SICUREZZA SUL LAVORO, ANCHE IN ABRUZZO SCIOPERO DI DUE ORE E PRESIDIO DI CGIL E UIL

Ranieri e Lombardo: “Adesioni al 60%. Nella nostra regione l’incidenza più alta di morti. Serve cambiamento radicale”

Pescara, 22 febbraio 2024. “L’Abruzzo è la regione italiana con la più alta incidenza di morti sul lavoro rispetto alla popolazione attiva: 36 i decessi nel 2023, in aumento del 71% rispetto al 2022. È necessario imprimere un radicale cambiamento alle politiche di tutela delle lavoratrici e dei lavoratori, allargando la tutela dei lavoratori negli appalti e cancellando il ricorso ai subappalti a cascata, prevedendo maggiori controlli nelle filiere, eliminando il ricorso ad appalti al massimo ribasso sul costo della manodopera e della sicurezza e obbligando le aziende all’applicazione del Ccnl di riferimento”.

Lo affermano il segretario generale della Cgil Abruzzo Molise, Carmine Ranieri, e quello della Uil Abruzzo, Michele Lombardo, nel giorno dello sciopero dei settori metalmeccanico ed edile proclamato dopo la strage in un cantiere di Firenze. Le adesioni allo sciopero, sottolineano i sindacati, raggiungono il 60%.

Per due ore, a fine turno, i lavoratori dei due settori hanno incrociato le braccia. In mattinata, inoltre, si è svolto un presidio regionale davanti alla Prefettura di Teramo, alla presenza, tra gli altri, del presidente dell’Anci Abruzzo, Gianguido D’Alberto, sindaco di Teramo, e del candidato presidente della Regione Abruzzo per il centrosinistra, Luciano D’Amico. La delegazione è stata poi ricevuta dal Prefetto, che si è impegnato a riferire le istanze al Governo nazionale.

“Abbiamo detto al Prefetto che i morti sul lavoro a Firenze come negli altri cantieri e nelle fabbriche – sottolineano Ranieri e Lombardo – dimostrano che la maggior parte degli incidenti sul lavoro non è dovuta alla fatalità, ma è frutto di responsabilità precise: la modifica del codice degli appalti che ha introdotto il subappalto a cascata, la mancanza strutturale di controlli ispettivi, la non applicazione dei Contratti Nazionali del settore di riferimento, la mancanza di una legge che introduca la patente a punti per le aziende”.

“Di fronte all’inerzia ed alla sottovalutazione del problema da parte del Governo nazionale (l’ultimo incontro del tavolo nazionale per la sicurezza sul lavoro con le parti sociali è stato convocato a luglio) – dicono ancora i due segretari – la Cgil e la Uil alzano i toni dello scontro accusando l’esecutivo di non adoperarsi a sufficienza per fermare le stragi. Di certo ci vorrà molto tempo per ricostruire le responsabilità oggettive e dare un nome ai colpevoli della strage di Firenze. Resta però enorme la responsabilità morale della politica per l’inadeguatezza delle leggi che regolano il lavoro e il sistema degli appalti e per non garantire il rispetto delle norme sulla sicurezza attraverso i controlli alle imprese”.

“In Abruzzo, nel 2023 – ricordano i sindacati – sono 36 le persone hanno perso la vita lavorando. Un dato drammatico e superiore a quello già tragico del 2022 quando a morire furono in 21. Un trend inverso rispetto all’andamento degli infortuni sul lavoro scesi dai 15.686 del 2022 ai 12.112 del 2023. Le vittime, in tutti i casi maschi (28 di nazionalità italiana ed 8 stranieri), sono state 13 nelle province di Teramo e Chieti, otto in quella di Pescara e due all’Aquila. L’edilizia, con sette morti, ha fatto registrare il maggior numero di casi, seguita dai settori dell’industria chimica, dell’agricoltura e del commercio. Trentuno gli incidenti avvenuti durante lo svolgimento dell’attività lavorativa, cinque quelli registrati durante il percorso casa-lavoro”.

“I dati degli infortuni evidenziano una situazione inaccettabile: nonostante tutte le opportunità che oggi la tecnologia offrirebbe rispetto a migliori e più efficaci misure di sicurezza – concludono Carmine Ranieri e Michele Lombardo – sono sempre di più le persone che muoiono sul lavoro e sempre più gravi gli incidenti che occorrono”.




MANIFESTAZIONE PER LA PACE

Fermiamo la criminale follia di tutte le guerre, la corsa al riarmo, la distruzione del Pianeta

Chieti, 22 febbraio 2024. Il Coordinamento Europe for Peace di Chieti aderisce alla campagna “Fermiamo la criminale follia di tutte le guerre, la corsa al riarmo, la distruzione del Pianeta” ed invita la stampa alla conferenza di presentazione che si terrà presso la Libreria De Luca, venerdì 23 febbraio, alle ore 10:30 per illustrare l’iniziativa che si svolgerà sabato 24 febbraio, alle ore 16:00, nel Largo Martiri della Libertà. Nel corso della conferenza stampa verranno illustrate le motivazioni e le richieste della manifestazione.

La guerra che si sta declinando come una Terza Guerra Mondiale a pezzi, porta solamente morte e distruzione e profitti per pochi costruttori di armi. La pace è un bene comune imprescindibile che assicura salute, prosperità fisica, psicologia e spirituale. Al Coordinamento hanno aderito parecchie associazioni cittadine.

Rosetta Placido




WEB CAM DA SCHIAVI

Webcam versante Ovest e nuova stazione meteo installate sul “tetto” dell’Alto Vastese

Schiavi Di Abruzzo, 21 febbraio 2024. «Come annunciato nelle scorse settimane, grazie a Stefano, titolare del “Roxy Bar” di Schiavi di Abruzzo, e all’imprenditore Valter Cirulli per il contributo economico, e ad Antonello Pinnella per il contributo informatico, ho provveduto a sostituire la webcam versante Ovest e e all’installazione di una nuova stazione meteo con aggiornamento ogni minuto e in grado di misurare anche direzione e velocità del vento e irradiazione solare».

Ne dà notizia il dottore forestale agronomo Giampaolo Di Biase, appassionato di studi sul meteo, che ha ultimato l’installazione e la messa on line di nuovi dispositivi, quali appunto la webcam che punta sul versante Ovest e sulla Maiella, e la stazione meteo, sul “tetto” dell’Alto Vastese.

«Il sito è stato parzialmente rimodellato – spiega nel dettaglio Di Biase – per accogliere l’intera dashboard della stazione meteo dalla quale è possibile anche interrogare l’archivio dati passando dalla visualizzazione giornaliera a quella settimanale, mensile o annuale e/o andare indietro nel tempo. Fatene buon uso, se volete condividete link, foto e dati ma ricordatevi di citare la provenienza. Da quando il sito è online, primavera del 2018, oltre quarantamila persone da ben settantacinque nazioni l’hanno visto, e quindi hanno visto Schiavi».




STÉFANO: IL GRANDE TEATRO D’AUTORE ARGENTINO

Per il secondo appuntamento del contemporaneo. Inedita ed eccezionale versione in italiano, firmata dal regista Stefano Angelucci Marino, per il capolavoro di Armando Discepolo

Lanciano, 21 febbraio 2024. Visionario, comico e tragico allo stesso tempo, in una sola parola grottesco: questo è Stéfano, il classico dei classici del grande Teatro argentino, in scena sabato 24 febbraio, alle ore 21, al Teatro Comunale Fedele Fenaroli di Lanciano (CH). Nato nel 1930 dalla penna del drammaturgo di origini italiane Armando Discepolo, Stéfano costituisce il secondo appuntamento della Stagione 2023/2024 del Teatro Contemporaneo, promossa e organizzata dal Comune, che si avvale del patrocinio della Regione Abruzzo e del Ministero della Cultura, e la cui direzione artistica è affidata agli attori e registi Rossella Gesini e Stefano Angelucci Marino.

Protagonista di una fortunata tournée in Argentina nello scorso mese di dicembre, lo spettacolo è una produzione del Teatro Stabile d’Abruzzo, in collaborazione con il Teatro Abeliano di Bari e con il Teatro del Sangro. La regia è a firma dello stesso Angelucci Marino che, insieme a Vito Signorile, Tina Tempesta, Rossella Gesini e Paolo Del Peschio, compare anche tra gli interpreti (prenotazione obbligatoria al numero 340-9775471). Prima dello spettacolo, ed è questa la grande novità di tutti gli appuntamenti del Contemporaneo di quest’anno, una sorpresa speciale sarà riservata al pubblico in sala.

La storia di Stéfano è quella di un musicista professionista, diplomato al Conservatorio di Napoli, che insegue il suo “sogno americano”, e della sua famiglia, trasferitasi con lui in Argentina come tanti connazionali di inizio Novecento. Alla realizzazione, alla fama, al successo, agognati dal protagonista, Discepolo oppone la caduta, il fallimento di un desiderio, lo smacco che apre uno squarcio su una serie di interrogativi e quesiti quantomai attuali, tra i quali campeggia la lacerante contrapposizione tra il rinunciare ai propri sogni e il tentare, invece, in barba ai capricci del destino e ai meccanismi spesso impietosi della società, di esaudirli.

Otto maschere antropomorfe del BRAT Teatro di Udine, che permettono la trasfigurazione, daranno vita ad altrettanti personaggi, appartenenti a generazioni diverse, tra i quali spesso s’accendono alcuni conflitti familiari. La scenografia di Tibò Gilbert e i costumi di Luisa Nicolucci contraddistinguono l’inedita ed eccezionale versione nazionale di Stéfano, mai tradotto sinora nella nostra lingua, che si affida a un codice espressivo nato dalle suggestioni create dai murales e dai “bamboloni” della Boca, il celebre barrio porteño caratterizzato da una forte impronta italiana, e all’uso di dialoghi semplici, diretti e scarni.

Angelucci Marino e Rossella Gesini proseguono nel solco di una linea programmatica, che s’è fatta negli anni una loro particolare impronta: narrare, senza retorica e luoghi comuni, la storia degli emigranti, degli italiani “senza patria” divisi nel cuore, nella lingua, nella cultura.




TRATTORI: LA LEZIONE PER UE SINDACATI E IMPRESE

di Natale Forlani

Politicainsieme.com, 21 febbraio 2024. La rivolta degli agricoltori in Italia, come in altri Paesi europei, ha riscosso i sostegni e le simpatie della maggioranza dell’opinione pubblica. Nell’immaginario collettivo gli agricoltori rappresentano coloro che si fanno carico con sudore e fatica di coltivare la terra e di produrre il cibo per il resto della popolazione, senza ricevere un adeguato compenso. L’opinione pubblica è composta anche dai consumatori che non si fanno scrupoli di beneficiare delle importazioni a basso costo di generi alimentari e di prodotti derivati e di sostenere nel contempo l’introduzione di provvedimenti per la riduzione dell’utilizzo dei pesticidi, dei fitofarmaci e dei combustibili fossili. Cioè di una parte significativa delle misure che vengono contestate dai promotori delle manifestazioni di protesta.

Queste contraddizioni non sono dissimili a quanto sta avvenendo in altri comparti delle attività economiche: l’automobile, la produzione di acciaio, il riciclo delle materie prime, gli accordi commerciali per aprire l’accesso ai mercati dei Paesi sviluppati ai prodotti agricoli dei Paesi in via di sviluppo. Per citare alcuni esempi che possono avere un impatto tutt’altro che marginale per migliaia di aziende e di economie territoriali.

In generale, l’impatto delle nuove tecnologie e le dinamiche della competizione internazionale comportano un riposizionamento degli asset produttivi. Stimolano l’opportunità di sviluppare nuove produzioni e/o il ridimensionamento di quelle esistenti con il relativo corollario dei costi sociali derivanti dalla riduzione dei margini di guadagno per le imprese e i lavoratori e dalla perdita di posti di lavoro. Questa evoluzione è in atto da anni, ma l’impatto pervasivo delle applicazioni delle nuove tecnologie digitali e i rischi connessi alle tensioni geopolitiche contribuiscono ad aumentare l’intensità dei cambiamenti e l’incertezza degli esiti.

È in questo contesto che devono essere ponderate le scelte politiche che orientano il raggiungimento degli obiettivi della sostenibilità ambientale degli asset produttivi. In un certo senso la protesta degli agricoltori, anche per la risonanza che ha sollecitato negli ambiti sovranazionali e per la retromarcia operata dalle istituzioni europee e dai Governi nazionali su alcuni dei provvedimenti adottati, consente di apprendere alcune lezioni che possono essere utili per migliorare l’efficacia delle scelte delle politiche economiche.

In prima istanza diventa necessario ponderare in modo più realistico, e con un approccio olistico che tenga conto delle effettive implicazioni delle scelte sul piano sovranazionale, territoriale e sociale, le innovazioni normative che vengono introdotte per tale scopo. Non ha molto senso esasperare i tempi di attuazione mettendo a soqquadro interi apparati produttivi, ad esempio la produzione di automobili con motori termici più evoluti e vendute a prezzi ragionevoli, per diventare dipendenti dalle batterie elettriche prodotte dall’industria cinese con l’utilizzo massivo delle energie fossili. Questo vale anche per le produzioni agricole importate che utilizzano pesticidi, fitofarmaci e quant’altro, che risultano giustamente vietati per i nostri produttori.

L’apertura dei mercati internazionali e l’applicazione delle nuove tecnologie digitali generano vincitori e vittime anche nell’ambito dei nostri territori. In generale, i vantaggi complessivi dell’apertura dei commerci internazionali risultano superiori ai costi sociali che ne derivano. Numeri alla mano, questo risulta vero anche per le esportazioni agricole e industriali del made in Italy, grazie anche alle materie prime e ai semilavorati importati che sono parte integrante dei prodotti finali. Ma a far rumore è la quota degli imprenditori e dei lavoratori che risultano svantaggiati nel confronto competitivo. Reazioni simili a quelle dei piccoli coltivatori le abbiamo osservate anche nell’occasione delle chiusure degli impianti industriali di aziende multinazionali nel territorio italiano.

La reazione spontanea delle istituzioni nazionali e delle associazioni di rappresentanza dei lavoratori si concentra sulla richiesta d’introdurre nuove norme che comportano vincoli per i comportamenti delle imprese che investono nel nostro territorio e di aumentare i sostegni statali per rendere sostenibili le attività produttive nazionali. Interventi animati da buone intenzioni ma che comportano nei fatti un aumento dei costi e una riduzione della capacità di attrazione di nuovi investimenti.

Il tratto caratteristico delle politiche europee introdotte negli anni recenti per favorire la transizione ambientale e digitale dell’economia è l’inedita produzione di regolamenti che esasperano i vincoli temporali per il raggiungimento degli obiettivi e i costi degli investimenti per le imprese e per i cittadini, scaricando sugli Stati nazionali l’onere di gestire le conseguenze.

Questa contraddizione comporta un aumento dei conflitti di interesse tra gli Stati dell’Ue e contribuisce ad accentuare la crisi dei corpi intermedi, in particolare del ruolo delle associazioni di rappresentanza del mondo del lavoro. La capacità di conciliare le ristrutturazioni produttive con la riduzione dei costi sociali per le persone coinvolte è una componente essenziale del ruolo dei corpi intermedi. La disinvoltura che caratterizza i comportamenti delle forze politiche nel sostenere i regolamenti europei, e di cavalcare le proteste quando devono essere attuati, non agevola certamente il compito delle rappresentanze del mondo del lavoro. Sono atteggiamenti irresponsabili che disorientano l’opinione pubblica e aumentano il grado di sfiducia verso le istituzioni. Durante le proteste degli agricoltori non hanno consentito nemmeno di valorizzare lo straordinario aumento delle risorse europee del Pnrr, circa tre miliardi di euro aggiuntivi, per sostenere gli investimenti delle aziende del settore.

Da un’attenta lettura dell’insieme queste vicende possono scaturire alcuni suggerimenti per aumentare l’efficacia delle politiche economiche finalizzate a gestire la transizione ambientale e digitale. Il primo riguarda l’esigenza di ponderare ogni singolo intervento valutando le ricadute sugli asset produttivi, sulla competitività delle imprese e in relazione alla sostenibilità dei costi economici per le imprese e per i cittadini. La criticità delle relazioni geopolitiche non lascia alcun spazio agli approcci semplicistici, alla Greta Thunberg, che hanno dominato la scena politica e i comportamenti dell’opinione pubblica nella seconda decade degli anni 2000.

La relazione virtuosa tra i potenziali benefici delle innovazioni tecnologiche in termini di sostenibilità ambientale e di crescita della produttività e le condizioni di lavoro e di reddito delle persone non è affatto scontata. I costi sociali devono essere attentamente ponderati e la loro sostenibilità economica deve essere assunta come parte integrante dei provvedimenti. Tutto ciò richiede un adeguamento della governance di queste politiche. Se le Istituzioni europee vogliono avere un ruolo guida nel guidare i tempi e le modalità di realizzo degli obiettivi, devono assumere in prima persona anche il compito di mobilitare le risorse per garantire la loro attuazione. L’alternativa diventa quella, attualmente prevalente, di costringere gli Stati ad adottare politiche di contenimento dei costi e di competizione con gli altri Paesi europei per l’attrazione dei nuovi investimenti.

L’esigenza di potenziare il ruolo delle istituzioni europee non deve diventare un alibi per aggirare l’esigenza di rendere attrattivi i nostri territori. Una condizione che non è realizzabile senza una mobilitazione degli attori del mondo del lavoro da parte delle istituzioni e di una corrispondente assunzione di responsabilità delle associazioni di rappresentanza delle imprese e dei lavoratori.

Natale Forlani




L’INCOGNITA DI VIA MARCONI

Conoscere le domande, condividere le risposte

Pescara, 20 febbraio 2024. Uno dei punti deboli di certi piani della mobilità urbana è la scarsa o nulla conoscenza della domanda, informazione utile anche per indagare sulla condivisione dei princìpi da perseguire nel momento della pianificazione, possibilmente da fare prima, ex ante, della realizzazione delle opere e non dopo, ex post, per evitare di costringere gli utenti finali a subire le stesse con sofferenza e malcontento diffusi.

Soprattutto nel caso di quegli interventi sulla mobilità urbana a cui si intende dare la connotazione di sostenibilità, la conoscenza della domanda e la condivisione dei princìpi è ineludibile e propedeutica a tutto il resto. Nel caso di via Marconi, ma ciò vale per tante altre situazioni, crediamo che nessuno abbia mai predisposto la mappa della domanda del servizio “strada” e come quindi questa, passando attraverso una mappa delle risposte, potesse essere al meglio realizzata.

Spesso e volentieri si confonde la fotografia del momento come lo scenario di riferimento, senza ragionare sulle possibili proiezioni funzionali, che non siano quelle banali e insufficienti di fluidificazione del traffico automobilistico.

Su Via Marconi l’Amministrazione comunale ha spesso dichiarato un flusso di 20 mila auto al giorno e per snellirlo ha ritenuto congruente il progetto delle quattro corsie parallele dedicate, una in più del precedente progetto. Fallita l’impresa, ora sembra voler rimediare, non appena sarà aperta Via B. Croce, con la soluzione dei vasi comunicanti, contando quindi sull’entropia delle particelle, ovvero nella dispersione massima delle auto, travasando il traffico da una strada all’altra, fino al livellamento dei flussi. Ma quello urbano non è un sistema naturale, e le cose potrebbero andare diversamente da quanto atteso, se non forzandole (con sensi unici, ad esempio).

Nel frattempo, crediamo che nessuno abbia mai chiesto ai conducenti di quelle auto il motivo del loro spostamento (da dove vengono, dove vanno, quando e perché), e nessuno abbia mai fatto il conteggio di quante persone, non auto, transitino lungo i marciapiedi, o bici lungo le strade, né tantomeno la distribuzione degli esercizi commerciali lì presenti, le loro dinamiche funzionali, legate alla tipologia di prodotti e servizi forniti ai potenziali clienti.

Tutto ciò perché manca ad oggi una politica di Mobility Management, ancorché resa obbligatoria, sicuramente per un Comune come Pescara, dalle normative vigenti in materia, in grado di interpretare e governare la domanda e l’offerta di mobilità in accordo con i principi ispiratori degli scenari di sostenibilità ambientale, economica e sociale.

In basso una ricognizione dell’esistente rilevato lungo via Marconi durante il COVID

16/10/2021 – Ore 10,30 – 12,30

Lato mare: 131 alberi, 120 parcheggi, 7 fermate bus, 7 stalli bici, 4 bici ai pali, 25 auto in seconda fila

Lato monte: 84 alberi, 120 parcheggi, 7 fermate bus, 13 stalli bici, 4 bici ai pali, 17 auto in seconda fila

L’alberatura è costituita per il 90% da Lecci e da alcuni individui di Ligustro. Al di là delle specie, non si tratta ovviamente di alberata di qualità essendo tutti gli individui posti in una condizione di sofferenza pedologica e microclimatica. In generale lato mare ci sono un po’ più alberi che parcheggi, mentre nel lato monte le auto sono due terzi degli alberi.

Il numero dei parcheggi è indicativo, essendo la segnaletica verticale difficile da individuare. Ce ne sono indicativamente 120 per ogni lato, per un’occupazione lineare di 600 metri per lato, ovvero quasi il 40% di tutta la lunghezza della via.




UN’ALTRA STRAGE DI LAVORATORI

Proclamato lo sciopero nazionale del lavoro privato il 20 Febbraio, con manifestazione a Roma

Pescara, 20 febbraio 2024. Nel momento in cui scriviamo questo comunicato, si sta ancora scavando tra le macerie del cantiere edile per la costruzione di un nuovo supermercato Esselunga a Firenze alla ricerca di due lavoratori ancora dispersi dopo il crollo, almeno così appare, di uno dei piloni portanti della struttura.

Dalle macerie sono già emersi tre corpi di lavoratori senza vita, mentre altri tre sono stati rinvenuti in condizioni gravissime.

È l’ennesima strage,  uno stillicidio senza fine di vite umane, persone che andando al lavoro non ritornano più a casa dai propri cari. Non sono evidentemente sufficienti queste stragi, non bastano le più di mille vittime registrate lo scorso anno per mettere al centro del dibattito politico e pubblico il problema degli omicidi sul lavoro.

Continuiamo a chiedere che la politica deve farsi carico di sostenere la nostra proposta legge per l’introduzione del reato di omicidio sul lavoro e lesioni gravi. Solo così ne verremo a capo. Solo così si può mettere in discussione il sistema dello sfruttamento, fatto di appalto e subappalto.

Serve una reazione forte, immediata: USB ha proclamato immediatamente uno  sciopero a livello provinciale su Firenze, il giorno 19 sarà il turno della Regione Toscana.

A livello nazionale, la Federazione Nazionale del LAVORO PRIVATO proclama per martedì 20 febbraio 2024 sciopero nazionale di otto ore di tutto il settore del lavoro privato (con l’esclusione delle aziende sottoposte alla l.146/90 o CCNL che impongono il preavviso di 10 giorni). Articolazioni diverse, potranno essere sancite a livello territoriale o aziendale.

Contestualmente nella stessa giornata viene convocata alle ore 10.00 una manifestazione di protesta a Roma sotto il Ministero del Lavoro.

La Federazione Abruzzo e Molise dell’Unione Sindacale di Base aderisce allo sciopero con tutte le sue componenti del lavoro privato




I FUNZIONARI ASSOCIATIVI DEL FUTURO

Pescara scelta per il XXXIX corso di sistemi formativi Confindustria

Pescara, 20 febbraio 2024. Questo è un momento di grande soddisfazione per Confindustria Abruzzo Medio Adriatico che nella sede di Pescara ha accolto il XXXIX Corso di Sistemi Formativi Confindustria, dedicato al percorso formativo per i neoassunti del Sistema nazionale Confindustria, con il quale vengono formati i funzionari associativi del futuro.

Oltre trenta corsisti, quindici imprenditori e funzionari dell’Associazione impegnati per cinque giorni in un vivace confronto sulla tematica “L’Associazione territoriale e le competenze organizzative”, partendo dal modello organizzativo di Confindustria Abruzzo Medio Adriatico che è stato scelto da Confindustria come best practice del Sistema.

Durante i primi due giorni, i partecipanti hanno approfondito diverse tematiche cruciali, tra cui managerialità, marketing, rappresentanza, servizi alle imprese, relazioni industriali, education, comunicazione, intelligenza artificiale, internazionalizzazione e ZES.

Tra i relatori presenti figurano esperti e imprenditori del calibro di Silvano Pagliuca – Presidente di Confindustria Abruzzo, Paola Previdi – Amministratore Delegato SFC-Sistemi Formativi Confindustria, Luigi Di Giosaffatte – Direttore Generale di Confindustria Abruzzo Medio Adriatico,  Alessandro Addari – Presidente Piccola Industria e Vicepresidente Confindustria Abruzzo Medio Adriatico, Pierangelo Albini – Direttore Area Lavoro, Welfare e Capitale Umano Confindustria, Andrea Boscaro – Founder e Partner The Vortex e Luisa Frassinetti – Sistemi Formativi Confindustria.

I giovani corsisti provenivano da varie associazioni e federazioni del sistema Confindustria, prevalentemente dal Centro Nord Italia, come ANIE, Assolombarda, Confindustria Basilicata, Confindustria Ceramica, Delegazione di Confindustria presso l’Unione europea, Confindustria Servizi srl, Confindustria Trento, Confindustria Umbria, Confindustria Varese, Federchimica, Federlegno Arredo, Unindustria Roma – Frosinone – Latina – Rieti – Viterbo, Unione Industriali della Provincia di Savona, Unione Industriali Torino.

Inoltre, la classe ha avuto l’occasione di confrontarsi operativamente con il tessuto produttivo abruzzese partecipando ad una visita aziendale presso l’azienda De Cecco, impresa associata che incarna una eccellenza del territorio e del settore agroalimentare italiano e che ha voluto aprirsi a questo confronto con giovani professionisti dei servizi alle imprese. Qui, i partecipanti hanno avuto l’opportunità di conoscere la storia e di visitare lo stabilimento, scoprendo una tradizione pastaia tramandata da generazioni e assaporando ricette tipiche del territorio, accolti da Luigi Nigliato – Direttore Risorse Umane, Andrea Zuccarini – Direttore di Stabilimento, Vincenzo Umidetti – Responsabile di Produzione, Gerardo Dalbon – Direttore della Tecnologia.

Gli ultimi giorni hanno visto ulteriori confronti su temi come logistica, competitività, piccola industria, reti d’impresa, agroalimentare, organizzazione aziendale, lavoro di squadra e proattività, con le testimonianze di Giuseppe Ranalli – Presidente Comitato Piccola Industria Confindustria Abruzzo e Vicepresidente nazionale PI Confindustria, Carlo La Rotonda – Direttore RetImpresa, Daniele Nepoti – Direttore Piccola Industria Confindustria e Silvia Pellegrini – Senior Trainer Challenge Network.

La scelta della Direzione Generale di Confindustria e di SFC è ricaduta su Confindustria Abruzzo Medio Adriatico delle Province di Chieti Pescara e Teramo, perché dal 2019 adottano un modello organizzativo “a matrice” producendo risultati tangibili in termini di progetti, servizi e rappresentanza. Il modello è diventato un caso di studio per la formazione dei neoassunti del sistema Confederale.




ALEXEIJ NAVALNY

Politicainsieme.com, 19 febbraio 2024. Insieme onora Alexeij Navalny. La morte, avvenuta in oscure circostanze, del dissidente russo Alexeij Navalny, fiero oppositore di Putin, nel carcere siberiano di Kharp ha scosso le coscienze di tutti coloro che ritengono non negoziabili il diritto alla libera espressione del pensiero e il rispetto della persona.

Maurizio Cotta, rappresentando tutto il Partito, ha portato un mazzo di fiori alla Chiesa Ortodossa Russa di Firenze accompagnato da un cartello con scritto in cirillico: “Onore a Alexeij Navalny, morto per la libertà della Russia”.




LA SIECO CEDE nella gara casalinga contro Brescia

Ortona, 19 febbraio 2024. Niente da fare per la Sieco che ha incontrato un Brescia in uno straordinario stato di forma. I Tucani hanno ingabbiato gli impavidi disputando una partita praticamente perfetta. Gli ospiti, trascinati da un incontenibile Cominetti hanno da subito giocato a carte scoperte puntando molto sul servizio che si è rivelato ficcante e di difficile gestione. Dall’altra parte della rete, quella abruzzese, le cose non hanno invece funzionato come si sperava. La Sieco non è stata in grado di ripetere l’ottima prestazione di sabato scorso con una battuta che raramente ha messo in difficoltà la ricezione di Brescia. Gli attacchi di Ortona spesso sporcati dal muro della Consoli Sferc erano facile preda degli ospiti bravi a difendere e ricostruire. E se quella di Brescia è stata una ottima prestazione collettiva che ha avuto il suo massimo esponente in Cominetti (17 punti, 71% in attacco e 91% in ricezione), la voce fuori dal coro per la Sieco ha il nome di Stefano Patriarca 5 punti e 67% in attacco).

«Brescia ha disputato una gara perfetta» ha commentato al termine Coach Nunzio Lanci. «L’intenzione era quella di metterli in difficoltà con il servizio ma questa sera la linea dei nove metri sembrava stregata. Abbiamo dovuto quindi tentare un approccio meno aggressivo ma così facendo abbiamo esposto il fianco agli attacchi avversari. Una gara che non abbiamo interpretato bene e che dobbiamo cercare di lasciarci alle spalle».

IN BREVE

Meglio Brescia nel “primo giro di campo”, del primo set. più abili a ricostruire trova dapprima il break e poi un ulteriore punto di distanza dai padroni di casa. Poi la SIECO trova il ritmo e parte all’inseguimento. I molti errori al servizio per gli impavidi danno l’occasione ai tucani di mantenere le distanze agevolmente. Ed è proprio il servizio a giocare un ruolo fondamentale in questo primo set. Brescia serve bene e mette in difficoltà i ricettori ortonesi mentre la Sieco non riesce a trovare ritmo dai nove metri.

Il secondo set riprende sulla falsa riga del precedente. Brescia punge al servizio, Ortona continua a non sfruttare il servizio. Lombardi meglio anche quando si tratta di muro, che quando non ferma gli attacchi ortonesi li smorza.

Terzo set con Brescia che continua a sfoggiare una migliore difesa ed un muro più solido. Ortona va subito in difficoltà con un parziale di 4-0. Ottimo l’ingresso di Cantagalli che con un ace e due bordate trova il punto di equilibrio del 7-7. Arriva una fase di gioco molto equilibrata fin quando Cominetti non trova tre aces consecutivi che spengono l’entusiasmo della Sieco.

PRIMO SET

Torna a disposizione il Capitano Leonel Marshall e così, la Sieco entra in campo con Dimitrov palleggiatore e Lapkov opposto. Centrali Fabi e Patriarca, schiacciatori Capitan Marshall e Bertoli. Libero Benedicenti.

Brescia opta per il classico sestetto che vede Tiberti regista e Klapwijk opposto, Candeli e Erati al centro e Abrahan e Cominetti in banda. Pesaresi libero.

Si parte con Dimitrov per la Sieco ma il primo punto è di Cominetti 0-1. È Lapkov a scrivere il numero 1 sul tabellino di casa 1-2. Ace di Cominetti 1-4. Del Vecchio accorcia 2-4. Out il servizio di Lapkov 3-6. Muro di Patriarca 4-7. Bertoli 5-8. È sulla linea di fondo l’attacco di Lapkov 6-9. Ace di Bertoli 8-10. Gavilan serve sulla rete 12-15. Sul 14-18 Coach Lanci chiede il primo time-out. Candeli trova un buon varco al centro 15-24. Il set per Brescia è apparecchiato da un errore al servizio di Lapkov 16-25.

SECONDO SET

Al servizio c’è Gavilan ma la diagonale strettissima di Bertoli è imprendibile 1-0. Fuori il servizio di Candeli 2-1. Contrattacco di Brescia 2-3. Non riesce la copertura a Benedicenti 2-4. Fabi sbaglia dai nove metri 3-5. Bertoli 7-12. Buon pallonetto di Fabi 9-13. Pipe di Bertoli 11-15. Dimitrov prova il tocco dentro ma il muro intuisce e blocca 11-18. Del Vecchio 12-19. Forte parallela di Cantagalli 14-20. Bertoli accorcia 17-21. Ace di Fabi, sebbene con una grossa dose di fortuna e nastro 20-23. Del Vecchio annulla il primo set point 21-24. Klapwijk fa l’ultimo punto.

TERZO SET

Bertoli fermato a muro 0-1. Ancora un contrattacco vincente per gli ospiti 0-3. Fuori il servizio di Cantagalli 1-5. Stavolta Cantagalli è imprendibile 3-6. Sempre l’opposto ortonese trova poi l’ace 4-6. Erati sbaglia il suo servizio 5-7. Cantagalli lungolinea imprendibile 7-7. Patriarca 8-8. Bertoli porta in vantaggio Ortona 10-9. Pallonetto di Fabi 11-10. Quattro tocchi fischiati a Del Vecchio 11-12. Ace di Cominetti 12-14. Ancora ace per Cominetti ma stavolta con l’ausilio del nastro 12-15. Terzo ace consecutivo 12-16. Cantagalli non trova le mani del muro e la palla vola fuori 12-17. Klapwijk stampa il muro del 14-20. Fuori l’attacco di Bertoli 16-23. Ace di Dimitrov 18-24. Poi Dimitrov pesta la linea e Brescia vince 3-0.

Sieco Service Ortona – Consoli Sferc Brescia 0-3 (16-25 / 21-25 / 18-25)

Durata Set: 24’ / 28’ / 27’

Durata Totale: 1h 19’

Arbitri: Selmi Matteo (Modena) e Clemente Andrea (Parma)

Sieco Service Ortona: Fabi 5, Broccatelli (L) % – % perfetta, Bertoli 9, Benedicenti (L) 59% – 44% perfetta, Del Vecchio 6, Marshall n.e., Patriarca 5, Cantagalli 8,Tognoni n.e., Donatelli n.e., Lapkov 6, Dimitrov 1, Lanci E. n.e. Coach: Lanci N. Vice: Di Pietro L.

Aces: 4  – Errori Al Servizio: 11 – Muri Punto: 2 – Ricezione Positiva: 48% – Attacco:   41%

Consoli Sferc Brescia: Erati 5, Braghini (L) % – % perfetta n.e., Sarzi Sartori n.e., Tiberti 3, Ferri 3, Cominetti 17, Malual n.e., Franzoni, Ghirardi n.e., Candeli 7, Klapwijk 13, Abrahan 10, Pesaresi (L) 58% – 42% perfetta. Coach: Zambonardi R. Vice: Iervolino P.

Aces: 5  – Errori Al Servizio:  8 – Muri Punto: 6 – Ricezione Positiva:  67% – Attacco:  66%




LA SORELLA MIGLIORE

Tutto esaurito al teatro Maria Caniglia.  Sesto spettacolo della stagione di prosa 2023/2024 di Meta Aps.

Sulmona, 18 febbraio 2024. Grandissimo successo di pubblico per lo spettacolo La sorella migliore che, ieri 17 febbraio, ha fatto registrare il tutto esaurito grazie alla presenza di pubblico proveniente da tutta la regione; il sesto spettacolo di prosa della stagione 2023/24, organizzata e promossa da Meta Aps in partenariato con il Comune di Sulmona, ha riempito il Teatro Maria Caniglia bissando il successo di Uomo e Galantuomo, primo spettacolo della stagione, e di Prendetevi la luna, la conferenza-evento del Dott. Paolo Crepet inserita nella rassegna “Oltre la Stagione” di Meta Aps.

Un allestimento delicato e al tempo stesso intenso, con la regia di Francesco Frangipane e gli straordinari interpreti Vanessa Scalera, Daniela Marra, Giovanni Anzaldo e Michela Martini, che hanno coinvolto il pubblico in un coinvolgente dramma familiare, una sorta di partita a scacchi di cui il vincitore è stato intimamente stabilito da ciascuno degli spettatori.

«Ribadiamo con forza che raggiungere il tutto esaurito continua a non essere  per noi un obiettivo, ma che rappresenta una manifestazione del sentire comune: la cittadinanza sta partecipando a un movimento di crescita collettiva che attraverso il Teatro dimostra la volontà di molti di partecipare a un percorso di confronto, di incontro, di fruizione della cultura nel proprio territorio e nei propri luoghi, nel proprio teatro. E Meta Aps non smetterà di lavorare per accrescere ed arricchire questo sentire, dando nuova forza e nuova linfa ad un progetto che sta donando soddisfazione e gratificazione» dichiara Patrizio Maria D’Artista, direttore artistico della stagione di prosa.

Le foto dello spettacolo di ieri sera sono di Andrea Calvano.

Prossimo spettacolo della stagione di prosa in programma sabato 16 marzo alle ore 21.00 con La Lupa di Giovanni Verga, una produzione Teatro Stabile di Catania e Teatro della Città centro di produzione teatrale – Catania che vedrà salire sul palco del Caniglia Donatella Finocchiaro che ne firma anche la regia, e che porterà al Teatro Maria Caniglia il racconto della volontà di riscatto di una donna additata dal suo contesto sociale perché libera dunque diversa.

Meta Aps invita ad acquistare i titoli d’ingresso con anticipo, per assicurarsi la possibilità di assistere agli spettacoli; si ricorda che i singoli biglietti sono in vendita presso il Centro di Informazioni Turistiche – IAT Sulmona e sulla piattaforma online oooh.events. Il giorno dello spettacolo sarà possibile acquistare i biglietti sia online che presso il Botteghino del Teatro.




SUPERARE LE TENTAZIONI

Soprattutto in tempi di violenze, guerre e corruzione

Globalist.it, 17 febbraio 2024. Si può dire che c’è una storia personale, e comunitaria, delle tentazioni. Conoscerla e meditarla ci aiuta a rinforzare la preghiera e la resistenza ad esse.

Il Vangelo odierno: In quel tempo, lo Spirito sospinse Gesù nel deserto e nel deserto rimase quaranta giorni, tentato da Satana. Stava con le bestie selvatiche e gli angeli lo servivano.

Dopo che Giovanni fu arrestato, Gesù andò nella Galilea, proclamando il vangelo di Dio, e diceva: «Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete nel Vangelo» (Mc 1,12-15 – I Quar. B).

“Gesù rimase nel deserto tentato da Satana”. Anche Gesù è tentato, non solo noi. Del resto, con un rapido sguardo alla nostra vita, possiamo e dobbiamo dire lo stesso: le tentazioni accompagnano giorni e ore del nostro esistere.

La Scrittura insegna: “Figlio, se ti presenti per servire il Signore, preparati alla tentazione” (Sir 2,1). Tutte le tentazioni, nessuna esclusa: possono riguardare sesso, denaro, cibo, alcool, sostanze stupefacenti, potere e così via. Esse sono forze interiori o esteriori che ci spingono, con gesti concreti o pensieri precisi, a tradire quello in cui crediamo, ciò che Dio ci insegna. Penso, inoltre, che le tentazioni siano anche laiche, oltre che religiose. Infatti, pur non avendo fede si può essere comunque tentati di tradire i principi in cui si crede.

Possiamo eliminarle?

No, non ci libereremo mai, dobbiamo solo imparare a conviverci e a superarle. Ma come?

La preghiera è il mezzo più efficace: “Vegliate e pregate per non entrare in tentazione. Lo spirito è pronto, ma la carne è debole” (Mc 14,38). Non è superfluo sottolineare che Gesù parla dell’entrare e non dell’evitare e nemmeno di un utopico essere al di sopra. Le tentazioni ci sono e ci saranno sempre.

Per questo preghiamo: “e non abbandonarci alla tentazione ma liberaci dal male”. Con la nuova versione del Padre Nostro abbiamo superato finalmente l’erroneo concetto di Dio che induce.

È ovvio che più precisi non si può dire: per il semplice fatto che il cammino di crescita nella preghiera, come quello di resistere alle tentazioni, è la nostra peculiare vita. Come in termini laici diremmo: il cammino di fedeltà ai principi che ispirano e sostengono la nostra vita. Preghiera, discernimento, confronto con una guida spirituale, dialogo, studio sono mezzi che ognuno vive e miscela come meglio può. Tuttavia, si può dire che c’è una storia personale, e comunitaria, delle tentazioni.

Conoscerla e meditarla ci aiuta a rinforzare la preghiera e la resistenza ad esse. E, in tempi di violenze, guerre, corruzione personale e politica, dobbiamo anche riflettere su quali sono le tentazioni abbiano la meglio.

Proviamo a meditare questo fioretto francescano: “Una volta un frate, che era tentato, sedeva tutto solo vicino al Santo Francesco e gli disse: “Prega per me, Padre buono: sono convinto che sarò subito liberato dalle mie tentazioni, se ti degnerai di pregare per me. Sono proprio afflitto oltre le mie forze, e so che anche tu lo hai capito”.

“Credimi figlio – gli rispose Francesco – proprio per questo ti ritengo ancor più servo di Dio, e sappi che più sei tentato e più mi sei caro”. E soggiunse: “Ti dico in verità che nessuno deve ritenersi servo di Dio, sino a quando non sia passato attraverso prove e tribolazioni. La tentazione superata è, in un certo senso, l’anello, col quale il Signore sposa l’anima del suo servo.”

“Molti si lusingano per meriti accumulati in lunghi anni, e godono di non aver mai sostenuto prove. Ma sappiamo che il Signore ha tenuto in considerazione la loro debolezza di spirito perché ancor prima dello scontro, il solo terrore li avrebbe schiacciati. Infatti, i combattimenti difficili vengono riservati solo a chi ha un coraggio esemplare”.

Mi piace sottolineare: “La tentazione superata è, in un certo senso, l’anello, col quale il Signore sposa l’anima del suo servo“ e ancora: “i combattimenti difficili vengono riservati solo a chi ha un coraggio esemplare”. Questi due passi mi fanno pensare molto. E a noi cosa insegna Francesco nel combattere le tentazioni?




UN CONSORZIO PER LA PISTA CICLOPEDONALE

Una struttura da gestire in maniera uniforme, sia sotto l’aspetto urbanistico che commerciale. La Provincia, a suo tempo, aveva le idee chiare

Ortona, 17 febbraio 2024. Quando nel 2007 abbiamo avviato la procedura per realizzare la pista ciclopedonale sul sedime dell’ex tracciato ferroviario da Ortona a San Salvo, abbiamo coinvolto tutti e nove i comuni interessati, da Francavilla a San Salvo, attraverso un accordo sottoscritto da tutti i Sindaci e poi, successivamente, anche dalla Regione.

Nell’accordo si ipotizzava una gestione unitaria della pista anche attraverso un piano rigenerazione urbanistica delle aree circostanti contenente anche un piano per la realizzazione di iniziative commerciali, ludiche e ricreative sulle aree adiacenti la struttura.

Per evitare la realizzazione di iniziative a macchia di leopardo, secondo i criteri e i regolamenti dei singoli comuni, era stato ipotizzato un consorzio dei nove Comuni con il compito di manutenere l’infrastruttura e pianificare gli interventi attraverso uno strumento valido su tutto il territorio interessato.

Purtroppo, dopo che la mia amministrazione è andata via dalla guida della Provincia, mentre la realizzazione della pista era stata portata a termine, gli altri strumenti di pianificazione e di regolamentazione non sono stati definiti.

Sembra che la Regione stia elaborando il piano di rigenerazione urbanistica, mentre per quanto riguarda le attività commerciali, ogni Comune applica le proprie norme.

Sarebbe opportuno che si portasse a compimento la costituzione del consorzio tra i Comuni interessati, sia per pianificare le attività e, soprattutto, per garantire un’adeguata manutenzione dell’opera.

Naturalmente del consorzio dovrebbero far parte, oltre ai Comuni interessati, anche la Provincia di Chieti e la Regione Abruzzo.

Tommaso Coletti




RECUPERO DELLA CHIESA DI SANTA MARIA IN MONSANTO

Sisma 2016: via libera al progetto

Roma, 17 febbraio 2024. Le risorse saranno destinate alla definitiva messa in sicurezza della Chiesa abbaziale. Previsti anche due interventi per progetti a Ripe e Favale, frazioni del comune teramano. Il Commissario Straordinario alla Ricostruzione e alla Riparazione sisma 2016 Guido Castelli ha appena emanato due decreti relativi a interventi da realizzare nel Comune teramano di Civitella del Tronto. Nel primo caso si tratta del via libera al progetto, del valore di 300 mila euro, per gli interventi di riparazione del danno alla chiesa abbaziale di Santa Maria in Montesanto.

La misura commissariale fa seguito alla decisione adottata dalla Conferenza permanente dei servizi, portando così a compimento un passaggio fondamentale in previsione degli interventi, affidati alla Diocesi di San Benedetto del TrontoRipatransone-Montalto, per il recupero della chiesa che fa parte di Santa Maria di Montesanto, monumento tra i più suggestivi dell’intero territorio teramano che nel passato ha rappresentato una delle abbazie più importanti dell’Abruzzo. Si tratta di un complesso monastico già benedettino, con la chiesa dedicata alla protettrice del cenobio, Santa Maria Assunta.

Il progetto è finalizzato al completamento dei lavori riguardanti la messa in sicurezza, il ripristino dell’agibilità e la salvaguardia della chiesa mediante la totale cucitura di tutte le murature esterne non coinvolte dagli ultimi lavori di restauro, che erano stati compiuti nel 2017 in seguito al verificarsi delle scosse sismiche avvenute a partire dal 2016. L’altro decreto ha un importo di 117 mila, euro, destinati per lavori di riqualificazione di aree e spazi aperti nel Comune di Civitella del Tronto e, in particolare, presso le frazioni di Ripe e Favale.

L’intervento costituisce il secondo acconto dei lavori ed è finanziato nell’ambito dei contributi assegnati ai comuni del cratere con meno di 30mila abitanti, che hanno potuto usufruire fino a 200mila euro. In particolare, presso Ripe si trova La Grotta Sant’Angelo, denominata anche eremo o grotta di San Michele. Oltre a essere considerata una delle caverne rupestri più importanti della preistoria italiana, per secoli è stata un rilevante luogo di culto in onore di San Michele Arcangelo (ancora oggi è meta di pellegrinaggi) ed è il punto di partenza per fare trekking verso le Gole di Salinello e Castel Manfrino.

In prossimità della Grotta è presente un piazzale attrezzato anche per il pic-nic e parcheggi auto, che sarà oggetto di intervento mediante il progetto per la realizzazione di una struttura prefabbricata per servizi igienici con tre locali, di cui uno adibito a toilette per disabili.

A Favale, invece, il progetto prevede la realizzazione di una zona giochi per bambini con pavimentazione in gomma anticaduta. Il Commissario Guido Castelli ha dichiarato: “Prosegue senza sosta l’opera di ricostruzione nell’Appennino Centrale. Nel caso di Civitella del Tronto queste risorse riguardano interventi dalla valenza diversa ma comunque utili e importanti, dal momento che il recupero dei nostri centri e la loro valorizzazione attraverso servizi adeguati è una priorità, il così come lo è il restauro e il recupero dei luoghi di culto. L’intervento presso l’Abbazia di Santa Maria in Montesanto, in particolare, riguarda un luogo particolarmente suggestivo e di indubbio pregio. Desidero anche in questa occasione ringraziare il Presidente della Regione e L’Ufficio speciale per la ricostruzione per la costante e fruttuosa collaborazione”.




NON SIAMO NOI CONFUSI

Un vampiro che prova a depistare per farsi bello col ministro Lollobrigida

L’Aquila, 17 Febbraio 2024. Il vampiro Prandini, dall’alto dei suoi oltre 60 mila euro al mese di stipendio (700 mila euro annuì) – vorrei essere smentito ma questa cifra si trova in Internet – si permette di asserire che i trattori sono confusi. Certo, questa frase detta da chi ha la pancia piena e il culo al caldo suona abbastanza offensiva soprattutto dopo il vizio che ha Prandini di far pignorare e bloccare i conti correnti agli agricoltori che non sono riusciti a pagare per mancanza di fondi i servizi che fornisce la sua associazione.

Viene da chiedersi se ci è o ci fa!

Possibile che non capisca che pignorare il conto corrente a un agricoltore che già è in difficoltà significa condannarlo alla chiusura cioè farlo fallire?

A che gioco gioca Prandini ?

La Coldiretti purtroppo, anziché aiutare i lavoratori dei campi li vessa, si sta trasformando impropriamente in una seconda Equitalia, che mette le mani direttamente sui conti degli agricoltori, quando un tempo con pochi spiccioli si era detentori di una tessera annua che garantiva tante agevolazioni e servizi.

Prandini, anziché farsi bello col ministro Lollobrigida nel becero tentativo di depistare sulle reali responsabilità di questo governo, dovrebbe avere almeno il pudore di tacere.

Continueremo la nostra battaglia ancora più forti di prima, e saremo a Roma a manifestare per far valere le nostre ragioni. È inaccettabile pagare così tanto il gasolio agricolo, è inaccettabile non essere tutelati rispetto agli altri Paesi europei.

Questa è responsabilità del governo italiano non della UE.

La Meloni alzi la testa e batta i pugni sul tavolo. Intanto domani (ndr oggi) saremo alle ore 11:00 davanti al palazzo dell’Emiciclo a L’Aquila per sensibilizzare il governatore uscente Marsilio sulla giustezza della nostra battaglia e auspichiamo che lui si unisca a noi e si renda interprete delle nostre giuste richieste presso il governo nazionale.

Dino Rossi (Cospa)

Foto Ansa




SENTINELLE DI CIVILTÀ E FELICITÀ

Tornano Carrozzine Determinate a Città Sant’Angelo

Pescara, 17 febbraio 2024. Continua il ciclo di incontri del Progetto Sentinelle Civiltà e Felicità ideato realizzato dal cav. Claudio Ferrante nelle scuole di Città Sant’Angelo.

Grazie al patrocinio del Comune di Città Sant’Angelo e dell’associazione Carrozzine Determinate si realizza ormai da tempo per gli studenti del territorio angolano un percorso di sensibilizzazione all’ascolto, all’empatia attraverso una introspezione interna, per parlare poi di disabilità e società inclusiva e universalmente accessibile.

I ragazzi delle terze Liceo si sono messi alla prova attraverso laboratori in aula e analisi e ragionamenti su pregiudizi e barriere sociali. Nella giornata di ieri hanno affrontato gli ostacoli di una vita in carrozzina prendendo coscienza di come le barriere architettoniche non consentano una vita in condizioni di parità alle persone con disabilità.

Hanno acquisito consapevolezza che la disabilità non è malattia, ma come sancito dalla convenzione ONU una condizione di vita in un ambiente sfavorevole.

“È un progetto che portiamo avanti convintamente per sensibilizzare le nuove generazioni su temi importanti quali il pregiudizio, l’inclusione e l’educazione civica. Siamo felici di questa collaborazione, certi che darà nel tempo i suoi risultati“ così si è espresso Matteo Perazzetti Sindaco di Città Sant’Angelo che insieme al vicesindaco Lucia Travaglini ha voluto e continua a volere la realizzazione del progetto sentinelle per bambini e ragazzi di Città Sant’Angelo.

Grazie alla continua collaborazione con i volontari dell’associazione Carrozzine Determinate e dell’ortopedia Artes di Montesilvano si realizza un percorso empatico di grande valore per costruire a piccoli passi un mondo universalmente inclusivo e accessibile.




INGENTI SOMME ALLA COMUNITÀ DI CHIETI

Fondi Fsc, Bocchino (Lega): “Interventi che contribuiranno a migliorare la dotazione infrastrutturale sia delle aree costiere che di quelle interne”

Chieti, 16 febbraio 2024. “Fino all’ultimo atto la Regione Abruzzo e la Lega hanno testimoniato la loro vicinanza alla comunità della provincia di Chieti con la destinazione di ingenti somme. Interventi che contribuiranno a migliorare la dotazione infrastrutturale sia delle aree costiere che di quelle interne che proietteranno l’Abruzzo in un ambito di modernità ed efficienza che non è più procrastinabile.” Lo dice il consigliere regionale della Lega Sabrina Bocchino annunciando le misure previste per il territorio teatino.

“Scelte alle quali non è mancato il mio contributo con la segnalazione e la predisposizione di schede progetto che hanno trovato copertura economica,” sottolinea l’esponente della Lega che evidenzia alcuni interventi di grande rilevanza. “Sono oltre 17 i milioni di euro sono stati assegnati alla Provincia di Chieti per la manutenzione delle strade provinciali – ricorda – decine di milioni sono state assegnate ad Arap, l’azienda regionale delle attività produttive, per il rifacimento delle strade nelle aree industriali; 12,5 milioni di euro al Consorzio di Bonifica Sud di Vasto per la digitalizzazione, il monitoraggio e l’efficientamento idrico ed energetico e l’adeguamento ed il completamento degli impianti irrigui; 47 milioni al Porto di Ortona attraverso ARAP, per lavori di prolungamento della diga sud e dragaggio, 25 milioni al Porto di Vasto per l’ampliamento della banchina di levante al fine di creare spaziosi piazzali, un bacino che, grazie all’impegno della Regione a guida centrodestra e con la collaborazione di chi, come me, segue costantemente l’evoluzione delle attività portuali, avrà un futuro di sviluppo e di crescita. Quasi 7 milioni di euro giungeranno all’Agenzia Regionale di Protezione civile e venti milioni di euro alle Ater provinciali e sono stati ripristinati 25 milioni di euro cancellati dal masterplan per gli impianti e le infrastrutture della Majella.”

Una attenzione particolare è stata riservata alla nostra ciclovia della Via Verde della Costa dei Trabocchi per la quale sono state destinate somme importanti ai vari Comuni costieri – dice Bocchino – 2,5 milioni di euro a Fossacesia, dei quali un milione per lavori di adeguamento e sistemazione della ciclovia; 1,7 milioni di euro a Torino di Sangro; 1,5 milioni al Comune di Vasto, di cui 500 mila euro per Punta Aderci; 3 milioni di euro a San Vito Chietino; quasi un milione di euro a Rocca San Giovanni; oltre 3 milioni di euro ad Ortona, di cui 2,6 milioni per il riposizionamento delle scogliere. Sei milioni di euro a Casalbordino per affrontare l’annoso problema del riposizionamento e riqualificazione delle scogliere e limitare l’erosione. Un milione di euro sia a Francavilla al mare che a San Salvo: al primo comune per l’erosione, al secondo per interventi di manutenzione sul lungomare. Cifre con le quali la Regione e il centrodestra hanno dimostrato ancora una volta di fare la loro parte”

Tra i progetti finanziati anche quello riferito alla parrocchia di S. Paolo Apostolo a Vasto per quasi 1 milione di euro, “un risultato al quale tengo particolarmente in quanto molto importante per l’intera comunità vastese perché afferisce al tema del sociale e della salute per sport e ricettività – rileva ancora Sabrina Bocchino che ricorda altri fondi assegnati ad altri Comuni, “Chieti, 13 milioni, Paglieta 4 milioni, Scerni 2, 5 milioni, Gissi 2 milioni, Fossacesia 2 milioni per la riqualificazione di San Giovanni in Venere, Torrebruna, 1,6, Dogliola 1,5, Pollutri 1,5, Miglianico 1.6.”

“Grazie al centrodestra e all’accordo di programma siglato con il Governo – afferma il consigliere regionale della Lega – l’Abruzzo avrà a disposizione 1.334 milioni di euro, di cui 1.257 milioni di euro di risorse del Fondo di Sviluppo e Coesione, per la realizzazione di 189 nuovi progetti.”




PATTO PER L’ABRUZZO

Sabato 17 febbraio al teatro Circus l’evento con Luciano D’Amico per la presentazione delle liste e del programma

Pescara, 16 febbraio 2024. Sabato 17 febbraio dalle ore 10:30 il Teatro Circus di Pescara, in via Lanciano n. 9, ospiterà l’evento per la presentazione delle sei liste che compongono il Patto per l’Abruzzo, guidato da Luciano D’Amico, candidato alla presidenza della Regione per le elezioni del prossimo 10 marzo 2024.

Per l’occasione sarà illustrato il programma scritto con la partecipazione di tanti cittadini e cittadine.




ARRIVA LA CROCE DELLA PACE DEI GIOVANI

L’idea nata a L’Aquila nell’anno della Misericordia

Sulmona, 16 febbraio 2024. Arriva a Sulmona la Croce della Pace dei Giovani, un’iniziativa nata per volontà della Pastorale Giovanile Abruzzese-Molisana che sta attraversando tutta la Regione Ecclesiastica e che resterà nella diocesi di Sulmona-Valva dal 18/02 al 3/03, promuovendo diversi incontri e momenti di preghiera nelle diverse realtà parrocchiali, primo fra tutti lo spettacolo “Ama e cambia il mondo” che si terrà il 18/02, alle 21:00, presso l’auditorium del Centro Pastorale Diocesano.

“Siamo felici di poter ospitare per due settimane la Croce della Pace dei Giovani”, afferma Mons. Michele Fusco, vescovo di Sulmona-Valva e delegato CEAM della Pastorale Giovanile, “c’è bisogno di sensibilizzare i giovani alla pace per ripartire dalle relazioni in famiglia, tra gli amici, a scuola”.

“L’idea della Croce della Pace dei Giovani”, spiega Mons. Fusco, “nasce in seguito ad un incontro tenutosi a Collemaggio, a L’Aquila, lo scorso 28 agosto, dove 500 giovani provenienti dalle diocesi d’Abruzzo e Molise si sono radunati per celebrare l’anno della Misericordia. La Pastorale Giovanile Regionale, dopo quell’incontro, lanciò un art contest con l’obiettivo principale di pregare per la pace e sensibilizzare allo stesso tempo le nuove generazioni, realizzando un bozzetto nel quale rappresentare la pace dal loro punto di vista”.

Il bozzetto selezionato per essere realizzato è quello della Diocesi di L’Aquila e desidera rappresentare i giovani di Abruzzo e Molise nel loro impegno concreto ad essere testimoni e costruttori di pace e, al tempo stesso, come sottolinea infine Mons. Fusco, “rafforzare la nostra fraternità, sensibilizzando le comunità parrocchiali alla preghiera per la pace nel mondo, come più volte ci ha invitati a fare papa Francesco”.

Tanti gli incontri e i momenti di preghiera previsti nelle due settimane sulmonesi, primo fra tutti quello che vedrà la Compagnia teatrale Sursum Corda e One Radio Academy, in collaborazione con l’Ass. Culturale Luce nel Mondo, animare lo spettacolo “Ama e cambia il mondo”, scritto e diretto da Angela De Magistris con la direzione artistica della cantautrice sulmonese Antonella Bucci e del Maestro e produttore Mauro Mengali: guerra, ingiustizie sociali, lotte interiori, ma anche speranza e vita, sono i temi che hanno ispirato la rappresentazione.




VIA MARCONI: COMMISSIONE D’INDAGINE

Il candidato sindaco Carlo Costantini, dopo il collaudo: “Masci ha sbagliato tre volte”

Pescara, 15 febbraio 2024. “Il collaudo mette la parola fine ad una delle pagine più tristi della nostra città. Una vicenda che ha portato Pescara sulle cronache nazionali, procurandole un danno di immagine incommensurabile. Il sindaco Masci e l’amministrazione comunale hanno sbagliato tutto” Lo afferma il candidato sindaco di Pescara per il centrosinistra, Carlo Costantini, a proposito delle operazioni di collaudo riguardanti l’appalto di viale Marconi e delle iniziative che la coalizione intende assumere.

Nel corso di una conferenza stampa nella Sala consiliare del Comune, Costantini ha illustrato i rilievi avanzati dal collaudatore: “Molte delle migliorie proposte sulle caratteristiche della sede viaria – spiega il candidato sindaco – non rispettano le caratteristiche indicate in sede di gara; molte delle migliorie proposte in termini di alberature non sono state realizzate; altre opere risultano contabilizzate in modo non corretto; altre detrazioni risultano necessarie anche per i lavori in economia, per il trasporto a rifiuto del materiale scavato, per la demolizione di massetti e sottofondi non armati”.

“Il collaudatore ha anche ritenuto necessario operare detrazioni contabili per opere non eseguite a regola d’arte o riscontrate come ammalorate o non più idonee dopo soli 15 mesi. Per questi motivi – prosegue Costantini – il collaudatore ha, da una parte, emesso il certificato di collaudo ma, dall’altra, ha evidenziato che per via di tutte le anomalie e incongruenze rilevate, sono stati liquidati 271mila euro in eccesso all’impresa, somma che deve essere restituita al Comune”.

Secondo il candidato sindaco, il primo cittadino, Carlo Masci, e l’amministrazione comunale hanno “sbagliato tre volte: la prima volta per avere approvato una variante che, prevedendo la realizzazione di una seconda corsia in sede protetta per i bus, ha cancellato i parcheggi per i residenti e le attività economiche; la seconda per essersi affidato a persone delle quali evidentemente non avrebbe dovuto fidarsi; la terza per avere consentito che all’impresa fossero riconosciuti corrispettivi che il collaudatore ha stimato in misura superiore rispetto a quelli che gli sarebbero spettati”.

“Da parte nostra – aggiunge Costantini, affiancato dagli altri esponenti della coalizione – sappiamo ormai perfettamente cosa fare: sul piano amministrativo, l’istituzione di una commissione di indagine per accertare i danni prodotti al bilancio del Comune, non solo per i lavori di viale Marconi, ma per tutti gli altri appalti gestiti dell’ex dirigente comunale finito agli arresti; sul piano programmatico, subito dopo le elezioni ripristineremo il maggior numero di parcheggi possibili rendendo promiscua una delle due corsie riservate ai bus in sede riservata”.

“Oggi stesso – conclude Carlo Costantini – avvieremo un percorso di partecipazione attiva con i residenti ed i commercianti della zona per elaborare un piano della mobilità capace di coniugare efficienza e sostenibilità del trasporto pubblico locale, con le esigenze dei commercianti e dei residenti di viale Marconi e di Porta Nuova”.




I TRATTORI E L’AGRICOLTURA

Tra stato assistenziale e i favori ai più ricchi

di Giovanni Cominelli

Politicainsieme.com, 15 febbraio 2024. L’insorgenza dei trattori contadini ha cause molto simili in Europa e specificità nazionali. Qui, del prisma a numerose facce di questa vicenda, interessa una faccia in particolare: quella del metodo dei rapporti tra gli interessi di categoria, i partiti e il governo del Paese.

Fin dagli anni ‘50 la rappresentanza degli interessi agricoli, peraltro a ventaglio molto largo, dai latifondisti ai braccianti, prevedeva una ruota sindacale dei proprietari, i cui denti si incastravano precisamente in quella della politica, a formare un ingranaggio efficiente.

La ruota Coldiretti, fondata il 30 ottobre 1944, ha funto da sindacato principale degli interessi dei proprietari ed ha messo in movimento per lunghi anni le ruote dei partiti, all’inizio solo di governo poi anche quelli di opposizione, nessuno escluso, fino ad oggi.

I braccianti erano organizzati nella Federbraccianti. Intanto, l’agricoltura italiana ha visto contrarsi, come in tutti i paesi industriali, il proprio spazio di addetti – negli anni ’50 erano il 41% degli occupati, oggi attorno al 3%, circa 1 milione in numeri assoluti. Essendo in ritirata, ha avuto fin da subito bisogno del sostegno statale, nella forma di incentivi e sussidi.

Come spiega Franco Sotte nel libro “La politica agricola europea”, si è scelto da parte europea, già fin dalla Conferenza di Stresa del 1958, di “puntare tutto sui prezzi, fissandoli a livelli particolarmente alti e garantendoli attraverso acquisti pubblici, dazi alle frontiere e premi all’esportazione”.

Questa politica ha favorito le agricolture nord-europee, industrialmente più moderne e avanzate, rispetto a quelle mediterranee. Dal 1992 i prezzi non sono più stati protetti come all’inizio, fino ad arrivare, in questi anni, alla “graduale convergenza verso un aiuto al reddito uguale per tutti gli ettari dell’Unione”.

Il criterio non è il numero di dipendenti, ma quello degli ettari. Questo meccanismo comporta che l’80% delle somme stanziate vada al 20% dei beneficiari. Così ai piccoli agricoltori restano le briciole. E poiché i grandi percettori stanno nelle grandi pianure del Nord e, in Italia, in quella padana, le agricolture di collina e di montagna e quelle del Sud sono svantaggiate.

L’Italia agricola debole e uno “status quo” iniquo

Di fatto, la PAC favorisce chi è già ricco, cioè i paesi del Nord, così che l’Italia stessa dà più soldi alla PAC di quanto ne riceva, salvo poi cercare di compensare su altri piani. Questo è un fatto che il leghismo-salvinismo ha più volte denunciato, facendone la base per un antieuropeismo elettorale per un verso, ma rifiutando poi ogni riforma della PAC per l’altro, perché avrebbe offeso gli interessi forti della Padania, bacino elettorale della Lega.

Ma ora, anche il governo Salvini-Meloni si comporta, esattamente come i governi precedenti aspramente criticati, come il cane che si fa dimenare dalla coda. La quale è costituita dalle organizzazioni agricole nazionali, che a Bruxelles si sono sempre opposte alla revisione della PAC, in nome della difesa dello status quo, della cui iniquità si è detto sopra.

Dunque: grandi polemiche politico-elettorali contro la UE, il rifiuto pratico di riformare la PAC, richieste di rinazionalizzazione: meglio difendere i piccoli privilegi di oggi che imbarcarsi in faticosi processi di innovazione e di formazione tecnico-scientifica e professionale degli addetti.

Così la politica e il governo continuano ad essere dimenati da interessi potenti corporativi e privilegiati. Il paradosso è che questi soggetti forti hanno fino ad ora esercitato esercitano un’egemonia stringente sulla grande massa dei piccoli operatori, i cui interessi vanno in tutt’altra direzione, a partire da quello elementare di poter accedere ai fondi, secondo giustizia distributiva. Fino ad ora: perché nelle mobilitazioni di questi giorni sono emerse fratture e divisioni che riflettono appunto i diversi interessi.

La politica ha paura della concorrenza

L’imminenza delle elezioni europee ha aggiunto peso politico specifico alla protesta, che i governi europei e il governo italiano si stanno ingegnando di sedare in qualche modo.

Ma la questione è strategica, perciò la tattica politico-elettorale non basterà. Premono alla frontiera europea i prodotti delle agricolture dei Paesi in via di sviluppo, la cui concorrenza abbiamo tenuto parzialmente lontana con i dazi e i sussidi. Bloccare i loro prodotti e poi buttare soldi nella Cooperazione internazionale è una mossa contraddittoria e inefficiente che non placa il rancore crescente dei Paesi nord-africani.

Intanto, dall’interno delle opinioni pubbliche europee colte e benestanti premono le istanze “verdi”, relative alla salubrità dei prodotti e agli effetti sul clima e sul territorio. Effetti su clima e territorio che coinvolgono direttamente i produttori agricoli stessi, di pianura, di collina e di montagna.

Perciò la politica degli aiuti al reddito e gli sconti IRPEF non porteranno lontano. Forse qualche voto a giugno. Gli aiuti PAC “sono come una droga che, specie se assunta per tanti anni, con il tempo crea dipendenza e attenua lo spirito imprenditoriale”. Si finisce per “coltivare il contributo”, anziché innovare e confrontarsi con il mercato”.

Esiste, in realtà, una base ideologica comune tra le organizzazioni agricole che protestano e i governi. È sempre esistita,  fin dagli anni ‘50: il rifiuto del mercato. È assai più comodo lo Stato del mercato. Così lo Stato non stimola il mercato, al contrario lo impigrisce e lo addormenta. Peggio: finisce per consacrarne gli squilibri, senza generare sviluppo. Dicevamo del metodo. È il metodo corporativo.

L’armonia sociale ottenuta dando “a ciascuno il suo” non coincide affatto con il Bene comune, ma con la palude del Paese, dentro la quale continuano peraltro ad aggirarsi famelici coccodrilli. Per pensare al Bene comune serve una classe dirigente politica capace di sollevarsi al di sopra dei propri interessi immediati e di scegliere quelli dello sviluppo del Paese, nel quale Stato e mercato svolgano ciascuno un compito specifico.

Se il governo scoraggia le tendenze mono- e/o oligopolistiche, se preserva la concorrenza, se immette ricerca e formazione, allora chi ha voglia di correre, di rischiare e di guadagnare concorre, facendo il proprio interesse, a contribuire allo sviluppo del Paese. Se i partiti di governo e quelli di opposizione hanno paura, come pare, della concorrenza – vedasi alle voci “taxisti”, “bagnini”, “agricoltori”, “giornalisti” ecc… ecc… – allora la coperta protettiva dello Stato diventerà sempre più corta e sempre più leggera. E il debito pubblico continuerà a crescere. Fino a quando il Paese potrà stare in questa bolla sempre più scarsa di ossigeno?

Giovanni Cominelli




LA DESERTIFICAZIONE COMMERCIALE

Chiudono 10 mila negozi l’anno

Politicainsieme.com, 14 febbraio 2024. Tra il 2012 e il 2023 in Italia sono stati chiusi oltre 111mila negozi al dettaglio e 24mila attività di commercio ambulante. Registrata la crescita solamente per le attività di alloggio e ristorazione (+9.800). Nello stesso periodo nei settori del commercio, alberghiero e nei pubblici esercizi si sono ridotte le imprese italiane (-8,4%) e aumentate quelle straniere (+30,1%).

Sono le conclusioni della ricerca ”Demografia d’impresa nelle città italiane” dell’Ufficio Studi di Confcommercio in collaborazione con il Centro Studi Guglielmo Tagliacarne, secondo la cui analisi la riduzione di attività commerciali è più accentuata nei centri storici rispetto alle periferie, sia per il Centro-Nord che per il Mezzogiorno.

Così si può parlare di una vera e propria “desertificazione” commerciale delle nostre città: nei 120 comuni al centro dell’analisi, negli ultimi 10 anni, sono sparite oltre 30mila unità locali di commercio al dettaglio e ambulanti (-17%) e la densità commerciale è passata da 12,9 negozi per mille abitanti a 10,9(-15,3%).

Per evitare gli effetti più gravi di questo fenomeno, il commercio di prossimità – spiega l’Ufficio studi di Confcommercio – deve puntare su efficienza e produttività, anche attraverso l’innovazione e la ridefinizione dell’offerta. Negli ultimi cinque anni gli acquisti di beni su Internet sono quasi raddoppiati passando da 17,9 miliardi del 2019 a 35 miliardi del 2023. La crescita dell’e-commerce è la maggiore responsabile della riduzione del numero di negozi, ma resta comunque un’opportunità per il commercio fisico tradizionale.




VIA VERDE LUOGO DI SCAMBIO

È tempo di elezioni in Abruzzo. La Regione Abruzzo trasforma di fatto le attività stagionali in attività permanenti. Il WWF: si accontentano pochi privati a discapito dell’interesse collettivo

Lanciano, 14 febbraio 2024. Dichiara Ines Palena, Presidente dell’Associazione WWF Zona Frentana e Costa Teatina: “Quanto accaduto nell’ultimo Consiglio Regionale di questa legislatura, con l’approvazione di un emendamento a firma del consigliere Montepara è di una gravità inaudita che non può essere sottaciuta. È un attacco diretto e sfrontato alla nostra Costa e al territorio di questa Regione Verde”.

A un mese dalle votazioni è stata apportata una modifica alla norma regionale sul commercio e in particolare alla parte che si occupa dell’attività stagionale e temporanea di somministrazione, la quale prevede che “I Comuni stabiliscono le condizioni per l’esercizio dell’attività di somministrazione in forma stagionale, considerandosi tale l’attività svolta per uno o più periodi, nel complesso non inferiori a novanta giorni e non superiori a centottanta giorni per ciascun anno solare”.

La modifica dell’emendamento consiste nell’aggiunta a 180 giorni delle parole: di apertura effettiva. Benché si tratti di una norma generale, che si applicherebbe a qualsiasi attività di somministrazione di beni e servizi, la sua ricaduta immediata sulle strutture presenti sulla Via Verde appare evidente.

Permetterebbe, di fatto, a quei soggetti che finora non hanno provveduto a smontare le strutture al superamento dei 180 giorni prescritti dalla legge di rimanere in piedi per tutto l’anno, in barba a chi si era scrupolosamente attenuto alla normativa smantellando tutto a fine stagione.

In questo tratto di costa, negli ultimi anni, sono state rilasciate molte autorizzazioni all’esercizio di attività legate alla ristorazione e ai servizi, in conseguenza dell’incremento dei turisti che frequentano la pista ciclabile grazie anche al completamento degli interventi sulle gallerie, che ne permettono finalmente la fruizione su tratti lunghissimi. Le nuove attività nate come funghi sulla Via Verde dovrebbero avere carattere stagionale, nella misura in cui la struttura deve essere rimossa o smontata alla fine della stagione turistica.

Ricordiamo come la costa compresa tra Ortona e Vasto si sia, finora, preservata dalla urbanizzazione selvaggia grazie alla presenza prima del sedime ferroviario, e, poi alla tutela 

sopraggiunta con la L.R n.5/2007, fortemente voluta dalla politica locale di concerto con le associazioni ambientaliste.

Sono state queste circostanze che hanno portato alla istituzione, ormai nel lontano 2001, del Parco Nazionale della Costa Teatina, fermo nel cassetto del Ministero dell’Ambiente, e alla nascita della pista ciclopedonale Via Verde, divenuta famosa per i panorami, per le piccole calette di ghiaia e sabbia, per le pareti di falesia e, non da ultimo, per le numerose aree protette disseminate lungo il percorso.

Tutti elementi questi che dovrebbero indurre la Politica locale e regionale ad una gestione del territorio che, da un lato, tenda alla conservazione di quanto di naturale e autentico resiste e, dall’altro, sviluppi un sistema economico/turistico in grado di sfruttare l’unicità del luogo; il tutto, ovviamente, cercando un equilibrio tra questi elementi, sfruttamento economico e conservazione, apparentemente in contrasto ma che in realtà rappresentano ciò che contraddistingue questa pista ciclopedonale da tante altre in giro per il mondo.

Conclude Ines Palena: “si continua con la miope politica di accontentare qualche privato invece di accelerare sulle necessarie opere per completare i tratti mancanti di Via Verde e provvedere alla manutenzione ordinaria della pista, che rappresentano il vero interesse collettivo. Di fatto dopo tanti anni, la Via Verde è ancora incompleta e carente di servizi essenziali, come fontanelle per l’acqua, servizi igienici, panchine per riposarsi, con relative rastrelliere per le bici”.




I QUATTRO PUNTI PER L’AGROALIMENTARE ABRUZZESE

ELEZIONI REGIONALI. Coldiretti, incontro con Luciano D’Amico per documento politico   

Pescara, 13 febbraio 2024. Lotta alla fauna selvatica che stermina i campi, sostegno all’agricoltura multifunzionale e all’alimentazione naturale, tutela del territorio e del suolo agricolo, sburocratizzazione. Sono i principali punti emersi nell’incontro “Continuiamo a seminare per il futuro” che, promosso da Coldiretti Abruzzo, si è svolto oggi pomeriggio nel Museo delle genti d’Abruzzo per illustrare il “Documento Politico sul cibo e sull’agroalimentare abruzzese” ai candidati alla presidenza della Regione Abruzzo Luciano D’Amico in vista delle elezioni del 10 marzo. Un momento di confronto sul futuro dell’agricoltura regionale (dopo quello con il candidato del centrodestra Marco Marsilio) moderato dal direttore regionale di Coldiretti Roberto Rampazzo, in cui sono stati illustrati i 4 punti che costituiscono il Documento politico di Coldiretti in una sala affollata di agricoltori.

Il Presidente di Coldiretti Chieti Pier Carmine Tilli si è soffermato sulle difficoltà collegate alla burocrazia e alla “improrogabile necessità di snellire le procedure che spesso ingessano le aziende con particolare riferimento alle più giovani che spesso vengono scoraggiate a continuare”, la presidente di Teramo Emanuela Ripani ha invece evidenziato l’importanza della tutela del territorio “in sinergia con le esigenze delle imprese che sono custodi e produttrici di eccellenze” ribadendo la necessità di provvedere al più presto all’approvazione di una nova legge sull’agriturismo. Sulla risorsa idrica e sull’utilizzo adeguato delle fonti alternative di energia “che sono indispensabili ma non devono rubare terra all’agricoltura” si è soffermato il presidente di Coldiretti L’Aquila Alfonso Raffaele mentre Giuseppe Scorrano, presidente di Coldiretti Pescara, ha ribadito con forza che “la tutela del made in Italy passa attraverso la lotta al cibo sintetico e la valorizzazione della filiera agricola abruzzese anche in considerazione della crisi economica, degli elevati costi di gestione e dei cambiamenti climatici che caratterizzano l’era contemporanea e che penalizzano gli agricoltori”.

Da qui, l’intervento Di Luciano D’Amico che ha comunicato una grande apertura e sensibilità nei confronti dell’agroalimentare, ha sottolineato lo stretto legame tra agricoltura e salute e ha ribadito l’importanza della valorizzazione delle produzioni e della cucina tipica abruzzese nonché di una corretta alimentazione a partire dalla prima infanzia e dalle scuole. Al termine, la condivisione dei principali punti del documento politico e le conclusioni affidate al presidente di Coldiretti Abruzzo Pietropaolo Martinelli. «Il nostro documento ha uno spirito programmatico, propositivo e lungimirante elencando proposte concrete – ha detto il Presidente di Coldiretti Abruzzo Pietropaolo Martinelli – chiunque andrà a governare avrà l’importante e impegnativo compito di dare risposte concrete ad esigenze sempre più stringenti su cui Coldiretti ha lavorato, lavora e continuerà a lavorare”.

I QUATTRO PUNTI (IN SINTESI) DEL DOCUMENTO POLITICO DI COLDIRETTI ABRUZZO

1.    Semplificazione Amministrativa e sburocratizzazione.

2.    Potenziamento dell’economia agricola attraverso la valorizzazione della multifunzionalità, la tutela dei territori e delle produzioni agroalimentari di eccellenza, l’incentivazione e il supporto dell’imprenditoria giovanile e femminile oltre che delle imprese tradizionali.

3.    Corretta gestione dell’ambiente e del territorio attraverso il potenziamento delle infrastrutture idriche e idrauliche, la tutela della risorsa acqua e l’utilizzo di energie alternative nel rispetto del consumo del suolo ad uso agricolo.

4.    Tutela del made in Italy e valorizzazione della filiera agricola abruzzese on particolare riferimento alle produzioni di qualità (vino, olio, ortaggi, latte e carne) anche in considerazione della crisi economica, degli elevati costi di gestione e dei cambiamenti climatici che caratterizzano l’era contemporanea.




INCONTRO DEDICATO ALL’OLIO D’OLIVA

Mercoledì della cultura UnivAQ, domani 14 febbraio alle 18:15, alla libreria Colacchi

L’Aquila, 13 febbraio 2024. Olio extravergine! Ci sei o ci fai? è il titolo del secondo appuntamento della 23ª stagione dei Mercoledì della Cultura.

Dopo l’evento eccezionale al Munda – Museo nazionale d’Abruzzo, con la vista guidata alla mostra su Giulio Cesare e Francesco Bedeschini, la rassegna UnivAQ dedicata alla divulgazione scientifica torna nella consueta sede della libreria Colacchi (corso Vittorio Emanuele II, n.5 – L’Aquila).

Ospite dell’incontro, in programma mercoledì 14 febbraio alle 18.15, sarà Domenico D’Alessio, esperto di olio d’oliva, con una vasta esperienza nella degustazione di oli extravergini di diverse zone di produzione.

L’ingresso è gratuito ed è prevista una diretta streaming alla quale si potrà accedere dal seguente link www.univaq.it/live.

L’olio di oliva è il re della dieta mediterranea e della tradizione gastronomica italiana: è un elemento irrinunciabile della nostra alimentazione ed esprime l’identità culturale della nostra cucina. Ma cosa sappiamo realmente di questo straordinario prodotto?

L’incontro si propone di rispondere ad alcune domande, una sorta di “tutto quello che avreste voluto sapere sull’extravergine di oliva e non avete mai osato chiedere”.

Innanzitutto, cos’è un olio extravergine?

Gli extravergini sono tutti uguali?

Ma anche: sono davvero tutti extravergini?

C’è stato un progresso della qualità dell’extravergine?

Che uso possiamo farne?

Nelle diete si raccomanda di ridurne il consumo perché è un grasso: è un saggio consiglio?

Quali sono le sue potenzialità nel piacere sensoriale?

Dopo la laurea in scienze agrarie a Pisa, Domenico D’Alessio ha lavorato in aziende cooperative agricole toscane occupandosi principalmente del miglioramento della qualità dei prodotti agroalimentari. Negli ultimi venti anni si è interessato alle caratteristiche sensoriali dell’olio EVO e ha approfondito le questioni pertinenti la sua qualità e le differenze tra gli oli extravergini.

Ricopre l’incarico di panel leader del comitato interprofessionale per l’esame organolettico degli oli vergini ed extravergini della Camera di Commercio Toscana Nord Ovest. È giudice sensoriale nei concorsi e nelle selezioni per l’olio EVO (Premio Il Magnifico, Gambero Rosso, Olio Capitale-Trieste, Volterra Gusto, Pisa Food and Wine, Selezione Oli Extravergine di Oliva DOP e IGP della Toscana). Gestisce i corsi abilitanti all’iscrizione nell’elenco nazionale dei tecnici ed esperti degli oli di oliva vergini ed extravergini.




OSMOCI OSPITE DEL DPA

Piattaforma di valutazione dei servizi dedicati alle biciclette e a chi le usa

Pescara, 13 febbraio 2024. Nella giornata del 6 ottobre, l’Osservatorio sulla Mobilità Ciclistica (OSMOCI) è stato ospite di due appuntamenti di verifica che si sono svolti nella sede del Dipartimento di Architettura dell’Università degli Studi G. Dannunzio di Chieti-Pescara.

Nella prima sessione sono stati illustrati i lavori relativi ai temi delle reti ciclabili, intese come infrastrutture urbane in grado di integrare anche servizi ecosistemici ambientali (sessione curata dal Prof. Antonio Clemente), e come elementi di traino, prendendo spunto dalle rotatorie, per riprogettare il tessuto infrastrutturale e funzionale di riferimento (sessione curata dalla Prof.ssa Luciana Mastrolonardo).

È stato interessante notare quanto le proposte, alleggerite dal vincolo della progettualità esecutiva, abbiano prodotto in termini di suggerimenti e innovazione. La possibilità, lungo i tracciati ciclabili, di intercettare le acque superficiali per ricaricare le falde, e quindi in contrasto con il consolidato metodo di allontanamento delle prime attraverso il sistema fognario “bianco”, rilancia le vie ciclabili su un piano, della sostenibilità territoriale e ambientale, diverso e quindi complementare a quello della più ovvia mobilità.

Allo stesso modo, la reinterpretazione di uno spazio “perso” dentro il buco dei caroselli di auto, attraverso il suo recupero funzionale sia di frequentazione, per quanto possibile, ma anche di percezione visiva, cambia il punto di vista e ricolloca la strada, in quanto spazio pubblico e quindi bene comune, su un piano di fruizione non più appannaggio di veicoli motorizzati a quattro ruote ma di una pluralità di utenti, a partire da pedoni e ciclisti, solitamente esclusi o comunque respinti dall’ambito considerato.

Nella seconda sessione, curata dal Prof. Piero Rovigatti, il lavoro di ricerca e elaborazione si è concentrato sul fronte della “Città del dopo”, del post covid, con un invito a lavorare su una visione legata all’urgenza dell’adattamento urbano, e quindi al tema della resilienza, ormai imposto dai cambiamenti climatici, con il vincolo a ragionare anche sulla “città del mentre”, considerata la rapidità con cui gli eventi si susseguono.

In entrambi i casi l’osservatorio, qualunque esso sia, rimane indispensabile strumento di lavoro, sia nel porre le basi per studiare come procedere nelle proposte di cambiamento, sia per monitorare le stesse nella loro routine attuativa

Giancarlo Odoardi – Esperto promotore mobilità ciclistica




IL LABORATORIO CELESTINO V

Al via i corsi gratuiti

L’Aquila, 13 febbraio 2024. È già un successo di adesioni Il Laboratorio Celestino V, il progetto, con avvio sabato prossimo 17 febbraio, che mira ad esaltare l’unicità aquilana, anche civica, della Perdonanza Celestiniana non a caso riconosciuta nel 2019 dall’Unesco Patrimonio Immateriale dell’Umanità cercando soprattutto di formare sull’argomento il corpo insegnante che possa, quindi, sensibilizzare alunni e studenti.

Questo soprattutto dopo la visita di Papa Francesco alla 728.ma Perdonanza per l’apertura della Porta Santa, il 28 agosto 2022, evento epocale visto che nessun Pontefice lo ha mai fatto nella Storia.

Le motivazioni che hanno spinto il giornalista e scrittore Angelo De Nicola la giornalista Sabrina Giangrande, entrambi degli Amici di San Basilio e la docente e scrittrice Donella Giuliani che è anche presidente dell’associazione culturale Libris in Fabula che unitamente all ISMA Micarelli – L’Aquila per la messa a disposizione dei locali, a sostenere e portare avanti questo progetto, sono entusiasmanti soprattutto perché in forma del tutto volontaria e gratuita hanno messo a disposizione le loro diverse professionalità.

Nel dettaglio, si tratta di incontri per 4 moduli di 2 ore ciascuno, gratuiti, presso l’Istituto Santa Maria degli angeli delle suore Micarelli in via Fortebraccio n.54 (Palazzo Alfieri) nei giorni di sabato: 17 e 24 febbraio, 16 e 23 marzo e 13 e 20 aprile. Il 16 marzo è previsto un sopralluogo esperienziale presso la Basilica di Collemaggio e il 20 aprile presso il Monastero San Basilio L’Aquila. I corsi si terranno dalle ore 9:30 alle ore 11:30. Inizialmente pensato per il corpo insegnanti, il corso è aperto a chiunque voglia fare questo percorso. Ci sono ancora posti disponibili.

Per informazioni e iscrizioni questi sono i numeri da contattare: 3403783897 e 3283350917.




INCENTIVI ALLE IMPRESE

Accessibilità: fino a 100mila euro a quelle locali dalla Camera di Commercio Gran Sasso d’Italia

L’Aquila, 12 febbraio 2024. Contributi a fondo perduto fino a 100mila euro alle micro, piccole e medie imprese (PMI) delle province di Teramo e dell’Aquila per il superamento delle barriere architettoniche e per l’acquisto di tecnologie assistive per la disabilità. Lo prevede il nuovo bando della Camera di  Commercio Gran Sasso d’Italia, attivo dal 30 gennaio fino al prossimo 31 maggio.

“Si tratta di un importante segno di civiltà, oltre che di un’opportunità per le imprese teramane e aquilane che vogliono rendere i propri locali ancora più accessibili e inclusivi. I contributi a fondo perduto offerti dal bando concorrono, infatti, sia a sostenere i costi necessari per realizzare le opere di adeguamento dei locali che all’acquisto di software e tecnologie per la disabilità, per venire incontro alle esigenze dei nostri concittadini che presentano difficoltà motorie, visive e uditive” spiega la presidente Antonella Ballone.

I contributi, pari a 100mila euro, saranno assegnati nella misura del 50% delle spese ammissibili, sostenute a partire dal 15 dicembre 2023, con un limite massimo di 1.500 euro per ciascuna impresa.

Le spese ammissibili sono:

  • spese di progettazione tecnica, direzione lavori e collaudo delle opere per superare e/o rimuovere le barriere architettoniche, ivi inclusi gli eventuali oneri e imposte da corrispondere al Comune in cui vengono realizzate le opere;

  • spese per le opere edili necessarie per superare e/o rimuovere le barriere architettoniche, ivi inclusi i costi dei materiali utilizzati (ad esempio: sostituzione di gradini con rampe);

  • spese per l’installazione/sostituzione di impianti per superare e/o rimuovere le barriere architettoniche (ad esempio: realizzazione di un elevatore esterno al locale dell’impresa aperta al pubblico);

  • spese relative all’acquisto di tecnologie assistive digitali per la disabilità, quali: software di lettura dello schermo; schermi Braille e dispositivi di puntamento oculare; software di sintesi vocale; ausili per la mobilità; tastiere e mouse ergonomici.

Per partecipare al bando, le PMI devono avere sede legale e/o unità operativa nelle province dell’Aquila e di Teramo ed essere in regola con le normative vigenti in materia di sicurezza sul lavoro.

La domanda di contributo deve essere presentata esclusivamente in via telematica alla PEC cciaa@cameragransasso.legalmail.it a partire dalle ore 10.00 del 30 gennaio 2024 e sino alle ore 24.00 del 31 maggio 2024.

Per ulteriori informazioni è possibile consultare il bando pubblicato sul sito web https://www.cameragransasso.camcom.it/it/la-camera/promozione-economica/bandi/




LA NATO RISPONDE DURAMENTE A TRUMP

Politicainsieme.com, 12 febbraio 2024. Un forte scalpore ha provocato l’affermazione di Donald Trump che, rimproverando molti paesi Nato di non portare al 2% del bilancio le spese militari, è giunto ad auspicare un’invasione del Vecchio continente da parte della Russia cui egli presidente non risponderebbe muovendosi in aiuto degli alleati. Una dichiarazione bollata subito come “spaventosa e sconvolgente” da parte della Casa Bianca la quale ha aggiunto:  “incoraggia l’invasione dei nostri più stretti alleati da parte di regimi assassini”.

Il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, ha risposto con forza all’ex Presidente Usa: “qualsiasi suggerimento che gli alleati non si difenderanno a vicenda mina tutta la nostra sicurezza, compresa quella degli Stati Uniti, e mette i soldati americani ed europei maggiormente a rischio”.

Poi, ovviamente in maniera anonima, si sono aggiunti i commenti di altri esponenti dell’Alleanza atlantica in particolare quelli che sottolineano come dichiarazioni del genere minano così gravemente l’alleanza che cesserebbe di esistere nella sua forma attuale.

Ad oggi, stando ai dati ufficiali della Nato gli Stati Uniti destinano il  3.49% del Pil agli armamenti, il Regno Unito il 2.07%, ma Germania, Francia, Italia ed altri sono sotto il 2%.




A COSA SERVIRÀ MAI IL LIMITE 30?

Pescara, 12 febbraio 2024. La strada nelle foto verrà quanto prima dismessa. Si tratta di Via Nazionale Adriatica Sud e collega Pescara con Francavilla, all’interno della Riserva Dannunziana, collegandosi a nord con Via della Bonifica.

Non appena aperto l’ultimo tratto del Pendolo, in parte coincidente con Via Pantini, sempre all’interno dell’area protetta, sarà interdetta al traffico veicolare e credo riconvertita ad uso, suppongo, sentieristico tipo “greenway”.

Oggi però svolge ancora la sua robusta funzione di collegamento stradale tra due città e da tanti anni viene percorsa da autoveicoli, moto, bus, camion, ed anche biciclette. Ma anche da pedoni e … disabili. Non vi sono marciapiedi e appena si notano sbiadite linee che delimitano le corsie di marcia. Nella zona più prossima al confine con la Provincia di Chieti, si affianca alle rampe di accesso e uscita della circonvallazione: anche questa a breve verrà rimossa.

Ciò su cui l’immagine mi fa riflettere, di un disabile motorio accompagnato da una donna e che colgo per l’ennesima volta, è che lungo questo asse stradale, che collega Pescara a Francavilla, il passaggio dell’utenza vulnerabile è praticamente interdetto. Chi si avventura lungo una via come questa in cui l’incolumità fisica è a rischio altissimo e il tema della sicurezza risulta essere mai seriamente affrontata da nessuna amministrazione?

Una curiosa testimonianza in tal senso viene dal fatto che di frequente vengono chiusi i cancelli dell’area protetta per preservare la vita dei cittadini dal rischio di caduta alberi quando invece la pericolosità maggiore la si riscontra lunga questa trafficatissima strada dove avvengono in continuazione incidenti, anche mortali! Perché questa stridente condizione di disparità di valutazione sfugge all’analisi di chi governa e dispone l’uso dei luoghi pubblici?

Qui il limite di velocità è di 50 km/h. Curiosamente quando verrà aperta la nuova via, il Pendolo, tutti scopriranno la presenza del limite ribassato di 30. A leggere una recente direttiva del MIT, che spiega gli ambiti di applicazione del limite 30, si scopre che dove non ci sono marciapiedi, la situazione attuale di Via Nazionale Adriatica sud, il limite restrittivo può essere adottato, mentre la presenza di spazi riservati ai pedoni non lo rende superfluo. Eppure, sul Pendolo, con i marciapiedi, i cartelli ci sono già.

Certo è che su un lungo tratto di Via Nazionale Adriatica sud la carrozzina del disabile e l’accompagnatrice sfileranno sempre a 5 km/h, con il rischio che siano loro, per la bassa velocità, come ricorda la Direttiva richiamata, a creare condizioni di pericolo per tutti gli altri utenti. Si, quelli motorizzati.

Giancarlo Odoardi – Esperto promotore mobilità ciclistica (EPMC)