GUERRA DI GAZA

Quando si uccidono civili non ci sono armi buone o cattive: la pace giusta parte dalle vittime

di Rocco D’Ambrosio

Globalist.it, 25 Ottobre 2023. Abbiamo impoverito il dibattito decidendo che: la guerra è giusta, se a farla è la mia “squadra”; che non si poteva fare altro che lanciare bombe su buoni e cattivi; che il terrorismo si può combattere solo aggredendo in larga scala l’aggressore.

Per la pace tra Israele e Palestina si sta scendendo in piazza un po’ ovunque. L’effetto polarizzazione, però, è crescente: c’è chi colloca tutte le colpe dalla parte di una comunità nazionale e chi dalla parte dell’altra. In alcuni casi si generano discorsi insignificanti, offensivi e poco attenti alla complessità perché più simili al tifo calcistico che a un impiego di ragione e coscienza, degni di questo nome. C’è ancora spazio per la discussione e il confronto? Spesso penso proprio di no. Abbiamo impoverito il dibattito decidendo che: la guerra è giusta, se a farla è la mia “squadra”; che non si poteva fare altro che lanciare bombe su buoni e cattivi; che il terrorismo si può combattere solo aggredendo in larga scala l’aggressore o il luogo dove abita normalmente; che la diplomazia non serve quando si devono mostrare i muscoli. Ragione politica e fede religiosa sono in minoranza ovunque, anche dove dovrebbero essere di casa.

Allora come riaprire il dibattito? Partendo dalle vittime, da una parte e dall’altra; partendo da bambini, anziani e indifesi, uccisi dai Palestinesi come dagli Israeliani; partendo dai civili colpiti in un territorio come nell’altro. Schierarsi dalla parte di tutte le vittime incanala il discorso a ricercare le cause antropologiche e storiche di tanto odio tra israeliani e palestinesi.

E la storia non è neutra, la storia evidenzia responsabilità precise: chi dalla nascita dello stato di Israele (1948) ha lavorato seriamente per risolvere la questione palestinese e chi invece ha inasprito gli animi di tutti, da una parte e dall’altra? Cosa hanno fatto le varie generazioni politiche dei Paesi più coinvolti nel conflitto per risolvere la questione palestinese (USA, Francia, GB, Germania, Italia ecc.)? Che ruolo hanno giocato le comunità religiose ebraiche e musulmane, in Israele e in Palestina, come nel resto del mondo? Hanno educato alla pace o hanno alimentato odio? Hanno, le religioni monoteiste, compreso sempre più che guerre e violenze negano il nome di Dio e non sono mai un culto a Lui gradito, ma solo un nefasto tradimento del volere divino di pace.

Ma se si assiste alla serie di dichiarazioni di molti politici nordamericani ed europei (italiani compresi) a favore di Israele (e spesso senza distinguo), come si ascoltano i cori e le dichiarazioni dei pacifisti pro-Palestina si ha l’impressione che solo alcune vittime vengono ricordate. Ma quando ci interessano solo alcune vittime e non tutte, non siamo per la pace, perché questa, autentica, deve raggiungere tutte le persone e tutti i luoghi coinvolti.

L’interesse e l’amore per le vittime dovrebbe portarci anche ad affermare che, come è eticamente inaccettabile l’attacco terroristico di Hamas, lo è anche, per diverse motivazioni, la “risposta” di Israele. La guerra a un popolo, come risposta all’attacco di Hamas, è un atto sproporzionato che colpisce innocenti e presunti colpevoli, come di fatto succede in un attacco terroristico. Il terrorismo si combatte con l’intelligence e con operazioni di polizia nazionale e internazionale, non con la guerra contro un popolo (anche se si dà ad esso l’ipocrita preavviso che si sta per colpirli). Se non ci sarà un cambio di rotta in queste reazioni sproporzionate e quindi immorali (che sono ben diverse dalla legittima difesa popolare, cosi come è stato all’inizio in Ucraina) il mondo cascherà sempre più in una spirale di guerra dagli esiti pericolosissimi per l’intero pianeta.

Senza dimenticare che la guerra sta provocando mali (vittime, esodo di profughi, instabilità nei paesi limitrofi, distruzione dell’ambiente) più gravi del male da eliminare e che i pericoli di una ritorsione terroristica su scala mondiale non sono poi così prevedibili né arginabili, vista anche la terribile crisi di alcuni sistemi di sicurezza occidentali.

La ragione è stata messa in letargo e i mostri belligeranti vengono nutriti da sentimenti di rivalsa e di vendetta, dalle logiche dei mercanti di armi e dei capitalisti senza scrupolo, dalla vergogna di far piovere bombe ed aiuti umanitari insieme. E’ sconcertante vedere che persino molti europei hanno dimenticato la lezione delle guerre del ‘900, nonché l’esempio dei Paesi che hanno combattuto il terrorismo con la polizia e non con l’esercito, senza dichiarare guerra agli stati dove i terroristi erano addestrati.

Una ragione e una fede oneste ci portano ad ammettere che i terroristi più che da una deturpazione della religione, nella rabbia della povertà e del sottosviluppo, di cui, chi lancia le bombe, insieme ad altri, ha enormi responsabilità. Ciò non è assolutamente una giustificazione della follia omicida di Hamas e compagni, da punire nella legalità. Ma, contestualmente, non si può tacere su quelle istituzioni politiche che obbediscono al dio denaro e non promuovono la giustizia e il progresso, specie dei più poveri, che sole possono garantire una pace stabile e duratura, come insegnano i papi, da Giovanni XXIII all’attuale.

Anche nelle comunità religiose c’è qualcosa di inquietante: ricordare spesso che il Cristianesimo e l’Islam sono religioni di pace e, nello stesso tempo, aggrapparsi a false motivazioni per giustificare la guerra. La lezione della pace non può essere interpretata ad uso e consumo di ciascuno.

Papa Francesco, inascoltato persino da diversi fedeli e pastori, continua a ricordare il Vangelo di Pace. E invece di stimolare ricerca sincera e testimonianza autentica, i suoi appelli finiscono irretiti in “distinguo” e “precisazioni”, che suonano come pesante tradimento del Vangelo, oltre che offesa al Papa che ce lo ricorda con forza e coerenza.

Si sente citare, a giustificazione della guerra, anche il Catechismo della Chiesa Cattolica. E’ vero che questo, per casi estremi, approva una forma di intervento armato, quello di “legittima difesa con la forza militare” (n. 2309), ma le rigide condizioni richieste giustificano interventi armati non certo di questo tipo. Per semplificare: nella dottrina cattolica sono approvati azioni come l’opposizione armata per rovesciare i sistemi totalitari (per noi si pensi alla Resistenza) e la cosiddetta “ingerenza umanitaria” (per esempio l’intervento in Somalia). 

È lunga e faticosa la marcia per assicurare la pace. Laici e credenti di ogni religione sono chiamati a discernimento continuo, ad una coerenza capace di andare contro corrente con passione e coraggio. Perché restano le parole amare della poetessa polacca Wislawa Szymborska:

“Dio doveva finalmente credere nell’uomo

buono e forte,

ma il buono e il forte

restano due esseri distinti”.




LA VERA LOTTA

Qualche tempo fa ho avuto la fortuna di ascoltare alcune parole confortanti e rassicuranti di un sacerdote sulle nostre importanti scelte che di volta in volta si presentano nella nostra vita.

“Se il male ed il maligno lo trovi di fronte: lo combatti, non scappi…!”

Una risposta secca e precisa pronunciata da un sacerdote in risposta ad accuse a lui rivolte da certi ambienti, cosiddetti osservanti, per un esercizio religioso contro il maligno.

Le regole umane soffrono sempre e tutte di qualche ipocrisia, quelle eterne invece sono chiare, determinanti e conclusive.

Non fuggi dal male e dal maligno dice il sacerdote; non ti tiri indietro per chiedere prima i nulla osta, o permessi o tutte le autorizzazioni del mondo per agire; il male va combattuto sempre, subito ed ovunque altrimenti fai il suo il suo gioco e diventi sua parte essenziale.

C’è poco da aggiungere; nella vita le scelte fra il male e il bene si presentano sempre puntuali, specialmente quando si tratta di potere e di metterci la faccia.

Ci vuole tanta maturità, conoscenza e sapienza nel distinguere il bene dal male; certezza, fermezza e determinazione nel decidere di scegliere il bene per il male, ma tutto, comunque, risiede solo nella Fede … che è una cosa seria…!

NM




VIVERE LA TESTIMONIANZA di Don Lorenzo Milani

A cento anni dalla nascita le associazioni cattoliche insieme il 26 ottobre 2023 in Piazza Indipendenza 9. Firenze

PoliticaInsieme.com, 25 ottobre 2023. Nel Centenario della nascita di Don Lorenzo Milani, aggregazioni di ispirazione cattolica operanti da molti anni nel mondo della Scuola e dell’Università hanno dato vita ad un Convegno unitario, a partire dalla rivoluzione pedagogica e dalla tematizzazione della giustizia educativa, chiaramente inseparabile dalla chiara adesione alla missione sacerdotale del Priore di Barbiana. La Lettera a una professoressa riassume esemplarmente la forza del suo animatore.

Ma un ulteriore obiettivo è quello di sottolineare la tenacia con cui egli ha lanciato dal campo cattolico la vertenza disuguaglianza, non solo ristretta alla lotta alla dispersione scolastica, senza dimenticare che il suo insegnamento era rivolto a tutti, indipendentemente dalle confessioni.

Colpisce ancor oggi il fatto che l’influenza di Don Milani non si è affievolita nei decenni, anche perché il condizionamento sociale è tornato ad essere molto rilevante sulla forza dei processi formativi. Ma in generale una parte della fortuna del dibattito pubblico sulla deprivazione educativa rimonta certamente al suo messaggio, comprovando una straordinaria vitalità e capacità di parlare ai contemporanei.

È sulla densità di queste tematiche che le Associazioni DIESSE, AIDU, DISAL, AIMC e UCIIM, in collaborazione con l’Università di Firenze, l’Ufficio Scolastico Regionale del Ministero dell’Istruzione e del Merito e la FUCI toscana organizzano insieme un evento che attesta una scelta sinodale ma anche la convinta volontà di valorizzare il percorso comune, iscritto in un impegno di responsabilità all’altezza dei compiti che la Dottrina sociale della Chiesa e il suo infaticabile aggiornamento da parte di Papa Francesco pone davanti a tutti noi.

L’evento si svolgerà a Firenze nella sede di Villa Ruspoli, concessa dall’Ateneo, e sarà aperto dalla sua Rettrice Alessandra Petrucci. L’intervento introduttivo è affidato a Mons. Giuseppe Baturi, Segretario Generale della Cei. A concludere l’evento saranno il Segretario del Dicastero per le Cause dei Santi Arcivescovo Fabio Fabene e Luciano Corradini, pedagogista di chiara fama, componente del Comitato nazionale per le celebrazioni del Centenario.




LA STRAZIANTE FINE DEL CERVO BAMBOTTO

Un’altra vita spezzata a causa della caccia. Animalisti italiani denuncia e scrive al sindaco di Pecol

Belluno, 24 ottobre 2023. È con profonda tristezza e indignazione che l’Associazione Animalisti Italiani annuncia la tragica morte di Bambotto, il cervo amato dalla comunità di Pecol, frazione di San Tomaso Agordino, nel Bellunese. È stato ucciso da un colpo di fucile sparato da un cacciatore.

Il Presidente dell’Associazione Animalisti Italiani, Walter Caporale, ha espresso il suo sdegno affermando: “L’uccisione di Bambotto è un atto inaccettabile. La caccia è violenza intollerabile, e da quando il governo ha approvato l’emendamento ‘caccia selvaggia,’ abbiamo assistito a una progressiva erosione delle norme di tutela della fauna selvatica.”

Donatella Zemboli, un’abitante di Pecol, è stata la prima a comunicare quanto accaduto a Bambotto. Nel suo post sui social, ha condiviso la storia del cervo: “Questo era Bambotto. Era nato sette anni fa a Pecol, e da subito la sua mamma Minerva lo aveva portato sullo zerbino di Giorgio, affidandolo a noi abitanti. Da allora è diventato il nostro amatissimo cervo. Ho scritto ‘era’ perché Bambotto è morto. Ammazzato da un miserabile che crede di aver compiuto un’impresa e invece si è solo marchiato a vita come un poveraccio che ha sparato a un animale che ti mangiava dalle mani e si faceva coccolare fino ad addormentarsi tranquillo.”

L’Associazione Animalisti Italiani condanna con fermezza l’uccisione di Bambotto e promette di adire tutte le vie legali per garantire che giustizia sia fatta. Per facilitare l’individuazione del cacciatore responsabile, l’Associazione invita chiunque abbia informazioni a contattare il Presidente Walter Caporale attraverso l’indirizzo e-mail walter.caporale@gmail.com o il numero di cellulare 333 117 5670, garantendo l’anonimato.

L’Associazione Animalisti Italiani Onlus assicura che porterà il responsabile davanti alla giustizia.

Walter Caporale ha sottolineato: “Abbiamo scritto al Sindaco Moreno De Val affinché abbia il coraggio di denunciare anche lui il colpevole e di costituirsi parte civile nel processo. Chiediamo che venga realizzata una statua in ricordo di Bambotto. La caccia selvaggia è diventata una minaccia per la fauna selvatica e per la sicurezza delle comunità. Questo tragico episodio dimostra che gli animali sono vittime di una violenza che va fermata. Quel cacciatore ha ucciso per divertimento un animale che da anni era entrato a far parte di una comunità umana, che lo aveva accolto riconoscendolo nella sua unicità individuale.”

L’uccisione di Bambotto mette in luce una volta di più l’urgente necessità di rivedere le politiche sulla caccia in Italia. A gennaio 2023, il Governo ha approvato l’emendamento caccia selvaggia che ha consentito una vera e propria deregulation venatoria, concedendo maggiori libertà di azione ai cacciatori. Il 16 settembre a Trento, l’Associazione Animalisti Italiani ha partecipato alla manifestazione nazionale contro la caccia: bisogna relegarla a quell’insieme di barbarie in ricordo di un nostro passato fatto sopraffazione nei confronti dei più indifesi.

La morte di Bambotto rimarrà un simbolo della lotta dell’Associazione Animalisti Italiani per porre fine alla caccia e garantire la protezione della fauna selvatica in Italia.

Associazione Animalisti Italiani




FORMARE I COSTRUTTORI verso il patto educativo globale

Sala Stauròs, Santuario di San Gabriele Giovedì 26 ottobre 2023, ore 9:00

Teramo, 24 ottobre 2023. «Mai come ora, c’è bisogno di unire gli sforzi in un’ampia alleanza educativa per formare persone mature, capaci di superare frammentazioni e contrapposizioni e ricostruire il tessuto di relazioni per un’umanità più fraterna». Con queste parole il Santo Padre Francesco chiamò tutti a Ricostruire il patto educativo globale. Un appello al quale la Pastorale scolastica della Diocesi di Teramo-Atri risponde da anni con una lunga serie di attività.

La prossima in programma è il convegno dal titolo Formare i costruttori verso il Patto Educativo Globale, organizzato dalla Pastorale scolastica diocesana insieme all’Ufficio Scolastico Regionale per l’Abruzzo, che si terrà giovedì 26 ottobre 2023 alle ore 9:00 presso il Santuario di S. Gabriele dell’Addolorata ad Isola del Gran Sasso.

Interverranno il vescovo diocesano, Monsignor Lorenzo Leuzzi, il direttore regionale dell’USR Abruzzo prof. Massimiliano Nardocci, la dirigente dell’USR di Teramo prof.ssa Clara Moschella e il direttore del servizio IRC e Pastorale Scolastica della CEAM Prof.ssa Michela Arcangela Petracca.

Per il personale docente è previsto il rilascio di un attestato di partecipazione unità formativa S.O.F.I.A. N° 88156. Per coloro che non accedono a S.O.F.I.A. verrà rilasciato attestato di partecipazione facendo richiesta a pastoralescolastica@teramoatri.it

A questa iniziativa faranno seguito dei laboratori didattici rivolti a tutti i docenti che saranno attivati nelle scuole di ogni ordine della diocesi.




GUERRA ASSOLUTA E MUTAZIONE ANTROPOLOGICA

Francesco d’Assisi e l’uomo del futuro

di Umberto Baldocchi

PoliticaInsieme.com, 24 ottobre 2023. Guerra di Ucraina e guerra di Israele: c’è  un filo che possa legare  Gaza e Kiev? Un filo che le lega c’è. Certo ci sono due democrazie sotto attacco. Ma vi è anche altro.

Quelle due guerre si configurano entrambe come esempi di  guerra “assoluta”. Intendendo per tale  una guerra dai confini  e dalle modalità indefinite/indefinibili e dalla durata imprevedibile, o meglio assolutamente imprevedibile. La competizione delle opposte forze militari come unico sistema per ottenere la giustizia e per imporre la “legge della ragione”. Ormai pensiamo che se esiste un Impero del Male assoluto- cosa che non si dice apertamente ma si pensa- la guerra “difensiva” non può che essere assoluta, cioè non può fermarsi di fronte a niente, sino alla vittoria finale sul Male, fino alla sua finale  debellatio.

La giustezza della causa poi scrimina tutto, o quasi tutto. Anche gli eventuali massacri di civili, se dovessero essere questi effetti collaterali inevitabili. Ucraina e Israele: due guerre originate – ma questo ormai chi lo ricorda più?– non da aperte pretese imperiali, ma da controversie internazionali, nate dai conflitti tra una minoranza e la maggioranza nazionale.  Controversie che oggi paiono risolvibili soltanto con la guerra, dato che essa sola (nell’impotenza della diplomazia e nella paralisi dell’ONU) può assicurare la tutela della parte che è nel giusto. E garantire la salvezza dell’Impero del Bene. E poco importa che lo stesso mezzo-  l’uso delle controversie etniche per scatenare le guerre-  sia quello già impiegato da Hitler per difendere le  ragioni della Germania in Austria, le minoranze tedesche in Cecoslovacchia, e poi a Danzica. In questo caso l’analogia non vale.

Ma la guerra assoluta è anche una guerra liquida, dai confini incerti, ubiquitaria, che si può svolgere in contemporanea a Gaza, ma può estendere le sue propaggini a  Bruxelles, ad Arras , a Parigi, dovunque possa agire un lupo solitario che uccide usando il nome di Allah, oppure può assumere forme ibride, col  danneggiamento  di un oleodotto nel Mar Baltico di un impianto elettrico o di una Chiesa in  Ucraina. A volte è persino anonima o fortemente impersonale : il drone o il razzo non sempre è chiaro da chi e da dove sia stato lanciato. 

Talvolta l’uccisione di un capo può essere vera o simulata. L’aereo abbattuto aveva  a bordo  Evgenj Prigogin, il fondatore della brigata Wagner, oppure no.  La verità storica non solo è irraggiungibile. È ormai irrilevante e priva di effetti. Inutile. Non è più solo l’estremista fondamentalista che non accetta più la realtà come verità e quindi come limite al suo ragionamento, anche l’altra parte, diciamo la parte delle democrazie combattenti, che si comporta nello stesso modo.  Tanto, ognuna delle parti ha una sua fede che è irremovibile di fronte a ogni anche opposta evidenza. La guerra pare estendere  dovunque le minacce alla vita: possiamo anche blindare i confini o innalzare nuovi muri. Ma non è più sufficiente. Ognuno di noi deve temere qualcosa per sé e per i propri cari.  Ma da dove può nascere tutto questa storicamente inedita situazione?

C’è qualcosa di molto profondo e inquietante in questa accettazione assoluta della legge della forza e di uno stato di guerra  permanente – magari, si dice, a bassa intensità!- che vale anche per il mondo democratico, per coloro che realisticamente accettando la prospettiva estrema della guerra hanno sempre circondato di cautele e limiti il ricorso alla violenza collettiva dello Stato, formalizzando le regole dello jus in bello. Che ad esempio limitano il ricorso all’assedio, oltre che al terrore indiscriminato. È vero che poi, all’interno dei conflitti, quei limiti sono stati oltrepassati- vedi i bombardamenti alleati di alcune città tedesche nel secondo conflitto mondiale, già prima del ricorso alle atomiche – ma da quegli episodi si sono prese le distanze.

Il fatto è che, nel mondo democratco lato sensu,  nelle menti di tutti ha iniziato a prevalere quell’umanesimo del dominio assolutamente antropocentrico, che non è invenzione di oggi, che ha percorso la storia del nostro mondo anche europeo, ma che è però oggi supportato dalla tecno-scienza e dai poteri telematici, e frutto ultimo di una secolarizzazione che  veicola la pretesa di una conoscenza totalitaria dalla realtà, la pretesa di un dominio totale su di essa.

Certo dall’altra parte del mondo, quella che rifiuta, anche qui  lato sensu,  la democrazia e  i diritti in nome di una anti-secolarizzazione, che tiene in vita fondamentalismi religiosi e ideologici e rianima idee imperial-nazionalistiche che ritenevamo ormai appartenere al passato, non proviene certo una richiesta di dialogo.

Pare allora normale che questi due mondi possano  parlarsi solo con linguaggio muto, della forza e della violenza.  Certo totalitarismi e fondamentalismi non sono confezionati per discutere. Ma altro dovrebbe essere il modo di agire delle democrazie. I metodi di azione delle democrazie non possono essere gli stessi dell’antidemocrazia.

Se però ci si muove non più entro un umanesimo del dominio, e  ovviamente si decide di tener  conto degli interessi dei popoli, non delle ambizioni e dei progetti dei dittatori e degli autocrati, la via di uscita dalla guerra assoluta esiste ed è comunque praticabile, senza cedere a irenismi ed ingenuità, o, peggio, a strumentalizzazioni partitiche.  Facile, lo sappiamo, schierarsi per la  pace, solo per attaccare una parte politica. Facile anche fare la stessa operazione con la guerra. Anzi forse più facile. Quanti dittatori e dittatorelli alla Milosevic hanno puntellato il loro potere fasullo sul consenso interno generato da  una guerra contro un vicino più debole?

Torniamo però all’umanesimo del dominio. Ho tratto il concetto  di umanesimo del dominio da un vecchio libro di Padre Ernesto Balducci ( 1922-1992) che mi è capitato tra le mani, Francesco di Assisi, pubblicato nel 1989, per le Edizioni Cultura della Pace, Firenze. Un libro che, coincidenza interessante, spiega proprio come è stato combattuto, ottocento anni fa, in pieno Medioevo, un’idea di guerra assoluta. Un’idea combattuta, non certo sconfitta.

Il libro analizza in termini di rivoluzione antropologica il mutamento avviato dalla azione di San Francesco. Una azione, per Balducci, istruttiva ed esemplare anche per l’oggi, anzi per l’uomo del futuro. I richiami francescani alla fratellanza cristiana, alla povertà, al rispetto del creato ed alla pace sono da lui letti come esiti di una mutazione che delegittima ogni umanesimo del dominio, a partire da quello estremo che è la guerra ed a finire con quello più modesto e apparentemente innocuo che è il dominio-manipolazione della natura che ci circonda.

Che cosa altro sono oggi  se non effetti di questo abnorme umanesimo, un umanesimo trans-umano o oltre-umano, il disastro ecologico, la violenza sull’ambiente, il disordine internazionale, l’impossibilità della politica, la paura del futuro, la società dai rischi crescenti, la Babele mondiale,  in un periodo in cui le tecnologie disponibili dovrebbero rendere possibile risolvere i più diversi problemi ?

Padre Balducci scrive che  “siamo dentro una parabola in rapida curva discendente.  Se è morto il dio dei metafisici  è morto anche il dio della storia. Il futuro è affidato all’uomo e l’uomo della civiltà dei consumi, già perché consuma, lo abbrevia, nega di fatto l’esistenza delle generazioni future” ( Ernesto Balducci, p. 138) .

La  guerra poi non può essere considerata assurdamente ancora come un tempo, un mostruoso giudizio di Dio  in cui la violenza serve a stabilire la ragione ed il torto,  in cui ciò che è più forte coincide con ciò che è più giusto – in barba a quanto scrive il libro della Sapienza – e quindi la vittoria militare, il prevalete delle armi,   stabilisce la “giustizia” e instaura la pace.

In realtà, per riprendere ancora il testo di Balducci, “la pace non sta nello spartire da un lato la ragione e dall’altra il torto, vuol dire superare le ragioni  unilaterali  che alimentano il conflitto  e accogliere la ragione comune su cui basare la fraterna convivenza” (Ernesto Balducci p, 85). Ed ancora più chiaramente, “la condizione prima di una vera cultura della pace:  l’abolizione della categoria di nemico“ (Ernesto Balducci p. 76).

Parole apparentemente facili da pronunciare, e difficili da realizzare. In realtà  Padre Balducci non si nasconde queste  difficoltà, ma insiste sulla mutazione antropologica profondissima oggi imposta dalla storia e già delineata da Francesco.

Francesco d’Assisi non inaugurò certo un’epoca nuova, l’età dello spirito, come qualcuno davvero credeva. Ma aprì una possibilità, una strada che altri poi avrebbero potuto percorrere ed in effetti percorsero. E quella strada ha condotto ai (pochi) periodi di pace effettiva vissuta da allora.

Anche all’epoca di Francesco la guerra era un elemento onnipresente, ubiquitario, nessun uomo libero viaggiava disarmato ( a parte i frati minori),  il Papa di Roma allora  battezzava come crociata ogni guerra utile al suo potere politico, non solo se si trattava di combattere gli Albigesi. C’era anche allora un Impero del Male da combattere, il mondo islamico.  Si dichiarava la pace, non c’era bisogno di dichiarare una guerra.

Che la figura di Francesco di Assisi  si associ ad un mutamento antropologico è una asserzione fondata sulla percezione dei grandi padri della cultura italiana, a partire da Dante e da Machiavelli, che non ebbero mai dubbi su questo e che videro acutamente soprattutto nel nuovo concetto di povertà la radice del mutamento.   Una povertà che non era ascetismo astratto, né una protesta sociale o risentimento umano contro la ricchezza. Dante, che imposta il suo discorso sul rapporto tra Francesco e Madonna Povertà, vide in Francesco addirittura un nuovo sole.

“Da questa costa, là dov’ella frange/più sua rattezza, nacque al mondo un sole,/ come fa questo talvolta di Gange” ( Paradiso XI, vv. 49-51).  “Quasi sol oriens in mundo” aveva scritto nella Legenda Prima, Tommaso da Celano, uno dei primi biografi di Francesco. Niccolò Machiavelli, non certo un sostenitore della pace,   né un amico della Chiesa cattolica, qualche secolo dopo scrisse

“La nostra religione, se non fussi stata ritirata verso il suo principio da Santo Francesco e da Santo Domenico, sarebbe al tutto spenta. Perché questi, con la povertà e con lo esempio della vita di Cristo, la ridussono nella mente degli uomini, che già vi era spenta. E furono sì potenti gli ordini loro nuovi che ei sono   cagione che la disonestà de prelati e de capi della religione non la rovinino” ( N. Machiavelli Discorsi sopra la prima Deca di Tito Livio  , Libro III cap. 1).

Il centro del mutamento fu dunque la povertà.  E perché la povertà ebbe questo ruolo antropologicamente  dirompete?

Così  lo spiegava  in termini semplicissimi Francesco: “Messere, se avessimo dei beni, dovremmo disporre anche di armi  per difenderci. È dalla ricchezza   che provengono questioni e liti, e così  viene impedito  in molte maniere tanto l’amore di Dio quanto l’amore del prossimo.  Per questo non vogliamo possedere  alcun bene materiale a questo mondo”  (Leggenda dei tre compagni, 35)

Povertà significava volontà di pace e di fratellanza. L’opposto della volontà di dominio , l’opposto della brama di acquistare e possedere ricchezze (la lupa dell’inferno dantesco) che aveva pervertito la Chiesa, o, che era stata, una delle piaghe che avevano ferito la Chiesa . La povertà spostava infine il baricentro dell’agire umano dal mondo dell’avere a quello dell’essere.

Ingenuità sarebbe certo credere che questo metodo possa pervadere il mondo e cambiarne le vicende. Francesco sperimentò tanti fallimenti ed ancora oggi siamo lontanissimi da questa pace.

Ma follia sarebbe è il pensare che l’idea di una rivoluzione antropologica orientata in questa direzione possa essere una utopia o un sogno, invece che una necessità di un mondo in cui il potere umano, in qualsiasi ambito lo si consideri, che si tratti di distruzioni belliche,  o distruzioni ambientali, ha bisogno soprattutto di recuperare una cultura del limite e del dialogo.




UNIONE CHE RAFFORZA L’ECCELLENZA della produzione teramana

Il Consorzio Tutela Vini Colline Teramane si unisce al Consorzio Tutela Vini d’Abruzzo

Teramo, 23 ottobre 2023. Il Montepulciano D’Abruzzo Colline Teramane, prima denominazione di origine controllata e garantita della regione e la Doc Controguerra saranno da oggi tutelate dal Consorzio Tutela Vini d’Abruzzo. Un’unione che mirerà a rafforzare l’eccellenza a livello internazionale della produzione teramana. Il percorso, avviato più di un anno fa, è stato fortemente sostenuto da tutti i soci di Colline Teramane, con l’obiettivo di amplificare la produzione e potenziare la promozione e la valorizzazione del nome.

“Crediamo fermamente che questa sia la direzione corretta. La decisione, pur non essendo semplice, sono convinto sarà lungimirante. Ciò che iniziò come un sogno nel 2003 per 33 produttori è diventato, in due decadi, un baluardo di qualità e identità nella regione. Con oltre 600.000 bottiglie prodotte, un incremento del 50% negli ultimi due anni e 172 ettari di vigneto, il Montepulciano d’Abruzzo Colline Teramane rappresenta un terroir unico, incastonato tra il Mare Adriatico e le maestose montagne del Gran Sasso e dei Monti della Laga,” afferma Enrico Cerulli Irelli, Presidente del Consorzio Colline Teramane, oggi al termine del suo secondo mandato “Unirsi al Consorzio Tutela Vini D’Abruzzo, presieduto da Alessandro Nicodemi, significa puntare alla collaborazione nella produzione vitivinicola abruzzese. Una mossa che testimonia l’unità e la visione condivisa tra i produttori della regione”

“Sono da sempre convinto che l’unione faccia la forza”, spiega Alessandro Nicodemi presidente del Consorzio Tutela Vini d’Abruzzo, soddisfatto per l’inserimento di questa importante Denominazione, insieme alla Doc Controguerra, tra quelle tutelate dal Consorzio, che sta sempre più accelerando sulla promozione in Italia e all’estero, forte degli ottimi risultati di mercato. 

“Il Montepulciano d’Abruzzo – con i suoi oltre cento milioni di bottiglie – è senz’altro il più rappresentativo tra i vini abruzzesi, oltre ad essere tra i primi tre vini doc prodotti in Italia, e questi nuovi ingressi sono certo ci consentiranno di essere ancora più attrattivi sui mercati. La viticoltura regionale sarà ulteriormente rafforzata da questa nuova sinergia e il Consorzio – che con l’introduzione del Modello Abruzzo proprio da questa vendemmia accende i riflettori sulle identità territoriali – con la Docg Colline Teramane e la Doc Controguerra andrà ad arricchire di nuove sfaccettature il racconto dello straordinario territorio e dei vini che ne derivano”.

Attraverso il comitato di denominazione che sarà costituito all’interno del Consorzio Tutela Vini d’Abruzzo, la Docg Colline Teramane e la Doc Controguerra continueranno le proprie attività specifiche di promozione e valorizzazione: tra cui la prossima anteprima dedicata al Montepulciano d’Abruzzo DOCG in programma da giovedì 29 febbraio al sabato 2 marzo 2023.

Marta Benassi




LA FILOSOFIA DI FRONTE AL MONDO

Dal 24 ottobre al 12 dicembre 2023 torna il ciclo di incontri

Chieti, 23 ottobre 2023. Nata per favorire il confronto fra i saperi e per aprire l’Università d’Annunzio al territorio, l’iniziativa di Orientamento e tutoraggio del Dipartimento di Scienze Filosofiche, Pedagogiche ed Economico-Quantitative si è arricchita quest’anno della partecipazione di altri importanti studiosi.

Il piano prevede l’intervento di Massimo Cacciari, di Veronica Neri, professoressa di Etica della comunicazione pubblicitaria presso l’Università Statale di Pisa, del professor Stefano Mancuso, Biologo e studioso dell’Università di Firenze, e di Alessandra Papa, professoressa di Filosofia Morale e di pensiero femminile presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano.

La conferenza inaugurale, che vedrà il saluto del Rettore Liborio Stuppia, sarà tenuta il 24 ottobre alle ore 16.00, presso l’Aula Magna del Rettorato di Chieti, dal professor Massimo Cacciari.

Il suo intervento, dal titolo L’immagine scientifica del mondo cade in occasione della presentazione ufficiale del suo ultimo libro dal titolo Metafisica concreta (Adelphi 2023), in uscita a livello nazionale lo stesso giorno. Mediante una ricostruzione del concetto di scienza, di episteme – per come è stato inteso nel corso dei millenni dalla filosofia e dalla  storia della scienza – Cacciari affronterà la questione del nesso profondo che lega la ricerca scientifica con quella prettamente filosofica e metafisica.

L’iniziativa è curata da Oreste Tolone, professore associato di Etica applicata presso il Dipartimento di Scienze Filosofiche, Pedagogiche ed Economico-Quantitative dell’Università G. d’Annunzio di Chieti-Pescara, in collaborazione con Annalisa Michetti, responsabile della Europe Direct di Chieti.




UN ANNO DOPO

L’autoesaltazione dell’Italietta

PoliticaInsieme.com, 23 ottobre 2023. Francamente parlando dobbiamo dire che non volevamo proprio fare un bilancio del primo anno del Governo Meloni. Ma il commento è forzato da quell’autoesaltazione fatta a reti unificate ieri sera da telegiornali che sono una pallida cosa rispetto a quello che furono, e ancora dovrebbero essere, visto quel che costa il cosiddetto servizio pubblico.

La Legge di Bilancio parla da sola. Lo scorso anno fu colpa della deriva Draghi. Quest’anno ancora peggio. Siamo di fronte ad una finanziaria che non investe su futuro che accresce il debito, ma è finalizzata solo a mantenere le promesse elettorali. Sanità, scuola, famiglie avranno delle briciole. I poveri sono usciti dallo schermo radar e così è per il ceto medio perché non c’è alcuna intenzione di aggredire il grande bacino dell’elusione e dell’evasione.

Si esalta la vendita dei titoli di Stato sorvolando sul suo più ampio costo e sul conseguente carico che aggiungiamo alle prossime generazioni. Siamo ridotti ad essere felici d’aver visto confermata la tripla B di rating che da sola ci dice di quanti passi “non” sono stati fatti sulla via della ripresa. Debolezza del resto confermata dalle pessime previsioni per il futuro economico da parte di tutti i principali organismi finanziari internazionali.

Degli sbarchi non si parla più. Perché il ragionamento sarebbe impietoso.

I fallimenti più significativi, però, sono quelli della politica internazionale. In Europa, Giorgia Meloni sta perdendo pezzo dopo pezzo i suoi alleati. Gli è rimasto solo Orban e tra poco si esaurirà anche quella strana idea di fare un asse con il Regno Unito di Sunak costretto a pensare a come fare i bagagli e a lasciare Downing Street. Non a caso giovedì scorso ha perso altri due seggi a Westminster.

L’Italietta che è stata costruita non ha concluso niente con la Tunisia ed ha appena partecipato al l’inutile vertice del Cairo. “Mediamo per la pace” ha scritto qualche giornale fiancheggiatore, ma dall’Egitto non è venuto neppure una riga di comunicato ufficiale. La realtà è che ci siamo andati ad imbarcare senza equilibrio in cose più grandi di noi.

Resta un inedito modo di mettere in piazza le vicende personali. Cosa che non solo era al di fuori della tradizione di quella classe politica che davvero fece grande l’Italia, ma che rivela debolezze strutturali proprie dei personaggi che oggi popolano la nostra classe dirigente.

Contenti? Assolutamente no. Anzi, furiosamente arrabbiati per tutte le conseguenze che tanti errori porteranno agli italiani e perché abbiamo capito che il vero sentimento nazionale non alberga davvero dove dovrebbe. A dispetto di tanta retorica e propaganda che fa bene, ma a lungo andare sarà così?

Solo a galvanizzare quella minoranza che ha portato l’Italietta a Palazzo Chigi.

Un anno dopo: l’autoesaltazione dell’italetta – Politica Insieme




IL TIKITAKA DOMINA IN TRASFERTA

Lamezia sconfitto 5-1

Francavilla al Mare, 23 ottobre 2023. Arriva la prima gioia stagionale in trasferta per il Tikitaka. Le francavillesi dominano e stravincono 5-1 sul parquet della T&T Royal Lamezia. Una contesa a senso unico, mai in discussione e condotta con personalità dalle giocatrici abruzzesi. In rilievo anche la corposa rotazione operata da miss Cely Gayardo, che ha messo in mostra plasticamente la profondità del roster a disposizione.

Il primo tempo ricalca l’approccio delle altre partite delle giallorosse in questo inizio di stagione. Il TikiTaka è da subito padrone del gioco con pressione alta, squadra corta e riaggressione fulminea. Sono le lametine, però, ad andare vicine al goal con un tiro neutralizzato dall’ottima risposta di Gioia Marcelli, alla prima da titolare in maglia giallorossa. La pressione delle abruzzesi prosegue andando vicino al vantaggio con Bertè e poi con la deviazione di Papponetti da posizione ravvicinata, di poco alta sopra la traversa. Il goal è nell’aria. Il calcio di punizione eseguito da Aida Xhaxho viene ribattuto dalla barriera, la sfera carambola lentamente sul destro di Vanin che di prima intenzione gonfia la rete per il vantaggio giallorosso.

Non tarda ad arrivare il raddoppio: Vanin sull’esterno torna indietro da Guidotti che, prima finta il tiro e poi verticalizza per Bertè che di prima serve Leticia Martìn Cortes, ben appostata in area di rigore, per il tap-in vincente. È ancora la spagnola ad andare a referto. Su una ripartenza scaturita da un calcio piazzato battuto dalle calabresi, Cortes intercetta, si invola verso la porta avversaria e incrocia con il destro. La T&T Royal Lamezia si difende bassa e appena ne ha la possibilità rinvia lungo alla ricerca della giocatrice più avanzata di turno; solo in rarissimi casi riesce ad impensierire un’attenta Marcelli.

il TikiTaka cala il poker con un gioiello: Vanin supera in velocità in serpentina, ad una ad una, tutte le avversarie, come fossero le porte di uno slalom speciale di Alberto Tomba. Dopo aver seminato il panico, è gelida nel momento che conta, griffando la doppietta personale. A riposo si va con un perentorio 4-0.

La ripresa si apre con un sostanziale equilibrio che vede il Tikitaka consolidare il possesso. Finché Prenna recupera il pallone in area di rigore avversaria e trafigge Pepe. Secondo goal in questo inizio di stagione per la classe 2002 e manita abruzzese. Il Tikitaka gestisce con la palla fra i piedi senza rinunciare alla sua identità aggressiva e votata all’attacco: prima Ruggieri e poi Cortes vanno vicine al 6-0. Occasione ghiottissima anche per Prenna, liberata dalle compagne in area di rigore: respinge la numero 14 Pepe. Si fa viva in attacco Il Lamezia con il tentativo di Masaro: su cross dalla sinistra, colpo di testa e pallone che sbatte sul palo. Xhaxho va alla ricerca della gioia personale con un sinistro secco a incrociare, senza esito. Pochi secondi più tardi, piccola sbavatura delle francavillesi, palla rubata dalle lametine e Jokisalo si trova a tu per tu con Duda, entrata al posto di Marcelli all’intervallo, e non sbaglia. Goal della bandiera per la T&T Royal Lamezia. Nel finale, ancora Prenna su imbucata di Bertè va vicina al goal e poi qualche secondo dopo, la brasiliana si mette in proprio e la sua rasoiata sibila alla sinistra del palo.

Il Tikitaka torna in Abruzzo con una rinnovata consapevolezza nei propri mezzi, dopo una prova quasi impeccabile. La prima gioia in trasferta proietta le giallorosse nelle altissime sfere della classifica, issandosi a dieci punti.

Domenica prossima, 29 ottobre, al PalaRigopiano va in scena la sfida che vedrà opporsi al TikiTaka le giocatrici del Pelletterie.




DERBY ALL’ALTINO

Adriatica press superata 3-0

Teramo, 23 ottobre 2023. L’Altino si aggiudica il derby di Teramo battendo l’Adriatica Press Futura con il punteggio finale di 3-0. Per le biancorosse si tratta della seconda sconfitta in campionato, per le chietine il secondo successo di fila. Le ospiti, a parte l’inizio del primo e secondo set, hanno sempre condotto la gara. Ora l’Adriatica Press è attesa sabato prossimo dalla trasferta di Benevento con le campane ancora ferme al palo dopo tre giornate di campionato.

ADRIATICA PRESS FUTURA TERAMO  0

Vendramini, Ragnoli 4, Poli 10, Di Diego, La Brecciosa, Costantini 11, Patriarca, D’Egidio 1, Mazzagatti 4, Fanelli Capulli 1, Ventura. All. Nanni

TENAGLIA ALTINO (CH)          3

Ferrara 20, De Camillis, Giubilato, Giordano 3, Cometti 10, Montechiarini 8, Orazi, Angeloni, Ricci 6, Giometti 11, Micheletti. All. Giandomenico.

ARBITRI: Santinelli di Corridonia e Marini di Ascoli Piceno.

PARZIALI: 13-25; 18-25; 14-25.




LA CARITAS CHIEDE AIUTO

Dopo il bombardamento della chiesa a Gaza

PoliticaInsieme.com, 22 ottobre 2023. Dopo l’attentato avvenuto a Gaza contro l’edificio della chiesa greco-ortodossa di San Porfirio, ACI Mena ha parlato con il direttore del Centro medico della Caritas Gaza, George Jamal Antoun, per chiedergli informazioni sul bilancio delle vittime e sui danni subiti dall’edificio.

Antoun ha confermato che questo bombardamento ha avuto come bersaglio l’edificio appartenente alla Chiesa di San Porfirio e ad essa adiacente. Il risultato è stata la caduta di 18 martiri cristiani e 10 dispersi delle 86 persone che si trovavano nell’edificio.

Antoun ha sottolineato la sua partecipazione insieme ai membri delle Chiese latina e ortodossa al salvataggio di persone sotto le macerie e al recupero di 15 corpi.

Mentre le Forze della Protezione Civile hanno ultimato i lavori sul cantiere. E ha aggiunto: “Abbiamo recuperato alcuni martiri agli angoli della strada, poiché erano stati gettati fuori dall’edificio dalla forza dell’esplosione”.

Per quanto riguarda la chiesa, che è un’antica chiesa la cui prima pietra fu posta nel V secolo, Antoun ha rivelato che più di 350 civili cristiani sfollati hanno trovato rifugio in essa e negli edifici adiacenti ad essa. Anton ha concluso il suo intervento dicendo: “Alla croce segue la risurrezione, e noi siamo i figli della risurrezione. Siamo crocifissi nella nostra patria, moriamo, in essa ritorniamo e risorgiamo. “Non ce ne andremo”, ha detto il direttore ad ACI MENA.

Il Patriarcato Latino di Gerusalemme ha lanciato un altro appello: “È un appello locale ai nostri amici di Gaza affinché forniscano tende da montare nel cortile e campi da gioco per soddisfare le esigenze. Siamo semplicemente sopraffatti e i mezzi a nostra disposizione si stanno esaurendo rapidamente e chiedo aiuto ai membri, se possono risparmiare per i loro fratelli e sorelle a Gaza”.

“Chiederemo a coloro che desiderano aiutare Gaza di inviare eventuali contributi al fondo umanitario generale e potremo stanziare nuovi fondi per soddisfare i crescenti bisogni di Gaza”, conclude l’appello.

Il Patriarcato greco-ortodosso di Gerusalemme ha diffuso invece un comunicato in cui denuncia con la massima fermezza l’attentato che ha preso di mira uno dei suoi edifici, definendolo un “crimine di guerra che non può essere ignorato”.

Pubblicato anche su Acistampa

https://www.acistampa.com/story/bombe-sulledificio-della-chiesa-di-san-porfirio-parla-il-direttore-della-caritas-gaza




ROSETO ART.LAB. NEL SULMONA INTERNATIONAL FILM FESTIVAL

Manifestazione cinematografica di carattere internazionale che celebra il giovane cinema di tutto il mondo, giunta alla 41esima edizione e diretta da Carlo Liberatore

Roseto degli Abruzzi, 22 ottobre 2023. Dopo poco più di un anno e mezzo di attività il progetto artistico voluto dall’Amministrazione di Roseto degli Abruzzi, in particolare dall’Assessorato alla Cultura guidato da Francesco Luciani, valica con successo i confini comunali e provinciali. La passione e la professionalità del gruppo di giovani rosetani, brillantemente diretti da Bruno Cerasi, sono state notate dalla direzione del Festival di Sulmona durante l’ultima edizione di Roseto Opera Prima, organizzata proprio da Sulmonacinema Aps. Per questo, i giovani del “Distretto di creatività cittadina” sono stati chiamati a fare parte dello staff di lavoro che supporterà gli organizzatori nel corso della nota kermesse sulmonese che si svolgerà dall’8 all’11 novembre prossimi.

“Siamo veramente orgogliosi di questo nuovo traguardo raggiunto dai ragazzi e dalle ragazze di Art.Lab. – affermano il Sindaco Mario Nugnes e l’Assessore alla Cultura Francesco Luciani – eravamo consapevoli delle potenzialità del progetto e, grazie a questo nuovo attestato di stima, viene dimostrata ulteriormente la bontà dell’iniziativa che ha portato nuovo fermento culturale nel territorio di Roseto e, a quanto pare, non solo in esso. I giovani di Art.Lab. dimostrano quotidianamente i valori della condivisione e la passione nei confronti di ogni forma di arte, dimostrando di crescere giorno dopo giorno. Questa collaborazione dimostra, inoltre, che far cooperare i due più importanti festival cinematografici regionali, Roseto Opera Prima e il Sulmona Film Festival, è stata un’ottima intuizione che già sta portando importanti frutti e, di certo, ne porterà tanti altri in futuro”.

“La nostra mission principale è quella di rinnovarci e cercare nuovi stimoli e contaminazioni per trasmetterle ai giovani – dice Bruno Cerasi – Ringraziamo l’Amministrazione Comunale e, in particolar modo, l’Assessore Francesco Luciani per aver co-creato e creduto in Roseto Art.Lab. Un progetto che ci ha visto, tra le tante cose fatte, lavorare anche durante Roseto Opera Prima, un’esperienza che ci ha permesso di entrare in contatto con una realtà giovane e stimolante come quella del Sulmona International Film Festival. Questa “convocazione” rappresenta una ulteriore dimostrazione della ottima sinergia nata in quella occasione e sono certo che quella di Sulmona sarà una bellissima e ricca esperienza per i ragazzi di Art.Lab.”.

“Siamo entusiasti di consolidare la partnership tra il Sulmona International Film Festival e il Roseto Opera Prima – aggiunge Carlo Liberatore – Due eventi che condividono la comune radice volta alla valorizzazione del cinema esordiente e alla riflessione dei nuovi linguaggi. Una collaborazione che è un passo significativo nell’ottica dell’arricchimento comune e della condivisione di nuove idee caratterizzanti. Siamo, per questo, felicissimi di accogliere a Sulmona i professionisti di Roseto Art.Lab, nella convinzione che sapranno raccontare con profonda puntualità e accuratezza i molteplici contenuti del Festival”.




PARTE BENE IL CAMPIONATO dell’Amicacci

Battuta Firenze al palacastrum

Giulianova, 22 ottobre 2023. Esordio positivo in campionato per i Campioni d’Italia in carica della Deco Metalferro Amicacci Abruzzo, che batte la Menarini Volpi Rosse Firenze con il punteggio di 56-38, davanti a un pubblico numeroso e i trofei conquistati nella stagione passata esposti al PalaCastrum.

Dopo una partenza sprint della squadra di casa con un 6-0 firmato da Barbibay, Cavagnini e Benvenuto, arriva la reazione fiorentina che trova il pareggio dalla media con Chakir che poi serve Samuele Cini nel pitturato per il vantaggio. Nel finale di primo quarto l’Amicacci si chiude in difesa e riprende il comando del match grazie alla presenza in area di Matteo Cavagnini (15-14).

Il secondo quarto prosegue sui binari dell’equilibrio con gli ospiti che restano in scia grazie alle giocate di un molto attivo Salim Chakir. La squadra di coach Di Giusto si affida all’esperienza di Marchionni e Cavagnini per conservare il vantaggio e chiudere il primo tempo con un margine rassicurante (30-23).

Al rientro dall’intervallo la Deco Metalferro mostra sul parquet una maggior continuità offensiva e prende il largo fino in doppia cifra, trascinata da un Marco Stupenengo in gran forma. Nel finale di terzo quarto arriva il canestro di Barbibay a correggere l’appoggio di Greco Brakus e quello di Boganelli a concludere una splendida azione di squadra, a spegnere le velleità di Firenze (45-29).

L’ultima frazione di gioco è in controllo per l’Amicacci, che concede spazio ai giovani, con il classe 2007 Luigi Topo che trova la soddisfazione dei suoi primi due canestri nella massima serie, prima della sirena conclusiva (56-38).

Un match che ha dato buone notizie a coach Di Giusto oltre al risultato, in particolare il pieno recupero di Marco Stupenengo dopo l’infortunio che l’ha tenuto fuori nel finale della scorsa stagione e l’ottimo inserimento nei meccanismi della squadra del giovane talento Joel Boganelli. I margini di crescita non mancano, considerata anche l’assenza di Jaylen Brown, in arrivo dall’Australia, in vista dei prossimi impegni, a cominciare dalla trasferta di Treviso in programma sabato 28 ottobre.

Tabellino

Devo Metalferro Amicacci Abruzzo: Nagle, Benvenuto 2, Marchionni 8, Blasiotti, Topo 4, Cavagnini 15 (16reb, 4rec), Stupenengo 9, Mandjam 2, Boganelli 6, Greco Brakus, Barbibay 10 (5ast). All. Di Giusto.

Volpi Rosse Menarini Firenze: Visser, Chakir 9, Caiazzo, Hosseini 4, Bassoli 8, Scandolaro 3, Pinto Reis, Oujedid, Van Trijp, Innocenti 6, Cini 8. All. Castellucci.

Serie A – Risultati 1^ giornata di andata

Girone A

UnipolSai Briantea84 Cantù – Farmacia Pellicanò Reggio Calabria 73-25

Santa Lucia Roma – Kos Group Santo Stefano 29-100

GSD Porto Torres – Montello Bergamo 61-65

Classifica (W/L):

Santo Stefano 1/0 | Cantù 1/0 | Bergamo 1/0 | Porto Torres 0/1 | Reggio Calabria 0/1 | Roma 0/1 |

Girone B

Deco Metalferro Amicacci – Menarini Volpi Rosse Firenze 56-38

Comes Boys Taranto – Crich PDM Treviso (18/11)

Riposa: Banco di Sardegna Sassari

Classifica (W/L):

Amicacci 1/0 | Firenze 0/1 | Sassari 0/0 | Treviso 0/0 | Taranto 0/0 |

Stefano D’Andreagiovanni




DA DE GASPERI E MORO, autentici cristiani, AI POLITICI CLERICALIZZATI E BLASFEMI che sventolano rosari

Una riflessione sul Vangelo secondo Matteo nel famoso passaggio “Rendete dunque a Cesare quello che è di Cesare e a Dio quello che è di Dio”

di Rocco D’Ambrosio

Globalist.it, 21 ottobre 2023. Il Vangelo odierno: In quel tempo, i farisei se ne andarono e tennero consiglio per vedere come cogliere in fallo Gesù nei suoi discorsi. Mandarono dunque da lui i propri discepoli, con gli erodiani, a dirgli: «Maestro, sappiamo che sei veritiero e insegni la via di Dio secondo verità. Tu non hai soggezione di alcuno, perché non guardi in faccia a nessuno. Dunque, di’ a noi il tuo parere: è lecito, o no, pagare il tributo a Cesare?». Ma Gesù, conoscendo la loro malizia, rispose: «Ipocriti, perché volete mettermi alla prova? Mostratemi la moneta del tributo». Ed essi gli presentarono un denaro. Egli domandò loro: «Questa immagine e l’iscrizione, di chi sono?». Gli risposero: «Di Cesare». Allora disse loro: «Rendete dunque a Cesare quello che è di Cesare e a Dio quello che è di Dio». (Mt 22, 15-21 – XXIX TO/A).

Partiamo da una testimonianza famosa. Nel 1952 il Vaticano si batté strenuamente affinché a Roma la Dc si alleasse con gli eredi del fascismo (Msi), dopo aver invitato Sturzo a costituire una lista civica. De Gasperi, fermo nelle sue convinzioni antifasciste, resistette alle pressioni. Nel giugno del 1952 De Gasperi richiese un’udienza al Papa per sé e la propria famiglia. Era il trentesimo anniversario del suo matrimonio e sua figlia Lucia aveva appena preso i voti come suora. Il Papa rifiutò e De Gasperi scrisse una lettera all’ambasciatore italiano in Vaticano, Giorgio Mameli, per protestare: «come cristiano accetto l’umiliazione benché non sappia come giustificarla; come presidente del Consiglio e ministro degli Esteri, la dignità e l’autorità che rappresento e di cui non mi posso spogliare, anche nei rapporti privati, mi impone di esprimere stupore per un rifiuto così eccezionale e di riservarmi di provocare dalla Segreteria di Stato un chiarimento». Esempio fulgido di un credente che ha compreso e fata sua la lezione del “date a cesare e date a Dio”.

Oggigiorno, purtroppo i politici stile De Gasperi sono rarissimi e quello dei doveri verso Dio e di quelli verso la comunità civile e politica è un tema che crea molte difficoltà tra i cattolici italiani. Abbiamo pochi come De Gasperi e Moro, autentici cristiani e cittadini di gran levatura; proliferano, invece, politici clericalizzati o blasfemi con rosari sventolati; clero politicizzato o incline a rapporti non chiari con il mondo politico; politici in cerca di appoggi clericali a ogni pie’ sospinto e via discorrendo. Ci sarebbe un impellente bisogno di riaprire luoghi di discussione e dialogo nelle parrocchie, associazioni e movimenti su questo tema; ci sarebbe bisogno che preti e vescovi riprendessero a formare i politici cattolici, impegnati nei diversi partiti, senza distinzione. E in questi incontri il primato della Parola di Dio deve essere sacrosanto: il Signore ci comanda di adempiere ai nostri doveri di cittadini di questo mondo, quanto lo fa per quelli verso Dio. Sono ambedue importanti. Al tempo stesso ci chiede di fuggire l’idolatria del potere (cf. Lc 4) e di amarlo e servirlo in ogni nostra azione.

In temi di guerra, “verniciate” anche di motivazioni pseudo religiose, la risposta di Gesù – “Rendete dunque a Cesare quello che è di Cesare e a Dio quello che è di Dio“ – è virtuosamente tra due estremi: la teocrazia, da una parte, con la sua tendenza a concepire ed assorbire qualsiasi forma di potere nella sfera religiosa (si pensi ad alcuni Paesi di tradizione musulmana) e, dall’altra, l’invadenza del potere politico nella sfera della libertà personale, specie religiosa, fino a negarla (si pensi ad alcune dittature totalitarie). Esistono poteri e poteri, ciascuno con il proprio ordine e prerogative a cui rispondere: né il potere statale può sostituire quello religioso, né viceversa. Il discorso di Gesù non fa una grinza, ma la prassi ecclesiale, come quella statale, lasciano spesso a desiderare.

Non ho qui lo spazio per affrontare l’analisi delle cause storiche e teologiche che hanno portato molti cattolici italiani a credere che assolvendo solo ad alcuni doveri verso Dio fosse quasi automatica la strada per il paradiso. E molto spesso, nelle nostre omelie e incontri di formazione, abbiamo dimenticato di riferirci alla fedeltà a Dio che non può essere staccata dalla fedeltà agli altri. E’ il tema della doppia fedeltà – fedeltà a Dio e fedeltà all’uomo, – con la quale si vuole indicare la responsabilità e l’amore in linea, sia verticale, che orizzontale. O, per usare un’espressione cara a Italo Mancini, si può parlare di fedeltà a Dio e fedeltà alla terra, due fedeltà possibili solo se operiamo un discernimento continuo sul senso della nostra fede e sul valore dell’impegno nel mondo.

Concludo con un’altra testimonianza, alta e profonda, quella di Aldo Moro. Un episodio privato, raccontato dalla figlia Agnese, spiega bene come la laicità di Moro fosse capace di convivere con un cristianesimo profondamente vissuto. Nel giorno del matrimonio di sua figlia Maria Fida un prete forse troppo zelante pensò di ingraziarsi l’illustre uomo politico concludendo la cerimonia religiosa senza recitare gli articoli del Codice civile. Moro lo interruppe e invitò il prete a leggere quegli articoli affinché… fosse tutto in regola, divina e umana.

“Rendete dunque a Cesare quello che è di Cesare e a Dio quello che è di Dio”.




DERBY D’ABRUZZO

L’Adriatica Press Futura Teramo riceve la visita dell’Altino, domani 17:30  per una sfida che si preannuncia spettacolare. Poli: “Partita importante con obiettivo di giocare al massimo”

Teramo, 21 ottobre 2023. Dopo i primi punti della nuova stagione in B1 conquistati domenica scorsa, l’Adriatica Press Futura Teramo gioca nuovamente in casa. Per la 3^ giornata di andata, le biancorosse ricevono domani la visita della Tenaglia Altino, per una sfida dal sapore particolare.

È il primo derby d’Abruzzo che si gioca tra le due formazioni e la squadra allenata da coach Luca Nanni si troverà davanti una compagine accreditata alla vigilia, dagli addetti ai lavori, come una delle pretendenti alla vittoria finale.

Non sarà facile affrontare un sestetto completo in ogni reparto, ma l’Adriatica Press ha preparato la gara nel migliore dei modi, come sottolinea il centrale biancorosso Aurora Poli: “Ci siamo allenate con grande impegno e concentrazione per affrontare una squadra forte e completa. È un derby e di conseguenza è una partita importante da giocare al massimo con intelligenza e soprattutto con tanta voglia di vincere. Sappiamo – prosegue il centrale biancorosso – che Altino è una delle squadre accreditate per la vittoria finale. Proprio per questo motivo che la nostra concentrazione dovrà essere al 100% con l’obiettivo di giocare al massimo. Facciamo appello al nostro pubblico che dovrà sostenerci per tutto l’arco dell’incontro”.

La sfida tra l’Adriatica Press Futura Teramo e la Tenaglia Altino, si giocherà domani (domenica) nel Palascapriano con inizio alle 17:30. A dirigere il derby d’Abruzzo è stata designata la coppia Cristina Santinelli e Lorenzo Marini.




SOLIDARIETÀ PER DUE

[L’altarino che la Meloni ha innalzato a sé stessa ha un po’ stancato … e lasci perdere Dio, Patria, Famiglia]

PoliticaInsieme.com, 21 ottobre 2023.  Sono giustamente molti coloro che, soprattutto nel mondo della politica – e, in particolare, le signore, come ovvio che sia – hanno espresso la loro solidarietà a Giorgia Meloni.

Le questioni private e familiari vanno sempre trattate con grande e sincero rispetto. E non fa bene mischiarle con la politica e che a farlo siano per primi proprio i diretti interessati che hanno responsabilità pubbliche.

Ma il povero Giambruno?

Non merita anche lui qualche attestato di solidarietà?

Non dev’essere stato facile, poverino, vivere per tanti anni a fianco e nell’ombra di una donna di pietra, come Giorgia Meloni afferma d’essere.

Francamente questo altarino che la Meloni ha innalzato a sé stessa e che quotidianamente incensa ha un po’ stancato. Della storia dell’under-dog ed ora addirittura della donna di pietra che nulla scalfisce cominciamo ad averne le tasche piene.

Il problema della Meloni è Giorgia. Se vuole durare scenda dall’Olimpo. Questa presunzione di superiorità che traspare dalla narrazione che fa di sé stessa è il suo effettivo punto debole.

E lasci perdere Dio, Patria, Famiglia.




TUTTO QUESTO PRESTO FINIRÀ!

Pescara, 20 ottobre 2023. A giudicare dalle locandine di avviso affisse sui portoni dei palazzi situati nei pressi di via Virgilio, dove è stata scattata la foto, questa affermazione potrebbe essere più una certezza che un auspicio. L’isola ecologica in questione è sempre stata sofferente e oggetto di conferimenti per nulla corretti, anzi, effettuati anche fuori dai contenitori quando questi non venivano e vengono ancora danneggiati per diventare loro stessi elementi di degrado e abbandono.

L’elegante donna arrivata in macchina, forse neanche residente in zona, deposita agevolmente nel cassonetto dell’indifferenziato due bustoni targati Raccolta carta e che, a giudicare dal basso sforzo, evidentemente contengono proprio carta. Ma a curiosare dentro il cassonetto si vede quasi tutto materiale differenziabile che invece andrà a finire nelle piattaforme del tal quale, per essere poi sottoposto ad una vagliatura prima del conferimento in discarica.

Questo non solo ha un costo, spalmato sulla collettività, ma impedisce di ricavare quanto previsto dall’accordo ANCI-CONAI per il conferimento corretto presso le loro piattaforme, che “pagano” i comuni per il materiale conferito. Ma tra breve tutto questo dovrebbe aver fine grazie al porta-a-porta (PAP) che eliminerà la raccolta stradale e quindi i cassonetti, escluso quello del vetro.

La responsabilità della buona raccolta sarà quindi demandata alla capacità dei cittadini di fare una corretta separazione a monte dei rifiuti e una attenta consegna dei materiali. All’azienda Ambiente spa spetta il compito di tenere allineate tutte le fasi del processo. Ma non finisce qui: quanto prima bisognerà cominciare a produrre meno rifiuti, pratica che costituisce la più grande prossima sfida ambientale.

Giancarlo Odoardi

Ri-media magazine – Rifiuti Zero Abruzzo




MUTUI, TASSI, BENZINA: UN VERO DISASTRO

PoliticaInsieme.it, 20 ottobre 2023. L’imponibile IVA è diminuita complessivamente dello 0,6% da gennaio a luglio, rispetto allo stesso periodo del 2022, con il calo da attribuire essenzialmente alle imprese.

Continuano a giungere, insomma, segnali non positivi sull’andamento della nostra economia reale che continua a soffrire indubbiamente delle cresciute difficoltà nell’accesso al credito per famiglie e imprese. Secondo i dati di Banca d’Italia, si registra un calo del 3,4% dei prestiti al settore privato su base annua di -2,3% rispetto al mese precedente.

I prestiti alle famiglie sono diminuiti dello 0,6% e quelli alle società non finanziarie del 6,2% mentre i tassi hanno superato il 5% per importi superiori al milione di euro.

A peggiorare le cose, dopo la guerra d’Ucraina, sono intervenute le reazioni al conflitto esploso tra Hamas e Israele che hanno subito visto un balzo all’insù di greggio e gas, interrompendo quella linea di stabilità che sembrava prendere piedi dopo l’estate.

Ovviamente, a cascata, come sempre accade, la crescita delle quotazioni del petrolio influenzano al rialzo anche i costi dei trasporti e, dunque, dei prodotti alimentari. Per le famiglie e le imprese un vero  e proprio disastro. E i cartelli che indicano i prezzi medi dei carburanti a livello regionale non servono assolutamente a niente.




LA FAMIGLIA IN EUROPA tra crisi e progettualità

Piccola Opera Charitas, Ruetta Scarafoni 3 Giulianova, 21 ottobre 2023

Teramo, 20 ottobre 2023. Sabato prossimo, 21 ottobre, in un momento storico per la Chiesa universale, che a Roma sta vivendo il Sinodo dei Vescovi, si svolgerà a Giulianova, nell’arco dell’intera giornata, un convegno internazionale. La scelta della sede dell’incontro nella sala Trevisan della Piccola Opera Charitas (istituzione diocesana, che da oltre sessant’anni si prende cura delle persone con disabilità), vuole essere un segno dell’attenzione particolare della Diocesi di Teramo-Atri verso le famiglie più fragili.

«Il nostro evento s’inserisce a pieno titolo in questo tempo di riflessione e di preghiera per la Chiesa – sottolineano Laura e Francesco Di Giacomo, una delle due coppie che guidano l’Ufficio Famiglia della diocesi di Teramo-Atri – dove tutti i battezzati, al di là del loro stato di vita e del loro carisma, sono chiamati a dare ragione della loro fede e del loro contributo al bene comune. Esso è anche la prosecuzione naturale della riflessione iniziata dalla Federazione delle Associazioni familiari cattoliche in Europa (FAFCE) durante il periodo della pandemia, in cui – se molte famiglie hanno fatto l’esperienza della solitudine – tutte si sono rese conto della fondamentale importanza del fare rete, dell’essere insieme.

Questo appuntamento vuole essere non solo un momento di condivisione e di riflessione, ma anche di pianificazione di respiro europeo, proposta da una chiesa particolare, quella di Teramo-Atri, in cooperazione con l’ufficio famiglia della Conferenza Episcopale Italiana (CEI), con la Conferenza Episcopale Abruzzese-Molisana e con la Federazione delle Associazioni Familiari Cattoliche in Europa (FAFCE). Ed è proprio alla FAFCE che Papa Francesco ha rivolto un discorso fondativo che inserisce le sfide delle famiglie europee in questo tempo di sinodalità: «Nel vostro impegno quotidiano per le famiglie, voi svolgete un duplice servizio: portate la loro voce presso le istituzioni europee e lavorate per formare reti di famiglie in tutta Europa. Questa missione è in piena consonanza con il percorso sinodale che stiamo vivendo, per fare sì che la Chiesa diventi più Famiglia di famiglie» (Papa Francesco, Udienza al Consiglio di Presidenza della FAFCE, 10 giugno 2022).

Dopo i saluti iniziali, il convegno inizierà con una presentazione da parte del Presidente della FAFCE, Vincenzo Bassi. In seguito, si terrà una tavola rotonda, di stampo internazionale, in cui interverranno i rappresentati di significative esperienze d’associazionismo familiare di tutta Europa. La mattinata terminerà con l’intervento della Ministra per la Famiglia, la Natalità e le Pari Opportunità, Eugenia Roccella, che offrirà un suo contributo su come le politiche pubbliche, possano favorire, e mai ostacolare, le iniziative della società civile, riscoprendo un autentico spirito di sussidiarietà. La tavola rotonda del pomeriggio, invece, sarà dedicata alle esperienze italiane e a come la famiglia può tornare ad essere protagonista nell’Italia di oggi. Con uno sguardo al futuro, gli interventi finali raccoglieranno le sfide e le proposte della giornata, nella speranza di dare una spinta nuova anche all’associazionismo familiare, a tutti i livelli. Mons. Emidio Cipollone, Arcivescovo di Lanciano-Ortona e delegato per la famiglia e la vita della Conferenza Episcopale dell’Abruzzo-Molise, celebrerà la Santa Messa che concluderà i lavori.

Il convegno di Giulianova si inserisce in un percorso che lo scorso maggio, presso l’Università Cattolica di Murcia (UCAM), in Spagna, ha celebrato il congresso internazionale su “Reti familiari, antidoti alla solitudine” e non si fermerà qui, ma continuerà a Bruxelles, dove tutte le associazioni familiari cattoliche d’Europa vivranno a fine ottobre, la loro assemblea.

L’intero convegno sarà trasmesso in diretta streaming sul canale YouTube della Diocesi di Teramo e sulla sua pagina Facebook e il segnale è a disposizione di chiunque lo voglia ritrasmettere. L’intera sessione mattutina sarà trasmessa da SuperJ (canale 16 del digitale terrestre per l’Abruzzo e il Molise)

Alla fine dei lavori del mattino la signora Ministra sarà a disposizione dei giornalisti presenti per un punto stampa sui temi affrontati nel convegno. È gradito l’accredito dei colleghi giornalisti al link https://www.diocesiteramoatri.it/archivio-comunicati-stampa-della-diocesi-di-teramo-atri/




LAUREA GREEN in ambito sanitario

I primi due laureati del Corso in Tecnologie Eco-Sostenibili e Tossicologia Ambientale hanno svolto la tesi sperimentale presso la Fater e sono stati premiati da Algo Biotechnologies

Chieti, 19 ottobre 2023. Marina Stipani e Demis Garofalo sono i primi due laureati del Corso di Laurea triennale in Tecnologie Eco-Sostenibili e Tossicologia Ambientale (TESTA) dell’Università degli Studi Gabriele d’Annunzio di Chieti-Pescara. I due neodottori – inseriti nel programma FATER LAB EXPERIENCE e sotto la supervisione del Dr. Stefano Resta – hanno svolto una tesi sperimentale presso l’azienda FATER occupandosi di nuove metodologie per lo sviluppo di prodotti ecosostenibili a basso impatto ambientale.

In occasione della seduta di laurea svoltasi ieri presso il Dipartimento di Farmacia, la start up innovativa ALGO BIOTECHNOLOGIES, nella figura del CEO, professor Antonio Di Stefano, ha conferito un premio di laurea ad entrambi i neodottori per aver portato a termine (in 2 anni e 2 sessioni), con successo, il percorso di studio. Il corso di laurea in TESTA si inserisce nell’ambito della classe di laurea delle scienze e tecnologie farmaceutiche (L-29) e mira alla formazione di nuovi tecnici green esperti in ecosostenibilità in grado di applicare metodologie standardizzate di campionamento e metodologie analitiche strumentali certificate e atte alla rilevazione, al riconoscimento e alla quantificazione di tossici e contaminanti nelle diverse matrici.

Il nostro Corso di Laurea – sottolinea la professoressa Ivana Cacciatore, Presidente del CdL TESTA della d’Annunzio – prepara tecnici laureati esperti nel controllo chimico, chimico-tossicologico e tossicologico a tutela della sicurezza ambientale, alimentare e industriale con particolare riferimento all’economia circolare. A completamento della formazione vengono fornite agli studenti competenze, in accordo con le più moderne linee-guida EMA (European Medicines Agency), relative alla obbligatorietà della valutazione del rischio ambientale (Environmental Risk Assessment) per ottenere l’autorizzazione all’introduzione sul mercato dei medicinali ad uso umano. Come Presidente del Corso di Laurea – aggiunge la professoressa Cacciatore – sono orgogliosa del lavoro svolto in questi primi tre anni dai colleghi, dal personale tecnico-amministrativo e soprattutto negli studenti che credono in questo progetto avviato nell’a.a. 2020/21 per volontà del professor Antonio Di Stefano.

Maurizio Adezio




CONTRO L’ODIO INSIEME A RETAKE E DIVERSITY LAB

Ace scende in campo con un progetto di sensibilizzazione. Oltre il 50% della popolazione nel Centro Italia vittima di discriminazione

Pescara, 19 ottobre 2023. Il 20 ottobre dalle ore 8.30 alle ore 12.30 la cittadinanza  è invitata ad aiutare gli studenti della Scuola Secondaria I° grado Vittoria Colonna a riqualificare  il Parco Montessori e a partecipare ai laboratori sul linguaggio inclusivo

•             Oltre il 50% della popolazione nel Centro Italia ha dichiarato di aver subito un episodio di discriminazione, il 76% ha assistito ad almeno un episodio, quasi il 60% non ha reagito

•             Due azioni concrete sul territorio italiano: la campagna di sensibilizzazione ACE-Formula Anti-Odio e il progetto di riqualificazione “Scendiamo in piazza”, per ripulire le città anche dall’odio e favorire la socialità e la condivisione degli spazi comuni

•             ACE insieme a Retake, Diversity Lab e le Istituzioni locali per un obiettivo comune: uniti per combattere l’odio, lo sporco più ostinato

Faranno tappa a Pescara domani 20 ottobre “Formula Anti-odio” e “Scendiamo in piazza” le due iniziative con cui ACE, leader nei detergenti per la casa e i tessuti e marchio di Fater, è scesa in campo a livello nazionale per combattere contro lo sporco più ostile al mondo: l’odio. E lo fa con due azioni concrete: “Formula Anti-odio”, un progetto su scala nazionale con l’intento di sensibilizzare l’opinione pubblica sulle tante forme di odio che colpiscono le persone, anche attraverso le scritte offensive che sporcano le nostre città, e “Scendiamo in piazza”, una iniziativa che ha coinvolto le scuole di 4 città italiane – Roma, Milano, Pescara, Palermo – in un concorso con l’obiettivo di riqualificare i luoghi scelti dagli studenti per restituirli alla città ripuliti, rigenerati e predisposti all’aggregazione sociale.

Pescara è la terza delle quattro tappe previste dal progetto, dopo Roma e Milano, e vedrà la presenza di Antonio Fazzari, CEO di Fater e dei vertici della joint-venture Christian Eihausen, CFO Global Baby, Feminine, and Family Care di Procter & Gamble  e Sergio Marullo di Condojanni, CEO di Angelini Industries. Ad affiancare il management dell’azienda anche il ViceSindaco Giovanni Santilli, la Dirigente della Scuola Media Vittoria Colonna (Istituto Comprensivo Pescara 2) e alcuni rappresentanti delle due associazioni partner del progetto, Retake e Diversity Lab.

A monte del progetto ACE ci sono i risultati di una ricerca  commissionata dal brand, che ha indagato il vissuto e il percepito della discriminazione in Italia e in particolare nelle regioni del Centro. Da quanto emerge, infatti, la discriminazione è un fenomeno ancora troppo frequente su tutto il territorio nazionale: 1 italiano su 2 ne è vittima. Lo spaccato di analisi del Centro Italia conferma questa tendenza. Oltre il 50% della popolazione delle regioni di quest’area ha subito un atto discriminatorio, il 76% ha assistito ad almeno un episodio, di cui orientamento sessuale (37%), bullismo (35%), etnia (34%) e body shaming (31%) rappresentano le forme maggiormente emerse. A fronte di un episodio di discriminazione, quasi il 60% degli intervistati non ha reagito. Rabbia (45%), tristezza (40%) e disgusto (39%), le emozioni maggiormente provate dalla maggioranza degli intervistati nel Centro Italia.

L’iniziativa di sensibilizzazione promossa da ACE, si concretizzerà a Pescara attraverso la realizzazione del progetto presentato dagli alunni della Scuola Secondaria di I° grado Vittoria Colonna, vincitori del concorso. Il luogo scelto dagli studenti come spazio da riqualificare è il Parco Montessori, che sarà ripulito per una migliore fruizione da parte di tutta la cittadinanza.  Al progetto di riqualificazione del parco si unisce quello contro l’odio che prevederà un laboratorio sul linguaggio inclusivo e la rimozione di tutti riferimenti all’odio presenti nel parco grazie a uno speciale prodotto ACE rimuovi-graffiti e insulti, non in vendita.

Per la realizzazione dei due progetti ACE ha scelto di unirsi a Retake, associazione di volontariato specializzata nella riqualificazione urbana, e Diversity Lab, organizzazione impegnata a promuovere la cultura dell’inclusione e il valore dalla diversità, nei media, nelle aziende e nella società civile. L’obiettivo dell’iniziativa è promuovere una nuova cultura del pulito volta a sostenere la lotta contro l’odio e la cura degli spazi comuni.

“Prenderci cura delle persone, così come dei territori, è da sempre parte integrante del nostro modo di fare impresa: per questo motivo crediamo molto in iniziative come Formula anti-odio, che valorizzano l’impegno e il contributo che ciascuno di noi può dare per rendere migliore il mondo, più accogliente l’ambiente, più sensibili i giovani e i meno giovani – dichiara Sergio Marullo di Condojanni, Vicepresidente e CEO Angelini Industries. Fater rappresenta un concreto ed efficace esempio di come esperienze, competenze e passione – messe a fattor comune da due soci e gruppi multinazionali come Angelini Industries e P&G – siano in grado di generare non solo risultati di eccellenza, ma anche dare vita a progettualità a vantaggio delle comunità in cui operiamo”.

“P&G è un’azienda globale impegnata quotidianamente a migliorare la vita dei consumatori di tutto il mondo oggi e per le generazioni future. Come azionisti della joint venture Fater, siamo felici che entrambe le aziende condividano gli stessi valori, che nel nostro caso portiamo alla vita nel Paese con il nostro programma di cittadinanza “P&G per l’Italia”, attraverso il quale stiamo contribuendo a realizzare iniziative concrete nel campo della sostenibilità sociale ed ambientale, che hanno un impatto sulle persone e sul pianeta, aiutando lo sviluppo delle comunità in cui viviamo e lavoriamo” – commenta Christian Eihausen, CFO Global Baby, Feminine, and Family Care · Procter & Gamble.

“Aver riunito le nostre realtà, per il secondo anno di fila, qui, a Pescara, è la dimostrazione del ruolo centrale che per noi rivestono questa città e l’intera Regione. Fater da sempre scommette su questo territorio e siamo orgogliosi di essere, a nostra volta, un punto di riferimento per i cittadini del luogo. Nel nostro lavoro ciò che ci guida è mettere le persone al primo posto, sia all’interno dell’azienda che nelle comunità in cui operiamo. E proprio questa attenzione per le persone è il valore cardine che collega le nostre tre realtà. È per me, quindi, motivo di orgoglio essere qua anche con le persone che ogni giorno rendono unica la nostra azienda, per dar vita ai nostri princìpi con questa iniziativa” – conclude Antonio Fazzari, General Manager di Fater.

La tappa di Pescara del progetto è patrocinata dal Comune di Pescara.

Evento aperto al pubblico: venerdì 20 ottobre, dalle 8.30 alle 12.30, all’interno del Parco Montessori – Via Francesco Verrotti – Pescara.

Le due iniziative nel dettaglio:

“Scendiamo in Piazza”: un progetto di riqualificazione urbana promosso da ACE insieme all’associazione Retake e realizzato in collaborazione con l’agenzia educativa La Fabbrica, dedicato a bambine e bambini, ragazze e ragazzi per aiutarli a sviluppare competenze di cittadinanza attiva e diventare protagonisti attivi della cura del proprio territorio.

“ACE Formula Anti-Odio” campagna di comunicazione che racconta episodi reali di discriminazione vissuti da 4 ragazzi in tema di omofobia, body shaming e grassofobia, razzismo e antisemitismo, realizzata con la consulenza di Diversity Lab e da un’idea creativa di DLVBBDO. Sono le storie di Carlo Maria che ha ricevuto insulti omofobi per aver ballato con il suo compagno durante una festa del liceo, di Elisa che fin dall’età di 12 anni temeva l’estate a causa delle discriminazioni subite per il suo aspetto fisico, di Mark che a 15 anni al parco con gli amici si è visto additare e chiamare “sporco ebreo” da ragazzi più grandi e di Osayi nata e cresciuta in Italia che, per il colore della sua pelle, convive ogni giorno con gli sguardi di chi la giudica e non la considera un’italiana.

ABOUT FATER

ACE, leader nei detergenti per la casa e i tessuti, è un marchio di Fater: joint venture paritetica fra Procter&Gamble e Angelini Industries. Fater è inoltre leader di mercato in Italia nei prodotti assorbenti per la persona con i marchi Pampers e Lines. Impiega 1.600 dipendenti, ha un fatturato di € 914 milioni di euro – anno fiscale 2021-2022 – opera attraverso 4 stabilimenti produttivi: a Pescara, Campochiaro (CB), Porto (Portogallo), Gebze (Turchia).




HAMAS E IL TERRORISMO

No alle violenze e ai fondamentalismi

di Giovanni Cominelli

PoliticaInsieme.com, 19 ottobre 2023. Coloro che sfilano democraticamente qui nel largo Occidente, che va dai campus americani alle nostre università e scuole e piazze, sventolando le bandiere di Hamas e dei Palestinesi, procedono con questo sillogismo: “Occidentale” vuol dire colonialista e imperialista, americano e/o europeo”; Israele è paese occidentale; Israele è colonialista e imperialista.

Hamas usa il terrore? Sgradevole, ma obbligata e disperata reazione. Gli Ebrei non fanno lo stesso ogni giorno, fin dagli anni ‘30? Vogliamo dimenticare il massacro del villaggio palestinese di Deir Yassin del 9 aprile 1948, quando i sionisti appartenenti all’Irgun e alla Banda Stern uccisero un centinaio di civili, tra cui donne e bambini ed espulsero il resto degli abitanti? E nascondere sotto il tappeto il 1956, il 1967, il 1973 fino alle colonizzazioni selvagge dei nostri giorni in Cisgiordania ecc…?

La maggiore del sillogismo è un falso storico, che solo un’incosciente ignoranza “democratica” può sventolare nelle piazze.  Quanto al terrorismo: non è solo una tecnica di guerra, feroce, cui si ricorre, quando non ci sono altre strade. È un’ideologia ben identificabile. Sì, bisogna capire le ragioni del terrorismo. Ma capire e giustificare sono due operazioni diverse, una intellettuale, l’altra etica.

Lo Statuto di Hamas

Ciò che ha mosso il terrorismo di Hamas in questi giorni non è principalmente una strategia militare, ma un’ideologia genocidaria. Ti uccido perché sei Ebreo. Non è disperazione, è dottrina. Basterà richiamare qui qualcuno dei 36 articoli dello Statuto del 1988 di Hamas –  Harakat al-Muqawama al-Islamiyya – il Movimento di Resistenza Islamica, fondato nel 1987, durante la prima Intifada palestinese. “Statuto”, perché “Costituzione” è solo il Corano! E basta.

Nella Premessa: “Israele sarà stabilito e rimarrà in esistenza finché l’islam non lo ponga nel nulla, così come ha posto nel nulla altri che furono prima di lui”. Art. 6: “Hamas si sforza di innalzare la bandiera di Allah su ogni metro quadrato della terra di Palestina”. Art. 7: “L’Ultimo Giorno non verrà finché tutti i musulmani non combatteranno contro gli ebrei e i musulmani non li uccideranno”.

Art. 8: “Dio come scopo, il Profeta come capo, il Corano come costituzione, il jihad come metodo, e la morte per la gloria di Dio come più caro desiderio… fino alla proclamazione dello Stato islamico”.  Art. 11: “Il Movimento di Resistenza Islamico crede che la terra di Palestina sia un sacro deposito, terra islamica affidata alle generazioni dell’islam fino al giorno della resurrezione”.

Art. 13: “Le iniziative di pace, le cosiddette soluzioni pacifiche, le conferenze internazionali per risolvere il problema palestinese contraddicono tutte le credenze del Movimento di Resistenza Islamico”.

Difficile continuare a sostenere, come si fa anche il PD, che Hamas non è l’ISIS, di cui pertanto non è pensabile la distruzione, ma il gruppo dirigente con il quale bisognerà trattare, perché destinato a dirigere non solo i Palestinesi di Gaza, ma anche quelli della Cisgiordania, oggi sotto la screditata Autorità Nazionale Palestinese. Hamas è una variante del fondamentalismo sunnita. Ed è la ragione profonda della convergenza con quello sciita e, pertanto, dell’uso politico che l’Iran sta facendo e intende continuare a fare della questione palestinese.

I fondamentalismi religiosi e “la teologia della Terra” in Medioriente

Si fa fatica qui nella nostra Europa democratico-illuminista a comprendere le ragioni di un conflitto accanito e mortale.

Se c’è un luogo dove la religione innerva la politica, questa è il Medioriente ebraico-israeliano e arabo-islamico. Si tratta della “teologia della Terra”. Essa condiziona l’inizio della liberazione e della redenzione e l’arrivo del Messia alla (ri)-conquista della Terra, nella quale Dio ha incontrato e eletto il suo popolo.

È l’ideologia di “Eretz Israel”, la Terra d’Israele. Nelle correnti del sionismo religioso e di quelle ortodosse radicali dell’Ebraismo solo il ritorno a Gerusalemme può dare inizio al processo messianico della salvezza e della redenzione.

Il sionismo laico-socialista ha tentato di laicizzare questo messianismo per trasformarlo in “religione civile”, posta a base della democrazia israeliana. Ma il tentativo è fallito e questo ha segnato la fine del Mapam e del successore di Meretz, partiti di sinistra laica e socialista, e l’ascesa di una destra radicale.

Il mancato scioglimento dell’intreccio tra identità religiosa ebraica e entità statale israeliana, separando religione e Stato, ha portato al fallimento degli Accordi di Oslo del 20 agosto 1993, firmati il 13 settembre da Rabin e Arafat.

Essi furono approvati solo da 61 parlamentari della Knesset, 50 votarono contro, 8 si astennero. Prevedevano il ritiro di Israele da aree della Striscia di Gaza e della Cisgiordania e il diritto palestinese all’autogoverno attraverso la nascita dell’Autorità nazionale palestinese. (Anp). Molta parte della popolazione israeliana però ha continuato a sognare “Eretz Israel”.

Così il 4 novembre del 1995 Rabin fu assassinato da uno studente israeliano. L’ebraicizzazione della statualità israeliana si è radicalizzata in questi anni, sotto la guida di Netanyahu, sempre più condizionato da gruppi fondamentalisti, cui poco interessa la democrazia e assai di più la riconquista di “Eretz Israel”.

Sul fronte di Hamas, l’art. 7 dello Statuto di Hamas è chiarissimo: “L’Ultimo Giorno non verrà, finché tutti i musulmani non combatteranno contro gli ebrei e i musulmani non li uccideranno, e fino a quando gli ebrei si nasconderanno dietro una pietra o un albero, e la pietra o l’albero diranno: o musulmano, o servo di Allah, c’è un ebreo nascosto dietro di me – vieni e uccidilo…”. Art. 13: “Dobbiamo instillare nelle menti di generazioni di musulmani l’idea che la causa palestinese è una causa religiosa”.

A nessun Greco verrebbe mai in mente di riconquistare la Magna Grecia né a nessun Cristiano di riconquistare Gerusalemme. In realtà, sì, ci venne in mente. Correva qui da noi l’anno 1096. Il sogno fondamentalista cristiano finirà nel 1270. Ci provò Gregorio X a lanciare una nona crociata nel 1274. Non gli diede retta più nessuno. Il Cristianesimo ha de-territorializzato e spiritualizzato la Terra promessa. Cristo non è un leader sociale e politico. È senza Terra.

Ma nel Medioriente il fondamentalismo religioso continua a insanguinarla. Contro il quale le uniche armi continuano ad essere il diritto internazionale, lo stato di diritto, la laicità come separazione della religione dal diritto, la Torah e il Corano dalla Costituzione. L’insorgenza fondamentalista – si pensi anche a quella indù o buddistico-birmana – continua ad essere una minaccia per la pace mondiale e per la democrazia. La costruzione delle quali richiede discernimento e coscienza storica. Compito urgente e tuttora gravemente inevaso per il sistema scolastico e universitario, per i media, per i partiti.

Giovanni Cominelli

Hamas e il terrorismo. No alle violenze e ai fondamentalismi – di Giovanni Cominelli – Politica Insieme




ISRAELE-PALESTINA, CHI HA IL CORAGGIO DELLA PACE?

Di Paolo Girola

PoliticaInsieme.com, 18 ottobre 2023. Siamo tutti colpiti dall’orrore di quello che gli stessi terroristi di Hamas hanno postato sui social e di quanto si vede in tv sui bombardamenti israeliani che colpiscono la striscia di Gaza.

Inutile fare la classifica degli orrori che avvengono da 70 anni in Terra Santa, partendo dal peccato originale della prima guerra arabo israeliana del 1948, dopo la decisione dell’ONU di dividere la Palestina in due piccoli Stati. Come ci sembra saggia oggi quella decisione e folle la risposta araba che la rifiutò e fu sconfitta.

La violenza non ha risolto nulla, né da parte araba né da parte israeliana. La vendetta chiama nuova vendetta. I cosiddetti “accordi di Abramo”, fra Israele e alcuni Paesi arabi (si era alla soglia di un clamoroso accordo con l’Arabia Saudita), non chiariscono come risolvere il problema di alcuni milioni di palestinesi ammassati fra Gaza e la Cisgiordania (o West Bank), fra i quali si intrufolano ancora nuovi insediamenti di coloni ebrei, intransigenti e armati, che occupano terre in teoria destinate all’Autorità palestinese. C’è anche il problema dei profughi palestinesi nei Paesi arabi limitrofi, soprattutto in Libano.

Proprio nei giorni della violenza terroristica di Hamas, il quotidiano israeliano “Haaretz” ha pubblicato un breve filmato in cui si vede senza censure un colono ebreo armato di fucile automatico uccidere a sangue freddo un arabo palestinese disarmato con il quale stava discutendo. Siamo vicini al villaggio palestinese di At-Tuwani, che si trova a sud di Hebron. Sullo sfondo un reparto dell’esercito israeliano che non interviene (filmato diffuso dall’organizzazione israeliana non governativa B’Tselem).

La violenza è frutto della paura e della diffidenza. Nessuno si fida di nessuno fra le due parti. Raid violenti da parte di gruppi armati israeliani sono avvenuti quest’anno in diversi villaggi palestinesi della Cisgiordania. Ne dà notizia sempre il giornale israeliano “Haaretz”, molto critico sulla politica del governo Netanyahu. Atti di violenza o terroristici vengono compiuti da militanti palestinesi ai danni di cittadini israeliani.

Se è vero che il movimento sionista non ha mai pensato allo sterminio dei palestinesi. “È vero però che l’idea dell’espulsione degli arabi per garantire il nostro Stato è stata costante” ha detto lo scrittore israeliano Tom Segev al “Corriere della Sera”.

Penso che i governi israeliani degli ultimi anni abbiano pensato di attuare questa politica, anche una politica del divide et impera, cioè di poter convivere con Hamas, lavorando per indebolire l’Autorità palestinese in Cisgiordania. Così non hanno contrastato fino in fondo il rafforzamento militare di Hamas (possibile che non sapessero di quanti missili si stava dotando una enclave così controllata e infiltrata di spie al soldo dello Stato ebraico?). D’altronde la nascita di Hamas –acronimo di Ḥarakat al-Muqāwama al-Islāmiyya, movimento di resistenza islamica – alla fine degli anni Ottanta non è stata contrastata dagli israeliani che vi vedevano un elemento di indebolimento dell’OLP. Insomma, la politica che fa del nemico del mio nemico un mio amico.

Una politica assai praticata in Medio Oriente, ad esempio in Libano e Siria, ma sempre con effetti di violenza e sopraffazione.

Così non cresce nessuna prospettiva di pace. Nessun leader in grado di far uscire quelle disgraziate popolazioni da una condizione di paura e sottosviluppo. Così si mantengono al potere dittatori e autocrati. Ma il ragionamento potrebbe estendersi alle repubbliche ex sovietiche dell’area asiatica, a maggioranza musulmana.

È evidente che “se non c’è limite all’odio e alla vendetta a prosperare è solo il terrore”, come ha scritto Maurizio Maggiani sulla “Stampa”.

E il terrore non può aver limiti se in campo scendono altri attori come l’Iran, direttamente o più probabilmente attraverso i suoi alleati Hezbollah o le sue milizie Pasdaran. Oppure si rinfocolano movimenti terroristici come i vari movimenti che si rifanno alla Jihad islamica.

La vendetta non è mai giustizia, vale per tutti e in tutti i casi. O almeno così pensano i cattolici che si rifanno all’insegnamento del Papa che anche in questi ultimi anni non ha mai smesso di predicare contro la follia della guerra nelle sue varie declinazioni.

Pubblicato su Rinascita Popolare dell’Associazione I Popolari del Piemonte




IL LIBRO DI TOMMASO COLETTI

La presentazione domenica prossima presso il Teatro Tosti

Ortona, 17 ottobre 2023. Presentazione del libro di Tommaso Coletti domenica prossima, 22 ottobre 2023, alle ore 17:30 presso il teatro Tosti di Ortona. Una vita nelle Istituzioni: questo è il titolo del libro di Tommaso Coletti, un racconto affascinate di una esperienza politica che attraversa tutti i periodo della nostra storia dal dopo guerra ai giorni nostri.

All’incontro, organizzato dall’associazione culturale Abruzzo Popolare, interverranno l’ex segretario nazionale del Partito Popolare Italiano Pierluigi Castagnetti, l’on. Luciano D’Alfonso e l’ex parlamentare e presidente emerito del Consiglio regionale d’Abruzzo Gianni Melilla. Modera l’Arch. Nando Marinucci, direttore responsabile del quotidiano online abruzzopopolare.it.




PROGETTO  SENTINELLE DI CIVILTÀ E FELICITÀ

Per l’ottavo anno consecutivo alla Troiano Delfico

Montesilvano, 17 ottobre 2023. Torna anche quest’anno presso l’Istituto Comprensivo Troiano Delfico di Montesilvano il Progetto Sentinelle Civiltà e Felicità realizzato del Cav. Claudio Ferrante patrocinato dall’associazione Carrozzine Determinate.

. Gli studenti delle otto classi terze della scuola media affrontano insieme a Claudio Ferrante argomenti importanti che, partendo da una riflessione sulla felicità, li porteranno ad interrogarsi sulle cose essenziali della vita, per giungere all’analisi di comportamenti inclusivi necessari per eliminare le barriere culturali in ingresso alla società per le persone con disabilità.

La Dirigente, prof.ssa Vincenza Medina, sottolinea come questo lavoro, finalizzato allo sviluppo delle doti empatiche e solidali e al rispetto della Persona, completi il percorso verso la legalità e l’attenzione alle regole; percorso che, negli ultimi anni, i docenti dell’IC Troiano Delfico hanno tracciato, ottenendo ottimi risultati, con l’obiettivo di eliminare i comportamenti inadeguati e sostenere la cultura del rispetto.

Il progetto per il secondo anno consecutivo è stato sponsorizzato dalla farmacia Russo del Dottor Domenico Russo di Montesilvano. “ Ho partecipato insieme ai ragazzi all’intero corso e mi sono resa conto della valenza pedagogica di questo meraviglioso progetto. É stato molto emozionante ed è evidente che percorsi didattici come questo possano insegnare ai giovani i veri valori della vita. È per noi motivo di orgoglio poter sponsorizzare la nascita di nuove sentinelle di civiltà e felicità” così si è espressa la Dott.ssa Mariangela Russo.

“Ringrazio la Farmacia Russo che ha consentito a numerosi alunni di partecipare attivamente al progetto. Con loro abbiamo avuto modo di affrontare argomenti importanti e complessi e di ragionare su come comportamenti che appaiono solo non corretti possano trasformarsi in vere violazioni di diritti umani. Abbiamo notato come molti di questi ragazzi fossero preparati e attenti alle tematiche della disabilità, dell’empatia e dell’inclusione e voglio per questo congratularmi con la Dirigente Vincenza Medina e con i docenti della scuola Delfico” in questo modo si è espresso Claudio Ferrante.

Nella giornata di domani le otto classi coinvolte si cimenteranno nella passeggiata empatica in carrozzina, grazie alla fornitura e il supporto della ditta Orthosan Montesilvano, per sperimentare direttamente come sia l’ambiente che crea la disabilità.

Prevista per martedì 24 ottobre prossimo la consegna dei diplomi alle “nuove Sentinelle”

Claudio Ferrante, Presidente Associazione Carrozzine Determinate




OGGI GIORNATA DI DIGIUNO

Preghiera e astinenza per la pace e la riconciliazione

PoliticaInsieme.com, 17 ottobre 2023.  Oggi sarà una giornata di digiuno, preghiera e astinenza per la pace e la riconciliazione.

La Presidenza della Cei ha deciso di promuoverla in comunione con i cristiani di Terra Santa secondo le indicazioni del Cardinale Pierbattista Pizzaballa, Patriarca di Gerusalemme dei Latini.

«Si organizzino momenti di preghiera con adorazione eucaristica e con il rosario alla Vergine Santissima – è stato l’appello del cardinale Pizzaballa, secondo cui – è questo il modo in cui ci ritroviamo tutti riuniti, nonostante tutto, e incontrarci nella preghiera corale, per consegnare a Dio Padre la nostra sete di pace, di giustizia e di riconciliazione”.

Il cardinale, proponendo questa giornata di digiuno e preghiera,  ha espresso “grande dolore e sgomento per quanto sta accadendo. Ancora una volta ci ritroviamo nel mezzo di una crisi politica e militare. Siamo stati improvvisamente catapultati in un mare di violenza inaudita. L’odio, che purtroppo già sperimentiamo da troppo tempo, aumenterà ancora di più, e la spirale di violenza che ne consegue creerà altra distruzione. Tutto sembra parlare di morte”.

Secondo  il Patriarca Pizzaballa “finché non si affronterà la situazione palestinese, la stabilità non tornerà in questa zona”.

Oggi, Giornata di digiuno, preghiera e astinenza per la pace e la riconciliazione – Politica Insieme




CHIUSA LA RASSEGNA DEI CUOCHI

Diecimila persone hanno affollato nel fine settimana le vie del centro storico

Villa Santa Maria, 17 ottobre 2023. Si è chiusa con tanto pubblico – circa 10mila presenze –  e grande soddisfazione da parte degli organizzatori la 43esima edizione della Rassegna dei cuochi di Villa Santa Maria che si  è tenuta lo scorso fine settimana, da venerdì 13 a domenica 15 ottobre.

Tanti i momenti di arte culinaria e intrattenimento che hanno riempito la tre giorni di gusto, spettacoli e show cooking.  Questi ultimi sono stati a cura dell’Unione regionale dei cuochi della Campania, dell’Istituto Professionale di Stato per l’Enogastronomia e l’Ospitalità Alberghiera di Termoli, dell’Ipssar G. Marchitelli di Villa Santa Maria, dello chef Santino Strizzi che ha presentato anche il suo ultimo libro e dell’Ipseoa De Panfilis – Di Rocco di Roccaraso.

E poi ancora degustazioni di vino, olio e altri prodotti tipici, aperitivi tematici e l’esilarante spettacolo del comico di Zelig Franco Neri, dal titolo Si stava meglio quando si stava peggio, che ha chiuso, domenica sera, la parte dedicata all’intrattenimento proposta quest’anno  dalla Rassegna.

Immancabile il buffet dimostrativo sull’arte culinaria, sapientemente curato dall’Associazione dei Cuochi Val di Sangro e dall’Istituto alberghiero IPSSAR G. Marchitelli. Due realtà, che insieme al Comune si spendono ogni anno per la perfetta riuscita della Rassegna.

“Come amministratori non possiamo che essere soddisfatti di tutte le persone che hanno partecipato ad un evento storico come il nostro – commenta il sindaco Giuseppe Finamore – e che hanno affollato le vie del centro storico per tre giorni consecutivi. Un plauso va sicuramente ai tanti ragazzi degli istituti alberghieri, di Termoli, Roccaraso e Villa Santa Maria, che hanno organizzato degli splendidi cooking show. Grazie all’associazione dei Cuochi Valle del Sangro che partecipa alla manifestazione con un numero importante di chef che accolgono gli ospiti con piatti deliziosi”.

“Un ringraziamento speciale va all’eccellenza del nostro paese – aggiunge – che è l’istituto alberghiero “G. Marchitelli” che è una parte importante e necessaria per la buona riuscita della Rassegna. Ed è per questo che auspichiamo che in futuro, già dal prossimo anno, la scuola abbia un coinvolgimento maggiore nell’organizzazione dell’evento. Questo potrebbe servire a rendere ancora più affascinante questo bellissimo mestiere agli occhi dei ragazzi che pensano di intraprendere il percorso di formazione”.

Tante le autorità che nella tre giorni si sono recate a Villa Santa Maria. Dall’onorevole Alberto Bagnai, ai consiglieri regionali Sabrina Bocchino e Fabrizio Montepara. “L’attenzione delle istituzioni, che ogni anno partecipano all’iniziativa – conclude il sindaco Finamore – è segno che Villa Santa Maria non è conosciuta solo come la patria dei cuochi ma anche come il paese in cui si svolge un evento prestigioso e rappresentativo del territorio”.

Barbara Del Fallo




TUMORE AL SENO la camminata metabolica

Tappa a Pescara nel mese della prevenzione

Pescara, 16 ottobre 2023. La camminata metabolica fa tappa anche a Pescara, in una soleggiata domenica di ottobre: si tratta di un appuntamento in programma, tra tanti altri, per un lungo ottobre mese dedicato alla prevenzione del tumore al seno e mese rosa.

Con l’obiettivo di modificare le cattive abitudini ed avere più cura di sé, ieri una carovana in rosa guidata da Simona Bucciarelli e Argia De Deo è stata accolta a Pescara centro dal Dott. Marino Nardi, responsabile della chirurgia mammaria della ASL di Pescara e dal consigliere comunale di Pescara, Cristian Orta.

La campagna Ottobre in Rosa è la testimonianza forte di una rete di volontariato sociale e sanitario molto attivo e vivace oltre che di una efficace sinergia con la sanità pubblica. Ogni attività volta ad animare questa campagna è sinonimo di voglia di vivere, e la prevenzione, unitamente ad uno stile di vita sano, può modificare  percentuali che oggi, purtroppo sono elevate: il tumore al seno è il più frequente dei tumori femminili” commenta Orta.

In particolare, la camminata metabolica  è un nuovo modo di fare sport, all’aperto e in socialità, un’attività che da qualche tempo è sbarcata anche in Abruzzo; un’esperienza ginnica, motoria ed emozionale, che comprende una serie di esercizi innovativi, semplici, ma efficaci: si tratta di una camminata, ma non di una normale passeggiata. La sua attività è finalizzata all’educazione sull’importanza del movimento all’aria aperta, adatto a tutti, come forma di prevenzione di malattie cardiovascolari, malattie metaboliche e respiratorie, alla divulgazione del rispetto e della valorizzazione del patrimonio ambientale e alla diffusione di attività altamente socializzanti.




DANNO NEUROLOGICO: la risposta è differente tra maschi e femmine

Secondo uno studio condotto congiuntamente da Cnr, Irccs Fondazione Santa Lucia, Università degli Studi “G. d’Annunzio” di Chieti-Pescara e Università Kore di Enna, il tessuto adiposo sarebbe un organo chiave nel determinare risposte metaboliche e infiammatorie diverse tra i due sessi a seguito di neuropatia e dolore cronico. La ricerca, pubblicata sulla rivista iScience, apre interessanti prospettive per una medicina di genere

Roma, 16 ottobre 2023. Molte ricerche indicano una maggiore sensibilità e suscettibilità dei soggetti di sesso femminile al dolore cronico, specialmente a quello di origine nervosa (neuropatico), rispetto a quello maschile: oggi, uno studio condotto congiuntamente dal Consiglio nazionale delle ricerche con l’Istituto di biochimica e biologia cellulare di Napoli (Cnr-Ibbc) e l’Istituto dei sistemi complessi di Roma (Cnr-Isc) -, dalla Fondazione Santa Lucia IRCCS di Roma, dal Centro di Studi e Tecnologie Avanzate (CAST) dell’Università degli Studi G. d’Annunzio di Chieti-Pescara  e dall’Università Kore di Enna ne svela la possibile causa.

Lo studio, pubblicato sulla rivista iScience, mette per la prima volta in luce il ruolo chiave svolto dal tessuto adiposo nella regolazione delle risposte infiammatorie e metaboliche specifiche legate al sesso biologico, gettando luce su alcuni fattori determinanti che spiegano la maggiore suscettibilità del sesso femminile al dolore neuropatico.

“Fino a oggi le ricerche si erano focalizzate su quelli che sembravano essere gli attori principali coinvolti nelle neuropatie e sul dolore a esse associato, che si pensavano essere all’origine di questa differenza, ossia il sistema immunitario, le cellule non neuronali (neuroglia) e gli ormoni sessuali, scoprendo effettivamente divergenze tra maschi e femmine nella risposta al danno nervoso. Ma cosa effettivamente innescasse le diverse risposte di questi attori dopo una lesione nervosa era finora ignoto”, spiega Sara Marinelli ricercatrice del Cnr-Ibbc, alla guida del team di ricerca. “Il tessuto adiposo, organo fino a non molto tempo fa considerato amorfo, è in realtà particolarmente dinamico nella comunicazione inter-organo, ed è capace di regolare, influenzare e modificare numerosi processi fisiologici e patologici, non soltanto di natura metabolica. Oggi, abbiamo aggiunto un importante tassello alla comprensione di questo divario, scoprendo che questo organo partecipa attivamente alla riparazione di un danno neurologico in modo sesso-dipendente”.

In vari disordini metabolici, quali ad esempio il diabete e l’obesità, il tessuto adiposo è considerato un organo che può facilitare processi infiammatori o essere causa dell’insorgenza di neuropatie; l’ipotesi che esso possa svolgere un ruolo predominante e differente in base al sesso nel modulare la risposta metabolica a una lesione nervosa – in assenza di concomitanti patologie metaboliche – non era però mai stata presa in considerazione.

Le osservazioni del team si sono concentrate sulle lesioni a un nervo periferico, arrivando a superare molte precedenti aspettative: “A seguito di tale tipo di lesione, abbiamo osservato che il tessuto adiposo maschile promuove la glicolisi ossia la scissione della molecola di glucosio al fine di generare molecole a più alta energia – e riduce la spesa energetica e i livelli di acidi grassi insaturi. Inoltre, nel sesso maschile, il tessuto adiposo favorisce il rilascio di molecole rigenerative, protegge contro lo stress ossidativo, stimola sue proteine tipiche come l’adiponectina, creando un ambiente favorevole alla rigenerazione e alla guarigione dalla neuropatia”, aggiunge Roberto Coccurello ricercatore Cnr-Isc e Fondazione Santa Lucia IRCCS, supervisore dello studio.

Diversa, invece, la risposta nell’altro sesso. “Il tessuto adiposo femminile mostra una lipolisi e un’ossidazione degli acidi grassi alterate, un aumento della spesa energetica e un’elevata secrezione di ormoni steroidei che influisce sul metabolismo del glucosio e dell’insulina. In sostanza, il tessuto adiposo femminile non solo risponde al danno con un metabolismo alterato simile a quello dei soggetti che sviluppano neuropatie diabetiche, ma rilascia anche altri ormoni coinvolti nella generazione e nel mantenimento del dolore neuropatico”, prosegue Claudia Rossi, docente di Biochimica dell’Università G. d’Annunzio di Chieti-Pescara.

“Tutto ciò ha chiare implicazioni nella comprensione delle divergenze di risposta tra i sessi al danno nervoso, soprattutto alla luce del fatto che il sistema immunitario, i neuroni e la neuroglia sono altamente suscettibili ai cambiamenti metabolici e ormonali, soprattutto quelli legati al glucosio, all’insulina e a estrogeni.”, conclude Sara Marinelli.

Queste scoperte aprono una prospettiva terapeutica nuova per affrontare i danni nervosi periferici, anche se saranno necessarie ulteriori ricerche per identificare bersagli più precisi e mettere a punto terapie diversificate a seconda del genere.

La scheda

Chi: Istituto di biochimica e biologia cellulare del Consiglio nazionale delle ricerche; Istituto dei sistemi complessi del Consiglio nazionale delle ricerche; Istituto di ricovero e cura a carattere scientifico Fondazione Santa Lucia; Università degli Studi “G. d’Annunzio” di Chieti-Pescara; Università Kore di Enna

Che cosa: Sex-specific adipose tissue’s dynamic role in metabolic and inflammatory response following peripheral nerve injury https://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S2589004223019910