L’ANNO DI GIORGIA MELONI

Esattamente un anno fa si andava alle urne per vederne uscire la vittoria di Giorgia Meloni

di Giancarlo Infante

Politicainsieme.it, 25 settembre 2023. Ancora devono essere approfondite bene le cause di quello che era, sì, un risultato scontato, ma che non tutti si aspettavano nelle proporzioni poi espresse dalle urne. E non si tratta solamente di una considerazione di natura elettorale perché gli esperti in materia avevano già ampiamente preannunciato una disparità netta in termini di seggi parlamentari.

La riflessione, e forse molta documentazione, soprattutto quella riservata, lo dirà alle prossime generazioni tra qualche tempo e, magari, favorirà il nascere dell’ennesima teoria complottista ( e si potrebbe ironicamente questa volta ritenerla ironicamente credibile) sull’esistenza di un piano scientificamente studiato a tavolino … per perdere. Studiato e messo in atto, ovviamente, da parte della sinistra. In effetti, si arrivò a quel 25 settembre 2022 a seguito di una ridda di ripensamenti, alleanze impostate e poi fatte cadere, coalizioni inopinatamente naufragate per le quali si pensò bene di non organizzare neppure quella cosiddetta “desistenza” che, probabilmente, se non fosse servita a rovesciare il risultato finale, avrebbe finito certamente per ridimensionare il divario tra i due schieramenti contrapposti.

A quelle elezioni, tra l’altro, si arrivò con tanto richiamo e tante promesse al mondo cattolico (CLICCA QUI).

Oggi, come in occasione di tanti anniversari, saremmo costretti ad azzardare un giudizio. Ma non è facile. Completo e dettagliato è sicuramente al di là delle nostre modeste forze e competenze. Tanti sarebbero, infatti,  gli ambiti da esaminare e da porre sotto una seria lente d’ingrandimento. La difficoltà più grande, però, viene dal profondo iato che abbiamo constatato esistere tra le dichiarazioni e i risultati concreti. Giorgia Meloni e i suoi alleati, consapevoli dei magri risultati conseguibili, infatti, continuano a chiederci di attendere la conclusione del loro ciclo quinquennale di legislatura. Il guaio è che il loro continuo rimando ad un periodo più lungo, ai loro occhi finisce per togliere validità a qualunque giudizio divergente.

Però, qualcosa lo si può già dire ad appena il 20% del percorso intrapreso. Intanto, che non è cambiato nulla per ciò che riguarda il comportamento politico istituzionale. Nonostante goda di un’ampia maggioranza parlamentare, il Governo, che semmai ha accentuato il carattere verticistico e dirigista, continua ad andare avanti a colpi di decreti-legge e di voti di fiducia.

Inoltre, non si tratta di riferirci ai tanti dietrofront oramai conclamati della Meloni che segnano la distanza siderale tra la Presidente del Consiglio di oggi e la barricadiera capopopolo che, a lungo con il suo neonato partito, è stata costantemente all’opposizione negli ultimi anni, non peritandosi di farlo anche nei confronti dei “solidi” alleati di oggi Salvini e Forza Italia.

Sembra evidente che un elemento importante da sottolineare, di natura di cultura politica ed istituzionale, sia quello sulla assoluta mancante riflessione su una strutturale mancanza di rappresentatività che deriva dall’aver visto partecipi al voto meno del 50% degli aventi diritto, tra astenuti, voto bianco e schede nulle. E questa carenza di rappresentatività è ancora più grave per due ordini di problemi.

Il primo, è quello legato all’ambizione di voler operare una vera e propria trasformazione, persino culturale, del Paese come i vari ideologhi che ha di contorno, ideologhi alla Sangiuliano per intenderci, ci hanno anticipato e  continuano a raccontarci tutti i giorni.

La seconda, è che già quest’anno si è rivelato come periodo difficile economicamente e socialmente e, purtroppo, ci attendono solamente le famose “lacrime e sangue”.

L’atteggiamento della Meloni, e di molti suoi sodali, ha ulteriormente diviso il paese. Che lo è, a maggior ragione, anche dopo l’impegno di “conquista” evidentemente in atto nell’editoria, nella Rai, nei vertici delle aziende di stato. Ma quelle “lacrime e sangue” devono essere affrontate tutti assieme. E non bastano gli ammiccamenti ai popolari mentre veleggia con Orban e con i Vox. Come non basta il “voltafaccia” a favore degli americani in materia di guerra d’Ucraina. Non bastano neppure le formali, e mai da prendere sul serio, pacche sulle spalle scambiate con le altre e gli altri leader internazionali. Le difficoltà con Francia, Germania, Commissione europea e Tunisia già prese da sole sono in grado di dirla tutta. Per non parlare poi delle altre difficoltà connesse all’applicazione del Pnrr, a ciò che ci porta l’inflazione e all’esplosione dei costi dell’energia.

Tutte questioni con cui dobbiamo fare i conti. Ma i conti non ce li devono fare solo il Governo e la maggioranza Meloni. Siamo tutti noi italiani a dover assumere, con realismo, e possibilmente definendo una progettualità di sviluppo, una nuova postura. Che non è quella di essere e di sentirsi tutti i giorni in una campagna elettorale senza fine.

Ecco, per andare al sodo, ovviamente non dimenticando le tante critiche meritate che giungono dal mondo del lavoro, da lavoratori e imprese, quest’anno dalle elezioni si è rivelato un periodo di ancora più gravi incertezze ed insicurezze. E a poco ci serve avere la conferma che, a breve, ci troveremo ancora più divisi su proposte come il Presidenzialismo, nel frattempo diventato Premierato, come se fossero la stessa cosa, e l’Autonomia differenziata. Insomma, il primo anno della Meloni a Palazzo Chigi, per quanto disastroso sia stato, rischia di dare la stura ad uno successivo ancora peggiore.




NEL SEGRETO DEL … CASSONETTO!

Pescara, 25 settembre 2023. So che Ambiente spa sta lavorando con cura all’estensione dei servizi di raccolta differenziata porta a porta (PAP) in zone importanti della città. Non è un’operazione semplice, perché oltre alla logistica, con cui intendo la localizzazione dei punti di conferimento da parte dei cittadini e di presa da parte degli operatori, che sulla carta potrebbe anche essere una operazione organizzativa, seppur complessa, gestibile, bisogna portare a casa con successo la collaborazione degli utenti. Non è cosa da poco.

Passare da un sistema di raccolta stradale, con una prevalente componente di “indifferenziato”, ad uno “personalizzato”  (PAP) comporta, soprattutto per chi conferisce, un cambio di abitudini quotidiane e prima ancora di mentalità. Il ché non è una cosa affatto scontata. I responsabili dell’Azienda credo conoscano, a vario titolo e meglio di tutti, la qualità merceologica dei rifiuti raccolti: non basta che la città sia pulita e in ordine, e questo costituisce già un grande risultato, ma è anche necessario che il materiale conferito intercettato sia “buono”.

Per spiegarlo voglio riportare tre recenti constatazioni, sapendo che l’elenco potrebbe essere, ahimè, lungo.

Nel cassonetto del vetro un giorno ho trovato il resto di un lampadario. C’è una pubblicità televisiva che ricorda che insieme a bottiglie e vasetti non ci vanno la busta e il tappo. Se si hanno dubbi, si può consultare la sezione “dove lo butto” del sito di Ambiente spa per scoprire dove un lampadario può essere conferito.

Adiacente alla serie di cassonetti per la raccolta di prossimità, giorni fa ho trovato un ventilatore con piedistallo. Non entrava in nessun contenitore per cui l’incauto utente ha ritenuto che lasciare fuori in bella vista il rifiuto “ingombrante” o anche “RAEE” fosse la cosa più semplice e efficace da fare.

Sere fa, nel conferire il mio sacchetto di organico nel relativo bidone marrone, ho notato una insolita confezione. Pensando fosse il semplice contenitore tetrapack finito chissà perché nel contenitore sbagliato, ho fatto per prenderlo per “aggiustare” le cose. Con mia sorpresa ho sentito il peso di una confezione di latte integra, a lunga scadenza, tra l’altro ancora di là da venire.

Non so come si possa venire a capo di questa situazione, di colpevole e in diversi casi doloso conferimento, fuori da ogni regolamento, dove neanche il dubbio di poter far male frena chi si rende responsabile di questi gesti. Che potrebbero essere diffusissimi in tutta la città (Ambiente lo saprà senz’altro) e che andrebbero fatti oggetto di un attento studio oltre che di una robusta attività informativa per cambiare abitudini e comportamenti.

Giancarlo Odoardi – Rifiuti Zero Abruzzo




PROCESSO PER MAGIA nella Sulmona del XVIII° secolo

[Contributo Pubblicato alle pgg. 148-152in “Rivista Abruzzese”, anno XXXII – N.3-4 Lanciano 1979]

di Franco Cercone

Nell’archivio della Cattedrale di Corfinio, gentilmente messomi a disposizione da Don Cesiro Di Francescantonio, mi sono imbattuto in un voluminoso fascicolo manoscritto raggruppante gli «Atti del Vicario generale della Curia di Valva Mons. Liberati».

Tali atti, che abbracciano gli anni 1723-1726, si riferiscono al processo contro un certo Fra Francesco di Naro, località in tenimento di Agrigento, e detto perciò «il Siciliano», il quale, pur non essendo stato ordinato sacerdote, aveva celebrato messa, confessato ed amministrato il Sacramento della Comunione non solo in Umbria (soprattutto a Spoleto) ma anche in numerose località dell’Abruzzo aquilano e nel Sulmonese, fra cui Pettorano e Pacentro. «II Siciliano» però, cioè Fra’ Francesco, possedeva l’abilità di eludere continuamente la sorveglianza ecclesiastica e di fuggire al momento opportuno dai monasteri appena avuto sentore di essere ricercato. Così, per es., si apprende (pag. 99 del manoscritto) che «il Siciliano» si trovava a Pacentro nel gennaio del 1724 presso il Convento dei Minori osservanti.

Su segnalazione del Priore, il Vescovo di Sulmona invia in ricognizione alcuni frati che riferirono, dopo, di essere arrivati troppo tardi, in quanto «il Siciliano… se ne fugiva dalla parte della ferrata di ferro che corrisponde all’orto… ignudo con le semplici asciucatori seu tovaglie di lino
bianco, e con le motande e scarpe…».

Del fatto comincia ad interessarsi anche la Santa Congregazione, che in data 27 maggio 1724 raccomanda da Roma, una volta a conoscenza che «il Siciliano» era nelle carceri vescovili di Sulmona, che «Fra’ Francesco di Naro… sia costantemente custodito, però trattato con carità, moderando la supposta asprezza de’ ferri a’ piedi e manette a le mani».

Inoltre la Santa Congregazione raccomandò al Vescovo di Sulmona, Matteo Odierna, di cui torneremo a parlare, che tutti gli atti relativi al processo le fossero poi trasmessi.

Il mistero di quest’uomo, che pur vestito da frate non aveva ancora la potestà di celebrar messa, si svela allorché durante il lungo processo di Sulmona pervengono all’autorità ecclesiastica inquirente gli atti del processo svoltosi a Spoleto contro Fra’ Francesco, alias «il Siciliano», atti inviati dalla stessa Santa Congregazione al Vescovo di Sulmona per conoscenza. Da essi risulta che «il Siciliano» era esperto in magia bianca e nera ed aveva partecipato a diverse sedute al fine di «cavar tesori». Alcune
di queste pratiche e riti magici risultano sorprendentemente simili a quelli messi in atto da un gruppo di religiosi implicati nel processo Centini, svoltosi un secolo prima circa (1634-1636) ed oggetto di un ampio studio pubblicato da Giuseppe Profeta[1].

Nelle ultime udienze del processo a Spoleto – egli riuscì come al solito a fuggire prima della sentenza e pertanto condannato in contumacia – Fra’ Francesco di Naro confessa che in una delle sue tante peregrinazioni si ritrovò a Capestrano in compagnia di un frate cappuccino di cui, disse, non ricordava il nome.

Questo frate lo portò «in casa d’un tal Sig.r Gioacchino ed in un piccolo stanziolino di detta casa, ove dicevasi esserci di certo un grosso tesoro; cominciò detto prete a recitare un’orazione, che
l’aveva presa dal breviario, e scritta in una carta, ne io so, che orazione si fusse. e quella unitamente alla rovescia, cioè l’ultime parole nel primo e le prime nell’ultimo. Poi disse detto prete cappuccino spogliato, che ci voleva un breviario nuovo, alcune candele di cera non ancora usata, come anche alcuni spachetti (sic) non mai toccati da donna ed io ancora dicevo di si, che ci volevano queste cose alla presenza di detto Signor Gioacchino e sua moglie, ma non sortì nientaltro in quel luogo. Poi ci partimmo io et il detto prete cappuccino spogliato in altri luoghi, e fra gli altri in un torrione di detta città che dicono la Porta d’Assisi, ed ivi ancora col detto Pre’ dicessimo certe parole di questo tenore, ricordandomi alcune parole di esso che sono: Sasmois, Canoismus, Mausmis, Daufanis et altre delle quali che hora non mi sovvengono, dicendomi ancora il detto Padre che se in quel luogo vi fosse stato il tesoro, mentre si dicevano le dette parole, sarebbe comparso avanti gl’occhi l’oro come raggi di sole: lui diceva che vedeva non so che cosa, ma io non vedeva cos’alcuna, e nè in questo luogo sortì altra cosa…
».

Nella seduta del 2 dicembre 1724 «il Siciliano» fa questa confessione:

« Essendo capitato circa li 25 o 26 settembre del 1723 in una osteria da 6 miglia prima d’arrivare all’Aquila, la sera di detto giorno capitò ancora in detta osteria mentre io ed altri uomini stavamo mangiando, un uomo di giusta statura, un poco grassotto che mostrava d’essere d’età di
45 anni in circa, di carnagione olivastra, con perucca in testa di colar biondo, barba negra, e canuto alquanto, vestito di sciamberga di colar cinericio il quale in discorso disse che si chiamava Monsù Simone di natione francese e perché portava come una borsa di calice per cercar la limosina, e. detta borsa era di color rosso e disse, che lui era Pagano convertito alla fede e per segno di ciò mi mostrò alcuni attestati di Roma, che lo raccomandava agli ordinarj de’ luoghi, a’ fine di questuare. Quest’uomo fu da me invitato a mangiare in detta osteria ed io in fatti pagai il mangiare per
me e per lui. Stassimo alquanto in discorso di cavar tesori e lui disse in presenta di quegli altri che erano in nostra compagnia che se fussimo stati in un patto di cavar tesori, sarebbe a lui bastato l’animo d’esentare me ed esso medesimo dalle bastonate ma non gl’altri. Da questo motivo essendo io dormito col sopradetto Monsù Simone, ci presi confidenza e discorrendo di molte materie e specialmente de’ tesori, che la mattina m’avrebbe insegnato altri secreti quanti io ne volevo. Ed infatti la mattina doppo d’aver fatta colazione che io la pagai, lui mi diede una moneta d’oro che mi disse
che valeva un Luiggi, e detta moneta era antica di Nerone imperatore, e mi disse che aveva cavato un tesoro nelle parti di Calabria e richiedendogli io di quello che promesso m’avea la sera, lui mi disse di si, che perciò si cavò dalla sacca molte carte ed un libro in ottavo foglio manoscritto,
che il carattere dava del rosso e mi fece scrivere le seguenti cose.

In primis mi fece scrivere prò vendicatione inimicorum, quale fu di questo tenore:

si prende un panno negro et destendendolo in un luogo, di sopra vi si mette la croce, alle braccia della quale vi si pongono due candele di cera negra ed a’ piedi la testa de morto e le candele dette devono stare accese, e poi ponendosi inginocchioni si dice il Salmo Miserere Mei Deus al rovescio, cioè dove diceva mei vel meam si doveva dire illi vel suam, che è l’istesso che dire quelle parole che in detto Salmo esprimono la persona di quello che lo reciti dicendolo giusto; alla rovescia poi quelle parole si dicevano in persona terza. E mi pare che per detto affetto vi fusse un altro
Salmo del quale io non me ne ricordo; e questo si deve fare per tre giorni che poi se ne vedeva l’effetto con la morte di quello per qual si faceva detta funzione.

In secondo luogo mi fece scrivere pro flussu sanguinis alcune parole, delle quali io non ne ricordo in verun modo. In terzo luogo mi fece scrivere pro tortura delle quali parole non mi ricordo bene, solo mi ricordo, benché in confuso, che ci andassero mischiate queste parole cioè che il latte di Maria Vergine sia dolce in quello che riceve la tortura, che la morte e passione di Cristo sia dolce e soave: e sopra questo non mi ricordo altro. In questo luogo mi fece scrivere di poter ritrovare il luogo preciso del tesoro ove era nascosto con questo modo: si prende un’oncia di grasso umano con
due oncie di cera o vergine o non vergine; delle quali se ne fa una candela ed il stuppino della quale deve essere di camiscia d’un morto, poi detta candela si mette nell’altare sotto la tovaglia nella parte dell’evangelo
; facendoci celebrare una Messa in detto altare per l’anima di quel morto, del
quale si prese la camiscia per far detta candela. Doppo che è celebrata detta Messa si prende la sopradetta candela e nel luogo ove si crede possa star il tesoro s’accende, recitandoci il Salmo dove sta questo versetto: Ut viderunt oculi mei et considerabo mirabilia de lege tui, che se vi è il tesoro,
la candela vi tira nel sito ove sta, ed ivi si smorza.

Mi voleva ancora far scrivere che per fare d’un altra maniera più sicura la detta candela, oltre le sopradette cose, ci voleva l’oglio santo, e particole consecrate e che queste ancora l’impastavano  nell’istessa candela, e che poi quella candela si poneva accesa sopra un bastone che si fissava
in terra e dicendoci alcune parole, fra le quali solo mi ricordo e poco bene: Taumaturgo, o Tumaturgo, o altra parola simile non ricordandomi bene, e che poi il detto bastone con detta candela accesa sarebbe che se andato nel sito ove era il tesoro, e che ivi si sarebbe smorzata la candela; ma quest’ultimo secreto non lo volli scrivere, perché m’inorridij nella detta superstizione. Quinto mi fece scrivere che per tirare una donna al proprio amore, si prende un poco di cera vergine, e se ne fa una piccola statua, al collo della quale statua, s’avvolta un filo di seta cremsi, lasciandone pendere di un palmo di detta seta, colla quale detta statuetta appendere in un chiodo, ponendo sotto la statuetta un lentissimo fuoco, acciò la statua si scaldi, ma non si distrugga. Poi si prendono tre spille, e si pongono la prima mi pare nella mano destra, l’altra nella sinistra, e la terza nella parte del cuore. Poi si dice:

O vos tres a’ me invocate, Nempe, Uf, et Giul, e queste tre parole me le fece scrivere con le lettere maiuscole; e mi ricordo, che ogni volta, che si proferisce una delle tre parole sopradette, si pone per ciascheduna volta una spilla delle già dette ne’ sopradetti luoghi, affisandole dalla parte della testa, e non della punta di dette spille, senza farle trapassare dall’altra parte di detta statua. Affissate con le sopradette parole le dette spille si segue a dire alcune parole, delle quali solo mi ricordo
queste cioè: Denvo vos per polestatem qua habetis super Sidera Levantem, Ponente, Grecu et Favoniun, poi ne seguono altre parole, che non me ne ricordo, e finalmente: Luna est scabellum pedum vestrorum: Sol est corona capitum vestrorum, ed altre parole, che non mi ricordo, fra le quali
mi pare che vi siano: Vos estis principes prophetorum et imphropetari, o pure Creatarum et increatarum, visibilio duniun et invisibilium, mettendoci ancora fra l’altre parole il nome di quella donna per la quale era fatta la statua. E mi ricordo che nell’ultimo si diceva: Ut luscoriosa veniat inter
brachia mea. Poi ci pigliava la detta statuetta, e si poneva sotto un matone
della porta della chiesa, dove la femina se n’andava a sentir la messa. E che ciò fatto se ne sarebbe veduto l’effetto soggiungendomi che questo secreto l’aveva in seguito ad un Sig.re di Cosenza, di cui non mi ricordo il nome, e che detto Sig.re ne vidole l’effetto[2].

In sesto luogo mi fece scrivere un secreto contro l’armi, e fu così, si prende un poco di carta vergine, e la quale si fa con la seconnina di donna, a modo di carta pecora, ed in detta carta facendoci un piccolo giro con punta di cortello, o di forbice nova, dentro detto giro vi si pongono queste parole, cioè:

Heli, Heloim, Lasach, Lamasabactani, Agios, Atheos, Athenateos, seu Imos e per ciascheduna di queste parole ci si fa’ il segno della croce e che poi della carta si portava addosso e che non c’era pericolo d’offesa d’armi.

Mi ricordo hora, che quando m’insegnò il modo di ritrovare tesoro nella candela mi disse, che ci disegnava la verga d’Aronne[3] e lui medesimo me ne fece il disegno con la penna nella carta in modo della detta verga, e questo me n’ero scordato di dirlo di sopra. Tutto ciò che ho riferito mi
fece scrivere il sopradetto Monsù Simone, il quale mi voleva far scrivere altri secreti, dicendomi ch’erano più belli, ma io non me ne curai. Tutte le sopradette cose io me le copiai in un foglio di carta, e le portavo con me, si la sopradetta copia come l’originale, che erano più cartuccie, ove
prima l’avevo scritte…».

Interrogato ancora a Spoleto sulle pratiche magiche dirette ad assicurare l’immunità dalle ferite d’armi, Fra’ Francesco di Naro precisò ancora:

«Nelle carceri dell’Arcivescovato di Chieti io diedi il secreto sopradetto contro l’armi a’ due sbirri di quella corte, de’ quali io non so come abbiano il nome, e cognome, ne so’, che essi sene siano serviti, stanteché io ancora gli lo misi in dubbio, se poteva essere veridico, o no detto secreto. Quando io poi fui nelle Carceri della Regia Audienza di Chieti, a quel che mi ricordo nel mese di decembre 1723, trovandomi in conversazione d’un certo Zi’Avenzio ed un prete, che non so come si chiami, ma mi pare, che dicesse ch’era della Ripa, o pure di Villa Magna et in conversazione discorrendo di tirar le donne per via di parole, e di cavar tesori, ancor io dissi richiesto da loro, che sapevo un secreto per ritrovar il loco preciso del tesoro, e gli copiai il sopradetto secreto della candela, che dissi nell’altro mio esame, ed acciò no avesse fatto alcun effetto ci aggiunsi altre cose false, o’dir meglio a’ mio capriccio[4].

Mi ricordo, che maggiormente beffeggiarlo ci feci una copia di memoriale co molte parole a’ capriccio come Sasmois, Muluis, Musfis e gli dissi, che quello era il memoriale che doveva ponersi sopra il luogo del tesoro, e che poi ritornandoci in termine di ventiquattro hore si sarebbe trovato il
tesoro aperto. Ma io non so, se gli detti si servirono di quel ch’io gli dissi, perché io mai più gli viddi. Nè mi ricordo se gl’insegnai nessun altro degli sopradetti secreti. Circa il tempo di Pasqua del corrente anno 1724 un carceriere della Regia Audienza di Chieti, che si chiamava Micuccio, essendosi questo accorto che io teneva il secreto per cavar tesori, venne con uno del Vasto nelle dette Carceri, e mi supplicò, che gli avessi fatta la candela, che si richiedeva per cavar il tesoro, io gli dissi di si per rispetto che era carceriere, e lui mi portò il grasso umano cioè della pianta della mano, ed un poco di cera, che si richiedeva per fare la sopradetta candela, come anche un pezzo di camicia che disse che l’aveva presa nella sepoltura di un figliolo morto…».

Questi sono i passi più rilevanti del processo, alquanto appesantito da una serie di deposizioni che nulla aggiungono agli importanti riti magici in esso menzionati. Fra’ Francesco di Naro, detto «il Siciliano», fu condannato nel 1724 alla fine del processo svoltosi a Sulmona dal Vescovo Francesco
Odierna, il quale concludeva il dispositivo della sentenza con queste parole: «… impostegli penitenze salutari, lo condanni alla galera in perpetuo», e ciò per aver detto messa, confessato senza essere ancora prete e per le pratiche magiche da lui «presi ed insegnati», come conclude il fascicolo del processo.


[1] G. Profeta, Magia e Politica, L’Aquila 1975. Il processo si concluse a Roma con la condanna a morte di Giacinto Centini e due frati, rei di aver   attentato alla vita di Papa Urbano Vili mediante riti di magia nera svoltisi in diverse località, fra cui Campli e Corropoli, entrambe in prov. di Teramo.

[2] Nel processo Centini si apprende che uno dei frati che congiurarono contro Urbano VIII si era follemente innamorato d’una donna che non voleva corrispondere al suo amore. Avendo confessato ad un altro frate il suo segreto, ricevette da quest’ultimo un rimedio infallibile per piegare tale donna alle sue voglie. Egli fu invitato ad appendere ad una finestra una
statua «di cera vergine» legata ad un filo, «per che fosse agitata dal vento, presupponendo, che si come la statua s’andava voltando in qua, et in là, così si muovessero le viscere della donna ad amarlo». Cfr. G. Profeta, op. cit.pag. 159.

[3] Aaronne, come è noto, operò diversi prodigi con il suo bastone o «verga», fra cui la divisione del Mar Rosso per permettere il ritorno degli Ebrei alla Terra Promessa (Esodo, XIV, 9), il flagello delle rane su tutto l’Egitto (Esodo, VIII, 5) ecc… Già nel medio evo la «verga d’Aaronne» viene usata a scopi magici. Si tratta di un bastone per la «circumscriptio» dello spazio magico. Allo stesso uso erano destinati altri bastoni chiamati «le clavicole di Salomone» o «clavicola di Salomone». Cfr. al riguardo G. Profeta, op. cit. pag. 159, ove per altro «La Clavicola di Salomone» appare come titolo di un libro di arti magiche.

[4] È evidente come «il Siciliano», viste le brutte acque in cui si trovava, cerchi di porre, ma invano come vedremo, tutto il suo operato sul piano dell’irrilevanza, tentando di commuovere l’autorità ecclesiastica inquirente.




I LUOGHI DI PADRE FEDERICO

Bellezze, misteri e spiritualità a San Tommaso Beckett

Caramanico Terme, 24 settembre 2023. Nella frazione di San Tommaso, nel territorio di Caramanico Terme, si può visitare un prezioso complesso monumentale del XIII secolo,  dedicato a San Tommaso Beckett, religioso d’oltremanica vissuto oltre 850 anni fa [stranissimo ma vero]

Padre Federico Bazongo, l’attuale custode di questo incredibile patrimonio culturale, ne è anche la sua sorridente guida spirituale.

Tanta bellezza ed altrettanto mistero per il sito, per gli elementi architettonici, per l’arte scultorea e pittorica, per la sorprendente atmosfera che si può rilevare nella visita degli ambienti.

Esperienza da vivere con una profonda spiritualità oltremodo arricchita per la particolarità di un tempo che rallenta, di una parola di fede che conforta in un silenzio che pervade.

Tra bellezze, misteri e spiritualità, ecco un luogo sempre nuovo.




ABRUZZESI CAMPIONI D’ITALIA

L’Abruzzo trionfa alla Traina Costiera 2023 di Pozzuoli e si aggiudica l’accesso ai Mondiali in Messico

Pozzuoli, 24 settembre 2023. Il 37° Campionato Assoluto per Equipaggi della Traina Costiera 2023 di Pozzuoli ha visto salire, nel pomeriggio di ieri, sul podio partenopeo l’Abruzzo con l’ASD Dolphin Club di Pescara portando gli abruzzesi a conseguire il titolo di campioni d’Italia e di accedere, con la vittoria, ai Mondiali del prossimo anno (2024) che si terranno in Messico.

A regalare questo sogno all’Abruzzo tre uomini di mare per passione, e pescaresi di provenienza: Maurizio Scurti il Presidente ed i suoi anglers, Luigi Potenza e Giordano Renzetti, nello specifico, di Spoltore, tutti legati da una grande passione ossia quella per il mare e la pesca, attenti ed attratti da una forte tradizione che caratterizza la città adriatica. Sono stati 25 gli equipaggi provenienti da tutta Italia che hanno gareggiato nella speranza di potersi aggiudicare l’accesso ai Mondiali e malgrado un mare abbastanza agitato è stato l’Abruzzo a dimostrare più grinta ed a portare a casa il punteggio più elevato.

“L’unione fa la forza – commenta questa vittoria il presidente Scurti sottolineando come è il gioco di squadra ad aver davvero avuto la meglio – Siamo uniti da questo sogno da tanto tempo, ci siamo sempre messi in gioco, non abbiamo mai avuto paura di competere e forse questa grande appartenenza al gruppo ieri ci ha regalato la soddisfazione di essere premiati. Ci aspetta una grande sfida per il prossimo anno, ma per il momento siamo soddisfatti per aver regalato alla nostra regione e alla nostra Pescara il titolo nazionale che le dedichiamo”.

Alessandra Renzetti




LUPA CATTURATA NEL PARCO DELLA MAIELLA

Come convivere con il lupo, il vademecum dell’Oipa. Comparotto: «Occorre favorire una serena convivenza senza generare allarmi, anche mediatici, e senza diffondere fake news al riguardo»

Milano, 23 settembre 2023. È stata catturata questa notte a San Salvo (Chieti) dagli operatori del Parco Nazionale della Maiella una lupa forse responsabile delle “incursioni” nelle scorse settimane a Vasto e nello stesso San Salvo. Da questo momento – fanno sapere dal Parco – saranno le indagini genetiche a confermare l’identità dell’animale catturato ed eventualmente attribuirne con certezza la correlazione con l’animale aggressore. La lupa viene ora trasferita presso l’area faunistica di Pretoro in un’area non accessibile al pubblico.

Nell’attesa di conoscere dettagli sulla vicenda, l’identità dell’esemplare e il suo stato di salute, l’Organizzazione internazionale protezione animali (Oipa) offre un breve vademecum che indica cosa fare e cosa non fare in un territorio in cui è possibile che vi sia la presenza di lupi.

L’associazione ricorda anzitutto che il lupo è una specie protetta dalla normativa nazionale e dell’Unione Europea e quindi non può essere cacciato né ucciso. Solo in casi del tutto eccezionali la normativa consente di derogare a questo stato di protezione nel caso di animali considerati “problematici”.

Nel rispetto della legge e della biodiversità, si pone la necessità di garantire la coesistenza d’interessi diversi: tutela del patrimonio faunistico e tutela della attività che possono essere minacciate dalla presenza della specie.

Il lupo è un animale schivo, non pericoloso per l’uomo. Naturalmente caccia per mangiare, essendo un predatore e talvolta può avvicinarsi, soprattutto di notte, in aree antropizzate.

L’espansione del lupo in Italia, negli ultimi quarant’anni, è stata frutto esclusivamente di dinamiche naturali e nessun lupo è stato mai rilasciato a scopo di ripopolamento.

L’Oipa evidenzia che alla paura del lupo, generata anche surrettiziamente, qualcuno ha risposto con azioni irresponsabili che determinano responsabilità penali in chi le commette: reati connessi (articolo 544 bis e ter del Codice penale e bracconaggio).

«Occorre favorire una serena convivenza senza generare allarmi, anche mediatici, e senza diffondere fake news al riguardo», spiega il presidente dell’Oipa, Massimo Comparotto. «Una coscienza civile e un sistema giuridico sempre più attenti al tema del benessere e della tutela animale detta invece scelte e comportamenti di buon senso. Tra queste, vi sono anche alcune accortezze che possono aiutare una convivenza rispettosa con il lupo all’insegna del rispetto e del buonsenso».

Ecco un piccolo vademecum utile per chi abita in zone in cui è presente il lupo:

. non tenere i cani a catena, come anche previsto dalla legislazione di molte Regioni

. evitare di lasciare cibo alla fauna selvatica

. tenere di notte gli animali domestici in locali chiusi

. evitare di lasciare resti di animali accanto alle case

. non lasciare rifiuti organici (placente, carcasse) nelle letamaie e nelle vicinanze di stalle

. non lasciare cibo avanzato nelle colonie feline

Nel caso di un incontro ravvicinato con un lupo:

. parlare ad alta voce e agitare le braccia per allontanarlo

. se il lupo è lontano, restare in silenzio e non interferire

. non seguire le sue tracce e non disturbarlo

. se si è in escursione con il proprio cane, tenerlo al guinzaglio; comportamento da tenere sempre quando si è in un territorio popolato da fauna selvatica. In particolare, il lupo potrebbe attaccare alla vista del cane, considerandolo un avversario.

Informazioni per la stampa (recapiti per giornalisti non pubblicabili):

OIPA Italia Odv

Organizzazione internazionale protezione animali, Organizzazione non governativa (ONG) affiliata al Dipartimento della Comunicazione Globale (DGC), al Consiglio Economico e Sociale (ECOSOC) e all’Assemblea permanente sull’Ambiente dell’ONU. Associazione riconosciuta dal Ministero dell’Ambiente (DM del 1/8/2007 pubblicato sulla G.U. n. 196 del 24/8/2007)

Via Gian Battista Brocchi 11 – 20131 Milano – Tel. 02 6427882 Fax 1782206601




VOGLIAMO OPERARE PER LA PACE non solo celebrarla

Il messaggio del Liceo Classico G. D’Annunzio in occasione della iniziativa in memoria di Amarena

Pescara, 23 settembre 2023. Sulle note della toccante e intramontabile canzone “Eppure soffia” di Pierangelo Bertoli si è aperta la 42esima Giornata Internazionale della Pace e della Non violenza al Liceo Classico “G. D’Annunzio” di Pescara che ‒ aderendo all’iniziativa proposta dall’associazione Jane Goodall Roots & Shoots ‒ ha voluto mettere a dimora un albero di amareno dedicandolo ad Amarena, orsa gentile, madre esemplare tragicamente uccisa il 31 agosto in un’area poco fuori dal Parco Nazionale D’Abruzzo e dalla sua Area Contigua.

Il suono delle chitarre di tre studenti ha accompagnato il canto dei partecipanti: studentesse e studenti in rappresentanza di tutte le classi del liceo e alcuni docenti che hanno poi ascoltato i significativi interventi della Dott.ssa Michela Mastrella, capoguardia del Parco Nazionale d’Abruzzo e della biologa del Parco, la Dott.ssa Roberta Latini. Le graditissime ospiti hanno illustrato la vicenda dell’orsa divenuta ultimamente il simbolo della tutela dell’orso bruno marsicano di cui rimangono purtroppo, solo una cinquantina di esemplari e sottolineato l’importanza di questa specie ombrello che necessitando di ampi spazi e habitat naturali è fondamentale per la tutela e la conservazione di tante altre componenti della biodiversità. Sono state date anche interessanti informazioni perché ognuno impari a limitare il proprio impatto sugli ecosistemi.

Studentesse e studenti hanno partecipato con grande interesse e spirito di condivisione alla manifestazione e recitato poesie di autori noti e meno noti vissuti alle più disparate latitudini e longitudini, sulle tematiche della guerra, della pace e della necessità di una pacifica convivenza con tutte le creature sulla Terra.

Verso le ore 11:00 nell’orto botanico del liceo è stato messo a dimora un albero di amareno e alle ore 11:15 si è tenuto un minuto di silenzio in memoria di Amarena e per la Pace anche in tutte le aule dell’istituto.

La Prof.ssa Agnese Berardini, referente dell’iniziativa per il liceo, che ha sottolineato come la memoria dell’orsa Amarena sarà un monito per tutta la comunità del liceo “G. D’Annunzio” di Pescara: “Abbiamo voluto dare un segnale forte:  noi ci siamo e vogliamo far sentire la nostra voce per costruire un mondo di pace, nel quale non solo auspichiamo sia proclamato il cessate il fuoco per tutte le cinquantanove guerre in corso, ma continuiamo a sperare che si creino le condizioni per il pieno sviluppo umano. Abbiamo voluto non solo celebrare la pace, ma prenderci la nostra parte di responsabilità, proclamare che ci impegneremo a operare per la pace, a mettere in atto azioni concrete affinché si possa vivere la vera pace che è armonia profonda, amore e rispetto per i diritti e la dignità di tutte le creature che popolano il nostro pianeta.




SUICIDIO ASSISTITO, ABORTO E IMMIGRAZIONE

Necessarie riflessioni nel mondo cattolico

di Rocco D’Ambrosio

Politicainsieme.it, 23 settembre 2023. Quattro giorni fa Avvenire pubblica la notizia e la lettera di Davide, che ci lascia, dopo anni di sofferenza, con il suicido assistito. Tanto ci sarebbe da dire, in positivo, sull’atteggiamento del quotidiano cattolico: finalmente parole umane dopo, per esempio, quelle su Welby (giudizi poco cristiani ed esequie negate, fatto canonicamente inaccettabile) o quelle su Beppino Englaro e così via. Ma, forse ancora più interessanti sono i commenti (più di 800) che seguono in calce alla notizia, riportata su FB. In essi si legge di tutto: a favore del gesto o contro, espressioni di condanna o accoglienza, di misericordia o rifiuto e via dicendo.

Alla luce di ciò mi chiedo se ci siano degli spazi, nelle parrocchie, nei gruppi e movimenti, dove si possano discutere queste posizioni o altre su temi sensibili (aborto, eutanasia, immigrazione, povertà, pace, giustizia, lotta alla corruzione e agli abusi su donne e piccoli e così via). Non mi riferisco a conferenze con esperti, molto frequenti anche con ottimi interventi; mi riferisco, invece, a spazi e tempi per discutere, dialogare, confrontarsi, ricevere indicazioni di lettura e meditazione personali…

Ci si potrebbe chiedere: ma a che serve la catechesi? Perché non bastano i soli eventi? Solo la catechesi assolve al compito indispensabile e generale di formazione, che né gli eventi, né i social possono sostituire. Scrivevano i Vescovi nel 1970: “La catechesi illumina le molteplici situazioni della vita, preparando ciascuno a scoprire e a vivere la sua vocazione cristiana nel mondo. Infatti, crescendo nella conoscenza di Cristo mediante la fede, ciascuno fa proprio il pensiero di Lui, i suoi giudizi, la sua volontà, la sua croce e la sua gloria, in una operosa vita di carità. D’altro lato, l’esperienza cristiana della vita conferma la fede e apre la coscienza a nuovo desiderio di conoscere e amare il Signore e di rendergli testimonianza”.




SENTINELLE DI CIVILTÀ E FELICITÀ

Al via il progetto di Claudio Ferrante

Montesilvano, 22 settembre 2023. Con la ripresa dell’anno scolastico è ripresa anche l’attività progettuale delle sentinelle di Claudio Ferrante con il patrocinio dell’associazione Carrozzine Determinate e la partecipazione attiva della segretaria Mariangela Cilli e dei soci volontari.

I primi a sedersi sui banchi delle sentinelle, il 18 settembre,  sono stati i ragazzi delle sei terze della scuola secondaria di primo grado di Villa Verrocchio grazie alla volontà della Dirigente Enrica Romano e all’importante patrocinio della farmacia Valli della dottoressa Cinzia Valli di Montesilvano.

Nell’aula magna della bellissima sede della primaria di via Adda, i ragazzi hanno parlato di felicità, solidarietà, gentilezza e disabilità ed anche di come poter dare il loro contributo per rendere più inclusiva la loro classe, la loro scuola e tutta la società.

Nella giornata di ieri è stata la volta delle sei classi prime dell’Istituto tecnico Alessandrini di Montesilvano, sotto lo sguardo attento della Dirigente Maria Teresa Di Donato che ha voluto inserire il progetto sentinelle nell’attività formativa e di accoglienza dei suoi nuovi iscritti.

I ragazzi hanno messo in atto prove empatiche simulando difficoltà collegate a malattie come la SLA e la tetraparesi riflettendo sull’importanza dei piccoli e naturali gesti che trasformano la qualità della vita in presenza di difficoltà.

Sviluppare l’empatia è l’esercizio cui sono stati oggi sottoposti i ragazzi dell’Alessandrini, sperimentando le difficoltà che le barriere architettoniche creano nella quotidianità delle persone con disabilità, sedendosi in carrozzina e percorrendo le vie in prossimità della scuola.

Lunedì sarà il turno delle sei terze della scuola media di Villa Verrocchio che vivranno l’effetto delle barriere architettoniche sul diritto alla mobilità direttamente sul tracciato della strada parco.

L’esperienza empatica, possibile grazie alla fornitura gratuita delle carrozzine da parte della ditta Orthosan di Montesilvano, continua ad essere un momento fortemente significativo del progetto, docenti e studenti si accorgono percorrendo pochissimi metri in carrozzina di quanto sia complesso muoversi in un mondo che non è ancora costruito secondo dettami dell’accessibilità universale.




MESSO AL BANDO IL GRUPPO NEONAZISTA HAMMERSKINS

Politicainsieme.it, 22 settembre 2023. Il governo della Germania ha messo fuori legge il gruppo neonazista degli Hammerskins per dare un chiaro segnale “contro il razzismo e l’antisemitismo”, come ha detto la Ministro degli Interni, Nancy Faeser. Il gruppo rera diventato famoso anche per l’organizzazione di concerti di estrema destra e per la vendita di musica razzista.

La polizia ha perquisito le abitazioni di decine degli esponenti più importanti dell’organizzazione neonazista che, comunque, supera di poco il centinaio di aderenti.

Le autorità tedesche hanno comunque definito l’azione condotta contro questi estremisti come “un duro colpo contro l’estremismo di destra organizzato” per far finire quelle che sono considerate dal governo di Berlino “azioni disumane di un’associazione neonazista attiva a livello internazionale”.

La Ministro degli Interni ha poi aggiunto che “L’estremismo di destra rimane la più grande minaccia estremista alla nostra democrazia. Ecco perché continuiamo ad agire in modo molto deciso”.

La drastica decisione segue altri interventi degli organi di polizia che recentemente hanno effettuato arresti di quanti hanno esibito simboli vietati durante concerti di estrema destra, venduto  nell’aprile di quest’anno dischi antisemiti e organizzato eventi musicali clandestini.

Secondo quanto è stato dichiarato, l’azione è stata condotta in collaborazione con le autorità degli Stati Uniti, giacché Hammerskins è stata fondata nel Texas nel 1988 e si è diffusa in America, così come in molti altri paesi.

Si tratta della ventesima volta che un’associazione estremista di destra viene messa fuori legge in Germania e l’agenzia di intelligence interna tedesca stima che ci siano quasi 40 mila militanti di estrema destra di cui più di un terzo considerato “potenzialmente violento”.

Secondo un sondaggio commissionato dalla Fondazione Friedrich Eber, e condotto da ricercatori dell’Università di Bielefeld,  gli atteggiamenti estremisti di destra e antidemocratici stanno diventando sempre più diffusi in Germania. L’8% della popolazione ha una visione decisamente estremista di destra e in molti condividono l’idea che ci sarebbero “vite degne e indegne”. Il 15,5% degli intervistati si considera “di centro destra”, mentre il 55% si considera “esattamente al centro”, rispetto al 60% o più del decennio precedente.

Coloro che desiderano uno stato monopartitico e a guida autoritaria (la parola usata nella ricerca era “führer”), sono passati dal 2% al 4% nel 2014-2021, al 6% attuale.

La maggioranza degli intervistati vuole una Germania che si occupi prevalentemente delle questioni nazionali, con il 16% che afferma di volere un paese con un “più forte senso di identità nazionale” guidato da politici la cui priorità dovrebbe essere quella di garantire alla Germania la sua giusta quota di “potere e prestigio”.

Meno del 60% ha dichiarato di avere fiducia nella democrazia e nelle istituzioni, il 20% crede nell’affermazione: “il nostro Paese assomiglia sempre più a una dittatura piuttosto che a una democrazia”. Un terzo ha affermato che “il governo e i partiti ingannano il popolo”.

Più di un terzo ritiene che i rifugiati siano arrivati in Germania solo per sfruttare il sistema di assistenza sociale, mentre il 16,5% accusa gli ebrei di voler “approfittare” del passato nazista.

CV




LA COSTA DEI TRABOCCHI SBARCA IN CINA

Grazie alla Editrice Carabba di Lanciano

Lanciano 21 settembre 2021. La Costa dei Trabocchi approda in Cina. E lo fa con il libro “Costa dei Trabocchi – Racconti di primavera” edito dalla Editrice Carabba di Lanciano (Ch) e che porta la firma di Pasquale Comegna, fotografo che vive e lavora a Roma ma che è originario di Capracotta (Is) e che ha trascorso diversi anni della propria adolescenza a Rocca San Giovanni (Ch). “Anche per ciò – dice – questo tratto del litorale abruzzese mi è rimasto nel cuore”. Il volume, che racchiude un centinaio di scatti, rappresenterà l’Italia, al primo Festival internazionale sulla fotografia di viaggio che si svolge, dal prossimo 26 settembre, nel Paese del sol levante, ad Urumqi, capoluogo della regione dello Xinjiang. Si tratta di un’area caratterizzata da un patrimonio naturalistico di primaria importanza e che vede nel turismo un’occasione di ringiovanimento, di crescita e di apertura al mondo. L’iniziativa, ideata da China Museum International e promossa dal governo centrale e da quello dello Xinjiang, punta a mostrare il fascino di un paesaggio naturale straordinario e a costruire, ospitando istituzioni e delegazioni straniere e media, connessioni virtuose per instaurare scambi di turismo sostenibile, di arte e cultura, di valorizzazione di luoghi unici. “Per rappresentare l’Italia – spiega lo storico Gianni Orecchioni, presidente della Editrice Carabba – è stato scelto l’Abruzzo per la peculiarità del proprio patrimonio naturalistico e per affinità che possono rendere il dialogo più immediato. Siamo orgogliosi che sia una nostra pubblicazione a contribuire a spalancare le porte verso l’Asia”. Foto della pubblicazione saranno stampate in formato gigante per dar vita ad una mostra e ci sarà la “Notte dell’innovazione” con interventi istituzionali, la promozione di un video della Regione Abruzzo, che è stata invitata, concerti e performance di danza e scambi culturali.

Il volume

La pubblicazione è un viaggio, molto personale, sulla Costa dei Trabocchi, così chiamata per le antiche macchine da pesca che la punteggiano e che la rendono ammaliante e a tratti misteriosa.

“L’auto scivola silenziosa lungo i tornanti che portano al mare, una natura benigna e generosa mi accompagna e mi viene incontro, la sento amica e lontana… – scrive l’autore nel volume -. Quel mare che mi ha riempito di stupore quando lo vidi per la prima volta, lasciandomi sbalordito di tanta immensità, così essenziale eppure così selvaggio. Avevo lasciato, appena ragazzo, le coltri bianche che coprivano perfino le case per quanto nevicava, a 1.500 metri di altitudine, Capracotta, uno dei paesi più nevosi del mondo, secondo la CNN, ed ora avevo di fronte quel mondo piatto, immenso e minaccioso, eppure attraente e affascinante. Da qui ha inizio il mio “racconto per immagini” nei colori e nelle forme di questo mondo, immagini di albe struggenti e di legni corrosi, di spiagge gelate e di onde violente, di azzurri precipitati verso un blu profondo, di verdi dalle mille sfumature”.

“Era una fredda mattina di gennaio quando il progetto ha preso avvio – spiega Comegna -. Ci sono voluti tre mesi di ricerche, di studi sulla luce, di appostamenti ancora prima che l’alba fosse giorno, di prospettive sognate e trovate, di chilometri di spiaggia macinati… Questo libro è uno sguardo alla

vita, uno sguardo di ritorno, non di nostalgia, ma di chi si è arricchito di esperienze e interpreta, con dimensione diversa, strumenti diversi, sensibilità diversa”.

Il volume, che contiene un’introduzione di Rosada Testa, viene così presentato da Sandra Petrignani: “… le foto di Pasquale Comegna si compongono architettonicamente e pensano la Bellezza senza tempo delle cose, della natura. E noi, che guardiamo le sue foto, ci chiediamo cosa avessimo colto prima di un prato, di un cielo, di una strada, di un mare. Solo un prato, un cielo, una strada, un mare. E invece ora ne sappiamo il rapporto con il tempo (infinito), col colore (inaudito), con la forma (inattesa)”.

L’autore

Comegna è fotografo professionista che vive nella Capitale. Prevalentemente impegnato in architettura, natura, ritrattistica e fotografia dell’arte, è stato incaricato dal ministero dei Beni culturali e da quello degli Affari esteri di fotografare e catalogare le opere d’arte che si trovano nelle ambasciate italiane all’estero. Ha realizzato il libro “Lo sguardo pubblico” per il Museo nazionale d’Arte moderna e Contemporanea. Ha immortalato i più grandi scrittori italiani (da Dacia Maraini a Erri De Luca) e ha collaborato con importanti musei. Ha tenuto numerose mostre personali e ha partecipato a vari festival.




LA CAMERATA MUSICALE: stagione 2023 – 2024

Direttore Artistico M° Gaetano Di Bacco

Sulmona, 21 settembre 2023. Con  il nuovo calendario di appuntamenti  della Camerata Musicale, tra le più antiche e prestigiose Istituzioni culturali della città, prende il via la stagione musicale al Teatro “M. Caniglia” di Sulmona.

Una proposta che abbraccia la musica nelle sue più ampie espressioni, dal classico al Jazz al pop, in una ricca offerta di intrattenimento dove non manca la danza classica, moderna, acrobatica, fino al mimo. Lo spettacolo di qualità prima di tutto dove la musica è preponderante con attenzione alle esigenze degli appassionati, ma con l’occhio ai nuovi gusti e alle contaminazioni in un cartellone di ampio respiro che concilia il rispetto della tradizione con le esigenze di un pubblico sempre più vario per età, gusti e aspettative. Dopo aver concluso una stagione con oltre 13 mila presenze ora si guarda a nuovi obiettivi.

“È grazie alla presenza e all’attività della Camerata Musicale Sulmonese- dice il sindaco Gianfranco Di Piero- che tanti cittadini si avvicinano e si appassionano all’arte musicale, godendo ogni anno di spettacoli di altissimo livello.”

“Un programma dinamico e di qualità, che attinge alle novità del panorama nazionale ed internazionale grazie ad uno sforzo economico ed organizzativo che questa città merita e sarà in grado di apprezzare – dice il Direttore Artistico Gaetano Di Bacco quest’anno al suo 10° mandato – Negli ultimi anni  stiamo effettuando  un vero e proprio restyling necessario per raggiungere nuovi traguardi, adeguandoci ai molteplici parametri ministeriali abbiamo messo in campo vari progetti: VagaLuna Festival, la rassegna estiva di musica da camera, itinerante nel nostro comprensorio, per assicurare la diffusione della cultura musicale di qualità in vari borghi peligni e dell’alto Sangro;  da quattro anni realizziamo la Stagione Concertistica al Teatro F.P. Tosti di Castel di Sangro e abbiamo dato il via al Maggio Organistico per la valorizzazione del patrimonio storico di questo affascinante e antico strumento. Ci sono poi i  Concerti del giovedì, nel Foyer del Teatro Caniglia, dedicati ai giovani e giovanissimi musicisti e realizzati in collaborazione con i due Istituti Comprensivi cittadini, sedi delle Scuole Medie ad indirizzo musicale, oltre alla Scuola Popolare di Musica di Sulmona e con la partecipazione del Lion ’s Club.

Ultimo progetto in via di realizzazione la transizione digitale: grazie al bando del PNRR, presto tutto il materiale della documentazione storica (oltre 1500 concerti, locandine, foto e documenti rari) verrà digitalizzato e pubblicato su un portale interamente rinnovato per una maggior facilità di consultazione e per l’acquisto di biglietti, è previsto inoltre il rinnovo di tutto l’ufficio verso il digitale di ultima generazione”.

Un concerto straordinario, fuori programma e a ingresso libero, precederà l’apertura di stagione: mercoledì 11 ottobre alle ore 18,00 al Teatro Caniglia l’Orchestra d’archi dell’Ucraina Kyiv Virtuosi diretta da Dmitry Yablonsky al pianoforte Behzod Abduraimov, eseguirà  musiche di Vivaldi (Concerto per quattro violini in si minore RV 580, 10), Mozart (Divertimento in si bemolle maggiore KV 137) e Alexey Shor (Concerto per pianoforte e orchestra n.1, re minore).

Nel calendario della nuova stagione 15 ottobre – 7 aprile sono 24 gli appuntamenti nella preziosa cornice  del Teatro Caniglia. 719 gli artisti coinvolti, 10 orchestre, 17 solisti, 2 spettacoli di danza con 40 artisti, 7 formazioni musicali, 1 coro Gospell di 40 elementi.          

Due gli allestimenti previsti: Turandot, l’opera incompiuta  di Giacomo Puccini, a cura dell’Ateneo Internazionale della Lirica nella messa in scena con l’Orchestra Sinfonica delle Terre Verdiane diretta da Stefano Giaroli, il Coro dell’ Opera di Parma e la regia di Alessadro Brachetti. Sarà un omaggio al compositore toscano  considerato uno dei maggiori e più significativi operisti di tutti i tempi,  nell’anniversario della sua morte. Per il secondo allestimento, dopo cinque anni di assenza, torna l’operetta con La Vedova Allegra di F.Lehar.

La settantunesima  stagione della Camerata  ha inizio domenica 15 ottobre alle ore 17.30 con il concerto inaugurale affidato all’Orchestra Sinfonica del Friuli-Venezia Giulia diretta da Paolo Paroni e con Leonora Armellini violoncello solista. In programma Schumann (Concerto in la minore per pianoforte e orchestra, op. 54) e Beethoven (Sinfonia n. 3 in mi bem. maggiore, op. 55 “Eroica”). Il L’ Ensemble a plettro M.Giusti  (mandolini, mandole, chitarra e contrabbasso) rende Omaggio a Mario Giusti, Special guest Carlo Aonzo (22 ottobre).

Domenica 5 novembre L’Orchestra Filarmonica Pugliese diretta da Gudni Emilsson con Shiran Wang pianoforte Gaetano Di Bacco al sassofono con un programma di musiche di Rachmaninov, Rossini, Molinelli. E ancora una particolarità, l’ Orchestra Femminile del Mediterraneo diretta da Antonella De Angelis, violoncello Ettore Pagano, per un programma di “Compositrici e compositori a confronto” (18 febbraio).

In questa stagione molti  gli “special guest”: Richard Galliano definito il poeta della fisarmonica, compositore e virtuoso di fisarmonica e bandoneon, torna a esibirsi a Sulmona dopo 10 anni di assenza (12 novembre); Nicola Piovani  si presenta con Note a margine…un “Racconto autobiografico in musica narrato al pianoforte” con Marina Cesari al sassofono e Marco Loddo al contrabbasso (10 dicembre); una serata con  I Grandi Maestri,  Alessio Bidoli violino e Bruno Canino pianoforte (21 gennaio); in occasione del Giorno della Memoria, il 28 gennaio Francesco Nicolosi pianoforte e Stefano Valanzuolo  testo e voce narrante, propongono La Musica Miracolosa: Storia e leggenda di Wladyslaw Szpilman, Il pianista del ghetto di Varsavia.

Wiener Klavierquintet ,quintetto di pianoforte e archi per musiche di L. Boccherini, Wolf-Ferrari e R. Schumann (25 Febbraio).

La musica rock pop e Jazz entrano di prepotenza nella seconda parte del calendario(4 febbraio) con  le grandi canzoni di Mina e Dalla in versione jazz: “Le mille bolle blu” con Stefano Di Battista & Nicky Nicolai, al pianoforte Andrea Rea, al contrabbasso Daniele Sorrentino e Luigi del Prete alla batteria.  Il 3 marzo Tullio De Piscopo e Tony Esposito sono gli ospiti speciali di Un’orchestra Per Pino Daniele, un concerto per voci, solisti, pianoforte e orchestra,  arrangiatore e direttore è Antonello Capuano.

Per lo spazio dedicato ai giovani si riconfermano con successo i Concerti del giovedì nel Foyer del Teatro Caniglia a partire dal 2, 9 e 16 novembre per concludersi sul palcoscenico del Cinema Pacifico il giovedì 23  novembre, quando saranno protagonisti  i giovani artisti degli Istituti Comprensivi delle Scuole Medie ad indirizzo musicale “Mazzini-Capograssi” e “P. Serafini-L. di Stefano” di Sulmona.

Tre date da non perdere che il pubblico troverà raggruppate nell’offerta della  Xcard: il 26 dicembre tradizionale Concerto Di Natale  proposto dal Virginia State Gospel Choir diretto da James Holden per una imperdibile, magnetica atmosfera di festa. Lunedì 1° gennaio bollicine di auguri per il Concerto Di Capodanno  con l’Orchestra Filarmonica di Odessa diretta da Hobart Earle  (musiche di G. Bizet, A. Dvorák, J. Brahms, C. Gounod, J. Strauss, J. Offenbach). Concerto realizzato in collaborazione con Terre d’Amore. Completa il tris, domenica 14 gennaio, la magia della favola: Lo Schiaccianoci del Russian Classical Ballet .Musiche di P.I.Čajkovskij  su coreografie di  Marius Petipa, scenografie Russian Classical Ballet ,costumi e Direzione Artistica Evgeniya Bespalova.

Ma c’è un altro spettacolo di danza che farà incantare spettatori di ogni età. Finalmente (domenica 10 marzo) al Teatro Caniglia arriva il fantasmagorico  Alice in Wonderland e le geometrie del Sogno, tratto dal romanzo fantastico di Lewis Carrol e rielaborato nell’impianto estetico dal Circus-Theatre Elysium di Kiev.  Un gruppo di trenta artisti eccezionali: ballerini internazionali, acrobati, illusionisti, contorsionisti, e spettacolari performance tra luci, costumi colorati e proiezioni  in 3D per raccontare una delle fiabe più amate da bimbi e adulti.

La danza è anche  protagonista dell’appuntamento con l’Orchestra del Teatro Goldoni di Livorno (26 novembre)  diretta da Francesco D’arcangelo per un godibile Dancing Concert  con le danze più celebri del repertorio sinfonico da Rossini a Verdi, da Tchaikovsky a Mendelssohn, Mascagni, Bizet e Brahms fino a Piazzolla di Libertango.

Gran finale di stagione domenica 7 aprile  con uno speciale evento (120 musicisti in scena) dedicato all’anniversario del terremoto dell’Aquila. L’Orchestra Sinfonica Abruzzese diretta da Pasquale Veleno, con il Coro dell’Accademia, Coro della Virgola e Corale Novantanove, maestri di coro Ettore Maria del Romano e Pasquale Veleno. Il ruolo del soprano sarà affidato al finalista del Concorso M. Caniglia ottobre2024. In programma musiche di  F. Mendelssohn Bartholdy.

L’evento proposto in data unica in Abruzzo, a Sulmona e L’Aquila.




ARRIVA LA PISTA CICLABILE lungo la costa Molisana

Fate largo, ma fatela anche larga!

Pescara, 21 settembre 2023. Ho percorso in bici la costa molisana altre volte. In una di queste, nel 2016,  guidavo la comitiva della Ciclostaffetta FIAB, con circa 50 ambasciatori della bici provenienti da tutt’Italia,  partiti da Termoli per  Rimini per effettuare la ricognizione della Ciclovia Adriatica. In quella occasione le uniche tracce di ciclabili le trovammo sul lungomare, a partire dal Castello, e per una estensione di pochi km, a nord e a sud.

Questa volta ho fatto il percorso a ritroso, giungendo fino al confine con il Molise, all’altezza del torrente Saccione: praticamente 40 km di Statale 16, in bici, a tratti anche abbastanza pericolosi per via della sede stradale ridotta e del transito veloce di camion. A distanza di sette anni ho ritrovato la pista ciclabile già percorsa all’epoca, ma questa volta anche qualcosa in più.

Infatti, all’altezza della Torretta del Sinarca (detta anche Torretta Saracena) si erge un cartello segnaletico di cantiere che recita: “Valorizzazione sistema diffuso del mare attraverso mobilità turistica sostenibile: pista ciclabile litoranea tra i Comuni di Montenero di Bisaccia, Petacciato, Termoli e Campomarino“, grazie a fondi FSC, il Fondo per lo sviluppo e la coesione, della Regione Molise, per un importo di 5 ml di €. Ho seguito in bici la rete di cantiere per il breve tratto che delimita lo spazio di realizzazione di una pista ciclabile, sul lato monte della Statale.

Di recente il progetto si è arricchito dei fondi del PNRR (ben 24 ml) dedicati alla realizzazione del “Percorso ciclabile litoraneo molisano ricompreso nel più ampio progetto finalizzato alla realizzazione della cd. Ciclovia Turistica Adriatica“. Di ciclovia Adriatica, si tratta quindi, e per tutta la costa molisana.

A tal proposito, avendo rilevato quanto in corso di realizzazione, nel caso dovesse essere riconsiderata la fase di progettazione definitiva ed esecutiva dell’opera, sarebbe opportuno rifarsi  a quanto previsto dall’Allegato A della Direttiva del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti Protocollo 375 del 20/07/2017, contenente i “Requisiti di pianificazione e standard tecnici di progettazione per la realizzazione del Sistema Nazionale di Ciclovie Turistiche” di cui all’articolo 1, comma 640, della legge n. 208 del 2015.

In particolare, alla voce “caratteristiche geometriche“, la norma dà chiare indicazioni circa le dimensioni delle piste, che vanno ovviamente interpretate con la logica del futuro, e quindi non del minimo, ma dell’ampliamento della sede, cioè da un livello “minimo” ad uno almeno “buono“, cioè da 2,5 metri di larghezza ad almeno 3 (per la ciclovia bidirezionale, oggetto dell’intervento). Molte altre le segnalazioni di cui tener conto, anche in sede di attraversamento  dei centri urbani, laddove, recita la norma all’art. 1, il tracciato assume carattere di “valenza strategica nazionale”.

Lodevole la segnaletica, ancorché difficilmente rilevabile dagli automobilisti, che invita ad effettuare i sorpassi mantenendosi a 1,5 metri dal ciclistica, norma tra l’altro che sarà aggiunta al CdS su proposta di legge del Consiglio dei Ministri.

Giancarlo Odoardi – Coordinatore FIAB Abruzzo Molise

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UN CATTIVO COSTUME

Lasciare a terra i manifesti pubblicitari rimossi

Teramo, 20 settembre 2023. L’associazione Robin Hood denuncia il cattivo costume, in uso da parte di diversi concessionari di spazi di pubblicità, di praticare l’abbandono ai piedi degli spazi i manifesti staccati e rimossi sulle plance.

Tale prassi determina solo  sporcizia ed una cattiva immagine per la città, oltremodo questa abitudine è sanzionabile.

L’Associazione Robin Hood, ritenendo che la individuazione degli autori è facile, come espresso in precedenza perché trattasi di spazi gestiti da società in forza  di concessioni, trasmetterà una nota all’Amministrazione per la sensibilizzazione del problema e per un intervento definitivo. 




ANNIVERSARI IN ARGENTINA

I 40 anni della associazione abruzzese Villa San Vincenzo di Guardiagrele

San Martin, 20 settembre 2023. Lo scorso 3 settembre nella città di San Martin, Provincia di Buenos Aires, Argentina, si è celebrato il 40° anniversario della Associazione Villa San Vincenzo, fondata alla fine di agosto del 1983 da un gruppo di immigrati tutti provenienti dalla stessa frazione del Comune di Guardiagrele. Purtroppo, oggi, causa il tempo passato, nessuno di loro ha potuto festeggiare insieme ai giovani e alla rinnovata commissione direttiva presieduta dall’Avv. Federico Mandl, che con i suoi 37 anni insieme con altri giovani, portano avanti questa istituzione creata per mantenere in vita le radici e la cultura abruzzese.

Durante questi 40 anni molte cose sono riusciti a fare in questa piccola associazione, che , non solo rappresenta una Regione, un Comune ma addirittura una frazione, unica al mondo. In essa, durante questi anni passati, sono stati organizzati moltissimi eventi culturali, feste abruzzesi, e sono state accolte le visite di presidenti della regione come Falconio e Pace.

È anche importante ricordare che, da più di venti anni di attività, è stato fondato un coro chiamato “LA MAIELLETTA” che, nel 2002, ha cantato nella sua cara Villa San Vincenzo.

La festa è incominciata intorno alle ore 13, con la presenza di oltre 200 persone. Il presidente ha invitato i presenti ad applaudire i fondatori ed i soci che non sono più con noi ma che grazie a loro, oggi noi possiamo portare avanti questa bella istituzione. Durante la festa si è potuto mangiare prodotti tipici abruzzesi e ballare con canti altrettanto tipici.

Intorno alle ore 18 la festa è giunta al termine, festa che ha visto la presenza del Presidente della FEDAMO Enzo Di Lallo, istituzioni amiche come quelle di Ensenada e San Isidro, la rappresentante Consolare Marisa Constantino e, in rappresentanza del Comune di San Martin, la direttrice della politica territoriale Vanesa Quintiero. Dall’Italia sono giunti saluti del sindaco di Guardiagrele Donatello Di Prinzio, l’ex sindaco Ing. Franco Caramanico e il Vicepresidente del Consiglio regionale Roberto Santangelo. Sono giunti, inoltre, i saluti del vicepresidente del CRAM, Cav. Marcelo Castello, dell’attuale consigliere CRAM Maximiliano Manzo e dell’ex consigliere Ing. Joaquin Negri.

Infine, la commissione direttiva ha potuto gioire per il video realizzato dagli abitanti di Villa San Vincenzo grazie a Carola e Manuela Garzarella.

G. Palmerini




LA BENDA AL CUORE, la novità editoriale

Il nuovo romanzo di Gerlando Fabio Sorrentino: La storia italiana al centro dell’ottantesimo anniversario del fatale settembre 1943

Pescara, 20 settembre 2023 – Un’opera che illumina una delle pagine più oscure e cruciali della storia italiana. L’autore Gerlando Fabio Sorrentino ci presenta il suo ultimo lavoro, il suo terzo romanzo, “La Benda al Cuore”, imperniato sul mistero della morte del Maresciallo Ugo Cavallero nel contesto della tumultuosa transizione dell’Italia, dalla caduta del regime fascista al lento e sanguinoso cammino verso la democrazia.

Il 2023 segna non solo l’ottantesimo anniversario della scomparsa di Cavallero, ma anche dei drammatici fatti dell’8 settembre 1943, data storica in cui l’Italia annunciò l’armistizio con gli Alleati, spianando la strada a una serie di eventi tragici e rivoluzionari che avrebbero segnato per sempre la nazione.

“LA BENDA AL CUORE” svela i misteri degli ultimi giorni del Maresciallo Ugo Cavallero, enigmatico capo di stato maggiore generale delle Forze Armate Italiane durante la Seconda Guerra Mondiale, trovato morto nel settembre 1943 in circostanze misteriose.

Con precisione giornalistica e profondità di analisi, Sorrentino disegna un panorama del settembre 1943: dallo sbandamento dell’esercito italiano, alla reazione violenta dei tedeschi, dai bombardamenti alleati alle atrocità naziste, dalla confusione politica al dramma di un popolo preso tra due fuochi. Una nazione letteralmente spezzata in due, con al centro la figura emblematica di Cavallero, simbolo dei tormenti, delle divisioni e delle complessità di un’epoca.

In “La Benda al Cuore”, l’autore non si limita a ricostruire la cronaca degli eventi, ma penetra l’animo dei protagonisti e il clima di incertezza, paura e tradimento che permeava quei giorni. Il romanzo si configura non solo come un viaggio storico, ma come una lente di ingrandimento sulle dinamiche umane, politiche e militari che hanno determinato le sorti dell’Italia.

Alla luce dei recenti sussulti politici e sociali che attraversano il continente europeo, l’opera di Sorrentino acquisisce un valore ancora più profondo, fungendo da monito sulla fragilità delle democrazie e sulle cicatrici indelebili lasciate dalla guerra, invitando a riflettere sulle lezioni non apprese e sulle tragiche ripercussioni delle guerre passate e presenti.

“La Benda al Cuore” si propone come un testo indispensabile per tutti coloro che vogliono approfondire o riscoprire un periodo cruciale della storia italiana, sottolineando l’importanza della memoria collettiva e dell’analisi critica degli eventi passati, soprattutto in occasione dell’ottantesimo anniversario del fatidico settembre ’43.

Cavallero, oltre al suo ruolo militare, ha incarnato una figura chiave nell’industria italiana, guidando colossi come Pirelli e Ansaldo. Laureato, poliglotta e dotato di un’intelligenza brillante, la sua morte rimane uno dei grandi misteri della storia italiana del ventesimo secolo. Il romanzo getta luce su un uomo complesso, alle prese con le tensioni dell’epoca e con un profondo senso di appartenenza ai valori tradizionali italiani, capace di ispirare l’ammirazione e l’avversione dei suoi contemporanei. Una figura dalla personalità enigmatica, che continua ad affascinare e a suscitare interrogativi a distanza di ottanta anni esatti dalla sua morte. L’autore ci conduce attraverso gli ultimi tre giorni di vita del maresciallo, raccontando gli eventi che portarono alla sua tragica scomparsa, avvenuta nel settembre del 1943: si trattò di un suicidio oppure di un omicidio ordito dai tedeschi o dai fascisti? La morte di Cavallero è solo uno dei tanti elementi che compongono questo romanzo. Vi è presente anche una drammatica e dettagliata ricostruzione delle convulse giornate che seguirono l’armistizio dell’8 settembre 1943. Una pagina della storia italiana caratterizzata da una grande confusione, dalle atrocità e deportazioni perpetrate dai tedeschi e dalle devastazioni causate dalle Forze Alleate.

Informazioni sull’Autore:

Originario di Agrigento ma abruzzese d’adozione, Gerlando Fabio Sorrentino ha consolidato la sua presenza nel panorama letterario italiano con una carriera variegata che spazia dal romanzo alla poesia, ricevendo significativi riconoscimenti, tra cui una segnalazione sul Venerdì di Repubblica da parte del giornalista Corrado Augias, distinguendosi per la sua capacità di unire la meticolosità della ricerca storica alla profondità dell’analisi psicologica. Sorrentino continua il suo percorso di esplorazione dei meandri più oscuri della storia italiana, offrendo un’opera matura e articolata e trovando in “La Benda al Cuore” uno dei suoi apici espressivi.

Dettagli dell’opera:

La benda al cuore

Autore: Gerlando Fabio Sorrentino

Editore: PAV Edizioni

Formato: 15×21

Pagine: 496

Prezzo di copertina: € 22,00

Collana: Romanzo Storico




SETTIMANA EUROPEA DELLA MOBILITÀ 19-22 settembre 2023

Venerdì 22 settembre, FIAB Pescarabici propone per il dodicesimo anno la giornata #biketowork

Pescara, 19 settembre 2023. “Aderendo come FIAB alla Settimana Europea della Mobilità” sottolinea il Presidente Francesco Mancini, “anche quest’anno Pescarabici è in prima linea per invitare un numero sempre maggiore di persone, enti, aziende e associazioni a porre attenzione al tema della mobilità sostenibile”.

Sei le aree tematiche proposte dalla Commissione Europea riunite sotto il macro-tema Save energy ovvero Risparmiare energia: trasporto pubblico, mobilità attiva, ridurre la dipendenza dalle auto private, mobility management, soluzioni infrastrutturali e il più generico risparmiare energia.

Con lo slogan soluzione climatica, soluzione energetica la campagna di quest’anno di FIAB 2023 rispecchia la stessa sensibilità e promuove la bici come strumento per guidare il cambiamento e la transizione ecologica, rispondendo in maniera efficace alle attuali sfide energetiche, ambientali e di mobilità. “Scegliere la bicicletta come mezzo di trasporto – aggiunge Mancini – significa scegliere di cambiare in meglio il nostro modo di muoverci e di vivere lo spazio pubblico”.

In Italia FIAB è sempre più connessa alle sfide e ai movimenti internazionali a favore della ciclabilità e in questa edizione 2023 si farà promotrice, attraverso la sua rete di associazioni locali, di tre eventi internazionali legati alla Rivoluzione Bici promossa da più di trent’anni da FIAB:

venerdì 22 settembre Bike To Work Day

tutta la settimana è dedicata alla sfida car free

A livello nazionale, l’edizione 2022 ha visto 230 eventi in 190 città italiane (Pescara compresa), trasformando settembre nel mese della mobilità sostenibile.

“Anche quest’anno – conclude il Presidente – conteremo le biciclette, e anche i monopattini, presso circa 15 stazioni di rilevamento con volontarie e volontari, perché vorremmo che fossero evidenti i grandi benefici generati dall’aumento del numero di biciclette in strada: città più vivibili, strade più sicure e una gestione delle infrastrutture che sia più sostenibile nel tempo e per i diritti di tutti i fruitori della città”

“In parallelo – tiene a precisare Francesco Mancini – si svolgeranno uno spettacolo di Ciclo Teatro a cura di Open MIC, l’iniziativa di Legambiente “Giretto d’Italia”, nonché un rilevamento sulla qualità dei servizi urbani rivolti agli utenti in due ruote all’interno del progetto di ricerca universitaria denominato OSMOCI, a cui daremo il nostro sostegno. Il tutto si svolge con la collaborazione del Comune di Pescara, che aderisce all’iniziativa europea”.




LA TUTELA E CONSERVAZIONE PATRIMONIO NATURALISTICO

Parchi nazionali: urgente adozione iniziative legislative

Pescara, 19 settembre 2023. La FP CGIL Abruzzo Molise convoca, congiuntamente alle strutture provinciali interessate ed alla presenza del Segretario nazionale Florindo Oliverio, una conferenza stampa, aperta ai Parlamentari abruzzesi, per il giorno 22 settembre alle ore 11.00 presso la sede della CGIL in via B. Croce 108 – Pescara sul tema dei Parchi Nazionali a partire da quelli della nostra regione.

Ormai da troppo tempo in questi Enti si continua a vivere l’anomalia di avere una gran parte di personale fuori pianta organica ma che, di fatto, è parte protagonista della vita istituzionale di questi Enti anche perché altamente specializzato.

Tale situazione porterà gli Enti Parco a morte certa: infatti essendo il personale inquadrato in esubero di gran lunga maggioritario, rispetto alle piante organiche, ogni qualvolta una lavoratrice o un lavoratore cessa il proprio rapporto di lavoro, non c’è possibilità di sostituirlo con una procedura concorsuale ma quel posto di lavoro viene cancellato.

Infine, ma non in ultimo, il nuovo contratto collettivo, che, come elemento cardine, prevede sviluppi di carriera per competenze professionali progressivamente acquisite negli anni anche in deroga a principi generali, risulta un’utopia per il personale delle Aree Protette ancorate a piante organiche rigide frutto di tagli trasversali operate da politiche di spending review.

In realtà lo scorso luglio, nel corso dell’adozione del Dl Pa 2, da parte delle Commissioni I e XI della Camera, anche grazie al contributo del Presidente della I Commissione Affari Costituzionali della Camera Nazario Pagano, sono stati adottati emendamenti che hanno permesso il superamento della situazione descritta ma solo per alcuni Parchi nazionali e nella nostra regione solo per il Parco Nazionale Lazio Abruzzo Molise.

La nostra iniziativa odierna, preso atto favorevolmente dell’adozione dei richiamati emendamenti, chiede alla nostra comunità locale a partire dai Parlamentari abruzzesi, di promuovere pertanto iniziative equivalenti per tutti i parchi nazionali della nostra Regione e quindi per il Parco Gran Sasso Monti della Laga e per il Parco Maiella.

I Parchi Nazionali d’Italia, avamposti di tutela e conservazione, sono motore di produzione di economia sostenibile e ricchezza certa per il nostro Paese. Auspichiamo che possano guardare avanti anche grazie a quanto sarà, delle istanze di tutti i nostri territori, veicolato in sede legislativa.

Chiediamo che si dia sostegno concreto a queste rivendicazioni che a pieno titolo sono inserite nella campagna straordinaria per le assunzioni nella Pubblica amministrazione che la FP CGIL sta promuovendo affinché si interrompa lo svuotamento dei nostri uffici e dei nostri servizi e si contrasti il precariato.

Abbiamo bisogno di investimenti nella qualità e nell’innovazione delle Pubbliche Amministrazioni, partendo da un piano straordinario di assunzioni per potenziare e garantire migliori servizi ai cittadini.

Paola Puglielli, FP CGIL Abruzzo Molise




FONDO INNOVAZIONE ISMEA

Cia: “Incentivi importanti per sostenere l’innovazione dell’agricoltura”

Chieti, 19 Settembre 2023. È uscito un nuovo decreto relativo alla gestione del Fondo per l’ Innovazione per l’Agricoltura gestito da ISMEA, al quale sono assegnati fondi per 75 milioni di euro per ciascuno degli anni 2023, 2024 e 2025, che prevede l’erogazione di contributi a fondo perduto per incentivare l’acquisto di macchine e strumenti innovativi per l’agricoltura e la pesca.

I beneficiari delle agevolazioni sono le PMI agricole o associate, comprese le loro cooperative o associazioni, che risultano iscritte come imprese agricole, ittiche o agromeccaniche e che effettuano investimenti, in seguito alla presentazione della domanda, per importi compresi tra 70.000 e 500.000 euro.

“Il Fondo Ismea è un’iniziativa estremamente importante e positiva per il settore agricolo e dimostra un impegno concreto a sostenere gli agricoltori nel loro percorso verso una produzione più efficiente ed ecologicamente sostenibile – sostiene il Presidente Cia Chieti-Pescara Domenico Bomba – Attraverso il finanziamento di progetti innovativi e tecnologie all’avanguardia, il fondo può contribuire a risolvere molte delle sfide che l’agricoltura moderna deve affrontare, come il cambiamento climatico, la gestione delle risorse idriche e la produzione di alimenti di alta qualità. Inoltre, il Fondo ISMEA per l’innovazione in agricoltura può essere un’opportunità per stimolare la ricerca e lo sviluppo nel settore agricolo, incoraggiando la collaborazione tra istituti di ricerca, aziende agricole e imprese tecnologiche”.

Giuseppe Di Silvio, responsabile CAA-Cia Chieti Pescara spiega che i requisiti di ammissibilità delle imprese che possono essere ammesse ai benefici, sono:

a) risultano iscritte al registro delle imprese con la qualifica di impresa agricola ai sensi dell’articolo 1 del decreto legislativo 18 maggio 2001, n. 228, ovvero di impresa ittica ai sensi dell’articolo 4 del decreto legislativo 9 gennaio 2012, n. 4, ovvero con qualifica di impresa agromeccanica, ai sensi dell’articolo 5 del decreto legislativo 29 marzo 2004, n. 99;

b) risultano attive da almeno due anni alla data di presentazione della domanda;

c) hanno sede operativa nel territorio nazionale;

d) non risultano imprese in difficoltà ai sensi dell’articolo 2, punto 18, del Regolamento GBER;

e) effettuano Investimenti in innovazione tecnologica di importo non inferiore a 70.000 euro e non superiore a 500.000 euro. Per il settore pesca il limite minimo degli investimenti è stabilito in 10.000 euro;

f) non rientrano tra le imprese che hanno ricevuto e, successivamente, non rimborsato o depositato in un conto bloccato, gli aiuti individuati quali illegali o incompatibili dalla Commissione europea.

Sono ammissibili alle agevolazioni i costi per l’acquisto di:

– macchine, strumenti e attrezzature per l’agricoltura: in particolare, macchine, anche motrici e operatrici, strumenti e dispositivi per il carico e lo scarico, la movimentazione, la pesatura e la cernita automatica dei pezzi, dispositivi di sollevamento e manipolazione automatizzati, droni, Automated Guided Vehicles (AGV) e sistemi di convogliamento e movimentazione flessibili, e/o dotati di riconoscimento dei pezzi, attrezzature per i trattamenti con prodotti fitosanitari e per lo spandimento dei fertilizzanti, che soddisfino i requisiti indicati nell’art.5, comma 1 lettera a del decreto (disponibile in pdf in calce all’articolo);

– macchine mobili non stradali per agricoltura e zootecnia;

– macchine per la zootecnia: in particolare, macchine ed attrezzature dedicate al settore zootecnico caratterizzate da un elevato livello tecnologico e di automazione;

– trattrici agricole (secondo le modalità indicate nel bando);

– investimenti per la pesca e l’acquacoltura, anche questi secondo le modalità riportate nell’art.5 del decreto

Per essere ammissibili, le spese devono riguardare l’acquisto di beni nuovi di fabbrica.

“È importante che il fondo sia amministrato in modo trasparente e che i finanziamenti siano distribuiti in modo equo ed efficiente per massimizzare i benefici per l’intero settore agricolo. Inoltre, dovrebbero essere previste misure per garantire che anche le piccole e medie imprese agricole possano accedere ai finanziamenti e beneficiare dell’innovazione – afferma Di Silvio – Per accedere alle agevolazioni gli uffici di Cia sono aperti per ogni chiarimento e per la presentazione delle domande”.




EVENTI SCALINI, nuovo bagno di folla per la Notte Gialla

Il vicesindaco De Cesare: “Un nuovo successo che consolida la formula degli eventi come volano dell’economia anche in questo momento difficile”

Chieti, 18 settembre 2023. È positivo il bilancio a Eventi scalini terminati con la Notte Gialla che ieri sera ha richiamato migliaia di persone a Chieti Scalo.

“Segniamo un altro importante record, lo facciamo con un evento che è diventato tradizione, oltre che occasione di rilancio e aggregazione – così il vicesindaco e assessore agli Eventi e Turismo, Paolo De Cesare – Voglio ringraziare il sindaco e l’Amministrazione tutta, perché anche in questo momento serio e difficile per la città, hanno dato spazio a eventi che possono essere di supporto non solo all’economia, ma anche alla rinascita di Chieti.

Migliaia di persone hanno raccolto il nostro invito, animando Chieti Scalo con la loro presenza facendo diventare grande un’occasione in cui abbiamo creduto tanto e che abbiamo organizzato limitando spese e programmi. A tale proposito mi corre ringraziare quanti hanno sostenuto gli Eventi Scalini e hanno contribuito affinché potessero svolgersi senza problemi: dal direttore artistico Emanuele La Plebe Cellini, agli sponsor che hanno reso possibile lo spettacolo di Uccio De Santis l’altra sera, ma anche tutti gli artisti locali che abbiamo voluto chiamare a raccolta in questa speciale edizione della Notte Gialla.

Si chiude un’estate di grandi sacrifici per l’Amministrazione a causa del dissesto, ma comunque splendente grazie ai management dell’intrattenimento che hanno investito sul nostro territorio, portando concerti indimenticabili, come quello di Madame, Ranieri e Mika. Per non parlare delle centinaia di iniziative arrivate dalle associazioni cittadine: spettacoli, incontri, festival, libri, cinema, teatro, attività che sono tornate a dare vita alle nostre piazze, quartieri e vicoli cittadini, facendo da moltiplicatore per la nostra economia, non solo turistica, ma anche commerciale. Ringrazio il collega e Manuel Pantalone che ha mobilitato il comparto commerciale, coinvolgendo le associazioni e tutte le altre realtà operative sulla città.

Ora ci aspetta il Natale, che tornerà ad essere attrattore sulla scia delle festività dello scorso anno che hanno portato a Chieti un pubblico numeroso e davvero vario. Sarà una festa sobria, bella e per tutti, di nuovo sostenibile, perché i tempi sono durissimi, dobbiamo guardare con attenzione ai tanti problemi e alle tante urgenze che la nostra città deve affrontare e che, come Amministrazione, cercheremo di risolvere con tutti i mezzi a nostra disposizione perché la qualità non manchi più e diventi, per noi, un elemento distintivo”.




LAGHI PASCOLI DI CAMPO IMPERATORE: pantani con siccità

Vigili del fuoco salvano bovino imprigionato nel fango. L’Asbuc paganica – San Gregorio lancia l’allarme, “urgente rifornimento idrico e interventi di messa in sicurezza”

L’Aquila, 17 settembre 2023. “L’emergenza idrica, sui pascoli del Gran Sasso aquilano ha trasformato gli specchi d’acqua, fondamentali per l’abbeveraggio del bestiame, in pericolosi pantani. È così è accaduto che un bovino è rimasto imprigionato nel fango del lago Pietranzoni, sull’altopiano di Campo Imperatore. Solo  grazie al provvidenziale intervento dei Vigili del fuoco, tempestivamente sollecitati dalla nostra Asbuc, l’animale è stato messo in salvo, ma episodi di questo genere sono destinati a ripresentarsi”.

A riferire dell’episodio, avvenuto nei giorni scorsi, e a segnalarlo con una nota ufficiale alla Prefettura dell’Aquila, al Parco Nazionale Gran Sasso Monti della Laga e al Comune dell’Aquila, è Fernando Galletti, presidente dell’Amministrazione separata degli usi civici (Asbuc) di Paganica e San Gregorio, impegnata con risorse proprie nelle operazioni emergenziali di rifornimento di acqua a servizio del bestiame in quota, rese necessarie dalla perdurante siccità e disseccamento dei fontanili e specchi d’acqua.

L’Asbuc ha chiesto invano un sostegno economico al Parco nazionale Gran Sasso e Monti della Laga e il Comune dell’Aquila per poter incrementare e rendere ancor più efficace l’intervento. Alla luce di quanto accaduto, l’Asbuc ribadisce ora, con estrema urgenza, l’ok all’autorizzazione alla recinzione provvisoria del lago di Pietranzoni, per motivi di sicurezza.

Nella lettera il presidente Galletti ha dunque spiegato in sintesi quanto segue: “Eravamo impegnati nel trasporto di una autobotte da 30 metri cubi di acqua per rimpinguare i fontanili, e siamo stati informati di un bovino impantanato nel fango del lago di Pietranzoni. Accorsi immediatamente sul posto, non abbiamo potuto fare altro che constatare di come la povera bestia, ormai esausta, sprofondava nel fango dal quale a malapena riusciva a tenere la testa fuori, immersa in liquami resi maleodoranti da deiezioni animali, che la spaventosa siccità in atto ha trasformato in pericolose sabbie mobili. La bestia, sicuramente attirata da un rimasuglio d’acqua, nel tentativo di abbeverarsi, era rimasta lì intrappolata di certo da diverse ore”.

Dopo circa soli 40 minuti dalla richiesta di aiuto dell’Asbuc, inoltrata telefonicamente, sono accorsi, nei pressi del Lago di Pietranzoni, i Vigili del fuoco, che hanno tratto in salvo l’animale.

“Esprimiamo riconoscenza e ammirazione per il coraggio e l’abnegazione dimostrata dai Vigili del fuoco, in particolar modo particolare per un giovane agente il quale, pur sprofondando nel fango fino alla cintola, è riuscito a raggiungere la testa del bovino tenendola alta per farla respirare e liberando con le mani le narici dal fango. Imbracata la bestia per gli arti anteriori, e grazie all’ausilio dei suoi colleghi, è riuscito dunque a verricellare la bestia fuori dal fango. Dopo essere stata lavata con l’acqua la bestia sana e salva è tornata ai suoi pascoli”, scrive Galletti.

Protesta però  Galletti: sicuramente a breve tale situazione di pericolo si ripresenterà.

“Come Asbuc competente su quel territorio pascolivo abbiamo già provveduto ad avvertire Comune di L’Aquila e Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga, e, per conoscenza la locale Prefettura, chiedendo un sostegno economico e logistico finalizzato alla fornitura di acqua e alla ripulitura del lago di Pietranzoni. Visto quanto accaduto chiediamo ora anche le necessarie autorizzazioni per il ripristino di fontanili recentemente realizzati grazie al progetto europeo Life Praterie e mai entrati in funzione, come anche per il ripristino della storica Vela in cemento destinata alla raccolta delle acque piovane, anch’essa mai entrata in funzione, sicuramente utile a scongiurare venture emergenze idriche. Infine, riteniamo urgente la realizzazione di un semplice argine naturale sul brecciaio che veicola acqua piovana sui nostri pascoli”.




SANTA ILDEGARDA DI BINGEN. Una cuoca divina. Una cucina per il benessere olistico

Un libro di Don Marcello Stanzione ed Elisa Giorgio. Recensione di Elia Lucchini

IlNuovoArengario.it, 17 settembre 2023. Pubblicato recentemente da Il Cerchio, il libro di Marcello Stanzione ed Elisa Giorgio intitolato: “Santa Ildegarda di Bingen: una cuoca divina. Una cucina per il benessere olistico” ci aiuta a conoscere Ildegarda di Bingen, mistica del XII secolo, proclamata da papa Benedetto XVI dottore della Chiesa cattolica, una figura incredibilmente affascinante di una comunità religiosa.

Per Ildegarda è il regime alimentare a permettere di ritrovare l’equilibrio e la salute dell’anima e del corpo. Dall’antipasto al dolce, comprendendo anche qualcosa di digestivo, ecco numerosi spunti per un pranzo medievale, con ricette pratiche, curiosità storiche, tutto prendendo spunto dagli insegnamenti della santa monaca medioevale. Bruschette, insalate, zuppe, minestre, gnocchi, spiedini, polpette e, soprattutto, tanta verdura e frutta con particolare riguardo al farro, principale ingrediente della cucina ildegardiana, evitando solo i cibi che Ildegarda considerava nocivi per la salute.

Don Marcello Stanzione, sacerdote, massimo esperto italiano di Angelologia, e, la dottoressa Elisa Giorgio, laureata in chimica farmaceutica, propongono un interessantissimo viaggio tra curiosità e ricette di un’epoca, il Medioevo monastico, caratterizzata dal contatto quotidiano con la natura e i suoi segreti. I due autori sono tra i massimi divulgatori italiani delle conoscenze che ci provengono dalla santa abadessa benedettina di Bingen ed insieme hanno già pubblicato numerosi libri di successo sulla terapeutica di santa Ildegarda con le edizioni Il Cerchio di Rimini.




PER L’UNIONE DELLE DUE COREE

Il concerto del candidato al Nobel per la pace Odino Faccia

Eldia.com, 16 settembre 2023. All’insegna del motto L’unione dei popoli, Odino Faccia, cantautore argentino candidato al Premio Nobel per la Pace 2023, terrà un concerto per la pace il 19 settembre alle 19 al Pajo World Peace Park della città di Seoul. e la convivenza tra le due Coree, divise da più di 70 anni.

“Dopo 70 anni, la popolazione della Corea del Sud non può più avere alcuna comunicazione con la Corea del Nord e viceversa. I confini dell’odio restano in vigore, rispondendo agli interessi ipocriti dei meccanismi di potere, e sono le persone a pagarne le conseguenze, i leader, la leadership in senso lato, devono impegnarsi sempre di più per trovare una via dai conflitti o dalle differenze nel dialogo”, ha detto il cantante.

Faccia, conosciuto come la Voce della Pace, quest’anno ha tenuto concerti negli Stati Uniti, Italia, Argentina e Colombia. Ora è il turno della Corea del Sud, con l’obiettivo di unire i popoli divisi attraverso questo evento culturale e fare della musica un ponte di incontro.

Il cantautore ha avuto il suo primo approccio al problema ascoltando Papa Francesco qualche anno fa, una cosa che lo ha motivato ad una instancabile sensibilizzazione. Lo scorso dicembre, nell’ambito della presentazione al World Summit of Nobel Peace Prize Laureates, è maturato questo progetto per le due Coree in collaborazione con diverse organizzazioni non governative (ONG) di tutto il mondo: Fondazione Pescarabruzzo, Associazione Gorbachev Foundation, Abwci, Pace per la vita e Hwlp.

La musica che apre i confini agli incontri di Odino e il lavoro della Fondazione Red Voz por la Paz hanno un chiaro obiettivo sociale ed educativo. In ogni luogo si cerca di individuare e rendere visibili le difficoltà e le sofferenze per tracciare un percorso di incontro, consapevolezza ed empatia attraverso la musica.

Sia per Odino che per la Fondazione i valori sono alla base di tutto.

Amore, rispetto, unione, amicizia, solidarietà costituiscono quella fibra umana che cercano di sensibilizzare sia nei concerti educativi che nei laboratori di formazione moltiplicatrice che hanno dato in tutto il mondo.

Candidato al Nobel; quest’anno un gruppo di organizzazioni ha riproposto Faccia (è stato nominato nel 2021 e nel 2022) come candidato al Premio Nobel per la Pace 2023 per il suo lavoro in giro per il mondo con la Fondazione Red Voz por la Paz. Un gruppo che ritiene che questo impegno porta una vera “rivoluzione dell’amore e della speranza” a tutte le latitudini

https://www.eldia.com/nota/2023-9-15-16-0-0-por-la-union-de-las-dos-coreas-el-concierto-del-candidato-al-nobel-de-la-paz-odino-faccia-espectaculos




JACOPO SIPARI DI PESCASSEROLI AMBASCIATORE della lirica in Nicaragua

Il direttore abruzzese torna da dieci anni in questa nazione quale direttore principale ospite del Festival Pucciniano. Stasera in Leon il secondo gala lirico con l’Orchestra del teatro nazionale Rubén Dario e cantanti provenienti da tutto il mondo

Pescasseroli, 16 settembre 2023. Il viaggio nasce dalla trasgressione, è la trasgressione. E come ogni violazione comporta sofferenza, tensione radicale, disagio e timori, ma anche conquista di conoscenza. Si è osservato che travel, viaggio, e travail, il travaglio del parto, hanno in inglese la stessa radice. Il viaggio resta una scelta di libertà. Questa la sfida che il tenore Laureano Ortega nicaraguegno e Jacopo Sipari di Pescasseroli, hanno lanciato a loro stessi, alla propria misoginia e alla alterità, alla diversità dell’estero, da dove sono tornati contaminati dalle esperienze altrui, nella lingua, negli abiti e nelle architetture, nei mangiari, nelle usanze, nei saperi, nelle tradizioni musicali.

Se Laureano Ortega ha studiato il canto lirico in Italia, e oggi in veste di ministro e un cognome che è quello del presidente del Nicaragua, essendone il figlio, ha avviato un proprio “Sistema”, che ha salvato, professionalizzando, tanti giovani di questa nazione, il maestro Jacopo Sipari di Pescasseroli, abruzzese, quasi salernitano d’adozione, ma cittadino del mondo, torna ormai da dieci anni nello stato del Nicaragua, quale direttore principale del Festival pucciniano, per dirigere dei concerti con cantanti formatisi in Nicaragua, ai quali si aggiungono voci del gotha internazionale.

Sul palcoscenico dei due teatri di Managua e di Leon, Marina Gaevna, dall’Italia, i nicaraguegni, Karen García, José Luis Leytón, Lizbeth Berríos, Nelson Escobar, Karime Valdez, Josué Osorno, Elisa Picado, Mauricio Delgado, Katherine Velásquez y Laureano Ortega, Armando Likaj dall’Opera di Tirana e Alexey Kostuik y Elena Bezgodkova dal Teatro Marinskij di Mosca, il regno di Valery Gergiev, hanno fatto rivivere Violette e Rigoletti, Calf e Turandot, Cho-Cho-San, Scarpia, Tosche, Liù e Cavalier Cavaradossi, Manrico e Germont, senza dimenticare la grande tradizione napoletana che sa infiammare ogni platea.

Sono dieci anni che ritorno in questo paese – ha affermato il Maestro Jacopo Sipari di Pescasseroli – ed ogni volta mi emoziono sempre più, in primis per il gran lavoro svolto attraverso questo progetto culturale che vede unita insieme la nostra tradizione e il sentire e l’entusiasmo di tanti giovani, che ho conosciuto bambini e rivedo affermati professionisti.

Non si può non pensare al compianto Josè Antonio Abreu: in un tempo in cui gli economisti di tutto il mondo si stanno domandando se davvero gli aiuti stanziati negli anni siano serviti allo sviluppo dei Paesi più poveri, e se i complicati progetti delle organizzazioni internazionali abbiano mai prodotto un qualche risultato, il sistema concepito dal venezuelano, fa tornare in mente un antico detto cinese: “Se dai un pesce ad un uomo, si nutrirà una volta. Se gli insegni a pescare, mangerà tutta la vita. Se i tuoi progetti valgono un anno, semina il grano. Se valgono cent’anni, istruisci le persone”.

Istruirle, significa farle diventare persone di valore. Suonare in un’orchestra, cantare  insieme, far parte di un’opera lirica,  infatti, è molto di più che studiare la musica, significa “entrare in una comunità, in un gruppo che si riconosce come interdipendente”, perseguire insieme uno scopo.

Per questa tournée – ha continuato il Maestro Sipari – che si ripete ad ogni fine estate non si può non ringraziare l’ambasciatore italiano Simone De Santi e la collaborazione della Fondazione Puccini diretta da Franco Moretti con la Puccini Festival Academy che dal 2010 collabora con il Teatro  Ruben Dario e con la Fundaciòn Incanto di Managua. Qui da oltre un decennio l’opera che è il più puro Made in Italy, è diventata parte fondante della produzione musicale del paese permea ogni momento della popolazione, qui tutti cantano le arie più celebri del nostro melodramma, quasi come le hit del momento, come lo era un tempo da noi. La cosa fondamentale è che qui l’accesso all’opera è gratuito, inoltre la popolazione del Nicaragua è giovane, ha meno di quaranta anni, il che vuol dire che qui si guarda veramente al futuro. Qui ci sono belle voci e ogni anno la Fondazione Puccini manda qui un insegnante di canto diverso proprio per garantire la diversificazione di approccio all’opera e chiunque abbia fatto lezione qui è rimasto meravigliato dei talenti e in particolare dell’impegno che tutti profondono nello studio”.

La musica sveglia il tempo è il titolo di uno degli ultimi lavori letterari di Daniel Barenboim e nell’essenza di questo volume, ritroviamo quel filo rosso di speranza che tante volte è sembrato perduto. Barenboim cita l’Also sprach Zarathustra: la via di Richard Strauss è aggiunta in esergo alla sua pagina: “La musica ha sognato per troppo tempo, adesso vogliamo svegliarla. Eravamo sonnambuli: vogliamo diventare sognatori svegli e coscienti per cambiare il mondo”.




MALATTIE DERMATOLOGICHE RARE

Il 22 e 23 settembre si incontrano i massimi esperti nazionali. Il prof. Amerio: “L’Abruzzo tra le regioni all’avanguardia per la cura dei melanomi”

Chieti, 16 settembre 2023. Ogni anno la Clinica Dermatologia dell’Ospedale di Chieti effettua 250 prestazioni per melanoma, 3.500 asportazioni di epiteliomi e oltre 90 interventi per l’individuazione di linfonodi-sentinella. In più, sono oltre 700 i pazienti attualmente in trattamento per forme gravi di malattie più comuni, come la psoriasi e la dermatite atopica.

Di questo e molto altro si parlerà venerdì 22 e sabato 23 settembre a Chieti, nel corso del Convegno nazionale sulle malattie dermatologiche rare “Meet the Expert”. Appuntamento al Cast (Center for advanced studies and technology) dell’Università “G. d’Annunzio” di Chieti (via Polacchi, 11) dove si incontreranno i massimi esperti italiani del settore.

«Per la prima volta l’Abruzzo ospita alcuni tra i maggiori esperti italiani di malattie dermatologiche rare – spiega il prof. Paolo Amerio, responsabile scientifico del meeting e direttore della Clinica Dermatologica dell’Università G. d’Annunzio di Chieti – Per tutti noi un’occasione unica di confronto con colleghi provenienti da ogni parte d’Italia e che ogni giorno gestiscono questo tipo di patologie rare». Obiettivo dichiarato: ampliare le conoscenze sul territorio, migliorare gli standard di riconoscimento, e dunque di presa in carico del paziente, per garantire tempi più veloci e terapie più efficaci.

«Vogliamo che la Clinica Dermatologica teatina (con i tre Centri di Chieti, Ortona e Lanciano) diventi un punto di riferimento per la cura delle malattie dermatologiche rare a livello nazionale – aggiunge Amerio – I numeri ci sono tutti e le professionalità anche. Negli ultimi tre anni, infatti, la struttura di Chieti ha avuto in cura 167 pazienti affetti da malattie rare, e oltre 700 pazienti affetti da forme rare di patologie più comuni. Numeri questi che pongono l’ospedale SS. Annunziata tra le cliniche più attive in Italia, con standard qualitativi elevati a livello nazionale».

Malattie rare, ma non solo. Le patologie dermatologiche, infatti, sono in continuo aumento: basti pensare che rappresentano circa il 30% di tutte le patologie per cui i pazienti si rivolgono al medico di medicina generale. Tra le più diffuse oggi in Italia ci sono l’acne (ne è colpito il 95% dei giovani), la psoriasi (ne soffrono oltre 3 milioni e mezzo di italiani) e la dermatite atopica (che colpisce il 25% dei bambini sotto i 12 anni e il 10% degli adulti).

Appuntamento venerdì 22 (14:00 – 19:30) e sabato 23 settembre (9:30 – 13:30). L’organizzazione dell’evento è affidata alla “Non Solo Meeting”




TORNA CANTINE APERTE IN VENDEMMIA

In Abruzzo il Movimento Turismo del Vino

Ortona, 15 settembre 2023. Settembre e ottobre sono da sempre mesi di duro lavoro in Abruzzo con la vendemmia che assorbe completamente aziende e famiglie dedite alla ormai secolare coltivazione dell’uva e alla sua trasformazione in vino. Negli ultimi anni però la vendemmia ha assunto anche una declinazione turistica diventando un vero e proprio fenomeno sociale soprattutto per le giovani famiglie che trovano di grande interesse far trascorrere ai figli una giornata all’insegna della conoscenza delle tradizioni e contadine ma anche dell’apprendimento di rudimenti delle tecniche enologiche e agronomiche che interessano la vita di una cantina, quella che ormai è nota come Vendemmia Didattica.

L’Abruzzo, grazie all’impegno dei vignaioli del Movimento Turismo del Vino, è stata una delle regioni capofila per questa attività di natura sia didattica che turistica, con centinaia di famiglie che nell’ultimi 3-4 anni hanno vissuto la vendemmia in cantina partecipando a delle entusiasmanti domeniche esperienziali fatte di raccolta delle uve, pigiatura, pranzi contadini, musiche e danze tradizionali abruzzesi.” sostiene con orgoglio Nicola D’Auria il Presidente del Movimento Turismo del Vino.

Anche quest’anno quindi il programma delle Cantine Aperte in Vendemmia si presenta di grande interesse con 8 cantine partecipanti e altre aziende associate che in realtà si stanno organizzando proprio in questi giorni – maturazione delle uve permettendo – per offrire anche loro una giornata di spensieratezza e divertimento a famiglie e gruppi di amici.

Si parte il 16 Settembre a Navelli da Cantinarte e a Santa Maria Imbaro da LaVinarte che riproporrà la giornata anche il 24 Settembre. Domenica 17 Settembre a Monteodorisio da Tenuta Oderisio, Sabato 23 Settembre da Feudo Antico a Tollo e domenica 24 Settembre anche a Collecorvino da Contesa Vini. La prima domenica di ottobre, domenica 1, giornate di festa ancora a Monteodorisio, a Tenuta Ferrante a Lanciano e a Tenuta del Priore a Collecorvino. Infine, Domenica 8 Ottobre da Dora Sarchese a Caldari di Ortona.




SCELTA NUOVA PER L’ABRUZZO

Massimo Pasqualone fonda un movimento

Francavilla al Mare, 15 settembre 2023. Scelta Nuova per l’Abruzzo è il nuovo movimento civico culturale territoriale fondato dal critico d’arte e letterario Massimo Pasqualone.

“Il movimento vuole radicarsi sul territorio abruzzese e partecipare alle prossime competizioni elettorali, mettendo insieme gli esponenti dell’arte, della letteratura, della cultura del territorio, uniti dalla comune idealità freevax, no-lockdown, no- greenpass, nella consapevolezza che solo un’attenta politica culturale possa ridare slancio e vigore alla nostra regione, con un volano legato alle meravigliose opere d’arte presenti, all’incredibile patrimonio etnomusicologico, alla meravigliosa varietà enogastronomica- sottolinea Pasqualone.

Abbiamo già designato i referenti per le quattro province, preso contatti con tutti i comuni nei quali già operiamo da anni con eventi culturali, premi d’arte e letteratura e nell’immediato organizzeremo una serie di incontri tematici e di ascolto per delineare una carta di studio, valorizzazione e protezione del territorio culturale abruzzese.

A breve, inoltre, incontreremo tutte le forze culturali che in questi anni hanno collaborato con noi in Abruzzo, per delineare con più precisione la rotta programmatica del nuovo movimento”.




RICERCA GEOSPAZIALE INTERDISCIPLINARE nell’Era della Salute Unica – One Health

Dal 19 al 21 settembre a Silvi Marina si svolge il Congresso Internazionale GeoVet, organizzato dall’IZS di Teramo

Teramo, 15 settembre 2023.“Espandere i Confini: Ricerca Geospaziale Interdisciplinare per l’Era One Health” è il tema del Congresso Internazionale GeoVet, organizzato dall’Istituto Zooprofilattico Sperimentale dell’Abruzzo e del Molise, in programma dal 19 al 21 settembre 2023 al Centro Congressi Abruzzo dell’Hotel Berti di Silvi Marina, in provincia di Teramo.

GeoVet si svolge ogni 3 anni ed è l’unico Congresso interdisciplinare, a carattere internazionale, specializzato nell’epidemiologia spaziale e nell’applicazione della statistica e dei sistemi di informazione geografica (GIS) alla sanità animale, alla salute pubblica e alla sicurezza alimentare. Sin dalla sua prima edizione del 2001, GeoVet riunisce ricercatori, esperti del settore, rappresentanti delle Istituzioni sanitarie e delle Organizzazioni internazionali di tutto il mondo con l’obiettivo di condividere conoscenze e presentare soluzioni innovative.

L’edizione 2023 del Congresso Internazionale mira a rafforzare la comunicazione interdisciplinare tra i diversi settori scientifici, tecnici e istituzionali per affrontare le questioni sanitarie che nascono dall’incrocio di uomo, animale e ambiente secondo nuove visioni nell’ottica della Salute Unica – One Health.

“L’ultima edizione di GeoVet si è svolta nel 2019 all’Università di Davis, in California. Siamo orgogliosi di esser stati chiamati a organizzare un evento così importante nel nostro territorio, che vedrà la partecipazione di oltre 150 esperti di caratura mondiale provenienti da 5 continenti” – afferma Annamaria Conte, responsabile scientifica di GeoVet e del reparto Scienze Statistiche e GIS dell’Istituto – “GeoVet è un Congresso di rilevanza mondiale che riunisce i maggiori esperti nel campo della raccolta e dell’analisi di dati relativi alla distribuzione geografica delle malattie animali, comprese le zoonosi, di analisi spazio-temporali, dei fattori di rischio per la salute umana e animale. Al centro del dibattito scientifico c’è il tema dell’osservazione della Terra dallo Spazio, dal momento che i satelliti stanno raccogliendo una grande quantità di informazioni a ritmo sempre maggiore sulla salute del nostro pianeta. Ci si confronterà anche sui dati raccolti da fonti diverse, magari dagli stessi cittadini in quella che viene definita ‘citizen science’, sulle analisi genetiche e le osservazioni epidemiologiche: informazioni che saranno analizzate con metodi innovativi, ad esempio mediante l’uso dell’Intelligenza Artificiale, per guidare le ricerche dei prossimi anni e indirizzare le scelte che i Governi prenderanno di fronte alle sfide del cambiamento climatico globale e del suo impatto sulla salute dell’uomo”.

Con questi obiettivi autorevoli relatori saranno i protagonisti di tavole rotonde, sessioni scientifiche, workshop e presentazioni di poster per offrire un’ampia piattaforma utile allo scambio di idee e prospettive. Contestualmente rappresentanti di Organizzazioni internazionali come la FAO, l’OMS, l’Organizzazione Mondiale della Sanità Animale (WOAH) e Il Programma delle Nazioni Unite per l’Ambiente (UNEP), discuteranno del ruolo chiave della scienza nell’indirizzare le decisioni politiche per tutelare la salute del pianeta, alla luce dell’interconnessione generata dalla visione One Health.

“L’utilizzo di tecnologie avanzate di analisi dati è fondamentale per la tutela della salute degli uomini, degli animali e dell’ambiente che dobbiamo considerare in una prospettiva unificata” – aggiunge il Direttore Generale dell’Istituto, Nicola D’Alterio, che conclude: “Nel corso di GeoVet saranno condivise ricerche su come i fattori ambientali si stanno modificando nelle varie parti del mondo e sull’impatto che il cambiamento climatico avrà nei prossimi anni sulla salute umana e animale. Il Congresso di Silvi Marina si profila, quindi, come un evento cruciale per affrontare le questioni sanitarie più urgenti in prospettiva One Health: approccio multidisciplinare e paradigma che guida il nostro Istituto in tutte le attività, al punto che abbiamo istituito il premio internazionale One Health Award, la cui seconda edizione è in programma a Teramo dal 13 al 15 ottobre 2023”.

Manuel Graziani




SULLA TRADIZIONE DEL «COMPARATICO» IN ABRUZZO

di Franco Cercone

[Contributo pubblicato in rivista abruzzese, anno XXXI n. 3-4 Lanciano 1978 pagine n.  181-182]

Il tradizionale istituto del comparatico, che resiste ancora tenacemente in Abruzzo soprattutto nelle aree dell’entroterra montano, è stato oggetto di un approfondito studio da parte di E. Giancristofaro e ad esso si fa rimando per la relativa bibliografia (1). 

Questi appunti che siamo andati man mano annotando sull’argomento sembrano tuttavia presentare caratteri degni di nota e pertanto suscettibili di apportare ulteriori contributi per la messa a fuoco dell’importante tema culturale nei gruppi sociali subalterni.

Come è noto, l’istaurazione del rapporto di comparatico veniva scelto, ma non sempre, il giorno di S. Giovanni Battista ed a proposito ha osservato il Fiordigigli: “La promessa di comparaggio, effettuata nel giorno di S. Giovanni, creava e crea vincoli d’affetto più stretti della parentela; i1 recederne significava attirarsi odio implacabile, violento attrito… » (2).

Il corsivo del passo citato è nostro ed introduce alcuni rilievi che scaturiscono, come ci è sembrato, dall’analisi comportamentale di un gruppo di informatori intervistati (3). 

La persona scelta come compare «lu San Giuànne» non è quasi mai un parente né si trova in condizioni economiche inferiori rispetto a quella di chi ha operato la scelta. La struttura del modello operativo che si incentra nel «comparatico» sembra pertanto rivelare complesse determinazioni di natura economica o di “integrazione economica”

che vietano ai parenti o consanguinei la possibilità della funzione di «alter ego» o persona cui si possa far affidamento nei momenti di bisogno, dato che è proprio con essi che insorgono contrasti in occasione soprattutto di suddivisione ereditaria (4).  

II proverbio popolare i “parenti sono come gli stivali: più sono stretti e più fanno male” (5),  assai in uso ad Opi (e l’informatore di tale località mi ha assicurato che è comune anche in diversi centri della Marsica), Castel di Sangro e Forlì del Sannio, risulta a proposito assai significativo. Notevole è poi la norma che nell’area dell’alto Sangro spetti al padrino la scelta del nome da imporre al nascituro e quest’ultimo porta assai spesso il nome del primo. Ad Opi poi vige l’usanza ormai codificata dalla ripetizione costante ed uniforme nel tempo del comportamento che i1 compare debba essere scelto assai lontano dal paese, donde il proverbio:

“la moglie della tua villa e compare de cento miglia”.

Poiché in un piccolo centro non è difficile reperire un padrino al di fuori del parentado vien fatto di chiedersi quale sia la logica o le motivazioni che spingono una persona a cercare altrove quei vincoli così stretti che derivano dal rapporto di comparatico, o, in altri termini, quali siano le ulteriori funzioni cui l’istituto del comparatico adempie o in passato abbia adempiuto.

Pur nell’evidente eufemismo, l’espressione «cento miglia» alludente alla lontananza del compare, sottolinea probabilmente la necessità, in una società omogenea rurale, di scegliere l’alter ego sia al di fuori dei rischi incombenti in una determinata area sul ciclo economico annuale (come la siccità, la quale se colpisce una zona può risparmiare un’altra) che dall’esigenza dell’integrazione di colture diverse. D’altro canto, nel viaggio

compiuto per raggiungere il compare lontano, da effettuarsi «almeno una

volta all’anno e preferibilmente nel giorno di S. Giovanni Battista» (Opi),

è possibile intravedere anche un aspetto culturale dato dal trasferimento delle persone da una zona all’altra e non dissimile sotto certi aspetti dal «viaggio» compiuto in occasione dei pellegrinaggi. Dalle dichiarazioni degli informatori intervistati è risultata anche la diversa posizione della donna nei confronti dei diritti-doveri che la legano al proprio compare. Essi, infatti, restano immutati fintanto è nubile, ma da sposata, entra a far parte dei diritti-doveri che scaturiscono dal rapporto di comparatico esistente tra il

marito ed il compare di quest’ultimo, secondo uno schema che sembra rivelare residui di un’antica struttura patriarcale della famiglia abruzzese:

Secondo gli informatori intervistati, i rapporti della donna con il primo compare tendono col tempo ad affievolirsi, mentre quelli con il compare del marito, da lei acquisiti con il matrimonio, si cementano e si sacralizzano soprattutto in occasione della nascita del primo figlio. Aggiungiamo a chiusura di queste brevi note due consuetudini sull’argomento registrate a Pacentro e Collepietro. A Pacentro (Inf.ce Sig.ra Antonietta Buccitelli, casalinga di anni 81) chi si recava di mattina in campagna o al cimitero

passava sempre davanti alla casa del compare e sull’uscio deponeva una pietra.

A Collepietro (Inf.re Sig. Domenico Varrassi, insegnante di anni 50) nell’ultimo bicchiere durante la consumazione del consólo si lascia sempre un dito di vino. Forse da tale usanza deriva la norma, assai comune in Abruzzo, di non versare ancora da bere nel bicchiere se questo non sia stato prima completamente vuotato, perché il «dito di vino» richiama alla mente il lutto e perciò è di cattivo augurio.

Note

[1] Cfr. «Rivista Abruzzese», 1977, n° 1, pag. 16 segg.

2 G. Fiordigigli, Un paese d’Abruzzo nella leggenda e nella tradizione, vol. 2° pag. 157; L’Aquila 1977. Il Giancristofaro definisce appunto il comparatico «una parentela fìttizia» (ivi, pag. 16).

3 Signori: Franco Turco, contadino di anni 28, Forlì del Sannio (Is.); Cesidio Serene, di anni 59, contadino, Opi (Aq.); Anna Carugno Rosati, di anni 35, insegnante, Castel di Sangro (Aq.): Pia Amicucci, di anni 57, bidella, Roccapia (Aq.).

4 A Cansano (Aq.) nelle, liti per la suddivisione della proprietà e per il diritto all’asse paterno è noto il detto vuoglie l’aadòre de tata meja..

5 A Villalago: frate e parente come serpente.; cfr. A. D’Antonio, Villalago. Storia, leggende, usi. costumi, pag. 199; Pescara 1976.




INCIDENTE SABINO ESPLODENTI: LE VOCI

 Cgil Abruzzo Molise: “strage che si doveva evitare, accertare subito responsabilità”

Pescara, 14 settembre 2023. “È assurdo che uno stabilimento industriale catalogato ‘ad alto rischio’ secondo la Direttiva Europea Seveso (e dunque soggetto a severi controlli da parte delle istituzioni) possa registrare due incidenti mortali plurimi in meno di tre anni di distanza l’uno dall’altro e dopo che sul primo incidente sono state ipotizzate accuse di omicidio colposo plurimo aggravato perché commesso con la violazione delle norme per la prevenzione degli infortuni sul lavoro. In attesa che si chiariscano dinamica e cause dell’episodio odierno, l’auspicio è che vengano subito accertate le responsabilità di questa ennesima strage che si poteva e si doveva evitare”. Lo afferma il segretario generale della Cgil Abruzzo Molise, Carmine Ranieri, a proposito dell’incidente, avvenuto in mattinata alla Sabino Esplodenti di Casalbordino, in cui hanno perso la vita tre.

Coordinamento USB Lavoro Privato Abruzzo e Molise: quanti morti servono per istituire il reato di omicidio sul lavoro?

Pescara, 14 settembre 2023. Incredibile ma vero, è accaduto di nuovo! L’esplosione alla Sabino Esplodenti di Casalbordino, che ha causato 3 morti, sembra un film horror già visto, nel 2020, in un’altra deflagrazione, avevano perso la vita altrettanti lavoratori e nel passato vi erano state altre situazioni simili con morti e feriti gravi. Si era detto mai più invece ci risiamo. I lavoratori pagano con la vita un sistema di controlli che non funziona, che non previene e che non punisce chi manda al massacro i lavoratori.

Non dimentichiamo che un altro lavoratore di un’azienda dello stesso settore, nel teramano, ha perso la vita nel mese di febbraio e che la conta dei morti in Abruzzo aumenta di anno in anno.

Ribadiamo che la politica deve intervenire e crediamo, come abbiamo proposto a tutti i gruppi consiliari regionali il 4 dicembre dello scorso anno in occasione dello sciopero generale, che è necessario potenziare gli organici degli enti di controllo delle ASL e attuare una loro riforma profonda per non lasciare scampo a chi non rispetta le regole.

Alle aziende che violano le leggi sulla sicurezza va sospesa l’attività e prevedere dei controlli stringenti periodici: meglio lavoratori cassintegrati che morti.

Ribadiamo con forza che bisogna introdurre un reato specifico nella legislazione: il reato di omicidio sul lavoro.

La politica piange e fotte, come si dice a Napoli, ma sulla sicurezza non fa nulla, per questi motivi, USB e Rete Iside, hanno lanciato la campagna di raccolta firme per la proposta di legge di iniziativa popolare che istituisce questo reato e per mettere il Parlamento italiano di fronte alle proprie gravi responsabilità.

Basta con le interviste mediatiche piene di costernazione da parte dei politici, non più credibili, e basta anche con le finte rimostranze di CGIL, CISL e UIL.

Quanti morti servono per comprendere che bisogna intervenire in modo radicale?

Quanto sangue deve scorrere per comprendere che gli attuali strumenti non bastano a fermare la sequela di morti ammazzati sul lavoro?

Chiederemo formalmente al Prefetto di Chieti e alle altre Prefetture una convocazione immediata e l’istituzione di una commissione permanente sulla sicurezza che abbia interlocuzioni con la politica che ha il dovere di agire di fronte a questa mattanza. Se i lavoratori muoiono il minimo è che i responsabili vadano in galera.

Di Girolamo (M5S): Dolore e rabbia per quanto accaduto

Roma, 14 settembre 2023. La senatrice sulmonese Gabriella Di Girolamo affida ad una nota la reazione alla notizia della morte di 3 operai della ditta Sabino Esplodenti di Casalbordino.

“Una notizia terribile che colpisce e lascia sgomenti tutti noi, proprio mentre al Senato si discute la mozione unitaria sulla sicurezza nei luoghi di lavoro. Alle famiglie degli operai esprimo sentimenti di cordoglio e vicinanza. È arrivato il momento di dire basta: non si può morire di lavoro. Queste morti, come ha ribadito proprio ieri il Presidente della Repubblica Mattarella,  “feriscono il nostro animo e feriscono le persone nel valore massimo dell’esistenza, il diritto alla vita”.

“L’incidente di oggi arriva a pochi giorni di distanza di quello drammatico sui binari di Brandizzo e ricorda tristemente quello di 3 anni fa, nella stessa fabbrica di Casalbordino, in cui persero la vita altri 3 operai”.

Anche per questo motivo la senatrice non riesce a nascondere la rabbia per quanto accaduto oggi: “Com’è stato possibile? Cosa è stato fatto in questi anni per la sicurezza di quella fabbrica? Quali provvedimenti sono stati adottati? Per la miseria, stiamo parlando di una fabbrica di esplosivi!”

 “Le morti sul lavoro sono una piaga del nostro Paese e in Abruzzo lo sappiamo bene, vista l’impennata registrata negli ultimi mesi sul nostro territorio. Sono necessari controlli stringenti, che devono essere decisamente più incisivi, maggiori tutele e garanzie per chi lavora. È necessaria una nuova cultura del lavoro e della sicurezza. Cosa possiamo dire alle famiglie di questi lavoratori? Cosa possiamo dire alle famiglie di chi esce la mattina per andare al lavoro e non fa più ritorno ai suoi affetti? Nulla, non ci sono parole e in questo momento sarebbero inopportune”.

“Spero che eventuali responsabilità vengano accertate al più presto e che episodi del genere non abbiano più a ripetersi” – conclude la senatrice.

Alberto Bagnai (Lega): “sono vicino alle famiglie delle vittime: più sicurezza e controlli nelle aziende che trattano prodotti pericolosi ”

Casalbordino, 14 settembre 2023.Una tragedia di grandi dimensioni, che colpisce tutto l’Abruzzo. Quanto accaduto oggi alla fabbrica Sabino Esplodenti di Casalbordino richiama tragicamente l’attenzione sul tema della sicurezza sui luoghi di lavoro, ultimamente evidenziato dal ricorrere di gravi sciagure.”

È quanto afferma il deputato della Lega, Alberto Bagnai, in merito all’esplosione avvenuta nella tarda mattinata alla Sabino Esplodenti di Casalbordino, per cause che, al momento, sono ancora in corso di accertamento.

“Esprimo il mio cordoglio alle famiglie e ai colleghi di lavoro delle tre vittime”, prosegue Alberto Bagnai, “Colpisce che la sciagura sia avvenuta alla vigilia dell’udienza preliminare per un evento analogo che aveva colpito la stessa azienda. Sono in costante contatto con le autorità locali e mi sono messo a disposizione per ogni eventuale necessità. Questo Governo ha posto tra i temi prioritari quello della sicurezza sul lavoro, che richiede un’attenzione particolare in contesti che, come quello oggi colpito, sono esposti a rischi, e per questo continueremo a chiedere ulteriori risorse per formazione, prevenzione e controlli”.

Leo Marongiu Segretario provinciale PD Chieti: lavorare non è morire

Lanciano, 14 settembre 2023. “Le morti sul lavoro feriscono il nostro animo. Feriscono le persone nel valore massimo dell’esistenza, il diritto alla vita. Feriscono le loro famiglie. Feriscono la società nella sua interezza. Lavorare non è morire”

Queste sono le parole di ieri del Presidente della Repubblica. Restiamo sgomenti di fronte alla tragedia di poche ore fa a Casalbordino.

Vicinanza e condoglianze alle famiglie.