IL CULTO DI SAN PANCRAZIO A CARAPELLE

Estratto Pubblicato in Bullettino Deputazione Abruzzese di Storia Patria “HOMINES DE CARAPELLAS – STORIA E ARCHEOLOGIA DELLA BARONIA DI CARAPELLE” L’AQUILA 1988 Pgg. 125-136

di Franco Cercone

La costruzione della chiesa di S. Pancrazio[1] risale verosimilmente ai primi decenni del XVIII secolo, mentre alla prima metà del ‘300 è da attribuirsi, forse, la chiesetta dedicata allo stesso giovane martire, sita accanto all’edificio settecentesco.

La chiesa ha un unico altare, quello appunto di San Pancrazio; ancora nel secolo scorso ve ne erano altri due dedicati rispettivamente a S. Giuseppe ed a Maria Vergine, ma privi di benefìci o lasciti laicali
dovevano trovarsi in uno stato d’abbandono, tale da essere colpiti da interdetto.

Dalla visita pastorale che il vescovo di Valva e Sulmona, Mario Mirone, compie a Carapelle in data 29 luglio 1842, si apprende infatti a proposito di San Pancrazio: “Hec Ecclesia distat ab oppido Carapelle ad milliarium circiter, pertinet ad ipsam communitatem et habet tria altaria nempe. Altare majus sub titulo S. Pancratii, secundum S.Joseph et tertium beate Marie Virginis Costantinopolitani. Aprobabimus primum et reliquimus alios duo sub interdicto”[2].

Carapelle, si sa, era parte integrante della Diocesi di Valva, cui ancora oggi appartiene. Le più antiche bolle corografiche, come quelle di Innocenzo II (1138)[3], Lucio III (1183)[4] e Clemente III (1188)[5],
menzionano una sola chiesa sub titulo S. Pancratii, sottoposta alla giurisdizione valvense. Essa sorgeva a Raiano e precisamente sul colle di San Pancrazio[6].

La Bolla corografica di Clemente III ci dice in particolare che nel 1188 vi erano a Carapelle “Ecclesiam sancti Cipriani, sancti Victorini, sancti Leonardi, sancti Petri, sancti Pauli, sancti Nicholai, et sancti Christofori, sancti Johannis et sancte Marie, sancti Laurentii, sancte Marie, sancti Cataldi, sancte Marie et sancte Marie”[7].

Come è noto, la funzione principale di molte bolle era quella di ribadire l’appartenenza di tali chiese alla giurisdizione ecclesiastica dei vescovi e di difenderle in tal modo dai costanti tentativi degli ordini
monastici, soprattutto Benedettini, diretti ad usurparne il possesso ed a renderle nullius dioecesis. Questo ci spiega come dell’antica chiesa dedicata a San Pancrazio in Carapelle, nessuna menzione vien fatta nelle bolle corografiche in precedenza ricordate. Essa infatti, insieme a 1.600 moggia di territorio, apparteneva al monastero di S. Pietro in Tritas, non lungi da Capestrano, posto alle dirette dipendenze di San Vincenzo al Volturno.

Della plagia Sancti Pancratis (anche: plaia Sancti Pancratis), toponimo che presuppone necessariamente l’esistenza in loco di una chiesa sotto tale titolo, si parla infatti nel Chronicon Vulturnense (anni 779 e 782) a proposito di quidam homines Carapellenses che avevano
occupato, “ingeniose”, alcune terre e boschi appartenenti a S. Pietro in Trite[8].

Si tratta dunque di una chiesa sottoposta alla giurisdizione dell’abate di San Vincenzo al Volturno e per tal motivo non compare nelle bolle corografiche valvensi.

Secondo alcune fonti agiografiche, San Pancrazio subì il martirio il 12 maggio del 304 durante una feroce persecuzione di Diocleziano. Sembra che egli avesse appena compiuto i 14 anni[9], anche se al riguardo è stato osservato che “la passio” di S. Pancrazio, leggendaria, come appare anche dagli errori grossolani di cronologia che vi si trovano, fu probabilmente scritta nel VI-VII secolo da qualcuno degli addetti alla basilica del martire[10].

Sul luogo dove fu decapitato, cioè sull’Aurelia antica, dovette sorgere ben presto una chiesa dedicata al giovane martire, che non più capace di accogliere le masse devote che ivi si recavano in pellegrinaggio, fu sostituita nel 505 da una grande basilica voluta da papa Simmaco[11].

Da San Giovanni Bosco, autore di una nota monografia storica sul martire, apprendiamo che “per dare un pubblico segno della sua grande pietà e devozione verso S. Pancrazio, quel pontefice vi fece fare un arco sopra l’altare, con ornati che pesavano oltre quindici libbre d’argento… La
cosa che poi mirabilmente servì a diffondere il culto verso le reliquie del nostro Santo, fu la maniera sensibile con cui gli spergiuri erano puniti”[12].

Nei suoi Miraculorum libri, San Gregorio di Tours afferma al riguardo che alla tomba di San Pancrazio accorrevano i romani che dovevano prosciogliersi con giuramento da qualche accusa. Il giovane
martire era considerato infatti come uno dei più terribili punitori degli spergiuri e ciò forse per la tenacia e lealtà con cui aveva difeso la sua fede cristiana, in quanto presso la sua tomba “accorrevano i neofiti per giurare fedeltà a Cristo e alla Chiesa”[13].

Allo stato attuale della documentazione in nostro possesso, certamente carente, non sappiamo come mai il culto per S. Pancrazio sia restato circoscritto, nell’ambito della Diocesi di Valva, solo a Raiano e

Carapelle[14].

Anzi, per quanto concerne Raiano, la visita pastorale del Vescovo De Silanis, in precedenza ricordata, ci conferma che nel 1356 non esisteva più qui alcuna chiesa dedicata a S. Pancrazio e con essa deve
essere svanito anche il culto per il martire, il cui nome non figura nel Kalendarium perpetuum ad usum Dioecesis [15].

Una indagine svolta nell’ambito delle diocesi limitrofe a quella peligna e diretta ad individuare altri centri devozionali, ha dato scarsi risultati.

Nella Marsica, per es., troviamo solo due chiese intitolate al martire: la prima nella frazione avezzanese di Castelnuovo (Parrocchia di S. Giacomo e S. Pancrazio)[16], e la seconda a San Sebastiano, frazione di Bisegna, dove è intenso invece il culto per Santa Gemma, natia del luogo ma patrona di Goriano Sicoli, il cui dies natalis viene a coincidere con quello di S. Pancrazio, cioè il 12 maggio.

Carapelle dunque va considerata come epicentro del culto di S. Pancrazio in un’area geografica certamente ampia, ma priva di testimonianze rilevanti sotto il profilo della religiosità popolare.

Nella visita pastorale del 1356, in precedenza citata, risulta rilevante il numero dei chierici e diaconi aventi per nome Pancrazio e ciò è da considerarsi come testimonianza dell’accesa devozione della comunità di Carapelle per il Santo. Poiché un documento pubblicato dal Marinangeli ci parla, verso la fine del’400, del vescovo e della Diocesi di Aufinum (Ofena), sita nella Provincia Valeria, la quale “dipendendo dal Patriarcato romano, era completamente soggetta a Roma” [17], si può ragionevolmente supporre che il culto di San Pancrazio sia penetrato a Carapelle, in circostanze difficili da accertare, grazie ai contatti che Aufinum aveva con le sedi episcopali di Aveia, Pitinum ed Amiternum.
Il particolare culto per alcuni santi, come S. Cipriano e S. Vittorino, professato in Valva solo nell’area settentrionale della Diocesi[18], rappresenta forse una circostanza non casuale ed una spia che ci rivela come l’area tritana fosse più esposta alle influenze provenienti dall’alta valle dell’Aterno e dalla Sabina, una direttrice geografica, del resto, che fin dall’antichità aveva coinciso con un importante itinerario transumante. Quale elemento, forse probante, troviamo infatti a Carapelle una chiesa dedicata a San Cipriano, mentre altre chiese dedicate a S. Vittorino, martirizzato ad Amiternum, si riscontrano in Ofena e Carapelle[19] nonché nella stessa Trite[20].

La festa di San Pancrazio non si svolge oggi con quella particolare solennità di un tempo: il tutto si riduce alla celebrazione della messa nel tardo pomeriggio dell’11 maggio, vigilia quindi del dies natalis del Santo[21].

I pochi fedeli rimasti – oggi Carapelle supera appena i cento abitanti – compiono una piccola sosta all’edicola votiva, anch’essa dedicata a S. Pancrazio, sita lungo la strada campestre che mena al Santuario[22].

In essa, grazie allo zelo del Parroco, Don Ettore Nardecchia, è stato di nuovo sistemato un quadro con l’effigie del giovane martire, vero e proprio ex voto commissionato nel secolo scorso dai primi carapellesi emigrati in America. L’edicola segna dunque, come in altri episodi di religiosità popolare, l’inizio della sacralità di un territorio, posto sotto la protezione di S. Pancrazio, che si estende su tutto il colle dove sorge il Santuario. Diversa da quella dei nostri giorni doveva essere tuttavia la scenografia offerta, ancora negli anni successivi al secondo conflitto mondiale, dai numerosi pellegrini provenienti per la ricorrenza della festa dai centri limitrofi, soprattutto Capestrano, Castel del Monte,
Calascio, Castelvecchio Calvisio, S. Pio delle Camere ed altri. In base alle notizie forniteci dai nostri informatori, oggi possiamo ricostruire sufficientemente una pagina sconosciuta di religiosità popolare, di cui nessuna eco si coglie nelle opere del Pansa, del Finamore e soprattutto negli Usi e Costumi abruzzesi del De Nino. Sorprendente è poi la circostanza che la folklorista inglese Estella Canziani abbia illustrato molte tradizioni relative a Castelvecchio Calvisio, dove era approdata
dopo “un viaggio avventuroso”, ma nessun cenno fa di Carapelle che pur dista pochi chilometri da quel paese[23].

Fra le “compagnie” che si recavano in pellegrinaggio a S. Pancrazio, quella di Castel del Monte era la più numerosa; essa arrivava la vigilia del giorno di festa e pervenuta al Santuario, procedeva in ginocchio dal portale fino all’altare. La “compagnia” trascorreva la notte dell’11 maggio
sdraiata sul pavimento della chiesa, dove, secondo una pratica largamente diffusa, dovevano svolgersi probabilmente riti di incubatio preposti, mediante la “legge del contatto”, a prevenire o curare malattie
ossee o artriti deformanti[24].

Tali modelli comportamentali sono fondati, come è noto, sul convincimento che il pavimento di un santuario, centro dello spazio sacro, possieda le stesse virtù miracolose delle pietre e delle rocce in
conseguenza di ierofanie o presenza di santi. Il 12 maggio era per i Carapellesi giorno di festa e tutti si astenevano dal lavoro sui campi e nelle botteghe artigiane per non incorrere in sanzioni (“le disgrazie”,
secondo quanto ha affermato l’informatrice) comminate dal Santo. Sul sagrato del Santuario la “Deputazione”, cioè il gruppo degli organizzatori della festa, provvedeva ad offrire ai devoti accalcati attorno al sagrato biscotti, uova e soprattutto le cosiddette ferratelle di S. Pancrazio, confezionate secondo una ricetta tradizionale con uova fresche, farina, zucchero e bucce di limone.

I biscotti, ciambelle, panette, ferratelle ecc. preparati nei giorni in cui si festeggiano determinati santi, assumono il valore ed il potere dei cibi sacrali, con funzione prevalentemente magico-apotropaica, poiché essendo destinati ad essere consumati per lo più in un breve spazio di tempo, quello appunto
“festivo”, ingenerano nei fedeli forze vitali capaci di allontanare qualsiasi male dalla persona, che vive pertanto in uno stato di grazia immunizzante[25].

Dentro il Santuario si svolgevano frattanto riti di comparatico.

Le persone instauravano tale rapporto di “parentela fittizia” facendo tintinnare la campanella posta dietro l’altare e da tale momento esse si chiamavano cumpare e cummare, a seconda che il rapporto stesso venisse a stabilirsi fra soli uomini o sole donne[26].

L’aspetto più importante, sotto il profilo della religiosità popolare, è costituito tuttavia dalle unzioni rituali effettuate dentro il Santuario mediante il cosiddetto olio di S. Pancrazio.

Dietro l’altare, l’attenzione del visitatore è attratta da una pietra rettangolare, misurante all’incirca cm.40 x 60, che presenta nella superficie una cavità resa scura dalla presenza di olio, quello appunto “di
S. Pancrazio”, ritenuto dai fedeli miracoloso per la cura dei reumatismi e delle malattie ossee.

Il rito consiste, da sempre, nell’intingere un po’ di ovatta nella cavità della pietra e di strofinarla sulle parti del corpo malate, soprattutto sulle articolazioni delle ginocchia e delle braccia.

Batuffoli imbevuti dell’olio di S. Pancrazio vengono riportati a casa e donati a persone anziane e malate oppure spediti in America ai Carapellesi ivi residenti, che anche tramite il parroco del luogo, ne fanno continua richiesta. Gli scettici, definiti “miscredenti”, affermano invece che l’olio taumaturgico altro non è se non quello fuoriuscito dai lumini votivi, deposti per atavica consuetudine sopra tale pietra; sicché questa ne è rimasta col trascorrere del tempo così impregnata da trasudare
costantemente il liquido oleoso ai primi caldi primaverili.

Per i fedeli, al contrario, l’olio affiora miracolosamente sul concio calcareo ed anche se di tanto in tanto una mano devota contribuisce, con piccole aggiunte, a mantenerne umida la cavità, esso è considerato un vero e proprio carisma, largito dal santo martire a favore della comunità carapellese. Va subito chiarito al riguardo che l’olio d’oliva, destinato ad uso sacrale-terapeutico, è presente con le stesse caratteristiche nel culto di S. Falco a Palena e della Madonna del Castello, venerata in una chiesetta rurale sita in tenimento di Caramanico, in onore della quale si confezionano caratteristiche boccette che, riempite d’olio, vengono inviate ai fedeli che ne fanno richiesta.

Maggiori affinità con il culto di S. Pancrazio affiorano tuttavia al Santuario della Madonna dell’Incoronata, presso Sulmona, meta, nella terza domenica d’aprile, di devoti provenienti soprattutto da Villalago[27]. Come nell’omonimo santuario di Foggia[28], si svolgono qui unzioni rituali sugli arti mediante il cosiddetto olio dell’Incoronata, quello cioè che alimenta la grande lampada votiva posta a destra dell’altare.

Per guarire dunque dalle malattie artritiche ed ossee, in Abruzzo non ci si affida solo a pratiche idro e litoterapiche basate su “un metodo clinico arcaico”, sottolinea il Di Noia nell’articolo citato, “che comporta l’intervento della fede come predisposizione alla suggestionabilità nella
rete delle influenze psicosomatiche, in appoggio ad una probabile efficacia reale dell’automassaggio su roccia minerale”, ma anche a quelle oleoterapiche, che trovano del resto e non solo nel mondo popolare una vasta gamma di utilizzazioni in merito alle più svariate manifestazioni patologiche.

Il valore simbolico dell’olio d’oliva, adoperato dalla chiesa nell’amministrazione di alcuni sacramenti, cerimonie liturgiche e consacrazioni[29], se da un lato ha rafforzato la credenza nel potere
miracoloso e curativo di questa sostanza oleosa, dall’altro non è sufficiente di per sè a spiegare il suo largo impiego terapeutico, da ricollegarsi, a nostro avviso, anche alla sua capacità di procurare se non
la guarigione almeno un sollievo nei confronti di alcune malattie, come appunto i dolori reumatici, non ancora sconfitte dalla medicina dei nostri giorni. Quest’ultima, d’altro canto, in un passato certamente non remoto, faceva largo uso di olio d’oliva a fini terapeutici. Nel Trattato di Materia
Medica
il Signor Cullen, inglese, sottolinea come il massaggio sull’epidermide, effettuato con sostanze oleose, provoca “una maggior flessibilità alle materie secche…ma questa non si può avere convenevolmente che ungendosi d’olio le dite (sic) o le mani di chi deve fregare, e così si ha uno de’ più gran vantaggi che poss’avere l’uso degli oli. Gli effetti di una leggerissima frizione continuata a lungo, par che siano considerevolissimi, eccitando una oscillazione costante ne’ vasi della parte che
sono al di sotto, e potendo propagare questi medesimi effetti fino alle parti le più lontane le oscillazioni eccitate ne’ nervi della pelle”[30].

Secondo una diffusa credenza popolare i reumatismi sarebbero causati infatti dalle ossa che si seccano, donde il rimedio suggerito dallo stesso Cullen, che pure era un medico, di massaggiare l’epidermide “con sostanze oleose”, per dare “flessibilità alle materie secche”.

Per la cura dei reumatismi, pare dunque che ci sia una certa concordanza fra quanto proponeva la scienza medica del XVIII secolo (vedi per es. il Cullen) e la terapia ancora in uso soprattutto presso il
mondo contadino. “I dolori reumatici – scrive il De Nino nel V volume degli Usi e costumi abruzzesi, che ci offre una vasta gamma di utilizzazione dell’olio a scopi terapeutici – si guariscono con le frizioni di un unguento, composto d’incenso maschio fatto bollire nell’olio d’oliva”[31]. Non si deve credere, nota efficacemente al riguardo il demologo peligno, “che sempre i rimedii empirici sono una disgrazia.
Sempre, no: il più delle volte, anzi, giovano potentemente; perché, in realtà, si fondano sopra le esperienze di secoli e secoli. E poi, come farebbe la povera gente sparsa nella campagna, e come farebbero le popolazioni dei piccoli paesi, dove è raro che si veda il medico, o si vede quando il malato sarebbe finito, se non si fosse ricorso alla medicina tradizionale? C’è anche il caso che i rimedi sono innocui. E allora la malattia fa il suo corso; e, se il malato deve guarire, guarirà: senza dire della influenza benefica che quei rimedii avranno esercitato sulla immaginazione dell’infermo”[32].

Se manca il medico o risulta inefficace sia la terapia empirica che quella scientifica, al paziente non resta altro che il santuario, lo spazio sacro cioè capace di scatenare reazioni emotive tali da condurre, spesso, alla guarigione. Un santuario tuttavia, come quello di S. Pancrazio a Carapelle, non è altro, in fondo, se non l’ambulatorio di un medico particolare: il santo o l’anacoreta “specializzati” in alcune malattie.  Con questa differenza però, che la visita del medico della mutua dura in genere il tempo necessario per scrivere una ricetta o riempire gli spazi vuoti di un modulo, mentre quella del santo taumaturgo si protrae per tutto il tempo voluto dal devoto paziente, che invoca, pregando ed eseguendo antichi rituali, grazie e guarigioni. E tra le grazie richieste vi è spesso quella di tener lontani i medici dalla propria casa, come si può leggere anche su alcuni piattini di ceramica, venduti un po’ ovunque nei giorni di mercato e destinati ad essere appesi, con funzione apotropaica, alle pareti domestiche. Vien fatto così di pensare alla nota invocazione rivolta a Sant’Ambrogio da parte di una ragazza, tormentata dai medici che invano tentavano di guarirle il braccio: “Sancte Ambrosi, libera me nec medici magis me offendant, nec dolorem faciant michi”[33].

San Pancrazio appartiene dunque a quella schiera di santi che come S. Venanzio, a Raiano, sono preposti alla tutela delle malattie ossee ed artritiche da cui restano affette soprattutto le genti della montagna e delle umide pianure abruzzesi. E’ difficile dire, allo stato attuale di una documentazione lacunosa, in quali circostanze storiche il giovane martire abbia assunto un patronato che possiamo genericamente definire antireumatico e del tutto nuovo rispetto a quello primitivo, che faceva del Santo il protettore di coloro che giuravano il vero e persecutore degli spergiuri[34].

Il fenomeno si verifica frequentemente nel campo della religiosità popolare, dove spesso accanto ad una costante, nel caso il culto per S. Pancrazio, vi è sempre una variante, la “natura” cioè della protezione avvertita da un gruppo sociale. Le funzioni svolte da culti e riti magico-religiosi non sfuggono alle leggi storicistiche e nel loro mutare attraverso il tempo cogliamo la proiezione di bisogni diversi delle nostre devote popolazioni.

Così a Castelvecchio Subequo, un tempo le donne si recavano presso la fonte di S. Agata affinché crescesse nei loro seni il latte con cui nutrire i piccoli; oggi invece vi accorrono per scongiurare mediante abluzioni che il cancro stia lontano dai loro petti.

Il patronato originario di S. Domenico di Cocullo era in origine antifebbrile ed antitempestario; in seguito il santo assume anche quello contro il morso dei rettili velenosi e dei cani affetti da rabbia.

E tanti altri esempi potrebbero essere addotti al riguardo, esempi che tuttavia mal si concilierebbero con le tesi di G. Cafiero, autore di uno studio apparso nel marzo del 1970 sul periodico Atlante e dal titolo, significativo, Gli ultimi pellegrini.

Non ci saranno mai infatti, a nostro avviso, degli “ultimi pellegrini”. Finché il sole brillerà “sulle sciagure umane”, vi saranno sempre uomini esposti a rischi e tensioni psichiche, la cui eliminazione non può avvenire nell’ambito di una parrocchia, priva di quella drammatizzazione rituale che fa del fedele un attore principale, ma nel santuario, luogo di incontro e di diretto contatto tra l’uomo e la divinità. È qui che si scatenano emozioni e reazioni psico-somatiche ancora sconosciute e che portano al miracolo.

Insomma, per parafrasare un noto pensiero di Cesare Pavese, “un santuario ci vuole”.


[1] Il nome deriva dal greco e significa: che domina tutto. Il pancrazio era infatti un esercizio di lotta nel quale potevasi ricorrere ad ogni mezzo per abbattere l’avversario

[2] Biblioteca Diocesana Sulmona, Visite Pastorali di Mons. Mirone, ms, in s.v. Carapelle, 29 luglio 1842.

[3] Cfr. N. F. faraglia, Codice Diplomatico Sulmonese, Doc. XXIII, Lanciano1888

[4] G. celidonio, La Diocesi di Valva e Sulmona, vol. III, Casalbordino 1911, p. 33.

[5] N F. faraglia, op. cit., Doc. XLI.

[6] Della chiesa di S. Pancrazio, a Raiano, non si parla più comunque in una visita pastorale del 1356. Probabilmente essa era ruralis e già diruta in tale anno. Cfr. G. celidonio, Una visita pastorale nella Diocesi Valvense fatta nel 1356, in “Rassegna Abruzzese di Storia ed Arte”, n. 8, Casalbordino 1899, p.176. Sul toponimo Colle di S. Pancrazio, presso Paiano, cfr. P. destephanis, [Raiano], ne “Il Regno delle Due Sicilie descritto ed illustrato”, vol. XVI, Napoli 1853. p.189 sgg.; D.V. Fucinese, Raiano. Notizie storiche e vita tradizionale. L’Aquila 1971, p.23.

[7] Cfr. N.F. faraglia, ivi, op. cit., Doc. XLI.

[8] Cfr. il Chronicon Vulturnense del Monaco Giovanni, a cura di v. federici, vol. I, Roma 1929 p.194 sgg.; G. CELIDONIO, La Diocesi ecc., op. cit. vol. III. p.140 sgg. Il toponimo plagia, o plaia, assai diffuso in Abruzzo ed altrove, indica pendio, piaggia, discesa collinare; cfr. in merito E. giammarco, Dizionario Abruzzese-Molisano, vol. III, s.v. Plagia, Roma 1976, p.1568.

[9] O. pietrobono, San Pancrazio a via Aurelia Antica, Roma 1975 p.3 sgg.; E. fusciardi, Catacombe, Basilica e Convento di S. Pancrazio, Roma 1929 p. 5 sgg.

[10] Cfr. Biblioteca Sanctorum, s.v. Pancrazio, Roma 1968.

[11] O. pietrobono, Op. Cit., p.10 sgg.

[12] san giovanni Bosco, Vita di S. Pancrazio, Roma, Editrice A.V.E., 1939 p. 5 sgg. Il martire, è utile ricordarlo, è uno dei Patroni della Gioventù Italiana di Azione Cattolica.

[13] O. pietrobono, ivi, p.5. 

[14] I possedimenti soggetti in Trite a S. Pietro ad Oratorium e quindi a San Vincenzo al Volturno, costituivano una specie di insula benedettina nell’area settentrionale della Diocesi di Valva, la cui circoscrizione territoriale, prima dello smembramento operato da Sisto V, era più ampia dell’attuale.

[15] Cfr. Officia in Dioecesi Valvensi et Sulmonensi recitanda, Napoli 1884.

[16] In precedenza, tuttavia, vi erano due chiese sotto i rispettivi titoli. Da una relazione del 1728, conservata nell’archivio Diocesano Marsi, Avezzano (C/27/ 622), si apprende che “In questa piccola villa di Castelnuovo, che costa solamente di 10 fuochi, luogo miserevole e deserto, vi sono due chiese, ciòè la Parrocchiale sub invocatione S.cti Jacobi Apostoli ed una altra diruta, lontano da detta villa due tiri di mano, dedicata al glorioso Santo Pancrazio”. Devo la notizia al Prof. Angelo Melchiorre che in tale sede ringrazio vivamente.

[17] g. marinangeli, Noterelle di Storia ecclesiastica nella Provincia Valeria, in “Bullettino della Deputazione Abruzzese di Storia Patria”, L’Aquila 1973, p.400

[18] Si vedano al riguardo le Bolle corografiche pubblicate dal Faraglia

[19] Cfr. la Bolla di Clemente III, già citata, del 5 aprile 1188.

[20] Cfr. N.F. faraglia, op.cit., p.44.

[21] Presso la numerosa comunità di Carapelle, residente a Toronto, San Pancrazio si festeggia il 12 maggio. Nella metropoli canadese manca però una chiesa eretta in onore del martire protettore.

[22] Un’altra edicola votiva sorge in tenimento di Capestrano. Gli abitanti di questa località, narra una leggenda, avevano tentato invano di sottrarre la statua di S. Pancrazio ai carapellesi, diventata all’improvviso incredibilmente pesante. La tradizione vuole, secondo schemi codificati relativi alla fondazione dei santuari ed alle impronte miracolose dei santi, che presso l’edicola di Capestrano S. Pancrazio abbia lasciato l’orma del piede. Dalle testimonianze delle nostre informatrici (citiamo per tutte la S.ra Pia D’Andrea, casalinga, residente a Carapelle) non è risultata alcuna notizia in merito a probabili strofinamenti rituali degli arti sull’impronta del piede di S. Pancrazio, al fine di guarire da forme artritiche deformanti. Su tale argomento cfr. g.pansa, Miti, leggende e superstizioni dell’Abruzzo, vol. I, Sulmona 1924, p.133 sgg.; A. Di nola, Quando una pietra poteva guarire, in “Corriere delle Scienze”, 25/5/1982; V. Dini, II potere delle antiche Madri, p.60, Torino 1980; E. gianciustofaro, Storie del silenzio. Cronache di vita popolare abruzzese, in “Rivista Abruzzese”, n.3, 1984, p.352 sgg.; A. Melchiorre, Tradizioni popolari della Morsica, Roma 1984, pp.65-70.

[23] Cfr. E. CANZIANI, Through the Apennines and the Lands of the Abruzzi. Landscape and peasant life, Cambridge, W. Heffer & Sons, 1928.

[24] Non sappiamo se i riti di incubatio a S. Pancrazio tendessero anche al conseguimento della fertilità nelle coppie sterili, come avveniva per es. a Pratola Peligna nel santuario della Madonna della Libera. Cfr. al riguardo G. pansa, op.
cit., voi. I, p.113; M. C. harrison. A survival of incubation in “Folk-Lore”, London 1906. 

[25] Per tale problematica cfr. soprattutto A. Di nola, Gli aspetti manico-religiosi di una cultura subalterna italiana, Torino 1976, p.201 sgg.

[26] Questa forma di comparatico non è annoverata fra quelle descritte da A. DE nino in Usi Abruzzesi, vol. I, Firenze 1879, p.l7, p.42 e p.48 sgg. Tutte davano origine, comunque, ad un complesso di diritti-doveri che erano diversi tuttavia dalla potestà spettante al cosiddetto Sangiovanni, cioè il padrino scelto per il battesimo e la cresima. Sia a Carapelle che altrove, lu San Giuànne non era quasi mai parente del battezzando. La struttura del rapporto di comparatico, assai sentito in Abruzzo, sembra rivelare così complessi fattori di natura economica che vietano ai parenti la possibilità di fungere da persone su cui si possa fare affidamento nei momenti di bisogno, dato che è proprio tra parenti che insorgono contrasti in occasione soprattutto di suddivisione ereditaria. Proverbi assai noti in Abruzzo come per es. lu parente è come lu stevale, cchiù è stritte e cchiù fa male. oppure frate e parente, come serpente sono molto illuminanti al riguardo e contribuiscono a comprendere l’humus socioeconomico in cui l’istituto del comparatico affonda le sue radici.

[27] Cfr. A. d’antonio, Villalago, Storie, leggende, usi, costumi, Pescara 1976, p.187.

[28] Cfr. M. torcia, Saggio Itinerario Nazionale pel Paese de’ Peligni fatto nel 1792. Napoli 1793, pp.141-42.

[29] Si pensi per es. all’olio di S. Biagio ed a quanto afferma S. Giacomo il Minore nella sua lettera sull’ unzione degli infermi (v. 4): “C’è qualcuno tra voi che sia ammalato? Faccia chiamare i presbiteri della chiesa che preghino su di lui, ungendolo con l’olio nel nome del Signore”.

[30] Cfr. Trattato di materia medica del Signor Cullen. tomo III. pp. l27-28. Napoli 1791.

[31] A. de nino, Usi e costumi abruzzesi, vol. V, Malattie e rimedi. Firenze 1891, p.27.

[32] A. de nino, Usi e costumi abruzzesi, vol. V, cit., pp. VII-VIII.

[33] Cfr. A. Imelde Galletti, Infirmitas e terapia sacra m una città medievale, in “La Medicina popolare in Italia”, Quaderno n.8 de La ricerca folklorica, Brescia 1983, p.l7.

[34] Probabilmente, in passato dovevano essere collegate al culto di S. Pancrazio alcune credenze relative al ciclo coltivatorio, che persistono oggi nella Germania e nel Tirolo. Qui S. Mamerto, S. Pancrazio, S. Servazio, e S. Bonifacio, venerati dall’11 al 14 maggio, sono chiamali i Santi del ghiaccio (Eisheiligen), in quanto in tali giorni la temperatura è talvolta così bassa da minacciare il raccolto sui campi o gelare le gemme degli alberi da frutta e delle viti (cfr. Wòrterbuch der deutscben Volkskunde, s.v. Pankratius, Stuttgart, A. Kròner Verlag, 1974). Un elemento probante è costituito dalla circostanza, già riferita, che il 12 maggio si festeggia a Goriano Sicoli Santa Gemma ed un proverbio raccolto in tale località sottolinea che se a Santa Gemma chiove, ogne coppe ne fa nove, con evidente riferimento alla seminagione del grano ed alla tensione
provocata dalle incertezze, insite nel ciclo produttivo. Il pellegrinaggio assume pertanto in questo particolare momento dell’anno anche il valore di un ex voto, al fine di ottenere buoni raccolti sui campi. Cfr. al riguardo A. Di nola, Gli aspetti
magico-religiosi di una cultura subalterna italiana,
Torino 1976, p.19.




RICORDIAMO PIETRINO DI NATALE Servo di Dio

A cinquantasette anni dalla nascita e cinque dall’avvio del processo di beatificazione

Teramo, 10 dicembre 2023. Il 10 dicembre 1966 nasceva a Teramo Pietrino Di Natale.

Cinquantadue anni dopo, sempre il 10 dicembre, nel 2018, con una solenne concelebrazione nella cattedrale  di Santa Maria Assunta, nel cuore dell’antica Teramo, è stato dato il via al processo diocesano di beatificazione del giovane di Ornano Piccolo di Colledara, scomparso tragicamente il 20 agosto del 1984 in concetto di santità.

Con l’avvio del processo di beatificazione Pietrino Di Natale è stato proclamato Servo di Dio e mostrato come un modello per tutti, un esempio di santità quotidiana vissuta nella semplicità delle piccole cose di ogni giorno.

Ma chi era Pietrino Di Natale?

Studente presso il liceo scientifico di Teramo, vive la sua breve ma intensa esistenza ad Ornano Piccolo, frazione di Colledara, ai piedi del Gran Sasso, con mamma Adelina e zia Derna. Orfano del padre, di cui porta il nome, perito in un incidente di lavoro poco prima della sua nascita, ad undici anni entra in contatto con la spiritualità del Movimento di Focolari.

L’incontro, fondamentale nella vita del ragazzo, avviene attraverso due giovani parroci, don Gianfranco De Luca, attualmente vescovo di Termoli-Larino, e don Giovanni D’Annunzio, oggi responsabile del Movimento Diocesano teramano. Ne ricava in dono una certezza illuminante, quella dell’amore di Dio, che lo porta a cercare intensamente Gesù nella vita di tutti i giorni. Di lui scriveva don Giovanni D’Annunzio, suo padre spirituale: «Il cuore di Pietrino era solo per Dio. Una tappa fondamentale è stata la sua partecipazione al congresso dei ragazzi dei Focolari, nel 1978. (…) Al ritorno ho notato che era slanciato nel vivere in profondità ogni attimo. Era iniziata la corsa verso la santità».

Pietrino vive come un ragazzo della sua età, con la passione del calcio e la condivisione della quotidianità con la famiglia, gli amici di Ornano e del movimento dei Focolari, girando in vespa per tutta la provincia di Teramo, alternando gli impegni di studio (frequenta il liceo scientifico Albert Einstein di Teramo) con quelli di svago. Il tutto, però, con una luce particolare, che lo porta ad essere notato negli ambienti che frequenta e lo rende diverso, in senso positivo.

Una diversità che diventa ancora più evidente dopo la sua morte, avvenuta a Silvi marina il 20 agosto del 1984. Quella data, il 20 di agosto, diventa, anno dopo anno, non più un appuntamento riservato a chi lo aveva conosciuto ed amato, ma un affollato raduno di persone, uomini e donne, giovani e adulti, attratti dalla fama di santità che pervade il suo nome.

Una folla sempre più numerosa, nell’anniversario della sua morte, si raduna nel piccolo cimitero di Colledara per ricordare e perpetuare, come un testimone che deve passare di mano in mano, il suo esempio di piccola pietra angolare, di cristiano pienamente realizzato, di santo della porta accanto che, con una vita vissuta alla luce dell’Amore di Dio, ha reso eroiche le gesta di ogni giorno.

Da quel 10 dicembre del 2018 sono già passati cinque anni, ed il processo di beatificazione si è ora spostato a Roma, presso la Congregazione delle Cause dei Santi, dove si stanno esaminando le numerose testimonianze raccolte durante la fase diocesana.

Nel frattempo, il nome di Pietrino ispira sempre più giovani e adulti come esempio di vita. Il 10 dicembre, a San Nicolò a Tordino, tre realtà che sono nate nel suo nome: le famiglie, i giovani ed i religiosi e sacerdoti amici di Pietrino, lo hanno ricordato con un momento di preghiera e condivisione nella certezza che il suo esempio di santità, prima ancora del riconoscimento ufficiale della Chiesa, possa essere di aiuto per molti.

Famiglie amiche di Pietrino di Natale.




IL RESPIRO DELLA NATURA

Alla cantina Ju boss de L’Aquila. La mostra del fotografo naturalista Luca Di Vincenzo

L’Aquila, 10 dicembre 2023. Il respiro della natura, ovvero l’orso e il lupo, la volpe e la poiana, il cervo, il gheppio e l’assiolo, il camoscio, il daino, il grifone e l’allocco. Fotografati con discrezione nel loro habitat naturale, nei boschi, nelle radure e nei cieli dei parchi d’Abruzzo.

Scatti del fotografo naturalista di Goriano Valli, in provincia dell’Aquila, Luca Di Vincenzo, stampati su tela per rendere al meglio l’effetto sfocato in primo piano che in molti casi denota la tecnica di avvicinamento e la distanza che separa l’obiettivo dai soggetti ritratti. E che da lunedì 11 dicembre fino all’11 gennaio saranno in mostra alla cantina Ju boss dell’Aquila.

“Più che di scatti perfetti sono alla ricerca di emozioni ed esperienze tra la natura dei parchi d’Abruzzo dove vivo questa mia passione intima personale – spiega Di Vincenzo -. In questi anni ho vissuto a Goriano Valli nell’ Abruzzo interno: qui la natura selvaggia ti entra dentro per sempre. Con la Fotografia Naturalistica voglio sensibilizzare il pubblico ad un sempre maggiore rispetto della fauna e della flora del nostro territorio. Esporre nella cantina del Boss rappresenta il forte legame con la mia città di origine , un riavvicinamento a Lei e una crescita del mio percorso professionale”.

I dettagli incantano con emozionanti immagini scattate dopo lunghe sessioni di avvistamento, restando fermi per ore e giorni in montagna, all’interno di capanni o escogitando tecniche silenziose di avvicinamento fino a diventare elemento stesso della natura in cui lupi, cervi e orsi si lasciano avvicinare e guardare. Ad essere utilizzata una macchina fotografica Bridge compatta, leggera e ottimale per seguire i movimenti degli animaIi, ma che richiede anche una tecnica più ponderata e riflessiva.  Poi il passaggio a una reflex Nikon D750 con obiettivo 150 600.

Si legge nella recensione della mostra arrivata alla terza edizione: “Il cervo diventa una piccola ossessione che  porta Luca a voler conoscere meglio il paesaggio e diventa anche il momento di svolta per sviluppare una sensibilità prima sconosciuta, che ogni volta lo stupisce, facendogli comprendere la delicatezza dell’ecosistema in cui viviamo. Osservare la fauna selvatica aiuta a vedere il bello che ci circonda, a dargli valore, apprezzarlo e rispettarlo per comprendere la biodiversità che a volte non siamo in grado di riconoscere.

Le fotografie rivelano le sensazioni che si provano quando si va nel bosco da soli: meraviglia, incanto, timore, sorpresa, curiosità, gioia. Se ci si avvicina nel modo corretto ci si sente a casa. Bisogna imparare a muoversi con delicatezza, a osservare con discrezione e rimanere in silenzio, a fermarsi e guardare qualche particolare.  Poi magari ci si siede per guardare un panorama, con calma, e si prova una pace interiore generata da tante emozioni diverse, ma che fanno tutte bene all’anima. Non si torna mai a casa senza un dono: può essere un incontro speciale, magari un fiore, un sasso, un particolare o un posto nuovo che commuove. Poi a volte ci si ritrova a camminare troppo, ci si spinge oltre il confine conosciuto, sempre per la forte curiosità di scoprire che cosa c’è dietro quell’angolo, quell’albero, quella roccia”.

E ancora ,”negli anni si impara che esistono dei limiti oltre i quali non si può andare. Per la fotografia naturalistica si devono conoscere i sentieri da fare per arrivare nei posti adatti, si devono conoscere le aree, gli orari, quando e quanto ci si può avvicinare, perché poi basta un minimo rumore per far scappare gli animali. Si devono rispettare i ritmi della natura soprattutto perché in questo territorio gli animali non sono abituati all’uomo, soprattutto i cervi sono veramente selvaggi e bisogna imparare a conviverci per riuscire ad avvicinarsi per fare delle buone fotografie”.




LA PITTURA DI EMEID in mostra allo Zambra

Ortona, 10 dicembre 2023. Mercoledì 13 Dicembre alle ore 18.30 Unaltroteatro di Arturo Scognamiglio e Lorenza Sorino inaugura la mostra dell’artista Emeid ossia Andrea Ranieri classe ’85 artista autodidatta nato ad Augsburg (Germania) presso il Foyer dell’Auditorium del Cinema Zambra di Ortona.

Ranieri si trasferisce nel ’96 in Italia, proprio ad Ortona dove sin da piccolo mostra una passione per il disegno che negli anni lo conduce a specializzarsi nella creazione di ritratti e ad essere conosciuto a livello internazionale.

I suoi primi graffiti risalgono agli anni 2000, periodo in cui si avvicina al mondo della breakdance e dove per sei anni è uno dei componenti del gruppo dal titolo eloquente “Rapidi sul Marmo”, nome indicativo della sua passione per i graffiti.

Nel 2005 si dedica alla realizzazione di t-shirt dipinte a mano e sempre nello stesso anno apprende l’arte del legno nella falegnameria del padre, dove si dedica alla realizzazione di svariate tipologie di supporti in legno per i propri lavori.

Le sue opere trattano messaggi a sfondo satirico-ironico paradossi quotidiani, sistemi arrugginiti da menti pigre e annoiate e dunque vuole portare lo spettatore a soffermarsi e a riflettere anche sulle proprie debolezze.

Numerose sono le opere realizzate sui muri in diverse città d’Italia. Nel 2016 vince il premio “Ritratti Contemporanei” presso il Museo Cascella di Pescara con l’opera dal titolo “Porta Pazienza” in cui sviluppa la tematica dell’uomo in rapporto alla società in cui è immerso.

Espone le sue opere in svariate mostre collettive e personali e in molte location private. Partecipa in modalità “live painting” a diversi eventi artistici.

Nel 2015 apre il suo studio nella zona Terravecchia di Ortona (CH) e nel luglio 2016 è promotore dell’evento pittorico“Ormed’Arte”, che si svolge ogni anno nel mese di luglio nel centro storico di Ortona e che vede la partecipazione di numerosi artisti chiamati a dipingere.

Dal 23 aprile al 21 maggio 2022 è stato presente nella Galleria Hearta Teramo con la sua personale dal titolo “ScelteVuote”. Lavora costantemente alla ricerca di nuove idee che sperimenta quotidianamente nei suoi lavori.

L’ingresso alla mostra è gratuito, per l’inaugurazione Unaltroteatro offrirà un calice di benvenuto.




HABITAT OLTRE IL WELFARE

Presentazione e attivazione del progetto HOW, con la consegna dei dispositivi digitali

Calascio, 10 dicembre 2023. Martedì 12 dicembre 2023 alle ore 11 presso la Chiesa di San Leonardo presentazione e attivazione del progetto HOW, con la consegna dei dispositivi digitali.

Interverranno: Paolo Baldi – sindaco del Comune di Calascio; Massimiliano Monetti – presidente di Confcooperative Abruzzo; Luca Di Lorenzo – responsabile nazionale Terzo Settore Assimoco.

HOW- Habitat  Oltre  il  Welfare, progetto di BorghiIN – rete di imprese del sistema di Confcooperative Abruzzo – è  un  modello  integrato costruito  sulle  specificità  delle  aree  interne  con l’obiettivo di prendersi cura del benessere delle fasce più fragili della comunità, in primis la  popolazione anziana.

Con il contributo di ideeRete, il progetto vuole avviare la prototipazione del modello di welfare integrato, che offre  alle persone  fragili  un  supporto quotidiano con una rosa di servizi, che vanno dalla visita quotidiana, alla consegna di farmaci, alla spesa a domicilio fino ai servizi domestici.

Durante l’evento di martedì 12 dicembre sarà presentato il servizio di smartwatch, collegato  a   una centrale  di controllo, per  monitorare costantemente  i parametri vitali dei soggetti coinvolti, in  modo  da  consentire  al  servizio assistenziale-sanitario di intervenire tempestivamente in caso di anomalie.




PASTICCIO AL COMUNE DI ORTONA

Il concorso da istruttore amministrativo contabile

Ortona, 10 dicembre 2023.  “C’è un castigo dal quale il Comune di Ortona non riesce a sfuggire, quello della superficialità. Per voler essere fiduciosi. Ma quello che è accaduto, nei giorni scorsi con il bando di interpello Asmel per la copertura di sette posizioni da istruttore amministrativo contabile ha, francamente, dell’incredibile”: lo afferma il capogruppo del centrodestra Angelo Di Nardo, dopo aver ricevuto, a riguardo segnalazioni documentate. Ai candidati, oltre cento, è stata somministrata una prova scritta con trenta quesiti a risposta multipla.

E fin qui niente di strano. Peccato che in due casi le terzine proposte non contenessero la risposta esatta. In un caso l’ipotesi di soluzione era scritta persino in una maniera non esattamente comprensibile. Diventa quindi singolare che, al candidato che si è attestato al primo posto in graduatoria, sia stato assegnato un 29 di punteggio provvisorio e finale, quando nell’eventualità le risposte esatte potrebbero essere eventualmente soltanto 28.

“Un fatto gravissimo, che – afferma ancora Di Nardo – a nostro modo di vedere getta un’ombra pesante sull’intero svolgimento della prova. Il passo successivo è quello che ci spinge a chiedere quale sia la ragione per cui il Piano integrativo attività organizzative (Piao) ha previsto nel fabbisogno del personale per il periodo 2023-2025 tre istruttori amministrativi contabili, di cui due ai servizi culturali-bibliotecari e uno ai servizi demografici. Che bisogno c’è in quei settori di questi specifici profili?”

Probabile che per tutto questo esista una spiegazione: “Ma nell’attesa dei chiarimenti – conclude Di Nardo – ci sia consentito pensare che, ancora una volta, ci troviamo di fronte a una delle fantastiche insensatezze del Comune di Ortona”.




ACCESO IL GRANDE ALBERO DI NATALE

Tantissime persone alla cerimonia per l’inizio delle festività

Roseto degli Abruzzi, 10 dicembre 2023.  Roseto degli Abruzzi dà il via ufficiale ai festeggiamenti del periodo natalizio e lo fa in grande stile. Tantissime persone, ieri sera, hanno partecipato alla serie di appuntamenti organizzati dall’Amministrazione Nugnes che hanno animato il centro della città e che sono culminati con l’accensione del grande albero luminoso realizzato in piazza della Libertà, proprio di fronte alla stazione. In un clima magico che ha entusiasmato grandi e piccini.

La manifestazione “Accendiamo il Natale” ha preso il via in piazza della Repubblica dove, cittadini e Amministratori Comunali guidati dal Vicesindaco Angelo Marcone, sono partiti, accompagnati dalle note della MoBetter Band, alla volta di piazza della Libertà.

Qui, di fronte a centinaia di persone, si è svolta la cerimonia di accensione che ha visto la partecipazione del Vicesindaco Angelo Marcone, della Presidente del Consiglio Comunale Gabriella Recchiuti, dell’Assessore Annalisa D’Elpidio, dell’Assessore Francesco Luciani, dell’Assessore Gianni Mazzocchetti e dei Consiglieri Comunali Enio Pavone, Toriella Iezzi, Christian Aceto, Simona Di Felice, Vincenzo Addazii. Tutti assieme, dopo un breve discorso, hanno premuto il pulsante che ha acceso il grande albero luminoso, realizzato anche grazie al contributo di alcuni sponsor.

L’accensione ha dato il via libera anche alle tante altre attività fisse che animeranno il centro della città in questi giorni: la pista di pattinaggio sul ghiaccio in piazza della Repubblica, il Christmas Village e il Luna Park in piazza della Libertà.

A vigilare sull’evento di ieri le Forze dell’Ordine e i volontari delle Guardie Ambientali, delle Guide del Borsacchio, dei Carabinieri in Pensione e della Protezione Civile.

“Abbiamo inaugurato l’albero di Natale più imponente della costa teramana – ha detto il Vicesindaco Marcone – Un simbolo che abbiamo voluto donare alla città e a tutte le famiglie per rendere ancora più magico questo periodo. Ringrazio l’Assessore D’Elpidio e tutti gli amministratori che hanno lavorato per creare un cartellone degli eventi ricco e che andrà ad interessare tutto il territorio. Grazie allo spirito di collaborazione il Natale 2023 sarà ancora più vivo e bello per i cittadini di Roseto degli Abruzzi. Tengo a ringraziare infine, anche a nome del Sindaco Mario Nugnes, gli imprenditori e le attività commerciali che hanno contribuito alla realizzazione dell’albero e all’installazione delle luminarie, un risultato raggiunto grazie al dialogo e alla sinergia che l’Amministrazione Nugnes è riuscita a creare con le attività produttive del territorio rosetano”.

“È una gioia vedere una Roseto animata, movimentata e gioiosa – ha aggiunto l’Assessore D’Elpidio – Vedere una città così viva per noi è motivo di orgoglio e soddisfazione. Con l’accensione del grande albero abbiamo dato il via al cartellone degli eventi natalizi che, siamo certi, andrà a soddisfare tutte le aspettative dei cittadini e porterà a Roseto anche quelli dei Comuni limitrofi. Inoltre, grazie ai tanti eventi organizzati, puntiamo a favorire anche il commercio cittadino che gioverà di certo delle tante presenze previste. Voglio ringraziare, infine, gli sponsor e le associazioni di volontariato che, anche in questa occasione, non hanno fatto mancare il loro prezioso supporto”.




MASSIMINA ERASMI COORDINATRICE IV

Presso il Centro Commerciale Universo di Silvi la prima assemblea del Coordinamento Italia Viva del Cerrano

Silvi, 10 dicembre 2023. Hanno preso parte ai lavori congressuali i coordinatori locali di Italia Viva Pineto Cleto Pallini, Italia Viva Atri Maurizio Faini e Italia Viva Silvi Ernesto Mariani; il Presidente Provinciale Luciano Monticelli ed il candidato alla carica di consigliere provinciale Ernesto Piccari, Sindaco di Montefino.

La nutrita e partecipata assemblea, moderata da Silvio Massimi, ha eletto all’unanimità Massimina Erasmi alla carica di Coordinatrice di Italia Viva del Cerrano.

“Il Cerrano, visto come un’unica area aggregata, ha delle enormi potenzialità.” – dichiara Monticelli – “La politica deve avere la capacità di metterle a sistema, di ragionare in ottica di area vasta che oggi rappresenta l’unico modo per portare avanti le necessità del territorio. Molto apprezzato dai tanti iscritti del Cerrano è stato il progetto dell’interramento ferroviario che riguarda i Comuni di Silvi, Pineto e Roseto.” – conclude il Presidente provinciale di Italia Viva.

“Sono orgogliosa che gli iscritti di Italia Viva dell’area del Cerrano abbiano riposto in me la loro fiducia” – dichiara la neo-coordinatrice Erami. – “Il mio impegno e la mia determinazione saranno massimi.”

“Idee e voglia di fare non ci mancano.” – continua la Erasmi – “Metteremo in campo una progettualità politica ambiziosa per il Cerrano. Turismo, cultura, arte, lavoro, valorizzazione del Parco Marino sono alcuni dei temi che affronteremo e per i quali avanzeremo delle nostre proposte nelle prossime settimane. Creeremo un dossier dove descriveremo la nostra Vision per questo territorio. In parallelo il mio compito sarà anche quello di estendere ulteriormente quest’aggregazione alla Val Fino, per dare vita a quello che sarà il Coordinamento di Area vasta del Cerrano – Fino. Il nostro intento è quello di creare le giuste e positive sinergie per un territorio che conta 8 Comunità e 50.000 abitanti.” – conclude la neo Coordinatrice.




CELEBRAZIONE DELLA MADONNA DI LORETO

Patrona della Marina Militare e dell’ Aeronautica. Alle 10 lo svelamento di una lapide, alle 11:30 la Messa nella chiesa di San Gabriele

Giulianova, 10 dicembre 2023. Con il Patrocinio della Città di Giulianova ed il contributo del Presidente della sezione Teramo-Giulianova dell’Associazione Arma Aeronautica, Gabriele Barcaroli, stamattina alle ore 10 in piazza Dalmazia, in corrispondenza del monumento ai caduti della Marina Militare e dell’Aeronautica, verrà svelata una lapide dedicata a 5 aviatori morti durante l’ultimo conflitto mondiale, individuati grazie alle ricerche storiche di Walter De Berardinis. Domenico Canzari, Mario Di Pietro, Alberto Manocchia, Pierino Sponcichetti e Ercole Buccella: questi i nomi dei caduti, che si affiancheranno ai due esistenti, quelli di Francesco Bargagna e Ernesto Marinucci.

La cerimonia si svolge in occasione del Centenario della nascita dell’Aeronautica Militare Italiana e della solenne celebrazione che si tiene ogni 10 dicembre in onore della patrona, la Beata Vergine di Loreto.

Il programma prevede alle 10 lo svelamento della lapide ed i saluti istituzionali da parte del Sindaco Jwan Costantini e del Vicesindaco Lidia Albani. Interverrà a seguire il Presidente Gabriele Barcaroli.

Alle 11:30, una Messa sarà celebrata nella Chiesa di San Gabriele durante la quale resterà esposto un busto della Madonna di Loreto di proprietà della stessa associazione.




SALOTTO CULTURALE di Prospettiva Persona

Spazio alla conoscenza di Chiara Lubich

Vasto, 10 dicembre 2023. Il prossimo 13 Dicembre  2023 alle 18:15  il Salotto culturale di Prospettiva persona (Patrocinio MIC e Fondazione Tercas)  Teramo – via Nicola Palma, 33 darà spazio alla conoscenza di Chiara Lubich (Trento 20 gennaio 1920 – Rocca di Papa 14 marzo 2008),  fondatrice del Movimento dei Focolari e figura carismatica tra le più note del Novecento. Pagine Scelte introdotte da Maria Chiara Ferro.

Approfondimento

Un itinerario di brani scelti composti di suo pugno in epoche diverse permetterà di scoprire il ruolo che l’atto del comunicare ha rivestito per la Lubich, rendendola capace di coinvolgere nella propria intensa e autentica vita evangelica persone di ogni età, estrazione sociale e riferimento religioso, e di apprezzare come anche per lei si possa dire, insieme a R. Garrigou Lagrange, che “per farci conoscere la sua esperienza è opportuno che i grandi mistici siano anche grandi poeti”.




AREA SIC E PROGETTO EROSIONE VIGNOLA

Equilibrio ambientale a rischio a Vignola: fondamentale valutare le possibili alternative per tutelare il Sito di Interesse Comunitario (SIC)

Vasto, 10 dicembre 2023. Il Comitato Litorale Vivo e l’associazione Gre Abruzzo vogliono rendere noto che l’area di Vignola interessata dal progetto contro l’erosione, approvato dall’Ammirazione comunale di Vasto, appartiene per almeno la metà della sua estensione all’area SIC ( Sito di Importanza Comunitaria) e ZSC ( Zona Speciale di Conservazione) di Punta Aderci-Punta della Penna, inserita nella rete europea Natura 2000, sottolineandone l’alto valore ambientale. Sono presenti 7 habitat e 3 specie sotto tutela.

In merito a questo sito, la Delibera regionale n. 494, emanata il 15 settembre 2017, approvava misure di conservazione dove si evidenziava la necessità di realizzare obiettivi e misure mirate agli habitat, con particolare attenzione alla “Ricostruzione della duna costiera”.

Purtroppo, la realtà è ben diversa in quanto l’aerea di Vignola non è stata mai oggetto degli invocati lavori dunali.

Si sottolinea quindi il rischio concreto di compromettere habitat naturali e specie rare e la stessa tipicità del sito con un progetto che appare estremamente impattante ed anche sovradimensionato rispetto alle criticità cui dovrebbe far fronte. Esistendo delle alternative progettuali di più basso impatto ambientale rispetto alle barriere frangiflutti previste, che possono di gran lunga meglio integrarsi con l’ambiente circostante, è mandatorio che esse andrebbero considerate dall’ Amministrazione comunale come opzione principale almeno nel tratto di costa compreso nel sito SIC/ZSC.

Si invita caldamente l’Amministrazione comunale  a considerare attentamente di adottare le soluzioni progettuali che rispettino le linee guida nazionali e preservino l’ecosistema unico di Vignola, patrimonio e bene comune della cittadinanza tutta.




A QUESTO SERVE IL CORPO

Lunedì in sala consiliare la presentazione del nuovo libro della giornalista Roberta Scorranese

Roseto degli Abruzzi, 9 dicembre 2023 Lunedì 11 dicembre alle ore 18.30 presso la Sala Consiliare del Municipio di Roseto degli Abruzzi, la Commissione Pari Opportunità di Roseto, con il patrocinio dell’Amministrazione Comunale, organizza un incontro con la scrittrice Roberta Scorranese che presenterà il libro “A questo serve il corpo”. L’evento, che rientra nel cartellone degli eventi natalizi del Comune, sarà un’occasione unica per scoprire il nuovo lavoro della scrittrice e giornalista abruzzese.

“A questo serve il corpo” è un viaggio nell’arte attraverso i corpi delle donne, che racconta la storia e la cultura del corpo femminile attraverso le opere dei grandi artisti di tutti i tempi. Il libro offre uno sguardo nuovo sulle opere d’arte, capaci di indicare la strada per connetterci con una fisicità fatta di accettazione, rinunce, dolore, felicità. Un’opera che unisce saggio e romanzo, ricostruzione storica e finzione, biografia e narrazione. Le donne dipinte, le donne reali, le donne come visioni in questo libro ci dicono che felice è il corpo capace di cambiare, di non rimanere immobile, di essere guardato senza perdere il proprio mistero, di amarsi prima di essere amato, di farsi luce dentro una tela o voce dentro un racconto.

Roberta Scorranese, abruzzese di nascita, vive a Milano. Giornalista, lavora al Corriere della Sera, dove è vice caposervizio delle pagine Eventi Culturali. È direttrice scientifica del Master Arte presso Rcs Academy Business School. Per Bompiani ha scritto il memoir Portami dove sei nata (2019) e il saggio A questo serve il corpo (2023).

“Gli eventi di sensibilizzazione, organizzati da Amministrazione Comunale e da Cpo rappresentano un contributo importante alla lotta contro la violenza di genere, un fenomeno ancora troppo diffuso e a volte silenziato nella nostra società – affermano la Presidente del Consiglio Comunale Gabriella Recchiuti e la Consigliera con delega alle Pari Opportunità Toriella Iezzi – Con questi appuntamenti puntiamo a raggiungere quante più persone possibili e contribuire a creare una cultura del rispetto e dell’uguaglianza tra i generi”.

“Continua l’opera di sensibilizzazione portata avanti dalla Commissione Pari Opportunità di Roseto degli Abruzzi nei confronti di temi legati alla donna, alla vita quotidiana, ai diritti e alla lotta alla violenza di genere – aggiunge la Presidente della Cpo Silvia Mattioli – In questa occasione lo facciamo attraverso la presentazione di un libro di un’importante autrice, Roberta Scorranese, che ci permette di dare uno sguardo diverso al mondo delle donne. Entrare in questo mondo complesso che può avere moltissime sfaccettature e questo si può fare attraverso l’arte, la bellezza e l’amore. Attraverso sguardi diversi cerchiamo di parlare del mondo delle donne, di valorizzarlo e di far risaltare un’immagine di donna che sia libera, indipendente, autonoma e che possa vivere pienamente e con autodeterminazione la propria femminilità”.




LUIGI NIGLIATO ELETTO PRESIDENTE

Sezione Agroalimentare di Confindustria Chieti Pescara

Pescara, 9  dicembre 2023. Luigi Nigliato – 61 anni di Pescara, Direttore Risorse Umane dell’Azienda Molino e Pastificio De Cecco S.p.A. Pescara – è il nuovo presidente della Sezione Agroalimentare di Confindustria Chieti Pescara. Succede a Roberto Di Domenico – titolare dell’azienda Spiedì – che resta nel Direttivo con il ruolo di Vicepresidente.

La Sezione Agroalimentare di Confindustria Chieti Pescara aggrega oltre 40 aziende delle due province: vi lavorano oltre duemila dipendenti e nel loro insieme realizzano un fatturato complessivo di oltre un miliardo e quattrocento milioni di euro annui.

In Confindustria Chieti Pescara la sezione rappresenta, tutela e promuove l’industria abruzzese degli alimenti e delle bevande: si tratta del secondo settore manifatturiero italiano che, con un fatturato annuo di oltre 182 miliardi di euro, contribuisce per l’9,5% al PIL nazionale.

In Abruzzo, il settore alimentare è quinto per numero di occupati all’interno della filiera e al secondo posto se guardiamo allo specifico della produzione di pasta e vino.

Il neopresidente ha sottolineato che il settore è uno dei primi ad aver affrontato le sfide della sostenibilità e coniuga tradizione e innovazione, contribuendo in modo significativo all’economia locale. Le esportazioni – che registrano da anni una tendenza in crescita – testimoniano l’apprezzamento globale per la qualità e la diversità dei prodotti agroalimentari abruzzesi. Un settore che riveste un ruolo cruciale anche come ambasciatore del Made In Italy nel mondo. Questi saranno i temi al centro del suo mandato.

L’Assemblea sezionale svoltasi nei giorni scorsi ha eletto anche i Consiglieri. Si tratta di Stefania Bosco – presidente Storiche Cantine Bosco Nestore, Giuseppe Carulli – amministratore unico di Gegel Srl, Martino Domenichini – direttore industriale area amministrativa di Gesco Sca Gruppo AMADORI, Smeraldo Ferri Franchini – responsabile tecnico di Ibs Sas e Sandro Spella – presidente Consorzio Citra Vini.

Il Direttore Generale di Confindustria Chieti Pescara Luigi Di Giosaffatte ha partecipato ai lavori assembleari, evidenziando che: “Le aziende abruzzesi sono in linea con il panorama nazionale del settore: da un lato l’industria agroalimentare sta applicando i principi dell’economia circolare (a livello nazionale è stato riciclato il 73% degli imballi, superando il target UE 2030 del 70%) e dell’utilizzo efficace delle risorse (-50% consumo di acqua in 30 anni; -30% di energia consumata in 20 anni). Il settore inoltre promuove i principi della dieta mediterranea, che sono patrimonio dell’Unesco: mette così al centro il benessere e la salute delle persone con prodotti di assoluta qualità, dagli elevati standard di sicurezza alimentare e con un’ampia offerta di alimenti sempre più in linea con le emergenti esigenze dei consumatori”.

Allegate foto – credits Confindustria Chieti Pescara.




NATALE A TEATRO 2023

Il Progetto dell’amministrazione Comunale e della Cooperativa Fantacadabra

Avezzano, 9 dicembre 2023.  L’Amministrazione Comunale di Avezzano e la Cooperativa Fantacadabra
daranno vita ad un programma di eventi e spettacoli “Natale a Teatro2023” per bambini e famiglie al Castello Orsini per le festività natalizie. Una serie di appuntamenti con classici della letteratura per l’infanzia: storie indimenticabili come il nostro celebre spettacolo sensoriale “La Bambina dei fiammiferi”, lo spettacolo “Cenerentola”, e “La bella addormentata” reinterpretati da compagnie di lunga esperienza nell’intrattenimento dei più piccoli. L’iniziativa, promossa dal Comune di Avezzano e “Fantacadabra Teatro”, per la direzione artistica di Mario Fracassi, nasce per coinvolgere le famiglie della Marsica per un Natale
con un’opportunità in più: dar vita ad una occasione per genitori, nonni e amici, di partecipare ad un incontro diverso, in compagnia dello spettacolo dal vivo e delle sue uniche emozioni”.

Il periodo natalizio è il momento ideale per trascorrere del tempo con la propria famiglia e con i propri amici. Non c’è dunque occasione migliore per proporre alla città un calendario di appuntamenti teatrali dedicati ai bambini e ai ragazzi. Sarà un modo bello e divertente di trascorrere le giornate di festa, sgranando gli occhi di fronte alle storie fantastiche che saranno raccontate dal palco, ma anche con i giochi, le animazioni, i racconti.

“NATALE A TEATRO” si caratterizzerà per un programma ricco e articolato con titoli importanti e accattivanti come: “LA BAMBINA DEI FIAMMIFERI”; “CENERENTOLA”, “LA BELLA ADDORMENTATA?”, : “ e poi giochi, letture animate e animazione…

CALENDARIO SPETTACOLI: Avezzano – Castello Orsini

DOMENICA 17 DICEMBRE
Ore 17
Compagnia Florian Metateatro
LA BELLA ADDORMENTATA
Liberamente ispirato alle fiabe di Perrault e Grimm,
Teatro d’attore e di figura dai 4 anni
con Alessio Tessitore e Serena Di Gregorio
regia Mario Fracassi
ideazione scena Tiziana Taucci realizzazione Fabrizio Paluzzi
oggetti di scena Wally e Lara Di Luzio.

VENERDÌ 22 DICEMBRE
Ore 15, 16, 17, 18, 19 e 20
Una Cooproduzione Fantacadabra e Florian Metateatro
“LA BAMBINA DEI FIAMMIFERI ”
da Hans Christian Andersen
Con: Roberto Mascioletti, Santo Cicco, Laura Tiberi, Giulia Basel,
Martina Di Genova Emanuela D’Agostino, Alessio Tessitore, Germana Rossi
e Mario Fracassi
Musiche e canzoni di Paolo Capodacqua eseguite dal vivo da Germana Rossi
Regia Mario Fracassi
Spettacolo di narrazione e suggestioni sensoriali con canzoni, suoni,
odori, sapori… per sette attori, un musicista ed un piccolo gruppo di
spettatori bendati.

GIOVEDÌ 28 DICEMBRE
Ore 17
CENERENTOLA IN BIANCO E NERO
Proscenio Teatro di Fermo
musiche originali:Giuseppe Franchellucci, Marco Pierini – Costumi:
Valentina Ardelli – Pupazzi: Lucrezia Tritone – scene: Giacomo Pompei
ideazione e regia Marco Renzi

DOMENICA 17 DICEMBRE
Ore 17
Florian Metateatro
LA BELLA ADDORMENTATA
Liberamente ispirato alle fiabe di Perrault e Grimm,
Teatro d’attore e di figura dai 4 anni
con Alessio Tessitore e Serena Di Gregorio
regia Mario Fracassi
ideazione scena Tiziana Taucci realizzazione Fabrizio Paluzzi
oggetti di scena Wally e Lara Di Luzio.

Un desiderio profondo anima la storia dei due sovrani tristi: avere un
figlio. Proveranno di tutto e la corte si animerà di stravaganti figure
con fantasiose soluzioni. Dopo l’astrologo di corte, il cuoco, la dama,
il maniscalco, finalmente qualcosa avverrà e il loro desiderio sarà
esaudito. Una bambina di nome Rosaspina crescerà a corte, tra le mille
attenzioni dei novelli genitori, ma qualcosa dovrà ancora accadere, un
pericolo che minaccerà la loro felicità. Lo spettacolo, in tournée da
vari anni, ha affascinato i bambini di tutta Italia attraverso l’unione
della componente popolare dei pupazzi e la sperimentazione dei linguaggi
espressivi del corpo e della voce, in un tourbillon di personaggi, voci,
costumi che mandano avanti il racconto con leggerezza. In questa
versione si presenta con la nuova. partecipazione di Serena Di Gregorio,
attrice abruzzese di talento formatasi a Milano alla scuola Paolo Grassi
in Teatro Danza e a Udine all’Accademia d’Arte Drammatica Nico Pepe,
assieme ad Alessio Tessitore, attore storico del Florian Metateatro.

VENERDÌ 22 DICEMBRE
Ore 15, 16, 17, 18, 19 e 20
“LA BAMBINA DEI FIAMMIFERI ”
da Hans Christian Andersen
Con: Roberto Mascioletti, Santo Cicco, Laura Tiberi, Giulia Basel,
Martina Di Genova Emanuela D’Agostino, Alessio Tessitore, Germana Rossi
e Mario Fracassi
Musiche e canzoni di Paolo Capodacqua eseguite dal vivo da Germana Rossi
Regia Mario Fracassi

… quello che non si vede, che per alcuni è illusione, è invece una
speranza nella quale tutti possiamo credere.(Papa Francesco)
Spettacolo di narrazione e suggestioni sensoriali con canzoni, suoni,
odori, sapori… per sette attori, un musicista ed un piccolo gruppo di
spettatori bendati.
Lo spettacolo nasce da un percorso artistico sviluppatosi per opera del
regista Mario Fracassi e si avvale della presenza di numerosi attori,
animatori e musicisti.
Con il teatro sensoriale si ha come l’impressione che il teatro
abbandoni se stesso, si spogli d’ogni orpello estetizzante per riportare
lo spettatore alla densità del proprio sentire. Sogno e mistero si
abbracciano per una conoscenza più profonda delle cose nella loro
materia, forma e funzione e il teatro sensoriale come una chiave magica
riesce ad aprire le porte dell’immaginazione per far affiorare nuove
interpretazioni, nuove visioni, evocare ricordi ed esperienze.
“Era la vigilia dell’ultimo dell’anno. Nevicava e faceva molto freddo.
La piccola fiammiferaia vagava per la città, cercando invano di vendere
fiammiferi. La gente passava incurante della bimba. La piccina si
accovacciò sulla neve per ripararsi dal freddo …”
Gli spettatori viaggiano con la mente e quando riaprono gli occhi si
accorgono di quanto la realtà sia diversa dall’immaginazione. Aprire gli
occhi… Ecco, lo spettacolo è tutto qui. Perché si assiste bendati,
seduti, con intorno gli attori e le attrici che raccontano questa storia
e ce la fanno vivere proprio in quelle dimensioni che il teatro non ci
offre mai, quella dell’udito, dell’olfatto, del tatto. E della musica,
vero e proprio tessuto sonoro dello spettacolo. E’ questa la partitura
di un viaggio dentro se stessi, il viaggio che “La bambina dei
fiammiferi” propone a tutti noi, un viaggio per spettatori di ogni età.
Teatro sensoriale per piccoli gruppi di spettatori bendati dai 5 ai 99
anni
Lo spettacolo verrà replicato più volte
“La Bambina dei fiammiferi ” da Hans Christian Andersen
“Con La bambina dei fiammiferi il genere della fiaba viene restituito
alla sua ricchezza originaria, ma al contempo viene «formato» un
pubblico nuovo, nel senso che viene predisposto un canale efficace per
l’ascolto di un codice proveniente dalla cultura orale: gli effetti
spettacolari della fiaba sono posti fuori dalla sfera del visibile e
dentro quella della visione…. Ne La Bambina dei fiammiferi, oltre alla
visibilità disattivata (ed attraverso di essa), la caratteristica
principale dello spettacolo è rappresentata da
una riscoperta contiguità personale ed umana tra ospiti ed ospitanti
della scena, prima che spettatori ed attori. C’è spazio per il pudore,
per via di una inedita intimità che si instaura già prima dello
spettacolo con l’affidamento cieco agli accompagnatori che conducono per
mano gli spettatori bendati verso le loro poltrone, e poi continua nel
corso della performance, quando accompagnamento ed affidamento si
trasmutano sul piano sensoriale; si avverte sulla propria pelle il
soffio del freddo patito dalla bimba ma anche il calore irrorato dalla
sua fantasia, dove si materializza una stufa immaginaria, quindi odori,
sapori e voci di desideri bruciati al lume di fiammiferi caduchi,
anch’essi tangibili… In quest’ottica, lo spettacolo sensoriale
orchestrato da Mario Fracassi – pur coprendo formalmente gli occhi dello
spettatore- espone sotto una lente di visibilità potenziata i meccanismi
impliciti e microscopici della creazione teatrale: il significato delle
parole del testo guadagna e diventa senso…
All’interno di un caleidoscopio di effetti coordinati con rigore
costante, bisogna rendere nota delle bellissime musiche e canzoni
composte da Paolo Capodacqua, tramite cui trova compimento il
coinvolgimento emotivo del pubblico, accanto ad una polifonia di voci
provenienti da diverse direzioni ed articolate su più livelli formali
anche nei frangenti non musicali.
Con La bambina dei Fiammiferi, FANTACADABRA Teatro dà seguito ad un
progetto complessivo che mostra di saper coinvolgere il pubblico adulto
accanto a quello dei giovanissimi attorno a proposte trasversalmente
efficaci in termini di offerta di eventi rivolti all’intera
collettività.
(Paolo Verlengia – Dottore di Ricerca in Discipline dello Spettacolo,)

GIOVEDÌ 28 DICEMBRE
Ore 17
CENERENTOLA IN BIANCO E NERO
Proscenio Teatro di Fermo
musiche originali:Giuseppe Franchellucci, Marco Pierini – Costumi:
Valentina Ardelli – Pupazzi: Lucrezia Tritone – scene: Giacomo Pompei
ideazione e regia Marco Renzi

Cenerentola è certamente una delle storie più conosciute e raccontate al
mondo, la sua origine si perde nella notte dei tempi, si dice che
provenga dalla Cina ma altri sostengono che fosse conosciuta già
nell’antico Egitto. La prima testimonianza italiana si deve a
Giambattista Basile che la riporta nel suo “Lo Cunto de li Cunti”
(1635), mentre le più fortunate e conosciute versioni in occidente sono
quelle che ci sono arrivate da Charles Perrault (1697) e dai Fratelli
Grimm (1822), scritture per molti versi simili ma con importanti
differenze, soprattutto nel finale. La nostra visitazione prende spunto
proprio da queste incredibili e diverse maniere di far concludere la
vicenda, da una parte Perrault, che perdona le malefatte della matrigna
e delle sue figlie e che vede addirittura Cenerentola accoglierle nel
Palazzo dove era andata in sposa con il Principe, idea ripresa poi da
Walt Disney nel suo celeberrimo film d’animazione (versione bianca).
Dall’altra la “zampata” dei Fratelli Grimm, che invece puniscono
severamente
le sorellastre, facendole accecare da due colombi nel giorno delle nozze
di Cenerentola (versione nera). Lo spettacolo racconta fedelmente la
vicenda, attraversando i momenti più cari e noti al pubblico di ogni
età, ci sarà in scena Cenerentola in carne ed ossa, col suo vestito
sporco di cenere e con quello sfavillante con cui si presenta alla
festa, ci sarà il Principe, la scarpetta abbandonata e tutto il resto.
Non mancheranno, come tradizione della compagnia, pupazzi animati,
situazioni divertenti e coinvolgimento diretto del pubblico. Quella di
Cenerentola è storia di mondi magici, di straordinari rapporti con la
natura e gli animali, ma è anche storia di una profonda ingiustizia, di
riscatto, di prepotenze sconfitte, del bene che trionfa sul male. Tutti,
chi prima e chi dopo, abbiamo subito nella nostra vita dei torti, si
comincia già a scuola con il triste fenomeno del bullismo, e tutti
abbiamo sognato di avere giustizia, questo ci permette un’immediata
identificazione con le vicende di Cenerentola, siamo dalla sua parte sin
dall’inizio, lo siamo stati per secoli e continueremo ad esserlo ancora.




L’ADRIATICA PRESS A MARSALA. Biancorosse contro una corazzata

Si vola in Sicilia per la prima trasferta sull’isola. Il libero Ventura: “Giochiamo contro una squadra di alto livello ed esperta”

Teramo, 8 dicembre 2023. Arriva per l’Adriatica Press la prima trasferta in Sicilia della stagione. Domani, inizio alle ore 16:00, le biancorosse dovranno vedersela contro una delle migliori squadre del girone, il Marsala. Si tratta di una gara importante per entrambe le squadre: le siciliane in casa hanno perso una sola volta contro la corazzata Catania, l’Adriatica Press, fresca del quarto successo consecutivo in campionato, vuol continuare a marciare nelle zone nobili della classifica. Sicuramente, il match che si giocherà in Sicilia, promette spettacolo sotto ogni punto di vista. In classifica la Futura Teramo conta 15 punti, contro i 14 del Marsala. L’analisi sulla sfida di domani e sul momento delle teramane, nelle parole del libero Simona Ventura: “Domani sarà la prima trasferta in Sicilia, contro un avversario ostico. Marsala è sicuramente una squadra di alto livello – commenta il libero biancorosso – con giocatrici molto esperte. Noi dobbiamo essere brave nel mantenere la lucidità e la concentrazione anche nei momenti difficili della partita. Non vediamo l’ora di scendere in campo. Abbiamo lavorato duro questa settimana – conclude Ventura – per preparare al meglio la partita di domani”.

La sfida tra Gesancom Marsala ed Adriatica Press Futura Teramo, si giocherà domani nel Palasport San Carlo di Viale Olimpia a Marsala con inizio alle ore 16:00. A dirigere il match sono stati chiamati Erika Burrascano e Gabriele Mallia.




IL MARGINE DEL MONDO

L’artista Massimo Piunti  espone le sue opere a radici de L’Aquila. Mostra aperta fino al 22 dicembre

L’Aquila, 8 dicembre 2023. Il mare d’inverno e i passi che lasciano impronte sulla sabbia. Le colline del teramano, in intrecci di linee all’imbrunire. Volti catturati nell’istante del loro sguardo sul mondo, con tempera su carta. Paesaggi interiori e da nessun luogo, dipinti con l’orzo e con immersioni successive di bitume diluito in acqua.

Questo e molto altro è ciò che offre all’esperienza estetica la mostra “Il margine del mondo”, a Radici laboratorio di via Leosini 6 a L’Aquila, in pieno centro storico, fino al  22 dicembre, con cui l’artista Massimo Piunti presenta il suo nuovo ciclo pittorico, sviluppando la già costante e feconda ricerca, connotata da un forte legame con la terra, con gli elementi della natura, con l’esplorazione dell’inconscio.

Piunti, originario di Giulianova, residente da anni nella frazione aquilana di Roio, ormai artista affermato e con un grande seguito di estimatori, ha realizzato le opere negli ultimi mesi a Fontecchio, lungo la valle dellì’Aterno, in provincia dell’Aquila, dove assieme alla compagna Silvia Di Gregorio, ha aperto un laboratorio in cui realizza le grandi pupe danzanti di cartapesta e pirotecniche, amate protagoniste delle feste popolari abruzzesi, e anche uno spazio di lavoro ed espositivo nel laboratorio condiviso de Le Officine. Grande è stata la partecipazione al vernissage di venerdì pomeriggio, arricchito dai paesaggi sonori a cura di Sebastian Alvarez, regista, sceneggiatore, artista visuale peruviano, anche lui ora residente a Fontecchio.

L’apparato critico della mostra è stato affidato a Valeria Pica, storica dell’arte e curatrice dell’associazione Harp, e Patryk Kalinski, esperto d’arte del Laboratorio d’arte Le Officine.

Nell’illustrare la genesi autobiografica del suo stile e della sua idea di arte, ha spiegato Massimo Piunti: “Ho assaporato a Giulianova, dove sono nato, la passione dei racconti, comprese le panzane dei marinai, dalle sirene ai mostri a tre teste, per arrivare ai  combattimenti a mani nude contro gli squali. Ho perso molti treni nella mia vita, ma ho attraversato a piedi le strade brecciate, incontrando umanità varia lontana dalle luci della ribalta. Ho fatto per anni l’agricoltore, al fianco di contadini che lavoravano la terra vicino al mare e mai erano andati sulla spiaggia e mai avevano fatto un bagno. Come artista anch’io racconto storie, quelle del mare, della terra, delle anime incontrate, della loro sensibilità e semplicità. Racconto quello che si è sedimentato dentro di me, come le conchiglie, i ciottoli e i pezzi di legno levigati dal vento,  lasciati dalla risacca sulla spiaggia dall’ inconscio del mare. Ai margini del mondo ho trovato tutto”. 

Ha spiegato la critica d’arte Valeria Pica: “La capacità di trovarsi sempre su di un limite di conoscenza non è solo il limite del percorso intrapreso o che porta a percorrere strade sconosciute o poco battute, ma è anche un margine della coscienza che è necessario esplorare in qualità di artista. Il concetto di margine del mondo è tratto da un pensiero di Carl Gustav Jung: “ebbi la sensazione di essermi spinto ai margini del mondo: ciò che per me era motivo di scottante interesse, per gli altri era zero, una cosa inconsistente, e persino paurosa. Per Piunti il margine diventa così una dimensione affascinante e dolorosa al tempo stesso: l’immagine delle persone che vivono ai margini della società è struggente e fonte di creatività perché è proprio lì che avvengono cose incredibili che non sono assoggettate, se non in maniera parziale, alle regole troppo stringenti di una società rigida, ferrea. I margini sono luoghi pericolosi, ma anche affascinanti in cui trovare una sorta di mercato nero dell’anima dove comunque vada, in qualche modo, qualcosa, qualche oggetto misterioso trova la sua strada per arrivare fino a noi.”




VISITA DELEGAZIONE UNCEM DA MATTARELLA

Berardinetti: orgoglio per l’elogio delle nostre montagne abruzzesi

Roma, 8 dicembre 2023. Il presidente Uncem Abruzzo, Lorenzo Berardinetti, era nella delegazione dell’Uncem nazionale che nei giorni scorsi è stata accolta al Quirinale dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Un confronto molto costruttivo durante il quale lo stesso Mattarella ha ribadito l’importanza della coesione dei territori e la forza della montagna che da sempre l’Uncem tutela e valorizza con le proprie azioni.

“Sono rimasto particolarmente colpito dalle parole del presidente Mattarella che ha dato a me, e a tutti i colleghi dell’Uncem, la forza di andare avanti nella difesa della montagna e dei diritti di chi la abita”, ha commentato Berardinetti, che è anche sindaco di Sante Marie, “è stato un incontro costruttivo e incoraggiante durante il quale il capo dello Stato ha ricordato a tutti noi l’importanza della Costituzione come faro per le istituzioni. Non nego l’orgoglio quando, durante i saluti finali, il presidente Mattarella stringendomi la mano ha elogiato le nostre montagne abruzzesi. Un patrimonio unico che abbiamo il dovere di preservare”.




PAROLE D’ABRUZZO

Premiata in Campidoglio Daniela D’Alimonte

Roma, 8 dicembre 2023. Daniela D’Alimonte ritira il premio in Campidoglio per il suo “Parole d’Abruzzo”  di Ianieri Edizioni: l’autrice, letterata e dirigente scolastica pescarese, infatti, è tra i primi classificati al prestigioso Premio Nazionale dedicato al linguista Tullio De Mauro.

Con orgoglio, dopo l’appuntamento romano di ieri, ammette: “è per me un onore vedere la mia opera ‘Parole d’Abruzzo’ dell’editore Ianieri per la collana diretta da Peppe Millanta ‘Comete – Scie d’’Abruzzo’, essere tra quelle premiate nel prestigioso intitolato al linguista Tullio de Mauro”.

Si tratta di un premio organizzato dall’Unpli, l’Unione Italiana delle Proloco nell’ambito dell’iniziativa, giunta ormai alla 11ª edizione consecutiva “Salva la tua lingua locale” per la giornata dei dialetti.

“Il mio volume si è classificato al secondo posto tra tante opere proposte per questa edizione del premio nei vari dialetti italiani. Fa molto piacere – prosegue – vedere che il target e la linea di questo mio saggio siano stati apprezzati aldilà dei confini regionali e che il dialetto abruzzese abbia avuto quindi un ruolo da protagonista tra quelli che erano stati studiati nelle opere concorrenti. Un’esperienza davvero emozionante essere a Roma e ricevere questo premio che a dire il vero non mi aspettavo anche se mentre scrivevo le mie parole d’Abruzzo mi rendevo conto che questo libro può appassionare gli esperti del settore ma anche incuriosire i semplici  lettori”.

Questo primo di 12 volumi “fucsia” (dedicati all’Abruzzo immateriale e curati dalla stessa D’Alimonte) vede la prefazione di Giovanni D’Alessandro e passa in rassegna alcune delle parole più iconiche del dialetto abruzzese. Di ogni termine è stata riportata la trascrizione con alcuni segni convenzionali, e la trascrizione fonetica vera e propria. Inoltre, sono state inserite attestazioni e varianti e anche il vivo uso nella letteratura locale, a opera di scrittori locali, oppure la presenza in proverbi e tipici modi di dire. Per ciascuno di essi vi è soprattutto una precisa ricostruzione etimologica.




FRIGORIFERI ED EFFICIENZA ENERGETICA

Spendi Meno, Conserva Meglio

Prestoenergia.it, 8 dicembre 2023.  La Temperatura Ottimale per il Tuo Frigorifero

In un’epoca in cui la consapevolezza ecologica e il risparmio energetico assumono sempre più importanza, una gestione efficiente degli elettrodomestici, in particolare del frigorifero, assume un ruolo cruciale. Il frigorifero, costantemente in funzione e indispensabile per la conservazione dei cibi, può influenzare significativamente il consumo energetico domestico. Pertanto, comprendere e regolare correttamente la temperatura del frigorifero e del congelatore non solo migliora la conservazione degli alimenti ma può anche portare a un sensibile risparmio sulla bolletta energetica.

Adeguare la Temperatura al Cambio di Stagione

Non tutti sanno che la temperatura del frigorifero dovrebbe essere regolata in base alla stagione per massimizzare l’efficienza energetica. Durante i mesi invernali, quando la temperatura ambientale è generalmente più bassa, è consigliabile impostare il frigorifero tra i 4°C e i 6°C. Questo range è ideale per mantenere gli alimenti freschi, prevenire la formazione di muffe e odori sgradevoli, e allo stesso tempo ridurre il consumo energetico. Per il congelatore, la temperatura raccomandata varia da un minimo di -21°C a un massimo di -18°C. Una temperatura troppo bassa, infatti, può causare un consumo energetico non necessario, aumentando i costi in bolletta.

Benefici di una Corretta Regolazione

Un’accurata regolazione della temperatura non solo garantisce la freschezza degli alimenti ma contribuisce anche a un significativo risparmio di energia elettrica. Ecco alcuni dei benefici che si possono ottenere regolando la temperatura del frigorifero:

Conservazione ottimale degli alimenti: Mantenendo la temperatura ideale, gli alimenti si conservano più a lungo e in condizioni migliori, riducendo quindi gli sprechi.

Prevenzione di muffe e odori: Una temperatura corretta impedisce la formazione di muffe e odori sgradevoli, mantenendo l’ambiente interno del frigorifero salubre.

Risparmio energetico e riduzione dei costi: Un frigorifero regolato correttamente consuma meno energia, contribuendo a una bolletta più leggera e a un minore impatto ambientale.

Altri Consigli per Ridurre i Consumi del Frigorifero

Oltre agli accorgimenti menzionati in precedenza, è altrettanto essenziale non sovraccaricare il frigorifero, poiché un eccesso di alimenti può bloccare le ventole interne, causando disfunzioni o un aumento dello sforzo e dunque del consumo necessario per mantenere la temperatura adeguata.

Anche la manutenzione regolare risulta essere cruciale: componenti come le guarnizioni, che tendono a deteriorarsi nel tempo, richiedono sostituzioni periodiche per assicurare una chiusura ermetica ed ottimale del proprio frigorifero.

Inoltre, è consigliabile evitare di introdurre cibi caldi all’interno del proprio frigorifero. Pertanto, è buona pratica aspettare che un piatto contenente del cibo appena cucinato raggiunga la “temperatura ambiente”, senza lasciare che sia l’elettrodomestico stesso a sforzarsi per mantenere la temperatura desiderata.

La Classificazione dei Frigoriferi in Base all’Efficienza Energetica

La nuova classificazione energetica dei frigoriferi presenta una scala di sette classi da A a G ed offre un’indicazione chiara dell’efficienza degli apparecchi.

I modelli di classe A, contrassegnati da una lettera A su fondo verde intenso, rappresentano l’opzione più efficiente in termini energetici, con un consumo medio annuo di circa 166 kWh. Sebbene richiedano un investimento iniziale maggiore rispetto ai modelli meno efficienti, come quelli classificati nella classe G (caratterizzati da un consumo che può superare i 700 kWh e identificati con una lettera G su fondo rosso), i frigoriferi di classe A permettono di realizzare significativi risparmi energetici e monetari nel lungo termine.   

A seguire, ecco una tabella che riassume i livelli di consumo annui per ogni classe di efficienza energetica:

Consumi Classi Energetiche dei Frigoriferi

Classe A

Uguale o inferiore a 100 KWh/annui

Classe B

Da 101 a 124 KWh/annui

Classe C

Da 125 a 155 KWh/annui

Classe D

Da 156 a 194 KWh/annui

Classe E

Da 195 a 243 KWh/annui

Classe F

Da 244 a 303 KWh/annui

Classe G

Superiore a 303 KWh/annui

Fonte: https://www.prestoenergia.it/news/frigorifero-risparmio/




PREMIO EURO MEDITERRANEO 23

Campitelli, “Importante riconoscimento il Governo Regionale che investe su cultura per sfide del futuro”

Roma, 8 dicembre 2023. Nella prestigiosa cornice del Campidoglio, per il premio Euro Mediterraneo, è stata protagonista anche la Regione Abruzzo premiata per l’innovativo corso di laurea in diritto dell’ambiente e dell’energia fortemente voluto dall’assessore regionale all’energia, Nicola Campitelli.

“Questo Governo Regionale guarda al futuro e alle professioni che saranno necessarie per raggiungere, in modo concreto e senza ideologismi, gli obiettivi della transizione ecologica. L’Abruzzo, amministrato dal presidente Marco Marsilio, è l’unica Regione ad avere questo corso di laurea così innovativo per affrontare le sfide del futuro”. Così in una nota l’assessore regionale, Nicola Campitelli, a margine della premiazione.

Presente anche il Magnifico Rettore dell’Università degli studi di Teramo, Dino Mastrocola.




FIGHT CLUBBING WORLD CHAMPIONSHIP 33

Il più grande evento di Sport da Combattimento d’Italia

Chieti, 8 dicembre 2023. Torna il Fight Clubbing 33, il più grande evento di Sport da Combattimento d’Italia, che dopo l’incredibile successo registrato con l’ultima edizione, vedrà grandi Star Mondiali prepararsi a conquistare il Ring del PalaTricalle di Chieti Sabato 16 Dicembre 2023, in diretta in mondovisione su DAZN. L’evento, patrocinato dal Dipartimento per lo Sport-Presidenza del Consiglio, dal Comune di Chieti, dalla Regione Abruzzo, dalla Federazione Italiana Kickboxing Muay Thai Federkombat, dalla Federazione Pugilistica Italiana FPI e dall’OPES, vedrà tra i grandi atleti presenti in gara i campioni del mondo Amansio Paraschiv, Maximo Suarez, Enrico Pellegrino ed i pugili Abruzzesi Luca Spadaccini, Luigi Alfieri, Edoardo D’Addazio, Davide De Lellis, Ivan Guarnieri. Stamane la presentazione con Amministrazione, organizzatori e atleti.

Una incredibile Main Card con 10 Match Pro, un Titolo del Mondo di K-1, un Titolo del Mondo di Muay Thai, un Titolo Italiano di Pugilato e, per la prima volta, le Stelle Abruzzesi della Boxe tutte insieme per regalare agli appassionati una serata indimenticabile. Un appuntamento imperdibile per gli amanti del fighting, che in anteprima assoluta vedrà disputarsi la finalissima del primo torneo al mondo di Boxe Autonoma in Carrozzina, con in palio il Titolo Italiano di Pugilato tra Simone Dessi e Lorenzo Spadafora.

“Sono orgoglioso di questa presentazione con tutta la macchina organizzativa del Fight Clubbing, il terzo per Chieti – così l’assessore allo Sport Manuel Pantalone -. Ci interessava quest’anno rafforzarlo e con la diretta su DAZN e quest’anno ci riusciremo, grazie ai nomi che si confronteranno sul ring e nella gabbia del nostro Pala Tricalle, che per questo evento si trasforma e accoglie una disciplina che riguarda e attrae migliaia di persone. Con Chieti Città europea dello Sport per il 2025 siamo certi che questo evento ci darà visibilità e risultati sperati e ci tengo a ribadire come vogliamo che la città diventi il centro di riferimento di questo evento che sta crescendo sempre di più, perché potrà essere un volano incredibile di sport e spettacolo. Si tratta ormai del più grande appuntamento di sport da combattimento d’Italia, che porta non solo il valore della competizione che ha le sue regole e la sua energia, ma anche lo show, fatto di grandi nomi che si esibiranno fra pochi giorni sul nostro territorio”.

“Terzo anno che siamo qui e ogni anno aggiungiamo tasselli – così Andrea Sagi, motore dell’evento – Quest’anno torniamo a Chieti con la massima potenza mediatica, perché DAZN ci allinea ai più grandi sport che segue, ma anche agli eventi mondiali che ospitano sulla loro piattaforma seguitissima. Qualche anno fa questo era solo un sogno, oggi i nostri sforzi e l’audacia del progetto, sono stati premiati con un contratto biennale che ci ha spinto a duplicare il numero di eventi che ci ha visti di recente a Lecce con un sold out eccezionale. Adesso abbiamo lavorato e lavoriamo alacremente a questo evento, lo facciamo anche con una selezione pugilistica eccezionale, quest’anno annoveriamo tutti i migliori pugili della nostra regione, territorio per territorio. Oltre loro abbiamo il match attesissimo per l’unificazione del titolo mondiale di Kick Boxing, poi Pellegrino, altri atleti molto forti come Amansio Paraschiv, Maximo Suarez, Kebrome Neguse, Nando Calzetta, Giuseppe Palermo, Matteo Patané e tanti altri. Ma la ciliegina sulla torta di questa edizione, perché l’abbiamo tanto inseguita, è stata il riconoscimento dalla Presidenza del Consiglio, Dipartimento dello Sport che fa sì che il Fight Clubbing sia fra i 25 eventi italiani più importanti a livello internazionale. Questo dato dà lustro a noi, agli atleti che combattono e al territorio dove si svolgono”.

“Si tratta di un grande evento che ci dà la visibilità a livello nazionale e internazionale – così il pugile Edoardo D’Addazio presente alla conferenza con alcuni dei colleghi abruzzesi – darò tutto me stesso per divertire il pubblico e affrontare le sfide al meglio”.

“Per la secondo volta sono parte di questo evento – così il pugile Ivan Guarnieri – La prima volta è stata un’esperienza unica e sono certo che avremo uno spettacolo ancora più grande e partecipato”.

“Mi aspetta una sfida importante per la Kick Boxing – conclude Matteo Patané – l’anno scorso il palazzetto era pieno e abbiamo sentito bene l’energia, sono certo che quest’anno ancora più persone verranno a vederci e a seguire il Fight Clubbing che è un evento che merita e che dà allo sport e agli atleti una visibilità straordinaria”.

“Sono molto emozionato – dice Luca Spadaccini – perché torno sul ring in veste di papà e come unico atleta teatino presente sul ring prometto alla mia città uno spettacolo senza precedenti e invito tutti a venire a viverlo con noi”.

“Sono qui nuovamente al Fight Clubbing per far vedere di cosa sono capace e far divertire tutti i miei supporters pescaresi – dice Davide de Lellis – lo farò inseguendo il sogno del titolo italiano”.




VIA VERDE: ACQUISIZIONE VECCHIE STAZIONI

Protocollo d’intesa tra regione Abruzzo e provincia di Chieti  

Chieti, 8 dicembre 2023. Regione Abruzzo e Provincia di Chieti hanno sottoscritto il protocollo d’intesa che dà il via  libera all’acquisizione delle vecchie stazioni e aree di risulta lungo la Via Verde Costa dei Trabocchi. Il protocollo è stato firmato ieri mattina nel Palazzo provinciale di Chieti tra la Regione Abruzzo, rappresentata dall’Assessore Nicola Campitelli, e la Provincia di Chieti, rappresentata dal Presidente Francesco Menna.

Il protocollo d’intesa sancisce gli impegni dei due enti locali in merito alla procedura di acquisizione e valorizzazione delle aree di risulta dell’ex tracciato ferroviario e degli immobili che si trovano a San Vito Chietino, Fossacesia, Torino di Sangro e Vasto. Nello specifico, la Regione autorizza la Provincia all’acquisto delle vecchie stazioni che diventeranno parte del patrimonio demaniale provinciale. La Provincia si impegna ad acquisire gli immobili con propri fondi e a trasferirli nel proprio patrimonio demaniale, per destinarli poi agli scopi previsti di valorizzazione.

Inoltre, il 30 novembre è stato pubblicato il decreto del Presidente della Provincia di Chieti che istituisce il “Tavolo permanente per la valorizzazione della Costa dei Trabocchi”, al quale partecipano, con la Provincia di Chieti, i comuni di Ortona, San Vito Chietino, Rocca San Giovanni, Fossacesia, Torino di Sangro, Casalbordino, Vasto, con funzioni propositive e consultive, per l’esame delle problematicità e delle proposte di valorizzazione e sviluppo della Via Verde.

“Questo accordo segna un passo significativo verso la valorizzazione del patrimonio culturale, sociale, economico della Via Verde Costa dei Trabocchi. È un passaggio decisivo per ambire al progetto di riqualificazione e ri-funzionalizzazione delle vecchie stazioni, per cui la Provincia procederà all’acquisizione nei primi mesi del 2024 investendo 2 milioni di euro. Un percorso che condividiamo insieme alla Regione e ai Comuni, con cui ci confronteremo nel Tavolo permanente per la valorizzazione della Costa dei Trabocchi. La firma di questo protocollo è il risultato di un impegno congiunto tra Provincia e Regione, che ringrazio nelle persone degli Assessori Nicola Campitelli e Daniele D’Amario: un impegno che testimonia la volontà comune di preservare il nostro patrimonio e promuovere uno sviluppo sostenibile per l’Abruzzo intero. Ringrazio tutte le istituzioni coinvolte, a partire dai Sindaci e dai Presidenti emeriti Febbo, Di Giuseppantonio, Coletti e Pupillo che prima di me hanno lavorato e creduto nella costruzione del percorso politico e amministrativo di questo progetto, che ha già dimostrato quale impatto positivo può avere sulla qualità della vita dei cittadini e sulla capacità di rendere la nostra provincia ancora più attrattiva. Un particolare ringraziamento va al Segretario generale della Provincia Antonella Marra, alla Dirigente della Via Verde Paola Campitelli e per il loro tramite a tutto il personale che ha contribuito a conquistare questo risultato importante”, dichiara il Presidente della Provincia  di Chieti Francesco Menna.




PER UNA BIBLIOGRAFIA DELLE FOGGE Dl VESTIRE

[Pubblicato in “Costumi popolari d’Abruzzo e Molise nel 1700 e 1800” – Centro Studi P. Serafini, Sulmona 1986]

di  Franco Cercone

Per i tipi delle Edizioni del Gallo Cedrone de L’Aquila vedeva la luce, nel 1982, il volume dal titolo “Costumi Popolari d’Abruzzo”, ricco di numerose tavole a colori ed in bianco e nero, frutto di intense ricerche effettuate nel corso di due anni presso archivi e collezionisti privati.

Il giudizio dei critici, apparso sui più svariati quotidiani e periodici fu positivo e particolarmente lusinghiere risultarono le recensioni del compianto G. Bolino, di A. Di Nola[1], e di I. Bellotta.

Vincenzo Accardo ed io – autori di tale pubblicazione – consideravamo, ed a ragione la bibliografia sull’argomento non esaustiva, ma solo una pietra miliare che permettesse, con le sue indicazioni, di proseguire nel cammino che porta al completamento di quel difficile capitolo etnografico che è appunto il Costume popolare abruzzese.

Nell’estendere in seguito lo sguardo anche al Molise, Regione legata all’Abruzzo, per motivi storici e

geografici, da una koinè culturale, abbiamo avuto possibilità di arricchire le fonti bibliografiche facendo tesoro anche dei contributi scaturiti da mostre sui costumi svoltesi in periodi successivi alle manifestazioni da noi organizzate (Sulmona 1982, Castelvecchio Subequo 1984) e soprattutto da quella che ha avuto luogo nel luglio del 1985 a Chieti presso la Pinacoteca C. Barbella, con la pubblicazione del volume «Il costume popolare Abruzzese tra ‘700 e ‘800›› ed. Solfanelli, 1985, contenente i saggi di De Rosa e Trastulli “Il Costume Abruzzese tra cronaca e storia” e quello pregevolissimo di E. Spedicato “Sulle tracce del costume popolare: ipotesi di percorso”.

Sulla scia delle considerazioni fatte da G. B. Bronzini ne “Il metodo funzionale per lo studio del costume popolare” (in “Cultura e Scuola” n.81, 1982, pag.108 e sgg.), i nuovi dati acquisiti hanno apportato maggior ordine nella valutazione delle fonti sia sul piano sincronico che diacronico, sicché prescindendo dagli aspetti meramente tecnici, lo studio del costume popolare va visto soprattutto come indagine diretta alla focalizzazione dei rapporti uomo-ambiente, nel quadro più vasto della geografia antropica e dell’antropologia culturale.

Poiché nelle fogge di vestire l’aspetto cromatico assume una importanza fondamentale, non qualificabile come elemento sovrastrutturale (nei paesi montani, per es., il predominio delle stoffe nere, al di fuori dei casi di “lutto stretto”, è dettato dall’esigenza di attrarre il più possibile i raggi del sole, mentre a valle funzione opposta svolgono, o meglio, svolgevano le tovaglie bianche sul capo), si comprende come gli ex voto pittorici, che ornano, spesso da secoli, le pareti di molti santuari, abbiano attirato anche sotto il profilo che qui interessa, l’attenzione degli studiosi, per cui tali tavole votive, scaturite talvolta anche dall’estro di insigni artisti, costituiscono la fonte storica più importante per lo studio del costume popolare.

Gli ex voto pittorici, eseguiti per lo più ad olio, rappresentano infatti delle vere e proprie fotografie a colori risalenti ad epoche in cui non esistevano macchine fotografiche, e scattate da ignoti artigiani che ritraevano il committente, uomo o donna, con l’abito usuale nella scena della ierofania e della Grazia Ricevuta.

Per lo stesso motivo agli ex voto pittorici sono paragonate le figurine in terracotta che animavano i presepi. Modellate secondo le fogge di vestire, dei più svariati paesi, esse venivano colorate a mano fin nei minimi particolari, raggiungendo spesso (come nel caso di G. Avolio, artista di Pacentro) livelli di arte figulina.

Oltre alle fonti citate nel volume “Costumi Popolari d’Abruzzo”, ve ne sono altre di notevole interesse che sono sfuggite alla nostra attenzione o alla nostra la memoria e che riguardano l’Abruzzo e l’area peligna in particolare. Vanno segnalati anzitutto i seguenti volumi: E. Mattiocco, O. Pelino, G. Di Tommaso “Sulmona nell’Ottocento”, Sulmona 1970; E. Mattiocco, “Sulmona Ieri”, Sulmona, 1972, per le numerose fotografie ritraenti donne nei costumi caratteristici de paesi della Conca Peligna (periodo fine Ottocento – primi decenni del Novecento); D.V. Fucinese “Raiano notizie storiche e vita tradizionale”, L’Aquila, 1971. In quest’ultimo l’A. riporta alcune descrizioni di costumi osservati dal Gothein durante la sua permanenza a Sulmona e centri limitrofi nell’ultimo decennio del secolo scorso [‘800].

A questi lavori vanno aggiunte opere e resoconti di viaggiatori stranieri dell’Ottocento di cui siamo venuti a conoscenza negli ultimi tempi e che andrebbero tradotti in italiano data l’importanza che rivestono per la nostra Regione e per il Mezzogiorno, come il volume K.U. Von Salis-Marschlins “Viaggio attraverso l’Abruzzo”,1789, ristampa anastatica a cura di A. Polla, Avezzano 1981.

Di notevole interesse risulta per la Marsica e soprattutto per Celano il saggio di P. Piccirilli, “Una relazione inedita intorno allo stato di Celano”, pubblicato nella “Rassegna Abruzzese di Storia e Arte” (n. 9, 1899); lo stesso dicasi per “Collelongo”, pregevole monografia di W. Cianciusi, pubblicata nei 1972 e ricca di annotazioni sul costume di tale località.

Tra le opere riproducenti costumi della nostra regione pubblicate verso la metà dell’800 vanno segnalate quelle realizzate con notevole spirito imprenditoriale da Gaetano Dura, concretizzate in una serie di lavori di grande importanza, alcuni dei quali non molto noti agli studiosi del settore.

Le elenchiamo qui appresso in ordine cronologico:

  1. S. Gatti – G. Dura, Scenes populaires dessineès par Gaetano Dura, Napoli. Lit. Gatti e Dura, 1840, (con 25 tavole colorate a mano).
  2. G. Dura, Costumi Napoletani, Napoli Lit. Gatti e Dura (con 10 tavole colorate a mano).
  3. G. Dura, Nuova raccolta di costumi e vestiture di Napoli e suoi dintorni, Napoli. Lit- Gatti e Dura, 1850-51 (con 39 tavole acquerellate a mano).

Verso la metà dell’800. sotto l’influsso delle teorie romantiche, si ebbe una grande fioritura di opere, italiane e straniere, aventi per soggetto scene di vita popolare con riproduzioni, a colori ed in bianco e nero, di personaggi del contado in costumi tradizionali.

Accanto alle più note, vanno inoltre segnalate:

  1. Autore Anon.,  Regno di Napoli, Siti, Monumenti, scene e costumi, Torino, Pomba Ed., 1835. voll.4; (con 68 tavole incise alcune delle quali riproducenti costumi abruzzesi a molisani)
  2. M. Buonaiuti, Italian Scenery Representing the manners, customs amusements of the different states of Italy, London 1824, (con 32 tavole colorate a mano da J. Godby).
  3. S. Manning, Italian pictures drawn with pen and pencil, London, s.d.
  4. F. De Boucard, Usi e costumi di Napoli e contorni descritti e dipinti, Opera diretta da F. De Boucard, Napoli, Nobile Ed., 1853-58 voll. 2; (con 101 tavole acquarellate a mano e disegnate da valenti artisti, tra cui il Palizzi).
  5. N. Dally, Usi e costumi sociali, politici e religiosi di tutti i popoli del mondo, Torino, Stab. Tipogr. Fontana, 1844-47, voll. 4 (con 250 tavole incise in rame e colorate a mano)._
  6. J. Gourdault, Naples et la Sicilie, Parigi, Hachette. 1889; (nell’opera sono riprodotti disegni in bianco e nero di costumi abruzzesi e molisani).
  7. Autore Anon. , Nuova raccolta di 56 costumi di Roma e contorni tratti dalla fotografia, Roma 1860, (con 56 costumi litografici, colorati a mano).

In molte opere un certo spazio è riservato alle colonie albanesi dell’ltalia meridionale, con descrizione

degli usi e costumi di questo popolo. Particolarmente interessanti per l’influenza esercitata sulle tradizioni popolari di molti centri del sud (si pensi a Villa Badessa in tenimento di Rosciano). Al riguardo va segnalato il volume di F. Tajani, Le Istorie albanesi. Epoca prima e seconda, terza e quarta, Salerno, F.lli Jovene, 1886, (contenente molte tavole di costumi in litografia, colorati a mano). Lo stesso dicasi per i Briganti, che insieme ai Pastori diventano il simbolo della Einsamkeit romantica. Ed è proprio ad essi che la pittrice inglese M. Graham dedica un importante lavoro dal titolo Three Montes passed in the mountains east of Rome, during the year 1819, London, 1821. Nel volume sono riprodotti gli abbigliamenti caratteristici di 10 briganti abruzzesi. Da segnalare infine l’importante opera di Harriet Morton, Protestant vigils or evening records of a journey in Italy in the years 1826 and 1827. London, R. B. Seeley – W. Burnside 1829. 2 voll.

L’interesse suscitato delle fogge di vestire del Regno di Napoli per gli studiosi anglosassoni, si inserisce così in quella Weltanschauung romantica che fa del luccicante paesaggio meridionale la cornice ideale dei Wandern, del vagare senza mete precise, alla ricerca di tutti gli elementi che arricchiscono la propria formazione spirituale.

Usi e costumi acquistano così il valore di prezioso tassello di completamento del mosaico descrittivo di popoli e terre lontane e fissa una pagina importante di storia che fino al secolo scorso non era ancora stata scritta.


[1] Cfr. A. Di Nola “Per un bilancio della ricerca culturale in Abruzzo” in Rivista Abruzzese n. 4 Anno XXXVI 1983: [“… Passiamo a più fausti lidi, quelli che toccano i problemi delle tradizioni popolari, con un’intelligente pubblicazione dedicata ai costumi popolari d’Abruzzo (V. Accardo e F. Cercone “Costumi popolari d’Abruzzo”, Edizioni del Gallo Cedrone, 1982, pp. 72+30 tavole delle quali molte a colori). Veramente in questa splendida opera si passa a una storia minore di realtà regionale intensa ed attentissima, proprio perché la ricerca, questa volta è diretta ad un’area molto precisa e ristretta. … La consistenza culturale delle vicende che interessano il costume è chiarita dall’intervento, come sempre brillante ed erudito, di Franco Cercone che ci offre notizie di eccezionale valore: non soltanto quelle relative all’origine degli abiti e delle acconciature, ma quelle che affrontano apparenti curiosità, localismi che sembrano superficiali e che, invece, rivelano i volti nascosti della realtà abruzzese, per esempio la serie documentaria che, nello scritto di Cercone, riguarda la obliterazione del costume maschile, più rapida e evidente dell’abbandono del costume femminile. Dietro mi sembra sia tutta la cronaca delle transumanze, degli spostamenti, delle migrazioni stagionali di questa gente: i maschi realizzano contatti con alterità culturali, con Roma, con la Campagna romana, con la Puglia, pagando in proprio, anche negli abiti, la deidentificazione, mentre la metà femminile, relegata nelle attese nelle terre abruzzesi, diviene depositaria di tradizioni residue. L’opera, a parte il notevole valore delle riproduzioni, è un esempio di antropologia storica, del come un dato specifico, quello del costume materiale, possa essere sollevato a indice di analisi di una storia culturale: ed è violenza subìta il dover constatare che uno studioso come Cercone, certamente di livello nazionale, debba portare a termine questi lavori nel silenzio della periferia sulmonese, soltanto perché i centri di studio universitari vivono nel facile gioco dei piccoli poteri mortificanti e cancellano le rischiose presenze delle intelligenze”. Alfonso Di Nola]




SPESE DI NATALE NEL SEGNO DELL’ARTIGIANATO LOCALE

Confartigianato lancia la campagna per sostenere i negozi di vicinato

Pescara, 7 dicembre 2023. Le feste di Natale fanno impennare la spesa degli italiani che quest’anno, a dicembre, raggiungerà il valore di 24,4 miliardi di euro, vale a dire il 28,3% in più della media annuale. Quasi due terzi degli acquisti, pari a 15,9 miliardi, saranno dedicati ad alimentari e bevande. È la previsione elaborata da Confartigianato sui dati Istat e Unioncamere secondo la quale, nei consumi natalizi del 2023, primeggeranno quelli che puntano sulla tipicità, sull’identità territoriale, sull’unicità e sulla qualità di prodotti e servizi.

Un trend che coinvolge 311.111 aziende artigiane con 882.157 addetti che operano in 47 settori, dalle specialità alimentari all’oggettistica, dall’abbigliamento ai prodotti per la casa fino ai giocattoli.

Dallo studio di Confartigianato, a livello territoriale, emerge che gli abruzzesi spenderanno 497 milioni di euro (352 milioni in prodotti alimentari e bevande e 145 milioni in altri prodotti), dato che incide per il 2% sulla spesa totale nazionale.

Si spenderà di più nella provincia Chieti (145 milioni di cui 103 milioni in prodotti alimentari), seguita da Pescara (121 milioni di cui 86 alimentari), L’Aquila (116 milioni di cui 82 alimentari) e infine Teramo (115 milioni di cui 81 alimentari).

Shopping di Natale sfrenato invece in Lombardia con 4,3 miliardi di euro (17,5% del totale nazionale). Supererà il miliardo di euro anche il Lazio con una spesa stimata di 2,4 miliardi, il Veneto (2 miliardi), la Campania (1,9 miliardi), l’Emilia-Romagna (1,9 miliardi), la Sicilia (1,9 miliardi), il Piemonte (1,9 miliardi), la Toscana (1,5 miliardi), la Puglia (1,4 miliardi).

Si spenderà meno dell’Abruzzo solo in Umbria (354 milioni), nelle Province autonome di Trento (230 milioni) e Bolzano (221 milioni), in Basilicata (211 milioni), nel Molise (117 milioni) e in Valle d’Aosta (58 milioni).

In Abruzzo il 34% degli addetti del settore artigiano (7.726 imprese, 18.686 addetti) è coinvolto nell’offerta di prodotti e servizi natalizi, una percentuale che supera la media nazionale pari al 33,9%.

A livello provinciale, in Abruzzo, il peso più rilevante dell’artigianato interessato dalla domanda per le festività natalizie si riscontra a Teramo, dove coinvolge 5.661 addetti (pari al 36,9% del totale delle imprese artigiane del territorio).  A seguire Pescara, con 4.596 addetti (35,2%), mentre dati leggermente inferiori si osservano a Chieti (5.101 addetti pari al 33,4% del totale) e a L’Aquila (3.331 addetti pari al 29,5% del totale).

“I dati dimostrano che i consumatori preferiscono acquistare prodotti e servizi realizzati da artigiani e micro piccole imprese locali – commentano il presidente e il segretario regionale di Confartigianato Abruzzo, Giancarlo Di Blasio e Daniele Di Marzio – ciò non significa solo sostenere l’imprenditore, i suoi dipendenti e le rispettive famiglie, ma anche contribuire alla trasmissione della cultura del sapere artigiano nel territorio”. Per incentivare tale dinamica, dagli effetti virtuosi, anche quest’anno Confartigianato rilancia la campagna Acquistiamo Locale.

“È un invito a rivolgersi ai negozi e alle botteghe di prossimità, e a dare un senso a questa scelta di responsabilità e sostenibilità – affermano le figure di vertice dell’associazione datoriale – i prodotti e i servizi offerti dalle imprese artigiane italiane sono caratterizzati da una artigianalità basata sul valore del lavoro, sull’ascolto del cliente e sulla personalizzazione del prodotto, a cui si associa l’alta qualità delle materie prime e dei prodotti realizzati “. In conclusione, Di Blasio e Di Marzio sottolineano che “scegliere un regalo, espressione del valore artigiano e del Made in Italy equivale a donare creatività, innovazione e originalità”.




KICKOFF MEETING DEL PROGETTO EDIDESK

Finanziato dal programma europeo Erasmus+. Pescara- Aula 31 – lunedì 11 dicembre 2023 – ore 9:30

Pescara, 7 dicembre 2023.  Lunedì 11 dicembre 2023, alle ore 9:30, presso l’aula 31, nel Campus universitario di Viale Pindaro a Pescara, si terrà il kick-off meeting del progetto europeo Erasmus+ KA220 dal titolo “EDIDesK – Open Access Contents on Design for Equality, Diversity, and Inclusion for Higher Education Programmes”.

Il progetto triennale, coordinato dal Gruppo di Design del Dipartimento di Architettura dell’Università degli Studi “Gabriele d’Annunzio” di Cheti-Pescara, intende così affrontare una sfida chiave nell’industria creativa dell’Unione Europea: la necessità di formare laureati competenti nel campo del Design per l’Equality, Diversity, Inclusion (EDI). La giornata di lunedì 11 dicembre sarà aperta a tutti gli interessati e vedrà la partecipazione dei rappresentanti di tutti i partner europeo del progetto: “Academy of Fine Arts and Design” in Katowice (Polonia), Slovak University of Technology in Bratislava (Slovacchia), “ELISAVA School of Design and Engineering of Barcelona” (Spagna), University of Florence (Italia), “EIDD Design for All Europe” (Austria) e “Cumulus Association” (Finlandia). Per partecipare all’incontro è necessario registrarsi al link https://form.jotform.com/233265167768366, il  che darà modo di ricevere un attestato di partecipazione al termine dell’evento.

Attualmente, i contenuti didattici relativi al Design per l’EDI – spiega il professor Emilio Rossi, docente di Disegno industriale presso il Dipartimento di Architettura della d’Annunzio – sono frammentati e dispersi. Il vasto numero di approcci progettuali limita la circolazione delle idee, penalizzando il confronto e la collaborazione tra istituti di ricerca accademica, rendendo difficile la preparazione dei laureati nell’affrontare le sfide dei mercati futuri. Nello specifico – aggiunge il professor Rossi – il progetto mira a migliorare l’insegnamento del Design per l’EDI nel settore della formazione universitaria dell’UE attraverso l’uso di strumenti digitali ad accesso aperto.

Le principali attività del progetto includono la sistematizzazione delle conoscenze, la creazione di un quadro didattico europeo, lo sviluppo di una piattaforma di apprendimento digitale e, infine, una serie di attività di promozione internazionali con il coinvolgeremo degli stakeholder. Il nostro progetto – conclude il professor Emilio Rossi – rimarca l’impegno del personale del Dipartimento di Architettura della d’Annunzio nel volersi confrontare con lo scenario della ricerca europea e della cooperazione internazionale anche in veste di leader, suggerendo dei filoni di lavoro originali e innovativi che mirano a produrre un significativo e tangibile contributo circa il futuro della didattica accademica nei vari settori del progetto.

Maurizio Adezio




MOBILITA ATTIVA E SALUTE BIMBI E ADOLESCENTI

L’accordo Unicef Italia e Fiab

Teramo, 7 dicembre 2023. Il 4 dicembre, è stato firmato da UNICEF Italia e da FIAB-Federazione Italiana Ambiente e Bicicletta l’accordo di collaborazione per promuovere i diritti dell’infanzia legati al tema della salute e della sostenibilità ambientale.

In Italia, infatti, per molti bambini e ragazzi il diritto alla mobilità attiva è limitato a causa di stili di vita tanto consolidati quanto nocivi. Questo diritto è alla base della loro salute attuale e da futuri adulti. UNICEF Italia e FIAB si impegnano quindi a realizzare e implementare attività e iniziative per restituire alle persone più giovani questo fondamentale diritto, a cominciare dalla mobilità attiva a piedi e in bicicletta nei percorsi casa-scuola.

L’utilizzo eccessivo dell’auto privata è uno dei fattori che contribuiscono all’allarmante fenomeno del sovrappeso e dell’obesità minorile, estremamente grave nel nostro Paese, e al contempo è una delle principali fonti di inquinamento atmosferico, con elevatissime concentrazioni proprio presso le scuole, sia di grandi che piccole città, dove quotidianamente si formano ingorghi di auto negli orari di ingresso e uscita.

UNICEF Italia e FIAB, insieme per diffondere buone pratiche!

UNICEF e FIAB mettono poi l’accento sull’importanza di promuovere presso le bambine e i bambini la conoscenza dei mezzi di mobilità sostenibile attiva, in particolare l’utilizzo della bicicletta, sia come strumento di gioco e di emancipazione, sia quale mezzo capace di garantire inclusione e pari opportunità sociali, economiche e di mobilità individuale.

Per questo il primo atto comune sarà la pubblicazione di un pratico manuale di Bicibus e Pedibus, per realizzare percorsi casa-scuola sicuri e divertenti.

La collaborazione rientra nel più ampio programma Sport for Development dell’UNICEF Italia, che ha l’obiettivo di sensibilizzare bambini, giovani e famiglie sui temi del cambiamento climatico e della sostenibilità ambientale attraverso l’attività motoria.

Ci auguriamo che tutti coloro che hanno a cuore la salute dei bambini, che sono il nostro il nostro futuro, nello specifico tutte le amministrazioni del nostro territorio provinciale,  facciano tesoro del contenuto di questo importantissimo accordo.




FONDIMPRESA ABRUZZO VISITA LE AZIENDE: incontro con Fater Spa

Una joint venture d’eccezione che si prende cura delle persone”

Pescara, 7 dicembre 2023. Realizzata lo scorso 6 Dicembre la visita aziendale dei Vertici di Obr Abruzzo, Articolazione Territoriale Di Fondimpresa, presso l’azienda aderente a Fondimpresa, Fater Spa, nella sede di Spoltore.

“Siamo alla terza tappa di una nuova, importante iniziativa, quella delle visite aziendali -ha dichiarato il Presidente Luciano De Remigis.  Fondimpresa Abruzzo ha infatti nella propria mission la vicinanza, la prossimità territoriale ed una maggiore conoscenza delle imprese aderenti, di realtà imprenditoriali significative che animano il territorio, attenzionando i temi della formazione continua e della valorizzazione delle risorse umane.

Lo scorso 6 Dicembre ci ha accolto Fater spa -impresa associata a Confindustria Chieti Pescara-, una joint venture paritetica fra Angelini Industries e Procter & Gamble che opera nel mercato dei prodotti assorbenti per la persona in Italia e nei prodotti detergenti per la pulizia dei tessuti e della casa, in Italia e altri 38 paesi nel mondo.

Un’interessantissima visita aziendale accompagnata da un momento di confronto sulla significativa esperienza di formazione continua con Fondimpresa, sugli interventi realizzati anche attraverso i canali di finanziamento del Fondo centrati sulla Cura del capitale umano”.

La visita aziendale, alla quale sono intervenuti anche i Vertici di Fondimpresa, è stata guidata da Roberta Di Brigida, Head of Centre of Expertise di Fater, che ha presentato l’azienda e condiviso la storia e gli interventi formativi che ne hanno accompagnato lo sviluppo.

 In Fater la formazione è un investimento fondamentale per valorizzare il talento di ciascuna delle sue persone. La partnership con Fondimpresa ha permesso all’azienda di costruire dei percorsi formativi innovativi e all’avanguardia, in grado di rispondere ai nuovi trend, mercati e modelli di leadership. Questa collaborazione ha facilitato l’evoluzione della Uxel Academy, un luogo ibrido nel quale dal 2020 vengono invitati ospiti esterni nei campi più diversi per condividere le loro storie e stimolare la curiosità di tutte le persone in azienda, tramite lo scambio di visioni e idee. La vicinanza di Fondimpresa rappresenta per Fater un importante asset per il raggiungimento dei risultati formativi e il consolidamento delle competenze dei dipendenti.

“Il percorso delle visite aziendali avviato nel mese di settembre con tappa a San Salvo presso la TE Connectivity -azienda tecnologica leader globale- ha concluso il Presidente De Remigis- nasce con l’obiettivo di rafforzare ed implementare la presenza capillare della Rete Fondimpresa nel Territorio, fondamentale per rispondere al meglio alle esigenze e specificità aziendali.

Fondimpresa Abruzzo nasce nel 2004 siamo presenti a L’Aquila ed in Val Di Sangro, a Mozzagrogna. In Abruzzo vantiamo oltre 7mila aziende aderenti ed oltre 131mila Lavoratori- che affianchiamo giornalmente, con personale altamente qualificato, attraverso canali di assistenza telefonica, video conferenze, incontri, ma anche attraverso la piattaforma di ticketing di Fondimpresa”.

Fondimpresa è il Fondo interprofessionale per la formazione continua di Confindustria, Cgil, Cisl e Uil. Nasce con l’Accordo Interconfederale del 2002 al fine di promuovere la formazione professionale continua, per il perseguimento della competitività delle imprese e dell’occupabilità dei lavoratori. Fondimpresa si avvale di una Rete costituita dalle Articolazioni Territoriali, attive con uno sportello dedicato alla prima informazione e assistenza rivolta a tutte le aziende del territorio di riferimento (www.fondimpresa.it).

I numeri del Fondo

Fondimpresa in Italia: 211.842 aziende e 4.946.089 Lavoratori.




INAUGURATI PONTILE E PIATTAFORMA PER PERSONE CON DISABILITÀ

Il Sindaco Jwan Costantini partecipa alla cerimonia. “Ogni iniziativa a favore dell’accessibilità è una conquista di tutti, un dono alla città”.

Giulianova, 7 dicembre 2023. Taglio del nastro, questa mattina, al porto di Giulianova. Ad essere inaugurati, la piattaforma e lo scivolo per persone con disabilità realizzati grazie ad un finanziamento della Regione Abruzzo.

Presenti alla cerimonia, il Sindaco Jwan Costantini, l’assessore regionale Pietro Quaresimale, il sottosegretario Umberto D’ Annuntiis, il consigliere regionale Federica Rompicapo, il  Comandante della Guardia Costiera Tenente di Vascello Alessio Fiorentino, il Presidente dell’ ente Porto Valentino Fabrizio Ferrante, il direttore Fabio Di Serafino. Con loro, Antonio Fusaro e Iwan Piccioni, entrambi in prima linea, in diverso modo, nella battaglia sociale per una città senza barriere architettoniche. Ha benedetto le nuove attrezzature don Pasquale Fioretti.

“Ringraziamo la Regione Abruzzo – ha detto il Sindaco – nelle persone degli amministratori presenti. Grazie anche all’ ente Porto, alla Guardia Costiera e a quanti si sono spesi per rendere possibile queste nuove dotazioni. Da oggi, tutte le persone con disabilità, compresi i ragazzi che vorranno avvicinarsi alla vela e alla canoa, potranno accedere allo specchio acqueo. Ogni iniziativa a favore dell’accessibilità è una conquista di tutti, un dono alla città”.




LEO GULLOTTA SUL PALCO DEL TEATRO TALIA

Domenica 17 dicembre per il secondo appuntamento della stagione di prosa, cinema e musica 2023/2024

Tagliacozzo, 7 dicembre2023. Domenica 17 dicembre alle ore 18:00 il Teatro Talia ospiterà un grande nome del panorama teatrale e cinematografico nazionale come quello di Leo Gullotta, accompagnato da Fabio Grossi nello spettacolo In ogni vita la pioggia deve cadere, una coproduzione Teatro Stabile d’Abruzzo, Stefano Francioni Produzioni e Argot Produzioni, che con la regia di Fabio Grossi accompagnerà il pubblico in una storia che parla d’amore, umanità, verità e condivisione.

Nella stagione composta da spettacoli di prosa, proiezioni cinematografiche e show musicali, come secondo appuntamento Meta Aps propone uno spettacolo che racconta la storia di una vita, la vita di due persone che vivono assieme e che si amano. Oggi si può dire che viene raccontata una famiglia arcobaleno, senza figli, solo due persone, di cui punto focale è la casa, che accoglie questa unione. Due persone di età differente, che non rappresentano la classica tipologia di bellezza, ma persone vere: gioie e dolori, con tanta fantasia: Papi e Piercarlo sono due uomini che svolgono la propria esistenza con tranquillità e serenità fino a che, un giorno, arriva “la pioggia” e questa vita, ideale, viene stravolta. Non si è mai preparati ad affrontare problemi che piombano nelle nostre esistenze, ma lo si deve fare. Si parla d’amore, di umanità, di verità, di condivisione. In scena due attori, una casa, due vite che sono una vita.

«Raccontiamo quello che accade in qualsiasi casa, è un momento di riflessione, è un momento sull’amore, sulla vita, sulla morte, sul rispetto, sui diritti; accade questo in una giornata e speriamo di dare al pubblico la possibilità di riflettere» dichiara Leo Gullotta, che insieme a Fabio Grossi, rispetto all’epoca narrata nel dramma, aggiungono «Il paese è andato avanti e molto più avanti bisognerà andare».

I biglietti sono in vendita presso il Tagliacozzo Turismo – Info Point in piazza Duca degli Abruzzi e sulla piattaforma online I-ticket, con le seguenti tariffe: I settore € 20 (ridotto € 18) + DIP, II settore € 18 (ridotto € 16) + DIP, III settore € 16 (ridotto € 14) + DIP. Per studenti e ragazzi fino ai 25 anni la tariffa unica per Prosa e Musica è di € 10. Il giorno dello spettacolo sarà possibile acquistare i biglietti sia online che presso il Botteghino del Teatro.

Per informazioni contattare il numero 329 9339837, collegarsi ai canali social del teatro o al sito www.teatrotalia.com, oppure scrivere una mail all’indirizzo info@teatrotalia.com.




LO SPIRITO DELL’OPERA

Un concerto presentazione del libro scritto a due mani con Mariantonella Volpe, prevista un’esibizione col tenore Nunzio Fazzini

Spoltore, 7 dicembre 2023. Sabato prossimo, 9 Dicembre, ore 19 nella Sala consiliare di Via Di Marzio n. 66, a Spoltore ci sarà il concerto- presentazione del libro ” Lo Spirito dell’Opera” di Maurizio Muraro e Mariantonella Volpe.

Si chiude, dunque, col botto il calendario delle attività culturali di Spoltore. A conclusione di un anno, a dir poco formidabile, che ha visto, nel centro storico spoltorese alternarsi incontri di grande lignaggio culturale.  Tra i tanti, la Conferenza sulla migrazione degli uccelli di Fernando Spina, la Mostra del Maestro Albano Paolinelli inserita nel cartellone del 41° Spoltore Ensemble, il 3° Concorso di pittura estemporanea.

Per l’occasione, l’Accademia degli Insepolti, in collaborazione con il Comune di Spoltore e con l’Associazione Culturale Abruzzese-Molisano-Veneta “Balbino Del Nunzio”, hanno organizzato un evento di particolare prestigio nell’ambito della manifestazione “Natale a Spoltore”. Si tratta del Concerto- presentazione del libro dal titolo “Lo Spirito dell’Opera” di Maurizio Muraro e di Mariantonella Volpe. Muraro è cantante lirico, basso, da un trentennio sulle scene internazionali, nel corso della sua fulgida carriera ha interpretato i protagonisti dei più celebri libretti della tradizione lirica e dato voce ai ruoli principali del Melodramma sotto la direzione dei più famosi direttori d’Orchestra.

La sua poderosa statura artistica lo ha portato a calcare le scene dei principali teatri del Mondo, quali il Metropolitan Opera di New York, il Covent Garden di Londra, l’Operà Bastille e Garnier a Parigi, il Liceo di Barcellona, lo Staatsoper di Monaco e di Berlino, il Semperoper di Dresda, il Theater an der Wien, La Fenice di Venezia, l’Arena di Verona, il Carlo Felice di Genova, il Comunale di Firenze, l’Opera di Roma, il National Theater di Tokyo, Opera di San Francisco. Nel 2017 ha avuto l’onore di essere accolto nell’Albo d’Oro del Metropolitan Opera di New York: l’aureo documento, come si sa, raccoglie gli artisti che hanno superato le 100 recite nel famoso teatro.

Mariantonella Volpe è docente di Storia dell’Arte e di Storia della Letteratura Italiana con numerose pubblicazioni   di volumi di carattere storico, artistico, urbanistico, musicale ed informatico ed ha svolto per molti anni libera professione come creativa e copywriter pubblicitaria freelance in importanti campagne mediatiche a livello nazionale ed internazionale.

Insomma un appuntamento di altissimo profilo culturale da non perdere che chiude, a Spoltore, una stagione a dir poco rutilante. All’evento interverranno il Sindaco di Spoltore, Chiara Trulli, il giornalista Paolo De Carolis, come moderatore mentre, Rita Almonti, docente, curerà la lettura interpretativa di alcune pagine del libro. La serata sarà impreziosita dalle voci di Maurizio Muraro e del valente tenore abruzzese Nunzio Fazzini che si esibiranno in alcune celebri arie operistiche e da camera, accompagnati al pianoforte dal Maestro Marco Moresco.