UN PAESE FRAGILE

di Domenico Galbiati

PoliticaInsieme.com, 26 aprile2024. Spesso gli italiani eccedono in quella forma di “esterofilia”, ad un tempo ingenua e strumentale, con la quale si chiedono – ad esempio, quando sono in gioco temi di forte valenza etica – cosa possano pensare di noi i ben più progrediti popoli degli altri Paesi, più moderni, più avanzati, liberi dalle ubbie oscurantiste di un Paese che sente ancora sul collo il fiatone del suo oscurantismo cattolico….

Insomma, ci rimproveriamo spesso, fino a flagellarci, di non essere sempre al passo del “politicamente corretto”.

Non ci preoccupiamo, invece, di esibire “coram populo”, com’è successo ieri l’altro al Parlamento di Strasburgo, alcuni tratti comportamentali che, al di là dei nostri confini, vengono interpretati come endemicamente caratteristici di un Paese, che, a dispetto del suo immenso patrimonio di storia, di cultura e di civiltà, non riesce ad andare, nella considerazione altrui, oltre l’ immagine stereostipata e stantia dell’ “Italietta” di sempre.

Dopo la devastante esperienza del ventennio fascista che ci ha visti al fianco della barbarie nazista, l’Italia della rinascita democratica, l’Italia dell’ impresa e del lavoro che ha prodotto il “boom” economico, l’Italia tornata protagonista nel Mediterraneo, aveva saputo riconquistare apprezzamento e stima a livello internazionale.

Senonché – e qui non se ne fa colpa, se non per la sua parte più recente, al governo Meloni – stiamo, ancora una volta, sia pure in altre forme, precipitando in una spirale di minor considerazione e di tendenziale emarginazione nel contesto europeo ed internazionale.

Il nostro sistema politico è riuscito, una volta tanto, ad uscire dalla contrapposizione polare dei due schieramenti ed ha raggiunto una paradossale unità, solo avvitandosi – nel suo complesso e ciascuna forza politica per conto suo – su sé stesso, in una contraddizione tale da esporre, nuda alla meta, la nostra classe politica.

C’è da chiedersi come e con quale credibilità i nostri governanti possano porsi, a fronte dei rispettivi omologhi degli altri Stati membri dell’Unione, se neppure sanno quanto ne hanno in tasca, circa l’effettiva rappresentanza dei loro stessi partiti. Gentiloni per un verso, la Meloni e Giorgetti per l’altro e con loro Tajani – per carità di patria, meglio lasciar perdere Salvini e Conte – ne escono male.

Nel migliore dei casi smentiti dai loro e fors’anche sospettati di essere gli ispiratori, più o meno occulti, di una dissidenza da sé stessi davvero preoccupante, nella misura in cui sembra riproporre quel “cliché” di furbizia e di doppiezza che ci viene spesso rimproverato. Insomma, non possiamo lamentarci se veniamo considerati sostanzialmente inaffidabili.

Siamo un Paese fragile. Se mai ce ne fosse bisogno, anche il voto relativo al nuovo “patto di stabilità”, dimostra quanto sia profonda la crisi strutturale di un sistema politico incapace, al di là del merito e del contenuto della questione ora in esame, di tradurre, in maniera comprensibile, equilibrata e credibile, le posizioni che si fronteggiano sul piano nazionale nel più vasto contesto del discorso pubblico europeo ed internazionale. Un caso severo e preoccupante di analfabetismo politico di ritorno.

Un Paese fragile – di Domenico Galbiati – Politica Insieme




CHERNOBYL RISERVA DI BIODIVERSITÀ

La quarta puntata del Podcast Biodiverso di 3Bee, con ospite l’Avvocato dell’atomo, approfondisce il rapporto tra energia nucleare e biodiversità

Milano, 26 aprile 2024 – In occasione del trentottesimo anniversario dell’incidente di Chernobyl, la naturetech 3Bee lancia la quarta puntata del Podcast Biodiverso dedicata al tema dell’energia nucleare. Qual è il suo impatto sulla biodiversità? Quali sono state le conseguenze ambientali del disastro nucleare di Chernobyl? Queste sono solo alcune delle domande a cui 3Bee risponde in questo nuovo episodio, insieme all’Avvocato dell’Atomo, uno tra i divulgatori scientifici più noti e seguiti nel campo dell’energia nucleare.

Il 26 aprile 1986 alle ore 01:23 di notte si verifica un incidente senza paragoni nella storia del nucleare: nella centrale di Vladimir Lenin fallisce, a causa di un errore umano, un test di sicurezza del reattore numero 4, classificato di settimo livello della scala di catastroficità Ines. L’incidente causa tra i 200mila e i 350 mila sfollati, 64 morti legati direttamente all’incidente e migliaia di casi di malati oncologici nei mesi e negli anni successivi. Tutti conoscono questo episodio come il disastro di Chernobyl, ma non tutti sanno che l’area dell’incidente nucleare è sorprendentemente diventata una riserva di biodiversità.

E quindi, come si comportano flora e fauna nella zona di alienazione, un’area di 30 km circostante l’ex reattore nucleare di Chernobyl? Nonostante l’area sia inabitabile per gli uomini a causa delle elevate radiazioni residue, è diverso per la fauna selvatica, che ha dimostrato una notevole capacità di adattamento. Nel tempo, diverse specie hanno gradualmente preso il posto lasciato vuoto dall’uomo, stabilendo nuovi equilibri ecologici nell’area. In occasione dell’anniversario del disastro di Chernobyl, la naturetech company 3Bee lancia la quarta puntata “Podcast Biodiverso, intitolata “Puntata Atomica. Energia nucleare tra disastri e soluzioni”, disponibile su Spotify e YouTube, con ospite Luca Romano, meglio conosciuto come l’Avvocato dell’Atomo.

Questo episodio, ricco di dati e testimonianze, approfondisce il tema dell’energia nucleare insieme a uno dei divulgatori scientifici più seguiti in questo campo, con un focus sulle conseguenze di quanto accaduto trentotto anni fa nella centrale nucleare di Vladimir Lenin. Chernobyl, infatti, è oggi un vero e proprio laboratorio all’aperto: l’area circostante la centrale nucleare offre l’opportunità di osservare le conseguenze di un disastro nucleare nell’ambito della crisi climatica. La frequenza crescente di incendi spontanei nella regione, fenomeno che si sta verificando anche in altre zone urbane abbandonate dell’Europa a causa del cambiamento climatico, fa di Chernobyl un sito di studio unico nel suo genere. Ma questo non riguarda solo Chernobyl: nella quarta puntata del podcast di 3Bee l’Avvocato dell’Atomo racconta di altri esempi di aree limitrofe alle centrali nucleari che sono diventate habitat favorevoli per diverse specie.

“La cicatrice lasciata dall’evento di Chernobyl è più psicologica e culturale che umanitaria e biologica. L’incidente fu la miccia che fece detonare decenni di paure sopite della catastrofe atomica, sviluppatesi nel corso della guerra fredda. – afferma l’Avvocato dell’Atomo – Ma a ben guardare, la portata della tragedia resta inferiore a quella di molti altri incidenti, sia sotto il profilo delle perdite umane (Bhopal, Banqiao), sia per quanto riguarda i danni alla biodiversità (Deepwater Horizon)”.

Anche con questa quarta puntata, “Podcast Biodiverso” si propone come uno spazio di riflessione critica e costruttiva, dove dati scientifici, testimonianze dirette e dibattiti aperti si intrecciano per offrire uno sguardo approfondito e variegato sui temi della biodiversità e del cambiamento climatico. La “Puntata Atomica. Energia nucleare tra disastri e soluzioni” esplora l’intersezione tra energia nucleare e tutela degli ecosistemi, con l’intento di stimolare un dialogo informato su nuove prospettive e soluzioni innovative, senza dimenticare le lezioni apprese dal passato.

3Bee è la naturetech company che sviluppa tecnologie per il monitoraggio, la tutela e la rigenerazione della biodiversità, riconosciuta dall’UE come la realtà partner di sviluppo dei primi crediti di biodiversità certificati. A partire dall’ape, fondamentale bioindicatore, 3Bee raccoglie e interpreta i dati ambientali attraverso sistemi proprietari innovativi per monitorare la salute degli impollinatori e la loro connessione con gli ecosistemi, offrendo soluzioni di assessment, monitoraggio, rigenerazione e formazione per la biodiversità. 3Bee ha sviluppato una serie di innovazioni in ambito ambientale: Hive-Tech, un alveare 4.0 che consiste in una rete di sensori IoT che monitorano il benessere delle api; Spectrum, un sistema di conteggio della fauna automatico – in particolare insetti impollinatori – che sfrutta l’intelligenza artificiale per riconoscere la tipologia di animale; Flora, un sistema di Reti neurali per l’analisi delle biodiversità vegetali, in collaborazione con ESA. Fino ad oggi, 3Bee ha realizzato progetti rigenerativi al fianco di oltre 500 aziende in 10 Paesi che hanno scelto di contribuire concretamente alla protezione della biodiversità. Inoltre, 3Bee collabora con centri di ricerca, scuole, agricoltori, coltivatori e cittadini per promuovere l’importanza della salvaguardia della biodiversità. Dalla sua nascita, 3Bee ha sviluppato una rete di oltre 3.000 coltivatori di biodiversità, installato più di 5.000 sensori IoT e rigenerato oltre 200 Oasi.




INSIEME: 25 APRILE FESTA DELL’ITALIA DEMOCRATICA

PoliticaInsieme.com, 25 aprile 2024. In occasione del 25 aprile, INSIEME ribadisce la sua piena adesione ai valori della Resistenza antifascista sfociata nella Costituzione e nella rinascita del Paese, con una scelta di partecipazione democratica, sociale e inclusiva che ha garantito uno sbalorditivo sviluppo economico e il più lungo periodo di pace nella storia d’Italia.

Il 25 aprile richiama alla libertà responsabile, al consentire alla società di esprimere liberamente tutte le proprie voci e potenzialità. L’antifascismo non è solo una retorica scelta di campo che va comunque ricordata e rinnovata costantemente. Richiede che anche le istituzioni assicurino una gestione della cosa pubblica improntata al bene comune, alla risposta dei problemi che riguardano l’intera società civile, alla difesa della dignità di tutti gli esseri umani, a partire da quella garantita da un lavoro sicuro e da salari giusti ed equi, dalla libertà d’impresa e dalla valorizzazione dei gruppi intermedi liberamente organizzati.

INSIEME ritiene che il 25 aprile debba spingere le forze popolari a ritrovare una piena coerenza con il patrimonio rappresentato da quanti – Sturzo, Donati, Ferrari, De Gasperi, Moro – hanno saputo interpretare una continuità fatta di democrazia, libertà, pluralismo, giustizia sociale e attenzione alla Persona.

Ecco perché INSIEME invita alla coerenza tutti coloro che al Popolarismo si richiamano. Non si può seguire il doppio criterio di essere anti-sovranisti e antipopulisti in Europa e, al tempo stesso, partecipare a una coalizione di estrema destra in Italia. Facendo propria, inoltre, una proposta di legge che introduce il Premierato e l’Autonomia differenziata, in gran parte emanazione della cultura post-fascista e della P2.

L’ antifascismo è una discriminante per la coscienza morale, civile e politica del nostro Paese: a noi preme sapere se, in quanto tale, riguarda o meno la maggioranza di governo.

La celebrazione del giorno della Liberazione non lascia spazio ad alcun equivoco e ad accomodamenti di natura elettorale o di potere.

Infine, INSIEME esprime la propria solidarietà a quanti, per le loro idee non gradite al governo, vengono censurati dalla RAI, cui è affidato il delicato compito di assicurare il servizio pubblico: che è tale solo se in grado di garantire il pluralismo e una informazione non di parte.




LA  FESTA DI LIBERAZIONE

Il Comune di Sante Marie celebra il 25 aprile, ecco il programma

Sante Marie, 24 aprile 2024.  Il Comune di Sante Marie celebra il 25 aprile festa di Liberazione. Una data importante per l’Italia, in quanto segna la fine della Seconda Guerra Mondiale e la sconfitta del regime fascista, un giorno di festa e di commemorazione, un momento per ricordare i sacrifici fatti per la libertà e per riaffermare i valori della democrazia.

L’amministrazione comunale, con i rappresentanti di tutte le associazioni del paese, celebreranno il 25 aprile con una cerimonia solenne. Il programma della giornata prevede per domani il raduno alle 10:15 in piazza Aldo Moro da dove alle 10:30 partirà il corteo che farà tappa presso la lapide di Antimo Ermili e la lapide alla Banda del Bardo per la deposizione di un omaggio floreale. Alle 10:50 ci sarà la deposizione di una corona d’alloro al monumento ai caduti e un momento di preghiera.

“Invitiamo tutti a partecipare – ha commentato il sindaco Lorenzo Berardinetti – è un’occasione importante per ricordare il passato e per costruire un futuro migliore”.




PANTANI DAY

Domenica 28 aprile mostra di cimeli del campione e incontro con Tonina Pantani, madre dell’indimenticato campione delle due ruote

Martinsicuro, 24 aprile 2024.  Continuano gli appuntamenti di preparazione al Giro d’Italia che giovedì 16 maggio vedrà Martinsicuro grande protagonista del tour in rosa. Dalla città truentina, infatti, partirà la 12esima tappa con arrivo a Fano e fervono i preparativi.

Domenica, in sala consiliare, andrà in scena una giornata interamente dedicata a Marco Pantani, campione italiano  tra i più amati di sempre, scomparso il 14 febbraio 2004 in circostanze ancora poco chiare. L’appuntamento è alle 13 in sala consiliare con l’apertura di una mostra di cimeli appartenuti al Pirata. Dopo una presentazione da parte dell’amministrazione comunale, sarà ospite Tonina Pantani, madre di Marco, che dialogherà con Simone Tommolini, presidente degli operatori turistici di Martinsicuro, ripercorrendo la vita del campione dall’infanzia, alla passione per le due ruote, fino alla prematura scomparsa sulla quale sono ancora tanti gli aspetti da chiarire. Un appuntamento assolutamente da non perdere.

“Ed è  con grande soddisfazione che accogliamo la signora Tonina Pantani nella nostra città – le parole del consigliere con delega al Turismo, Umberto Barcaroli – è un evento che abbiamo fortemente voluto e che personalmente ho caldeggiato sin da quando ci è stato proposto. L’occasione di ricordare uno dei più grandi campioni italiani del ciclismo alla prima e storica partenza del Giro d’Italia a Martinsicuro, non poteva che essere colta subito”.

“Siamo orgogliosi di accogliere nel nostro paese la madre di un campione come Pantani – il commento invece di Alessandro Casmirri, delegato allo Sport – un uomo che  ha dato tutto se stesso in uno sport che lo ha portato ad essere per molti un simbolo indelebile. La sua forza  resterà nei ricordi e nella memoria storica del nostro Paese per sempre”.




TORTORETO CITTÀ DELLA PACE

Dal 24 al 28 aprile, in ricordo di don Tonino Bello. Oggi ci sarà la costituzione del comitato “Sindaci per la pace”

Tortoreto, 24 aprile 2024. Si svolgerà da oggi, 24 aprile, al 28 aprile Tortoreto città della Pace, una manifestazione promossa dal Comune di Tortoreto in collaborazione con l’associazione ets Società Civile e che, per quattro giorni, promuoverà testimonianze e momenti di incontro all’insegna dei valori della pace e della condivisione.

Da Tortoreto vogliamo dire che la guerra è sempre una sconfitta e che solo coltivando la Pace possiamo proteggere davvero il nostro futuro”, ha dichiarato stamane, in conferenza stampa a Teramo, il sindaco di Tortoreto, Domenico Piccioni, accanto al presidente di Società Civile, Leonardo Nodari.

Una quattro giorni interamente dedicata ai valori della Pace e che culminerà, il 27 aprile alle ore 20.30 in Piazza Carducci, con la cerimonia di conferimento del Premio per la pace e la Solidarietà don Tonino Bello ad 11 personalità ed associazioni.

Di seguito l’elenco dei premiati:

  • Medici senza frontiere: associazione internazionale umanitaria non governativa, attiva in 73 Paesi
  • Mani Tese: organizzazione non governativa che da anni in Africa, Asia e America Latina si impegna per la giustizia economica, sociale ed ambientale
  • Rete delle università per la pace, promossa dalla Conferenza dei Rettori delle Università Italiane
  • Mons. Giuseppe Ricchiuti Presidente di “Pax Christi”, movimento cattolico internazionale per la Pace.
  • Patrizia Giunti, presidente della Fondazione Giorgio La Pira;
  • Carlo Cefaloni, coordinatore di “Economia Disarmata Focolari Italia,” gruppo di riessione e azione su disarmo, riconversione e ammino della pace;
  • Padre Quirino Salomone, frate minore, scrittore, direttore della rivista “La Perdonanza”, Presidente del “movimento celestiniano” e della “Fondazione Studi Celestiniani per la Pace”, fondatore della mensa dei poveri di L’Aquila;
  • Don Vinicio Albanesi, fondatore del Coordinamento delle Comunità di accoglienza, Presidente della Comunità di Capodarco impegnata nell’accoglienza di persone in condizione di grave disagio.
  • Nicola Mattoscio, presidente della Fondazione PescarAbruzzo con l’obiettivo di migliorare il benessere sociale e lo sviluppo economico della collettività di riferimento;
  • Giuseppe Leonelli, fondatore del “Cammino per l’Unione e la Pace”, un percorso ad anello che porta alla scoperta di paesi e colline in provincia di Modena;
  • Francesco Barone, presidente dell’Associazione “Help senza confini”, ambasciatore di Pace e autore di oltre cinquanta missioni umanitarie in Ruanda, Burundi, Senegal e Repubblica Democratica del Congo

Il programma completo:

Domani, mercoledì 24 aprile, alle 10 presso l’Istituto comprensivo Tortoreto ci sarà l’inaugurazione della mostra di disegni e pensieri “Siamo angeli con un’ala sola” e alle 11.30 all’Hotel Parco del mare, ci sarà la cerimonia di costituzione del comitato “Sindaci per la pace” alla presenza di 30 sindaci.

– Giovedì 25 aprile, dalle ore 9 alle 20, si celebrerà la Giornata in ricordo di Don Tonino Bello con la proiezione di 12 filmati dei suoi interventi (saranno mandati in onda su You tube e sulle pagine social di Radio Cerrano web Tv.

– Venerdì 26 aprile, alle ore 20.30 in Piazza Carducci, appuntamento con il Concerto degli Exentia Live Band, con le letture e le testimonianze su Don Tonino Bello

– Sabato 27 aprile, alle 20.30 Piazza Carducci Cerimonia di consegna dei Premi per la Pace e la Solidarietà “Don Tonino Bello” (in diretta streaming nazionale su Radio Cerrano Web Tv) e, a seguire, alle ore 22 sempre in Piazza Carducci Lungomare Sirena, ci sarà il Concerto “Prendila cosi” Mogol Battisti TRIBUTE BAND

– Domenica 28 aprile, alle ore 18 in Piazza Carducci, lo Spettacolo musicale e teatrale “Fuori Posto”




MATTA ARTE CONTEMPORANEA

SeTaccio il Vento: restituzione della residenza di Agnese Purgatorio  + TALK sulla pratica delle Residenze d’Arte a cura di Marcella Russo 27 aprile ore 18

Pescara, 24 aprile 2024. Attività promosse e organizzate da Artisti per il Matta nel Programma della Presidenza Consiglio Ministri per la riqualificazione urbana e la sicurezza delle periferie della città di Pescara. Matta Arte Contemporanea è la sezione dedicata alle arti visive dello Spazio Matta, a cura di Marcella Russo.  MAC è un luogo fisico ma anche virtuale, dove i protagonisti dell’arte incontrano il pubblico per uno scambio, un confronto, un dialogo finalizzato ad approfondire i temi e linguaggi più attuali del mondo dell’arte. Dal 2020 Mac porta avanti un programma di residenze d’arte, grazie al quale sta costruendo una collezione di opere site-specific permanenti collocate nella sede dell’ex mattatoio di Pescara.

Il 27 aprile 2024 alle ore 18 Matta Arte Contemporanea presenta “SeTaccio il vento”, restituzione della residenza dell’artista Agnese Purgatorio, un percorso sensoriale e ritmico che conduce lo spettatore nelle trame della materia, in un viaggio onirico attraverso una natura potente e sublime, ma con un senso di spaesamento che caratterizza da sempre il nomadismo esistenziale dell’artista, sottolineato anche da una sperimentazione acustica. L’arte come linguaggio dell’immaginario in una frammentazione linguistica che in certi momenti attraversa un tempo dilatato, mentre in altri si trasforma in apparizioni di luce, sottolineata da una ricerca costante sul suono che Agnese Purgatorio porta avanti da alcuni anni. Opera che accompagna la residenza pescarese dell’artista e che affronta questioni urgenti, come la rivolta delle donne iraniane, con la leggerezza metaforica delle folate di vento e con una libera interpretazione del verso di Abbas Kiarostami “Il vento porta via il velo” che ondeggia nel video in lingua originale. Un atto poetico e politico che con ambientazioni mentali ed esistenziali, condensate in una atmosfera sospesa, ci esorta ad affrontare le grandi sfide del nostro tempo, ma con cautela e con la purezza del gesto infantile del protagonista che ci invita a tacere per ascoltare le voci lontane.

Il titolo dell’opera permanente è una libera citazione di un verso di Abbas Kiarostami “Il  vento porta via il velo”: un neon in vetro soffiato e scritto in farsi da una donna iraniana residente a Pescara.

L’incontro si chiuderà con un talk aperto al pubblico, dove si approfondirà la pratica delle Residenze d’Arte. Si parlerà di arte pubblica e del suo mescolarsi ai territori e alle storie delle persone, quale linguaggio espressivo del presente capace di creare nuove narrazioni.

Partecipano al talk l’artista Agnese Purgatorio, Marcella Russo, Andrea Croce, Giovanni Gaggia, Lucia Giardino e Miriam Di Francesco.

PROGRAMMA

H 18.00 – Focus residenza “SeTaccio il Vento”

Presentazione del progetto con l’artista Agnese Purgatorio e la curatrice Marcella Russo.

H 18.15 – Proiezione opera video “SeTaccio il Vento” durata 6’ 10” (loop) realizzata dall’artista durante la residenza a Pescara.

H 18.30 – TALK/FOCUS sulla pratica delle Residenze d’Arte.

Partecipano:

Andrea Croce_ curatore e artista visivo, nel 2018 ha fondato Unpae, un progetto di residenze d’artista caratterizzato da uno spirito libero e spontaneo. Nel 2021, 2022 e 2023 lavora come curatore e produttore per Una Boccata d’Arte in Abruzzo, seguendo pratiche artistiche scultoree, installative e performative.

Giovanni Gaggia_ artista, nel 2008 fonda Casa Sponge, luogo di accoglienza e rifugio di artisti nelle Marche.

Lucia Giardino_ Insegna storia dell’arte e dal 2007 cura e dirige GuilmiArtProjects, un programma di residenza d’artista che ha come elemento fondante la pratica della coabitazione. È tra i soci fondatori di STARE APS ETS.

Agnese Purgatorio_ artista

Marcella Russo_ curatrice e manager culturale

Modera: Miriam Di Francesco_ Laureata in estetica alla Cattolica di Milano, coordinatrice di progetto per la Fondazione No Man’s Land e la Galleria Ceravento.

H 19.30 – Presentazione al pubblico dell’opera permanente “Il Vento porta via il Velo” realizzata per la residenza da Agnese Purgatorio con la partecipazione  di Bob Cillo, chitarrista, cantante e compositore della scena “underground” nazionale. La performance musicale presenterà un testo rielaborato, che sarà la base della performance , tratto da  “La casa è nera” (Khaneh siah ast) un cortometraggio, scritto e diretto nel 1963 da Forough Farrokhzad, poeta e regista femminista iraniana. Bob Cillo ha realizzato 6 album con i progetti “Dirty Trainload”, “Behind Bars Collective” e “Bob Cillo & Mafia Trunk”. Si è esibito in tutte le principali città europee e ha esportato il suo “new blues” anche a Chicago e per due volte al Deep Blues Festival a Minneapolis e a Clarksdale, Mississippi.

BIO AGNESE PURGATORIO

Agnese Purgatorio è una artista italiana attiva nel campo delle installazioni multimediali, della performance e del collage, analogico e digitale. Il suo lavoro riflette sulla memoria e la ricostruzione di narrazioni personali e collettive, sia con la messa in scena, sia con materiale d’archivio su cui interviene. Ha esposto in prestigiose istituzioni nazionali ed internazionali come la Pinacoteca Metropolitana Corrado Giaquinto di Bari, la Fondazione Pino Pascali di Polignano a Mare, la Triennale di Milano, la Galleria Nazionale di Roma, the Jordan National Gallery, il Museo della Scultura Contemporanea di Matera, the Moscow Biennale of Contemporary Art, la Biennale di Venezia, a Bienal Internacional de Arte Contemporânea de Curitiba, the Armenian Center for Contemporary Experimental Art – Yerevan.

INGRESSO GRATUITO: è consigliata la prenotazione.




POPOLO E POPOLARI

di Domenico Galbiati

PoliticaInsieme.com, 23 aprile 2024. Da tempo, il tema dei popolari è tornato ad essere motivo ricorrente nel discorso pubblico. Sia pure, spesso, in modo approssimativo e un po’ confuso. Per lo più evocando il superamento della cosiddetta diaspora, intendendo come tale la pulviscolare dispersione – e dissipazione – della cultura politica, delle idee e delle stesse militanze politiche che si sono riconosciute, fino alla metà degli anni ‘90, nella Democrazia Cristiana.

Ora non si tratta di mettere in scena l’amarcord di una stagione di straordinaria importanza per la maturazione civile e democratica dell’Italia che, giunta all’ apice del suo compito storico, ha esaurito l’ arco temporale della sua funzione. Piuttosto, va considerato come oggi, sia in quanto a metodo che in ordine ai contenuti, il popolarismo, secondo un’ accezione differente e nuova, meriti di essere rilanciato, nella misura in cui rappresenta la più efficace antitesi a quel troppo di ideologismo che, in ultima analisi, continua a rappresentare l’ordito su cui costruiscono le loro trame ideali e programmatiche sia la destra che la sinistra.

Nazionalismo e sovranismo da una parte, declinazione individualista e radicaleggiante di una cultura che pur fu, a suo tempo, popolare dall’altra, stanno determinando l’involuzione di un confronto politico che ha ben scarsa aderenza con le più impellenti preoccupazioni quotidiane degli italiani. In altri termini, è necessario riportare con i piedi per terra una politica dai toni urlati e striduli, giocata sul piano della mera contesa di potere che non fa altro che allontanare gli italiani dalle urne.

Come succede, ancora una volta, in Basilicata, addirittura con una partecipazione al voto inferiore al 50% degli aventi diritto….e dovere. Oggi è più problematico, di quanto non sia stato in altre stagioni, cogliere, con la necessaria evidenza, quelle istanze comuni che fanno popolo, cioè contrassegnano le attese e le speranze che creano reciprocità e coesione sociale, perfino al di là delle diverse appartenenze politiche.

Questo collante, rappresentato dalla comune vocazione popolare, ha giocato un ruolo importante nei momenti più delicati della nostra vicenda democratica. Oggi questa dimensione va, in un certo senso, portata alla luce scavando nel coacervo di interessi particolari, desideri, aspettative particolareggiate, aspirazione strettamente personali, opzioni individuali che ne occultano l’ impalcatura che pur persiste.

Il filo conduttore di questa ricostruzione di un destino comune passa, anzitutto, dopo una lunga stagione di diritti individuali, da una riscoperta dei diritti sociali, di quelle politiche che rispondono alle istanze fondamentali in cui le famiglie ritrovano un sentimento di identità condivisa e di reciproca solidarietà.

Il lavoro, la casa, la scuola e l’ educazione e la cultura, la salute, la cura dei minori e l’accoglienza degli anziani, l’ambiente, la vivibilità dei contesti urbani: sono, in primo luogo, questi i luoghi e gli spazi entro cui riedificare quella comune ricerca di una motivazione forte e di un senso compiuto della vita.

Popolo e popolari – di Domenico Galbiati – Politica Insieme




LA GIORNATA DELLA TERRA

Celebrazioni senza retorica ma raccontando sforzi per uno strumento previsto dalla Legge

Pescasseroli, 22 aprile 2024. A che punto è lo strumento di pianificazione che garantisce gli interessi delle persone, degli animali e degli habitat nel territorio di un Parco qual è il nostro?

Facciamo un po’ di storia in modo da far capire a tutti l’iter del Piano del Parco e dove ci troviamo ora. La Legge Quadro sulle aree protette, la 394/91, prevede che ogni parco nazionale si doti di un Piano. Quello del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, in corso di approvazione, è un Piano che viene da lontano, frutto di faticose analisi sui molteplici aspetti trattati e di studi approfonditi, di mediazioni con istituzioni e cittadini, di sforzi compiuti nel corso di lunghi anni dai tecnici che si sono succeduti in questa impresa, avendo sempre come obiettivo il raggiungimento dell’interesse comune, che per il ruolo rivestito dal Parco e dai valori in esso custoditi, ha un respiro internazionale, che va ben oltre i confini amministrativi dell’area protetta.

Il tutto nella consapevolezza che dove manca un quadro di riferimento normativo e organizzativo certo, spesso trae vantaggio chi approfitta dell’area grigia per il perseguimento dei propri interessi personali, a discapito di quelli collettivi. L’Ente Parco ha dato avvio alla procedura di Piano il 9 novembre 2010, previo parere favorevole della Comunità del Parco, che rappresenta le comunità locali: 3 Regioni, 3 Province, 3 Comunità Montane e 24 Comuni.

La proposta di Piano venne subito trasmessa alle Regioni interessate per il prosieguo di competenza, ma subito dopo si arenò a causa di una serie di novità legislative che avevano influenzato anche la procedura per l’approvazione dei Piani di altri parchi nazionali.

Dopo un lungo periodo di stasi, nel 2020 venne ripreso il percorso e nel 2021 le Regioni Abruzzo, Lazio e Molise sottoscrivevano un protocollo d’intesa per l’approvazione definitiva del Piano del Parco, e la Regione Abruzzo, in qualità di ente capofila, avviava la necessaria procedura di Valutazione Ambientale Strategica (V.A.S.) che si concludeva con Determinazione favorevole.

Contestualmente all’apertura delle consultazioni previste in sede di V.A.S., il Piano è stato depositato presso le Regioni, le Comunità Montane e i 24 Comuni direttamente interessati per la fase di accesso da parte di tutti i soggetti interessati: cittadini, associazioni, organizzazioni di categoria, ecc. Tuttavia, in considerazione del fatto che la prima nota era stata disattesa da alcuni dei Comuni interessati, gli atti del Piano del Parco sono stati pubblicati, per l’accesso di chiunque fosse stato interessato, 120 giorni invece dei 60 previsti dalla norma. Al fine di consentire a tutti di poter esercitare il diritto alle osservazioni da parte del pubblico.

Nel periodo di pubblicazione sono pervenute al Parco n. 54 osservazioni da parte di Comuni, cittadini e categorie rappresentative. Le stesse, come emerge chiaramente dall’apposito documento che le riporta tutte, che è stato trasmesso a tutti gli enti interessati ed è disponibile sul sito del Parco, sono state in gran parte accolte. Solo alcune vennero respinte e nel documento sono riportate anche le motivazioni della mancata accettazione.

Con Deliberazione n. 1 del 10 febbraio 2023, il Consiglio Direttivo dell’Ente Parco ha adottato il Piano del Parco, prendendo atto dei pareri resi in sede di VAS, nonché delle osservazioni accolte, ha apportato le conseguenti modifiche agli elaborati di Piano, ed ha licenziato lo schema di intesa con le Regioni e i Comuni per l’approvazione del medesimo.

Con nota del 27.04.2023, la Regione Abruzzo, trasmetteva gli elaborati di Piano e lo schema di intesa, da sottoscrivere sia alle Regioni Lazio e Molise, sia ai Comuni di Barrea, Bisegna, Civitella Alfedena, Gioia dei Marsi, Opi, Ortona dei Marsi, Pescasseroli, Scanno e Villetta Barrea, ovvero di quelli con una parte del territorio interessata da zone D del Piano e perciò chiamati a sottoscrivere l’intesa prevista dalla legge. Tutti i Comuni abruzzesi interpellati approvavano, con specifiche Delibere di Consiglio Comunale il Piano e l’Intesa, autorizzando la sottoscrizione con la Regione Abruzzo e l’Ente Parco.

In data 18.01.2024, la Giunta Regionale della Regione Abruzzo adottava la proposta di approvazione del Piano al Consiglio Regionale che non è riuscito a valutarlo, previo passaggio dalle competenti Commissioni consiliari, a causa della fine della legislatura col conseguente rinvio alla successiva.

Nella Regione Lazio l’iter ha dapprima risentito del rinnovo del Consiglio Regionale, avvenuto a seguito delle elezioni amministrative di febbraio 2023 e successivamente dell’esigenza di assicurare una verifica di coerenza con la vigente pianificazione paesaggistica (la Regione Lazio è l’unica, fra le tre interessate, ad esser dotata). Grazie alla sinergia tra funzionari e uffici, regionali e del Parco, anche quest’ultimo scoglio appare superato e a breve il Piano sarà trasmesso dalla Regione ai Comuni interessati all’intesa, Picinisco, San Donato Val Comino e Settefrati, per essere successivamente approvato in sede di Giunta Regionale.

Per quanto riguarda la Regione Molise, sono state accordate le intese al Piano del Parco da parte dei Comuni direttamente interessati alla zona D, Comune di Pizzone e Comune di Rocchetta, che hanno visto riconosciute le legittime richieste. L’intesa stessa è stata successivamente perfezionata con la sottoscrizione da parte del Parco, della Regione Molise e dei Comuni interessati, in data 08.08.2023.

In data 19.01.2024 la Giunta Regionale ha adottato la Delibera n. 31, recante la proposta di approvazione del Piano al Consiglio Regionale. Esprimeva anche parere favorevole la III Commissione Consiliare. Come noto, l’approvazione del Piano è stata posta all’ordine del giorno del Consiglio Regionale, nella seduta del 19 marzo 2024 ma, è stata rinviata in Commissione per approfondimenti.

Dunque, nonostante il complesso iter procedurale, appena raccontato, la conclusione del processo e la definitiva approvazione del Piano sembra ancora lunga soprattutto dove, nonostante tutti i passi fatti, si è addirittura deciso di tornare indietro.  Ciò lascia in piedi le norme di salvaguardia, impedisce l’attuazione delle norme di indennizzo e la realizzazione del Piano di Sviluppo Socio-Economico.

“Oggi più che mai – ha dichiarato il Presidente del Parco Giovanni Cannata – abbiamo bisogno di avere una convergenza di intenti tra ciò che pensiamo, diciamo e di conseguenza facciamo. La crisi ambientale non si affronta con mere dichiarazioni di principio, né con posizioni polarizzate verso l’interesse di pochi, ma con lungimiranza, verso gli interessi collettivi, attuali e futuri, soprattutto da parte delle Istituzioni. È necessario dare slancio a questa visione perché nuovo è lo scenario ambientale, culturale ed economico che ci apprestiamo a vivere nell’immediato futuro. La pianificazione e l’attenzione alle regole è la base del nostro vivere civile”.




INSIEME E L’EUROPA

Più federale, coesa e in grado di prendere decisioni

PoliticaInsieme.com, 22 aprile 2024. Un’Europa più federale, più internamente coesa, e in grado di prendere tempestivamente decisioni importanti.

Per far fronte alle due gradi sfide citate, ma anche ad altre come quelle dell’innovazione tecnologica, l’Unione Europea ha bisogno di una maggiore unità di intenti e di una maggiore capacità di decisione e di azione. In sintesi, ha bisogno di diventare più federale, cioè di svilupparsi secondo un modello politico-istituzionale che, come in altre esperienze federali (Usa, Germania, ecc.), in una serie delimitata ma strategica di ambiti abbia un centro decisionale dotato delle risorse per deliberare le politiche e implementarle.

L’Unione Europea ha già alcuni elementi significativi di federalismo, ma limitati a settori che, pur importanti come la moneta, il commercio estero, il mercato interno e in misura parziale l’ambiente, non sono oggi più sufficienti. L’ambito della politica estera e di sicurezza deve (progressivamente) federalizzarsi e lo stesso vale per il settore dei grandi investimenti infrastrutturali, climatici e tecnologici, ma anche in parte per l’ambito delle politiche sociali e sanitarie.

Questo vuol dire in primo luogo che in questi ambiti le istituzioni centrali dell’Unione devono avere la possibilità di decidere (a maggioranze qualificate) senza essere ostaggio del potere di veto di singoli stati. In secondo luogo, l’Unione deve avere le risorse finanziarie per sostenere queste politiche.

L’attuale bilancio europeo, che come è noto rappresenta poco più dell’1% del prodotto interno lordo complessivo dell’Unione, non è più assolutamente adeguato a rispondere a queste nuove esigenze. Pur senza nemmeno avvicinarsi ai livelli medi degli stati membri (che si aggirano tra il 40% e il 50% dei prodotti lordi nazionali) è necessario accrescere il livello del bilancio comunitario.

Poiché è difficile pensare di accrescere significativamente i contributi che gli stati membri danno, le strade aperte sono quella di ricorrere ad un maggiore e più sistematico indebitamento (eurobond) e quella di aumentare le risorse proprie, per esempio con la tassazione alle importazioni sulla base delle emissioni carboniche, gli introiti dal trading delle emissioni, e tasse sui profitti societari internazionali.

Il primo strumento, che ha già avuto un inizio (con il Next Generation EU e SURE), stenta ad affermarsi anche proprio perché l’Unione Europea è per ora un piccolo emettitore del debito sovrano e questo ne riduce la credibilità e aumenta i costi. Inoltre, le sue entrate proprie, essendo limitate, danno insufficienti garanzie (non a caso i bond europei pagano attualmente tassi più alti della Germania). I due strumenti devono quindi essere sviluppati insieme.

Che cosa fare:

1. Accentuare il carattere federale della UE estendendo i settori di policy di competenza esclusiva o prevalente della Unione;

2. In questi settori applicare il metodo comunitario di decisione che prevede voto a maggioranza qualificata riducendo i poteri di veto di singoli stati;

3. Rafforzare il bilancio dell’Unione da destinare al finanziamento di beni collettivi europei;

4. Aumentare le entrate proprie dell’Unione e il ricorso a debito europeo.




CROSSFIT: GIOVANE PRODIGIO

Enzo Di Simone protagonista al Picenum Throwdown 2024

Pratola Peligna, 21 aprile 2024. Enzo Di Simone, un giovanissimo atleta di soli 13 anni di Pratola Peligna, è stato protagonista al Picenum Throwdown 2024, uno degli eventi nazionali più prestigiosi nel mondo del CrossFit. La manifestazione si è tenuta sabato 20 aprile nel palazzetto dello sport Ezio Galosi di Ascoli Piceno, che è stato il palcoscenico di uno spettacolo straordinario di forza, resistenza e determinazione con centinaia di atleti in gara.

Nonostante la sua giovane età, Enzo ha dimostrato un talento straordinario e una determinazione senza pari nel competere già con persone adulte in questa disciplina che combina esercizi di ginnastica, pesistica ed endurance e che sta guadagnando sempre più popolarità negli ultimi anni grazie alla sua capacità di sfidare e trasformare i suoi praticanti.

Enzo Di Simone ha sviluppato la passione per il CrossFit nella palestra Box 300 di Sulmona, dove si allena da circa tre anni. Grazie al supporto e alla guida del suo allenatore Giulio Perpetuo, Enzo ha affinato le sue abilità e ha superato ogni ostacolo sulla sua strada verso il successo.

Nel Picenum Throwdown ogni atleta ha dato il meglio di sé in una serie di prove che hanno interessato tutti gli aspetti del fitness. La giovane promessa pratolana ha affrontato la gara con coraggio e determinazione, ispirando gli spettatori presenti nell’arena rimasti affascinati nel vedere come anche in tenera età si possa avere una passione tale per uno sport così estremo.

Dopo la gara, Enzo Di Simone si è lasciato andare in un abbraccio liberatorio con la mamma Stella ed il papà Tonino esprimendo al tempo stesso la sua gratitudine per il loro affetto ed il supporto costante che ha sempre ricevuto. Enzo ha inoltre sottolineato l’importanza di sfidare se stessi e superare i propri limiti, indipendentemente dall’età, con ammirazione per gli altri atleti che lo hanno ispirato durante la competizione.

Un ruolo di fondamentale importanza è stato rivestito da Giulio Perpetuo. Un allenatore esperto che grazie alla sua dedizione ha aiutato Enzo a prepararsi al meglio per la competizione e a superare questa sfida con determinazione e coraggio.

Nonostante non sia stato ufficialmente classificato per la sua giovane età rispetto a tutti gli altri atleti, Enzo si è distinto come un vero talento nel mondo del CrossFit, dimostrando che la passione, la determinazione e il coraggio possono superare qualsiasi ostacolo.

Il successo di Enzo Di Simone è un’esemplificazione dell’attrattiva e dell’impatto crescenti del CrossFit come disciplina sportiva che trasforma vite e ispira le persone a raggiungere il loro massimo potenziale attraverso il fitness.




LA PARTITA PERFETTA!

L’adriatica Press supera Marsala 3-0

Teramo, 21 aprile 2024. L’Adriatica Press gioca  una delle migliori gare della stagione e supera nettamente, con un secco 3-0, Marsala formazione impegnata nella lotta Play-Off. È stata la partita perfetta delle ragazze di coach Collavini e del Presidente Roberto Mazzagatti.

Gioco, grinta, determinazione e cuore hanno permesso alla squadra biancorossa di conquistare l’intera posta in palio, ingredienti che hanno condito il pomeriggio domenicale del Palascapriano. Un successo importante per la Futura che permette di aggiungere tre punti in più in classifica, in vista delle tre restanti gare da giocare.

Il monologo è stato tutto teramano sin dalle prime battute con Costantini e compagne a dettare i ritmi del gioco e chiudendo a proprio favore, in 25 minuti il primo parziale 25-21. Ci si attendeva la reazione delle siciliane, ma l’Adriatica Press è stata brava a non concedere diritto di replica alle ospiti.

Il secondo set è scivolato senza problemi, con le teramane pronte a giocare con grinta su ogni pallone. Il 25-12 in 21 minuti, parla chiaro. Un piccolo accenno di tentativo di rimonta Marsala lo prova nella terza frazione, ma Teramo scappa ancora fino a portarsi sul 21-13, 24-15, 25-17 finale in 23 minuti.

Brave tutte, tre punti in più in classifica e partita perfetta!!

Adriatica Press Futura Teramo  3:  Vendramini, Ragnoli 11, Poli 16, Di Diego, La Brecciosa, Costantini 11, Patriarca, Mazzagatti 10, Fanelli, Capulli, Ventura, Lestini 13. All. Collavini.

Gesancom Marsala  0 : Varaldo 3, Caserta 6, Modena 2, Bergese, Norgini, Gasparroni 4, Sturniolo 1, Grippo 2, Galiero 3, Silotto 3, Morciano 4. All. Campisi.

ARBITRI: Mastronicola (Bitonto) e Rutigliano (Terlizzi)

PARZIALI: 25-21 (25′); 25-12 (21′); 25-17 (23′).




IL COMBATTIMENTO ESCATOLOGICO ALLA FINE DEI TEMPI

di Don Marcello Stanzione e Lorenzo Ventrudo – Recensione

IlNuovoAregario.com, 21 aprile 2024. “Il combattimento escatologico alla fine dei tempi”, di Don Marcello Stanzione e Lorenzo Ventrudo (edito da Segno) è il compimento della trilogia sulla tematica escatologica. Gli altri due testi erano: “666. Il numero della bestia” e “L’Anticristo della fine dei tempi sta per arrivare?”, sempre editi da Segno di Udine.  Scopo di questo terzo libro, “Il combattimento escatologico alla fine dei tempi”, non è quello di trattare sul ruolo generico della Madonna, degli angeli, dei demoni e degli uomini ma del loro impegno nel combattimento finale degli ultimi tempi. La finalità, pertanto, non è quella di una trattazione generica e sistematica dell’argomento, ma quella di offrire ai fedeli delle informazioni pastorali, con supporto teologico, utili al loro impegno nel lottare consapevolmente contro le insidie anticristiche.

Nel contesto dell’imminente persecuzione anticristiana già teorizzata dal potere diabolico per mezzo dell’abbinamento del Falso Profeta e dell’Anticristo (Ap 13), i veri cristiani devono essere edotti sui segni del loro tempo, per impegnare adeguate strategie pastorali difensive della sana dottrina cristiana e cattolica e in particolare per salvare quanto più anime possibili.

Verrà un giorno in cui il nostro mondo terminerà. Sarà questo il giorno di Dio, il giorno della Sua giustizia, del Suo trionfo. Dio deve avere l’ultima parola e mostrare ch’Egli è il Padrone onnipotente, il sovrano Giudice. Occorre anche che di fronte all’universo, la virtù sia ricompensata, il vizio punito ed umiliato! San Michele avrà un grande ruolo da compiere negli eventi che allora si compiranno. In un modo spettacolare, egli apparirà come il soldato di Dio, il vendicatore dei suoi diritti. Il beato cardinale Schuster in un’omelia sull’arcangelo del 1950 dichiarò: “L’importanza attribuita nella liturgia al culto di S. Michele si comprenderà facilmente quando si porrà mente alla parte principale e all’ufficio attribuito all’Arcangelo nella lotta contro Satana. La battaglia, impegnatasi già in cielo subito dopo la prima ribellione di Lucifero, non è che un episodio staccato d’una guerra lunga ed immane che continua attraverso i secoli, e che costituisce la storia stessa della creazione. Il Verbo di Dio discende in terra, quale fortissimo armato, a rivendicare l’onore sprezzato del Padre Suo, e a porsi i Suoi nemici quale sgabello sotto i Suoi piedi. In questa lotta tra il bene ed il male, dove nessuna creatura può essere neutrale, Egli ha per alleati Michele e gli angeli Suoi, la Chiesa e i santi, i quali combattono sotto i suoi stendardi al grido: “Quis ut Deus?”. Dalla parte opposta stanno Lucifero e gli angeli suoi con tutti i loro ausiliari, soprattutto le moderne società segrete, le quali tentano di compiere in terra quello che l’Apostolo chiama “mistero d’iniquità” che va maturando, e che raggiungerà il colmo verso la fine del mondo, prima della parusia finale del Cristo.

Lo svolgimento però di questo piano diabolico d’iniquità, al dir di S. Paolo, adesso viene alquanto ritardato e trattenuto, affinché Dio possa intanto svolgere il piano suo di salvezza e di amore. Secondo l’Apostolo, quella che trattiene adesso e ritarda i passeggeri trionfi di Satana, è una potenza personale, che perciò i teologi identificano con S. Michele, o con la Chiesa Cattolica.

Il demonio, mentre pur si prepara alla lotta decisiva e suprema che intraprenderà contro Cristo alla fine dei secoli, per il momento tuttavia non può fare ciò che vuole: la Chiesa è protetta dall’invisibile assistenza di Michele e degli angeli suoi. Si domanda perché in questa lotta contro il demonio Iddio ci abbia commesso alla difesa degli angeli. La ragione è facilmente comprensibile. Il demonio è uno spirito che nulla ha perduto della nobiltà della sua natura. Perché dunque la lotta non sia sproporzionata, Iddio ha posto a nostro fianco dei difensori della stessa natura di Lucifero, cioè dei puri spiriti, ma che sono assai più forti e potenti di lui”.

La Chiesa chiama temibile quel giorno del giudizio. Beati quelli che, durante la loro vita, avranno chiesto a san Michele aiuto e protezione per non perire in quel giorno di spavento.

Di fronte all’apostasia generale, una luce di speranza è la Madonna.

Siamo in un’epoca di prevaricazione che abbraccia tutti i popoli, le culture più diverse e persino la stessa religione, il che rende imperativo pensare che la missione di Elia debba essere rinnovata con urgenza e zelo raddoppiati. Al tempo di quest’uomo provvidenziale, l’intero Israele correva dietro a falsi dei; oggi, però, si palesa una situazione ancora peggiore. Secoli dopo la Redenzione operata da Gesù, la Civiltà Cristiana viene travolta da un torrente di apostasia che trascina grandi moltitudini. D’altra parte, la crisi radicale negli ambienti cattolici ha raggiunto proporzioni tali che si vede stabilito nel luogo santo “l’abominio della desolazione” (Mt 24,15).

Di fronte a questa cupa prospettiva, c’è solo una via d’uscita: la Vergine dell’Apocalisse, rivestita di fulgente splendore, con la Luna sotto i suoi piedi e sul capo una corona di dodici stelle (cfr. Ap. 12,1). A Lei l’Altissimo ha affidato la missione di Elia per i giorni che viviamo, missione questa incalcolabilmente più eroica e grandiosa di quella del profeta igneo.

La Vergine, che nella pienezza dei tempi è stata la risposta di Dio alla disobbedienza di Eva, sarà in questi ultimi tempi la sua più sublime vendetta contro il peccato di coloro che calpestano il Sangue Preziosissimo di Cristo. Attraverso i suoi figli fedeli, Ella abbatterà gli idoli di oggi e libererà la Santa Chiesa dalla prigione oscura e purulenta in cui i suoi nemici intendono tenerla, come un muro vivente, visto che non possono distruggerla in virtù della promessa di immortalità che la sostiene (cfr. Mt 16,18).

Dalle purissime labbra di Maria si udiranno esortazioni al coraggio nel santo combattimento della Fede, simili a quelle che si trovano nell’Apocalisse di San Giovanni: “Vidi un altro angelo discendere dal cielo con grande potere e la terra fu illuminata dal suo splendore. Gridò a gran voce: E’ caduta, è caduta Babilonia la grande ed è diventata covo di demoni, carcere di ogni spirito immondo, carcere di ogni uccello impuro e aborrito e carcere di ogni bestia immonda e aborrita. Perché tutte le nazioni hanno bevuto del vino della sua sfrenata prostituzione, i re della terra si sono prostituiti con essa e i mercanti della terra si sono arricchiti del suo lusso sfrenato. Poi udii un’altra voce dal cielo: Uscite, popolo mio, da Babilonia per non associarvi i suoi peccati e non ricevere parte dei suoi flagelli. Perché i suoi peccati si sono accumulati fino al cielo e Dio si è ricordato delle sue iniquità. Pagatela con la sua stessa moneta, retribuitele il doppio dei suoi misfatti. Versatele doppia misura nella coppa con cui mesceva. Tutto ciò che ha speso per la sua gloria e il suo lusso, restituiteglielo in tanto tormento e afflizione. Poiché diceva in cuor suo: Io seggo regina, vedova non sono e lutto non vedrò; per questo, in un solo giorno, verranno su di lei questi flagelli: morte, lutto e fame; sarà bruciata dal fuoco, poiché potente Signore è Dio che l’ha condannata” (18,1-8).

Maria Santissima, simboleggiata dalla nuvoletta che annunciò a Elia la prossimità della pioggia, risplenderà sulla cima del Monte Carmelo, incoraggiando le schiere del bene e disperdendo i nemici di Dio, al fine di istaurare il Regno di Cristo sulla terra, come annunciò a Fatima: “Alla fine, il mio Cuore Immacolato trionferà”. Con gli occhi fissi sulla Madonna, sforziamoci con fedeltà e zelo di combattere per la causa di Dio, certi della vittoria. Il giorno della santa vendetta non tarderà, rallegriamoci ed esultiamo, perché la nostra liberazione è vicina. Quando apparirà l’Anticristo, verrà il momento in cui Nostro Signore Gesù Cristo stesso, con un soffio della sua bocca, lo sterminerà. Ma questo momento non sarà affrettato dalla Madonna? Ella dirà: “Ecco, gli ultimi buoni che restano, gridano e chiedano che Tu venga! Vieni, per favore, Tua Madre te lo chiede”. E con il soffio delle labbra di Nostro Signore, la Storia avrà fine. Comprendiamo, allora, la direzione “intercedente” della Storia. Dio dirige tutto, ma la Madonna compie la volontà del Signore ottenendo la modifica dei suoi piani. Così Ella dirige la Storia verso la salvezza degli eletti e la sconfitta totale dell’Anticristo e dei suoi collaboratori.




DRAGHI E L’EUROPA: IL FUTURO È OGGI

di Guido Puccio

PoliticaInsiemw.com, 21 aprile 2024. Formidabile intervento di Mario Draghi a Bruxelles. Anticipando con una conferenza un lavoro, lungo e silenzioso, sullo stato dell’Unione europea e sulla competitività, l’ex presidente della BCE è entrato come l’elefante in cristalleria: nessuna critica alla Commissione ma un severo richiamo ai Paesi membri.

È inutile-ha detto sostanzialmente-continuare nella contesa tra i membri dell’Unione, magari compiacendosi se il PIL di un Paese cresce del due per cento rispetto allo zero virgola di un altro. Come è inutile sottrarsi quote di mercato l’un l’altro; ridurre i costi a scapito del welfare; scaricare le tensioni dei bilanci sui salari o utilizzare la leva fiscale, magari a termine. Ed ancora: non ha più senso il confronto tra le “operose formiche” dei Paesi del nord Europa e le “cicale” di quelli del sud.

Il mondo è cambiato con due guerre sulla porta dell’uscio di casa, la grande crisi energetica, le raffiche dell’inflazione. Il mondo di ieri non c’è più e quello di domani sarà sempre più influenzato dal peso delle grandi potenze, Stati Uniti e Cina, dove tutto ciò che avviene condiziona il resto del mondo.

L’Europa deve tenerne conto se vuole avere ancora un ruolo ed essere competitiva. Il mercato unico deve essere completato, così come l’unione bancaria, una difesa integrata, politica estera e finanziaria comuni. Le sfide aperte riguardano tutti: dalla crescita dei settori innovativi alle nuove tecnologie digitali; dalla fine dello sfruttamento dei territori alle conseguenze delle mutazioni climatiche. Gli altri ci sono già.

Ecco allora la proposta: una strategia comune che superi i sovranismi, ormai insignificanti e polverosi, basata su grandi investimenti pubblici e privati a dimensione continentale. Solo così l’Europa potrà essere competitiva e fare la sua parte nel mondo.

Non hanno più senso gli affannosi tentativi dei tedeschi per mantenere il mercato cinese; il piano Mattei per l’Africa in capo solo all’Italia; le ambizioni francesi per superare tutti nell‘automotive, nella grande distribuzione e nel lusso; l’ambizione della Spagna impegnata per valutare la sua crescita maggiore rispetto a quella di altri. Come non hanno più senso le superbie dei Paesi cosiddetti frugali per opporsi al debito comune; la solitudine degli ungheresi nel considerare i rapporti con Putin allo stesso livello di quelli con l’occidente; la fiscalità olandese per attrarre da sola investimenti privati.

I primi commenti all’intervento di Draghi si sprecano. Apprezzato dalla grande stampa economica, da qualche autorevole personaggio e da autorevoli leader del continente, l’intervento ha sollevato le solite perplessità in patria, dove nella cronaca politica prevalgono le baruffe pugliesi o gli scandali dei voltagabbana. Significativo il primo commento della presidente Meloni: “È filosofia” ha detto pur apprezzando l’intervento. Come dire: appartiene al mondo dei sogni. No, signora Meloni appartiene al mondo di oggi.

Dedichiamo alla nostra presidente quanto diceva Eleonora Roosevelt, in anni difficili per tutti: ”il futuro appartiene a coloro che credono nella bellezza dei propri sogni”.

Guido Puccio




BELLISSIMA GIORNATA DI IMPEGNO CIVILE

La pulizia della discarica Colle di Croce

Montorio al Vomano, 21 aprile 2024. Una bellissima pagina di impegno civile è stata scritta ieri mattina a Montorio al Vomano con la pulizia della microdiscarica di Colle di Croce che ha visto partecipazione e voglia di dare il proprio contributo per liberare il sito dai rifiuti abbandonati e sensibilizzare su questo grave problema che affligge alcune zone periferiche del territorio. Le Associazioni Rifiuti Zero Abruzzo e Fiab Teramo, gli operatori della Team, liberi cittadini e soprattutto i ragazzi del Gruppo Parrocchiale Dreamers – accorsi in tantissimi per supportare questa buona causa – hanno liberato il sito sotto il ponticello letteralmente seppellito di immondizia di ogni genere.

Muniti di guanti anche il vicepresidente Team Gianni Falconi e signora, e il giornalista Gianfranco Falconi che hanno dato una grande mano facendo un vero e proprio tiro alla fune per recuperare quintali di immondizia che gli impavidi Cristian Di Pietro, Roberto Di Luigi, Giovanni Di Francesco, Aldo De Dominicis e i giovanissimi Dreamers raccoglievano stoicamente sotto la scarpata. Materassi, sacchi enormi pieni di strisce di erba sistetica, sanitari, secchi di vernice, pezzi di motociclette, piccoli elettrodomestici, vasetti e bottiglie di vetro, scarpe, abiti, stoviglie e tanto altro sono stati, purtroppo, il ricco bottino della raccolta. Catia Di Luigi, Katia Nori, Luciana Del Grande e Angese Testa insieme ad alcuni ragazzi del gruppo parrocchiale Dreamers hanno raccolto e differenziato i materiali che potevano essere avviati a riciclo mentre alcuni operatori della TEAM provvedevano a liberare la strada dai tanti sacchi di rifiuti recuperati.

Presente la vice sindaca Mariangela Cortellini in rappresentanza del Comune di Montorio al Vomano che ha patrocinato e supportato l’evento e che provvederà ad intensificare i controlli per disincentivare l’abbandono dei rifiuti e punire i responsabili. La giornata si è conclusa con una passeggiata da Colle di Croce fino a Montorio in cui abbiamo potuto ammirare le bellezze naturalistiche che ci circondano. Si ringraziano gli organizzatori e tutti coloro che hanno partecipato dando prova di grande attenzione e sensibilità verso l’ambiente in cui viviamo. Una menzione speciale agli abitanti del luogo – che hanno ringraziato i partecipanti all’azione di pulizia offrendo una ricca colazione e un buonissimo caffè – e ai ragazzi del gruppo parrocchiale Dreamers, che hanno contribuito alla pulizia del sito in modo encomiabile.

In particolare, grazie ad Aldo De Dominicis che ha saputo aggregare un gruppo di giovani particolarmente sensibile ai temi ambientali. La nostra speranza è che in un futuro non molto lontano non ci sia bisogno di giornate ecologiche per raccogliere rifiuti abbandonati. Noi intanto non abbassiamo la guardia e abbiamo attenzionato altre microdiscariche.

Vi diamo appuntamento al prossimo incontro con PULIAMO MONTORIO, sempre più numerosi.

Luciana Del Grande, Presidente Rifiuti Zero Abruzzo




MARSICA SHARING al Parlamento Europeo per l’Abruzzo

confronto su sviluppo, innovazione e prospettive future del territorio

Avezzano, 20 aprile 2024. Il team di Marsica Sharing, su invito dell’On. Elisabetta De Blasis, si è recato a Bruxelles per discutere di territorio, sviluppo e innovazione nelle giornate del 16, 17 e 18 Aprile.

La tavola rotonda è stata inaugurata dall’intervento di Marsica Sharing che, partendo dall’analisi delle criticità e delle problematiche riscontrate durante questi anni di attività svolta sul territorio, ha evidenziato l’importanza della capacità di adattamento come fattore chiave per il riscatto e la crescita delle aree interne.

Sono state poi ascoltate le testimonianze di diversi abruzzesi emigrati all’estero per necessità o scelta, che tuttavia provano ancora un forte legame con la propria terra di origine alle quale sentono di dover dare, in un modo o nell’altro, il proprio contributo.

Infine, si è discusso di bandi e possibilità che l’Europa può offrire ai giovani abruzzesi volenterosi di mettersi in gioco per il proprio territorio.

Alla tavola rotonda organizzata nelle stanze del Parlamento Europeo, dal titolo “Insieme per il futuro della Marsica e dell’Abruzzo”, hanno partecipato, oltre all’On. De Blasis, anche il Presidente dell’associazione Abruxells Monica Serracchia, il portavoce di Abruxells e Responsabile dei rapporti con le associazioni del Comites Belgio Claudio Vernarelli, la rappresentante di Confprofessioni Anna Di Domenicantoni, il rappresentante del Circolo Roseto degli Abruzzi Umberto Valentini ed altri giovani abruzzesi.

Nelle tre giornate trascorse a Bruxelles, l’associazione Marsica Sharing è stata guidata dall’entourage dell’On. De Blasis alla scoperta della storia e della vita del parlamento europeo. Quest’esperienza dimostra come gli sforzi dell’associazione, oramai al suo quarto anno di fervente attività, stiano portando ad ampliarne la rete anche al livello internazionale.

A questo proposito il Presidente di Marsica Sharing, Giorgio Calisi, ha commentato: “Per noi è stato un grande onore conoscere da vicino le istituzioni europee ed un’emozione unica confrontarsi su tematiche a noi care proprio all’interno delle aule parlamentari. Nei prossimi mesi continueremo a lavorare per il territorio nella speranza che questo dialogo costruttivo possa rimanere vivo.”

Chi è Marsica Sharing

Marsica Sharing è un ente del terzo settore (ETS) e nasce nel 2020 dalla volontà di un gruppo di ragazzi e ragazze di creare uno spazio dove poter condividere progetti e connessioni che possano favorire lo sviluppo della Marsica.

A quattro anni dal suo avvio, l’associazione, un vero e proprio incubatore di idee, conta 10 membri attivi che lavorano ai progetti sempre più rivolti all’ecosistema lavorativo e socioeconomico della Marsica. Grazie anche al supporto di persone che nella loro quotidianità danno contributo al territorio che vivono, sono molte le partnership attivate con le numerose realtà, associative e no, presenti sul territorio, con le quali collaborano e si sostengono a vicenda.




TORNA LA MOSTRA DEL FIORE FLORVIVA

La fiera di settore più longeva d’Abruzzo. Dal 25 al 28 aprile, al porto turistico, la 46esima edizione dell’evento dedicato a piante e fiori

Pescara, 20 aprile 2024. Piante, fiori, mostre di orchidee, bonsai e piante succulente, laboratori di coltivazione, corsi e consigli degli esperti per realizzare magnifici giardini e balconi verdi e fioriti. Saranno quattro giorni dedicati agli amanti della natura e agli appassionati di florovivaismo quelli in programma dal 25 al 28 aprile 2024 al porto turistico Marina di Pescara che ospiterà la 46esima edizione della Mostra del Fiore Florviva.

L’evento, il più longevo del settore in Abruzzo, è promosso da Arfa, Associazione regionale del florovivaismo abruzzese, e Assoflora, Associazione dei produttori florovivaisti abruzzesi, in collaborazione con la Camera di commercio Chieti Pescara.

Saranno circa 150 gli espositori che coloreranno il padiglione Becci e la piazza esterna del porto turistico con ogni tipologia di pianta e fiore, dalle più comuni alla più rare, arrivando a Pescara da tutta l’Italia, ma anche dall’estero. A esporre i propri prodotti, infatti, saranno anche delle aziende provenienti da Germania, Francia e Paesi Bassi. Anche quest’anno, inoltre, non mancheranno le mostre dedicate ad alcune specie particolarmente apprezzate. La prima sarà quella promossa per il terzo anno di seguito in collaborazione con la sezione abruzzese dell’Associazione Triveneta Amatori Orchidee, rappresentata in Abruzzo da Anna De Medio, che porterà in esposizione numerose varietà di orchidee, di cui alcune anche molto rare, coltivate dai soci di tutta Italia. Ci sarà poi la mostra delle piante succulente, realizzata grazie alla presenza dell’Associazione Italiana Amatori delle Piante Succulente, sezione Abruzzo, Molise e Marche, che consentirà ai visitatori di ammirare queste piante e scoprire le loro peculiarità grazie alla guida del segretario di sezione, Domenico Rocchi, e degli amici dell’associazione. Gli amanti dei bonsai, invece, potranno deliziarsi con tante varietà messe in vetrina grazie alla mostra amatoriale dedicata agli affascinanti alberi in miniatura curata da Raffaello Pellicciotta di Pescara e Carmine Iezzi di Montesilvano.

Tra le novità dell’edizione 2024 ci sarà l’iniziativa “Giardini in Mostra”, un allestimento nella piazza centrale del Marina di Pescara realizzato con la partecipazione di 10 aziende abruzzesi che daranno vita al più grande giardino mai realizzato in 46 edizioni della Mostra del Fiore Florviva.

Durante la quattro giorni pescarese, spazio sarà dedicato poi agli studenti del territorio grazie alla collaborazione tra la Mostra del Fiore Florviva e l’Università europea del Design. La Ued, infatti, porterà in esposizione i quattro progetti elaborati nell’ambito del concorso nazionale “Balconi per Roma” e selezionati per il Festival del Verde e del Paesaggio di Roma. Nel dettaglio, sarà possibile visionare i prototipi: “Il suono della rugiada” di Matteo Ramundi e Melissa Sideri; “Ecozen” di Giammarco Petrillo e Priscilla D’Antonio; “Frame” di Roberta Del Roscio, Flavia Di Petrucci e Alessia Di Marco; “Libertà verde” di Ester Venditti e Lara Di Biase.

«Inauguriamo questa nuova stagione al Porto turistico Marina di Pescara con uno degli eventi più attesi dell’anno: la Mostra del Fiore Florviva», dichiara il presidente della Camera di commercio Chieti Pescara, Gennaro Strever. «Un plauso agli organizzatori che stanno preparando una edizione da record, con oltre 150 espositori provenienti da tutta Italia. La Camera di commercio Chieti Pescara ha da sempre creduto in questa manifestazione che sposa i temi della sostenibilità e dell’ambiente, dando risalto ad uno dei settori più fiorenti dell’economia regionale. Da quest’anno, gli organizzatori potranno anche contare sulla creatività degli studenti di alcuni istituti, testimoniando l’attenzione dell’ente alla formazione di nuove competenze da spendere nel mercato del lavoro».

Nel corso della manifestazione, oltre all’ampia scelta di fiore, piante ornamentali, da orto e da frutta, ci sarà spazio anche per laboratori e corsi gratuiti su temi che spazieranno dalla potatura alla concimazione, passando per la cura delle piante più delicate.

«Il numero di edizioni raggiunte e la qualità dell’esposizione, che aumenta ogni anno», evidenzia Guido Caravaggio, presidente di Assoflora, «dimostra che le aziende di questo settore, in termini di professionalità, hanno molto da dire. In Abruzzo ci sono circa 250 imprese che muovono un volume di affari di circa 80 milioni di euro annui, dando lavoro a un numero di addetti che varia tra le 3.000 e le 5.000 persone, a seconda delle stagioni. Si tratta quindi di un settore piccolo rispetto ad altri, ma il fatto che la nostra associazione è attiva da decenni, così come la fiera, denota la capacità degli operatori di voler collaborare per crescere tutti insieme. E questo non può che renderci orgogliosi».

«Siamo pronti per tornare con un appuntamento diventato, nell’arco di quasi 50 anni, un punto di riferimento in Abruzzo per tutti gli operatori del settore, ma anche per gli amanti delle piante e dei fiori», commenta Remo Matricardi, presidente Arfa. «Dopo gli anni difficili del Covid, finalmente la manifestazione, dallo scorso anno, è tornata a contare sui numeri pre-pandemia, con circa 80 mila visitatori nell’edizione 2023. Numeri che siamo certi aumenteranno in questa edizione in cui avremo a disposizione un giorno in più e la giornata festiva del 25 aprile, quando è in programma il taglio del nastro».

La manifestazione, a ingresso gratuito, sarà aperta al pubblico dalle 10.00 alle 20.00. Il taglio del nastro è in programma giovedì 25 aprile alle ore 11,30 alla presenza degli organizzatori e dei rappresentanti delle istituzioni locali.

Programma completo:

GIOVEDÌ 25 APRILE

Ore 11.00 Apertura “Giardini in Mostra”

Ore 11.30 Inaugurazione Mostra del Fiore Florviva edizione 2024

Ore 11.30 Laboratorio piante succulente a cura di A.I.A.S. – Discussione degli inerti nella preparazione dei terricci (Relatore Francesco Zavattaro)

Ore 15.30 Laboratorio orchidee a cura di A.T.A.O. – Phalaenopsis: Cura e Concimazione”

Ore 16.30 Parliamo di Bonsai a cura di Amatori Bonsai

VENERDÌ 26 APRILE

Ore 11.00 Laboratorio piante succulente a cura di A.I.A.S. – Tecnica di rinvaso

Ore 15.30 Laboratorio orchidee a cura di A.T.A.O. – Le orchidee da esterno: I Cymbidium

Ore 16.30 Parliamo di Bonsai a cura di Amatori Bonsai

SABATO 27 APRILE

ore 10.00 Recital di poesia a cura di Ass. Culturale Teatranti D’Abruzzo

ore 15.00 Scopriamo il mondo dei Bonsai a cura di Amatori Bonsai

ore 16,00 Laboratorio orchidee a cura di A.T.A.O. – In quanti modi possiamo coltivare le Phalaenopsis

Ore 17.00 Laboratorio piante succulente a cura di A.I.A.S. – Laboratorio semine

DOMENICA 28 APRILE

Ore 10.00 Recital di poesia a cura di Ass. Culturale Teatranti D’Abruzzo

Ore 12.00 Laboratorio orchidee a cura di A.T.A.O. – Phalaenopsis: Cura e Concimazione

Ore 15.30 Laboratorio piante succulente a cura di A.I.A.S. – Come difendersi dalla Cocciniglia

Ore 16.30 Il mondo dei Bonsai a cura di Amatori Bonsai




ORTONA DEVE RIPARTIRE

Ortona Popolare parteciperà alle prossime elezioni amministrative per un progetto utile alla comunità

di Tommaso Coletti

Ortona, 20 aprile 2024. Dopo tante incertezze provocate dall’amministrazione uscente, guidata da Leo Castiglione, da venerdì 12 aprile la città è stata affidata al Commissario prefettizio, viceprefetto dr. Gianluca Braga, funzionario esperto e capace.

Appena insediato, affiancato dai dirigenti del Comune, si è messo subito al lavoro per esaminare i vari fascicoli da troppo tempo chiusi nei cassetti, per dare le indicazioni necessarie a far ripartire la macchina amministrativa, ormai ferma da mesi a causa dell’instabilità della maggioranza che sosteneva la Giunta Castiglione.

Il secondo mandato del Sindaco Leo Castiglione, già dall’insediamento nell’estate 2022, ha infatti mostrato delle criticità a causa di un’eccessiva litigiosità ed una evidente debolezza della maggioranza.

In due anni, dopo che la Giunta è stata cambiata più volte e dopo che il Sindaco ha coinvolto Emore Cauti e Giorgio Marchegiano nel governo della Città, le tensioni nella maggioranza sono esplose e il Sindaco ha dovuto azzerare per la terza volta la Giunta Comunale,  subito dopo le elezioni regionali del 10 marzo scorso.

Sarà un caso, ma l’iniziativa del Sindaco ha avuto più il sapore di un regolamento dei conti all’interno della maggioranza che un dissidio su questioni amministrative che riguardano la Città!

Dal 15 marzo scorso, comunque, la Città di Ortona era rimasta senza guida, completamente paralizzata a causa dell’impossibilità del Sindaco di adottare provvedimenti utili per l’amministrazione della Città, non avendo ricostituito una Giunta comunale e con il bilancio in gestione provvisoria (in questo caso le uniche spese consentite dalla legge sono quelle per il personale, i mutui, i contratti in essere e in generale quelle obbligatorie per legge, necessarie per evitare danni patrimoniali certi e gravi all’ente).

Il Sindaco, pur non potendo fare da solo, non si è preoccupato di ricostituire una Giunta comunale come previsto dalla legge. Nello stesso tempo ha comunicato alla città che non si sarebbe dimesso, non preoccupandosi così del vuoto amministrativo che aveva provocato.

Inoltre, non solo non ha ricostituito la Giunta ma non ha provveduto nemmeno a portare in Consiglio comunale il bilancio di previsione, già predisposto dalla Giunta dimissionata. Nemmeno la diffida del Prefetto di Chieti è riuscita a fargli cambiare idea (sostanzialmente: non mi dimetto, non faccio niente e resto fino a quando mi cacciano), lasciando il Comune senza amministrazione fino all’arrivo del Commissario!

Di fronte all’inaccettabile posizione del Sindaco, hanno fatto bene i nove consiglieri comunali a dimettersi per evitare alla Città un ulteriore mese di vuoto amministrativo.

Gli ortonesi adesso possono stare tranquilli perché il Commissario, che ha tutti i poteri del Sindaco, della Giunta comunale e del Consiglio Comunale, potrà amministrare senza limiti, naturalmente facendo gli interessi della collettività.

Chi sostiene che il Commissario è un danno per la città sbaglia! Certo è un danno per quelle liste civiche o forze politiche che hanno fallito nell’attuare un progetto su cui avevano ottenuto il consenso degli elettori, facendo commissariare il Comune.

Sono certo che le forze politiche e quelle civiche che operano ad Ortona non faranno mancare il loro sostegno e i loro suggerimenti al Commissario.

Ortona Popolare, forza civica democratica, moderata e popolare, farà la sua parte e lavorerà affinché la città, nel prossimo futuro, possa tornare ad essere guidata da un’amministrazione rinnovata nei metodi e formata da donne e uomini che vogliono davvero mettersi al servizio della comunità.

La nuova amministrazione comunale, ad esempio, dovrà avere la capacità di portare a termine la realizzazione delle infrastrutture portuali e turistiche, di reinserire la nostra zona industriale nell’ambito delle competenze dell’ARAP (Agenzia Regionale per le Attività Produttive) e tutelare il nostro comparto agricolo, magari promuovendo l’unione delle cantine sociali dell’ortonese nell’interesse degli agricoltori. Bisogna ripartire dalle imprese, dai professionisti e dal lavoro per dare modo alla nostra comunità di continuare a vivere assicurando benessere per tutti.

Con questi obiettivi Ortona Popolare, proseguendo innanzitutto il confronto con le forze politiche e civiche che hanno condiviso la qualificata e costruttiva opposizione in Consiglio comunale e con chi ha contribuito a liberare la città dall’immobilismo degli ultimi mesi, parteciperà alle prossime elezioni amministrative con donne e uomini, giovani e meno giovani, con la giusta preparazione e con lo spirito di servizio adeguato per dare vita ad un progetto partecipato e inclusivo, capace di attuare un programma concreto che sia utile alla comunità ortonese.




LA VEGLIA PER LE VOCAZIONI

Domani a Raiano alle ore 21. Mons. Fusco: siamo tutti chiamati a riscoprire la vocazione a “creare casa”

Sulmona, 19 aprile 2024. Si terrà domani 20 aprile, alle 21:00, presso la parrocchia di Santa Maria Maggiore in Raiano, la veglia di preghiera per le vocazioni che la Chiesa universale celebra in occasione della Giornata mondiale delle Vocazioni, giunta ormai alla sua 61° edizione, e che desidera essere un momento di partecipazione sinodale per chiedere sante e abbondanti vocazioni per il mondo intero.

La liturgia vespertina sarà presieduta dal Vescovo diocesano mons. Michele Fusco e coadiuvata dal parroco di Raiano, don Daniele Formisani, e dall’equipe di pastorale vocazionale, diretta da don Giacomo Tarullo. Saranno presenti anche i seminaristi diocesani, studenti del Seminario Regionale di Chieti, i religiosi e le aggregazioni laicali presenti in diocesi.

“Pregare per le vocazioni – afferma mons. Fusco – significa mettersi in ascolto dello Spirito Santo affinché tutti possiamo comprendere qual è la volontà di Dio per ciascuno nel mondo e all’interno della Chiesa per testimoniare la bellezza del vivere in comunione”. Da qui l’invito di Mons. Fusco a pregare “perché, come ci ha promesso Gesù, dalla nostra preghiera dipenderà il futuro delle vocazioni e, dunque, delle nostre comunità parrocchiali”.

Al centro della veglia il tema scelto direttamente da Papa Francesco: “Creare casa”, che spiega come “in tutte le nostre istituzioni dobbiamo sviluppare e potenziare molto di più la nostra capacità di accoglienza cordiale […], le comunità come la parrocchia e la scuola dovrebbero offrire percorsi di amore gratuito e promozione, di affermazione e di crescita […], come evidenziato nel documento Christus Vivit dello stesso papa Francesco, scritto ai giovani nel 2019.

L’appuntamento è, allora, per domani sera, sabato 20 aprile, alle 21:00, per vivere un momento d’intimità col Signore, Buon Pastore, e perciò con la Chiesa madre e custode di ogni vocazione.




LA CRISI ENERGETICA IN EGITTO

Cause, Implicazioni e Prospettive Future

Pescara, 19 aprile 2024. L’Egitto, una volta noto per la sua ricchezza di risorse energetiche e la sua posizione chiave nel panorama energetico regionale, si trova ora sull’orlo di una crisi senza precedenti nel settore. La crescente instabilità geopolitica, i problemi infrastrutturali e la riduzione della produzione di gas naturale hanno scatenato una situazione di emergenza che potrebbe avere ripercussioni a livello nazionale e internazionale.

Le Cause della Crisi Energetica

L’Egitto, tradizionalmente un esportatore di gas naturale, si trova ora nella difficile situazione di dover diventare un importatore netto di energia. Questo cambiamento di status è dovuto a diversi fattori, tra cui la riduzione della produzione di gas nei giacimenti esistenti. Uno dei principali giacimenti, Zohr, proprietà di Eni, ha registrato una diminuzione della produzione, mettendo ulteriormente sotto pressione il sistema energetico egiziano.

Inoltre, la situazione geo-politica instabile nella regione, inclusa la guerra nella Striscia di Gaza e gli attacchi degli Houthi nel Mar Rosso, ha reso difficile il trasporto e il commercio di energia attraverso il Canale di Suez, complicando ulteriormente la situazione energetica dell’Egitto.

Le Implicazioni per l’Egitto

Le conseguenze della crisi energetica in Egitto non si limitano al solo territorio nazionale. L’instabilità nel settore energetico egiziano potrebbe avere ripercussioni significative anche per gli attori regionali e globali. Per l’Unione Europea, ad esempio, l’Egitto è un importante partner nel settore energetico, e una crisi nel paese potrebbe influenzare l’approvvigionamento di energia per l’intera regione mediterranea.

Inoltre, l’Italia potrebbe essere particolarmente interessata a questa situazione, considerando il ruolo chiave del Mediterraneo Orientale nel suo approvvigionamento energetico. La crisi energetica in Egitto potrebbe comportare una maggiore dipendenza dalle forniture energetiche provenienti da altre fonti, con possibili conseguenze economiche e geopolitiche per l’Italia e l’Europa nel suo complesso. Questa dipendenza potrebbe influenzare direttamente il costo per kwh per le famiglie e le imprese italiane, aumentando la pressione sui consumatori.

Maggiori paesi importatori di energia dell’Egitto

in rosso, i paesi più dipendenti. in rosa, quelli dipendenti in misura minore

Le Possibili Soluzioni per fronteggiare la crisi energetica

Nonostante la gravità della situazione energetica in Egitto, esistono ancora alcune prospettive e soluzioni che potrebbero contribuire a mitigare la crisi e a garantire una maggiore stabilità nel settore. Una possibile strada da seguire potrebbe essere l’investimento nelle energie rinnovabili. Attualmente, le rinnovabili coprono solo una piccola parte del fabbisogno energetico egiziano, ma un aumento degli investimenti e degli sforzi potrebbe portare a una maggiore diversificazione delle fonti energetiche e all’introduzione dell’energia solare come alternativa sostenibile. Tali iniziative non solo ridurrebbero la dipendenza dalle importazioni di gas, ma potrebbero anche contribuire a ridurre la bolletta della luce delle famiglie egiziane.

Inoltre, è essenziale affrontare i problemi infrastrutturali che stanno contribuendo alla riduzione della produzione di gas naturale. Investimenti nella manutenzione e nello sviluppo delle infrastrutture energetiche potrebbero contribuire a garantire una maggiore efficienza e una produzione più stabile nel lungo termine.

Dal punto di vista geopolitico, è fondamentale per l’Egitto stabilire relazioni solide con i suoi vicini regionali e con i partner internazionali. La collaborazione con paesi come Israele, Giordania e l’Unione Europea potrebbe portare a soluzioni condivise per affrontare le sfide energetiche comuni e a una maggiore sicurezza nell’approvvigionamento energetico per tutti gli attori coinvolti. Inoltre, diversificare la base dei fornitori potrebbe ridurre il rischio di interruzioni nell’approvvigionamento energetico e contribuire a una maggiore stabilità nel lungo termine.

Prospettive Future della situazione energetica in Egitto

In conclusione, la crisi energetica in Egitto rappresenta una sfida significativa non solo per il paese stesso, ma anche per l’intera regione mediterranea e per gli attori globali coinvolti nel settore energetico. La riduzione della produzione di gas naturale, la situazione geo-politica instabile e i problemi infrastrutturali stanno contribuendo a una situazione di emergenza che richiede soluzioni urgenti e coordinate.

Tuttavia, nonostante le difficoltà, esistono ancora opportunità per affrontare la crisi e per garantire una maggiore stabilità nel settore energetico egiziano. Investimenti nelle energie rinnovabili, miglioramenti infrastrutturali e una maggiore cooperazione internazionale potrebbero contribuire a superare le sfide attuali e a garantire un futuro più sicuro e sostenibile per l’Egitto e per la regione nel suo complesso.

Fonte: https://www.prontobolletta.it/news/crisi-energetica-egitto-2024/




L’ABRUZZO DEI POETI

Giornata Mondiale del Libro Unesco 2024. Un libro, una poesia. I poeti ricordano i poeti. Martedì 23 aprile, ore 17, presso la Fondazione La Rocca

Pescara, 19 aprile 2024. “Alcuni libri sono immeritatamente dimenticati; nessuno è ricordato immeritatamente.” Così scriveva il grande poeta inglese Wystan Hugh Auden. È con questo spirito che, in occasione della Giornata mondiale del libro e della lettura dell’Unesco, che cade quest’anno martedì, 23 aprile, 17 poeti parteciperanno alla terza edizione dell’evento “Un libro una poesia: i poeti ricordano i poeti”.

Nel corso della serata, ideata e condotta da Dante Marianacci, presidente della Casa della poesia in Abruzzo – Gabriele d’Annunzio, in collaborazione con la Fondazione La Rocca, presieduta da Ottorino La Rocca, ciascun poeta partecipante leggerà una breve poesia di un poeta abruzzese scomparso, da d’Annunzio ai giorni nostri, commemorandolo brevemente, anche attraverso il libro dal quale la poesia è tratta; poi leggerà un proprio componimento in omaggio al poeta che verrà ricordato.

Ecco l’elenco dei poeti partecipanti e, tra parentesi, di quelli che verranno commemorati: Vittorina Castellano, Rosetta Clissa (Gabriele d’Annunzio), Daniela D’Alimonte (Giuseppe Tontodonati), Franca Di Bello (Marco Tornar), Nicoletta Di Gregorio (Rita Ciprelli), Francesco Di Rocco (Ubaldo Giacomucci), Nunzia Macciocca (Domenico Stromei), Elena Malta (Ottaviano Giannangeli), Dante Marianacci (Clemente Di Leo), Mara Motta (Ennio Flaiano), Leda Panzone Natale (Alfredo Luciani), Sonia Pedroli (Annamaria Albertini), Daniela Quieti (Igino Creati), Paolo Rosato (Tonia Giansante), Stevka Šmitran (Carlo Lizza), Flora Amelia Suárez Cárdenas (Benito Sablone), Marco Tabellione, Patrizia Tocci (Vito Moretti)




BEETHOVEN 5

L’Isa conclude la 49° stagione con Marco Boni sul podio, Yuanfan Yang al pianoforte. Sabato 20 aprile 2023, ore 18.00 L’Aquila, Ridotto del Teatro Comunale

L’Aquila 19 aprile 2024. Con la produzione dal titolo “Beethoven 5” interamente dedicata al genio di Bonn, l’Orchestra dell’Istituzione Sinfonica Abruzzese conclude in grande stile la quarantanovesima stagione dei concerti sabato 21 aprile alle 18.00 sul palco del Ridotto del Teatro Comunale “V. Antonellini”. Per l’occasione, i professori dell’Orchestra dell’ISA saranno diretti da Marco Boni, uno dei direttori italiani in carriera più rappresentativo della sua generazione per la sua vasta esperienza internazionale, ospite delle migliori orchestre, nominato Direttore Onorario dai membri della Royal Concertgebouw Orchestra, dopo aver svolto attività di Direttore Principale della Concertgebouw Chamber Orchestra di Amsterdam per 18 anni.

Solista ospite il pianista britannico Yuanfan Yang, vincitore nel 2022 del Primo Premio alla 32ª edizione del prestigiosissimo Concorso Pianistico Internazionale “Alessandro Casagrande” dopo aver concluso precocemente e a pieni voti i suoi percorsi di studio alla Royal Academy of Music e al Royal College of Music di Londra e aver vinto numerose altre competizioni di rilievo in ambito internazionale.

Il ventiquattrenne eseguirà il Concerto n. 5 in mi bemolle maggiore op.73 uno dei più famosi concerti di pianoforte e orchestra del repertorio occidentale, potente e audace. Completa il programma un’altra opera iconica di Ludwig van Beethoven: la Quinta Sinfonia, anche detta “Del Destino”, certamente la più eseguita e la più universalmente conosciuta delle nove sinfonie, un vero spartiacque in tutta la storia della musica, noto per il suo vigoroso incipit, probabilmente il più famoso inizio sinfonico scritto, che con le sue quattro note introduttive ricorda il destino che bussa alla porta.

Il concerto, che verrà eseguito anche questa sera a Terni e domenica 21 aprile a Foligno, conclude una stagione molto positiva per l’Istituzione Sinfonica Abruzzese, come afferma il Presidente, il M° Bruno Carioti: “Quella che si conclude è una stagione che ha visto ancora una volta l’ISA incrementare i propri successi e consolidare la propria immagine di compagine di alto livello artistico. Ci sono stati alcuni eventi realizzati in collaborazione con altre Istituzioni che operano in campo musicale nel nostro territorio. Intendo ringraziarle per la loro disponibilità e confermare il nostro impegno per il territorio anche in futuro coinvolgendo anche altri soggetti. L’aumento del numero di abbonamenti e biglietti venduti testimonia che il rinnovamento dell’offerta artistica operata negli ultimi anni unita alla grande professionalità dei musicisti che compongono l’orchestra sta dando i suoi frutti. – Spiega Carioti che conclude: “Questa appena conclusa è la XLIX Stagione concertistica dell’ISA, la prossima sarà la L Stagione: abbiamo intenzione di celebrarla dal prossimo ottobre nella maniera più consona. Diamo intanto appuntamento al pubblico per la nostra ricca stagione estiva che riserverà grandi sorprese”.




LA GIORNATA DEL DIRITTO

Un incontro per riflettere su forza, ragione e prospettive del diritto internazionale nell’attuale contesto

Pescara, 18 aprile 2024.  La Giornata del Diritto. Questo il titolo dell’incontro che si terrà domani, venerdì 19 aprile alle 17, presso il Teatro Cavour. All’appuntamento, organizzato dall’Arcidiocesi di Pescara-Penne con il Tribunale Ecclesiastico, l’Unione Giuristi Cattolici e l’Associazione Canonista diocesana, interverranno monsignor Paul Richard Gallagher, Segretario della Santa Sede per i rapporti con gli Stati e le Organizzazioni Internazionali, e il prof. Vincenzo Cannizzaro, Docente di Diritto Internazionale all’Università La Sapienza di Roma.

«Due ospiti importanti, due riflessioni di spessore – afferma monsignor Tommaso Valentinetti, arcivescovo di Pescara-Penne – per considerare la forza, la ragione e le prospettive del Diritto Internazionale nell’attuale difficile contesto delineato non solo da innumerevoli conflitti, ma anche dal problema dell’ambiente, dal commercio internazionale e dai diritti umani».




LA POVERTÀ, IL LAVORO E LA PACE IN CIMA ALLE ATTESE DEGLI EUROPEI

Smentita l’ansia per i migranti

PoliticaInsieme.com, 18 aprile 2024. Secondo un sondaggio Eurobarometro commissionato dal Parlamento europeo in vista dell’appuntamento elettorale del prossimo giugno dal quale emerge che la vera priorità degli europei è quella della povertà.

Salute, lavoro, difesa e sicurezza richiedono una centralità nell’agenda delle istituzioni e dei politici dell’Unione. Tra i giovani è particolarmente sentita come preminente la questione ambientale. Una bella smentita, insomma di tutta quella politica e del mondo e di quella parte della comunicazione che agita lo spettro dell’invasione da parte dei migranti.

Il sondaggio entra poi nello specifico delle opinioni dei cittadini di singoli paesi. E così emerge che in Svezia la maggioranza degli intervistati sostiene la richiesta di mettere il cambiamento climatico in cima a tutto e che in Italia, Ungheria, Portogallo, Romania e Slovacchia, la massima priorità è indirizzata verso il lavoro e all’economia.

Infine, secondo la maggioranza degli europei intervistati, il prossimo Parlamento europeo dovrebbe occuparsi di più delle questioni della pace e della democrazia, della tutela dei diritti umani, della libertà di parola e di pensiero.

Quasi il 60% ha una visione negativa degli Stati Uniti e circa l’83% della Russia.




PULIRE LA SPIAGGIA DAI RIFIUTI

I ragazzi della 2A AMFQ dell’IIS Moretti incontrano il Sindaco Nugnes

Roseto degli Abruzzi, 18 aprile 2024. Quando Volontariato, tutela per l’ambiente e scuola si incontrano nascono cose bellissime! Così è stato con i ragazzi della 2A AMFQ dell’ IIS Moretti che ieri mattina, accompagnati da Luciana Del Grande di Rifiuti Zero Abruzzo e dalle insegnanti Patrizia Marchini e Alessia Leonzi, si sono presi cura del tratto di spiaggia dal Mion Hotel al Lido Mirella liberandola dai rifiuti depositati dalle mareggiate.

L’attività di pulizia della spiaggia è parte integrante del progetto A scuola di Rifiuti Zero promosso da Rifiuti Zero Abruzzo all’interno dell’edizione 2024 Scuola e Volontariato del CSV Abruzzo con l’intento di sensibilizzare anche sul grave problema dell’abbandono dei rifiuti. In poco più di un’ora sono stati raccolti diversi sacchi di spazzatura, soprattutto polistirolo, reti da pesca, e tanti altri oggetti in plastica. I sacchi raccolti sono stati prelevati dagli operatori della Diodoro Ecologia che in mattinata hanno consegnato il materiale necessario per la raccolta. 

Luciana Del Grande ha aperto una riflessione sulla velocità con la quale si usano e si buttano gli oggetti, ribadendo la differenza fra beni durevoli e materiali in plastica usa e getta e quanto questi ultimi,

a causa del loro abbandono e della cattiva gestione sulla terraferma, arrivino ad inquinare gli ambienti terrestri e marini fino a contaminare la catena alimentare. È per questo necessario ristabilire un punto di equilibrio tra attività umane e tutela ambientale per preservare gli ecosistemi marini e terrestri.

Dopo l’azione di pulizia gli studenti sono stati accolti nella sala Giunta del Comune dal Sindaco Nugnes e dall’assessore alla cultura Francesco Luciani, presenti anche Alessandra Candelori della Diodoro Ecologia e Simona Mantenuto in qualità di DEC del Comune di Roseto degli Abruzzi. I ragazzi hanno esposto le loro considerazioni sul progetto A scuola di rifiuti Zero e sulla gestione dei rifiuti a Roseto degli Abruzzi e avanzato alcune proposte.

Francesca Di Marzio ha raccontato con entusiasmo quanto appreso dagli incontri in classe e dalle uscite esperienziali al centro raccolta rifiuti e sulla spiaggia, occasioni di riflessione sulle cattive abitudini consumistiche e sull’importanza della raccolta differenziata evidenziando l’insostenibilità del sistema lineare dell’usa e getta e l’urgenza di abbracciare il sistema virtuoso dell’economia circolare. Nicolas Rastelli, dopo aver ringraziato la Diodoro Ecologia per aver distribuito a tutta la classe 2A un kit ecologico contenente anche le borracce, ha esposto i dati del sondaggio che la classe 2A ha effettuato sul consumo di acqua in bottiglie di plastica nell’IIS Moretti.

È emerso che su un campione di 150 alunni, solo il 45% usa la borraccia e il restante 55% in una settimana consuma ben 290 bottiglie di plastica. Un dato significativo dal quale i ragazzi hanno preso spunto per arginare il consumo dell’acqua in bottiglie di plastica. Francesco Pica ha riportato la proposta di disincentivarne il consumo chiedendo al Sindaco la possibilità di installare erogatori di acqua a scuola (collegati alla rete idrica) e di fontanelle in città, dove anche bambini e animali possano ristorarsi soprattutto ora che i cambiamenti climatici hanno prolungato la stagione calda. Ha poi chiesto maggiori controlli sul territorio per individuare e punire gli incivili che abbandonano rifiuti nell’ambiente.

Il sindaco, favorevolmente colpito dalla proprietà di esposizione e dagli argomenti trattati dai ragazzi, ha informato sull’attenzione del Comune nella tutela dell’ambiente e del decoro urbano con il sistema porta a porta e la riapertura del centro raccolta rifiuti che ha contribuito ad innalzare la percentuale di raccolta differenziata portandola al 73%, e anche sugli interventi straordinari di pulizia dei rifiuti abbandonati che sono una vera piaga sociale. Ha poi posto l’accento sul costo economico, ecologico e sociale dei rifiuti che ogni cittadino produce esortando ognuno a fare la propria parte segnalando i comportamenti incivili di chi li abbandona.

Ha poi preso la parola l’assessore Francesco Luciani specificando che la raccolta differenziata è un servizio necessario per il bene del nostro pianeta spiegando che la Tari, così indigesta a tanti, è l’unica imposta che il cittadino paga per la salvaguardia dell’ambiente e quindi della sua stessa salute. Alessandra Candelori ha ribadito l’importanza di una raccolta differenziata ottimale per recuperare più materiali possibile e avviarli a riciclo mentre la dottoressa Mantenuto ha informato del recepimento da parte dell’Italia della direttiva europea SUP che ha determinato l’eliminazione dal mercato di molti prodotti in plastica usa e getta.

L’incontro si è concluso con la foto di rito e con i complimenti da parte di tutti i presenti per l’interesse, l’attenzione e l’elaborazione di proposte migliorative da parte dei ragazzi per tutelare il nostro ambiente e la nostra salute.

“Ringrazio in primis i ragazzi, le docenti, il CSV e l’associazione Rifiuti Zero Abruzzo per l’ottimo progetto proposto – ha concluso il Sindaco Nugnes –  il processo di crescita passa anche per esperienze come questa, che avvicina i giovani alla vita civile, politica e sociale del nostro paese favorendo il senso di comunità e l’amore per l’ambiente”.




IL RITROVAMENTO DEL MAMMUT

Gli eventi di celebrazione del 70° anniversario

L’Aquila, 17 aprile 2024. Il Museo Nazionale d’Abruzzo per i 70 anni dall’eccezionale ritrovamento del fossile del Mammut nella cava Santarelli in località Madonna della Strada nel Comune di Scoppito, avvenuta a marzo del 1954, avvia una serie di eventi nell’anno in corso per un protagonista eccezionale. Il fossile, di 1.300.000 anni, reperto importantissimo della preistoria italiana, fra i più completi d’Europa, ha arricchito enormemente la conoscenza del Patrimonio paleontologico dei grandi mammiferi nel Quaternario sul suolo italiano.

La Mostra documentaria

Le recenti ricerche d’archivio impongono la revisione della data della scoperta. È infatti del 17 marzo 1954 l’informativa dell’Anonima Materiali Argillosi alla Soprintendenza alle Antichità degli Abruzzi e del Molise con la quale si comunicava il ritrovamento, da parte degli operai della fornace, dei primi resti. La notizia fu poi diffusa qualche giorno dopo, il 25 marzo, dal Corriere della Sera e ripreso da altre testate i giorni successivi.

Questi passaggi, oltre alle recenti donazioni di foto inedite, oggetto di una mostra documentaria visitabile dal 19 aprile nel Bastione Est del Castello Cinquecentesco, permettono di ripercorrere le fasi della scoperta, recupero e studio dell’esemplare sotto la direzione della professoressa Angiola Maria Maccagno, direttrice dell’Istituto di Geologia e Paleontologia dell’Università di Roma, con la collaborazione di Antonio Ferri nel restauro.

È del 15 novembre 1957 l’importante documento del Direttore Generale delle Antichità e Belle Arti, Guglielmo de Angelis d’Ossat, per conto del Ministro della Pubblica Istruzione Aldo Moro, che dichiara il suo interessamento nel garantire l’allestimento di una sezione di paleontologia presso il Museo Nazionale d’Abruzzo con il Mammut, poi esposto al pubblico dal 1960 nel Bastione Est del Castello Cinquecentesco.

L’accessibilità inclusiva

Grazie ad una consolidata collaborazione con l’Accademia di Belle Arti è in corso la realizzazione di due prototipi 3D: uno con  il particolare del cranio e della zanna e l’altro è un modellino di 30 cm del Mammut che vanno ad integrare il disegno in braille già presente nell’attuale allestimento. La progettazione è a cura dei docenti dell’ABAQ Simone Rasetti, Tecniche di modellazione digitale, e Marco Cortopassi, Scenotecnica. È stato effettuato, durante la conferenza stampa, un test di leggibilità con le tecniche di esplorazione tattile di un modellino di prova del cranio e della zanna del Mammut condotte dalla tiflologa non vedente Deborah Tramentozzi. Questa attività di ricerca sulle modalità di apprendimento dell’immagine e dei processi cognitivi nelle persone non vedenti e ipovedenti si avvale della professionalità accademiche del laboratorio di modellazione dell’Accademia di Belle Arti e della tiflodidattica, tramite le tecniche di percezione tattile del rilievo operate dalla tiflologa,  volte a verificare il grado di acquisizione e restituzione dell’immagine, esperita al tatto e successivamente ricostruita nella mente dell’utente.

I modelli 3D tattili potranno essere fruiti anche dai visitatori normovedenti, preziosa opportunità per attivare una sensorialità troppo spesso inibita, anche per la consapevolezza dell’impossibilità di toccare le opere d’arte nel contesto di una visita museale.

Video

Due documenti storici del 1954 appartenenti all’Archivio Luce Cinecittà, che si ringrazia per la concessione di utilizzo: Uscito dalla preistoria, durata 55’’ e Lo scheletro di un grosso mammuth trovato presso L’Aquila, segnalato dal Presidente del CdA di Abruzzo film Commission Piercesare Stagni, Rep. Incom. senza sonoro, durata 3’, completano la suggestiva ricostruzione animata del Mammut già in proiezione nel Bastione realizzata dal Segretariato Regionale MiC per l’Abruzzo.

Tecnologia realtà aumentata

È stata possibile la produzione di contenuti digitali 3D fruibili con tecnologia AR core per la ricostruzione 1:1 del Mammuthus Meridionalis. Tramite un QR code sulla pedana, i visitatori potranno avere un’esperienza di visita più dinamica ammirando il Mammut nelle affascinanti forme che aveva quando era in vita. RUP Maria Rita Copersino – Segretariato Regionale MiC -Abruzzo

Convegno scientifico

Nel mese di ottobre avrà luogo un convegno scientifico di rilevanza nazionale “Il Mammut del Castello – Settant’anni dalla sua scoperta. Nuovi dati nel quadro dell’evoluzione ambientale del Pleistocene” per condividere i risultati acquisiti attraverso nuove metodologie di indagine e  restauro. Verranno affrontati diversi aspetti scientifici quali l’evoluzione geologica del bacino aquilano, la paleobotanica e paleoclima; il confronto tra il Mammut meridionalis di Madonna della Strada con gli altri elefanti del Pleistocene; lo stato dell’arte della diagnostica e del restauro; l’esemplare nella realtà aumentata 3D e bodymass; i primi risultati della paleopatologia, nonché il tema del ruolo sociale attuale della divulgazione scientifica.

Annullo filatelico

Per rafforzare il potenziale narrativo è stato previsto un annullo filatelico dedicato al Mammut

Accompagnamento didattico

Si sta provvedendo, tramite formazione del personale AFAV curata dai funzionari del Museo, a fornire un servizio di accompagnamento  ai visitatori per una maggiore conoscenza del Mammut.

Premio Fossili regionali

Nel corso della conferenza stampa la direttrice del MuNDA Federica Zalabra ha ricevuto la targa di riconoscimento del Premio Fossili Regionali 2023 al Mammut per la Regione Abruzzo consegnata da due membri del comitato regionale della Società Paleontologica Italiana e la paleonotologa Maria Adelaide Rossi e Marco Romano dell’Università degli Studi della Sapienza. L’iniziativa è nata dalla sinergia tra il gruppo dei giovani della società Palaeontologist in Progress e il Consiglio SPI per favorire la divulgazione e la conoscenza delle ricchezze del patrimonio paleontologico italiano.




LAVORI PUBBLICI, IL PUNTO SUI CANTIERI

L’assessore Rispoli: “Si lavora a ritmi serrati per dare alla città opere e servizi”

Chieti, 17 aprile 2024. Lavori a pieno ritmo, buona parte delle opere pubbliche progettate dall’Amministrazione prendono forma, come affiora dal sopralluogo dell’assessore ai Lavori pubblici Stefano Rispoli sui cantieri attivi sul territorio cittadino. Una verifica ciclica su tutti i fronti di intervento sia nel centro storico e sia a Chieti Scalo.

“Cresce di giorno in giorno l’asilo nido del Villaggio Mediterraneo, fondamenta ormai ultimate, la struttura comincerà presto a vedersi per arrivare a conclusione entro il 2024 – illustra l’assessore Rispoli – Un edificio sostenibile, alle soglie di un bosco che diverrà parte attiva sia architettonicamente e sia didatticamente nella vita della struttura, concepita per accogliere 60 bambini in modo sicuro e con elevatissimi standard di confort e servizi.

Si scava nell’area adiacente allo Stadio Angelini per la realizzazione della cittadella dello Sport, anche lì strutture, campi e verde in una delle zone più vocate e popolate della parte bassa della città, per arrivare a definizione in brevissimo tempo. Proseguono spediti anche i lavori negli alloggi comunali di via Maiella, dove si sta completando la riqualificazione dei locali a pian terreno che ospiteranno attività aggregative sia del condominio e sia delle associazioni cittadine.

Così come in via degli Ernici è oggi più che evidente l’azione di riqualificazione esterna effettuata nei mesi invernali che ha letteralmente cambiato volto ai 24 alloggi popolari che saranno efficientati e risanati dalle criticità e dall’annosa mancanza di manutenzione. Anche a Filippone i lavori di realizzazione dell’atteso parco, con spazi per giochi e sgambamento stanno prendendo vita velocemente, ricaveremo anche qualche posto macchina per i frequentatori del parco, mentre stiamo già pensando ai possibili arredi che dovranno essere belli, comodi, resistenti e di materiali sostenibili e naturali. Bene anche gli interventi sul cantiere del Supercinema, dove con la Soprintendenza stiamo valutando anche la migliore colorazione da dare all’edificio, in modo che si inserisca al meglio in un contesto cittadino ricco di presenze archeologiche e culturali.

Si procede anche al Grottino sotto Palazzo d’Achille, per la realizzazione degli spazi espositivi dedicati ai lavori di realizzazione di Piazza San Giustino e ai reperti emersi dagli scavi effettuati in sinergia con la Soprintendenza, un legame che si consolida sempre di più in vista anche della più ampia rigenerazione che ci aspetta con gli interventi della via dei Conventi, che partiranno a breve e che cambieranno volto a tutta la zona da piazza Garibaldi in su.

A breve ci saranno buone nuove anche per il cantiere della scala mobile e della pescheria, mentre, per quanto riguarda le altre opere, nello specifico, i parcheggi di piazza Carafa e via Ciampoli, aspettiamo che la Regione ci invii le convenzioni per attivare i finanziamenti, li contatteremo, perché abbiamo urgenza di far partire anche quei cantieri: la città ha bisogno di parcheggi, noi li abbiamo progettati per rispondere al bisogno di stalli crescente e da anni sentito in città, abbiamo già effettuato anche sondaggi e carotaggi perché si possa lavorare in sicurezza, dunque vogliamo che si arrivi al cantiere al più presto”. 




GIRO D’ITALIA AMATORI

Sale l’attesa per la dodicesima edizione

Campli, 17 aprile 2024. Fervono i preparativi per la grande rassegna in rosa in programma dal 30 maggio al 2 giugno in quattro località abruzzesi. Sale l’attesa per la dodicesima edizione del Giro d’Italia Amatori, la gara a tappe in programma quest’anno tra le località di Campli, Teramo, Civitella e Notaresco.  Un giro disegnato tra gli splendidi scorci panoramici dell’Abruzzo che ospiterà la rassegna rosa dal 30 maggio al 2 giugno 2024 (iscrizioni sul portale my.raceresult).

La cittadina di Campli in provincia di Teramo teatro della prima tappa

Alla consolle dell’evento, ancora una volta, Fabio Zappacenere e Marina Campi che, per questa dodicesima edizione, hanno siglato una partnership con il Giro dei Borghi organizzato da Domenico Lignini (presidente dell’associazione Lu Callarò) in collaborazione con Andrea Di Giuseppe (Team Go Fast), Natalia Tommasiello (Team Eventi Ciclismo), Daniele Capone (Team Go Fast Event) e Raffaele Di Giovanni (Acsi Teramo). E proprio la sinergia con il Giro dei Borghi garantirà all’evento un tocco di “internazionalità” visto alla rassegna abruzzese parteciperanno anche numerosi ciclisti provenienti dai Piccoli Stati continentali.

La corsa ciclistica, che si corre sotto l’egida dell’Acsi grazie al desiderio del presidente Emiliano Borgna, sarà articolata in quattro tappe. Si parte giovedì 30 maggio con la cronometro individuale sulla distanza di 10 chilometri da Campli a Civitella del Tronto. Il giorno seguente, a Campli, la prima tappa denominata 3° Memorial Diego Barbieri. Il primo giugno seconda tappa con partenza e arrivo a Notaresco, la chiusura domenica 2 giugno a Nepezzano (Teramo) con il prestigioso Gran Premio Villa Marini.

“Il Giro dei Borghi della provincia di Teramo nasce, in primis, per promuovere lo straordinario patrimonio di questa regione – sottolinea Fabio Zappacenere – il Giro d’Italia Amatori, inoltre, vuole promuovere l’attività giovanile attraverso quella Master.

Infatti, domenica 2 giugno, Andrea Di Giuseppe presidente del Team Go Fast, società molto attiva anche nella promozione del ciclismo giovanile, organizzerà una gara riservata alle categorie giovanili che si terrà a Villa Marini.

Inoltre, ogni sera il comitato organizzatore della manifestazione organizzerà alcune iniziative per intrattenere i ciclisti e gli abitanti delle località coinvolte, in particolare il comune di Campli. In questo evento, infatti, l’aspetto agonistico non è prioritario. Chi ha già partecipato al Giro d’Italia Amatori sa benissimo che, al primo posto, c’è il divertimento ed il piacere di stare insieme”.




FRA BROCCHE, BOCCALI, TRUFI E BORRACCE

Breve viaggio storico attraverso i boccali… “divini” delle Marche e d’Abruzzo.

[Pubblicato in AA.VV. “Boccali divini. Antica ceramica popolare”, Collezione G. Brandozzi, Fast Edit, Ascoli Piceno 2008]

di Franco Cercone

Si vedrà una stanza al pian terreno in una casa rustica e vi saranno nella stanza vari utensili e suppellettili, come boccali, scodelle, alberelli e fiasche e vi sarà l’orcio dell’acqua”.

Così immagina Gabriele d’Annunzio la scenografia all’inizio della tragedia La figlia di Iorio, nella quale chiede che si pongano ben in mostra le ceramiche d’uso che arredano la modesta dimora rurale della protagonista. Ad attirare subito la nostra attenzione non è tanto l’alberello delle antiche erboristerie, il vaso ‘colto’ destinato a contenere erbe salutari e medicamentose nelle botteghe degli speziali e la cui presenza quasi stona in un ambiente rustico come quello immaginato dal d’Annunzio, più consono alla presenza di orci, boccali e fiasche.

Manca tuttavia nell’elenco il trufo che forse non per mero caso – come vedremo in seguito – è sfuggito all’attenzione del Poeta. Si tratta della particolare “fiasca di terra cotta” che G. Savini nel saggio La grammatica ed il lessico del dialetto teramano (1881) e G. Finamore nel suo noto Vocabolario dell’uso abruzzese (1893) segnalano nella forma di trùfele in Abruzzo Ultra e basso Piceno, area quest’ultima in cui il termine è presente nella forma di trufo.

Il Savini ci dice anche che nel Teramano una persona bassa e panciuta viene chiamata Don Trufele, mentre ad Atessa (Ch) il termine è sinonimo di deretano.

La caratteristica del trufo marchigiano ed abruzzese, almeno in quell’area culturalmente indistinta e posta a nord del Tronto, è costituita da due caratteristiche anse poste ai lati del collo del recipiente fittile, che lasciano agevolmente intuire la sua derivazione da una tipologia di anfora classica presente non solo nelle Regioni adriatiche dell’Italia centro-meridionale, ma anche in area umbra. Sicché questa particolare fiasca destinata a conservare e versare il liquido in essa contenuto, sia vino che acqua, potrebbe oggi essere quasi assunta a logo delle popolazioni rurali stanziate dalla Puglia fino all’area occidentale umbra.

La posizione delle due anse al collo, simili ad una corona che cinge un capo regale, proietta semanticamente una figura femminile stilizzata che trasporta una conca d’acqua e che aggiunge al suo simbolo congenito di naturale fertilità anche quello contrario maschile, dato che il trufo viene chiamato dai contadini abruzzesi anche vozze, cioè “bernoccolo” oppure come ricorda il Finamore “organo che fuoriesce”, come appunto quello maschile e che permette lente sorsate di liquido.

Caratteristici erano, ancora negli Anni Settanta del secolo scorso, i cosiddetti trufi di Sant’Antonio da Padova, che si potevano acquistare, come segnalano V. Franceschilli e V. Giovannelli nel saggio dal titolo “La ceramica di Rapino e i Bontempo” (Francavilla 1994), nella fiera di Sant’Antonio che ha luogo ancora oggi il 13 giugno e con grande concorso di devoti a Serra Monacesca (Pescara).

Per tale ricorrenza i deputati alla festa provvedevano ad incollare sulla pancia del trufele, una immagine del Santo da Padova e la fiasca, come le Brocche di San Rocco, venivano acquistate dai devoti a ricordo dell’avvenuto pellegrinaggio.

Il trufo marchigiano ed abruzzese può essere sia di “terra cotta àcroma” e preposto dunque al contenimento di acqua che si manteneva pertanto fresca specie durante i faticosi lavori estivi sui campi, che “smaltato” ed adibito pertanto come recipiente da vino, ma in tal caso lo smalto impedisce la trasudazione e dunque il liquido perde freschezza.

Nell’area di Cupra Marittima ed in alcune zone del contado Anconetano il trufo veniva chiamato talvolta, secondo alcune fonti letterarie dei primi decenni del Novecento, anche vrocca (brocca), la quale quando risultava di misura ridotta assumeva il nome di vrocchetta.        

Come si è accennato in precedenza, oltre che nelle Regioni medio-adriatiche il trufo è presente anche in terra umbra con il termine, assai significativo, di truffa (o trufa) e nel noto “Museo del vino” a Torgiano (Perugia) si può ammirare qualche magnifico esemplare di trufo, che viene ascritto genericamente ad un tipo tradizionale di “bottiglia contadina”, ma facilmente riconoscibile per le due anse ed il caratteristico collo lungo e stretto, che costituisce la struttura funzionale alla conservazione del liquido.

In un bel volume dal titolo Dalla vite al vino. Miti, tradizioni, arte e storia, edito a cura della Pro Loco di Piediripa e della Prov. di Macerata (Pollenza 2001), Betto Salvucci scrive a proposito della trufa che “la sua configurazione consentiva solo una breve sorsata alla volta, e ad essa è da attribuire la motivazione del nome popolare che la designa”, cioè truffa.

Infatti la caratteristica del trufo marchigiano ed abruzzese è costituito da un piccolo versatoio realizzato nella parte alta della pancia della fiasca che, poggiata di solito su una spalla e tenuta ferma con la mano stretta ad una delle due anse, permette, mantenendo leggermente obliqua la fiasca, l’uscita del vino (o dell’acqua) come un piccolo e placido zampillo.

Così, come accennato in precedenza, in una mirabile “logica dei contrari” il trufo viene a sintetizzare l’elemento femminile e maschile non presente negli altri similari recipienti se non nell’orcio o in alcuni vasi bianchi biansati prodotti nelle Marche ed a Castelli già nel XVII secolo ma destinati ad ambienti socialmente egemoni.

Caratteristici appaiono in questo periodo anche i boccali trilobati, simili agli antichi oinokòe greci e destinati a ricevere il primo saluto del vino attinto dal “cratere” ed in seguito, nelle società rurali, dalle botti che troneggiano nelle umili cantine come santi nelle proprie nicchie.

L’orciolo si distingue dalla brocca e dal trufo perché di norma presenta al “collo” una sola ansa ed un “versatoio falliforme”, detto bocciolo, come sottolinea anche G. Gagliardi nel saggio Storia della ceramica ascolana (Ascoli Piceno, 1993). Se risulta di terracotta àcroma o smaltata, l’orciolo è destinato a contenere rispettivamente acqua o vino.

La funzionalità del trufo o dell’orciolo è dunque duplice, perché come ha ben evidenziato G. Profeta in una classica indagine dal titolo La logica del recipiente, questi tipi di fiasca sono entrambi destinati a svolgere due funzioni importanti, quelle del conservare e del versare.

Tuttavia, non va dimenticato che nel mondo contadino rivestivano grande importanza come contenitori le cosiddette zucche a fiaschetto, assai documentate iconograficamente fin dal periodo medievale perché costituenti le “compagne fedeli di viaggio” dei pellegrini.

San Rocco, per esempio, il “pellegrino” per antonomasia, viene spesso raffigurato con un bordone cui è appesa una zucca a fiaschetto per conservare l’acqua e la classica conchiglia appesa al petto come segno di riconoscimento per chi si è recato a Compostela in Spagna, al Santuario dell’Apostolo Giacomo.

Le “funzioni” svolte dalla zucca a fiaschetto sono quelle mutuate dalla ceramica tradizionale e destinate al mondo contadino, con la particolarità tuttavia che questo tipo di zucca era adibito nel mondo rurale anche a recipiente per l’olio. Se ne ha una illuminante conferma nella cosiddetta “Vita C” (titolo di un manoscritto) concernente appunto la vita di fra’ Pietro dal Morrone, poi eletto al Soglio di Pietro nel luglio del 1294 con il nome di Celestino V, da cui si apprende che l’eremita conservava l’olio d’oliva con cui alimentava una lampada votiva in una zucca essiccata.

Sia se ascritte alle terrecotte che alle terraglie, brocche, orci e trufi non vengono più prodotti, dalla seconda metà del ‘500, nelle botteghe marchigiane di Ascoli, Ancona, Tolentino, Fano, Pesaro ecc., cioè in quelle che il Piccolpasso chiama nel suo trattato Tre libri dell’arte del vasaio “le ricche Città della Marca”, ma nei centri minori come Casteldurante (oggi Urbania) o nelle piccole aziende familiari lungo la Val Metauro.

Come nota efficacemente S. Anselmi ne Il picchio e il gallo. Temi e materiali per una storia delle Marche (Jesi 1982) dopo il periodo rinascimentale “molte Città delle Marche rimasero inevitabilmente costrette a stazionare nel prodotto figulino, paghe di provvedere al giornaliero uso del popolo minuto, lasciando ai ricchi la cura di procurarsele dai centri più celebri”, come per es. Faenza, Castelli, Pesaro, Montalboddo ecc. per tacer  poi delle ceramiche istoriate dette metaurensi, i cui esemplari superstiti si possono ammirare oggi nei musei e nelle pinacoteche più note  dell’Umbria e delle Marche.

Le ceramiche d’uso marchigiane e soprattutto i trufi e gli orci erano tenuti in gran conto presso le dimore contadine ed in caso di lesioni causate sulla superficie parietale da cadute accidentali si restava in attesa del passaggio di abili artigiani specializzati a sanare le fratture di piatti e recipienti mediante il filo di ferro dolce fatto passare attraverso due o più buchi laterali realizzati con uno speciale trapano azionato con i piedi. Oh tempora, oh mores – vien fatto spontaneamente di esclamare! Se per qualsiasi motivo il recipiente di ceramica rustica non poteva essere sanato, allora si doveva provvedere a riacquistarne uno nuovo nel giorno di mercato o nelle fiere che avevano luogo nel santuario più vicino.

Molti trufi ed orci venivano acquistati per devozione dai pellegrini abruzzesi nelle fiere che accompagnavano i periodi di festa della Madonna di Loreto, specie nella ricorrenza della Traslazione della Casa Santa a dicembre. Ed i pellegrinaggi verso Loreto avvenivano anche via mare, come ci informa puntualmente fra’ Serafino Razzi nei suoi “Viaggi in Abruzzo”.

In data 4 settembre dell’anno 1577, il dotto Domenicano assiste nel porto di Vieste al naufragio di una nave di pellegrini diretti a Loreto e che doveva far scalo a Pescara per imbarcarne degli altri.

La circostanza che la voce trufo  o trùfele non sia registrata nel Saggio di uno studio sul dialetto abruzzese di G. Pansa (1885) e nemmeno nei Vocabolari dialettali pubblicati successivamente ed inerenti a varie aree interne dell’Abruzzo (solo nel Glossario minimo delle parole dialettali atessane di E. Rucci, apparso nel 2007, si rinviene infatti la parola trùfele, ma nel senso di “grosso ceppo per sedersi, oppure di grosso deretano), lascia insorgere il sospetto che il trufo sia originario dell’area picena-anconetana e come “modello di fiasca” si sia  trasmesso successivamente attraverso contatti di natura diversa (non ultimo quello legato ai pellegrinaggi al Santuario della Madonna di Loreto) al mondo agro-pastorale abruzzese e quindi pugliese, ma solo nella fascia adriatica, il che spiegherebbe il fatto che il tipico recipiente sia sconosciuto nell’Abruzzo interno, al di fuori del caso isolato di Serra Monacesca, in precedenza citato.

Argomento affascinante è dunque quello relativo al trufo e che ha attirato anche l’attenzione del grande studioso anconetano Giovanni Crocioni nella sua Bibliografia delle tradizioni popolari marchigiane (Firenze 1958). Ci piace pertanto concludere queste note, certamente non esaustive, ricordando un breve componimento popolare contenuto nel saggio di G. Crocioni La gente marchigiana nelle sue tradizioni e dedicato all’umile ma prezioso trufo:

                               “La padroncina vien con la canestra,

                                 ce porta la pietanza e la minestra.

                                 In testa la canestra e il trufo in mano,

                                 la canestra glie fa da parasole,

                                 gli occhi neri lucenti, un altro sole”.




E QUANDO POTREMO PARLARE?

Pescara, 16 aprile 2024. Le associazioni del Coordinamento Salviamo gli Alberi, in prima linea per la difesa del patrimonio arboreo pescarese, ricordano bene le parole dell’ex vicesindaco Santilli: ”Se volete parlare, fatevi eleggere.”

Non abbiamo diritto di parola perché siamo solo associazioni e cittadini/e. Abbiamo formato così Radici in Comune, e abbiamo ripreso le nostre battaglie per portarle nell’agenda politica. Ma il Sindaco ora risponde alle nostre domande con: “Chi si candida per le elezioni del prossimo giugno urla e diffonde notizie non vere […] Ci vediamo l’ 8 e il 9 giugno”. Quindi ancora una volta NON possiamo parlare.

Appurato quindi che non esiste una veste giusta per avere il diritto di critica e di informazioni precise da parte di questa amministrazione, ci rivolgiamo a noi tutti/e, che facciamo parte di questa comunità pescarese.

Sui pini non si riescono ad avere dati: li leggiamo allora dai nostri dossier. A febbraio 2022, secondo il monitoraggio dell’Università dell’Aquila, vi erano 1.500-2.000 piantine per ettaro (il comparto 5 è grande 5 ettari). Dopo la siccità, per quanto gli esperti invocassero acqua per la martoriata Riserva, il monitoraggio rivela come numero di plantule 600-1000 per ettaro (una perdita del 50%).

Oggi il Sindaco dichiara: “Seguiamo regole precise.  Stiamo seguendo pedissequamente le prescrizioni dei tecnici. Abbiamo messo da parte 500 piantine. Alcune   sono morte, perché le piante che cadono possono danneggiare le piantine”.

E aggiunge: “Ben 200 di queste piantine sono state messe a disposizione da Alberitalia che ha già dato la sua disponibilità a donare pini certificati provenienti da boschi da seme con lo stesso patrimonio genetico, “anzi migliore”.

Le regole precise erano che si dovevano individuare tutte le piantine e proteggerle durante i lavori (Relazione Alberitalia). Ora scopriamo che addirittura le piantine sono state “messe da parte”. In tutta la relazione Alberitalia non c’è menzione del “torno subito” da parte dei pini d’Aleppo. Una vacanza improvvisa per il bene dei nostri pini, perché poverini, sono pure scadenti, visto che arrivano i pini “migliori” a dar loro manforte (concetto che non ha alcuna base scientifica).

L’ultimo monitoraggio a nostra disposizione parla, prendendo il dato peggiorativo, di 600 piante di pini per ettaro, cioè di minimo 3.000 pini. Oggi, dai dati a nostra disposizione, abbiamo 300 piantine messe da parte, più 200 di Alberitalia. I conti non tornano.

Ma lo diciamo a noi stessi, cari cittadine e cittadini, perché a questa amministrazione non possiamo dirlo.

Radici inComune