolucci e Luca Cococcetta che racconta, in breve, la storia dei protagonisti del Festival.

Il programma del Festival è disponibile all’indirizzo: http://www.laquilafilmfestival.it/




RESTAURATO IL CAMPANILE

L’8xmille alla Chiesa cattolica per la parrocchia di Palena

Sulmona, 27 maggio 2024. “Sono lieto di poter portare a conoscenza di tutti il completamento dei lavori di restauro del campanile della chiesa parrocchiale di Palena”, è quanto dichiara Mons. Fusco, vescovo di Sulmona-Valva, a seguito di un’importante opera di restauro dell’edificio sacro. “Un intervento reso possibile grazie al contributo prezioso dell’8×1000 alla Chiesa cattolica”, prosegue Fusco, “un segno tangibile di come la fede e la generosità dei fedeli si concretizzano nel sostegno al nostro patrimonio artistico e culturale”

Il campanile della chiesa parrocchiale di s. Antonino martire in Palena (CH) versava in condizioni di degrado sia a causa degli eventi bellici del 1944 sia degli eventi sismici del 2016/2017. L’intera torre si era distaccata dal corpo chiesa; la muratura delle monofore contenenti le campane era lesionata, così come lo erano le malte delle campate; il degrado dovuto agli agenti atmosferici si sommava anche all’errata scelta dell’intonaco fatta in passato, incompatibile con le pietre della muratura. Molte sono state le richieste di intervento, anche a causa del distacco di parti dell’intonaco, che mettevano in pericolo la sicurezza delle persone e delle auto che transitavano per la strada sottostante.

Quello di Palena è uno dei tanti interventi che in Italia e nella diocesi di Sulmona-Valva sono stati realizzati grazie ai fondi dell’8×1000 alla Chiesa cattolica. Diretto dall’arch. Daniela Valentini, è terminato il 19/03/2022 e ha visto l’inserimento di catene tiranti nelle porzioni inferiori, il rifacimento degli intonaci, la pulizia delle superfici lapidee ammalorate, dopo la rimozione di erbe infestanti e l’applicazione di un sistema anti-volatili. Il progetto aveva il costo totale di € 337.216.89, grazie ai fondi dell’8×1000 è stato coperto il 70% dell’intera spesa con l’erogazione di €236.052,07, la somma restante è stata recuperata da fondi della diocesi. Il 10/07/2022 il vescovo Fusco ha potuto restituire alla comunità palenese il suo campanile più bello e più forte e dietro tutto ciò è bello pensare che ci sia l’impegno gratuito di ciascuno dei fedeli.

La firma dell’8×1000 alla Chiesa cattolica non comporta ai contribuenti nessuno sforzo economico in più e nessuna fatica supplementare, se non quella di lasciar scorrere una penna per pochi centimetri. Pochi attimi che, messi insieme in tutt’Italia, si trasformano in migliaia di gesti d’amore concreti, sia nei confronti delle persone sia verso il patrimonio artistico e architettonico degli edifici di culto. La CEI, ridistribuendo questi preziosi fondi, fa sì che nessuna diocesi resti senza un progetto in opera e dunque anche per quella di Sulmona-Valva c’è un annuale sovvenzionamento che rientra: tutto ciò è possibile grazie ad una semplicissima firma.

“Il campanile di Palena, non solo un simbolo religioso, ma anche un punto di riferimento per la comunità”, conclude Mons. Fusco, “torna a risplendere nella sua bellezza e a richiamare l’attenzione sulla nostra storia e sulla nostra identità. Ringrazio tutti coloro che hanno contribuito a questo importante risultato, a partire dai fedeli che hanno scelto di destinare l’8×1000 alla Chiesa cattolica.”

Francesco Romito




VINCE LA MIEJSKA ORKIESTRA DĘTA LUBLINIEC

Concerto di chiusura della Hellenic Navy Band-Grecia, ospite il Tenore Gianluca Terranova con Renzo Ruggieri. Mario Orsini e Gianni Tancredi a lavoro per il Festival del 2025

Giulianova, 27 maggio 2024. “Il mio particolare ringraziamento va a Mario Orsini, Gianni Tancredi e a tutti i collaboratori del Festival che conservano entusiasmo e intraprendenza, per regalarci ancora questa straordinaria festa di musica e cultura, eccezionale occasione di incontro e conoscenza dell’altro. Auguro al Festival longevità e rinnovamento per affrontare con meritato successo le sfide future”.   Jwan Costantini, Sindaco di Giulianova, ha salutato così sabato sera il numeroso pubblico di Piazza Buozzi arrivato da ogni dove per assistere alla cerimonia di premiazione della XXIV edizione del Festival Internazionale di Bande Musicali & Majorettes che si conclude questa sera con il concerto della Hellenic Navy Band della Grecia, ospite fuori concorso, e il concerto del Tenore Gianluca Terranova accompagnato dal Maestro Renzo Ruggieri.

Con il sindaco erano presenti l’Assessore alla Cultura Paolo Giorgini, la Console della Polonia Iustina Caùja, il sindaco di Lubliniec (Polonia) Edvard Maniura, il segretario nazionale Anbima Andrea Romiti, il presidente dell’Ente Porto Fabrizio Bonaduce, il presidente della Cna Bernardo Sofia e il direttore Federico Scardecchia, e Licia Petrella del Circolo Nautico.

“Siamo molto soddisfatti del grande successo ottenuto in questa 24esima edizione – hanno commentato Mario Orsini e Gianni Tancredi, organizzatori del Festival – Questa edizione è stata impreziosita da due special guest: la Banda Musicale della Polizia di Stato, una delle migliori orchestre militari del mondo e la Banda della Marina Greca che per la prima volta si esibisce in Italia. Inoltre, la qualità dei dieci gruppi in gara è stata molto elevata e tutte le bande hanno conquistato il cuore del pubblico”.

Gli organizzatori ringraziano la Regione Abruzzo per l’eccellente lavoro svolto dalla Tua per il servizio di trasporto dei gruppi durante le giornate del Festival.

La cerimonia di premiazione, presentata da Mirella Lelli, è stata preceduta nel pomeriggio dalla grande parata delle Bande nel campo Castrum, che si è svolta nonostante la pioggia caduta per buona parte delle esibizioni. Lo spettacolo è culminato l’esecuzione di due brani d’insieme, l’Inno alla Gioia e il Nessun dorma, intonati da tutte le bande in campo dirette dal Maestro Antonios Karagoudakis, della Hellenic Navy Band della Grecia.

Ad aggiudicarsi il primo premio assoluto è stata la banda della Polonia Miejska Orkiestra Dęta Lubliniec che ha vinto il prestigioso trofeo in oro realizzato dal maestro orafo Luigi Valentini.  La Miejska Orkiestra ha vinto anche il premio come “Miglior Show Band” e “Migliore Banda con Majorettes”.

Per la categoria “Banda sinfonica” la Giuria ha premiato la Banda Musicale “G. Verdi di Sestu” della Sardegna. Premio “Miglior gruppo di Majorettes” alle Szafir Majorettes della Polonia.  Premio Miglior  Direttore  al Maestro Andrea Loss del Corpo Bandistico “Don G. Pederzini” di Lizzana del Trentino-Alto Adige

Altri premi:

Miglior gruppo folcloristico la Pinkstars Dombrád dell’Ungheria

Miglior gruppo giovanile Tigers Marching Band del Messico

Premio per la” migliore Banda atipica” alla Dziewczęca Orkiestra Szałamaistek & Incanto Majorettes.

Premio “migliori costumi” alla Banda Nuestros Angeles De Sonora del Messico. 




BPER BEACH VOLLEY ITALIA TOUR

A Pescara la vittoria parla argentino e romagnolo. Si parla una lingua internazionale nel maschile, sudamericana per l’esattezza e romagnola nel femminile

Pescara, 27 maggio 2024. I protagonisti della prima tappa del BPER Beach Volley Italia Tour, in scena a La Prora di Pescara sono Rodrigo Sancher e Julian Azaad nel maschile, Bianca Mazzotti e Nicol Bertozzi nel femminile. Una grande tappa, come sempre a Pescara, sia dal punto di vista tecnico, sia organizzativo con Carmela Ortoli grande ospite di casa, una grande location, un punto di riferimento importante per tutto il mondo del beach volley.

Così, alla prima partecipazione al tour italiano la coppia argentina va a segno, un percorso liscio, senza intoppi con tutte partite vinte in maniera convincente. Julian Azaad, grande giocatore del panorama internazionale e protagonista con la maglia della propria nazionale, all’Olimpiade di Tokyo. In finale un match conquistato ai danni dei laziali De Luca e Vecchioni.

Il pensiero dei vincitori: “Non è la prima volta in Italia, ma in questo tour, molto bello e ben organizzato la verità è che il livello è davvero buono. Molto bello vincere. Abbiamo superato le nostre aspettative, abbiamo espresso un buon livello di gioco, Pescara è bellissima. Ora facciamo un giro per l’Europa tra Barcellona, campionato italiano e qualche tappa del World Tour”. Terzo posto per Tascone – Siedykh.

Nel tabellone femminile la vittoria è andata a Bianca Mazzotti e Nicol Bertozzi, che in finale hanno sconfitto per 2-0 le “amiche rivali” Foresti – Boscolo Bomba. Le due romagnole hanno fatto percorso netto e sconfitto tutte le rivali, anche in finale non c’è stata storia con le due della BVU che hanno tenuto bene il cambiopalla e poi hanno saputo giocare molto bene in fase break. Una bella soddisfazione per le due protagoniste che hanno deciso di fare coppia fissa in stagione. Le parole delle vincitrici: “Siamo molto soddisfatte, Pescara è sempre una tappa molto bella, cui teniamo a fare bene. Abbiamo iniziato molto bene la stagione, ci rivediamo per la seconda tappa e poi faremo anche qualche tappa del campionato italiano, abbiamo deciso di giocare assieme e tra noi c’è una grande amicizia, questo il segreto del nostro successo”. Terzo posto per Maestroni – Garavaglia.

Per quanto le coppie abruzzesi impegnate in questa due giorni di gara registriamo il quarto posto di Federica Mastrodicasa ed Emma Falcone. Le due dopo il bel percorso si sono dovute arrendere in semifinale a Mazzocchi – Bertozzi e poi nella finale per il terzo posto a Maestroni – Garavaglia, comunque un bel torneo alla prima partecipazione assieme come coppia. Il duo composto da Elena Dodi e Marta Angeloni si è fermata agli ottavi di finale, perdendo 2-0 da Caporale-Romiti, entrambi i set terminati ai vantaggi (27-25, 24-22 per le romane). Per quanto riguarda il maschile il tandem Jacopo Di Giovanni e Davide Tomassoni non è riuscito a oltrepassare lo sbarramento dei gironi. Il pensiero di Carmela Ortoli: “Ancora una volta abbiamo dato vita a due giorni di grande beach volley e Pescara è il centro nazionale, ringrazio tutti i nostri partner e La Prora. Siamo onorati di esser la prima tappa di un grande circuito come il Beach Volley Italia Tour, questa manifestazione è il giusto mix tra sport, agonismo e sociale, i cardini su cui si fonda la nostra realtà, la Sirdeco”.

Partner Bper Banca è il main sponsor, ASI ente promotore, Decathlon con Kipsta il pallone ufficiale, Bvos partner tecnico, Sirdeco Beach Volley School il promoter locale. Il ringraziamento va ai partner locali: Gianluca Gallucci di Gallucci Immobiliare, Mirko Priore della AGF, Dario Cerullo di EnergyLab3, Francesca Renzi di Emil Autos Dacia, Vincenzo Serraiocco di Studio Serraiocco Consulting, Nocera Umbra, Living.

Risultati

Semifinali femminili: Mazzocchi – Bertozzi / Mastrodicasa – Falcone 2-0 (21-12, 21-8); Foresti – Boscolo Bomba / Maestroni – Garavaglia 2-0 (21-5, 21-15)

finale 3 posto: Maestroni – Garavaglia / Mastrodicasa – Falcone 2-0 (21-19, 21-12)

finale 1 posto: Mazzocchi – Bertozzi / Foresti – Boscolo Bomba 2-0 (21-16, 21-17)

Semifinali maschili: Sancher – Azaad / Tascone – Siedykh 2-0 (21-18, 21-16); De Luca – Vecchioni / Veneziano – Tailli 2-0 (21-16, 21-19)

finale 3 posto: Tascone – Siedykh / Veneziano – Tailli 2-1 (16-21, 21-17, 15-13)

finale 1 posto: Sancher – Azaad / De Luca – Vecchioni 2-0 (21-15, 21-16)




LA NATO INGUAIA LA MAGGIORANZA

PoliticaInsieme.com, 26 maggio 2024. Le dichiarazioni del Segretario Generale della Nato, Jens Stoltenberg, che smentiscono tutte le assicurazioni sul fatto che le armi Nato non sarebbero state utilizzate dall’Ucraina per colpire nel territorio russo, stanno stressando la maggioranza di governo.

Matteo Salvini è corso a dire che l’Italia non entra in guerra contro la Russia. ”Stoltenberg chiede di eliminare il divieto all’Ucraina di colpire obiettivi militari russi con le armi Nato? Non se ne parla nemmeno, l’Italia non è in guerra contro nessuno e non voglio che i miei figli crescano con la paura della terza guerra mondiale”.

“Abbiamo aiutato l’Ucraina fin dal primo momento anche con aiuti militari però – ricorda Salvini – quelle armi non devono uccidere fuori dai confini“.

“Mi opporrò sempre e in ogni sede all’invio anche di un solo militare italiano di combattere e morire in Ucraina”. La posizione del capo della Lega e Vicepresidente del consiglio non cambia, anzi.

Salvini continua a mettersi al vento di una maggioranza degli italiani che non vogliono neppure lontanamente sentir parlare di un possibile coinvolgimento nella guerra e crea non poco problemi su un tema che giunge proprio nel pieno della campagna elettorale con una esasperata la lotta di tutti contro tutti, specialmente tra i partiti della destra.

Un imbarazzato Tajani si è dovuto spingere fino a dire che le decisioni Nato devono essere concordate. A conferma che, forse, si è un po’ lasciato troppo spazio a quella che nacque come Alleanza dell’Atlantico del Nord e via via trasformata, invece, in qualcosa d’altro.

Ma come accade spesso, le cose più importanti sono messe sotto il tappeto, e non solo in Italia. Comunque, il nostro Ministro degli esteri ha solennemente ribadito: “Le scelte di Kiev sono scelte di Kiev, noi non manderemo un militare italiano in Ucraina e gli strumenti militari mandati dall’Italia vengono usati all’interno dell’Ucraina“.

Anche il Ministro della Difesa, Guido Crosetto, si è messo nella stessa linea. Più diplomatica e meno ruvida di quella di Salvini: “Stoltenberg è Segretario generale di un’organizzazione, quando sceglie una posizione lo decide riunendo i leader di quelle nazioni e votando. La Nato si muove e si muoverà portando progetti, piani e idee, le spinte singole valgono poco”.

Non è facile conciliare la posizione estrema di Salvini con quella politica “filo americana” diventato il principale puntello di Giorgia Meloni. Ma si sa … siamo nel pieno di una campagna elettorale. Passata quella, ne riparleremo?




LA GIORNATA ECOLOGICA

I cittadini residenti nella zona nord di Giulianova, componenti del Comitato “Giulianova zona nord”, hanno celebrato il 25 maggio

Giulianova, 26 maggio 2024. Le due pinete, una posta su via Padova in adiacenza alla linea ferroviaria e l’altra al confine con la pista ciclabile in prossimità del ponte in legno sul fiume Salinello, le aree verdi pubbliche che si sviluppano in quei tratti, sono stati tutti ripuliti dai rifiuti di plastica, di carta e di vetro. Il Comitato ha così voluto dar vita ad una bellissima, coinvolgente e partecipata attività di cittadinanza attiva.

La presenza dei bambini, accompagnati dai loro genitori, ha dato un valore ulteriore all’iniziativa, mettendone in evidenza anche la portata didattica e formativa. Non solo è stato raggiunto il risultato concreto di ripulire le bellissime aree verdi teatro dell’intervento di oggi, ma è stato perseguito l’ulteriore intento di dimostrare che il senso civico, la partecipazione individuale alla vita della comunità, la  responsabilità avvertita da ciascun cittadino verso il bene comune, sono un patrimonio di valori ancora presente e vivo, in grado di essere raccolto e rinnovato dalle generazioni più giovani.

Grazie di cuore a tutti i partecipanti; grazie a quanti hanno manifestato il desiderio di essere presenti ma non hanno potuto; grazie a chi, si spera siano molti, guarda a questa esperienza come ad un modello da emulare. Grazie, infine, a Rieco, che ha affiancato il comitato nella giornata ecologica, mettendo a disposizione dei “pulitori volontari” due set di contenitori per la carta, la plastica e l’indifferenziato, oltre ad un rotolo di buste per facilitare l’attività di raccolta rifiuti.

La pioggia, che pure è scesa abbondante, non ha fermato i volontari. Anzi, l’acqua caduta, sembrava volesse accompagnare l’impegno dei partecipanti per lavare le aree verdi liberate dai rifiuti.

È stato bellissimo!

Il Comitato “Giulianova zona nord” proseguirà nel suo impegno volto a segnalare le criticità della città e a valorizzarne le meravigliose risorse.

“Piove dalle nuvole sparse. Piove su le tamerici salmastre ed arse, piove su i pini scagliosi ed irti, piove su i mirti divini, su le ginestre fulgenti di fiori accolti, su i ginepri folti di coccole aulenti, piove su i nostri volti silvani, piove su le nostre mani ignude, su i nostri vestimenti leggieri, su i freschi pensieri che l’anima schiude novella …”

(G. D’Annunzio, La Pioggia nel Pineto)




LA VIA MAESTRA

La CGIL in piazza a Napoli: in più di 700 dall’Abruzzo e dal Molise

Napoli, 25 maggio 2024. La Cgil Abruzzo Molise presente alla manifestazione nazionale “La Via Maestra” in corso a Napoli, con oltre 700 persone provenienti dalle due regioni. L’iniziativa è promossa dal coordinamento nazionale di cui fanno parte oltre 150 associazioni e movimenti, tra cui la Cgil. I rappresentanti del sindacato delle due regioni sono partiti alla volta della Campania a bordo di pullman appositamente organizzati.

I manifestanti sono in piazza per un’Italia capace di futuro, per un’Europa giusta e solidale. Il corteo, il cui concentramento era previsto per le ore 13.30 in piazza Mancini, ha sfilato per le vie di Napoli fino a piazza Dante, per gli interventi finali dal palco.

“La Cgil – afferma il segretario del sindacato Abruzzo Molise, Carmine Ranieri – sta mettendo in campo una straordinaria campagna per i referendum popolari ‘Per il lavoro ci metto la firma’. Siamo qui a Napoli a manifestare per i diritti e per la difesa della nostra Costituzione, per il lavoro e per il lavoro sicuro, vere priorità nel nostro Paese, e contro l’Autonomia differenziata e la riforma sul premieranno”.

“La Costituzione – si legge nell’appello diffuso oggi da La Via Maestra – continua ad essere il nostro programma politico: per la democrazia, per la pace, per il clima, per la giustizia sociale, per il lavoro dignitoso, per dare un futuro sostenibile a questo Paese”.




PA A COLORI 2024

Università dell’Aquila vincitrice in due categorie del premio organizzato dal Forum PA

L’Aquila, 24 maggio 2024. L’Università dell’Aquila è risultata vincitrice in due categorie del premio “PA a colori 2024”, concorso  associato all’annuale edizione del Forum PA (il più importante evento nazionale dedicato al tema della modernizzazione della Pubblica Amministrazione) e organizzato da un’ampia rete di partner (AIDP PA, ASviS, CERVAP, Forum diseguaglianze e diversità, Fondazione Mondo Digitale, Fondazione Openpolis, Fondazione per la sostenibilità digitale, IWA, PA social, ALTIS – Università Cattolica del Sacro Cuore), con l’intento di riconoscere, sostenere e valorizzare le iniziative innovative promosse non solo dalle università ma da tutte le amministrazioni centrali e locali nonché da associazioni e start-up che si impegnano a preparare la PA alle sfide del futuro.

Gli àmbiti del premio erano sette, ciascuno abbinato a un particolare colore, secondo il concept scelto per l’edizione 2024 del Forum, un prisma che scompone la luce nei suoi colori costituenti per effetto della rifrazione: PA Competente; PA Accogliente; PA Digitale; PA Sostenibile; PA Semplice; PA Aperta; PA Vicina.

UnivAQ è stata premiata nelle categorie “PA Competente” con il progetto Job Shadowing e “PA Sostenibile” con il progetto 4Smart.

I nomi dei progetti vincitori sono stati resi noti giovedì 23 maggio a Roma a Palazzo dei congressi. A ritirare il premio, per conto di UnivAQ, il direttore generale Pietro Di Benedetto.

Job Shadowing, un progetto nato all’interno del protocollo d’intesa UniHAMU (una collaborazione gestionale e amministrativa tra tutte le università pubbliche di Abruzzo, Marche e Umbria avviata con la sottoscrizione di un accordo attuativo nell’ottobre 2023), offre al personale tecnico, amministrativo e bibliotecario delle università partecipanti la possibilità di creare percorsi di affiancamento lavorativo della durata minima di 2 giorni e massima di 15, con opportunità di mobilità inter-istituzionale tra il personale di uffici con competenze analoghe.

4Smart, invece, intende offrire agli atenei un ambiente formativo sperimentale intelligente per misurare, acquisire, conservare, condividere e confrontare informazioni relative a parametri ambientali (es: temperatura, pressione, CO2, polveri sottili, elettrosmog, rumore, luminosità, ecc.) degli spazi degli atenei dedicati agli studenti (aule, laboratori, ecc.) tramite le opportunità offerte dalla tecnologia dei sensori IoT (Internet of Things).

4Smart è gestito dal Consorzio interuniversitario sulla formazione – COINFO a cui aderiscono UnivAQ, Università Mediterranea di Reggio Calabria, Università degli Studi del Piemonte Orientale “Amedeo Avogadro”, Università Sapienza di Roma, Università degli Studi di Torino.

“Proviamo una grande soddisfazione” commenta il direttore generale dell’Università dell’Aquila Pietro di Benedetto “perché la competizione ci vede vincitori in due categorie diverse, con progetti che hanno un alto contenuto innovativo e che sono stati messi a confronto con analoghi progetti di tutte le PA italiane, dai ministeri agli enti locali. Vuol dire che il nostro ateneo e tutto il comparto universitario riescono a essere portatori di capacità di cambiamento, innovazione e modernità all’interno della PA nel suo complesso. Ulteriore motivo di soddisfazione, poi, è che questi progetti sono stati portati avanti con altri atenei. Abbiamo necessità di adeguarci alle nuove sfide. L’università è un punto avanzato della PA, un’amministrazione di frontiera, dove, più che in altri posti, si intercettano cambiamenti e novità e c’è maggior necessità, da parte del personale, di saper affrontare mutamenti continui della normativa ma anche delle aspettative e dei modi di pensare degli utenti. L’università è la prima PA che un giovane incontra quando si affaccia alla vita, non possiamo rimanere ancorati a logiche e a metodologie antiche. Dobbiamo essere necessariamente moderni. La prossima frontiera sulla quale saremo impegnati sarà quella dell’intelligenza artificiale. Ci sarà una ventata di novità la cui portata, forse, non si è ancora pienamente compresa ma che cambierà il modo di lavorare di tutte le PA”.




AL KURSAAL L’EREDITÀ

La tournée del gruppo teatrale Up, promossa dalla sezione di Teramo dell’Associazione Italiana Persone Down

Giulianova,25 maggio 2024. Promosso dalla sezione di Teramo dell’ Associazione Italiana Persone Down, in collaborazione con la Compagnia dei Merli Bianchi, andrà in scena domani, 26 maggio, sul palco della sala Kursaal, lo spettacolo “L’Eredità”.

La rappresentazione, che si avvale del patrocinio della Provincia di Teramo e del Comune di Giulianova, è uno straordinario esempio di abilità artistica, versatilità, entusiasmo e inclusione sociale. Quella di domani è solo una delle date di una fortunata tournée che sta impegnando questo bel gruppo teatrale, l’Up, nell’ambito di un più ampio circuito provinciale.

La regia e il progetto teatrale sono di Margherita Di Marco e Alessandra Zancocchia; assistente alla regia, Stefano De Giorgis.

L’inizio è alle 18. Ingresso libero. Tutti sono invitati a partecipare. 




A PESCARA DEGRADO E SPORCIZIA

Costantini: Per noi il decoro urbano sarà prioritario Sarà una città diffusa e policentrica, basta ai quartieri di serie A e di serie B

Pescara, 24 maggio 2024. “Decoro urbano, manutenzione delle strade e riqualificazione dei quartieri periferici saranno al centro della nostra amministrazione quando sarò sindaco. Pescara oggi è sporchissima e questo è sotto gli occhi di tutti. Le strade sono dissestate e sono ridotte ad una groviera. I cantieri elettorali hanno riguardato solo alcune zone, ma gli effetti dell’assenza di manutenzione ordinaria sono evidenti in gran parte del territorio”. Così il candidato sindaco di Pescara per la coalizione di centrosinistra, Carlo Costantini, illustra alcuni dei punti contenuti nel suo programma.

“Una volta insediati – afferma il candidato sindaco – potenzieremo le attività di pulizia delle strade, soprattutto nelle zone caratterizzate da maggiore afflusso, predisponendo un calendario ben preciso e costante, perché la città attualmente è sporchissima. La pulizia e il decoro urbano devono riguardare non solo le aree centrali e visibili della città, ma essere distintivi di attenzione e cura per l’intero spazio urbano”.

“In questi anni, ad eccezione dei cantieri preelettorali, che tra l’altro hanno riguardato solo alcune zone della città – prosegue – Pescara è rimasta ferma. La manutenzione ordinaria è stata pressoché inesistente. Siamo invece convinti che cura e manutenzione costante delle strade, dei marciapiedi, delle piste ciclabili, delle piazze e del verde urbano siano indispensabili. In centro, così come nei quartieri periferici. Promuoveremo lavori programmati con meccanismi di rotazione continua, anche in compartecipazione con risorse private, piuttosto che interventi dell’ultima ora a pochi giorni dal rinnovo dell’amministrazione”.

“Alla sporcizia e al degrado dovuti alle mancate manutenzioni – va avanti Costantini – si aggiungono fenomeni inimmaginabili nel 2024. Da più parti, soprattutto nella zona di San Silvestro Spiaggia e Villaggio Alcyione, i cittadini ci segnalano la continua presenza di bighe e cavalli, con tutte le conseguenze in termini di igiene urbana. Una vecchia ordinanza, risalente al 2001, consente il passaggio in alcune aree, ma di fatto le bighe percorrono anche altre strade. In tal senso, è necessario rivedere le regole ed attuare tutto ciò che è necessario per garantire il decoro urbano. Chiediamo, se necessario, al Prefetto di intervenire su questo tema”.

“Abbiamo in mente un’idea di città diffusa e policentrica – spiega il candidato sindaco – con il raccordo infrastrutturale fra centro e periferie. Per farlo realizzeremo una efficiente e diffusa rete dei servizi, con l’implementazione del trasporto pubblico, la presenza di uffici pubblici, scuole, impianti sportivi e presidi socioculturali. Garantiremo in ogni modo la cura e la riqualificazione degli spazi pubblici e del verde urbano, prevedendo la manutenzione di strade, piazze, marciapiedi, piste ciclabili e parchi urbani. Valorizzeremo, infine, le migliori esperienze del programma Periferie. Per noi – conclude Costantini – non esistono quartieri di serie A e quartieri di serie B e ci impegneremo quotidianamente per superare ogni forma di distinzione”.




CONTRO LA VIOLENZA DI GENERE

Una mostra collettiva  a cura dei ragazzi dell’istituto comprensivo M. Buonarroti. L’inaugurazione venerdì 24 maggio nella sala espositiva di Porta Gabella

Ripa Teatina, 24 maggio 2024. Si terrà stamattina alle ore 11:30, nella sala espositiva di Porta Gabella a Ripa Teatina, l’inaugurazione della mostra collettiva dei lavori realizzati dalle ragazze e dai ragazzi dell’Istituto comprensivo M. Buonarroti di Ripa Teatina e Torrevecchia Teatina e  ispirati al tema della violenza sulle donne.

Ciascuna classe di studenti ha ideato un’immagine logo sul tema, accompagnata da uno slogan, che esprime in termini sia visivi che verbali le intenzioni comunicative proposte nell’immagine. Tutti gli elaborati sono stati selezionati e valutati da una commissione esaminatrice che ha proclamato i due loghi vincitori – uno per la scuola secondaria di primo grado di Ripa Teatina e uno per quella di Torrevecchia Teatina – che saranno resi noti durante l’inaugurazione di venerdì e poi utilizzati come immagini delle rispettive campagne di sensibilizzazione contro la violenza sulle donne dei due comuni.

Il concorso, ideato dall’associazione La Voce di Ripa, in collaborazione con il centro antiviolenza Cooperativa Alpha Donna e con il patrocinio dei Comuni di Ripa Teatina e Torrevecchia, promuove la partecipazione consapevole delle giovani generazioni, attraverso la scuola, sui temi della prevenzione e del contrasto alla violenza in genere e in particolare contro le donne, misurando ed interpretando la percezione del fenomeno e la volontà di impegno a prevenirlo e contrastarlo.

Per Ilenia Masci, curatrice del progetto e membro del direttivo dell’associazione La Voce di Ripa: “Il tema della violenza di genere è ormai questione all’ordine del giorno e coinvolge tutte le agenzie educative che quotidianamente contribuiscono alla crescita e alla formazione delle nuove generazioni. Per questo come associazione abbiamo ritenuto indispensabile coinvolgere le ragazze ed i ragazzi dell’Istituto Comprensivo di Ripa Teatina e Torrevecchia Teatina in un concorso di idee con lo scopo di suscitare in loro pensieri ed emozioni attraverso l’arte e di lasciare traccia di questo momento attraverso la riproduzione grafica del logo vincitore che resti visibile negli anni e possa essere spunto di riflessione per tutti i cittadini”.

L’iniziativa si è svolta con una serie di incontri con gli alunni, ai quali hanno partecipato le operatrici del centro Alpha Donna, le psicologhe dott.sse Antonia Palma e Elvira Pace e l’avv. Ernesta Bonetti. I professionisti  hanno invitato i ragazzi a riflettere sul concetto di relazione, su quello di violenza e sulle modalità attraverso le quali essa si può manifestare. Inoltre, hanno promosso una riflessione sulle conseguenze psicologiche della violenza sulle vittime e su come la violenza trasformi profondamente la relazione tra le persone. Una parte degli incontri è stata dedicata all’aspetto legale, in particolare al concetto di reato e alle conseguenze legali che gravano sui responsabili dell’atto violento. Successivamente è stato chiesto ai ragazzi di realizzare un elaborato che esprimesse un messaggio contro la violenza di genere. I disegni realizzati dai gruppi di lavoro sono stati 115, la commissione ne ha selezionati 3 per ogni scuola. I loghi vincitori (uno per Ripa e uno per Torrevecchia) rimarranno come simbolo del progetto a disposizione delle rispettive comunità.

I lavori saranno esposti nella sala di Porta Gabella a Ripa Teatina il 24, 25 e 26 maggio, dalle ore 17:00 alle 19:00.




GIORNATA NAZIONALE DIMORE STORICHE

Domenica 26 maggio visite gratuite alle cantine di Palazzo Tilli

Casoli, 24 maggio 2024. Palazzo Tilli  apre le porte in occasione della 14° Giornata nazionale dell’Associazione Dimore Storiche Italiane (Adsi), che sarà celebrata domenica 26 maggio in tutta Italia. Nell’occasione sarà possibile visitare gratuitamente (solo su prenotazione al numero 342 5501354) le cantine dell’edificio settecentesco. L’orario di apertura ai visitatori sarà dalle 10 alle 13 e dalle 14:30 alle 17:30.

“Le cantine di Palazzo Tilli custodiscono una pagina importante della storia del nostro Paese – spiega la proprietaria Antonella Allegrino – Esse, infatti, furono sede di un campo di internamento fascista durante la Seconda Guerra Mondiale e raccontano anche una parte della vita e delle abitudini della famiglia Tilli. Chi vorrà proseguire la visita e scoprire i saloni affrescati del palazzo e  gli altri ambienti, potrà farlo a un costo speciale”.

Palazzo Tilli, gioiello del Settecento abruzzese ora recuperato nella sua ammirabile autenticità, è portatore di indiscusso valore storico, artistico ed antropologico, riconosciuto e confermato dal Vincolo delle Belle Arti di cui si fregia. Abitato e custodito per due secoli dalla famiglia Tilli, che lo edificò nel 1787, rappresenta, in terra d’Abruzzo, un caso esemplare di dimora storica arrivata integra fino ai nostri giorni e tornata al suo antico splendore nel 2017, grazie allo scrupoloso restauro conservativo realizzato da Antonella Allegrino.

Nel palazzo è possibile ammirare raffinati affreschi, soffermarsi sugli interessanti oggetti che i secoli addietro hanno tramandato come preziosi testimoni di usi e costumi tradizionali; riconoscere con commozione le orme che la grande Storia ha tracciato in questi ambienti, per fare memoria del più recente passato bellico. Il Palazzo ha ricevuto la visita del Presidente della Repubblica italiana, Sergio Mattarella, il 25 aprile del 2018.

Le Giornate Adsi

Le Giornate Nazionali ADSI sono un’importante occasione per sensibilizzare la società sul ruolo delle dimore storiche, che custodiscono la memoria e la tradizione del Paese e che rivestono un ruolo fondamentale dal punto di vista culturale e sociale. Le dimore storiche si configurano inoltre come una realtà trainante per l’economia del territorio, indipendentemente dal fatto di essere abitualmente chiuse o aperte al pubblico, in quanto questi beni definiscono comunque la qualità del paesaggio in cui si inseriscono.

L’iniziativa prevede in tutta Italia l’apertura gratuita al pubblico di una selezione di dimore ADSI: castelli, palazzi, ville e parchi storici, consentendo ai visitatori di ammirare da vicino dei luoghi speciali, con la presenza dei proprietari per trasmettere la propria passione e anche raccontare le difficoltà quotidiane che incontrano. Dal 2010 le Giornate Nazionali si ripetono annualmente la terza domenica di maggio.

In Abruzzo apriranno le porte 24 dimore storiche, di cui due in provincia di Chieti.




PRIMA COMUNITÀ ENERGETICA

Si parte con le adesioni a Cer Pescara

Pescara, 23 maggio 2024. Il Comune di Pescara ha incaricato la propria Società Pescara Energia di porre in atto tutte le azioni necessarie a realizzare ed attivare una comunità energetica ad iniziativa dell’Ente comunale, quale progetto pilota per incentivare la progressiva costituzione e messa in opera delle medesime attività ad opera dei cittadini pescaresi.

In due anni, Pescara Energia Spa ha provveduto a progettare, appaltare, realizzare e mettere in esercizio impianti fotovoltaici sulle scuole comunali per una potenza complessiva di 706,56 kWp. In data 11/01/2024 è stata costituita la prima Comunità Energetica Rinnovabile (CER) denominata “CER PESCARA”.

CER PESCARA è un’Associazione non profit costituita dal Comune di Pescara cui possono aderire volontariamente persone fisiche, PMI, imprese, pubbliche amministrazioni con l’obiettivo di fornire benefici ambientali, economici e sociali ai propri membri o soci e alle aree locali in cui opera, attraverso la produzione e l’autoconsumo di energia rinnovabile.

La novità è che l’adesione a CER PESCARA si allarga anche ai comuni e ai residenti di Montesilvano e di Spoltore.

Con il lancio dell’avviso pubblico, si passa da una fase di studio ad una fase operativa, mirata ad individuare tutti i soggetti e/o cittadini e/o attività esistenti sul territorio del Comune di Pescara, Montesilvano e Spoltore interessati a diventare membri della Comunità Energetica CER PESCARA.

SUL SITO CER PESCARA È DISPONIBILE L’AVVISO PUBBLICO

CON LA PROCEDURA OPERATIVA PER L’ADESIONE ALLA COMUNITÀ ENERGETICA:

Cittadini, imprese, organizzazioni no profit, e chiunque interessato a partecipare è invitato a:

_Collegarsi al sito internet https://cerpescara.it

_Entrare nella sezione ADERISCI ALLA CER

_Prendere visione dello Statuto e del Regolamento di CER PESCARA (scaricabili nella pagina)

_Scaricare il modulo di adesione (Modello Persone Fisiche o Modello Persone Giuridiche)

_Compilare e presentare domanda scritta attraverso l’invio del modulo di adesione a mezzo _PEC all’indirizzo cerpescara@pec.it;

Grazie al progetto CER Pescara, sono stati già realizzati diversi impianti fotovoltaici su scuole e strutture sportive, collocando il comune di Pescara tra i primi enti pubblici ad essere promotore nella diffusione delle comunità energetiche.




TEDxPESCARA 2024

Numeri da record

Pescara, 23 maggio 2024. Con 714 iscritti, la terza edizione di TEDxPescara si conferma un successo. A distanza di cinque anni dall’ultimo incontro, dopo le lunghe restrizioni che hanno penalizzato il mondo degli eventi dal 2020 in poi, il 18 maggio, il Padiglione Becci di Pescara ha ospitato un evento che ha conquistato menti e cuori di tutti i partecipanti, anche quelli più scettici.

UBUNTU, questo era il titolo della giornata dedicata ad argomenti quanto mai attuali come la lealtà delle relazioni e l’importanza della collaborazione. Una regola di vita originaria dell’Africa che si basa sulla compassione e il rispetto dell’altro, per mantenere l’armonia nel mondo: io sono perché noi siamo è il suo slogan ed è stato anche il leitmotiv dell’evento di sabato scorso, sostenuto e dibattuto da dodici incredibili speakers: Cristina Baccelli, Francesco Bernabei, Giulia Di Quilio, Giuliana Borzillo, Marco Alessandrini, Marta Viola, Massimo Nardis, Matteo Gracis, Sara Noggler, Nicola Setak Pomponi, Stefano Baroni, Tania Loschi. Hanno lavorato con impegno e condiviso con coraggio le loro idee ed esperienze. Non solo: hanno voluto donare loro stessi, la loro umanità, la loro anima, regalandoci emozioni indelebili.

«Sono stati cinque anni lunghi, difficili, a momenti strazianti» ha spiegato Filippo Spiezia, curatore di TEDxPescara. «Tornare a riabbracciare la community ritrovandola in una platea così gremita, entusiasta e coinvolta, con tutte le paure, incertezze e difficoltà che comportava realizzare un progetto così ambizioso e complesso, è una benedizione che fa scoppiare il cuore. Ma da soli non si va da nessuna parte. Il successo della terza edizione del TEDxPescara ha molti nomi e cognomi, di tutti quelli che hanno contribuito con cura, impegno e tempo prezioso a costruire assieme a me un’esperienza meravigliosa. Si può fare meglio? Sicuramente. E lo faremo. Tutti insieme, perfettamente connessi, in pieno spirito UBUNTU. Magari non sarà necessario attendere un altro anno. Però adesso vogliamo celebrare orgogliosamente un successo tanto desiderato quanto inatteso in tali proporzioni, che va ben oltre i confini regionali; vogliamo sentire addosso quella magia che ci ha travolto ed abbiamo condiviso con tutti quelli che hanno partecipato; vogliamo respirare a pieni polmoni le emozioni che abbiamo vissuto; vogliamo proteggere i sorrisi, le lacrime, gli abbracci, per non rischiare di dimenticarli. Io sono perché noi siamo».

Al di là dei numeri, quello che resta e resterà di TEDxPescara 2024 sono gli spunti di riflessioni offerti dai relatori che, di volta in volta, hanno calcato il palco, condividendo le loro esperienze e donando idee che, se seminate bene, potranno felicemente germogliare nelle vite di chi può fieramente affermare “io quel giorno c’ero”.




GIORNATA NAZIONALE DELLA CONSULENZA FAMILIARE

Sabato 25 maggio 2024

Pescara, 23 maggio 2024. Sabato 25 maggio 2024 è la Giornata Nazionale della Consulenza Familiare promossa dalla Associazione Italiana Consulenti Coniugali e Familiari (A.I.C.C.eF.) che da oltre 40 anni si adopera per promuovere e consolidare, all’interno del panorama italiano delle professioni di aiuto, la figura del Consulente Familiare®: professionista socioeducativo, esperto dell’ascolto e della relazione d’aiuto.

L’iniziativa si propone di far conoscere la Consulenza Familiare e la figura del Consulente Familiare®, che esercita la sua professione “per tirar fuori il meglio che c’è da una comunità, da una famiglia in difficoltà, da due genitori in conflitto; per ricongiungere i fili di tanti dialoghi interrotti; per usare il conflitto per favorire la crescita e l’evoluzione; per rafforzare le funzioni auto-curative e creative del singolo, della coppia, della famiglia, della rete sociale” – afferma la Presidente nazionale Aiccef Stefania Senigallia.

A Pescara presso il Porto Turistico (zona Piazzetta) dalle ore 10:00 alle ore 19:00 si svolgerà l’evento “LE STAGIONI DELLA VITA” organizzato dai Consulenti Familiari di Pescara e di altre province dell’Abruzzo, “sono felice – continua la Referente regionale Abruzzo Aiccef Manuela Mammarella – che questa occasione abbia consentito una bella collaborazione tra diversi consulenti familiari della Regione che lavorano in ambiti diversi: in studi professionali come liberi professionisti, nei consultori e nei centri di ascolto che accolgono il singolo, la coppia e la famiglia in difficoltà, nelle scuole con sportelli di ascolto per studenti, …, ognuno ha offerto le sue competenze con passione e generosità, in particolare i consulenti familiari Cinzia Trigiani e Mario Cappelluti che hanno ideato e curato il progetto con me”.

Con il patrocinio dell’Ucipem Pescara e del Porto Turistico Marina di Pescara è stato realizzato un evento speciale: seguendo un percorso rivolto alle persone di tutte le età, ciascuno potrà rivivere il momento della nascita e l’emozione di quella esperienza, l’infanzia per ritrovare vecchi giochi e lasciare andare via le paure, l’adolescenza dove il muro che separa genitori/figli può essere abbattuto, poi, accompagnati da un abbraccio, si passa all’età adulta per fermarsi e prendersi cura del proprio tempo senza essere giudicati ed infine l’età matura per ripercorrere il film della propria vita e riconoscere il dono che ha in sé. 

Don Simone Chiappetta




PIATTO TIPICO DELLA MARSICA

Marsicaland: sfida ai fornelli per il titolo

Avezzano, 22 maggio 2024. Cinque ricette si contendono il titolo di piatto tipico della Marsica. Attesa tappa di Marsicaland, Festival diffuso dell’agroalimentare, quella di venerdì. Nei locali della Domus Mariae nel Santuario della Madonna Santissima di Pietraquaria, Avezzano si terrà la fase finale del contest lanciato da Marsicaland per decretare il piatto che meglio identifichi la “marsicanità sulla tavola”.

Non solo quindi creatività ed esperienza tra i fornelli, ma anche aderenza storica e culturale per raccontare, con un piatto, questo vasto e articolato territorio. Dopo i primi step riservati esclusivamente agli chef, che hanno visto la partecipazione di decine di professionisti marsicani, una giuria di esponenti di vari settori decreterà il vincitore.

“Inventare un piatto o una ricetta”, ha spiegato l’antropologo dell’alimentazione Ernesto Di Renzo, coordinatore scientifico di Marsicaland, “non deve essere vista come un’operazione di falsificazione, ma al contrario come una strategia culturale volta a dotare il territorio di un simbolo forte e condiviso attorno al quale far coagulare il senso dell’appartenenza e del riconoscimento del sé comune. Cosa che del resto è accaduta in molti luoghi attorno a specialità e ricette inventate in differenti momenti della storia e successivamente diventate tradizioni”.

Secondo il vicepresidente del consiglio regionale con delega all’Agricoltura, Emanuele Imprudente, “il progetto Marsicaland è innanzitutto un progetto culturale, dove il cibo e la qualità dei prodotti sono il trait d’union di una storia di cultura e identità che si vuole rappresentare. All’interno di questo ragionamento prende corpo la costruzione di quella che è la caratterizzazione di un piatto che rappresenti tutto il territorio che ne esprima la cultura, le tradizioni e la valorizzazione territoriale ed ambientare di un territorio che è unico al mondo. Si sta costruendo un’identità fatta di storia, di tradizioni ma anche di innovazione, caratterizzata dalla qualità assoluta dei prodotti che sono frutto di una terra meravigliosa e che possono rappresentare un volano economico che va oltre l’agricoltura e le aziende ma che rappresenti l’attrazione turistica e la realizzazione culturale”.

L’iniziativa, organizzata nell’ambito del festival ideato dalle associazioni di categoria con il sostegno del Comune di Avezzano, della Regione Abruzzo, dell’Azienda regionale per le attività produttive (Arap), della Provincia dell’Aquila, del Gal Marsica, del Patto Territoriale della Marsica, e del Consorzio di Tutela Igp Patata del Fucino, ha l’obiettivo di valorizzare la tradizione culinaria marsicana, ricca di sapori autentici e prodotti di eccellenza.

“Le persone identificano i territori non solo con le bellezze naturali e architettoniche ma anche attraverso le specialità della tavola”, ha commentato il sindaco di Avezzano, Gianni Di Pangrazio, “tutti noi ricordiamo positivamente i luoghi grazie a sapori unici che restano nella nostra memoria. Per questo siamo felici di ospitare, proprio ad Avezzano, cuore della marsica, la sfida tra i fornelli che decreterà il piatto tipico. Un ingrediente in più nella costruzione dell’identità territoriale”.

I partecipanti hanno elaborato ricette che raccontano il territorio, utilizzando ingredienti locali e rivisitando piatti tipici con creatività e innovazione. La giuria, presieduta da Di Renzo, e composta da Gioacchino Bonsignore, giornalista televisivo curatore delle rubriche sul gusto delle reti Mediaset, Antonio Paolini, giornalista e critico enogastronomico penna delle guide del Gambero Rosso, Stefano Carboni, esperto di comunicazione, Franco Santini, giornalista enogastronomico, Roberto Raschiatore, giornalista de Il Centro, Maria Teresa Colizza, già assessore comunale e dirigente Asl, Giovanbattista Pitoni, storico, e William Zonfa, chef aquilano, valuterà i piatti in base a criteri quali la fedeltà alla tradizione, l’originalità della ricetta, la qualità degli ingredienti, la presentazione e il gusto. Il piatto vincitore diventerà un simbolo della gastronomia locale.

Per il direttore artistico della manifestazione, Giuliano Montaldi, “finalmente siamo arrivati a una importante tappa del progetto Marsicaland che per anni è stato un sogno nel cassetto. Grazie al cibo siamo riusciti ad abbattere i campanili e a raccontare la nostra Marsica. Il percorso è ancora lungo e articolato, ma per ora siamo soddisfatti del risultato ottenuto che ci sprona a raggiungere nuovi e ambiziosi obiettivi”. 

La preparazione dei piatti inizierà alle 10. La giuria assaggerà e valuterà i piatti e poi, alle 12:30, sarà decretato il vincitore alla presenza dei rappresentanti istituzionali locali e di tutti i partner di Marsicaland.




SENTINELLE DI CIVILTÀ E FELICITÀ

Anche i ragazzi di Loreto

Loreto Aprutino, 22 maggio 2024. Con l’attività di debriefing delle classi seconde della scuola secondaria di primo grado G. Rasetti  si conclude oggi il percorso pedagogico “sentinelle di civiltà e di Felicità” del Cav. Claudio Ferrante a Loreto Aprutino.

Promosso dall’Amministrazione Comunale e patrocinato dall’Associazione Carrozzine Determinate presente con la Segretaria Mariangela Cilli, il progetto ha avuto ampio riscontro in tutta la popolazione studentesca e grande plauso da parte delle famiglie che hanno apprezzato l’importante attività di educazione civica e inclusiva.

“Come assessore con delega alla disabilità ho fortemente voluto che questo progetto si realizzarsi anche nella scuola del nostro paese, grazie alla collaborazione della dirigente e dei docenti.

Ringrazio di cuore il Cav. Ferrante per la preziosa opportunità di crescita e formazione per tutti noi: affrontare il tema della disabilità parlando di felicità, solidarietà, gentilezza e dunque aiutare a sviluppare un senso di comunità. La passeggiata empatica è stata un’esperienza altamente significativa, di grande intensità emotiva, che ha permesso di far sperimentare in prima persona alcune delle difficoltà che si trova ad affrontare quotidianamente una persona con disabilità. Ritengo che questa esperienza sia solo l’inizio di una collaborazione che ci vedrà coinvolti insieme per sviluppare questi progetti volti ad abbattere non solo le barriere architettoniche esistenti nel paese ma anche quelle mentali e culturali, fatte di pregiudizi e stereotipi, soprattutto a partire da coloro che saranno i cittadini del futuro” così si è espressa l’assessore Roberta Legnini.

Gli studenti dopo l’attività laboratoriale in aula hanno infatti svolto la passeggiata empatica lungo le strade del centro del paese sotto gli occhi compiaciuti di tante persone felici dell’attività di sensibilizzazione promossa dall’ Assessore unitamente al Sindaco Mariotti.

“Loris Malaguzzi diceva che «lo spazio deve essere progettato e predisposto per garantire che tutti i bambini e gli educatori si sentano a loro agio e sviluppino il piacere del fare insieme».

La barriera architettonica è un problema che riguarda tutti, non solo le persone con disabilità. In tal senso urge una profonda trasformazione culturale. Oggi non è più possibile inquadrare le persone con disabilità sotto l’aspetto esclusivamente medico, ossia come dei malati ai quali deve essere garantita protezione sociale e cura. Occorre invece ricondurre il tutto sotto l’aspetto sociale, che valorizza e non penalizza le diversità umane e pone la condizione di disabilità non come derivante da qualità soggettive delle persone, bensì dalla relazione tra le caratteristiche delle persone e le modalità dei segni attraverso le quali la società organizza l’accesso ed il godimento di diritti, beni e servizi.

Grazie alla squadra di Carrozzine Determinate, nella persona del Cav. Claudio Ferrante, e al Comune di Loreto Aprutino, i ragazzi delle classi seconde della scuola Secondaria di I Grado G.RASETTI hanno vissuto due giorni di forti emozioni: hanno sperimentato, vissuto ed infine interiorizzato, concetti che sembrano scontati quali Disabilità, Rispetto, Inclusione ,Pregiudizio. Ma soprattutto abbiamo tutti ricevuto la grande lezione di vita per cui ogni giorno, ciascuno, può fare la differenza nella vita degli altri e di sé stessi, se “da una mosca ricorda di essere felice”, così si esprime la scuola attraverso la Prof.Linda Buccella che ha curato l’organizzazione del progetto.

“Mercoledì mi sono emozionata e quando abbiamo fatto l’attività con le Carrozzine e dopo aver guidato i miei compagni bendati e con il bastone bianco ho capito che anche se non vedo posso fare tante cose da sola” così scrive Malak una studentessa.

“I ragazzi sono stati davvero attenti e partecipativi – hanno detto Claudio Ferrante e Mariangela Cilli – alla fine del corso li abbiamo trovati cambiati e maturati, capaci di esprimere concetti che prima d’ora non avevano mai preso in alcuna considerazione. Il percorso pedagogico che abbiamo portato avanti con la scuola ha posto le basi per formare i cittadini di domani nel segno della libertà, del rispetto, dell’uguaglianza di ogni forma di genere e del diritto di tutti, ma in particolare delle fasce più deboli, a vivere una vita normale. Ringraziamo l’Amministrazione comunale per aver creduto nel nostro progetto e l’ortopedia Artes per la fornitura delle carrozzine”. Tutti gli studenti hanno ricevuto alla presenza degli amministratori comunali il diploma di “Sentinella di civiltà e felicità”.