FATTI E PERSONAGGI della terra di Ofena (dal XII al XIV secolo)

[Articolo pubblicato in ABRUZZOSETTE (Settimanale indipendente fondato da Remo Celaia), Anno X n. 6, del 19 febbraio 1976. L’Aquila]

di Franco Cercone

La più antica Bolla Corografica che si conosca è per quanto concerne la Diocesi Valvense, quella di Pasquale II (1112) che descrive le Chiese e le Terre in essa situate.

In quell’anno le chiese di Ofena, non più sede di diocesi, erano 3 e non 4, come afferma il Celidonio (La Diocesi di Valva, vol. I pg 182; Casalbordino 1909), particolare che si evince da una lettura esatta della Bolla suddetta: Ecclesias sancti valentini nicolai et sancti marci et sanctae luciae.

Ciò significa che in un primo momento vi era in Ofena un’unica chiesa dedicata appunto ai santi Valentino e Nicola e non due.

Dalla stessa Bolla di Pasquale II apprendiamo anche che in Trite, cioè lungo la Valle dei Tirino, esistevano quattro chiese: S. Martino, S. Giovenale, S. Vittorino e S. Giovanni.

Trite è un toponimo vago ed estensivo che comprende anche il Monastero di San Pietro ad Oratorium, monastero dai vasti possedimenti, fra cui Ofena, riconfermati ancora nell’8l6 da Ludovico I ai monaci Vulturnensi che lo possedevano. Non è possibile confondere Trite, o Valle Tritana, con Capestrano perché Capestrano, come centro, è di là da venire rispetto non solo a Bussi (anch’esso menzionato nella Bolla di Pasquale II) ma anche e soprattutto ad Ofena. E ciò non solo perché in epoca italica e romana Aufinum [Ofena] era l’unico centro catalizzatore della zona, ma anche perché fu centro episcopale prima che fosse fondato il Monastero di San Pietro ad Oratorium. Se il primo documento che si riferisce a quest’ultimo risale al 752, anno in cui fu confermato come possesso ai Volturnensi da Stefano II (e pertanto la sua fondazione può farsi risalire, ad abundantiam, ad un secolo prima), abbiamo invece documenti certi riferentisi ad Aufinum, come sede diocesale e risalenti per es. al periodo 468-483, corrispondente al pontificato di Papa Simplicio I. 

In una lettera tale Papa comunica infatti a Gaudenzio, vescovo di Aufinum, sanzioni per aver violato alcune norme di disciplina ecclesiastica. (Cfr. G. Marinangeli Noterelle di Storia Ecclesiastica nella Provincia Valeria in Bullettino D.A.S.P., 1973, pag. 389 segg.)

Non è questione di opinioni dunque. La storia è fatta da documenti. Ma torniamo ad Ofena.

ln un’altra Bolla emanata nel 1138 da Innocenzo II, troviamo ulteriori descrizioni delle chiese, terre e confini della Diocesi di Valva. In tale anno, 1138. troviamo:

“Ecclesias sancti valentini nicolai et sancti marci. Et sancti salvatoris et sancti egidii  et sancti donati, et sante marie et sancte luciae. Quae sunt in Ofene.”

Nel breve arco di 26 anni dunque furono costruite rispetto al 1112 ben quattro chiese in più, e cioè S. Salvatore, S. Egidio, S. Donato, S. Maria. Mezzo secolo più tardi nella Bolla di Clemente Ill (5 Aprile 1188), vengono ulteriormente precisate Terre e Chiese della Diocesi di Valva. Tale Bolla è mollo importante perché da essa si apprende che oltre alle precedenti menzionate vi sono in più le Chiese dedicate a S. Valentino e S. Nicola (cioè due chiese distinte), a S. Massimo, e l’ultima a S. Vittorino.

Nel 1196 si apprende inoltre l’esistenza di una chiesetta campestre, ma non per questo meno importante, dedicata a San Pietro.

L’Architrave fu scolpito da un artista di Ofena, Magister Silvester, che il Piccirilli (in Rass. Abruzzese di Storia e Arte. n.7 Casalbordino 1899) desunse dall’Antinori (Ms. vol 27). Sulla destra della chiesa, scrive il Piccirilli, vi è “un altare molto bello e conservatissimo, dal sec. XV, con alcuni pregevoli affreschi”.

Questa eccezionale erezione di chiese sta a significare che nel giro di 80 anni circa Ofena subì un notevole incremento demografico, soprattutto ad opera di nuclei longobardi, di cui si ha un’eco in “placiti, piati e privilegi riportati dalla Cronica Vulturnense”.

Ecco cosa dice il Celidonio a proposito (op. cit., vol.III, pg. 143): “Molti Longobardi certamente avendo invasa per lo innanzi la Valle Tritana, scaduti sotto i Franchi ed ammiseriti, si adattarono per necessità e per franchigia ad essere servi del Monistero (di San Pietro ad Oratorium). Però come ogni altra servitù anco questa dette luogo a contrasti, anzi ribellioni”.

Nell’ 854 alcuni contadini di Ofena (Villa Offene) tentarono di sottrarsi alle angherie cui erano sottoposti dai frati del Monastero. Tali contadini, definiti secondo i documenti dell’epoca servi (significativo è a proposito la compilazione del “Catalogo dei servi della Valle Tritana”, dell’872), erano tali Johannacii, Atriamo, Onzoli, ed altri. In un altro Placido che ebbe luogo ad Ofena l’Abbate – come riferisce il Celidonio – ebbe ad esclamare “costoro coi padri e le madri furono servi del Monistero, e se ne sono sottratti. Giudicateli.”

Quali erano dunque i termini del dissidio?

L’aumento demografico portava evidentemente la popolazione, soprattutto i nuovi immigrati, ad invadere (cioè a coltivare) terreni che sotto il Monastero restavano incolti, con il susseguente rifiuto di donare una cospicua parte del raccolto ai frati, anche perché, nota giustamente il Celidonio, “vi erano molte contestazioni contro i possedimenti Vulturnensi” (vol. III, pag. 149). Fra le contestazioni va annoverato anche un Privilegio di Pasquale II a tenore del quale al prevosto del Monastero di S. Pietro erano riconfermati diritti e beni feudali. Senonché la scienza epigrafica dimostrò nel 1908, ad opera di un insigne studioso tedesco, P. Kehr, che tale Privilegio era completamente falso ed andava annoverato fra le invenzioni dei monasteri dell’epoca, dirette ad assicurare ad ogni costo il possesso di determinati privilegi, a danno delle inermi popolazioni. Per finire si apprende da un desunto di una Bolla di Innocenzo III, risalente al 1308, come Ofena si fosse arricchita di una ulteriore chiesa, S. Giovanni, e quindi a quella data le chiese erano complessivamente 12.

All’ulteriore aumento demografico si accompagna in Ofena un certo benessere che si evince dall’attenta lettura di una visita pastorale nella Diocesi Valvense fatta nel 1356. Un certo Plebanus , chierico di una , ma non precisata, chiesa di Ofena, “Solvit tareni XX”,  mentre il Prepositus della chiesa di S. Lucia “solvit tareni X”. Se si prende quest’ultima somma per media e la si moltiplica per 12, quante erano appunto le chiese di Ofena, abbiamo la rispettabile somma di 120 tareni, che dati i tempi rappresentavano per la Diocesi Valvense veramente un buon introito (cfr. Rass. Abruzzese di Storia e Arte, n. 8, pag. 179; Casalbordino 1899).

L’elevato tenore economico, come derivazione di una agricoltura fiorente, provoca in Ofena specializzazioni ed associazioni artigiane, in cui spiccano figure di artisti di primo piano, come per es. il già citato Magister Silvester e il Maestro Berardo, che nel 1322 riceve l’incarico da parte dei canonici di San Panfilo in Sulmona, di miniare, insieme al Maestro Merolo di Bucchianico, tutti i libri corali esistenti nella Cattedrale Peligna.

E qui ci fermiamo, molto è stato omesso, ma lontano ci porterebbe il discorso sull’affascinante Terra di Ofena, che aspetta, almeno per il periodo che abbiamo trattato, un’importante pagina di storia che deve ancora essere scritta.




CONFERENZA INTERNAZIONALE SULL’INNOVAZIONE nella programmazione urbanistica

UnivAQ ospiterà la 12ª edizione con due premi assegnati in memoria di Giovanni Cialone e Giorgio Pipponzi

L’Aquila, 1° settembre 2023. L’Aquila ospiterà dal 6 all’8 settembre 2023 la 12ª Conferenza internazionale sull’innovazione nella pianificazione urbanistica – 12th International Conference on Innovation in Urban and Regional Planning (INPUT2023), appuntamento biennale che coinvolge la comunità scientifica internazionale nell’ambito della pianificazione territoriale ed altri settori ad esso affini. 

L’organizzazione dell’evento – in programma nella sede del dipartimento di Scienze umane (DSU), in viale Nizza 14 – è affidata al gruppo di ricerca in Scienze del territorio del DICEAA – Dipartimento di Ingegneria Civile, Edile-Architettonica e Ambientale dell’Università dell’Aquila che ha focalizzato il tema principale della conferenza su: “Working for sustainable soil management and the role of land planning” ovvero “Lavorare per una gestione sostenibile del suolo e il ruolo della programmazione territoriale”.

La conferenza è patrocinata da Comune dell’Aquila, Regione Abruzzo, Ispra e ordini provinciali degli ingegneri e degli architetti dell’Aquila.

Le nuove sfide internazionali legate alla valutazione della sostenibilità delle trasformazioni territoriali, infatti, richiedono la valutazione e la misura dei fenomeni di alterazione dei suoli attraverso specifiche tecniche e indicatori. Pianificazione territoriale e sistemi di gestione svolgono un ruolo cruciale nell’affrontare le questioni della riforma politica e degli investimenti, della transizione ecologica e della sostenibilità nelle sue tre dimensioni: ambientale, economica e sociale. Integrare la sostenibilità di politiche pubbliche, strategie e strumenti è fondamentale per avere un impatto rilevante rispetto ai cambiamenti climatici, alla fornitura di servizi ecosistemici e all’approvvigionamento energetico. 

La conferenza è organizzata in 20 sessioni tematiche. Sono inoltre previste 3 sessioni plenarie alle quali saranno presenti in qualità di Keynote Speaker tre professori di fama internazionale: Prof.sa Sara Meerow (School of Geographical Sciences and Urban Planning, Arizona State University); Prof. Jacques Teller (University of Liège); Prof.sa Claudia (van der Laag) Yamu (Oslo Metropolitan University). 

La conferenza arricchisce la sua offerta con quattro workshop gratuiti, dal monitoraggio del consumo di suolo al BIM-Building information modeling, rivolti a studenti, dottorandi, giovani ricercatori, architetti, ingegneri e liberi professionisti. Per partecipare, è necessaria la registrazione tramite Google Form (https://www.centroplaneco.it/workshops/) entro il 3 settembre 2023. La partecipazione è gratuita e includerà il rilascio di un attestato di partecipazione. Ai giovani ricercatori è inoltre dedicato “OUTput”, un momento di incontro informale e di scambio di esperienze sulla propria attività di ricerca che si svolgerà il 6 settembre 2023 al termine della prima giornata congressuale. 

Durante la conferenza saranno assegnati dei riconoscimenti per i migliori contributi scientifici: il “Giovanni Cialone Best Paper Award”, in memoria dell’architetto Giovanni Cialone, vicepresidente e membro del Consiglio direttivo del Parco Nazionale Gran Sasso e Monti della Laga, che verrà assegnato a giovani ricercatori che presenteranno lavori focalizzati sulla montagna, le aree interne, le aree protette e lo sviluppo sostenibile; e il “Giorgio Pipponzi Best Paper Award”, per onorare la memoria del geologo Giorgio Pipponzi, che ha prestato servizio come responsabile dei sistemi GIS presso l’Ufficio speciale per la ricostruzione dei Comuni del Cratere – USRC.

Infine, sarà possibile visitare a Palazzo Camponeschi, sede del Rettorato, la mostra dei lavori riguardanti le attività di ricerca del DICEAA – Dipartimento di Eccellenza 2023-2028 che si terrà durante i giorni 6-8 settembre 2023 in concomitanza con la conferenza e sarà aperta a tutta la cittadinanza con ingresso libero.




INCONTRI INTERNAZIONALI DI MUSICA in terra d’Abruzzo 2023

Sulmona  Pacentro  Pescocostanzo  Pratola Peligna  Bugnara  Castel di Sangro: luglio – agosto – settembre. Direzione Artistica Guido Galterio Gaetano Di Bacco

Castel di Sangro, 1° settembre 2023. Si conclude con le ultime due tappe,  Castel di Sangro Teatro  Francesco Paolo Tosti  il 2 settembre  ore 18.00,  e  Sulmona il 3 settembre nel Foyer del Teatro Comunale “Maria Caniglia”  sempre alle ore 18.00, il lungo percorso turistico-culturale  di Vaga Luna Festival, rassegna itinerante della Camerata Musicale Sulmonese realizzata in collaborazione con Pescocostanzo Classica, Ateneo Internazionale della Lirica, Conservatorio A. Casella dell’Aquila, Voci&Voci Festival e i Comuni di Pacentro, Pratola Peligna,  Bugnara e Castel di Sangro.

20 gli appuntamenti  susseguitisi nei territori della Valle Peligna ed Alto Sangro,  tra il 30 giugno e il 3 settembre,  124 gli artisti coinvolti tra musicisti solisti, orchestre, attori, cantanti, scrittori e giornalisti.  Un ricco ventaglio di proposte per guidare il pubblico alla scoperta di alcuni tra i borghi più belli del territorio. Serate di musica, prosa, lirica, letteratura ospitate in luogo dal fascino inaspettato. Dopo l’apertura il 30 giugno con il tango di Piazzolla e Gallianò e l’Orchestra Sinfonica di Sanremo nel Complesso Monumentale dell’Annunziata a Sulmona, VagaLuna Festival  2023 conclude l’attività estiva della Camerata Musicale a Sulmona da dove tutto era partito .

 Saranno due giovani promesse della lirica,Yuan Xiaoyi, soprano e Wang Yang, baritono, che si sono distinti nella master class tenuta  dal soprano lettone Jolanta Stanelyte per l’Ateneo Internazionale della Lirica, ad animare il concerto di chiusura il 2 settembre a Castel di Sangro e infine il 3settembre a Sulmona dove i due giovani musicisti si sono conosciuti scoprendosi anime gemelle. Ed è per questo che nel programma della serata hanno voluto inserire in omaggio al pubblico  una romantica canzone cinese del famoso compositore Li Shangyin, eseguita per la prima volta in Italia. I due cantanti provenienti dalla Cina  eseguiranno, un programma di arie e duetti,  accattivante e vario (da Mozart a Franz Lehár, Puccini,  Dvořák, Čajkovskij e Bellini), ma allo stesso tempo molto impegnativo,  accompagnati al pianoforte dal M° Guido Galterio.

Yuan Xiaoyi, soprano e Wang Yang, baritono sono laureati rispettivamente al Conservatorio “Giuseppe Verdi” di Milano e al Conservatorio “Nicola Sala” di Benevento. Attualmente stanno concludendo il dottorato presso l’Università della Musica “F. Chopin” di Varsavia. Da alcnni anni frequentano l’Ateneo Internazionale della Lirica di Sulmona nei corsi tenuti dal soprano Jolanta Stanelyte per accrescere e perfezionare le loro qualità tecniche e interpretative.

Guido Galterio ha suonato come solista e collaborato con l’Ensemble d’Archi del Mozarteum di Salisburgo, Orchestra Scarlatti  RAI Napoli e Radio Televisione di Zagabria, Ensemble Teatro dell’Opera di Roma e collaborato con artisti quali Carreras, Gasdia, Serra, Ricciarelli, Bacalov, Beilina, Pay.

Ha partecipato tra gli altri al V Festival Pianistico di Napoli (RAI), Festival di Nuova Consonanza, Aalborg Opera Festival, RomaEuropa Festival, Millennium Festival di Madrid e Barcellona, Omaggio a Maria Callas al Lincoln Center-New York City Opera e ai Festival Verdiani dei Teatri d’Opera di Francoforte e  Siviglia.

Sue esecuzioni sono state trasmesse da Rai-Radio3, RSI-Radio Svizzera Italiana, ORF Osterreichischer Rundfunk, Radio Suisse Romande, SBS Nippon Radio.

Ha inciso per le case discografiche Hungaraton Classic, Rara, MR Classic, Bongiovanni. Diapason – Discoteca di Stato.

PROGRAMMA

W.A. Mozart

Non più andrai farfallone amoroso – aria di Figaro da “Le Nozze di Figaro”

G. Puccini

O mio babbino caro – aria di Lauretta da “Gianni Schicchi”

V. Bellini

Ah! Per sempre io ti perdei – aria di Riccardo da “I puritani”

G. Puccini

Quando men vo’ – aria di Musetta da “La Bohème”

W.A. Mozart

La ci darem la mano – duetto Don Giovanni e Zerlina da “Don Giovanni”

P. I. Čajkovskij

aria di Evgenij Onegin da “Evgenij Onegin

A. Dvořák

Canzone alla luna – aria di Rusalka da “Rusalka”

Li Shangyin

Meravigliosa Cetra

W.A. Mozart

Deh, vieni alla finestra – serenata di Don Giovanni da “Don Giovanni”

G. Puccini

Si, mi chiamano Mimì – aria di Mimì da “La Bohème”

Franz Lehár

Tace il labbro – duetto tra Hanna Glawari e Danilo da “La vedova allegra”

Franz Lehár

Tu che m’hai preso il cor – duetto dall’ operetta “Il paese del sorriso”




L’ORSA AMARENA UCCISA A FUCILATE

La tragica fine di un simbolo d’Abruzzo, un fallimento per tutti

San Benedetto dei Marsi, 1° settembre 2023. È con profonda tristezza e indignazione che si apprende della tragica morte dell’orsa Amarena, avvenuta giovedì notte per mano di un individuo che ha ucciso senza pietà mamma orsa alla periferia di San Benedetto dei Marsi, nel cuore del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise. Questo atto spregevole e folle ha scosso l’opinione pubblica, lasciando un vuoto profondo soprattutto nei cuori della cittadinanza locale che aveva accolto l’orsa, ormai abituata a convivere pacificamente con gli umani.

Solo pochi giorni prima della sua tragica morte, Amarena era stata avvistata con i suoi cuccioli nel centro abitato di San Sebastiano dei Marsi, un evento che aveva catturato l’attenzione di abitanti e turisti, dimostrando la capacità di convivenza pacifica tra la fauna selvatica e le comunità locali. Il Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise ha confermato la notizia, spiegando che un veterinario presente sul luogo ha potuto solamente constatare la morte dell’orso.

L’autore di questo tragico omicidio, tale Andrea L. è stato identificato dai Guardiaparco e si trova ora sotto l’inchiesta delle autorità. Animalisti Italiani Onlus si costituirà parte civile nel processo per l’uccisione dell’orsa, chiedendo giustizia per Amarena e un impegno ancora maggiore nella protezione della fauna selvatica da parte delle autorità italiane ed europee.

Animalisti Italiani Onlus insieme al Partito Animalista Europeo sta organizzando una manifestazione per scuotere le coscienze collettive che si terrà domenica 10 settembre dalle ore 15 a San Benedetto dei Marsi, in piazza Risorgimento. L’invito è esteso a tutte le associazioni con i propri simboli e bandiere, attivisti indipendenti e liberi cittadini che non vogliono subire passivamente le prevaricazioni ed i soprusi contro i più deboli e indifesi.

Walter Caporale, Presidente degli Animalisti Italiani, dichiara: ” L’orsa Amarena era un’icona di pacifica convivenza tra uomo-animale. Un simbolo virtuoso dell’Abruzzo. La sua morte è una perdita inestimabile per la biodiversità e una ferita profonda per la comunità. Mamma orsa aveva già perso il figlio Juan Carrito in un incidente stradale e adesso lascia soli gli altri suoi 2 cuccioli, ad oggi dispersi. Questo atto barbaro dimostra la necessità urgente di rafforzare le leggi e le misure di protezione per la fauna selvatica in Italia. Non possiamo permettere che tali atrocità accadano impunemente.”

Animalisti Italiani invita a firmare la petizione presente su sito www.animalisti.it/petizioni per ottenere sanzioni adeguate, più severe, per i reati contro gli animali.

Stefano Fuccelli, Presidente del Partito Animalista Europeo (PAE), aggiunge: “Condanniamo l’efferato gesto e ci appelliamo ad una condanna esemplare dal momento che è stato identificato il colpevole. Invitiamo tutti a partecipare alla manifestazione di domenica 10 settembre per lanciare un forte segnale in difesa della salvaguardia della vita e dei diritti degli animali”.

Il Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise ha dichiarato: “Questo è un fatto gravissimo che arreca un danno enorme alla popolazione di orsi, con solo una sessantina di esemplari rimasti. Amarena era una delle femmine più prolifiche nella storia del Parco e non aveva mai rappresentato una minaccia per gli esseri umani.”

La Regione Abruzzo, tramite il suo Presidente Marco Marsilio, ha condannato fermamente l’atto, sottolineando che mai un orso ha costituito una minaccia per la popolazione locale. “L’atto violento compiuto nei confronti dell’orsa non ha alcuna giustificazione“, ha dichiarato il Presidente Marsilio.

La morte dell’orsa Amarena è un richiamo alla responsabilità di tutti noi nella protezione delle specie in pericolo e nella conservazione dell’ecosistema. Chiediamo che giustizia sia fatta e che questo tragico evento sia un monito per rafforzare la protezione della fauna selvatica in Italia e in Europa.




VIA LIBERA ALLA SOMMINISTRAZIONE DI RU486

Nell’ambulatorio di via Rio Sparto, non viene tutelata la donna

Pescara, 1° settembre 2023. Una vasta e inoppugnabile letteratura scientifica attesta la pericolosità dell’aborto chimico con Ru486: non solo uccide il bambino, ma provoca danni fisici e psichici alla madre maggiori di quanto faccia l’aborto chirurgico.

Solo un paio di esempi fra i tanti. Il ricovero a causa di sepsi sistemica è 1 su 1.500 nell’aborto chirurgico, contro l’1 su 480 nell’aborto chimico (Mulligan Ea et al., “Mifepristone in South Australia”, May 2011, Australian Family Physician,Vol. 40, No. 5); il rischio di emorragia nell’aborto chimico è otto volte più elevato rispetto al chirurgico (Niinimäki M et al.,“Immediate complications after medical compared with surgical termination of pregnancy”, Obstetrics and Gynecology, Oct. 2009, 114(4):795-804); la mortalità per aborto farmacologico è 11,64 volte maggiore di quella per aborto chirurgico (cfr. Aigoc – Associazione Italiana Ginecologi Ostetrici Cattolici, “Comunicato stampa n.5 del 28 agosto 2020” e “Comunicato stampa n. 6 del 10 dicembre2020”).

Questi dati sono deliberatamente ignorati dalla pseudoscienza dell’Oms e di tutti quelli che non vedono più la realtà, accecati come sono dall’ideologia abortista.

“Del resto basta confrontare le linee guida Speranza, del 2020, con quelle del 2010 che hanno introdotto la pratica: queste contengono raccomandazioni e cautele (per esempio sconsigliano la Ru 486 a donne giovani o fragili emotivamente) che Speranza e i suoi hanno totalmente cancellato: eppure le sostanze che vengono somministrate e la fisiologia femminile sono sempre le stesse!” –  dichiara Carola Profeta,  responsabile del circolo Abruzzo di Provita e Famiglia, alla luce della recente decisione della Asl pescarese di dare il via libera alla somministrazione della RU486 in ambito ambulatoriale in via Rio Sparto.

“L’ambulatorio in via Rio Sparto (ambulatorio e non consultorio) ha tutti i requisiti necessari per poter somministrare la Ru486? Può intervenire in caso di reazioni avverse che a volte sono spaventose per la tutela della donna stessa?”. Si chiede Profeta.

“A vedere le dimensioni della struttura e le difficoltà logistiche che hanno, ogni giorno, i medici nel doversi dividere gli spazi per poter effettuare le visite, mi viene il dubbio che si voglia promuovere l’aborto chimico perché è più sbrigativo, in barba alla tutela della salute della donna. Queste decisioni pseudo libertarie sono decisamente antifemministe, perché mettono il benessere e la salute sessuale e riproduttiva delle donne in subordine rispetto all’ideologia e agli interessi pratici delle Asl e agli interessi economici delle case farmaceutiche che producono la Ru486” – conclude.




PERDONANZA CELESTINIANA numeri di successo per l’edizione 729

L’Aquila 31 agosto 2023. “Non era scontato che questa edizione della Perdonanza, dopo la presenza del Papa nella scorsa, raccogliesse tanto entusiasmo e partecipazione. Nonostante le difficoltà, anche legate al meteo, abbiamo coralmente festeggiato, insieme a tutti gli aquilani, il termine dell’Anno della Misericordia e guardiamo con speranza al Giubileo del 2025, certi di aver ottenuto un’attenzione alta, quella che Celestino V e il suo messaggio meritano”. Queste le parole del sindaco dell’Aquila, Pierluigi Biondi, il giorno dopo la chiusura delle celebrazioni della Perdonanza Celestiniana numero 729. Un’edizione di successo che come sempre ha coniugato la valenza spirituale dell’evento – legata alla solennità del messaggio di pace e riconciliazione di Papa Celestino V – a un programma culturale ricco di appuntamenti, concerti, spettacoli e riflessioni storiche, sotto la sapiente direzione artistica del maestro Leonardo De Amicis, che ha messo a disposizione della città un programma di altissimo livello e di performance straordinarie: dai Negramaro a Gianni Morandi, passando per Mahmood, Mr. Rain, Coma_Cose, Alfa, Paola Turci, Albano Carrisi, Eleonora Abbagnato, Teo Teocoli.

Circa 300 le persone che hanno lavorato sul campo nei giorni “più caldi” della manifestazione – 23, 26, 28, 29 e 30 agosto. Solo nell’area di Collemaggio, erano 60 i volontari, 25 gli operai del Comune, 40 quelli del COC (Centro Operativo Comunale), 11 gli agenti della Polizia municipale (che negli altri giorni ha impiegato dalle 7 alle 10 unità al giorno per la gestione del traffico), affiancati dal personale sanitario e della sicurezza, con il supporto di sei ambulanze e tre mezzi antincendio boschivo per garantire la riuscita dell’iniziativa nella massima sicurezza.

“Sottolineo gli sforzi e l’impegno del Comune, sia dal punto di vista tecnico e amministrativo, sia dal punto di vista degli allestimenti necessari per lo svolgimento degli spettacoli, anche per renderli più fruibili e partecipati possibile”, ha aggiunto Biondi, che ha ricordato  “l’esperienza della Perdonanza Lis, che per la prima volta è stata lanciata quest’anno, grazie all’apporto degli uffici del Disability manager del Comune che si sono coordinati con le associazioni rappresentative delle persone con disabilità. Grazie a questo progetto abbiamo reso la Perdonanza Celestiniana accessibile alle persone sorde, a livello locale e nazionale, favorendo al contempo la crescita di un turismo inclusivo”.

Il successo della 729esima Perdonanza Celestiniana è stato anche di partecipazione nei numeri: sold-out di tutti gli eventi, con oltre quindicimila tagliandi venduti per gli spettacoli al Teatro del Perdono e alla Scalinata di San Bernardino, cui si aggiungono le oltre cinquemila presenze (solo sul prato, nei posti a sedere) nella serata inaugurale del 23 agosto a ingresso libero e le ventimila che hanno invaso il centro storico della città per la rassegna “L’Aquila Suona” che si è tenuta domenica 27; l’allestimento dei maxi-schermi alla Scalinata di San Bernardino e a Paganica per seguire i concerti principali che si sono tenuti alla Basilica di Collemaggio; 640 i parcheggi del terminal di Collemaggio che sono andati presto esauriti nei giorni clou della settimana dal 23 al 30 agosto, durante i quali è stato esteso anche l’orario della navetta gratuita dal terminal per raggiungere il centro storico sino all’una di notte.

Inoltre, sono stati più di 12 milioni gli utenti unici raggiunti sui canali social della Perdonanza (Facebook, Instagram e Twitter) durante il mese agosto e oltre 100 mila le interazioni, mentre il sito internet ufficiale ha fatto registrare oltre 240mila visualizzazioni di pagine con accessi da oltre 70 città italiane e 10 nazioni diverse.

“Il grazie più grande, infine, è per tutte le aquilane e gli aquilani che dimostrano ogni anno di più il loro forte attaccamento alla Perdonanza Celestiniana. Credo che in questa 729esima edizione la visione strategica che ha caratterizzato il nostro modo di lavorare – dal riconoscimento Unesco, alla visita del Santo Padre, passando per la capacità di valorizzare tali eventi con programmi artistici e culturali unici – sia stata pienamente attuata. Il premio del Perdono al 9° Reggimento Alpini dell’Aquila, la scelta dei custodi nel segno della cultura anche in vista della candidatura a Capitale italiana per il 2026, il teatro di Collemaggio, il coinvolgimento delle nostre associazioni, il rientro della Bolla a Palazzo Margherita a 14 anni dal sisma, sono elementi che segnano non solo la Festa, ma il cammino di una comunità in piena rinascita”, ha affermato Biondi.

Il primo cittadino aquilano ha, infine, ringraziato “il Comitato Perdonanza, il settore Aq Progetti Speciali e tutte le donne e gli uomini delle strutture comunali, dirigenti, funzionari, operai, le organizzazioni di volontariato che hanno collaborato con il COC, le partecipate comunali Sed, Afm, Asm, Ctgs, Usra che hanno messo a disposizione personale per l’organizzazione della Perdonanza e quanti, con enorme spirito di collaborazione e abnegazione, hanno contribuito con competenze e conoscenze alla riuscita della più antica e sentita tradizione della nostra comunità”.




LA LUNA BLU

Essere svegliati il 31 agosto e accarezzati da un disco, la luna più grande dell’anno, che ti dà il buongiorno, con la sua luce molto intensa, di un colore giallo abbagliante, è emozionante!

È il secondo plenilunio nello stesso mese, agosto 2023, un evento raro che si ripeterà nuovamente nel 2037.

Nel vederla tramontare ad ovest, man mano che si abbassa, per nascondersi dietro la montagna, resti rapito da questa immagine silenziosa, pittoresca, naturale.

La luna si trova in questa fase, al perigeo, cioè alla minima distanza dalla Terra, risultando di dimensioni apparenti più grandi rispetto al solito, e… blu, quando c’è la seconda luna piena nello stesso mese.

Questo evento si verifica unicamente, nei giorni 30 o 31 del mese.

Avere la fortuna che nella stessa abitazione c’è anche una esposizione ad est, mentre la luna tramonta, ecco che vedi il sorgere del sole.

Il disco rosso fuoco, si sveglia e si alza lentamente dal profondo del mare adriatico.

Sono le ore 6:27.

Luciano Pellegrini




L’AQUILA CITTÀ DELLO SPIRITO e l’ignoranza di Nietzsche

All’indomani della Perdonanza Celestiniana n. 729

di Giuseppe Lalli *

L’Aquila, 31 agosto 2023. Nel suo libro autobiografico dal titolo Ecce Homo. Come si diventa ciò che si è, scritto nell’autunno del 1888 (pagine – bisogna riconoscerlo – stilisticamente assai elevate, ancorché il suo equilibrio psichico era già compromesso), Friedrich Wilhelm Nietzsche (1844-1900) ricorda che, trovandosi a Roma nella primavera del 1883 (giusto centoquaranta anni fa) in compagnia dell’amico Paul Rée e di Lou Salomé, giovane e affascinante figlia di un generale russo di origine tedesca di cui era perdutamente innamorato e dalla quale  sarà respinto, ciò che gli procurerà una cocente frustrazione (“umano, troppo umano”, si potrebbe chiosare citando il titolo di un suo libro), pensò di lasciare la città e di recarsi in Abruzzo, all’Aquila.

Riferendosi alla Città Eterna, Nietzsche annota con irriverente ironia: «In fondo, questo luogo, il più indecente fra tutti sulla terra per il poeta di Zarathustra, luogo che non avevo scelto liberamente, mi infastidiva oltre misura; tentavo di evadere – volevo andare all’Aquila, l’antitesi di Roma, fondata in odio a Roma, come il luogo che un giorno io fonderò, in ricordo di un ateo e nemico della Chiesa comme il faut, uno degli esseri a me più affini, il grande imperatore Federico II di Svevia. Ma in tutto questo c’era un destino: dovetti tornare indietro.»

Scriverà poi da Terni, intorno al 10 giugno 1883, alla sorella Elisabeth, che era rimasta a Roma: «E’ andata male! Lo scirocco ha inferto la sua spada fiammeggiante su L’Aquila! Quel posto non fa per me!» Lo scirocco, di cui spesso il filosofo parla nella corrispondenza, non è tanto il vento caldo e umido che viene dal Mediterraneo, quanto l’immagine di Salomé e dell’incubo che gli ha procurato. L’infatuazione per quella donna, futura scrittrice e allieva di Sigmund Freud, lo ha prostrato terribilmente.

L’incontro tra Nietzsche e Salomé era avvenuto a Roma nell’aprile del 1882, nella basilica di S. Pietro, presentatagli dall’amico Paul Rée, che dalla donna era anche lui soggiogato e che sposerà.

Si sa che Nietzsche, il padre di tutti i nichilisti e il profeta della morte di Dio, cattivo maestro per eccellenza, autore che tanto piace a certi intellettuali italiani alla moda, quelli che alla fallita filosofia di Marx hanno sostituito da tempo il relativismo etico, cioè l’idea suicida che non ci sono criteri assoluti, cioè validi in ogni tempo e in ogni luogo, per distinguere il bene dal male, non ha mai brillato per precisione filologica, avvezzo com’era a piegare la storia alle suggestioni del suo inquieto ed inquietante pensiero.

Al di là del complesso percorso di fondazione del futuro capoluogo abruzzese, che vide protagonista ora il papa ora l’impero, che Federico II non sia da considerare fondatore della città dell’Aquila è ormai opinione assodata tra gli storici. L’imperatore Federico, soprannominato per le sue doti fisiche e intellettuali stupor mundi, sarà stato pure ghibellino, cioè fautore, come i suoi avi, della supremazia dell’Impero sul Papato, ma in alcun modo rassomigliava a Nietzsche, né si dichiarava ateo e nemico del Cristianesimo. Tra l’altro, Nietzsche fa finta di non sapere quello che qualsiasi studente liceale non ignora, e cioè che l’ateismo è un sentimento estraneo alla mentalità del Medioevo.

In realtà, contrariamente a quanto asserisce con disinvolta ignoranza il baffuto pensatore tedesco, all’ombra del Gran Sasso ad essere fondata fu un’altra Roma, e tale è rimasta nell’immaginario collettivo, se è vero, come è vero, che un Papa, Celestino V, la scelse come sede della sua incoronazione e come luogo di un Giubileo più antico e più frequente di quello romano del 1300, giacché avviene ogni anno anziché ogni venticinque. All’Aquila ci sono, proporzionalmente, più santi che a Roma, e una storia secolare ce la mostra come una città dove vita civile e vita religiosa sono mirabilmente compenetrate.

Dunque, altro che «l’antitesi di Roma fondata in odio a Roma»! Nietzsche, in questo caso, fa solo della mistificazione. Del resto, tutta la sua filosofia, dal superuomo alla volontà di potenza, altro non è che una raffinata dottrina del male.

* studioso del pensiero cattolico




C’È ANCHE L’ABRUZZO nel romanzo di Michela Bilotta

La metrica dell’oltraggio: un libro che parla di violenza sulle donne ieri e oggi

Bruxelles, 30 agosto 2023. Un lungo viaggio da Milano alla Basilicata per indagare il fenomeno dei femminicidi. Tra incontri commoventi e surreali, fino all’agghiacciante storia di Zeinab, bambina yemenita di otto anni.

Beatrice De Sanctis, professione giornalista, sta leggendo il quotidiano. Un caso di femminicidio attira la sua attenzione. All’improvviso la porta sbatte: è la sua direttrice, Roberta Bersaglia che, con il tono brusco di sempre, le comunica il prossimo lavoro. Dovrà andare a Valsinni, in Basilicata, per scrivere un pezzo su Isabella Morra, poetessa del Cinquecento assassinata dai fratelli.

Inizia così La Metrica dell’Oltraggio, l’appassionante romanzo di Michela Bilotta uscito il 25 agosto, che affronta il tema della violenza di genere partendo dall’influenza che le parole di uso comune esercitano sui comportamenti quotidiani.

Una serie di circostanze induce Beatrice a intraprendere il lungo viaggio da Milano alla Basilicata in auto, in un simbolico tragitto di consapevolezza. Approderà persino a una trasmissione televisiva animata da politici e show-girl, dove il tema della violenza di genere diventerà pretesto per campagne elettorali e racconti pruriginosi.

Sullo sfondo, la bellezza struggente e spesso dimenticata dell’Italia minore, da Recanati a Lanciano, da Termoli a Matera, fino ai luoghi di Isabella Morra.

Un romanzo capace di stupire, indignare e coinvolgere.

“Qualche estate fa ero in vacanza in Basilicata. Mi sono trovata per caso a Valsinni, dove ho visitato il Parco letterario di Isabella Morra. Sono venuta così a conoscenza della sua drammatica storia, che da allora è diventata il mio demone. Un demone che ho esorcizzato quando ha bussato alla mia porta il personaggio di Beatrice De Sanctis, giornalista entusiasta e un po’ pasticciona, che continuava a chiedermi una storia da raccontare. In quella che le ho affidato, il triste destino di Isabella Morra converge con la sorte delle tante donne vittime di femminicidio”. Michela Bilotta




CHIUSA LA PORTA SANTA

Cala il sipario sulla 729esima edizione della Perdonanza Celestiniana

L’Aquila, 30 agosto 2023. Con il saluto da parte del sindaco dell’Aquila, Pierluigi Biondi, e della Dama della Bolla, Viola Graziosi, da Palazzo Margherita, sede municipale sino al terremoto del 6 aprile 2009, si è chiusa ieri la 729esima Perdonanza Celestiniana, alla presenza dei rappresentanti delle istituzioni, del Giovin Signore e della Dama della Croce – Carlo Palermo e Valentina Gulizia – e di tutti i partecipanti al rientro della Bolla.

Come da tradizione, la Perdonanza si è conclusa con la chiusura della Porta Santa della Basilica di Santa Maria di Collemaggio ad opera dell’arcivescovo dell’Aquila, cardinale Giuseppe Petrocchi, e del primo cittadino che, salito sulla torre della Basilica per spegnere il braciere della pace, acceso lo scorso 23 agosto con il Fuoco del Morrone, ha dichiarato chiuse le celebrazioni del giubileo aquilano.

 Ecco un estratto del discorso del sindaco Pierluigi Biondi: Forti del portato, per certi versi incomparabile della nostra storia cittadina, in questi anni ci siamo impegnati per fare dell’Aquila un modello di affrancamento dalla marginalità, male oscuro delle aree interne, mettendo a sistema la natura, l’architettura, la cultura, l’enogastronomia, trasformando le fragilità in opportunità di crescita. Abbiamo dimostrato che il racconto delle zone di montagna può essere cambiato. L’Aquila è ora una meta stimolante, dove la bellezza è tornata visibile grazie ad un processo di emersione e di riuso/rinascita. La cultura è stata l’intuizione vincente, nata da una visione ben precisa fondata sul rilancio della città attraverso la rilettura creativa della memoria; l’esaltazione dei valori sociali e religiosi, come forme di progresso civile e di attrazione turistica; la ridefinizione del concetto di comunità plurale e inclusiva; l’apertura ai saperi, alla conoscenza e alla ricerca; la possibilità di usare e vivere diversamente il tempo. Il concerto dei Negramaro è stato il capolavoro della 729° Perdonanza celestiniana, perché è stato un concerto-preghiera, un evento-nemesi, un percorso di riconciliazione con il destino e di accoglimento della rifioritura. È questo il momento dell’abbraccio della nostra comunità ritrovata, della sincerità, della speranza testarda, del dialogo tra le generazioni, dell’ascolto, del perdono”.

Questo un estratto delle parole dell’arcivescovo dell’Aquila, cardinale Giuseppe Petrocchi, durante la sua omelia: “La vera devozione a Celestino V sta nel seguire la sua dottrina e il suo esempio: infatti venerare fa sempre rima con “imitare”. La lezione di Pietro da Morrone resta attuale, perché animata dallo Spirito di Verità e di Comunione. Chiediamo perciò la grazia di celestinizzare, sempre di più, la Perdonanza come anche la nostra vita, trasformandole, con crescente coerenza, in luminoso riflesso, dentro la storia, del come in cielo così in terra (cfr. Mt 6,10). La Madonna di Collemaggio ci aiuti a rendere la Perdonanza Scuola di umiltà, e, proprio per questo, Centro propulsore di pace (con Dio, con noi stessi, con gli altri) e Casa di fraterna solidarietà: oggi e in tutti i giorni che segneranno il nostro cammino nel tempo”.

Il corteo di figuranti e gruppi storici ha segnato il percorso del rientro della Bolla di Celestino V, con la Dama Viola Graziosi e il sindaco Biondi a chiudere il corteo che dopo aver transitato lungo Viale di Collemaggio, viale Francesco Crispi, Corso Federico II, Piazza Duomo, Corso Vittorio Emanuele II e corso Principe Umberto, si è concluso a Piazza Palazzo.




LA VELA E GABRIELE D’ANNUNZIO un binomio che si rinnova

Regata Dannunziana, evento inaugurale della quinta edizione del Festival dannunziano dedicato al tema Vivi, Odi, Balla

Pescara, 30 agosto 2023. Una competizione velica che cresce e diventa parte della Sfida Adriatica che fa rotta verso la famosa Barcolana di Trieste. Infatti, la terza edizione della Regata che porta il nome del Vate dà anche il via alla 1° edizione del circuito velico “Go to Barcolana” in collaborazione con il circolo di Marina Dorica di Ancona, il circolo ravennate e la società velica di Barcola e Grignano.

La manifestazione sportiva è stata presentata questa mattina dal Presidente del Consiglio regionale Lorenzo Sospiri, dall’assessore comunale allo Sport Patrizia Martelli e dai rappresentanti dei due circoli organizzatori dell’evento, per il Circolo Velico La Scuffia Giancarlo Casuscelli (vicepresidente) e il consigliere comunale e socio del circolo Ivo Petrelli, per il Circolo Nautico Pescara2018 Andrea Di Nicolantonio e Ferdinando Ciccozzi (consiglieri del CNP2018).

La Regata Dannunziana, prevista per domenica 3 settembre a partire dalle 11,30 con la partecipazione di un centinaio di imbarcazioni, è una classica sfida costiera su tre boe di circa 7 miglia marine con partenza dallo specchio di mare di Pescara centrale, dinanzi alla Nave di Cascella, verso nord fino al confine con Montesilvano, e poi rotta verso sud fino alla Stele Dannunziana dove è stabilito il traguardo. La sfida è dedicata alle imbarcazioni d’Altura ma non mancano le iscrizioni di catamarani e derive che partecipano solo per il desiderio di far parte dell’evento.

La cerimonia d’apertura è prevista sabato 2 settembre alle 18,30 davanti al circolo La Scuffia presso il porto turistico Marina di Pescara con il classico alzabandiera ed inno nazionale cantato per l’eccezione dal Coro InCanto dell’Ateneo di Chieti. Segue la presentazione della regata e un aperitivo inaugurale accompagnato da un momento di intrattenimento musicale con il gruppo Terza Corsia. Domenica pomeriggio verso le 16 al termine della regata è prevista la premiazione con l’assegnazione del Trofeo Dannunzio Challenger alla prima imbarcazione classificata “Overall” in tempo compensato, mentre il Trofeo “Line Honours Go to Barcolana” verrà assegnato all’armatore dell’imbarcazione prima classificata “Overall” in tempo reale.

La Dannunziana è la prima di tre regate veliche del circuito “Go to Barcolana”, la seconda è la “Regata del Conero” prevista il 17 settembre presso la Marina Dorica di Ancona e la terza è una lunga costiera da Ravenna a Trieste con partenza il 5 ottobre. Un circuito pensato per rendere più agevole e attrattivo l’avvicinamento alla 55esima edizione della Barcolana, che si svolgerà a Trieste l’8 ottobre, e che è stato possibile grazie alla sinergia dei circoli con Assonautica. Le imbarcazioni che parteciperanno ad almeno due regate del “Go to Barcolana” avranno ormeggi gratuiti e assicurati in tutti i circoli organizzatori, compreso Trieste, e iscrizione gratuita al circuito che avrà un vincitore premiato a Trieste sabato 7 ottobre, giorno precedente alla Barcolana. Tre regate, insomma, indipendenti tra di loro, autonome e anche diverse una dall’altra, ma con a margine un obiettivo comune: la possibilità di raggiungere Trieste e partecipare alla regata velica più famosa d’Italia.




CARAMANICO E LE SUE ACQUE

Il rito battesimale sul fiume Orta  e la tradizione del comparatico in Abruzzo (Il «Consólo»)

A Caramaneche ce se repòse « Fior de cetròne, ‘nghe l’acqua sulfuròse e l’aria ‘bbone ».

di Franco Cercone

[Contributo pubblicato in Attraverso l’Abruzzo, n. 46, Pescara 1975]

Così suona uno stornello raccolto a Caramanico, che non soltanto per l’acqua sulfurea è giustamente famosa. Fontane come quella del «Pisciarello» e di «Santa Croce», nonché la «Fonte Grande», costituiscono, insieme a molte altre piccole sorgenti, che sgorgano nelle immediate vicinanze del Paese, un invidiabile patrimonio idrico che ha reso famoso, in Italia ed all’estero, questo pittoresco centro termale.

Ciò spiega perché a Caramanico, pur essendo l’Assunta la protettrice del luogo, sia anche particolarmente venerato San Giovanni Battista, precursore di Gesù nella predicazione e nel battesimo.

Il 24 giugno, infatti, festa di San Giovanni, «Le persone che se fanne a cumpare» scendono al fiume Orta e tenendosi per mano lo attraversano tre volte, promettendosi fedeltà e reciproca assistenza per tutta la vita(1).

Viene così a instaurarsi un tipo di rapporto, che per la sua intensità, specie fra la gente umile, trascende in Abruzzo anche quello di parentela: «li San Giuànne», è l’espressione con la quale in molti centri abruzzesi si indica il padrino o la madrina. Di solito la persona scelta come compare non è un parente, bensì un amico, un compagno di lavoro o un vicino di casa, una persona, insomma, di provata fiducia e scelta per certe affinità elettive.

Si tratta, comunque, di persone con cui non si hanno liti pendenti. A Pacentro, per esempio, una donna non usciva mai di casa senza portare con sé un po’ di sale da buttare per terra appena incontrava una parente, persona ritenuta apportatrice di malocchio(2).

Fra l’altro, i parenti erano qui i più esosi nei rapporti economici, donde l’espressione «è custàte salate», riferentesi alle divisioni della proprietà. A Cansano il detto «a stu munne se so accise gli fratiélle ma mai gli cumpére» è un adattamento del vecchio aforisma «erano più che nemici: fratelli».

Questo rapporto, quasi sempre instaurato, e non solo a Caramanico, all’inizio da due capifamiglia, perdura per molti anni e per diverse generazioni.

Esso si rinnova e nello stesso tempo si rafforza in occasione di un battesimo, una cresima o un matrimonio, circostanze in cui il diritto di comparatico viene concesso dal padre ad altri mèmbri della famiglia. Se una persona si trova già in un rapporto di comparatico, difficilmente acconsente ad instaurarne un altro, perché ciò significherebbe un vero e proprio tradimento nei confronti del primo compare.

Il rapporto di comparatico si scioglie, ma non sempre, solo in seguito all’emigrazione di un gruppo familiare, che deve essere totale, altrimenti il diritto si trasmette al membro più anziano della famiglia, uomo o donna, rimasto al paese.

«Lu cumpàre» e «la cummàre» sono le persone che più direttamente partecipano alle gioie e ai dolori familiari. Sono i primi ad essere invitati nei momenti lieti e i primi ad accorrere in quelli tristi, specie in occasione della morte di un membro della famiglia del loro figlioccio. In tale circostanza spetta al compare preparare il pasto di consolazione, detto «gliu cunsule», che viene consumato dalle due famiglie riunite subito dopo le esequie dell’estinto.

A Cansano, «lu cunsule» viene offerto anche al sacerdote la sera del Venerdì Santo ed è consumato in sagrestia subito dopo la processione del Cristo morto. Almeno dal punto di vista della quantità dei cibi offerti, l’istituto del «consólo» ha subito una notevole evoluzione nel tempo.

In un testamento del 1237, fatto da un certo Berardo Altrude, si legge:

«In primis pro anima mea relinquo post funus meum Panem et Vinum per Universos Clericos Sulmonis, iuxtra consuetudinem ipsius terrae(3)» .

Se sfrondiamo ora questo caratteristico rito che si svolge sul fiume Orta di ogni evidente ricordo evangelico (San Giovanni Battista, il Giordano, etc.), troviamo alla base di esso la riconferma di una esigenza storica dell’uomo, il superamento cioè delle forze ostili ambientali mediante il fatto associativo.

I motivi, infatti, che inducono due persone ad instaurare un così intenso rapporto, sono psicologici e pratici nello stesso tempo, ma tutti rientrano nell’istituto umano di conservazione, «nella relazione funzionale degli uomini che devono sostenersi a vicenda per la soddisfazione dei loro bisogni vitali»(4) .

È il circolo vizioso della «coincidentia oppositorum», per cui il massimo amore coincide con la massima manifestazione dell’egoismo umano. In tale senso, il rito sul fiume Orta ci ricorda, anche se vagamente, un passo della Repubblica di Platone, dove si parla appunto del fiume Amelete [Lete, fiume dell’oblio], «in cui le anime vengono a bere ed in cui perdono ogni ricordo»(5).

Il termine «ricordo» si riferisce, secondo l’accezione platonica, ad un vago stato di inquietudine che provoca come è stato acutamente osservato, «una impressione di deficienza che fa nascere l’amore»(6).

Almeno in un primo momento, più che una «relazione funzionale», è stata questa inquietudine derivante dalle forze oscure che lo circondavano, ad indurre l’uomo a cercare i suoi simili, come un animale atterrito cerca il suo branco che erra.

Il timore del futuro e dell’ignoto affonda le sue radici nella lunga notte esistenziale dell’uomo, troppo lunga per non lasciare tracce. Ciò che in Abruzzo induce due persone ad instaurare un rapporto così intenso, è appunto quel senso di incertezza per la vita futura, la coscienza che un anno di lavoro sui campi può essere distrutto dagli agenti atmosferici, la sicurezza che beni e persone sono protetti durante lunghe assenze all’estero per motivi di lavoro, la certezza insomma che esiste un amico fidato cui ricorrere nei tristi frangenti della vita.

1 Stranamente questo antico rito è sfuggito a T. Marino, autore di un importante scritto dal titolo «La Festa di San Giovanni in Abruzzo», in «Abruzzo Cattolico, Rassegna religiosa, scientifica e letteraria», Chieti, 1896, anno IV, fase. III.

2 Informatore Prof. Francesco Buccitelli.

3 G. Celidonio, «La Diocesi di Valva e Sulmona», vol. IV, pag. 41.

4 M. Horkheimer e Th. W. Adorno, «Lezioni di sociologia», p. 30. Torino, Einaudi, 1966.

5 J. P. Vernant, «Mito e pensiero presso i Greci», p. 67. Torino, Einaudi, 1970.

6 Robin, « Platon, Oeuvres complètes », p. 1376, Paris, 1940. « Bibliothéque de la Plèiade ».




VERSO L’OMOLOGAZIONE DELL’INFORMAZIONE

di Michele Marino

Politicainsieme.com, 29 agosto 2023. Una trentina d’anni or sono all’incirca, all’epoca della “discesa in campo” del Cavaliere, l’editoria e gli opinion leader nazionali erano, in buona sostanza, schierati al centro (ex democristiano) o a sinistra (ex Partito comunista e socialista). Ed era, ovviamente, una situazione iniqua, surreale ed insostenibile in un sistema democratico occidentale.

Oggi, paradossalmente, si potrebbe affermare quasi il contrario nel senso che:

a) la gestione politica della RAI è diretta, come sempre, dal potere politico;

b) le tre reti Mediaset sono ben salde, sebbene meno faziose o schierate di qualche tempo addietro;

c) i quotidiani di destra si sono moltiplicati visibilmente.

Dopo “il giornale”, storica creatura di Indro Montanelli, ci sono “Libero” ideato da V. Feltri, “La Verità” voluto da Belpietro e … l’eterno “Il Tempo” ora gestito da Francesco Storace (ricordiamo che deve molto alla direzione ultradecennale di Gianni Letta). Inoltre, il settimanale “Panorama” si aggiunge insieme ai non pochi giornali che di solito non osano contestare il governo per linea editoriale o chissà che (Riformista, Gazzetta del Mezzogiorno o di Sicilia).

Rebus sic stanti bus, tutto ciò premesso appare alquanto evidente che eventuali malefatte o manchevolezze gravi e lapalissiane dell’esecutivo o della maggioranza parlamentare non vengano puntualmente registrate, annotate né commentate negativamente per via di una tendenziale omologazione del pensiero dominante (o non pensiero …), conseguente ad una comoda, opportunistica posizione di sottomissione o di compiacenza verso il potente di turno.

Il vulnus informativo è quindi evidente ed anche serio: ad esempio, la politica economica sta affatto brillando a causa dell’inflazione galoppante. In particolare, si parla dei prezzi dei carburanti a livelli di record europeo, nonostante le retoriche, categoriche promesse della Presidente allora leader dell’opposizione. Non risulta esserci un approccio adeguato di commenti negativi, né di contestazione oggettiva. Anzi, viene fedelmente riportata la dichiarazione del “competente” ministro Urso: “la riduzione dei prezzi di carburante favorirebbe i più ricchi” !?!

No comment, per carità di patria …

Dunque, ci appelliamo a qualche voce fuori dal coro in attesa che le autorità preposte – dirigenza RAI, Commissione parlamentare vigilanza RAI o garante delle comunicazioni – faccia sentire la propria presenza istituzionale a garanzia della libertà e dell’indipendenza dell’informazione al cittadino.




TRA COCCI DI VETRO

Pescara, 29 agosto 2023. Tutti noi conosciamo il rumore della raccolta del vetro, quello delle bottiglie che urtano tra loro o che si rompono quando il mastello viene svuotato dall’operatore. È un rumore amichevole, che ci segnala che la strada del riciclo si è messa in moto e si chiude negli impianti dove il vetro viene fuso e poi “colato” all’interno di stampi per produrre il nuovo prodotto, bottiglia o vasetto che sia.

Tre sono le sigle che identificano i diversi tipi di vetro: GL70 per il vetro trasparente, GL 71 per quello verde e GL72 per quello marrone. Il vuoto a rendere, che precede il riciclo trattandosi di riuso, in Italia è ancora poco diffuso. Secondo dati ministeriali, nel nostro Paese solo il 10% delle bottiglie è soggetto a vuoto a rendere, ma si sta intensamente lavorando in questa direzione per ripristinare una antica e sana tradizione.

Un sacco di belle parole, che poi perdono il loro senso quando apri il cassonetto del vetro, solo vetro, sotto casa e tra bottiglie e vasetti trovi un servizio completo di piatti, Ma anche quando nel cassonetto viola trovi ramaglie e potature.

Non si tratta di un disservizio di chi raccoglie, ovviamente, ma di un atteggiamento dolosamente errato di chi conferisce, perché è veramente difficile confondere certi materiali.

Mi chiedo quanto Ambiente spa abbia contezza di ciò, ovvero se vi è un quadro di sofisticazione mercelogica dei materiali conferiti di cui preoccuparsi, e se vi sono iniziative in corso per recuperare le situazioni descritte, o diversamente se al riguardo si intende intraprendere azioni informative se non di deterrenza sanzionatoria, in collaborazione con la Polizia municipale.

Giancarlo Odoardi – Rifiuti Zero Abruzzo




L’ANGELO E LA PUZZA DEL PECCATO

di Don Marcello Stanzione

IlNuvoArengario.it, 28 agosto 2023. Nel XIV secolo, Jean Tauler, nel suo Sermone sui santi Angeli, si chiedeva: “Io non so molto in quali termini si possa e si debba parlare di questi puri spiriti poiché essi non hanno né mani, né piedi, né volto, né forma, né materia; ora, lo spirito ed il pensiero non possono cogliere un essere che non ha nulla di tutto ciò; come allora si potrebbe parlare di ciò che sono?”

E concludeva: “È perché noi parliamo dell’azione degli Angeli su di noi e non della loro natura”.

Nell’Occidente cristiano, la via designata da questa proposizione di Tauler è segnata, nel corso dei secoli, dall’edificazione di una vera devozione nei riguardi dell’Angelo custode personale del fedele cattolico. A partire dalla seconda metà del XVI secolo, la liturgia, l’iconografia, i manuali di pietà, i concili ed i decreti pontifici mostrano lo stato crescente per questo Angelo deputato alla custodia di ogni fedele ed alla sua salvezza.

I primi teologi si sono chiesti se fosse possibile che l’Angelo custode si allontani dal suo protetto per non ritornarvi più. San Basilio pensava che il peccato allontanasse l’Angelo “come il fumo allontana le api”. Vi sarebbe in qualche modo una puzza del peccato che uno spirito angelico beato non saprebbe sostenere senza disgusto.

L’idea è meno peregrina di quanto sembri. In effetti, è accaduto che alcuni santi canonizzati erano dotati di un sistema olfattivo fuori dal comune che permetteva loro di individuare nella loro cerchia le persone che non erano in stato di grazia …

Fu il caso, tra gli altri, di santa Brigida di Svezia, che tali odori scomodavano fino al malessere, e di Filippo Neri che individuava, a naso, nel suo confessionale, le grosse colpe che i suoi penitenti romani omettevano di confessargli. Così pure san Giovanni Bosco quando confessava i ragazzi dell’oratorio e assolveva i peccati di impurità aveva i conati di vomito…

Se degli uomini o delle donne possono sentire l’odore del peccato, come dubitare che un Angelo vi sia francamente allergico?

Nel frattempo, quando anche l’Angelo sopportasse male il puzzo spirituale dei peccati del suo protetto, la Chiesa insegna, rifiutando Basilio, che egli non se ne allontana. La protezione dell’Angelo custode non può mai fare difetto; in tutte le circostanze, egli si tiene pronto ad intervenire, fosse anche in favore del più grande colpevole per poco che un bagliore di pentimento brilli nella sua anima.

L’Angelo è là per illuminare il suo diretto secondo la luce divina ed aiutarlo nel condurre la sua volontà ed i suoi atti secondo questa luce divina. San Bernardo, che fu il più ardente propagatore medievale della devozione angelica, amava mostrare ai suoi monaci i loro Angeli custodi al lavoro: vegliando su di essi  giorno e notte, proteggendo il loro sonno, condividendo la loro preghiera, accompagnandoli dappertutto e prendendo cura di essi in tutte le vicissitudini dell’esistenza.




OGGI L’APERTURA DELLA PORTA SANTA

Perdonanza celestiniana: il rito presso la basilica di santa Maria di Collemaggio

L’Aquila, 28 agosto 2023. Prenderà il via alle 16 di oggi, da Piazza Palazzo, il Corteo della Bolla del Perdono, momento centrale della 729esima Perdonanza Celestiniana.

L’assembramento dei partecipanti avverrà tra via Bafile e piazza Santa Margherita, nell’area retrostante Palazzo Margherita (sede comunale sino al sisma del 2009).

Le associazioni e i gruppi che hanno risposto all’avviso pubblicato sul sito ufficiale della Perdonanza partiranno da Largo Pischedda, e si uniranno al corteo dopo il passaggio del sindaco e della Dama della Bolla, attraverso via San Bernardino.

Prima della partenza, il sottosegretario del ministero delle Imprese e Made in Italy, Fausta Bergamotto, in rappresentanza del Governo, passerà in rassegna il picchetto d’onore che si svolgerà a Piazza Palazzo.

Il Corteo verrà scortato, per la prima volta, da un drappello composto da nove unità del 4° Reggimento Carabinieri a cavallo.

Il Corteo attraverserà corso Vittorio Emanuele II, piazza Duomo, corso Federico II, viale Francesco Crispi, viale di Collemaggio, fino a giungere sul palco situato davanti la Basilica di Santa Maria di Collemaggio.

Successivamente sarà celebrata la Messa stazionale e dopo, ai vespri (come recita la Bolla Papale di Celestino V), verrà aperta la Porta Santa della basilica, che quest’anno sarà dischiusa dal cardinale Marcello Semeraro, Prefetto del Dicastero Vaticano per le Cause dei Santi.

MOBILITÀ E TRASPORTI

Come negli altri giorni della Perdonanza il terminal bus Lorenzo Natali rimarrà aperto per l’intera giornata e da lì partirà una navetta (bus da 90 posti con frequenza ogni 20 minuti) che raggiungerà la Fontana Luminosa dopo aver attraversato via Strinella, via Panella e viale Gran Sasso. Il megaparcheggio è dotato di 640 posti gratuiti.

VIABILITÀ

Sono state disposte modifiche al traffico  per il giorno Corteo della Bolla del 28 agosto e per quello di rientro del giorno successivo. Nello specifico verrà istituito il divieto di transito veicolare ed il divieto di sosta ambo i lati su Piazza Duomo, nel tratto compreso tra Corso Federico II e Corso Vittorio Emanuele dalle 12 alle 20 del 28 agosto e dalle 17 alle 20 del 29 agosto; divieto di sosta e di transito anche su Piazza Palazzo, Piazza Santa Margherita e via Bafile (tratto via Paganica/via San Martino), dalle 12 alle 20 del 28 agosto e dalle 18 alle 22 del 29 agosto Sarà poi in vigore in questi stessi giorni ed agli stessi orari il divieto di transito in via Cascina ed in via Bafile (tratto via San Martino/via Cascina)

Istituiti divieto di sosta e di transito istituito anche su Corso Principe Umberto dalle 12 alle 20 del 28 agosto e dalle 18 alle 22 del 29 agosto. Su Piazza Duomo, Piazza IX Martiri, Piazza Chiarino, e Piazza San Biagio verrà istituito il divieto di sosta e di transito dalle 17 del 27 agosto all’una del 28 agosto. Lo stesso divieto di sosta e transito verrà istituito anche in Largo Pischedda e via e Piazza San Bernardino dalle 12 alle 20. Verrà istituito il divieto di sosta e di transito dalle 17 del 27 agosto all’una del 28 agosto.

Le limitazioni al traffico toccheranno anche l’area della Villa Comunale e della basilica di Santa Maria di Collemaggio e nello specifico in via XX Settembre sarà istituito il solo divieto di transito in direzione Villa Comunale dalle 12 alle 20 del 28 agosto e dalle 17 alle 22 del 29 agosto; nel tratto di viale Crispi compreso tra via XX Settembre a viale Collemaggio sarà istituito il divieto di transito e sosta sul lato destro (direzione Porta Napoli) dalle 12 alle 20 del 28 agosto e dalle 17 alle 22 del 29 agosto, mentre nel tratto compreso tra viale Collemaggio e via Porta Napoli sarà istituito il solo divieto di transito dalle 12 alle 20 del 28 agosto e dalle 17 alle 22 del 29 agosto. Viale Collemaggio, via Caldora e via Bellisari dalle 12 alle 21 del 28 agosto, dalle 17 alle 21 del 29 agosto.

METEO

In considerazione delle previsioni meteo, secondo le quali sono possibili rovesci temporaleschi e abbassamento delle temperature, si consiglia ai cittadini che volessero assistere alla manifestazione, di dotarsi di adeguato abbigliamento e dispositivi parapioggia (ombrelli). In caso di pioggia il Corteo si svolgerà e durante la Messa si svolgerà al chiuso e non sul prato.




ANCORA UNA VOLTA: GRAZIE PRESIDENTE MATTARELLA

PoliticaInsieme.com, 28 agosto 2023. L’ intervento che ha tenuto al Meeting di Rimini mostra come il Presidente Mattarella non sia solo il garante della Costituzione ed il punto di equilibrio nei frangenti più controversi della vita politica del Paese, ma, in un momento di generale disorientamento, di problematica e confusa “transizione”, rappresenti, di fatto, la guida morale dell’ Italia.

Nelle sue parole questi tre profili della sua figura non sono semplicemente accostati, ma si tengono reciprocamente, rinviano l’uno all’altro e risultano, a maggior ragione, credibili nella misura in cui si coglie chiaramente la coerenza interna che li connette.

È comprensibile l’ entusiasmo che il suo discorso ha suscitato tra i giovani perché, più di altri, sono alla ricerca di cose vive e vere. Le trovano nelle parole di un Presidente che, senza alcuna forzatura, senza ricercare colpi di teatro, anzi secondo un profilo pacato, rispettoso e prudente che taluni gli hanno perfino rimproverato, come fosse irrilevante, ha saputo trasformare la funzione di arbitro in un ruolo di guida, rispettando in ogni caso e rigorosamente poteri e limiti delle sue attribuzioni costituzionali.

Quando parla Sergio Mattarella, soprattutto i più giovani che hanno un sensorio più limpido e più immediato, capiscono che dice quel che pensa e, anzi, quel che, nella sua coscienza e nella cultura che gli appartiene, vive.

I giovani giustamente diffidano dei maestri astratti e, ancor più, dei pedagoghi pedanti che pur abbiamo conosciuto in altre stagioni. Credono ai testimoni ed a loro con fiducia si affidano.




LA PERDONANZA CELESTINIANA DIVENTA UNA MOSTRA

Dal 28 al 30 agosto: le celebrazioni celestiniane nella storia”: tutte le tappe della Perdonanza dalle origini a oggi

L’Aquila, 27 agosto 2023. È frutto della collaborazione tra Comune dell’Aquila e Archivio di Stato de L’Aquila la mostra su totem “Le celebrazioni celestiniane nella storia” che sarà aperta dal 28 al 30 agosto a Palazzetto dei Nobili.

Da un lato l’intento dell’Archivio di Stato di mettere le competenze tecnico-scientifiche e il patrimonio documentario a disposizione della Città e dell’Istituzione che la rappresenta e la guida, unito alla voglia di tornare a svolgere un’attività di promozione culturale in centro storico; dall’altro l’attivismo, la propositività e le risorse gestionali del Comune per concretizzare l’iniziativa.

L’esposizione si sviluppa su 12 pannelli che, a partire dalle premesse, l’incoronazione di Celestino V e la concessione dell’indulgenza, ripercorrono le celebrazioni per il Santo patrono anche nelle modalità laiche e festose che rendevano la città teatro di palii, tornei, giochi, macchine pirotecniche, senza trascurare il rito, molto documentato per l’Ottocento ma sempre attuato, dell’ostensione delle reliquie.

L’approdo al Novecento, attraverso lo snodo della seicentenaria celebrazione del 1894, restituisce la benedizione delle macchine, in belle foto d’epoca, la grandiosa rievocazione dell’incoronazione del 1932, la triplice celebrazione del 1956 (oltre alle celebrazioni celestiniane il VII centenario dell’istituzione della diocesi dell’Aquila, il V della morte di San Giovanni da Capestrano raffigurato davanti alla Porta Santa in un manifesto recuperato in tre porzioni), fino alla “rivitalizzazione” del 1983 in cui si mette in rilievo il concorso degli artisti Remo Brindisi e Fulvio Muzi.

È nell’intenzione del Comune dell’Aquila portare la mostra nelle scuole nel prossimo anno scolastico per uno svolgere un progetto formativo sulla Perdonanza e sulle sue radici storiche.

Si ringraziamo il Museo Nazionale d’Abruzzo – MuNDA per le immagini di capolavori d’arte e i numerosi fotografi – Gino Di Paolo, Luca Del Monaco / Textus Edizioni, Mauro Congeduti – che hanno cortesemente inviato i loro scatti.

Si ringraziano inoltre Floro Panti e Goffredo Palmerini per le foto della Perdonanza del 1983 e Paolo e Franco Muzi per i bozzetti delle bandiere disegnate da Fulvio.

L’appuntamento con la mostra è dal 28 al 30 agosto, dalle 11 alle 20, presso il Palazzetto dei Nobili all’Aquila.




VISITATORI IN AUMENTO ED APPREZZAMENTI dall’Italia e dall’Estero

La 53 esima edizione della Mostra dell’artigianato Artistico Abruzzese. Marsibilio: “l’artigianato artistico in Abruzzo è ancora un cuore pulsante e non va fermato ma incentivato”

Guardiagrele, 27 agosto 2023. “Una edizione straordinaria con visitatori in crescita rispetto alle precedenti edizioni e ricca di eventi che hanno richiamato un pubblico eterogeneo, che ha apprezzato anche le tematiche affrontate nei vari incontri dove protagoniste sono state donne abruzzesi conosciute anche all’estero per il loro lavoro.” È il commento del Presidente dell’Ente Mostra dell’Artigianato Artistico Abruzzese, Gianfranco Marsibilio, a conclusione della 53 esima edizione della Mostra che si è svolta a Guardiagrele.

“Il tema della Bellezza delle donne ha particolarmente stimolato gli artigiani, gli studenti e gli orafi che hanno partecipato al Concorso Orafo intitolato a Nicola Da Guardiagrele, creando attenzione e stimolando la riflessione su tematiche molto attuali come la parità di genere e l’inclusione.”

160 gli artigiani presenti alla Mostra, un tour tra la bellezza, l’arte, la passione, tra il passato ed il futuro. Le ceramiche, prime fra tutte quelle di Basilio e Tommaso Cascella messe a disposizione dal collezionista Ing. Maurizio Pace, i gioielli, da quelli più tradizionali a quelli più innovativi, l’arte del ricamo, del tombolo, i merletti, ma anche i tessuti, il legno, il ferro battuto, i mosaici. Particolare interesse hanno suscitato le opere dell’artista Cristian Cimatti di Meldola (FC) nella sezione “Interscambi Culturali” tra regioni. In ogni stanza i visitatori provenienti dall’Italia e dall’estero hanno percepito il messaggio che la Mostra vuole lanciare: l’artigianato artistico in Abruzzo è ancora un cuore pulsante e non va fermato ma incentivato.

“Cala il sipario sulla Mostra ma restano gli obiettivi da raggiungere: le botteghe scuola, per fare in modo che le future generazioni si avvicinino all’artigianato, il Marchio di Qualità, il riconoscimento dell’artigianato artistico quale patrimonio immateriale dell’Unesco” Marsibilio lo ribadisce nel salutare e ringraziare tutti coloro che hanno contribuito alla riuscita di questa edizione.

Una edizione che ha visto la collaborazione con l’Accademia delle Belle Arti di L’Aquila con 5 installazioni realizzate dagli studenti, la presenza dell’Associazione Gioiello Contemporaneo con oltre 50 opere, i capi firmati dal noto stilista Domenico Formichetti molto graditi ai giovani che hanno visitato la Mostra.

“Posso affermare di essere orgoglioso di quanto siamo riusciti a fare, anche con gli appuntamenti del giovedì sera in collaborazione con GO’ Guardiagrele Opera e la presenza di donne che si sono affermate nel campo del giornalismo, della scienza, del design. Positiva anche l’esperienza con la Summer School in cui maestri artigiani hanno avvicinato i bambini ed i ragazzi all’artigianato artistico” aggiunge Marsibilio soddisfatto per l’edizione di quest’anno.

Bene anche lo shop allestito in un locale adiacente al Palazzo dell’Artigianato che ha consentito di acquistare oggetti e monili.

Ispirato alle donne anche il concorso di poesia dialettale intitolato a Modesto della Porta giunto alle 36esima edizione. Il tema è stato L’Artigianato e le donne: pensieri, emozioni, attività. La giuria presieduta dal prof.  Massimo Pasqualone ha premiato come 1ª Classificato: Aldo Rossi di Udine con la poesia “La Sportare”; 2ª Classificato: Emilio Marcone di Atri (TE) con la poesia “Nu vicchije pisciarole”; 3ª Classificato: Gabriele Di Giorgio di Città S. Angelo (PE) con la poesia “L’utima lavandare”. Per la sezione riservata gli alunni delle Scuole Primarie e Secondarie di Primo e Secondo Grado abruzzesi 1° Classificato: Emilio Colonna di Sant’ Eusanio Del Sangro con la poesia “Ere na vote” dell’Istituto d’Istruzione Superiore Statale “A. Marino” di Casoli (Ch). Ricordiamo che l’Ente Mostra si è fatto promotore della realizzazione di un monumento in bronzo dedicato al poeta-sarto che lo raffigura seduto su una panchina. L’opera sarà pronta per la prossima primavera.

Il concorso di arte orafa è stato vinto da Daniela Di Cecco di Palena e Gian Luca Staffolani di Ascoli Piceno (ex equo sezione Maestri Orafi) mentre per il concorso riservato alle scuole, al quale hanno partecipato 12 licei artistici e scuole di design, il premio borsa lavoro con stage formativo presso una bottega artigiana è stato assegnato all’alunna Oana Maria Ionescu del Liceo Artistico Statale “P. Selvatico” di Padova per aver realizzato una spilla denominata “Arianna” ed all’alunno Diego Medri del Liceo Artistico e Musicale “A. Canova” di Forlì che ha realizzato la collana denominata “Punti di sutura”. Segnalati per la sezione dei Mastri Orafi: Ermanno Maoloni di Monsampolo del Tronto (AP), Mauro Sette di Cadoneghe (Pd), Giuseppe Paludi di Chieti e Federico Vianello di Firenze. Per la sezione riservata agli alunni delle scuole: Menzione Speciale all’alunna Martina Martinelli della UED – Università Europea del Design di Pescara e Segnalazione per l’opera meritoria del progetto “Donna, vita e libertà” del Liceo Artistico “Soleri-Bertoni” di Saluzzo (CN) in collaborazione con la Casa di Reclusione “R. Morandi”. Durante la cerimonia di chiusura sarà inoltre consegnato il Premio giornalistico “Mario Zuccarini” , giunto alla seconda edizione, al Giornalista del quotidiano “Il Centro” Rossano Orlando. “Il risultato di questa edizione ci stimola a proseguire nel nostro lavoro e nella nostra mission, ora ci mettiamo al lavoro per gli altri eventi che organizziamo durante l’anno e per preparare la 54esima edizione che si terrà, come sempre, nel mese di agosto”.




SANITÀ ORTONESE: A QUANDO L’OSPEDALE DI BASE?

Il 18 giugno 2023, tutti abbiamo accolto con favore il comunicato della regione Abruzzo relativo all’approvazione da parte degli organi tecnici del Governo Nazionale della nuova rete ospedaliera abruzzese.

di Tommaso Coletti

Ortona, 27 agosto 2023. Noi ortonesi e cittadini del comprensorio abbiamo gioito ancora di più per questo risultato in quanto l’Ospedale G. Bernabeo è stato riclassificato Ospedale di Base, creando così i presupposti per ripristinare in esso alcuni reparti come la Chirurgia Generale, l’Ortopedia, la Medicina Generale insieme ai servizi di anestesia e di Pronto Soccorso con guardia attiva 24 ore su 24.

Per rendere operativa la nuova rete e per poter quindi dare al Bernabeo la dignità di Ospedale di Base, la Regione deve provvedere a concretizzare alcuni passaggi amministrativi previsti dalle norme in vigore.

Fino ad oggi, dopo oltre due mesi dal via del Governo Nazionale, non ancora si concretizza niente!

Siccome a Marzo del 2024 torneremo a votare per il rinnovo del Consiglio Regionale, sarebbe opportuno che tutto si risolvesse prima dell’appuntamento elettorale!

In questo senso l’amministrazione comunale dovrebbe vigilare per difendere gli interessi della nostra comunità e per impedire agli scettici di pensare che si è trattato solamente di un annuncio elettorale da parte delle forze politiche che, attualmente, governano la Regione Abruzzo.




LA FORZA DEL PERDONO. Presentato il volume

Fotolibro con gli scatti della visita di Papa Francesco a L’Aquila

L’Aquila, 26 agosto 2023. Un anno dopo la storica Visita Pastorale di Papa Francesco all’Aquila del 2022 in occasione della 728esima edizione della Perdonanza celestiniana, le immagini, le emozioni e la commozione di quella giornata sono state raccolte in un libro, dal titolo “La Forza del Perdono”, edito dall’Arcidiocesi dell’Aquila. Il prezioso volume, dell’Editrice Vola L’Aquila, realizzato grazie al coordinamento dell’ Ufficio diocesano per le  Comunicazioni Sociali guidato da don Claudio Tracanna, raccoglie gli scatti più belli realizzati da Roberto Grillo con la collaborazione di Paola Casciati.

La presentazione alla città è avvenuta questa mattina nel corso di una conferenza stampa che si è svolta nella sala Rivera di Palazzo Fibbioni alla presenza del Cardinale Arcivescovo Giuseppe Petrocchi che ha commissionato il volume e del Sindaco del Capoluogo abruzzese, Pierluigi Biondi e dei due autori delle foto.

“Questa raccolta di foto documenta un evento epocale: la Visita di Papa Francesco all’Aquila – ha commentato il Cardinale Giuseppe Petrocchi – Non solo evita che tale straordinaria pagina della nostra storia scivoli negli archivi del passato, ma la custodisce ‘intatta’ nel presente. Ciò che è accaduto ‘allora’, resta vivo ed efficace oggi: è il miracolo evocativo della memoria! Ma ciò che è rivissuto adesso imprime anche una spinta trasformante verso il futuro. Così il tempo viene declinato unitariamente nelle sue tre dimensioni: ieri, ora, domani.

Questo Album, attraverso un coinvolgente e incisivo linguaggio artistico, ci riconduce all’alto compito ecclesiale e sociale che Papa Francesco ci ha consegnato: rendere, sempre più, L’Aquila Capitale del Perdono: ricevuto, vissuto e dato. Pertanto, questo volume diventa anche un testamento iconico (a grande valenza storico- pastorale e culturale) che racconta una immensa grazia ricevuta e impegna, anche le generazioni che verranno, in una straordinaria impresa, spirituale e umana, da compiere: bene e insieme!”

“Quello di Papa Francesco è stato un dono che custodiamo nei nostri cuori con sentimenti di profonda riconoscenza e gratitudine. La sua presenza, la proclamazione dell’anno giubilare che si concluderà il 29 agosto prossimo, il potente messaggio di pace, sostegno alle popolazioni falcidiate dalla guerra in Ucraina – oltre che alla comunità aquilana colpita dal sisma – e riconciliazione è cristallizzato nell’apertura della Porta Santa della Basilica di Collemaggio che per la prima volta nella storia è stata dischiusa da un pontefice. L’essere stata battezzata quale capitale del Perdono da Sua Santità, universalizzando i valori ereditati da Papa Celestino V – fondanti della Perdonanza Celestiniana riconosciuta quale patrimonio immateriale culturale Unesco – hanno proiettato L’Aquila in una nuova dimensione spirituale che può non solo idealmente, collegare il primo giubileo della storia con quello che nel 2025 sarà celebrato a Roma” ha dichiarato il sindaco Biondi.

“Questo libro pubblicato dall’Arcidiocesi, insieme a quello che ho realizzato dopo il terremoto, forma un dittico editoriale. Entrambi sono legati ad eventi, ovviamente molto diversi tra loro, che hanno segnato la storia recente della nostra terra. Il formato, la tipografia e l’autore sono gli stessi, il coautore di questa pubblicazione è Paola Casciati, che ha realizzato la foto di copertina, mentre in quello del 2009 era l’amico Renato Vitturini. Con le immagini abbiamo provato, e speriamo di esserci riusciti, a trasmettere le sensazioni, il pathos e i sentimenti che la visita di Papa Francesco ha generato con la sua presenza e la preziosa partecipazione alla Perdonanza Celestiniana, di cui come tutti serberò un ricordo straordinario dentro di me insieme alle parole che ho avuto il privilegio di ascoltare quando ho avuto la fortuna di incontrarlo personalmente” ha commentato il fotoreporter Grillo.




CATTOLICI E POLITICA

Andando di … piano in piano, resta l’irrilevanza

di Rocco Gumina

PoliticaInsieme.com, 26 agosto 2023. Sul cosiddetto Piano B presentato a Rimini è intervenuto per noi Domenico Galbiati sottolineando la necessità che, in realtà, il punto fondamentale, anche per i cattolici in politica, è quello  di una completa trasformazione dell’attuale quadro istituzionale politico, in piena coerenza e continuità con quanto INSIEME segnalò, avviando la propria presenza, con il Manifesto Zamagni.

Da allora, in realtà, abbiamo continuato ad assistere alla solita indeterminatezza e vaghezza dell’impegno politico dei cattolici popolari che sembrano non rendersi conto di come ogni ambito richieda l’accettazione della postura e dei contenuti suoi propri. In politica ci s’impegna con il quotidiano e costante impegno pubblico e ciò richiede che si trovi anche la forma organizzativa con cui plasmare e presentare la sostanza del proprio essere nella cosa pubblica. E molte volte si è preso a pretesto la ritrosia verso la forma partito per giustificare una sostanziale accettazione delle cose. Quelle per cui si limita a scrivere grandi e solenni appelli. Per carità, esprimono riflessioni e proposte infinitamente più valide e di alto contenuto rispetto alla media della produzione dei partiti ufficialmente presenti in Parlamento, ma resta la mancanza del ragionamento e della postura politica.

Il risultato è che continua l’irrilevanza e, nel migliore dei casi, si sta a scrutare l’orizzonte per vedere se un’improvvisa crisi di governo fosse in grado, verticisticamente, di cambiare la situazione e riaprire spazi ed opportunità. Che altrimenti, questa dev’essere la spiegazione, si pensa sia cosa non raggiungibile. E il dibattito, così, continua in un’altalena di scoramento e ventate di altrettanto ingiustificata esaltazione.

Resta l’esistenza di dibattito, fortunatamente vivo a tutti i livelli, e con un’apprezzabile mancanza di pompa magna ed ufficialità, cosa che conferma come la questione della presenza politica dei cattolici sia sentita nel profondo. E noi abbiamo ricevuto il seguente intervento, ripreso integralmente, di Rocco Gumina che sul suo blog esamina la questione del “piano B” e si spinge a chiedersi se non finiremo per interrogarci su un ulteriore “piano C”.  Lui con molta gentilezza non conclude che di piano in piano si potrebbe non finire da … nessuna parte e continuare a restare del tutto irrilevanti.

L’estate, si sa, è il momento in cui fioriscono i dibattiti politici sulle grandi questioni. E come ogni anno dal Meeting di Comunione e Liberazione, che si svolge a Rimini, vengono avanzate importanti riflessioni e proposte. Di certo il piano B è una di queste. Già nella denominazione, il piano B si costituisce come alternativo a quello che dovrebbe configurarsi come piano A. Cerchiamo, allora, di andare con ordine per provare ad intendere al meglio.

Il tema in questione è quello connesso al contributo dei cattolici alla politica del Paese. Dopo la fine della Democrazia Cristiana, i credenti – spaesati – hanno attraversato una lunga stagione di discernimento sul che fare tanto da indurre ad una sorta di apatia verso l’impegno nei partiti e per allargare le basi democratiche della nazione. Quella stagione di ripensamento, oltre alla presenza dei cattolici in quasi tutti i soggetti politici dell’arco costituzionale, ha generato una serie di proposte volte alla rifondazione di un partito di ispirazione cristiana in grado di preservare una sorta di regia politica dei cattolici dotati di una visione, di un progetto e di un programma per i territori. Questo, più o meno e al netto di fraintendimenti, dovrebbe essere il piano A che di tanto in tanto qualcuno – in modo legittimo e con senso – rispolvera come necessario tanto ai credenti quanto all’Italia.

A quest’idea, nel corso degli anni, è seguita un’altra impostazione connessa all’impegno nell’economia, nel sociale e nel politico attraverso la rigenerazione di questioni fondamentali per la democrazia come l’Europa, i beni comuni, l’ambiente, la sussidiarietà, l’educazione, il lavoro, l’innovazione, la giustizia. E il piano B presentato a Rimini tramite un manifesto, firmato da poco più di una decina di intellettuali ed esponenti del sociale provenienti dal mondo cattolico, sembra condensare questo lavoro che da parecchi anni emerge nel nostro Paese. Per ammissione degli stessi ideatori del piano, si tratta di un progetto politico senza partito volto a far affiorare le tante positività già presenti da animare con una narrazione nuova, e a tratti alternativa, a quella dell’impegno politico-partitico. Insomma, il piano B mette insieme il lavoro, le visioni, la professionalità, la passione e l’impegno di credenti che hanno optato per un servizio competente e puntuale alla comunità nazionale. Una sorta di spartito senza partito lo ha definito Marco Damilano dalle colonne del Domani. Per chi crede nella democrazia e nell’impegno dei cattolici in politica non può che riconoscere le rilevanti positività di questo esperimento che cerca di sintetizzare, e a tratti rappresentare, l’opera di migliaia di operatori sparsi nelle realtà locali.

Dinanzi al piano B qualcuno, dotato di entusiasmo, ha affermato (o potrebbe ancora affermare) che si tratta di una sorta di nuovo Codice di Camaldoli. Il primo, negli anni Quaranta, aveva sostenuto la nascita della Democrazia Cristiana. Il secondo dovrebbe supportare un rinnovato impegno dei cattolici per la cosa pubblica. Ora, credo che con altrettanto entusiasmo sia necessario tentare di distinguere per capire.

La straordinaria vicenda della Democrazia Cristiana è stata possibile poiché agli intellettuali e agli operatori del sociale, specialmente delle nuove generazioni, si affiancarono gli esperti della politica partitica provenienti dalle file del Partito Popolare italiano fondato da don Luigi Sturzo e sciolto dalla dittatura fascista. I popolari avevano le competenze necessarie per governare un partito, per ricoprire i ruoli istituzionali, per animare il dibattito pubblico e le dinamiche elettorali. La mescolanza fra le attitudini dei giovani e l’esperienza degli adulti portò al successo di quella esperienza partitica da intendere unica per genere, contesto storico e ambientazione culturale.

Tuttavia, l’unicità di quel percorso ha da dirci ancora molto. La Democrazia Cristiana dopo, e il Partito Popolare prima, furono in grado di una progettualità politica poiché alle competenze professionali avevano legato a filo doppio le qualità politiche che risultano, ancora oggi, diverse rispetto a quelle provenienti dal mondo del sociale e della cultura. Il ricordo dei popolari e dei democristiani, insomma, ci dice che è opportuno fare sintesi per poter avanzare sul serio un piano politico per l’Italia.

Fare sintesi, vuol dire, avere quelle competenze necessarie per ridire politicamente e partiticamente – e perciò per rappresentare, difendere e implementare nelle istituzioni – quanto di buono emerge dal sociale, dall’economico, dal culturale e dall’educativo.

Se questo passaggio non maturasse, a mio parere, tutta la bontà presente in molti percorsi rischierebbe di non trovare alcuna rappresentanza politica o, al massimo, permetterebbe soltanto ad una serie di esperti di offrire un contributo specialistico richiesto da chi, invece, una capacità di regia la possiede e la esercita.

Allora, forse, dopo aver discusso a lungo di un ipotetico piano A e all’indomani della presentazione di un significativo piano B, non è forse giunto il tempo – per i cattolici italiani – di mettere insieme competenze culturali, economiche, sociali e politiche per offrire un progetto al Paese?

Non dovremmo, in definitiva, discutere per dare vita ad un piano C?




GIOVANI. IN 80 REGALANO L’ESTATE AI POVERI

Non chattano, non postano, non taggano. Ma spalano, mungono, tagliano

di Daniela Pozzoli

Avvenire.it. 25 agosto 2023.  Per 80 ragazzi, quasi tutti ventenni, l’estate è all’insegna del lavoro per aiutare i poveri. Arrivati da varie parti d’Italia in Val Rendena (Trento), in questo angolo incantato dove si trova la comunità Casa vite intrecciate, tra la montagna e il fiume Sarca, hanno scoperto il senso del donare il proprio tempo e spendere le proprie energie per sostenere chi non ha niente.

Ai più poveri tra i poveri delle missioni che fanno capo all’Operazione Mato Grosso in Perù, Equador, Brasile, Bolivia. Scoprendo poi, come raccontano, di essere diventati lor molto più ricchi di quando sono partiti.

L’idea di aprire una comunità in Trentino e “in una valle dove non manca nulla” è venuta nel 2015 a Oriella Mussi e al marito Paolo Cominotti.

“Facciamo parte del cammino del Mato Grosso – spiega Oriella – abbiamo pensato che anche qua c’era una missione che ci aspettava, aprendo una casa dove chi voleva poteva venire ad abitare, condividendo tutto. Serviva un posto dove i giovani potessero sperimentare la gratuità come valore. Anche io e mio marito, che avevamo una vita normale ed eravamo abituati a fare la carità, abbiamo deciso di rivoluzionare tutto e vivere di provvidenza. Altrimenti non saremmo stati credibili. Infatti, in questa casa nessuno guadagna niente. Il lavoro nei campi, nell’orto, il taglio della legna, la raccolta del fieno, l’allevamento di mucche, pecore, galline, la pulizia dei pascoli, tutto va alle missioni. Ci sono alcune famiglie del posto che una volta al mese ci portano un pacco di alimenti e ci fanno sentire il loro supporto e affetto”.

“In valle c’è tanto per chi può, poco per chi ha bisogno”, spiega Davide, 21 anni, che da un anno sta a Casa vite intrecciate e che a ottobre si iscriverà a Scienze dell’educazione a Brescia. “Non è stato un anno di pausa – riprende – ma una scelta ben precisa che ho maturato con l’appoggio dei miei genitori”.

Stesso discorso vale per Maddalena, 21 anni, di Val di Pejo, che in Val Rendena ha trascorso più di un anno: “I miei fanno parte del Mato Grosso. In questa casa ho imparato uno stile che cerco ora di applicare anche nella vita da studentessa di Scienze infermieristiche. Una specie di attenzione per il compagno di studi che fa fatica, per il vicino anziano che è solo…”. Elisabetta, 20 anni, ha lasciato invece Milano e sta pensando al suo futuro: “La testimonianza di chi torna da una missione vale più di tante chiacchiere e mi spinge a fare sempre di più”, ragiona.

Irene, 18 anni di Vicenza, racconta con un filo di voce la giornata tipo che “inizia alle 7 con la meditazione o la preghiera per chi crede e chi vuole. Il ritmo è intenso, ma ho imparato a sviluppare un’attenzione sia per chi lavora e suda accanto a me, che per il turista di passaggio che si ferma, incuriosito, a chiedere informazioni sui nostri prodotti”.

Un’attenzione che a Casa vite intrecciate significa anche accogliere una famiglia di nigeriani richiedenti asilo: papà, mamma e la “piccola Oriella”, 4 anni, (“si chiama come me, e pensare che il mio nome non mi è mai piaciuto”, si schernisce Oriella “grande”); un altro ragazzo sempre nigeriano; oppure minori non accompagnati che vengono mandati da enti o comunità per qualche giorno di aria buona, aggiunge il marito di Oriella, Paolo che siede a capotavola durante il pranzo con i ragazzi presenti.

“Quando se ne vanno sto male – conclude Oriella – non ho ancora imparato a lasciarli andare. Al termine dell’esperienza scopro in tutti la voglia di far qualcosa di bello per gli altri. E il legame resta. Insieme abbiamo riso, pianto, sognato. Non è poco”.

https://www.avvenire.it/giovani/pagine/in-80-regalano-l-estate-ai-poveri?fbclid=IwAR0dA1toKA8F6RuN4SiF3JShL0MDW75vWyrb-20o-5hoadG-27D4JPtpa-I




VILLA MOSCA NON PUÒ ESSERE SEDE DEL NUOVO OSPEDALE

Basta perdere tempo o rischiamo di perdere anche i finanziamenti

Teramo, 25 agosto 2023. Lettera aperta del presidente della cooperativa Medici di Medicina generale di Teramo, Ercole Core, al comitato ristretto dei sindaci ASL Teramo

Leggo con un certo stupore che il sindaco di Teramo, Gianguido D’Alberto, in un incontro con l’assessore regionale alla Salute, Nicoletta Verì, ha indicato Villa Mosca come sede del nuovo ospedale.

Da anni, ormai, si discute del progetto del nuovo ospedale e della sua ubicazione. Si tratta di un ospedale che deve essere DEA di II livello e pertanto deve avere caratteristiche infrastrutturali, strutturali e tecnologiche degne di tale denominazione. Soprattutto, occorre pensare che questo sarà l’ospedale della provincia di Teramo (e non solo di Teramo) con un bacino di riferimento all’occorrenza sovra provinciale.

Per essere DEA di secondo livello, peraltro, un ospedale deve avere posizione baricentrica provinciale e infrastrutture stradali che permettano un facile accesso a tutti i cittadini della nostra provincia e delle province vicine.

Inoltre, deve avere caratteristiche strutturali ben definite: maggiore estensione della struttura in senso orizzontale e grandi spazi per servizi quali parcheggi per operatori e visitatori, per mezzi di emergenza e così via.

Se consideriamo queste necessità, dobbiamo anche considerare che Villa Mosca, sede dell’attuale ospedale, ha fatto il suo tempo perché non ha queste caratteristiche.

In questi anni, si è molto discusso di varie proposte e, alla fine, si era definita la sede di Piano d’Accio perché poteva accontentare la città di Teramo rimanendo comunque all’interno del suo territorio e in una zona abbastanza ben servita, ora però si ritorna indietro su Villa Mosca.

Cari Sindaci, non si può “menare il can per l’aia” e perdere ulteriore tempo rischiando di perdere i finanziamenti già disponibili. La sede era già stata scelta e su quella era già stato fatto il progetto.

Spetta a Voi difendere il diritto alla salute dei cittadini e abbandonare campanilismi inutili e dannosi.

È anche necessario considerare che la nostra Asl sta facendo grandi sforzi per riorganizzare la medicina del territorio e strutturare una medicina di prossimità vicina ai cittadini, investendo molto anche sulle aree più disagiate. La mancanza di una rete ospedaliera efficace ed efficiente contribuirebbe in modo determinante al fallimento del nostro sistema sanitario provinciale.

Pertanto, il nuovo ospedale in una sede idonea porterebbe il nostro sistema sanitario provinciale ad essere punto di riferimento non solo per la provincia di Teramo ma per tutto l’Abruzzo e le regioni limitrofe.

Dr. Ercole Core

Presidente cooperativa Medici di Medicina generale di Teramo e già segretario provinciale Federazione italiana medici di medicina generale




IL FERMO PESCA RISVEGLIA GLI ABUSIVI

Nuovi blitz della Capitaneria di porto di Ortona contro pescatori di frodo

Ortona, 25 agosto 2023. Dopo le sanzioni elevate nelle precedenti settimane, la notte scorsa i militari della Capitaneria di porto di Ortona hanno eseguito un nuovo sequestro di oltre 2mila ricci e 100 kg di polpi irregolarmente pescati nel tratto di mare sotto il Castello Aragonese da due distinte squadre di pescatori abusivi provenienti da diverse regioni del sud Italia.

Il sequestro è stato possibile grazie ad un’attenta attività di osservazione avviata dalla Guardia Costiera dopo aver ricevuto mirate segnalazioni da parte di cittadini sensibili al fenomeno, osservazione che ha consentito di individuare dapprima i veicoli sospettati di fungere da raccolta e trasporto del prodotto ittico, e successivamente gli specchi acquei scelti dai pescatori di frodo per operare – a loro giudizio – in maniera indisturbata. Una volta individuati i sub in attività i militari hanno dovuto attendere con pazienza diverse ore, appostati tra gli scogli, in attesa dell’uscita dall’acqua degli stessi con il pescato tra le mani.

I trasgressori farebbero capo a due diversi gruppi provenienti appositamente da fuori regione, uno dedito alla pesca e distribuzione al mercato nero dei polpi, l’altro a quella dei ricci, specie ittiche particolarmente richieste dal mercato del sud Italia, ma che, se prelevate in maniera così indiscriminata e continua, rischiano di depauperare in maniera irreversibile i nostri fondali marini.

Per i responsabili è scattata la sanzione pecuniaria di 2mila euro, oltre al sequestro di tutto il pescato, e dell’attrezzatura utilizzata. Sia i ricci che i polpi sono stati immediatamente rigettati in mare così da assicurane la sopravvivenza e garantire il ripopolamento dei fondali, anche per l’importante compito affidato a questi animali, a tutela del delicato equilibrio dell’ecosistema marino.

“Purtroppo – osserva la Capitaneria di porto – la continua domanda del mercato, unita agli importanti guadagni, fa sì che il fenomeno della pesca illegale di ricci di mare e di polpi, sia in costante crescita lungo l’intera costa teatina. Oltre all’impatto negativo sull’ambiente marino, la pesca di frodo incide anche sulla concorrenza leale della filiera ittica, danneggiando gli onesti operatori del settore, e crea anche rischi per la salute umana, trattandosi di prodotto che sfugge alle previste procedure di controllo e conservazione previste dalle norme in materia igienico sanitaria”.

Con il fermo pesca per il settore dello strascico, poi, iniziato il 19 agosto, i controlli saranno continui lungo l’intera filiera ittica, proprio per evitare che gli abusivi, nei diversi ambiti, possano agire a danno dei pescatori rispettosi delle regole e delle risorse ittiche stesse. Sono già 2 i ristoranti sanzionati, solo nell’ultimo periodo, per carenze nella documentazione di tracciabilità, cui si aggiungono altre 2 sanzioni elevate a veicoli con a bordo pesce di cui non è stato possibile risalire alla provenienza: si tratta ovviamente di irregolarità attuate – solitamente – proprio per nascondere il prodotto pescato illecitamente.




LA MOSTRA DELL’ARTIGIANATO artistico incontra il sociale

Ancora un appuntamento di rilievo nell’ambito della 53 esima Mostra dell’artigianato artistico abruzzese in corso a Guardiagrele

Guardiagrele, 24 agosto 2023. A pochi giorni dalla chiusura di questa riuscitissima edizione, si parlerà di sociale, in un incontro che si terrà sabato, 26 agosto, alle 18.30 nella Sala Rocco Di Giuseppe del Palazzo dell’Artigianato. Il tema sarà “TALK -Artigianato, fonte di Libertà e di Futuro”.

“Da sempre siamo attenti al sociale. Abbiamo una sala della mostra dedicata ai lavori realizzati nei centri di riabilitazione psichiatrica. Quest’anno alcuni lavori che hanno partecipato al Concorso di Arte Orafa sono stati realizzati da studenti e detenuti nell’ambito del progetto del liceo artistico di Saluzzo, in provincia di Cuneo, che ha una sezione carceraria all’interno di una casa di reclusione ad alta sicurezza. Sabato sarà presente all’incontro la docente referente del progetto. Ma di carcere si parlerà anche con alcuni operatori ed artigiani che svolgono corsi ed attività all’interno delle case circondariali. Ciò a testimonianza che l’artigianato può essere un modo per superare muri e pregiudizi e per favorire il reinserimento nella società.” Dichiara il presidente Gianfranco Marsibilio.

I lavori si apriranno con i saluti istituzionali dell’assessore alle politiche sociali della Regione Abruzzo Pietro Quaresimale e dall’assessore comunale alle Politiche sociali Flora Bianco.

Numerosi gli interventi : la prof.ssa Daniela Zinola, dell’IIS Soleri-Bertoni di Saluzzo (Cn), la dott.ssa Mara Giammarino dell’Associazione Voci di Dentro di Chieti, Francesco Carullo, maestro artigiano di Orsogna,  Prof.ssa Evelina Odorisio Docente di lingua e letteratura inglese, Dott.ssa Costanza Cavaliere Dirigente scolastica Algeri Marino Casoli, Don Erminio Di Paolo Caritas Interparrocchiale di Guardiagrele, Cosimina Ciardo educatrice professionale sanitaria R.A.D.A. Guardiagrele, Giulia Pagliai Quadrifoglio srl struttura riabilitativa psichiatrica di Rosello, Arianna Lisio Coordinatrice centro SAI Guardiagrele Accoglie, conclusioni Prof. Mario Palmerio pedagogista. Coordina il dibattito il presidente dell’Ente, Gianfranco Marsibilio.




LA SAGRA DELLA PORCHETTA ITALICA

Premiazioni, partecipazione record: eccezionale successo per la 52ª edizione

Campli, 24 Agosto 2023. La 52ª edizione della prestigiosa Sagra della Porchetta Italica a Campli si è conclusa in un’atmosfera di trionfale entusiasmo, raggiungendo il culmine durante la cerimonia di premiazione tenutasi nella suggestiva cornice di Piazza Vittorio Emanuele II.

Il premio più ambito, la coppa del primo classificato, è stato meritatamente conferito al maestro porchettaio Viro Galliè di Nereto, seguito rispettivamente da Nicolino Mercurii di Colledara al secondo posto e dall’azienda agricola De Federicis al terzo. Questi abili artigiani della porchetta hanno dimostrato ancora una volta la loro maestria e dedizione nel portare avanti una tradizione così profondamente amata.

Tra i riconoscimenti conferiti, spicca il prestigioso premio speciale della critica intitolato al Prof. Nicola Biagio Natali, che è stato assegnato a Viro Galliè di Nereto.

Altrettanto degno di nota, il premio della giuria Social è stato meritatamente conquistato da Nicolino Mercurii di Colledara.

Durante la Sagra, le porchette in gara sono state valutate da tre giurie tecniche nelle serate di venerdì, sabato e lunedì. Nella giornata di domenica, invece, dalla giuria popolare, della critica e social presenziate del maestro Enrico Melozzi.

La Sagra della Porchetta Italica di Campli ha registrato una partecipazione eccezionale, superando persino i livelli di affluenza precedenti alla pandemia. Un momento di particolare rilevanza è stato il picco di partecipazione durante la serata di martedì, quando lo spettacolo di Gianni Schiuma in Piazza Vittorio Emanuele II ha registrato una presenza straordinaria.

Con la vendita di oltre 300 porchette e la partecipazione di oltre 100.000 persone, è innegabile che la Sagra si sia riconfermata come uno degli eventi di spicco nella provincia di Teramo.

L’evento ha attirato visitatori anche da aree distanti, dimostrando il suo appeal oltre i confini del territorio teramano. Questo richiamo è stato particolarmente evidente nelle zone di Pescara, Chieti e nelle regioni Marche, con una significativa affluenza soprattutto dalle provincie di Ascoli Piceno, Fermo e Macerata. Non è mancata la partecipazione di visitatori provenienti dall’entroterra laziale.

La portata della Sagra ha oltrepassato l’ambito delle piazze di Campli, catalizzando l’entusiasmo di coloro che hanno condiviso migliaia di foto, storie, apprezzamenti e commenti sulla Pagina Ufficiale dell’evento sul web.

Durante l’evento, la città ha offerto ulteriori opportunità di valore, tra cui mostre di quadri e fotografie d’autore, coinvolgenti percorsi in mountain bike, visite guidate gratuite organizzate dall’Ufficio Turistico e coinvolgenti laboratori per bambini gestiti dall’Associazione Culturale “Nina Onlus” di Civitella del Tronto.

È importante menzionare l’accesso eccezionale a monumenti normalmente chiusi al pubblico, che ha arricchito l’esperienza dei partecipanti e contribuito all’atmosfera festosa dell’evento.

In sintesi, la 52ª Sagra della Porchetta Italica di Campli ha rappresentato un trionfo di sapori, cultura e partecipazione, consolidando ulteriormente la sua posizione come uno degli eventi più rilevanti nel panorama delle sagre italiane.




ACCESO IL BRACIERE DELLA PACE. Perdonanza Celestiniana 2023

Inaugurata ufficialmente la 729sima edizione del giubileo più antico della storia

L’Aquila, 24 agosto 2023. È ufficialmente appena iniziata, stasera 23 agosto 2023, la 729esima edizione della Perdonanza Celestiniana dell’Aquila.

Il sindaco Pierluigi Biondi ha acceso il braciere della pace davanti alla basilica di Santa Maria di Collemaggio intorno alle 21.30, utilizzando il Fuoco del Morrone.

Si tratta della fiaccola che l’Associazione Comitato Festa Perdonanza Celestiniana ICH ha portato dall’eremo celestiniano di Sant’Onofrio (Sulmona) dal 16 agosto, e che è arrivata nel capoluogo abruzzese ripercorrendo il tragitto che Pietro Angelerio affrontò nell’estate del 1294, per arrivare all’Aquila e vestire le insegne da Papa (con il nome di Celestino V), dopo la proclamazione avvenuta nel conclave di Perugia del 5 luglio di quell’anno.

Gli ultimi tedofori sono stati Tullio De Rubeis ed Italo Ettorre che hanno condotto il fuoco a Collemaggio. Il primo, nipote di Don Tullio, promotore della Perdonanza moderna, con il corteo della bolla che, quest’anno, compie 40 anni: fu proprio Don Tullio, infatti, nel 1983 – quando era sindaco dell’Aquila – a ripristinare il Corteo. Con lui, Italo Ettorre: lo stesso ultimo tedoforo di 40 anni fa. La storia che si ripete e si rinnova, nel rito della Perdonanza Celestiniana dell’Aquila.

Prima della cerimonia inaugurale, il saluto delle autorità è stato portato al pubblico presente a Collemaggio dal sottosegretario del Ministero della Cultura, Gianmarco Mazzi, dallo stesso sindaco dell’Aquila, Pierluigi Biondi, dal vicepresidente della Regione Abruzzo, Emanuele Imprudente, dal presidente della Provincia, Angelo Caruso, e dall’arcivescovo dell’Aquila, il Cardinale Giuseppe Petrocchi.

Questo un estratto delle parole con le quali il sindaco dell’Aquila, Pierluigi Biondi, ha inaugurato la cerimonia: “Stiamo per dare inizio alla 729° Perdonanza celestiniana, beneficiando ancora della presenza di Papa Francesco che ha reso unica e irripetibile la scorsa edizione. Sono anche trascorsi 40 anni dalla Perdonanza moderna, quella voluta dall’allora sindaco Tullio De Rubeis che, con una visione non comune, costruì le basi per farne l’evento religioso e laico che oggi conoscono anche al di fuori dei confini nazionali. Tanti sono stati gli obiettivi raggiunti, in particolare in questi ultimi sei anni nel segno della rinascita dell’Aquila e del suo territorio. Certamente un impulso significativo si è avuto con il riconoscimento Unesco di patrimonio immateriale dell’umanità, ma la svolta che ha fatto la differenza, dando il giusto valore alla Perdonanza celestiniana, prima nascosta nelle pieghe della grande storia, è stata l’apertura della Porta Santa di Collemaggio da parte del Santo Padre. E, poi, lo svolgimento della conferenza stampa di presentazione dell’edizione di quest’anno a Roma, al Ministero della Cultura, accolta dal Ministro Gennaro Sangiuliano con queste parole: la cultura religiosa è parte della cultura nazionale tutta. Quella cultura nella cui energia rigeneratrice, come amministratori, abbiamo fortemente creduto in questi anni intensi e appassionati. Attraverso la cultura, forza tranquilla e fattrice di progresso abbiamo restituito alla vita la nostra comunità”.

Questo un estratto del discorso inaugurale dell’Arcivescovo Metropolita dell’Aquila, Cardinale Giuseppe Petrocchi: “Oggi il fuoco della Perdonanza viene acceso non solo al Centro della nostra Città, ma anche nel Cuore del mondo. Si tratta di un fuoco sacro, perché suscitato dallo Spirito che si moltiplica in tante fiamme individuali e che, mantenendo la loro appartenenza alla stessa Fonte, provocano l’effetto-unità. In questo quadro globale, assumono un ruolo centrale le virtù civiche della solidarietà, dell’altruismo, della onestà, del rispetto, della lealtà, della, laboriosità, della giustizia. Va sottolineato che le opere di carità, spirituale e materiale, hanno un versante ecclesiale, ma anche sociale: per questo sono pure pubbliche virtù. Mentre ciò che impoverisce o nega questi dinamismi produce patologie: etiche e collettive. Nella misura in cui – in sintonia con il dettato di Papa Francesco – L’Aquila sarà Capitale del Perdono, diventerà pure, allo sguardo del mondo, esposizione di una Città integralmente ricostruita e di una Comunità felicemente risorta.“

La Perdonanza Celestiniana dell’Aquila è stata riconosciuta patrimonio culturale immateriale dell’Unesco nel dicembre 2019. Il programma della settimana ruota intorno al momento più importante, quello del 28 agosto, con l’apertura della Porta Santa della Basilica di Santa Maria di Collemaggio, per l’inizio del Giubileo più antico della storia, voluto dal Papa Santo Celestino V con la Bolla del Perdono del 29 settembre 1294. 

Ora è in corso lo spettacolo della prima serata. Tanti artisti di primo piano stanno illuminando il palco antistante la basilica di Collemaggio (denominato Teatro del Perdono), nell’ambito dello spettacolo Un canto per la rinascita – di Guerra e di Pace: Mahmood, Mr. Rain, Coma_Cose, Alfa, Paola Turci, Albano Carrisi, accompagnati dall’Orchestra del Conservatorio A. Casella dell’Aquila. La serata è presentata anche quest’anno dalla conduttrice televisiva Rai Lorena Bianchetti.

Si tratta di un evento ideato dal direttore artistico della Perdonanza, maestro Leonardo De Amicis, e scritto insieme con Paolo Logli.

“L’apertura di quest’anno prosegue una grandissima tradizione in cui le arti, la musica, la parola, la recitazione si fanno portatori dei grandi valori della Perdonanza: pace, solidarietà,  riconciliazione prendono voce attraverso le note e le parole delle arti del passato e contemporanee. Da sempre al servizio della costruzione sociale e degli ideali”, ha dichiarato il maestro Leonardo De Amicis.




CHIETI YANCHENG delegazione in Comune e Camera di Commercio

Il Sindaco: “L’amicizia nata con il gemellaggio deve diventare grande con la sinergia fra i nostri rispettivi interessi, identità ed economie”

Chieti, 23 agosto 2023. Nella mattinata di oggi il sindaco Diego Ferrara con il Presidente del Consiglio comunale Luigi Febo, l’assessore al Commercio Manuel Pantalone e la consigliera con delega ai rapporti istituzionali Alberta Giannini ha ricevuto in Comune una delegazione in arrivo da Yancheng, importante città-prefettura dello Jiangsu, una delle Province economicamente più sviluppate della Cina.

A guidare il gruppo, Wang Juan Yancheng, attuale vicesindaca del Governo popolare municipale, con lei: Zhou Dahu, vicecapo del distretto del distretto di Yandu; il vicedirettore del comitato di gestione della zona high-tech di Shen Zhenxing Yancheng; Zhu Longcheng, direttore del Yandu District Bureau of Commerce; Wu Dehui, direttore del Yandu District Bureau of Industry and Information Technology e Lin Tianhui, dell’Ufficio Affari Esteri di Yancheng. Un incontro che dà seguito a un gemellaggio nato anni fa e riattivato grazie all’attività positiva dell’associazione Abruzzesi in Cina, presenti con gli avvocati Roberto Saccoccia e Donatella Laureti. Presente anche la professoressa Laura Berardi, del Dipartimento di Economia dell’Università d’Annunzio Chieti-Pescara.

La delegazione ha fatto tappa anche alla Camera di Commercio, dove è stata ricevuta dal presidente Gennaro Strever e ha incontrato i rappresentanti delle associazioni di categoria di Confcommercio, Confesercenti e Cna. La visita si è conclusa con un giro fra le bellezze artistiche e archeologiche del centro storico, affidato alla guida esperta di Stefania Cocco, dell’associazione culturale Mnemosyne e un pranzo al ristorante Iannacone di Chieti Scalo.

“L’incontro di oggi aggiunge una tappa importante per la nostra amicizia – riferiscono il sindaco Diego Ferrara, il presidente Luigi Febo e l’assessore Manuel Pantalone – Abbiamo rafforzato le relazioni fra le nostre città, questo consolidando i nostri rapporti e confrontandoci con il futuro delle relazioni in ambito culturale, formativo ed economico-commerciale. Ringraziamo la Camera di Commercio che vi ha accolti, aprendo le porte a future e proficue attività, come la d’Annunzio, con cui saremo felici di agevolare contatti e rapporti Italia-Cina. L’idea è quella di creare un ponte economico e culturale tra le città, che sono diverse e geograficamente distanti, ma che hanno molto in comune in termini di interessi e attività.

Fra le richieste arrivate dalla municipalità di Yancheng, quella di promuovere e sviluppare contatti fra le realtà culturali, commerciali e anche dedite all’agricoltura, oltre che a industria e servizi, uno dei punti di forza della metropoli cinese. Anche per questa ragione abbiamo deciso di offrire come dono istituzionale delle bottiglie del vino dei nostri territori, quello prodotto dalle cantine ricomprese nella neonata associazione dei Vignaioli teatini. Siamo lieti di fare da tramite perché si arrivi presto a progetti concreti, anche al fine di attrarre nuovi investimenti, futuri flussi turistici e offrire nuove opportunità alle imprese che puntano all’internazionalizzazione e per tale ragione continueremo ad alimentare questo canale proficuo di incontro e scambio fra le rispettive comunità”.




TANTE ATTIVITÀ AL MAXXI L’AQUILA

Nei giorni della perdonanza celestiniana: dal 25 al 31 agosto visite guidate, laboratori, spettacoli e iniziative realizzate in collaborazione con il territorio

L’Aquila, 23 agosto 2023. Una ricca offerta di appuntamenti al MAXXI L’Aquila nei giorni della Perdonanza Celestiniana, uno dei periodi più vivaci e importanti per la città, al quale il museo contribuisce con visite, laboratori e iniziative realizzate in collaborazione con il territorio che vanno ad aggiungersi alle mostre in corso: Marisa Merz Shilpa Gupta visibileinvisibile inaugurata in primavera nelle sale del piano nobile del museo e In Ceramica, focus a cura di Alessandro Cocchieri, con opere di Alberto Garutti, Felice Levini, Donatella Spaziani, H. H. Lim e Gino Sabatini Odoardi, in corso nella Project room.

Venerdì 25 e mercoledì 30 agosto, alle 18, i visitatori potranno scoprire Marisa Merz Shilpa Gupta visibileinvisibile, attraverso il racconto di una guida d’eccezione Fanny Borel, curatrice della mostra con il Direttore del MAXXI L’Aquila, Bartolomeo Pietromarchi.

Due curator’s tour per approfondire il dialogo artistico che prende vita nelle sale di Palazzo Ardinghelli attraverso circa 50 opere di due indiscusse protagoniste dell’arte contemporanea: Marisa Merz (Torino, 1926 – 2019) – unica rappresentante femminile dell’Arte Povera e riferimento della scena artistica italiana dalla fine degli anni Sessanta, Leone d’oro alla carriera nel 2013 – e Shilpa Gupta, (Mumbai, 1976) una delle artiste più importanti della sua generazione a livello internazionale, con presenze in molte delle più prestigiose manifestazioni e musei nel mondo.

I lavori delle due artiste, posti in relazione dai curatori, propongono una riflessione sui temi del visibile e dell’invisibile, dell’immagine e della parola, del politico e del filosofico attraverso due mondi, l’Oriente e l’Occidente, e due epoche diverse.

Il Curator’s tour con Fanny Borel ha un costo di 5 euro più biglietto ridotto al Museo. Prenotazione online compilando il form disponibile sul sito maxxilaquila.art.

Domenica 27 agosto alle 17 ulteriore possibilità di scoprire la mostra con la visita guidata Alla scoperta del MAXXI L’Aquila. €5 su prenotazione o fino a esaurimento posti più acquisto del biglietto di ingresso ridotto al Museo.

Sabato 26 agosto le Sale del MAXXI L’Aquila ospitano invece l’iniziativa “I sabato del merletto”

promossa dall’Associazione “Il Miracolo Bianco delle Mani” dell’Aquila. I visitatori del museo potranno assistere alla realizzazione di alcune creazioni artistiche espressione di comunità provenienti da tutta Italia, ciascuna specializzata in una particolare lavorazione, e potranno cimentarsi in prima persona nell’arte del merletto, affiancati dagli esperti. Il progetto nasce nell’ambito della Mostra itinerante voluta dal Ministero della Cultura, avviata nel 2022 a Venezia con “I venerdì del Merletto”. A questo appuntamento, il terzo dei cinque previsti al MAXXI L’Aquila tra giugno e ottobre, parteciperanno i gruppi di Chiavari, Bologna, San Sepolcro, Umbria e Salento, oltre a quello aquilano.

Martedì 29 agosto alle 17 in programma Nati al MAXXI – Viaggi oltre i confini laboratorio per famiglie con bambini da 0 a 3 anni realizzato in collaborazione con l’Associazione Nati nelle Note. Un’esplorazione del Museo diversa dal solito che fonde musica e movimento con le opere d’arte in mostra, creando magici momenti di contemplazione e ascolto per i più piccoli e le loro famiglie. Il costo per la partecipazione è di €15, comprensivi di biglietto d’ingresso al Museo per l’adulto accompagnatore, prenotazione obbligatoria tramite form online.

A seguire, ancora un appuntamento per il mese di agosto: giovedì 31 alle 21 il MAXXI L’Aquila presenta, in collaborazione con Teatro Zeta, lo spettacolo dEVOLUTION di Rolando Macrini con Manuele Morgese e Jared Mcneill (ingresso libero fino a esaurimento posti).