scritto da Redazione Abruzzo Popolare | 3 Dicembre 2022
Già i cosiddetti “talk show” da un pezzo mettono in mostra il peggio del nostro Paese e di taluni personaggi che lo popolano.
3 dicembre 2022
Si tratta di quella “compagnia di giro” che spopola negli innumerevoli “salotti” televisivi della politica che spesso si rivelano più dei sottoscala per il livello cui è portato il cosiddetto confronto politico. Una “compagnia di giro” fatta molto spesso dai soliti, dai soliti “commentatori” e dai soliti personaggi politici indicati dai partiti.
Insomma, un dejà vu cui non basta il generale moto di repulsione che mostra il costante abbassamento della “audience” per portare ad una seria valutazione sulla sua utilità. L’importante è produrre trasmissioni a basso costo e più rissa c’è meglio è. A chi interessa qualcos’altro di più serio? E pensare che per decenni ci si è riferito al modello Bbc … .
Ultimamente, si nota persino un qualcosa di peggio, segno che, come dice il vecchio adagio, “al peggio non c’è mai fine”, ed è quello cui ci fanno assistere alcuni “pappagalli ammaestrati” cui un ventriloquo invisibile invia loro dei messaggi tramite cellulare o IPad nel pieno della trasmissione. Si vede che sono alla ricerca di un suggerimento, o di una pacca d’incoraggiamento. E, purtroppo, lo vediamo fare pure a nomi famosi della politica, magari dagli stessi che c’ammorbano pure loro da trent’anni: evidentemente, hanno ancora bisogno di qualcuno che tira le loro le fila da fuori lo studio. Si tratterà sicuramente di grandi esperti comunicazione e d’immagine…. Ma che pena. E soprattutto che pena che anche la Tv che fa servizio pubblico permetta queste cose così come trasmissioni che si piccano di presentarsi come il meglio della nostra informazione.
Non sarebbe più semplice togliere ai partecipanti i telefonini o obbligarli ad ascoltare gli altri e, così facendo, mostrare anche più rispetto per il pubblico che ancora , nonostante tutto, segue queste trasmissioni?
FINALMENTE! Un grande passo avanti
scritto da Redazione Abruzzo Popolare | 3 Dicembre 2022
Ecco il completamento della bretella A14 – Porto
Ortona, 2 dicembre 2022. È di oggi la notizia della soluzione del contenzioso tra l’Amministrazione provinciale di Chieti e l’impresa appaltatrice dei lavori di realizzazione dell’importante infrastruttura che darà nuovo impulso alle attività del porto.
Il contenzioso è stato risolto bonariamente e l’impresa riconsegnerà il cantiere alla Provincia. Così, una volta predisposto il progetto di completamento dell’opera, l’Amministrazione Provinciale, con i fondi già utilizzabili, messi a disposizione dalla Regione, potrà indire una nuova gara di appalto per completare l’opera.
Dopo varie sollecitazioni da me fatte, in pubblico e in privato, agli attuali amministratori provinciali, sento il dovere di rivolgere un ringraziamento a quanti si sono impegnati per trovare una soluzione che consentirà il completamento di un’opera strategica per la città. In particolare, desidero ringraziare il Presidente della Provincia, Francesco Menna e i Consiglieri provinciali Arturo Scopino ed Angelo Radica che hanno seguito la vicenda in maniera puntuale. Un ringraziamento anche all’impresa che ha accettato la soluzione bonaria ed ai dirigenti della Provincia che hanno contribuito ad uscire da una situazione che ormai si trascinava da anni.
Per la città di Ortona il completamento di questa importante infrastruttura è di vitale importanza per la crescita e lo sviluppo dello scalo marittimo e per il rilancio delle attività imprenditoriali locali e regionali che utilizzano il trasporto integrato per movimentare i loro prodotti e le materie prime di cui necessitano.
Tommaso Coletti
UN ATLETA PER AMICO il nuovo calendario dell’associazione Persone Down
scritto da Redazione Abruzzo Popolare | 3 Dicembre 2022
Realizzato insieme a 12 società sportive cittadine
Teramo, 2 dicembre 2022. L’AIPD (Associazione Italiana Persone Down) sezione di Teramo ha presentato questa mattina, nell’auditorium del Parco della Scienza, a Teramo, “Un atleta per amico”, progetto da cui prende forma il calendario 2023 realizzato grazie alla collaborazione di dodici società sportive cittadine impegnate in varie attività (calcio, basket, pattinaggio) e agli scatti della fotografa teramana Gaia Di Loreto, che ha ritratto insieme i ragazzi dell’AIPD e gli atleti nelle dodici immagini (in bianco e nero) che compongono il lavoro.
Il ricavato della distribuzione dei calendari andrà a finanziare le varie attività che l’associazione propone annualmente ai suoi soci e ai loro familiari.
Queste le società che hanno aderito al progetto: Tasp Ladies Teramo, SSD Città di Teramo, ASD FC Gaetano Bonolis Teramo, ASD Teramo, ASD Lisciani Teramo, Teramo a Spicchi, ASD Il Diamante, Futura Volley Teramo, ASD C.A.M. Ritmica Teramo, GSD Aprutini Teramo Pattinaggio Artistico, ASD Lions Teramo Handball, ASD Teramo Rugby Femminile 2009.
“Sulla scia delle collaborazioni intercorse già negli anni precedenti con alcune società sportive della città di Teramo e allo scopo di far conoscere il mondo della disabilità partendo dalle piccole realtà per poi sensibilizzare l’intera comunità- ha dichiarato il presidente della sezione di Teramo, Emidio Agostinelli – abbiamo ampliato il raggio d’azione ad altre società sportive territoriali. In dodici hanno accolto positivamente e con entusiasmo la proposta di collaborazione e si sono messe a disposizione del progetto. Per questo le ringraziamo di cuore mentre ai cittadini rivolgiamo un appello affinché ci sostengano”.
Hanno partecipato all’incontro con i giornalisti, tra gli altri, anche il sindaco di Teramo, Gianguido D’Alberto, il presidente della delegazione teramana del CSV Abruzzo, Massimo Pichini, la coordinatrice dell’Aipd di Teramo, Sara Marinari, oltre ai ragazzi dell’associazione e a numerosi rappresentanti delle società sportive coinvolte.
GRAZIE GERARDO
scritto da Redazione Abruzzo Popolare | 3 Dicembre 2022
di Domenico Galbiati
2 dicembre 2022
Latinista e Ministro della Pubblica Istruzione; parlamentare di lungo corso ed ultimo capigruppo democratico-cristiano a Montecitorio, Segretario del Partito Popolare, rifondato da Mino Martinazzoli, in una fase breve, ma cruciale per la vita della Repubblica, in un frangente delicatissimo e confuso nella lunga storia del cattolicesimo democratico e popolare; meridionalista, fortemente legato alla sua terra irpina, Gerardo Bianco ha vissuto anni in cui la Democrazia Cristiana ha rappresentato il centro del sistema politico-istituzionale e, soprattutto, il “baricentro” del Paese. Ha poi accompagnato la DC nella stagione del suo declino, fino alla conclusione della sua esperienza ed alla nascita del Partito Popolare, avventura carica di speranze che, per quanto siano andate deluse, conservano un alto valore politico e morale.
Nel momento dello smarrimento, quando molti abbrancavano nel naufragio, alla ricerca di una tavola o di un qualunque salvagente con cui cercare affannosamente di sopravvivere, Gerardo non ha mai dubitato dove andasse gettata l’ancora. E’ rimasto fedele agli ideali ed ai valori della storia e della tradizione democratica e popolare cui sentiva schiettamente di appartenere da democratico-cristiano, giunto, come succedeva ai giovani della sua generazione, all’impegno politico, come approdo fisiologico di una visione religiosa della vita, quando la politica presupponeva a monte una cultura ed una responsabilità morale.
Chi lo ha conosciuto da vicino e gli è stato amico anche nell’ultima fase della sua vita intensa, non può che essergli grato.
DETENUTI A SCUOLA DI PIZZA, progetto Academy Forme e Carcere di Chieti
scritto da Redazione Abruzzo Popolare | 3 Dicembre 2022
Lunedì 5 dicembre, alle 18:00, l’esame finale. Presenti istituzioni e autorità
Chieti, 2 dicembre 2022. Favorire, attraverso la formazione, la crescita delle competenze dei detenuti e dare loro un futuro in termini di opportunità occupazionali. Questi gli obiettivi dell’iniziativa portata avanti da Academy ForMe e dalla Casa circondariale di Chieti, grazie alla quale undici detenuti hanno potuto frequentare il corso per pizzaiolo.
Lunedì 5 dicembre, alle ore 18:00, nella sede di Academy ForMe, al primo piano del Centro commerciale Centauro, in via Filippo Masci, a Chieti, si terrà l’esame finale che consentirà ai detenuti di ottenere la qualificazione professionale di pizzaiolo valida ai sensi del D.Lgs. 13/’13. All’iniziativa saranno presenti le istituzioni di riferimento e le autorità civili, militari e religiose.
La stampa è invitata a partecipare: dalle ore 17:30, prima della sessione d’esame, oltre agli intervenuti sarà a disposizione per le interviste anche un detenuto.
Il progetto, voluto dalla Casa circondariale, è stato organizzato e gestito da ForMe, che ha erogato il corso, riconosciuto dalla Regione Abruzzo. Il tutto con il coinvolgimento dei partner che hanno contribuito alla realizzazione delle attività: Confartigianato Imprese Chieti L’Aquila, Caritas Diocesana di Chieti, Sacar S.r.l. e Triveri S.r.l..
IN SCENA DON GIOVANNI A SOHO con la regia di Gabriele Russo
scritto da Redazione Abruzzo Popolare | 3 Dicembre 2022
Secondo appuntamento per la stagione di prosa 2022/23 del Teatro Maria Caniglia di Sulmona
Sabato 17 dicembre alle ore 21:00
Sulmona, 2 dicembre 2022. Dopo il tutto esaurito della prima di stagione che Emilio Solfrizzi, con il suo “Malato immaginario”, ha fatto registrare al Caniglia, il prossimo sabato 17 dicembre alle ore 21:00 andrà in scena “Don Giovanni a Soho”, secondo appuntamento della stagione di prosa 2022/23 promosso da Meta Aps. Uno spettacolo ispirato al Don Giovanni di Molière, il grande attore e commediografo francese che il Teatro Maria Caniglia continua ad omaggiare, questa volta in una versione del tutto contemporanea, in occasione del quattrocentesimo anno dalla sua nascita.
Con la regia di Gabriele Russo e la produzione della Fondazione Teatro Di Napoli – Teatro Bellini, la pièce è tratta dalla commedia di Patrick Marber (candidato all’Oscar per la sceneggiatura di Closer) che racconta le vicende dello spregiudicato DJ (interpretato da Daniele Russo), un Don Giovanni contemporaneo, antieroe fascinoso, amorale e ambiguo, ma al tempo stesso sfacciatamente autentico, che si muove tra le mille luci di Soho, il quartiere della trasgressione londinese. Intorno a lui, ruotano un caleidoscopio di tipi umani: l’escort, l’arrivista, la radical chic e una Elvira attivista ecologista, impegnata nella difesa di un ecosistema sostenibile.
“Don Giovanni è un emblema di ciò che è inaccettabile” ha dichiarato il regista Gabriele Russo, “c’è però una radicalità nuova nel suo personaggio: quella di non recitare un ruolo, ma di esserlo. Allo stesso modo diventano radicali e corrispondenti al presente le domande che portano con sé questo specifico modo di agire: pur di sopravvivere e mantenere un’apparenza di vita immutata rispetto al passato, fino a che punto sono disposto a sacrificare le mie libertà?”. È a partire da questo tema universale che saliremo insieme a un cast composto da undici straordinari attori sulla giostra della vita di questo Don Giovanni contemporaneo, tradotta scenicamente da Roberto Crea in un grande rettangolo girevole.
I biglietti sono in vendita presso Centro di Informazioni Turistiche – IAT Sulmona – Palazzo della SS. Annunziata in Corso Ovidio e sulla piattaforma online Oooh.events, con le seguenti tariffe: Platea e palchi di I e II Ordine € 28 (ridotto € 25), Palchi di III ordine e Anfiteatro € 23 (ridotto € 20), Palchi IV ordine e Loggione € 15 (ridotto € 12). Per gli studenti è stata invece pensata una tariffa unica di €10,00 a prescindere dall’ordine di posto scelto. Il giorno dello spettacolo i biglietti sono disponibili all’acquisto sia online che presso il Botteghino del Teatro.
È inoltre ancora possibile sottoscrivere l’abbonamento alla stagione di prosa 2022/23 fino a sabato 17 dicembre con nuove modalità presso il Centro di Informazioni Turistiche – IAT Sulmona.
CERTIFICAZIONE CARTA EUROPEA DEL TURISMO al Parco Sirente Velino
scritto da Redazione Abruzzo Popolare | 3 Dicembre 2022
Grande riconoscimento a rilancio e decollo Domani consegna ufficiale a Bruxelles.
Presidente area protetta: “Premiato nostro piano di sviluppo sostenibile, in condivisione con le realtà del territorio, nel rispetto dell’ambiente e nell’ottica di una efficace promozione”.
Rocca di Mezzo, 1° dicembre 2022.“L’ottenimento della certificazione della Carta Europea del Turismo, rappresenta per l’ente Parco il riconoscimento di un duro e proficuo lavoro di rilancio e consolidamento dell’area protetta per troppo tempo commissariata, rappresenta il frutto di un azione svolta sul solco delle direttrici più avanzate e ambiziose del new green, in base al nostro piano di sviluppo di un turismo sostenibile, in condivisione con le realtà del territorio, nel rispetto dell’ambiente e nell’ottica di una efficace promozione turistica”. Sono le parole del presidente del Parco regionale Sirente Velino, Francesco D’Amore, che domani venerdì 2 dicembre volerà a Bruxelles per ricevere ufficialmente al Parlamento Europeo la certificazione della Carta Europea del Turismo Sostenibile (CETS).
Al suo fianco il vicepresidente della giunta regionale dell’Abruzzo, con delega ai Parchi e Riserve Naturali, Emanuele Imprudente, e faranno parte della delegazione anche il Presidente della Comunità del Parco, Mario Sergio Cercarelli e il direttore Igino Chiuchiarelli.
La certificazione CETS, che avrà una durata di 5 anni, dal 2022 al 2026, viene attribuita dopo una rigorosa proceduta di verifica e valutazione dall’Europarc Federation, l’organo rappresentativo di tutte le aree protette d’Europa.
Il Parco regionale ha meritato il riconoscimento, per il “metodo di governance partecipata per promuovere il turismo sostenibile e strutturare le attività delle aree protette in ambito turistico e per favorire, attraverso una maggiore integrazione e collaborazione con tutti i soggetti interessati compresi gli operatori turistici locali, l’elaborazione di un’offerta di turismo compatibile con le esigenze di tutela della biodiversità nelle aree protette”.
“La prima fase, quella che si è conclusa con l’assegnazione della Carta – spiega ancora il Presidente Francesco D’Amore – ha visto l’Ente creare un modello di progettualità e condivisione basato su una convenzione siglata con tutti i Comuni del Parco, nell’ottica di obiettivi e finalità di sviluppo comuni, in sinergia con il territorio a 360 gradi, come successo anche nell’ambito della costituzione della prima Green Community d’ Italia. Concluso il primo step, il percorso futuro guiderà l’Ente lungo la strada di un turismo sempre più sostenibile, unendo natura, realtà e operatori”.
“La strada da seguire in questi cinque anni sarà proprio quella di una progettualità unitaria, portando avanti, al contempo, la seconda e terza fase del percorso CETS: la certificazione degli operatori del territorio e, infine, la commercializzazione dei pacchetti turistici tramite le offerte degli operatori certificati” – dichiara il direttore Chiuchiarelli.
“Il riconoscimento della Carta Europea del Turismo Sostenibile attesta la qualità e la sostenibilità dell’offerta turistica del nostro parco regionale ed il fatto che avvenga tramite un soggetto certificatore europeo, quindi terzo, quale Europarc, ci rende consapevoli del gran lavoro fatto e al tempo stesso responsabili e attenti a ciò che dovremo fare come territorio del Parco”, conclude Cercarelli.
LA D’ANNUNZIO FESTEGGIA i primi dottori in Logopedia
scritto da Redazione Abruzzo Popolare | 3 Dicembre 2022
Nei giorni scorsi, infatti, si è svolta la discussione delle prime tesi di laurea del corso triennale in Logopedia, coordinato dal professor Michele D’Attilio
Chieti, 1° dicembre 2022. Questi i neodottori in Logopedia della “d’Annunzio”: Alessia Armiento, Sara Bucci, Giampiero Campana, Alessia Lucrezia Casiello, Noemi Cristofano, Maria Grazia D’Angelo, Alessia De Marco, Lucrezia Di Gennaro, Marialuce Ferrante, Giorgia Forte, Marzia Gargaro, Giorgia Gerardi, Milena La Regina, Matteo Lorenzini, Stefania Marfisi, Valentina Palombaro, Micaela Papadia, Alessia Petaccia, Margherita Petronelli, Rosa Anna Piccolo, Valentina Ranalli, Martina Triozzi, Caterina Viale. A valutare i lavori di tesi presentati dai candidati è stata la commissione composta da Michele D’Attilio, Mirco Fasolo, Andrea Lombardinilo, Vittoria Perrotti, Raffaella Franciotti, Maria Beatrice Perilli, Mara Monasterio, Viviana Carletti, Valentina D’Ambrosio.
Il Corso di Laurea, attivato nell’anno accademico 2019/2020, è rivolto alla formazione di professionisti sanitari impegnati nella prevenzione, valutazione e trattamento dei disturbi comunicativo-linguistici e della deglutizione in tutte le fasce di età. L’attività professionale dei Logopedisti può essere spendibile nel settore pubblico, privato convenzionato e libero professionale. All’attività didattica tradizionale si affianca l’attività di tirocinio guidato che viene svolta presso servizi sanitari specialistici pubblici ed altre strutture di rilievo scientifico per il soddisfacimento degli obiettivi formativi.
<Il Corso di Laurea in Logopedia della “d’Annunzio” – spiega il professor Michele D’Attilio, che ne è il coordinatore – vanta un corpo docente di livello elevato in grado di formare al meglio i professionisti sanitari impegnati nel trattamento dei disturbi comunicativi e linguistici che affliggono i soggetti in qualunque fascia d’età. L’obiettivo è soddisfare una richiesta sempre più pressante, che il nostro ateneo ha inteso recepire nel segno della qualità e della convergenza interdisciplinare. L’insieme delle conoscenze acquisite dai nostri laureati costituiranno il bagaglio culturale, scientifico e relazionale necessario ad acquisire la piena competenza professionale e a gestire gli eventi patologici che richiedono l’intervento logopedico. Tali conoscenze – conclude il professor D’Attilio – sono state conseguite mediante la partecipazione a lezioni frontali, esercitazioni di laboratorio, lezioni pratiche in aule attrezzate, sotto la supervisione di docenti e tutor altamente qualificati>.
Maurizio Adezio
IN VINO VERITAS. Sangiorgi, Riccardi ed il nettare di Dio
scritto da Redazione Abruzzo Popolare | 3 Dicembre 2022
Protagonisti a Pettorano sul Gizio il 9 e 10 dicembre
Pettorano sul Gizio, 1° dicembre 2022. È in programma i prossimi 9 e 10 dicembre e poi il 9 e 10 gennaio 2023, a Pettorano sul Gizio (L’Aquila), l’evento denominato ‘Dumas-Il Vino si Racconta’. Al centro della due giorni nel borgo che si trova nel cuore della Riserva del Monte Genzana tutta una serie di iniziative ed incontri volti alla conoscenza, alla valorizzazione e allo studio del vino naturale. La volontà degli organizzatori di ‘Dumas-Il Vino si Racconta’ è quella, infatti, di promuovere il movimento del vino naturale ed in particolare la sua scuola, in una zona montana che non ricade dunque nelle solite aree metropolitane di Chieti, Pescara, Teramo o L’Aquila.
‘Dumas-Il Vino si Racconta’ avrà una sua parte didattica, quindi un momento altamente formativo, con dei corsi di degustazione e la presentazione del libro di Piero Riccardi, ed un momento di intrattenimento legato all’assaggio. I corsi di degustazione, denominati in termine tecnico ‘masterclass’, saranno tenuti da un maestro sommelier, che è il più alto grado che si raggiunge in chi presenta e serve il vino. Due gli appuntamenti centrali che segneranno l’appuntamento di ‘Dumas-Il Vino si Racconta’: un incontro con Ermenegildo Bottiglione sulla transizione del vino, un dibattito aperto che si incentrerà sul tema della sostenibilità ambientale rispetto alla produzione; e la presentazione del libro di Piero Riccardi intitolato ‘Il cuore del vino’. Quest’ultimo è un ex giornalista di ‘Report’ che ha al suo attivo moltissimi documentari e video-riprese sul mondo dell’alimentazione, e da dieci anni produce vini naturali. Da sottolineare come mentre le degustazioni fatte da Sandro Sangiorgi saranno a pagamento, gli incontri con Bottiglione e Riccardi saranno ad ingresso libero, con al termine della presentazione del libro di quest’ultimo la possibilità di una degustazione gratuita dei vini prodotti dallo stesso Riccardi.
Tornando alla figura di Sandro Sangiorgi questi da molti viene descritto come un poeta ed un intellettuale del vino, una persona che riesce nei suoi corsi di degustazione a trasferire conoscenze non solo dal punto di vista tecnico ma anche intellettuali. Sangiorgi è stato scelto come persona chiave della due giorni di ‘Dumas-Il Vino si Racconta’ perché capace di ‘bucare lo schermo’ e di parlare al ‘cuore’ delle persone quando si parla di vino. Per partecipare all’evento a Pettorano sul Gizio è sufficiente collegarsi col sito https://www.antidotes.it/dumas dove si trova il programma e c’è la possibilità di prenotare sia le degustazioni con Sandro Sangiorgi che la sala d’assaggio che si terrà nel Palazzo barocco della Castaldina e che sarà seguito dal distributore di vini Alessandro Calabretta che porta avanti più di una decina di piccole cantine italiane e cinque francesi, con un gruppo di sommelier che proporrà degustazioni guidate. Lo scopo delle due giornate di ‘Dumas-Il Vino si Racconta’ è quello di far sì che i partecipanti possano ricevere una progressione nella comprensione del vino e dell’approccio al vino.
Trattandosi di una prima edizione vi è da parte degli organizzatori la volontà soprattutto di coinvolgere quante più persone possibili i prossimi 9 e 10 dicembre a Pettorano sul Gizio. La scelta proprio del Comune centrale nella Valle Peligna non è casuale perché Pettorano sarà protagonista di tutta l’iniziativa visto che il paese si presta ad un racconto approfondito sui vini, ma si lega anche ad un progetto che sarà presentato durante la due giorni, quello di un osservatorio sul vino naturale, ovvero un ente che possa monitorare l’andamento del mercato connesso a tre assi portanti: il rapporto del vino con la salute dell’uomo, con il paesaggio e con il territorio. Un osservatorio, dunque, che regoli il flusso di dati, e che abbia come input la ricerca su questi tre assi, e come output gli studi, le analisi e le sintesi raccolti dai ricercatori. ‘Dumas-Il Vino si racconta’ vi aspetta tutti, dunque, a Pettorano sul Gizio per un appuntamento imprescindibile per chi vuole saperne di più sul mondo del vino a trecentosessanta gradi.
SCIOPERO GENERALE, manifestazione in Piazza Unione!
scritto da Redazione Abruzzo Popolare | 3 Dicembre 2022
Venerdì 2 dicembre a Pescara
Pescara, 1° dicembre 2022. USB è promotrice dello sciopero generale del 2 dicembre 2022, in questa occasione, i lavoratori abruzzesi terranno un presidio in Piazza Unione a Pescara sotto gli uffici della Regione Abruzzo, a partire dalle ore 10:00.
Oltre che per sostenere le motivazioni dello sciopero a livello nazionale, USB Federazione Abruzzo e Molise ha chiesto una contestuale interlocuzione con i consiglieri regionali abruzzesi per discutere di alcune scottanti problematiche che interessano il nostro territorio.
USB proporrà, agli amministratori, le seguenti iniziative:
Riguardo il carovita
– l’insediamento di un tavolo permanente di monitoraggio delle situazioni di sofferenza di famiglie e imprese;
– una forte azione nei confronti governo nazionale affinché si attivi per la tassazione di tutti gli enormi extraprofitti accumulati dalle aziende energetiche.
Riguardo la sicurezza sui posti di lavoro
– di fare pressione a livello politico nazionale per l’istituzione del reato di “omicidio sul lavoro”;
– di istituire di una commissione regionale permanente per il monitoraggio sulla sicurezza nei luoghi di lavoro;
– il forte potenziamento del personale negli organi ispettivi.
Riguardo alle problematiche dei lavoratori immigrati
– di individuare le problematiche che ritardano il rilascio dei permessi di soggiorno;
– di promuovere la costituzione di un tavolo permanente interistituzionale aperto ai rap-presentanti della popolazione migrante.
A livello nazionale USB conferma la necessità di scendere in lotta per cambiare la politica sociale ed economica del governo Meloni e sarà in presidio a Pescara durante lo sciopero generale nazionale che coinvolge tutte le categorie del pubblico impiego e del lavoro privato, dall’industria ai trasporti, dalla sanità alla scuola, e parteciperà in massa alla manifestazione nazionale di sabato 3 dicembre a Roma con appuntamento alle ore 14 in Piazza della Repubblica per chiedere di
ABBASSARE LE ARMI, ALZARE I SALARI!
Unione Sindacale di Base
Federazione Abruzzo e Molise
pescara@usb.it
UN ALBERO per ogni nuovo nato
scritto da Redazione Abruzzo Popolare | 3 Dicembre 2022
Una legge di 30 anni fa!
Pescara, 30 novembre 2022. Era il 1992 quando venne promulgata la L. 113/92: “Obbligo per il comune di residenza di porre a dimora un albero per ogni neonato, a seguito della registrazione anagrafica” (la cosiddetta Legge Rutelli). Un legge di grande importanza e lungimiranza, potremmo diure oggi, essenzialmente per due ragioni: la prima perché questa è nata come una legge proiettata verso il futuro, visto i tempi con cui gli alberi crescono, quindi rivolta ai cittadini di domani, alle future generazioni; la seconda, allo stesso modo, perché le aree destinate ad accogliere le piante poi non potevano e non possono cambiare di destinazione d’uso (“Tali aree non possono comunque essere successivamente destinate a funzione diversa da quella di verde pubblico”, recita l’articolo 3).
Più recentemente la norma è stata modificata e completata, con la L. 10/2013: “Norme per lo sviluppo degli spazi verdi urbani”, che introduce anche il “bilancio arboreo”: ogni sindaco deve far sapere quanti alberi ha trovato al suo insediamento e quanti ne lascia al termine del mandato.
Una norma nel complesso ancora troppo disapplicata in ambito nazionale, in quanto non sono previste sanzioni per gli inadempienti, se non quella politica, e che solo localmente ha avuto riscontri interessanti. Pescara è una delle città in cui dal 1992 si è fatto qualcosa, ma evidentemente non in termini incisivi, come auspicato dalle norme.
Se dal ‘92, fossero stati piantati alberi 800 piante ogni anno, ovvero circa il numero dei nuovi nati da quell’epoca per ogni anno, oggi avremmo un bosco con 24.000 alberi per una estensione anche di 60 ettari, vincolato, cioè il raddoppio della Riserva Dannunziana (56 ha).
Una breve nota esplicativa del DM 2 aprile 1968, n. 1444 può far capire meglio il senso della proiezione. La norma disciplina gli aspetti quantitativi del verde pubblico e fissa come soglie minime per abitante: (…) 9 mq di aree per spazi pubblici attrezzati a parco e per il gioco e lo sport, effettivamente utilizzabili per tali impianti con esclusione di fasce verdi lungo le strade e 2,5 mq di aree di parcheggi. Prendiamo Pescara come esempio, con 120.000 abitanti:
9 mq/ab fanno 108 ettari: la Riserva Dannunziana è poco più di 50 ha, poi ci sono tante altre aree verdi …
2,5 mq/ab di parcheggi per auto fanno 30 ettari. Se però moltiplichiamo il numero di auto per abitanti (media Italia oltre 6/10) e considerando lo spazio statico occupato da un’auto in 10 mq, si ottengono 72 ettari, ovvero già oltre 40 in più di quelli minimi previsti dalla normativa. Ma se consideriamo lo spazio dinamico (25 mq, dovendo un’auto entrare e uscire da un parcheggio), allora gli ettari diventano 150, cioè 120 in più, cioè oltre 10 volte l’area del Parco centrale. Dentro 120 ettari, con un sesto di impianto 5×5, ci entrano quasi 50.000 alberi, ADULTI;
Se applicassimo quindi lo stesso schema logico del parcheggio per il verde pubblico, dovremmo avere una superficie dedicata al verde di 540 ettari, cioè 10 Riserve Dannunziane, oppure 40 volte il Parco centrale, a verde!
Qualcosa non torna.
Giancarlo Odoardi
I DISASTRI AMBIENTALI e la congiura dei … colpevoli
scritto da Redazione Abruzzo Popolare | 3 Dicembre 2022
30 novembre 2022
Per il “condonismo” di cui ci parla Alessandro Diotallevi (CLICCA QUI) anche ad Ischia stiamo a piangere l’ennesima tragedia ambientale e alle conseguenti vittime. Come in tante altre occasioni, una questione vera, com’è quello del cambiamento climatico, emerge che il problema non è creato dal cielo, bensì da quello che viene combinato a terra. Ed emerge, soprattutto, che c’è una “congiura” che coinvolge classe politica, nazionale e locale, istituzioni e cittadini.
È evidente come esistano responsabilità degli amministratori locali. Ma oltre alla necessità di premettere quanto siano spesso lasciati soli, travolti da un insieme di leggi e leggine, di norme che non possono essere applicate perché mancano i fondi e il personale qualificato, non si può dimenticare ciò che grida vendetta al cielo in materia di salvaguardia del territorio e la mancanza di una cultura popolare adeguata. E’ questa mancanza diffusa che ha contribuito ad andare avanti con ripetuti e a far trionfare l’impossibilità, l’incapacità e la non volontà di prendere quei provvedimenti fermi necessari, almeno, a risparmiare tanti esseri umani. In particolare, in quelle aree dove si è totalmente abbandonato il territorio, ma comunque si continua a costruire, o in quelle ad alto valore turistico dove gli amministratori locali sono posti ogni giorno di fronte al dilemma tra il rispetto delle norme, che pure non mancano, e la rielezione.
È troppo comodo oggi limitarsi a prendersela con questo o quel sindaco che hanno la sventura di vedere il proprio territorio travolto da una frana. È troppo comodo anche per taluni magistrati “svegliarsi” solo quando ci sono solo da contare dei morti, come l’illegalità fosse stata messa in essere cinque minuti prima di un’alluvione. È pure troppo comodo per i cittadini che hanno voluto costruire dappertutto, che si trattasse o meno di stravolgere gli argini dei corsi d’acqua, di deturpare colline e montagne con sempre nuove strade, di partecipare alla distruzione delle difese naturali del loro territorio.
Ischia, ma tanto altro c’è stato in precedenza e, ahinoi, si ripeterà nel futuro, sta solo a confermare il perverso circolo chiuso in cui finiscono una pessima classe dirigente e le popolazioni che amministrano pretendono, magari, di farsi la casa dappertutto senza rispetto per quelle leggi naturali che, poi, finiscono inevitabilmente a ristabilire equilibri millenari. Ovviamente al costo di distruzioni e di morti.
Siamo un po’ tutti vittime di un salto culturale, cui non si è voluto porre la dovuta attenzione per tempo. Dalla società contadina che viveva un rapporto dinamico, e di sostanziale rispetto, per l’ambiente si è passati alla logica dello sfruttamento intensivo e della massimizzazione dei vantaggi a dispetto della storia dei territori e ignorando i tanti messaggi che la natura lascia nel corso dei secoli. E sempre con l’idea che la “campana” suoni per qualcun altro.
BENEDETTO XVI ULTIMO PAPA. Cosa pensa Ratzinger della Profezia di Malachia?
scritto da Redazione Abruzzo Popolare | 3 Dicembre 2022
Il Papa emerito ha risposto in modo sorprendente, facendo riferimento a San Filippo Neri e ai protestanti “inquieti”
Benedetto XVI ultimo Papa: parola di Malachia, abate e arcivescovo cattolico irlandese, titolare dell’arcidiocesi di Armagh. Malachia visse tra il 1095 e il 1148, e fu proclamato santo da papa Clemente III, il 6 luglio 1190.
La devozione dei fedeli gli attribuisce diversi miracoli e una visione riguardante l’identità degli ultimi papi, le cosiddette Profezie sui papi, raccolte (sulla base di un manoscritto attribuito, appunto, a Malachia) nell’omonimo volume, pubblicato nel 1595, a Venezia, dal monaco benedettino Arnold Wion.
Cosa dicono le profezie
Le profezie sarebbero la conseguenza di una visione avuta da Malachia a Roma nel corso del pellegrinaggio che aveva compiuto al soglio di San Pietro.
Si tratta di 111 descrizioni sintetiche di altrettanti pontefici, fatte con brevi frasi latine. Dopo le 111 frasi, ecco che l’autore del testo conclude la sua esplorazione del futuro con questa ulteriore e ultima profezia, secondo cui:
“durante l’ultima persecuzione della Santa Romana Chiesa siederà Pietro Romano, che pascerà il suo gregge fra molte tribolazioni; quando queste saranno passate, la città dai sette colli sarà distrutta e il tremendo Giudice giudicherà il suo popolo”.
La gloria dell’ulivo
Scorrendo l’elenco dei papi descritti da Malachia, ci accorgiamo che i 111 papi da lui descritti sono trascorsi. Benedetto XVI corrisponderebbe all’ultimo, contrassegnato come De gloria olivae, la gloria dell’ulivo, che richiama un simbolo benedettino.
Siamo dunque arrivati a «Petrus Romanus»? È papa Francesco, il vescovo arrivato dalla «fine del mondo», come ebbe egli a definirsi la sera dell’elezione parlando alla folla di piazza San Pietro, l’ultimo vicario di Cristo? E ora cosa succederà? La fine del mondo e dei tempi, o forse «soltanto» la fine della Chiesa? Il tutto, naturalmente, se prendiamo in considerazione che le profezie di Malachia siano attendibili.
Si è molto discusso sull’autenticità di questo testo, e molti sono i misteri che lo circondano. Una delle indagini più approfondite, l’ha compiuta Paolo Gulisano in “Malachia, tra storia e misteri” (Ancora editrice).
Il contesto della profezia
La perdita della libertà, la persecuzione religiosa, la devastazione materiale che si abbatterono sulla Chiesa nelle isole Britanniche, in Inghilterra prima e poi in Irlanda e in Scozia, possono essere all’origine delle Profezie sui papi attribuite a Malachia.
È questa l’ipotesi sorprendente e suggestiva che è stata fatta proprio dal 111° pontefice della lista, Benedetto XVI. Nel libro-intervista Ultime conversazioni, il giornalista e scrittore tedesco Peter Seewald pone al Papa emerito questa domanda:
«Lei conosce la profezia di Malachia, che nel medioevo compilò una lista di futuri pontefici prevedendo anche la fine del mondo, o almeno la fine della Chiesa. Secondo tale lista il papato terminerebbe con il suo pontificato. E se lei fosse effettivamente l’ultimo a rappresentare la figura del papa come l’abbiamo conosciuto finora?».
Tra ironia e San Filippo Neri
La risposta di papa Ratzinger è sorprendente:
«Tutto può essere. Probabilmente questa profezia è nata nei circoli attorno a Filippo Neri. A quell’epoca i protestanti sostenevano che il papato era finito, e lui voleva solo dimostrare, con una lista lunghissima di papi, che invece non era così. Non per questo, però, si deve dedurre che finirà davvero. Piuttosto che la sua lista non era ancora abbastanza lunga!».
Benedetto XVI, non senza una certa ironia, sembra dare la sua risposta all’enigma sul quale si sono arrovellati a lungo gli studiosi.
Dopo un possibilista «tutto può essere», ecco l’ipotesi che non era mai stata avanzata da nessuno: la profezia verrebbe da san Filippo Neri o da quelli che il papa chiama «circoli» che erano attorno al santo dell’allegria. Una ipotesi originale e suggestiva, mai formulata prima. Le profezie, dunque, sarebbero di san Filippo, e della sua compagnia, e non di san Malachia?
Il fondatore della Congregazione dell’oratorio
San Filippo, diventato sacerdote a trentuno anni, diede vita a Roma ad una comunità, che più tardi – per volere delle autorità ecclesiastiche e dei suoi stessi amici e discepoli – divenne una congregazione religiosa. Nacque così, senza un progetto preordinato, la «Congregazione dell’oratorio»: la comunità dei preti che nell’oratorio avevano non solo il centro della loro vita spirituale, ma anche il più fecondo campo di apostolato.
Nei «circoli» attorno a san Filippo, come li definisce Ratzinger, c’era fin dagli inizi un giovane di nome Cesare Baronio, un nome che ritornerà più avanti. Sarebbe diventato anch’egli sacerdote e membro della Congregazione dell’oratorio. Sarebbe poi divenuto il primo successore di san Filippo come Superiore della comunità. Uomo di grande fede e pietà, si dedicò con grande intensità agli studi. Divenne uno dei più grandi studiosi della storia della Chiesa.
Le provocazioni dei protestanti
Torniamo alle dichiarazioni di Benedetto XVI: il Papa emerito suppone che la pubblicazione delle profezie fosse una sorta di risposta alle provocazioni di parte protestante che davano il papato come finito. Quali protestanti? In quel momento storico la parte del variegato mondo protestante più aggressiva era quella inglese. In Francia l’anno prima il re protestante Enrico IV si era appena riconciliato con la Chiesa («Parigi val bene una messa»), grazie all’azione di un ecclesiastico di grande cultura e prestigio che era stato inviato presso di lui per riconciliarlo con la Chiesa e mettere fine alla guerra tra cattolici e calvinisti: Cesare Baronio. Si ancora lui, l’allievo prediletto di San Filippo Neri.
In Inghilterra invece regnava trionfalmente Elisabetta I, che in quegli anni aveva fatto dell’Inghilterra un impero che dominava pressoché in tutti i continenti. Una regina che odiava profondamente la Chiesa, che l’aveva perseguitata con un odio implacabile, che aveva dichiarato guerra senza pietà alla principale potenza cattolica, la Spagna. Una donna che formalmente era protestante, ma che nei fatti si circondava di alchimisti, di maghi, come il celebre John Dee, e che aveva promosso una sorta di culto idolatrico della sua persona. I cattolici inglesi perseguitati erano bollati col nome di «papisti», tanto era l’odio della sovrana per coloro che riconoscevano nel successore di Pietro la guida della vera Chiesa di Cristo.
Ecco allora che le sibilline frasi di Benedetto XVI – che non hanno mai avuto un ulteriore chiarificazione – ci possono suggerire almeno tre ipotesi.
1) I circoli di San Filippo Neri
In primo luogo, nei circoli attorno a san Filippo Neri si sviluppa un interesse di tipo apologetico per il papato, che produce un documento in cui si elencano ben centoundici pontefici.
Una risposta agli stregoni della corte elisabettiana che predicevano l’imminente fine di Roma, la «nuova Babilonia». Il risultato però è quello di centoundici enigmatiche definizioni, che si concludono con una visione tragica, drammatica: la fine di Roma, la fine del papato. Esattamente quello che sognavano i protestanti.
2) Cesare Baronio
Un’altra ipotesi è quella che Cesare Baronio fosse venuto effettivamente in possesso – magari in Francia, dove si recava di frequente – di un manoscritto rimasto fino a quel momento inedito, le profezie di Malachia.
Il manoscritto potrebbe essere rimasto per secoli tra le mura silenziose di Clairvaux. Possiamo immaginare che Malachia lo avesse con sé durante il suo ultimo viaggio, terminato anzi tempo a Clairvaux.
E poi Baronio, una volta avuto tra le mani il manoscritto, lo avrebbe portato a Roma e diffuso nei “circoli” di San Filippo.
3) Falso storico
Per molto tempo gli storici hanno sostenuto anche l’ipotesi di un falso. A sostenere questa ipotesi il sospetto che la profezia di Malachia potrebbe rientrare nella consuetudine di usare sedicenti testi profetici come armi psicologiche, per influenzare gli eventi, prospettando come sicuri e inevitabili gli sviluppi più congeniali a chi aveva elaborato il testo. L’ironico commento di Ratzinger potrebbe anche far pensare che il Papa emerito suffraghi questa ipotesi.
Tuttavia, sembra strano che abbia voluto rivelarla proprio in quello che potrebbe essere il suo ultimo scritto, una sorta di testamento spirituale.
SORPRESO PESCATORE ABUSIVO che posizionava reti da posta
scritto da Redazione Abruzzo Popolare | 3 Dicembre 2022
Le attività della Guardia Costiera
Giulianova, 30 novembre 2022.Utilizzava una piccola barca come vera e propria unità da pesca con tanto di reti a bordo, il pescatore abusivo sorpreso nei giorni scorsi dai militari dell’Ufficio Circondariale marittimo di Giulianova, appostati sul litorale di Cologna Spiaggia nel comune di Roseto, dove era intento a trasbordare il frutto dell’attività di pesca illecita praticata.
Credendo di non essere osservato aveva posizionato nei giorni precedenti 3 reti da posta, utilizzate solitamente da pescatori professionali muniti di apposita licenza ed era in procinto di sbarcare il prodotto ittico irregolarmente pescato, ma sul posto era già presente la Guardia Costiera di Giulianova pronta a contestargli la condotta illecita.
Effettuati i controlli di rito, i militari appuravano anche l’assenza della polizza assicurativa del motore utilizzato a bordo dell’unità e pertanto, oltre a procedere al sequestro di circa 400 metri di reti da posta, del motore fuoribordo e di 65 chilogrammi di prodotto ittico di varie specie, sanzionavano il pescatore abusivo per aver effettuato attività di pesca sportiva con attrezzi non consentiti e per aver navigato in assenza di copertura assicurativa, per un importo complessivo pari a 2165 Euro.
Il pescato, frutto dell’attività illecita, dopo esser stato dichiarato idoneo al consumo umano dall’Autorità sanitaria, veniva donato in beneficienza all’Azienda Pubblica di Servizi alla Persona n° 2 di Teramo.
Le attività di verifica condotte dall’Ufficio Circondariale marittimo di Giulianova, al fine di garantire il rispetto delle pertinenti normative in materia di pesca, proseguiranno anche nei prossimi giorni al fine di tutelare i consumatori, la risorsa ittica e gli operatori che svolgono, nel rispetto delle leggi, le attività di pesca professionale.
IMPEGNATI NELLA LOTTA. ALI Abruzzo sostiene gli Amministratori di Lazio e Abruzzo
scritto da Redazione Abruzzo Popolare | 3 Dicembre 2022
Contro il caro pedaggi e per la sicurezza della A24/A25
Pescara, 29 novembre 2022. “ALI Abruzzo sostiene Sindaci e Amministratori locali impegnati, ormai da cinque anni, nella lotta contro il “caro-pedaggi” e per la sicurezza delle Autostrade A24 e A25”
Così Giacomo Carnicelli, presidente di ALI (Autonomie Locali Italiane) Abruzzo, che spiega “Oltre cento Amministratori di Abruzzo e Lazio, con ammirevole sforzo organizzativo e con una straordinaria perseveranza sono riusciti, in questi anni, a tenere vivo il tema del caro pedaggi e della sicurezza delle autostrade, rimanendo uniti in una Rete che ha cercato una costante interlocuzione con i Ministri delle Infrastrutture che si sono succeduti al Governo, non rinunciando a momenti di accesa protesta.
Questa azione è stata certamente determinante per il blocco degli aumenti dei pedaggi ottenuti in questi anni. Un risultato fondamentale per l’Abruzzo, poiché tali aumenti sarebbero insostenibili per l’intero sistema socioeconomico della nostra Regione
È bene ricordare, infatti, che per vaste Aree Abruzzesi le autostrade sono, di fatto, l’unica infrastruttura di collegamento. Non è accettabile ogni ulteriore penalizzazione di queste Aree che, è bene ricordare, soffrono di una cronica marginalità e stanno vivendo un marcato spopolamento”
“Oggi siamo con gli Amministratori di Abruzzo e Lazio che protestano al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti” conclude Carnicelli “per chiedere al Ministro Salvini di convocare i Sindaci. Ribadiamo, inoltre, che questa convocazione deve essere aperta e plurale, lasciando ai Sindaci piena autonomia nella scelta della delegazione deputata ad incontrare il Ministro, così come, del resto, è sempre avvenuto in passato”
Giacomo Carnicelli, Presidente di ALI Abruzzo
TORNA LA STORICA FIERA di Sant’Andrea
scritto da Redazione Abruzzo Popolare | 3 Dicembre 2022
Apre lo spazio solidale
Luco dei Marsi, 29 novembre 2022. Torna in grande stile la storica Fiera di Sant’Andrea a Luco dei Marsi e, nella prima edizione libera dalle limitazioni pandemiche, si veste di solidarietà. La tradizionale kermesse animerà le vie del centro storico dalle prime luci dell’alba e per tutta la giornata di domani, 30 novembre, e vedrà la partecipazione di espositori provenienti da diverse aree d’Abruzzo e dalle regioni limitrofe, che proporranno al vasto pubblico prodotti tipici e di nicchia accanto a tessili, prodotti florovivaistici, manufatti artistici, artigianato, specialità gastronomiche dolci e salate.
Gli allestimenti si snoderanno tra piazza Umberto I a piazza Sant’Antonio, attraverso Corso Vittorio Emanuele. Nella piazza centrale saranno presenti quest’anno le Casette della Solidarietà, che vedranno protagonisti l’Unicef, che proporrà, tra le altre iniziative, le amatissime Pigotte, e il Gruppo Marsarte, l’associazione artistica presieduta dal Prof. Maurizio Lucci, che esporrà per la vendita le opere degli Artisti aderenti; tutto il ricavato dalle iniziative sarà devoluto in beneficenza.
“La storica Fiera di Sant’Andrea è uno degli appuntamenti più sentiti e identitari per la nostra cittadina”, spiega la sindaca Marivera De Rosa, “Si è preservata, nel tempo, viva testimonianza delle nostre origini e delle trasformazioni che ha vissuto la nostra comunità. Quella di quest’anno sarà un’edizione speciale nella sostanza, perché la prima dopo le restrizioni dettate dalla pandemia, e sarà caratterizzata anche dalle iniziative solidali che abbiamo voluto proporre, in sinergia con le Associazioni aderenti, proprio quale buon auspicio, all’insegna della vicinanza e dell’attenzione ai più fragili. Invito tutti a partecipare”.
COLLETTA ALIMENTARE 26° giornata nazionale
scritto da Redazione Abruzzo Popolare | 3 Dicembre 2022
Italia che (r)esiste, in tanti hanno donato una spesa a chi è in difficoltà
In Abruzzo e Molise in 423 supermercati donate 210 tonnellate di cibo in un solo giorno
Pescara, 28 novembre 2022. La Giornata Nazionale della Colletta Alimentare è ripartita senza le restrizioni determinate dal Covid degli ultimi due anni: una giornata resa possibile dalle tantissime persone che hanno scelto ancora una volta di rimboccarsi le maniche, di coinvolgersi direttamente senza delegare ad altri la responsabilità di un gesto di solidarietà capace di educare alla carità e quindi costruire.
Grande la disponibilità e l’entusiasmo dei volontari e tante le testimonianze di persone che con generosità hanno donato. In una situazione di evidente difficoltà economica, conforta il fatto che le quantità raccolte a livello nazionale siano state circa 6.700 tonnellate.
ai come in questo anno tante le persone che si scusavano con lo sguardo dispiaciuto della loro impossibilità a donare qualcosa in più: segno di una generosità, di una preoccupazione per gli altri, di un attaccamento alla Colletta, ma anche di prospettive preoccupanti.
Nelle due regioni in cui siamo presenti sono state donate 181 tonnellate di prodotti in Abruzzo, in 349 punti vendita e grazie al coinvolgimento di 4 mila volontari. In particolare: nella provincia di Pescara 57 tonnellate, 41 nella provincia di Chieti, 49 nella provincia di Teramo e 34 nella provincia de L’Aquila.
In Molise sono state 29 le tonnellate di prodotti donati, in 74 punti vendita grazie al coinvolgimento di 1.000 volontari, 24 le tonnellate donate nella provincia di Campobasso e 5 nella provincia di Isernia.
Le 210 tonnellate di alimenti donati, nelle prossime settimane, saranno distribuite alle 224 associazioni caritatevoli aiutate dal Banco Alimentare (183 in Abruzzo e 41 in Molise) che sostengono 38.927 persone indigenti (33.185 in Abruzzo e 5.742 in Molise).
“I numeri sono importanti ma non raccontano tutto il vero valore di un gesto come quello della Colletta – dichiara Antonio Dionisio, Presidente Banco Alimentare Abruzzo e Molise – Perché dietro ogni kg donato, c’è una storia, un volto, una commovente testimonianza di un’attenzione semplice, sincera e generosa per la situazione di chi ha più bisogno. Dietro ogni kg ricevuto, inscatolato, pesato e portato al magazzino c’è una storia, un volto, uno sguardo di stupore e un sorriso disarmante di accoglienza, generato dal sorprendersi parte di una nuova socialità operosa. Un sorriso che quest’anno ha visto tra i volontari tantissimi ragazzi accesi da un contagioso desiderio di bene da cui ripartire per costruire il bene comune. Tutte queste storie costituiscono il vero successo della Colletta.”
Tutto questo ci sprona a continuare il nostro quotidiano lavoro di raccolta e distribuzione delle eccedenze nella filiera agroalimentare. Ma anche ad invitare tutti a proseguire la Colletta online sulle piattaforme Amazon, Carrefour, Easycoop e Esselunga: una ulteriore occasione per aiutarci ancora a sostenere chi si trova in difficoltà.
Ringraziamo tutti coloro che con il loro impegno e il loro sacrificio hanno reso possibile il manifestarsi di una così grande condivisione e solidarietà.
ANCHE CUTROFIANO SI ARRENDE alla Lg Umbyracing Futura Teramo
scritto da Redazione Abruzzo Popolare | 3 Dicembre 2022
Quinta vittoria consecutiva, battute le pugliesi 3-1
Teramo, 28 novembre 2022. Con un Cipriani in più nel motore, esordio positivo (10 punti) dopo l’infortunio e l’operazione al ginocchio, la LG UmbyRacing batte 3-1 Cutrofiano conquistando la quinta vittoria di fila. Biancorosse sul velluto, a parte l’appannamento nel terzo parziale concesso alle pugliesi. Gara da “Cuore di Mamma”, come lo sponsor delle ospiti, cuore di mamma perché Cutrofiano ha schierato Vivien Di Diego, ex di lusso, figlia del nostro coach Marcela e sorella della palleggiatrice Celeste.
Teramo aveva bisogno dei tre punti per allungare in classifica e l’obiettivo finale è stato raggiunto, concedendo però un set alle avversarie. Da segnalare l’assenza di Monica Lestini tenuta a riposo a scopo precauzionale, per un leggero risentimento muscolare. Nella prima frazione, dopo un inizio in equilibrio, 5-5, la Futura allunga grazie alla buona percentuale a muro ed in ricezione, fino al 16-10, 19-13, 23-17, per chiudere 25-19 in 22 minuti.
Stessa musica nel secondo set con Teramo avanti 8-1, 15-4, 19-6, 23-7, e finale 25-7. Ci si aspetta lo stesso cliché nel terzo parziale. Cutrofiano però, gioca meglio trovando le biancorosse un po’ appagate. Ne viene fuori una frazione con le pugliesi sempre avanti 13-20, fino al 17-25 finale. Nel quarto set, però, Teramo aggiusta il tiro anche se c’è equilibrio fino al 6-6. Poi La LG UmbyRacing ingrana la quinta, portandosi avanti fino al 22-13 che non lascia scampo alle avversarie, chiudendo la frazione 25-19, rintuzzando il ritorno pugliese. Tre punti importanti, alla luce della prossima trasferta a Bisceglie di sabato prossimo. Lasciateci dire brave a tutte, ma un plauso va a Sara Cipriani, tornata in campo dopo un lungo stop ed al capitano Di Paolo autore di 27 punti.
LG UMBYRACING FUTURA TERAMO 3
CUORE DI MAMMA CUTROFIANO (LE) 1
(25-19; 25-7; 17-25, 25-19)
LG UMBYRACING FUTURA TERAMO: Peroni, Ragnoli 12, Cipriani 10, Di Diego 2, Mattucci, La Brecciosa, Di Paolo 27, D’Egidio, Mazzagatti 12, Di Carlo 7, Di Sabatino, Ventura. All. Corzo.CUORE DI MAMMA CUTROFIANO (LE): Di Diego 15, Danaila 8, Fatticcioni 6, Ianne, Greco 4, Ungaro 13, Martella, D’Urso, Baratella, Altavilla, Carichino, Natalizia 3, Brandi. All. Salomoni.
Patrizio Visentin
AMICACCI AL GIRO DI BOA della regular season
scritto da Redazione Abruzzo Popolare | 3 Dicembre 2022
Tre vittorie e due sconfitte
Giulianova, 28 novembre 2022. Inizio di stagione in crescita per la Deco Metalferro Amicacci Abruzzo, che chiude il girone di andata di Serie A con un bilancio di due sconfitte e tre vittorie. La squadra guidata da coach Carlo Di Giusto, vice-campione d’Italia in carica, si è presentata ai nastri di partenza del campionato 2022/23 con diverse novità. Prima fra tutte la partenza del migliore marcatore della scorsa stagione Adolfo Damian Berdun, ingaggiato dall’ambiziosa Dinamo Lab Sassari, oltre a quella del play lettone Raimunds Beginskis, altro protagonista degli ultimi campionati. A dare nuova linfa al roster dell’Amicacci sono giunti a Giulianova tre giovani talenti israeliani, nel giro della nazionale del proprio Paese: Shay Barbibay, Amit Vigoda e Ibrahim Bahou, che vantano già un’importante esperienza internazionale. Insieme a loro a rafforzare la compagine abruzzese è arrivata Melanie Hawtin, campionessa mondiale con il suo Canada nel 2014, prezioso elemento tattico e di esperienza. Confermata la pattuglia italiana, guidata da Marchionni, Cavagnini, Stupenengo e Benvenuto, a portare continuità al progetto.
Le prime due giornate hanno mostrato ancora una squadra in cerca della migliore chimica, registrando una sconfitta di misura all’esordio sul parquet di una Dinamo Lab Sassari notevolmente rafforzata con il canestro beffa allo scadere dell’olandese Op Den Orth, seguita dalla battuta di arresto casalinga contro la corazzata Santo Stefano, che gioca una grande partita forte di un gruppo già collaudato ulteriormente puntellato dal ritorno dello statunitense Gray.
La Deco Metalferro ha tratto importanti spunti da una partenza impegnativa per trovare immediato riscatto nelle tre gare successive, con i convincenti successi contro Varese e Bergamo, in cui la squadra giuliese ha condotto agevolmente i giochi, seguiti dalla trasferta contro Porto Torres, vinta al termine di un match equilibrato ed emozionante. I ragazzi di coach Di Giusto hanno mostrato carattere, con i sardi spinti dai canestri della canadese Dandeneau, ribaltando il punteggio nel finale con un 7-0 lanciato da una grande tripla di Barbibay e completato dal tiro decisivo di Vigoda a 4 secondi dalla sirena.
La tornata di andata chiude con l’Amicacci Abruzzo al terzo posto del Girone A, dietro all’imbattuta Santo Stefano e alla Dinamo Lab Sassari. La formula del campionato prevede due ragguppamenti da sei squadre, seguiti dalla fase Play-off in cui si incroceranno le rispettive prime quattro classificate. Nell’ultimo week-end il campionato ha osservato un turno di riposo e riprenderà sabato 3 dicembre, con la prima giornata del girone di ritorno che vede la Deco Metalferro ospitare Sassari sul parquet del PalaCastrum. Una sfida che concede agli abruzzesi l’opportunità di scalzare al secondo posto la compagine sarda, un crocevia importante della stagione che precede un appuntamento di prestigio come quello della Supercoppa Italiana, in programma il 17 dicembre. Al PalaMeda l’Amicacci contenderà il trofeo alla Briantea84 Cantù, detentrice dello Scudetto e della Coppa Italia, titoli conquistati nella scorsa stagione superando proprio la compagine abruzzese al termine di sfide appassionanti.
Serie A 2022/2023
Risultati
Banco di Sardegna Dinamo Lab – Deco Metalferro Amicacci 55-54
Deco Metalferro Amicacci – Kos Group Santo Stefano 46-66
Deco Metalferro Amicacci – Amca HS Varese 69-42
Special Sport Bergamo – Deco Metalferro Amicacci 61-74
GSD Porto Torres – Deco Metalferro Amicacci 59-61
Girone A – Classifica
Kos Group Santo Stefano – 10
Banco di Sardegna Dinamo Lab – 8
Deco Metalferro Amicacci – 6
Special Sport Bergamo – 4
GSD Porto Torres – 2
Amca HS Varese – 0
Girone B – Classifica
UnipolSai Briantea84 Cantù – 10
Self Group Millennium Padova – 8
Menarini Volpi Rosse Firenze – 6
Farmacia Pellicanò Reggio Calabria – 4
PDM Treviso – 2
ITOP Giovani e Tenaci – 0
Stefano D’Andreagiovanni
Foto: Daniele Capone
NON CI SIAMO. Il PD verso la rifondazione
scritto da Redazione Abruzzo Popolare | 3 Dicembre 2022
Con quali anime ……?
26 Novembre 2022
Il Pd si avvia verso una fase di rifondazione?
Il dibattito finora è sembrato più condizionato dalle autocandidature ai vertici. Mentre è evidente la necessità che, per prima cosa, il partito più importante di quell’area vasta che si definisce di centrosinistra ritrovi per prima cosa un’anima. Il che significa il primo presupposto per presentare agli italiani un’idea del loro futuro.
Il partito oggi guidato da Enrico Letta non ha mai risolto il problema rappresentato dalle tante anime che lo costituiscono finendo per appiattirsi su una cultura politica distante dalla propria tradizione, o almeno delle sue principali componenti, quella dei post-comunisti e quella dei cattolici democratici, che per decenni, in un quadro di rispetto dei diritti e delle libertà dei singoli, si sono dedicate soprattutto al grande tema dei diritti collettivi e sociali.
È evidente come l’accentuazione di un’impronta radicale ha posto dei problemi a gran parte di quel mondo cattolico che animato da una viva tensione ed attenzione sociale ha sempre preferito il centrosinistra in uno schema bipolare che offriva altrimenti la mera scelta della conservazione. Questo problema non appare in via di soluzione. Anzi, c’è da prevedere che la scelta finirà per cadere sull’accentuazione della linea che finora ha portato il Pd a presentarsi come il rappresentante solo di una parte del mondo progressista.
E c’è chi, al riguardo, comincia ad alzare la voce. A noi è capitato di imbatterci in quella di Monica Canalis, consigliera regionale Pd nel Piemonte, la quale così valuta su Facebook la composizione del Comitato costituente del Pd:
– Articolo 1 rientra nel Pd senza che nessuno abbia chiesto il parere della base. Non solo. Roberto Speranza addirittura è designata come garante del processo costituente insieme a Letta. Vale a dire che il leader di un partito scissionista farà da garante alla rifondazione del nostro partito. Una roba da neuro…
– Si conferma il romanocentrismo del partito, che avevo già recentemente denunciato. I territori non sono stati coinvolti nella composizione di questo comitato. L’architettura federale del partito nato nel 2007… oggi semplicemente non c’è più. Decidono tutto a Roma, premiando la nomenclatura romana, quella che ci ha fatto perdere in questi anni.
– Per il Piemonte entrano nel comitato solo Borsotto, Damiano, Fassino, Rossomando, Saraceno, Turco. Cioè solo ex PCI. Mandato in soffitta il pluralismo interno, come se i Popolari non fossero altro che una stampella dei socialisti. Chiuse le porte alle nuove leve.
– Sono pochissimi i cattolici di peso: Delrio, Magatti, Piccoli Nardelli, Andreatta, Furlan.
– Questo comitato costituente pare più un concentrato di nomenclatura romana espressione del congresso 2019. Non si apre ai giovani e ai territori. Non ammette la responsabilità degli anziani rispetto all’attuale crisi del Pd. Sembra mirare a trasformare il Pd in un partito socialista sul modello partito socialista francese o Spd tedesca.
Non ci siamo
TORNA LA NECESSITÀ di ridefinire la linea di costa nel tratto della Riserva
scritto da Redazione Abruzzo Popolare | 3 Dicembre 2022
Presentata altra richiesta in capitaneria di porto
Roseto degli Abruzzi, 26 novembre 2022. Nella giornata di venerdì, grazie al legale di fiducia dell’associazione Fabio Celommi, è stata presentata una missiva per chiedere di far ripartire i lavori per una nuova confinazione della linea di costa. Può sembrare paradossale ma secondo le cartine il tratto che oggi è interessato dalla spiaggia e, in alcuni punti addirittura del mare, sono censiti come terreni. Questo disallineamento fra la realtà di fatto e la realtà cartografica è stata resa ancor più palese dalla recente sentenza del Tar a favore di una nota ditta della provincia di Teramo che riconosce che quei tratti sono spiaggia e non terreni attribuendo agli enti pubblici possesso e obblighi di manutenzione.
Questi lavori di aggiornamento delle cartografie della linea di costa sono necessari per iniziare una seria progettualità di difesa della Costa dalla erosione che sta avanzando. Le cause dell’erosione sono molte alcune devono essere combattute a Monte ed altre a Mare.
Secondo l’Ispra alcune delle linee attuabili e consigliate sono proprio la rinaturalizzazione e il ripristino delle aree dunali. Far ricreare le dune è uno dei pilastri anche del PAN della Riserva. Infatti, nelle recenti mareggiate le aree dove è ancora presente la duna nella riserva Borsacchio, hanno resistito mentre le spiagge dove le dune non sono più presenti il mare è arrivato ai campi e presto, di questo passo, arriverà alla linea della ferrovia come avvenuto già nel tratto sud del litorale abruzzese. Il nostro auspicio è che si trovi una soluzione affinché questa problematica venga risolta e che il fenomeno dell’erosione venga realmente arginato per quanto sia possibile.
L’AQUILA FILM FESTIVAL, verso il gran finale
scritto da Redazione Abruzzo Popolare | 3 Dicembre 2022
Un gran finale di Festival tra lunedì 28 e martedì 29 novembre. Dopo un emozionante avvio con Toni Servillo e tanti appuntamenti ed incontri la conclusione sarà carica di grande Cinema e di grandi ospiti
L’Aquila, 26 novembre 2022. Lunedì 28 è previsto un doppio appuntamento di altissimo livello: presso l’Auditorium del Parco alle 18:00, in occasione del centenario dell’uscita al cinema della pellicola) sarà proiettato “Nosferatu Il vampiro” di Friedrich Wilhelm Murnau sonorizzato dal vivo dal duo toscano Davide Barbafiera e Tommaso Tanzini; alle 21:00 sarà proiettato in anteprima nazionale “Il ritorno” di Stefano Chiantini con la cantante Emma Marrone e Fabrizio Rongione, attore belga lanciato dai fratelli Dardenne.
Martedì 29, poi, un finale di grandissima intensità presenziato dal giovane ma popolarissimo attore Federico Cesari (il Martino Rametta di Skam Italia e il Daniele Cenni di Tutto chiede salvezza) che vedrà sul palco la musica dell’Orchestra di Piazza Palazzo e la partecipazione dei vincitori dell’edizione 2022 del L’Aquila Film Festival. Interverranno anche i componenti delle varie giurie coinvolte: Eleonora Nacimben, Michelangelo Iuliano e Andrea Magnani per la giuria tecnica, Arianna Tomassini, Luca Cialfi e Leonardo Di Pietrantonio per la Giuria Univaq e i trenta ragazzi del PCTO del L’Aquila Film Festival in qualità di giuria selezionatrice per il Concorso Cortometraggi.
Si prospetta dunque un gran finale grazie ad una serata ricca, divertente, leggera e musicale che andrà a chiudere un’edizione particolarmente riuscita ed emozionante.
L’ingresso è libero ma è possibile riservare il proprio posto visitando il sito internet
ROCCO SIFFREDI: la dipendenza dal sesso ha una natura diabolica
scritto da Redazione Abruzzo Popolare | 3 Dicembre 2022
In una recente intervista televisiva la star italiana del porno ha parlato della sua schiavitù dal sesso vissuta con grande sofferenza, ed ha affermato che questa folle ossessione ha caratteristiche demoniache
di Silvia Lucchetti
Il 15 novembre scorso Rocco Siffredi, il re del porno, è stato ospite del programma Belve di Rai2 condotto dalla giornalista Francesca Fagnani.
Perché dovremmo parlarne su un giornale cattolico? molti si domanderanno. Generalmente ci si aspetta poco di autentico, anzi, pochissimo, da una persona come lui. E infatti gli inizi dell’intervista hanno rispettato i pronostici: al saluto della conduttrice il pornodivo risponde con la classica battutina a doppio senso.
Rocco Siffredi e la sofferenza causata dalla schiavitù dal sesso
Ma c’è un passaggio che mi ha particolarmente colpito, e che esce fuori dalla solita narrazione del pornodivo fatta di prestazioni, particolari hard, guadagni da capogiro ed episodi accaduti sul set. Siffredi, ha confidato commosso qualcosa di profondo e doloroso di sé: il desiderio di castrarsi e di morire per liberarsi dalla dipendenza dal sesso.
E non è tutto. L’intervista apre a una seria riflessione che non ci saremmo mai aspettati venire stimolata da questo personaggio.
Con 1700 film all’attivo, e 130 premi vinti, l’attore ha annunciato una (semi)novità: ha smesso da pochi mesi per la terza volta (sperando sia quella buona) di recitare nei film pornografici, ma non di girarli. Perché: “il porno non è solo la mia vita è anche il mio lavoro”.
“Non recito più”
Finalmente sembra che mi sono fermato eh! – afferma – da un po’ di tempo non faccio più nulla come attore, non più davanti alla telecamera. (…) E sembra che ce la sto facendo, perché ho detto tre volte mi fermo e poi ci ricasco, sono molto debole da quel punto di vista. (…) mi dirigo completamente verso mia moglie. Una volta mi dissero: “Rocco, il segreto è guardare solo tua moglie e tutta l’energia solo su di lei”. Devo dire che sta funzionando.
Siffredi è sposato da 29 anni con la moglie Rozsa e sono genitori di due figli.
L’abisso della promiscuità
Nel 2004 aveva per la seconda volta lasciato il mondo del porno proprio per dedicarsi alla famiglia, per avere un rapporto più puro e autentico con Rosa. Ma purtroppo non riesce a rispettare questo proposito. La giornalista legge una passata dichiarazione di Siffredi:
“Sono andato con più di mille prostitute per strada perché ero pazzo. Mia moglie è così carina ma mi mancava la varietà”.
Uomini, donne, trans
Lui la commenta così: Non solo prostitute, tutto quello che la dipendenza ti dà. Esci e vedi uomini, donne, trans. Tutto. (…) i bambini mi dicevano: “papà giochiamo, papà giochiamo”. E io dicevo: “papà deve uscire adesso, poi arrivo arrivo”. Tutti i giorni, tutti i giorni.
E invece tornava a casa tardi la sera, dopo aver avuto per tutta la giornata “rapporti no stop”.
Rocco Siffredi: andavo con chi capitava senz’anima
Non mi sono fatto mancare nulla – continua – semplicemente andavo senz’anima, andavo. Uscivo e se non avessi trovato una prostituta sarebbe stata un prostituto, era uguale, era tutto uguale.
Francesca Fagnani legge una seconda dichiarazione dell’attore:
“Quando questa voglia mi assale nella sua forma più violenta, arrivo persino a pensare che vorrei castrarmi per risolvere il problema. Ma è proprio a quel punto che chiedo aiuto a Dio tramite l’intercessione di mia madre”.
“CHIEDEVO A DIO DI FARMI MORIRE”
Il pornodivo aggiunge e spiega cosa la dipendenza ha causato alla sua persona: il desiderio di morire. Questo è uno dei passaggi più forti di tutta l’intervista:
“Cosa chiedeva in quei momenti a Dio o sua madre?” domanda la giornalista.
Un periodo tragico e difficilissimo durato a lungo, racconta, e da cui oggi ne è uscito “abbastanza fuori” con l’aiuto di sua moglie.
Ho paura che completamente fuori non ci sarò mai, però devo cercare di dirigere le mie energie per riuscirci. Devo dire che sono migliorato molto. Riesco a gestire la mia personalità, a non essere troppo debole.
Rocco Siffredi: “oggi il diavolo è il sesso”
La conduttrice legge una terza dichiarazione:
Lei una volta ha definito questa dipendenza una sorta di diavolo affermando: “mi manda a volte fuori di testa, fino al punto di farmi diventare quasi aggressivo. C’è stata una volta in cui ho avuto paura di non sapermi fermare”.
Il pornostar commenta: Quando si parla di diavolo secondo me oggi il diavolo è il sesso. (…)
La dipendenza dal sesso ha caratteristiche demoniache
È un’affermazione fortissima, in quanto pronunciata da un uomo assolutamente lontano dalla fede. E qualunque accezione si voglia dare al termine da egli usato: “diavolo”, non vi è alcun dubbio che Siffredi viva la sua ossessione per il sesso come qualcosa di demoniaco. Quindi come una forza maligna a cui è non possibile resistere, che prende stabilmente possesso della vita mentale portando l’individuo, attraverso la seduzione di un piacere illimitato, all’autodistruzione.
Le parole di Rocco Siffredi per un credente risuonano angosciosamente come la rappresentazione vivente della modalità subdola con cui il demonio – oggi più che mai – si impossessa di un’anima, rendendola schiava e asservita a sé.
In questo senso egli diventa senza volerlo il “testimonial perfetto” di quanto la Chiesa afferma con forza riguardo i danni gravissimi che la schiavitù dal sesso e la pornografia arrecano agli individui, specialmente i più giovani, svuotandoli della loro vitalità e lasciandoli tremendamente infelici.
25 NOVEMBRE, raddoppiato il numero delle donne in carico alla rete antiviolenza
scritto da Redazione Abruzzo Popolare | 3 Dicembre 2022
Di Loreto e Maretti: “È un dato positivo, significa che la violenza emerge e viene affrontata”. Sindaco su linguaggio: “Indispensabile sconfiggere il patriarcato per formare generazioni senza ipoteche su stereotipi di genere”. Oggi lo spettacolo teatrale al Barbella
Chieti, 25 novembre 2022. Importante punto sui dati inerenti le donne prese in carico dalla rete del Centro Antiviolenza Alpha della città di Chieti e anche sul linguaggio che accompagna la narrazione della violenza di genere: due appuntamenti che ieri sono stati di casa nel Salone storico della Prefettura come seconda tappa della rassegna di eventi de La violenza non è amore, un’iniziativa voluta da Giunta e Presidenza del Consiglio comunale, nata in sinergia con la Centro antiviolenza Alpha, motore della rete comunale e realizzata con il patrocinio della Prefettura di Chieti e con la preziosa collaborazione delle associazioni cittadine che sono anima e cuore degli appuntamenti. Prima la conferenza della Rete, con l’ufficializzazione dei nuovi dati sull’attività compiuta dal centro sul territorio cittadino.
Poi l’incontro pubblico, Le parole che fanno male a cui hanno preso parte oltre al sindaco, all’assessore alle Politiche Sociali e al Prefetto Armando Forgione, al Questore Francesco De Cicco e ai rappresentanti delle forze dell’ordine, due relatrici importanti Paola Spadari, consigliera segretaria dell’Ordine Nazionale dei Giornalisti, I media e il racconto della violenza; Ernesta Bonetti, avvocato di Alpha Centro Antiviolenza, Sterotipi e pregiudizi nel linguaggio della giustizia, moderato dall’esperta in tematiche di Genere del Collettivo Fucsia, Benedetta La Penna.
Domani il programma andrà avanti con il seguente programma:
– Ore 15 piazza Vico: presentazione panchina rossa (da confermare), a cura della CGIL e SPI-CGIL Chieti
– Ore 15.30 Sala Cascella Camera di Commercio: Evento “No alla violenza sulle donne”, saluti di Alessia Antenucci, Segretaria Generale SPI Chieti, Anna Piccone, responsabile coordinamento Donne SPI Chieti, proiezione del film “La scelta di Anne (L’evenement)” regia di Audrey Diwan.
– Ore 17.30-19.30 Anagrafe della sede comunale di Corso Marrucino: Corso gratuito di difesa personale Donne al sicuro, “Diciamo NO alla violenza sulle donne”, a cura dell’associazione I.P.T.S.
I dati in breve. Da novembre 2021 a oggi le donne che si sono rivolte anche solo telefonicamente al centro, per informazioni e consulenze psicologiche e legali sono state 252, di cui 150 per informazioni ne 43 per consulenze legali. Quelle prese in carico sono in tutto 102: si tratta di donne per lo più fra i 30 e i 39 anni (36%), quelle fra i 40-49 sono il 26%, fra i 20 e i 29 anni il 18 e poi, a scendere, fra i 50-59 il 14%, fra i 60 e 69 il 4 e il 2 % fra i 70 e 79. L’84 per cento delle donne prese in carico è di nazionalità italiana, piccole le percentuali di quelle straniere, fra cui donne dall’Ucraina, Marocco, Cuba, Romania, Tunisia, Bangladesh e Venezuela. Autori della violenza per il 43% i mariti, per il 18% il compagno, per il 16% l’ex marito, per il 9% l’ex fidanzato e, ascendere, il fidanzato, un conoscente, un famigliare, l’ex compagno. L’autore della violenza di riferimento è di nazionalità italiana per l’86% dei casi.
Il nostro Centro incontra la realtà di queste donne per lo più a fronte di una denuncia, così è accaduto dal 2015 a oggi, da quando la rete antiviolenza è nata: sono state oltre il 70 per cento le donne che hanno denunciato, oltre il 30 quelle che hanno avuto l’allontanamento dei maltrattanti, sotto il 10 quelle ospitate nelle case rifugio. Tanti i tipi di violenza subita: principalmente quella psicologica, il 36%; poi quella fisica, il 24%; poi quella economica, il 16%; a segui re il 14% violenza sessuale e il 10 stalking.
“Il numero delle donne prese in carico dal Centro Antiviolenza è aumentato, ma non è un fatto negativo – illustra la responsabile del Centro Antiviolenza comunale Marialaura Di Loreto – C’è stato un aumento, perché le donne cominciano ad avere fiducia nell’esistenza di questo Centro e ci chiedono di essere protette. Questo aumento è anche l’onda lunga del Covid, che ha visto esplodere in maniera evidente i casi. L’altro dato è che purtroppo sono aumentate le richieste sulla fascia di età più bassa, sono state tante le donne fra i 19 e i vent’anni di età, ciò significa che va fatta una sensibilizzazione a tappeto nelle scuole per prevenire i casi e formare le donne.
Altro dato positivo è che abbiamo inserito diverse donne nell’empowerment lavorativo che ci consente farle operare nelle aziende che fanno parte della rete e ricominciare. A queste donne va dato atto del grande coraggio che hanno nell’affidarsi al centro antiviolenza, chi chiede aiuto ha sempre molto coraggio, una forza che ci consente di aiutarle a tornare a vivere e lavorare, oppure cominciare a farlo per quante non avevano una vita professionale alle spalle”.
“Quando si parla di violenza contro le donne e di femminicidio non parliamo purtroppo di uno stato di eccezione o di emergenza, ma dell’estrema conseguenza della cultura che lo alimenta e lo giustifica – così il sindaco Diego Ferrara – È un fenomeno strutturale e come tale va affrontato anche a livello istituzionale. Bisogna farlo abbattendo gli stereotipi perché soggezione e obbedienza, rassegnazione, sono ciò che l’uomo della società patriarcale si aspetta dalle donne. Disinnescando già in età scolare la bomba in via di fabbricazione della misoginia e sessismo, si arriverà a non farla esplodere.
Il Comune collabora con la Rete e Politiche sociali e servizi mirati a questo e concertati con il mondo che opera in questo campo. Lo facciamo con l’auspicio di arrivare a ciò che auspicava la poetessa Susanna Chavez in un’affermazione divenuta famosa in tutto il mondo e che purtroppo non le ha salvato la vita: non una donna in meno, non una donna morta in più. A questo dobbiamo e vogliamo tutti puntare lavorando dentro le istituzioni e dentro le famiglie”.
“L’Amministrazione sta utilizzando tutti gli strumenti a disposizione per potenziare interventi e presenza – così l’assessore alle Politiche Sociali Mara Maretti – in primis il Piano sociale, ma soprattutto i servizi alle famiglie, perché il collegamento con gli asili nido, le ludoteche le scuole sono ponti che consentono ai nostri operatori di agire a contatto con le famiglie, cosa per cui sono formati, in modo da poter prevenire i fenomeni e riconoscerli.
Noi abbiamo un atteggiamento sussidiario rispetto alle realtà che operano in questo settore: cooperative, associazioni, che ogni giorno agiscono prendendo in carico le situazioni di fragilità. Io ringrazio tutti coloro che si stanno dando da fare perché oggi le amministrazioni sono assolutamente e giustamente obbligate a creare reti sul territorio con le attività del terzo settore ed è un piacere farlo perché questa azione ci aiuta nella gestione delle criticità del territorio e nella prevenzione. Queste forze sono per noi un braccio operativo, un sostegno concreto, una linfa davvero vitale”.
“Le parole sono pietre – conclude Paola Spadari, segretaria dell’Ordine nazionale dei Giornalisti – I giornalisti devono fare la loro parte nel racconto della violenza al femminile, usando termini corretti e non cadendo nei luoghi comuni degli stereotipi e usando un linguaggio continente, non aggiungendo particolari che sono finalizzati solo a suscitare istinti in chi legge che non remano nel migliorare la cultura rispetto a questo fenomeno, ancora molto significativo, della violenza sulle donne.
Come ordine dei Giornalisti nazionale, nella giornata contro la violenza di genere abbiamo richiamato i colleghi al rispetto delle regole per un’informazione corretta e un linguaggio adeguato a tutela delle vittime. Un assassinio è un assassinio e non si uccide per amore e come tale va descritto anche dai media”.
CAMERATA MUSICALE SULMONESE. Settantesima stagione
scritto da Redazione Abruzzo Popolare | 3 Dicembre 2022
L’ Ateneo Internazionale della Lirica presenta: Il Trovatore di Giuseppe Verdi. Orchestra Sinfonica delle Terre Verdiane. Coro dell’Opera di Parma. Regia di Alessandro Brachetti
Domenica 25 novembre ore 17.00 al Teatro Comunale M. Caniglia
Sulmona, 24 novembre 2022. È il momento della lirica per la Camerata Musicale Sulmonese. Appuntamento con gli appassionati del bel canto per quella che è tra le opere maggiormente eseguite nei teatri di tutto il mondo. Nell’annuale incontro con l’Opera a cura dell’Ateneo Internazionale della Lirica, sul palcoscenico del Teatro Comunale “M. Caniglia” di Sulmona domenica 27 novembre (sabato 26 Teatro dei Marsi di Avezzano) eccezionalmente alle ore 17,00, va in scena “Il Trovatore”, melodramma in quattro atti di Giuseppe Verdi su libretto di Salvatore Cammarano tratto da El Trovador di Antonio García Gutiérrez. Messa in scena con l’Orchestra Sinfonica delle Terre Verdiane Maestro Concertatore e Direttore Stefano Giaroli, il Coro dell’Opera di Parma diretto dal M° Emiliano Esposito, e con la regia di Alessandro Brachetti. Scene e Costumi a cura di Arte Scenica di Reggio Emilia, Coordinamento Musicale di Carlotta Arata.
Gli interpreti:
Diego Cavazzin (tenore) nei panni di Manrico, Marzio Giossi (baritono) è Il Conte di Luna, Renata Campanella (soprano) è Leonora, Claudia Marchi (mezzosoprano) la zingara Azucena, Massimiliano Catellani nelle vesti di Ferrando, mentre Anna Capiluppi è Ines, Giacomo Gandaglia è Ruiz e Franco Montorsi interpreta un vecchio zingaro. Assieme a Rigoletto e La Traviata, Il Trovatore fa parte della cosiddetta trilogia popolare di Verdi. Rappresentato per la prima volta il 19 gennaio 1853 al Teatro Apollo di Roma, “Il Trovatore” divenne in breve l’opera più amata ai tempi di Verdi che fu maestro di cembalo per le prime tre recite. Fin dalla sua prima rappresentazione fu un successo senza precedenti. La Gazzetta Musicale parlò di un trionfo meritato e Il Trovatore fu definito, come tutt’oggi si considera, un capolavoro.
La storia ambientata in Spagna al principio del XV secolo racconta passioni come l’amore, la gelosia, la vendetta, l’odio. Con un intreccio piuttosto articolato, la vicenda si snoda intorno a Leonora, dama di compagnia della principessa d’Aragona, e innamorata di Manrico, il trovatore, che pure la ama. Anche il conte di Luna è innamorato di Leonora che però lo respinge: la trama verte quindi intorno al conflitto tra i due uomini che si fronteggiano fino alla morte come nemici, senza sapere che sono fratelli. Come già in Rigoletto, anche nel Trovatore il compositore si concentra su un personaggio anticonvenzionale: la zingara Azucena, protagonista indiscussa dell’opera, dominata da passioni contrastanti, sete di vendetta per la morte della madre arsa viva con l’accusa di stregoneria, e l’amore per il figlio adottivo Manrico.
I protagonisti:
Diego Cavazzin è Manrico. Di madre abruzzese e padre veneto, prima di approdare ai palcoscenici dei teatri lirici prestigiosi Cavazzin ha fatto mille mestieri. Poi qualcuno scoprì per caso un cd del “Miserere” in cui lui imitava le voci di Pavarotti e Zucchero. Il suo debutto importante nel 2017 è proprio con Il Trovatore al Teatro dell’Opera di Roma grazie al M° Vlad.
Marzio Giossi è il Conte di Luna. Baritono bergamasco, 37 anni di carriera, apprezzato interprete verdiano, vincitore del 25º Premio Mascagni d’oro (2005), vanta nel suo curriculum esibizioni in tutto il mondo: dall’ Italia a Francia, Olanda, Stati Uniti, Giappone ed altre nazioni, sui palchi dei principali teatri, diretto da importanti maestri (Gavazzeni, Muti, Abbado) e da grandi registi (tra cui Ronconi, Gregoretti, Miller).
Renata Campanella è Leonora. Soprano catanese, laureata all’Istituto Musicale “Vincenzo Bellini”. Vincitrice e finalista in prestigiosi Concorsi Lirici Internazionali tra cui “Voci Verdiane”( 2013). Recentemente ha cantato in concerti in onore di Renato Bruson e Rolando Panerai. Con l’Ensemble Nuove Musiche ha cantato rivisitazioni di liriche verdiane da camera per l’inaugurazione del Bicentenario Verdiano a Busseto proseguendo poi con una tournée in Europa. Non nuova al pubblico del Teatro Caniglia dove ha già cantato in passato nel ruolo di Tosca.
Claudia Marchi è Azucena Mezzosoprano, inizia la sua carriera internazionale nel 1992 col Sigismondo di Rossini diretta da Richard Bonynge. Il più recente debutto è stato nel ruolo de La Marquise de Berkenfield nell’opera-comique di Donizetti La Fille du Regiment al Teatro Comunale di Bologna ed al Teatro Verdi di Salerno. Al repertorio verdiano si avvicina con un battesimo di fuoco interpretando la Messa da Requiem in una tourneé australiana a fianco di Luciano Pavarotti, seguono Aida (Italia, Francia e Corea), La forza del destino, Nabucco, Il Trovatore, Falstaff e Rigoletto. Si afferma quindi come interprete verdiana nel ruolo di Ulrica in Un ballo in maschera e Carmen e la critica apprezza per l’ estensione vocale e per la presenza scenica intensa ed oltraggiosa. Presente nei maggiori teatri italiani ed esteri, dal Teatro alla Scala di Milano al Gran Teatro Liceu di Barcellona, la sua carriera si svolge principalmente in Francia.
Il Coro dell’Opera di Parma, rinomato gruppo vocale che raccoglie la secolare tradizione corale della città, nasce dall’esigenza di creare una realtà composta da artisti di ottima preparazione musicale e, insieme, straordinaria capacità di movimento sulla scena. Partecipa a numerose produzioni liriche nei principali teatri italiani. Nel 2015 il coro è chiamato da Giovanni Allevi ad incidere un brano che diventa poi l’Inno ufficiale del campionato di calcio della Serie A.
Fondata nel 2003 dal M° Stefano Giaroli per valorizzare giovani musicisti dell’Emilia-Romagna, l’ Orchestra Sinfonica delle Terre Verdiane si caratterizza oggi come una delle più vivaci e dinamiche realtà orchestrali italiane accogliendo elementi di spicco che collaborano con prestigiose orchestre nazionali ed internazionali. Negli anni ha acquisito un vasto repertorio operistico e annovera esibizioni in Italia e all’estero.
L’Ateneo Internazionale della Lirica di Sulmona, di cui è presidente il M° Gaetano Di Bacco, fondato nel 1996, rappresenta, insieme all’Associazione Harmonia Novissima di Avezzano, una delle poche realtà che organizza la lirica nel territorio. La serata è realizzata anche con il contributo del Consiglio Regionale, Comune di Sulmona e Fondazione Carispaq.
COLLETTA ALIMENTARE 26° Giornata Nazionale
scritto da Redazione Abruzzo Popolare | 3 Dicembre 2022
Preoccupazione per l’aumento della povertà, appello a donare la spesa per chi è in difficoltà
Sabato 26 novembre 2022: torna in tutta Italia l’iniziativa della Fondazione Banco Alimentare Onlus
Pescara, 24 novembre 2022.In circa 11mila supermercati saranno presenti oltre 140mila volontari riconoscibili dalla pettorina arancione
Sono sempre di più le persone che chiedono aiuto per la spesa o per un pasto rivolgendosi alle circa 7.600 strutture caritative che il Banco Alimentare sostiene in tutta Italia attraverso la rete di 21 organizzazioni territoriali. Dall’inizio dell’anno ad oggi sono state 85.000 in più le richieste ricevute che hanno fatto salire a 1.750.000 le persone aiutate. In questo difficile momento economico e sociale, Banco Alimentare deve far fronte anche ad un aumento del 45% dei costi di gestione tra logistica, trasporti ed energia elettrica e ad un calo del 30% delle donazioni economiche da aziende e privati.
Banco Alimentare fa dunque appello alla solidarietà di tutti, invitando a partecipare alla 26esima Giornata Nazionale della Colletta Alimentare che si svolgerà sabato 26 novembre 2022. In circa 11.000 supermercati in tutta Italia si potranno acquistare alimenti non deperibili da donare alle persone in difficoltà, aiutate dalle strutture caritative territoriali.
Oltre 140.000 volontari inviteranno a comprare prodotti a lunga conservazione: verdura in scatola, tonno e carne in scatola, polpa o passata di pomodoro, olio, alimenti per l’infanzia come omogeneizzati o latte in polvere. I volontari indosseranno una pettorina arancione, nuovo colore di riconoscimento presente nel logo Banco Alimentare e che verrà utilizzato anche per i sacchetti forniti per fare la spesa.
“Siamo preoccupati per la situazione che stiamo vedendo nel nostro Paese con sempre più persone e famiglie che si trovano in povertà assoluta o che rischiano di scivolarci nonostante abbiano un lavoro – afferma Giovanni Bruno, presidente della Fondazione Banco Alimentare Onlus –. È fondamentale quindi continuare a sensibilizzare tutti coloro che possono compiere un atto concreto di aiuto. La Colletta Alimentare è un gesto educativo semplice e di carità, che promuoviamo da oltre un quarto di secolo. Partecipare a questa iniziativa significa contrastare l’indifferenza e favorire la condivisione, facendo un gesto concreto a cui tutti siamo invitati. Il gesto di volontariato più partecipato In Italia e la prima esperienza solidale di questo tipo. Ci auguriamo dunque che anche quest’anno la solidarietà sia tanta”.
“Chiediamo a tutti gli abruzzesi e molisani di rispondere a questo invito con la grande generosità e sensibilità che ci caratterizza, – dichiara Antonio Dionisio, Presidente del Banco Alimentare dell’Abruzzo – aiutando così 38.927 persone del nostro territorio in stato di bisogno, sostenute dalle 224 associazioni caritatevoli aiutate dal Banco Alimentare Abruzzo e Molise. Vi aspettiamo negli oltre 390 supermercati dove sarete accolti da oltre 4.000 volontari. Non vediamo l’ora di avervi al nostro fianco!”
Nel 2021 grazie alla Colletta Alimentare sono state raccolte 7.000 tonnellate di cibo, l’equivalente di 14 milioni di pasti (1 pasto equivalente corrisponde a un mix di 500 gr di alimenti in base ai LARN, i Livelli di Assunzione di Riferimento di Nutrienti ed energia per la popolazione italiana) per un controvalore economico di oltre 25 milioni di euro.
Dal 26 novembre 2022 la Colletta Alimentare proseguirà anche online. Sarà infatti possibile continuare a donare alimenti su Amazon.it/bancoalimentare, Carrefour.it, Esselungaacasa.it e EasyCoop.com. Per ulteriori informazioni è possibile consultare il sito www.colletta.bancoalimentare.it.
Per il secondo anno consecutivo il calciatore Giorgio Chiellini è testimonial della Colletta Alimentare ed è protagonista di uno spot radio e TV di lancio dell’iniziativa solidale realizzato da Mate Agency.
La Colletta Alimentare, gesto con il quale la Fondazione Banco Alimentare Onlus aderisce alla Giornata Mondiale dei Poveri 2022 indetta da Papa Francesco, è resa possibile grazie alla collaborazione dell’Esercito Italiano, dell’Associazione Nazionale Alpini, dell’Associazione Nazionale Bersaglieri, della Federazione Nazionale Italiana Società di San Vincenzo De Paoli ODV, della Cdo Opere Sociali e del Lions Club International.
BEPPE GRILLO, io sono il peggiore
scritto da Redazione Abruzzo Popolare | 3 Dicembre 2022
Lo spettacolo delle rivelazioni. Teatro dei Marsi 31 marzo 2023 ore 21:00
Avezzano, 24 novembre 2022. Dopo un lungo periodo di silenzio, Beppe Grillo ritorna a teatro con “IO SONO IL PEGGIORE”, lo spettacolo delle rivelazioni, dove tutti sono coinvolti e nessuno è escluso. Il 31 marzo sarà al Teatro dei Marsi di Avezzano. Lo spettacolo è organizzato da Vincenzo Berti e Gianluca Bonanno per Ventidieci e Top Agency, la produzione è di Marangoni Spettacolo. Dalla religione alle silenziose guerre economiche, passando per il metaverso, fino al lato oscuro dell’ambientalismo. Il grande ritorno sulle scene del comico italiano più spiazzante, caustico e odiato di tutti i tempi, come non lo avete mai visto.
ENRICO DINDO IN CONCERTO. Con l’orchestra dell’istituzione sinfonica abruzzese
scritto da Redazione Abruzzo Popolare | 3 Dicembre 2022
Venerdì 25 novembre, ore 21.00 – Atri, Teatro Comunale
Sabato 26 novembre ore 18.00 – L’Aquila, Ridotto del Teatro Comunale
L’Aquila 24 Novembre 2022. Fra i musicisti italiani più affermati a livello internazionale e vincitore del Primo premio del prestigioso Concorso “Rostropovich” di Parigi nel 1997, il violoncellista Enrico Dindo sarà protagonista dei concerti di questo ultimo fine settimana di novembre della 48a stagione dell’ISA.
Due gli appuntamenti: Venerdì 25 novembre alle ore 21.00 ad Atri presso il Teatro Comunale e Sabato 26 Novembre alle 18.00 all’Aquila presso il Ridotto del Teatro Comunale “V. Antonellini”.
Enrico Dindo sarà sul palco con i professori dell’Orchestra dell’Istituzione Sinfonica Abruzzese in doppia veste di direttore e solista con un programma di grandi capolavori e perle preziose: Klid (Silent Woods) per violoncello e orchestra op. 68/ n. 5 B.182 e Rondò in sol minore per violoncello e orchestra op. 94 di Antonín Dvořák, le Variazioni su un tema rococò per violoncello e orchestra op. 33 di Pëtr Il’ič Čajkovskij e la Sinfonia n. 2 in re maggiore op. 36 di Ludwig van Beethoven.
È lo stesso artista a sottolinearne aspetti particolarmente interessanti: “La prima parte del programma è dedicata al violoncello con due brevi pezzi di Dvořák di raro ascolto. Ho trovato che l’idea di unirli alle Variazioni su un tema rococò per violoncello e orchestra di Čajkovskij offrisse al pubblico la possibilità di godere di un momento molto equilibrato di musica slava e boema dedicata al violoncello. Nel secondo tempo, invece, l’incredibile e celebre Seconda Sinfonia di Beethoven che tutti conoscono.
Torno sempre con molta gioia per all’Aquila e sono molto felice di essere a lavoro con l’Orchestra dell’Istituzione Sinfonica Abruzzese alla quale sono molto legato – continua Dindo che spiega: – È stato sul podio dell’ISA, infatti, che ho debuttato come direttore in occasione di un concerto sinfonico. Mancavo dal 2011 e sono molto soddisfatto del lavoro che stiamo portando avanti in questi giorni di prova”.
I biglietti per i concerti di Atri e dell’Aquila sono disponibili in prevendita online sul circuito ciaotickets.com e nelle rivendite autorizzate. Fino al 24 novembre sarà possibile sottoscrivere abbonamenti per la Stagione di Atri, mentre per quelli dell’Aquila c’è tempo fino alla fine del 2022. I botteghini dei due teatri per l’acquisto diretto dei biglietti aprono due ore prima del concerto.
ENRICO DINDO Figlio d’arte, inizia a sei anni lo studio del violoncello. Si perfeziona con Antonio Janigro e nel 1997 conquista il Primo Premio al Concorso “ROSTROPOVICH” di Parigi.
Da quel momento inizia un’attività da solista che lo porta ad esibirsi con le più prestigiose orchestre del mondo come la BBC Philharmonic, la Rotterdam Philarmonic, l’Orchestre Nationale de France, l’Orchestre du Capitole de Toulouse, la Tokyo Symphony Orchestra, la Filarmonica della Scala (orchestra della quale è stato primo violoncello dal 1987 al 1999), la Filarmonica di San Pietroburgo, la London Philharmonic Orchestra, la NHK Symphony Orchestra di Tokyo, la Toronto Symphony, la Gewandhausorchester Leipzig Orchestra e la Chicago Symphony ed al fianco dei più importanti direttori tra i quali Riccardo Chailly, Aldo Ceccato, Gianandrea Noseda, Myung-Whun Chung, Daniele Gatti, Yutaka Sado, Paavo Jarvj, Valery Gergev, Yuri Temirkanov, Riccardo Muti e lo stesso Mstislav Rostropovich che scrisse di lui: “… è un violoncellista di straordinarie qualità, artista compiuto e musicista formato, possiede un suono eccezionale che fluisce come una splendida voce italiana”.
Creatore e Direttore stabile dell’Orchestra da camera “I Solisti di Pavia”, Dal 2013 è Accademico di Santa Cecilia e dal gennaio 2022 è stato nominato Direttore Artistico dell’Accademia Filarmonica Romana. ha inciso per Decca e Chandos e suona un violoncello Pietro Giacomo Rogeri (ex Piatti) del 1717 affidatogli dalla Fondazione Pro Canale.
SCUOLA E VOLONTARIATO con il Csv Abruzzo
scritto da Redazione Abruzzo Popolare | 3 Dicembre 2022
Successo del primo appuntamento martedì 22 all’Aurum
Pescara, 23 novembre 2022. Si è concluso ieri pomeriggio (martedì 22 novembre) all’Aurum di Pescara, con una enorme partecipazione di studenti delle scuole superiori della città, il primo appuntamento di Scuola e volontariato, l’iniziativa che ogni anno coinvolge centinaia di ragazzi in tutta la regione per metterli in contatto con le associazioni.
All’incontro, con l’Alto patrocinio della Regione Abruzzo, sono intervenuti l’ispettore dell’Ufficio scolastico regionale, Giuliano Bocchia, il sindaco di Pescara, Carlo Masci, l’assessore alla Cultura del Comune di Pescara, Maria Rita Carota, e, per il Csv Abruzzo Ets, il presidente regionale, Casto Di Bonaventura, la responsabile dell’area Promozione, Sandra De Thomasis, il coordinatore della delegazione di Pescara e responsabile dell’area Formazione, Lorenzo Di Flamminio, la referente del progetto per la delegazione di Pescara, Giulia Pica.
L’azione, del Csv Abruzzo Ets, Centro servizi per il volontariato, è declinata in ambiti provinciali e coordinata dalle singole delegazioni dell’Aquila, di Chieti, Pescara e Teramo. È un modo per avvicinare i ragazzi alle esperienze vive di senso civico, solidarietà, libertà e dono. I valori del non profit.
Quest’anno i percorsi sono due:
• «Io… Tu… Volontari!»: attività esperienziali in associazioni ed Ets (Enti del terzo settore) del territorio
• «Cosa mi gira intorno»: percorsi informativi o formativi, condotti dai nostri operatori, sui temi d’interesse dell’istituto.
Si è iniziato da Pescara, ma si proseguirà con appuntamenti negli altri capoluoghi di provincia, durante tutto l’anno scolastico.
Nel capoluogo adriatico, ieri pomeriggio all’Aurum, è andata in scena la Piazza del Volontariato un momento di incontro tra gli studenti e le associazioni che parteciperanno al progetto Scuola e Volontariato – «Io… Tu… Volontari!». I ragazzi si sono dimostrati molto interessati a impegnarsi con le varie attività che possono accoglierli, dalla Protezione civile a chi si occupa dei diversamente abili, a una associazione che provvede al recupero dei libri usati.
Ora gli studenti, che riceveranno dei crediti formativi, dovranno iscriversi, sul sito internet www.csvabruzzo.it dove trovano il modulo di iscrizione, fino al 7 dicembre. Subito dopo riceveranno una mail di conferma. L’esperienza nelle associazioni inizierà dopo il 10 gennaio 2023 e durerà per circa tre mesi, durante i quali i ragazzi dovranno effettuare dalle 20 alle 30 ore di esperienza.
A conclusione del pomeriggio anche uno spettacolo di street artist, con ballerini di break dance (della Grow up), writer (di Mani sporche) e artisti rap (Onde sonore).
Le dichiarazioni
«Il progetto Scuola e volontariato», dice Casto Di Bonaventura, presidente del Csv Abruzzo Ets, «mira a far conoscere agli studenti le attività delle associazioni del territorio e a coinvolgerli in attività di volontariato. In particolare, verranno proposte ai ragazzi iniziative in cui possano sperimentare l’impegno in azioni di solidarietà. Il Csv Abruzzo vede nel volontariato l’espressione più compiuta della cittadinanza attiva, un luogo di partecipazione, di promozione e tutela dei diritti civili e sociali per una società che, attraverso la costruzione di relazioni e in conseguenza di un lavoro comune, possa rendere concreti gli ideali di pace e di giustizia, anche sociale, favorendo l’eliminazione delle iniquità e una educazione alla solidarietà e alla gratuità attraverso il protagonismo delle giovani generazioni».
«Scuola e Volontariato del Csv Abruzzo (Centro servizi per il volontariato) si declina in due macroazioni», spiega Sandra De Thomasis, responsabile area Promozione del Csv Abruzzo «Una, denominata Io, tu, volontari, e prevede percorsi esperienziali che i ragazzi vivono con le associazioni del territorio. Il Csv Abruzzo, rispondendo alle proprie finalità di agente di sviluppo, di facilitatore, crea questo incontro tra le associazioni e gli studenti delle scuole superiori. L’altra macroazione, più di formazione e di orientamento, viene curata direttamente dagli operatori del Csv, ed è mirata soprattutto alle opportunità che l’Europa offre ai giovani con un’attività denominata “Time to move”, con la promozione del Servizio civile e con i laboratori di cittadinanza attiva. Iniziamo da Pescara e proseguiremo con altre iniziative in tutta la regione».
Scuole superiori partecipanti: Istituto industriale Alessandro Volta; Istituto professionale per l’enogastronomia e l’ospitalità alberghiera Filippo De Cecco; Liceo scientifico Galileo Galilei; Istituto tecnico Tito Acerbo; Liceo artistico, musicale e coreutico Misticoni-Bellisario; Liceo classico Gabriele D’Annunzio; Liceo Guglielmo Marconi; Liceo scientifico Leonardo da Vinci.
Istituto omnicomprensivo di Popoli.
Associazioni partecipanti di Pescara: Accademia musicale Osa (associazione Baobab); Aido (Associazione italiana donatori organi) – gruppo comunale; Ail (Associazione italiana contro le leucemie); Alda e Sergio per i bambini; Anteas; Archcelerator; Arci – comitato provinciale; Arda (Associazione regionale down Abruzzo); Auser; Avulss; Banco di solidarietà; Cappa (Centro di archiviazione e promozione della performing art) – Yag-Garage galleria; Didattica teatrale; Diversuguali; Ente nazionale sordi;
Fidas donatori sangue; Fondazione Anffas – La Gabbianella; Form-Art; Grow up; Il Piccolo Principe – Ludoteca Thomas Dezi; Lilt; Mani sporche; Modavi; Novissi; Nuova Acropoli; Percorsi; Protezione civile Val Pescara; Senza frontiere – Protezione civile;
Sentire insieme; SmartLab Europe; Spazi di prossimità; Unicef, comitato provinciale;
Associazioni partecipanti della provincia di Pescara: Vittoria – La città dei ragazzi, Alanno; Bussi soccorso, Bussi sul Tirino; La casa di Cristina, Montesilvano; Protezione civile Nocciano-Avis, Nocciano; Sentire insieme, Penne; Aism (Associazione italiana sclerosi multipla), Popoli; Avis comunale, Popoli; Avulss, Popoli; Forti e gentili per l’Etiopia, Popoli; Qua la zampa, Popoli; Arte suoni colori, Rosciano; La tana dei cuccioli, Villanova di Cepagatti; Associazione Gianni Sivildii, Villa Raspa di Spoltore.
DA STURZO a Noi Insieme
scritto da Redazione Abruzzo Popolare | 3 Dicembre 2022
Per una nuova presenza politica dei cattolici
di Michele Zappella
23 novembre 2022
Nel celebre Discorso di Caltagirone (24 dicembre 1905), che lo storico De Rosa considera come la Magna Charta del popolarismo, don Luigi Sturzo esprime il suo convincimento che i cattolici italiani “più che appartarsi” debbano intervenire nella vita moderna “per assimilarla e trasformarla“. Questi ultimi sono due verbi che, ancora oggi, stanno alla base dell’impegno politico. Assimilare la vita moderna, soprattutto in una “società liquida” come la nostra, significa conoscerla in tutta la mobilità delle sue molteplici configurazioni culturali, non per respingerla, ritirandosi, “appartandosi“, nel fortino dell’apologia o del disinteresse, bensì per contattarla ed entrare in dialogo con essa. Mai dimenticare che il dialogo è una delle principali consegne del Concilio Vaticano II. Il dialogo, però, va condotto sempre con spirito critico, per evitare le facili e comode acquiescenze a quelle posizioni politiche altrui che più o meno palesemente risultano contrarie ai fondamentali valori cristiani; il che è avvenuto spesso tra i cattolici negli ultimi decenni.
L’assimilare è in funzione del trasformare. Questo abbisogna, prima ancora di un programma di riforme sociali e istituzionali, di una forte presa di coscienza del primato della morale nella vita politica. Ma quale morale? Non certo quella minacciata dal “relativismo”. Relativismo vuol dire che ciascuno e ogni formazione politico-sociale si costruiscono una morale soggettiva, basata sulle proprie convinzioni ideologiche, sui propri interessi, sulle proprie convenienze e tornaconti economici, sul proprio potere politico, sulla propria potenza di diffusione e manipolazione mediatiche. In tale prospettiva, viene meno una morale oggettiva, valida per tutti, secondo cui il bene è bene e il male è male, sostituita da una pluralità di “morali” diverse, divergenti, contrastanti, in cui bene e male si mescolano, si fondono, si confondono. La conseguenza inevitabile è il rovinare della convivenza civile in una permanente conflittualità, decisa dalla “morale” del più forte, del vincitore, a danno della grande maggioranza dei vinti, vittime sovente della “cultura dello scarto”, lamentata da Papa Francesco.
Occorre, dunque, intervenire in politica, ma in quale campo? Don Sturzo non nutre alcun dubbio: i cattolici si impegnino come “rappresentanti di una tendenza popolare nazionale nello sviluppo del viver civile” E, poi, precisa: “Da soli, specificamente diversi dai liberali e dai socialisti, liberi nelle mosse, ora a destra e ora a manca, con un programma consono, iniziale, concreto e basato su elementi della vita democratica: così ci conviene entrare nella vita politica. Non la monarchia, non il conservatorismo, non il socialismo riformista ci potranno attirare nella loro orbita: noi saremo sempre, e necessariamente, democratici e cattolici“. Queste affermazioni, di tono profetico, suonano di ammonimento e di incoraggiamento nell’oggi, in cui i cattolici italiani si sono condannati, da soli, all’irrilevanza politica. Infatti, dopo la traumatica fine dell’unità partitica, i cattolici, anziché riscoprire e ritrovare una coesione di ideali, di principi, di intenti, si sono dispersi in ogni dove, “ora a destra e ora a manca“, in nome di un pluralismo, rivelatosi miope, illegittimo, devastatore, smarrendo la propria identità, prima ancora che politica, addirittura morale e dottrinale.
E dire che, proprio nel momento cruciale del passaggio dalla “prima” alla “seconda” Repubblica, Giovanni Paolo II, presago del disfacimento politico dei cattolici, aveva avvertito, con una Lettera del 6 gennaio 1994, i vescovi italiani: “Un bilancio onesto e veritiero degli anni dal dopoguerra ad oggi non può dimenticare tutto ciò che i cattolici, insieme ad altre forze democratiche, hanno fatto per il bene dell’Italia. Non si possono dimenticare cioè tutte quelle significative realizzazioni che hanno portato l’Italia ad entrare nel numero dei sette Paesi più sviluppati del mondo, né si può sottovalutare o scordare il grande merito di aver salvato la libertà e la democrazia…I laici cristiani non possono dunque, proprio in questo decisivo momento storico, sottrarsi alle loro responsabilità. Devono piuttosto testimoniare con coraggio la loro fiducia in Dio, Signore della storia, e il loro amore per l’Italia attraverso una presenza unita e coerente e un servizio onesto e disinteressato nel campo sociale e politico“. A questo forte esortare del Papa, i vescovi e i laici cristiani italiani di allora fecero orecchie da mercante. Ed ora?