ASSALTO AL PARCO di Via 8 Marzo

Il Coordinamento Nazionale Alberi e Paesaggio: “questo assalto ai parchi pubblici in aree periferiche di Pescara rischia di provocare non pochi problemi alla comunità”.

Pescara, 14 marzo 2023. Sono danni ambientali che possono scatenare disagio sociale, con cancellazione di luoghi di svago e azzeramento di servizi ecosistemici indispensabili in epoca di cambiamenti climatici.

“Dopo l’attacco al Parco di Via della Fornace Bizzarri, azione per ora scongiurata, adesso si vuole colpire il parco pubblico di Via 8 Marzo in zona San Silvestro, un luogo di ritrovo e svago per famiglie e bambini – commenta l’associazione – Vogliamo ricordare all’Amministrazione Comunale di Pescara che i parchi urbani, grandi e piccoli, sono isole verdi all’interno di un contesto urbanistico cementificato. Essi rappresentano dei baluardi contro l’isola di calore, fungono da spugne contro l’inquinamento atmosferico, in pratica producono già dei servizi ecosistemici che proteggono la salute dei cittadini”.

“In ogni città che mira a uno sviluppo sostenibile è fondamentale preservare i parchi esistenti. Non si può pensare di cancellare un parco, oltretutto in un’area a forte sviluppo urbanistico, senza scatenare ripercussioni ambientali che sociali sulla comunità. Prima di tutto, il Parco 8 Marzo funge da luogo di svago e di gioco per bambini e famiglie, quindi ha un alto valore sociale di intrattenimento e di aggregazione, ricordando al Comune che anche questo è un servizio che viene svolto per la collettività.”

“Infine, vogliamo ricordare al Comune il valore ambientale dei parchi urbani per mitigare gli effetti dei cambiamenti climatici. La temperatura dei parchi è molto più bassa in estate rispetto alle aree cementificate. Poi ci sono gli effetti benefici sulla salute psicofisica dei cittadini. Poi c’è l’incremento del valore degli immobili intorno a un’area verde. Tutto questo si chiama miglioramento della qualità di vita ed è un diritto imprescindibile per tutti i cittadini.”

“Il presidio ASL, indispensabile per la città, va certamente costruito ma in altra sede. Esso non deve intaccare o distruggere i servizi ambientali di un parco urbano. Le alternative si possono trovare. Lasciamo in pace e tuteliamo i parchi pescaresi.”




DELRIO SU SCHLEIN: cattolici preoccupati

Pd resti casa di tutti

Articolo apparso su 24emilia.com oggi, 13 Marzo 2023 alle 10:22

Dice il parlamentare reggiano del Pd Graziano Delrio a proposito del rapporto della componente cattolica dem nei confronti della nuova segretaria Elly Schlein: “Le ansie dei cattolici – che il deputato reggiano fresco di nomina nei 175 della direzione del partito definisce molto preoccupati non si devono pertanto – tradurre in sfiducia, bisogna dare una mano per mantenere la vocazione originaria del Pd come casa di tutti. E non ci fa paura più radicalità nel difendere i deboli, sull’ecologia integrale di cui ha parlato il Papa, sull’economia sociale di mercato o sulla partecipazione dei lavoratori nelle imprese”.

Queste le parole dell’ex ministro in un’intervista a La Stampa, che ha anche aggiunto: “La cultura cattolica democratica si sente parte integrante di questo partito. Solo i fatti diranno se farà bene o no. Ma mi pare che il suo ruolo le abbia già fatto comprendere l’importanza di tenere insieme tutti i riformismi del Pd”.

E conclude: “Penso che come hanno fatto tutti i segretari anche la Schlein debba rispettare le diverse sensibilità, per esempio la maternità surrogata non piace a noi come non piace alle femministe di sinistra”.

Il consiglio è di “non mettere i diritti civili in contrasto con l’aiuto alla famiglia, la più grande struttura sociale di cui gode il Paese: se si omettessero le politiche familiari sarebbe un errore. Insomma – conclude Delrio – i diritti individuali devono avere il loro spazio, ma non bisogna trascurare i diritti comunitari”.




LA NAZIONE, la Patria e il Mare

La Costituzione è una patria

di Domenico Galbiati

13 marzo 2023

Nel tempo delle migrazioni e della globalizzazione, la nazione per affermarsi come portatrice consapevole ed orgogliosa dei valori che ha maturato nel decorrere della sua storia deve accettare e vincere la sfida di diventare patria anche per chi non è nato sul suo suolo, eppure si riconosce in quella condizione di libertà che, negata altrove, la nostra Costituzione garantisce.

Come la nazione è tale anche quando non si componga nell’unità politica di uno Stato e si protende oltre il confine geografico di un Paese, anche la patria trascende il profilo territoriale e consiste di un patrimonio storico, morale, culturale e civile, che, nato dal vissuto e dal cuore delle persone e delle comunità che le appartengono, conforta e sostiene l’identità di ciascuno, ma pur sempre in costante riferimento all’ universalità del genere umano.

Non basta evocare la nazione. Bisogna capire come ne decliniamo il sentimento, il valore ed il compito in un determinato momento storico. Se ne può dare una lettura regressiva e chiusa, secondo una postura difensiva, sicuritaria, ispirata ad un atteggiamento di autoreferenzialità e di possesso geloso ed esclusivo del patrimonio che le appartiene. Ma è altrettanto possibile interpretarla come l’arricchimento che un popolo offre ad una collettività più vasta secondo un orientamento di reciprocità solidale.

L’ecatombe di Cutro è, in un certo senso, la metafora di questa divaricazione. La protezione della vita o piuttosto l’occhiuta difesa dei propri confini, che, in questa accezione, diventano una gabbia in cui, contro ogni apparenza, anche la nostra libertà si dibatte fino a subire, a sua volta, un vulnus irreparabile. Siamo di fronte ad una tragedia nel senso classico del termine.

La fattualità catastrofica in cui culmina l’evento è sottesa da un conflitto drammatico ed insanabile che questa volta tocca, addirittura, la coscienza, il cuore, l’ auto-comprensione di un popolo, del nostro popolo e dei popoli degli altri paesi sviluppati, a cominciare sicuramente da quelli europei.

Quelle decine di cadaveri sparsi sulle spiagge, le salme dei bambini che il mare dopo la furia che li ha uccisi, si potrebbe dire, è come se li avesse cullati per giorni prima di restituirceli, i cadaveri che il mare ha inghiottito per sempre, sembrano quasi il sacrificio umano che rendiamo, con un rito talmente cruento, al dio Moloch del nostro insaziabile progresso materiale. Come se venissimo posti di fronte a quella contraddizione irrevocabile, cui i grandi poeti della tragedia greca assegnavano il compito di sondare l’interiorità più riposta degli uomini e dei popoli.

Non basta la contabilità dei barconi e quella sorta di partita doppia dei sopravvissuti e dei morti che il Ministro dell’Interno ha recitato a Montecitorio. Non governeremo il fenomeno migratorio se non riusciremo a sentirlo come una ferita profonda che, prodotta da una diseguaglianza abissale, scuote e provoca la consapevolezza che abbiamo di noi stessi.

https://www.politicainsieme.com/la-nazione-la-patria-e-il-mare-di-domenico-galbiati/




REDDITO DI CITTADINANZA: le novità in arrivo in Abruzzo

Dei 39.000 attuali beneficiari di Reddito di Cittadinanza in Abruzzo, i primi a vivere gli effetti delle novità normative che dovrebbero arrivare nelle prossime settimane, saranno  i 17.600 cosiddetti occupabili

Pescara, 12 marzo 2023. Per questi, da agosto, cesserà l’attuale sussidio. Per gli altri 21.400 la misura dovrebbe invece terminare a dicembre 2023. Si tratta, in questo secondo caso, di quelle famiglie che al loro interno hanno una persona disabile, ultrasessantenne o con meno di 18 anni.

Per i primi, i cui nuclei familiari sono composti da persone con meno di 60 anni, la nuova misura che sostituirà il R.d.C. – stando alle indiscrezioni – partirà dal 1° settembre e vedrà una riduzione dell’importo: gli attuali 500€ scenderanno a 375€ mensili.

Non è ancora chiaro cosa accadrà ai 9.500 abruzzesi che percepiscono il Reddito di Cittadinanza ad integrazione di un reddito da lavoro che comunque non consente di vivere con dignità.

Considerata la diminuzione degli importi, è verosimile che per queste persone venga azzerata l’integrazione per cui degli iniziali 17.600 percettori di R.d.C occupabili, solo in 8.100 a settembre effettivamente accederanno alla nuova misura, non avendo nessun altro reddito oltre il sussidio.

Un sostegno che oggi consente, seppur con difficoltà, a migliaia di persone di sopravvivere. Disoccupati, precari e lavoratori poveri, le cui condizioni disagio peggioreranno, rischiando di far esplodere situazioni economiche e sociali già adesso complicate.

Da gennaio poi, quando la nuova misura entrerà definitivamente in vigore per tutti, quindi anche per le famiglie con disabili, minori ed anziani, ci sarà una ulteriore diminuzione dei beneficiari. La riduzione del reddito ISEE per l’accesso, che passerà dall’attuale 9.360 a 7.200 €, taglierà fuori da qualsiasi sostegno anche 5.000 persone appartenenti a nuclei familiari con all’interno soggetti fragili.

Tanti dubbi, poi, sorgono anche sull’intervento della nuova misura su quello che è stato il vero limite del Reddito di Cittadinanza: le politiche attive del lavoro. La gestione dei Servizi Pubblici per il Lavoro ha bisogno di sostegno e di investimenti di cui ad oggi non vi è traccia, dall’altro non si considera quello che è il vero dramma dell’economia regionale e nazionale: l’assenza di opportunità di lavoro che non sia sottopagato e precario.

Carmine Ranieri, Segretario Generale CGIL Abruzzo Molise




L’EMIGRAZIONE cantata da Rino Gaetano

[Salvatore Antonio – detto Rino – Gaetano, nato a Crotone da una famiglia di Cutro (KR), luogo noto alle cronache per una migrazione finita male qualche giorno fa. Riportiamo un articolo a firma di Sara Angioni sull’emigrazione secondo il noto cantautore]

di Sara Angioni

Sono passati esattamente 40 anni dalla morte prematura di Rino Gaetano, cantautore fra i più capaci a smascherare l’ipocrisia benpensante italiana attraverso le sue canzoni. Brani emblematici e iconici proprio perché dietro il loro apparente disimpegno si celava un’ironia tagliente troppo spesso censurata dal cancellino vivace targato DC.

Rino Gaetano ci ha lasciato un’eredità preziosa che tutt’ora stimola dibattiti, discussioni e vere e proprie contese politiche, laddove l’una o l’altra fazione viene accusata dell’appropriazione indebita di un patrimonio culturale che Rino ha saputo regalarci in soli otto anni di attività. Pochi all’anagrafe, ma densi di creatività e dedizione tanto da donare vita eterna alla sua musica, interrotta sul più bello.

Rino ha raccontato l’emarginazione sociale, l’alienazione industriale, la doppia faccia di una società retrograda che si finge moderna, ma anche l’amore scevro di banalità e cliché. Fra le tematiche ricorrenti ritroviamo l’emigrazione e il Meridione, in un’epoca in cui gli italiani del sud erano considerati alla stregua di immigrati esteri invisi a certa politica, investiti da un disprezzo xenofobo che non è mai stato del tutto sconfitto.

Rino aveva sperimentato sulla propria pelle cosa significasse lasciare il proprio paese di provenienza in Calabria per ambientarsi altrove, affrontando a 10 anni il trasferimento della famiglia a Roma. Sempre coerente col proprio stile privo di sentimentalismi e retorica, Rino non ha mai tematizzato l’emigrazione in maniera stereotipata:

“Ho fatto vari pezzi che parlano dell’emigrazione, ma ho sempre inserito questa piaga nel più vasto e alienante concetto dell’emarginazione e soprattutto non ho dipinto l’emigrante nella solita e trita iconografia (occhi lucidi, valigia di cartone e mamma in nero) cercando di cogliere maggiormente il travaglio dei suoi stati d’animo e dei suoi affetti.”

Rino racconta gli emigranti per necessità lavorative in seno a un’industrializzazione selvaggia, sottoposti alla diaspora perenne che sfocia nella nostalgia dei paesaggi immutati e incontaminati delle origini.

Elenchiamo qualcuno fra i brani più significativi sul tema.

AGAPITO MALTENI IL FERROVIERE

“Seppure complessato il cuore gli piangeva

Quando la sua gente andarsene vedeva

Perché la gente scappa ancora non capiva

Dall’alto della sua locomotiva

La gente che abbandona spesso il suo paesello

Lasciando la sua falce in cambio di un martello

Ricorda nei suoi occhi nel suo cuore errante

Il misero guadagno di un bracciante”




CHE SUCCEDE tra destra cattolica e lega?

12 marzo 2023

La polemica è aspra. Se non rotta del tutto, appare fortemente incrinata in questi giorni la liaison tra quel mondo cattolico che da tempo ne sostiene organicamente le posizioni e una parte della destra. Il motivo di frizione riguarda in particolare importanti esponenti della Lega che, con il Presidente della Regione Veneto, Luca Zaia,  e il Vicepresidente del Senato, Luca Centinaio, hanno aperto al gender e alle adozioni gay.

La preoccupazione di quegli ambienti cattolici che per anni hanno plaudito a Matteo Salvini e a Giorgia Meloni è stata platealmente espressa da Massimo Gandolfini, una delle figure di spicco del movimento del Family Day.

Gandolfini ricorda a Centinaio che “le coppie dello stesso sesso in Italia godono di tutti i diritti sociali, compresa l’eredità e la reversibilità della pensione al coniuge, introdotte con le unioni civili. Parificare del tutto i due istituti significa solo offrire modalità di filiazione con tecniche che ledono il diritto dei bambini ad avere un padre e una madre. Se passa il matrimonio ugualitario basterà una sentenza a dare il via libera per l’eterologa per tutti, i bambini ottenuti con utero in affitto e adozioni gay. In pratica l’eliminazione delle figure di madre e padre per decreto e la definitiva affermazione della cultura di genitore 1 e 2”.

A Zaia, invece, Gandolfini rimprovera di spacciare “per civiltà, l’apertura di una clinica pubblica per il cambio di sesso. La transizione è già possibile per i maggiorenni in strutture private che ne hanno fatto un business. Garantire tutto il percorso in strutture pubbliche significa rivolgersi anche ai minori. Altri Paesi, come Gran Bretagna e Svezia, hanno chiuso queste strutture dopo il boom di transizioni eseguite su minori rovinati con menomazioni che li segneranno per sempre. Non seguiamo drammatiche esperienze che hanno già percorso altre Nazioni Europee e che legittimano l’ideologia gender veicolata tra i giovani e nelle scuole. Zaia pensi piuttosto a migliorare l’assistenza sanitaria di anziani, disabili e persone indigenti sempre più esposte al fenomeno dell’abbandono terapeutico”. Insomma, la polemica ha giunto il livello del calor bianco.

In realtà, i motivi di riflessione non mancano su quanto la destra nel suo complesso sia in grado di portare davvero in sede legislativa tutto ciò che ha spinto una parte del mondo conservatore cattolico a votarla compattamente, o di assistere ad un effettivo impegno sui temi di quell’area che viene definita delle questioni etiche.

Non dobbiamo dimenticare che nel passato non sono mancate le occasioni in cui le dichiarazioni non sono state seguite dai fatti. Lo è stato nel caso dell’approvazione della Legge Cirinnà sulle unioni civili che registrò un sostanziale disinteresse di una parte della destra ben rappresentato dalla frase di Matteo Salvini “Non sono un buon cattolico, so solo che lo Stato non dovrebbe entrare nella camera da letto dei cittadini”.

Allora si parlava di centrodestra ancora a guida Berlusconi, il quale sostenne la necessità di “ragionare di allargare l’area del diritto ad altri tipi di unione, come hanno fatto i partiti conservatori di altri grandi paesi, non può essere vissuto come qualcosa di sconveniente o come un allontanarsi dai nostri principi. Se la società cambia, la politica ha il dovere di prenderne atto. Una legge sulle unioni civili ben fatta, che non calpesti i diritti della famiglia, e soprattutto i diritti dei bambini, deve essere fatta”.

Vi è poi da considerare la latitanza pressoché generale in materia di applicazione della prima parte della Legge n. 194 sull’aborto a proposito della quale Giorgia Meloni si è spesa all’immediata vigilia delle elezioni dello scorso 25 settembre, lo ha fatto dieci giorni prima dell’apertura delle urne, ma si tratta di un tema che, al momento, sembra completamente sparito dall’agenda di questo Governo e di questa maggioranza.

Gandolfini ricorda i voti che anche la Lega ha ricevuto da parte di molti cattolici in maniera molto diretta: “Sono certo che quella parte di elettorato che ha dato il proprio voto alla Lega confidando in ben altri principi, non gradisce per nulla queste nuove proposte. Tradire il mandato degli elettori stanchi di un’ideologia woke e arcobaleno sostenuta da tutta la sinistra mondiale non paga mai nelle urne”.

 E così l’appello va direttamente a Salvini, dal quale, evidentemente, non ci si accontenta più dei bacini al rosario: “Il popolo del Family Day auspica che il segretario Salvini, che ha sempre difeso il diritto al padre e alla madre e contrastato l’ideologia gender, possa riportare la Lega nel campo dei valori della promozione della vita, della famiglia e della libertà educativa”.




CATTOLICI E POLITICA

di Antonio Secchi

11 marzo 2023

L’Unione Sarda ha dato vita a una rubrica dal titolo “Cattolici e politica” su cui oggi esce il seguente articolo firmato Antonio Secchi – INSIEME SARDEGNA

Ogni volta che si attraversa una fase di crisi della politica, ci si interroga sempre sulla “questione cattolica”, cioè sul ruolo che giocano i cattolici nella vita democratica del Paese. Questa domanda si ripropone oggi con qualche urgenza perché il binomio cattolici-politica sembra muoversi in controtendenza rispetto almeno all’ultimo secolo di storia del nostro Paese. I cattolici, infatti, entrarono in parlamento con il Partito Popolare di don Sturzo, nato nel 1919, subirono lo scioglimento dei partiti da parte del regime fascista, si presentarono poi come compagine determinante nella

composizione dell’Assemblea costituente e nella scrittura della Carta costituzionale.

Governi di centro e poi di centro-sinistra, guidati costantemente da esponenti democristiani, da De Gasperi a Moro,

patrocinarono la ricostruzione e la modernizzazione del Paese. Poi la politica italiana fece anche i conti con la rivoluzione culturale del ’68 e con le tensioni sociali degli anni ’70 da cui nascerà il fenomeno del terrorismo. Saranno le Brigate Rosse a rivendicare nel 1978 il sequestro di Aldo Moro, lo sterminio della sua scorta e dopo 55 giorni la soppressione del Presidente della DC. Una tragedia nazionale che segnò una cesura profonda nella vita politica italiana, trascinatasi stancamente fino alla caduta del muro di Berlino nel 1989 e alla bufera giudiziaria di Mani pulite degli anni ’90 che decretò la scomparsa dei grandi partiti di massa. Nel 1994 il segretario della DC, Mino Martinazzoli ammainò la bandiera del suo partito e in quello stesso anno a vincere le elezioni fu Berlusconi.

Qualche storico sostiene che con il 1994 è finita la prima Repubblica ed è iniziata la seconda che non sembrerebbe neppure conclusa fino ad oggi, come se fosse una sorta di grande transizione durante la quale è accaduto un fatto nuovo, la diaspora dei cattolici, la loro dispersione in tutti i partiti presenti nell’agone politico, “dispersione infruttuosa” secondo alcuni, anzi causa dell’attuale irrilevanza dei cattolici nei nuovi scenari della politica. In questo ultimo trentennio (1994-2023) si è affermato un sistema politico di bipolarismo conflittuale che non accenna a trovare una stabile governabilità e che ha registrato la nascita di nuovi partiti portatori di culture populiste e

sovraniste influenzate da logiche comunicative definibili con la categoria della “politica spettacolo”.

In questo sistema di partiti leggeri e di leader che si esauriscono velocemente cresce il fenomeno della disaffezione alle urne che tocca pesantemente anche il mondo cattolico: “I cattolici sono capaci di grande aggregazione sul versante della coesione sociale, ma la politica è un’altra cosa, richiede tempo e volontà di sporcarsi le mani” sono

parole di Giuseppe De Rita, fondatore del Censis. Dunque, i cattolici dove sono? “Dappertutto e da nessuna parte” è la risposta di Giorgio Campanini, uno degli studiosi più accreditati nel campo della teologia dei laici, i quali, a suo parere, soffrono di una sorta di individualismo che si manifesta nel vissuto di una fede tutta intimistica. Stefano Zamagni ritiene invece che la più grande responsabilità dei cattolici sia stata, in questo tempo di diaspora, la rinuncia a produrre cultura politica, a immaginare una propria visione della “città dell’uomo” attingendo ai valori cristiani e alla Dottrina sociale della Chiesa aggiornata dal magistero degli ultimi Papi.

Papa Francesco in questo primo decennio di pontificato ha tracciato un cammino prezioso di esortazioni e di encicliche molto innovative partendo da Evangelii gaudium, affrontando l’urgente tema dell’ecologia integrale

per giungere a delineare il profilo della migliore politica nella Fratelli tutti.

Il mondo cattolico “laico” deve ora riflettere sul proprio ruolo nella crisi della democrazia, che non va sottovalutata. Se ha un senso continuare nella separazione tra cattolici del sociale e cattolici della morale, tra coloro che si limitano all’impegno culturale prepolitico e quanti invece sostengono l’opzione obbligata di scendere nell’agorà dei partiti politici. Questo tempo rivolge domande incalzanti a tutti, credenti e non credenti, dal cambiamento d’epoca alla guerra mondiale a pezzi, dalle colossali migrazioni ai cambiamenti climatici, dalla questione della pace alla difesa

della libertà e della democrazia nella consapevolezza che il tempo della cristianità è finito ma non quello del cristianesimo.

Cattolici e politica – di Antonio Secchi – Politica Insieme




EFFICIENTAMENTO ENERGETICO

Interventi di 70mila euro per  l’illuminazione pubblica

Fossacesia, 11 marzo 2023. La Giunta Comunale di Fossacesia ha approvato la delibera con la quale si procederà  all’ ulteriore efficientamento energetico dell’ illuminazione lungo tutta la Strada Statale Adriatica, nella parte in cui l’arteria attraversa il proprio territorio comunale. Nel provvedimento licenziato, è stato previsto analogo intervento su via delle Croci. Ciò è stato possibile grazie a un finanziamento di 70mila euro concesso nel piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR), previsto per i Comuni tra i 5000 e 10mila abitanti.

“Sono lavori che avevamo programmato da tempo e che erano slittati per ragioni tecniche – spiegano il sindaco Enrico Di Giuseppantonio e l’assessore ai Lavori Pubblici, Danilo Petragnani – Gli interventi consentiranno di migliorare l’illuminazione, con lampade a led e proseguire così sulla linea del risparmio energetico, che è diventato uno dei nostri obiettivi”.

Il programma dell’amministrazione comunale, infatti, prevede l’installazione di led in tutti gli impianti di illuminazione della città, luci che per le loro caratteristiche hanno una durata maggiore in confronto alle lampade di vecchia generazione, e rappresentano una soluzione sostenibile per l’ambiente.

“L’intervento sulla SS16 – fa notare il sindaco Di Giuseppantonio – va ad aggiungersi a quello operato tempo fa in contrada La Penna, nella parte nord della statale e per il quale sono riuscito ad ottenere il risarcimento assicurativo in seguito al riconoscimento del danno provocato da un fulmine, che ha mandato fuori uso la linea elettrica in quella località”.




IL DICEAA tra i dipartimenti universitari di eccellenza

Presentato il progetto, previsti finanziamenti per sei milioni di euro

L’Aquila, 10 marzo 2023. Un centro di ricerca sull’edilizia sostenibile, dotato di un centro documentazione e di un laboratorio sul riuso e il riciclo dei materiali; sei milioni di euro di finanziamento, il 16% dei quali destinati a investimenti sulla didattica di alta qualificazione e sui dottorati; tre partner istituzionali, i due uffici speciali della ricostruzione, dell’Aquila (Usra) e dei Comuni del Cratere 2009 (Usrc), e l’Ese-Cpt, l’ente paritetico per la formazione e la sicurezza in edilizia, della Provincia dell’Aquila.

Il Dipartimento di Ingegneria civile, edile-architettura e ambientale (DICEAA) dell’Università dell’Aquila ha presentato ufficialmente il progetto con cui è stato premiato dal MUR, il ministero dell’Università e della Ricerca, come uno dei 180 dipartimenti universitari italiani di eccellenza del quinquennio 2023-2027, il quarto in graduatoria nell’area disciplinare Ingegneria Civile e Architettura, dietro, solamente, a Politecnico di Torino, IUSS Padova e IUAV Venezia ma davanti a atenei quali Trento, Napoli Federico II, Politecnico di Milano, Roma Sapienza, Pavia e Padova.

All’evento di presentazione, svoltosi nell’aula magna del polo di Ingegneria UnivAQ, a Monteluco di Roio, hanno partecipato, tra gli altri, il rettore Edoardo Alesse, il direttore del DICEAA Pierluigi De Berardinis, l’assessore all’Urbanistica del Comune dell’Aquila Francesco De Santis, i direttori dei due uffici speciali, Salvatore Provenzano (Usra) e Raffaello Fico (Usrc), il presidente dell’Ese-Cpt L’Aquila Sergio Palombizio; il direttore dell’Agenzia di Protezione civile della Regione Abruzzo Mauro Casinghini.

“Si tratta di un riconoscimento importante – spiega Pierluigi De Berardinis – Ora ci aspetta un percorso quinquennale, in cui dovremo fare investimenti in capitale umano, tramite l’assunzione di nuovo personale docente e tecnico-amministrativo, e attrezzature. Il 16% dei fondi, circa 6 milioni di euro, accordatici dal ministero, saranno impiegati per la didattica di elevata qualificazione, nuovi dottorati, implementazione delle lauree magistrali, percorsi di eccellenza. Il cuore del progetto è rappresentato da un Centro di ricerca, rigenerazione sostenibile e sviluppo che si chiamerà Roots, cioè radici, a sottolineare proprio il radicamento territoriale che questo progetto vuole avere”.

“Il centro di ricerca – prosegue De Berardinis – sorgerà nella sede dell’Ese-Cpt nella frazione di S. Vittorino, nel comune dell’Aquila, e sarà dotato di un laboratorio sperimentale sul riutilizzo dei materiali derivati da riuso e riciclo, provenienti dalle filiere di scarto di alcune produzioni come la cellulosa e il legno, e di un centro documentazione, che avrà il compito di diffondere i risultati delle ricerche e delle sperimentazioni che saranno effettuate. La convenzione con l’Ese-Cpt, partner del progetto insieme a Usra e Usrc, prevede un comodato d’uso gratuito decennale, segno che il centro di ricerca ha l’ambizione di andare ben oltre i cinque anni previsti dalla durata del progetto, e diventare un soggetto autonomo, in grado di camminare sulle proprie gambe, e imporsi come punto di riferimento a livello nazionale e internazionale. Il nostro scopo, infatti, è quello di mettere a frutto le competenze maturate in questi anni come dipartimento, e produrre best practice, procedure e protocolli esportabili, specie nei contesti fragili”.

I Dipartimenti di Eccellenza

I Dipartimenti di Eccellenza sono stati istituiti dalla legge 232 del 2016, con l’obiettivo di

individuare e finanziare, con cadenza quinquennale e nell’ambito delle 14 aree scientifico-

disciplinari del Consiglio universitario nazionale (CUN), i migliori 180 Dipartimenti delle

università statali.

Si tratta di Dipartimenti che spiccano per la qualità della ricerca prodotta e per la

qualità del progetto di sviluppo, ai quali è destinato complessivamente un budget annuale di 271

milioni di euro.

Per la valutazione, l’Anvur, su richiesta del MUR, ha definito un “Indicatore standardizzato di

performance dipartimentale” (ISPD). All’esito dell’ultima valutazione della qualità della ricerca

(VQR 2015-19), l’Agenzia ha quindi redatto una graduatoria preliminare dei migliori 350

Dipartimenti delle Università statali. In questa prima graduatoria, oltre al DICEAA, erano presenti

anche altri due dipartimenti UnivAQ: il Dipartimento di Scienze Umane (DSU, già insignito del

titolo di dipartimento di eccellenza nel 2018) e il Dipartimento di Scienze Fisiche e Chimiche

(DSFC).

Le università statali di appartenenza dei Dipartimenti collocati nelle prime 350 posizioni della

graduatoria hanno quindi presentato domanda per ottenere il finanziamento.

I progetti presentati sono stati sottoposti alla valutazione di una commissione, composta da sette

componenti. La commissione combinando il punteggio dell’ISPD (massimo 70 punti) e la

valutazione dei progetti (massimo 30 punti) ha stilato una graduatoria finale dei 180 Dipartimenti di

eccellenza, tenendo conto del numero massimo di dipartimenti finanziabili per ciascuna delle 14

aree CUN (Consiglio universitario nazionale).

L’elenco dei 180 Dipartimenti di Eccellenza è consultabile sul sito istituzionale dell’Anvur (Agenzia nazionale di valutazione del

sistema universitario e della ricerca) a questo indirizzo: https://www.anvur.it/news/pubblicato-lelenco-dei-180-dipartimenti-di-eccellenza-2023-2027/ .




UN NUOVO CAMPO LARGO, per sperimentare l’alternativa di centro

L’ultimo sondaggio di ieri sera su La7 rivela una tendenza che ognuno può cogliere nei rapporti con la gente comune

di Giuseppe Fioroni

Viterbo 10 marzo 2023. L’ultimo sondaggio di ieri sera su La7 rivela una tendenza che ognuno può cogliere nei rapporti con la gente comune. Gli equilibri di fondo non sono intaccati: gli aggregati di coalizione mantengono il peso che avevano nelle elezioni del 25 settembre. Nessuna significativa novità.

Invece, se si osservano le sequenze dell’ultima settimana, si nota come l’effetto Schlein restituisca al Pd un punto, e poco più, nel computo delle percentuali, ma a discapito di Cinque Stelle e Verdi/Sinistra.

Ammesso che la tendenza si consolidi, si tratta di un riequilibrio interno che non allarga il perimetro della sinistra.

Il sondaggio de La7 ci dice anche, nel caso ce ne fossimo dimenticati, che il fenomeno dell’astensionismo resta a livelli altissimi: quasi il 40 per cento si rifugia ancora nella caverna del non voto. E qui il discorso diventa più impegnativo.

Cosa succede, in buona sostanza?

Ecco, malgrado l’enfasi riposta sulla competizione tra le due donne – Meloni e Schlein – che si dividono la scena pubblica, una fetta consistente di pubblica opinione non accetta di schierarsi. Questa dialettica lascia fuori una fetta consistente di elettorato.

Nessuno può considerare fisiologico il quadro che si prospetta.

In realtà, una forte iniziativa politica può ridare voce agli insoddisfatti o ai delusi, rimescolando le carte.

In questo campo largo, che separa le figure più emblematiche (e divisive) dell’attuale bipolarismo, c’è modo di sperimentare la formazione di una proposta alternativa.

Un’area di centro esiste, bisogna saperla organizzare.

https://piattaformapopolare.net/2023/03/10/tra-meloni-e-schlein-un-nuovo-campo-largo-per-sperimentare-lalternativa-di-centro/



PNRR: COMUNI I VERI PROTAGONISTI per la sostenibilità

Asmel Tour Appalti Pnrr a Castel di Sangro 10 Marzo

Aquila, 10 Marzo 2023. Oggi si è svolto a Castel di Sangro il Tour appalti PNRR di ASMEL, presenti più di 150 tra Amministratori e Dirigenti Tecnici dei 173 Comuni abruzzesi soci ASMEL, una risposta concreta all’ondata dei bandi PNRR che appesantiscono gli Enti Locali con un carico di adempimenti e procedure nuove e complesse.

“Oggi la nostra città ha ospitato un evento formativo eccezionale che ha affrontato il tema del regime speciale degli appalti PNRR-PNC, risorse preziose per la progettualità e l’innovazione che per la loro attuazione necessitano di opportune analisi, esplicate in modo esemplare oggi da esperti del settore. La loro alta competenza è stata essenziale per fornire competenze più specifiche ai partecipanti, dichiara – il Sindaco di Castel di Sangro, e Presidente della Provincia dell’Aquila, Angelo Caruso – secondo modalità e tecniche che perseguono obiettivi di equità, di trasparenza e di giustizia in modo da garantire governance strategica e sicurezza nel futuro”.

Sono state illustrate a Sindaci, Segretari comunali e tecnici le modalità operative di Asmel Consortile, la società pubblica di committenza che nell’ultimo anno ha espletato 6.500 gare per conto di enti locali. Tra i relatori: Sergio Zeuli, Giudice Amministrativo, Marco Catalano, Giudice Contabile, Arturo Bianco, Esperto personale pubblico, Vito Rizzo, Esperti enti locali; Antonio Zuccaro, Esperto progettazione e appalti pubblici.

Ampio spazio è stato dato inoltre al Piano straordinario delle assunzioni e alla procedura aggregata degli Elenchi di Idonei (legge n.113/2021). Sono già 18.000 gli idonei pronti ad essere assunti mediante una semplice procedura di interpello.

Tra i partecipanti alcune testimonianze tra le quali:

  • il Responsabile Ufficio Tecnico del Comune di Sant’Angelo del Pesco: “La nostra amministrazione utilizza da anni la Centrale di Committenza ASMEL e si è trovata molto bene già dalla fase di progettazione dei bandi e continua ad essere un valido supporto ai nostri uffici
  • la neoassunta al Comune di Gambatesa:  “Sono stata assunta come Responsabile dell’ufficio tecnico, tramite il bando ASMEL, che ha consentito celermente di procedere, tramite l’interpello di selezionare gli idonei e di assumermi ed essere oggi qui presente”.

lo Staff del sindaco Comune di Castel San Vincenzo:  “Abbiamo avviato la procedura per la selezione di un Geometra ad oggi abbiamo acquisito le candidature in temi rapidi grazie al bando di ASMEL e stiamo nella fase degli interpelli per procedere alla chiusura dell’iter e assumere la nuova ris




ALLA FINE, vince Salvini?

La difesa dei confini prima di quella della vita

10 marzo 2023

In gioco ci sono le vite di chi rischia la propria e quella dei figli, pur di inseguire una speranza. Per questo non bisogna cadere nell’ errore di giudicare precipitosamente. Neppure il decreto che il governo ha assunto a Cutro.

Il che non toglie che molti, ad ogni modo, si attendessero che la Presidente del Consiglio invertisse la rotta. E tornasse ad ispirare la linea del governo, nei confronti dei migranti, se non altro ad un sentimento di umanità.

Nel caso di Crotone, avrebbe significato privilegiare il soccorso piuttosto che un’azione di polizia. La vita, il suo valore irrecusabile è un tutt’uno che si tiene da cima a fondo e, quindi, va difesa con cura, sempre e comunque, come un dono. La difesa della vita prima che dei confini, come pretende il Capitano. Quasi fossero minacciati da orde barbariche piuttosto che da donne e bambini, da uomini disperati, ma non rassegnati. Disarmati fino nell’ anima, guardano all’Italia, alle sue coste, alla civiltà del suo popolo come ad un faro di vita e di speranza. Al contrario, c’è chi da anni cerca di avvelenare i pozzi della coscienza civile di un Paese che è, invece, della razza dei pescatori calabresi che si sono gettati in mare per salvare i naufraghi.

A voler giudicare dai provvedimenti annunciati, dagli argomenti e dai toni della conferenza-stampa, tenuta dopo la seduta del Consiglio dei Ministri, pare che l’abbia vinta Salvini e con lui quella Meloni – è bene non dimenticarlo – che solo alcuni mesi or sono invocava il blocco navale. La destra nazionale e populista si blinda e si arrocca nelle proprie certezze, in un esercizio di arroganza sgradevole.

Sgradevole è stato, quando si è passati alle domande dei giornalisti, ascoltare Giorgia Meloni ripetere i tortuosi argomenti di Piantedosi, diretti a dimostrare che, disgraziatamente, una gita di piacere si è tragicamente volta in dramma a cento metri dal bagnasciuga. Giorgia Meloni in questo frangente, non ha esercitato quella leadership di cui pure dice sempre di essere capace. Non è stata in grado o non ha voluto o non ha potuto adottare una visione sistemica del fenomeno migratorio.

Evidentemente non è nelle sue corde. Si ferma agli scafisti, aggiunge un reato agli altri, incrementa le pene, accenna ad un orientamento simile a quello del premier britannico che ieri Salvini ha lodato: chi entra da clandestino nei nostri confini è escluso da ogni diritto. Sostanzialmente provvedimenti di polizia, per quanto giustamente accompagnati da una maggiore attenzione ai flussi migratori. Viene abolita la protezione speciale, intanto che la Lega a Montecitorio presentava in tal senso una proposta di legge, addirittura in contemporanea allo svolgimento del Consiglio dei ministri. Un forte ammonimento o forse una minaccia cui la Meloni si è adattata? 

https://www.politicainsieme.com/alla-fine-vince-salvini-la-difesa-dei-confini-prima-di-quella-della-vita/




UN CACCIATORE il nuovo presidente di Federparchi

Oipa: «nomina che ci preoccupa»

Il nuovo presidente dei Federparchi, Luca Santini, eletto oggi, è noto alle cronache per essere un cacciatore.  Una scelta grave che potrebbe non garantire al meglio la tutela della biodiversità. La nomina di un cacciatore alla guida di Federparchi, che riunisce e rappresenta gli enti gestori delle aree protette italiane, ci preoccupa e appare in contraddizione con lo stesso Statuto dell’associazione nel cui preambolo si afferma che “le aree protette rivestono un ruolo primario nella conservazione della biodiversità”.

Così in una nota l’Organizzazione internazionale protezione animali (Oipa), che ricorda come già la sua elezione a presidente del Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi fu per lo stesso motivo contestata dalle associazioni ambientaliste e animaliste.

OIPA Italia Odv

Organizzazione internazionale protezione animali, Organizzazione non governativa (ONG) affiliata al Dipartimento della Comunicazione Globale (DGC), al Consiglio Economico e Sociale (ECOSOC) e all’Assemblea permanente sull’Ambiente dell’ONU. Associazione riconosciuta dal Ministero dell’Ambiente (DM del 1/8/2007 pubblicato sulla G.U. n. 196 del 24/8/2007)

Via Gian Battista Brocchi 11 – 20131 Milano – Tel. 02 6427882 Fax 1782206601




LA BANDIERA BLU con le stelle e l’anima dell’Europa

di Domenico Galbiati

9 marzo 2023

“Sua Santità incoraggia a considerare la presenza di tanti fratelli e sorelle migranti un’opportunità di crescita umana, di incontro e di dialogo fra culture e religioni”. Così scrive il Cardinal Parolin. Poche parole che colgono perfettamente nel segno e delineano quel quadro concettuale al di fuori del quale il fenomeno delle migrazioni appare irrisolvibile.

Parole che sottendono, infatti, la domanda dirimente cui non possiamo sfuggire e che esige una risposta decisiva per orientare il campo delle riflessioni che sul tema si possono ulteriormente sviluppare, solo dopo averla soddisfatta.

I migranti sono una pietra d’ inciampo o, appunto, un’opportunità?

La cosa concerne l’Italia, che chiaramente manifesta due differenti indirizzi, ma anche l’Europa ed ogni Paese che vi si riconosca. L’UE deve, anzitutto, convincersi che l’argomento – come, per altro verso, ad esempio, il sostegno al popolo ucraino – è definitorio della sua stessa identità.

O l’Europa ha un’ anima, una coscienza morale ed una puntuale consapevolezza di sé, della sua storia plurimillenaria, della responsabilità civile che ne consegue nei confronti del mondo intero oppure l’Europa non è.

Deve rispondere di quella straordinaria sovrapposizione di culture, di visioni differenti della vita e della storia che si sono via via succedute nella sua memoria, l’hanno arricchita e rappresentano un patrimonio di civiltà, che esige di essere condiviso con altri popoli in un processo di reciproca fecondazione. Insomma, quel processo di crescita umana di cui parla Papa Francesco.

Cosa significa il fatto che a Tbilisi, capitale della Georgia, chi protesta contro le restrizioni alla libertà di stampa, lo faccia sventolando la bandiera blu a dodici stelle dell’ Unione Europea?

Dobbiamo augurarci che quel che afferma Von der Lajen nella missiva con cui risponde alla lettera della Meloni, non siano parole a fior di labbra, ma il presupposto di atti concreti e fatti certi. La strage di Crotone va considerata da tutti un punto di non ritorno.

Abbiamo superato ogni limite oltre il quale la responsabilità delle forze politiche – che siano maggioranza oppure opposizione – diventa politicamente schiacciante e moralmente insostenibile.

Allo stesso modo, l’Europa deve prendere atto del fatto – su queste pagine lo sosteniamo da tempo non sospetto ed ora comincia a far capolino anche altrove – che il fenomeno migratorio, nella misura in cui allude ad una trasformazione multietnica delle nostre comunità, terrà il campo almeno per tutto il nostro ventunesimo secolo.

Dobbiamo comportarci, fin d’ora, di conseguenza, anziché rappresentare i migranti come una minaccia diretta ad accendere paure che qualcuno, dopo aver appiccato il fuoco, si prodiga a sedare per trarne consenso.




NUOVE SENTINELLE della civiltà

Coadiuvati dai ragazzi liceali dello Spaventa impegnati in un particolare Pcto (ex alternanza scuola lavoro) si sta concludendo il progetto Sentinelle della Civiltà di Claudio Ferrante patrocinato dall’associazione Carrozzine Determinate.

Città Sant’Angelo, 9 marzo 2023.  Ospiti dell’amministrazione comunale di Città Sant’Angelo all’interno del magnifico teatro e sotto la spinta propulsiva della dirigente Lorella Romano, che ha fortemente voluto la realizzazione del percorso in tutti gli ordini del proprio Omnicomprensivo, i ragazzi della scuola secondaria di primo grado Nicola Giansante del Centro Storico hanno parlato di felicità, solidarietà, gentilezza disabilità ed inclusione.

Si sono seduti oggi in carrozzina per sperimentare le difficoltà di chi una vita in carrozzina la vive tutti i giorni. Bendati hanno passeggiato per le vie della città insieme alla socia dell’Associazione Valentina Lanti, ragazza cieca, e al suo cane guida Evelyn, per provare cosa vuol dire muoversi e camminare senza vedere.

È la seconda volta che i ragazzi liceali, che avevano partecipato al progetto Sentinelle della Civiltà si ritrovano dall’altra parte, prima alunni poi parte integrante del progetto in una virtuosa circolarità del sapere possibile solo in un Omnicomprensivo come quello di Città Sant’Angelo.

“Ho imparato, negli anni, grazie a tutte le famiglie componenti l’associazione Carrozzine Determinate, che i compagni di classe di un bambino o di un ragazzo con disabilità sono la sua risorsa più grande. Se educati alla conoscenza, al rispetto ed alla valorizzazione di tutte le diversità, diventano il vero motore dell’inclusione.

Ascoltati, coinvolti e guidati adeguatamente possono contribuire attivamente a fare emergere le potenzialità dei propri compagni con disabilità, realizzando tutti insieme un percorso di crescita personale e sociale di inestimabile valore. Proprio per questo come associazione Carrozzine Determinate continuiamo e continueremo a portare in tutte le scuole il progetto Sentinelle Della Civiltà creato, ideato e realizzato da Claudio Ferrante, per contribuire fattivamente a formare delle coscienze consapevoli per un mondo migliore” così l’Avv. Mariangela Cilli Segretaria dell’Associazione Carrozzine Determinate.

Ringraziamenti alla ditta Orthosan di Montesilvano per la fornitura delle carrozzine.




MAGAZZINI AGRICOLI ESCLUSI dal pagamento della tassa sui rifiuti

Il Comune di Ortona restituirà le somme che erroneamente ha fatto pagare agli agricoltori nel 2021 e nel 2022? 

di Gianluca Coletti

Ortona, 9 marzo 2023. Il 1° gennaio 2021 è entrata in vigore la nuova classificazione dei rifiuti che ha modificato radicalmente l’applicazione della relativa tassa (TARI) sulle attività produttive. Da sempre la regola generale è l’esclusione dall’applicazione del prelievo delle sole superfici di aree in cui si generano rifiuti speciali.

Il D.Lgs. n. 116/2020, in attuazione delle direttive (UE) 2018/851 e (UE) 2018/852 in materia di rifiuti e imballaggi ha modificato il D.Lgs. n. 152/2006 (Testo Unico dell’Ambiente – TUA), ridefinendo le nozioni di rifiuti urbani, di rifiuti simili agli urbani e di rifiuti speciali determinanti per l’individuazione delle superfici escluse.

Fino al 2020 l’individuazione dei rifiuti speciali prodotti dalle utenze non domestiche assimilabili agli urbani, tra cui quelli derivanti dall’esercizio di attività agricole, era di competenza dei comuni che, applicando dei criteri quali-quantitativi definiti dalla normativa statale, provvedevano all’assimilazione e al conseguente assoggettamento delle superfici al prelievo TARI (in precedenza TARES e TARSU).

Dal 2021, invece, le definizioni di rifiuti urbani e di rifiuti delle utenze non domestiche simili per natura e composizione agli urbani sono unicamente quelle previste dalla normativa statale, con abrogazione dell’art. 198, comma 2, lett. g del TUA, che prevedeva l’assimilazione da parte dei comuni dei rifiuti speciali non pericolosi ai rifiuti urbani.

L’art. 183, comma 1, lett. b-ter, punto 2, del TUA prevede, infatti, che sono rifiuti urbani anche quelli indifferenziati e da raccolta differenziata provenienti da utenze non domestiche che sono simili per natura e composizione ai rifiuti domestici, come indicato nell’allegato L-quater al TUA, prodotti dalle attività riportate nell’allegato L-quinquies dello stesso TUA.

L’Allegato L-quater prevede, comunque, che rimangono esclusi dai rifiuti simili agli urbani quelli derivanti da attività agricole e connesse di cui all’articolo 2135 del codice civile e il successivo Allegato L-quinquies esclude le attività agricole e connesse di cui all’articolo 2135 del codice civile dall’elenco delle attività di utenze non domestiche che producono rifiuti simili agli urbani.

L’art. 183, comma 1, lett. b-sexies, dispone, inoltre, che i rifiuti urbani non includono i rifiuti della produzione dell’agricoltura, considerati sempre rifiuti speciali ai sensi del nuovo art. 184, comma 3, lett. a.

Il vigente Regolamento TARI del Comune di Ortona, approvato con deliberazione del Consiglio comunale n. 30 del 12 giugno 2014, prevede che sono esclusi dal tributo i locali e le aree per i quali non sussiste l’obbligo dell’ordinario conferimento dei rifiuti urbani e assimilati per effetto di norme legislative (art. 44, comma 5) e che il contribuente ha diritto al rimborso o alla compensazione delle somme versate e non dovute entro il termine di 5 anni dal pagamento (art. 8, commi 1 e 5).

Infine, anche l’art. 48 del vigente Regolamento comunale per il servizio di igiene ambientale, approvato con deliberazione del Consiglio comunale n. 76 del 14 novembre 2000, dispone, comunque, l’applicazione delle leggi nazionali e regionali di disciplina della materia.       

Il Ministero della Transizione ecologica, con una nota del 12 aprile 2021, ha fornito anche chiarimenti sull’applicazione della TARI, proprio in considerazione delle importanti modifiche normative intervenute con l’approvazione del D.Lgs. n. 116/2020.

Subito dopo l’insediamento del nuovo Consiglio comunale a luglio 2022, i Consiglieri comunali di opposizione purtroppo hanno avuto conferma che il Comune di Ortona ha continuato a far pagare la TARI sugli immobili strumentali all’attività agricola, nonostante la normativa intervenuta a settembre 2020 ne avesse escluso l’assoggettabilità a decorrere dal 1° gennaio 2021.

Il 6 ottobre 2022 il Consiglio comunale ha, quindi, approvato una mozione dell’opposizione in cui i Consiglieri comunali di maggioranza, addirittura, hanno voluto espressamente riconoscere l’errore commesso dall’Amministrazione comunale, in particolare dall’assessore Marcello Di Bartolomeo, responsabile politicamente del bilancio e dei tributi, dando mandato al Sindaco, alla Giunta comunale e al dirigente competente di prevedere le modalità per la richiesta dei rimborsi o per l’applicazione delle compensazioni, “al fine di evitare inutili e dispendiosi contenziosi per l’ente e per i cittadini che hanno pagato somme non dovute”.   

Ad oggi gli agricoltori hanno assistito solo al silenzio o, peggio, a tentativi di disinformazione da parte dell’Amministrazione comunale sulla vicenda e, soprattutto, sulla proposta dell’opposizione di procedere ai rimborsi, approvata all’unanimità dal Consiglio comunale.

Per questo i Consiglieri comunali di opposizione Ilario Cocciola, Angelo Di Nardo, Franco Vanni, Gianluca Coletti, Simonetta Schiazza ed Emore Cauti, insieme all’ex assessore ai lavori pubblici Domenico De Iure e al responsabile del dipartimento agricoltura di Fratelli d’Italia Lorenzo Crudele, hanno ritenuto necessario organizzare degli incontri sul territorio per informare gli agricoltori e per fornire la modulistica necessaria per richiedere i rimborsi della TARI pagata e non dovuta.

Si sono tenuti già degli incontri molto partecipati a Villa Torre, a Ripari, a Villa Iubatti e a Villa San Leonardo.   Nelle prossime settimane sono previsti ulteriori incontri a San Donato, a Villa Grande, al Foro, a Villa San Nicola, a Villa San Tommaso, ad Aquilano, a Civitarese e a Colombo.

La maggioranza che governa la Città, che di fatto in questa consiliatura non ha mai iniziato ad amministrare sul serio, è in profonda crisi anche per la vicenda della TARI non dovuta che è stata fatta pagare agli agricoltori e, in particolare, per la questione del reperimento delle risorse di bilancio necessarie alla copertura finanziaria per procedere ai rimborsi.

Attualmente all’interno della maggioranza ci sono tre posizioni distinte e distanti per finanziare i rimborsi agli agricoltori: alcuni amministratori comunali, in contrasto con la disciplina in materia, vorrebbero aumentare le tariffe della TARI 2023 alle altre utenze domestiche e non domestiche; altri vorrebbero aumentare l’addizionale IRPEF prevedendo per il 2023 l’aliquota massima; alcuni Consiglieri comunali, con senso di responsabilità, vorrebbero correttamente utilizzare le risorse di parte corrente del bilancio 2023 rinunciando ad eventi, a manifestazioni e ad altre iniziative non prioritarie che negli ultimi anni hanno comunque assorbito importanti risorse di bilancio.     

La maggioranza che attualmente governa la Città riuscirà a restituire le somme che erroneamente il Comune di Ortona ha fatto pagare agli agricoltori nel 2021 e nel 2022? 

Il comparto agricolo ortonese, già messo a dura prova dalla grave crisi della storica Cantina Sociale di Ortona, merita sicuramente maggiore attenzione da parte degli amministratori comunali. Purtroppo, negli ultimi anni l’agricoltura, uno dei principali comparti economici della nostra Città, è stata lasciata completamente all’abbandono da parte di chi amministra la Città e la vicenda della TARI sui magazzini agricoli ne è solo un esempio, forse il più clamoroso!

La rinascita della Città di Ortona, ormai relegata al ruolo di comparsa nello scenario provinciale e regionale, passa sicuramente anche dal recupero, in chiave moderna e innovativa, della tradizionale vocazione agricola della nostra comunità.

Ortona, infatti, nonostante l’Amministrazione Castiglione, ha ancora enormi potenzialità di sviluppo, avendo un ruolo centrale di interconnessione tra tre sistemi urbani. Verso l’area metropolitana Chieti – Pescara, con le potenzialità del porto a sostegno delle attività produttive, sulla costa fino a San Salvo, con la Via Verde della Costa dei Trabocchi, per favorire il turismo, verso l’interno, lungo la Marrucina fino ad Orsogna, con un ruolo fondamentale nell’economia vitivinicola regionale.




#8MARZO. Servizi antiviolenza

La nuova campagna di comunicazione della Provincia presentata in occasione del convegno della CPO

Teramo, 8 marzo 2023. Presentati questa mattina in conferenza stampa i dati dei servizi antiviolenza della Provincia di Teramo, Casa Maia e Centro Antiviolenza “La Fenice”. Con l’occasione, la Presidente della Commissione Pari Opportunità, Amelide Francia, ed il consigliere delegato, Giovanni Luzii, hanno illustrato la nuova campagna di comunicazione ed informazione sui servizi messi a disposizione dalla Provincia. Sticker adesivi da apporre nei luoghi di lavoro, questionari e flyer per dire alle donne vittime di violenza che non sono sole, che ci sono persone, Enti, Istituzioni e associazioni che possono aiutarle.

Quindi il convegno, organizzato dalla Commissione per le Pari Opportunità, “La rinascita per le donne e con le donne”, al quale hanno partecipato numerose personalità di rilievo del nostro territorio: l’Assessore Regionale alle Politiche Sociali Pietro Quaresimale, il Procuratore della Repubblica Ettore Picardi, la Vice Prefetto Ernesta D’Alessio, la Presidente della Camera di Commercio del Gran Sasso d’Italia Antonella Ballone, il Presidente dell’Ordine degli Avvocati di Teramo Antonio Lessiani, l’Assessore del Comune di Teramo Sara Falini, la responsabile del servizio pari opportunità Emilia Di Matteo e la Sindaca di Castel Castagna Rosanna De Antoniis. È stata altresì sottoscritta una lettera d’intenti tra la Provincia, con il Consigliere Giovanni Luzii, e la Presidente della Camera di Commercio Gran Sasso d’Italia, Antonella Ballone, per sensibilizzare sul tema il tessuto imprenditoriale del territorio di competenza attraverso le associazioni di categoria.

Al termine dei lavori la consegna da parte del Lions Club Isola del Gran Sasso – Valle Siciliana, da parte del rappresentante, Flavio Ciarelli, di buoni spesa per le donne assistite dal Centro Antiviolenza.

Presenti anche tanti amministratori, associazioni e cpo di Enti e ordini professionali.




L’ITALIA DELLE RADICALITÀ è una miseria

Dopo Cutro il governo annaspa

di Giuseppe Fioroni

8 Marzo 2023

La vita politica ci ha visto su sponde diverse, eppure Lupi stavolta mi convince. In realtà, potrei dire che io ho convinto lui perché sostenevo ieri – come lui fa oggi su Repubblica – la necessità di concepire la politica sull’immigrazione come un capitolo di quella unità nazionale che sottende e persino garantisce la dialettica democratica tra maggioranza e opposizione.

Comunque, devo dire, sull’onda della discussione in Parlamento, che il governo non sta dando prova di serietà nel fare luce sulla tragedia di Cutro. La Premier, Giorgia Meloni, fatica a proporre di sé un’immagine di autorevolezza. Presente subito, in Campidoglio, quando si è trattato di rendere omaggio a due grandi figure dello spettacolo – prima Gina Lollobrigida e poi Maurizio Costanzo – non ha saputo testimoniare quel sentimento di cordoglio e vicinanza umana rispetto ai parenti delle vittime del naufragio, che invece il Presidente Mattarella a nome del popolo italiano ha espresso con la sua visita a Crotone.

È bene, in questa circostanza, che le diverse voci delle opposizioni siano concordi. Lo spettacolo di un governo che lascia solo il suo Ministro dell’Interno e, al tempo stesso, di un Ministro dell’Interno che rende invisa la sua solitudine per una ricostruzione dei fatti poco convincente, indica uno stato di preoccupante fragilità politica. Tutto ciò, per altro, autorizza a pensare che l’Italia avvinghiata agli slogan sulla radicalità e la nettezza delle posizioni politiche – mito fondante del bipolarismo, oggi particolarmente caro alla sinistra targata Schlein, ma ieri emblema dell’opposizione “dura e pura” della destra meloniana – ci restituisce un quadro sconfortante di incertezze, piccole e grandi astuzie, incoerenze grossolane e tanta voglia di machiavellismi.

E questo non ci piace.

https://piattaformapopolare.net/2023/03/08/dopo-cutro-il-governo-annaspa-litalia-delle-radicalita-e-una-miseria/



A LEZIONE DI RISPETTO. Giornata internazionale dei diritti della donna

Sensibilizzare i giovani studenti, i loro familiari e l’intera cittadinanza sulla tematica relativa alla violenza di genere

Montereale, 7 marzo 2023. Mercoledì 8 marzo 2023, alle ore 11:00, presso la Scuola Primaria e Secondaria di primo grado Falcone e Borsellino di Montereale. Alla base dell’iniziativa, vi è la convinzione che gli stereotipi di genere tendono a condizionare le scelte individuali di uomini e donne e la dimensione etica dell’agire sociale, creando aspettative differenti rispetto ai comportamenti femminili e maschili nella divisione dei ruoli in famiglia, nei percorsi formativi ed educativi, nelle scelte occupazionali, nelle carriere professionali, con ripercussioni anche segreganti nella società e nel mondo del lavoro.

Interverranno il Sindaco di Montereale, Massimiliano Giorgi, il Primo Dirigente della Polizia di Stato, dott.ssa Rosalba Angeloni, il Commissario Capo Tecnico Psicologo, dott. Andrea Pelliccione e la Preside Istituto comprensivo Don Lorenzo Milani di Pizzoli, Prof.ssa Paola Verini.

Nel corso dell’evento sarà inaugurata la simbolica panchina rossa, emblema internazionale del rifiuto della violenza sulle donne, posta nel piazzale dell’edificio scolastico.




MIMOSE INSANGUINATE INIZIATIVA ANCI. Diritti negati in Iran e Afghanistan il Comune aderisce

A cura di Attilio Danese, domani alle ore 18:00. In presenza presso la Sala Annunziata, Via Nicola Palma 31  

Teramo, 7 marzo 2023. Questa mattina la Giunta comunale ha deliberato l’adesione all’iniziativa “Against – contro ogni forma di violenza perpetrata ai danni dei cittadini e delle cittadine in Iran e in Afghanistan”, promossa dall’Anci a sostegno delle popolazioni dei due paesi e, in particolar modo, delle donne afgane e iraniane alle quali i regimi hanno imposto una serie di divieti che di fatto annullano qualsiasi possibilità di vita fuori dalle mura domestiche, anche usando la repressione violenta sfociata in esecuzioni capitali. Adesso, sulla scorta della delibera adottata dall’organo esecutivo, sarà redatta un’apposita mozione da sottoporre all’approvazione del consiglio comunale.

“Abbiamo aderito immediatamente alla proposta dell’Anci di promuovere, in occasione dell’8 Marzo, un’iniziativa volta a dedicare questa giornata alla solidarietà nei confronti delle cittadine e dei cittadini dell’Iran e dell’Afganistan – sottolinea il Sindaco Gianguido D’Alberto – la cui condizione ci riguarda tutti, ricordandoci come le libertà e i diritti non siano mai acquisiti per sempre ma vadano difesi costantemente. La battaglia che conducono ogni giorno i nostri fratelli e le nostre sorelle non può e non deve lasciarci indifferenti e per questo presenteremo quanto prima un’apposita mozione in consiglio comunale, che siamo certi sarà approvata all’unanimità, nell’ambito di una costante difesa dei diritti umani”.




8 MARZO 2023: Festa della Donna?

di Filippo Paziente

Chieti, 7 marzo 2023. L’8 marzo ricorre  la Giornata internazionale dei diritti della donna, per ricordare i progressi in ambito economico, politico e sociale, raggiunti dalle donne in tutto il mondo.

È una festa celebrata in Italia, per la prima volta, nel 1922. Oscurata per vent’anni dai fascisti perché considerata troppo di sinistra, fu reintrodotta dopo la Liberazione e  celebrata l’8 marzo 1946  con la distribuzione di un fiore,  la mimosa, proposta come simbolo dalla staffetta partigiana comunista  Teresa Mattei. Convinse i compagni affermando che  era un fiore povero e poteva essere raccolto a mazzi  gratuitamente.  Le ricordava la lotta sulle montagne, perché i partigiani lo regalavano alle staffette.

L’8 marzo è celebrato anche come Festa della Donna. Ma in Italia e in molte parti del mondo le donne non possono far festa scambiandosi sorridendo le mimose, perché ancora vittime di discriminazioni e violenze. Non possono far festa:

– le italiane, per l’orribile sequela di femminicidi, la persistente disparità di genere sul posto di lavoro, nell’istruzione, nell’occupazione dei ruoli di potere…

– le donne profughe superstiti  che, genuflesse accanto alle bare allineate sul campo del palazzetto sportivo di Crotone, straziate dal dolore, piangono la perdita dei loro cari, dopo la riduzione a rottame del motopeschereccio su cui, in fuga dal loro Paese sperando in una vita migliore, avevano attraversato il mare Mediterraneo sulla rotta Smirne-Crotone;

– le iraniane che, gridando lo slogan Donna, Vita, Libertà, continuano la rivolta contro  Il regime islamista di Alì Khamenei, per reclamare i propri diritti, alcune subendo l’arresto e l’impiccagione;

– le  afgane, recluse in casa dai talebani che, tornati al potere nell’agosto del 2021, dopo la sconfitta e la fuga degli Stati Uniti e degli alleati occidentali, che avevano avviato un  processo di emancipazione femminile, hanno restaurato con la violenza il regime islamico;

– le donne rifugiate in Libia, in fuga, pagando gli scafisti, dai lager gestiti da organizzazioni criminali, private di cibo e cure, torturate e sottoposte a ripetute violenze sessuali;

– le pakistane, che fuggono da una società patriarcale, ove sono fortemente discriminate e subiscono frequenti femminicidi: gli uomini hanno un potere assoluto su di loro e, se vivono in un paese occidentale, quando scoprono di non potere più esercitare un controllo totale sulle donne della loro famiglia, le uccidono (come la povera diciottenne Saman Abbas, uccisa dai genitori perché si era opposta a un matrimonio combinato);

– le ucraine, costrette  a fuggire in massa dal loro Paese, invaso e distrutto dai russi, o a morire sotto le bombe;

– le russe, che continuano a chiedere la fine immediata della guerra ed esprimono solidarietà al popolo ucraino, con manifestazioni represse dalla polizia di Putin, mettendo a rischio il proprio lavoro e la propria vita.

Lungo è l’elenco.

La ricorrenza dell’8 marzo sia celebrata anche per denunciare che le donne, in diversi Paesi del mondo,  sono ancora vittime di discriminazioni e violenze, costrette a fuggire dalle guerre e dalla fame. Scambiamoci pure  festosamente le mimose, per esprimere la volontà di  accoglierle e integrarle e di sostenere la loro battaglia civile, per la conquista o la difesa dei propri diritti.




ELLY SCHLEIN E LA FINE della sinistra di governo

di Giovanni Cominelli

7 Marzo 2023

L’elezione di Elly Schlein a segretaria del PD chiude una storia vecchia: questo è un fatto. Ne apre una nuova? Questa è un’aspettativa o, forse, un’illusione.

Il fatto: si tratta di una cesura radicale della storia di quella parte di sinistra italiana che viene dal PCI e dalla DC. Il 27 giugno del 2007, al Lingotto di Torino, si fusero – così almeno si pensò, all’epoca – i resti del PCI-PDS-DS e quelli del Partito popolare di Martinazzoli, nato il 18 gennaio 1994 dalla frantumazione della vecchia DC, poi ulteriormente splittato in Cristiano sociali, Margherita (l’antica sinistra dc), CDU, UDC e UDEUR, composta quest’ultima, dai famosi straccioni di Valmy, guidati dal rivoluzionario Francesco Cossiga.

L’amalgama si chiamò Partito Democratico.

La scommessa: mettere insieme i filoni riformisti della società civile italiana di origine comunista e cattolica, che la cortina di ferro aveva separato. Troppo labili, fin da allora, furono le tracce socialiste e liberali.

Metterli insieme, per costruire una forza tranquilla di governo, che fosse capace di guidare il Paese, gettato nell’oceano turbolento del XXI secolo, inaugurato dall’attentato alle Torri Gemelle dell’11 settembre del 2001 e dalla disastrosa guerra in Iraq del 20 marzo 2003.

Il Paese del 2007 non era affatto la terra promessa annunciata dal vittorioso Berlusconi del 2001, ma un Paese in declino, che la litigiosa Unione – costituita attorno a Romano Prodi da ben 24 sigle e vittoriosa nelle elezioni del 2006 per soli 25.000 voti sulla Casa delle libertà – non riusciva a liberare dalle pigrizie corporative del quinquennio berlusconiano.

La sconfitta dell’Unione nel 2008 non favorì il progetto veltroniano.

Incominciò la girandola dei segretari-meteora e della partecipazione, dal 2011, a quasi tutti i governi fino al 2022.

Storia vecchia e finita.

Se i governi di partecipazione hanno avuto momenti felici con Renzi, discreti con Gentiloni e felicissimi con Draghi, il PD non si è mai identificato compiutamente con il ruolo di governo: è stato Al Governo più per amore di potere che per scelta culturale convinta.

Non è diventata Sinistra di Governo.

Altre volte si sono analizzate, qui, le cause della mancata metamorfosi culturale delle componenti fondamentali dell’amalgama, tenacemente avvinghiate alle culture fondative del primo Novecento. Alcuni commentatori sospettano, oggi, che la cesura sia la prova che le mort saisit le vif, ancora una volta.

Perciò parlano di un ritorno del massimalismo o addirittura del vecchio PCI. Ma non è certo manovrando le categorie novecentesche che si può capire la novità di Schlein.

La fine della Sinistra di Governo

A comprenderla meglio ci aiuta un preveggente appunto dell’intellettuale cattolico-liberale Giorgio Armillei, che già nel 2010 descriveva l’identità della sinistra post-veltroniana, segretario Bersani, quale “ostaggio di un micidiale mix fatto di statalismo economico e di libertarismo individualistico”.

Il PD uscito dai gazebo del 26 febbraio 2023 è quell’ostaggio.

Il PD della Schlein non è né vetero-comunista né vetero-massimalista. È il partito dei diritti totali, perché l’antropologia filosofica egemone prevede che la libertà umana sia autodeterminazione assoluta, senza confini, che l’essere umano sia un fascio di diritti in espansione.

E la comunità?

È  appunto, un’associazione degli aventi diritti. Diritti disincarnati, senza tradizione, senza storia, senza patria.

È la versione giacobina della globalizzazione, l’universalismo astratto criticato da Hegel.

Il partito non è un partito, è un partito-movimento: un intreccio sincretico di storie giustapposte e con-fuse, che ha preso possesso del PD. Qualcuno la chiama impropriamente contendibilità.

Forse più preciso il vocabolo occupabilità.

Del resto, Occupy PD, via Sardine, è stata il primo progetto politico di Elly Schlein. L’elezione a segretaria ne costituisce il compimento.

Che cosa tiene insieme il pulviscolo degli individui, che rivendicano accanitamente i propri diritti nei confronti di ciascun altro e pretendono i doveri di ciascun altro verso di sé?

Lo Stato, appunto, lo Stato-Welfare: i vecchi diritti emancipazionisti e quelli liberisti/libertari devono essere garantiti per legge dallo Stato e finanziati dallo Stato.

Quanto ai diritti sociali – tra cui i diritti al salario minimo, al reddito di cittadinanza e al superbonus (?) – sono una declinazione dei diritti individuali e devono essere altrettanto garantiti/finanziati dallo Stato.

Avanti con la spesa pubblica e il debito pubblico!

E l’economia? Evviva la decrescita felice. Al punto che la crescente domanda di elettricità è considerata dalla Schlein una patologia sociale.

L’opposizione in contro-dipendenza

A questo PD la dimensione-governo non interessa. Anzi, si vergogna di aver governato con Renzi, Gentiloni e Draghi. Così stando le cose, l’opposizione del nuovo PD si profila non come opposizione di governo al governo Meloni, che compete, dall’opposizione, per le migliori proposte di governo del Paese. Si prospetta, invece, quale opposizione in contro-dipendenza: se Meloni dirà A, Schlein dirà Non-A.

Insomma: l’agenda la detterà Giorgia Meloni. Quella della Schlein sarà la contro-agenda.

Consegue dal fatto che il nuovo PD-Schlein è un partito identitario, non è un partito-programma. Sta facendo il percorso inverso rispetto a Fratelli d’Italia, un partito arrivato al governo sull’onda di un’opposizione identitaria e che ora si trova a fare la destra al governo, nella speranza di diventare destra di governo.

Intanto, l’investimento sull’identità accomuna il PD alle correnti radicali di minoranza del Partito democratico americano e del Partito laburista inglese e a Nupes (La Nouvelle Union populaire ecologique et sociale) del francese Jean-Luc Mélenchon. Tutti uniti dalle sconfitte passate e presenti, provocate dall’incapacità di rappresentare/ ricomporre le fratture sociali e culturali crescenti tra i ceti colti urbani e le periferie territoriali e sociali, tra i dipendenti statali e i ceti produttivi, questi ultimi graziosamente regalati a Trump, a Johnson, a Le Pen e a Meloni. Il programma è un assemblaggio delle pie intenzioni di animulae vagulaeblandulae…

Se il nuovo PD rinuncia consapevolmente alla rappresentanza di una gran parte della società italiana, a partire da quella decisiva dei ceti produttivi della manodopera e della mentedopera, quelli che producono la ricchezza da redistribuire, c’è da attendersi una secessione molecolare di vecchi elettori di sinistra verso l’astensionismo e di vecchi iscritti del PD verso la possibile offerta di una nuova sinistra di governo.

Si aprono vaste praterie a chi volesse costruirla?

Dipende! Finora si distendono vaste praterie di parole.

Giovanni Cominelli

https://www.politicainsieme.com/elly-schlein-e-la-fine-della-sinistra-di-governo-di-giovanni-cominelli/




IL SINDACO E VADA A CASA!

Abbia rispetto della città

Ortona, 6 marzo 2023. Il sindaco solo oggi ha azzerato la Giunta – dichiarano i Consiglieri comunali di Ortona Ilario Cocciola, Angelo Di Nardo, Franco Vanni, Gianluca Coletti, Simonetta Schiazza ed Emore Cauti – ritardando così un’operazione che avrebbe dovuto fare in occasione delle sue dimissioni.

È di tutta evidenza il tentativo “gattopardesco” di sostituire uno o due assessori per strizzare l’occhio ai “tre consiglieri” e magari far credere di sposare cause che, invece, sono state al centro di battaglie vinte dall’opposizione che ha studiato minuziosamente ogni passaggio amministrativo senza poterne discutere in Commissione.

Ricordiamo – continuano Ilario Cocciola, Angelo Di Nardo, Franco Vanni, Gianluca Coletti, Simonetta Schiazza ed Emore Cauti – che è grazie all’opposizione che la “Permuta dei terreni nel Parco Ciavocco” non è stata portata a buon fine dalla maggioranza e che sempre grazie all’opposizione la città è venuta a conoscenza del mega progetto fotovoltaico a ridosso della Costa nord di Ortona, con danni a turismo, pesca e qualità della vita, tuttavia non ancora scongiurato per le inconcludenti  osservazioni del Sindaco che appaiono favorevoli al progetto, ed è ancora grazie a chi siede nei banchi della minoranza che si è posto l’accento sull’errata applicazione della Tari per i terreni agricoli come anche sull’esose attività delle Manifestazioni ortonesi.

Dunque  – concludono Ilario Cocciola, Angelo Di Nardo, Franco Vanni, Gianluca Coletti, Simonetta Schiazza ed Emore Cauti – il Sindaco e chi lo sosterrà sappiano che sono decorsi inutilmente quasi venti giorni per scoprire che la minoranza aveva le idee chiare fin da subito e che i temi da noi sollevati e portati all’attenzione dell’opinione pubblica non potranno essere oggetto di trattative tra forze di maggioranza, anche perché molti altri verranno e non di minore gravità ed importanza e ancora una volta si scopriranno impreparati ad affrontarli.

Pertanto, seppur lieti che questi siano stati condivisi da alcuni suoi esponenti, non per questo noi e la città accetteremo un accordo spartitorio che mistifichi la realtà.

Ora più che mai siamo convinti che Ortona necessità di un salto di qualità mandando a casa la peggiore amministrazione di sempre”.




LA TRAGEDIA DI CUTRO e la responsabilità della politica

No all’uso in franchising delle parole del Papa

Di fronte alla tragedia di Cutro abbiamo visto crescere, in rapida sequenza, un sentimento popolare di sdegno (verso gli armatori, senza scrupoli, di viaggi disperati) e solidarietà (verso le povere vittime). Il Papa ha usato parole severe contro gli organizzatori della nuova tratta di esseri umani.

Da destra sono venute parole di plauso, come in passato da sinistra per motivi differenti. Ecco, bisogna stare attenti a non fare del magistero della Chiesa un catalogo di ricette su misura, scegliendo di volta in volta, a fini strumentali, i temi  e gli indirizzi preferiti. La laicità della politica consiste nel “tradurre” il messaggio pastorale in programmi e indicazioni che abbiano un carattere di organicità, non di un espediente.

Altrimenti accade – e i segnali non mancano – che si organizzino franchising all’insegna di ciò che conviene prendere dall’insegnamento della Chiesa.

https://piattaformapopolare.net/2023/03/06/la-tragedia-di-cutro-e-la-responsabilita-politica/



MOSTRA LIVATINO Csv Abruzzo

Conferenza stampa giovedì 9 marzo, alle 11, nella sala giunta del Comune

Pescara, 6 marzo 2023. Conferenza stampa di presentazione della mostra Sub Tutela Dei – Rosario Livatino, l’uomo, il giudice, l’esempio che il Csv Abruzzo Ets allestirà, dal 21 marzo al 14 maggio a Chieti, Pescara, Avezzano e Teramo.

All’incontro è prevista la partecipazione, tra gli altri, di Carlo Masci, sindaco di Pescara; Marcello Antonelli, presidente del consiglio comunale e Maria Rita Carota, assessore alla Cultura del Comune di Pescara; Giancarlo Di Vincenzo, prefetto di Pescara; Lorenzo Sospiri, presidente del Consiglio regionale; Fabrizia Ida Francabandera, presidente Corte di Appello dell’Aquila; Gianguido D’Alberto, sindaco di Teramo e presidente regionale per l’Abruzzo dell’Associazione nazionale Comuni d’Italia; Angelo Mariano Bozza, presidente Tribunale di Pescara; Massimiliano Nardocci, direttore generale Usr Abruzzo (Ufficio scolastico regionale); Casto Di Bonaventura, presidente Csv Abruzzo Ets.

L’esposizione sarà illustrata da Roberta Masotto (Libera associazione forense) curatrice della mostra.

La mostra è stata scelta dal Centro servizi per il volontariato Abruzzo Ets (ente del Terzo settore) perché esprime al meglio la promozione dei nostri valori: volontariato, giustizia, legalità, attenzione agli ultimi in un processo basato sui temi della cittadinanza attiva, dell’impegno sociale, della partecipazione democratica. È un esempio importante per il raggiungimento del bene comune attraverso l’evoluzione delle comunità cittadine.

Paolo Di Vincenzo




CARENZA DI MEDICI DI BASE nei Comuni montani

Cia Abruzzo chiede l’intervento della Regione

Pescara, 6 Marzo 2023. C’è carenza di medici di base nei Comuni montani abruzzesi. Esprime preoccupazione la Cia-Agricoltori Italiani Abruzzo che, con una lettera indirizzata all’Assessore alla Sanità regionale, Nicoletta Verì, chiede di ripristinare il servizio di medicina di base in tutti i Comuni dove non è più  presente e potenziare lo stesso laddove è saltuario, al fine di ridare sicurezza e  assistenza agli abitanti di quelle aree che non possono assolutamente sopportare l’onere di  uno spostamento che comunque risulta irragionevole e spesso impossibile.

“Quotidianamente, nella nostra attività, incontriamo imprese agricole e cittadini che vivono e  operano nelle aree rurali e montane della nostra regione e che, con insistenza, ci  trasmettono la loro profonda e motivata preoccupazione circa la mancanza, in tanti Comuni  del nostro Abruzzo, del servizio di medicina di base”, sostiene il Presidente Cia Abruzzo, Nicola Sichetti. A livello nazionale, i dati indicano che ormai dal 2019  circa 1.000 ambulatori all’anno chiudono senza essere sostituiti e negli ultimi dieci anni, i medici di famiglia mai  rimpiazzati sono quasi 6mila, oltre il 10% del totale.

“Per tanti italiani sta diventando una vera  e propria chimera trovare il proprio dottore di fiducia, un trend negativo che riscontriamo appieno anche nella nostra Regione con l’aggravante  che, essendo un territorio prettamente rurale e montano, gli spostamenti dei cittadini per  raggiungere i servizi sanitari di base risultano maggiormente difficoltosi”, continua Sichetti, “Infatti, spesso, l’accorpamento del servizio medico di base su più comuni limitrofi, costringe  il cittadino, soprattutto anziani con difficoltà di spostamenti, a rinunciare alla consulenza  medica con le ripercussioni che possiamo immaginare. È ora che la Regione faccia scelte concrete”.




IMPORTANTE VITTORIA contro il Cus Catania

Rugby L’Aquila. Al Fattori finisce 32 A 10

L’Aquila, 5 marzo 2023. Oggi allo stadio Tommaso Fattori, importante e convincente vittoria per il Rugby L’Aquila, con un rotondo 32 a 10, per di più contro il forte Cus Catania, secondo in classifica, e con 5 preziosi punti conquistati.

Questo l’esito per i neroverdi dell’head coach Massimo Di Marco e del presidente Mauro Scopano, amministratore dell’Aterno Gas & power, nella 12esima giornata del campionato di serie B, girone 4

Splendido sole al Fattori, e tanto pubblico sugli spalti. I neroverdi partono dalla consapevolezza che è un imperativo fare punti e smuovere la classifica, dopo la brutta sconfitta contro la Capitolina nell’ultima già per allontanarsi dalla parte bassa della classifica.

Gli ospiti partono subito alla carica, ma il pacchetto difensivo neroverde regge botta. Ottimo spunto di Capocaccia buttato a terra a pochi metri dalla meta. A seguire touche nei 5 metri, e poi mischia, con meta di prepotenza di Antonelli annullata per un passaggio in avanti. Il risultato non si sblocca, ma il Cus Catania è sotto pressione.

Pericolo scampato dai neroverdi con un calcio piazzato degli ospiti che non entra tra i pali, e poi con un fallo che interrompe una percussione insidiosissima. Ma il Catania prende quota e impone il suo gioco con neroverdi in affanno. Fatale il vantaggio, con un calcio piazzato questa volta messo a segno, e punteggio che si sblocca sullo 0 a 3.

Ma i neroverdi, a stretto giro rimettono il punteggio in pari, con un altro calcio piazzato di Jacopo Alfonsetti.

E in finale di partita dopo una ottima percussione della mischia, i neroverdi conquistano una preziosa meta tecnica. Punteggio sul 10 a 3, e a seguire ancora una meta dopo una percussione della mischia, ad opera di Lepidi, non trasformata da Petrolati, che porta il risultato su un rassicurante  15 a 3.

La a ripresa comincia nel migliore dei modi, con  una rocambolesca meta di Suarez, che recupera l’ovale, dopo una confusa fase di gioco, a seguito di una touche fallita dei neroverdi, e un goffo tentativo di recupero palla della difesa siciliana. Siamo sul 20 a 3.

A seguire una ampia fase di gioco dove si battaglia senza acuti degni di nota, finché gli ospiti non accorciano le distanze con una meta, complice una distrazione del pacchetto difensivo, e con la trasformazione il punteggio va sul 20 a 10.

Ma il Rugby L’aquila rimette subito le cose a posto, con una bella meta di Jacopo Alfonsetti, che si invola sulla fascia indovinando un buco nella difesa, portandosi avanti l’ovale più volte con i piedi. Con la trasformazione il punteggio va sul 27 a 10.

Subito dopo l’esordio di Sergio Capaccioli, neo acquisto, gran finale con la bella meta di Petrolati, che schiva abilmente tre avversari e va a schiacciare tra l’ovazione liberatoria del pubblico. Meta non trasformata e finisce con un rotondo e inappellabile 32 a 10.




IL DERBY È BIANCOROSSO

La  Lg Umbyracing Futura vince a Pescara 1-3

Pescara, 5 marzo 2023. La LG UmbyRacing supera Pescara in trasferta, 1-3 il finale, dopo una partita combattuta che ha visto le due squadre darsi battaglia sul parquet di via Elettra.

Parte bene la formazione di casa che impone subito il ritmo al match, sorprendendo le biancorosse 9-7, 11-8, fino al 15-9 che costringe il tecnico teramano a chiamare il primo time out. Pescara gioca bene soprattutto in difesa e Teramo soffre troppo a muro. Si arriva fino al 20-14 per le pescaresi, poi la Futura cerca la reazione fino al 23-22. Gli ultimi due punti, però, sono di marca adriatica fino al 25-22 che chiude il primo set. La reazione della squadra biancorossa non tarda ad arrivare.

Per problemi fisici sono fuori Di Carlo ed il capitano Di Paolo, in campo ci sono D’Egidio e Cipriani. Il secondo parziale vede subito Teramo avanti, anche se si gioca praticamente punto a punto 6-7, 8-10, fino all’11-15 con time out pescarese. La Futura vuole dimostrare di essere superiore ed affonda il colpo, 15-20, 18-22, fino al 18-25 finale che porta il match sull’1-1. Nel terzo parziale detta legge ancora Teramo scappando 1-5, 5-8, 12-17, 15-21.

Poi la squadra di Nanni piazza il break di 5 punti consecutivi chiudendo sul 16-25. Sul risultato di 1-2, Pescara tenta il tutto per tutto nel quarto parziale. Teramo si porta avanti 10-14, ma la squadra di casa non molla la presa costringendo le ospiti alla parità 17-17, per poi superarle 21-18. Sul 23-19 per Pescara, il set sembra indirizzato ma la Futura ha la forza di reagire nel finale, prima impattando 23-23, poi chiudendo 23-25 la partita. 

Un successo importante per la squadra biancorossa, tornata a fare punti in trasferta. Ora altro impegno difficile lontano dal Palacquaviva. Sabato prossimo le biancorosse sono attese dalla sfida con Bari.

Gada Pescara Project        1

Di Cintio, Orlando 19, Nubile 4, Ranalli, Castaldi, Patriarca 21, Angeloni, D’Olimpio, Dell’Orso 1, Pasquini 9, D’Arcangelo, Olleia 4, Trabucco, Di Febo.

Lg Umbyracing Futura Teramo 3

Peroni, Ragnoli 12, Cipriani 13, Di Diego 3, Mattucci, La Brecciosa, Di Paolo, D’Egidio 6, Mazzagatti 12, Di Carlo, Di Sabatino, Ventura, Lestini 20. All. Nanni

25-22; 18-25; 16-25; 23-25.

Patrizio Visentin




SIECO INCEROTTATA non riesce ad esprimere il suo gioco

A Tuscania e subisce una sconfitta per tre set a zero.

Ortona, 5 marzo 2023.  Ortona crolla letteralmente a Tuscania in una serata che, per indorare la pillola, si potrebbe definire storta. Il primo campanello d’allarme suona già da venerdì quando Nunzio Lanci capisce che per la sfida contro i forti laziali, dovrà rinunciare all’opposto titolare Bulfon. Anche Marshall prova un fastidioso dolore ad un piede ed è in forse fino all’ultimo secondo. I piani di Coach Lanci sono quindi stravolti: Di Tullio subito in campo, Ceccoli e Pollicino in allerta rossa pronti ad entrare. Tutti con pochissimo tempo per assimilare al meglio il ruolo di titolare.

Ne risultata una Sieco a mezzo servizio e con il morale sotto ai tacchi per trovarsi a dover affrontare in una situazione di piena emergenza i tuscanesi. Le nefaste premesse, tuttavia, non scagionano l’Ortona, mai entrata veramente in gara e incapace di sfruttare al massimo uno dei suoi punti di forza: il muro. Funziona bene invece quello degli avversari che si trovano spessissimo a fermare gli attacchi di una Sieco che fatica anche in ricezione. Una ricezione ballerina porta a subire qualche ace di troppo e ad una minore precisione anche in fase di attacco. Avversari bravi a difendere e a ricostruire trovano sempre la strada libera e distanziano gli abruzzesi sin dall’inizio di ogni set.  Coach Lanci nel terzo parziale mischia un po’ le carte ma continua a girare male alla Sieco che risulta imprecisa anche dai nove metri. Addirittura, Bertoli è spostato al ruolo di opposto con Ceccoli e Pollicino ad alternarsi in posto quattro. Nulla da fare per questa Sieco che per la seconda volta in questa stagione rimane a secco di punti. Una serie di fattori, dunque che hanno impedito alla Sieco di mostrare tutto il suo potenziale proprio quando invece la situazione avrebbe richiesto un’Impavida in piena forma fisica e mentale.

Ortona parte nel peggiore dei modi. Una ricezione traballante impedisce la costruzione del gioco e due muri consecutivi regalano subito un importante vantaggio ai padroni di casa. Tanti errori individuali di Ortona, Tuscania prende subito sei punti di vantaggio e non si ferma più. Ortona non riesce ad imbastire una trama di gioco con la fase di ricezione / difesa di Ortona che scricchiola, al contrario di quella dei padroni di casa che appare in ottima forma. 

Padroni di casa che nel secondo set partono ancora fortissimi a muro: Ortona ne subisce tre su tre attacchi. Ortona non riesce ad incidere mentre Tuscania appare attenta e reattiva. Il canovaccio è sempre lo stesso. Tuscania difende su ogni pallone e mantiene un muro di altissimo livello. Questo mix risulta fatale al gioco della Sieco.

Un po’ meglio la partenza dei Ragazzi Impavidi nel terzo set  ma alla lunga sono i padroni di casa a riprendere la corsa verso i tre punti. Ortona riesce a rimanere attaccata grazie anche a Bertoli schierato come opposto

PRIMO SET

Padroni di casa che schierano in campo Leoni Palleggiatore e Onwuelo opposto. Festi e Ruffo i centrali con Corradi e Sacripanti schiacciatori. Libero Sorgente.

La Sieco risponde con il palleggiatore Ferrato e l’opposto Di Tullio. Schiacciatori Capitan Marshall e Bertoli mentre al centro Arienti e Fabi. Libero Benedicenti.

Si parte con Bertoli al servizio ma il primo punto è di Corrado 1-0. Ricezione errata di Benedicenti mette fuori causa Ferrato e poi il muro di Festi fanno 3-0. Ancora muro di Onwuelo 4-0. Stavolta Marshall attacca e la palla sfiora il muro 4-1. Fuori l’attacco di Bertoli 7-1. Tuscania difende benissimo e ricostruisce anche meglio 9-1. Arriva un doppio ace di Marshall 10-5. Il muro di Ortona rimbalza fuori 11-6. Ancora una incomprensione in fase di ricezione, la palla finisce a terra 15-7. Di Tullio impatta sul muro a tre 16-7. Bertoli 17-9. Fuori il servizio di Corrado 21-12. Onwuelo murato da Fabi 22-14. Ci prova due volte Ferrato a metterla dentro di seconda, ma subisce il muro del 24-14. È Ruffo a chiudere il primo set 25-15.

SECONDO SET

Palla ai padroni di casa che battono con Sacripanti. Corrado trova un buon muro 1-0. Ancora muro ma stavolta di Onwuelo 2-0. Marshall trova il punto del 6-4. Ace per Corrado 8-4. Fuori l’attacco di Bertoli 9-4. Punto in pipe di Corrado 12-5. Ruffo al centro 13-6. Fuori l’attacco di Bertoli 14-6. Ace di Sacripanti 17-7. Fabi ferma Onwuelo 17-8. Di Tullio 18-11. Festi mette a terra il 21-14. Fuori il servizio di Ferrato 22-15. Invasione di Fabi 23-15. Onwuelo 24-16. Fabi sbaglia la sua battuta 25-17.

TERZO SET

Fabi attacca fuori 2-0. Onwuelo attacca fuori 2-2. Ace per Corrado 6-3. La pipe di Corrado si arrampica sulla rete e cade nel campo di Ortona 7-3. Ceccoli schiaccia fuori 9-5. Corrado trova il mani fuori del 13-9. Marshall lungo linea del 14-11. Ace di Bertoli 14-12. Ancora un ace per i padroni di casa Festi fa 19-13. Pollicino trova un buon gioco a muro 21-15. Poi Ferrato pizzica la linea al servizio 22-15. Fuori il muro di Bertoli 24-17. Fuori anche il muro di Bertoli 25-17 e partita finita.

Maury’s Com Cavi Tuscania – SIECO SERVICE IMPAVIDA ORTONA 3-0 (25-15 / 25-17 / 25-17)

Sieco Service Impavida Ortona: Fabi 5, Vindice (L) n.e, Ceccoli, Bertoli 10, Benedicenti (L) 55% Pos – 32% Perf, Iorno n.e., Marshall 7, Di Tullio 2, Arienti 7, Ferrato 2, Pollicino 1, Palmigiani n.e. Allenatore: Nunzio Lanci. Vice: Luca Di Pietro.

Maury’s Com Cavi Tuscania: Stamegna, Leoni n.e., Festi 9, Ruffo 6, Cipolloni n.e., Sorgente (L) 67% pos – 53% perf, Sacripanti 10, Corrado 18, Aprile n.e., Onwuelo 10, Licitra n.e, Parisi 1.

Durata Set: 22’ / 24’ / 24’

Durata Complessiva: 1h 10’

Muri Punto: Ortona 8 / Tuscania 8

Aces: Ortona 4 / Tuscania 6

Battute Errate: Ortona 12 / Tuscania 8

% Attacco: Ortona 27% / Tuscania 56%

% Difesa:  Ortona Pos 42% – Perf 18% / Tuscania Pos  66% – Perf 45% Arbitri: Pecoraro Sergio (Palermo) e




PLAY-OFF SCUDETTO, l’Amicacci batte Santo Stefano

Porta la semifinale alla decisiva gara 3

Giulianova, 5 marzo 2023. Vittoria esterna della Deco Metalferro Amicacci Abruzzo sulla Santo Stefano Kos Group, battuta 63-59 sul parquet del PalaPrincipi in gara 2 di semifinale scudetto, grazie ad una grande prestazione contro la favorita numero uno al titolo.

La squadra abruzzese si porta al comando già nel corso del primo quarto, prendendo un discreto margine trascinata dai canestri nel pitturato di Benvenuto e Cavagnini, in grande giornata (7-19).

Nel secondo periodo l’Amicacci risponde colpo su colpo ai tentativi di rimonta della squadra di casa, affidandosi alla sapiente regia di Vigoda e sempre con un Matteo Cavagnini protagonista in fase di realizzazione. Il vantaggio ospite tocca il +15 ma la Santo Stefano chiude il primo tempo in fiducia grazie a due canestri consecutivi di Sabri Bedzeti (24-35).

La squadra di casa rientra dagli spogliatoi determinata, ritrovando continuità offensiva. La Deco Metalferro controlla affidandosi alla vena offensiva di Shay Barbibay, ma negli ultimi secondi del terzo quarto i marchigiani si avvicinano pericolosamente, andando a segno con Bedzeti e Giaretti, dopo una brutta palla persa (44-50).

L’inizio dell’ultimo periodo vede la Santo Stefano portarsi a contatto con sei punti consecutivi di Andrea Giaretti, sempre pericoloso dalla distanza. Le due squadre si danno battaglia su ogni pallone: l’Amicacci va a segno di caparbia con Benvenuto e Barbibay tornando a +6 ma soffre ancora in attacco subendo il nuovo ritorno dei padroni di casa, con Miceli che infila il tiro che vale il -1. Si entra negli ultimi due minuti con la tensione alle stelle ma la squadra di coach Di Giusto mantiene la freddezza e trova con Gabriel Benvenuto un canestro più che fondamentale. Dall’altra parte la Santo Stefano e vanifica i suoi ultimi attacchi permettendo agli abruzzesi di resistere e portare la serie alla bella.

Si gioca tra due settimane, sabato 18 marzo sempre sul parquet di Porto Potenza Picena. Per la Deco Metalferro Amicacci Abruzzo servirà un’altra impresa, ma il può guardare a gara 3 con maggiore fiducia e consapevolezza. La vincente della serie troverà in finale scudetto l’UnipolSai Briantea84 Cantù, che ha battuto in casa la Dinamo Lab Sassari, chiudendo i giochi sul 2-0.

Tabellino

Santo Stefano Kos Group: Gray 5, Ghione 8, Tanghe 8, Griffith-Salter, Boccacci, Veloce, De Deus, Miceli 6, Giaretti 15, Bedzeti 19, Raimondi, Lopez. All. Ceriscioli.

Deco Metalferro Amicacci Abruzzo: Benvenuto 11 (8reb), Marchionni 2, Blasiotti, Messina, Minella, Cavagnini 25 (12reb), Vigoda 4 (5ass), Hawtin, Baho, Greco Brakus, Barbibay 21 (6reb). All. Di Giusto.

Serie A – Semifinali Play-off Scudetto

GARA 2 (04/03)

Santo Stefano Kos Group – Deco Metalferro Amicacci Abruzzo 59-63 (1-1)

UnipolSai Briantea84 Cantù – Dinamo Lab Banco di Sardegna 59-47 (2-0)

GARA 3 (18/03)

Santo Stefano Kos Group – Deco Metalferro Amicacci Abruzzo (ore 15)

Stefano D’Andreagiovanni – Area Comunicazione Amicacci Abruzzo / Foto: Daniele Capone